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1 P. Montesperelli AIP / 1 - INTRODUZIONE ERMENEUTICA 1 1 1 – INTRODUZIONE INTRODUZIONE ALL ALL’ ERMENEUTICA ERMENEUTICA P. Montesperelli AIP / 1 - INTRODUZIONE ERMENEUTICA 2 Hermes fa parte della “2a generazione” degli dèi, quelli olimpici che hanno sconfitto il Chaos e imposto il Kosmos, a cui co-appartengono immortali e mortali Hermes porta un ‘annuncio’ ( Kosmos), è l’anghelos privilegiato da Zeus per COMUNICARE con gli uomini (co- appartenenza, communio dèi-uomini); Ma i 2 linguaggi (dèi/uomini) non coincidono i messaggi di Hermes sono oscuri, devono essere INTERPRETATI (pseudo-etimologia di Platone e Heidegger: Hermes hermeneia)

1 – INTRODUZIONE ALL ’ERMENEUTICA · COMUNICARE con gli uomini (co-appartenenza, communio dèi-uomini); Ma i 2 linguaggi (dèi/uomini) non coincidono i messaggi di Hermes sono

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P. Montesperelli AIP / 1 - INTRODUZIONE ERMENEUTICA

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1 1 –– INTRODUZIONE INTRODUZIONE ALLALL’’ERMENEUTICAERMENEUTICA

P. Montesperelli AIP / 1 - INTRODUZIONE ERMENEUTICA

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• Hermesfa parte della “2a generazione” degli dèi, quelli olimpici che hanno sconfitto il Chaos e imposto il Kosmos, a cui co-appartengonoimmortali e mortali

Hermes porta un ‘annuncio’ (� Kosmos), èl’anghelos privilegiato da Zeus per COMUNICARE con gli uomini (co-appartenenza, communio dèi-uomini);

Ma i 2 linguaggi (dèi/uomini) non coincidono � i messaggi di Hermes sono oscuri, devono essere INTERPRETATI(pseudo-etimologia di Platone e Heidegger: Hermes � hermeneia)

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• Svolta fondamentale (con Hermes): La forza della comunicazionecomunicazione non è piùfisica, non è la magìa che sovrasta anche gli dèi (epoca pre-omerica); la forza si ottiene mediante la parola che argomenta, mediazione simbolica, capacità di mediare

(metaxù, avv.) (fra dèi e uomini), di ‘Interpretare’ � inter partes.

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• An-erméneuton = ciò-che (o chi)-non-può-comunicare (Gorgia) � ‘ermeneutica’ èstrettamente connessa a ‘comunicazione’ � non è circoscritta a qualche specialismo, ma riguarda la nostra condizione di zóon politikón(Aristotele) = viventi comunicanti nella pólis.

Qs. nesso comunicazione-interpretazione sievidenzia nella nostra società (media, relazioniinter-etniche, società differenziata e multiculturale, etc.)

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DEFINIZIONEDI ERMENEUTICA: Interpretazione =

• «rendere prossimo ciò che èlontano dal punto di vista temporale, geografico, culturale, spirituale» (Ricoeur

1986a/1989,48);

• ridurre a familiare l’estraneo

segni, simboli, parole, discorsi, l’intera societàse intesa come sistema di segni codificati

Spostare, tradurrelimiti, riduttività

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L’ermeneutica diventa gradualmente da tecnica esegetica a teoria generale dell’interpretazione

• Decifrare dèi e oracoli (Grecia antica);

• Interpretare testi fondanti : p. es. Omero, Bibbia, fonti giuridiche;

• Testi antichi (Ellenismo);• Qualunque testo significativo

(Spinoza);• Qualunque testo, scritto o

orale, anche nella vita quotidiana (Schleiermacher);

• Qualunque espressione dell’uomo nel corso della storia (Dilthey);

• La storicità dell’uomo (Dilthey);• L’Esserci = la condizione

dell’uomo è interpretare l’Essere (Heidegger).

ESEGESI GNOSEOLOGIA FILOSOFIA

N.B. Nella storia

dell’Erm i confini fra i 3

approcci non sono netti

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Ermeneutica contemporanea: 3 luoghi (e un “sentiero lungo”)

E. ESEGETICABettiÖvermann

HirschE. CRITICA

HabermasThompson

Ricoeur

E. FILOSOFICA

Heidegger

Gadamer

Vattimo

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P. Ricoeur: fenomenologia + ermeneutica

• Ogni percezione, anche la piùelementare, non è mai “pura”, trasparente ma è sempre mediata da significati;

Significati Oggetto

Soggetto evento

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• Ogni interrogativo su un oggetto / soggetto / evento èsempre sui significati di quell’oggetto.

Significati Oggetto Soggetto evento

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ERMENEUTICA E SCIENZE SOCIALI

Le Scienze Sociali si basano su una doppia ermeneutica: interpretano le forme di vita, le relazioni sociali, le credenze condivise che sono, a loro volta, significati, riferimenti di senso e perciò interpretazioni.

Significati Oggetto

Soggetto evento

significati

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«La sociologia si trova, nei confronti del suo campo di studi, in un rapporto da soggetto a soggetto, anziché in un rapporto da soggetto a oggetto; essa ha a che fare con un mondo pre-interpretato, in cui i significati elaborati dai soggetti attivi di fatto contribuiscono a costituire o a produrre effettivamente quel mondo; per cui la costruzione della teoria sociale implica un doppio processo ermeneutico, che non ha corrispondente in alcun

altro campo del sapere» (Giddens 1979, 208);

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IL CONCETTO DI “ORIZZONTE”

• ‘Orizzonte’: istituzioni, tradizioni, storia, linguaggio, sapere tacito, etc.

• Ogni conoscenza è interna a- / parte da- un orizzonte �è limitata dall’orizzonte + èpossibile grazie all’orizzonte;

• Ogni giudizio è preceduto da un pre-giudizio [vs “pregiudizio contro i pregiudizi” (Gadamer) ]

H.G. Gadamer, Verità e metodo

ORIZZONTE

Istituzioni esperienza Tradizione conoscenza Storia giudizio Linguaggio Etc.

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Ego-alter co-appartengono allo stesso orizzonte

• Ogni distinzione Ego-Alter (conoscenza) è preceduta dalla condivisione dello stesso orizzonte; “communio” �comunicazione (linguaggio);

• Se Alter fosse completamente estraneo, Ego non potrebbe neppure percepirlo.

H.G. Gadamer, Verità e metodo

Ego Alter

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IL LINGUAGGIO COME “MEDIUM UNIVERSALE”

Svoltalinguistica

CAP. I – IL LINGUAGGIO

«L’uomo parla. Noi parliamo nella veglia e nel sonno. Parliamo sempreParliamo sempre, anche quando non proferiamo parola, ma ascoltiamo o leggiamo soltanto, perfino quando neppure ascoltiamo o leggiamo, ma ci dedichiamo a un lavoro o ci perdiamo nell’ozio. In un modo o nell’altro parliamo ininterrottamente. Parliamo perché il parlare ci ci èèconnaturatoconnaturato. Il parlare non nasce da un particolare atto di non nasce da un particolare atto di volontvolontàà (…).

Non intendo affermare soltanto che l’uomo possiede, accanto ad altre capacità, anche quella del parlare. Intendo dire che proprio il linguaggio fa dell’uomo quell’essere vivente che egli è in quanto uomo (…). Il linguaggio fa parte di ciò che l’uomo ritrova nella sua pipiùù immediataimmediata vicinanza. Dappertutto ci si ci si fa incontro il linguaggiofa incontro il linguaggio».

(M. Heidegger, In cammino verso il linguaggio, 1959/1973, 27; sottolineature mie)

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Il linguaggio è una mediazionemediazione:1) dell’uomo col mondo: espressioni,

rappresentazioni; «I limiti del linguaggio (del solo linguaggio che io comprendo) significano i limiti del mio mondo» (L.

Wittgenstein);

2) Tra uomo e uomo: linguaggio comune, definizioni comuni, etc. � da “io vs. tu” a “noi”;Comprendiamo l’altro attraverso ciò che ci dice (es. intervista) P. Ricoeur, Filosofia

e linguaggio

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3) Del sé con se stesso: attraverso il linguaggio comprendiamo noi stessi;

Pensiero = «è discorso, inteso come dialogo muto che l'anima intrattiene con sé stessa» (Platone, Sofista 263e).

“linguaggio comune”, “noi”, “dialogo dell’anima”: il linguaggio consente il dialogo;

MA il linguaggio è anche dialogo. P. Ricoeur, Filosofia e linguaggio

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IL LINGUAGGIO E’ DIALOGO

• Il linguaggio fa sempre parte di un orizzonte (v. prima) � la natura del linguaggio è la condivisionecondivisione = il dialogo;

• Ogni parola nasce rivolta all’altro;

• Il linguaggio media ogni conoscenza �ogni conoscenza è dialogo H.G. Gadamer,

Verità e metodo

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IL DIALOGO

• Rapporto dialettico fra estraneità e familiarità;

• Estraneità = domanda;• Familiarità = risposta;• Ogni domanda parte da una risposta (pre-

giudizi, sapere tacito, etc.); ogni risposta pone una nuova domanda (non è mai esaustiva, resta sempre un non-detto)

H.G. Gadamer, Verità e metodo

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LA COMPRENSIONE

Comprensione = in-tendersi= tendere di Ego verso Alter e viceversa;

= spostarsi dalla propria posizione (= mutare i propri pregiudizi) e incontrarsi in un punto inter-medio

= questo punto è mediato dal linguaggio (la comprensione avviene passando per il linguaggio) H.G. Gadamer,

Verità e metodo

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LINGUAGGI VERBALI E NON VERBALI

• “Universalità dell’ermeneutica”: si applica a qualunque forma di espressione (musica, pittura, tabelle, testi…);

• MA privilegia il linguaggio verbale: grazie ad esso si può parlare sulla musica, sulla

pittura, etc. � capacità riflessiva

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LINGUAGGI FORMALI E NATURALI

• Linguaggi artificiali, formali: logica, matematica. Sono artificiali e bi-univoci;

• L’erm. privilegia i linguaggi naturali, ordinari: più vividi, densi semanticamente, polisemici, aperti, più ricchi di sfumature, riflesso delle infinite esperienze con cui l’uomo cerca di adattarsi e di dare sensoal mondo nel corso della STORIA.

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Linguaggi naturali � IL DISCORSO

Discorso = «Qualcuno dice qualcosa su qualche cosa a qualchedun altro secondo determinate regole» (P. Ricoeur)

� Qualcuno … qualchedun altro = interlocuzione, DIALOGO fra SOGGETTI (vs. strutturalismo, “morte del soggetto”, etc.)

� Qualcosa = nucleo semantico, distinto dai soggetti (v. “autonomia”)

� Dice = orizzonte comune pre-dato, mediazione linguistica fra i soggetti, regole

P. Ricoeur

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Che cosa “dice” un discorso

• Senso = ciò che è detto;

• Referenza = ciò di cui si parla, il “mondo davanti al testo”;

• Intertesto = “cose dette” prima di noi, “mondo” dove si è già parlato prima di noi.

P. Ricoeur

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IL TESTO SCRITTO

• Con la scrittura il testo diviene autonomo dal proprio autore e si apre al lettore;

• Intentio auctoris (“dietro il testo”);

• Intentio operis (testo; es. “lettore modello”);

• Intentio lectoris (cooperazione);

Ciascuno di qs 3 componenti dialoga con le altre 2

U. Eco

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• Non solo Intentio auctoris: psicologismo romantico � il rapporto è sempre mediato + non è riscontrabile se/quanto si è colta qs. intenzione + qs. intenzione può non essere importante;

• Non solo intentio operis: il testo ha autore, contesto, referenza, cooperazione col lettore;

• Non solo intentio lectoris � rischio di arbitrarietà; necessità di limiti dell’interpretazione (U. Eco).

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P. Ricoeur: comprendere + spiegare

COMPRENSIONE• Vicinanza� co-

appartenenza ad un medesimo orizzonte;

• afferrare il testo nel suo insieme;

• Si riferisce all’intenzione dell’autore e alla referenza esterna

SPIEGAZIONE• distanza esplicativa

fra soggetto e oggetto della conoscenza

• scompone il testo, ne analizza la struttura interna

• Si riferisce all’intenzione del testo;

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• Sensibilitàdell’interprete;

• impedisce che la spiegazione si schiacci sui modelli delle scienze della natura.

• strumenti tecnici per un’analisi sistematica e metodica;

• evita che la comprensione si riduca ad un’ottica irrazionalista.

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COSA POSSIAMO ASPETTARCI DI MEGLIO DA UNA RICERCA

1) ermeneutica esegetica contemporanea:

• La conoscenza “oggettiva” è un ideale regolatore, a cui ci si può avvicinare senza mai raggiungerlo completamente o senza sapere in modo certo se e quanto è stato raggiunto;

• Importanza del METODO per evitare distorsioni;

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2) Ermeneutica critica

Dialogo + “razionalità comunicativa” �un’interpretazione è vera se:

- tesa alla ricerca del vero (in opposizione alle distorsioni ideologiche);

- fondata su un consenso � discussione intersoggettiva non condizionata, ma libera, razionale, paritetica (= metodo).

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3) Ermeneutica filosofica• “Una esperienza vera è una vera esperienza” (H. G.

Gadamer) = la “verità” è il mutamento dei propri pre-giudizi iniziali

• Erfahrung (esperienza) = fahren(viaggiare)

• Il ricercatore riflette su se stesso, su ciò che accade quando egli comprende

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Verità e Metodo (H. G. Gadamer)

• G. è attento non a ciò che si comprende o a come va compreso, ma a ciò che accadequando si comprende (piano non anti-metodologico ma extra-metodologico);

•• G. critica il G. critica il ““metodologismometodologismo”” = = pretesa che esista un solo pretesa che esista un solo metodometodo

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Riferimenti utili alla metodologia della ricerca sociale

• Comunicazione-interpretazione: v. forme espressive (gesti, immagini, parole, discorsi, testi, “documenti e monumenti”) + dialogo

• Conoscenza come interpretazione (anti-oggettivismo);

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• Interpretazione dell’altro da me (p. es. intervistato, comunità virtuale, etc.) = dialogo = dialettica fra “familiarità” ed “estraneità”: es. etnografo;

• Ricerca = Tecniche esegetiche + prospettiva critica + presupposti “filosofici”(“ogni critica alla metafisica parte da presupposti metafisici”)

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• Linguaggio come mediazione (vs. psicologismo romantico, intuizioni “empatiche”, etc.);

• Comprensione + spiegazione

• Riflessività: la ricerca comprende anche il ricercatore; analizzarla = anche analizzare se stesso;

• Pluralità di metodi.