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1 Ambiente ed Energia: ALFABETIZZAZIONE • Scenari politici e di indirizzo nazionale ed internazionale (cenni) • Terminologia e aspetti tecnici di base (cenni) • Scenari passati, attuali e prospettici – mercato italiano (cenni) • Norme agevolative, bioedilizia e liberalizzazione – mercato italiano (cenni)

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Ambiente ed Energia: ALFABETIZZAZIONE

• Scenari politici e di indirizzo nazionale ed internazionale (cenni)

• Terminologia e aspetti tecnici di base (cenni)

• Scenari passati, attuali e prospettici – mercato italiano (cenni)

• Norme agevolative, bioedilizia e liberalizzazione – mercato italiano (cenni)

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Da Kyoto (e prima) a oggi (e dopo)

MUTAMENTI CLIMATICI

• mancanza di dati scientifici inoppugnabili in ordine al legame di causa ed effetto del riscaldamento globale

ma

• correlazione diretta tra aumento della concentrazione dell’anidride carbonica e temperatura

e

• consapevolezza che i mutamenti climatici non posso essere contrastati se non a livello planetario

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• Fine anni ’70 – Ginevra, prima Conferenza sul clima organizzata da WMO (World Meteorological Organization)

• 1988 – IPCC – Intergovernamental Panel on Climate Change (Agenzia Internazionale coordinata dall’United Nation Environment Program e dalla WMO)

• 1990 – Ginevra, seconda Conferenza sul clima• 1992 – Rio de Janeiro – prima Conferenza Mondiale

sull’ambiente (approvazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti del Clima Globale)

• 1995 – Berlino, prima conferenza delle Parti• 1997 (dal 1 al 10 dicembre) – Kyoto – Conferenza

Mondiale sul clima

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• Kyoto – tesi a confronto

A. valori al 2012 minori di quelli al 1990 (UE)

B. valori al 2012 uguali a quelli del 1990 (USA)

C. indisponibili a riduzioni (Cina, India, ecc.)

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Attuale consumo CINA: 5.000.000 di barili/die

Nel caso in cui la Cina e l’India arrivassero a consumare petrolio per un valore pari ad ½ di quanto consumato pro-capite negli USA il consumo sarebbe pari a 100.000.000 di barile/die, pari al 50% del consumo mondiale

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Kyoto – conclusioni

La convenzione si limitò a registrare gli impegni che ogni singola nazione decise autonomamente di assumersi

Tale “registrazione” (se attuata) avrebbe comportato una riduzione delle emissioni a livello mondiale del 5,2% (al 2012 sul 1990, con azioni e monitoraggio da assumersi nel periodo 2008-2012)

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Kyoto – Italia, Europa, MondoL’Italia si impegna per una riduzione del 6,7% (autotrasporto 28%),

la Germania del 25%,

l’Europea (media) del 8%.

La riduzione attesa a livello planetario è del 5,2% (valore medio dei paesi firmatari - 39 - dell’impegno alla riduzione – Annex 1)

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• Annex I - (industrialized) countries:Australia (2,1%), Austria, Belarus, Belgium, Bulgaria, Canada (3,3), Croatia, Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland, France (2,7%), Germany (7,4%), Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Italy (3,1%), Japan (8,5%), Latvia, Liechtenstein, Lithuania, Luxembourg, Monaco, Netherlands, New Zealand, Norway, Poland (3,0%), Portugal, Romania, Russian Federation (17,4%), Slovakia, Slovenia, Spain (1,9%), Sweden, Switzerland, Turkey, Ukraine, United Kingdom (4,3%), United States of America (36,1%)

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• Kyoto – Italia e Europa

L’Italia, a oggi, ha un trend che lascia prevede per il 2012 un incremento di circa il 13%

Germania e Inghilterra raggiungeranno gli obiettivi annunciati prima del termine(il periodo in cui porre in essere le attività atte a raggiungere gli obiettivi riguardano il quinquennio 2008-2012)

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Il Protocollo di Kyoto, nel dettaglio, impegna sia i Paesi industrializzati sia i Paesi con economie in transizione (Annex 1) a ridurre globalmente tra il 2008 e il 2012 le emissioni di green house gases (GHG) – gas ad effetto serra – del 5,2% rispetto ai livelli del 1990 (è anche previsto lo scambio di quote di emissioni di questi gas).

I GHG considerati, le cui emissioni vengono tutte misurate in tonnellate equivalenti di anidride carbonica, sono:

• a) Biossido di carbonio (CO2), anche detta diossido di carbonio o anidride carbonica;• b) Metano (CH4);• c) Protossido di azoto (N2O);• d) Idrofluorocarburi (HFC);• e) Perfluorocarburi (PFC);• f) Esafluoro di zolfo (SF6).

Il Protocollo è stato approvato dalla Comunità Europea con la decisione 2002/358/CE del Consiglio, del 25 aprile 2002; con tale decisione la Comunità Europea ha espresso la volontà di adempiere, congiuntamente ai suoi Stati membri, all’impegno internazionale di riduzione delle emissioni assunto con la firma e la ratifica del Protocollo di Kyoto. L’entrata in vigore del Protocollo presupponeva la ratifica da parte di almeno 55 delle Parti della Convenzione le cui emissioni rappresentassero almeno il 55% del totale.

Il Protocollo è stato ratificato dall’Italia con la legge 1 giugno 2002, n. 120, Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l’11 dicembre 1997, ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 dopo la ratifica da parte della Russia avvenuta nel mese di ottobre 2004.

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• La regola del 55Il Protocollo di Kyoto sarebbe entrato in vigore 90 giorni dopo la data della ratifica di almeno 55 dei paesi che hanno firmato la convenzione (160), purché tra tali paesi fossero compresi quelli industrializzati in numero tale da rappresentare almeno il 55% delle emissioni complessive di anidride carbonica (riferite al 1990) di cui sono responsabili.Gli Stati Uniti d'America, il principale emettitore di gas serra con una quota del 36,1% sul totale, diveniva il protagonista principale e l'annuncio dell’intenzione di non ratificare diveniva rilevante da un punto di vista politico, ma non sufficiente per impedire l'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto. La ratifica di pochi altri paesi (come l'Australia con il 2,1% delle emissioni e la Russia con il 17,4% delle emissioni) avrebbe permesso di superare la quota del 55% e far sì che il Protocollo di Kyoto entrasse legalmente in vigore, come è avvenuto, a seguito della ratifica della Russia, in data 16 febbraio 2005.

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Tre meccanismi per introdurre a livello nazionale azioni per ridurre le emissioni di GHG in modo misurabile, duraturo ed economicamente sostenibile

1) Clean Development Mechanism (CDM) – “meccanismo per lo sviluppo pulito”

2) Joint Implementation (JI) – “attuazione congiunta”3) International Emission Trading (Emission Trading

Scheme - ETS) – “scambio internazionale delle quote di emissione”

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L‘ “attuazione congiunta” (Joint Implementation - JI) e il “meccanismo per lo sviluppo pulito” (Clean Development Mechanism - CDM) sono procedure previste dal protocollo di Kyoto per consentire ai governi di adempiere (in parte) ai rispettivi impegni sulla riduzione dei gas serra, elaborando progetti per il contenimento delle emissioni in altri paesi a costi inferiori rispetto a quelli da sostenere nel proprio territorio. I progetti JI devono essere intrapresi in paesi i cui obiettivi di riduzione delle emissioni sono espressi quantitativamente a norma del protocollo di Kyoto, ossia i paesi industrializzati. I progetti CDM devono essere realizzati nei paesi in via di sviluppo, i quali non hanno obiettivi quantitativi.Entrambi implicano il trasferimento di tecnologie valide dal punto di vista ambientale ai paesi ospitanti, che contribuiranno al raggiungimento dei rispettivi obiettivi di sviluppo sostenibile.

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L’European Emission Trading Scheme (EU-ETS)

Pietra miliare della politica ambientale, in quanto rappresenta il primo programma, su larga scala, di trading di GHG, e coinvolge oltre 12.000 impianti (che producono circa la metà delle emissioni di GHG) relativi ai 6 maggiori settori industriali dei 27 Paesi dell’UEIl Ministero dell’Ambiente ha pubblicato lo Schema di decisione di assegnazione delle quote di CO2 per settore e per singolo impianto relativi al periodo 2005-2007 e, poi, per il periodo 2008-2012

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L’European Emission Trading Scheme (EU-ETS)

Uno Stato, o eventualmente un’azienda, può comperare o vendere ad altri stati o aziende permessi di emissione in modo da allineare le proprie emissioni con la quota assegnata:si vendono tali permessi quando le proprie emissioni sono al di sotto della quota assegnata, mentre li si compra quando le proprie emissioni sono al di sopra della quota assegnata.I permessi di emissione vengono chiamati Assigned Amount Units (AAUs).

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Permessi a inquinareDal 2013 non saranno più gratuiti (ante distribuzione gratuita di un certo quantitativo – proroga per sostanze chimiche, acciaio, alluminio e cemento)Diminuzione di anno in anno il quantitativo a disposizione

Problematiche:Oneri da caricare sul consumatore Delocalizzazione

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Il Consiglio “Ambiente” dell’Unione Europea ha emanato, in data 20 febbraio 2007 la Conclusione riassumibile nel seguente vincolo:

• 20% (anche 30%) di produzione energetica da fonti rinnovabili

• -20% riduzione di anidride carbonica• -20% di energia primaria (investendo in

risparmio e efficienza)

entro il 2020 su basi 1990.

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• Costo dell’EnergiaRincaro del petrolio:

Riscaldamento delle case;Spese dei pendolari in coda in tangenziale;Metano;Uranio;Carbone;Cippato o pallets.

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• Raccomandazioni e Direttive CEE

La Raccomandazione 2001/453/CE invita gli stati membri a disporre che le società soggette alla redazione del bilancio integrino considerazioni ambientali nei loro rendiconti finanziari e la direttiva 2003/51/CE ha previsto l’indicazione di performance, se significative, attinenti all’ambiente.

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• Cop 1 – Berlino – 1995• Cop 2 – Ginevra – 1996• Cop 3 – Kyoto – 1997• Cop 4 – Buenos Aires – 1998• Cop 5 – Bonn – 1999• Cop 6 – L’Aia – 2000• Cop 6 bis – Bonn – 2001• Cop 7 – Marrakesh – 2001• Cop 8 – Nuova Delhi – 2002• Cop 9 – Milano – 2003• Cop 10 – Buenos Aires – 2004• Cop 11 – Montreal – 2005• Cop 12 – Nairobi – 2006• Cop 13 – Bali – 2007 (Conferenza sul cambiamento climatico)• Poznam 2008 – Conferenza delle Nazioni Unite• Copenhagen 2009 – Conferenza sul cambiamento climatico