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1 Interpretazione privata e interpretazione autoritativa • Chiunque interpreta, per casi reali o ipotetici • Soggetti privati, avvocati, studiosi e autorità pubbliche • Autorità che possono avere natura giurisdizionale o amministrativa

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Interpretazione privata e interpretazione autoritativa

• Chiunque interpreta, per casi reali o ipotetici

• Soggetti privati, avvocati, studiosi e autorità pubbliche

• Autorità che possono avere natura giurisdizionale o amministrativa

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Interpretazione indipendente e interpretazione dell’autorità fiscale

• L’autorità giudiziaria interpreta in una posizione di, autorità e indipendenza

• L’Autorità fiscale interpreta in una posizione di autorità, e di imparzialità

• L’imparzialità è diversa dalla indipendenza. Come segue.

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Autorità fiscale e relatività dell’interpretazione

• L’autorità fiscale è investita di un interesse pubblico primario,

• Oltre a considerare la lettera e il sistema

• E’ attenta a non avallare interpretazioni che comporterebbero facili elusioni

• o creerebbero lacune nella struttura legislativa dei tributi

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L’interpretazione dell’autorità fiscale (giova, ma non nuoce ai contribuenti)

• Le risoluzioni e le circolari

• Non possono pregiudicare il contribuente

• Ma possono tutelare il suo affidamento

• valgono quindi in quanto giovano, e non in quanto nuociono

• Eliminano le sanzioni, come ipotesi di Obiettiva Incertezza (art.10 c.3 statuto)

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Risoluzioni e circolari ante statuto

• Carattere centralistico, poco ramificato sul territorio

• Ma unificato per ridurre i rischi di contrasti interpretativi

• Problema di richieste “extra ordinem”; lecite, ma in pratica rare: vedi slide successiva.

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Le richieste extra ordinem ante statuto

• Loro liceità anche in assenza di disciplina, ma quali effetti in caso di omessa risposta?

• Uffici periferici: risposta ammessa solo in presenza di “puntuale riscontro” legislativo o di precedenti interpretazioni ufficiali (CM 18 maggio 2000 n.99). L’attinenza della interpretazione ufficiale al caso sottoposto è interpretazione “facile” ma

pur sempre intellettivamente elaborata.

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L’attribuzione per decreto di carattere preventivo all’interpello dello statuto

• L’art.11 non prevede che l’interpello debba avere carattere preventivo.

• L’art.1 comma 2 del reg.to prevede il carattere preventivo (anche per una questione di effettività dell’interesse).

• In sostanza la richiesta deve avvenire prima della dichiarazione, ma potrebbe rilevare anche dopo magari ai fini di un ravvedimento operoso.

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La “concretezza” del caso sottoposto: implicazioni

• La personalità del caso (prevista già dall’art.11 dello statuto e ribadita dal decreto) esclude istanze proposte da

• associazioni di categoria e

• professionisti in nome proprio, indicando genericamente un cliente.

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Requisiti per interpello: Concretezza del problema

• Quali prove deve dare il contribuente che il problema è concreto?

• quali controlli deve effettuare l’ufficio sulla concretezza del problema?

• Puo’ essere una concretezza ipotetica, con riferimento a un comportamento la cui realizzazione dipende dal regime fiscale applicabile?

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L’obiettiva incertezza della questione come condizione di ammissibilità dell’istanza

• Ai fini dell’ammissibilità dell’interpello l’“obiettiva incertezza” ha un senso diverso da quello assunto all’art.10 dello statuto per l’inapplicabilità delle sanzioni

• In particolare appare infondata la tesi secondo cui, ammettendo l’istanza di interpello, l’autorità fiscale riconoscerebbe l’obiettiva incertezza ex art.10 ai fini dell’inapplicabilità delle sanzioni.

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Obiettiva incertezza ai fini delle sanzioni e interpello

• Anche per l’interpello vale la regola secondo cui l’interpretazione ufficiale giova, ma non nuoce.

• Una questione su cui l’agenzia si è pronunciata negativamente

• Puo’ comunque essere considerata obiettivamente incerta ai fini della disapplicazione delle sanzioni

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segue

• La pronuncia di inammissibilità va motivata.

• Motivandola occorre dire quale disposizione legislativa o quale interpretazione ufficiale esclude la obiettiva incertezza (vedasi art.3 comma 5 reg.to)

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Effetti dell’interpello di cui all’art.11

• La tutela dell’affidamento all’interpello dello Statuto esclude non solo le sanzioni (come accadeva per le vecchie risoluzioni e circolari anche ex dlgs 472-1997)

• Ma anche il recupero dell’imposta e degli interessi

• fino a revoca del precedente interpello,

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Atti impositivi difformi dalla risposta

• L’atto impositivo emesso in difformità dalla risposta è “nullo”, nel qual caso dovrebbe essere impugnato

• Oppure inesistente? • A rigore è nullo, ma se effettivamente è

difforme dall’interpello c’è un dovere di autotutela, anche se non è impugnato.

• La mancata impugnazione impedisce però di contestare l’interpretazione che l’ufficio da’ all’interpello.

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Silenzio assenso

• Si forma solo se l’istanza di interpello conteneva una soluzione interpretativa. (art.5 comma 2 reg.to)

• Piu’ difficile l’efficacia esterna (vedi oltre) rispetto alle risposte espresse

• precarietà del silenzio assenso in quanto è concepibile una risposta tardiva

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Opportunità di una risposta tardiva dopo la formazione del silenzio assenso

• Così come è sempre possibile una revoca della risposta espressa all’interpello

• E’ possibile, a maggior ragione, pronunciarsi dopo un silenzio assenso

• la pronuncia puo’ anche avallare il silenzio con una motivata risposta positiva. In questo modo si puo’ dimostrare ex post, ai fini interni, che il silenzio non dipendeva da inerzia e negligenza

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Efficacia esterna dell’interpello

• L’efficacia esterna dev’essere almeno quella di una circolare, e quindi escludere almeno le sanzioni

• Per i terzi imposta recuperabile, ma dovere amministrativo di revoca dell’interpello

• L’efficacia esterna del silenzio assenso? Forse è piu’ debole in quanto non pubblicizzata e non argomentata.

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Efficacia esterna dell’interpello

• L’art.11 la attribuisce efficacia “limitata al richiedente”. Eppure è difficile negare, soprattutto per il modo in cui la procedura è strutturata, una rilevanza esterna ai limitati fini di cui alla successiva scheda.

• Gli obblighi di imparzialità dell’Autorità fiscale impediscono che di fronte ad uguali questioni di diritto, la soluzione sia diversa per l’interpellante e l’altra per i terzi.

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EFFICACIA ESTERNA INTERPELLO (SEGUE)

• La portata interpretativa dell’interpello rispetto ai terzi puo’ escludere le sanzioni (ex art.10 anche gli interpelli generano affidamento, soprattutto se attuati in modo centralistico come stabilisce il regolamento)

• Resta il recupero dell’imposta e non opera la nullità degli atti impositivi.

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Discriminazione tra interpellante e terzi

• Nonostante la portata esterna dell’interpello

• Il soggetto che lo ottiene si trova al riparo sia dal tributo che dalle sanzioni

• Mentre i terzi, anche a voler equiparare l’interpello alle intepretazioni dell’autorità fiscale, sono al riparo solo dalle sanzioni

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Come si revoca un precedente interpello favorevole?

• Qualora l’amministrazione cambi idea...

• Per il destinatario del precedente interpello favorevole…..

• Occorre una specifica revoca notificata?

• o puo’ essere sufficiente una risoluzione?

• un diverso interpello a terzi non vale come revoca, anche se pubblicato, vista l’efficacia limitata della risposta

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Revoca dell’interpello: effetti sul richiedente e sui terzi

• Se il comportamento è stato già posto in essere, neppure recupero dell’imposta;

• Per i terzi dovrebbe restare fermo quanto si dirà in tema di non punibilità

• se il richiedente deve ancora agire: recupero della sola imposta e interessi (il contribuente conosceva la revoca al momento di agire)

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Revoca dell’interpello: effetti (2)

• In sostanza il richiedente beneficia di una non sanzionabilità anche per il comportamento successivo alla revoca

• Questo è un favor per lo specifico richiedente, che non si estende ai terzi

• Purchè si tratti del comportamento originario: ma per quelli continuativi? Ad esempio regimi IVA? Come segue.

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Revoca dell’interpello e comportamenti ricorrenti

• Revoca e comportamenti periodici e continuativi del richiedente (regimi IVA o fringe benefits)

• l’applicazione del regime più favorevole è esclusa per i comportamenti posti in essere dopo la revoca e successivi cronologicamente a quelli originari (art.5 comma 1 evita che per i comportamenti periodici si vada all’infinito senza sanzioni)

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Fuori dai casi dell’interpello

• E’ sempre possibile rivolgersi all’autorità fiscale

• Un divieto sarebbe restrittivo rispetto al passato, ed in controtendenza rispetto ad un rapporto di fiducia fisco contribuente.

• Peraltro non scattano gli effetti particolari dell’interpello (ad es. non si forma il silenzio assenso)