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1 INTRODUZIONE 1 Introduzione Ho cinquant’anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sar`o morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l’unica cosa a cui ` e appartenuto ` e stata la libert`a. Gustave Courbet In queste pagine ` e presente una raccolta di esercizi discussi durante il tutorato per il corso di Analisi 1 presso l’Universit` a di Parma, anno accademico 2014/2015. Per segnalare eventuali errori e inoltra- re suggerimenti di qualunque genere, potete contattare l’autore di queste note all’indirizzo di posta [email protected]. Le note sono (temporaneamente?) reperibili presso l’indirizzo: www.matemate.it/AptAn1.pdf. Testi consigliati per gli analistianonimi (http://mbx.cm/t/3y3s6): Hongwei Chen - Excursions in Classical Analysis Micheal Steele - The Cauchy-Schwarz Master Class Walter Rudin - Principles of Mathematical Analysis Franco Conti, Paolo Acquistapace, Anna Savojini - Analisi Matematica, Teoria e Applicazioni Terence Tao - Analysis 1 Pham Kim Hung - Secrets in Inequalities, Vol. 1 - Basic Inequalities Acerbi, Modica, Spagnolo - Problemi scelti di analisi matematica, 1 De Michele, Forti - Analisi Matematica, problemi ed esercizi Pagina 1 di 53

1 Introduzione - elianto84.altervista.orgelianto84.altervista.org/AptAn1.pdf · Acerbi, Modica, Spagnolo - Problemi scelti di analisi matematica, 1 De Michele, Forti - Analisi Matematica,

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1 INTRODUZIONE

1 Introduzione

Ho cinquant’anni ed ho sempre vissuto libero;

lasciatemi finire libero la mia vita;

quando saro morto voglio che questo si dica di me:

Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione,

di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema:

l’unica cosa a cui e appartenuto e stata la liberta. Gustave Courbet

In queste pagine e presente una raccolta di esercizi discussi durante il tutorato per il corso di Analisi

1 presso l’Universita di Parma, anno accademico 2014/2015. Per segnalare eventuali errori e inoltra-

re suggerimenti di qualunque genere, potete contattare l’autore di queste note all’indirizzo di posta

[email protected]. Le note sono (temporaneamente?) reperibili presso l’indirizzo:

www.matemate.it/AptAn1.pdf.

Testi consigliati per gli analistianonimi (http://mbx.cm/t/3y3s6):

• Hongwei Chen - Excursions in Classical Analysis

• Micheal Steele - The Cauchy-Schwarz Master Class

• Walter Rudin - Principles of Mathematical Analysis

• Franco Conti, Paolo Acquistapace, Anna Savojini - Analisi Matematica, Teoria e Applicazioni

• Terence Tao - Analysis 1

• Pham Kim Hung - Secrets in Inequalities, Vol. 1 - Basic Inequalities

• Acerbi, Modica, Spagnolo - Problemi scelti di analisi matematica, 1

• De Michele, Forti - Analisi Matematica, problemi ed esercizi

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2 Prolegomena

In questa sezione figurano esercizi riguardanti il principio di induzione, inf e sup, monotonia, il binomio di

Newton e le proprieta dei coefficienti binomiali, le disuguaglianze di Cauchy-Schwarz e aritmo-geometrica.

Esercizio 2.1.

Si determinino inf, sup ed eventuali massimi e minimi dei seguenti sottoinsiemi della retta reale:{2n

n+ 1: n ∈ N

}, {sin(n) : n ∈ N} ,

{tan(n) : n ∈ N} ,{

x

x2 − 2: x ∈ Q

},

{sin(cosn) : n ∈ N} ,{

arctan

√x

1− x: x ∈ (0, 1)

}.

Fatto importante: i razionali sono densi in R, dunque per ogni numero irrazionale α e per ogni ε > 0

esiste un numero irrazionale della forma pq con gcd(p, q) = 1 tale per cui:∣∣∣∣α− p

q

∣∣∣∣ ≤ ε.Per il principio dei cassetti (alias Dirichlet Box Principle) vale inoltre il seguente risultato: per ogni

numero irrazionale α esistono infiniti numeri razionali della forma pq con gcd(p, q) = 1 tali per cui:∣∣∣∣α− p

q

∣∣∣∣ ≤ 1

q2.

Data l’irrazionalita di π, segue che le successioni {sinn}n∈N e {cosn}n∈N sono dense nell’intervallo [−1, 1].

Infatti, la successione delle parti frazionarie di n·π e densa in [0, 1], l’esponenziale complesso e una funzione

continua e le proiezioni z → <(z), z → =(z) da S1 in [−1, 1] preservano la densita.

Esercizio 2.2. Si provi che se n e un numero intero positivo, ma non e il quadrato di alcun numero

naturale,√n ∈ R \Q.

Esercizio 2.3. Sia N∗ = {1, 2, . . .} l’insieme dei numeri naturali positivi. Quali elementi di N∗

possono essere espressi come somma di due o piu elementi consecutivi di N∗?

Esercizio 2.4. (A) Si provi che se n ≥ 7 e un numero intero, cos 2πn ∈ R \Q.

Esercizio 2.5. Si provi che per ogni n ≥ 2 il numero di sottoinsiemi di A = {1, 2, . . . , 3n}di cardinalita < n non supera il numero di sottoinsiemi di A di cardinalita n.

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2 PROLEGOMENA

Definizione 2.6. Una funzione f : A → A con la proprieta che ∀x ∈ A, f(f(x)) = f(x) e detta

proiezione; una funzione f : A→ A con la proprieta che ∀x ∈ A, f(f(x)) = x e detta mappa involutiva

o involuzione.

Esercizio 2.7. Sia A un insieme con otto elementi. Si determinino il numero di funzioni f : A→ A

tali per cui:

• f e una proiezione;

• f e una involuzione;

• ∀x ∈ A, f(f(f(x))) = x;

• ∀x ∈ A, f(f(f(x))) = a.

Esercizio 2.8. Provare o confutare che una funzione f : A→ A con la proprieta che

∀x ∈ A, f(f(f(x))) = f(f(x)) e una proiezione.

Esercizio 2.9. Una funzione f : A→ A ha la proprieta che ∀x ∈ A, f (7)(x) = f (4)(x).

Provare o confutare che in tali ipotesi si ha:

∀x ∈ A, f (5)(x) = f (4)(x).

Esercizio 2.10. Dati a, b numeri reali positivi con a > b, si provi che per ogni numero naturale n ≥ 2

vale:

n bn−1(a− b) < an − bn < nan−1(a− b).

Dimostrazione. Si ha:an − bn

a− b=

n−1∑j=0

ajbn−j−1

e poiche si ha a > b, ogni monomio che figura nel membro destro e strettamente compreso tra bn−1 e

an−1. Poiche nel membro destro figurano n monomi, la tesi segue immediatamente.

Esercizio 2.11. Si provi che dalla precedente disuguaglianza e possibile dedurre che la successione

{an}n∈N∗ definita da:

an =

(1 +

1

n

)ne monotona crescente.

Dimostrazione. Vogliamo provare che per ogni n ≥ 1 si ha:(1 +

1

n+ 1

)n+1

>

(1 +

1

n

)n,

ma questa disuguaglianza e equivalente a:(1 +

1

n

)n+1

−(

1 +1

n+ 1

)n+1

<1

n+ 1

(1 +

1

n

)n+1

,

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che segue da quanto provato nel precedente esercizio.

Esercizio 2.12. (A) Si provi che la successione {an}n∈N∗ definita da:

an =

(1 +

1

n

)n+ 12

e monotona decrescente.

Corollario 2.13. Ponendo n = 1, segue e < 2√

2. Ponendo n = 2, segue e < (3/2)5/2.

Esercizio 2.14. Siano f(x) = arctanx e g(x) = 12 log 1+x

1−x = arctanh (x). Si provi che se a, b ∈ (0, 1),

si ha:

f(a) + f(b) = f

(a+ b

1− ab

), g(a) + g(b) = g

(a+ b

1 + ab

).

Dimostrazione. La tesi segue dalle formule di somma per la tangente e la tangente iperbolica:

tan(x+ y) =tanx+ tan y

1− tanx tan y, tanh(x+ y) =

tanhx+ tanh y

1 + tanhx tanh y.

Esercizio 2.15. Si dimostrino per induzione le seguenti identita:

N∑n=1

(−1)nn2 = (−1)NN(N + 1)

2,

N∑n=1

1

n(n+ 1)=

N

N + 1,

N∑n=1

(2n− 1) = N2,

N∏n=1

(1 +

1

n

)= N + 1,

N∑n=1

Fn = FN+2 − 1,

N∑n=1

F 2n = FNFN+1,

1 + 4 + 7 + . . .+ (3n− 2) =n(3n− 1)

2, (A)

N∑n=1

arctan1

1 + n+ n2= arctan

N

N + 2,

dove {Fn}n∈N e la successione di Fibonacci definita da F0 = 0, F1 = 1, Fn+2 = Fn+1 + Fn.

Esercizio 2.16. Una scacchiera 2n × 2n, con n ≥ 2, viene privata di una casella. Si provi che la

parte rimanente puo essere tassellata (ossia ricoperta senza sovrapposizioni) da pezzi a forma di L

che occupano esattamente tre caselle, come il seguente: .

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2 PROLEGOMENA

Esercizio 2.17. Si provi che se 7 freccette vengono lanciate su un bersaglio circolare di raggio pari

a 18 cm, esistono due freccette che distano ≤ 18 cm.

Esercizio 2.18. (A) Si provi che se 8 freccette vengono lanciate su un bersaglio circolare di raggio

pari a 18 cm, esistono due freccette che distano ≤ 16 cm.

Esercizio 2.19. Si dimostri l’identita:

N∏n=0

(1− 2

(n+ 2)(n+ 3)

)=

N + 4

3(N + 2).

Esercizio 2.20. Si provi la disuguaglianza:

N∏n=1

(1− 1

2n

)≤ 1√

2N + 1.

Esercizio 2.21 (Identita di Vandermonde per il binomiale centrale).

Si provi che per ogni numero naturale n si ha:

n∑k=0

(n

k

)2

=

(2n

n

).

Dimostrazione. Poiche(nk

)=(n

n−k), il membro sinistro e il coefficiente di xn nel prodotto (1 + x)n · (1 +

x)n = (1 + x)2n, dunque la tesi segue dal binomio di Newton. In alternativa, si consideri la seguente

interpretazione combinatoria: un parlamento e composto da 2n parlamentari, n di destra ed n di sinistra.

Cerchiamo in quanti modi sia possibile costituire una commissione di n parlamentari. Parametrizzando in

funzione del numero di persone di sinistra presenti in tale commissione, la tesi segue immediatamente.

Esercizio 2.22. Si provi che se M,N sono due numeri naturali positivi con N > M , si ha:

N∑k=M

(k

M

)=

(N + 1

M + 1

).

Dimostrazione. Poiche(nk

)=(n−1k−1)

+(n−1k

), fissato M la tesi segue per induzione su N .

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Esercizio 2.23. Si provi che per ogni numero naturale N ≥ 1 si ha:(N∑n=1

n

)2

=

N∑n=1

n3.

Dimostrazione. Poiche n =(n1

), l’identita

N∑n=1

n =

(N + 1

2

)=N(N + 1)

2

segue dall’esercizio precedente. Analogamente, da

n3 = 6

(n+ 1

3

)+

(n

1

)segue l’identita:

N∑n=1

n3 = 6

(N + 2

4

)+

(N + 1

2

)=

(N + 1

2

)2

.

Esercizio 2.24. Si provi che per ogni numero naturale positivo N , il numero dei sottoinsiemi di

{1, . . . , N} che hanno cardinalita multipla di 3 e sempre pari a⌊2N

3

⌋o a

⌈2N

3

⌉.

Esercizio 2.25. Si provi che vale:N∏k=1

cosx

2k=

sinx

2N sin x2N.

Esercizio 2.26. Siano x, y ∈ R+ con y ≥ x. Si determini il valore del seguente limite:

limn→+∞

n√xn + yn.

Esercizio 2.27. Si determinino, al variare di n ∈ N∗, estremo inferiore e superiore dell’insieme:

En =

{x

n+ x2: x ∈ R+

}.

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2 PROLEGOMENA

Definizione 2.28 (Veloce parentesi teorica sulle funzioni convesse). Diciamo che una funzione di

variabile reale f(x) e convessa sull’intervallo I se, comunque presi a, b ∈ I con a < b, il grafico di

f(x) sull’intervallo (a, b) giace al di sotto del segmento avente estremi in (a, f(a)) e (b, f(b)), ossia

se:

∀a, b ∈ I : a < b,∀λ ∈ (0, 1), f(a+ λ(b− a)) < f(a) + λ(f(b)− f(a)).

Quest’ultima condizione e equivalente a (Disuguaglianza di Jensen):

∀a, b ∈ I : a 6= b,∀λ ∈ (0, 1), f(λa+ (1− λ)b) < λf(a) + (1− λ)f(b).

Una funzione si dice invece concava quando la sua opposta risulta convessa. Talora non e semplice

verificare che una funzione e convessa provando per via diretta l’ultima disuguaglianza riportata.

Tuttavia, esistono molte condizioni sufficienti a garantire la convessita (le elenchiamo in ordine di

“forza” delle ipotesi):

• Per un certo z ∈ I si ha che la funzione (rapporto incrementale) g(x) = f(x)−f(z)x−z e crescente

su I \ {z};

• La funzione f(x) e derivabile su I e f ′(x) risulta una funzione crescente su I;

• La funzione f(x) e derivabile due volte su I e f ′′(x) risulta una funzione positiva su I;

E’ inoltre vero che una funzione convessa su I e continua sulla parte interna di I; per le funzioni

derivabili, la condizione di convessita e equivalente alla condizione:

∀a, b ∈ I : a 6= b, f(b) > f(a) + f ′(a)(b− a)

che codifica il giacere del grafico di f al di sopra delle rette tangenti. Si ha inoltre che una funzione

continua e convessa per punti medi (ossia che realizza la disuguaglianza di Jensen relativamente ad

un unico valore di λ, λ = 12) e automaticamente convessa. Altri risultati che e bene conoscere: una

funzione convessa su un intervallo chiuso assume massimo agli estremi di tale intervallo; composi-

zione di funzioni convesse da luogo ad una funzione convessa, l’inversa di una funzione monotona e

convessa e monotona e concava.

Corollario 2.29 (Disuguaglianze di convessita per le funzioni trigonometriche elementari).

Si ha che le funzioni sinx e cosx sono soluzioni dell’equazione differenziale ordinaria:

f(x) + f ′′(x) = 0,

in virtu di un criterio appena visto, le funzioni seno e coseno risultano percio convesse dove negative

e concave dove positive. In particolare, sull’intervallo (0, π/4) vale la disuguaglianza:√

2

πx < sinx < x.

In virtu delle formule di bisezione del seno, l’ultima disuguaglianza comporta che sull’intervallo

[−π/2, π/2] si ha:

1− x2

2≤ cosx ≤ 1− 4x2

π2.

Si noti che il membro destro corrisponde all’equazione della parabola che interpola la funzione coseno

nei punti x = 0 e x = ±π/2. Integrando membro a membro, ripetutamente, l’ultima disuguaglianza,

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si ha che sull’intervallo [−1, 1] valgono le seguenti identita:

sinx =

N∑n=0

(−1)n

(2n+ 1)!x2n+1 + θ · x2N+3

(2N + 3)!, |θ| ≤ 1,

cosx =

N∑n=0

(−1)n

(2n)!x2n + θ · x2N+2

(2N + 2)!, |θ| ≤ 1.

Quest’ultime permettono di dimostrare molto rapidamente diversi limiti notevoli:

limn→+∞

n sin1

n= 1, lim

n→+∞n2(

1− cos1

n

)=

1

2,

limn→+∞

n3(

1

n− sin

1

n

)=

1

6, lim

n→+∞n3(

tan1

n− 1

n

)=

1

3.

Il medesimo approccio puo essere applicato alla funzione convessa ex sull’intervallo [−1, 1],

pervenendo all’identita:

ex =

N∑n=0

xn

n!+ θ · xN+1

(N + 1)!, |θ| ≤ 1 +

1

N,

da cui derivano analoghe identita per le funzioni trigonometriche iperboliche sull’intervallo [−1, 1]:

coshx =

N∑n=0

x2n

(2n)!+ θ · x2N+2

(2N + 2)!, |θ| ≤ 1 +

1

2N + 1,

sinhx =

N∑n=0

x2n+1

(2n+ 1)!+ θ · x2N+3

(2N + 3)!, |θ| ≤ 1 +

1

2N + 2.

Da queste considerazioni segue che le funzioni sinx, cosx, ex, sinhx, coshx in un intorno dell’origine

possono essere considerate alla stregua di “polinomi di grado infinito” i cui coefficienti, a meno del

segno, sono sempre 0 o il reciproco di un fattoriale.

Esercizio 2.30. Si provi che l’intero piu vicino a 600e e 1631.

Definizione 2.31 (Prodotti di Weierstrass per seno e coseno).

Per qualunque x ∈ R, valgono le identita:

sinx = x · limN→+∞

N∏n=1

(1− x2

n2π2

), cosx = lim

N→+∞

N∏n=0

(1− 4x2

(2n+ 1)2π2

).

In tal senso e dunque corretto affermare che la funzione coseno e l’unico “polinomio di grado infinito”, con

termine noto 1, avente radici semplici in tutti i punti di π2 +πZ. Analogamente, e corretto affermare che

la funzione seno e l’unico “polinomio di grado infinito”, con termine noto 0 e coefficiente della x pari a

1, avente radici semplici in tutti i punti di πZ. Analoghe identita valgono per le funzioni trigonometriche

iperboliche:

sinhx = x · limN→+∞

N∏n=1

(1 +

x2

n2π2

), coshx = lim

N→+∞

N∏n=0

(1 +

4x2

(2n+ 1)2π2

).

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2 PROLEGOMENA

Esercizio 2.32. (A) Si determini se esiste, e in tal caso si calcoli, il seguente limite:

limN→+∞

N∏n=1

(1− 1

(2n+ 1)4

).

Esercizio 2.33. Si provi che sull’intervallo I = (0, 1) si ha:

(1 + x)(1 + x2/3) < ex < (1 + x)(1 + x2/2),

x(1− x/2) < log(1 + x) < x(1− 3x/10).

Suggerimento: si consideri che ddx log(1 + x) = 1

1+x =∑+∞k=0(−1)kxk.

Cosa accade troncando la somma all’ennesimo addendo e integrando termine a termine?

Riuscite a dedurre che log(1 + x)/x e convessa su I?

Esercizio 2.34.

Dal fatto che ddx arctan(x) = 1

1+x2 =∑+∞k=0(−1)kx2k si deduca che per ogni x ∈ [−1, 1] vale:

arctanx =

N∑k=0

(−1)k

2k + 1x2k+1 + θ · x

2N+3

2N + 3, |θ| ≤ 1.

Dal teorema della bisettrice si deduca l’identita:

∀x ≥ 0, arctanx = 2 arctanx

1 +√

1 + x2

e si concluda che, per qualunque x ∈ R, ricorrendo alle precedenti identita e possibile approssimare

arctanx con precisione arbitraria.

Esercizio 2.35. (A) Si provi che sull’intervallo (0, 1) vale la disuguaglianza:

6 + 4z + z2 + (4e− 11)z4

6− 2z< ez <

6 + 4z + z2

6− 2z.

Esercizio 2.36. Si provi che per ogni ε > 0 esistono infinite coppie (m,n) di numeri naturali tali

per cui: ∣∣∣∣e− m2

2n

∣∣∣∣ ≤ ε.Suggerimento: cosa accade valutando 1+x+ x2

2 in x = 12k

ed elevando quanto ottenuto alla 2k-esima

potenza?

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Esercizio 2.37. Sia I = [0, 1] e f : I → I una involuzione continua di I.

Si provi che, necessariamente, f(x) = x oppure f(x) = 1− x.

Esercizio 2.38. Si determini se esiste, e in tal caso si calcoli, il seguente limite:

limn→+∞

n

√1 · 3 · . . . · (2n− 1)

2 · 4 · . . . · 2n.

Esercizio 2.39. Dato a0 = a, a1 = b con 0 < a < b, sia {an}n∈N la successione definita attraverso:

an+2 =√an+1an

e siano {bn}n∈N, {cn}n∈N le successioni definite attraverso:

bn = a2n, cn = a2n+1.

Si provi che sia {bn}n∈N che {cn}n∈N risultano monotone, l’una crescente e l’altra decrescente.

Dimostrazione. Forniamo due dimostrazioni. Notiamo preliminarmente che una successione reale {dn}n∈Nper cui valgano d0 < d1 e

dn+2 =dn+1 + dn

2

soddisfa ugualmente la tesi. Si ha infatti:

(dn+2 − dn+1) = −dn+1 − dn2

,

per cui, posto ∆n = dn+1 − dn, si ha ∆n = (−1)n2n ∆0 per induzione, e:

dn = (dn − dn−1) + (dn−1 − dn−2) + . . .+ (d1 − d0) + d0 = d0 +

n−1∑k=0

∆k = d0 + ∆0

n−1∑k=0

(−1)k

2k.

Dall’ultima identita seguono immediatamente d2n+2 > d2n e d2n+1 < d2n−1.

Posto dn , log an, la tesi dell’esercizio segue dalla monotonia del logaritmo.

In alternativa, si noti come la quantita

Ln , 2dn+1 + dn

si mantenga constante indipendentemente dal valore di n. Si ha infatti:

Ln = 2dn+1 + dn = dn + dn−1 + dn = 2dn + dn−1 = Ln−1,

posto dunque L , 2d1+d03 , si ha:

L− dn+1 =2dn+1 + dn

3− dn+1 = −∆n

3=

(−1)n+1

3 · 2n,

per cui la successione {bn}n∈N converge crescendo verso3√ab2 mentre la successione {cn}n∈N converge

decrescendo verso il medesimo valore.

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2 PROLEGOMENA

Esercizio 2.40 (Successione di Erone). Dato a0 = 1, sia {an}n∈N la successione definita da:

an+1 =an2

+1

an.

Si provi che la successione {an}n≥1 e decrescente e che per ogni n ≥ 1 vale an >√

2.

Dimostrazione. Notiamo che si ha a1 = 32 >√

2 e:

2anan+1 = a2n + 2,

da cui segue:

a2n+1 − 2 = (an+1 − an)2 =

(1

an− an

2

)2

=

(a2n − 2

2an

)2

> 0.

Posto bn = a2n − 2, abbiamo b1 = 14 , bn > 0 e:

bn =b2n−14a2n

=b2n−1

4(bn−1 + 2)≤b2n−1

8,

da cui segue che la successione {bn}n≥1 decresce molto rapidamente a zero. In particolare, b1 = 14 e

l’ultima disuguaglianza comportano:

bn ≤1

25·2n−1−3 .

Nota di folklore: generalizzando lievemente, si ha che la successione definita da a0 = 1 e

an+1 =an2

+k

an

per una certo numero reale k > 1, converge molto rapidamente a√k. Questo algoritmo e il metodo

babilonese per l’estrazione di radice quadrata, e coincide di fatto con il metodo di Newton applicato alla

funzione f(x) = x2 − k.

Esercizio 2.41 (Media aritmo-geometrica). Siano a0 = a > 0 e b0 = b > 0, con a < b.

Definite le due successioni {an}n∈N e {bn}n∈N attraverso:

an+1 =√anbn, bn+1 =

an + bn2

,

si provi che entrambe le successioni risultano monotone.

Dimostrazione. Se 0 < x < y, si ha:

x <√xy <

x+ y

2< y,

dunque e semplice provare per induzione che si ha:

an < an+1 < bn+1 < bn.

Si ha inoltre (bn+1 − an+1) ≤ (bn+1 − an) = 12 (bn − an), dunque le due successioni convergono verso il

medesimo limite, che denotiamo con AGM(a, b) (media aritmo-geometrica di a e b).

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Nota di folklore: dall’identita di Lagrange (2.57) segue questa relazione tra la media aritmo-geometrica

e l’integrale ellittico completo del primo tipo:

π

2 AGM(a, b)=

∫ π/2

0

dθ√a2 cos2 θ + b2 sin2 θ

.

Esercizio 2.42. Sia {an}n∈N la successione definita attraverso:

a0 =√

2, a1 =√

3, an+2 =√

3a2n+1 − a2n

e {Fn}n∈N l’usuale successione dei numeri di Fibonacci. Si provi che:

limn→+∞

anFn

=√

5.

Esercizio 2.43. (A) Sia {an}n∈N una successione per ricorrenza definita attraverso a0 > 0 e:

an+1 = an +1

an.

Si provi che per ogni numero naturale n ≥ 1 vale la doppia disuguaglianza:√2n+ a20 < an <

√2n+ a20 +

1

3+ log

√n.

Dimostrazione. La chiave della dimostrazione e l’identita:

a2n+1 = a2n + 2 +1

a2n

che comporta immediatamente quanto presente nel membro sinistro della disuguaglianza da provare.

Il membro destro segue da stime classiche (si veda, piu avanti, l’esercizio 2.75) per la quantita:

Hn =

n∑k=1

1

k.

Esercizio 2.44. Sia {Fn}n∈N la successione di Fibonacci, definita attraverso F0 = 0, F1 = 1 e

Fn+2 = Fn+1 + Fn.

Si provi che per ogni n ≥ 1 si ha:

arctan1

F2n= arctan

1

F2n+1+ arctan

1

F2n+2.

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2 PROLEGOMENA

Dimostrazione. Per la formula di somma della tangente, la tesi e equivalente a:

1

F2n=

1F2n+1

+ 1F2n+2

1− 1F2n+1F2n+2

,

a sua volta equivalente a:1

F2n=

F2n+1 + F2n+2

F2n+1F2n+2 − 1=

F2n+3

F2n+1F2n+2 − 1

o a:

F2n+1F2n+2 − F2nF2n+3 = 1,

analoga a:

F 22n+1 − F2nF2n+2 = 1,

che e conseguenza della celebre identita:

F 2n − Fn−1Fn+1 = (−1)n+1,

facilmente dimostrabile per induzione, in quanto:

F 2n − Fn−1Fn+1 = −

(F 2n−1 − Fn−2Fn

).

Esercizio 2.45. (A) Si provi che per ogni numero naturale N ≥ 1 vale la doppia disuguaglianza:

2N

3

√N ≤

N∑k=1

√k ≤ 4N + 3

6

√N.

Dimostrazione. Induzione o somme di Riemann associate ad una funzione concava.

La disuguaglianza puo essere ulteriormente raffinata; vale:

4N + 3

6

√N − 2

9<

N∑k=1

√k ≤ 4N + 3

6

√N − 1

6.

Esercizio 2.46. Si determini se esistono, e in tal caso si calcolino, i seguenti limiti:

limn→+∞

n(

21n − 1

), lim

n→+∞n(n

1n − 1

),

limn→+∞

(cos

1

n

)n2

, limn→+∞

(√n2 + 5n+ 4−

√n2 + 3n+ 2

),

limn→+∞

(sinn+ arctann) , limn→+∞

tan(tanhn),

(A) limn→+∞

(2√n−

n∑k=1

1√k

), lim

n→+∞{n!e},

dove {x} denota la parte frazionaria: {x} = x− bxc.

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Esercizio 2.47. (A) Sia {an}n≥1 la successione determinata da a1 = 3 e an+1 =a2n+1

2 .

Si provi che la serie ∑n≥1

1

1 + an

e convergente e se ne determini il valore.

Dimostrazione. Poiche

an+1 − 1 =(an − 1)(an + 1)

2si ha:

1

an+1 − 1=

1

an − 1− 1

an + 1,

dunque:N∑n=1

1

an + 1=

N∑n=1

(1

an − 1− 1

an+1 − 1

)=

1

2− 1

aN+1 − 1.

Esercizio 2.48. Sia p un numero naturale positivo. Si provi che vale:

limn→+∞

1p + 2p + . . .+ np

np+1=

1

p+ 1.

Dimostrazione. Per quanto visto riguardo le somme di potenze,

n∑k=1

kp

e un polinomio in n di grado p + 1 il cui termine di testa e proprio 1p+1 n

p+1: questo basta a provare la

tesi. In alternativa, si esibiscano delle maggiorazioni e minorazioni per la somma

n∑k=1

kp

basate sull’ovvia disuguaglianza:

p!

(k

p

)≤ kp ≤ p!

(k + p

p

).

Vedremo piu avanti come, inoltre, si abbia:

limn→+∞

1

n

n∑k=1

(k

n

)p=

∫ 1

0

xp dx =1

p+ 1.

Attraverso la disuguaglianza di Karamata (2.68) e possibile verificare che la successione definita da:

an =1p + 2p + . . .+ np

np+1

e decrescente; per convessita vale inoltre:

1

p+ 1+

1

2n≤ an ≤

1

p+ 1+

1

n.

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2 PROLEGOMENA

Esercizio 2.49. Si provi che il polinomio p(x) = x4 + 4x3 − 6x2 + 4x− 1 ha due radici reali.

Dimostrazione. Poiche p(x) = 2x4 − (x− 1)4, la condizione p(x) = 0 e equivalente alla condizione:(1− 1

x

)4

= 2.

Esercizio 2.50. Si provi che esistono 3 numeri reali x, y, z che realizzano:x+ y + z = 0

x2 + y2 + z2 = 16

x3 + y3 + z3 = −3

e si determini xyz.

Esercizio 2.51. Si determini il coefficiente di x25 nel polinomio (x3 + x+ 1)10.

Dimostrazione. L’unico modo di scrivere 25 come somma di 10 interi che appartengano all’insieme {0, 1, 3}e quello di utilizzare otto 3, un 1 e uno 0, dunque la risposta e(

10

8

)(2

1

)(1

1

)= 90.

Esercizio 2.52. Si determinino estremo inferiore e superiore della successione reale data da:

an =

n∑k=0

sin k.

Dimostrazione. Si ha:

n∑k=0

sin k = =n∑k=0

eik = =(e(n+1)i − 1

ei − 1

)=

sin n2 sin n+1

2

sin 12

=cos 1

2 − cos 2n+12

2 sin 12

.

In alternativa all’uso dell’identita di De Moivre, e possibile utilizzare le formule di prostaferesi determi-

nando una somma telescopica:

n∑k=0

2 sin1

2sin k =

n∑k=0

(cos

(k − 1

2

)− cos

(k +

1

2

))= cos

1

2− cos

2n+ 1

2.

Poiche la successione data da bn = cos 2n+12 e densa in [−1, 1], valgono le identita:

infnan =

cos 12 − 1

2 sin 12

= −1

2tan

1

4= −0.12767096 . . . , sup

nan =

cos 12 + 1

2 sin 12

=1

2cot

1

4= 1.95815868 . . . .

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Si puo verificare analogamente che si ha:

n∑k=0

sin(αk) =cos α2 − cos (2n+1)α

2

2 sin α2

∈(−1

2tan

α

4,

1

2cot

α

4

),

n∑k=0

cos(αk) =sin α

2 + sin (2n+1)α2

2 sin α2

∈(

1

2− 1

2 sin α2

,1

2+

1

2 sin α2

).

Esercizio 2.53. Si provi che esiste e si determini esplicitamente il valore del seguente limite:

limn→+∞

1

n

n∑k=0

(n− k) sin k.

Dimostrazione. Si ha:

n∑k=0

(n− k) sin k =

n∑j=1

j∑k=1

sin k =

n∑j=1

cos 12 − cos (2j+1)

2

2 sin 12

dunque il limite e pari a 12 cot 1

2 in virtu della limitatezza delle somme∑nj=1 cos 2j+1

2 .

Esercizio 2.54 (Polinomi di Chebyshev del primo e secondo tipo).

Si provi che per ogni numero naturale n, valgono le identita:

cos(nx) = Tn(cosx),sin((n+ 1)x)

sinx= Un(cosx),

dove Un e Tn sono polinomi a coefficienti interi di grado n.

Dimostrazione. La tesi e facilmente dimostrabile per induzione.

In virtu delle formule di Briggs, si ha:

Tn+2(x) = 2xTn+1(x)− Tn(x), Un+2(x) = 2xUn+1(x)− Un(x),

con U0(x) = T0(x) = 1 e U1(x) = 2x, T1(x) = x. Valgono inoltre le identita:

Tn(x) =(x+

√x2 − 1)n + (x−

√x2 − 1)n

2, Un(x) =

(x+√x2 − 1)n+1 − (x−

√x2 − 1)n+1

2√x2 − 1

,

e sull’intervallo [−1, 1] i polinomi Un e Tn assumono valori in [−1, 1].

E vero inoltre che le radici di Tn sono date da:

cos

((2k − 1)π

2n

), k = 1, 2, . . . , n

mentre le radici di Un sono date da:

cos

(πk

n+ 1

), k = 1, 2, . . . , n.

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2 PROLEGOMENA

Corollario 2.55.n−1∏k=1

sinπk

n= n · 21−n.

Dimostrazione. In virtu della formula di De Moivre abbiamo:

n−1∏k=1

sinπk

n=

21−n

in

n−1∏k=1

(eπikn − e−πikn

)= 21−n

n−1∏k=1

(1− e 2πik

n

),

dove l’ultimo prodotto, a meno del segno, e il prodotto delle radici del polinomio (1−z)n−1z . In virtu del

teorema di Viete sulle relazioni tra radici e coefficienti, il valore di questo prodotto e ±n. Dato che il

prodotto di partenza e certamente positivo, si ha la tesi. Questo risultato e centrale nella dimostrazione

della formule di riflessione e moltiplicazione per la funzione Γ, e comporta inoltre:∫ π/2

0

log sinx dx = −π2

log 2,

∫ π

0

log(m+ cosx) dx = π logm+

√m2 − 1

2.

Soluzione dell’esercizio 2.46 (A).

Verifichiamo dapprima che la successione data da

an = 2√n−

n∑k=1

1√k

e crescente e limitata dall’alto. Questo e sufficiente a garantire l’esistenza del limite limn→+∞ an.

Notiamo che si ha:

an+1 − an = 2√n+ 1− 2

√n− 1√

n+ 1=

(√n+ 1−

√n)2

√n+ 1

> 0,

dunque la monotonia e immediata. D’altro canto si ha:

an+1 − an ≤1

2√n− 1

2√n+ 1

,

in quanto l’ultima disuguaglianza e equivalente a:

2√n+ 1− 2

√n ≤ 1

2√n

+1

2√n+ 1

,

che, posto f(x) = 1√x

, discende dalla disuguaglianza di convessita:

2(√n+ 1−

√n)

=

∫ n+1

n

dx√x≤ 1

2(f(n) + f(n+ 1)) .

Per ogni N ≥ 1 abbiamo allora:

aN = a1 + (a2 − a1) + . . .+ (aN − aN−1) ≤ 1 +1

2

N−1∑k=1

(1√k− 1√

k + 1

),

donde:

aN ≤3

2− 1

2√N.

Il valore del limite non e pari ad alcuna “celebre” costante matematica, ma e pari all’opposto del

valore assunto dalla funzione zeta di Riemann nel punto 12 :

limn→+∞

an = −ζ(

1

2

)= 1.4603545 . . . .

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Teorema 2.56 (Disuguaglianza di Cauchy-Schwarz).

Date due n-uple di numeri reali a1, . . . , an e b1, . . . , bn, si ha:(n∑k=1

akbk

)2

(n∑k=1

a2k

(n∑k=1

b2k

)

e l’uguaglianza vale se e solo se, per un qualche numero reale λ, vale ak = λbk per ogni k ∈ {1, . . . , n}.

Dimostrazione. Il polinomio di secondo grado

p(x) =

k∑j=1

(aj x+ bj)2,

in quanto somma di quadrati, assume valori non negativi per ogni x ∈ R. L’importante risultato segue

dunque dalla constatazione che p(x) ha discriminante non positivo; l’uguaglianza ha luogo unicamente

nel caso in cui esista una costante λ ∈ R tale da realizzare:

∀j ∈ [1, k], aj = λ bj .

A partire da una disuguaglianza banale, e in realta possibile ottenere la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz

per amplificazione (o interpolazione). Siano v, w ∈ Rn \ {0} e ‖u‖ =√∑n

j=1 u2j . Allora:

‖v − w‖ ≥ 0,

da cui, considerando il quadrato del membro sinistro:

n∑j=1

vj wj ≤1

2(‖v‖2 + ‖w‖2).

Notiamo che il valore del membro sinistro non muta rimpiazzando v con λv e w con 1λ w. Possiamo percio

asserire:

∀v, w ∈ Rn \ {0}, ∀λ > 0,

n∑j=1

vj wj ≤1

2(λ2‖v‖2 +

1

λ2‖w‖2).

Operiamo ora la seguente accortezza: scegliamo λ2 in modo da minimizzare il membro destro.

Poiche, per AM-GM (2.62)

minx,y≥0xy=k

(x+ y) = 2√k,

la migliore scelta per λ2 risulta essere ‖w‖‖v‖ , e da tale scelta segue:

n∑j=1

vj wj ≤ ‖v‖‖w‖,

che e quanto volevamo provare. Addizionalmente, notiamo che lo scarto tra i due membri che figurano

nella disuguaglianza di Cauchy-Schwarz puo essere precisamente quantificato:

Teorema 2.57 (Identita di Lagrange). n∑j=1

a2j

· n∑j=1

b2j

− n∑j=1

ajbj

2 =∑

1≤i<j≤n

(aibj − ajbi)2 ≥ 0.

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2 PROLEGOMENA

E infatti sufficiente raffrontare i monomi di grado 4 che figurano nel termine sinistro con quelli che figurano

nel termine centrale. Invitiamo il lettore a provare la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz per induzione

su n.

Una forma equivalente della disuguaglianza di Cauchy-Schwarz e la seguente:

Teorema 2.58 (Disuguaglianza di Cauchy-Schwarz, forma alternativa, alias Lemma di Titu).

Se x1, . . . , xn e y1, . . . , yn sono numeri reali positivi, si ha:

n∑j=1

x2jyj≥

(∑nj=1 xj

)2∑nj=1 yj

,

e l’uguaglianza e realizzata se e solo se yj = λxj per ogni j ∈ {1, . . . , n}.

Dimostrazione. Il caso n = 1 e banale e il caso n = 2 e equivalente alla disuguaglianza:

(x1y2 − x2y1)2 ≥ 0.

D’altro canto, supposto che la disuguaglianza valga nel caso n, si ha:

n+1∑j=1

x2jyj

=x2n+1

yn+1+

n∑j=1

x2jyj

Ip.Ind

≥x2n+1

yn+1+

(∑nj=1 xj

)2∑nj=1 yj

n=2≥

(xn+1 +

∑nj=1 xj

)2yn+1 +

∑nj=1 yj

=

(∑n+1j=1 xj

)2∑n+1j=1 yj

,

dunque la disuguaglianza vale anche per n+ 1.

La disuguaglianza di Cauchy-Schwarz puo essere enunciata anche nella seguente forma:

Teorema 2.59. Se x, y ∈ Rn, si ha:

|x · y| = ‖x‖ · ‖y‖ · cos θ ≤ ‖x‖ · ‖y‖,

dove x · y denota il prodotto scalare tra x e y, θ l’angolo tra i due vettori e ‖x‖ la norma euclidea di x.

Il problema dunque ricade unicamente su come definire il prodotto scalare canonico tra due elementi di

Rn. In contesto fisico, si e soliti definire il prodotto scalare tra x e y come il prodotto tra la lunghezza di

y e la lunghezza (con segno) della proiezione di x lungo y, in ambito matematico come:

x · y ,n∑k=1

xkyk.

E’ interessante sottolineare l’equivalenza delle due definizioni. La proiezione di x lungo y e infatti un

vettore della forma λy, dove λ e preso in modo da minimizzare la quantita ‖x− λy‖2. Notiamo che vale:

‖x− λy‖2 =

n∑k=1

(xk − λyk)2 = ‖x‖2 + λ2‖y‖2 − 2λ

n∑k=1

xkyk,

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dove il membro destro e un polinomio di secondo grado in λ che ammette minimo per:

λ =1

‖y‖2n∑k=1

xkyk.

Dalla definizione fisica segue pero:

|x · y| = ‖y‖ · ‖λy‖ = |λ| · ‖y‖2,

dunque:

|x · y| =

∣∣∣∣∣n∑k=1

xkyk

∣∣∣∣∣ ,come voluto. In alternativa, si noti come la definizione fisica comporti che il prodotto scalare canonico

sia una forma bilineare simmetrica. Poiche ei · ej = δij , la matrice che rappresenta tale forma bilineare

simmetrica e necessariamente In.

Esercizio 2.60. (A) Sia 〈·, ·〉 una forma bilineare simmetrica su Rn.

Si discutano i casi in cui vale la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz in forma generalizzata:

∀x, y ∈ Rn, 〈x, y〉2 ≤ 〈x, x〉 · 〈y, y〉.

Dimostrazione. Se per ogni w ∈ Rn si ha 〈w,w〉 ≥ 0, dall’identita:

0 ≤ 〈x− λy, x− λy〉 = 〈x, x〉 − 2λ〈x, y〉+ λ2〈y, y〉

segue che il discriminante del polinomio di secondo grado che compare nel membro destro e certamente

≤ 0. La disuguaglianza di Cauchy-Schwarz in forma generalizzata vale percio per ogni prodotto scalare

semidefinito positivo.

Esercizio 2.61 (dal Conti-Acquistapace-Savojini). A partire da un triangolo OP1P2, retto in P1

e tale per cui OP1 = 1, P1P2 = 12 , si costruiscano i triangoli OPnPn+1, retti in Pn e tali per cui

PnPn+1 = 1n+1 . Si discuta se la lunghezza del segmento OPn e l’ampiezza dell’angolo P1OPn restino

o meno limitate al crescere di n.

Teorema 2.62 (Disuguaglianza aritmo-geometrica, AM-GM).

Se a1, . . . , an sono numeri reali non negativi, si ha

a1 + . . .+ ann

≥ n√a1 · . . . · an,

e l’uguaglianza e verificata se e solo se a1 = . . . = an.

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2 PROLEGOMENA

Dimostrazione. Il caso n = 1 e banale, e il caso n = 2 segue immediatamente dal fatto che la quantita

(√a1 −

√a2)2 e non negativa e nulla solo se a1 = a2. Per induzione, e semplice provare il Teorema nel

caso in cui n sia una potenza di 2. Supposto che la disuguaglianza sia verificata nel caso n = 2k, si ha:

1

2k+1

2k+1∑j=1

aj =1

2

1

2k

2k∑j=1

aj +1

2k

2k+1∑j=2k+1

aj

≥√√√√√ 1

2k

2k∑j=1

aj

· 1

2k

2k+1∑j=2k+1

aj

√√√√√ 2k∏j=1

aj

1/2k

·

2k+1∏j=2k+1

aj

1/2k

=

2k∏j=1

aj

1/2k+1

;

l’uguaglianza ha luogo solo se a1 = . . . = a2k e a2k+1 = . . . = a2k+1 hanno la stessa media aritmetica,

ossia solo se tutti i termini della sequenza hanno il medesimo valore. Dato ora un generico n, sia 2k la

piu piccola potenza di 2 superiore ad n ed A la media aritmetica di a1, . . . , an. Per ogni numero naturale

m nell’intervallo [n+ 1, 2k], poniamo, d’ufficio, am = A. Abbiamo allora:

A =1

n

n∑j=1

aj =1

2k

2k∑j=1

aj ≥

2k∏j=1

aj

1/2k

,

da cui segue:

A2k ≥

n∏j=1

aj

·A2k−n,

An ≥n∏j=1

aj ,

provando cosı la disuguaglianza per ogni n ≥ 1.

Si noti come sia possibile dimostrare la tesi dell’esercizio (2.11) anche attraverso AM-GM, in quanto:

n+1

√(1 +

1

n

)n· 1 < 1

n+ 1

(n

(1 +

1

n

)+ 1

)= 1 +

1

n+ 1.

Esercizio 2.63 (GM-HM). Si provi che se a1, . . . , an sono numeri reali positivi, si ha:

n1a1

+ . . .+ 1an

≤ n√a1 · . . . · an

e l’uguaglianza e verificata se e solo se a1 = . . . = an.

Esercizio 2.64 (AM-QM). Si provi che se a1, . . . , an sono numeri reali qualunque, si ha:∣∣∣∣a1 + . . .+ ann

∣∣∣∣ ≤√a21 + . . .+ a2n

n

e l’uguaglianza e verificata se e solo se a1 = . . . = an.

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Esercizio 2.65. Si provi che per ogni x ∈ [0, 1] vale la doppia disuguaglianza:

1 +x

2− x2

8 + 4x≤√

1 + x ≤ 1 +x

2− x2

8√

1 + x.

Tramite tale disuguaglianza, si dimostri che vale√

120 ≈ 11− 11241 .

Dimostrazione. Dalla disuguaglianza aritmo-geometrica segue immediatamente√

1 + x ≤ 1 + x2 .

Tuttavia:

1 +x

2−√

1 + x =√

1 + x+ x2/4−√

1 + x =x2

4· 1√

1 + x+ x2/4 +√

1 + x,

e il denominatore dell’ultima frazione e chiaramente compreso tra 2√

1 + x e 2 + x.

Esercizio 2.66 (Versione migliorata della disuguaglianza 2.10). Si provi che se x > y > 0 e n ≥ 2, si

ha:

xn − yn > n · (x− y) · (xy)n−12 .

Esercizio 2.67 (Disuguaglianza di Samuelson).

Dati due o piu numeri reali x1, . . . xn, si definisca il loro valor medio come:

x =1

n

n∑k=1

xk,

e il loro scarto quadratico medio come:

σ2 =1

n

n∑k=1

(xk − x)2.

Si provi che per ogni i ∈ {1, . . . , n} si ha:

|xi − x| ≤ σ√n− 1.

Dimostrazione. Posto yi , xi− x, si ha∑nk=1 yi = 0 e la disuguaglianza da provare risulta equivalente a:

ny2i ≤ (n− 1)

n∑k=1

y2i ,

a sua volta equivalente, a meno di sottrarre (n− 1)y2i da ambo i membri, a:

y2i ≤ (n− 1)∑j 6=i

y2i .

Poiche il membro sinistro altro non e che(∑

j 6=i yj

)2, la tesi segue dall’applicazione della disuguaglianza

di Cauchy-Schwarz.

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2 PROLEGOMENA

Teorema 2.68 (Karamata, Hardy-Littlewood). Siano ora (a1, . . . , ak) e (b1, . . . , bk) due sequenze di

numeri reali non negativi con le seguenti proprieta:

• ∀i < j, ai ≥ aj e bi ≥ bj (ordinate debolmente descrescenti);

• ∀i ∈ [1, k], Ai =.∑ij=1 aj ≥

∑ij=1 bj =. Bi (la prima sequenza maggiora la seconda);

•∑kj=1(aj − bj) = 0 (medesima somma).

La disuguaglianza di Karamata, anche nota come disuguaglianza di Hardy-Littlewood,

asserisce che in tali ipotesi una qualunque funzione reale convessa realizza:

k∑i=1

f(ai) ≥k∑i=1

f(bi).

Dimostrazione. Se f e convessa, la funzione

δf (a, b) =f(b)− f(a)

b− a

e simmetrica nei suoi argomenti e crescente al crescere del secondo argomento.

Se nelle ipotesi del teorema poniamo dunque

ci = δf (ai, bi),

abbiamo:

k∑i=1

(f(ai)− f(bi)) =

k∑i=1

ci(ai − bi) =

k∑i=1

ci(Ai −Ai−1 −Bi +Bi−1) =

k−1∑i=1

(ci − ci+1)(Ai −Bi),

ma

ci = δf (ai, bi) ≥ δf (bi, ai+1) ≥ δf (ai+1, bi+1) = ci+1

e la tesi e provata.

Esercizio 2.69 (Prodotto di Wallis). Si provi che posto:

an =(2n− 1) · (2n− 3) · . . . · 3 · 1

(2n) · (2n− 2) · . . . · 4 · 2=

(2n− 1)!!

(2n)!!=

1

4n

(2n

n

)la successione {na2n}n≥1 ammette limite.

Dimostrazione. Si noti che si ha:n∏k=1

(1− 1

4k2

)=

n∏k=1

(2k − 1) · (2k + 1)

(2k) · (2k)= (2n+ 1)a2n

e che il prodotto che figura nel membro sinistro e convergente, in quanto:

1− 1

4k2≤ exp

(− 1

4k2

),

n∑k=1

1

k2>

n∑k=1

1

k(k + 1)=

n

n+ 1.

Si noti, inoltre, che in virtu del prodotto di Weierstrass per la funzione seno si ha:

limN→+∞

N∏k=1

(1− 1

4k2

)=

+∞∏k=1

(1− 1

4k2

)=

sinx

x

∣∣∣∣x=π/2

=2

π.

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Vale percio l’identita:

(2N + 1)π

2 · 16N

(2N

N

)2

=∏k>N

(1− 1

4k2

)−1= exp

(∑k>N

− log

(1− 1

4k2

)),

dove l’argomento dell’esponenziale a membro destro e compreso tra 14N+2 e 1

4N+13/6 .

E inoltre possibile provare che si ha:

(2N + 1)π

2 · 16N

(2N

N

)2

= 1 + θN , θN ∈[

3

12N + 5,

2

8N + 3

]e che il membro sinistro e una funzione di N decrescente e log-convessa.

Esercizio 2.70. Si provi l’identita:

+∞∏k=1

(1 +

1

4k(k + 1)

)=

4

π

e se ne deduca la disuguaglianza πe1/4 > 4.

Esercizio 2.71. Si provi la super-additivita della media geometrica, ossia il fatto che, se a1, . . . , an

sono quantita positive,n∏j=1

(aj + 1)1/n ≥ 1 +

n∏j=1

a1/nj .

Esercizio 2.72 (Disuguaglianza di Nesbitt). Si provi che se a, b, c sono numeri reali positivi, vale:

a

b+ c+

b

a+ c+

c

a+ b≥ 3

2.

Esercizio 2.73. Combinando l’identita di Vandermonde con la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz, si

provi che per ogni numero naturale n ≥ 2 si ha:(2n

n

)≥ 4n

n+ 1.

Dimostrazione. Si ha:

2n =

n∑k=0

(n

k

)=

n∑k=0

1 ·(n

k

)≤

√√√√(n+ 1)

n∑k=0

(n

k

)2

=

√(n+ 1)

(2n

n

),

da cui la tesi.

Stime piu stringenti possono essere dedotte dal fatto che, posto an = 14n

(2nn

), si ha a0 = 1, a1 = 1

2 e:

an+1

an= 1− 1

2n+ 2,

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2 PROLEGOMENA

dunque:

an =anan−1

· an−1an−2

· . . . · a1a0· a0 =

n∏k=1

(1− 1

2k

)=

(2n− 1)!!

(2n)!!,

an =

∏nk=1

(1− 1

4k2

)∏nk=1

(1 + 1

2k

) ≥ 2

π∏nk=1

(1 + 1

2k

) =2

π(2n+ 1)an,

e per ogni n ≥ 1 si ha:

4n√π(n+ 1/2)

≤(

2n

n

)≤ 4n√

πn.

Vale inoltre l’ancor piu ficcante:

4n√πn+ 1

≤(

2n

n

)≤ 4n√

π(n+ 1/4).

Teorema 2.74 (Formula di sommazione per parti). Dati a1, . . . , an e b1, . . . , bn, si ponga:

Ak ,k∑j=1

aj .

Vale allora:n∑k=1

akbk = Anbn −n−1∑k=1

Ak(bk+1 − bk).

Esercizio 2.75 (Una disuguaglianza per i numeri armonici). Si provi che per ogni k ≥ 1 si ha:

1

2k(k + 1)≤ 1

k− log

(1 +

1

k

)≤ 2

3k(k + 1)

e si deduca da cio che i numeri armonici Hn ,∑nk=1

1k realizzano la disuguaglianza:

log n+ γ ≤ Hn ≤ log(n+ 1) + γ

dove γ e la costante di Eulero-Mascheroni:

γ ,+∞∑k=1

(1

k− log

(1 +

1

k

))= 0.5772156649 . . . .

Esercizio 2.76. (A)

Attraverso la formula di sommazione per parti, si dimostrino le seguenti identita:

n∑k=1

Hk = (n+ 1)Hn − n,

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n∑k=1

H2k = (n+ 1)H2

n − (2n+ 1)Hn + 2n.

Esercizio 2.77. Si dimostri che

limn→+∞

(1√n2

+1√

n2 + 1+ . . .+

1√n2 + 2n

)= 2

(A) e si determini il valore di:

limn→+∞

n2 ·(−2 +

1√n2

+1√

n2 + 1+ . . .+

1√n2 + 2n

).

Esercizio 2.78. Si provi che:100∑a=0

100∑b=0

(100a

)(100b

)(200a+b

) = 201.

Esercizio 2.79. Si determini il carattere della successione definita da:

an = n1n · (n+ 1)

1n+1 · . . . · (2n)

12n .

Dimostrazione. Considerato il logaritmo di an, resta da studiare la somma:

Sn =

2n∑k=n

log n

n.

Poiche Hn = log n+ γ +O(1n

)e per sommazione parziale si ha:

N∑n=1

Hn

n=H2n +H

(2)n

2=

1

2log2N + γ logN +

γ2 + ζ(2)

2+O

(1

N

),

donde:

2N∑n=N

Hn

n=

HN

N+ log 2 logN +

(1

2log2 2 + γ log 2

)+O

(1

N

)= log 2 logN +

(1

2log2 2 + γ log 2

)+O

(logN

N

),

e poiche:2N∑n=N

1

n= log 2 +O

(1

N

),

2N∑n=N

1

n2= O

(1

N

),

si ha:

Sn = log 2 logN +

(1

2log2 2

)+O

(logN

N

),

e la successione {an}n∈N risulta divergere come nlog 2.

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3 SUCCESSIONI, SERIE E CRITERI DI CONVERGENZA

3 Successioni, serie e criteri di convergenza

Esercizio 3.1. La successione {an}n≥1 e data da a1 =√

2 e dalla relazione an+1 =√

2 + an.

Si provi che per ogni numero naturale positivo n si ha:

2n+1√

2− an < π.

Dimostrazione. Attraverso le formule di bisezione del seno, e piuttosto semplice provare che la quan-

tita 2n+1√

2− an e il semiperimetro di un poligono regolare di 2n+2 lati inscritto in una circonferenza

unitaria.

Esercizio 3.2 (Dal Conti-Acquistapace-Savojini).

Si dimostri che se {an}n∈N e una successione di numeri non negativi, la serie∑n≥0

an

converge se e solo se converge la serie ∑n≥0

an1 + an

.

Dimostrazione. Una delle due implicazioni e immediata: poiche 0 ≤ an1+an

≤ an, la convergenza della

prima serie implica la convergenza della seconda. D’altro canto, posto bn = an1+an

, si ha an = bn1−bn .

Assumendo che la serie∑n≥0 bn risulti convergente, per ogni n sufficientemente grande (n ≥ N) si ha

bn ≤ 12 , il che comporta an ≤ 2bn e la tesi.

Esercizio 3.3. Si dimostri l’identita:∑n≥0

1

(2n+ 1)(2n+ 2)=∑n≥0

4

(4n+ 1)(4n+ 2)(4n+ 3).

Dimostrazione.∑n≥0

1

(2n+ 1)(2n+ 2)=

∑n≥0

(1

(2n+ 1)− 1

(2n+ 2)

)=∑n≥0

(−1)n

n+ 1

=∑n≥0

(1

4n+ 1− 1

4n+ 2+

1

4n+ 3− 1

4n+ 4

)

=∑n≥0

(1

4n+ 1− 2

4n+ 2+

1

4n+ 3

)+∑n≥0

(1

4n+ 2− 1

4n+ 4

)=

∑n≥0

2

(4n+ 1)(4n+ 2)(4n+ 3)+

1

2

∑n≥0

1

(2n+ 1)(2n+ 2).

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Esercizio 3.4. Si determini il comportamento della serie:

+∞∑n=1

(n√n− 1

n√n

).

Dimostrazione. Si noti che per ogni n ≥ 3 si ha:(1 +

1

n

)n< e < n,

che comporta:n√n− 1 >

1

n.

Da quest’ultima disuguaglianza segue:1n√n< 1− 1

n+ 1,

o, equivalentemente:

1− 1n√n>

1

n+ 1.

Abbiamo dunque che per ogni n ≥ 3 si ha:

n√n− 1

n√n≥ 1

n+

1

n+ 1,

che comporta che la serie diverga positivamente.

Esercizio 3.5 (Una semplice disuguaglianza riguardo il fattoriale). Per ogni n ≥ 2, vale:

e ·(ne

)n< n! < e

√n(ne

)n.

Dimostrazione. Il risultato segue dall’esercizio (2.12). Poiche

N∏n=1

(1 +

1

n

)= N + 1,

si ha:

n! =nn∏n−1

k=1

(1 + 1

k

)k .Poiche la successioni date da

(1 + 1

k

)ke(1 + 1

k

)k+ 12 per k ≥ 1 sono ambedue convergenti ad e, ma la

prima e crescente mentre la seconda e decrescente, la tesi segue da semplici manipolazioni algebriche.

Una disuguaglianza assai piu stringente, ma anche assai piu ardua da dimostrare con tecniche elementari,

e la seguente:

Teorema 3.6 (Disuguaglianza di Stirling).(ne

)n√2πn exp

(1

12n+ 1

)< n! <

(ne

)n√2πn exp

(1

12n

).

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3 SUCCESSIONI, SERIE E CRITERI DI CONVERGENZA

Esercizio 3.7. Si provi che si ha:

+∞∑n=1

2 arctan1

2n2=π

2=

+∞∑n=0

arctan1

F2n+1.

Esercizio 3.8. Si provi che se una successione reale {an}n∈N e limitata e soddisfa

an+1 − an = o(1),

non necessariamente essa e convergente. Si provi che, tuttavia, se si ha

an+1 − an = O

(1

n log2 n

)o la piu debole

an+1 − an = O

(1

n log n(log log n)2

)allora {an}n∈N e necessariamente convergente.

Dimostrazione. Per la prima parte, si consideri la successione data da an = sin log(n+ 1).

Per la seconda parte, si tenga in considerazione il criterio di condensazione di Cauchy.

Esercizio 3.9. (A) Si provi che se ∑n≥1

an

e una serie a termini positivi convergente, lo e anche∑n≥1

n1a1

+ . . .+ 1an

e che vale: ∑n≥1

n1a1

+ . . .+ 1an

< e ·∑n≥1

an.

Si provi infine che l’ultima disuguaglianza resta vera rimpiazzando la costante e con la costante 2.

Esercizio 3.10. Sia {an}n∈N una successione illimitata e crescente di numeri reali positivi. Si provi che

esiste una successione {bn}n∈N di numeri reali positivi tale per cui la serie∑n∈N bn converge mentre la

serie∑n∈N anbn diverge positivamente.

Esercizio 3.11. Sia {an}n∈N una successione di numeri reali positivi, tale per cui la serie∑n∈N an

converge. Si provi che esiste una successione {bn}n∈N di numeri reali positivi, crescente e illimitata, tale

per cui la serie∑n∈N anbn converge.

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Dimostrazione. Relativamente al primo esercizio, consideriamo la successione {bn}n∈N definita attraverso:

b0 =1√a0, bn =

1√an−1

− 1√an.

E immediato verificare che la successione {bn}n∈N e positiva, e che si ha:

∑n≤N

bn =1√a0

+

N∑n=1

(1

√an−1

− 1√an

)=

2√a0− 1√aN

.

Poiche la successione {an}n∈N e illimitata, l’ultima identita prova che la serie∑n∈N bn converge a 2√

a0.

Abbiamo inoltre:

anbn = an ·√an −

√an−1√

an−1an≥√an −

√an−1.

L’ultima identita prova che vale∑Nn=1 anbn ≥

√aN −

√a0, per cui la serie

∑n∈N anbn diverge positiva-

mente.

Relativamente al secondo esercizio, non e restrittivo supporre che si abbia∑n∈N an = 1 a meno di

moltiplicare ogni elemento della successione {an}n∈N per una costante positiva. Consideriamo allora la

successione {bn}n∈N definita attraverso:

b0 = c0 = 1, bn =1√cn, cn = 1−

n−1∑m=0

am.

Poiche∑n∈N an e una serie a termini positivi convergente a 1, {cn}n∈N e una successione a termini

positivi decrescente a 0, dunque {bn}n∈N e positiva e illimitata. Vale inoltre an = cn − cn+1, ragion per

cui:

anbn =cn − cn+1√

cn=

(√cn −

√cn+1

)·(√cn +

√cn+1

)√cn

≤ 2(√cn −

√cn+1

).

Cio comporta: ∑n≤N

anbn ≤ a0 + 2 ·∑n≤N

(√cn −

√cn+1

)= a0 + 2

(1−√cN+1

),

per cui la serie∑n∈N anbn risulta convergere a L ≤ a0 + 2.

Si noti come ambedue gli esercizi siano conseguenza della piu generale disuguaglianza:

N∑n=1

an

∑m≥n

am

−β < 1

β

(N∑n=1

an

)1−β

,

valida per ogni successione {an}+∞n=1 a termini positivi tale per cui∑+∞n=1 an converga, per ogni β ∈ (0, 1),

per ogni N ≥ 1.

Esercizio 3.12.

Sia {an}n≥1 una successione positiva tale per cui la serie∑n≥1 an risulti divergente.

Posto An =∑nk=1 ak, si provi che la serie ∑

n≥1

anA2n

risulta convergente.

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3 SUCCESSIONI, SERIE E CRITERI DI CONVERGENZA

Dimostrazione. Si ha:1

An− 1

An+1=

an+1

AnAn+1>an+1

A2n+1

dunque la tesi e immediata conseguenza della proprieta telescopica.

Esercizio 3.13. (A) Si provi che si ha:

+∞∑n=1

1

nH2n

<17

9.

Suggerimento: si scriva in forma alternativa 1Hn− 1

Hn+1e si provi che vale:

+∞∑n=1

1

nH2n

= 1 +

+∞∑n=1

1

(n+ 1)H2n+1

= 2−+∞∑n=1

1

(n+ 1)2HnH2n+1

.

Esercizio 3.14. Si provi che per ogni numero naturale positivo N si ha:

N∏n=1

(1 +

1

n3

)<

23

9.

Dimostrazione. Si ha∏3n=1

k3+1k3 = 7

3 e:

+∞∏n=4

k3 + 1

k3<

+∞∏k=4

k3 + 1

k3 − 1=

+∞∏k=4

k + 1

k2 + k + 1· k − 1

k2 − k + 1,

ma l’ultimo prodotto e telescopico e il suo valore e pari a 1312 . Segue:

N∏k=1

(1 +

1

n3

)<

7

3· 13

12=

91

36<

23

9.

In alternativa, si noti che per ogni k ≥ 2 si ha:

1 +1

k3=

(1 +

1

k

)(1− 1

k+

1

k2

)=

(1− 1

k2

)(1 +

1

k(k − 1)

),

ma poiche per proprieta telescopica:+∞∏k=2

(1− 1

k2

)=

1

2,

si verifica:+∞∏k=1

(1 +

1

k3

)=

+∞∏k=1

(1 +

1

k(k + 1)

)<

7

4· exp

+∞∑k=3

1

k(k + 1)=

7

43√e <

22

9.

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Esercizio 3.15. Sia {xn}n∈N∗ una successione di numeri reali positivi tale per cui∑∞n=1 xn converge.

Si provi che anche∞∑n=1

x1 + 2x2 + 3x3 + ...+ nxnn(n+ 1)

e convergente.

Dimostrazione. Scambiando le somme:

N∑n=1

1

n(n+ 1)

n∑k=1

kxk =

N∑k=1

(kxk ·

N∑n=k

1

n(n+ 1)

)=

N∑k=1

(kxk

(1

k− 1

N + 1

))so:

N∑n=1

1

n(n+ 1)

n∑k=1

kxk ≤N∑k=1

xk.

Alternativamente, la formula di sommazione per parti comporta:

N∑n=1

∑nk=1 kxk

n(n+ 1)=

(1− 1

N + 1

) N∑k=1

kxk −N∑k=2

(1− 1

k

)kxk

=

N∑k=1

xk −1

N + 1

N∑k=1

kxk.

Come terza alternativa, poiche la successione an =∑nk=1 xk e convergente, cosı lo e pure la successione:

bn =1

n

n∑j=1

aj =1

n(nx1 + (n− 1)x2 + . . . xn) =

n+ 1

nan −

1

n

n∑k=1

kxk

in virtu del teorema della media di Cesaro. Inoltre, limn→+∞ an = limn→+∞ bn comporta:

1

n

n∑k=1

kxk = O

(1

n

),

da cui:n∑k=1

kxkn(n+ 1)

= O

(1

n2

)che assicura la convergenza.

Si noti come nell’ultima dimostrazione non si sia fatto uso dell’ipotesi xk > 0.

Esercizio 3.16. (A) Si provi che per N tendente a +∞ vale il seguente sviluppo asintotico:

∑n≥N

1

n2=

1

N+

1

2N2+

1

6N3− 1

30N5+O

(1

N7

).

Un espediente piuttosto astuto per giungere a provare la tesi e decomporre il termine 1n2 in somma di

funzioni razionali di n che, singolarmente, danno luogo a somme telescopiche. Si ha:

1

n2− 1

n(n+ 1)=

1

n2(n+ 1),

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3 SUCCESSIONI, SERIE E CRITERI DI CONVERGENZA

mentre:1

n2− 1

(n+ 1)2=

2n+ 1

n2(n+ 1)2=

2

n2(n+ 1)− 1

n2(n+ 1)2,

dunque:

1

n2=

(1

n− 1

n+ 1

)+

1

2

(1

n2− 1

(n+ 1)2

)+

1

2n2(n+ 1)2.

Continuando il processo:

1

n3− 1

(n+ 1)3=

3n2 + 3n+ 1

n3(n+ 1)3=

3

n2(n+ 1)2+

1

n3(n+ 1)3,

1

n5− 1

(n+ 1)5=

5

n3(n+ 1)3+

5

n4(n+ 1)4+

1

n5(n+ 1)5,

donde: ∑N≥n

1

n2=

1

N+

1

2N2+

1

6N3−∑n≥N

1

6n3(n+ 1)3

=1

N+

1

2N2+

1

6N3− 1

30N5+∑n≥N

5n2 + 5n+ 1

30n5(n+ 1)5.

Vedremo piu avanti come il membro sinistro coincida con la derivata seconda della funzione log Γ.

Integrando due volte ed esponenziando, otteniamo la seguente forma della disuguaglianza di Stirling:

(ne

)n√2πn · exp

(1

12n− 1

360n3

)≤ n! ≤

(ne

)n√2πn · exp

(1

12n

).

Esercizio 3.17 (dalle Bangladesh Mathematical Olympiad, 2013). (A) Si dimostri l’identita:

+∞∑n=1

+∞∑m=1

m2n

3m(m3n + n3m)=

9

32.

Esercizio 3.18. (A) Si dimostri l’identita:

+∞∑k=1

1

k3(k + 1)3= 10− π2.

Esercizio 3.19. Si determini, se esiste, il valore del seguente limite:

limn→+∞

(n∑k=1

sinlog k

k

) 1n

.

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Dimostrazione. Poiche per ogni x tale per cui |x| < 1 si ha sinx = x+O(x3), vale:

n∑k=1

sinlog k

k= O(1) +

n∑k=1

log k

k=

1

2log2 n+O(log n),

dunque il limite esiste ed e pari a 1.

Esercizio 3.20 (Costante di Glaisher-Kinkelin). (A) Si provi che il seguente limite esiste finito:

limn→+∞

n−6n2+6n+1

12 · en2

4 ·(11 · 22 · . . . · nn

).

Esercizio 3.21. Si provi che se x, y, z sono tre numeri reali a somma nulla, allora:

x2 + y2 + z2

2· x

5 + y5 + z5

5=x7 + y7 + z7

7.

Esercizio 3.22. (A) Si discuta la convergenza della serie:

S =

+∞∑n=1

n∏k=1

sin k.

Dimostrazione. La serie e convergente in quanto assolutamente convergente.

Proviamo preliminarmente che per ogni numero reale x si ha:

| sin(x) sin(x+ 1) sin(x+ 2)| ≤ cos2(1) <8

27. (1)

I punti stazionari della funzione f(x) = sin(x) sin(x+ 1) sin(x+ 2) sono situati negli zeri della derivata:

f ′(x) =1

2cos(x+ 1)

(5 + cos 2− 6 cos2(x+ 1)

).

Calcolando esplicitamente tali zeri, (1) segue immediatamente. Posto:

an =

∣∣∣∣∣n∏k=1

sin k

∣∣∣∣∣ ,poiche max

(32a1,

94a2)< 7

4 , in virtu di (1) si ha:

an ≤7

4

(2

3

)n,

dunque S converge assoultamente per confronto con la serie geometrica di parametro 23 .

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4 DERIVATE E DINTORNI

4 Derivate e dintorni

Esercizio 4.1. Dati m,n ∈ N∗, si determini il valore del massimo della funzione:

f(x) = xn(1− x)m

sull’intervallo I = (0, 1).

Dimostrazione. Poiche f e non negativa su I, i punti stazionari di f e log f sono i medesimi.

D’altro canto, posto:

g(x) , log f(x) = n log x+m log(1− x),

g(x) risulta una funzione derivabile su I, dunque, in virtu del teorema di Fermat, i suoi punti stazionari

si trovano in corrispondenza degli zeri della derivata:

g′(x) =n

x+

m

1− x,

dunque in corrispondenza degli zeri di n(1− x) +mx, ossia in x = nn+m .

In tale punto f ammette un massimo assoluto, da cui:

supx∈(0,1)

f(x) = maxx∈(0,1)

f(x) = f

(n

n+m

)=

nnmm

(n+m)n+m.

Teorema 4.2 (Darboux). Sia I un intervallo aperto della retta reale e f : I → R una funzione derivabile

su I. Allora f ′ ha la proprieta dei valori intermedi: se a e b sono punti di I con a < b, per ogni y tra

f ′(a) e f ′(b) esiste x ∈ (a, b) tale per cui f ′(x) = y.

Dimostrazione. Se y e uguale a f ′(a) o a f ′(b) non c’e nulla da dimostrare. In caso contrario, non e

restrittivo supporre che y sia strettamente compreso tra f ′(a) e f ′(b). Consideriamo ora la funzione

φ(t) , f(t)− yt. Tale funzione e continua e derivabile sull’intervallo [a, b], pertanto ammette massimo su

[a, b] in un punto ξ che realizza φ′(ξ) = 0. Tale punto non puo coincidere ne con a ne con b (in quanto

φ′(a) e φ′(b) differiscono da zero), dunque ξ ∈ (a, b) realizza f ′(ξ) = y come voluto.

Esercizio 4.3. (A) Si provi l’esistenza di una funzione f : R→ R munita della proprieta di Darboux

(o dei valori intermedi):

∀y ∈ [f(a), f(b)], ∃x ∈ [a, b] : f(x) = y

ma discontinua in ogni punto.

Esercizio 4.4. (A) Si provi che ogni funzione f : R → R puo essere espressa come somma di due

funzioni reali munite della proprieta di Darboux.

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Esercizio 4.5. Si provi che per tutti i k ∈ R \ [−α, α] (per un certo α ∈ R+) l’equazione:

x+ sinx+1

x+ sinx= k

ha esattamente due soluzioni reali distinte.

Esercizio 4.6. Sia x ≥ 1. Si provi che per ogni n ∈ N si ha:

(x+√x2 − 1)n + (x−

√x2 − 1)n ≤ 2(1 + n(x− 1))n.

Dimostrazione. Posto x = cosh t abbiamo che la disuguaglianza risulta equivalente a:

cosh(nt) ≤ (cosh t+ (n− 1)(cosh t− 1))n

o a:

cosh(nt) ≤(

1 + 2n sinh2 t

2

)no a:

1 + 2 sinh2(nz) ≤(1 + 2n sinh2 z

)no a:

1

nlog(1 + 2 sinh2(nz)

)≤ log

(1 + 2n sinh2 z

).

L’uguaglianza e realizzata in z = 0; considerando la differenza tra le derivate di ambo i membri e sufficiente

provare che:

(n− 1) sinh(nu) ≥ n sinh((n− 1)u).

L’uguaglianza e realizzata in u = 0; differenziando nuovamente abbiamo che e sufficiente dimostrare:

cosh(nu) ≥ cosh((n− 1)u)

che e banale.

Esercizio 4.7. Dato un numero naturale n ≥ 2 e una funzione f(x) continua sull’intervallo [0, n] e

tale per cui f(0) = f(n), si provi che esistono x1, x2 ∈ [0, n] tali per cui |x1−x2| = 1 e f(x1) = f(x2).

Esercizio 4.8. (A) Per ogni numero naturale positivo n, si esibiscano due funzioni f, g di classe C∞

sull’intervallo I = [0, 1], tali per cui su I f risulti positiva e crescente, g risulti negativa e crescente

e f · g abbia n punti stazionari.

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4 DERIVATE E DINTORNI

Esercizio 4.9. Si esibisca una funzione f ∈ C∞(R) tale per cui l’equazione

f(x) = k

abbia esattamente 3 soluzioni reali distinte per ogni k ∈ R.

Si provi inoltre che non esistono funzioni g ∈ C0(R) tali per cui l’equazione

g(x) = k

abbia esattamente 4 soluzioni reali distinte per ogni k ∈ R.

Esercizio 4.10. Si determini la migliore (ossia la piu piccola) costante M per cui si ha:

ex sinx− ey sin y

ey − ex≤M

per ogni coppia di numeri reali (x, y) con x < y.

Dimostrazione. Ponendo u = ex, v = ey e f(w) = −w sin(logw), il problema si riconduce a determinare:

sup0<u<v

f(v)− f(u)

v − u,

ma in virtu del Teorema di Lagrange si ha:

f(v)− f(u)

v − u= f ′(ξ), ξ ∈ (u, v),

e poiche:

f ′(w) = − sin logw − cos logw = −√

2 sin(π

4+ logw

)si ha M =

√2.

Esercizio 4.11. Si determinino i valori di k ∈ R per cui il polinomio

p(x) = x3 − 6x2 + 9x+ k

ammette un’unica radice reale.

Dimostrazione. E sufficiente determinare il massimo sull’intervallo I = [0, 3] della funzione:

f(x) = x(x− 3)2.

Poiche f ′(x) = 3(x2 − 4x+ 3) = 3(x− 1)(x− 3), tale massimo corrisponde a f(1) = 4.

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Esercizio 4.12. f e una funzione continua su I = [0, 1], derivabile su (0, 1) e tale per cui f(0) = 0

e f(1) = 1. Si provi che per ogni numero naturale n ≥ 1 esistono n punti distinti α1, . . . , αn in I tali

per cui:n∑k=1

1

f ′(αk)= n.

Dimostrazione. f e continua con f(0) = 0 and f(1) = 1.

Segue dal teorema dei valori intermedi che esistono dei numeri

0 = b0 < b1 < · · · < bn−1 < bn = 1

tali per cui

f(bj) =j

nper j = 0, . . . , n.

Utilizzando ora il fatto che f e derivabile ed applicando il teorema di Lagrange ad ogni intervallo [bj−1, bj ],

j = 1, . . . n, si ha che esistono dei numeri αj ∈ (bj−1, bj) tali per cui:

f ′(αj) =f(bj)− f(bj−1)

bj − bj−1=

1

n(bj − bj−1).

Segue allora:n∑j=1

1

f ′(αj)= n

n∑j=1

(bj − bj−1) = n(bn − b0) = n .

Si noti che gli αj sono necessariamente distinti in quanto appartengono a intervalli disgiunti,

della forma (bj−1, bj).

Esercizio 4.13. Sia n un numero naturale ≥ 2. Si esprima in forma chiusa:

n∑k=0

k2(n

k

).

Dimostrazione. In virtu del teorema binomiale, per ogni x ∈ R si ha:

n∑k=0

(n

k

)xk = 1 +

n∑k=1

(n

k

)xk = (1 + x)n,

dunque differenziando tale identita rispetto a x e moltiplicando per x:

n∑k=1

(n

k

)kxk = nx(1 + x)n−1.

Ripetendo tale procedura una seconda volta:

n∑k=1

(n

k

)k2xk = n(1 + x)n−1 + n(n− 1)x(1 + x)n−2.

Valutando ora la precedente identita in x = 1 si ha:

n∑k=1

(n

k

)k2 = n(n+ 1)2n−2.

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4 DERIVATE E DINTORNI

In alternativa, si consideri che:

n∑k=1

(n

k

)(k

1

)=

n∑k=1

n

(n− 1

k − 1

)= n2n−1,

n∑k=2

(n

k

)(k

2

)=

n∑k=2

(n

2

)(n− 2

k − 2

)=

(n

2

)2n−2.

Teorema 4.14 (delle contrazioni deboli, Banach-Caccioppoli). Sia f : X ⊂ W → W una funzione

contrattiva, ossia una mappa con la seguente proprieta:

∀x1, x2 ∈ X, d(f(x1), f(x2)) < d(x1, x2).

Se W e uno spazio metrico completo per successioni e X e un sottoinsieme compatto, f ammette un

unico punto fisso.

Dimostrazione. Lasciando al lettore la dimostrazione che ogni funzione contrattiva e continua, proviamo

che anche

Φ(x) = d(x, f(x))

e una funzione continua. Sia pertanto z ∈ X e {xn}n∈N una successione a valori in X convergente a z.

In virtu della disuguaglianza triangolare si ha:

Φ(xn) ≤ d(xn, z) + d(z, f(z)) + d(f(z), f(xn)),

ossia:

Φ(xn)− Φ(z) ≤ d(xn, z) + d(f(xn), f(z)).

In virtu della continuita di f , il membro destro dell’ultima disuguaglianza e infinitesimo per n → +∞.

Si ha percio:

limn→+∞

Φ(xn) = Φ(z)

da cui segue la continuita di Φ. Per compattezza di X, Φ ammette un minimo in y ∈ X.

Supponendo che si abbia y 6= f(y), si verifica:

Φ(f(y)) = d(f(y), f(f(y))) < d(y, f(y)) = Φ(y),

contravvenendo la minimalita di Φ(y): questo prova che y e punto fisso di f .

Supponendo ora che anche x 6= y sia punto fisso di f , si ha:

d(x, y) = d(f(x), f(y)) < d(x, y),

assurdo.

Notiamo che l’ipotesi di compattezza nell’ultimo enunciato e piuttosto cruciale.

Consideriamo f : (0,+∞)→ (0,+∞) definita da:

f(x) = x+1

x.

f e una funzione derivabile e contrattiva: in virtu del Teorema di Lagrange si ha

∀ 0 < x < y, ∃ ξ ∈ (x, y) :f(y)− f(x)

y − x= f ′(ξ) = 1− 1

ξ2< 1,

ma evidentemente f e priva di punti fissi.

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Esercizio 4.15 (Lemma pre-Niremberg-Gagliardo). (A)

Sia f una funzione due volte differenziabile sulla retta reale. Si provi che, se le quantita

M0 = supx∈I|f(x)|, M1 = sup

x∈I|f ′(x)|, M2 = sup

x∈I|f ′′(x)|

esistono finite e non nulle, vale:

M21 ≤ 4M0M2.

Dimostrazione. In virtu della formula di Taylor con resto di Lagrange si ha:

f(x+ 2h) = f(x) + f ′(x)(2h) +f ′′(ξ)

2!(2h)2

con ξ ∈ (x, x+ 2h). Vale pertanto:

f ′(x) =1

2h(f(x+ 2h)− f(x))− h f ′′(ξ)

e passando ai valori assoluti:

M1 ≤M0

h+ hM2.

Scelto h in modo da minimizzare il membro destro della precedente disuguaglianza,

ossia posto h =√

M0

M2, si ha:

M1 ≤ 2√M0M2

come voluto.

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5 POLINOMI DI TAYLOR E RESTI

5 Polinomi di Taylor e resti

log n! =

n∑k=1

log(k) = n log n−n−1∑k=1

k log

(1 +

1

k

)= n log n−

n−1∑k=1

∫ 1

0

k

t+ kdt

log n! = n log n− n+ 1 +

∫ 1

0

n−1∑k=1

t

t+ kdt

n−1∑k=1

(k log

(1 +

1

k

)− 1 +

1

2log

(1 +

1

k

))= O(1)

n−1∑k=1

((k + 1/2)

∫ k+1

k

dt

t− 1

)=

n−1∑k=1

∫ 1/2

−1/2

−tt+ k + 1/2

dt =

n−1∑k=1

∫ 1

0

t2

(2k + 1)2 − t2dt

k log

(1 +

1

k

)− 1 +

1

2log

(1 +

1

k

)≤∫ 1

0

t2

2k(2k + 2)dt =

1

12k(k + 1)

Questo e sufficiente a provare che la somma per k che va da 1 a infinito del membro sinistro e una serie

convergente. Convergente a 1− 12 log(2π) in virtu del prodotto di Wallis.

log n! = n log n− n+ 1 +1

2log n−

n−1∑k=1

∫ 1

0

t2

(2k + 1)2 − t2dt ≥ n log n− n+

1

2log n+

11

12.

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6 Integrale di Riemann e nozioni di analisi convessa

Diamo una dimostrazione per convessita di quanto enunciato nell’esercizio (2.12).

Poiche la funzione f(x) = 1x e convessa su R+, vale:

log(x+ 1)− log(x) =

∫ x+1

x

dt

t<

1

2

(1

x+

1

x+ 1

), (1)

Per provare che la successione an =(1 + 1

n

)n+ 12 e decrescente, e sufficiente provare che e decrescente il

suo logaritmo. Quest’ultimo obiettivo puo essere perseguito provando che

d

dx

(x+

1

2

)(log(x+ 1)− log x) = (log(x+ 1)− log x)− 1

2

(1

x+

1

x+ 1

)< 0

per ogni x > 1, che e diretta conseguenza di quanto provato in (1).

Esercizio 6.1. Si provi che dalla disuguaglianza di convessita:

log(x+ 1)− log(x) <1

4

(1

x+

2

x+ 1/2+

1

x+ 1

)e possibile dedurre che per ogni n > 1 si ha:

√3

27/4· (n+ 1)n+

34

nn+14

√2n+ 1

< 1,

e che conseguentemente:

e <4√3√

2< 2 +

3

4.

Esercizio 6.2. Si provi che per ogni x ∈ (0, 1) si ha:

arcsinx < 2 arctanx.

Esercizio 6.3. Si provi che sull’intervallo (0, 1) la funzione f(x) = ex log(1 + x) e positiva, crescente e

convessa, e lo stesso vale per f ′′(x). Se ne deduca la disuguaglianza:

1

e<

6

11log 2.

Esercizio 6.4. (A) Si provi che:√

2π > e1112 >

5

2.

Esercizio 6.5. Si provi che le successioni{(

1 + 1n

)n+1}n≥1

e{(

1 + 1n

)n+ 12

}n≥1

sono log-convesse

mentre la successione{(

1 + 1n

)n}n≥1 e log-concava.

Esercizio 6.6. (A) Si provi che le due successioni {an}n≥1 e {bn}n≥1 date da:

an =

(1 +

1

n

)n+ 12−

112n+5

, bn =

(1 +

1

n

)n+ 12−

112n+6

,

ambedue convergenti ad e, sono l’una crescente e l’altra decrescente.

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7 APPENDICE

Esercizio 6.7. Si provi che la successione {an}n≥1 data da:

an =1

n2

n∑k=1

√k(n− k)

converge crescendo a π8 .

Esercizio 6.8. (A) Si determini il massimo della funzione

f(y) =

∫ y

0

√x4 + (y(1− y))2 dx

sull’intervallo I = [0, 1].

Dimostrazione. Poiche la funzione g(y) = y(1− y) e crescente sull’intervallo[0, 12], a maggior ragione lo

e f . Supponiamo ora y ≥ 12 . Poiche, in virtu del Teorema fondamentale del calcolo:

f ′(y) = −∫ y

0

y(1− y)(2y − 1)√x4 + (y(1− y))2

dx+√y4 + (y(1− y))2,

e in virtu del Teorema della media integrale si ha, per un qualche ξ ∈ [0, y]:∫ y

0

y(1− y)(2y − 1)√x4 + (y(1− y))2

dx = yy(1− y)(2y − 1)√ξ4 + (y(1− y))2

≤ y(1− 2y),

per verificare che f ′(y) ≥ 0 su tutto I e sufficiente verificare la disuguaglianza:

y2 + (1− y)2 ≥ (2y − 1)2

per ogni y ∈[12 , 1]. Quest’ultima, tuttavia, e banale, per cui f risulta una funzione crescente su I:

il suo massimo e dunque raggiunto in y = 1 e vale 13 .

7 Appendice

Teorema 7.1 (Bohr-Mollerup). La funzione Γ : R+ → R definita da:

Γ(x) =

∫ +∞

0

tx−1e−t dt

e l’unica funzione che, per ogni x > 0, soddisfa le proprieta:

• f(1) = 1;

• Γ(x+ 1) = xΓ(x);

• log Γ(x) e una funzione convessa.

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Dimostrazione. Assumendo che Γ(x) sia una funzione che soddisfa le prime due proprieta, si ha

Γ(n+ 1) = n!

per ogni numero naturale n. Se f(x) e una funzione convessa e 0 < x1 < x2 allora:

∆f (x1, x2) ,f(x2)− f(x1)

x2 − x1

e una funzione crescente rispetto ai suoi parametri, dunque la terza condizione, presa f = log Γ, comporta:

∆f (n− 1, n) ≤ ∆f (n, n+ x) ≤ ∆f (n, n+ 1)

per ogni numero naturale n > 1 e per ogni numero reale x ∈ (0, 1]. L’ultima disuguaglianza implica:

log(n) ≤ 1

x· log

Γ(n+ x+ 1)

n!≤ log(n+ 1),

che, esponenziando, si traduce in:

nxn!

x(x+ 1) · . . . · (x+ n)≤ Γ(x) ≤ nxn!

x(x+ 1) · . . . · (x+ n)· n+ x

n.

Notiamo che si ha limn→+∞n+xn = 1, dunque l’unica funzione sull’intervallo (0, 1] che soddisfa le

condizioni del Teorema e quella definita attraverso il limite (prodotto di Eulero):

Γ(x) = limn→+∞

nx n!

x(x+ 1) · . . . · (x+ n)= limn→+∞

1

x

n∏k=1

(1 +

x

k

)−1(1 +

1

k

)x,

Γ(x) =1

x

+∞∏k=1

(1 +

x

k

)−1(1 +

1

k

)x.

Notiamo che per ogni x ∈ R+ il prodotto e convergente, in quanto per ogni k > 2x+ 1 si ha:

x log

(1 +

1

k

)− log

(1 +

x

k

)= max(x, x2) ·O

(1

k2

).

La funzione definita su R+ da tale prodotto infinito soddisfa le prime due proprieta, non resta percio che

verificare l’identita:

Γ(x) = limn→+∞

nx n!

x(x+ 1) · . . . · (x+ n)=

∫ +∞

0

tx−1e−t dt.

Integrando per parti e semplice verificare che si ha:

nx n!

x(x+ 1) · . . . · (x+ n)=

∫ n

0

(1− t

n

)ntx−1 dt,

dunque e sufficiente provare che vale:

limn→+∞

∫ n

0

(1− t

n

)ntx−1 dt =

∫ +∞

0

tx−1e−t dt.

Poiche per ogni x > 0 l’integrale che figura a membro destro e convergente, per n→ +∞ si ha:∫ +∞

n

tx−1e−t dt = o(1),

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7 APPENDICE

dunque e sufficiente provare:

limn→+∞

∫ n

0

(e−t −

(1− t

n

)n)tx−1 dx = 0.

Poiche sull’intervallo [0, 1] si ha (1− z) + z2

2 ≥ e−z ≥ (1− z), vale:

e−nz − (1− z)n ≤ n(ez − (1− z))e−(n−1)z ≤ nz2

2e−(n−1)z ≤ enz2

2e−nz,

dunque: ∫ n

0

(e−t −

(1− t

n

)n)tx−1 dx ≤ e

2n

∫ n

0

tx+1e−t dt ≤ e

2nΓ(x+ 2) = O

(1

n

).

Sottolineiamo come la funzione Γ risulti molto regolare su R+ in quanto la log-convessita comporta

la convessita, che a sua volta comporta la continuita. In virtu del prodotto di Eulero, la funzione Γ

risulta positiva su R+.

Teorema 7.2 (Formula di riflessione per la funzione Γ). Per ogni z ∈ (0, 1), si ha:

Γ(z)Γ(1− z) =π

sin(πz).

Dimostrazione. Notiamo che attraverso la formula Γ(z + 1) = zΓ(z) e possibile estendere il dominio di

definizione della funzione Γ all’insieme {x ∈ R : x > −1, x 6= 0} ponendo:

Γ(x) =1

xΓ(x+ 1)

per ogni x ∈ (−1, 0). In virtu del prodotto di Eulero si ha allora:

Γ(z)Γ(1− z) = −zΓ(z)Γ(−z) = −z+∞∏n=1

(1− z2

n2

)−1,

ma il membro destro e pari a πsin(πz) in virtu del prodotto di Weierstrass per il seno.

Corollario 7.3.

Γ

(1

2

)=√π.

Corollario 7.4. Per ogni x > 0 si ha:

limy→+∞

Γ(x+ y)

xy Γ(x)= 1.

Teorema 7.5 (Formula di moltiplicazione per la funzione Γ).

Per ogni x > 0 e per ogni numero naturale positivo n si ha:

n−1∏k=0

Γ

(x+

k

n

)= (2π)

n−12 n−nz+

12 Γ(nx).

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Dimostrazione. Fissato n, consideriamo la funzione:

f(x) ,1

Γ(nx)

n−1∏k=0

Γ

(x+

k

n

).

Si ha:

f(x+ 1)

f(x)=

Γ(nx)

Γ(nx+ n)

n∏k=0

(x+

k

n

)= n−n.

Poiche f(x) e continua, si ha:

f(x) = C · n−nz

per una qualche costante C dipendente unicamente da n.

Il valore di tale costante e determinato univocamente da f(1):

f(1) =1

Γ(n)

n−1∏k=0

Γ

(1 +

k

n

)= n1−n

n−1∏k=1

Γ

(k

n

).

In virtu della formula di riflessione, l’ultimo prodotto e pari a:

n−1∏k=1

Γ

(k

n

)= π

n−12

(n−1∏k=1

sinπk

n

)−1/2.

Presa ω = eπin radice primitiva 2n-esima dell’unita, si ha:

n−1∏k=1

sinπk

n=

1

(2i)n−1

n−1∏k=1

(ωk − ω−k

)=

1

(2i)n−1ωn(n−1)

2

n−1∏k=1

(ω2k − 1

).

Poiche:

xn − 1

x− 1=

n−1∏k=1

(x− ω2k

),

considerando il limite per x→ 1 si ha:

n−1∏k=1

(ω2k − 1

)= (−1)n−1n,

dunque:n−1∏k=1

sinπk

n=

n

2n−1,

e:

f(1) = (2π)n−12√n,

come voluto.

Teorema 7.6 (Raabe). Per ogni a ∈ R+, si ha:∫ a+1

a

log Γ(x) dx = a log a− a+ log√

2π.

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7 APPENDICE

Dimostrazione. Notiamo che log Γ e una funzione Riemann-integrabile su ogni compatto di R in quanto

convessa. Si ha pertanto:∫ a+1

a

log Γ(x) dx = limn→+∞

1

n

n−1∑k=0

log Γ

(a+

k

n

)= limn→+∞

1

nlog

n−1∏k=0

Γ

(a+

k

n

),

ed avvalendoci della formula di moltiplicazione:∫ a+1

a

log Γ(x) dx = limn→+∞

1

nlog(

(2π)n−12 n−na+

12 Γ(na)

)= log

√2π + lim

n→+∞

1

nlog

Γ(na)

nna.

In virtu del Teorema di Cesaro-Stoltz, l’ultimo limite e pari a:

limn→+∞

logΓ((n+ 1)a)nna

(n+ 1)(n+1)a Γ(na)= −a+ lim

n→+∞log

Γ(na+ a)

(n+ 1)aΓ(na)= −a+ a log a.

Corollario 7.7. Per convessita di log Γ, segue:

log Γ(a+ 1/2) ≤ a log a− a+ log√

2π ≤ 1

2(log Γ(a) + log Γ(a+ 1)) .

Vale in realta qualcosa di molto piu forte: per convessita, l’integrale che figura nel Teorema e sempre

stimato dall’alto dall’approssimazione calcolata attraverso il metodo dei trapezi, che tuttavia ammette

forma chiusa in virtu della formula di moltiplicazione. Abbiamo percio:

a log a− a+ log√

2π ≤ 1

n

(log Γ(a+ 1)− log Γ(a)

2+

n−1∑k=0

log Γ

(a+

k

n

))

=1

n

(1

2log a+

n− 1

2log(2π) +

(1

2− na

)log n+ log Γ(na)

),

da cui segue: (na− 1

2

)log(an)− na+ log

√2π ≤ log Γ(na),

che comporta la seguente forma della disuguaglianza di Stirling:

∀z > 0, log Γ(z) ≥(z − 1

2

)log z − z + log

√2π.

Teorema 7.8 (Prodotto di Weierstrass per la funzione Γ). Per ogni z > 0 si ha:

Γ(z + 1) = e−γz+∞∏n=1

(1 +

z

n

)−1ezn ,

dove γ e la costante di Eulero-Mascheroni:

γ = limn→+∞

(Hn − log n) .

Dimostrazione. In virtu del prodotto di Eulero sappiamo che si ha:

Γ(z + 1) =

+∞∏n=1

(1 +

z

n

)−1(1 +

1

n

)z,

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non resta dunque che provare l’identita:

+∞∏n=1

(1 +

1

n

)ze−

zn = e−γz,

equivalente a:+∞∑n=1

(log

(1 +

1

n

)− 1

n

)= −γ.

D’altro canto:N∑n=1

(log

(1 +

1

n

)− 1

n

)= log(N + 1)−HN

per proprieta telescopica, e la tesi segue dal fatto che log(N + 1) = log(N) +O(

1N

)per N → +∞.

Esercizio 7.9 (Una rappresentazione integrale per la costante di Eulero-Mascheroni).

Si dimostri che si ha:

γ =

∫ +∞

0

(1

et − 1− 1

tet

)dt.

Dimostrazione. Poiche:

Hn =

∫ 1

0

xn − 1

x− 1dx =

∫ +∞

0

1− e−nx

ex − 1dx

e:

log n =

∫ n

1

dt

t=

∫ n

1

∫ +∞

0

e−tu du dt =

∫ +∞

0

e−u − e−nu

udu

si ha:

Hn − log n =

∫ +∞

0

(1− e−nt

et − 1− e−t − e−nt

t

)dt

=

∫ +∞

0

(1

et − 1− 1

tet

)dt+

∫ +∞

0

e−nt(

1

t− 1

et − 1

)dt.

Verificato che per t ∈ R+ si ha 1t −

1et−1 ∈

(0, 12), l’ultimo integrale risulta positivo ma minore di 1

2n ,

da cui la tesi.

Definizione 7.10. Per ogni z > 0,la funzione digamma e definita come:

ψ(z) =d

dzlog Γ(z).

In virtu della relazione Γ(x+ 1) = xΓ(x) si ha:

ψ(x+ 1) =1

x+ ψ(x)

e in virtu del prodotto di Weierstrass per la funzione Γ risulta:

log Γ(z + 1) = −γz +

+∞∑n=1

( zn− log

(1 +

z

n

)),

da cui:

ψ(z + 1) = −γ +

+∞∑n=1

(1

n− 1

z + n

)o:

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7 APPENDICE

ψ(z) = −γ − 1

z+

+∞∑n=1

(1

n− 1

z + n

).

Si noti che se z e un numero naturale positivo l’ultima serie risulta telescopica e si ha:

ψ(z) = −γ +Hz−1.

Inoltre, se a, b sono numeri reali positivi e distinti, risulta:

ψ(b)− ψ(a)

b− a=∑n≥0

1

(n+ a)(n+ b).

Passando al limite per b→ a, abbiamo:

ψ′(a) =∑n≥0

1

(n+ a)2.

Come nel caso della funzione Γ, la funzione digamma soddisfa una formula di riflessione:

ψ(1− z)− ψ(z) = π cot(πz)

valida per z ∈ (0, 1).

Teorema 7.11 (Gauss Digamma Theorem). Se pq e un numero razionale positivo, si ha:

ψ

(p

q

)= −γ − log q − π

2cot

πp

q+

q−1∑n=1

cos2πnp

qlog

(2 sin

2np

q

).

Esercizio 7.12. Posto f(x) = − log x, si provi che si ha:∫ 1

0

f(f(x)) dx = γ.

Dimostrazione. Si ha:

I =

∫ 1

0

f(f(x)) dx = −∫ +∞

0

e−x log x dx = − d

da

∫ +∞

0

xa e−x dx

∣∣∣∣a=0

,

dunque:

I = −Γ′(1) = −Γ(1)ψ(1) = γ.

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ζ(2) =4

3

+∞∑n=0

1

(2n+ 1)2=

4

3

∫ 1

0

log y

y2 − 1dy

=2

3

∫ 1

0

1

y2 − 1

[log

(1 + x2y2

1 + x2

)]+∞x=0

dy

=4

3

∫ 1

0

∫ +∞

0

x

(1 + x2)(1 + x2y2)dx dy

=4

3

∫ 1

0

∫ +∞

0

dx dz

(1 + x2)(1 + z2)=

4

3· π

4· π

2=π2

6.

Si provi che se <(A) > − 12 , si ha: ∫ π

0

1 +A sin2 θ=

π√A+ 1

.

Dimostrazione. Per ogni numero complesso z nella palla unitaria aperta si ha:∑n≥0

(2n

n

)(z4

)n=

1√1− z

,

mentre per ogni numero naturale n si ha:∫ π

0

sin2n θ dθ =π

4n

(2n

n

).

Abbiamo inoltre:

I =

∫ π

0

1 +A sin2 θ=

∫ π

0

(1 +A)−A cos2 θ= 2

∫ π/2

0

(1 +A)−A cos2 θ= 2

∫ π/2

0

(1 +A)−A sin2 θ

dunque:

I =1

A+ 1

∫ π

0

1− AA+1 sin2 θ

,

e poiche <(A) > − 12 , risulta

∣∣∣ AA+1

∣∣∣ < 1, dunque e lecito espandere l’ultima funzione integranda come

serie geometrica, e integrando termine a termine risulta:

I =1

A+ 1

∑n≥0

(A

A+ 1

)nπ

4n

(2n

n

)=

π

A+ 1· 1√

1− AA+1

=π√A+ 1

,

come voluto.

Teorema 7.13 (Frullani).

Se f : [0,+∞)+→ R e una funzione continua e tale per cui

limx→+∞

f(x) = 0,

per ogni b > a > 0, a patto che l’integrale esista, si ha:∫ +∞

0

f(bx)− f(ax)

xdx = f(0) log

b

a.

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7 APPENDICE

Dimostrazione. Per ogni x > 0, siano:

m(x) = mint∈[ax,bx]

f(x), M(x) = maxt∈[ax,bx]

f(x).

Vale allora:

m(x) logb

a≤∫ bx

ax

f(u)

udu ≤M(x) log

b

a.

Per continuita di f , si ha allora:

limx→0

∫ bx

ax

f(u)

udu = f(0) log

b

a.

D’altro canto: ∫ y

x

f(bt)− f(at)

tdt =

∫ bx

ax

f(u)

udu−

∫ by

ay

f(u)

udu,

ma poiche |f(u)| ≤ ε per ogni u sufficientemente grande,

limy→+∞

∫ by

ay

f(u)

udu = 0,

da cui la tesi.

Corollario 7.14. ∫ 1

0

x− 1

log xdx = log 2.

Dimostrazione. E sufficiente operare la sostituzione x = e−t per ricondursi all’integrale:∫ +∞

0

e−t − e−2t

tdt.

Corollario 7.15. ∫ 1

0

x− 1

x+ 1· dx

log x= log

π

2.

Dimostrazione. Operando la sostituzione x = e−t ed esprimendo la funzione integranda come serie

geometrica si ha:

I =

+∞∑k=0

(−1)k∫ +∞

0

e−(k+1)t − e−(k+2)t

tdt =

+∞∑k=0

(−1)k logk + 2

k + 1= log

+∞∏k=0

2k + 2

2k + 1· 2k + 2

2k + 3,

dunque:

I = log

+∞∏n=1

4n2

4n2 − 1= − log

+∞∏n=1

(1− 1

4n2

),

e l’ultimo prodotto e esattamente il prodotto di Wallis, pari a 2π .

Lemma 7.16. Se le funzioni

f(z) =∑n≥0

anzn, g(z) =

∑n≥0

bnzn 6= 0

sono definite da serie di potenze a termini non negativi con raggio di convergenza > ρ > 0

e per ogni numero naturale n si ha:an+1

bn+1≥ anbn,

allora la funzionef(z)

g(z)

e debolmente crescente su I = [0, ρ].

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Dimostrazione. E sufficiente studiare il segno di:

∆ε(x) , f(x+ ε)g(x)− f(x)g(x+ ε)

o di:

δ(x) , (f ′g − g′f)(x).

Notiamo che:

[xn]δ(x) =

n∑k=0

(k + 1)ak+1bn−k −n∑k=0

(k + 1)bk+1an−k,

dunque:

[x0]δ(x) = a1b0 − a0b1 = b0b1

(a1b1− a0b0

)≥ 0,

e per induzione [xn]δ(x) ≥ 0, da cui δ(x) ≥ 0 su I.

Esercizio 7.17. Sia f ∈ C1([0, 1]) e tale per cui 0 ≤ f ′ ≤ 1. Si provi che:∫ 1

0

f3 dx ≤(∫ 1

0

f dx

)2

.

Dimostrazione. Si ponga:

g(t) ,

(∫ t

0

f(x) dx

)2

−∫ t

0

f3(x) dx

e si consideri g′(t).

Esercizio 7.18. Sia f0(x) = 1(1+x)3 e {fn}n∈N la successione di funzioni definita attraverso:

fn+1(x) ,∫ x

0

fn(t) dt.

Si determini il valore del limite

limn→+∞

fn(1).

Dimostrazione. Si provi che su [0, 1] si ha:

1

8≤ f0(x) ≤ 1− 7x

8

e si integrino ripetutamente ambo i membri della precedente disuguaglianza.

Esercizio 7.19. Si dimostri che entrambe le serie

f(z) =

∞∑n=1

nzn

1− zn, g(z) =

∞∑n=1

zn

(1− zn)2

convergono uniformemente su ogni compatto della forma |z| ≤ k per ogni k ∈ (0, 1). Si dimostri

inoltre che in |z| < 1 si ha f(z) = g(z).

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7 APPENDICE

Dimostrazione. Assuming |x| < 1, we have:

f(x) =

+∞∑n=1

nxn

1− xn=

+∞∑n=1

n(xn + x2n + x3n + . . .

)=

+∞∑n=1

σ1(n)xn

with σ1(n) =∑d|n d < n2. This gives that the radius of convergence is one and f(z) is a holomorphic

function on the open ball |z| < 1. The situation is the same for:

g(x) =

+∞∑n=1

xn

(1− xn)2=

+∞∑n=1

(xn + 2x2n + 3x3n + . . .

)=

+∞∑n=1

σ1(n)xn.

It is interesting to notice that over |z| < 1 we have:

g ≡ f.

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