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1 La Protezione Antincendi La Protezione Antincendio. Le misure di Protezione Passiva: Distanze di sicurezza; Resistenza al fuoco e Compartimentazione; Vie di Esodo; Reazione al fuoco. Le misure di Protezione Attiva: Attrezzature ed impianti di estinzione degli incendi; Sistemi di allarme; Illuminazione di sicurezza; Evacuatori di fumo e calore; Segnaletica di sicurezza. Obiettivi Didattici Obiettivi Didattici

1 La Protezione Antincendio La Protezione Antincendio. Le misure di Protezione Passiva: Distanze di sicurezza; Resistenza al fuoco e Compartimentazione;

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Page 1: 1 La Protezione Antincendio La Protezione Antincendio. Le misure di Protezione Passiva: Distanze di sicurezza; Resistenza al fuoco e Compartimentazione;

1 La Protezione Antincendio

La Protezione Antincendio.

Le misure di Protezione Passiva: Distanze di sicurezza;

Resistenza al fuoco e Compartimentazione;

Vie di Esodo;

Reazione al fuoco.

Le misure di Protezione Attiva: Attrezzature ed impianti di estinzione degli incendi;

Sistemi di allarme;

Illuminazione di sicurezza;

Evacuatori di fumo e calore;

Segnaletica di sicurezza.

Obiettivi DidatticiObiettivi Didattici

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2 La Protezione Antincendio

Prevenzione IncendiPrevenzione IncendiObiettivo: Conseguimento della sicurezza contro gli incendiObiettivo: Conseguimento della sicurezza contro gli incendi

Riducendo le occasioni di rischio

MISURE PREVENTIVE Contenendo le conseguenze

MISURE PROTETTIVE

PROTEZIONE

PASSIVA

PROTEZIONE

ATTIVA

• Caratteristiche Costruttive

• Geometria delle vie di esodo

• Strutture e materiali

Presidi Antincendi

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3 La Protezione Antincendio

Insieme delle misure finalizzate a rendere minimi gli effetti prodotti da un incendio.

La Protezione AntincendioLa Protezione Antincendio

• Garantire l’incolumità dei lavoratori e dei soccorritori;

• Limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione;

• Contenere i danni a strutture e beni.

• Rilevare e segnalare un incendio;

• Spegnere un incendio.

Protezione Protezione PassivaPassiva(Funzione di contenimento)(Funzione di contenimento)

Protezione AttivaProtezione Attiva

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4 La Protezione Antincendio

Spazio interposto allo scopo di impedire la propagazione dell’incendio ad edifici vicini limitando la trasmissione dell’energia termica prodotta.

Distanza di sicurezza interna: finalizzata a proteggere elementi appartenenti allo stesso complesso.

Distanza di sicurezza esterna: finalizzata a proteggere elementi esterni al complesso.

Distanza di protezione: è misurata tra ciascun elemento del complesso ed il confine dell’attività

Distanze di sicurezzaDistanze di sicurezza

• Vengono calcolate in maniera approssimata per la complessità dei fattori che le determinano;

• In alcuni casi vengono direttamente forniti da Norme specifiche;

• Le distanze di sicurezza possono essere ridotte interponendo muri tagliafuocomuri tagliafuoco.

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5 La Protezione Antincendio

Porzione di edificio delimitata da elementi costruttivi (muri, solai, porte, etc.) idonei ad impedire, per un tempo prefissato, la propagazione dell’incendio a settori adiacenti.

CompartimentoCompartimento

Resistenza al FuocoResistenza al Fuoco

L’attitudine di un elemento costruttivo, esposto all’azione del fuoco, a conservare per un tempo stabilito (in minuti):

la resistenza meccanica (R) la tenuta al passaggio di fiamme, gas e vapori (E) l’isolamento termico (I)

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6 La Protezione Antincendio

Servono a garantire la rapida ed ordinata evacuazione di una struttura.

Vie di esodoVie di esodo

Rapida per evitare che l’incendio produca

effetti dannosi per gli occupanti

Ordinata per evitare che gli occupanti si

intralcino a vicenda

EnergieEmissioniTemperatura

Tempo

INIZIOPROCESSOIGNIZIONE

PERCEZIONE

INCENDIOCRITICO

Tempo Utile

di Sfollamento

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7 La Protezione Antincendio

Distanziamenti ed Ubicazione delle uscite

Caratteristiche GeometricheCaratteristiche Geometriche delle Vie di Esododelle Vie di Esodo

• Lunghezza• Larghezza• Ubicazione• Numero

• Densità di affollamento (pers/mq)• Velocità di deflusso• Tempo di evacuazione massimo

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8 La Protezione Antincendio

Spazio ScopertoSpazio ScopertoLuogo SicuroLuogo Sicuro

Filtri a prova di fumoFiltri a prova di fumo

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9 La Protezione Antincendio

Luoghi Sicuri DinamiciLuoghi Sicuri Dinamici

SCALAESTERNA

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10 La Protezione Antincendio

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11 La Protezione Antincendio

La Reazione al FuocoLa Reazione al FuocoGrado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco cui è sottopostonelle sue effettive condizioni di messa in opera.

In relazione alle specifiche prove i materiali per l’edilizia (rivestimenti, controsoffitti, etc.) e quelli di arredamento (tessuti, tendaggi, mobili imbottiti) vengono assegnati alla:• Classe 0 (materiali incombustibili)• Classe 1, 2, 3, 4, 5 all’aumentare della loro partecipazione alla combustione

Parametri dipendenti: - Combustibilità e Infiammabilità- Velocità di propagazione della fiamma- Gocciolamento- Sviluppo di calore- Produzione di fumo e di sostanze nocive

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12 La Protezione Antincendio

Attrezzature ed impianti di estinzione degli incendiAttrezzature ed impianti di estinzione degli incendi

• Estintori Attrezzature mobili, contenenti un agente estinguente, idonee a spegnere i principi di incendio.

SchiumaHalon

PolvereCO2

Classe A (solidi)Classe B (liquidi)Classe C (gas)

Idoneo per tutte le classi di fuochi;Sconsigliabile su apparecchiature delicate che

possono essere intaccate dalla polvere (Computer, quadri speciali)

POLVERE

ANIDRIDE CARBONICA

Azione di soffocamento e raffreddamento

Non nociva per concentrazioni < 22%

Idoneo per app. elettriche (C02 non conduttrice)

Stoccata a 250 atm in miscela bifase

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13 La Protezione Antincendio

• Rete Idrica antincendio

Impianto idrico, ad uso esclusivo antincendio, costituito:• da una fonte adeguata di alimentazione (acquedotto o vasca di accumulo);• da una rete di tubazioni metalliche di adduzione;• da speciali prese (bocche antincendio) di diametro 45 o 70 mm disposte

rispettivamente all’interno o all’esterno dell’area da proteggere;• da tubazioni flessibili impermeabili (nylon gommato della lunghezza di

circa 20 m) collegate a lancie erogatrici (getto pieno o frazionato).

Caratteristiche Idrauliche:Tipo Idrante Portata Pressione Gittata

(lit/min) (atm) (m)

Naspi 50 1,5 5 UNI45 120 2 9 UNI70 400 4 15

La disposizione deve essere tale da garantirela copertura dell’intera area (raggio di azionepari alla lunghezza della tubazione + gittata)

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14 La Protezione Antincendio

• Impianti di spegnimento automatici

Impianti in cui l’erogazione delle sostanze estinguenti (acqua, schiuma, CO2, etc.)avviene attraverso dei dispositivi automatici e/o manuali:

• di rilevazione incendi• testine termosensibili

Vengono utilizzati a protezione di locali ad elevato rischio d’incendio (perubicazione e carico d’incendio) come Autorimesse, Depositi, etc.

I più diffusi, ad acqua (SPRINKLER), sono costituiti:Fonte di alimentazione (acquedotto, serbatoi, etc.)Pompe di mandataCentralina valvolata di controllo e allarmeCondotte montanti principaliRete di condotte secondarieTestine erogatrici disposte a soffitto

TIPI di IMPIANTO ad umido a secco alternativi a pre-allarme a diluvio

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15 La Protezione Antincendio

Impianti di rivelazione d’ incendioImpianti di rivelazione d’ incendioEmissioni

Temperatura

Tempo

INIZIOPROCESSOIGNIZIONE

PERCEZIONE

INCENDIOCRITICO

Tempo Utile

di Sfollamento

Sono finalizzati alla tempestiva segnalazioned un processo di combustione col duplice scopo di: allarmare le persone azionare sistemi automatici di protezione

L’impianto è costituito, essenzialmente, da: elementi sensori (rivelatori) centrale di controllo (sempre presidiata) alimentazione elettrica di sicurezza

FUMO - CALORE - FIAMMA

Tipologie rilevatori di fumo a camera di ionizzazione (statici) rilevatori di calore a lamina metallica (statici, velocimetrici) rilevatori di calore a mercurio (differenziali) rilevatori di fiamma

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16 La Protezione Antincendio

Sistemi manuali di allarmeSistemi manuali di allarme

Sono costituiti da: una serie di punti di chiamata, disposti lungo le vie di esodo o vicino alle uscite

a distanza reciproca non superiore ai 60 metri, facilmente individuabili; una rete di alimentazione elettrica indipendente (batterie) e protetta dai rischi di

incendio; una centralina, sempre presidiata, alla quale viene inviato il segnale di allarme.

Illuminazione di sicurezzaIlluminazione di sicurezza

Impianto di illuminazione, attivato automaticamente in caso di mancata erogazione di energia elettrica, in grado di illuminare i corridoi, le vie di esodo e le indicazioni delle uscite verso luoghi sicuri.

Tipi di alimentazione Batterie di accumulatori con autonomia da 1 a 3 ore(tempi di intervento < di 5 sec.)

Gruppo Elettrogeno (tempi di intervento < 15 sec)

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17 La Protezione Antincendio

Evacuatori di fumo e caloreEvacuatori di fumo e calore

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18 La Protezione Antincendio

• barriere antincendio:• isolamento dell’edificio• distanze di sicurezza• muri tagliafuoco, schermi …

• strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi di incendiomateriali classificati per la reazione al fuoco• sistema di vie di uscita commisurate al massimo affollamentoipotizzabile dell’ambiente di lavoro e della pericolositàdelle lavorazioni• sistemi di ventilazione

Misure che non richiedono l’azione umana o l’azionamento di un impianto; limitazione effetti incendio nello spazio e nel tempo

La protezione passivaLa protezione passiva

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19 La Protezione Antincendio

Porzione di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata e organizzato per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi.

CompartimentoCompartimento

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20 La Protezione Antincendio

La protezione passiva realizzata con il metodo delle barriere antincendio è basata sul concetto dell’interposizione, tra aree potenzialmente soggette ad incendio, di spazi scoperti o di strutture.

Nel caso di interposizione di spazi scoperti la protezione ha lo scopo di impedire la propagazione dell’incendio principalmente per trasmissione di energia termica raggiante.

Nella terminologia utilizzata per la stesura delle normative nazionali ed internazionali per indicare l’interposizione di spazi scoperti fra gli edifici o installazioni si usa il termine di “distanze di sicurezza”..

Distanze di sicurezzaDistanze di sicurezzaDistanze di sicurezzaDistanze di sicurezza

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21 La Protezione Antincendio

• Vengono calcolate in maniera approssimata per la complessità dei fattori che le determinano;

• In alcuni casi vengono direttamente forniti da Norme specifiche;

• Le distanze di sicurezza possono essere ridotte interponendo muri muri tagliafuocotagliafuoco.

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22 La Protezione Antincendio

L’attitudine di un elemento costruttivo, esposto all’azione del fuoco, a conservare per un tempo stabilito (in minuti):

la stabilità (resistenza meccanica) (R) la tenuta al passaggio di fiamme, gas e vapori (E) l’isolamento termico (I)

Resistenza al fuocoResistenza al fuoco

Circolare Ministero Interno . n° 91 del 1961

Le barriere antincendio realizzate mediante interposizione di elementi strutturali hanno invece la funzione di impedire la propagazione degli incendi sia lineare (barriere locali) che tridimensionale (barriere totali) nell’interno di un edificio, nonché, in alcuni casi, quella di consentire la riduzione delle distanze di sicurezza.

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23 La Protezione Antincendio

Comunicazioni aventi le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco del muro su cui sono applicati: • porte incernierateporte munite di sistemi di chiusura automatica quali fusibili, cavetti e contrappesi o sistemi idraulici o a molla, che in caso d’incendio fanno chiudere il serramento; • porte scorrevoliporte sospese ad una guida inclinata di pochi gradi rispetto al piano orizzontale mediante ruote fissate al pannello. Normalmente stanno in posizione aperta trattenute da un contrappeso e da un cavo in cui è inserito un fusibile che in caso d’incendio si fonde liberando il contrappeso e permettendo alla porta di chiudersi;• porte a ghigliottinaporte installate secondo un principio analogo a quello adottato per le porte scorrevoli, ma con la differenza che in questo caso il pannello viene mantenuto sospeso sopra l’apertura e le guide sono verticali.

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24 La Protezione Antincendio

Potenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio.

Convenzionalmente è espresso in chilogrammi di legno equivalente (potere calorifico inferiore 4.400 Kcal/Kg).

Carico di incendioCarico di incendio

Poteri calorifici di alcuni materiali (Kcal/Kg) :Legno 4.400Acetilene 11.600Idrogeno 30.000Benzina 10.500Carbone 7.500Petrolio 10.000PVC 7.000

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25 La Protezione Antincendio

Grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco cui è sottoposto nelle sue effettive condizioni di messa in opera.

In relazione alle specifiche prove i materiali per l’edilizia (rivestimenti, controsoffitti, etc.) e quelli di arredamento (tessuti, tendaggi, mobili imbottiti) vengono assegnati alla:

• Classe 0 (materiali incombustibili)• Classe 1, 2, 3, 4, 5 all’aumentare della loro partecipazione alla

combustione

- Combustibilità e Infiammabilità- Velocità di propagazione della fiamma- Gocciolamento- Sviluppo di calore- Produzione di fumo e di sostanze nocive

La reazione al fuocoLa reazione al fuoco

Parametri dipendenti

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26 La Protezione Antincendio

La paura è una situazione psichica originaria che ha funzione protettiva della vita umana, come il dolore che è un campanello d’allarme di situazioni pericolose per l’organismo e la sua sussistenza.

Scopo della paura e quindi quello di allertare per preparare una risposta adeguata.

In situazioni di catastrofe o di crisi la paura può degenerare nel panico (situazione disgregatrice e degenerata della paura).

In una situazione di panico l’organismo non riesce ad elaborare o blocca un meccanismo di risposta.

Il panicoIl panico

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27 La Protezione Antincendio

Servono a garantire la rapida ed ordinata evacuazione di una struttura.

Rapida per evitare che l’incendio produca effetti dannosi per gli occupanti

Ordinata per evitare che gli occupanti si intralcino a vicenda

EnergieEmissioniTemperatura

Tempo

INIZIOPROCESSOIGNIZIONE

PERCEZIONE

INCENDIOCRITICO

Tempo Utile

di Sfollamento

Vie di esodoVie di esodo

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28 La Protezione Antincendio

Ogni compartimento deve essere dotato di vie di esodo in numero e distribuzione tali da garantire un movimento sicuro delle persone dall’interno del locale fino alle uscite esterne dell’edificio.

Ogni compartimento antincendi deve essere dotato di un numero di uscite proporzionato alla sua densità di affollamento ipotizzabile (persona/mq).

Il massimo affollamento ipotizzabile è il numero massimo di persone ammesso in un compartimento.

Gli ascensori e montacarichi non sono considerati vie di sfollamento per la possibilità di rimanere bloccati; comunque devono essere progettati in modo da non costituire vie di propagazione per l’incendio.

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29 La Protezione Antincendio

Luoghi di lavoro con pericolo di esplosione e d’incendio con più di 5 lavoratori

1 uscita da 1,20 mt ogni 5 lavoratori

Luoghi di lavoro in generefino a 25 lavoratori 1 uscita da 0,90 mttra 26 e 50 lavoratori 1 uscita da 1,20 mttra 51 e 100 lavoratori 1 uscita da 0,90 mt

1 uscita da 1,20 mtcon più di 100 lavor. 1 uscita da 0,90 mt

1 uscita da 1,20 mt +1 uscita da 1,20 mt per ogni 50 lavoratori o frazione compresa tra 10 e 50 da calcolarsi limitatamente all’eccedenza rispetto a 100

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30 La Protezione Antincendio

Entità fondamentali delle vie di uscita:• geometria• sistemi di protezione attiva e passiva• sistemi di identificazione continua delle vie di uscita (segnaletica, illuminazione normale e di emergenza.

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31 La Protezione Antincendio

• Lunghezza• Larghezza• Ubicazione• Numero

• Densità di affollamento (pers/mq)• Velocità di deflusso• Tempo di evacuazione massimo

Caratteristiche geometriche delle vie di esodoCaratteristiche geometriche delle vie di esodo

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32 La Protezione Antincendio

• Luogo sicuro: spazio coperto - ovvero compartimento antincendio- separato da altri compartimenti mediante spazio scoperto o filtri a prova di fumo - avente caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di persone (luogo sicuro statico), ovvero a consentirne il movimento ordinato (luogo sicuro dinamico)

• Spazio scoperto: spazio a cielo libero o superiormente grigliato avente, anche se delimitato su tutti i lati, superficie minima in pianta non inferiore a quella calcolata moltiplicando per tre l’altezza in metri della parete più bassa che lo delimita; la distanza fra le strutture verticali che delimitano lo spazio scoperto deve essere non inferiore a 3,50 m.

Alcune definizioni

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33 La Protezione Antincendio

Spazio Spazio ScopertoLuogo Sicuro

Filtri a prova di fumo

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34 La Protezione Antincendio

Luoghi Sicuri Dinamici

SCALAESTERNA

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35 La Protezione Antincendio

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36 La Protezione Antincendio

Ventilazione e smaltimento dei fumiVentilazione e smaltimento dei fumi

Perché è necessario smaltire il calore ed i fumi all’esterno

• Per consentire lo sfollamento dei locali nelle condizioni di maggiore sicurezza possibile

• Ridurre la possibilità di cedimento delle strutture portanti

• Limitare i fenomeni connessi con il flashover

• Facilitare le operazioni di soccorso

• Diluire i vapori o gas infiammabili evitando di creare miscele esplosive o infiammabili

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37 La Protezione Antincendio

La ventilazione dei locali può essere ottenuta con vari sistemi:

• lucernari a soffitto ventilatori statici continuila ventilazione in questo caso avviene attraverso delle fessure laterali continue. L’apertura in caso d’incendio avviene automaticamente per la rottura di un fusibile sfoghi di fumo e di calorefunzionamento è in genere automatico a mezzo di fusibili od altri congegni. • aperture a shedsi possono prestare ad ottenere dei risultati soddisfacenti, se vengono predisposti degli sportelli di adeguate dimensioni ad apertura automatica o manuale• superfici vetrate normali

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38 La Protezione Antincendio

Evacuatori di fumo o di caloreEvacuatori di fumo o di calore

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39 La Protezione Antincendio

•estintori•rete idrica antincendi•impianti di rivelazione automatica d’incendio•impianti di spegnimento automatici•dispositivi di segnalazione e d’allarme•evacuatori di fumo e calore

Azione dell’uomo o azionamento impianto per rilevazione, segnalazione e spegnimento

La protezione attivaLa protezione attiva

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40 La Protezione Antincendio

fuocofuoco

rimozionecombustibile

ener

gia

ossi

dan

te

autocatalisi

raff

red

dam

ento

soff

ocam

ento

combustibile

anticatalisi

Il tetraedo del fuocoIl tetraedo del fuoco

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41 La Protezione Antincendio

• Classe “A”

– incendi di solidi con formazione di brace

• Classe “B”

– incendi di liquidi infiammabili

• Classe “C”

– incendi di gas infiammabili

• Classe “D”

– incendi di metalli e sostanze chimiche spontaneamente combustibili im presenza d’aria, reattive in presenza di acqua o schiuma con formazione di idrogeno e pericolo di esplosione

• Classe “E”

– incendi di apparecchiature in tensione

Classe degli incendiClasse degli incendi

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42 La Protezione Antincendio

• Costo contenuto

• Grande versatilità di impiego: esistono in commercio estintori che possono essere impiegati su incendi originatisi da quasi tutti i materiali esistenti:

• Efficacia di intervento su piccoli focolai

• Manutenzione limitata: l’estintore deve essere controllato periodicamente per verificare lo stato della carica e le condizioni generali (ogni 6/12 mesi)

• Impiego semplice ed alla portata di tutti: non c’è bisogno di particolari corsi di addestramento ed inoltre le istruzioni sono contenute sull’etichetta dell’apparecchio

Gli EstintoriGli Estintori

Gli estintori devono essere omologati dal Ministero dell’Interno

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43 La Protezione Antincendio

• Ad acqua

• A schiuma

• A polvere

• Ad anidride carbonica

• Ad idrocarburi alogenati o loro sostituti ecologici di nuova produzione

Tipologia estintoriTipologia estintori

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44 La Protezione Antincendio

• Estintori idrici

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45 La Protezione Antincendio

• Estintori a polvere

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46 La Protezione Antincendio

• Estintori a CO2

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47 La Protezione Antincendio

Impianto idrico, ad uso esclusivo antincendio, costituito:• da una fonte adeguata di alimentazione (acquedotto o vasca di

accumulo);• da una rete di tubazioni metalliche di adduzione;• da speciali prese (bocche antincendio) di diametro 45 o 70 mm

disposterispettivamente all’interno o all’esterno dell’area da proteggere;

• da tubazioni flessibili impermeabili (nylon gommato della lunghezza di circa 20 m) collegate a lancie erogatrici (getto pieno o frazionato).

Rete idrica antincendioRete idrica antincendio

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48 La Protezione Antincendio

Tipo Idrante Portata PressioneGittata

(lit/min) (atm) (m)

Naspi 50 1,5 5 UNI45 120 2 9 UNI70 400 4 15

La disposizione deve essere tale da garantire la copertura dell’intera area (raggio di azione pari alla lunghezza della tubazione + gittata)

Caratteristiche idrauliche

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49 La Protezione Antincendio

La rete idrica antincendi deve, a garanzia di affidabilità e funzionalità, rispettare i seguenti criteri progettuali:

• Indipendenza della rete da altre utilizzazioni.• Dotazione di valvole di sezionamento.• Disponibilità di riserva idrica e di costanza di pressione.• Ridondanza del gruppo pompe.• Disposizione della rete ad anello.• Protezione della rete dall’azione del gelo e della corrosione.

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50 La Protezione Antincendio

Emissioni

Temperatura

Tempo

INIZIOPROCESSOIGNIZIONE

PERCEZIONE

INCENDIOCRITICO

Tempo Utile

di Sfollamento

Sono finalizzati alla tempestiva segnalazioned un processo di combustione col duplice scopo di: allarmare le persone azionare sistemi automatici di protezione

L’impianto è costituito, essenzialmente, da: elementi sensori (rivelatori) centrale di controllo (sempre presidiata) alimentazione elettrica di sicurezza

FUMO - CALORE - FIAMMA

Tipologie rilevatori di fumo a camera di ionizzazione (statici) rilevatori di calore a lamina metallica (statici, velocimetrici) rilevatori di calore a mercurio (differenziali) rilevatori di fiamma

Impianti di rilevazione di incendioImpianti di rilevazione di incendio

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51 La Protezione Antincendio

Sono costituiti da:

una serie di punti di chiamata, disposti lungo le vie di esodo o vicino alle uscite a distanza reciproca non superiore ai 60 metri, facilmente individuabili;

una rete di alimentazione elettrica indipendente (batterie) e protetta dai rischi di incendio;

una centralina, sempre presidiata, alla quale viene inviato il segnale di allarme.

Sistemi manuali di allarmeSistemi manuali di allarme

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52 La Protezione Antincendio

Impianti in cui l’erogazione delle sostanze estinguenti avvieneattraverso dei dispositivi automatici e/o manuali:• di rilevazione incendi (intervento sull’area coperta dal sistema)• testine termosensibili (intervento nella zona sottostante)

Vengono utilizzati a protezione di locali ad elevato rischio d’incendio (per ubicazione e carico d’incendio) come Autorimesse, Depositi, etc.

Impianti di spegnimento automaticiImpianti di spegnimento automatici

• Impianti ad acqua SPRINKLER• Impianti a schiuma• Impianti ad halon• Impianti a polvere

Si possono classificare in base alle sostanze estinguenti

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53 La Protezione Antincendio

I più diffusi, ad acqua (SPRINKLER), sono costituiti:Fonte di alimentazione (acquedotto, serbatoi, etc.)Pompe di mandataCentralina valvolata di controllo e allarmeCondotte montanti principaliRete di condotte secondarieTestine erogatrici disposte a soffitto (sprinkler)

TIPI DI IMPIANTO ad umido: tutto l’impianto è permanentemente riempito di acqua in pressione a secco riempito di aria in pressione; al momento dell’intervento una valvola

provvede al riempimento delle colonne con l’acqua alternativi a secco nei mesi freddi a umido nei mesi caldi a pre-allarme dispositivo che differisce la scarica per verificare falsi allarmi a diluvio sprinkler aperti alimentati da valvole ad apertura rapida con grandi

portate

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54 La Protezione Antincendio

fum o

gas d i com bus tione

ionica

fum o

fiam m e

ottica

a com pensazione

d ifferenzia le

s ta tica

term ica

rivelazione autom atica

ign ifugazione

sistem i eterogenei

agg iu n ta add itivi a ttivi

agg iu n ta add itivi inerti

effetto pa rete

sistem o om ogenei

riduzione velocità fiam m a

ignifugazione

prolungam ento periodo di induzione

M etodi di protezione

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55 La Protezione Antincendio

Segnaletica di sicurezzaSegnaletica di sicurezza

Decreto Legislativo 14/8/1996 n° 493Attuazione delal direttiva CEE 95/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro.

segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad una attività o ad una situazione determinata, fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, o che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale;

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56 La Protezione Antincendio

• Segnale di divieto: vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo

• Segnale di avvertimento: avverte di un rischio o di un pericolo

• Segnale di prescrizione: prescrive un determinato comportamento

• Segnale di salvataggio o di soccorso: fornisce indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio

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57 La Protezione Antincendio

Obblighi del datore di lavoro ( Art. 2. DLgs 493)Quando, anche a seguito della valutazione effettuata in conformità all'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 626/1994, risultano rischi che non possono essere evitati o sufficientemente limitati con misure, metodi, o sistemi di organizzazione del lavoro, o con mezzi tecnici di protezione collettiva, il datore di lavoro fa ricorso alla segnaletica di sicurezza, secondo le prescrizioni degli allegati al presente decreto, allo scopo di:• avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte,• vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo;• prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini della sicurezza;• fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio;• fornire altre indicazioni in materia di prevenzione e sicurezza.

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58 La Protezione Antincendio

Cartelli di divieto

Cartelli di salvataggio

Cartelli di AvvertimentoCartelli di Prescrizione

Segnaletica di sicurezza - D.Lgs. 493/96Segnaletica di sicurezza - D.Lgs. 493/96

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59 La Protezione Antincendio

Cartelli di divieto

Cartelli di salvataggio

Cartelli di AvvertimentoCartelli di Prescrizione

Segnaletica di sicurezza - D.Lgs. 493/96Segnaletica di sicurezza - D.Lgs. 493/96

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60 La Protezione Antincendio

Impianto di illuminazione, attivato automaticamente in caso di mancata erogazione di energia elettrica, in grado di illuminare i corridoi, le vie di esodo e le indicazioni delle uscite verso luoghi sicuri (intensità minima di illuminazione 5 lux).

Tipo di alimentazione Batterie di accumulatori con autonomia da 1 a 3 ore (tempi di

intervento < di 5 sec.) con dispositivo per la ricarica automatica Gruppo Elettrogeno (tempi di intervento < 15 sec)

Illuminazione di sicurezzaIlluminazione di sicurezza