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1 Lavoro di rete e interventi di mediazione sociale: ostacoli, sfide e opportunità nell’analisi e nel contrasto ai fattori di rischio di discriminazioni Milano 21 maggio 2012 Francesco Di Ciò [email protected]

1 Lavoro di rete e interventi di mediazione sociale: ostacoli, sfide e opportunità nellanalisi e nel contrasto ai fattori di rischio di discriminazioni

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Lavoro di rete e interventi di mediazione sociale:

ostacoli, sfide e opportunità nell’analisi e nel contrasto ai fattori di rischio di discriminazioni

Milano 21 maggio 2012

Francesco Di Ciò [email protected]

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Gli obiettivi del mio intervento 1. Proporre alcune riflessioni in ordine al

funzionamento delle reti sociali nella prospettiva di ampliare e rafforzare la rete UNAR

2. proporre una riflessione sul perché lo strumento della mediazione dei conflitti e il paradigma riparativo possono rappresentare una modalità utile per gestire casi di discriminazione

3. Proporvi e un’esperienza di coesione e mediazione sociale volta anche a prevenire processi di discriminazione in particolare nel’ambito delle differenze culturali

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1Alcune riflessioni in ordine al

funzionamento delle reti sociali

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Cosa fa la rete UNAR 1 prevenire i fenomeni discriminatori 2.diffondereuna cultura della non

discriminazione 3.rimuovere contrastare o gestire le

condotte discriminatorie 4.monitorare la diffusione delle

discriminazioni

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L’organizzazione della rete Il sistema di rete territoriale si basa su diversi nodi territoriali

che hanno funzioni differenti (dalla semplice informazione al territorio alla presa in carico dei casi di discriminazione) e che si distinguono in:

punti informativi, (punti di raccolta passivi, che fanno informazione , accoglienza, )

antenne territoriali (punti di raccolta attivi, che fanno orientamento e accompagnamento e presa in carico e segnalazione dei casi )

nodi territoriali di raccordo (punti di coordinamento che svolgono azioni di pressione, mediazione culturale e mediazione dei conflitti )

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In un progetto sociale possiamo considerare 3 ambiti di lavoro:

Il lavoro volto a rafforzare i singoli attori che fanno parte di una rete che lavora sui medesimi obiettivi

Il lavoro volto a creare sinergie tra il territorio e le singole risorse

Il lavoro di rete e di coordinamento per mettere in relazione i diversi attori (UNAR; le associazioni generaliste, e quelle specializzate, le diverse antenne , i punti di raccolta attivi e i nodi territoriali) in una logica di partenariato volta a perseguire insieme una politica contro le discriminazioni

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I diversi approcci di governo delle reti:

Consulto Ingaggio Partnership

Diversi approcci di governo delle reti

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Rischi evolutivi nel governo delle reti:

I

Evoluzione della geografia delle reti

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Vi sono due idee forti alla base del lavoro integrato di rete:

Ogni risorsa è al servizio della comunità e non di se stesso

Ogni risorsa è alleata e non in competizione con gli altri (fiducia reciproca)

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Come valutiamo il funzionamento di una rete?In termini di condivisione, una rete funzionerà: Se ci saranno conoscenze condivise Se si costruirà un linguaggio comune Se si costruiranno modelli di intervento e strumenti

di lavoro comuni

In termini di integrazione una rete funzionerà: Se ci sarà un buon sistema informativo Se avverranno dinamiche volte all’integrazione delle

competenze Se si includeranno qualitativamente gli attori

esistenti sul territorio Se funzionerà il raccordo tra il pubblico e il privato

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Come valutiamo il funzionamento di una rete?

In termini di consolidamento e sviluppo una rete funzionerà:

Se saranno definiti e formalizzati protocolli di intervento

Se sarà costituito una forma di coordinamento istituzionale/un gruppo stabile

Se ci sarà continuità nelle iniziative Se si realizzeranno momenti di confronto tra gli

attori delle reti Se si investirà nella continuità/sostenibilità e

modellizzazione del sistema

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Come valutiamo il funzionamento di una rete?

In termini di costruzione di conoscenza una rete funzionerà :

Se aumenterà la consapevolezza degli operatori coinvolti sul sistema di offerta della rete

Se aumenteranno le competenze degli attori e si produrrà un sapere e un saper fare collettivo

Se verrà prevista una funzione di case management per la gestione dei casi di discriminazione

Se la rete avrà prodotto una maggior conoscenza delle dimensioni del fenomeno

Se si metteranno a sistema le buone pratiche

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2 Perché lo strumento della mediazione dei conflitti può rappresentare una modalità

utile per gestire casi di discriminazione o conflitti

derivanti da comportamenti percepiti come discriminatori?

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Le risposte dei nodi Unar supporto mirato e specifico attraverso l’invio e

l’accompagnamento ad associazioni o servizi specifici (sindacati, difensore civico, associazioni

Intraprendere una azione di pressione (lettera,…)

Intraprendere una azione legale Intraprendere un percorso di mediazione

attraverso un invio ad un servizio competente

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CHE COSA E’ LA MEDIAZIONE La definizione di mediazione più accreditata dalla

letteratura sul tema, forse perché la più ampia ed esaustiva, è quella dello studioso francese Jean-Pierre Bonafé-Schmitt il quale definisce la

mediazione

"un processo, il più delle volte formale, attraverso il quale un terzo neutrale tenta, attraverso l'organizzazione di scambi fra le parti, di permettere a

queste stesse di confrontare i loro punti di vista e di cercare, con il suo aiuto, una

soluzione al conflitto che le oppone".

[

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Giustizia riparativa e mediazione penale La giustizia riparativa è definita come una possibile risposta al

reato che coinvolge il reo e - direttamente o indirettamente - la comunità e/o la vittima, nella ricerca di possibili soluzioni agli effetti dell'illecito e nell'impegno fattivo per la riparazione delle sue conseguenze.

Tra gli strumenti della giustizia riparativa si evidenzia quale forma più compiuta la mediazione che la Raccomandazione 19(99) del Consiglio d'Europa definisce come "procedimento che permette alla vittima e al reo di partecipare attivamente, se vi consentono liberamente, alla soluzione delle difficoltà derivanti dal reato con l'aiuto di un terzo indipendente (mediatore)".

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I ValoriLa mediazione e la giustizia riparativa si

fondano sui seguenti valori e principi guida: Centralità della vittima Confidenzialità delle procedure Non obbligatorietà dell’intervento Lavoro in ottica riparativa e non punitiva Professionalità dell’intervento Puntualità e flessibilità dell’intervento

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Principi guida Il riconoscimento della vittima La riparazione dell’offesa nella sua

dimensione "globale" L'auto responsabilizzazione del reo Il coinvolgimento della comunità nel

processo di riparazione (visibilità) Il rafforzamento degli standards morali

collettivi Il contenimento dell'allarme sociale

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3un’esperienza di coesione e

mediazione sociale volta anche a prevenire processi di

discriminazione ….

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“ Alla costruzione della coesione sociale concorrono la progettazione e attuazione integrata di diverse politiche

pubbliche che insistono sullo stesso territorio, la valorizzazione delle "reti comunitarie" (famiglia, vicinato, volontariato), la capacità di produrre capitale sociale, la

capacità di fronteggiare le paure connesse all’insicurezza e alla sfiducia nelle istituzioni, il potenziamento dei modelli

di governance del territorio.” (Irs 2009)

la costruzione della coesione sociale

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il progetto “S-cambio” - realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, in collaborazione con tutta la rete di associazioni e servizi del territorio - opera da tre con l’intento di facilitare lo sviluppo di un’identità plurale basata sul reciproco rispetto e sulla cultura del dialogo tra vecchi e nuovi abitanti.

Il progetto nasce soprattutto per promuovere nuove strategie di integrazione sociale, creando condizioni più favorevoli alla convivenza e sperimentando un modello di intervento per gestire e ridurre i conflitti nella quotidianità dell’abitare.

Il progetto s-cambio