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1- Michela Compri - L'Ultimo Addio

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L'ultimo addio

Michela Compri

CAPITOLO 1

Mi sto lavando i denti quando mi arriva un sms daBrittany, la mia migliore amica:PRONTA PER OGGI?Le rispondo con un semplicissimo punto didomanda, con il quale capisce il sotto messaggioal mio messaggio che significa: “di cosa staiparlando?”IL NUOVO RAGAZZO CHE ARRIVA ASCUOLA!!!Scrive lei come se fosse la cosa più ovvia. Lerispondo di nuovo, ma questa volta utilizzo tresemplici puntini che, e di nuovo lei capisce il sottomessaggio al mio messaggio, significano:“spiegami”.Faccio giusto in tempo ad asciugarmi la faccia conl'asciugamano quando “Moves like Jagger” dei

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Maroon 5, la suoneria associata al suo numero,invade il bagno.“Pronto?” la voce ancora assonata. Sono le sei eventi del mattino.“Alloraaa” inizia lei, poi comincia tutto d'un fiato“…Beth mi ha detto che la sig.ra Maddison(specifico, è la segretaria del liceo) aveva in manola cartella del nuovo ragazzo e che è un figo dapaura” dal tono vispo della sua voce, sembra chesia in piedi da ore.Mi viene da ridere “E lei come lo sa?”“Macché domande fai J?! Ha visto la foto!”“Ma se la scuola inizia oggi, mi spieghi come hafatto a vedere la cartella del nuovo arrivato?”Pausa.“Mmmhhh…ora che ci penso questo dettaglio nonme l'ha detto. Vabbè, il punto comunque non èquello, è che il tipo nuovo è uguale a ColtonHaynes!!!” mi risponde quasi urlando.Ok, ha tutta la mia attenzione ora!“Quando è rasato o con i capelli a spazzola?” sa

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benissimo che Colton Haynes è il mio prototipo diragazzo. E poi ho un'ossessione per i rasati. Cioè,non proprio quelli che si rasano con la lametta,odio vedere la pelle sulla testa, giusto i capellilunghi quel millimetro che fanno tanto ribelle.Pausa.Oggi riesco davvero a metterla in difficoltà.Sento il suo sospiro “Sai che non lo so!?”“Beh, tra mezz'ora lo scopriremo” rispondo mentrefrugo nell'armadio in cerca della mia magliamarrone scollata preferita. Insomma, va bene cheè il primo giorno di scuola, dell'ultimo anno tral'altro, e che di solito per andarci vesto con jeans euna semplice maglietta, ma se arriva il sosia diColton Haynes non posso certo farmi vedere cosi!“Dai scendi ti aspetto qui sotto” mi dice prima diriattaccare.Oggi piove, Brittany mi è venuta a prendere inmacchina per andare a scuola perché io la patentenon ce l'ho e di solito vado in bicicletta. Mi hannobocciata all'esame di pratica per ben quattro volte,

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sono lo zimbello del paese, a 18 anni mi toccafarmi ancora scarrozzare, a meno che non siacostretta a prendere l'autobus.Scendo le scale, bevo un lungo sorso di succo allapesca, ed esco per raggiungerla.Brittany mi sta aspettando in piedi al centro delvialetto d'accesso all'officina, tiene in manol'ombrello rosa shocking a pois e sta parlando conGus, il migliore amico di mio padre, nonché socionell'officina di famiglia che è attaccata a casanostra.Quando mi vede la mia amica fa un fischio “Comemai tanto in tiro?”Divento rossa e faccio una smorfia mentre corro dicorsa per ripararmi anch'io sotto l'ombrello.Scoppia a ridere “Ti ho detto che è il sosia!” midice dandomi una sberla sul braccio.Rido anch'io “Piantala!” però riesco a dirglielo.“Di che parlate?” ci chiede Gus mentre simassaggia il mento coperto dalla barba. E' unbiker, pesa c.ca 130 kg, è alto 1,80, ha i capelli

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scuri lunghi, anche se ormai qualche capellobrizzolato si fa notare qua e la, che tiene legati inuna coda di cavallo e indossa sempre una bandananera che avrà come minimo la mia età. E' uncinghiale, ma io lo adoro, tra l'altro è il miopadrino!“Niente” gli rispondo mentre salgo in macchina.Mi guarda alzando un sopracciglio, sbuffatornando in officina.“Ciao tesoro” mi urla mio padre alzando la testada sotto il cofano di una macchina, sventola inaria una mano nella quale tiene una chiaveinglese.“Ciao papà” gli rispondo, mi giro a guardare mianonna che sta curando la siepe di rose rosse delgiardino che divide la casa dalla carrozzeria“Nonna non è meglio se entri?” le chiedo quandoho finito di abbassare il finestrino dell'auto.“Tra poco smetterà” mi risponde lei, poi mimanda un bacio e Brittany s'immette incarreggiata.

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Durante il tragitto, saranno si e no cinque minuti,mi dice con nonchalance“Io e Roy ci siamo lasciati ieri sera”Mi giro di scatto a guardarla “Brittany midispiace” le dico passandole una mano sulbraccio.“E di che? Senti, non sono mica nata ieri sai?! Trauna settimana parte per il College, credi che nonsappia che mi tradirà? Insomma, ripeto…va alCollege per la miseria, è ovvio che vuole divertirsino?”“Stai cercando di convincerti che è stata unabuona idea lasciarvi?”“No!” sbotta sistemandosi gli occhiali da sole sulnaso, perché anche sotto le intemperie più assurde,Brittany li indossa “Piuttosto di fare la figura dellacornuta preferisco finirla qui e ora!”“Ti ha detto per caso che ti tradirà?” chiedosarcasticaEsita un momento nel rispondermi per eseguire ilparcheggio. Siamo arrivate a scuola. Io mi guardo

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intorno osservando i nuovi arrivati che sembranoagitatissimi, quelli dell'ultimo anno ridono e pensoche probabilmente si staranno già organizzandoper il ballo di inizio anno che quest'anno sisvolgerà lo stesso venerdi della presentazionedella squadra di football, cioè proprio venerdiprossimo.“Certo che no!” risponde urlando Brittany, a meviene un colpo! Mi ero scordata per un attimo dicosa stavamo parlando. Spegne il motore.“E allora perché l'hai lasciato?” mi giro verso isedili posteriori per recuperare l'ombrello che èappoggiato sul tappetto del passeggiero“Sei così provinciale Jewel che non ti possoneanche ascoltare” risponde liquidandomi con ungesto della mano. Poi sbuffa.Non replico, non servirebbe cercare di farlaragionare. Se ha deciso che dopo tre anni dovevalasciare il suo ragazzo, tanto peggio per lei escendo dall'auto con quel pensiero nella testa.Mi sistemo la tracolla sulla spalla destra lasciando

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che la borsa scivoli sul fianco sinistro perchérimanga asciutta sotto l'ombrello. Faccio il girodell'auto apro la portiera a Brittany sostenendol'ombrello tra di noi per farla scendere senza che sibagni.Esce dalla macchina con quel suo modo tantovamp, si sistema la borsa a tracolla. I ragazzi nelparcheggio la osservano con la bava alla bocca“Non sei stufa che ti guardino così?” le chiedomentre finisce di arrotolarsi le maniche delgiubbino in jeans. Piove ininterrottamente da unpaio di giorni, l'aria è frizzantina, mi accorgo diessere l'unica in maniche corte.“No!” sentenzia alzando il colletto del giubbinoche fa molto figa mi prende sotto braccio “Ok”inizia a dire mentre ci incamminiamo “mimancherà, lo ammetto. Ma le relazioni a distanzasono certa che non fanno per me. E' giusto cosi,fidati, e non lo dico solo perché mi devoconvincere sai?!”La guardo storcendo la testa di lato.

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“Te lo giuro J!!! E dai, è l'ultimo anno anche pernoi, no?”“E questo che centra? Siamo circondate sempredalle stesse facce, noi!”“Beh, non proprio da tutte quest'anno” mi fal'occhiolino lanciandomi il chiaro messaggio nonespresso per dire “arriva carne fresca e nuova”.Mi auguro che non si riferisca alle matricole!Jane è in piedi che ci aspetta vicino al nostroalbero.Si perché noi, abbiamo il nostro albero, dal primogiorno di liceo. Nessuno ha mai osato cercare diprendersi il posto che abbiamo difeso con tantacura, non solo perché ci siamo affezionate, maanche perché è in posizione strategica. Tutti iragazzi della scuola sono costretti a passaredavanti a noi per entrare nell'istituto, e noipossiamo tranquillamente spettegolare su ognunodi loro.Brittany la saluta con la mano, in quel momento iovengo completamente infradiciata da uno spruzzo

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esagerato che fuoriesce da una pozzanghera.Riesco a malapena a realizzare che cosa èsuccesso quando riesco ad intercettare da sotto ilciuffo grondante di acqua sporca, la Porschemodello Dylan McKay che mi supera, e la personache guida neanche si ferma! Inaudito!!!Ok, data la mia giovane età, non dovrei nemmenosapere chi sia Dylan Mckay, ma con una madreche non faceva altro che ripetermi che era il suoamore platonico negli anni 90, io, Brittany e Janeabbiamo trascorso un'estate intera, due anni fa, aguardare tutte e dico tutte, le serie del telefilmnelle videocassette che aveva conservato miamadre. Questo è l'unico motivo per cui a casa miac'è ancora il registratore oggi, che siamo nel 2012.Brittany lancia un urlo, Jane è già al mio fianco.Sento un boato di risate che si innalza nelparcheggio.Mollo a Brittany l'ombrello e parto in quarta perdirigermi verso la Porsche che ormai èparcheggiata. Non aspetto che l'autista scenda, gli

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apro la portiera. Rimango folgorata da due grandiocchi verdi che mi fissano.Cazzarola, è veramente uguale a Colton Haynes.Rasato, per giunta!!! Sembra appena uscito dalvideo di Trouble di Leona Lewis! Sono spiazzata.“Ti serve qualcosa?” mi chiede “Colton”.Scuoto il capo ed esco dal mio stato di trance “Ahgià!!!” borbotto tra me e me “Ehiiii” urlo nonappena mi riprendo “non hai visto cosa mi haifatto, brutto idiota?” sto indicando con una manoil lato destro del mio corpo che sgocciola dallatesta ai piedi.Mi guarda impassibile, prende la borsa di pellenera che è adagiata sul lato passeggero, siaggiusta un berretto nero in testa calando lavisiera sugli occhi e scende dall'auto.Mi guarda con le palpebre socchiuse “Dovreichiederti scusa?” mi dice con un ghigno.“Non so, tu che dici?” gli rispondo mettendomiuna mano su un fianco e alzando il mento perintimidirlo, che poi lo sa meglio lui di me, la mia

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mossa non funziona proprio per niente.Lo vedo avvicinarsi alla mia guancia sinistra, mida un bacio lievissimo “Scusami” mi sussurraall'orecchio.Ok, sono dannatamente in trance. O forse è estasi?Beh, non lo so, in ogni caso sento che il mio voltoha assunto una tonalità che potrebbe richiamare acomando tutti i colori del mondo perché, noncapisco come sto reagendo al gesto.Lo guardo a bocca spalancata, poi scoppio aridere. Ma non una risata isterica, una risata chemi esce proprio di cuore. E' ufficiale: stoimpazzendo!Mi fa l'occhiolino e si gira per entrare nell'edificio.“Oh cazzo J, non ci credoooo” urla Brittanyraggiungendomi di corsa “Com'è che sei cosìfortunata?!” si affretta a coprirmi con l'ombrello.“Si J, davvero!. Al tu posto sarei stramazzata alsuolo se avesse baciato me”Non rispondo perché al momento sono con la testain un altro pianeta.

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“Comunque è un figo da paura” dice Brittanysventolandosi una mano sul viso.Non smentisco. Mi limito a non commentare.Striscio penosamente verso il mio armadietto atesta basta perché non ho il coraggio di guardarmiintorno. Le sghignazzate gratuite mi travolgono daquando ho messo piede nella scuola due minutiprima.Apro l'armadietto e prendo la maglia a manichelunghe che tengo sempre di scorta come cambio.E' lì da un anno ormai ma è un dettaglio, cuiadesso non voglio pensare.Mi scosto un po' per non rischiare di prendere losportello in faccia, “Colton” è appoggiatoall'armadietto di fianco al mio. Mi guardasorridendo.“Che vuoi?” gli chiedo sbattendo l'armadietto perchiuderlo“Sei fradicia” dice lui, stavolta però è serio.“Non fa niente, adesso vado a cambiarmi” glimostro la maglia “I jeans si asciugheranno

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dopotutto siamo ancora in estate” gli faccio unsorriso.“E' vero, è estate ma oggi piove”Mi vengono in mente le parole di mia nonna “Trapoco smetterà” gli dico prima di andare verso ibagni per andare a cambiarmi.Entro, per prima cosa mi asciugo velocemente icapelli sotto il getto di aria calda che escedall'asciugamani elettrico. Ha un bocchettoneminuscolo, ma pazienza. Poi entro nel bagnolibero in fondo alla fila, per la prima volta incinque anni riesco a vederlo pulito. Mi tolgo lamaglietta. Mi accorgo ora che la coppa destra delmio reggiseno è bagnata. Impreco perchésicuramente la maglia asciutta che indosserò faràla macchia proprio lì e nonostante abbia addossodei jeans completamente fradici, sarà quella sola,minuscola macchia ad essere il capro espiatoriodella pessima figura che ho fatto stamattina. Esiamo solo al primo giorno!!!Decido di non pensarci, esco e mi guardo allo

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specchio. E' lì! Cazzo! E sono anche in ritardo allaprima lezione di storia, con il prof. Misinski, che èun tale rompiballe.Incrocio le braccia davanti al petto stando benattenta a coprire la macchia umida sotto il bracciofacendo le prove allo specchio. Ok, può andare,non si vede. Risolverò il problema in aulastravaccandomi sul banco.Spalanco la porta del bagno e mi dirigo a tuttavelocità, a braccia saldamente incrociate, allalezione.Per fortuna il professore non è ancora arrivato.Mi viene in mente solo ora che Brittany e Jane nonsono nel mio corso. Mi sono fermata achiacchierare con i miei compagni delle vacanzeestive, che io ho trascorso in paese lavorandonell'officina di mio padre, il professore entra e cichiede di accomodarci ai nostri posti. Io sono inultima fila, nel banco vicino alla finestra che dàsul campo da football.Sto guardando fuori quando sento il professore

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richiamare l'attenzione facendo qualche colpo ditosse. Mi giro svogliatamente a guardarlo, tutta laclasse mi fissa “Jewel sei con noi?” chiedeMisinski in modo piattissimo.Annuisco con un cenno della testa.“Bene, ora che anche Jewel presta attenzione,vorrei presentarvi il vostro nuovo compagno dicorso” fa un cenno verso la porta ed entra“Colton”.Mi raddrizzo di scatto sulla sedia alzando gliocchi al cielo. Ma è un incubo!!!“Ragazzi, lui è Brian Johnson, vi prego di essereamichevoli e cordiali, per quanto vi sia possibile”non mi è sfuggita la nota di deprezzamentoBrian fa un cenno di saluto con la mano verso icompagni di classe. Ora mi guarda dritta negliocchi.“Posso sedere vicino a Jewel?” chiede alprofessore continuando a guardami“Certo vi conoscete?” chiede sorpreso“No!” mi appresto a dire io con voce strozzata

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“Jewel, cosa ho appena detto? Amichevoli ecordiali con il nuovo compagno”, dicecantilenando come se stesse parlando con unabambina. Poi mi fulmina con lo sguardo.Tolgo la borsa dalla sedia vicina alla mia standoben attenta a fare un rumore tremendo per farcapire al professore il mio disappunto, Brian siavvicina e sorride scuotendo il capo. Nel brevetragitto che impiega per arrivare fino al banco miaccorgo che tutte le ragazze lo guardanoincantante. Anche i ragazzi lo guardano. Ciscommetto che entro una settimana tuttiassumeranno lo “stile Brian” perché qui, nessunoha una propria personalità. Sono, anzi lo ammetto,siamo tutti fatti con lo stampino. Brian è l'unico asembrare diverso dagli altri ma, ripeto, entro unasettimana saranno tutti come lui. Comunque, devoammetterlo, è da togliere il fiato.Si siede vicino a me, ma non dice niente. Guardail professore davanti a lui che blatera riguardo alprogramma del semestre in cui parleremo di non

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so quali guerre e gente storica famosa che,ovviamente, è crepata da tempo immemorabile,mentre io fisso Brian dalla testa ai piedi. Ha unpaio di Dr. Martens nere, un paio di stretti jeansscuri e una maglietta bianca a manica corta conscollo a V. Le braccia sono muscolose, ma nontroppo. Ha appoggiato la borsa di pelle per terravicino alla sedia e il berretto sul banco. Nonprende appunti. Vedrai che sarà pure un mezzogenio. Ora che ci penso anche io ho il bancovuoto.Dopo un po' lo vedo portarsi la mano sinistrastretta a pugno davanti alla bocca, spostaleggermente il busto verso di me “Se mi fissi unaltro po' mi metto a urlare” dice a denti stretti.Molto rumorosamente, stavolta non di proposito,mi rimetto composta perché mi rendo conto soloora di essere stravaccata sul banco guardandoloadorante, e ho di nuovo tutti gli occhi puntantiaddosso.“Jewel!!!” urla il prof “devo sbatterti fuori già al

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primo giorno?”Emetto un “Mmmmhhhh” con tanto di alzata diocchi al cielo, cercando però di non fare rumore.Che anno difficile mi aspetta.

CAPITOLO 2La lezione di storia è finita, mi alzo in fretta dalmio posto e mi dirigo come un fulmine a quella diletteratura inglese, dove mi aspettano Brittany eJane. Sono già arrivate, quando entro stannochiacchierando con Mark e Cooper della squadradi football. Li raggiungo, li saluto con unabbraccio perché sono miei amici, prendo posto albanco e mi siedo nella sedia in mezzo. Di solito èBrittany a sedere al centro, infatti non appena siavvicina dice “Perché ti sei seduta li?” alzo losguardo dalle mani che tengo intrecciate sul banco“Perché vi devo raccontare una cosa assurda”.Scrolla le spalle e si siede alla mia destra, dove disolito siedo io, mentre Jane si mette alla miasinistra. Incrociano entrambe le mani sul banco esi girano a guardarmi con attenzione, come se

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dovessi dire chissà quale cosa, prendo un belrespiro “Colton Fasullo è nella mia classe distoria!!!” Jane scoppia a ridere, mentre Brittany mimostra molto, molto, lentamente un dito medio.Beth, seduta davanti a noi si gira “Chi è il ragazzonuovo?”“Si” le risponde Jane “e a proposito, com'è cheavevi visto la sua foto prima dell'inizio dell'anno?”La guardiamo tutte in trepidante attesa di unarisposta, intanto che entra la prof. Carlton Bethrisponde in un sussurro “Ho le mie fonti” poi sigira. Brittany alza un braccio facendo finta didarle un man rovescio, quando Brian entra inclasse. L'universo femminile smette di respirare iocompresa.Scivolo piano sotto il banco ma Jane mi dà unpizzicotto sul fianco per farmi raddrizzare “Nonfare la stupida” sbuffo e appoggio la testa sullamano.Mentre la professoressa presenta Brian alla classe,la guardo osservare i pettorali del nuovo arrivato

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un po' troppo avidamente, e poi sorride. Sempre.La Carlton non sorride, mai. Vengo a sapere,ascoltando attentamente la presentazione dellaprofessoressa che non è così entusiasta nemmenoquando parla di Shakespeare, che Brian giocherànella squadra di football (e ti pareva!) quindiCooper e Mark, che sono rispettivamente il quaterback e il lanciatore della squadra, lo invitano asedere accanto a loro.La lezione si trascina velocemente, io mi ritrovosempre girata a guardare Brian.Per il resto la mattina è volata, sono seduta fuoricon i miei amici a mangiare il pranzo della mensa,che a discapito di tutto quello che dicono in realtànon è male. Ma forse io la penso così solo perchéMarna, la sorella di Gus, è la cuoca.Distendo le gambe perché spero che il sole che èuscito da qualche ora, mi asciughi un po' ipantaloni. Credo che la mia pelle ormai siaammuffita. Mi volto quando inquadro Brian. Sista dirigendo da solo verso il parcheggio, non

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riesco a non guardarlo.“Ti sei presa una bella cotta, vero?” chiede Janeinfilandosi in bocca un pezzo di banana.“Spero che ti strozzi” le rispondo, ma di nuovonon smentisco. Da quando l'ho visto questamattina mi sento strana, ho le farfalle nellostomaco e non riesco a togliermi di torno ilpensiero di lui e del suo bacio sulla guancia. Miviene la pelle d'oca solo a pensarci.“Gli chiedo se si unisce a noi” esordiscoscendendo dalla panchina.Cooper e Mark mi guardano come se avessi dettochissà quale eresia, io mi incammino verso ilparcheggio. Quando sono vicina all'auto vedo cheBrian è scomodamente seduto sul sedile delpasseggero con il berretto calato in testa, nonresisto e gli busso al finestrino leggermenteaperto. Toglie il capello dalla faccia e mi guarda.Lo saluto con la mano sorridendogliamichevolmente. Abbassa del tutto il finestrinoma non dice niente. Adesso sono un po'

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impacciata, ma prendo coraggio: “Mi chiedevo seti andava di unirti a noi per il pranzo” gli chiedogentile. Sbatte le palpebre e risponde con unindifferente “No”.M'incazzo come una iena!“Grazie” gli dico, a stento trattengo lo sdegnonella voce.Mi guarda inebetito e, ancora, non dice niente.“Potevi dire: No, grazie” faccio io.“No grazie” esclama, poi fa per alzare il finestrinoma ci metto una mano sopra per fermarlo. E' ungesto che mi viene automatico ma sinceramentenon so che cosa dirgli, cosi prende lui l'iniziativa“Sei stata gentile a chiedermelo, ma sono stancomorto e preferisco riposare. Ti prometto chedomani sarò dei vostri”. Mi accorgo che stosorridendo. Che sfigata non posso credere disciogliermi così davanti a lui. Torno seria perchénon voglio dargli tanta soddisfazione, tolgo lamano dal finestrino e torno dai miei amici.Brittany mi guarda sorridendo “Allora?”

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“Ringrazia, ma declina, sarà dei nostri domani”rispondo con finta naturalezza.Jane e Brittany guardano Mark e Cooper, tuttiquanti aggrottano la fronte “Era solo un gestogentile” mi sbrigo a dire tornando a sedermi sullapanchina.“J, lo sappiamo tutti che sei gentile, però sequalcuno rifiuta ti arrabbi, il che è alquantostrano” mi dice Cooper mettendo un braccioattorno alle spalle di Jane, che è la sua ragazza.Mi conoscono troppo bene!!! Alzo le spalle e mimetto a mangiare una mela.Brittany mi lascia sul vialetto di casa, io miprecipito verso le scale perché devo assolutamentetogliermi i jeans, non ne posso più. Quando entromia nonna è al telefono, mi fa cenno di fermarmicon la mano che poi appoggia sulla cornetta “E'Jared, vuole parlarti”.“Digli che non sono ancora tornata” comincio afare i gradini di corsa. Entro in camera, mi tolgo ijeans che butto nella cesta dei panni sporchi, apro

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in fretta il rubinetto della doccia. Mi guardo allospecchio e mi accorgo di avere una facciastravolta. Questo primo giorno di scuola è statodavvero disastroso, sotto ogni punto di vista.Rimango sotto il getto dell'acqua più del solito e,uscendo, mi stringo un grande asciugamano verdementa intorno al corpo e uno più piccolo a mò diturbante in testa. Mi asciugo pigramente legambe, le braccia, poi mi vesto e comincio atamponarmi i capelli, dovrei lisciarli ma opto peruno chignon.Mia nonna Evelyn bussa alla porta, entra incamera sfoggiando un “sorriso da nonna”, quelliche solo loro sanno fare e che riportano ilbuonumore. Si siede sul letto e aspetta che laraggiunga, mi passa un braccio intorno al collo“Allora, tesoro mio, com'è andato il primogiorno?” chiede. Glisso su tutto ciò che nonriguarda Brian, la mia testa oggi era concentrataesclusivamente su di lui.“Deve essere il classico bello e dannato, dico

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bene?” mi chiede quando finisco di raccontarle lamia giornata.“Bello è dir poco, dannato…beh, non so se sial'aggettivo giusto!” le rispondo alzandomi dal lettoper rassettare la camera.“E qual è allora l'aggettivo giusto?”“Peccaminoso” le rispondo con un ghigno.“Jewel!” scoppia a ridere, mentre io la seguo aruota.Quando ci riprendiamo si fa più seria “Lo sai veroche non puoi evitare Jared in eterno?!”Mi rabbuio all'istante “Si lo so, ma adesso non miva di parlare con lui”“Ok!” si alza e si avvicina alla porta “Tuo padre tiaspetta in garage”.Sbuffo, non ho davvero voglia di aiutare miopadre oggi in ufficio. Gli tengo la contabilitàdell'officina tre volte la settimana, per non parlaredei sabati mattina, che trascorro puntualmente inufficio sepolta da una montagna di carte.Prendo in mano il telefono e mando un sms a

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Brittany e JaneAndiamo a correre? J.E' la scusa che uso con mio padre quando non hovoglia di aiutarlo, gli dico che “me lo avevano giàchiesto” così lui chiude un occhio e io me la filo.In realtà non corro, mai, guardo Brittany e Janefarlo, d'altra parte sono loro le cheerleader chedevono tenersi in forma. Io mi sdraio sull'erba delparco e ascolto la musica. Brittany mi rispondesubito “Sono li tra cinque (minuti)”. Da Jane,niente, probabilmente sarà impegnata con Cooper.Tolgo i pantaloni della tuta blu che di solito usoper stare in casa e m'infilo i pantaloncini corti euna maglietta logora taglia XL perché, non siamai mi venga la strana idea di mettermi a correreper davvero, la gente noterebbe la mia pancettasaltellare a ritmo di corsa.Entro nel garage e saluto mio padre e Gus.“Tesoro, ci sarebbe….vai a correre?” chiedestupito“Ehm si papi, Brittany me l'aveva già chiesto” gli

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rispondo sghignazzando sotto i baffi, ma siccomeho usato quel tono talmente melenso cui i padrinon resistono, lui acconsente con un gesto dellatesta.“Un giorno tutto questo ti si ritorcerà contro” misussurra Gus nell'orecchio, per tutta risposta glimostro un sorriso angelico “Beh, comunquequando torni devi compilare lo stesso i moduli perun'assunzione” mi urla mio padre da non so qualepunto del garage.Spalanco la bocca…non posso crederci, ma cos'haoggi la mia giornata che non vuol proprio andareper il verso giusto?!?!?! Sono allucinata!Sento lo sguardo di Gus puntato addosso, alza lesopracciglia due volte come a dire “Ah, ah,stavolta ti ha fregata!”. Lo fulmino.“Allora andiamo?” urla Brittany dietro le miespalle. La guardiamo tutti, anche il tonto di Maxche di solito non mette mai il naso fuori daimotori. La mia amica saltella sul posto, haaddosso un paio di pantaloncini corti neri con le

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bande rosa shocking ai lati (quelli alla RockyBalboa per intenderci) e un micro top nero che lenasconde appena i seni. Ha i capelli raccolti in unacoda di cavallo, il contapassi allacciato al braccioe gli immancabili occhiali da sole da diva.“Bocconcino, tu sei deprimente” mi dice Gusfacendo la panoramica del mio abbigliamento.Abbasso la testa e m'incammino per raggiungerla.Corro per circa 100 mt, la distanza giusta peressere fuori traiettoria dal garage, appena possomi metto a camminare.“Ci vediamo al parco” mi urla Brittany è giàavanti a me di 20 metri, la saluto e m'incamminogoffamente con Jeff Buckley sparato nelleorecchie. La temperatura si è alzata di parecchigradi da stamattina: come fa a correre con questocaldo?Apro gli occhi solo quando Brittany mi da unpizzicotto sul braccio “Ahia!” le dico. Oh Cristo,ma sono tutta bagnata. Non ci credo, hodimenticato che questa mattina ha piovuto e mi

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sono coricata sull'erba. Devo essere stata davverostravolta per addormentarmici sopra senzaaccorgermene. Mi alzo di scatto.“Si può sapere che hai oggi J? Come ti è venuto inmente di sdraiarti sull'erba bagnata? Ma guardati,dietro sei zuppa!” ride a crepapelle.Mi viene quasi da piangere.“Forza, andiamo” le dico mortificata, consapevolel'intero paese mi vedrà ridotta in questo stato.Uscendo dal parco ci fermiamo per attraversare lastrada, una Porsche si ferma per lasciarci passare.Oh merda!!!Brittany mi guarda con un luccichio negli occhi mistrattona perché la segua di qualche passo. Aquesto punto l'auto con i finestrini aperti accostasul ciglio della strada.Brittany allunga il braccio destro nell'abitacolo estringe la mano di Brian “Ciao, mi chiamoBrittany, siamo compagni al corso d'inglese” sipresenta così, con una naturalezza disarmante. Luile sorride ricambiando la stretta “Sono Brian

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almeno tu hai avuto la decenza di dirmi chi sei, latua amica mi ha insultato prima ancora di dirmi ilnome” Brittany ride in quel modo da oca giulivache mi da tanto sui nervi e scuote il capo. Laguardo storto “Lo sa come mi chiamo” borbotto“Che hai detto?” mi chiede Brian“Niente”“Brian…so che non è molto carino da parte miachiederti un favore così su due piedi considerandoche ci siamo appena conosciuti, ma la mia amicaqui” si gira a lanciarmi uno sguardo indecifrabile“ha avuto un piccolo contrattempo al parco.Saresti così gentile e darle un passaggio?”Adesso la uccido!Le stritolo la mano “OK” risponde tranquilloAdesso uccido lui!“Grazie” gli risponde Brittany, usa la mano liberaper aprirmi la portiera.Non oso fiatare, sono troppo arrabbiata,imbarazzata, umiliata per elargire una frase disenso compiuto. Noto che il sedile è in pelle. Per

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fortuna! Quando saprà in che condizioni sono, midirà sicuramente di non salire. Devo prendere alvolo l'occasione!“Ehm, forse è meglio lasciar stare, non vorreisgualcirti i sedili con la maglietta bagnata” nonvoglio dirgli che lo è anche il posteriore.Brian alza un sopracciglio “E' un sedile Jewel”E che cavolo! Ma ha sempre la risposta pronta?!Brittany mi spinge in macchina, mi siedostringendo gli occhi, non oso guardarlo in faccia!Lei ci saluta con la mano e riprende a correrementre io la mando mentalmente a quel paese.“Dove vivi?” mi chiede Brian“22 di Chelsea Street” rispondo guardando drittodavanti a me. Nessuno fiata.Mi perdo nella musica che esce dalle casse. Nonci credo, sta ascoltando anche lui Jeff Buckley.“Perché sorridi?” sento che mi osserva mentreguida“Buckley è il mio cantante preferito” gli rispondostritolando l'ipod che ho in mano.

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Distoglie lo sguardo da me concentrandosi sullastrada.Quando parcheggia davanti al vialetto d'ingressomia nonna alza lo sguardo verso la Porsche. Leiconosce tutto, di tutti. Mi mordo il labbro perchénon so come scendere dall'auto senza mostrare ilmio didietro bagnato.“Puoi voltati dall'altra parte?” gli chiedoguardando mia nonna che è diventata il mio puntodi riferimento“Perché?”“Ti pregooo” piagnucolo. Non voglio dirglielo,guardo mia nonna chiedendole A-I-U-T-O con illabiale.“Va bene, ma devi guardarmi negli occhi echiedermelo”Oh Signore!!!Stringo le labbra fino a farmi male ma obbedisco“Puoi voltarti dall'altra parte per favore?” glichiedo gentilmente“E' stato il viaggio più corto e silenzioso della mia

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vita” dice sorridendo, scuote la testa stringendo lamano sul volante“Idem. Adesso voltati!”“Non posso”COSA???“Perché no?” sono terrorizzata“Sei troppo carina da guardare”Per la miseria!!!Al contrario di questa mattina, ora la mia risata èisterica e non riesco a smettere, ho le convulse.Mia nonna deve aver intuito che qualcosa in menon va, non mi comporto MAI cosi con unragazzo, perché si precipita ad aprirmi la portiera“Stai bene tesoro?”“Si, grazie” sorrido, poi mi volto a guardare Briane faccio le presentazioni “Brian, lei è Evelyn, mianonna”.Non è per niente in difficoltà, spegne l'auto escende per raggiungerla, le stringe la mano“Molto piacere Evelyn” le dice amichevolmente.“Perché non sei su un cartellone pubblicitario in

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mutande?” gli dice seria dandogli una pacca sullaspalla “Domani devi venire a tagliarmi il prato. Apetto nudo. Inviterò qualche vecchia arpia delpaese sperando che almeno una di loro tiri le cuoiasbavando su di te”. Scoppiano a ridere mentre iomi scavo la fossa.Ora, la mia non è certo una nonna che si puòdefinire ordinaria: il mercoledi dice a mio padreche va a giocare a burraco, quando la verità è chesi trova con vecchi amici, tutti maschi, per ilpoker, scommettono pure, e lei se la cavaabbastanza bene. In trent'anni di gioco d'azzardosi è messa via quasi 300.000 dollari ma papà nonlo sa; dice sempre quello che pensa, beve whisky efuma sigari cubani. Nelle grandi occasioni, Natalee Pasqua, mi allunga la coca cola con il rum dinascosto. Io, Brittany e Jane ci siamo ubriacatecon lei la prima volta a 16 anni. Mio padre eraandato a pescare tutto il weekend con Gus e altriamici, così la nonna ha invitato le mie amiche perun pigiama party a casa nostra e alla fine ci ha

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messe a letto dopo averci sostenuto i capelli soprala tazza del water mentre vomitavamo a turno. Sotutto di lei e ci sono abituata…ma questo è troppo!Mortificata scendo dalla macchina sbattendomenealtamente di avere il sedere bagnato, entro ingarage per fare quello che mi ha chiesto mio padredirigendomi in ufficio, sbatto la porta chiudendolae mi siedo alla scrivania sulla poltrona gialla. Nonho salutato Brian da quanto ero imbarazzata.Prendo la cartella rosa con la scritta “Assunzioni”che mio padre mi ha lasciato sul tavolo e smuovoil mouse per dar vita allo schermo del pc. Apro lacartella e i miei occhi vengono fuori dalle orbite!BRIAN JOHNSON è il nome del nuovodipendente!!!

CAPITOLO 3“Oh merda” richiudo in fretta la cartella togliendole mani come se mi fossi scottata. Mio padre mista fissando a bocca aperta, non credo abbia maivisto prima quest'espressione sul mio viso“Tesoro, che succede?”

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“Lo sai chi è questo Brian Johnson?”“E' il nuovo ragazzo che è arrivato in paese. E'stato qui la settimana scorsa e mi ha chiesto secercavo qualcuno part-time, il lavoro è aumentatoe ho pensato che fosse una buona idea”Mi chiedo: Dov'ero io quel giorno?“Capisco” faccio una smorfia“C'è qualche problema?” chiede Gus che intantoci ha raggiunti“No no” rispondo strozzata e riapro la cartellasenza più alzare gli occhi.Mio padre vorrebbe aggiungere qualcosa ma vieneinterrotto.“E' permesso?” sento dire alla portaAlzo lo sguardo e vedo Brian che sorride “Oh,eccolo qui il nuovo arrivato” gli dice Gus dandogliuna pacca sulla schiena così forte che lo costringea fare un passo avanti “Allora, quando cominci?”“Al più presto” risponde lui“Bene, rimani pure con J, stava giusto preparandol'assunzione, poi vieni da noi in garage che

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firmiamo tutto” gli dice mio padre. Io diventoverde.Ci scommetto che sbaglierò a compilare i modulie farò la figura dell'idiota.“Grazie signore” entra nell'ufficio per lasciarpassare mio padre e Gus che tornano al lavoro. Sipiazza davanti alla scrivania a braccia incrociate“Posso sedermi?” mi chiede serio buttando unocchio sulle sedie che stanno di fronte allascrivania.Gli faccio un cenno con la testa e apro ilprogramma al pc. L'atmosfera è imbarazzante, nonci parliamo nemmeno, ci limitiamo a respirareognuno perso nei suoi pensieri. Cioè, io sonopersa in lui e nel suo sguardo fisso su di me macerco di non darlo a vedere.“Come mai sei tutta bagnata?”Vorrei avere il coraggio di chiedergli “In chesenso?”. Mi limito a dire la verità “Ehm, mi sonosdraiata sull'erba del parco”“Ma sei in tenuta da jogging, non corri?”

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“Tutta scena. In realtà ascolto la musica mentreaspetto Brittany e Jane, l'altra nostra amica.”“Perché allora ci vai?”“Perché non sempre ho voglia di starmenerintanata qui dentro”“Non faresti prima a dirlo a tuo padre?”Questa domanda mi spiazza: non mi ha maisfiorata l'idea di parlargliene, forse perché per meè ormai diventata un'abitudine aiutarlo. Ogni tantotiro fuori questa scusa del jogging ma accade cosìdi rado che quando succede non si rifiuta.Comunque gli rispondo con un secco “No” mentrestampo il modulo che nel frattempo ho terminatodi compilare, lo estraggo dalla stampante prima diappoggiarlo sulla scrivania “Ok, possiamocontrollare i dati a voce?”“Certo”“Allora…Brian Gregory Johnson”“Si”“-nato a Miami il 14.02.1995”Ah però! Che cavolo è venuto a fare in Illinois? E'

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nato il giorno di San Valentino! Mi viene daridere.“Si”“Sei nato il giorno di San Valentino”Oddio, è arrossito. Ah, Ah!!!“Hai vissuto a Miami?” chiedo quando ho finito diridere internamente perché non voglio essere cosìsfacciata e fargli vedere che la sua reazione mi stafacendo scompisciare.“No comment”Lo guardo senza capire la sua risposta.“Mi rifiuto di rispondere”.Presuntuoso che non è altro!Faccio una smorfia e ricomincio la trafila didomande alle quali lui prontamente risponde SI.Vorrei dirgli che poteva limitarsi a dirmi alla fineche era tutto corretto ma ho preferito starmenezitta e buona. Gli allungo il foglio e una pennapiena di strass che guarda turbato. Quando laprende le nostra dita di sfiorano. Ci guardiamo eritiriamo entrambi la mano, cosi la penna cade sul

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tavolo. Rannicchio la testa tra le spalleimbarazzata mi accorgo che anche lui è diventatorosso in viso.Recupera la penna, mette la firma, raccoglievelocemente il documento ed esce senza salutarmi.Mi viene un colpo quando sento il cellullaresuonare. Non c'è bisogno che guardi chi mi stachiamando: so già che è Brittany.Appena premo il testo per rispondere la sentourlare “Com'è andata, com'è andata, com'èandata?” me la immagino saltellare in camera suamentre me lo chiede “No comment”“J, ti prego, non farla tanto lunga era solo unpassaggio!”Non le rispondo.“J???”Non le rispondo.“Jewel!!!!” sbraita.“Verrà a lavorare qui” le dico alla fine emettendoun lungo sospiro.“COSA??? Oh J, non ci credo. Ma è una figata!!!”

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Sapevo che l'avrebbe detto.“Tu dici?” le chiedo mentre mi mangio un'unghia“J, ascoltami!!! Non ti prendi una cotta da quanto?Una vita ormai? Capisco che l'anno scorso lastoria con Matt non sia andata proprio alla grande,ma ormai è passato, lasciatelo alle spalle. Senti,questo Brian è oggettivamente bellissimo, ciscommetto le chiappe che è pure single, tuanche…”“Perché sei già arrivata a questa conclusione?” lainterrompo“Perché è la prima volta che ti vedo cosi presa perqualcuno”“Ma se non lo conosco neanche. E' bello loammetto ma mi dà sui nervi quando parla”.“Oh diooo…ti sei già innamorata!!!” sghignazza.Le chiudo il telefono in faccia.Mi alzo dalla poltrona e mi avvicino alla porta peruscire ma sento la voce di Brian venire dal garage,perciò decido di rimanere dove sono, nel frattempomi arriva un sms di Brittany che invia la faccetta

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che fa la lingua. Sorrido.“Allora a domani” sento dire da Brian.“Ciao figliolo” gli dice mio padre. Figliolo??? Ohmio Dio, Brian se l'è già ingraziato in quanto? 5miseri minuti? Alzo gli occhi al cielo aprendo laporta convinta che sia già uscito. No, per niente, èsul vialetto che guarda il display del cellulare.Cerco di non farmi notare e mi avvio verso casa.Devo fare si e no dieci metri. Sto rasentando ilmuro con un braccio, ma non me ne importa “Adomani Jewel, ci vediamo a pranzo” mi urla lui.Ma se non mi ha nemmeno vista?!“Si ciao” rispondo.“E un'altra cosa…”Mi volto a guardarlo“Ho risposto puntualmente a ogni tua domandaperché se lo avessi fatto solo alla fine, ci avreimesso troppo poco e non sarei potuto restare aguardarti”Dio santissimo, adesso muoio! Incrocio le manistritolandole dietro la schiena e parto di corsa per

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casa.Entro il cucina abbozzando un sorriso persa neimiei pensieri “Tesoro, è bellissimo!!! Checolpaccio!” mi dice nonna mettendo i piatti intavola per la cena.“Ma quale colpaccio?” chiedo seria“Quel ragazzo è già cotto, tu pure…” lascia lafrase in sospeso girandosi a prendere i bicchieridalla credenza.“Non è cotto, io neanche”“Si certo come no?!” mormora“Ti ho sentita, sai?”“Di che parlate?” chiede Gus entrando in cucina“Niente” rispondo“Bocconcino hai intenzione di dirmi “niente” ineterno?” si porta alla bocca una cucchiaiata dipurè e guardandomi sornione aggiunge con labocca piena “Ti piace Johnson?” mi prende in giro“NOOO!!!” mi affretto ad urlare. Però rido.Lui e la nonna scoppiano a ridere, io vado a farmiuna doccia.

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Dopo cena aiuto la nonna a sparecchiare, salgo incamera a cercare un libro ed esco a prendere labici in officina. E' lilla con delle stelle filantiattaccate al manubrio. Mi avvio per andare atrovare mia madre. In cinque minuti arrivo,appoggio la bici a un albero e apro il cancelletto diferro del cimitero. Sono le otto di sera ma non èancora buio pesto. Mi siedo davanti alla sualapide, le dico “Ciao mamma” e poi comincio aleggerle “Il ritratto di Dorian Grey”. In un attimo ènotte, non avendo portato con me la torcia mi alzoper tornarmene a casa.Mi infilo una maglietta extra large di Jared, milavo la faccia, i denti e sgattaiolo a letto. Sonodistrutta. Che giornata ragazzi!!! Mi addormentocome un sasso.

CAPITOLO 4Mi sveglio con una musica assordante che escedalla radiosveglia, è l'unico sistema per farmialzare dal letto la mattina, sono pigra da far schifo,mi trascino al bagno per fare pipì. Mi guardo allo

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specchio quando ho finito e decido di truccarmiperché ho le borse sotto gli occhi. Ho passato unanotte che oserei definire “turbolenta”, perciò nonho altra scelta che mettere il correttore e ilfondotinta sulla pelle per cercare di darmiun'espressione quasi decente.Pronta, prendo il golf blu dalla sedia e scendo afar colazione che consiste: in un pancake gigante(quelli che solo nonna Evelyn riesce a fare) cispruzzo una quantità abbondante di sciroppod'acero, caffè macchiato e succo alla pesca. Papà enonna sono già fuori, io mi crogiolo in unpiacevole silenzio. Ecco, il momento è giàterminato, Brittany mi manda un sms:VUOI UN PASSAGGIO?Declino, oggi preferisco andare in bicicletta. E'una bellissima giornata e voglio godermi questoattimo di tranquillità prima dell'interrogatorio chemi faranno lei e Jane appena mi vedranno.Torno in camera, entro in bagno e mi lavo i denti.Prendo la borsa dalla sedia e la metto a tracolla,

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vado a recuperare la bici. Saluto mio padre, Gus eMax, mi fermo un attimo a parlare con la nonnache sta portando sul retro della casa il bidonevuoto delle immondizie, salgo in sella, e mi avvio.Sto mettendo il lucchetto alla bici quando sentouna pacca sulla spalla. Mi volto e trovo Brittany eJane che mi guardano con un sorriso malizioso.Rido appena vedo la loro espressione “Sieteridicole” alzandomi tiro su i jeans facendo finta diniente “Allora?” chiede Jane, studiandosi leunghie della mano destra “Comincerà a lavorareal più presto” rispondo“Domani? Dopodomani? Quando!!!???” chiedeBrittany sventolando in aria una mano.“Oggi!”Siamo arrivate al nostro albero, Mark e Cooper cistanno aspettando. Salutandoli faccio una smorfiaquando intercetto la lingua di Cooper infilarsinella bocca di Jane.Però! Che invidia!“Eccolo eccolo” mormora Brittany, dandomi una

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gomitata nel fianco. Farfalle impazzite comincianoad aggirarsi nello stomaco, mi volto e vedo Brianscendere dall'auto. Oggi indossa un paio dipantaloni della tuta grigi che fanno tanto figo, liha arrotolati alle caviglie, li porta sopra un paio diBlazer Nike bianco candido. Ha una magliettanera con scollo a V (forse è fissato con quegliscolli che, tra l'altro, mi fanno venire la bava allabocca - lo ammetto!-) indossa di nuovo ilcappellino nero. Si mette l'immancabile borsa dipelle a tracolla e viene…oh, Dio! V-i-e-n-e versodi noi! Mi giro verso gli altri con un nodo in gola.“J datti una calmata sembri cianotica” mi diceMark ridendo.“Da quando sei così perspicace?” non risponde eride a crepapelle.“Ciao ragazzi” dice Brian, inalo il suo profumoche mi arriva dalle spalle. Mmmhhh…Rispondiamo “Ciao” in coro mentre Mark gli siavvicina e cominciano a chiacchierare sugliimminenti allenamenti e la festa per la

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presentazione della squadra di football che si terràvenerdi della prossima settimana.Io e Brittany aspettiamo pazientemente che Janefinisca di baciare Cooper, poi tutte insieme ciavviamo all'entrata della scuola, ci salutiamo sullaporta e ognuna di noi si appresta ad andare versoil proprio armadietto per recuperare quaderni elibri.Sto imprecando perché non riesco a trovare la miapenna preferita. Sarà sepolta non so dove! Un“Ciao J” esce dalla bocca di Matt.“Ciao” mormoro mentre alzo l'ennesimo libro.“Non ti ho vista ieri”Cantileno un “Mmmhhh mmmmhhh”“Ti dispiace guardarmi?”“Si parecchio”Eccola!!! Faccio un passo indietro sbattendol'antina. Brian mi sta fissando sorridendo.Lo guardo anch'io e sorrido di rimandoimbarazzata da tanta presenza.“Ciao” dice con voce bassa e roca.

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Mi sciolgo.“Ciao” faccio una risatina.Se mi vedesse Brittany…“Andiamo a lezione?”Rimango inebetita per un momento dalladomanda, ma velocemente mi riprendo e annuiscocon la testa, lui mi offre il braccio, io mi ciavvinghio e c'incamminiamo verso la lezione di …oh cavolo, non me lo ricordo neanche!“Ci vediamo dopo” urla Matt.Ma con chi parla?“Con chi hai lezione?” chiede Brian camminando,io alzo le spalle per fargli capire che non ne hoidea, poi mi fermo e mi stacco per aprire la borsa econtrollare gli orari “Con la Carlton per letteraturainglese” alzando gli occhi noto che tutti quanti incorridoio ci stanno guardando. Brianprobabilmente se ne accorge perché mi sfila ilfoglio di mano, lo piega in quattro e…me lo infilanella tasca posteriore dei jeans!!! Sento la suamano strisciare lentamente sul sedere, mi giro di

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scatto, ho il viso in fiamme e il pancake in golapronto ad uscire in un getto unico “Almenoavranno qualcosa di cui parlare” dice piano. Siriprende il mio braccio e lo infila sotto il suo.“Inspira, espira, inspira, espira” me lo ripeto comeun mantra da quando mi ha toccata così.Riprendiamo a camminare in un mormoriogenerale.“Allora siamo a lezione insieme” dice Briandavanti alla porta, io mi stacco da lui “Già” non soche dire, sono ancora a disagio per quello che èappena accaduto.“Chi era quello?”Sono di nuovo in me! Raddrizzo le spalle e laschiena “Chi?”“Il tizio con cui parlavi davanti all'armadietto”“Matt”Mi guarda e muove la testa per invitarmi acontinuare “Il mio ex” faccio una smorfia neldirlo.“Storia finita male?”

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“Già” abbasso lo sguardo e mi ritrovo a fissareuna macchia inesistente sulle piastrelle grigie delpavimento.“E' meglio se andiamo a sederci”, mi prende per ilgomito e mi trascina in aula.Entriamo in classe e tutti si girano a guardarci.Dalla stretta che mi da al gomito, intuisco che siaun modo per salutarmi e va a sedersi tra Cooper eMark che gli hanno tenuto il posto. Io mi addentrotra i banchi per andare dalle mie amiche che,chissà come mai, hanno lasciato il posto centralelibero!Stanno già sghignazzando “Non ora” dico loromentre entra la Carlton.Emettono entrambe un sonoro sospiro e si voltanoa guardare la prof che sta aprendo il registro perfare l'appello.Dopo circa venti minuti dall'inizio della lezione,Beth seduta sempre davanti a noi, passa unfoglietto spiegazzato alla bene in meglio a Janeche lo prende, lo legge e sbarra gli occhi “Ti ha

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infilato un foglio in tasca toccandoti il sedere?”chiede in un sussurro. Brittany raddrizza leorecchie in tempo zero “Cosa???”Mi strofino una mano sulla fronte, ho lo stomacoin subbuglio.Mi allungo per afferrare la coda di Beth “Nonpotresti farti i cazzi tuoi ogni tanto?”Non si volta, anche se so perfettamente che mi hasentita, alza la mano cercando di attirarel'attenzione della professoressa che la intercetta ele fa un cenno per lasciarla parlare “ProfessoressaCarlton, mi scusi, queste tre continuano a parlare eio non riesco a seguirla, tra l'altro Jewel mi haanche tirato i capelli e ha detto una parolaccia conla C”.Spalanco la bocca. Stronza spiona!“Fuori” dice la professoressa senza neanchechiedere che cosa sia successo.“Cosaaa?” ci ribelliamo all'unisono.“Ho detto…FUORI!” ci indica la porta con lamano.

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Ci alziamo strisciando le sedie, quando abbiamomesso tutte le nostre cose nelle borse ci avviamoper uscire ma Brittany, che è l'ultima del“trenino”, si affianca a Beth e le sussurra qualcosaall'orecchio. La stiamo aspettando davanti allaporta “Brittany, fuori!” urla la Carlton, l'altra faspallucce e ci raggiunge sculettando.“Che le hai detto?”“Che il suo bel culo toccherà terra mentrefacciamo la piramide durante le prove e che forsedovrà andare in ospedale”. Scoppiamo a rideresguaiatamente. Vediamo Marna avvicinarsi con ladivisa da cuoca e la cuffietta bianca in testa.“E' un record! Come avete fatto a farvi sbatterefuori il secondo giorno?” esclama, spalancando lebraccia.“Quella stronza di Beth ha fatto la spia” spiegaJane“Che ne dite di raccontarmi tutto in cucina,davanti a pane e marmellata?” chiede Marnasorridendo

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“Ok” rispondiamo in coro seguendola per icorridoi

Sono concentrata a stendere la marmellata dialbicocche su una fetta di pane imburrato sedutasu uno sgabello della cucina della mensa, è tuttaacciaio e piastrelle bianche: sembra un ospedale“…e cosi il ragazzo nuovo, che si chiama BrianJohnson, le ha palpato il sedere” sento dire a Janeche termina di spiegare il motivo per cui ci hannopunite.“E vi ha sbattute fuori solo perché avete letto unbiglietto?” chiede Marna bevendo un goccio dicaffè.“No, J le ha tirato i capelli e” mima tra levirgolette “ha detto una parolaccia con la C”simula il broncio per dare enfasi alla frase eridicolizzare Beth, che non è per niente la puritanache vuol far credere.“In realtà, comunque, la Carlton non ci ha lasciatospiegare e ci ha mandate fuori così, urlando!” le

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dico masticando l'ultimo pezzo di pane.Marna se ne esce con “Brian Johnson è un nomeda figo” il tono sembra addirittura soddisfatto.“Perché lo dici cosi?” le chiedo.“Che?”“Brian Johnson è un nome da figo!” rispondoscimmiottando la sua frase.“Perché lo è! Di solito quelli con il nome da figoportano pepe alla vita”“Non ho bisogno di pepe”“Vero, avresti bisogno di qualcosa di afrodisiaco!”ride Jane infilandosi il dito in bocca per succhiareil residuo di marmellata.“J, seriamente…come stai?” chiede Marna conuno sguardo cupo.“Alla grande!” mento ma cerco di stare su con ilmorale, credendo a questa balla.Veniamo interrotte dalla campanella, io balzo giùdallo sgabello e prendo la borsa, guardo le mie treamiche, compresa Marna anche se lei di anni neha 28 anni, osservarmi afflitte.

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“Se non vi togliete quell'espressione dalla faccia viprendo a calci. Andiamo o faremo tardi”m'incammino per uscire.La lezione di biologia si trascina penosamente, cisiamo solo io e Cooper che non fa altro chebisbigliarmi degli allenamenti e della festa per lapresentazione della squadra, non ne posso più.Guardo fuori dalla finestra, osservo un uccellinoconcentrato a cercare un vermicello nell'erba.L'istinto di sopravvivenza degli animali mi hasempre affascinata. Non riesco a credere che cosìpiccoli abbiano già questo dono, sembrano cosìindifesi. Cooper mi dà una gomitata e mi accorgoche la lezione è finita.

CAPITOLO 5Sono negli spogliatoi in pantaloncini corti emaglietta con stampato il simbolo del nostro liceoquando Jane mi manda un smsCOLTON E' SUL CAMPO!Mi viene un groppo in gola. E adesso? Non possocrederci, devo andare in pista a correre durante la

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lezione di ginnastica e lui mi vedrà boccheggiarecome stessi facendo una maratona dopo appena 20mt.Inspiro ed espiro dallo spogliatoio al campo difootball (circondato da una pista da corsa) sul latosinistro c'è la tribuna con gli spalti.Jane e Brittany sono all'inizio del campo, sfruttanola lezione per esercitarsi con altre pochecheerleader, gli allenamenti li hanno dipomeriggio. Lanciano in aria i pon pon e gridanoparola per parola il nome della nostra squadra. Inrealtà non potrebbero approfittare di quest'ora mail nostro professore di ginnastica, il sig. Green, èun tale fannullone che non gliene importa un tubodi ciò che facciamo. Da qui la mia A, molto pocomeritata. Beth che è con loro mi osservaavvicinarmi alla pista da corsa con gli occhisocchiusi, decido di invertire la rotta e vado versodi lei che a ogni mio passo li spalanca sempre dipiù.“Posso sapere come mai stamattina hai fatto

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quella scenata?” le chiedo piazzandomi propriodavanti a lei. Devo guardarla dal basso perché èalta un metro e ottanta.“Non ho fatto scenate, ho detto solo la verità!”risponde mettendosi una ciocca di capelli dietrol'orecchio. Jane e Brittany nel frattempo si sonomesse al mio fianco.“Hai omesso il particolare sul bigliettino che tuhai passato a Jane”Mi guarda a bocca aperta.“Beth sei rimasta alla parola “omesso” perché nonsai che significa e non hai capito niente di quelloche ti ho detto o mi guardi così perché non ciarrivi proprio?”Sento una risata provenire dalle mie spalle.Signore Benedetto, che ci fa lui qui? Era in mezzoal campo!Quando finisce di ridere e di asciugarsi la lacrimache gli riga il volto, Brian mi prende per mano emi costringe a seguirlo “Oh Dio Jewel mi faimorire!”, si porta la mano libera sulla pancia e la

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massaggia mentre ci avviamo verso il centro delcampo.“Siediti” dice senza lasciarmi la mano, lo seguoincrociando le gambe quando sono sedutasull'erba.E' tutto sudato (Oddio!), la maglietta è appiccicataal suo petto e i pantaloncini in cotone che gliarrivano al ginocchio gli stanno incollati allegambe. Deduco che non abbia peli sul petto, lospero proprio, perché le gambe non sono perniente pelose. Giusto un po'! Ha un tatuaggiotribale dietro il polpaccio destro, penso che primao poi gli chiederò il significato.“Hai finito di guardarmi?” chiede distraendomi.Sbatto le palpebre un paio di volte e prego chequalcuno chiami i pompieri perché sto andando afuoco. Non ha ancora lasciato la mia mano.“Scusa” mormoro“Ti piaccio proprio tanto vero?”COSAAA???Ritiro la mano dalla sua e la uso per dargli una

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sberla sul braccio “Come ti permetti?” urlocercando di rimettermi in piedi ma non possoperché mi sta tirando il bordo dei pantaloncini!“Se ti alzi ti vedranno tutti il sedere, Jewel, fossi tenon lo farei” non scherza proprio per niente!Non lascia la presa, indispettita allungo le gambeper incrociarle davanti a me, sbuffo e mi girodall'altra parte a guardare i giocatori di footballprovare dei lanci.“Sei permalosa!”“Non è vero!”“Allora guardami!”“NO”“Allora ti piaccio!” ma capisco che la sua non èuna domanda.“NO” dico strozzata.Mi metto a scrollare la testa. Ma a chi voglio darlaa bere? Certo che mi piace!!!“Se non ti piacessi, non saresti così imbarazzata.”“Beh io devo farti proprio schifo, tu sei cosirilassato!”

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E questa da dove mi è venuta fuori?!!!“In realtà sono agitato”“Puah!”“E' vero!” sembra pure offeso.“Si, certo”“Non mi credi?”“Perché non ti stai allenando?” chiedo sperando ditroncare il discorso continuando a guardare i suoicompagni lanciarsi la palla.“Faccio una pausa”“Ah! Ok! Posso alzarmi?”“Dove vai?”“A correre”“Tu non corri. Io non sono tuo padre, Jewel, nondevi inventare scuse. Rimani a farmi compagnia”mi da un pizzicotto sulla coscia.“Seriamente Brian, devo andare…” la voce mimuore in gola. Quel minimo contatto mi hasconvolta.“A fare cosa?”“Camminare sulla pista?!” dico sarcastica

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“Ti accompagno!” lasciandomi il bordo deipantaloncini si mette in piedi e mi porge le maniper aiutarmi ad alzarmi.Sono titubante nell'afferrarle “Mi giuri che non mifarai sbattere il sedere per terra?”Gli esce un tenero sorriso, si mette al mio fianco esi china, poi allunga un braccio e mi alza legambe, con l'altro braccio mi avvolge la schienae…mi ritrovo per aria!Porca puttana!Le cheerleader urlano e lanciano i pon pon in aria,quelli della squadra fischiano e gridano “Vai cosìBrian”.“Cooper dovresti imparare qualcosa da Brian” gliurla Jane. Lui le corre incontro e la prede inbraccio facendole incrociare le gambe dietro laschiena e la bacia con passione.Perché Brian non mi bacia?“L'hai fatto apposta perché ti sei accorto che ciguardavano?” gli chiedo socchiudendo le palpebrementre le grida ci circondano.

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“Anche, ma era una scusa per toccarti!” si mette aridere di gusto.Mi prende in giro? Che cazzo ride? M'incupiscoall'istante.Mi appoggia delicatamente sulla pista da corsa,ammetto che ha un po' di fiatone e imbarazzata,nonostante tutto, gli dico “Grazie” in un sussurrofacendo strisciare un piede a destra e sinistra sulpavimento.“Jewel guardami”Lo faccio.“Volevo toccarti davvero” mormora poi mi baciasulla guancia e corre verso i suoi compagni.Cazzarola!Mi metto a camminare intorno alla pista con unsorriso ebete stampato in faccia, fingendo di nonguardarlo ma non ci riesco. Mi accorgo che micerca. Vorrei mettermi a saltellare come unabambina, ma non posso. Ho 18 anni per Dio!Sono al secondo giro quando Matt mi si avvicina“Ciao J”

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Alzo gli occhi al cielo platealmente “Ciao”“Ti va di andare insieme alla festa della squadravenerdi prossimo?”“No” si mette a seguirmi camminando“Ci vai con qualcuno?”“Si”“Con chi?”“Non sono affari tuoi”“Ci vai con lui?”“Brian?” chiedo stupita “No!” ma lo vorrei tanto!“Perché la fai tanto lunga e non mi dici con chi civai?”“Perché non la pianti con questo terzo grado dalmomento che, ripeto, non sono affari tuoi? Nondarmi il tormento!”“Hai ragione” dice bloccandomi“Appunto” sentenzio cercando di superarlo ma ilmio braccio è nella sua mano“Mi dispiace J”“Dovevi tapparti quella tua bocca del cazzoquando era ora”.

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Mi libero con uno strattone e mi avvio di corsaverso gli spogliatoi

CAPITOLO 6La prof. Carlton decide di metterci sotto torchiogià la prima settimana. Ci ha assegnato un lavorodi gruppo da svolgere per mercoledi prossimo. Igruppi verranno sorteggiati tra poco dalla manosanta (speriamo) di Brittany che si è offerta diestrarre i nomi da una busta di velluto colorporpora e saranno composti da tre personeciascuno. Alla fine verrà assegnato il titolodell'opera di Shakespeare su cui dovremo fare unsaggio di 3.000 parole.Sono un genio in letteratura inglese, non c'è chedire, seguo anche il corso extracurriculare discrittura creativa della scuola, per questo motivoJane mi dice piano “Spero di essere nel tuogruppo, così fai tutto tu!”.“Bene Brittany, puoi cominciare” ordina la prof.La mia amica fa un sorriso ed inizia ad estrarre ilprimo biglietto “Beth” dice, io mi giro a guardare

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Jane “Se sono con lei mi uccido”“Ti ho sentita” Beth si volta verso di noi“Lo speravo proprio” replico. Le faccio un cennocon la mano perché torni a guardare la cattedra.“Cooper” chiama Brittany“Nooooo” esclama lui portandosi le mani allatesta.Ci mettiamo tutti a ridere.“Ragazzi! Ho deciso di sorteggiare i nomi per nonavere problemi. L'anno prossimo sarete al college,direi che questa è l'occasione per mostravi maturie pronti ad affrontare i problemi che vi si porrannoin futuro perciò, Cooper, quando avrai finito didisperarti chiederai scusa alla tua compagna” urlala prof.“Scusa” mormora lui“Non ti ho sentito” Beth si porta una manoall'orecchio“Scusa!”“Vuoi lasciarlo in pace?” urla Jane“Basta! Brittany, continua per favore!”

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“Oliver” è il nome successivo, e via cosìQuando Brittany dice il mio nome si mette asaltellare sul posto tenendo stretto in pugno ilbiglietto, mentre io e Jane urliamo e ciabbracciamo al banco. Siamo nello stesso gruppo!Dovrò fare tutto io, lo so già, ma non importa!“Venerdi siamo a casa tua” dice Brittanysegnandomi dalla cattedra con un dito mentre conl'altra mano appoggia il biglietto sul banco vuotodi fronte a lei.Brian è in gruppo con Mark e Cindy, che è lasecchiona della classe. Dopo di me. Non dovrei,ma me vanto un sacco!A noi è toccato “Re Lear”…sarà una passeggiata!Alle 15 usciamo da scuola: c'è un caldo che simuore. Devo andare in fretta in officina persistemare delle carte per mio padre. Salto in sellaalla bici e corro come una disperata.Arrivo a casa, la macchina di Brian è parcheggiatavicino al marciapiede, avevo scordato che oggiavrebbe iniziato a lavorare al garage. Smonto dalla

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bici e la spingo sul vialetto “Ciao bocconcino”“Ehi Gus”“Dammi, faccio io” si allunga per prendere la bici.Macché vuole? Era la scusa per vedere Brian intuta da lavoro, sporco di grasso!Faccio una smorfia.Non posso replicare, mi sfotterebbe in manieraplateale.“Grazie” vado verso casa ed entroNon ci credo, mia nonna ha invitato davvero levecchie del paese per vedere Brian tagliare ilprato! Sono in cinque, tirate a lucido (ma perfavore!!!) a bere thè sedute sul divano a righe colorcrema e oro. Non devo ridere, non devo ridere!!!Io e mia nonna ci guardiamo e ci capiamo al volo,lei stringe le labbra per soffocare un sorriso“Salve” dico io, così almeno ho la scusa persorridere. Non riesco davvero a stare seria.“Jewel tesoro, sei tutta tua madre”. Guardoperplessa la sig.ra May. Mi chiedo se dovreiessere lusingata dalla battuta, oppure il contrario.

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Alzo un sopracciglio “Grazie”“Ti dispiace chiedere a Brian di venire qui?” michiede la nonna, e lì davvero non mi trattengo escoppio. O Signore, ho mal di pancia dal ridere.Le “vecchie” mi guardano ansiose “Che cosa c'è?”chiede la sig.ra May.“Niente, vado!”Esco di casa, direzione Brian! E' steso sotto unamacchina. Ha solamente le gambe in vista.Indossa la tuta da lavoro.“Brian?”Fa scorrere il rullo da sotto l'auto e mi guarda. OhDio, ha le braccia unte ed è già sudato. Rimango abocca aperta a fissarlo. Gus che sta armeggiandosotto il cofano mi si avvicina e mi da una paccasulla schiena. Mi ricompongo.“Ti vuole la nonna” e sparisco in ufficio.Sto controllando le fatture di vendita da circa dieciminuti quando sento il tagliaerba entrare infunzione.OH MIO DIO!

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Mi alzo dalla poltrona di scatto e mi arrampico sulmobile sotto la finestrella. Abbasso appena laveneziana e mi godo lo spettacolo. Brian statagliando il prato in orizzontale, si è calato lebretelle della tuta blu lasciandole cadere suifianchi e si è tolto la maglietta. Ha un tatuaggiosul fianco sinistro ma non riesco a decifrare ildisegno, del quale al momento non me nepotrebbe fregar di meno, sono concentrata supettorali e addominali. Dalla mia posizione nonriesco a vedere le vecchiotte. Pagherei oro peruscire e guardare le loro facce di fronte a tantabellezza virile, ma non posso, sembrerei patetica.Si apre di scatto la porta, dallo spavento tolgo lamano dalla veneziana, perdo l'equilibrio e cado dalmobile.Dio che botta!!!“Bocconcino, ti sei fatta male?” Gus entravelocemente e mi aiuta ad alzarmi da terra. Ho ilsedere dolorante e ci tengo una mano appoggiata,mentre con l'altra mi accarezzo la testa.

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“No no”“Devi mettere del ghiaccio”“Si, dopo lo metto” dico cercando di sedermi. Mifa un male cane!Gus sbuffa e prende una busta di ghiaccioistantaneo dalla cassetta dell'infermeria “Chefacevi lassù?” mi chiede facendo pressione sullabusta.Io devo sbatterla sul tavolo perché il ghiaccioprenda vita, lui non fa il minimo sforzo. Uomini!Non gli rispondo.Scoppia a ridere “Spiavi Johnson?! Ah, ah, ah” michiede senza riuscire a trattenere lo stupore.Mi si forma un nodo allo stomaco, non lo guardomentre gli strappo di mano la busta del ghiaccio.“AH-AH-AH!!!” scimmiotto io col broncio.Quando ha finito di ridere tira un sospiro “Jewelmi farai crepare prima dei 40!”“Devo sopportarti ancora così tanto?”Mi guarda sbigottito “Parli sul serio?”“Gus certo che no! Scherzavo!”

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Macché gli prende? Di solito capisce al volo lemie battute!Mi sistemo il ghiaccio sul sedere quando mi siavvicina e mi da un bacio sulla testa “Vai acorrere dopo?” chiede con un sorriso beffardo.“No, appena la nonna finisce di seppellire le arpieandiamo a far la spesa”.Batte le mani ricominciando a ridere ed escedall'ufficio.Il fondoschiena mi pulsa dal dolore, decido diandare in bagno a controllare la grandezzadell'ematoma. Come minimo sarà gigantesca!Attraverso il garage fermandomi a dare un bacio amio padre per salutarlo. Mi sorride, è indaffarato,lo lascio lavorare. Ho una camminata che farebberidere i polli ma arrivo nell'antibagno e quandoentro trovo Brian che si sta infilando la maglia.NO!!! Dovrò aggiungere una postilla al contrattodi assunzione: Vietato indossare magliette.Rimango incantata dai suoi addominali tirati, imuscoli tesi sulle braccia e il tatuaggio. Distolgo

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lo sguardo quando Brian mi copre la splendidavisuale con la maglia.Si avvicina e…mi chiude la bocca appoggiandomiun dito sotto il mento!“Mi manca il fazzoletto per pulirti la bavetta”bisbiglia.Mi fiondo nel bagno e mi chiudo dentro, a chiave.Non sento più il dolore, l'ansia del “Potrò maiuscire di qui?!” mi logora.Ma perché mi riduco sempre a fare queste figure?Dovrò andare da Penelope, la nostra cartomante difiducia a farmi leggere i tarocchi. Qualcuno deveavermi fatto qualcosa oppure le mie stelle hannointrapreso un viaggio verso un luogo remoto delpianeta e hanno deciso di abbandonarmi. O forsePenelope è una ciarlatana! Insomma, non èpossibile! Prima di conoscerlo la mia vita eratranquilla, o meglio, aveva trovato una stabilitàdopo aver percorso le montagne russe da quandosono nata. Adesso combino un disastro dopol'altro. Avevo una dignità, una volta…prima che

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Matt mi sputtanasse. Per fortuna le chiacchere sisono assopite nel giro di qualche mese ma nonavevo ricordi che la gente ridesse di me così,prima di conoscere lui. Per carità, non sono certola più famosa della scuola, anche perché in realtàognuno a suo modo lo è.E' talmente piccola che ci conosciamo tutti, mafrequento il gruppo con il capo cheerleader e ilquater back, dovrà pure voler dir qualcosa no?!Insomma, non sono la più chiacchierata, manemmeno la più sfigata! Mentre ora…oh mio Dio,cosa farò?! Non posso uscire di qui. ImmaginoBrian ridere di me. Oppure mi guarderàpietosamente?! Ho deciso: non uscirò di qui fino aquando il cielo si sarà fatto buio, il chesignificherà che sono andati tutti a casa.Saranno si e no le 17! Santa pazienza!Non ce la faccio più! Quanto tempo sarà passato?Un'ora, o forse due? In questo lasso di tempo hoguardato il mio ematoma crescere a dismisura.Domani sarà dura sedersi a scuola. Non mi sono

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nemmeno portata il cellulare. Non pensavo sareirimasta qui dentro così tanto!Non oso sedermi per terra in un bagno frequentatoda tre uomini, ora quattro, che qui dentro farannochissà che cosa.Sono in piedi da un sacco di tempo e le gambe mifanno male. Bussano.“Si?”“J, sono Max, devo andare in bagno” la sua voce èattutita.“Vai in casa”“COSA?” urla“Vai-in-casa!” e che cavolo Max, devo farti lospelling?“Jewel, esci di li!”“No”“Chiamo tuo padre?”Sai che paura! Non ho più 17 anni!“No”“Jewel ti verrà l'epatite a star lì dentro!”Sbarro gli occhi. Davvero???

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“Brian c'è ancora?” gli chiedo“No se n'è andato”“Che ore sono?”“Le sei e mezza”Ah però!Faccio per aprire la porta ma mi blocco con lachiave stretta in mano “Se è ancora li, domani tilicenzio”“Ok, aspetta!”Brutto furfante!!!Non sento più nulla. Aspetto. Aspetto. Aspetto.“MAX” urlo dal bagno.“Jewel Violet Morgan, porta fuori il culo”.Spalanco la bocca: bastardo, è andato a chiamarela nonna!Non mi azzardo a replicare, andrei dritta allaghigliottina.Apro la porta e le lancio uno sguardo da caneabbandonato.Mi indica l'uscita allungando un braccio teso, poimi dà un ceffone in testa. Ah, le nonne!

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Vado verso casa sconsolata e zoppicante “Che haifatto?” chiede la “nonnina”, mi segue comeun'ombra. Sembra un sergente!“Niente”Siamo fuori dal garage e vedo subito che laPorsche non c'è più. Meno male! Mi rilassoall'istante. Mi volto e guardo la nonna che mi fissacon un sopracciglio alzato “Sono caduta dalmobile sotto la finestra dell'ufficio mentre spiavoBrian tagliare l'erba”.Dio, sono onesta da far schifo!Scoppia a ridere “Jewel solo tu riesci a fare questecose. Sono stata giovane anch'io ma non sono maiarrivata ad ammazzarmi per spiare un ragazzo!Ah, ah, ah”.Mi lascia da sola in mezzo al prato appenatagliato e s'incammina.Le lancio uno sguardo folgorante.“So che stai pensando di mandarmi a quel paese,ti consiglio di non farlo signorina” sbraita senzavoltarsi.

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Ma come fa?CAPITOLO 7

Sono a pezzi. Tremendamente a pezzi. Non hodormito a casa della botta e ai pensieri che misono frullati nella testa riguardo Brian, il baciosulla guancia, gli addominali e la mia “bavetta”.Non può essere successo per davvero. Incrocio lebraccia sul cuscino e appoggio la testa. Guardo illampadario con le gocce che sembrano di cristallo,spremendo le meningi per inventarmi unastrategia che m'impedisca di vederlo oggi. O ineterno. La nonna bussa alla porta della camera“Buongiorno” ha il sorriso stampato sulle labbraquando entra.“Ciao” rispondo assonnata e dolorantepiagnucolando“Come stai?”“Di merda?!” chiedo sarcasticaMi gela con lo sguardo“Non molto bene” mi correggo subito“Vuoi rimanere a casa?”

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Scosto le lenzuola rosa con disegnati palloncinibianchi e mi alzo per andare ad abbracciarla“Davvero? Oh nonna grazie grazie!”“Vedo che ti reggi in piedi allora preparati, lacolazione è pronta”.Batto un piede a terra, incrocio le braccia sul pettoe mi dirigo come un fulmine in bagno. Mi prendein giro?!Quando sono seduta sulla tazza per far pipì leientra e si mette a sedere sul bordo della vasca“Perché non vuoi andare a scuola?”“Nonna!!!” sbraito cercando di coprirmi“Jewel ti ho lavato il sedere fino a quattro anni, tiprego, non fare la puritana con me”“Non faccio la puritana vorrei un po' di privacymentre sono al bagno” replico indispettita.“Ti aspetto fuori”“Grazie”Oh ma insomma, non posso neanche startranquilla in bagno ora?! Sbuffo facendo pipi, mialzo dal water e tiro l'acqua. Lavo la faccia e mi

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guardo allo specchio. Oh che palle, devo truccarmianche oggi “Posso entrare ora?” chiede mianonna, è rimasta in camera mia lasciando la portadel bagno aperta “Si” mi sto massaggiando sulviso la crema idratante.“Allora?” chiede sedendo sulla tazza del waterdopo averla chiusa.“Nonna, ieri ho fatto una pessima figura con Briane…”Non mi lascia finire la frase “E hai intenzione dirimanere in casa per sempre?”“Magari! Posso?” cerco di risultare divertenteanche se in realtà sono disperata.“Jewel ti prego, non ti ho allevata perchédiventassi schiava delle tue azioni. Non credo siasuccesso nulla d'irreparabile”“Nonna mi ha chiuso la bocca con un dito sotto ilmento quando mi ha vista sbavare sui suoiaddominali” metto il barattolo di cremanell'armadietto sbattendolo.“Tutto qui?”

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Sono allucinata “Nonna! Come tutto qui? E' unatragedia. Riderà di me già lo so. Lo racconterà atutti e dovrò subirmi un'altra umiliante tempestad'insulti e risa dai miei compagni come l'annoscorso”“Non lo farà”Giro la testa alla mia sinistra e l'abbasso perguardarla dritta negli occhi chiedendoletacitamente una spiegazione “Quel ragazzo ètroppo intelligente per farlo fidati di me”.Beh, se lo dice la nonna, allora sarà vero.Mi rilasso un po' e comincio a truccarmi.Non faccio colazione, ho lo stomaco chiuso.Prendo la borsa ed esco. Con la coda dell'occhionoto una figura che si spinge sul dondolo, difronte al vialetto una Porsche.Oh cazzo!Non oso nemmeno guardalo, scendo di corsa igradini a occhi chiusi. Sono solamente quattro, liapro quando sento di averli fatti tutti e parto comeuna spia verso il garage.

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Il cigolio che proviene dal dondolo mi avverte cheBrian si è alzato e io prego perché se ne vada. No,errato, tiene già il mio braccio in una mano“Jewel” mi dice.Oh Dio, e adesso?Stringo le palpebre così forte che gli occhi mifanno male ma non gli rispondo, non ci riesco.“Jewel guardami”Deve aver capito che io non intendo farlo “Midispiace per ieri non avrei dovuto dirti quelle cosea scuola e neanche qui, mettendoti in imbarazzo”Mi si smorza il respiro. Non avrei maiimmaginato che lo avrebbe fatto “Ti ho aspettatafuori dal bagno per chiederti di perdonarmi, ma tunon uscivi mai così Max è venuto con quellascusa. Ero di fianco a lui mentre parlavate” siferma un attimo e fa un lungo sospiro.“Mi ha guardato uscire dal bagno quando gli haichiesto se ero ancora li ed è venuto a dirmi chesaresti rimasta chiusa la dentro in eterno se nonme ne fossi andato davvero”

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Soffoco una risata.“Mi fai male al braccio” gli dico. Vorrei dirgli cheper la verità me lo sta proprio stritolando, ma nonvoglio fargli pensare che sono una pappa molla.“Scusa” lascia del tutto la presa. Beh, insomma,poteva allentarla e basta!“Grazie Brian”“Non volevo farti del male mi dispiace”“Grazie per quello che mi hai detto”Capisco che è già pronto a replicare, ma alla finedice “Prima o poi dovrai guardarmi”“Non oggi”“D'accordo. Vorrei chiederti se ti va un passaggioma immagino che mi diresti di no, perciò…”Non termina la frase sento che si muove e pensoche se ne stia andando invece me lo ritrovodavanti “Jewel tu non hai fatto niente di male ok?Sono stato io l'idiota che ti ha detto quelle cose.Non avrei dovuto”.Oh ma perché è cosi? Se pensavo che prima mipiacesse e basta adesso…oh dio…non è possibile,

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lo conosco da due giorni. Mi correggo, tre.Comunque non ci sono le basi per uninnamoramento, una persona bisogna conoscerla,frequentarla, cose che noi non facciamo, quindidevo cercare di farmela passare e fingere che nonsia successo niente. Non posso vivere con ifantasmi del passato. Brittany ha ragione quandodice “Ciò che è stato, è stato”. Ma lui è troppo…troppo tutto. Io sono solo io e mi porto un bagagliopesante che non gioverebbe a nessuno.“Dai, è tardi, andiamo, solamente perché vogliofarmi un giro sulla Porsche di Dylan McKay”sorrido e gli do una pacca sulla spallaincamminandomi.“Chi diavolo è Dylan McKay?” chiede lui stupitopiù dalla mia reazione, che non dall'enigmaMcKay.“Un giorno te lo farò vedere” gli rispondo aprendola portiera.La Porsche è nera con la capote in tessuto beige,anche se ora è abbassata e ci sono solamente due

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posti, mi perdo a guardare gli interni che sono cosìvintage. Se ci fosse mia madre impazzirebbe.“Che modello è?” chiedo sinceramente interessatamentre accarezzo il cruscotto“Una 356 Speedster”“Devi esserne orgoglioso, è bellissima”“E' la buonuscita di mio padre quando ha decisodi lasciarci”Ah! Non so che cosa dire stringo le mani chetengo in grembo ma sembra che mi legga nelpensiero perché mentre mi stringe il ginocchiosussurra “Non devi dire niente”. Mi rilassoall'istante.Lo guardo. E' concentrato alla guida e stringe ilvolante saldamente. Siamo già arrivati? Uffa!“E' stato il viaggio più corto e silenzioso della miavita” gli strizzo l'occhio ripetendo a memoria lasua frase di qualche giorno prima e scendodall'auto.Mi giro per chiudere lo sportello e vedo che miguarda a bocca aperta.

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“Che c'è? Pensi di essere l'unico ad avere labattuta sempre pronta? Grazie del passaggio. Civediamo a pranzo”Il sedere mi fa un po' male, ma non ho tempo dipensarci perché da quando sono arrivata al nostroalbero Jane e Brittany non fanno che bersagliarmidi domande.Illustro ogni dettaglio della giornata precedente,compresa la sorpresa che ho ricevuto stamattinatrovandolo fuori di casa. Jane per poco nonpiange, ma lei è una frignona, Brittany invece cheè la più razionale di tutte noi mi prende sottobraccio e mi dice pensierosa “J…è strano.”Bah, pensavo peggio.“Macchè dici Brit, è cosi romantico” le fa Janepiegandosi davanti a me“Allora perché non si muove?”“A far che?”“Beh, la prima mossa”“Magari è timido”“Figurati…”

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“Posso intromettermi nel dibattito?” chiedoquando non ne posso più di sentire certestupidaggini.Si bloccano sul posto in mezzo al corridoiocostringendo delle ragazze a sbatterci contro laschiena. Sorpassandoci ci guardano allucinate“Che ti guardi ragazzina?” urla Jane a una di loro.Partono in quarta lasciando una scia di profumoche dà quasi la nausea.“Dicci J” Jane m'invita a parlare facendo un cennocon la mano davanti a sé“State dicendo un sacco di stronzate”“Dio volesse” esclama Brittany alzando gli occhial cielo “Andiamo dai, ascoltarti mi fa soloincazzare in più ho lezione con la Fletcher, non sose hai presente, quella vecchia è come l'erbacattiva non muore mai”.Si slacciano dalle mie braccia, ci diamoappuntamento per pranzo.Questa mattina non ho alcuna lezione con Brian,quindi ho tutto il tempo e la concentrazione

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necessaria per “pensare ai fatti miei” mentre sonoseduta nella classe di Miss Barker per il corso dimatematica. Se ci fosse lui attirerebbe tutta la miaattenzione. Guardo fuori dalla finestra il campo difootball e ripenso ai nostri incontri: 1) mi ha vistainzozzata di acqua sporca il primo giorno (e giàpeggio di così si muore); 2) ha notato che quandocerco di essere gentile, mi incazzo come una ienase rifiutano un mio gesto (il che non è moltosensato); 3) sa che ci sono rimasta male mentrerideva dicendomi “Volevo toccarti”, quando avreidovuto mantenere un comportamento distaccato;4) mi ha vista con i pantaloncini bagnati fradici ela sagoma ben definita del mio sedere (stendo unvelo pietoso grande come il mondo); 4) mi habeccata sbavare su di lui. Sono morta!Spero di essermi scordata qualcosa per stradaperché se mi viene in mente ancora qualcheaneddoto peggiore di questi mi butto dalla finestradella scuola. Si è scusato per ieri, che poi vogliodire, nessun altro l'avrebbe fatto. Gli uomini non

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capiscono niente del genere femminile, Matt alposto suo avrebbe riso di gusto davanti alla miaespressione ebete sugli addominali e avrebbeinviato sms con la foto della mia faccia a tutta larubrica del telefono.Lui no.La campanella di fine della lezione mi da il “la”per la mia conclusione: SONO INNAMORATADI BRIAN JOHNSON.Mi metto in fila per recuperare il vassoio rossodella mensa, la fila è più corta del solito e sitrascina velocemente, il che mi porta a voltarmi aguardare l'orologio attaccato al muro e appurareche sono fuori orario massimo. Al di là del vetro lepietanze servite oggi: pasta, o qualsiasi di simile,con il pomodoro, arrosto, purè…beh purè è unaparola grossa. Mmmhhh, pomodori ripienigratinati e frutta. Opto per la frutta e i pomodorigratinati.“Ciao J”Vedo Matt al mio fianco, indossa una felpa

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“grigio Londra” con le maniche corte e ilcappuccio, dei cargo neri arrotolati poco sopra leginocchia (ecco, lo sapevo, lo Stile Brian cominciaa farsi largo, dopo soli quattro giorni dal suoarrivo). Onestamente non so quale sia ladifferenza tra il grigio Londra e il grigio fumo, ame sembrano uguali ma Jane sostiene che siamolto più figo e alla moda definire il banale grigioscuro con “Grigio Londra”, di conseguenza questotermine è volato in cima alla lista della miaconoscenza linguistica.“Ciao” dico lagnosamente.“Ti trovo in forma, come stai?”“Beh, veramente di merda”Sono stata seduta per delle ore ho il sedere infiamme.“Oh, come mai?”“Niente, lascia stare, cosa vuoi?”“Volevo sapere chi ti accompagna alla festavenerdì prossimo”Mmmmh, che palle!

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“Te l'ho già detto”“Chi?” mi guarda sbigottito“Ah non te l'ho detto? Un tipo nuovo”“E come si chiama?”“Ha due nomi e due cognomi”Mi guarda stralunato “Come scusa?”“Non mi credi? Di nome si chiama Non Sono e dicognome Affari Tuoi”“J”Marna scoppia ridere attirando la mia attenzione“Ehi Marna, che c'è di buono oggi?” la seguo inuna risata sguaiata. Matt sparisce.“Sei incredibile” mi diceMi guardo intorno e mi accorgo che siamostranamente sole, sono rimasta l'unica in fila, lefaccio un gesto della mano perché si avvicini alvetro che ci divide “Devi venire con me alla festadi venerdì prossimo” bisbiglio“Perché?”“Ti pregooo” piagnucolo posando il vassoio sulrullo in acciaio.

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Si appoggia al vetro con la mano “Non vengonoBrittany e Jane?”“Certo, ma loro sono impegnate con lecheerleader, le vedo a fine partita”“OK ma dobbiamo vederci la perché do una manoai genitori e i prof di turno”“Vieni con me” sento dire alle mie spalle.Lancio un urlo dallo spavento.Brian mi sta fissando con una scintilla maliziosanegli occhi.“Come dici?” chiedo boccheggiando.“Vieni con me”Distolgo gli occhi da lui un momento, il restodella mensa ci sta fissando. Oddio!Mi prende una mano e accarezza le nocche con ilpollice “Per favore”Ora o mai più!“Ok”Mi fa un sorriso da pubblicità del dentifriciomostrandomi denti bianchissimi e perfetti, poi siavvicina al mio orecchio “Grazie” sussurra.

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Mi lascia solo dopo avermi dato un bacio sullaguancia.Incasso la testa nelle spalle sorridendo, mi giro aguardare Marna “E' Brian Johnson?” chiede rossain volto.Evidentemente è l'effetto Brian.Le faccio “si” con la testa.“Ma non gioca nella squadra di football anche lui?Come farete ad andare insieme?”Sbatto una mano sul rullo d'acciaio “Oh ma che neso e poi chissenefrega, in qualche modo faremo.Mi ha invitata fuori, non posso rinunciare!”“E io?” chiede arrabbiataOh cavolo!“Scema! Ci caschi sempre”“Marna!” la sgrido“Non potrei mai mettermi a discutere, sapendo chemi scarichi per quel pezzo di manzo!”Divento rossa.“Tranquilla Jewel” sorride dandomi una paccasulla spalla, allungandosi al di là del vetro.

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“Questo venerdi le altre vengono a casa mia perstudiare, vieni anche tu!” le propongo entusiasta“Ok”“Ceniamo per le sette”“Ci sarò”La saluto con la mano, recupero il vassoio vuoto(mi è passato l'appetito dall'eccitazione) e miavvicino al tavolo dove mi aspettano i miei amici eBrian.“Non mangi niente?” mi chiedono Mark e Cooperin coro.Loro stanno sbranando il pranzo mentre Jane eBrittany addentano entrambe una banana. Milanciano un sorriso che dice più di mille parole.Hanno già capito tutto, le mie amiche!Brian spinge la sedia indietro dandosi una paccasulla coscia destra “Siediti qui”. Stringo il vassoioincerta sul dà farsi.Vuole che mi sieda in braccio a lui, davanti a tutti!Forse le mie stelle hanno capito di aver intrapresoun viaggio inutile e stanno tornando da me.

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Con la coda dell'occhio vedo Brittany farmi uncenno con la mano come a dire “Dai, cheaspetti?”.Faccio un bel sospiro e mi siedo.Brian fa scivolare la mano sul mio fianco comenulla fosse e ci mettiamo a chiacchierare assiemeal resto della tavolata. Il mio stomaco comincia abrontolare “Hai fame?” mi chiede“No, no”.In realtà ne sto morendo ma non ho il coraggio difarlo davanti a lui.Sento una leggera pacca sulla spalla che micostringe a voltarmi. Beth e le sue amiche,Jennifer e Brianna, mi guardano con le bracciaincrociate al petto “Ciao J” mi dice Beth alzandoun sopracciglio.“Ciao”“Che stai facendo?”Strabuzzo gli occhi “Come scusa?”“Perché gli sei seduta in braccio?”Non so che cosa dire. Cosa vuole?

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“Ma lo sa chi sei?” prosegue, un lampo leattraversa gli occhi.Mi alzo di scatto e raggiungo in fretta l'uscita.Non può farmi questo davanti a lui.

CAPITOLO 8Sono seduta sui gradini dietro la scuola piangendocon la testa incassata in mezzo alle ginocchia. Nonposso credere che Beth mi abbia fatto questo. Lamia vita è complicata senza che ci si metta anchelei.Mi odia, questo lo so. E' innamorata di Matt datutta la vita e lui l'anno scorso ha scelto di starecon me, che poi se non lo faceva era anche meglio.Non me l'ha mai perdonata. In realtà non hoancora capito perché se la sia presa. Ciconosciamo da sempre ma non siamo mai stateamiche con la A maiuscola, anche se al di fuoridegli orari scolastici ci vediamo spesso.Per forza! I locali sono quattro in croce il che cicostringe a frequentare tutti gli stessi posti.Sapevo che le piaceva Matt ma lui mi aveva

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confidato che non gli interessava perché è altacome un watusso. Se ci ripenso ora, mi viene dapiangere.Com'è possibile respingere una persona solo per lastatura? E' un'idiota.Mentre elaboro questi pensieri vedo le mie amicheavvicinarsi a passo di marcia. Quando miraggiungono Jane prende poso sul gradino piùbasso e appoggia un gomito in fianco alle miescarpe, Brittany invece siede alla mia sinistraappoggiando la schiena alla ringhiera perguardarmi.Si allunga quel tanto che le basta per asciugarmiuna lacrima con un fazzoletto di carta, poi sistemagli occhiali sul naso “Non starla a sentire”mormora infilando il fazzoletto bagnato nellaborsa.Sbuffo.“Jewel siamo serie per una volta e affrontiamo larealtà. Prima o poi Brian verrà a sapere tutto, senon sarai tu a dirglielo, lo farà qualcun altro. Il

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paese è piccolo e la gente mormora.”“Da quando sei diventata cosi riflessiva?” lechiedo passandomi le mani sui jeans.“Ehi, io sono riflessiva!”Rimango impassibile.Generalmente ad una frase del genere rispondereiridendo a crepapelle ma ora sono talmenteumiliata, arrabbiata, ferita, mortificata (e l'elencopotrebbe andare avanti in eterno) che non riesco areagire.Jane mi strofina una mano sul polpaccio in segnodi conforto e insieme ci mettiamo a guardare delleragazzine del primo anno, tirate a lucido, chefanno le smorfiose con i ragazzi più grandi.“Eravamo così anche noi?” chiede Janecontinuando a massaggiarmi. Brittany abbassa gliocchiali da sole sul naso per osservare meglio.“Non cambia un cazzo” vorrei dirle ma preferiscosottrarmi ad una inevitabile discussione senzafine.“Non eravamo delle mini Kardashian, ma si, a

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modo nostro eravamo così” dice “Nostra Signoradel So Tutto”, poi cala il silenzio.

La campanella ci avvisa che è ora di rientrare. Ciprendiamo a braccetto e c'incamminiamo versol'entrata principale per la lezione di letteraturainglese. Entro in aula camminando a testa bassariuscendo a percepire lo sguardo di Beth su di me.Decido di andare direttamente a sedermi,altrimenti potrei cambiare rotta e andare astrapparle quei suoi capelli biondi (tinti!).“Spostati, è la mia sedia” mi dice Brittanyavvicinandosi. Le sorrido e mi siedo su quella dimezzo.Rimango concentrata sulla lezione per prepararmial saggio che presenteremo la prossima settimana.Il mio deve essere il migliore. Su questo non cipiove.Un aeroplano di carta mi colpisce in testa mentresono chinata sul banco a scrivere appunti. Noncapisco da dove sia arrivato!

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Mi guardo intorno affrettandomi a nasconderlosotto il bloc-notes. Brian mi fa un cenno e capiscoche è suo. Lo apro.“Vuoi parlarne?”Queste due parole sono scritte con una calligrafiabella e chiara. Capisco che si sta riferendo a ciòche è accaduto in mensa ma per il momentopreferisco evitare. Muovo la testa a destra esinistra sorridendo. Annuisce con il capo. Piego ilfoglio in quattro, lo metto nel libro di Re Lear ericomincio a seguire la lezione.“Andiamo a correre?” chiede Jane seduta nelsedile posteriore della Lexus di Brittany.“Ok”“Io passo, devo iniziare il saggio e andare da miamadre”“Ci vediamo domani” dicono in coro mentrescendo dalla macchina. Le saluto con un cennodella mano e noto che la Porsche in Brian non c'è.Scrollo la testa per togliermi il pensiero costanteche ho per lui e inizio a fare i gradini del patio.

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“Stasera esco” annuncia mio padre quando entroin casa.Lo osservo addentare una polpetta crudatogliendomi la borsa dalla spalla “Ok”Mi rifugio in camera. Tolti scarpe e calzini, lego icapelli in uno chignon prima di caderesvogliatamente sul letto e fisso il muro coloravorio.Torno in me quando sento mio padre chiamarmi aldi là della porta “Posso entrare?” chiede cauto“Non ora papà”“Stai bene?”“Si, sono solo stanca”“Scendi in ufficio più tardi?”“Perché non lo dici a tuo padre?” mi vengono inmente le parole di Brian.Già, perché non glielo dico? Non voglio inventarescuse stavolta.“Non ne ho voglia”“Ok”La mia testa scatta all'indietro.

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COSA?Ho finto per anni di andare a correre quando me lasarei cavata con un semplicissimo “Ok”?!Che abbia trovato una donna che lo sta facendoandar fuori di testa?!Magari! E' probabile che così mi starebbe menoaddosso.Sono impressionata!“Vado a giocare a bowling con i ragazzi eandiamo a mangiarci una pizza”“Va bene papà, vengo a salutarti più tardi, devostudiare”“Ti voglio bene tesoro”“Anch'io”Tutto questo mi riscuote dal mio stato di paranoiae mi alzo dal letto per prendere gli appunti einiziare il saggio. Apro la borsa e tiro fuori tutto ilcontenuto: due penne blu, due matite, unevidenziatore verde fluo, un bloc notes giallo,correttore, caramelle, fazzoletti di carta, salva slip,assorbente con ali (che però nascondo nella tasca

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interna) salviette profumate, astuccio di Harrodsche mi ha regalato Marna da un viaggio a Londra,nel quale tengo gli assorbenti interni e imedicinali, come aspirina e antidolorifico, infine ilRe Lear.Accidenti! Mi sono scordata del biglietto!Lo vedo uscire dalla parte alta del libro e cerco diestrarlo delicatamente.E ti pareva che s'incastrava! Uffa!Apro le pagine tirandolo piano con due dita perchého paura che si rompa, quando lo tengo fra lemani lo apro e lo rileggo. Mi viene da sorridere edecido che avrà un posto d'onore nella miacamera. Un gesto così non deve esseresottovalutato. Lo attacco con una puntina a formadi auto sul tabellone di sughero che ho davanti alletto. Ci tengo tutto quello che mi ricorda i beimomenti. Le parole “Vuoi parlarne?” saranno ilmio personale “Buongiorno”.Il buonumore è tornato del tutto!Studio con calma il tabellone al quale, mi rendo

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conto solo ora, lancio abitualmente un'occhiataalla svelta. Ci sono foto di me con le amiche, dimamma, nonna, papà, Mark e Cooper, Jared.Scontrini dei bar dove abbiamo trascorso serateparticolarmente divertenti e una collana fatta conla pasta che mi hanno regalato Brittany e Jane peril mio decimo compleanno. Cose così. E' grandedue metri per due ed è colmo. C'è persino la fotodi Dylan seduto sulla Porsche.Oh, vuoi vedere che era destino?!L'aveva attaccata mia madre di nascosto e non hoavuto il coraggio di toglierla quando l'ho scoperta.Ah, le mamme!Adesso però, sotto con Shakespeare.Dopo un tempo che mi sembra eterno sento Brianchiamarmi.Abbandono la sedia rosa e il cuscino avorio su cuiil mio sedere era adagiato per bene e mi avvicinoalla finestra. Appoggio un ginocchio sul grandedavanzale, ricoperto interamente da un cuscinocucito da mia madre con una fantasia a fiori

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(orrenda, ma l'ha fatto lei) e mi allungo per uscirecon la testa a guardare Brian.E' in piedi sul marciapiede in pantaloncini corti dicotone militari, arrotolati ad arte sopra leginocchia (ovviamente!), una maglia bianca agirocollo con le maniche verde militare rimborsatesulle braccia. Ai piedi, Converse bianche.Converse? Non lo facevo da Converse.Palleggia con un pallone da basket.Non penserà che vada a giocare spero!Stramazzerei al suolo!Deve aver visto il mio sguardo angosciato “Non tichiederò di venire a fare due tiri, stai tranquilla”Ah, meno male!Dopo aver infilato il pallone sotto il braccio, michiede “Vuoi parlarne?”Oddio, adesso scendo e gli saldo addosso. Maquant'è dolce?!Mi limito a scuotere di nuovo la testa sorridendo.Come una scema!“Che fai?”

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“Preparo il saggio”“Non lavori oggi?”“E tu?”“Non hai letto il mio contratto di assunzione?”scuote la testa guardando per terra “Gesù Jewel,assumi le persone e non sai nemmeno come?”In effetti…“Ehi è mio padre che ti paga, non io” cerco didifendermi“Comunque non lavoro tutti i giorni perché ho gliallenamenti e poi, sai com'è, devo anche studiare”“E allora quando vieni?”“Il lunedì, il mercoledì e il sabato mattina”Ho deciso! Lavorerò il lunedì, il mercoledì e ilsabato mattina e basta!Esitanti entrambi a parlare rimaniamo a fissarci,Brian prende l'iniziativa e si avvicina alla casapassando per il prato posizionandosi sotto lafinestra il che mi costringe a sporgermi un po' dipiù.“Non so a cosa si riferisse Beth ma volevo farti

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sapere che mi è dispiaciuto vederti così triste.Semmai avessi bisogno di parlare con qualcuno,non esitare a venire da me. Oppure chiamami, everrò io”.Non resisto più!Mi catapulto ad aprire la porta, scendo di corsa igradini ed esco in giardino, quando lo raggiungogli stringo le braccia al collo. Inizialmente il miogesto lo sorprende ma si stabilizza subitostringendomi forte. Rimaniamo immobili per untempo indecifrabile.“Grazie” sussurro.Appoggia il naso al mio collo come se volesseinalarne il profumo poi mi lascia un baciodelicatissimo che si riverbera in tutto il corpo.Gus fa un colpo di tosse e noi ci stacchiamo.Che tempismo ragazzi!!!Lancio uno sguardo imbarazzato a Brian che alcontrario di me, sembra più rilassato che mai.“Che facevate?”“Niente” rispondiamo in coro. Io piccata, lui ride.

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Ci dileguiamo entrambi nello stesso momento.“Jewel fermati” ordina Gus.Accidenti! Ero quasi al sicuro tra le mura di casa!Mi fermo sulla veranda vicino al vecchio dondoloin ferro bianco.Quando mi volto lo vedo pedinare Brian fino almarciapiede.“Ti tengo d'occhio Johnson” gli intima mentrel'osserva andarsene facendo rimbalzare il pallonesull'asfalto.Me lo immagino sorridere.Sono imbambolata a fissarlo mentre lui non si èvoltato nemmeno una volta.“Che è successo stamattina?” mi prende un colpoquando mi ritrovo quell'orso di Gus a duecentimetri dal naso.“Non dirmi “niente” altrimenti m'incazzo”.Oooookeeeeyyy!!!

CAPITOLO 9“Capisco” dice alla fine del mio raccontoappoggiandosi alla staccionata bianca della

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veranda. Guarda un punto fisso sul pavimento nelfrattempo mi sono seduta sul dondolo in attesa chedica qualcos'altro. Giocherello con il bordo dellamaglietta che ho arrotolato al dito mentre glispiegavo quello che è successo a scuola. Miopadre fa capolino dal prato e ci guarda stralunato“Che succede?”“Niente” risponde Gus tutto serio.Perché se lo faccio io si arrabbia?Evito di guardare mio padre, non voglioraccontargli niente per non creare problemi perciòtorno in camera da Re Lear.La finestra è aperta e li sento bisbigliare ma noncapisco un accidente di quello che dicono. Forse èmeglio così!Me li immagino, saranno tristi e turbati.Io invece ho già dimenticato tutto e sonoelettrizzata dall'idea che il venerdì prossimo usciròcon Brian. Dovrò chiedere alle mie amiche diaccompagnarmi al “50 Cent”, il nostro negoziopreferito.

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Sono seduta a mangiare una grossa bistecca dimanzo quando mi arriva un sms da Brittany.La nonna mi lancia un'occhiataccia che vieta chenel modo più assoluto di alzarsi da tavola percontrollare il cellulare.Per certi versi è all'antica da far schifo.Continuiamo a mangiare in silenzio, del quale mistanco dopo appena cinque minuti e le raccontodel mio appuntamento con Brian.“Jewel è fantastico, finalmente la mia bambina hatrovato un bravo ragazzo”“Non ho trovato alcun ragazzo e cosa vorresti direcon “finalmente”?” chiedo indispettita.“Andiamo tesoro, quel Matt era un idiotapatentato, mi domando come facesse a piacerti.Avrà ancora i brufoli adolescenziali che glisolcano la faccia”In effetti…ma solo qualcuno!“Nonna!” la sgrido“Che c'è? E' la verità! Invece Brian, non solo èintelligente ma è pure belloccio. Somiglia al

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ragazzo che fa il lucertolone sul programma diMTV”Oh Signore! Alzo gli occhi al cielo, questaconversazione non esiste!“Ho 50 anni Jewel, non sono una vecchiadecrepita. Mi documento su internet per tenermiaggiornata”D'un tratto diventa seria e mi guarda da sopra labottiglia d'acqua “Gus mi ha raccontato quello cheè successo a scuola…”Smetto di mangiare.Appoggio la forchetta nel piatto e incrocio lebraccia al petto lasciandomi sprofondare sullasedia.“Quindi?” chiedo senza riuscire a trattenere larabbia che sta salendo alla velocità della lucedentro di me.“Beth è un'idiota” risponde allegramenteLe sorrido felice. Solo lei mi capisce!“Non mangi altro?”“Certo!” recupero la forchetta e infilzo una patata

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arrosto“Hai deciso cosa metterti per l'appuntamento?”Ci mettiamo a discutere per il resto della cenasull'abbigliamento che dovrei indossare. Leivorrebbe conciarmi come una bambola diporcellana. Per carità!Termino di riempire la lavastoviglie, mi lavo lemani e salgo in camera a prendere una felpa e labozza del saggio prima di correre da mia madre.Sono seduta sul prato di fronte alla lapide aleggere a voce alta. Mi blocco di colpo sentendodegli strani rumori. Me la sto facendo sotto dallapaura. Scatto in piedi pronta a darmela a gambe.Una figura esce da dietro un albero. E' Brian.“Oddio, mi hai spaventata a morte” lo sgridoportandomi le mani al cuore con la speranza che ibattiti tornino regolari.“Scusa”“Fa niente” gli dico appena mi riprendo.“Che ci fai qui?”“Tu?”

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“Ero in giro e ho visto la tua bici”Ah!“Sei l'unica con una bici lilla e le stelle filantiattaccate al manubrio” precisa notando la miaespressione turbata“Sono venuta a trovare mia madre” gli dicoguardando per terra.“Mi dispiace non volevo disturbarti” fa perandarsene.“No rimani!”Non voglio che se ne vada.Sorride e si avvicina guardando la foto dellamamma “Le somigli” mormora voltandosi versodi me. Abbozzo un sorriso.“Vuoi parlarne?”Non esito neanche un attimo.“Era un'alcolizzata” rispondo con totaleindifferenza poi mi siedo e raccolgo la bozza delsaggio.Seduto al mio fianco allunga una mano perché glipassi il bloc-notes “Fammi vedere”.

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Piega le gambe e lo appoggia alle ginocchia.Legge con calma massaggiandosi il mento e lemascelle, lo sguardo concentrato “Hai unapenna?”“Cosa?” gli chiedo sorpresa“C'è un errore”“COSA?”“Hai confuso Edgar con Edmund”“Dammi qua” sbuffando riprendo il blocco. Cercocome una forsennata l'errore, vorrebbe indicarmeloma spingo lontano la sua mano.Dov'è? Dov'è?“Jewel mi stai facendo paura”Non lo sento nemmeno parlare.Dove sei bastardo di un errore?“Non c'è” bisbiglia girandosi dalla parte oppostaalla mia.Alzo la testa molto, molto, molto, lentamente e glilancio uno sguardo glaciale. Gli batto un dito sullaspalla. Voltandosi si getta addirittura con laschiena sul prato a forza di sghignazzare e non la

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smette più.“Sei uno stronzo!” sentenzio alzandomi in piedi,di riflesso di alza anche lui. Ha smesso di ridereora.Sto cercando con tutte le forze di rimanere seria eposata, ma come faccio? Lui è talmente wow! E ioho esagerato, lo ammetto ma non sopportocommettere errori, soprattutto in letteratura ingleseche è la mia passione.Sto fissando la foto della mamma, forseguardandola riuscirò a non ridere.No, niente da fare! Sto starnazzandorumorosamente, neanche fossimo ad una festa!Quando incrocio gli occhi di Brian mi blocco.Ha uno sguardo ardente “Jewel”L'atmosfera tra di noi cambia radicalmente, siavvicina di un passo e mi prende il viso fra lemani.Sospira piano appoggiando le labbra sui mieicapelli, indugia un momento poi mi da un bacio.Subito dopo le nostre fronti si toccano “Cazzo

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Jewel…” impreca e se ne va.Rimango impalata a guardarlo salire in macchinasbattendo la portiera, sgomma partendo. Sembraarrabbiato, più con se stesso.Il mio cellulare si mette a squillare nella tasca deijeans, premo il tasto di risposta “Pronto”“Perché non mi hai risposto al messaggio?”Accidenti!“Scusa, l'ho scordato”“Usciamo?”“Sono da mia madre, ti raggiungo, devo parlarti”“Qualcosa non va?”“Arrivo” raccolgo in fretta le mie cose da terra perinfilarle nella borsa. Saluto mia madre e vado daBrittanyPer fortuna vive a due isolati dal cimitero, tre dacasa mia, arrivo in un attimo e appoggio la biciall'acacia. Potrei dire che le nostre abitazioni sonoidentiche se non fosse per il colore degli intonaci:la sua è verde, la mia è gialla.Salgo i gradini e busso alla porta. Mi apre sua

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madre “Ehi J che sorpresa” s'illumina quando mivede “Tesoro entra, finalmente sei tornata” diceabbracciandomi“Ehi Brenda” rantolo, perché mi sta strozzando.Ah, meno male si è staccata!Cerco di prendere fiato mentre chiama sua figliache esce dalla cucina con addosso una vestagliablu notte. Sembra una diva anni 40.“Allora J come va?” Brenda non la smette dimassaggiarmi un braccio.“Al solito, studio, lavoro, cose cosi” rispondocercando di rimanere sul vago.“Nessun ragazzo che ti fa la corte?” ammicca.Vorrei mettermi a urlare dalla frustrazione.“Ehm, solo Matt ma è una palla al piede quindinon conta” mento.Cioè, non mento sul fatto che Matt mi stressi,glisso sull'enigma Brian che mi assilla.“Mamma noi andiamo di sopra” annunciaBrittany e ce la filiamo.“Allora hai letto il mio messaggio?” lascia cadere

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la vestaglia sul pavimento della camera chepotrebbe fare concorrenza a quella di una bambinadi due anni. E' piena di orsetti e peluche di variogenere.“Ehm…no!”.“Che te ne fai di un telefono se non lo guardimai?”“Beh, sono qui, dimmelo”“No leggilo”“Brittany” piagnucolo. Perché deve fare sempretante storie?Estraggo il cellulare dalla borsa svogliatamente econtrollo il messaggioCOLTON TI STA CERCANDO!;-)Mi arriva un pugno allo stomaco. La guardosorridere.“Che ti ridi?”Reprimo l'istinto di uscirmene con questa frasequindi le dico solo “Mi ha trovata”.Siede sul letto incrociando le mani sulla pancia

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perché certamente si aspettava una reazionediversa, una cosa come “Oh mio Dio, quando,dove, perché?”. Certamente ora è più cheindispettita dal fatto che non le stia dando questasoddisfazione.Sua, non mia, perché a me l'incontro, che deducofosse calcolato, ha lasciato l'amaro in bocca.“E allora racconta!”“Oh Brittany…” mi butto con la faccia sul cuscinosperando di soffocare “Jewel che hai?” chiedemassaggiandomi la schiena, giro la testa perguardarla “Brian è venuto al cimitero…”“Che romantico!” m'interrompe“Per farla breve, penso che volesse baciarmi mainvece di farlo ha imprecato e mi ha lasciata lì”torno ad infossarmi nel cuscino tentando disuicidarmi.“Che cosa?” sbraita “Adesso vado a cercarlo e glistrappo le palle. Come si permette di farti unacosa del genere?”Scrollo le spalle perché non so cosa rispondere. La

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sento camminare avanti e indietro per la stanzainveendo come fosse il Diavolo venuto a farmichissà che cosa, che poi in realtà non ha fattoniente. Mannaggia a lui!Quando termina tutti gli aggettivi dispregiativipresenti sul dizionario e non solo, si blocca: “Tiama!”Scatto sull'attenti e mi giro a guardarla. E' in piedial centro dell'enorme stanza. Sembra la Madonna.I capelli biondi lisci le cadono sulle spalle,indossa una camicia da notte azzurra (la sua peròè di pizzo e merletto e le arriva appena sopra ilginocchio).Che poi voglio dire, andrebbe bene a trent'anni,non a diciotto ma lei è cosi, ed è bellissimacomunque.“Non dire cazzate Brit”“Non dico cazzate J, se ne sono accorti tutti.Persino Mark. Voglio dire Mark. Hai presenteMark? Il nostro amico tonto!?”Abbozzo un sorriso “Si ho presente”

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Torna a sedere e mi prende una mano fra le sue“Siamo giovani e bla bla bla ma chi ha detto chedue persone non possano innamorarsi?”“Ma se non ci conosciamo nemmeno” la bloccosubito.“Si chiama amore a prima vista”“Si certo, che va bene nei film, non nella vitavera” borbotto alzandomi in piedi. Adesso sono ioad aver bisogno di fare solchi per la stanza.“Oh senti J ma perché non la prendi cosi comeviene? Fingi che non t'interessa! Magari sitrattiene perché ti vede troppo coinvolta”“Si nota tanto che mi piace?”“Hai presente Mark, il nostro amico quello tonto?Si è accorto che anche tu piaci a Brian e non loconosce un granché” scoppia a ridere“A te ti conosce da una vita, prova a tirare lesomme. E si, si nota parecchio ma non è un male,è solo che gli uomini si spaventano”“Facciamo il punto della situazione” adesso mi stoincazzando sul serio “Non lo cerco, MAI, evito

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qualsiasi forma di contatto - vabbè oggi ho cedutoma era la prima volta -““Ti ha presa in braccio durante l'ora di ginnastica”m'interrompe“E' stato lui”“Potevi rifiutarti”“Smettila!” continuo con la mia analisi “non lochiamo e non gli messaggio, anche perché non hoil suo numero”.Mi blocco sull'ultima constatazione: perché mi hadetto di chiamarlo se “mi va di parlare” sapendoche il suo numero io non ce l'ho?“Gli hai dato il mio numero?”“Può darsi” risponde sfogliando una rivista digossip che era appoggiata al letto.“Non vuoi dirmelo?”“No, continua ti prego, sono ferma al punto in cuidici che non lo chiami e non lo messaggi”“Giusto! Dov'ero rimasta? Ci sono: se lo incrocio elui non se ne accorge, cambio direzione, mi dici dicosa si dovrebbe spaventare?”

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Se trova la risposta a questo mi butto dallafinestra.“Ti sciogli come neve al sole quando lo vedi e nonriesci a stare ferma. Continui ad infilarti unaciocca di capelli dietro l'orecchio e non prestiattenzione quando abbiamo lezione con lui perchései perennemente concentrata a guardarlo - elasciatelo dire: il ragazzo è un Signore, perché alposto suo ti avrei già mandata a quel paese daquanto sei irritante -. Non mangi niente perchéinconsciamente stai vivendo d'amore, platonicoper ora e in pole position signore e signori, faifigure di merda una volta si e l'altra pure, tibasta?” ha smesso di sfogliare il giornale e miguarda con la testa piegata da un lato.Mi dispero internamente: Sono troppo giovane permorire!Cerco di ritrovare la voce per replicare ma non ciriesco “Cambiamo argomento ti va? Ho qui labozza del saggio”“Prenderemo una A ne sono certa e no, non mi va

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di cambiare argomento. Sei troppo sconvolta.Intanto che rifletti vado a prendere due bicchieri dilatte e dei biscotti al cioccolato”.Mi siedo sul letto con il broncio, per dare enfasialla postura intellettuale che ho assunto prendo ilmento tra due dita come fanno i “Grandi” eguardo per aria. Cambio subito posizionelasciandomi cadere sulla schiena come fanno igiovani in piena crisi di nervi. Brittany ha fattocolorare il soffitto di azzurro e sono disegnatedelle nuvole.Quella ragazza non ha limiti. Ma come si fa?Mi alzo reggendomi con le braccia dietro laschiena e osservo la stanza: pareti rosa, unascrivania bianca antica sotto la finestra che comela mia dà sul giardino, una porta bianca conaccesso diretto alla cabina armadio, fotografie divario genere appese al muro in cornici elaboraterigorosamente laccate di bianco e, tocco finale, unletto a baldacchino in ferro battuto bianco masenza tendine coordinate.

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Più principesco di così si muore.E' figlia unica, i suoi hanno divorziato quando erapiccola perché suo padre ha tradito Brenda e haavuto un figlio dalla nuova compagna. Fa l'editoree vive a Manhattan in uno splendido attico convista Central Park, non si incontrano da anni. Lefa sapere che è vivo una volta al mese inviandoleun generoso assegno per gli alimenti. Brittany esua madre vivono sole e sembrano felici lo stesso,oppure la loro sofferenza la nascondo meglio chepossono. E' un argomento di cui non parliamospesso, soprattutto perché mi rabbuio quandoBrittany mi dice “Tu non ti lamenti e sei messapeggio di noi, quindi non mi lamento neanche io”.Sono contenta che mi prenda da esempio ma non èuna gara a chi sta messa peggio.Torna in camera con un vassoio di legno biancodove appoggiati ci sono due bicchieri colmi dilatte (originariamente pensati per il vino rosso) eun piattino di biscotti al cioccolato, i nostripreferiti. Alleviano le ferite.

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“Allora…non vuoi sapere perché ti cercava?”“Si” le dico con enfasi inzuppando un biscotto nellatte.Mi racconta che oggi, finiti gli allenamenti con lecheerleader, l'ha fermata nel parcheggio dellascuola e senza cercare scuse le ha chiesto dovepoteva trovarmi dopo cena. Brittany era incerta sedirgli che mi avrebbe trovata al cimitero perchésapeva che io non gli avevo raccontato della mortedi mia madre e cosi facendo, per forza di cose,l'avrebbe saputo. Dopo averci pensato su, tipo unminuto e mezzo, glielo ha detto pregandolo di“Non dirle che te l'ho detto io” con quel becchettotremendo e traditore che fa sciogliere anche ighiacciai.“Capisco”“Beh, in sostanza di cosa avete parlato alcimitero?”Che è successo a parte la scena finale del suo“Cazzo Jewel” e l'uscita di scena teatrale?Ehmmmm…spremo le meningi in cerca di un

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appiglio.Mi attraversa un lampo di genio “Mi ha sfottutadicendo che c'era un errore nel saggio”“Coraggioso! Non l'hai preso a calci nelle palle,che succede non è da te!?”“Gli ho detto che mia madre era un alcolizzata”Si fa subito seria e mi accarezza la schiena conuna mano, appoggio al viso alla sua spalla “Ah,l'amore cosa ci fa fare…” dice lei come se necapisse davvero qualcosa.“Parli come le vecchie”Riesco ad intercettare il cuscino che mi lanciaaddosso e lo appoggio alla pancia “Me lo dai ilsuo numero?”“No” risponde altezzosa“Tu ce l'hai il suo?”“J certo che no”“OK”

CAPITOLO 10Il pensiero che Brian abbia il numero e non lo stiausando mi logora. Che cosa aspetta a mandarmi

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un sms? Oppure telefonarmi? No, la telefonataimplica una forzata conversazione e io non sapreiche cosa dirgli. Un sms rende le cose menocomplicate. Possiamo inviarci faccine che chissàcome mai sono idiote ma ci riempiono di gioiaquando appaiono sorridenti o mandano un bacio,oppure si può usare la scusa del “non mi èarrivato” ed evitare di rispondere essendoconsapevoli che in quel momento l'altra persona tistava pensando.Mentre faccio questi pensieri sono seduta inufficio, la mattinata è stata ultra piatta perchéBrian non c'era, o forse si ma io non l'ho visto, nonche l'abbia cercato (assolutamente falso: sembravoposseduta dal modo in cui mi aggiravo neicorridoi della scuola) .Che sia davvero spaventato da me e dal mio mododi reagire a lui? Spero proprio di no!Un lampo di genio mi attraversa il cervello: decidodi cercarlo on line.Inizio da Twitter, non c'è. Provo con Instagram

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collegandomi direttamente dal cellulare, niente.Forse Facebook. Nada!Ma, insomma, come fa questo uomo a non esserecollegato con il mondo? Io sono ovunque:Facebook, Twitter, Instagram, Whosay, Pinterest,e la lista potrebbe continuare. Vorrei innalzare unmonumento a chi ha inventato Whatsapp.La porta si spalanca e io balzo sulla sedia dallospavento. Gus entra come nulla fosse successo, miaffianca e guarda lo schermo del mio MacBook“Lo stai spiando?”Rimango per un momento sbigottita dalla suadomanda. Oh cielo, ho lasciato Facebook aperto eil suo nome è ancora inserito nella sezione “cerca,persone luoghi e oggetti”. Più tardi dovròcambiare la mia ricerca nella speranza di trovareUN “BOIA” “ANCHE QUI, NEL MIO UFFICIO(non sono una ragazza di molte pretese, miaccontento)” “CON UN'ASCIA IN MANO” pertagliarmi la testa dalla vergogna. Divento scarlattae non parlo, mi limito a chiudere in fretta il sito.

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“Allora?” è cosi impaziente.“Non proprio” rispondo in un sussurroAlza un sopracciglio aspettando una spiegazione.“Oggi non era a scuola, volevo solo vedere se percaso online trovavo qualcosa, non so uncommento, l'orario in cui è stato postato…” lascioin sospeso la frase“E' in garage se ti interessa, lo chiamo così glielochiedi”“NO” urlo “Ti prego Gus, non farlo”“E' successo qualcosa?”“No!”“J” cantilena“Te lo giuro Gus, non è successo niente, stavogiusto per andarmene in casa perché staseravengono le ragazze a studiare”“Studiate come correte?”Fa lo spiritoso?Faccio un sorriso tirato, lo supero e sgattaiolofuori della porta guardando per terra.Mentre affetto le melanzane che poi andrò a

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grigliare, mi chiedo perché Brian sia in garage divenerdi quando mi ha detto che di solito nonviene. Forse sperava d'incontrarmi? Liquido ilpensiero scuotendo la testa. Impossibile. Magariera libero ed è venuto a fare degli straordinari.Estraggo la piastra elettrica dal mobile dellacucina e attacco la spina all'interruttore perché siscaldi, in quel momento mi chiama Gus “Jewel”sbraita.Mi affaccio alla finestra che da all'ingresso delgarage “Che c'è?”“Si va domani?”Oddio, mi porta a fare una guida!!! Non sto nellapelle!“Siiiiii” saltello sul posto e stringo i pugni vicinoalle guance dalla gioia“Alle sette?”Eeehhh??? Ma è matto? E' sabato!Lo guardo schifata “Facciamo le otto?”“Ehi signorina prendere o lasciare”E allora perché me lo chiedi? Gli faccio un cenno

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per acconsentire alla sua pazza proposta e mimetto a cuocere le melanzane.Alle sette bussano alla porta “Ciao J”“Vi aspettavo per le sei e mezza” dico stizzitarivolgendomi a Brittany e Jane.“Marna veniva per quest'ora e abbiamo fatto unamacchina” Brittany s'infila tranquilla in cucina esi siede a tavola “Che profumino J”.Questa sera ho apparecchiato con una tovagliabianca, piatti bianchi dal bordo dorato, posate inargento e calici di cristallo. Ho tagliato delle rosedalla siepe e le ho messe in un vaso comecentrotavola. Da bere ci sono: acqua, succo, coca,aranciata (insomma, nulla di alcolico) e hopreparato la mia specialità: melanzane allaparmigiana!“Ciao ragazze” le saluta mio padre entrando. E'bellissimo e le mie amiche sbavano per lui: è alto,moro, occhi marroni, barba incolta, braccia colmedi tatuaggi e poi è giovane, giovanissimo, hasolamente 38 anni. Ai suoi tempi era il bello e

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dannato.Potrei scommettere che la sua fama sia rimastaintatta.“Ciao Jake” rispondono in coro.Indossa la tuta da lavoro, ha abbassato le bretellesui fianchi, la maglietta grigia madida di sudoremette in risalto il suo corpo asciutto e tonico ed ètutto unto di grasso. Si avvicina al lavello perlavarsi le mani e le braccia fino al gomito. Brittanydi nascosto si fa aria al viso con la mano e simorde il labbro inferiore con enfasi. Cerco ditrattenere una risata mentre la guardo interpretarela sua scenetta. Quando papà ha terminato diasciugarsi si gira e Brittany si ricompone con unoscatto sulla sedia. La guarda e le fa un sorrisomalizioso che la fa avvampare. Ah Ah, come mela rido.Mi da un bacio sui capelli “Esco stasera”Ancora?Mi volto e alzo la testa per guardarlo “Dove vai?”“Al bowling” risponde senza battere ciglio

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“Con chi?”“I ragazzi”Pensa di fregarmi?“Puoi essere più specifico?”Arrossisce. Oddio mi sta raccontando una balla edè imbarazzato “I ragazzi J” dice adirato “con chipensi che vada?”“Ok, non ti arrabbiare, vai pure”“Mi stai dando il permesso?”Gli faccio un sorriso angelico a cui risponde inmodo altrettanto dolce. Mi da un altro bacio,piccolissimo, sulle labbra ed esce per andare aprepararsi.“Tuo padre è da sturbo. Non sai quanto vorreiavere almeno dieci anni più, gli salterei addosso”dice sognate Brittany“Brit” la sgrido.Che schifo! Non posso pensare a certe cose, è miopadre per Dio!Marna ha un'espressione strana. Sembraimbarazzata, lo sguardo perso nel vuoto “Che hai

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Marna?” le chiedo per riscuoterla.Sussulta e sbarra gli occhi “Niente, niente” mettein bocca un grissino che ho sparpagliato sullatovaglia.Mia nonna ci raggiunge e ci mettiamo a cenare.Alle otto e mezza, dopo aver ricevuto un sacco dicomplimenti per la cena, preparo il caffèall'italiana con la moka ascoltando il dibattito chesi sta svolgendo tra mia nonna e le mie amiche.Argomento: meglio i Brangelina o Brad e JenniferAniston? Io voto per la Aniston, è così carina edolce. La Jolie è stupenda, mi piace un saccocome donna e come persona ma ho comel'impressione che sovrasti Brad Pitt.Mi appoggio al davanzale della cucina assistendoal loro litigio, la finestra è aperta. Quando sento ilsuono di una chitarra provenire da fuori, miblocco.“Ssshhh” faccio un cenno con la mano alle altreperché smettano di parlare.Ascoltiamo tutte in religioso silenzio le note di

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“Wish you were here” dei Pink Floyd.“Chi è?” chiede Brittany bisbigliando.Alziamo tutte le spalle e non le rispondiamo, lacanzone finisce e poco dopo sento il portone delgarage chiudersi. Mia nonna si alza dalla sedia edesce sul porticato chiamando Brian, Jane corre perguardarli dalla finestra del salotto.Scosta la tenda rossa e si mette in ginocchiospiandoli da sopra il davanzale e ci informa suimovimenti “Parlano”“Brain annuisce”“Adesso anche la nonna”“Brian va verso la macchina, ha una chitarra inmano”“Eccola eccola” con un balzo si mette compostasul divano di fronte a lei. Io Marna e Brittany cidileguiamo tra il salotto e la cucina con fintanaturalezza. La nonna entra e si dirige senzaparlare su per le scale. Ci lanciamo uno sguardodubbioso. Che è successo?Appena la nonna torna in salotto mi accorgo che si

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è cambiata: indossa un paio di jeans, una maglianera con sopra un golf leggero nero che le arrivasotto il sedere e si è sciolta i capelli castani“Usciamo” dice prendendo la borsa appoggiata altavolino in ingresso.“Cosa?” le chiedo allarmata. Che le salta inmente?“Lo seguiamo!”Le mie amiche saltano e si mettono a gridare dallagioia.“No, no e no” dico battendo un piede a terra“Prendo la macchina ragazze, vi aspetto fuori”“Nonna mi ascolti?”“No, no e no” ed esce di casa.“Quella donna è un mito, andiamo dai, va acambiarti!” mi incita Marna.“Io non vengo”“Certo che vieni muoviti, non puoi uscire in tuta.Fila in camera hai due minuti”.Mi lascio convincere in fretta!M'infilo i miei Roy Rogers preferiti e una canotta

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fucsia. Metto gli orecchini bianchi a forma dicuore con degli strass e scendo. Sono tutte in auto,nonna è alla guida. Mi hanno lasciato il postodavanti libero.Prendo il golf blu dall'attaccapanni prima diuscire. Chiudo a chiave la porta scrollando la testae le raggiungo.“Vorrei solamente dire che disapprovo quello chestiamo facendo” esclamo quando mi siedo echiudo la portiera della macchina.Nessuno mi da retta, sembra che non abbianonemmeno ascoltato quello che ho detto. Lancioun'occhiata alle altre. Sono stipate come sardine.Ben gli sta!“Forza andiamo” dice la nonna e sgommapartendo, lanciamo un urlo mentre guida a tuttavelocità nel cuore del paese. Cerca di superare lealtre auto, a un ragazzo mostra addirittura il ditomedio quando questi si mette a fare il zig zagdavanti a noi.Stiamo girovagando per Barrington quando Jane

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intercetta la Posche parcheggiata davanti a un bar.“Potevi aiutarci con il sedile” dice Marnascendendo dall'auto“Puah” faccio io e incrocio le braccia sul pettobattendo il piede sul cemento. Ci guardano tutti.Lo credo bene!La nonna ha una Gran Torino bianca con dellestrisce rosa shoking ai bordi. E' matta come uncavallo!Un ragazzo di colore si avvicina per toccare ilcofano dell'auto “Se la tocchi ti stacco il dito amorsi” lo intima lei fulminandolo, impaurito sisolleva dal cofano e sparisce.Schiocca le dita ordinandoci di seguirla e cimettiamo a camminare. Entriamo ed usciamo daibar ma di Brian nessuna traccia. Brittany cominciaa lamentarsi di essere stanca e insiste per andare abere qualcosa. Ci sono dei biker sulla portad'ingresso. Mi sembra di vedere una cinquantinadi Gus. Sorrido al pensiero.Una nube di fumo ci invade appena entriamo

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siamo costrette a sventolare la mano davanti alviso come per toglierlo e camminiamo ad occhisocchiusi facendoci largo tra la folla. Il bar èabbastanza grande, luci soffuse e legno scuro datutte le parti. Il bancone in mogano scuro ègigantesco, ci sono tre cameriere con addosso una“divisa” che consiste in top striminzito nero eminigonna di pelle. Hanno un'acconciatura anni80: capelli cotonati e ciuffo esagerato sulla fronte.A sinistra ci sono dei tavolini tondi di legno e unpalco cui sono appoggiati degli strumenti. Riescoa intravedere una batteria, un basso, qualchechitarra ma niente di più, gli occhi mi bruciano.“Per la miseria, Evelyn che ci fai qui?” urla unuomo avvicinandosi verso di noi. Non so perchéma il fatto che la nonna conosca tante persone nonmi stupisce. E' una bella donna mora, fisicoeccellente e soprattutto intelligente. E' il mio idolo.Spero di essere come lei da grande. Quandosmettono di parlare lo prende sotto braccio“Ragazze vi presento Paul” dice sorridente “E'

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originario del nostro paese ma si è trasferito qui avent'anni, non eravate ancora nate. Salutate” dicemimando un cenno di saluto con la mano.Nonna, che cavolo, non siamo mica sceme!Alzo gli occhi al cielo e mi presento per ultima“Ciao, sono J”“J? Vorrai dire Jewel” lo guardo male “Conoscobenissimo tuo padre eravamo amici prima chevenissi in città. Come se la passa?” chiede gentile“Oh alla grande. Lavora al garage con Gus, non sose lo conosci”“Chi non lo conosce?”“In effetti…comunque sta bene, davvero!” Non èvero per niente, ma devo portare avanti il mottoche ho deciso di fare mio e solo mio da questamattina: NEGARE, SEMPRE!Mia nonna mi lancia un'occhiata inquisitrice, poisi gira e chiede a Paul un tavolo libero che siappresta a cercare.“Cosa vi porto ragazze?” chiede quando siamotutte sedute

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“Una birra e quattro gin tonic” risponde per tuttemia nonnaLa guarda imbronciato “Non vorrai dirmi che nonpossono bere un gin tonic?” chiede allucinata. Siferma a guardarlo negli occhi poi riprende “Nonvorrai farmi credere che sei diventato un moralistache segue le regole?! Ti ricordo che quando avevidiciassette anni ti ho caricato in macchina e ti hotenuto a casa mia tutta la notte mentre vomitavinel bagno. Non ho nemmeno avvertito tua madre.Ora dimmi, vuoi fare storie perché le mie bimbebevono alla svelta un gin tonic?”Paul si volta a testa bassa e sparisce.“Ah ah nonna Evelyn sei un mito” urla Jane persovrastare la musica. Il gruppo sul palco suona“What's the streets of love” dei Rolling Stones esono piuttosto bravi.Quando finiscono arriva la cameriera reggendo unvassoio dove sono appoggiati una birra e quattrogin tonic.Mentre bevo il mio drink dalla cannuccia la mia

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attenzione viene attirata da due uomini che sipreparano per giocare a freccette. Uno è magro esembra sparire nei pantaloni di pelle, mentrel'altro ha la pancia talmente grossa che gli copreaddirittura la cintura dei jeans neri. Indossanoentrambi una maglia nera con uno strano stemma,forse è il simbolo della loro “banda di biker”. Ilpiù magro è veramente un fenomeno, lancia laprima freccetta posizionandola perfettamente alcentro. Li chiamerò Stanlio e Ollio dei Bikers.Ollio, il grasso, scuote la testa imprecando Diosolo sa cosa, poi si prepara a lanciare.“Oh mio Diooooo” si mette ad urlare Brittany, miscuote il braccio come se volesse staccarlo.“Che ti succede?” le chiedo girandomivelocemente perché sono curiosa di tornare aguardare la partita per sapere chi la spunterà.Mi indica il palco con un dito e mi volto… Brian èsul palco.Indossa un paio di jeans strappati sulle ginocchiae una camicia a quadri sbottonata fino allo sterno

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e Converse bianche.E' stupendo!E' seduto sullo sgabello al centro del palco con lachitarra tra le braccia. Mi vede e si blocca. OhSignore!Si alza in fretta e si dirige alla destra del palco, sichina per parlare con un uomo, non appenasmettono di parlare Brian torna a sedere e le luci siabbassano.E adesso? Un fiotto di bile mi sale alla gola. Misembra di soffocare.Mi tolgo il golf perché all'improvviso ho un caldoinfernale, le mani mi sudano e non capisco piùniente. Sono stordita.Riconosco la canzone al primo reef, è “We all fallin love sometimes” in versione Jeff Buckley equesto mi fa pensare a quando gli ho detto che è ilmio cantante preferito, forse se n'è ricordato.Cantando guarda me e solo me. Perché dice chequalche volta tutti ci innamoriamo se poi decide dinon lasciarsi andare? Cosa sta cercando di dirmi?

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Nell'unica occasione che si è creata ha imprecatoed è andato via. Non ha più cercato di parlarmi emi ha evitata anche oggi al garage. Certo non hodato del mio meglio svignandomela ma stamattinal'ho cercato e credo che lui abbia fatto di tutto pernon farsi trovare. Che sta succedendo? Perché misembra di conoscerlo da sempre dopo solo cinquegiorni? Questa cosa non è normale ma non riescoa non pensarci. Ogni mio pensiero è rivolto a lui enon m'interessa se posso essere criticata,sbeffeggiata, umiliata.E' Brian. Solo lui. E io lo amo. Da cinque giorni.

CAPITOLO 11Ho una mano appoggiata sulla borsa quando sentoil cellulare vibrare, cosa che mi costringere asmettere di guardare Brian concentrato anche luisu di me. Mi sta chiamando mio padre "Era buonoil caffè?" chiede.Mi accorgo dal tono che è incazzato nero. Ohmerda!"Ti sei scordata la moka accesa sul fornello e ora

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la casa è invasa di fumo e puzza di bruciato""Papi scusami" piagnucolo"Aspetta, non ho finito. Hai chiuso la porta achiave e sono bloccato"Mi do una sberla con la mano sulla fronte. Maperché tutte a me?Stringo le labbra fino a farmi male e chiudo fortegli occhi "Arrivo""Dove sei?""In giro" rispondo cercando di fare la vaga"In giro dove?” urla dall'altro capo del telefono"A Barrington”"COSA? Con chi?""Con le altre""C'è anche tua nonna?" il mio sguardo si sposta sudi lei che beve la sua birra tranquillamente mentrechiacchera con Paul"Si""Vieni ad aprirmi"Guardo Brian scendere dal palco "Non puoichiamare Gus?"

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"JEWEL" urla talmente forte che sono costretta astaccare il telefono dall'orecchio nonostante gliapplausi siano ancora in atto."Ok arrivo, stai calmo!" mi chiude il telefono infaccia al quale rivolgo una linguaccia "Ok Signorela festa è finita, si torna a casa" esclamorimettendo il cellulare in borsa."Perchè?" chiedono in coro"Problemi col vecchio, l'ho chiuso in casa"Ci alziamo tutt'e quattro e aspettiamo che la nonnatermini di parlare con Paul “Che ci fai qui?” è lavoce di Brian e mi giro. Tengo lo sguardo fisso suStanlio e Ollio, sono troppo imbarazzata.“Jewel guardami”“Io non volevo venire” gli dico mentre sonoconcentrata a guardare quei due che hanno ripresoa giocare a freccette.Sono costretta a guardarlo, tiene il mio braccio inuna mano e sembra arrabbiato “Perché sei qui?”Vorrei dirgli che è perché non posso resistereneanche un giorno senza vederlo. Perché sennò mi

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manca e perché sono innamorata di lui. Ma nonposso, così li limito a tenere lo sguardo fisso su dilui senza rispondergli.“Andiamo?” chiede la nonna ma nessuno le daretta, siamo troppo presi a fissarci in cagnesco“Ehi Brian, ciao, sei stato bravissimo”“Grazie” non la guardaCapisco che l'atmosfera si è fatta improvvisamenteglaciale, cerco di divincolarmi dalla sua stretta perandare verso l'uscita “Dove credi di andare?” michiede stringendo la presa“Devo andare a casa ad aprire a mio padre, l'hochiuso dentro”.La sua espressione diventa dolcissima, allenta lapresa ma non mi lascia “Ti ci porto io”“Non fa..” qualcuno mi ha pizzicato il sedere dinascosto, il che mi costringe a lasciare la frase insospeso per massaggiare la parte lesa. Che male!“Perfetto, grazie, accompagnando Jewel ci fai unfavore non abbiamo proprio voglia di andarceneadesso, vero ragazze?”

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Bastarde, tutte quante!“Vero!” rispondono in coro. Ma sono semprecoordinate?Piego la testa di lato e lancio a tutte un'occhiatafuribonda. Non sono mai stata più incazzata diadesso. Mio Dio, cosa farò in auto con lui permezz'ora? E quando mio padre ci vedrà? Nonvoglio neanche pensarci. Avvilita cerco disuperare Brian che invece mi prende per mano emi trascina fuori dal bar. Quel contatto mi da ibrividi. La Porsche è a due metri dalla porta manon lascia la presa finché non sono seduta. Loosservo camminare davanti all'auto e penso chevorrei saltargli addosso.Ma quanto è bello? E poi stasera ha la barbaincolta che è sexyssima!Quando si siede accende la macchina, parte lamusica. Bob Dylan. Non è il mio genere ma nonoso replicare. A qualcuno stasera potrebbe saltarela testa perché ci metteremmo sicuramente adiscutere sul fatto che Buckley cantava cover di

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Bob e non la finiremmo più. E scommetto 0-10che vincerebbe lui.“Oddio aspetta!” dico allarmata mentre stiamopartendo.Frena mentre fa manovra per uscire dalparcheggio “Che succede?”“Non ho chiesto a Stanlio e Ollio chi a vinto!”Mi guarda allucinato ma non gli lascio il tempo difare domande “Aspetta qui”. Torno in fretta nelbar, cerco di farmi spazio nella folla li vedo e miavvicino a loro.“Salve” dico noncurante dei loro sguardiinquisitori “Vi ho osservati giocare e non possoandarmene di qui senza sapere chi ha vinto!”sembra una questione di vita o di morte.Scoppiano a ridere “Ragazzina sei forte” diceOllio “comunque ha vinto lui” indica Stanlio conun dito che se la ride soddisfatto.“AH” dico col broncio “Senza offesa ma io tifavoper il tuo avversario” dico a Stanlio. Smette diridere e mi guarda con la faccia da pesce lesso.

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“Beh, allora ciao” faccio per andarmene “Laprossima volta devi unirti a noi” urla Ollio mentremi allontano, mi giro a guardarli e annuiscosorridendo felice.“Allora?” chiede Brian incuriosito immettendosiin carreggiata “Puah, ha vinto Stanlio, ci sonorimasta così male” dico tristemente stringendo ipugni sulle gambe “io tifavo per Ollio. Mi hannoinvitata ad unirmi a loro la prossima volta”“Lo farai?”“No, non sono scema. E' un modo di dire, tipo:dobbiamo trovarci per un caffè, dovremmo uscireper una pizza, cose così, si dicono per educazionema si è già consapevoli che non accadrà mai”.Mi guarda con uno strano luccichio negli occhi“Che cosa c'è?” sussurroDeglutisce un paio di volte prima di rispondere“Niente” torna a guardare la strada davanti a noi estringe talmente forte il volante che le nocche dellamano sbiancano.Siamo in silenzio da un po'.

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Scatto improvvisamente sul sedile “Ehi ma questaè “If you see her say hello” esclamo eccitataalzando il volume dello stereo “Comunque èmeglio la versione di Jeff” e ne sono talmenteconvinta che faccio su e giù con la testa perenfatizzare la mia affermazioneBrian fa una faccia schifata “Non dire cazzate”“Andiamooo…” mostro il becchetto “allaBrittany” sperando che faccia effetto “ammettilo,fallo per me” gli dico stringendo le mani a pugnovicino al cuore.S'incupisce e in tono autoritario esclama “No”Lo guardo stizzita e mi giro dall'altra parte abraccia conserte.“Sei arrabbiata?”“No”“E' meglio Jeff” borbotta“Non dirlo se non lo pensi” urlo indispettita“Deve venirti il ciclo?”Come si permette a fare certe domande? Spalancola bocca e lo guardo sbigottita. E comunque…da

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cosa l'ha capito?Sorride dolcemente guardandomi negli occhi “E'meglio Jeff”.“Per la cronaca, non ti ho chiesto venire alla festadella squadra con me per educazione”.Divento bordeaux e mi rannicchio sul sedileimbarazzata per quello che sto per dire “Lo so”.Ed è la verità.So che non mi direbbe mai una cosa se non lapensa davvero. Lui non è come gli altri.Ci avviciniamo piano verso casa, saremo ai ventiall'ora. Mio padre è seduto sul dondolo.Spalanco la bocca. Sono senza parole. Come hapotuto farmi questo? Ha un ghigno sulla faccia dichi la sa lunga e si alza in piedi per raggiungerci.Io sono ancora seduta quando apre la portiera“Finalmente sei arrivata” esclama ridendo.Lo prendei a calci!“Allora io vado”“Cosa?” sbotto e lo spingo per scendere“Beh, ora che sei a casa posso andarmene”

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“Papà, l'hai fatto apposta?” urlo dalla frustrazione“Jewel tesoro, non so che cosa ti prenda in questoperiodo. Non ci stai proprio con la testa? Ho lemie chiavi, sciocchina, ho aperto dall'interno.”AH!Ehm no, l'idea non mi ha nemmeno sfiorata,davvero non ci arrivo? E poi mi permetto diinsultare Beth…effettivamente lei proprio non ciarriva, io solo ogni tanto.Abbasso la testa e guardo per terra perché non soche cosa dirgli. A parte il fatto che sono ancorasconvolta per aver sentito usare la parola“sciocchina” da lui, un meccanico colmo ditatuaggi con la faccia da duro, mi sento svilita perla pessima figura che ho fatto davanti a Brian equello che penserà di me. Sembra che io spacchi ilmondo, in realtà mi perdo in un bicchier d'acqua.Mio padre si avvicina e mi costringe ad alzare ilviso prendendolo tra le mani “Si l'ho fatto a posta”sussurra “Fa la brava ok?” fa l'occhiolino e si giraper appoggiarsi all'auto “Grazie di averla

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accompagnata. Ci vediamo domani alle otto”estrae le chiavi della sua Audi A4 dalla tasca deijeans e sparisce.E adesso?Rimango ferma a gambe incrociate aspettando cheBrian faccia qualcosa “Puoi chiudere la portiera?”Il mio mento cade automaticamente a terra. Statoccando il cemento del marciapiede.“Non guardarmi così Jewel, domani hai la guida edevi riposarti per essere concentrata”.Onestamente: non so se devo sentirmi feliceperché si preoccupa che io faccia bene la guidamandandomi a riposare, o mortificata per la scusache ha tirato fuori pur di andarsene.Opto per la seconda! D'altronde sono in pre-ciclo,potrò avere degli sbalzi d'umore e commetteregesti incomprensibili, no?!Quindi…vado a chiudere la portiera sbattendolaviolentemente e di corsa attraverso il prato. Sonoincazzata nera!“Jewel” sbraita

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Sono davanti alla porta con le chiavi in mano manon riesco a infilarle nella serratura perché i mieiocchi si sono improvvisamente riempiti di lacrimeche mi impediscono la visuale.Lo sento dietro di me “Jewel guardami”“Piantala Brian” urlo e le lacrime cominciano ascendere “Piantala di dire guardami!”Mi abbraccia affondando il viso nel mio collo, legambe diventano di gelatina e ho le convulse“Jewel non posso”“Perché?”“E' complicato” lo dice talmente piano che quasinon riesco a sentirlo“Perché?”“Perché se mi lasciassi andare non riuscirei più astare senza di te e tutto questo non mi è concesso”“E allora perché fai così? Mi vuoi, non mi vuoi?Non capisco più niente”.Sono così confusa e arrabbiata da quello che mista dicendo che mi divincolo dal suo abbraccio emi volto. La sua espressione è rigida, la mascella

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contratta, mi guarda fisso negli occhi “Non possoJewel”“Allora vattene”Evidentemente la mia richiesta non lo sorprende,sospirando si gira e se ne va sgommando.Mi dispero seduta sui gradini della veranda. Inquel momento arrivano la nonna e le mie amiche.Scendono veloci dall'auto e mi raggiungono “Checos'è successo Jewel?” chiede Marna preoccupata.“Non è successo niente” urlo alzandomi in piedi“E grazie tante per la vostra bella idea di lasciarcisoli ma adesso almeno so che non è che non mivuole, è che non può e ci sto ancora più di merda!”Cado sul letto piangendo con la testa sul cuscino.

CAPITOLO 12Sento bussare alla porta. Senza chiedere ilpermesso mio padre entra in camera “Jewel?”Non gli rispondo e rimango nella posizione in cuisono, a pancia in giù con la testa sul cuscino comeieri sera quando mi sono addormentata piangendo“Jewel cosa c'è?” chiede sedendo sul letto a fianco

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a me. Mi sposto quel tanto che basta perappoggiare la testa sulle sue gambe “Sto di merdapapà” mugugno.Mi accarezza la schiena con una mano “E' perBrian?”“Si” mormoro“Vuoi che lo licenzi?” so che sta scherzando “No”ed è vero.“Vuoi farlo tu?” spalanco un sorriso “No”“Gus ti aspetta, hai voglia di scendere?”“Che ore sono?”“Le sei e mezza”Oddio…annuisco facendo una smorfia.“Tesoro, lo sai che ci sono per te vero?”“Si”“Beh, sono un maschio magari certe cose non lecapisco come voi ma se ti va di parlarne…”“E' una cosa da “vorrei ma non posso”” mi lito aspiegare“Allora vai da tua nonna” ci mettiamo a rideretutti e due.

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“Grazie papà”Mi da un bacio sui capelli, mi scosto e lo lascioalzare per uscire.“Jewel muoviti” urla Gus dal giardino.Faccio giusto in tempo a bere un sorso di succoquando lo vedo entrare in cucina “Fai lospiritoso?”Ha il casco della moto in testa “Non vorrei maiche il mio cervello con un QI da genio sfracellassese dovessimo schiantarci”“Allora perché ti sei offerto?” sono piuttostooffesa“Ogni tanto perdo colpi e dico cose di cui mipento! Andiamo?”“Togliti quella roba”“No”“MMMhhh” alzo gli occhi al cielo e prendo lechiavi dell'auto di mio padre“Andiamo con la mia”Lo guardo sconcertata, è impazzito???Ha una Ford Mustang Coupe del 68 nera con

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cambio automatico che chiama la sua “bambina”e della quale è geloso quasi quanto la sua Harley.“Forza” mi incita a seguirlo, a me viene da andarein bagno a vomitare.Per fortuna l'ho convito a lasciare il casco da motosul dondolo, ora siamo seduti in macchina, miallaccio al cintura mentre lui tiene saldamente ilfreno a mano “Parti” ordina con scioltezza.Faccio un bel respiro e accendo la macchina,schiaccio l'acceleratore e lei…muore!“Cominciamo bene” borbotta massaggiandosi lafronte con la mano.Lo fisso impacciata.“Bocconcino, dai, parti” cerca di calmarmi manon ci riesce. Forse non sa che sto guardando lesue mani sudate, chi pensa di prendere in giro?Faccio un altro bel respiro e ricomincio…vadoavanti così un altro po', con l'auto che continua amorire.“Ricordati di mettere la freccia quando esci da unparcheggio” dice tranquillo quando sono già in

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strada “Ah, giusto! Ok!” gli faccio l'occhiolino.Accosto davanti a casa facendo stridere le gomme“Sei una pazza” urla aprendo la portiera. Sono leotto e un quarto.Chiudo a chiave l'auto “E dai Gus, non fare cosi, tipregoooo” piagnucolo forte.Papà esce dal garage pulendosi le mani con unostrofinaccio che già di suo è unto da far schifo,quindi non ne vedo l'utilità ma adesso ho altripensieri “Che succede?” chiede ridendo“Tua figlia” si gira per segnalarmi con un dito “lavedi quella ragazzina che sembra un angelo? Behè un demonio! Ci ha quasi ammazzati” mio padrescoppia a ridere, intanto arriva Max.probabilmente ha sentito le nostre urla.“Che cosa ridete?” chiede furioso “E' unapazza!!!”“Si può sapere che è successo?” gli chiedeSono ferma sul vialetto a braccia incrociate “Tantoper cominciare ci sono voluto quasi dieci minutisolo per partire da qui ma non è niente” spiega

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gesticolando come un forsennato “Poi le ho dettodi andare verso casa mia. Hai presente l'incrociosul dislivello?”“Si”“Le dico: Jewel tira dritto ma io intendevoseguendo la strada. Sai lei che ha fatto? Ha tiratodritto ma così siamo andati in contromano sul darela precedenza con un TIR che arrivava sparatodavanti a noi. Jewel ha sterzato ed è andata sullacarreggiata giusta ma io sono morto. Hai capito?M.O.R.T.O. E' una pazza” si gira a guardarmi“Sei pazza. Hai capito? Io ho chiuso!”Rimango interdetta. E ora?“Gus no ti prego” lo seguo in garage tirandolodalla maglia “mi dispiace non c'ho pensato”Si blocca sul posto costringendomi a sbattere conil naso contro la sua schiena massiccia. Ahia!“Jewel” sbraita “come non ci hai pensato? Cosafarai quando avrai la patente? Investirai unavecchia sulle strisce pedonali perché non haipensato che aveva la precedenza?” io scoppio a

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ridere“Non ridere” si rabbuia“Non ci riesco, fai degli esempi cosi stupidi”“Jewel, tu oggi non c'hai pensato e siamo quasimorti schiacciati da un TIR, mi spieghi che cosac'è di divertente?”Liquido la sua affermazione alzando gli occhi alcielo. Può succedere no? “Quando usciamo laprossima volta?”“Mai”“Gus” batto un piede“Sei una pazza” urla e si fionda in bagno.Incrocio le braccia sul petto ed entro in ufficiolasciando sbattere la porta alle mie spalle..Insomma, Gus era la mia ultima speranza. Miopadre si è rifiutato molto tempo prima, poi ètoccato a Max, persino la nonna mi haabbandonata. Le mie amiche sono troppo giovaniper aiutarmi, chi troverò? Forse potrei a chiederloa Brenda, la madre di Brittany ma certamente midirà di no. E' la direttrice di un negozio di

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giocattoli ed è sempre al lavoro, persino il sabato,sicuramente non avrà tempo. Vengo distratta daimiei pensieri quando la porta si spalanca ed entraBrian.Un unto e sexy Brian!Mi sciolgo. Letteralmente.Al contrario del solito ha un aspetto orribile, leocchiaie e il volto cinereo.Certo anch'io non devo essere il massimo dellosplendore da come mi guarda.“Devi segnarti che il sig. Kilmer verrà martedi perla revisione dell'auto” finge di cercare qualcosasulla scrivania.“Ok” prendo in mano l'agenda marrone“Forse è meglio annullare l'appuntamento divenerdi” mormora.Sento un pugno allo stomaco e il mio visocontrarsi in una linea dura “Lo dici perché haipaura che io sia troppo coinvolta?” gli chiedosenza un minimo di espressione nella voce“No, è perché sono io troppo coinvolto e non va

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bene” detto questo esce.Mi parte l'embolo e lancio l'agenda contro la portache Brian ha chiuso dietro di sé. Mi alzo di scattodalla sedia, prendo la borsa e mi avvio per uscire,do una pedata alla povera agenda per spostarla.“Tutto bene J? Dove vai?” papà è fermo davantialla porta che sto tenendo aperta, probabilmentevoleva entrare a vedere cos'era successo quando hasentito il tonfo“Me ne vado” rispondo digrignando i denti.“Hai fatto tutto?”Lo guardo, alzo il mento e mi metto le mani suifianchi “No, veramente non ho fatto un cazzo maoggi non ne ho voglia. Andrò a fare delloshopping terapeutico con le mie amiche, ok?”Strabuzza gli occhi dalla sorpresa, non osanemmeno replicare.Non mi ha mai vista cosi furibonda.“Spostati” fa un passo indietro e io vado aprendere la bici. Salto in sella quando sono sulmarciapiede e comincio a pedalare senza meta.

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Non andrò a fare shopping con Brittany e Jane enemmeno con Marna, non le sento da dopo lascenata isterica di ieri sera e non le biasimo. Nonè stata colpa loro se è successo quello che èsuccesso, sono stata una stupida e ho reagito malema ero talmente arrabbiata!In quel momento sento il telefono vibrare quindimi fermo e lo estraggo dalla borsa. E' un sms dalnumero che non ho in rubrica, mi vieneun'illuminazione: BRIAN!Sono incerta se leggerlo o meno, l'agitazione si èimpossessata di me ma la curiosità prevale.Per quel che vale, sono orgoglioso di te. B.Sento un tonfo. Guardo distrattamente la bicicaduta ai miei piedi e rimetto gli occhi sulmessaggio. Sto sorridendo. Ma com'è possibile?Gus ha ragione. Sono pazza. Da legare!Perché rido ad un sms di Brian dopo quello che èsuccesso ieri? E perché lui mi scrive? Queste coseper giunta!Vorrei ma non posso. Che stronzata!

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E' meglio annullare per venerdi! Che stronzata!Insomma, dice un sacco di stronzate e me ne stoqui con un sorriso ebete stampato in faccia. Chestronzata!“Che c'è di divertente?”Mi viene un colpo e lancio un urlo. Sto quasipensando di andare dal medico per farmi ordinaredei tranquillanti, da una settimana a questa partemi spavento per nulla, io, che sono la persona piùtranquilla e pacifica del pianeta.Ero talmente concentrata a leggere il messaggioche non mi sono accorta delle mie amiche.Mi districo dalla bici stringendole in un unicoabbraccio. Sono fradicie di sudore perl'allenamento ma non m'importa.“Scusate”“E di che?” esclama Brittany “Non dirlo neanche.Adesso però andiamo a prenderci un cappuccino,tu sembri uno zombie e noi siamo esauste”.Annuisco, raccolgo la bici e la spingo fino allapasticceria camminando vicino a loro sul

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marciapiede, un ragazzo è addirittura costretto asuonare il campanello per superarci. In quattro looccupiamo per la larga.Entro per ultima ne “La Patisserie” di MadameChocolat. Evito di fare commenti sull'originalitàdel nome della pasticceria e della proprietaria.Potrei andare avanti per giorni!Saluto Madame con la mano (noi la chiamiamocosi altrimenti la faccenda diventa troppo lunga) eraggiungo le altre. Ordiniamo cappuccino ecroissant al cioccolato.Mi raccontano che ieri sera hanno giocato afreccette con Stanlio e Ollio (quanto le invidio!)perché mi hanno vista parlare con loro quandosono rientrata nel locale. La nonna li ha avvicinatichiedendo loro di cosa avessimo parlato. Quandoglielo hanno raccontato sono andati avanti asghignazzare per dieci minuti buoni! Duh!“Penso che Arthur, quello magro, abbia un deboleper nonna Evelyn” dice Marna.A me va quasi di traverso il cappuccino “Non

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dirlo neanche”.Arthur ed Evelyn…beh, non suonerebbe male tradue persone che non fanno parte della mi vita.“Perché no? Non vorresti che tua nonna trovasseun uomo?”Faccio finta di pensarci alzando lo sguardo versoil soffitto in modo teatrale “No”“E tuo padre?”Sono perplessa “Perché lo chiedi?”Jane e Brittany si lanciano uno sguardopreoccupato, l'ho notato con la coda dell'occhio“Beh sai…è cosi giovane” le sue guance prendonoil colore delle ciliegie mentre giocherella con untovagliolino di stoffa“Stai cercando di dirmi qualcosa?” inizio aperdere la pazienza“No no”“Marna” l'ammonisco“Era solo una domanda J, non c'è niente da dire!”Non ci credo neanche un po' ma decido di lasciarmorire il discorso. Per ora!

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“Che è successo ieri?” chiede Jane addentandol'ultimo morso di croissant.Sospirando racconto tutto senza tralasciare alcunparticolare, nemmeno la guida con Gus, così darendere il mio monologo strappalacrime (almenoper me, perché sto piangendo come se mi fossemorto il gatto) un po' divertente.“Mi sono innamorata di lui”L'ho detto ad alta voce, per la prima volta, alle mieamiche. Chissà che reazione avranno, forse midiranno che sono una scema, oppure rideranno,oppure…“Lo sappiamo tesoro” dice Marna interrompendoil mio grattacapo interiore.Mi accascio sulla sua spalla piangendo a dirotto.Quando smetto di attirare l'attenzione di Madamee il resto dei presenti con versi indescrivibili, miasciugo le lacrime con i palmi delle mani e soffioil naso con il fazzoletto che mi ha prestato Marna.“Mangi adesso?” Jane mi porge il piattino colcroissant.

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Le sorrido e addento un morso. E' buonissimo,stracolmo di cioccolata.Una libidine per il palato.“Che intendi fare?” chiede Brittany guardandomicon la testa piegata di lato.“Boh” rispondo.Perché è così! Non lo so!“Che vuol dire boh? Dovrai pur chiarire questacosa del “vorrei ma non posso”, o no? Io di certonon ci penserei due volte. Non può scaricarti inquesto modo!”“Beh, in realtà non mi ha mai caricata”puntualizzo“Caricata, scaricata…il punto è: vuoi lasciare chela cosa finisca così, senza spiegazioni?”“Che dovrei fare? Andare da lui costringendolo aspiegarmi il motivo per cui non può? Siamo serie,non c'è stato niente tra noi”“E questo che centra? Perché ti avrebbe dettoquella cosa se non volesse stare con te? Non ti civedo proprio, Jewel Violet Morgan, dirgli: Brian,

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ti amo, voglio spostarti e fare almeno 10 figli,costringendolo a risponderti “Vorrei ma nonposso”. Ha fatto tutto da solo. Quindi: perché?”Non le rispondo.Sto immaginando le marce del cervello ingranarea fatica nel tentativo di comporre una risposta cheabbia del senso.“Devi chiederglielo” sentenzia “Nostra Signoradel So Tutto”Fisso Jane nella speranza che dica qualcosa, tipo:“Dai Brit, lascia stare”.Zitta zitta mi lancia uno sguardo comprensivocome a dire: “Ti capisco ma se dico qualcosa lanostra amica mi sbrana”.Sposto l'attenzione su Marna la quale staaddirittura fingendo di osservare qualcosa diinteressante fuori dalla vetrata pur di nonaffrontarmi.Faccio una smorfia “Vedremo” ma so già che nonlo farò.“Non lo farai”.

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Mi legge nel pensiero???“Si che lo farò”Ma quando mai?“Quando?”“Ehm…venerdi” è una sottospecie di domanda,non molto convinta.“D'accordo ma per esserne certa ti porterò da lui”“E come?”Sta dando i numeri?“Appena finisce la presentazione della squadra esarò pronta, andremo ad aspettarlo fuori deglispogliatoi”“Mi stai mettendo alle strette?”Fa un ghigno malefico.“Allora, che si fa stasera?” chiede Jane percambiare argomento.Io e Brittany ci stiamo guardando in cagnesco“Andiamo da Jerry?” chiede lei senza distoglierelo sguardo dal mio.“Ok”“Smettila di guardami”

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“Smettila tu”“Tanto ti ci porto”“Staremo a vedere”“E' pronto il saggio su Re Lear?”“Ovviamente”“Ok, andiamo”“Alzati” non mi muovo di un millimetro“Alzati tu”“Basta” strilla Marna sbattendo una mano sultavolo “Mi fate venire l'esaurimento, uscite da quie smettetela”“Non stiamo litigando”“Ah no?” chiede sarcastica“No. Facciamo sempre così” le dice Brittany e mifa l'occhiolino.Mentre aspettiamo il conto che Madame stafacendo con una lentezza da far venire l'ulcera,guardo Marna “Hai l'età giusta per farmi fare leguide?”Strabuzza gli occhi e mentendo spudoratamente,già lo so (insomma ha 28 anni potrà farlo),

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esclama “No”.“Sono ventidue dollari e cinquatacinque”Ma non finisce qui. La porterò allo sfinimento.Arrivo al garage alle undici, lascio la bici al solitoposto vicino all'entrata e vado diretta a casa senzasalutare nessuno. Mi affretto ad entrare perché iltelefono appoggiato al tavolino vicino alle scalesta squillando “Pronto?”“Jewel, ciao” Oddio…è Jared.Mi affretto ad appoggiare il ricevitore alla spalla“Nonna”“Si?” risponde dalla cucina“E' Jared”Appare asciugandosi le mani sul grembiule blucon le margherite. Mi lancia un'occhiataccia maallunga la mano per prendere la cornetta “CiaoJared” le sento dire, sto già salendo i gradini. Lamia camera è l'ultima in fondo al corridoio, mifermo un secondo davanti alla porta che laprecede. Sono tentata di entrare ma so che se lofacessi spaccherei tutto quello ne troverei al di la.

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Sbuffando cammino verso la mia stanza. Estraggoil cellulare dalla borsa e torno a leggere ilmessaggio di Brian. Salvo il suo numero nellarubrica del cellulare, quando finisco osservo iltabellone di sughero stando seduta sul letto.Rileggo anche il messaggio che mi ha fatto averea scuola “Vuoi parlarne?”.Quella domanda mi lascia perplessa: dovremmoparlarne? mi chiedo senza sapermi dare unarisposta.Seduta sul grande davanzale della finestra leggo erileggo il saggio su “Re Lear” fino allo sfinimentoperché non è possibile che io abbia davveroconfuso Edgar con Edmund.Mi fiondo in garage!“Perché non mi hai detto che l'errore c'eradavvero?” sbraito entrando.Gus esce dal cofano di una macchina, mio padredall'ufficio e Max dal bagno.Brian è sdraiato sotto un'auto e scivola fuori “Tel'ho detto” risponde con nonchalance alzandosi.

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“Veramente mi hai detto che non c'era”“Hai dato di matto quando te l'ho fatto notare”dice passandosi una mano sui capelli rasati.Lancio fugacemente un'occhiata al pubblico: miopadre è in piedi davanti alla porta dell'ufficio, Maxè seduto comodamente su una sedia, mentre Gus èappoggiato a uno degli scaffali dell'officina. C'èanche il sig. Moore. Oggi mi trova veramentelanciata, quando avrò finito con Brian, me laprenderò con lui per le fatture scoperte. Quandopensa di pagarle?“Dovevi dirmi che c'era davvero” calco il tonosulla parola davvero.“E vederti dare in escandescenza? No grazie” sipulisce le mani sul famoso strofinaccio unto cheaveva usato anche mio padre. Parto in quarta eglielo strappo dalle mani “Non lo vedi che faschifo?” glielo sventolo davanti alla faccia, poivado a buttarlo nel cestino che sta vicino alla sediadi Max. Quando mi vede arrivare si alza in frettasenza dire niente. Fa bene ad avere paura!

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Getto lo strofinaccio e torno a guardare Brian “Ionon do in escandescenza” sento un tumulto dicolpi di tosse provenire un po' da tutte le parti.“Come no” sbuffa“Ti annoio per caso?”“Perché?”“Hai sbuffato”“Basta” mi liquida girandosi per andare in bagno.“Cosa?” sbraito e mi metto a seguirlo “Non direbasta a me sai?” ma non si ferma.“BRIAN!!!”Mi chiude la porta del bagno in faccia. Bussocome una matta, le nocche delle dita mi fanno unmale cane “Brian, esci subito!”Ma cosa sono sua madre?Apre di scatto prendendomi per il braccio e mi tiradentro. Richiude la porta, mi ci sbatte contro e mibacia.Oh Signore!E' un bacio rude, violento, non sono mai statabaciata così. Sento la sua lingua spingere, io apro

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la bocca quel tanto che basta a lasciarla fonderecon la mia. Le sue mani sono appoggiate ai mieifianchi, li stringe forte quando incrocio le bracciadietro il suo collo.Alla fine si stacca piano, mi guarda dritto negliocchi con uno sguardo che non riesco a capire,sembra frastornato, cupo “Abbiamo finito?”sussurra“Si” sussurro anch'io, attonita da quello che èappena successo, penso che mi dirà qualcosa,invece mi sposta tenendomi per i fianchi ed escedal bagno. Appoggio la schiena al muro passandole dita sulle labbra.Non riesco a credere che sia successo realmente!Mi ha baciata e mi ha lasciata qui da sola. Perchési comporta così? Davvero non me lo so spiegare.Ho capito che gli piaccio, altrimenti non loavrebbe mai fatto e me lo ha praticamente dettoscaricandomi per il nostro appuntamento divenerdi prossimo. Vabbè, tutto ciò non ha moltosenso ma era il suo modo per dirmelo. E' troppo

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coinvolto, è più che evidente che allora provaqualcosa per me. Ha ragione Brittany, devochiarire questa cosa prima che mi logori del tutto.

CAPITOLO 13Mi sveglio di soprassalto, fuori è quasi buio.Guardo la sveglia, sono le otto e trenta. Ho passatoil sabato pomeriggio a dormire, non ho neanchemangiato. Sono salita in camera dopo l'exploit delbacio e non sono più scesa. Mi viene in mente diessere passata davanti al sig. Moore, non l'honemmeno ripreso riguardo il saldo delle fatture.Lunedi dovrò ricordarmi di telefonargli. Mi alzo afatica dal letto spogliandomi mentre raggiungo ladoccia. Il cellulare si mette a squillare quandotorno nella stanza. E' Brittany.“Ciao”“Ehi mi sono addormentata. Passi per le nove equarto?”“Ok”Mi asciugo i capelli lasciandoli leggermente umidiperché ricadano mossi dalla coda di cavallo che ho

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deciso di farmi per questa sera, non ho davverovoglia di mettermi a grondare sotto il calore dellapiastra. Metto il fondotinta, il correttore pernascondere le occhiaie, eyeliner e mascara. Iltocco finale è un filo di blush sugli zigomi. Credodi non essermi mai truccata tanto in vita mia,anche se l'effetto è comunque naturale.Metto un paio di shorts in jeans, una canottaeffetto finta taglia extralarge marrone con dellepailettes dorate, orecchini a pendente biker boots egiubbino in pelle. Sembro una piccola Gus alfemminile!“Dove vai?” chiede papà quando mi vede scenderele scale“Al Jerry's” rispondo passandomi il lucidalabbratrasparente davanti allo specchio di bronzo soprail mobile del telefono.“Con chi?”“Le altre”“Venerdi prossimo sarò a scuola per il ballo”Mi blocco con il tubetto del lucidalabbra in mano.

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E da quando s'interessa di partecipare alle attivitàdella scuola? E poi, perché l'unica volta che decidedi essere presente, lo fa al ballo?“Ah” è l'unica cosa che riesco a direSorride e si massaggia il collo imbarazzato “Mel'hanno chiesto e non ho potuto rifiutare”“Chi te l'ha chiesto?”“Marna” la sua voce cala di qualche tonoAlzo un sopracciglio “Le devi un favore?”“Più o meno”E dovrei accontentami di una risposta del genere?“Dov'è la nonna?”“E' uscita con delle amiche per cena”Di sabato sera? E lui ci crede? Dio quanto è tonto!Sento il clacson della macchina di Britney suonare“Devo scappare, ma non finisce qui” gli dicostampandogli un bacio sulla guancia.“Un'altra cosa” esclama mentre esco, mi rivolgeuno sguardo amaro “Jared torna a casa per ilRingraziamento”.Sbatto la porta passando per il prato a passo di

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marcia “Che succede?” mi chiede allarmataquando sono seduta“Jared torna per il Ringraziamento” borbotto“Oggi, peggio di così non poteva andare e adessoarriva anche questa bomba!”“Perché peggio di così non poteva andare?”“Ehm…Brian mi ha baciata”La sua bocca diventa enorme dalla sorpresa, ilviso le s'illumina “Cazzo J davvero? Voglio tutti iparticolari, non sto nella pelle” mentre lo dicecontrolla dallo specchietto retrovisore che nonarrivi nessuno per immettersi in carreggiata.“Più che altro mi è sembrato un bacio d'addio maBrittany è stato, wow! Quasi primitivo” nel dirlomi viene la pelle d'oca. Lei annuisce come seconoscesse perfettamente il bacio di cui le stoparlando.“E' bravo?”“Altroché ma non succederà più”“Perché dici così?”“Non può” rispondo infossando la testa nelle

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spalle“Le stronzate che non dice quell'uomo” borbotta“Succederà vedrai, fidati di me. Io gli uomini liconosco”Scoppio a ridere “Ma se hai mollato Roy soloperché ti sei messa in mente che ti tradirà che poi,se proprio vuoi che ti dica come la penso, hai fattola scelta più sbagliata della tua vita”“Lo so ma è giusto cos씓Vi sentite ancora?”“Si, come amici. La verità è che mi manca damorire” si mette a piangere stringendo il volantecon entrambe le mani “Oh Dio J, cosa dareiperché non fosse mai partito. Credevo che la vitaal liceo senza di lui fosse tutta feste edivertimento. In parte è così, tra l'altro conl'organizzazione del ballo e le prove con lecheerleader non ho neanche il tempo di morire, maper lui l'avrei trovato di certo” disperata si fermasul ciglio della strada, quando accosta poggia lafronte al volante “Se glielo dicessi penserebbe che

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sono un'idiota e Dio solo sa quanto è vero”.Le do una spinta perché mi guardi “Brittany,chiamalo!”“Dici?”“E' innamorato cotto, non gli sarà certo passata inuna settimana!”Il suo abbraccio mi soffoca quasi come quelli chericevo da sua madre “Oh J, che cosa farei senza dite?”“Moriresti” le dico scherzando“E' vero” ammette sciogliendosi dall'abbraccio “Tivoglio bene piccola J”“Lo so, anch'io” le asciugo le guance con le mani“Possiamo andare adesso? Va un po' meglio?”Annuisce accendendo il motore “Cantiamostasera?”“No” scrollo la testa inorridita dalla sua proposta.Io odio il karaoke e viviamo in una cittadina doveè ancora il must! Ma come si fa?Quando arriviamo il bar è già affollato, Jane,Cooper e Mark ci stanno aspettando davanti

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l'entrata mentre camminiamo a braccetto. Siamostate costrette a parcheggiare lontano per riuscire atrovare un posto libero dove parcheggiare.“Ehi ragazze” urla Jane a qualche metro didistanza.“Ciao” rispondiamo in coro.“Come mai avete fatto tardi?”“Mi sono addormentata” ammetto imbarazzata“C'è il pienone stasera”“Si infatti, che succede?”“E' il compleanno di Beth”“Quella stronza non ci ha nemmeno invitate” diceBrittany stizzita battendo continuamente un piedea terra, guarda dentro il locale.“Sarà ancora incazzata per la scenata che le hafatto J a scuola” ride Cooper mentre tiene unbraccio sulle spalle di Jane. Sono così carini!“Se l'è cercata!” esclamo indignata“Ha ragione”Oh cazzo! E' Brian!Tutto d'un tratto il mio stomaco comincia a fare

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scherzi, spero di non farmela sotto proprio adesso.La pressione mi è salita alle stelle e ho gli occhispalancati.Che ci fa qui?“Ciao amico” gli dice Mark “Meno male che seivenuto, non ci speravamo più”“Scusate, mi hanno trattenuto a casa”“Parenti?” scherza Cooper“Già” risponde ma lo si sente appena.Che cosa nasconde?“Entriamo?” fingo che vada tutto bene, sento ilbisogno estremo di allontanarmi da lui, dopoquello che è successo oggi, davvero, non so comeandrà a finire questa serata. Mi prende la manofacendo intrecciare le dita con le mie. Sorpresa,meravigliata, mi volto a guardarlo, si avvicina perdarmi un bacio sulla guancia “Scusami” diceprima di darmi una spinta per entrare.Cazzarola, che casino! In pratica ci sono tutti glialunni dell'ultimo anno, saremmo mancati solonoi…Beth è veramente una stronza!

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Quella cretina urla “Brian!”, alza un braccio perattirare la sua attenzione, lui mi stringe la manoancora più forte “Ti aveva invitato?” gli chiedocercando di avvicinarmi al suo viso. Non riesco avoltarmi dalla calca che ci circonda, è costretto adavvicinarsi al mio orecchio “Quando ho saputoche non ti aveva invitata le ho detto che non sareivenuto”. Mi giro quel poco che è mi concesso e loguardo negli occhi, lui mi da un altro un baciosulla guancia che mi fa sciogliere. Di nuovo!Cammino piano per non andare a sbatterecontinuamente addosso a qualcuno, finalmenteriusciamo a trovare un buco meno affollato e Bethci raggiunge “Che ci fai qui?” mi chiede con ariasufficiente.“E' un bar pubblico”“Ma qui c'è la mia festa!”“Hai affittato il bar?”“No”Non le rispondo neanche, mi limito a stamparmiun sorriso tiratissimo in faccia. Ma quanto è

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idiota?!“Vi siete messi insieme?”“No!” urlo“Siamo amici” precisa Brian.“Due amici non si tengono per mano”“Ma lei è speciale” quando lo dice Beth spalancala bocca. Se ne va arrabbiata e noi due scoppiamoa ridere. Mi stringe la mano “Sei arrabbiata?”“Sono umiliata, è diverso” il pavimento è copertoda gusci di arachidi, d'un tratto mi viene una famebelva. D'altronde è dalle dieci di stamattina chenon mangio.“Mi dispiace Jewel”“Brian…” sembra perso fra i suoi pensieri, poifinalmente ci guardiamo “sto morendo di fame”Scoppia a ridere e mi accompagna all'uscita.“Jewel”“Roy” urlo di gioia tenendo la mano in quella diBrian, quando si avvicina gli metto un braccio alcollo stampandogli un miliardo di baci sullaguancia “Che ci fai qui? Non dovresti essere al

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College?”“Parto domani” risponde sorridente “CercavoBrittany”Gli rivolgo un sorriso condiscendente e faccio lepresentazioni “Roy, lui è Brian, è nuovo in città”.Si stringono la mano “Ciao”“Sono Roy, molto piacere, allora da dove arrivi?”“Miami”“Oh cazzo e che ci sei venuto a fare qui?”Sembra indeciso sulla risposta “Ho seguito miamadre dopo che ha divorziato”“Bel casino i divorzi, vero?” Roy cerca di alleviareil discorso sorridendo“Già ma capitano, e dopo un po' ci si abitua” nonmi sembra convinto di quello che dice.Scruto Brittany al bancone “Scusatemi”.Penso di averci messo dieci minuti buoni araggiungerla, a ogni passo mi fermavo achiacchierare con qualcuno.“Tesoro, c'è Roy”. Sbianca del tutto appena senteil nome del suo ex, gli altri nostri amici attendono

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che faccia qualcosa.“Dov'è?” chiede impaziente “Sta parlando conBrian e …” non riesco a dirle che la sta cercandoperché mi ha piantata li come un'idiota. Quando loraggiunge lo abbraccia forte e si baciano. Sorridoteneramente mentre li guardo.“Andiamo?” annuisco a Brian e saluto i mieiamici con un “Ci vediamo dopo” ma sanno megliodi me che la serata con loro è finita.Arriviamo alla Porsche camminando per mano insilenzio, mi apre la portiera e una volta inmacchina lo osservo camminare davanti al cofano.Indossa i jeans, maglietta bianca con scollo a V,camicia di jeans sbottonata con le manichearrotolate. Ai piedi, Converse. Ha la barbaleggermente incolta che mi fa impazzire. Glisalterei addosso!“Perché mi guardi così?” chiede quando è sedutoal mio fianco.“Niente” mi mordo il labbro cercando si soffocareuna risata.

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“Dai dimmelo”Mi immobilizzo di colpo. Scuoto solo la testa perfargli capire che non intendo farlo.“Vorresti saltarmi addosso?”Spalanco la bocca, sento che sto andando a fuoco.Incasso la testa nelle spalle e rido. Dovrei essereverde d'imbarazzo ma d'altronde lo sa che mipiace, basta negare. Decido all'istante dicancellare il motto del “Negare, sempre” che miero fissata qualche giorno fa. Fa schifo, ed ècontroproducente.“Vorrei anch'io saltarti addosso” dice serio.Smetto di sorridere “Vorrei ma non posso, hocapito la cantilena ma ti prego non dirmi certecose, m'illudi e basta” la mia è una richiesta, unatriste richiesta, spero davvero che la metta inpratica.“Hai ragione non lo farò più”“Grazie”

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Non so dove stiamo andando ma non m'importa,credo che data la mia richiesta, mi porterà amangiare.Oddio, come sono potuta essere cosi scema dadirgli che avevo fame!Non posso mangiare davanti a lui! Ho mangiatodavanti a Matt solo dopo il quarto appuntamento,è una cosa che m'imbarazza. Tutt'a un tratto mipassa la fame.“Dove andiamo?” chiedo allarmata“Ti porto a mangiare”Annuisco controvoglia.“Avanti ammettilo, ti è passata la famedall'agitazione, giusto?”Incrocio le braccia sul petto scrutandolo con gliocchi socchiusi “Spiegami Brian, che cosa sei? Unindovino? Uno stregone? Com'è possibile che tusappia sempre quello che penso?”Scrolla le spalle “Conosco le donne”“Ma sei hai solo diciotto anni!”“Venti”

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“Cosa?”“Ne ho venti”“Ah” non l'avrei mai detto. In effetti non sembraper niente un diciottenne, la per la avrei dettodiciannove se proprio avessi dovuto.“Comunque la nonna dice che gli uomini nonconosco mai davvero le donne, esperienza omeno” ho messo il broncio, perché poi non lo so.“Mi hanno bocciato due anni”Ho completamente perso l'uso della parola.Qualcosa mi dice che non l'hanno bocciato perchénon era bravo a scuola.“Non facevo niente, ero una faccia di bronzo.Dormivo e me ne fregavo di tutto” mi spiegaguardando la strada.“Un dannato” esclamo.“Un dannato” ripete.Wooowwwwwww!“Così hai dovuto ripetere gli anni?”“Si”Non intende dirmi altro? Ok, per ora mi

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accontento.Si ferma nel bel mezzo della carreggiata e spegnel'auto, siamo circondati dalla campagna “Dovesiamo?”“Scendi”“Stai scherzando?”“No”Mi allungo e tolgo le chiavi “Sei diffidente vero?”“No, sono prudente” apro la portiera per farequello che mi ha detto. Scende anche lui, miprende per mano accompagnandomi al lato guida“Siediti”“Mi prendi in giro?” sono sbigottita“No”“Non posso guidare, non ho la patente”“Lo so. Facciamo solo un giretto, guardatiintorno” fa un gesto per invitarmi ad osservare ilpaesaggio e la strada “non c'è nessuno. Forzasali”.Lo faccio titubante e comincio a tremare.Quando abbiamo finito di allacciare entrambi le

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cinture di sicurezza lo guardo torva “Brian,apprezzo quello che stai facendo ma io davvero…sono un disastro. Non hai sentito Gus urlare?”“Non sei un disastro, sei solo inesperta e lui timette in agitazione. Parti, sarà come io non cifossi”Disapprovo completamente quello che haintenzione di farmi fare ma la macchina è sua eammetto che non resisto dalla voglia che ho diguidare.Inserisco le chiavi e accendo l'auto.“Ehi” richiama la mia attenzione stringendomi unginocchio “andrà bene”Se lo dice lui…parto e la macchina si spegne.Cazzo!!!Mi slaccio la cintura “Lasciamo stare, ok?” sonocosì combattuta che non lo guardo.“Jewel, guardami”Lo faccio senza replicare.“Per quanto mi riguarda possiamo stare qui anchetutta la notte, non ce ne andremo fino a quando

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non riuscirai a partire”“OK”Riprovo un altro paio di volte prima di riuscirci.“Chi è Jared?” sto guidando da circa dieci minuti“E' mio fratello”“Non vuoi dirmi altro?”“Vuoi che ti racconti della mia famiglia?”“Se ti va”“Mamma era un'alcolizzata ma questo lo sai già.E' morta quando avevo otto anni. Jared non si èpiù ripreso, mio padre è riuscito a tenerlo in rigafinchè viveva con noi poi l'anno scorso è andato alcollege e ha conosciuto la persona sbagliata. Perfarla breve, si è messo a spacciare e farsi di coca.Adesso è chiuso in una specie di rehab. Mianonna è venuta a vivere con noi quando lamamma è morta. E' la mia nonna materna. Te lodico perché, anche se non è sua madre, mio papàla chiama “mamma”. Jake non è il mio padrebiologico. Quello non l'ho mai visto. La mammaha avuto una relazione extraconiugale dopo un

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mese dalla nascita di Jared, è rimasta incinta enonostante quel matto di Jake mi ha riconosciutasenza esitazioni. Lei però non si è più ripresa e hainiziato a bere come una spugna. I medici hannodetto che era una conseguenza alla crisi post-parto. Stronzate! Comunque quando era ubriacaera diverte. Mi raccontava le storie delleprincipesse ma odiava Biancaneve, la chiamava“Puttana, approfittatrice di nani”. Rivolgo unosguardo al cielo pensierosa “Ah! Non potrò andareal college perché mio padre sta spendendo tutti isuoi risparmi per tirare fuori dal baratro miofratello. Lo so che non dovrei, ma io Jared lo odio.E' tutta colpa sua e del suo egoismo se i mieisogni di diventare scrittrice professionista si sonoinfranti. La cosa peggiore è che a lui non freganiente di uscirne, solo che mio padre non locapisce e io non posso certo dirglielo”.Ho un'illuminazione! “E per finire davvero” mirendo conto che sto per dire senza vergogna lacosa che nessun'altra ammetterebbe mai “sono

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vergine! Papà mi obbliga a fare una visitaginecologica l'anno da quando ho avuto le primemestruazioni. Vuole essere sicuro che io non abbiafatto sesso. Mia madre è rimasta incinta di Jared asedici anni, lo stesso com'è successo a nonnaEvelyn. Aquei tempi è stato davvero uno scandalosoprattutto perché lei ha lasciato New York dasola per trasferirsi qui. Ecco il motivo per cui io eMatt ci siamo lasciati: lui voleva fare sesso, gli hospiegato come stavano le cose e invece di tenerloper sé lo ha raccontato al suo amico che lo haraccontato a Beth e la macchia si è allargata avista d'occhio. Mi sono arrabbiata così tanto. Lafiducia è tutto. Mi ha tradita in quel senso e io nonriesco a perdonarlo. Quando quella stronza di Bethti ha detto: “Ma lo sa chi sei?” si riferiva a “LaBastarda, figlia di un'alcolizzata”. Mi hasoprannominata così per anni, ogni tanto le sfuggeancora”.Mi volto verso Brian, mi sta guardando conun'espressione indecifrabile “Non è mica la fine

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del mondo ci sono persone che stanno moltopeggio! Insomma in Afghanistan c'è la guerra, inAfrica muoiono di fame, per lo meno io ho un tettosulla testa. Non mi è mai mancato da mangiare eho una famiglia che amo, e loro amano me,nonostante tutto, quindi non mi lamento” mi storendendo conto che sto eseguendo un parcheggio aS, siamo in centro a Barrington, gioiscosaltellando sul sedile “Oh Dio, ce l'ho fatta, Brian,guarda, ho fatto un parcheggio e non ti honemmeno urtato l'auto” mi metto a urlare e loabbraccio “Forza andiamo, dobbiamo festeggiare”Continua a fissarmi ma non riesco a dare unadefinizione al modo in cui lo fa, gli scuoto unagamba “Brian?” lo chiamo “Brian, ci sei?BRIAN!!! Cazzo, non sarà mica morto” borbottoalla fine. Mi avvicino per sentire se respira. Behper forza! Tiene gli occhi aperti! Ma non si sa mai!Mi prende il viso tra le mani e mi bacia “Vorreiuccidermi per quello che sto facendo perché nondovrei”

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“Non dirmi che non puoi, non ora” e lui non lodice.Ci stacchiamo ansimando e ci guardiamo “Brian”lo chiamo aspettando che anche lui mi dicaqualcosa, è girato dall'altra parte con le manistrette a pugno e sembra che stia lottando controse stesso.“Brian” lo incito a guardarmi stringendogli unbraccio.“Mi dispiace Jewel, non avrei dovuto ma non horesistito. Tu sei fantastica e quello che mi hai dettomi ha sconvolto. Come riesci ad essere cosìnonostante quello che hai passato?”“Non ti ho detto quelle cose perché tu stia qui aprovare pena per me, te le ho dette perché me lasono sentita, e perché, beh, è la mia vita e sonofelice, anche se a volte è stata dura. Lo è stataquando la mamma è morta, lo è stata quandoJared è finito in carcere e poi in rehab ma bisognaandare avanti cercando di farlo nel migliore deimodi”

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Un'ombra gli passa sul volto.“Se avessi saputo che ti avrei fatto pena non tel'avrei detto! Andiamo dai! E' sabato,divertiamoci”.“Jewel, ti farò piangere, un giorno” lo dice inmodo così sofferente che gli credo.“Beh allora è meglio che godersi questi momenti”gli faccio l'occhiolino per fargli tornare ilbuonumore “Ti vuoi alzare?” cerco di spingerlocon una mano, la prende nella sua “Sei specialeJewel” mormora sulle mie labbra.“Vorrei dirti che lo so, ma sarebbe una cosatroppo scontata”.Scendiamo dall'auto e mi accorgo che siamo al bardi Stanlio e Ollio, se ne accorge anche lui“Andiamo a fargli il culo?” chiede ridendo“Siii”Entriamo nel bar, la donna dietro il banconesembra Tina Turner “Che prendete ragazzi?”“Due birre” sentiamo dire alle nostre spalle, civoltiamo riconoscendo entrambi la voce.

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“Nonna” esclamo sorpresa.Vuoi vedere che se la fa davvero con Stanlio?“Cosa fate qui?”“Brian mi ha fatto guidare la sua macchina”rispondo eccitataLo guarda sconvolta “Sei impazzito?”“E' stata bravissima” risponde cingendomi ifianchi con le mani.“Ehi, Jewel ciao” Stanlio mi abbraccia come siconoscesse da una vita“Ciao” lo saluto titubante. Quando gli ho parlatola prima volta non mi sono presentata e luiconosce il mio nome. Quei due vanno già sulpersonale!“Vi unite a noi? Stavamo per iniziare una partita”ci indica Ollio, ci sta salutando con una mano alcielo“Ok” rispondoEntusiasta dalla proposto guardo Brian “Andiamoa fargli il culo?”“Certo” prende le due birre dal bancone. Lo

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blocco subito.“La mia la porto io”“Perché?”“Cosi mi tieni per mano. L'hai detto tu che ungiorno mi farai piangere, posso almeno godermiquesto momento finché dura? Però incrocia la tuadavanti alla mia, mi piace che mi accompagni”Scoppia a ridere e mi da un bacio “Oddio Jewel,così mi complichi le cose”Gli faccio la linguaccia “Ben ti sta!”“Allora, pronti per la sfida ragazzi?” ci chiedeOllio“In realtà non ho mai giocato ma si, sono pronta”non vedo l'ora di cominciare.“Pronto anch'io” risponde Brian passandomi dellefreccette.Iniziamo la partita, le squadre sono: io e Brian,Stanlio e nonna Evelyn.“Nonna giochi?” le chiedo sorpresa“Certo!”Stanlio lancia la prima freccetta, manca il centro

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per un soffio, mi guardano tutti e capisco che è ilmio turno. La mia finisce completamente al difuori del tabellone, partono urla e fischi dalpiccolissimo pubblico.“E' l'agitazione” mi difendo spostandomi da unlato per far posizionare la nonna.Cazzarola! Fa centro al primo colpo! Sonoimpressionata, da quanto gioca?E' la volta di Brian che sbaglia di pochissimo.La partita finisce presto, siamo staticompletamente stracciati “Ehi” dico alla fine“avete barato. Sapete giocare benissimo”.Ridono e si stringono in un abbraccio.Cosaaa?Brian appoggia il mento alla mia spallacingendomi da dietro “Vuoi andartene?”“Magari” rispondo turbata.Salutiamo tutti e tre ma prima che possa fare unpasso, nonna dice “Jewel posso parlarti?”“Si”Brian ci lascia sole e si unisce a Stanlio e Ollio

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che gli offrono un'altra birra, noi due usciamo dalbar.“Sei sconvolta”“E' solo che…non sono abituata a vederti con unuomo”“Grazie tante!”“Ti piace?”“Si”“E' bruttino” dico con una smorfia, anche se inrealtà vorrei dirle che è veramente un “cesso” eche sono buona! Lei è bellissima!“Alla mia età Jewel non conta se si è belli o brutti,si guardano i valori. E' una brava persona”“Lo dici come se lo conoscessi bene”“E' cosi”Eh?“Quando venerdi scorso sono uscita a parlare conBrian finché mi spiavate, gli ho chiesto doveandava. Mi ha detto che sarebbe venuto qui, ma tigiuro che non sapevo fosse per cantare. Ho coltol'occasione al volo per seguirlo assieme a voi

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anche se a me interessava solo vedere Arthur.”“Nonna!” la sgrido “Fai queste cose alla tua età?”sono veramente sconvolta “E mi hai tirata in balloper degli scopi personali?”“Non la vedo in questo modo: ci ho fatto un favorea vicenda”“Da quanto lo conosci?”“Due mesi”“Dove l'hai conosciuto?”“Al supermercato”Ah, ah, ah…scoppio a ridere“Perché ridi?”“Perché queste cose accadono nei film, cos'è visiete scontrati con il carrello e vi sieteinnamorati?” la prendo in giro“Più o meno, si” è seria come un infarto.Mi tappo la bocca per un momento “Papà lo sa?”“No”“Si incazzerà”“Lo so”“E' simpatico”

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“Molto”“Ok, approvo” esclamo alzando le spalle “Vado acercare Brian”“Tra di voi come va?”Potrei stare delle ore a raccontarle ogni particolarema siccome prima o poi lo farò, cioè domani acolazione mentre papà sarà al parco a farejogging, le do una risposta sbrigativa “Lui è nellafase del “Vorrei ma non posso” e non si sbilancia,io in quella del “Ti amo”. Se ti dico che ècomplicato ti basta?” chiedo sarcastica“Glielo hai detto?”“Cosa?”“Che lo ami?” sposta lo sguardo altrovedistrattamente“Certo che no! Io questa cosa la sento maobiettivamente ci conosciamo da quanto? Cinqueminuti? Che cosa risponderebbe se gli dicessi“Brian ti amo” dopo cinque giorni, anzi no, sonosei, domani sette. Scapperebbe a gambe levate enon potrei che dargli ragione”

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“Magari ha paura di dirtelo anche lui”“Brit dice che sono troppo coinvolta. Quando gliho domandato se è per questo che non vuole piùandare al ballo con me, ha risposto che è lui quellotroppo coinvolto e che non va bene. Capisciperché mi trattengo? Sarà la fine se gli dirò quelloche provo. Mi limito a godermi i momenti che miconcede finché durano. Ha detto che mi faràpiangere, un giorno”.“Ti accontenti?!” chiede stupita, lei non lo farebbemai!“Non dovresti dirmi che sono pazza a pensare diamare un ragazzo che conosco da poco? Almenotu cerca di essere realista, mi permetto di fare certiragionamenti perché ho la scusante dell'età! Adiciotto anni, che ne dovrei sapere?”“E perché dovrei? E' amore Jewel, non possiamofarci niente. Io ho amato tuo nonno. L'ho lasciatoquando ero incinta solo perché sapevo che questacosa non la poteva sopportare ma non ho maicercato nessun altro. Nessuno. Arthur è simpatico,

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ci sto bene e ci facciamo compagnia. Tutto qui.Amerò tuo nonno per sempre. Con questo stocercando di spiegarti che non devi rinunciare a ciòche ami. Il treno dell'amore vero passa una voltanella vita, c'è chi è fortunato e ci sale sopra, chiinvece perde il viaggio. Vuoi perdere il viaggio?”“No”“Sai cosa devi fare!” mi dà una pacca sulla spallaed entra nel bar.Fisso un lampione sulla strada pensando a quelloche mi ha detto ma no, non posso farlo. Non oraalmeno. La mia vita sentimentale è diventata comela giostra delle montagne russe da quando l'hoincontrato. Tutto un sali e scendi. Adesso stiamosalendo e io non voglio fermarmi.“Ehi” sussurra Brian quando mi si avvicina “tuttook? Sembri pensierosa”Faccio un sorriso tirato “Tutto ok. Vorrei fartivedere una cosa, ti va di fare due passi?”“Certo” mi prende per mano incrociando le ditacome gli avevo chiesto.

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Camminiamo per un centinaio di metri, cifermiamo davanti alla Barrington Book eguardiamo la vetrina “Lo vedi quello?” gli indicoun libro con una barca a remi in mezzo al mare.“Si”“E' il mio primo lavoro”Mi guarda sorpreso “Davvero?”“Si. Non avevo il coraggio di far stampare il mionome in copertina, avevo troppa vergogna, così hounito il secondo nome di mia madre con ilcognome della nonna”Si sporge sul vetro per leggere bene “VioletThomson”“In realtà Violet è anche il mio secondo nome maa nessuno è venuto in mente di farmi domande”“Hai un editore?”“Si una piccola casa editrice di New York”Gli brillano gli occhi mentre mi guarda.“Non dirlo a nessuno ok?” la mia è una preghiera.“Non lo sa nessuno?”“No”

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“Te lo prometto”“Grazie” sorrido allegramente “Ora possiamoandare” ci incamminiamo per raggiungere lamacchina. Mi squilla il cellulare mentre apro laportiera “Ehi Jane”“Cazzo J, dove sei? Qui è un casino, devi tornaresubito da Jerry!”“Che succede?” chiedo nel panico“Beth e Brittany si stanno” la sento tirare un urlo“picchiando”.“Merda! Arrivo” guardo Brian “Puoi portarmi daJerry?”“Perché?”“Beth e Brittany si stanno pestando di botte e te loassicuro, quelle non scherzano”“Ok”Partiamo come un razzo per tornare al bar.

CAPITOLO 14Brian mi lascia davanti alla porta del bar perandare in cerca di un parcheggio. Quando entronon si respira nemmeno dalla calca di gente,

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deduco che Brittany e Beth abbiano smesso dilitigare perché tutto sommato il clima è tranquillo,generalmente quando quelle due si picchianosembra di stare davanti alla TV a guardare unincontro di box. Il pubblico è entusiasta!Riesco finalmente a scorgere Mark e Cooper.Quando arrivo Brittany è seduta su uno sgabellocon del ghiaccio sulla bocca, Jane le sta tenendoaltro ghiaccio sullo zigomo. Roy sta strapazzandod'insulti Beth seduta nello sgabello di fianco aBrittany.“Ehi, piccola J, dove sei finita? Se non te ne fossiandata a Brit non sarebbe venuto il matto!” urlaBeth.Brittany cerca di alzarsi dallo sgabello per andarea picchiarla ancora “Che è successo?” chiedo allamia amica“E' una scema” fa una smorfia di dolore.Jane passa a Cooper il ghiaccio che tiene in mano“Puoi tenerglielo tu?” gli chiede e mi prende per ilbraccio perché la segua nei bagni, quando siamo

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dentro mi fa appoggiare al muro vicino aglispecchi pieni di scritte “J” è impacciata nelparlare e guarda ovunque tranne me.“Jane” la incito“Brit ha sentito Beth dire a Brianna che ha vistotuo padre con Marna” lo dice tutto d'un fiato. Sonogià fuori dal bagno!“Che cazzo hai visto?” urlo furibonda“Ah lo sai già?” Beth non sembra affatto sorpresa“Non fare la vaga, sappi che finora sono stata piùche civile ma adesso sono incazzata nera quindinon rispondo di me…che cazzo hai visto?”“Li ho visti”“Dove?”“In un posto”Le tiro i capelli costringendola a piegarsi in avanti“Ok, ok, ok, te lo dico” la lascio e si rimettecomoda sullo sgabello massaggiandosi la cute “Alparco”“Non intendo sprecare altre domande: fuori idettagli, subito!”

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Alza gli occhi al cielo “Li ho visti domenicascorsa chiacchierare al parco seduti su unapanchina, poco dopo si sono alzati e ho deciso diseguirli. Per farla breve si baciavano”Rimango interdetta e non dico nulla. Le mieamiche mi prendono entrambe per un braccio e miaccompagnano in strada.Sono frastornata dagli eventi: prima la nonna, orapapà e Marna, Jared che torna a casa, Brian. Lacosa positiva è che almeno Roy e Brittany si sonorimessi assieme.Vuoi vedere che le mie stelle sono ripartite?“Io non le credo, per questo l'ho picchiata”esclama Brittany tenendosi il ghiaccio sul labbro.“Io vado a farmi un giro” dico imbronciata“Vuoi che ti accompagniamo?”“No, grazie”“Jewel dove vai?” sto guardando per terra eosservo le Converse bianche di Brian.“A fare un giro ma vorrei stare sola” sono cosìtriste.

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Si muove di un passo, mi bacia sui capelli poi lescarpe si mettono a camminare nella direzioneopposta alla mia.Mi siedo al buio davanti alla lapide di mia madre.Non riesco a vedere la foto, guardarla di solito mirilassa. Ho la testa piena di pensieri nuovi daassimilare. Finché c'erano solo quelli riguardantiBrian faticavo a gestirli ma per lo meno erano isoli. Si sono aggiunti inaspettatamente come untemporale estivo che arriva senza preavviso, anchequelli per la nonna, papà e soprattutto Jared.Realizzo di essere gelosa marcia del mio vecchio edi nonna Evelyn. Non avrei mai creduto che ungiorno o l'altro anche loro sentissero il bisogno ditrovare una persona, esistevamo solo io e Jaredfinché non è partito per il college. Per un anno cisono stata solo io, nessun'altro. Non ho mai creatoproblemi, dopotutto sono una ragazza normale cheesce con le amiche, studia e aiuta in casa e allavoro, non ho mai avuto grilli per la testa. Non homai replicato all'assurda richiesta di mio padre

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sulla sua strana idea di farmi fare i controlli per ilsesso. Forse li ho impegnati troppo poco e hannosentito il bisogno di un diversivo. No, non èquello! Jared è stato in carcere e ora è in rehab, dicerto tutto questo non li ha fermati. Quindi…perché?Prendo il cellulare dalla borsa e premo il tasto persbloccare la tastiera, quando il display s'illuminalo posiziono sulla foto della mamma, ho bisognodi vederla. Era sobria il giorno che le gliel'hannoscattata, sorrideva. Era una bellissima bruna congli occhi scuri come i miei, di un marrone intenso,come il cioccolato fondente. Mi manca, dopotuttoma ero troppo piccola per rendermene conto.Quand'è morta non ho nemmeno pianto. Il giornodel funerale sono rimasta a casa assieme aMadame, è la migliore amica di nonna. Mi hafatto guardare la TV e io ero felice.Che strana la vita!Mentre parenti e amici piangevano la morte di miamadre io ridevo davanti ai miei cartoni animati

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preferiti. Sono consapevole che non sarei qui apensare a mio padre con Marna e la nonna conArthur se lei non fosse morta. Probabilmenteadesso sarebbe a casa. Sbronza, ma pur sempre acasa. E' molto probabile che la nonna nonvivrebbe con noi, forse le sarei meno affezionata enon starei così male se venissi a sapere che si ètrovata compagnia.E' giusto che mio padre abbia una donna? Piùgiovane di dieci anni tra l'altro. Forse alla loro etànon conta. Ed è pure mia amica, nonché sorella diGus. Che Gus lo sappia? Spero di si! In ogni casospero che la prenda bene quando lo verrà a sapere,altrimenti scoppierà il finimondo.E' come la bellezza per la nonna. Se penso al cessoche si è trovata mi viene il vomito. Ma come fa?Ok, non devo pensarci, sono nel bel mezzo diun'attenta riflessione su come gestirò tutto questoquando sarò a casa.Ho trovato! Se papà sarà impegnato con Marna iopotrò iscrivermi all'università. Con le vendite del

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libro ho guadagnato trentamila dollari, non dovrànemmeno aiutarmi con i soldi!Ma chi voglio convincere? Mi dirà di no, comesempre e poi mi sottoporrà ad un interrogatoriosenza fine per scoprire come mi sono procuratauna somma del genere ma soprattutto, rimarròsola. Jane e Brittany hanno già presentatodomanda per la Chicago University, Mark per laNew York University, mentre Cooper seguiràJane. Roy è stato accettato alla Brown e lasettimana prossima di trasferirà. Perciò se entroaprile non presenterò domanda anch'io, non ci saràpiù nessuno con me.Basta! Mi sta venendo l'esaurimento. M'infilo ilgiubbino di pelle e mi alzo in piedi “Ciaomamma” dico salutandola. Il cellulare si mette asquillare “Pronto”“Ehi”“Ehi”“Vuoi parlarne?”Sorrido come una scema ma è meglio di no, sono

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troppo vulnerabile in questo momento “Brianpenso di averti già raccontato troppo per questasera, quindi no, meglio informarti a piccole dosi”sdrammatizzo.“Un passaggio?”Mi guardo intorno e lo vedo appoggiato allaPorsche con le gambe incrociate. Interrompo lachiamata per corrergli incontro, gli getto le bracciaal collo. Mi stringe forte prima di darmi un baciosulla fronte.Dopo un po' interrompo il silenzio “Come sapeviche ero qui?”“Chiamalo intuito”“Tra quanto pensi di farmi piangere?”Lo sento irrigidirsi “Presto”Alzo la testa e lo guardo imbronciata “Si ma nontroppo presto. E t'informo che questa non è unadomanda, è un'affermazione. Non sono nellacondizione di soffrire anche per te”“Non troppo presto”E' doloroso sentirglielo dire, ho come la

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sensazione che lo faccia solo per farmi un favorequando in realtà sa perfettamente che il pianto dicui parla è li, pronto ad esplodere.Ci penserò quando sarà il momento, per ora tornoa coccolarmi tra le sue braccia “Grazie”.In macchina ascoltiamo la musica in silenzio, iltragitto è breve e siamo entrambi immersi neinostri pensieri, mi dà una stretta al ginocchio peravvertirmi che siamo arrivati. Scendo e miaccovaccio incrociando le braccia sul finestrinoabbassato “Grazie” gli faccio l'occhiolino e vadoin casa senza voltarmi per salutarlo. Lo sentopartire e sospiro.Ragazzi, che serata! Se ci fossimo baciati noncredo che sarei riuscita a staccarmi più da lui,quindi meglio così.Mi siedo sul divano al buio ad aspettare nonnaEvelyn e papà. Ah, però è quasi l'una e ancora nonci sono. Ma pensa, se ritardo io di cinque minutimi fanno un mazzo tanto.Non voglio accedere la TV perché altrimenti si

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accorgerebbero che sono sveglia, di conseguenzail tempo passa inesorabilmente lento, decido disgranocchiare qualcosa nell'attesa dopotutto nonmangio da quasi un giorno. Apro il freezer, prendouna confezione maxi di gelato e un cucchiaio daminestra. Mi siedo al tavolo e comincio amangiare cucchiaiate di gelato senza sosta. Houna voragine al posto dello stomaco, se non fosseper i fanali di un'auto che hanno catturato la miaattenzione, di questo passo l'avrei finito.Rassetto tutto e torno sul divano di corsa. Misiedo con finta nonchalance. Adesso che uno deidue è qui mi è presa la strizza.Sento la porta aprirsi “Ciao” esclamo, papà lanciaun urlo. Accende in fretta la luce del salotto,ansima di paura “J sei impazzita? Che cosa fai?”“Veramente ti aspettavo”“Perché?”“Vorrei parlarti”“D'accordo” allarmato siede sul divano di fronte“Dunque” inizio incrociando le braccia sul petto

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“ho sentito voci che te la fai con Marna”Sbianca irrigidendosi dalla punta dei capelli finoai piedi. Non mi risponde.“Allora?” lo incito“Dove l'hai sentito?”“Brittany ha picchiato Beth da Jerry quando l'hasentita raccontarlo a Brianna, così Jane mi hatelefonato mentre quelle due si azzuffavano. Dopoaverle tirato i capelli, Beth mi ha detto di avertivisto al parco baciare Marna” sono senza fiato!“E' vero”Oh cazzo! Mi rendo conto solo ora che vivevonella speranza che negasse tutto. Devo suggerirglidi fare suo il mio ex motto: Negare, sempre. Avolte non è controproducente come sostenevo.Sto cercando di assopire la notizia bomba dellagiornata, confermata dal diretto interessato,quando sento arrivare l'auto della nonna. Controllol'orologio appeso sopra il camino, è l'una e trenta.Alla svelta gli chiedo “Gus lo sa?”Mi rivolge uno sguardo cupo “Si”

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“E' contento?”“Si”Oh merda! Non ho alcun alleato contro la battagliaanti Papà/Marna! Che palle, l'amicizia fraternaalle volte è una rottura per la società!Non avevo sentito la nonna entrare “Ehi, riunionedi famiglia?” chiede ridendoNon resisto e le faccio una smorfia mentrescimmiotto il suo “Ehi riunione di famiglia?”Mi gelida con lo sguardo ma stavolta non me neimporta.“Devo mollarti una sberla come quando eripiccola?” chiede severa“Ehm no” rispondo imbarazzata e preoccupata.Lei non scherza. Mai!Ci guardiamo tutti e tre in cagnesco, io seduta abraccia incrociate, mio padre con i gomitiappoggiati alle ginocchia e la nonna in piedi sottoil volto del salotto “Allora, che succede?” chiedeIo e mio padre ci rivolgiamo uno sguardotitubante. Nessuno dei due vuole prendere la

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parola, cedo per prima, d'altronde siamo qui percausa mia “Volevo solamente essere sicura di vociche sentito”“Sarebbe?”Papà diventa scarlatto e sembra impacciato “Mivedo con Marna” si guarda le mani mentre lo dicee a me viene un groppo in gola.Ma perché non conto almeno fino a centomilaprima di parlare? D'altra parte lui è pur sempre ilvedovo di sua figlia. Sono mortificata.Guardo la nonna. E' inespressiva. Rimane fermasul posto qualche istante, non dice niente e infilale scale.“Contenta?” furibondo abbandona anche lui ilsalotto. Bel casino!Forse dovrei seguirlo e implorare il suo perdono.O magari quello della nonna per aver ferito cosìstupidamente i suoi sentimenti. Mi prenderei aschiaffi!Salgo le scale e mi rifugio in camera, spero diaddormentarmi in fretta per lasciami alle spalle

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questa giornata.Mi rigiro per la miliardesima volta nel letto eguardo la sveglia a forma di coniglio sulcomodino, sono le quattro del mattino e io sonoesausta ma non riesco a dormire. Decido dialzarmi e fare la cosa che facevo da piccola: vadonel lettone della nonna.Apro piano la porta della sua camera ed entro disoppiatto, mi stendo alla sua sinistra tirando lelenzuola fin sotto il mento, mi metto su un fianco echiudo gli occhi “Cosa fai?”Soffoco un urlo “Mi hai spaventata”“Lo sai che ho un sonno leggerissimo” dice con untono di disappunto“Eri sveglia?”“Si”Mi viene in mente la domanda più frequente cheho sentito uscire dalla bocca di Brian da quando loconosco “Vuoi parlarne?”“Va a prendere latte biscotti” comandaaccendendo l'abatjour. Le sorrido e vado in cucina.

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Quando torno è appoggiata alla testiera del letto, icapelli sciolti sulle spalle. Indossa una camicia danotte a maniche corte beige. Appoggio il vassoiosul grande letto e mi siedo vicino a lei imitandonela postura.“Mi dispiace” le dico passandole il bicchiere dilatte“Non ci sono rimasta male perché Jake ha trovatoun'altra donna. Con tua madre è statomeraviglioso. Ha fatto di tutto per farla uscire dalsuo stato di sbornia perenne. Non è riuscito asalvarla. L'ho visto soffrire e piangere per troppotempo dopo la sua morte. Voi eravate ancorapiccoli e lui era solo. Non è stato facile lasciare lamia casa, le mie abitudini per venire ad aiutarloma in un certo senso mi ha sempre permesso divivere la mia vita. Lo sai che non usciva mai,nemmeno un sabato sera per il bowling perlasciare a me questa possibilità? E non avevaneanche trent'anni. Quindi Jewel non avercela conlui se ora sta con Marna. Lei è una brava ragazza,

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si meritano a vicenda”“E' solo che è dura sai? Insomma, condividerlocon qualcuno che non siano tu o Jared è difficile.Lui è mio papà e Marna è mia amica. E' piùgrande di noi, ha i suoi giri e frequenta personedella sua età ma con me e le altre è sempre statagentile. Le voglio molto bene e sono sicura che lorenderebbe felice ma” m'interrompo perasciugarmi una lacrima “è dura, soprattutto perchévolevano tenermelo nascosto. Non sono più unabambina”“Per lui lo sarai sempre”“Comunque non lo sono più! Io gli racconto tuttononna, tutto. Perché lui non lo fa con me?”“E' tuo padre Jewel, è ovvio che non ti racconti lesue cose, nessuno al mondo lo fa, solo tu. Ai mieitempi era diverso con i genitori non si parlavaproprio ma tu sei l'unica che viene a casa araccontare alla vecchia nonna e al padre quello chele succede. Che diamine! Ci hai raccontato il tuoprimo bacio con Matt mentre cenavamo! Per poco

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tuo padre non ci rimetteva le penne ma non ti hadetto niente. Quando sei uscita di casa è salito incamera e si è chiuso dentro quasi un'ora apicchiare il sacco da box. Le tue amiche lo fannocon i suoi?”“No”“Sei solo tu Jewel e sei speciale per questo ma…”sospira “devi essere felice per lui”.Ha finito di bere il latte, io non l'ho nemmenoassaggiato. Le prendo il bicchiere dalle maniappoggiandolo per terra sul vassoio “Ci penseròok?” mi raggomitolo sotto le coperte.“Buonanotte tesoro”“Nonna?”“Si”“Davvero non ce l'hai con lui?”Con voce strozzata risponde “No”Mi giro e l'abbraccio “Ti voglio bene nonna” ledico. Chiudo gli occhi tra i suoi singhiozzi.

CAPITOLO 15Quando mi sveglio sono da sola nel letto,

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cercando di fare mente locale di dove sono.Ah! Giusto, ho dormito con la nonna.Mi metto a sedere e mi stiracchio strizzando fortegli occhi, soffoco uno sbadiglio guardando l'orasulla sveglia: mezzogiorno!Cazzo! Mezzogiorno?!Non credo di aver dormito fino a mezzogiornoneanche al risveglio dopo la notte di capodanno.Vado in camera a cambiarmi prima di scendere.Chissà che umore ci sarà!M'infilo un paio di pantaloni di cotone gialli e unamaglietta bianca a maniche lunghe, mi lavo lafaccia, i denti e mi faccio uno chignon spettinato.In cinque minuti da quando sono sveglia ho fattoanche troppo. Oh, la pipì! Quando ho terminatoanche con quella e mi sono lavata le mani, tornoin camera e controllo il cellulare. Cazzarola!Ventidue chiamate perse e sono tutte di Marna.Qualcuno deve aver sputato il rospo finché iofacevo la Bella Addormentata.Metto il telefono in carica e scendo in cucina.

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Entrando trovo papà e nonna che ridonotranquillamente, forse hanno parlato, li informodella mia presenza con un titubante “Buongiorno”loro si girano a guardami e mi sorridono rilassati.“Abbiamo parlato se t'interessa” esclama miopadre appoggiandosi al mobile della cucina. Alzoun sopracciglio e muovo la testa per dirgli dispiegarmi.“Io approvo che la nonna abbia un compagno e leiè felice per me”.D'accordo loro, d'accordo tutti? Non pensoproprio!“Fatemi capire, dovrei accettare passivamente lacosa senza poter dire la mia?”Sorprendentemente li ho zittiti.“Mi dispiace non ci riesco, fate pure ma io sonocontraria, o meglio, sono contenta per la nonnama…” sospiro “papà mi dispiace. Per quantoriguarda te e Marna per ora non ce la faccio”“J” dice triste“Io esco”

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M'incammino sul vialetto del giardino svoltando asinistra, verso casa di Brittany. Arrivando notol'auto di Roy parcheggiata davanti al garage. Benebene, il parere di un uomo è proprio quello che miserve!Suono il campanello svariate volte prima che unasconcia Brittany venga ad aprirmi.“Scusi devo aver sbagliato, cercavo Brittany,un'amica” fa una smorfia e mi fa entrare tirandomiper un braccio“Che fai svestita così?” le chiedo sganasciandofortemente davanti a lei: ha addosso una sottovestedi pizzo nera con il reggiseno a balconcino, èbellissima, per carità ma trovarla così amezzogiorno in una soleggiata domenica disettembre, mi fa morir dal ridere, intanto Royscende le scale, probabilmente si è dato unasistemata post-coito.“Ehilà, stallone” oddio, non riesco a smettere diridere, mi ci voleva proprio questa scenetta perritirarmi su il morale.

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Mi guarda malizioso “Gelosa?” chiede con unghigno sulla faccia che mi fa venire voglia diprenderlo a sberle.Afflitta rispondo “Si”,aggiungerei un desolato“anche se tecnicamente non so a cosa tiriferisci”. Evito di farlo mettendo il broncio,incasso la testa nelle spalle e vado a prenderequalcosa da mangiare in cucina mentre Dita VonTeese dei Poveri va in camera a trasformarsi inBrittany.Quando scende io e Roy abbiamo terminato, perdirla alla moda, “il brunch” e lui mi staillustrando diligentemente il corso di studi inEconomia e Politica che intraprenderà alla Brown.Lei è vestita di tutto punto.“Stavate per uscire?” chiedo sorpresa. In effettinon ho pensato che questo è l'ultimo giorno chetrascorrono insieme.“Andiamo al Lago Baker, ti unisci a noi?” chiedeRoy entusiasta“Oh vi prego no, tanto per cominciare è la vostra

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ultima domenica insieme fino al Ringraziamento epoi non voglio fare il moccolo”“Ci ha chiamati Marna stamattina. Ha saputo daMadame quello che è successo ieri ed eradisperata perché non riusciva a parlarti” mi spiegail mio amico“Giuro che sono rimasta a letto fino a mezz'ora fa,per questo non le ho risposto”“Unisciti a noi, ti prego”Sorrido “Ok”“Dai chiamo anche Jane e gli altri. Sarà unapiccola rimpatriata dell'ultimo minuto”Vorrei telefonare a Brian ma il cellulare è ancoraattaccato al carica batterie., Forse è megliolasciarlo tranquillo per un giorno, dopotutto l'hogià impegnato abbastanza nel consolarmi e ciconosciamo solo da una settimana. Non voglio chemi veda piangere sempre.Brittany mi presta un paio di jeans, una magliablu e un paio di sobri orecchini di finto diamante,assieme ci sediamo sui grandini della veranda ad

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aspettare i nostri amici. Quando arrivano sul pickup di Mark assieme a Jane e Cooper così i dueinnamorati possono stare soli durante il viaggio.“Posso metterti una mano sulla coscia J? Sei cosìcarina! Da quando Johnson è in città hai cambiatofaccia sembri” si sforza di trovare la parola giustaschioccando le dita a ripetizione “scopabile” midice Mark seduto al posto di guida, io gli sono afianco.Lo guardo di sottecchi “Devo prenderlo come uncomplimento? E comunque no, non puoi e se ciprovi te la stacco”“Dovresti essere più gentile con me se Johnson tiscarica non è che ti rimanga molta scelta”Non riesco a trattenermi e mi metto a ridere“Mark tu sei troppo per me è per questo che tra dinoi non potrebbe funzionare”“Mi prendi per il culo?”Oh Signore…faccio una smorfia, proprio non ciarriva? “Si, sto scherzando!”“Ti vogliono bene piccola J”

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“Possiamo andare ora?” chiede Cooper dal sedileposteriore “Roy e Brittany sono già partiti”“Stai calmo amico, adesso li raggiungiamo” partesgommando per raggiungerli.Il viaggio è allegro, cantiamo a squarciagolaclassici rock: Guns and Roses in testa, poi RollingStones, Pearl Jam, ci stiamo sbellicando dallerisate quando arriviamo al parcheggio del lago. E'una giornata bellissima, di fronte a noi un'acquacristallina in mezzo ai pini e le montagne. Scendoalla svelta e mi riparo gli occhi dal sole con unamano, mi scosto per far scendere anche Jane e ciavviciniamo insieme alla macchina di Roy. Noifemmine camminiamo a braccetto nel sentiero cheporta al lago, mentre i ragazzi chiacchierano difootball alle nostre spalle.Roy era il quaterback della squadra fino all'annoscorso, quest'anno il suo posto è stato dato aCooper. Parlano della festa di venerdi quando Royurla a Brittany “Andiamo insieme amore?” sonocosì melensi da far venire la nausea.

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Brittany ci fa fermare tutte tirandomi il braccio, mihanno messa in mezzo, poi si gira a guardarlo“Non torni per il Ringraziamento amore?” lebrillano gli occhi“Certo Amore ma se vuoi torno anche il prossimoweekend!” le risponde. Si divincola e va acorrergli in braccio per baciarlo. Meglio lasciarlisoli.Io e Jane torniamo ad incamminarci con Cooper eMark al seguito. Dopo circa mezz'ora Mark silamenta “Basta, fa un caldo, possiamo fermarci?”I maschietti si allontanano un po' per lanciare deisassi in acqua, io mi stendo sull'erba con Jane eguardo il cielo “Come stai?” chiede di punto inbianco.Mi tiro su a sedere portandomi le ginocchia alpetto sulle quali appoggio la guancia destra perguardare la mia amica “Insomma” ammetto triste.Giocherella con l'erba che le è rimasta in manodopo averla strappata “Sei più incazzata per tuanonna o per tuo papà?”

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“E' un'incazzatura equa”“Bel casino eh? Comunque, per la cronaca, ilpettegolezzo in paese si è già diffuso. Stamattinaquando sono andata da Madame, mi ha chiesto seera vero quello che è successo da Jerry ieri esoprattutto se era vero il motivo. Ho detto di si eintanto è entrata Marna, disperata perché nonriusciva a rintracciarti, abbiamo parlato un po'. E'distrutta…”Non resisto e la interrompo “Oh poverina”esclamo sarcastica.“J” mi riprende“Jane al posto mio che faresti? Accetteresti la cosacosì come ti è stata servita su un piatto grasso eunto? No perché non posso dire che me l'abbianoservito su un piatto d'argento! Se fosse stato diplatino forse, ma solo forse, sarei stata tentata difarmela andare bene”Ride “Che scema che sei”Sorrido amaramente guardando il lago “E' che ècapitato nel momento sbagliato, già Brian mi fa

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andare fuori di testa, adesso queste due bombe…Jared torna per il Ringraziamento. Mi toccheràanche fingere di essere contenta di vederlo.Ancora mi guardano male in casa quando telefonaperché inon gli voglio parlare”“Davvero?”“Già” torno a stendermi “Presenterò domanda perYale” esclamo entusiasta.Fa un fischio, alza la schiena da terra e si mettecomoda a sedere incrociando le gambe “Piccola Jfinalmente tiri fuori le palle! Jake acconsente?”“Non lo sa”Adesso mi guarda allarmata “E lo farai lo stesso?”“Senti, mal che vada se mai mi accetteranno, potràdirmi di no ma io ci andrò lo stesso”“Sei un piccolo genio, certo che ti prenderanno”Storco il naso “Chi lo sa…”“Come farai con i soldi?”“Farò domanda per una borsa di studio, magaritroverò lavoro, vedremo…” non voglio dirle dellasomma che possiedo, che tra l'altro non sarebbe

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sufficiente e poi così facendo sarei costretta aspiegarle il motivo.“Quindi non verrai con noi a Chicago?” èsconsolata.“Yale è la migliore in materie umanistiche, vogliospecializzarmi in letteratura” le spiego.Annuisce ma so che disapprova “E così andrai nelConnecticut?”“Veramente devo ancora presentare domanda enon è detto che mi accetteranno ma si, c'è questapossibilità, seppur minima”“Che schifo” mormora. Alzandosi allunga lebraccia per aiutarmi a seguirla, quando sono inpiedi mi abbraccia forte “Se dovesse accadere, mimancherai, volevo solo fartelo sapere”La stringo forte.“Ehi un lesbo show” urla Mark.Corriamo verso di lui e lo spingiamo nel lago.“Stronze” urla cercando di uscire dall'acqua, èfradicio.“Venite qui, adesso ve la faccio vedere”

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scappiamo correndo in mezzo ai pini tenendoci permano, ovviamente si concentra su di me altrimentiCooper lo prenderebbe a calci nel sedere per didifendere la sua ragazza. Mi prende su una spallae punta verso il lago, mi dimeno inveendo controJane “Quando esco vedrai cosa ti faccio!”“E' il buon servito per il Connecticut” urla lei.Mark si blocca sul posto e mi appoggia sulle miegambe “Cosa?”Starsene un po' zitta quella mai eh!Alzo gli occhi al cielo “Pensavo di presentaredomanda per Yale” dico come niente fosse, nelfrattempo una colpevole di pettegolezzo Jane e unarrabbiatissimo Cooper ci hanno raggiunti “Chevuol dire? Te ne vai?” mi chiede Cooper.Arrossisco “Era solo un'idea, state calmi”rispondo con voce strozzata.“Non puoi andartene” insiste“Che dovrei fare? Rinunciare a studiare perlavorare al garage di mio padre mentre siete tuttiall'università? Anche tu andrai a Chicago…”

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“E' Chiacago Jewel, in Illinois, saremo a casa tuttii weekend”“Lo dici ora” mormoro senza guardarlo“J, credi davvero che ti lasceremmo qui? Cazzosiamo cresciuti insieme, non ti lasceremmo maisola”“Comunque non è detto e ripeto, era solo un'idea”“Che succede?” chiede Brittany…oh merda…adesso questa chi la sente?“Jewel andrà in Connecticut” la punzecchia Mark.I miei amici mi chiamano Jewel solo quandoqualcosa non va! Uffa!Sbarra gli occhi e mi prende per un braccio “Checazzo è questa storia?” urla“Lasciamo perdere, ok?”“NO! Per niente, sputa il rospo o picchio anche te,anche se sei mia amica!”“Pensavo solo di fare domanda per Yale” laguardo fissa negli occhi.Spalanca la bocca ma si riprende immediatamente“COSA? Pensavi di lasciare l'Illinois senza

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dircelo?”Non ne usciremo mai, penso sconsolata.“No, l'ho già detto era solo un'idea”“Grazie per avermi rovinato l'ultima domenica conil mio ragazzo” esclama inviperita e se ne vatirando Roy per la maglietta.E' colpa mia adesso?Rivolgo a Jane uno sguardo vitreo “Brava” le dicoe me ne vado anch'ioAlla fine del giro del lago, devo ammetterlo,esausta, vado al parcheggio. Sono tutti lì adaspettarmi, Mark è steso completamente su unapanchina sperando di asciugarsi almeno un po'. Iloro volti rasentano il funebre “Ciao” mormoro.Brittany piange, mi viene incontro e mi fa unmonologo “Scusa, è solo che, beh non pensavoche prima o poi ci saremmo divise e quindi l'hopresa un po' male ma fai bene, Yale è una dellemigliori, quindi, spero per te che ti prendano e cheti diverta e…”“Davvero?” la interrompo sorpresa delle sue

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parole“Nooo” piagnucola “Metterei una bomba a Yalepurché tu non ci vada” esclama tra un singhiozzoe l'altro.Ci mettiamo a ridere tutt'e due, lei amaramente emi abbraccia, Jane ci raggiunge e ci stringe a sé“L'ultimo anno di liceo fa schifo” borbotta.

CAPITOLO 16Quando arriviamo a casa di Brittany sono le settedi sera. Abbiamo trascorso il resto del pomeriggioal lago ad aspettare che Mark si asciugasse primadi salire in auto, nel ritorno ci siamo fermati daJerry a bere qualcosa.“Quella è la casa di Brian” mi ha detto Markdurante il tragitto e con il braccio teso mi haindicato una casa gigantesca. Giardino, vialettoche conduce alle scale che portano alla veranda,un altro vialetto più grande di fronte a dueportelloni automatici del garage. E' tutta mattonifaccia a vista, bellissima. Deduco che i suoigenitori abbiano parecchi soldi, d'altronde suo

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padre gli ha regalato un'auto che si può definired'epoca. Mi viene in mente solo ora che non somolto di lui, fino a pochi istanti fa non sapevoneanche dove abitasse e scopro così che cidividono solamente tre isolati.La Porsche non c'era, tutte le luci erano spente.Sarà in giro. Dove non lo so, perché qui non cisono molte attrattive interessanti ma lui non è delposto quindi credo che sia andato…come dire: inesplorazione. Non sono mai stata a Miami ma daquello che ho visto in tv, sui giornali, e nei videomusicali, deduco che qui in confronto sia tuttomolto noioso e triste.Ci salutiamo davanti casa di Brittany, ognuno vaper la sua strada io invece entro e vado in camerasua a mettere in fretta i pantaloni della tuta e lamaglietta che avevo addosso stamattina.“Allora Roy, che dire, buon viaggio e buoninserimento. Non riesco a credere che sarai unamatricola. Qui eri temutissimo!” gli dicoabbracciandolo sulla veranda.

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“Piccola J, mi mancherai”Brittany ci raggiunge e lo abbraccia all'altezzadello stomaco “Sicura che non vuoi restare?” michiede per la miliardesima volta da quandoabbiamo avuto quella specie di discussione al lago“Brit, no, ti prego, è la vostra ultima sera, sietestati fin troppo gentili a portarmi con voi oggi eguarda che caos sono riuscita a combinare,quindi” faccio un inchino “grazie ma vi lascio,tanto noi fra qualche ora ci rivediamo” le facciol'occhiolino e abbraccio di nuovo Roy, li salutocon la mano avviandomi verso casa.Quando sono sul marciapiede mi viene un groppoin gola, la luce della cucina è accesa. Immagino lanonna preparare la cena, leggera, perché didomenica è una tacita regola. Faccio un belres,piro e cammino fino alla veranda.Credo di essere fuori dalla porta da dieci minutisenza la capacità di riuscire a girare il pomello,quando improvvisamente si apre “Pensi di starteneli ancora per molto?” mi chiede la nonna con un

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luccichio negli occhi“Mi avevi vista?” le chiedo stupita“Jewel è da quando sei uscita oggi che guardofuori della finestra. Quindi si, ti ho vista ma dieciminuti fuori dalla porta mi sono sembratisufficienti per lasciarti ingoiare il rospo. Sonostata brava?”“Si, sei stata brava”“Il tuo cellulare avrà squillato almeno cento volteoggi, per favore, la prossima volta che non lo porticon te, abbi la decenza di togliere la suoneria”Ops!“Si hai ragione scusa, vado a vedere chi mi hacercata”“Credo di sapere chi ti ha cercata” mi guarda conla coda dell'occhio mentre scola l'insalata.“Chi?”Ti prego Mio Dio fa che non sia Marna.“Marna!”Bingo!Metto in scena tutte le smorfie possibili del mio

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repertorio quando entra mio padre “Ciao” ha l'ariada cane bastonato.Ma per favore! Stavolta non attacca.Cantileno alla meglio un “Ciao” indifferente alsuo stato d'animo, non che il mio sia dei migliorima non intendo cedere.“Passato bene la giornata?”“Si grazie”“Dove sei stata?”“Al lago con gli altri”“C'era anche Brian?”Perché me lo chiede? Da quando è così avidod'informazioni? Giusto, di solito gli racconto tuttoio appena lo vedo, ma Caro il Mio Papà, il vento ècambiato!Rispondo vaga con un “No”“E' passato di qui, ti cercava”Mi prende un nodo allo stomaco, le farfalle si sonorisvegliate di colpo, cautamente gli rivolgo tutta lamia attenzione, anche se in realtà vorrei saltaredentro il suo cervello per essere sicura che non

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dimentichi nessun particolare “Ah si?” chiedo conindifferenza ma sono sicura che non ci cascheràmai.“Si”“E ALLORA????” vorrei urlargliRimaniamo a fissarci, io soffoco un sorriso, nonriesco davvero a non farlo, lui pure. Cidondoliamo a vicenda ognuno al suo posto“Vorresti sapere perché è venuto?”“Mmmm…se vuoi dirmelo”“SI, SUBITO ACCIDENTI!!!”“No non voglio dirtelo”Mi si forma una voragine nello stomaco, cerco intutti modi di non dirgli un isterico “PapàVaffanculo” perché prenderebbe la mia faccia e lauserebbe come pungiball, quindi l'alternativa è:mandare a quel paese l'idea malsana che mi èpresa pochi istanti fa di “non cedere” e…prostrarmi ai suoi piedi implorandolo perché vuotiil sacco.Mi accascio teatralmente in ginocchio e gli tiro i

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pantaloni come quando facevo i capricci dapiccola “Ti prego papà” piagnucolo strappandogliun sorriso“Sei un mostriciattolo!” dice rimettendomi in piedi“Te lo dirò dopo che avremo parlato” adesso èserissimo, mi prende per mano e mi porta incamera sua. Ci sediamo sul letto, io tolgo miliardidi peli immaginari dal cuscino arancione che misono portata in grembo togliendo dalla montagnadi cuscini che sono sparsi qui e la per la camera easpetto che inizi a parlare “Allora…” cominciasconsolato, a malapena riesco a sentirlo “so chequesta cosa non l'hai presa tanto bene…”“Tanto bene non rende l'idea papà, l'ho presaletteralmente di merda” mi fulmina con lo sguardo“E' tanto per chiarire!”Sospira e riprende “Comunque le ho detto che èmeglio finirla qui”Rimango a bocca aperta pietrificata. L'ha fattodavvero?“Ma no papà dai che dici?” cerco di tirargli su il

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morale dandogli una piccola sberla sulla gambama dentro di me ho un turbine di emozioni, misento colpevole per la loro rottura, affranta avedere mio padre così triste. Vorrei dirgli che inrealtà sono contenta ma…lo sono davvero?“Senti, se volete uscire, uscite, non è una cosa chemi riguarda ti chiedo solo di avere pazienza elasciarmi tempo per…come dire…digerire la cosa,tutto qui. E' stata davvero una sorpresa, molto piùdi quella della nonna” m'interrompo mettendomila mano in fretta sulla bocca, sorride per fortuna“lo sapevi che si vede con Stanlio?” chiedoallontanando di pochissimo la mano dalla bocca,sono agitata e imbarazzata “Volevi dire Arthur”mi corregge aggrottando le sopracciglia.“Si beh, è una lunga storia” faccio un cenno con lamano perché lasci perdere e lui continua il suodiscorso “Si lo sapevo me l'ha detto stamattina.Anzi, dovrei ringraziarti, ci siamo chiariti sualcune faccende” rimane sul vago e io non facciodomande.

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“Ok allora” saltello sul letto “Adesso dimmi diBrian”“Beh non c'è molto da dire…” incassa la testanelle spalle, io mi arrabbio e gli tiro il cuscinodritto in faccia alzandomi in piedi “Papà!” losgrido urlando.“E' venuto qui verso le due, ha chiesto se c'eri equando gli ho detto di no, mi ha salutato ed èandato via”“Tutto qui?” chiedo demoralizzata“Che altro avrebbe dovuto fare?”Si infatti…però nelle mie fantasie romantiche lovedo presentarsi con un anello e chiedergli la miamano come si faceva una volta.Jewel, stai seria!Scrollo la testa e rispondo a mio padre “Poteviinvitarlo per un caff蔓Perché?”“Educazione?” il sarcasmo ultimamente la fa dapadrona nella mia bocca di solito molto pocosignorile e piuttosto volgare. Magari guardando la

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cosa dal lato positivo ci guadagno. Dico menoparolacce.“Io sono educato Jewel ma cosa gli avrei potutodire? I nostri discorsi si limitano ad argomenti dilavoro, il football, cose così”.Ecco ora scoperto l'arcano…è da mio padre che hopreso il “Cose Così”. Lo dirò un centinaio di voltein una settimana.“Potevi chiedergli di me, no?”“Sei impazzita?” sembra quasi che la cosa loterrorizzi“Perché no?”“J, per favore, non farmi dire cose che non dovrei,sono tuo padre!”“Appunto quindi alleati al nemico e poi riferiscitutto a me che sono parte in causa, che poit'informo sugli sviluppi” mi guarda sbigottito“Vabbè hai capito come funziona no?” schiocco ledita. Quel gesto mi viene automatico quandoarrivo alla conclusione di qualcosa!Che ci sarà da capire poi, non lo so! Alla nonna o

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le mie amiche non avrei neanche dovuto spiegarlo,è tutto in codice per la miseria, penso che sipratichi già all'asilo tra femmine.“Veramente sono rimasto ad allearsi con il nemicoche non mi sembra poi tanto male, il resto…l'hoperso per strada”.Oddio…devo sempre arrangiarmi in questa casa!Frustrata alzo le mani al cielo e guardo per aria“Va bene papà, grazie dell'informazione” gli doun bacio sulla guancia “Hai capito allora di te eMarna? A piccole dosi” cerco di essere schematicanel parlargli per assicurarmi che capisca tutto.Annuisce, mi tira per una mano e mi fa sederesulle sue ginocchia “Capito” il suo tono èaffermativo. Speriamo bene!!!Mi cade l'occhio sul braccio destro “Hai untatuaggio nuovo? Io neanche uno e tu ormai seipieno!” protesto tenendo il braccio in mano eguardando l'orchidea che si è tatuato insieme atutti gli altri che ormai sono un grattacapo, non sicapisce più niente. Quando ero piccola passavamo

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ore sdraiati a letto a guardali insieme, lui mispiegava i disegni e il loro significato. Adesso checi penso anche Brian ha due tatuaggi, un tribaledietro il polpaccio destro e un altro che ancora nonsono riuscita a vedere bene sul fianco sinistro.Mi riscuoto da quel pensiero al suono della vocedi mio padre “Quando sarai fuori da questa casapotrai fare quello che vuoi, fino ad allora, faiquello che dico io” non scherza!“Sono maggiorenne!”“Sei la mia bambina” mi lancia un sorriso chefarebbe mancare il fiato a tutte le donne delmondo. Mio sciolgo anch'io ma perché lo amocome padre. Nessuno è come lui! Decido che iltatuaggio può aspettare.Nel corridoio ci dividiamo, lui scende in cucina, iovado in camera. Controllo subito il cellulare: 42chiamate da Marna, un'email da Youtube con lenovità sui video musicali, due da Brittany con lequali mi ha girato in pdf i due libri che le hochiesto di passarmi per la lettura notturna. Nulla

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da Brian.Decido di chiamarlo.Tentenno.Magari non dovrei.Però mi ha cercata lui.Cerco il suo numero in rubrica e lo chiamo,risponde al quarto squillo “Ehi”Ho bisogno di sedermi sul davanzale della finestraper non svenire, la sua voce è talmente profonda“Ehi”“Ehi”Siamo entrambi esitanti nel parlare.Prendo per prima la parola stritolando l'angolo diun cuscino con le dita “Mio padre ha detto che seipassato di cui”“Si” capisco dal tono della voce che è distratto“Amore metti giù il telefono!” è una vocefemminile! Sento il telefono gracchiareImito la famosa opera “L'urlo” di Munch usandola mano libera.“Jewel” Brian mi chiama ansioso

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“Ciao” mormoro ancora sotto shock prima diriagganciare.“L'urlo” ha preso la sua sembianza naturale, mitengo la testa con entrambe le mani e il telefono simette a squillare. Guardo il display e mi sciolgodalla posizione in cui sono scaraventandoloaddosso al muro.Ha la ragazza? Ha la ragazza!Non posso crederci, come ho fatto ad essere cosìstupida da non pensarci. Era ovvio che uno cosìfigo fosse impegnato. Perché è venuto a cercarmise ha già la ragazza? Mi ha presa davvero per ungiocattolo? Ho dei sentimenti porca puttana! Cheaccedenti pensava? Forse ha cambiato idea su dime quando gli ho detto che sono vergine e gli hoparlato della mia strana famiglia. Forse non avreidovuto ma mi è venuto spontaneo parlargliene, alui mi sembra di poter dire tutto. Adesso peròcredo che non potrò più dirgli niente, anche se nonne ho motivo. Noi non stiamo insieme, non siamoneanche amici se è per questo, per lo meno non

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nel senso letterale della parola. Cosa siamo? Dueche si sono baciati solo un paio di volte?Mi accorgo che il cuscino ha delle chiazzebagnate, ci passo sopra un dito. Non mi sononeanche resa conto che sto piangendo. Non ho maiversato tante lacrime in una vita intera come inquesta settimana. Brian Johnson mi stascombussolando più di quanto credessi. Forse èmeglio chiudere qui questa sottospecie di storia.Non dico che non voglio più vederlo, anche perchénon è vero. Potremo avere un civile rapportoscolastico!Sono impazzita?!No! Sono incazzata nera, porca misera e non hointenzione di rivolgergli la parola finché avrò vita!Sto per caso cercando di convincermi che mi abbiapresa in giro? Mi rispondo da sola: certo che l'hafatto, è un'idiota!Da domani l'assoluta indifferenza nei suoiconfronti sarà l'arma per salvarmi dai sentimentialtalenanti che provo per quel ragazzo.

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Seduta davanti al computer mi perdo nel sitointernet di Yale prendendo appunti per ladomanda d'ammissione.Uno dei due deve andarsene di qui entro l'anno!Inconsapevole di quello che intenzione di fare lui,decido che me ne andrò io.Dopo quasi un'ora di navigazione, che per lamaggior parte ho comunque trascorso sui siti dipettegolezzi e Facebook, mi preparo per andare adormire, salvo sui preferiti la pagina di Yale.Guardo distrattamente a terra e vedo il cellulareaccanto al muro. E' ancora intatto ma è spento.Provo a riaccenderlo, per fortuna funziona,altrimenti non so come avrei potuto spiegare a miopadre che me ne serviva uno nuovo dopo soli duemesi dal compleanno.Inserito il pin e finita la scansione mi arrivano unpaio di sms, entrambi di Brian. Li cancello senzaleggerli e spengo il cellulare.Il rumore di un'auto che passa piano mi faguardare la sveglia, sono le due di notte e io non

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sono ancora riuscita a dormire. Quel rumore mi hamesso un po' d'ansia, ho paura che siano dei ladricosì mi affaccio cauta alla finestra. La macchina diBrian si ferma davanti al vialetto che porta allaveranda.Si appoggia con la schiena alla portiera e rivolgelo sguardo verso la mia camera. Lo spio nascostadietro la tenda. Indossa quella che immagino siala sua mise da notte: pantaloni grigi morbidi emaglietta della salute bianca, ai piedi Blazerbianche.Non ho intenzione di andare a chiedergli perché èvenuto!Torno a letto e mi porto le lenzuola sotto il mento.Mi sveglio intorno alle quattro, mi viene in menteBrian e vado alla finestra. E' ancora li! Non si èmosso di un millimetro, è in maniche corte e fafreddo.Siccome di natura sono buona come Dio, sbuffo evado in camera in Jared, accendo la luce e standoben attenta a non guardarmi intorno per non

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risvegliare i miei istinti “alla Rambo” e sfasciarela camera, apro la cabina armadio alla ricerca unafelpa. La trovo, è blu con il cappuccio. Chiudol'armadio, spengo la luce e torno in camera mia.Scarabocchio su un post-it arancione fluo a formadi fiore le parole: “VAI VIA” e lo attacco con loscotch alla felpa. La raggomitolo con le mani e miaffaccio alla finestra. Deve avermi vista per forzaperché si avvicina in fretta alla casa “Jewel” lasofferenza nella voce è palpabile anche da lontano.Non lo degno di un minimo d'attenzione, glilancio la felpa e torno a letto senza assicurarmiche l'abbia raccolta o meno. Mi addormentopiangendo.Suona la sveglia. Sono le sei del mattino.Vado alla finestra e…cazzo! E' ancora li, con lafelpa addosso!Accendo in fretta il cellulare appoggiato alcomodino e appena posso mando un sms aBrittany “Vieni a prendermi?” poi vado in bagno emi preparo per la nuova settimana che mi aspetta.

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CAPITOLO 17Sono le sei e quaranta e non se n'è andato! Lo spioincessantemente dalla finestra. Brittany è inritardo come al solito e non c'è nessuno che possafarmi da esca. Un'idea mi balza nel cervello:telefono a papà sul cellulare, sta già lavorando.Questa crisi è stata una manna dal cielo. Pensoalle povere persone che sono senza lavoro e sonodispiaciuta per loro ma per noi è stata una speciedi salvezza. Pochissimi possono permettersiun'auto nuova e il lavoro è aumentato di quasi iltriplo. Papà, Gus e Max fanno orari assurdi.Porto il cellulare all'orecchio e papà risponde alprimo squillo “Che c'è J?” mi chiede preoccupato“Quando arriva Brit puoi uscire?”“Perché?”“Puoi o no?” chiedo isterica“J sei impazzita?”Gus urla “Certo che è pazza!”Vedrai che adesso il piccolo piano andrà infrantumi.

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Sospiro alzando gli occhi al cielo “Ma devospiegarti sempre tutto papà? Non hai visto Brian?”“Si, gli ho offerto il caffè stamattina mentredormivi”“Papà, non devi allearti al nemico!!!” lo sgrido“Ma ieri mi hai detto di farlo”“Beh da oggi no”“Cristo Santo figlia, mi stai facendo andar fuori ditesta, non c'è tua nonna?” mi guardo intorno e lavedo seduta a tavola che se la ride, le faccio unasmorfia come a dire “Non capisce proprio niente”“Si è qui” mi blocco quando vedo Brittanyparcheggiare, scende dall'auto e va a parlare conBrian. La nonna deve aver capito che mi stoagitando perché si avvicina per guardare la scena.Stanno parlando fitto quei due e io vorrei essereuna mosca per andare a sentire. Mando il miobraccio destro a controllare con un cenno dellatesta.Lei capisce tutto! Al volo tra l'altro!Quando sono fuori ho tutti gli occhi puntati

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addosso: mi sembra di essere una condannata amorte.“Andiamo” dico a Brittany guardando per terra,sono quasi davanti alla sua auto“Posso parlarti Jewel?” mi chiede un depressoBrian. Se lui è depresso io cosa dovrei essere? Mivengono in mente i sinonimi di triste per definireil mio stato d'animo: addolorato, afflitto,amareggiato, avvilito, costernato, cupo deluso,demoralizzato, solo per citarne alcuni, che in ognicaso non chiariscono ancora bene il concetto: cherasento la merda ci si avvicina giusto un po'!“No” guardo la mia amica “E' tardi, andiamo”La vedo spalancare gli occhi, salgo in macchinasenza aspettarla e mi allaccio la cintura, sonoancora tutti lì quando pianto la mano sul clacsonper richiamarla, fanno un balzo sul posto e leifinalmente mi raggiunge.“Aria di tempesta?”“Di tornado” rispondo“Per la cronaca, sta di merda”

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“Per la cronaca, pure io”“Si vede”“Si vede di più su di me o su di lui?”Mi guarda divertita “E' una gara?”“No, è una domanda”Ci riflette forse un secondo “Lui”“Cosaaa?”“Gli uomini non sanno nascondere il dolore comenoi”“Ma quale dolore? Senti” sbuffo “è meglio se ogginon parlo perché potrei davvero dire cose senzasenso”“Telefonare a tuo padre per farti da esca ti sembrasensato?”“Come lo sai?”“Me l'ha detto Brian”“Come faceva a saperlo?”“Tuo padre ti ha risposto e si è messo davanti algarage a fargli cenno che era al telefono con te”“Traditore” mormoro fra i denti.Dopo un attimo di silenzio farfuglio “Che figura

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di merda” portandomi una mano sulla fronte.“Eh già” sospira lei. Parcheggia l'auto e corriamoalla svelta nelle nostre classi. Siamo in superritardo.Arrivo ansimando nell'aula di storia del prof.Misinski, mi fulmina appena mi vede, non tollerai ritardatari.“Signorina Morgan, quale onore” mi sbeffeggiadavanti alla classe, non ho alternative se nonscusarmi“Mi perdoni, non è suonata la sveglia” dico laprima bugia a caso che mi salta in testa.Socchiude gli occhi. Sa benissimo che è una ballacolossale ma con la mano mi indica il banco,quando mi giro mi blocco sul posto: come fa adessere già qui?Sento le gambe cedere e la pressione scendere diparecchio, mi volto verso il professore “Possocambiare di posto?”“Perché mai?” lo chiede in modo talmente asciuttoche ho già capito che me la farà pagare per il resto

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del semestre.“Stare vicino alla finestra mi fa perdere laconcentrazione”Sbalordito accenna ad un sorriso “Va bene”asserisce orgoglioso e lo sembra davvero! Tuttoquesto mi lascia perplessa. Mi crede veramente?Lo facevo molto più intelligente per essere uno chesi è laureato a Princeton!Mi siedo vicino a Ester, una ragazza di origineportoghese e la lezione prende il via.Al suono della campana mi alzo ed esco di corsaper andare dalla Carlton fermandomiall'armadietto a posare il libro di storia, Brian miaffianca “Jewel”Sbatto talmente forte l'anta che è costretto a fareun passo indietro per non prenderlo in faccia.Stavolta non si è nascosto come fa di solito perfarmi una sorpresa è alla mia sinistra e indossaancora la felpa.“Puoi restituirmela? E' di Jared” la toglie acomando. Con la coda dell'occhio vedo la

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maglietta alzarsi un po' trascinata dalla felpa, unmormorio generale si innalza in corridoio, loguardano tutte. Fingo indifferenza, quando ho lafelpa in mano apro di nuovo l'armadietto e la gettodentro senza piegarla.Raccolgo la borsa da terra “Mi dispiace Jewel”mormora chiudendo l'anta al posto mio.“Mi avevi detto che mi avresti fatta piangere” glidico con supponenza prima di andare in classe.Sono in attesa della professoressa quando Beth,che ha ancora qualche livido sul viso dopo le botteche ha preso venerdi, dice “Ti ha già sostituita?”.Non faccio in tempo a risponderle perché Brittanysta torreggiando su di lei “Dillo ancora e ti spaccola faccia qui, e adesso”“Stai calma Brit” esclama con noncuranza e giraverso la cattedra. Guardo Brian entrare in classe eprendere posto vicino a Mark, finge rilassatezza,oppure è rilassato davvero mentre mi struggo daldolore. Rimaniamo a fissarci finché laprofessoressa non batte le mani davanti al mio

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viso “Jewel” sbraita.Scrollo la testa “Si?”“Ci sei?”“Certo”“Fuori!”“Cosa?”“Vai fuori!”“Ma perché?” piagnucolo“Eri distratta”Io?“Se è per quello lo era anche Johnson”“Fuori anche tu” gli indica la porta con un dito“OK” annuisce tranquillo e si alza per aspettarmi“Scherzavo” le dico terrorizzata “lo lasci qui, mene vado io”“Jewel” è veramente arrabbiata “esci s-u-b-i-t-o”Parto in quarta verso il nostro nascondigliosegreto: la cucina.Mi blocco in mezzo al corridoio. Un momento! Làc'è Marna! E adesso?“Vuoi parlarne?”

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Chiudo gli occhi ascoltando la sua voce “No”Mi si para davanti “Non puoi evitarmi”, ha ilvolto talmente triste che non sembra neanche lui.E' stravolto, in effetti non ha neanche dormitostanotte ma non posso cedere, non ora “Certo cheposso!”“Ti darò il tormento”“Ci pensa Matt a darmi il tormento, uno solo mibasta”“Quell'idiota non sa nemmeno cosa sia dare iltormento ad una ragazza”“Perché tu si?” chiedo irritataMi lancia un sorriso malizioso e alza unsopracciglio “Te lo farò vedere” dice e se ne va.`Fanculo, ho bisogno di pane e marmellata, passodal bagno per un cambio di assorbente prima direstare fuori dalla cucina per cinque minuti buoni.Alla fine la apro piano e sbircio. Marna è sedutasu uno sgabello a pelare patate. Poverina mi fapena. Sono centinaia. Busso per avvertirla dellamia presenza.

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Quando mi vede sbianca “Ciao” le dico piano“posso entrare?”Sorride esitante annuendo con un cenno della testa“Vuoi mangiare?”“Si, grazie” finalmente trovo il coraggio di alzarela testa dal bancone“Ok” si gira a prendere la marmellata da unpensile d'acciaio.Prendo un coltello dal cassetto “Ho saputo”“Lo so, ho provato a chiamarti…” è agitatissima“Ho visto”“Sei arrabbiata?”“Perché non me l'hai detto?”Non riesce neanche a guardami “Mi dispiaceJewel ma è successo così, inaspettatamente enoi…” gli occhi le brillano di una luce accecantequando dice la parola noi. Non posso propriofarmela andar bene?“L'avete fatto?” le chiedoSputa il succo d'arancia e tossisce “Cosa?”Piego la testa di lato “E' una cosa che potrei usare

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contro di lui, Marna devi convincerlo a smetterladi farmi fare visite, ti pregooo”“Mi stai perdonando?” chiede guardandomi dasotto il ciuffo di capelli“Si, a piccole dosi…”“Vuoi andare a letto con Brian?”Quasi mi soffoco con un pezzo di pane “Nooo”scuoto la testa “Si” ammeto “Non succederà maicomunque”“Non doveva nemmeno baciarti eppure…” alzadue volte le sopracciglia come fa di solito Gus…aproposito di Gus…“Come l'ha presa tuo fratello?”“E' contento per noi” risponde imbarazzata, èrossa come un peperone.Annuisco muovendo la testa su e giù “Miaiuterai?” mi pulisco le mani con un tovagliolo dicarta appoggiato sul bancone“Ci proverò” risponde ma non la vedo moltoconvinta. Ecco anche lei è già nella fase “Noncapisco niente, sono innamorata”. Glisso sul fatto

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che lo sia di mio padre, perché mi viene la pelled'oca.“Senti, se mai dovessi sposarti papà, diventerestila mia matrigna giusto?”“Beh, non proprio” risponde strozzata“Ma mettiamo che tu lo diventassi..”Aggrotta le sopracciglia perché non capisce dovevoglio arrivare.“In quel caso potresti portarmi a fare le guide?Non puoi fare la matrigna stronza di Cenerentola”mi lamento sbattendo le mani sul banconeMi lancia uno strofinaccio, per fortuna sololeggermente umido e corre ad abbracciarmi “Tivoglio bene J”“Anch'io”La campanella suona, sono costretta adivincolarmi per recuperare la borsa e andare alezione “Ha la ragazza” mormoro“Bastardo di un Brian Johnson”“Brian Johnson non è più un nome da figo, vero?”“No è da stronzo” si mette a ridere “Comunque la

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maggior parte degli stronzi sono fighi”“E' veroooo” piagnucolo uscendo.Quando Brittany parcheggia davanti a casa miaJane ci chiede se oggi andremo a correre, io sonocostretta a dire di no, devo tartassare di telefonateil sig. Moore per costringerlo a pagare il conto cheha in sospeso da tempo immemore e poi ci sono lebuste paga che mi aspettano. In realtà avrei dovutopagare i dipendenti, me compresa - papà mi“paga” con duecento dollari la settimana - ancorasabato ma non sono andata in ufficio nel weekend,quindi oggi devo farlo per forza. Vedrò le altreintorno alle sei e mezza per aggiornarle sul saggiodi mercoledì. Non sanno ancora nulla di quelloche ho scritto. Non che la cosa le interessiminimamente anche perché manderanno lasottoscritta a leggerlo davanti ai nostri compagnima è meglio anticipare le disgrazie.Mi cambio e mi metto i pantaloni della tutaarancioni e una maglia bianca a manica lunga,l'estate ormai è finita. Al collo indosso una

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pashmina multicolore dai toni vivaci.Entro al garage e dico un “Ciao” generale manessuno si degna di salutarmi a voce, lo fanno agesti, chi con un'alzata di mano, un altro con uncenno della testa, intravedo Brian uscire dal bagnoe io scappo in ufficio.Oh Mio Dio!Quando entro trovo centinaia di post-it di tutti icolori con la scritta “Vuoi parlarne?”.Sono appesi ovunque: sulla scrivania, sui duearmadi che contengono i classificatori, sullafinestrella da dove avevo spiato Brian tagliare ilprato, sulla poltrona gialla e sullo schermo del pc.Vorrei contarli per sapere con precisione quantevolte Brian abbia scritto quelle due parole, soffocoun sorriso perché “non devo cedere” e vado asedermi. Prima di farlo stacco i post-it dallapoltrona e dallo schermo del computer mettendoliper bene in ordine uno sopra l'altro formando unapiccola piramide. Sopra vi appoggio un fermacartea forma di “Hello kitty” (che odio da morire ma è

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un regalo delle mie amiche e la nonna per il mioquindicesimo compleanno) perché li schiacci unpo'. Accendo il computer e mi metto a lavorare.Quando stampo le buste paga, dopo ovviamenteaver eseguito i bonifici, le metto da una parte sullascrivania e prendo l'agenda per telefonare al sig.Moore. Mi risponde dopo il secondo tentativo“Casa Moore” r“Sig. Moore, salve, sono Jewel Morgan delMorgan's Garage”“Ciao J”Pure lui adesso non mi chiama più per nome?Scrollo la testa “Salve, di nuovo, la chiamavo perla questione del pagamento…”“Ah già, quello” m'interrompe“Si, quello” dico io stizzita“J, so che sono in ritardo ma sai, la pensione nonmi permette molti lussi”“Per la verità, sig. Moore, lei non è solo in ritardo,non ha pagato proprio” E mi spiace che non abbiadenaro sufficiente per pagare il lavoro che hanno

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fatto i nostri meccanici, d'altronde se frequentassemeno i Casinò notturni, sono sicura cherisolverebbe il problema”Prendi questa, vecchio scemo!“Jewel io non vado in certi posti” dice arrabbiatoMa se lo sanno tutti!!!“Comunque, che ci vada o meno non è affar mio.Quando pensa di venire per il saldo?”“Jewel!” grida“Sig. Moore non c'è bisogno di agitarsi, so esserepaziente, vuole fare un pagamento dilazionato inrate diciamo da…cinquanta dollari l'una con ridbancario?”“Ragazzina, con chi credi di parlare?”“Trenta dollari vanno bene?”“Ma…”“Ok, le vengo incontro…facciamo venti al mese,lei ne deve settecentocinquanta” appoggio lacornetta alla spalla per avere la mano libera eprendere la calcolatrice, comincio a digitare ladivisione sulla tastiera “Dai calcoli risulta che il

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pagamento avverrà in trentasette rate e mezzo,oggi però sono buona, facciamo trentasette, lefaccio anche lo sconto” dico con fierezza, di colpomi balena in testa una cosa e mi metto a fare duecalcoli veloci “Sig. Moore, il pagamento,ovviamente senza contare i lavori futuri se mai neavesse bisogno, scadrebbero fra tre anni e mezzo,pensa di farcela?”Non sento più nulla, solo il classico rumore avuoto. Ha riattaccato!Eravamo nel bel mezzo di una contrattazione!Tento di richiamarlo svariate volte, sicuramente hatolto la cornetta dal ricevitore, comunque so doveabita, spenderò un patrimonio in bolli postali senon si farà trovare al telefono perché immaginoche d'ora in poi non potrò più mettere piede nelsuo giardino.Prendo le buste paga ed esco in garage.Ehi, il sig. Moore è qui fuori, furibondo pergiunta! Ovvio che c'ha messo un attimo, è il miovicino di casa!

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Sta parlando e gesticolando con mio padre che loguarda senza capire nulla,ma ormai la cosa nonmi sorprende più.“Salve” dico con un sorriso“Ragazzina, ti sembra il modo di parlarmi?”Eh? IO?Lo guardo fingendo, perché io a differenza di miopadre fingo di non capire a cosa si riferisca, e glirivolgo uno sguardo angelico “Perché?”“Come perché? Hai cercato di barattare unpagamento!”“Sta scherzando? Io non stavo barattando, sevuole più tardi la porto in ufficio e ci mettiamo alcomputer su Wikipedia a controllare il significatodella parola “baratto”, deduco che non le sia moltochiaro” mi sfugge un'occhiata veloce a mio padre.Dire che è sgomento è poco. Mi rivolgo di nuovoal sig. Moore “Comunque non stavo barattando,dovrebbe ringraziarmi che le sono anche venutaincontro…”“Cosa?”

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“Che pretende scusi? Venti dollari al mese in treanni non le permetterebbe di pagare nemmeno ilComune se decidesse di prenotare ora un posto alCimitero” comincio veramente ad arrabbiarmi. Diquesto passo sarò costretta a rivolgermi ad unavvocato, il che ci costerebbe non poco con lacertezza assoluta di rimetterci soltanto.Il sig. Moore esce dal garage agitando il bastonein aria e inveendo, lo seguo a ruota “Ci pensi, mitrova qui il lunedi il mercoledi e il sabato mattina”urlo, sarà avanti si e no due metri mio padre èverde di rabbia “Sei impazzita?”Metto il broncio “Perché?” gli chiedo mentre midirigo verso Gus per consegnarli la busta paga conpapà alle calcagna “Non puoi parlare così ad uncliente”“Lo sai che non ci ha mai pagati? Meglio perderliquei clienti, fidati” Gus ride come un matto “Eccoqui”“Ci denuncerà!”“E per cosa scusa? Perché lui non paga? Io non

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l'ho insultato!” scrollo le spalle davanti a Max “E'matto” gli dico col labiale. Soffoca una risata.M'incupisco e indosso un'armatura immaginariaper affrontare Brian e consegnarli la busta paga,mio padre sta ancora blaterando ma la sua voce èattutita, non lo sto nemmeno ascoltando.Il “nemico” è accovacciato sotto uno scaffale inacciaio sopra il quale sono appoggiati svariatiarnesi per il lavoro, chiavi inglesi, crick, unmartello (che non ho mai capito a cosa serva quidentro, io l'ho usato per attaccare i quadri inufficio mentre mio padre sclerava dicendomi dinon farlo), è il mio momento.Cammino con disinvoltura fino a raggiungerlo,piego leggermente il ginocchio destro assumendola classica postura “da figa” e faccio un ghignomalefico. Con tutta la mia forza sbatto la manonella quale tengo la busta paga sullo scaffale. Ilfrastuono è assordante e tutti gli arnesirimbombano all'unisono.Sono fiera di me!

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Vedo Brian fare un salto, sbatte la testa sotto loscaffale ed esce in fretta “Jewel” urla alzandosi inpiedi, corro per raggiungere l'ufficio.“Fermati!” cerco invano di chiudere la porta.Brian con la spinta di un braccio solo la spalanca.Sono costretta a fare un passo indietro. Entra e lachiude sbattendola, si sente un tonfo all'esterno.Nessuno dei due si preoccupa di cosa siasuccesso, ci guardiamo in cagnesco, lui si avvicinadi un passo, io arretro di un altro. Mi rivolge unosguardo talmente sexy che per poco non cado aisuoi piedi. Alla fine sento il sedere appoggiarsialla scrivania. Sono terrorizzata. Mi lancia unsorriso malizioso e fa un ghigno, mi imprigionaalla scrivania appoggiandovi sopra le mani ai latidei miei fianchi, sento il suo respiro sul viso tantomi è vicino. Sto sudando frddo.“Ti è piaciuta la mia sorpresa?” mi chiede convoce bassa e roca “No” mormoro“Qualcosa mi dice che tu mi stia mentendo”Sento formarsi un nodo in gola che m'impedisce di

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respirare, questo è il motivo per cui non riesco adirgli niente.“Allora ti è piaciuta” la sua non è una domanda.Non so da dove venga questa idea ma stopregando il Signore perché Brian mi baci comel'altra volta nel bagno ma scaccio subito quelpensiero. Non è possibile! Ha la ragazza!“Si mi è piaciuta” ed è la verità.“E' solo l'inizio del mio dolce tormento” mi baciasulla guancia prima di voltarsi.Lo fermo tirandolo per la maglia grigia con il logodel garage “Chi è lei?” gli chiedo con fermezza.“Nessuno”“Sei un bastardo” esclamo e gli passo davanti peruscire. Al di la della porta trovo ad aspettarci iltrio di meccanici pronti speranzosi di assistere adun exploit come quello di venerdì.“Niente spettacolo oggi!” digrigno fra i denti.Affranti tornano al lavoro, mi cade distrattamenteun occhio per terra e vedo che la scritta “Office”appesa alla porta giace sul pavimento. Ecco

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cos'era stato quel tonfo!La raccolgo e la mostro a Brian “Per domanivoglio che torni al suo posto” mi protendo perdargliela e lui la prende. Quando le nostre dita disfiorano ci guardiamo di scatto. Vorrei lasciarmiandare tra le sue braccia ma non posso.

CAPITOLO 18“Che romantico” sospira Jane quando finisco diraccontarle cos'è successo appena un'ora prima algarage. E' seduta sul davanzale della mia camera,io sono seduta ai piedi del letto con il bloc notesappoggiato alle gambe e Brittany è distesa apancia in giù sul morbido materasso.“Se lo dici un'altra volta, ti chiudo la bocca con loscotch”.Brittany si alza in piedi “J, per favore, smettila diindossare l'armatura, sappiamo che seiinnamorata, lui anche…”“Ha la ragazza” esclamo e le guardo corrucciata.“Cosa?” urlano all'unisono.“Papà mi ha raccontato che Brian è passato di cui

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ieri verso le due perché mi cercava, l'ho chiamatoe quando mi ha risposto ho sentito un “Amoremetti giù il telefono”, o qualcosa di simile, da unavoce femminile. Ergo: ha la ragazza”.Sono a bocca spalancata, mi fissano sbigottite.“Ehi” schiocco le dita per riportarle alla realtà.“Che bastardo!” Brittany è fuori di sé.“Magari non è la sua ragazza” esordisce Jane e siaio che Brittany la fulminiamo con lo sguardo “Tiha detto che lo è?” chiede con innocenza.“Quando gli ho chiesto chi era, ha rispostoNessuno”“Puah, che bastardo!!!” Brittany è talmentearrabbiata che se potesse andrebbe a strappargli lepalle.“Comunque non ne avete parlato?” Jane èaccovacciata sul pavimento di fronte a me“Che c'è da parlare? Fossi io non gliela fareipassare liscia” Brittany cammina avanti e indietroa braccia incrociate.“No, non ne abbiamo parlato. Domenica notte è

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arrivato alle due e non se n'è più andato”Jane sembra sul punto di piangere “Oooohhhh”esclama portandosi le mani sul cuore“Sei così melensa che fai venire da vomitare” la“Signora del So Tutto” sembra un leone in gabbia.“Possiamo riprendere col saggio?” chiedo esitante.“Meglio va, altrimenti scendo e gli sfascio l'auto”Brittany si lascia cadere sul letto e riprendiamo lanostra piccola “lezione” privata.Sono le sette e mezza quando terminiamo diripassare il saggio. Io ormai l'ho imparato amemoria, Jane lo conosce abbastanza bene mentreBrittany non ha ascoltato una parola, era intenta ascambiare messaggi con Roy. Almeno credo.Sento un brontolio allo stomaco “Mangiate qui?”“Ok” rispondono in coro e telefonano a casa peravvisare.In cucina ci sono la nonna, papà e anche Gus. Luinon vive con noi, abita con Marna ma siccome leidi sera lavora al bowling come cameriera, lamaggior parte delle volte si ferma per cena. E

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anche per pranzo. Si insomma, in buona sostanzaè sempre qui tranne che per dormire.“Si fermano anche le ragazze” esclamo vedendolimettere in bocca il cibo, carne e verdura è lapietanza preparata dalla nonna che guardandomitorva dice “Non potevi dirmelo prima? Avreipreparato anche per loro”“Nonna Evelyn non preoccuparti, tanto usciamo”esclama Brittany.Alzo un sopracciglio e mi volto a guardarla, lostesso fa Jane “Usciamo?” le chiedo.Lei scrolla le spalle come niente fosse “Andiamoal bowling a trovare Marna”.Mio padre sbianca, Gus non ci ha nemmenosentite tanto è preso a mangiare e la nonnaannuisce.“Andiamo” estrae le chiavi dalla borsa e laseguiamo a ruota.Uscendo vedo l'auto di Brian ancora davanti acasa, lancio velocemente un'occhiata al garage e lovedo vestito bene, insomma, jeans e camicia

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bianca con le maniche arrotolate. Dove va?Quando arriviamo al bowling vedo Marna fermasul marciapiede che ci saluta con la mano,Brittany accosta ma non spegne l'auto, scende infretta e Marna si fionda in auto sul sedileposteriore. Non riesco nemmeno a capire cosa siasuccesso che siamo di nuovo in strada “Dovestiamo andando?” chiedo allarmata.“A Barrington”“Cosa?”“Ho saputo che Brian suona nel locale di Paul illunedi e il venerdi sera”Ecco perché era tutto in tiro!“Fammi scendere” le dico, sono iniperventilazione.“NO”“Brittany!!!” urloCon la coda dell'occhio vedo Jane saltellare sulsedile posteriore, un luccichio negli occhi eun'unghia tra i denti. Fa così quando è eccitata perqualcosa “La pianti?” la sgrido

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Si rabbuia e torna a sedere composta.“Fermati!” ordino“D'accordo ma c'è la possibilità che Brian ti offraun passaggio vedendoti camminare per strada” melo dice con un ghigno beffardo.Mi giro a guardare Marna “Come futura MatrignaBuona, dovresti dire qualcosa”“Qualcosa” mi prende in giro e si mettono tutte aridere.“Vaffanculo” sbotto irritata.“Non parlarmi cos씓E' l'inizio della mia vendetta, non sono laCenerentola Buona, io”Guardo l'autista incrociando le braccia sul petto“Mi spieghi perché fino a mezz'ora fa avrestivoluto sfasciargli l'auto e adesso stiamo andandoda lui?”“Perché non mi accontento di un “Nessuno” comespiegazione”“Veramente dovrei essere io quella”“Lo so. Ma siccome tu non prenderesti mai

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l'iniziativa, qualcuno deve fare qualcosa e noi,come tue amiche con la A maiuscola, siamo quiper aiutarti”.Sbuffo e mi accascio sul sedile senza dire unaparola per il resto del viaggio, Marna ci raccontadel suo primo appuntamento con mio padre, hadovuto farlo perché un'asfissiante Brittany non lasmetteva di torturarla.“E' cosi dolce!” l'aria sognante che le aleggia sulviso mi fa venire voglia di gettarmi dall'auto incorsa.Appoggia una mano sulla mia spalla perché laguardi “Scusami” dice con un sorriso tirato.Ho scoperto che Jake è veramente dolce, cioè, losapevo perché come padre lo è, ma come esseremaschile non mi sono mai posta la domanda“Sarà dolce?”. A guardarlo non si direbbe. Alprimo appuntamento è andato a prenderla e le haregalato un mazzo di fiori, indossava un completonero elegante con camicia bianca, niente cravatta,aveva allentato i primi due bottoni della camicia

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che lasciavano intravedere il tatuaggio sul petto,vicino allo sterno. E' il mio ritratto di quandoavevo un anno. Hanno cenato al “Country Bistro”,dove cucinano francese, infine hanno passeggiatoin riva al lago Barrington, dove si sono scambiatiil primo bacio.Che schifooo…mi viene la pelle d'oca solo apensarci!Le è sfuggito che bacia “Da Dio” e io non sonoriuscita a trattenermi “Marna, ti prego” ho dettostrozzata. Per fortuna siamo arrivate e io scendo infretta.Il bar è abbastanza affollato per essere lunedì serae sono appena le otto e un quarto. Paul ci salutacon un sorriso da dietro il bancone “Ehi, ragazze,vi state affezionando al posto?”“Si” le risponde Jane con una risatina. Non riescoa non trattenermi dal guardarla aggrottando lesopracciglia “Jane potrebbe essere tuo padre”vorrei dirle, ma in effettivi ha un che diaffascinante. Somiglia vagamente a Hugh

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Jackman.“Bevete qualcosa?” ci chiede Tina Turner Fasulla,che stranamente questa sera indossa una canottanera semplicissima e jeans scuri. Tutto sommato èabbastanza sobria “Vorremmo mangiare” le diceMarna“Accomodatevi” ci indica i tavoli con un sorrisoenorme. Mi è già simpatica.Sfogliamo i menu, io ho lo stomaco chiuso ma nonintendo rimpinzarmi di gelato quando andrò acasa. Ci tengo alla linea. Ammetto che le fotodescrittive sul menù mi fanno brontolare lebudella, opto per un doppio cheeseburger concontorno di patate fritte. Sono in ansia “da Brian”che non è ancora arrivato. Ma quanto ci mette?Sento delle urla provenire dal bancone, ci voltiamotutte lo vediamo. Sorride con disinvoltura, tiene inmano la chitarra e saluta Paul stringendogli lamano “Dio quando è bello” sospiro e mi accorgoche le altre mi guardano con un sorriso, Marna sista dimenando sulla sedia “In effetti”.

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“Non ci provare” le dico e scoppiamo a ridererumorosamente. Brittany lo fa in modo veramentesguaiato, getta la testa all'indietro facendoondeggiare i capelli ma siccome conosco la miaamica, so che sta esagerando per attirarel'attenzione di un certo cantante che è appenaentrato. Io mi nascondo il viso tra le mani dallavergogna. Le farfalle si sono svegliate disoprassalto e…anche un'altra parte del mio corpoè uscita dal letargo. Anzi no, è appena nata,perché prima di allora…non l'avevo mai sentita.Si accorge di noi mentre gli servono una birra,senza fare storie per l'età deduco da come Paul ètranquillo nel porgliela. Quando mi rendo contoche entrambi mi guardano mi siedo compostasulla sedia e raddrizzo la schiena Jane mi da unbuffetto sulla gamba “Respira”.Ci servono i piatti ma io guardo il mio paninosenza toccarlo “Perché non mangi?” mi chiedeMarna e senza lasciarmi spiegare sbatte una manosul tavolo e alza gli occhi al cielo “Non dirmi che

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ti vergogni di mangiare davanti a lui!!!”Incasso la testa nelle spalle imbarazzata “Brittanybasta” le dico guardandola ridere a crepapelle “Ciha viste!”. Lei si blocca e comincia a mangiare.Jane intinge una patatina nel ketchup e riprende ildiscorso “Davvero ti vergogni?”“E allora? Scusa tu non ti vergognavi di mangiaredavanti a mio padre?” chiedo a Marna.“No”“Beh vabbè, è diverso, ti ha vista mangiare pertutta la vita”“Mai a una cena a due” sorride raggiante alricordo.La guardo accigliata. La smetterà mai di fare certefacce da ebete parlando di mio papà? No, noncredo!Quando terminiamo di mangiare, io ho assaggiatosi e no due patatine fritte, Tina Turner arriva alnostro tavolo per togliere i piatti “Tutto bene?”“Come ti chiami?” le chiedoRimane basita alla mia domanda “Tina”.

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Scoppio a riderle in faccia ma mi ricompongo infretta “Scusa scusa” le dico “E' che somigli…allora, io…come dire…ti soprannominavo TinaTurner prima di sapere che…beh, che ti chiamicome lei” sono impacciata da morire. Che figura!!!Mi guarda come fossi pazza “Ehm si, ok” diceperplessa e se ne va.“J, sei la Regina delle figure di merda” esclamaBrittany rivolgendo uno sguardo al bancone.Mi alzo e vado da Tina Turner intenta a caricare ilcestello della lavastoviglie.“Tina” la chiamo quando la raggiungo e lei si giraa guardami, sembra infastidita nel vedermi e nonposso che biasimarla “Scusa, davvero, non ti stavoprendendo in giro, è solo che, beh io non riesco atrattenermi, mai! Non è una scusa, le cose lefaccio e le dico senza rendermene conto. Davveroti soprannominavo Tina Turner ma solo nelle miatesta, non era per prendermi gioco di te…” mi stostritolando le mani dall'agitazione “Tutto qui” ledico a testa bassa.

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“Sei carina!” mi fa l'occhiolino “Vai a sedere, tiporto una birra offerta dalla casa” mi allungo albancone per prenderle una mano nella mia“Grazie di aver capito”.Dopo cinque minuti arrivano non una, ma quattrobirre al tavolo, Paul ce le mette davanti senza farecommenti e noi lo ringraziamo educate.L'aria cambia radicalmente quando si innalzanoapplausi e urla dai clienti, il che ci costringe aguardare il palco.Brian si sta sistemando per cominciare a cantare, èstupendo. No, stupendo è poco. E' magnificamentebello, sexy e quell'aria da dannato è la rovina perla mia salute mentale già notevolmentepreoccupante.La base parte e lui comincia a fischiare unamelodia che non riconosco, Marna salta sullasedia “Aaaaahhh” urla, e lo fa talmente forte chemi spavento a morte, la guardo strabuzzando gliocchi “Che c'è?” le chiedo. Lei neanche mirisponde, si alza in piedi e comincia a dondolare

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sul posto.Brian comincia a cantare e alle parole She'd a tearcause I'm missin' you riconosco Patience deiGuns' and Roses.Di nuovo i nostri occhi si incontrano, a dir laverità lui mi stava già guardando. A parte il suonodella sua voce, nel locale regna un silenziotombale, sono tutti concentrati ad ascoltarlo. A mesembra di essere sola, con lui. Quando termina ilpubblico esulta con tanto di fischi e applausi dastadio, ma lui non reagisce. Mi sta ancorafissando.Distolgo lo sguardo per prima perché Jane mi stamassacrando la gamba con entrambe le mani, mivolto e…sta piangendo come una fontana! Ha leconvulse!“Oh Dio J, se questa non è una dichiarazioned'amore…” dice singhiozzando.Quando rimetto gli occhi sul palco Brian è sparito,Tina arriva con un biglietto in mano “Johnson miha chiesto di dartelo” la ringrazio e lo apro

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Dolce tormento…B.Soffoco un sorriso, scuoto la testa e lo infilo nellatasca dei pantaloni.Nessuna delle mie amiche fa domande, ci alziamolasciando i soldi sul tavolo e torniamo all'auto.Intravedo Brian fuori dal bar parlare fitto alcellulare, è un po' lontano ma intuisco che èagitato. Che gli succede?“Vuoi andare a parlargli?” mi chiede Jane“No. Quando la smetterai di piangere?”nonostante il mio modo gentile, lei riparte inquarta.Lancio un ultimo sguardo a Brian prima disedermi in auto, mi sta squadrando anche lui madecido di andarmene “Parti, subito” ordino aBrittany, per fortuna per una volta mi dà rettasenza fare storie.L'avevo notato avvicinarsi dallo specchiettoretrovisore.“Ora che ci penso” mi volto verso Marna “Perchénon sei al lavoro stasera?”

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“Non lavoro più al bowling!”Ah!“E da quando?”“Da quando mi vedo con tuo padre”AH!Scrollo le spalle e guardo la strada davanti a noi“Sei arrabbiata?” mi chiede“No, però non devi tenermi le cose nascoste,insomma da ora in avanti”.“Ok”Ascoltiamo i One Direction alla radio, io midispero, non li sopporto, invece loro, compresaMarna (il che mi sorprende data la sua età)cantano a squarciagola una canzone che è tutta un“Crazy, crazy, crazy” che mi dà ai nervi. Stopensando seriamente di buttarmi dall'auto incorsa.Poco dopo terminano la loro pessima cover, sonodelle cantanti da strapazzo non c'è che dire.“Lo sa mio padre che ascolti questa roba?”“Si e apprezza”

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Rido talmente forte che ho male la pancia e lelacrime agli occhi, sembra che stia dando di matto“Non gli crederai spero?” chiedo quandofinalmente mi calmo, faccio un sospirolunghissimo perché ho male ovunque.“Certo! Jake non mi racconta bugie”“No infatti, ti tiene buona”Cala in silenzio. Non dovevo dirlo?Quando arriviamo a casa sono le dieci, mio padree la nonna stanno fumando sigari cubani ebevendo whisky seduti sul dondolo, riconosconol'auto di e ci salutano con la mano.“Fammi scendere!” dice Marna a Brittany dandoleuna pacca sulla spalla, appena mette piedesull'asfalto si mette a urlare alzando la voce, giàstridula di suo, di qualche decibel “Jake, è veroche non ti piacciono i One Direction?”Io mi butto per terra a forza di ridere, alla nonnava di traverso il fumo e comincia a tossire.Spero che non muoia proprio ora perché non puòperdersi questa scena!

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Brittany e Jane si siedono per terra sulmarciapiede deserto, quando mi riprendo le imito.Marna ha raggiunto mio padre ai piedi dellaveranda, e lo guarda dabbasso “Allora?”E' incazzata nera!“Si”“Ma cosa dici papà?!”Mi guarda come se volesse uccidermi con leproprie mani.“Marna, te lo giuro”, poverino sembra uncucciolo.“Cosa? Mi giuri cosa? Che non ti piacciono?”“Ti giuro che mi piacciono”Me la immagino guardarlo con un sopracciglioalzato “Davvero?”“Davvero”Scrollo la testa: cosa mi tocca sentire! Domani glisparo quella cazzo di “Crazy, crazy, crazy” abomba in officina, voglio vedere quanto ci mettead andare fuori di testa. Gli concedo si e no dueminuti. Insomma, è un Pearl Jam dipendente per

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la miseria! Aveva una dignità quest'uomo, unavolta!Scende i gradini e l'abbraccia. Si sussurranoqualcosa che sarà dolce come il miele, e poi sibaciano!Giro la testa di scatto, ho gli occhi spalancati eguardo le mie amiche “Hanno finito?” ma nessunami risponde.“Tuo padre dev'essere un baciatore professionista”dice Brittany.Evidentemente hanno smesso di fare gliinnamorati.Ci alziamo in piedi e li raggiungiamo, sono ancoraabbracciati. A vederli mi prende una fitta allostomaco. E' che non sono abituata ai loro teneriatteggiamenti, noto che però…non può fregar dimeno. Si stanno ancora facendo le coccole.“A me piace Harry Styles” dice la nonnatroneggiando dall'alto della veranda. “DavveroEvelyn?” le chiede Jane “Oooohhh, è anche il miopreferito!” e così si mettono a parlare dei One

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Direction. Mi dissocio dalle chiacchiere, già misconvolge sentire una cinquantenne parlare diHarry-come-si-chiama e di cosa non gli farebbe seavesse trent'anni di meno, e poi mi è arrivato unmessaggio. Inconsciamente spero che sia lui.E' lui!!!NON VORREI AVERTI SPAVENTATA. B.%&)((/%$£%=)?(£/”)!=!?Sono sconnessa.Rifletto sulle parole che ho appena letto.Non dovrei essere spaventata per ciò che mi hadetto con la canzone, o per il messaggio relativo aldolce tormento? Bah!Oh Dio, sono davvero sicuri che io non sia figliadi mio padre? Dovrò richiedere una verifica deltest di paternità!Siccome non ho capito, ma non voglio darlo avedere, gli rispondo:?Capirà lui, che io non ho capito?Sto veramente dando i numeri. Domani telefono al

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dott. Kendall.PERCHE' “?”Oh merda, merdissima, ha capito che non capito emi darà il tormento perché io mi pieghi achiedergli spiegazioni dettagliate…Non lo farò.MAI!Mi viene un'ideona.PERCHE' AVREI DOVUTO SPAVENTARMI?SEI STATO CHIARO.Chiaro, un corno per la precisione!QUINDI NON TI SEI SPAVENTATA?Ma porca puttanaaaaa…“Papà?” cantileno“Che c'è?”Alzo gli occhi e lo vedo ancora abbracciato aMarna, beh non ho tempo di pensare a loro,adesso ho un serio problema da risolvere, lui è unmaschio…capirà!Forse più che un'affermazione, dovrei farmi unadomanda.“Puoi leggere questi messaggi senza

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commentare?”“Si” guarda il display “Chi è Brian?”Apposto! Alzo gli occhi al cielo.“E' Johnson” diciamo in coro, pure la nonna!“Ah giusto. Non lo chiamiamo mai per nome!” sidifende scrollando le spalle.“Non capisco” dice alla fine.“Non avevo dubbi” sono depressa.“Come?” chiede e il tono della voce è più cheserio.Finalmente Marna decide d'intervenire “No niente,tesoro (TESOROOOO???) è solo che questa seraBrian ha suonato Patience in un locale e l'hapraticamente dedicata a Jewel”“E perché?” chiede con voca roca, gli sento ilpetto vibrare da lontano.La sua ragazza piega la testa di lato “Perché èinnamorato!”“Di chi? Di Jewel?”Rimango basita. Come si permette?Lo guardo picchiettando un piede sull'asfalto a

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braccia incrociate “Ti ricordo che sono qui”,sembra che sia volatilizzata.“Jewel scusa” si schiarisce la voce “è solo che…beh, che c'è da capire? Ti chiede di esserepaziente.”Adesso lo strozzo. Come può essere così scemo?No, decisamente non sono sua figlia!“Ma dai?!” chiedo con voce isterico-sarcastica.“Forse ha paura di spaventarti nel chiederti diaspettarlo, dopotutto la sua ragazza è incinta!”COSAAAAAAAA????????????Si innalza un boato nel prato, Marna Brittany eJane lo tempestano di domande, la nonna è corsa asorreggermi, dallo shock stavo per svenire. Miaccompagna, o meglio, mi trascina di peso fino aigradini della veranda e mi fa sedere. Mi fa bere ilresto del bicchiere di whisky porgendolo alla miabocca come quando ero piccola.Spero di ubriacarmi e di svegliarmi domani conuna sbronza colossale nella speranza che tuttoquesto non sia successo davvero.

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CAPITOLO 19La sbronza la presi per davvero grazie all'aiuto diNonna Evelyn che rimase al mio fianco tutta lanotte passandomi incessantemente una mano sullaschiena mentre sdraiata sul divano, tenevo la testasulle sue gambe. Non piangevo, non parlavo, eropersa a fissare il vuoto. Ogni tanto mi alzavo quelpoco che bastava per prendere il bicchiere di succod'arancia, allungato col gin e ne bevevo un sorso.Al terzo bicchiere “formato Coca Cola” erocrollata.Sono le due del pomeriggio, la testa mi fa un malecane, ho persino la febbre ma non ho il coraggio diprendere un'aspirina, penso che l'accoppiata colgin, che è ancora in circolo nel mio corpo, sarebbeletale.Papà ha insisto perché mangiassi qualcosa. Erotalmente persa a fingere di guardare Beverly Hills90210 con la coperta tirata fin sotto il mento, chenon gli ho nemmeno risposto.La nonna posa il vassoio con un toast al prosciutto

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e formaggio sul tavolino del salotto e se ne vasenza dire niente.Quel profumino invitante di cibo mi aiuta asedermi, appoggiare la coperta sulle gambe,prendere il toast nelle mani e addentarlo. In unattimo ho una fame da lupi. Bevo un sorso disucco di frutta, per fortuna non allungato con ilgin e quando ho finito di mangiare mi rimettosdraiata sul divano. Mi scappa la pipì ma non hola forza di alzarmi.Se potessi, non mi vergognerei a farla nellapadella come ti obbligano ad umiliarti negliospedali.Squilla il telefono di casa, è il mio riposa nelcassetto della scrivania in camera da letto “E'Brittany” mi dice papà, io scrollo le spalle.Sicuramente vorrà aggiornarmi su quello che èsuccesso oggi a scuola, ma non ho voglia diaddentrarmi in alcun argomento che mi ricordiBrian. Guardare Beverly Hills e vedere ilcontinuazione la Porsche di Dylan, non mi aiuta

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ma almeno mi fa pensare alla mamma.La mamma!Mi alzo di scatto e vado finalmente a fare la pipì,il mio vecchio mi guarda senza dire niente mentreappoggia la cornetta al telefono, salgo in fretta igradini, mi faccio una doccia veloce ed esco perandare al cimitero.E' una giornata abbastanza calda per essereottobre, decido di fare quattro passi, non me lasento proprio di andare in garage a prendere labici. Troppi ricordi pungenti.Quando arrivo la sig.ra May mi sorrideall'ingresso, si rabbuia appena mi avvicino “Tuttobene J?” chiede gentile.“No!” rispondo brusca, ma non le lascio il tempod'indagare sul perché e per come e vado drittadalla mamma senza guardarmi intorno.Stranamente rimango in piedi, di solito resto da leialmeno un'ora a leggerle qualcosa sedendosull'erba davanti alla lapide. Credo che questo siaun modo per auto-impormi una breve visita.

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“Va tutto di merda mamma” sospiro “papà sta conMarna. La nonna con Stanlio. Non parlo con Jaredda quasi tre mesi. Vorrei presentare domanda perYale ma Jake s'incazzerà quando lo verrà a saperee poi Brian…” faccio una pausa “La sua ragazza èincinta me l'ho scoperto ieri sera. Mi dispiacedirtelo, ma credo di aver sofferto di più nelricevere questa notizia, che non quella della tuamorte, allora ero troppo piccola per capire. Lo amomamma, e lui ha un'altra, e diventerà padre…” miasciugo una lacrima, le spalle cominciano atremare “avrà un figlio cazzo!”. Mi porto unamano alla fronte e la massaggio mentre guardo ilcielo “Lo amo, ma ti rendi conto? Lo conosco daneanche due settimane e guarda come sonoridotta. E' arrivato nella mia vita come un tornado.E' cosi dolce sai? Mi ha fatta ridere dal momentoin cui ci siamo conosciuti. Per la verità all'iniziomi sono arrabbiata e l'ho insultato di brutto ma luimi ha dato un bacio sulla guancia”. Un sorrisoamaro si dipinge sul mio volto mescolandosi alle

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lacrime “E poi mi ha riempito l'ufficio di post-it edè rimasto una notte intera fuori di casa al freddo.Canta benissimo e mi ha dedicato una canzone,anzi due, e mi ha fatto guidare la sua auto. Ti hodetto che ha la Porsche di Dylan? E' così bello…Somiglia a Colton Haynes. Vabbè mamma tu nonsai chi è, ma è un figo da paura. Moro, occhiverdi…” non mi trattengo e scoppio in singhiozzirumorosi che mi tolgono il fiato “Oddio…” miporto una mano alla gola, non riesco neanche arespirare.Dopo un'eternità riesco a calmarmi, non honemmeno un fazzoletto, sono costretta adasciugarmi le lacrime con il bordo della magliache ho addosso e il naso con il dorso della mano.Che schifo!Sospiro “Devo andare mamma, ciao”, quando mivolto mi blocco.E' qui!E' immobile davanti a me, le mani strette a pugnosui fianchi, la mascella contratta e gli occhi tristi.

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Non riesco a guardarlo, si vede la sofferenza cheprova, non si chi dei due sia ridotto peggio.“Hai saputo” dice piano“Si”Gli sento il petto vibrare “Mi dispiace Jewel”Scrollo le spalle e faccio una smorfia. Che cosadovrei dirgli? Che mi sono sentita usata, umiliata,presa in giro? E' troppo poco!Esitante fa un passo in avanti, vedendo che non mimuovo, si mette di fronte a me “Jewel guardami”.“Non posso Brian, mi fai troppo schifo”Sussulta e mi prende il viso tra le mani con forzacostringendomi a guardarlo, cerco invano diopporre resistenza “Hai ragione Jewel, ma non tiho mai presa in giro. Mai!”“Non dire cazzate” rispondo irritata e gli do unpugno sul torace.“Sono sincero”“Se fossi stato sincero me lo avresti detto subito”“L'ho saputo solo venerdi, ci siamo lasciati primache mi trasferissi”

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“Mi stai dicendo che è la conseguenza di unascopata d'addio?”“Si”Resto imbalsamata a bocca aperta! Allora è vero!!!“Mi ha chiamato venerdi dicendo che dovevaparlarmi, è arrivata sabato pomeriggio e…”“Per questo sei arrivato in ritardo sabato daJerry?!”“Si”“E poi hai messo in piedi tutta quellamessinscena…la guida, le freccette…i tuoi baci”sono talmente indignata che a stento riesco atrattenere un conato di vomito.“Sapevo che era l'ultima volta che sarei stato conte…”“Lo sapevi cazzo!” urlo e comincio a colpirlo conforza al petto.“Jewel” non cerca nemmeno di fermarmi.“Bastardo, ti odio, ti odio, ti odio” mi lascioandare in un pianto inconsolabile contro il suopetto, sono stremata dal dolore per la sua

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ammissione.Mi abbraccia e mi da un bacio in testa.“Da quanto?” chiedo di punto in bianco.Non risponde.“Da quanto è incinta?”“4 settimane”“Nascerà a giugno” faccio un ghigno.Non dice nulla.“Quando l'hai detto a mio padre?”“Lunedi sono rimasto fino a tardi, gli ho parlato egli ho spiegato perché ho deciso di licenziarmi”Licenziarsi?Ad un tratto sento il bisogno di allontanarmi,dandomi una spinta contro il suo petto “Perchévuoi licenziarti? Se non vuoi vendere l'auto devilavorare per comprare i pannolini” esclamo acida.Ok, potevo risparmiarmela. Col cavolo! E' statauna piccola liberazione!Non osa nemmeno replicare.“Perché mi hai detto di avere pazienza se poi te neesci con questa bomba? Pensi di lasciarla?”

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“No”“Vaffanculo Brian”, lo supero per andarmene, serimanessi qui un secondo di più lo prenderei dinuovo a pugni.Non tenta di fermarmi quando gli passo accanto,inalo il suo profumo come se non dovessi farlomai più “Ho sentito tutto Jewel”Torno a piazzarmi davanti a lui “Ho dimenticatodi dire a mia madre che sei uno stronzo figlio diputtana, ma io ti amo, e non posso farci niente. Emi dispiace perché se credevo che Matt mi avessetradita, questo è ancora peggio. Ti ho detto tutto dime, tutto, pensavo di potermi fidare. Ti ho parlatopersino del mio libro! Non so come ho fatto adessere così stupida. Aspetti un figlio, mi chiedipazienza ma non vuoi lasciarla…” le gambe micedono, non ho più forze, Brian con un balzo miprende tra le braccia, appoggia le labbra alla miafronte “Sei bollente Jewel, ti porto a casa”“No” sono così debole.Mi prende in braccio e mi porta in macchina.

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Quando arriviamo a casa Gus è in giardino,appena ci vede si avvicina per aprire la portiera“Cazzo” esclama preoccupato.Sto sudando freddo, sono cadaverica “Che èsuccesso?” chiede a Brian e intanto mi prende inbraccio. “Si può sapere cosa le stai facendo? Daquando ti conosce non è più il mio Bocconcino. Senon la smetti di farla soffrire, vengo ad uccidertimentre dormi” lo minaccia, e sono certa che nonscherzi.Nonostante la voce fosse attutita, sono riuscita asentire tutto, ringrazio Gus internamente perchénon riesco nemmeno a parlare. Quando siamosulla veranda sento la Porsche andarsene.Ricomincio a piangere. Gus entra in casa etenendomi in braccio si siede sul divano e micoccola “Se continua così, quel Johnson nonarriverà all'età concessa dalla legge per berealcolici!” mormora tra sé.“Andiamo, oggi è c'è la presentazione del saggio”Jane mi sveglia di punto in bianco scostando

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bruscamente le lenzuola dal mio corpo caldo.Apro un occhio a fatica prima d'infilare la testasotto il cuscino.“Ti muovi?”Oddio, c'è anche Brittany!Mugugno un debole “No”.Non so quale delle due mi abbia tolto il cuscinodalla faccia, deve essere stata Jane perché Brittanysta aprendo le tende per far entrare un po' di luce,sono al buio da ieri pomeriggio, i miei occhi sonodoloranti e cominciano a lacrimare. Quella pazzaspalanca persino la finestra “Chiudi!!!” gridoforte.“Se alzi il culo dal letto lo faccio”Frustrata vado in bagno. Nel tragitto ho unmancamento. L'ultima volta che ho mangiato èstato il toast della nonna ieri pomeriggio. Conl'aiuto di Jane riesco a raggiungere la tazza,quando esce la sento raggiungere Brittany nellacabina armadio. Mi aiutano persino a vestirmiinfilandomi una maglia di cotone e dei jeans. Mi

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hanno preparato la colazione: due pan cake gigantie del succo alla pesca. Spazzolo tutto in dieciminuti scarsi.“Ehilà Bocconcino, come stai?” Gus è in giardino,vorrei chiedermi il perché, ma conosco già larisposta: vuole tenermi sott'occhio per aggiornaremio padre che non vuole farmi vedere quanto siain ansia. L'ho sentito inveire contro Brian per tuttala cena, e anche dopo, nonostante fossi in cameracon la porta chiusa.“Meglio” a stento riesco a fargli un sorriso diringraziamento. Mi ha messa a letto lui il giornoprima, rimboccandomi le coperte e restando al miofianco finché non mi sono addormentata.Durante il tragitto m'informano che il prof.Misinski ha assegnato un compito di storia daeseguire in gruppi di due persone, dovremmo faredelle ricerche, Jane esita nel dirmi chi sarà il miocompagno “E' Brian?” chiedo senza un minimo diemozione nella voce “Si” sussurra.Entro a scuola a testa bassa, immagino che si sia

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già sparsa la voce e non voglio guardare il restodel liceo puntarmi gli occhi addosso. Tutto ciò nonmi permette di arrivare nemmeno al mioarmadietto.“J” cantilena Beth, il suo tono mi costringe adalzare gli occhi “Allora, niente dichiarazioni?”Mi fiondo su di lei come un Caterpillar, la spingodi peso addosso agli armadietti e le prendo lamaglietta per il collo “Azzardati ancora a parlarmie ti stacco la testa”. Il mio scatto d'ira deve averletolto l'uso della parola, è terrorizzata come lamaggior parte dei ragazzi nei corridoi. La lascioandare, Brittany e Jane sono pallide, ammetto chesono sorpresa quanto loro della mia reazione daistinto omicida, rimangono a bocca aperta e miseguono senza parlare fino all'armadietto. Lo aproe strappo la foto di Colton Haynes e quella diDylan seduto nella Porsche, passo a Brittany iresti e prendo il libro di Re Lear. Chiudol'armadietto con calma e mi avvio per andare inclasse con loro che mi pedinano.

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Mi dirigo verso il banco schioccando a Bethun'occhiata assassina, non guardo nella direzionedi Brian. Nessuno parla, devono già aver saputoquello che è successo nei corridoi.La Carlton entra e posa subito i suoi occhi su dime “Dopo la lezione devo parlarti” dice prima disedersi. Finiamo di ascoltare i saggi su “Otello” e“Romeo e Giulietta” quando la professoressachiama i nostri nomi, mi alzo in piedi e raggiungola cattedra, comincio a leggere il saggio come unautoma. Niente emozioni. Una lettura diretta,veloce che a stento mi lascia prendere respiro trauna frase e l'altra. Termino in fretta e torno asedere. Sento gli occhi di Brian puntanti su di mecome fossero quelli di un falco.La campanella suona, mi alzo solo quando laclasse è vuota e siamo io e la professoressa.Quando mi raggiunge, si appoggia al banco diBeth e incrocia le gambe snelle e sode strette inuna longuette nera, una davanti all'altra, poi mettele mani in grembo e sospira “Come stai?”

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Deglutisco un paio di volte prima di risponderle“Non bene”“Ho saputo cos'è successo. E' l'ultimo anno Jewel,vuoi sprecarlo cosi, facendo a botte?”“No”“Ho saputo anche di Brian”Mi prende una morsa allo stomaco “Cosa vuoleche le dica?”“Sei innamorata?”Strabuzzo gli occhi e la guardo “Andiamo sulpersonale” capisce che la mia non è una domanda.“Sei sconvolta e ti capisco”“Lei non può capire”“La tua è una situazione difficile”“Si riferisce per caso al trambusto che è la miafamiglia? Beh, se proprio ci tiene a saperlo, èfantastica e visto che ci siamo, a parte avere unfratello drogato e una madre che è mortaalcolizzata, mio padre e mia nonna sonobravissime persone, anche se possono sembrareeccentrici. Non sono loro il mio problema”

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“Qual è il tuo problema?”“Vuole farmi da psicologa? Non sono matta”“Sto cercando di capire cosa ti sta sgretolando”“Il fatto che amo Brian Johnson e che lui a giugnodiventerà padre”“Hai pensato a presentare domandaall'università?”E questo cosa centra?Aggrotto le sopracciglia “No”“Pensi di farlo?”“Vorrei ma…”“Hai già pensato in cosa vorresti specializzarti?”“Mi piacerebbe presentare domanda a Yale eintraprendere i corsi di letteratura e umanistica, mipiacerebbe fare la scrittrice da grande”“E' fantastico, hai grandi doti, se hai bisogno diaiuto, non esitare a venire da me, se posso vorreidarti una mano”“Grazie ma non succederà mai”“Perché no?”“Perché finito il liceo dovrò rimanere qui e

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lavorare al garage di famiglia”“Capisco” dice facendo una smorfia permanifestare il suo rammarico “E' un peccato!Presentare domanda all'università non includealcun obbligo. Semmai dovessero accettarti, potraisempre rifiutarti. Quelli di Yale non vanno abussare alla porta di qualcuno costringendolo adaccettare la loro ammissione” mi fa l'occhiolino etorna verso la cattedra.Passeggio svogliatamente sulla pista di atleticaquando Beth si mette al mio fianco. Vorrei darleuno spintone e farla cadere per terra, ma ho giàrischiato parecchio stamattina “Ciao” dice piano,mi limito ad ignorarla. “Scusa” mormora.M'impalo sul posto “Mi prendi in giro?” le chiedoseccata.“No, sono stata una stupida”“Posso essere sincera e dirti che non ci credo? C'èqualcosa sotto questa finta aura di bontà che haideciso di incollarti addosso quindi, per favore,levati dai piedi” ricomincio a camminare e lei mi

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segue, deve aumentare il passo per starmi dietro.“Te lo giuro Jewel”Sono davvero fuori di me “Ogni occasione èbuona per sputtanarmi, è così da sempre. Si puòsapere cosa ti ho fatto? E' per Matt? Beh, seproprio vuoi che te lo dica, non ti ha voluta perchései più alta di lui. Ammetto che la cosa mi facevaridere allora, adesso non più. Non sono stata conlui per farti un dispetto se è quello che credi, eropersa per lui tanto quanto lo eri tu. Ma è finita, daun pezzo ormai, e sai benissimo il perché. Allora,invece di perdere il tuo tempo a castigarmi per untorto che non ti ho fatto, va da lui e prenditelo”sono così esasperata che mi sto sbracciando comeuna forsennata “Dacci un taglio però!”“Dico sul serio Jewel, stavolta ho davveroesagerato”La lascio sola in mezzo alla pista, io corro versogli spalti della tribuna e mi siedo sulla gradinatapiù alta. Guardo in basso la squadra di footballprovare dei lanci, il sig. Green è stravaccato su

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una sedia di plastica, Jane e Brittany fanno leprove con il resto delle cheerleader.“Ehi” riconosco la voce di Matt“Ciao”“Che ci fai qui?”“Niente”“Ho saputo di Johnson”“Sei qui per porgermi una spalla su cui piangere?Ho già dato grazie. Sto bene”“Non stai bene”“E' vero Matt, sto di merda ma ho già persone asufficienza con cui parlare, quindi puoi ancheandartene”“Mi odi così tanto J?”“Non ti odio”“Davvero?” ride amaramenteSorrido “No, ti odi, ma forse non è nemmenocolpa tua. Dovevo tenermi dentro certe cose e nondirtele, ma tu eri il mio ragazzo. Se non ci si fidadella persona che abbiamo al nostro fianco, checosa ci si sta a fare? Tu mi hai umiliata e non

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riesco a perdonarti di averlo fatto”“Sono stato uno stronzo”“Si”“E Johnson?”“Vuoi sapere se è più stronzo di te?” fingo dipensarci “No, non lo è. Ha avuto almeno ladecenza di non spifferare in giro delle cosepersonali che gli ho raccontato, il resto, non è unmio problema. Se proprio ci tieni a saperlo, nonc'è stato altro che un bacio” mentospudoratamente. Con lui c'è stato tanto. In tutti imodi, tranne che il sesso.“Non sembri più tu da quando lo conosci”“E' riuscito a scatenare emozioni assopite dentrodi me”“Ti ha cambiata”“No”“E allora cos'è che ti ha ridotto cosi?”“Lo vedi che non mi conosci? Io sono sempre statacosì, solo che niente mi ha mai portato allo stremocome ha fatto lui”

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“E' un ringraziamento nei suoi confronti?”“Solo perché finalmente mi sono sfogata controBeth” un sorriso aspro si fa largo sul mio viso.“Vuoi che me ne vada?” mi chiede quando smettedi ridere.“Puoi restare se vuoi, ma io sono stanca diparlare”“Ok”Rimaniamo in silenzio, io lascio che i miei occhiscrutino l'orizzonte, non penso a niente, non sentoniente, non vedo niente. Ho alzato una barriera chemi protegga da tutti. Mi sono rannicchiata in unangolo buio, spaventata di lasciare che qualcunomi avvicini. L'espansiva, felice e sorridente Jewelè sparita, troppo stanca di essere travolta dagliavvenimenti.

CAPITOLO 20Stasera c'è il ballo a scuola e la presentazionedella squadra di football, la nonna sta tenendo laporta spalancata per farmi entrare al 50 Cent. E'convinta che lo shopping sia la cura che mi ci

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vuole per scacciare i cattivi pensieri.Io in realtà non ho pensieri. Non sento più nulla.“Che cosa hai voglia di provare?” mi chiedeallegra mentre passeggiamo per il negozio.“Niente”“Pantaloni?”“No”“Gonne?”“No”“Voglio comprarti un vestito per il ballo”“No”Mi da un buffetto sulla mano “Almeno provarlo,fai contenta la nonna”Sbuffo “OK”Mi fa provare almeno quindici vestititi, lunghi,corti, mi ha presa per un manichino da vestire esvestire. Siccome in realtà la cosa non mi disturba,eseguo a comando le sue richieste. Quando escodal camerino con un mono spalla grigio di setache mi arriva appena sopra il ginocchio, leichiama Stella, la commessa del negozio “Guarda

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la mia bambina” le dice con aria sognante “Non èbellissima?”Annuisce con il capo “Nonna Evelyn ha ragione.J, sei meravigliosa”Mi guardo allo specchio “Ce l'hai un sandalonero?”“Si” risponde distratta“Ti accompagno” le dice la nonna, io resto afissarmi allo specchio, mi guardo a destra,sinistra, su un fianco, poi l'altro, non segna nulla emi sta a pennello. Controllo il cartellino cercandodi leggere al contrario il prezzo sull'etichetta:duecentosettantacinque dollari.Ma è un furto! Dovrò per forza rinunciare allescarpe! Che palle!!!L'occhio mi cade distrattamente su una sagomache intravedo dietro di me dallo specchio “Seibellissima Jewel”Mi si raggela il sangue. Cosa fa lui qui?“Che vuoi Brian?” gli chiedo senza voltarmi.“Vorrei parlarti”

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“Abbiamo già parlato, puoi andare” entro nelcamerino a testa bassa e mi piego per sfilarmi ilvestito. Brian scosta la tenda ed entra “Escisubito” mormoro tra i denti“No”“Devo mettermi a urlare?”“Devi lasciarmi spiegare”“Che c'è da spiegare? Diventerai padre e hai unaragazza, non c'è niente da dire, quindi puoismetterla di darmi il tormento”“Un dolce tormento” mi correggeFinalmente lo guardo negli occhi “Non tiarrendi?”Fa un ghigno malizioso “No”“Brian, sii serio una buona volta”“Lo sono sempre stato quando si trattava di te”“Le cose stanno in questo modo: io ho bisogno diriprendermi e con te che ti comporti così, mirisulta piuttosto difficile. Hai la ragazza a Miami,incinta di tuo figlio o figlia. Te ne andrai, o leiverrà qui, e vivrete insieme! Fine della storia”.

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“Non voglio lasciarti”“Non siamo mai stati insieme” dirlo ad alta vocemi fa crescere un nodo in gola“Tu sei speciale”“Quella ragazza speciale al momento è sepolta.Adesso sono una Jewel arrabbiata, inconsolabile etemibile. Do in escandescenze quando non sonorinchiusa in camera a piangere”Lo vedo trasalire alla fine della mia frase, il suoviso s'incupisce “Non volevo farti soffrire”“Mi avevi detto che mi avresti fatta piangere, nondovevo salire sul treno e intraprendere questoviaggio” gli dico ripensando alla domanda di mianonna “Vuoi perdere il viaggio?”“Dovremo lavorare insieme sulla vita di Reaganper il compito di storia”“Posso farlo io, te lo farò avere quando l'avròfinito. Per quando deve essere pronto?”“Non possiamo lavorarci assieme?”“No”Mi prende il viso tra le mani e mi spinge contro il

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muro “Ti prego Jewel, non rendermi le cosepeggiori di quanto non siano, non ho alternative,non sto cercando di discolparmi, ma non potertinemmeno stare vicino mi logora. Non voglio chemi perdoni, puoi odiarmi per il resto della tua vita,anzi ti auguro di dimenticarti di me non appename ne sarò andato ma non impedirmi di startivicino adesso, non ci riesco”“Non devo pensare che tra meno di un annodiventerai padre?”“Non dirlo” sussurra, mi è talmente vicino chefatico a trattenermi dallo spingermi tra le suebraccia e stringerlo in un abbraccio perconfortarlo.“E' cosi, e non possiamo farci niente”“Ti chiedo solo di non allontanarmi”“Non posso Brian…diventerebbe tutto ancora piùdifficile”Appoggia la fronte alla mia e rimaniamo così, insilenzio, a occhi chiusi.“E' meglio Jeff” sussurra sulle mie labbra, mi da

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un lieve bacio ed esce dal camerino, intravedo lanonna a bocca spalancata “Che è successo lidentro?” esclama sorpresa spalancando la tenda divelluto verde bottiglia.“Potresti chiudere?” alzo gli occhi al cielo.“La scarica di testosterone di quel ragazzo halasciato la scia” sbatte le palpebre “Allora?”“Mi ha detto che non riesce a starmi lontano”inizio a spogliarmi.“Sai che novità”! esclama agitando una mano inaria.“E che non mi ha mai presa in giro”Annuisce pensierosa “Che vuoi fare?”“Tu che faresti?” le chiedo mentre finisco divestirmi.“Beh, considerato che io con lui avrei già fattotutte le porcherie possibili e immaginabili, glichiederei una scopata d'addio”“Nonna!!!”“Beh? E' la verità a livello pratico. Vuoi la miaopinione da saggia nonna perbenista e piena di

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valori che fa venire il latte alle ginocchia? OK”alza le spalle con nonchalance “Il ragazzo èinnamorato di te, questa cosa gli è caduta addossoimprovvisamente come un macigno. Parlo peresperienza personale. Hai mai provato a chiederglicosa prova? Diviso tra la ragazza che ama, equella che si era lasciato alle spalle. Non puoigiudicarlo per quello che ha fatto prima di venirequi, non lo conoscevi. Anzi, credo che tu sappiaben poco di lui, ma l'amore che provi è vero e lo sipercepisce ad ogni sguardo che posi su di lui. Seiarrabbiata, ferita, umiliata, ma tra i due chi soffremaggiormente è Brian. Quando il bambinonascerà, non avrà scampo. Dovrà crescere unfiglio e cercare di far funzionare una relazione conuna ragazza di cui non è innamorato. Tu hai unfuturo davanti, libero da obblighi e costrizioni.Lascia perdere tuo padre e la sua idea di fartilavorare al garage. Hai diciotto anni. RibellatiJewel! Quello che ti sta accadendo deve darti laforza di reagire. Sarà dura ma concedigli di starti

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vicino. Non desidera altro, chiede solo la tuapresenza”“Ci vorrà del tempo” mormoro pensierosa“Beh, non tirartela troppo! Vi rimangono pocomeno di otto mesi e ti assicuro che passeranno inun baleno” mi schiocca un bacio sulla guancia emi fa cenno di seguirla fuori per farmi provaresandali e scarpe di ogni genere, prezzo e forma.Alla fine compro il vestito e un plateau nerospuntato, tacco sette. E' il massimo che possopermettermi per non slogarmi le caviglie.Ha insisto per regalarmi tutto. Abbiamo litigatoalla cassa del negozio, prendendoci a gomitate sulbancone perché la commessa prendesse la carta dicredito di ognuna. Alla fine, sotto minacce, havinto lei.Sono più rilassata ora, non credo sia statosolamente grazie allo shopping terapeutico, è lanonna la mia salvezza, sa sempre cosa dire equando farlo. Ha aspettato che terminassi diversare tutte le lacrime che avevo per Brian, ha

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aspettato che mi disperassi internamente e vivessiil periodo da automa, sono più che convinta che lavisita di Brian al negozio sia opera sua, e non unapura fatalità.Ma la ringrazio.Ora so che voglio passare con Brian il tempo checi è concesso, non voglio perdermi neanche unminuto. Sarà dura quando dovremo lasciarci ma cipenseròòò…vabbè, ci penserò quando sarà ilmomento!Trascorriamo il resto del pomeriggio in centro, leispende una montagna di soldi per comperarsistampe antiche in una galleria d'arte, esauste cimettiamo comode su una panchina a mangiaregelato e spettegoliamo sulla gente che passa. Conlei è come stare al circo. Mi arriva un messaggio da Brittany mentresaliamo in auto:PASSA A PRENDERTI ROY ALLE 18.30Lei sarà impegnata con le cheerleader e la vedròsolamente dopo la presentazione, intorno alle

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20.30.OKGuardo l'orologio sul display...cazzorola sono le17.00!"Nonna, andiamo perché tra neanche un'ora passaRoy" devo raccontarle una mezza verità, non è maiin comodo e mi farà fare tardi"Ok" parte come un razzo.Boccheggio infilandomi le scarpe sedutasull'ultimo gradino della scala, ho fatto tutto dicorsa. Mi sono lavata lasciando perdere i capellialtrimenti sarei stata pronta per le dieci. Li horaccolti in una treccia morbida che mi cade sullaspalla coperta dal vestito, la frangia lunga micopre appena l'occhio destro, ho abbondato con iltrucco e sto mettendo il gloss e i soldi nellapochette "Sei bellissima tesoro" mi dice mio padreentrando in casa."Grazie" gli sorrido felice "Vai a prepararti?""Si, alle sette e mezza devo passare da Marna"Mugugno un "Capisco", cambio tono e divento

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allegra "Senti, posso chiederti un favore perstasera?"Stringe gli occhi e fa una smorfia "Dipende dalfavore""Puoi solo evitare di starmi addosso e di non farecose sconce con Marna davanti a tutti?"Sorride "Si" risponde tranquillo"Ti abbraccerei ma sei unto e puzzi""Grazie" sembra offeso, ma so che sta scherzando.Suonano alla porta, mio padre si gira e la apre.OH-MIO-DIO!“Che ci fai tu qui?” chiede in tono glaciale aBrian.Spalanco la bocca senza rendermene conto, sonoimbambolata a guardalo. Indossa una camiciabianca e un completo nero che sembra stato cucitoaddosso a lui dalle abili mani di un sarto, nientepapillon, niente cravatta, i primi due bottoni dellacamicia slacciati, che fanno tanto "sexy man". Einfine, un sorriso talmente malizioso che losbatterei contro il muro “Sono venuto a prendere

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Jewel”“Lei non esce con te!”Lancio uno sguardo alla nonna pregandola di farequalcosa “Jake, andiamo, c'è il ballo” gli dicecalma“Tu con mia figlia non ci esci!”“Papà!”Brian, per niente intimorito allunga il collo perguardarmi “Sei bellissima”Mi esce una risatina...che sfigata! Sto stritolandola pochette tra le mani.Mio padre si gira e mi rivolge uno sguardoimpenetrabile. Io mi limito a scuotere le spalle confinta indifferenza."Ehi Johnson, ancora qui?" Gus è dietro di lui"Spostati, devo passare"Brian fa un passo in casa e lo lascia entrare,quando Gus mi guarda gli brillano gli occhi"Bocconcino, sei stragnocca""Gus!" lo sgrida mio padre.Lui mi sorride e alza le spalle "E' vero" poi si gira

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a guardare Brian "Occhi aperti Johnson sono latua ombra", viene a darmi un bacio sulla guancia euna pacca sul sedere "Fa la brava" e sparisce incucina.La nonna, che era salita in camera, torna con lasua Polaroid all'ultima moda "Vi faccio una foto""No no per carità" le dico imbarazzata."Perché no?" mi chiede Brian."Perchè no!"“Lei non fa foto con te” ringhia mio padre.Brian si appoggia alla porta e incrocia le bracciasul petto. Ha veramente una faccia di bronzo "Nonandiamo da nessuna parte se prima non cifacciamo una foto".Divento bordeaux dall'imbarazzo, mio padre èfuribondo e la nonna sbuffa impaziente. Cerco dialleggerire l'atmosfera per evitare che un uomo ditrentotto anni prenda a pugni un ragazzo di venti"Ora che ci penso non dovrei nemmeno venire alballo con te, sto aspettando Roy""Roy non viene a prenderti"

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"Perchè no?""Perchè no!" socchiude gli occhi e mi lancia unsorrisino provocante."Mi prendi in giro?""No""Come mai non sei con la squadra?"Sussulta sorpreso dalla mia domanda, abbassa gliocchi "Mi sono ritirato". La tristezza nella suavoce è palpabile. Capisco subito a cosa siriferisce: non può giocare perché se dovessecapitare un imprevisto durante la gravidanza, nonpotrebbe terminare l'anno e i giocatori sitroverebbero in difficoltà. Mi sento male per lui,cerco di alleviare l'atmosfera di disagio che sonoriuscita a creare "Ok, facciamo questa foto" mistampo in faccia un sorriso falso come Giuda.Odio farmi fotografare!Guardo papà "Te ne vai?"Mette il broncio "Perché? Ti vergogni di me?""Si"“Tu non esci con lui”

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Mi rivolgo alla mia mentore “Nonnaaaa”piagnucolo come quando ero piccola“Jake non fare il rompipalle, è una festa” gli dicecon noncuranza.Strabuzza gli occhi “Non esce con uno che ha laragazza incinta!”Vengo colpita in faccia da un TIR “Papà” urloindignata “Non ti permettere di …”“Jewel solo ieri non ti reggevi in piedi per colpasua e adesso ci vai al ballo? E' fuori discussione!”Gus esce dalla cucina con un panino al prosciuttoin mano “Che succede?” chiede a bocca piena“Jewel vuole andare al ballo con Johnson” glirisponde mio padre sbuffando.Il suo amico si mette a ridere. Quando posa gliocchi su Brian s'incupisce. Un categorico “No”, ètutto quello che esce dalla sua bocca piena.“Gus!” batto un piede a terra.“Bocconcinooo…è semplice! Tu con questo non ciesci”.M'incazzo come una belva. Strappo alla nonna la

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macchina fotografica.“Spostati” dico a mio padre. Prendo Brian permano e lo strattono fino all'auto."Dai, su facciamo in fretta""Rilassati" mi sussurra all'orecchio mentre miappoggio a lui con la schiena."Sono rilassata!""Puah!" gli sento il petto vibrare mentre ride. Miopadre sta urlando “Jewel” a squarciagola dallaveradnda. Alzo in aria la Polaroid e premo ilpulsante per farci la foto.“Forza andiamo” dico quando ho finito, saliamoin macchina in fretta, mi chiudo dentro e Briansgomma partendo. Guardo mio padre sbracciarsiin mezzo al giardino dallo specchietto retrovisore.Cosa ho fatto?! L'urlo di Munch si è impadronitodi nuovo della mia mimica facciale."Jewel, rilassati. Ti ho già detto che seibellissima?”Dimentico chi sia Munch! Sto andando a fuoco!"Davvero?"

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"Si"Faccio una risatina."Adoro la tua risatina"La faccio ancora...e bastaaa!!!"Scusa, non la faccio di proposito, mi viene così""La adoro" mi appoggia una mano sul ginocchio elo strizza quel poco che basta per mandarmi invisibilio.“Ehi, ma non stiamo andando verso la scuola”“Dobbiamo fare una piccola deviazione” mi fal'occhiolino e si rimette a guardare la strada.Non sono per niente rilassata, che cosa ha inmente?Parcheggia fuori da casa sua, io me la faccio sotto“Jewel guardarmi”Lo faccio.“Voglio soltanto farti conoscere mia madre”Deglutisco forte “Perché?”“Perché mi fa piacere”“Ok” scendo dall'auto impacciata e aspetto che miraggiunga, mi prende per mano e mi accompagna

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fino alla veranda.“Aspetta” gli dico prima che apra la porta “Non èun po' strano, vista la situazione, che mi presenti atua madre? Voglio dire, aspetti un figlio dalla tuaragazza”“Non è la mia ragazza”Ah no?Aggrotto le sopracciglia “Come no?”“No”Se lo dice lui!Apre la porta ed entriamo.Wow, cioè, wow! Macché roba è? Una reggia?Porca miseria, sono senza parole! E' ultra classica,tutto bianco e marrone. Una scalinata enorme inlegno porta al piano superiore. All'ingresso ciaccoglie un grande tavolo rotondo in mogano, conun vaso di fiori al centro, mentre alla sinistra c'èun salone gigantesco sui toni del crema e marrone.Allungo il collo e intravedo un pianoforte.“Ciao ragazzi” sento una voce dolce proveniredietro di me, mi volto e…sua madre è in

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carrozzella!Non riesco a mascherare la sorpresa “Cazzo”mormoro.Brian mi stringe la mano e io mi riscuoto “Scusi,scusi, scusi” lo dirò almeno cento volte rossa involto. Non è possibile che faccia sempre questefigure!Lei ride (Ride???) “Tu devi essere Jewel”“Si” rispondo piccata“Sono Elizabeth, piacere di conoscerti” allungauna mano, io la prendo nella mia che è sudatacome non mai“Scusi” dico imbarazzata“Rilassati Jewel è tutto ok. Bevete qualcosa?”“Un doppio succo col gin. Anzi no, gin liscio,magari col ghiaccio” vorrei dirle, invece mi limitoa mugugnare un “Si grazie”.“Venite” spinge la sedia a rotelle e si sposta incucina, la seguiamo “Rilassati, stai andandobene” mormora Brian nel mio orecchio. Gli lanciouno sguardo come a dire “Stai scherzando?

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Sembro un'idiota” ed entriamo in una cucinadegna di Gordon Ramsay.E' gigantesca e super-fornita. E' accoglientenonostante l'acciaio la faccia da padrona. Miaccorgo che non ci sono pensili appesi al muro, lapenisola con il fornello, e il resto dei ripiani, sonostati fatti apposta più bassi del normale perché suamadre riesca a cucinare senza difficoltà. Tuttoquesto mi rattrista.“Champagne?” chiede e finalmente sorrido.Ho proprio bisogno di bere a stomaco vuoto,almeno se dirò qualche stupidaggine delle mieavrò la scusante di essere stata ubriaca.“Si grazie” rispondiamo in coro. Ci guardiamo eci mettiamo a ridere.“Brian non ti rende giustizia mia cara” esclama dipunto in bianco“In che senso?” chiedo portandomi il calice allabocca“Mi ha detto che sei carina, ma lo trovo unaggettivo troppo scontato per descriverti”

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socchiude gli occhi e guarda in alto per trovarel'ispirazione “Deliziosa lo trovo più appropriato.Non solo sei bellissima, ma anche educata esimpatica”“Anche lei mi è simpatica!” e sono sincera.Ride di cuore.Anche lei è deliziosa!Finiamo lo champagne chiacchierando del più edel meno, non fa domande troppo personali, midice che vivere qui le piace ed è contenta che inegozi che le interessano maggiormente sianoforniti di una passerella per disabili. Le raccontoun po' della mia famiglia, mi limito ad informalache vivo solo con papà e la nonna. Non so perchéma ho come la sensazione che conosca già tutto dime.“Sono le otto passate, forse è meglio andare”m'incinta Brian, sfiorandomi il braccio con lamano.Avvampo di fronte a sua madre!Stringo forte gli occhi. Quando li apro sul suo viso

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c'è un sorriso, mi fa di nascosto l'occhiolino. Quelgesto dopotutto mi rilassa, sento il cellularesquillare nella borsa “Scusate” mi sposto a faticaall'ingresso perché sento di essere un po' brilla“Ciao papà”“Se lo fai ancora ti lego al tavolo della cucina”sento Marna sotto che lo sgrida e un frastuonoassordante.“Dove sei?”“Al ballo, tu dove sei?” è minaccioso.“Sto arrivando” gli chiudo il telefono in faccia pernon lasciarlo continuare con questocomportamento da padre iperprotettivo, non lo èmai stato, o meglio, non fino a questo punto, noninizierà ora che sono maggiorenne!Torno in cucina sorridendo “Chi era?” mi chiedeBrian“Mio padre” fingo nonchalance mentre metto ilcellulare in sistema silenzioso, sta lampeggiandoin continuazione. Continua a telefonarmi, al ballomi ucciderà!

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“Divertitevi mi raccomando e Jewel?”“Si?”“Passa di nuovo a trovarmi, magari quando Briannon c'è, cosi ci facciamo qualche discorso dadonne. Lui è così noioso”Scoppio a ridere guardando Brian massaggiarsi ilcollo “Dai andiamo” appoggia la mano alla miaschiena, quel contatto mi fa diventare le gambe digelatina, per fortuna riesco a non darlo a vedere“Dovrei venire con la nonna, sono sicura cheandrete d'accordo”“Meraviglioso” esclama eccitata seguendoci allaporta “Non vedo l'ora”.La saluto con un bacio sulla guancia, è così dolceche mi sono già affezionata.!Gravissimo errore affezionarsi alla madre disabiledel ragazzo di cui sei innamorata che aspetta unfiglio da un'altra poveretta che vive a Miami!Scrollo la testa. Ci penseròòòò…vabbè, prima opoi lo farò!Il parcheggio della scuola è pieno, scruto Jake

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aspettarci all'ingresso, sembra il bodyguard di unlocale, gli mancano solo gli occhiali da sole. C'èanche Marna con lui, gli servirà un alibi?“Ciao papà” gli dico guardandolo da infondo allagradinata.Lo sento ringhiare da lontano, scende le scale conuna calma indegna, capisco che tutto questasignifica “Guai” e belli grossi. La fintarilassatezza è il suo punto forte quando èarrabbiato e mi fa una paura fottuta.Si mette davanti a noi, muove le braccia e pensoche voglia colpire uno dei due, non dovrei, maspero che colpisca Brian. Lui è un uomo e unocchio nero lo renderebbe ancora piùdannatamente sexy! Ci starebbe alla grande ancheuna piccolissima cicatrice sul sopracciglio. La mialibido non resiste più! Cosa sto pensando?Mi ci paro davanti “Non vorrai picchiarlo”“Vuoi difenderlo?” chiede stupito. Schiocca le dita“Spostati” ordina.“Papà, se fossi stato meno cocciuto, non saremmo

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arrivati a questo punto, forza entriamo erilassiamoci”“Ci sono le regole”Oh Signore!“Johnson, ascoltami!”“Si signore!” quell'altro ci va anche dietro. Non cicredo!Marna intanto ci ha raggiunti “Jake, gli stai dandole regole? Non hanno mica dodici anni” gli da unapacca sulla spalla. Mio padre fissava le regole aMark e Cooper quando alle medie andavamo alcinema allo spettacolo delle sei di sera, e sapevabenissimo che eravamo solo amici. Quanto invidioMarna che può picchiarlo liberamente! Se potessilo prenderei addirittura a calci nel sedere.La ignora e tiene gli occhi fissi sul miomalcapitato accompagnatore “Regola 1: maniapposto - Regola 2: la guardi e basta - Regola 3: acasa per mezzanotte…”“Stai scherzando?” urliamo io e Marna in coro. E'impazzito?

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“Almeno le tre” gli dice Marna. E' impazzita?Non sono mai tornata a quell'ora.“Le due” sbuffa.Adoro queste regole! Non sono mai stata fuori cosìtanto. Vorrei mettermi a saltare di gioia!“Regola 4: devi respirare ad almeno due metri dalei” alzo gli occhi al cielo. “Regola 5: se la defloriti uccido”.COSA?Non può averlo detto davvero! Nient'altro almondo potrà sconvolgermi più di quello che èappena accaduto. Come si fa a dire “Se ladeflori”? Ma esiste almeno?Mi viene quasi da piangere tanto sono mortificata!“Jake!!!” Marna è incazzata nera. Grazie a Dio leimi capisce, io ormai non respiro più. Spero diessere morta perché non riuscirò mai a guardareBrian negli occhi dopo questa cosa.Marna lo strattona per un braccio lanciandogli unascarica d'insulti mentre lo riporta dentro la scuola“Idiota e coglione” vanno per la maggiore. Non

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posso che essere d'accordo con lei.“A parte la regola n. 5, ho intenzione diinfrangerle tutte le altre”“Vuoi morire?” gli chiedo serissima“Ha detto che mi ucciderà solo se dovessideflorarti” fa una smorfia compiaciuta offrendomiil braccio.Vorrei dirgli “Ti amo Brian” ma mi trattengo.“Ci sto”Se lui rischia di mettersi nei pasticci per me, chisono io per non farlo per lui?La palestra è colma di ragazzi: alla sinistra dellagrande porta antincendio a doppio battente c'è iltavolo delle bibite, nulla di alcolico ovviamente. Lici sono Marna e papà, che mi sta già puntando eso che non mi toglierà lo sguardo di dosso per ilresto della serata. Davanti a noi ci sono un numeroindefinito di tavoli rotondi, al soffitto sono appesestelle filanti colorate, e sul palco una bandcomposta da cinque o sei ragazzi che suonanocover di vario genere: Rolling Stones, The Beatles,

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Evanescence, Coldplay, per citarne alcuni. So tuttoperché Jane e Brittany fanno parte del consigliostudentesco che ha organizzato il ballo.Ovviamente saremo sedute nello stesso tavolo, coni nostri amici. Ho saputo che Mark ha invitatoEster, la mia nuova compagna di merende nellaclasse di storia del Prof. Misinski. E' carinissima,e anche simpatica, sono più che convinta che cidivertiremo come matti!Ci mettiamo a studiare la piantina della sala altabellone che troviamo all'entrata della palestra,siamo seduti proprio davanti al tavolo centrale cheda sulla pista da ballo, è un posto strategico,riusciamo a vedere tutto e tutti. “Immagino chesarai contenta dei nostri posti” Brian continua atenermi per mano, non mi lascia un secondo e iol'adoro.“Si”“Andiamo”“J sei bellissima” la voce di Beth mi fa drizzare icapelli.

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Sento lo sguardo di Brian su di me, gli stringo lamano e capisce che non voglio parlarle, si mescolatra i tavoli fino a raggiungere il nostro.“Ciao ragazzi” saluta Mark, tiene un braccioattorno alle spalle di Ester, sono così carini!Jane, Brittany, Cooper e Roy mi guardanoperplessi e mi salutano biascicando un “Ciao”“Ciao” dico allegra“J, posso parlarti?”“Beth sei ancora qui? Te ne vuoi andare?” non lasopporto.“No finché non avremo parlato”“Ok, allora prenditi una sedia”.Prendo posto tra Mark e Brian, saluto Ester e micomplimento con lei per il suo abito dai toniallegri.“Perché non ci sediamo maschi con maschi efemmine con femmine?” propone Jane. So già ilperché, e non mi piace per niente!“Vorrei stare vicino a Jewel” Brian lo dice in untono a cui nessuno osa replicare.

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“Ok” Jane da una spintarella a Mark “Spostati”,lo sta già strattonando dalla sua sedia. Ester sisposta in quella a fianco per lasciar posto aBrittany. Alla fine siamo io, Jane alla mia sinistra,Brittany, Ester, Mark, Cooper, Roy e Brian chechiude il cerchio alla mia destra.Jane si avvicina al mio orecchio con la scusa disistemarsi il tovagliolo sulle gambe “Che stasuccedendo?” digrigna tra i denti.Brian non mi lascia mai la mano da sotto il tavolo“Ci godiamo il tempo che abbiamo” le rispondo.“Ti distruggerà tutto questo” mi ammonisce.“Lo so”.Si gira verso Brittany e le spiffera tuttonell'orecchio, Ester ovviamente sente tutto e mirivolge un sorriso di compassione. Le facciol'occhiolino per ringraziarla.Brittany mi guarda male.“J” Beth cantilena il mio nome, mi erocompletamente scordata della sua presenza.“Andiamo, ho capito che se non ti seguo non la

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pianterai mai”.Mi alzo scostando rumorosamente la sedia, miavvio verso l'uscita della palestra, sento gli occhidi mio padre addosso. Ci mettiamo nel corridoiopoco lontano dalla porta, dalla musica insottofondo riconosco i Simple Plan.Ci guardiamo negli occhi in silenzio. Non miabbasserò a chiederle cosa vuole. Per fortunacomincia a parlare “Hai ragione a dire che ti hofatto passare l'inferno ogni volta che ho potuto,sono gelosa di te da sempre. Sei bella, intelligente,i ragazzi che mi piacevano ti hanno semprepreferita a me. Non fai nulla per metterti in mostraeppure sei come una calamita, tutti ti venerano”.Mi gonfio come un pallone…è verissimo! Ah-Ah!!!“Perché tu sei una stronza” le dico seria.“E' vero”“Allora lo sai?!”“Si”“Perché fai così?”

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“Perché non ho altro modo”“Se cercassi di essere più umana, la gente titratterebbe come tale”“Sapevo che Brian era un figo pazzesco perchésono stata qui col Preside Simpson primadell'inizio della scuola. Siamo amanti”.Ok! Colpita e affondata! Tutto mi sarei aspettatada lei, ma questo, giuro, mai!“Stai scherzando?” non so se ridere o piangere.“No” per la prima volta la vedo seria, pare quasisincera, qualcosa di oscuro le scorre sul volto, simette a piangere.“Andiamo in bagno” sono talmente buona che laprendo sotto braccio. Anzi, sono una cogliona, matant'è!Controllo da sotto le porte che non ci sia nessuno,m'infilo con lei nell'ultimo della fila e cichiudiamo dentro, sta veramente delirando dalpianto “E' solo che io lo amo, lui non è tanto piùvecchio di me, ha trentaquattro anni, ma è sposatoe…” si ferma per soffiarsi il naso in modo molto

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poco raffinato con la carta igienica “non vuolelasciare la moglie”.Vagamente sembra la mia storia, non ci sonoancora una moglie e un figlio ma uno dei duearriverà presto.“Da quanto va avanti?” comincia a farmi pena.“Due anni”“Cosa due anni? E mi hai fatto passare tuttoquello schifo per via di Matt quando avevi unaltro? Ma sei una stronza!!!” a stento riesco atrattenermi dal non urlare.“Mi serviva una scappatoia”“Beh, grazie tante, sputtanarmi comunque non ti èservito a granché! Quasi quasi mi pento di averprovato pena per te per una frazione di secondo”“Comunque abbiamo chiuso. Stasera.”“Passerà” le dico. Comincio a sentirmi comeBrittany “Signora Del So tutto”“Come farai quando Brian…”Lascia la domanda in sospeso, ma capisco dovevuole arrivare “Non lo so, ci penserò quando sarà

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il momento”“Io non so come farò”“Andrai all'università e ti lascerai alle spalle tuttoquesto”“Lo dirai a qualcuno?”La guardo di sbieco “Non sono così perfida”“Io lo sono stata”.Alzo le spalle senza risponderle. Iniziamo asentire delle voci, fuori dal bagno saluto Brianna eJennifer che sono venute a recuperare Beth “Civediamo” dico uscendo.“Che ci fai qui?” chiedo stupita a Brian, èappoggiato agli armadietti con le mani nelletasche dei pantaloni “Ti aspettavo” mi lancia unsorriso malizioso “Ti ho già che sei bellissima?”Faccio una risatina…Oddio ancora?“Scusa” chiedo imbarazzata.Mi accarezza la guancia con le nocche della mano“Non scusarti, sei adorabile Jewel”“Sei carino anche tu” gli dico dandogli un buffettosul braccio, lui mi prende la mano e la incrocia

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davanti alla mia.“Grazie” mi deposita un bacio sulle labbra.“Vogliamo andare?” chiede quando si stacca dame. Appoggio il viso contro il suo “Quando tuttoquesto sarà finito, mi mancherai” non sonoriuscita a trattenere le parole.“Sei speciale Jewel, e io…” emette un gemito e sistacca da me “Andiamo”Forse stava per dirmi che mi ama! Lo seguosilenziosa, mi è presa l'ansia.“Ti ho detto che devi respirare a due metri didistanza da mia figlia” mio padre ci sta aspettandofuori dalla palestra a braccia incrociate.“Papà” lo rimprovero mentre scruto Marnaraggiungerci “La vuoi piantare Jake? Seiasfissiante!” lo prende per una mano “Ticontrollo” dice papà a Brian andandosene.“E' sempre così?” mi chiede con un sopracciglioalzato“Di solito no. Brian Johnson ci hai ufficialmentescombussolato la vita” scherzo.

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“Mi dispiace Jewel”“Eh no, caro mio, non puoi mettere il muso lungo,non stasera. E' una festa e staremo alla larga dalui”“Ballerai con me più tardi?”Sorrido isterica “No”“Non balli?”“Non con te nei paraggi”“Perché?”“Mi vergogno”“Però dovrai mangiare”Oddio, non ci avevo neanche pensato!“Sono a dieta” dico strozzata“Jewel, giuro su Dio che terrò la testa girata versoRoy per tutta la cena, non ti guarderò mangiare,anche se lo vorrei tanto. Sei bellissima e Roy nonè altrettanto eccitante”Sono eccitante? Oh Signoreeee…

CAPITOLO 21Brian è rimasto fedele per tutta la sera alla suapromessa. Non mi ha mai guardata, se non tra una

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pausa e l'altra mentre i camerieri sparecchiavano eservivano i piatti successivi. Alla fine mi sentoscoppiare, ho persino infranto la regola n. 1 del“Come ci si comporta ad una cena in presenza delragazzo che ti piace”: mai, mangiare la torta.!Ne ho chieste due fette! Era una crostata alla fruttaa dir poco magnifica, non ho resistito. Ne horubato un pezzettino anche a Brian, senzavergognarmi, lui ha allungato il piatto perfacilitarmi l'assalto, sono quasi certa che l'abbiaavanzata di proposito. E' proprio l'uomo della miavita!Si aprono le danze sulle note scatenate di “LockedOut of Heaven” di Bruno Mars, mi metto a urlare,l'adoro!“Vieni a ballare?” chiedo a Brian“Perché balli?” mi mostra un sorriso allusivo.Oh cazzo! Allora è davvero l'uomo della mia vitase non mi vergogno a ballare davanti a lui!Addirittura gli ho chiesto se voleva farlo anche lui!Mi prende la mano e si avvicina al mio viso “No

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piccola, non vengo a ballare, rimango un po' quicon i ragazzi, ma tu vai, mi godrò lo spettacolo dalontano”Prendo l'iniziativa e gli do un bacio “Ci vediamodopo”“Ti muovi?” un'impaziente Brittany mi prende lamano libera e mi costringe con la forza a seguirla“Andiamo Ester” la incinto prendendola per unbraccio e ci buttiamo nella mischia.Dopo una decina di canzoni torno al tavolo perbere un bicchier d'acqua, sono fradicia di sudore.In mezzo alla pista, tra le luci del soffitto e ilnumero di persone, a stento riuscivo a respirare.“Dov'è Brian?” chiedo ai ragazzi ingoiando unlungo sorso di acqua.“Doveva fare una telefonata” risponde Roy primadi tornare a parlare di football.La mia felicità svanisce e lo stato di grazia in cuimi sono crogiolata per tutta la sera si trasforma inangoscia. Forse è preoccupato per lei, ed è andatoa chiamarla.

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Sento una presenza alle spalle “Tutto beneragazzi?”Alzo gli occhi al cielo imprecando “SignorMorgan salve” i miei amici lo salutano conentusiasmo, è il loro idolo. Hanno sentito le storiepiù strane su di lui e di tutto quello che hacombinato al liceo. Alla sig.ra Morgan, la matusasegretaria della scuola, è preso un colpo quandol'ha visto entrare, soprattutto perché era conMarna.“Si siede con noi?” lo invita Cooper.“La mia pausa è finita ma grazie dell'invito”, migiro a guardarlo ad occhi spalancati da una felicitàmista a sorpresa, gli butto le braccia al collo“Grazie papi” gli sussurro all'orecchio. Miabbraccia talmente forte che mi fanno male lecostole “Fa la brava ok?”Gli schiocco un sonoro bacio sulla guancia “Seibellissimo, sembri Brian tra vent'anni”.Mi abbraccia ancora più forte “Papà non respiro”rantolo

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“Bene, così non dovrò sentirti dire certe cazzate”.Lo lascio tornare alla sua postazione con Marna.Lo guardo raggiungerla, lei sorride ammaliata,sono certa che non sia solo per la bellezza. Lui èbellissimo, soprattutto dentro.Esco a cercare Brian, lo vedo vicino al nostroalbero, parla al telefono, ma sembra tranquillo,quando mi vede riattacca e si avvicina ai gradiniche portano all'ingresso della scuola "Ciao" misaluta con un sorrisino sghembo."Ti cercavo" mi accorgo di avere un tono ansioso"Ho solo chiamato mia madre" sembra leggerminel pensiero.Gli faccio un sorriso tirato mentre mi raggiunge"Hai freddo?" mi scalda le braccia con le mani"Un pò, ma stavo per rientrare non volevodisturbarti""Vengo con te"Non so perché ma d'un tratto sento che l'aria tra dinoi è piuttosto tesa, non riesco a trattenermi "L'haisentita?"

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Mi guarda socchiudendo gli occhi "Si"Annuisco come se la cosa mi stesse bene."Tutto ok?" chiede.Inconsciamente schiocco la lingua, come se fossiscocciata.Sospira e se ne va.Ok, il mio tempismo è veramente pietoso! Nonpotevo starmene zitta e farmi andare bene la ballache mi ha raccontato? Se non imparo a cucirmiquesta mia bocca logorroica, prima o poi diròdavvero qualcosa non va."Ehi J" faccio un salto dallo spavento e mi giro aguardare chi voleva uccidermi sperando chefacessi un infarto "Marna, accidenti, mi ha fattoprendere un colpo!""Scusa" ribatte sorpresa "pensavo mi avessi sentitaarrivare"Scrollo la testa per farle capire che non è andatacosì "Mi fai compagnia?" chiede dandomi unagomitata sul fianco e capisco subito a cosa siriferisce.

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"Ok" rispondo segretamente allegra, e la seguo giùdai gradini.Ci addentriamo come due ladre nel parcheggio,cerchiamo di nasconderci dalle luci dei lampioni,poi Marna accende una sigaretta e ce la dividiamo"Tutto bene?"Prendo la sigaretta dalla sua mano "Andava benefinché non ho parlato. Lo sapevi che sua madre èin carrozzella?" dalla mia bocca a forma di “O”,faccio cerchi di fumo nell'aria"No, non lo sapevo""Non gli ho nemmeno chiesto cosa le sia successo.Secondo te ho fatto male?" le passo la sigaretta"Se avesse voluto te ne avrebbe parlato"Giusta osservazione! Allora, perché io gli dicotutto e lui niente?Trattengo il respiro nei polmoni, per poi espirarel'aria "L'ha chiamata"Marna mi guarda senza capire.“La gravida!" puntualizzo.Non riesco a trattenermi ed esplodo in una risata.

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"Oddio J non so come tu faccia a dire queste cose!Te le inventi di notte?" si asciuga una lacrimaquando abbiamo finito di ridere.“Cerco di rendere la situazione meno pesante diquella che è” mi giustifico facendo l'ultimo tiro disigaretta prima di gettarla sul cemento.“Te ne ha mai parlato?”Aggrotto le sopracciglia “No, non è uno che parlamolto”“Capisco” annuisce pensierosa, il suo sguardomuta del tutto e si fa ansioso quando sentiamoqualcuno dirigersi verso la nostra direzione, lei siaccuccia dietro una macchina e mi strattona ilvestito perché la imiti “Che fai?” bisbiglio“Non vorrai che ci veda qualcuno!”“Pensi che una volta dentro nessuno sentirà cheabbiamo fumato una sigaretta? Marna, quandofumavamo spinelli con la nonna non ti sei maifatta questi problemi”“Ma ora sto con tuo padre”“Vuoi dirmi che alla serata annuale “tutta fumo e

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niente altro” mancherai?”“Si”“Eh no!” m'infervoro e scatto in piedi “Andiamodai, non puoi mancare! Sarò anche annebbiatadalla cannabis e non mi servirebbe molto altro perpisciarmi nei pantaloni come l'anno scorso, ma tusei il mio giocattolo personale. Se non ti sfotto inquell'occasione non mi diverto” metto il broncio esento un ringhio, mi volto di scatto…Cazzo!“Ehilà papà!” lo saluto alzando una mano“Che cos'è che vi siete fumate voi due?” dire che èrabbioso non rende l'idea.“Marna” la chiamo impaurita tirandole una cioccadi capelli perché venga in mio soccorso.Si alza mettendo le mani sui fianchi “Era soltantouna sigaretta e poi, Jake Morgan, non venire qui afare il perbenista. Non sono passati neanche treanni dall'ultima volta che abbiamo fumatoinsieme”.Cosa?Faccio rapidamente i conti: se non sono passati

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nemmeno tre anni, significa che al tempo io neavevo quindici. Forse è per questo che quando eroun'adolescente non rompeva come adesso. Devoconvincerlo a ritornare nell'oblio del fumo, cosìalmeno avrà il cervello in panne e io potrò tornarea vivere!“Hai fumato con mia figlia?”“E' capitato una volta sola”Che bugiarda!!!Vorrei poter dar sfoggio di tutte le smorfie checonosco per far capire a mio padre che donnameschina si è trovato, ma siccome mi sta salvandoil culo decido di trattenermi.“Quando?”“Alla serata “tutta fumo e niente altro”“La chiamate così?” è allibito“L'ha inventato J questo termine”Ok, adesso mi metto davanti a mio padre ecomincio con il repertorio! Prima di tutto spalancola bocca che significa: “Papiiii, non è vero!” e viadicendo. Mi faccio scappare anche una

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lacrimuccia alla quale non saprà resistere.Scrollo la testa per tornare alla realtà.“Marnaaaa!!!!” le do una pacca sul braccio.Mio padre ci sta guardando litigare, è talmentesfinito che si appoggia a un'auto e mette le maninei pantaloni. Sto quasi pensando di prendere lamia amica a sberle per davvero, ma sono certa chemi tirerebbe la treccia per difendersi e disferebbela mia perfetta acconciatura.“Che succede?” smetto di urlare contro la mia examica/futura matrigna (a cui farò pentire di essersimessa con mio padre) quando sento la voce diBrian. “Lo sapevi che Jewel si fa le canne?”La testa di Brian scatta all'indietro “Ti fai lecanne?” ha gli occhi spalancati dalla sorpresa.“Si, ma solo alla serata “tutta fumo e niente altro”,una volta l'anno insomma”, alzo le spalle connoncuranza.“Ok”Mio padre con uno slancio si rimette in piedi etroneggia su di lui “Come tutto ok? Non va bene

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per niente! Ti fai le canne Johnson?”“No!”“E ti sta bene che mia figlia se le faccia?”“Non mi sento in grado di giudicare dopo quelloche ho combinato io con una scopata d'addio”.BUM! Mi hanno sparato in pieno petto con uncannone!Mio padre rimane spiazzato, si limita a tenere labocca spalancata davanti a Brian.“Touchè” mormora quando si riprende.Touché? Dalla bocca di quell'uomo è uscito“Touché”?Sposto leggermente il busto nella direzione diMarna “Glielo hai insegnato tu?” sussurromuovendo a malapena le labbra.“Me lo ha sentito dire una volta, alla fine di unadiscussione. Quando non sa come replicare lodice, ma non sono certa che conosca ilsignificato”.Ritorno alla mia posizione perfettamente erettaquando mio padre si gira a guardarmi “Con le

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canne hai chiuso!” mi punta contro un dito confare intimidatorio.“Va bene papà” rispondo da brava figliaobbediente.Puah! Devo chiedere a Brittany di spostarci da lei!

Mentre papà e Marna continuano con il lorobattibecco rientrando il palestra, io rimango fermadove sono, un'auto scura mi divide da Brian chemi guarda con un sorriso sghembo “Non pensavofumassi”Arriccio il naso “Ehm, si, beh, non è niente diche”“E' un vizio?”“No!” rispondo alterata, per chi mi ha presa? “Cisballiamo una volta l'anno, ma alla seconda cannaio sono apposto”“E le altre?”“Alla prima! La nonna ci stende sempre!”“Da quanto va avanti?”Adesso mi sta veramente stancando “Brian…”

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sbuffo“Non ne vuoi parlare?”“No, non sono una drogata, è una cosa da nientee…”“La cannabis non è una cosa da niente”Alzo gli occhi al cielo irritata “Senti Brian dacciun taglio”“Sei arrabbiata?”“No, ma mi da fastidio essere sottoposta adinterrogatorio quando io non posso chiedertiniente, e se lo faccio tu prendi e te ne vai senzarispondermi” devo riprendere fiato, questadiscussione mi ha già spossata e siamo soloall'inizio “Non ti ho chiesto se è tutto ok per farmigli affari tuoi, ma mi preoccupo per te. Bastava unsi o un no, non ti avrei fatto altre domande, tuinvece hai preferito andartene. E' cosi che funzionacon te? Devi sapere tutto e io non posso nemmenochiederti come stai?”“Non voglio parlarne” si rabbuia e mormora piano“non con te”

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“Perché non vuoi parlarne con me?”Si massaggia il collo agitato e non mi risponde, haaddirittura girato la testa da un lato per nonguardarmi.“Ci vediamo dentro” incrocio le braccia sul petto emi avvio per rientrare a scuola, il parcheggio èvuoto e nel silenzio i miei tacchi picchiettanosull'asfalto, Brian è rimasto dove l'ho lasciato.Lo guardo da in cima la scalinata della scuola“Tutto bene J?” Brittany e Jane mi hannoraggiunta.“Ti abbiamo cercata, Marna ci ha raccontatoquello che è successo” soffoca un sorriso “CazzoJ, bel casino, domani tuo padre sarà incazzatonero”“Beh, lo è già, spero che Marna gliela facciapassare stanotte l'incazzatura” scoppiamo a ridere“Perché non la facciamo da te?” le propongo conun ghigno.Alza le spalle “Ok” lei mi prende per un braccio eJane dall'altro “Torniamo alla festa” esclama

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accompagnandomi dentro.Sto chiacchierando con Ester e lei mi spiega neldettaglio in cosa consiste la ricerca assegnata dalprof. Misinski “E' una ricerca molto elementare”commenta da dietro la montatura Ray Ban “So chesei in gruppo con Brian, abbiamo parlato e mi hadetto che in storia è davvero un genio”.Alzo un sopracciglio “Ma davvero?” chiedosarcastica mentre siamo sedute al nostro tavolo.Sto stritolando la carta dei grissini attorcigliandolacon tutta la forza che ho tra gli indici delle mani.Le falangi passano dal rosso sangue al bianco lattein un niente.“Al vecchio liceo era uno dei migliori”.Stupita dalla sua affermazione, della qualeovviamente non ne sapevo nulla, decido diestrapolarle più informazioni possibili. Assumouna posa intellettuale, come fanno i giornalistidurante le interviste, mi schiarisco pure la voce“Come mai lo sai?” domando con disinvoltura“Vengo anch'io dal liceo di Brian, vivevo a

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Miami”“Ah”“Non hai notato l'anno scorso che non c'ero?” mifa un sorriso.Carina lei, sono un mostro!CHE FIGURA DI MERDA!Non posso credere che io lo stia facendo davvero:ringrazio Matt e Jared per l'anno nero che mihanno fatto passare, così ho una scusa più chevalida per non sentirmi in colpa nel rispondere“No sai” scrollo la testa e metto il becco persembrare ancora più affranta “ho avuto un annodifficile, non c'ero proprio con la testa”.Mi mette una mano sulla spalla sembra davverotriste per me “Mi dispiace, nulla di grave dispero”.Alzo gli occhi al cielo “Che cara ragazza” pensotra me e me.“Oh no, solamente una storia finita male…” lascioin sospeso la frase e vedo che mi guardacondiscendente. Ha già capito tutto!

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“Beh, allora mi dicevi che Brian era proprio bravoa scuola”“Eh si, lui era un genio da quel che so, e poi eral'idolo di tutte noi” si avvicina a bisbigliarminell'orecchio “Non dovrei dirtelo ma come lamaggior parte delle ragazze della scuola ero persaper lui” diventa rossa come un peperone neldirmelo, mi fa tenerezza.“Ehi, non preoccuparti” le dico dandole unbuffetto sulla mano “so a cosa ti riferisci” lesorrido di rimando.Devo davvero continuare a torturarla questapoveretta? E' cosi dolce! “Comunque era fuori ditesta” continua lei.Si, devo proprio farlo!!!“Come mai?”“Oh beh, sai dopo l'incidente di sua madre hannopassato veramente un periodo nero. E' rimastaparalizzata e suo padre dopo un anno li ha lasciati,tutti e due” sospira e chiude gli occhi “Brian haperso due anni interi di scuola per aiutarla,

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ovviamente hanno per forza dovuto boccialo, piùche altro per una questione di assenze. Le pochevolte che veniva comunque era veramentesballato. Ha deciso di trovare un lavoro dopo chehanno licenziato sua madre, faceva la consulentedi marketing per le più grosse aziende di Miami,ma viaggiava di continuo, era ricca sfondata -credo lo sia ancora, in ogni caso ha preso unmucchio di soldi dall'assicurazione -. Il padre diBrian non provvedeva agli alimenti e lui nonvoleva dipendere esclusivamente da lei, anche seavrebbe potuto farlo alla grande, così invece divivere nella bambagia come un qualsiasi ragazzo,ha mollato gli studi e si è messo a lavorare”“Come mai si sono trasferiti?” la interrompoappoggiando un gomito al tavolo e la testa sullamano.“Quando sua madre si è ripresa, per così dire, hatrovato lavoro qui in Illinois, hanno capito lasituazione e lavora da casa. E' un genio nel suolavoro, a Miami era praticamente un Dio. Non so

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perché l'abbiano liquidata così. Che stronzi!”interrompe il racconto per bere un goccio d'acqua“So che viaggia solo di rado, per la maggior partedel tempo tiene videoconferenze e riunioni online”“Capisco” penso che per il momento sia tutto.“La sua ragazza era una troia, se t'interessa”Strabuzzo gli occhi sorpresa “Davvero?”Annuisce con il capo “Della peggior specie”Ma tu pensa…“E' carina almeno?”“No, è una figa esagerata!”La guardo con gli occhi spalancati. Non mi sareimai aspettata da lei un commento così volgare ediretto.“Ah si?” chiedo sconsolata.Ci raggiungono Brittany e Jane dalla pista daballo “Di che parlate?” chiede Jane“Le sto raccontando di Stacey”La guardano senza capire “La ex di Brian” spiegacon calma, lo prendono in fretta una sedia, io edEster giriamo le rispettive sedie con la schiena

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verso il tavolo formando un cerchio.“Com'è?” le chiede Brittany giocando con lagonna del vestito rosa pallido “Una figaesagerata” rispondo io amareggiata.“Tipo chi?” Jane sembra una detective di CSI“In che senso?” Ester scrolla la testa non riesce astarle dietro“Di ragazze famose…”Credo che Ester sia rimasta col naso all'insù peralmeno cinque minuti buoni per dire “CaraDelevingne”Se aveva in mano una “Cara Delevingne” checavolo ci fa con me? Sono disperata…io possosomigliare si e no alla bruttissima fotocopia diVictoria Justice, ma solo perché sono castana congli occhi scuri, perché per il resto ho i fianchilarghi e la pancetta. Lui stava con unaparagonabile alla modella più in voga delmomento, dicono che sia la Futura Kate Moss.Prendo un coltello e lo metto sul polso “Che vuoifare?” urla Jane togliendomelo di mano

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“Voglio tagliarmi le veneee” piagnucolo “Stavacon una Cara Delevingne!”“E allora? Anche tu sei stupenda!” mi diceBrittany dandomi una sberla sulla gamba.Faccio una smorfia e mi rimetto ad ascoltarel'interrogatorio passivamente, ci sono le mieamiche a fare le domande al posto mio.“Quanto sono stati insieme?” Brittany l'hasequestrata facendola sedere tra lei e Jane, io mimetto a sgranocchiare i rimasugli di torta con lemani, adoro la crosta!“Due anni”“Perché si sono lasciati?”“L'ha mollato lei subito dopo l'incidente di suamadre”“Bella stronza!” Jane mi da una pacca sullagamba come a dire “Hai capito la troia?”Mi sto succhiando le briciole di crosta dal pollice“Quanti anni ha lei?”“Venti”“E' più vecchia!” Brittany stenta a crederci

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“Anche Brian ne ha venti” dice EsterHo due paia di occhi che mi stanno fulminando“Lo sapevi?”“Si”“Perché non ce l'hai detto?”Alzo le spalle “Me ne sono scordata”Mi liquidano con un gesto della mano “Vive aMiami ora?” chiede a Ester“Si, ovvio”“Coi suoi?”“Si”“E' ricca?”“Brittany” la sgrido “non si chiede!”“Si lo è parecchio! I suoi genitori hanno una casadiscografica tra le più in voga”AH!“Lui però l'amava” pare turbata, un'ombra lepassa sul volto “Lei lo ha tradito con suo padre”Dong!!! Il macigno che è la mia mascella èpiombata sul pavimento della palestra: CIOE'…COSA??? OH-MIO-DIO!

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Guardiamo Ester come fosse una creatura diMarte, Brittany la strattona per un braccio“Cosaaa?” credo che l'abbia ripetuto un miliardodi volte in dieci secondi!Ci racconta velocemente che un giorno, mentreBrian era tornato prima dall'ospedale dove erarimasto tutta la notte ad accudire la madre, hatrovato dei vestiti sparsi per tutta la casa, sifermavano fuori dalla camera da letto dei suoigenitori. Non sentendo nessun rumore, era entratotrovando suo padre e quella troia di Stacey a lettoinsieme a dormire. Ha preso Stacey per i capelli,tirandola fuori dal letto, e poi ha picchiato asangue suo padre. I vicini hanno chiamatoaddirittura la Polizia per riuscire a farlo smettere,avevano il timore che lo ammazzasse. Brian nonraccontò nulla di tutto ciò alla madre mentre eraricoverata in ospedale, addirittura costringevaStacey ad andare a trovarla insieme per nondestare sospetti. Alla fine, quando sua madretornò a casa in convalescenza, obbligò il padre a

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raccontare tutto, c'era anche Stacey quella sera, ela fece umiliare davanti alla sua, chiamiamola cosìormai, ex famiglia.Il giorno prima di partire per l'Illinois Brian andòda lei con la scusa di recuperare delle cose cheaveva lasciato a casa sua e se la portò a letto pervendetta contro suo padre, ma soprattutto contro dilei.Ammetto che non sia stata la scelta più sensatadella sua vita, viste le conseguenze, e nemmenoche sia un “Signore” con la S maiuscola peressersi strombazzato la sua ex, dopo che lei l'hatradito con suo padre.Però, se credevo che la mia vita fosse un casino,ho finalmente trovato qualcuno a darmi manforte!Ci guardiamo senza che nessuna riesca a dire unaparola, siamo ufficialmente sotto shock!

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Io mi alzo e mi pulisco le dita su un tovagliolo, miguardo intorno e vedo che Brian non è rientrato“Esco un momento” annuncio e sono già fuoridalla palestra.

CAPITOLO 22Cerco Brian nel parcheggio vicino alla sua auto,ma non lo trovo, faccio il giro della scuola,cammino invano cercandolo ovunque, ad un trattomi ritrovo da sola al buio sulla pista del campo dafootball. Voltandomi per andarmene e tornare inpalestra, ormai sono gelata e senza speranze, notouna figura seduta sulle gradinate degli spalti. E'lui!Mi avvicino osservandolo in silenzio, è seduto piùo meno a metà degli spalti a gambe aperte con igomiti appoggiati alle ginocchia, lo sguardo personel vuoto“Ehi” dico piano per non spaventarloAbbassa il viso per guardarmi “Ehi” un sorrisofioco gli appare sul volto.Arranco cercando di salire le gradinate, quando

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sono in piedi di fianco a lui sto ansimando “Laprossima volta che vieni qui e io ho i tacchi,potresti fermarti laggiù?” indico il gradino piùbasso con un dito.Sorride “OK”“Posso sedermi?” ho ancora il fiatone.“Certo. Hai freddo?”“Sono congelata” mi passo le mani sulle bracciaper scaldarmi.Si toglie la giacca e la mette sulla spalle “Allora?”chiede senza guardami“Allora cosa?” non capisco di cosa stia parlando,intanto infilo le braccia nelle maniche e mi stringoaddosso la giacca.“Ti è piaciuta la mia storia?” mi scruta con lacoda dell'occhio.Ho la gola secca e un dolore fortissimo allapancia, una morsa mi sta stritolando “Le hai dettotu di raccontarmelo?”“Si”“Perché?”

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“Perché io non ne parlo volentieri”“Dice che somiglia a Cara Delevingne”“A chi?”“E' quella del profumo di Burberry”“Quella con le sopracciglia folte?”Scoppio a ridere “Si lei”“Tu sei più bella” dice seriamente prendendomiuna mano nelle sue.Faccio una smorfia “Si certo come no”“Immagino che le cose cambieranno tra di noi”Tolgo la mano, improvvisamente mi sentomancare “Cosa?” sto tremando dalla paura chevoglia dirmi di non volermi più vedere.“Non ci saranno più segreti d'ora in avanti”Mi rilasso visibilmente, gli do una sberla sulbraccio “Non farlo più Brian” mi stringo fortenella giacca “Non farmi spaventare, credevo mistessi dicendo che non vuoi più vedermi” oddio,ho le mani sudate.Prende di nuovo la mia mano e la stringe “Sieditiin braccio” mi aiuta a sistemarmi sulle sue gambe,

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mi stringe forte un fianco con la mano libera, quelcontatto mi da i brividi, poi appoggia la fronte allamia, il suo viso si contrae, deglutisce chiudendogli occhi “Il giorno che non potrò più vederti saràla mia fine” apre gli occhi e allontana il viso,glielo prendo tra le mani, ho la voce tremante “Tiamo Brian” sussurro prima di depositargli unbacio all'angolo della bocca.Ci guardiamo negli occhi, si avvicina e mi prendeil viso con una mano, mi bacia piano, io nonresisto più e comincio a baciarlo più intensamente,le nostre lingue s'intrecciano, sento il corpovibrare, lui mi stringe forte un fianco e mi faavvicinare con il corpo al suo petto, gli appoggiosopra una mano facendola risalire sul collo, conuna mano mi sfiora le natiche, a quel contattoemetto un gemito, e mi stringo ancora più forte alui.Si stacca improvvisamente, io sono affannatacome avessi corso una maratona, il suo sguardo èindecifrabile "Se ti bacio ancora arriverei ad

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infrangere la regola n. 5" mormora sfiorandomi ilviso con il palmo della mano, mi crogiolo inquella semplice carezza al pensiero di quello cheriesco a scatenare in lui. Mi vuole. Sento per laprima volta di desiderare intensamente qualcunopiù profondamente. Con Matt non ho mai provatociò che provo per lui, ma capisco la sua reticenza,con quello che gli sta accadendo in questomomento, fare l'amore con me sarebbe spingerlotroppo in la, anche se l'unica cosa che desidero inquesto momento è di farmi sua.Mi accoccolo tra le sue braccia appoggiando lafronte nell'incavo del collo, comincia a cantare acappella, ha una voce bellissima, potrei ascoltarloin eterno. Muove la mano a ritmo sulla miaschiena, riconosco subito il pezzo degli U2 “All iwant is you”. Quando smette mi da un bacio sullatesta e vi appoggia il mento, rimaniamo così perun tempo indefinito, noi due, soli, come vorremmoessere per sempre.

CAPITOLO 23

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“Gesù, Jewel, non ce la faccio più, puoi alzarti?”sembra sfinito.Scatto in piedi con gli occhi spalancati “Cosa?Vuoi dire che sono pesante?”“No” mi guarda sbigottito“Beh, potevi dire: Jewel, che dici torniamo dentro?Era un modo gentile per dirmi che sono grassa,senza offendermi in modo esplicito”“Jewel, di che stai parlando?”“Non hai molto tatto!”“Ma sei non pesi niente”“Ma se eri esausto!”“E' vero, lo sono, ma perché seduti sul cemento siè scomodi”Alzo un sopracciglio “Non cercare scuse”“E' vero” si alza in piedi scrollando la testa eridendo, io mi stringo ancora di più la giaccaaddosso, sono così offesa, lui mi abbraccia “Seibellissima, non volevo offenderti”.Metto il broncio e mi volto verso il campo dafootball, mi prende il mento tra le dita

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costringendomi a guardarlo “Scusami” mi da unbacio sulla guancia destra “Adoro baciarti sullaguancia, mi ricorda il tuo assalto a scuola”.Divento viola dalla vergogna, nel ricordare comel'ho accolto il primo giorno “Brian, non ti seinemmeno fermato per controllare cos'avevicombinato” gli do una pacca sul petto“L'ho fatto apposta” mi fa l'occhiolino“Cosa?”“Jewel, ti seguivo dal giorno in cui sono stato algarage a chiedere a tuo padre se gli serviva unaiuto”Aggrotto le sopracciglia: non capisco!“Eri seduta in mezzo al prato con degli shortsgialli e una canotta bianca, tenevi un libro sullegambe incrociate e mangiavi delle fragole da unpiattino, ascoltavi la musica con l'ipod. Eri troppoconcentrata per vedermi ma io non mi sono piùscordato di te. Passavo davanti a casa tua ognigiorno, e la maggior parte delle volte eri in cameraseduta a leggere sul davanzale della finestra,

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oppure in garage a lavorare. Sei la prima ragazzacon cui non c'ho provato spudoratamente. Hopensato di cogliere l'occasione di farti incazzareper vedere come avresti reagito così sarei riuscitoa parlarti ma non avrei mai pensato che sarestivenuta a spalancarmi la porta dell'auto perinsultarmi!”“Grazie tante” sono incazzata nera.Appoggia il viso al mio “E' allora che hocominciato ad amarti Jewel” sospira piano.M'irrigidisco all'istante, se ne accorge e mi stringeancora di più, a stento riesco a trattenere lelacrime che spingono per uscire dai miei occhi, miama, e tra qualche mese sarà tutto finito. Finito.Finito.Mi ripeto questa parola allo stremo, per aiutarmi anon impazzire pensando a quando arriverà ilgiorno in cui dovremo lasciarci “Cosa succederàBrian quando te ne andrai?” la voce comincia atremare, non riesco quasi a trattenermi dalscoppiare “Non lo so piccola”

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“Jewel!” sento qualcuno che mi chiama,amaramente mi sciolgo dall'abbraccio e guardo aipiedi delle gradinate “Tuo padre sta per iniziare acantare!” Brittany non riesce a trattenerel'entusiasmo“Oddio” sospiro“Che c'è?”“Adesso canterà di sicuro qualcosa a Marna”“Non è bravo?”“Si, è bravissimo, e ogni volta che lo fa io diventouna fontana!”“Vuoi rimanere qui?”“Per quanto l'idea di rimanere qui sola con te miriempia di gioia, non voglio perdermi mio padre,canta così raramente ormai”“Allora andiamo” mi prende per mano e miaccompagna giù dai gradini, sorreggendomi peraiutarmi“Volete muovere il culo?” Brittany non la smettedi urlare.La raggiungiamo e corriamo in palestra.

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Quando entriamo le luci sono tutte spente, c'è soloun piccolo faro ad illuminare mio padre sul palco.E' seduto su uno sgabello con una chitarra inmano, sembra Brian.Sono sicura che si stia guardando intorno allaricerca di Marna, quando mi accorgo che laintercetta, il suo solo sorriso illumina la stanza, alprimo riff riconosco la canzone “Just Breathe” deiPearl Jam, il suo gruppo preferito.“Oh” non nascondo lo stupore, Brian mi stringepiù forte, è in piedi dietro di me.Inizia a cantare e a me viene la pelle d'oca. Nonarriva al ritornello che sono già in lacrimedall'emozione, non oso immaginare come stiareagendo Marna.Quando finisce un boato di esulti s'innalza, tuttiapplaudono e urlano, loro due si sorridono comese non esistesse nient'altro.Scende dal palco con la luce puntata su di lui e…s'inginocchia davanti a Marna estraendo unamicroscopica scatoletta dall'interno della giacca.

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Questo è troppo!Mi sciolgo dall'abbraccio di Brian ed esco. Hosmesso di respirare. Non pensavo che le avrebbechiesto di sposarlo, e soprattutto non così, senzadirmi niente.Posso capire che non siano affari miei, ma checazzo, sono sua figlia!Sono così arrabbiata che non riesco a smettere dipiangere appoggiata al nostro albero.Che cosa succederà quando si sposeranno? Marnaverrà a vivere con noi, o lui andrà a vivere a casasua? E la nonna? Lo saprà? E Jared? Se vengo asapere che lui ne era al corrente e io no, stavoltafaccio scoppiare una guerra per davvero!Piango talmente forte che ho le convulse, vorreiandare dalla mamma, ma è tardi e io sono a piedi,non posso fare altro che restarmene qui fuori, alfreddo, da sola, perché non riesco neanche apensare di tornare la dentro.Non voglio fare la figura della figlia egoista,viziata e gelosa del padre, rovinandogli la festa,

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perché sono certa che se me li ritrovassi davantiora non sarei capace di tenermi la bocca cucita.“Jewel?” un fiotto di bile mi sale in gola sentendola sua voce.Mi asciugo in fretta le lacrime, ma non riesco avoltarmi.“Io…” non riesce a parlare neanche lui, me lovedo passarsi la mano fra i capelli frustrato, forsesarà anche imbarazzato. Beh, sarebbe il minimocon quello che ha combinato!Oddio ma a cosa sto pensando? Non ha fattoniente di male, ha chiesto alla donna che ama disposarlo ma io…non riesco nemmeno a pensare aciò che sto provando perché non è niente di buono.Mi tocca una spalla con la mano “J, bambina,ascoltami…” si schiarisce la voce prima diproseguire “so che avrei dovuto parlartene prima,ma…”“Lascia stare papà, è tutto ok!”“Davvero?” la sorpresa nella sua voce micostringe a rispondere con una bugia “Si”

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“Ti voglio bene J”“Idem”“Ti va di entrare insieme?”“No papà, non preoccuparti, quando entrerai avraiil tuo bel daffare comunque”“Ok, allora ci vediamo a casa, puoi tornare per letre se ti va”Chiudo gli occhi per non mettermi ad urlare lecose peggiori che si potrebbero dire ad un padre emugugno un “Ok”.Mi metto a piangere ancora più forte nascondendoil viso tra le mani quando mi rendo conto di esseredi nuovo sola.“J” Jane e Brittany mi hanno raggiunta, certa chesiano sole mi volto e mi lascio cullare nel loroabbraccio.

CAPITOLO 22“Sei arrabbiata con Marna?” Brittany mi passauno spinello sedute nella macchina di Roy.“No” espiro il fumo“Ce l'hai con tuo padre?”

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Faccio un lungo sospiro “Si e no” parto in quarta“Beh in realtà è stato uno stronzo perché potevaanche dirmi le intenzioni che aveva. Prego ilSignore che Jared non lo sapesse, altrimentistavolta m'incazzo sul serio” mi volto a passare lospinello a Jane “sono contenta per Marna, lo amadavvero, anche lui la ama, su questo non ho dubbi,ma…” do uno strattone alla treccia mentre prendofiato “non pensavo sarebbe arrivato a tanto così infretta!”“Da quanto stanno insieme?”“E che ne so, non mi dice niente nessuno”“Magari la cosa li imbarazza” Jane tossisceespirando il fumo“Magari potevano evitare di mettersi insieme” doun pugno al cruscotto “No, non è vero, stodelirando, ma sono così arrabbiata…”Qualcuno bussa al lunotto dell'auto, facciamo unurlo sobbalzando sui sedili “Ciao”“Amore sei un idiota” Brittany insulta Royquando si avvicina alla portiera

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“Ehi, ma non è ad Halloween la vostra serata” siporta le mani vicino al viso per fare le virgolette“Tutta fumo e niente altro?”“Era una fumata d'emergenza” esclamo e mi mettoa ridere. In verità ora stiamo ridendo tutt'e trecome le sceme.“E adesso chi le ferma più?” mormora lui tirandofuori il cellulare dalla tasca interna della giacca“Ehi, ti ho sentito” Brittany lo sgrida seduta inmacchina, cerca di dargli una spinta, ma lomanca, ridiamo ancora più forte.“Ah” urlo dallo spavento quando sento la miaportiera aprirsi, mi giro di scatto.Un rabbioso Brian mi sovrasta “Che staifacendo?” chiede piano. Troppo piano!Mi sento come una bambina trovata con le maninel barattolo della marmellata “Niente” Brittany eJane si stanno scompisciando. Che stronze!Cerco di darmi un tono mentre Brian si accovacciain macchina per prendermi in braccio “Accidenti,sei una roccia!” esclamo dandogli una pacca sulla

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spalla quando sono fuori dall'abitacolo.Non mi degna di uno sguardo “Ciao Roy, io laporto a casa”“Cosa?” urlo “Non voglio andare a casa!”Lui non mi ascolta puntanto la Porsche “Brian!”cercando di divincolarmi da lui “Brittany, Jane”chiamo le mie amiche sperando che vengano asalvarmi, mi accorgo che Cooper le ha raggiunte,probabilmente Roy ha chiamato i soccorsi.“Ci vediamo piccola J” urla Cooper.“Vaffanculo!”“Non dire le parolacce” Brian mi volge unasguardo glaciale.Quando finalmente poggio i piedi a terra, incrociole braccia sul petto “Si può sapere che staifacendo?”“Ti porto a casa”“Non credo proprio!” pianto i piedi a terra e serro ipugni lungo i fianchi.Mi fa appoggiare alla macchina mettendo le manisulla capote ai lati del mio viso “Fai i capricci

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Jewel?”Penso che potrei svenire rispondendo “No”“Bene, perché se fai i capricci non ti darò il mioregalo”“Scusami?” non riesco a trattenere lo stuporemisto ad eccitamento, sono talmente sballata chepotrei fiondarmi su di lui da come mi staguardando“Ho una sorpresa per te”“Ah”“Sali in macchina?”Annuisco con la testa, la facoltà di parola mi haabbandonata.Raggiungiamo il Lago Barrington con calma,scendiamo dall'auto, Brian apre il cofano e prendeuna coperta, poi viene a prendermi per mano e miporta nel sentiero al buio. WOW!Siamo in silenzio mentre camminiamo, o meglio,io arranco, perché ai miei nemici tacchi si èaggiunta anche la testa pesante dal fumo!Ci fermiamo e Brian stende la coperta sul prato,

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mi siedo, finalmente tolgo le scarpe che mi fannoun male cane e metto i piedi sotto il sederecercando di essere un po' elegante.“Sei comoda?” chiede Brian preoccupatoMi arrendo “No, seduta così mi fanno male legambe” le distendo davanti a me e le incrocio unasopra l'altra “Molto meglio” sorrido felice, miappoggio alle mani per sorreggermi, stringo apugno le maniche della giacca di Brian.Oddio la giacca!Mi do una sberla in fronte “Brian scusa, mi sonoscordata di darti la giacca. Hai freddo, la vuoi?” lasto già sfilando dalle braccia.Sorride e mi aiuta a rimetterla addosso “Nopiccola non ho freddo, grazie”.Rimaniamo a guardarci senza parlare, adessocomincio seriamente ad agitarmi, il volto di Brians'incupisce “Torno subito”.Pensa di lasciarmi qui?Risponde alla mia domanda inespressalasciandomi in custodia le chiavi della sua auto,

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con un sorrisetto furbo sul viso mentre siallontana. Ora che ci penso non ricordo l'avessechiusa.Mi perdo a fissare il lago illuminato dalla lunamentre lo aspetto. E' uno spettacolo meraviglioso,e poi sono qui con Brian!Quando si siede, non sto più nella pelle “Allora?”m'inginocchio di fronte a lui per guardarlo “Timuovi?”Scoppia a ridere “Come sei impaziente!”“Si è vero, fuori il regalo!” gli do una sberla sulleginocchia.Mi da in mano un pacchetto quadrato, moltosottile che io guardo titubante, guardo Brian negliocchi con le sopracciglia aggrottante mentrestrappo velocemente la carta, abbasso gli occhi…Oooohhh…E' la custodia di un cd, la copertina è rosashocking, le parole “Songs for Jewel” sonodisposte a cerchio in colore nero“Brian…” lo guardo con gli occhi luccicanti

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“Ti piace?”“Siii” lo abbraccio forte “Le hai cantate tu?” nonriesco a trattenere l'entusiasmo“Si, per te”Lo abbraccio ancora più forte e poi lo bacio “Nonvedo l'ora di ascoltarlo”“Allora ti porto a casa”“NO!” esclamo allarmata“Sto scherzando piccola” mi rivolge un sorrisotimido “Vuoi ascoltarle qui con me?” m'indica unlettore cd appoggiato dietro la mia schiena, non miero nemmeno accorta che lo avesse portato con sé.Annebbiata dal fumo esclamo “OnestamenteBrian” prendo fiato “avrei preferito che tu miprendessi selvaggiamente sul cofano della tua autoe mi facessi perdere la verginità in modo rude conil tuo cd in sottofondo” mi sistemo sulla coperta evi picchietto sopra con una mano “ma andrà beneanche qui. Siediti”Ride talmente forte che si getta sulla coperta apancia in su, ha le lacrime agli occhi “Brian!” rido

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anch'io come una scema mentre lo chiamo perchévorrei dirgli di darsi una calmata, ma non ciriesco.Appoggia la testa sulle mie gambe “Non è carinoche tu mi abbia riso in faccia” fingo di essereoffesa“E' che tu sei cosi…” si sforza di trovarel'aggettivo giusto, ma io lo interrompo “E' il fumoa parlare! Se vuoi rivedermi prega perché ildomani non arrivi mai, altrimenti dovrai venire atirarmi fuori dalla fossa. Quando realizzerò chequello che ti ho detto è uscito per davvero dallemie labbra, vorrò morire dalla vergogna!”“E' la cosa più romantica che mi abbiano maidetto”Lo guardo male, lui si difende mostrandomi unfaccino da cucciolo “E' vero Jewel, nessuno mi hamai dimostrato il suo amore così sinceramente”,allunga un braccio e mi mette una mano dietroalla nuca per farmi avvicinare a lui con il viso “Tiamo Jewel Morgan” sussurra sulle mie labbra, poi

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mi bacia.Si stende sulla schiena invitandomi arannicchiarmi tra le sue braccia, la musica disottofondo è meravigliosa, la sua vocem'incanta con le cover di U2, Jeff Buckley, BobDylan, Pearl Jam, Guns and Roses, Snow Patrol(li adoroooo!!!). Penso che con questo gesto abbiavoluto lanciarmi un messaggio per farmi capirequanto mi ama e quanto anche lui stia in realtàsoffrendo. La felicità che ho provato quando mi hadetto che mi ama, è mista ad angoscia, quandosono con lui sono felice e tutti i pensieri negativievaporano, ma quando lui non è con me, milogoro internamente riportando alla memoria laverità, e cioè che lui presto dovrà andarsene percrescere un figlio.L'idea che dovrà farlo con un'altra mi uccide."A cosa stai pensando?"Mi metto a sedere "A quando te ne andrai"ammetto stringendo le mani in gremboSi alza per mettersi di fronte a me, mi prende il

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mento tra le dita "Io ci sarò sempre per te Jewel""Non è la stessa cosa"Trattiene il fiato senza rispondere.Rimaniamo li seduti fisso il lago e il riflesso dellaluna sull'acqua. Non voglio piangere."Ti porto a casa" deve aver notato che stopraticamente tremando dal freddo e dal dolore."OK" Ci alziamo, io prendo in mano il lettore cd mentrepiega la coperta, il tragitto è silenzioso, guardofuori dal finestrino il paesaggio intorno a noi, ècosì triste! Solo campagna. Sicuramente Miami glitrasmetterà tristezza minore di quella che sento ioimprigionata in questo luogo cupo, sembra quasitetro a quest'ora della notte. Estraggo il cellularedalla pochette. Sono le due e mezza quando Brianparcheggia l'auto davanti a casa, toglie il cd dallettore, lo mette nella custodia e me allunga. Lotengo in mano senza guardarlo.La macchina di mio padre non è nel vialetto, leluci sono tutte spente, scendo dall'auto senza

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parlare, Brian mi segue sulla veranda "Non haiparlato molto" dice accigliato."Neanche tu""E' meglio se entri, o ti ammalerai"Annuisco togliendomi la giacca "Tienila"appoggia un mano sul mio braccio per impedirmidi consegnargliela “OK” rispondo malinconica,non voglio che se ne vada.“Ci vediamo domani?”“No domani devo andare a…” tira un sospiro “aMiami”“AH” esclamo mettendo il broncio “Ok, buonviaggio!” esclamo stizzita, mi giro e apro la porta,mi rendo conto solo dopo averla sbattuta con tuttala forza che avevo che non era chiusa a chiave.Accendo la luce e intravedo la nonna seduta suldivano, ha l'aria pensierosa “Ciao nonna”“Ciao tesoro, com'è andata?”Mi ci vuole qualche secondo per formulare unarisposta senza senso “Non saprei” mi butto suldivano sgraziatamente e mi sfilo le scarpe.

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“Un goccetto?” chiede indicandomi con il mentola bottiglia di whisky sul tavolino “No grazie, hofumato”“Senza di me?”“Un'emergenza” mi difendo“Mmmhhh” mugugna alzando le spalle, capiscoche è offesa“Lo sapevi?”So già che ha intuito a cosa mi riferisco vedendolaspalancare gli occhi “Si”“Perché non me l'avete detto?”“Non credevo che glielo avrebbe chiesto stasera,mi ha parlato delle sue intenzioni con Marna, e gliho dato la mia benedizione, ma non mi sono maipreoccupata di sapere quando le avrebbe chiesto disposarla”“Come stai?”“Sono felice per lui”“Davvero?” alzo un sopracciglio diffidente“Si” è una risposta talmente convinta, che nonposso far altro che crederle “Tu come stai?”

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Sbuffo appoggiando le braccia sugli occhi “Nonsaprei”“Sei arrabbiata?”“Sono triste perché non me ne ha parlato, potevaalmeno accennarmi della sua intenzione, sareistata preparata, invece mi sono ritrovata apiangere appoggiata ad un albero”Rimaniamo in silenzio per un po' perse nei nostripensieri “Domani Brian andrà a Miami dallagravida” le dico quando non ne posso più disentire solo il ticchettio dell'orologio a muro.La sento soffocare una risata “Quindi?”“Quindi che? L'ho presa di merda nonna…nonsgridarmi per il termine, è la verità, non trovereiun aggettivo migliore per descrivere come sto…penso che dovremo finirla qui sai? C'ho pensato inmacchina mentre tornavamo dal lago. Quandosiamo insieme le preoccupazioni scompaiono, maappena mi ritrovo da sola continuo a pensare allarealtà e non è niente di buono. Lui se ne andrà e iorimarrò qui. Avrà un figlio a cui pensare, e si

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scorderà di me. Mi ha detto che mi ama” dico conun nodo alla gola“Lo sapevo”“Cosa?”“Che ti ama”La sue parola mi costringono a girarmi perguardarla “Cosa?”“Non me l'ha detto lui, sta tranquilla” si mette aridere “Me ne sono accorta da sola”“Che dovrei fare?”“Tu che vuoi fare?”“Non saprei”“E' la terza volta da quando sei entrata che dici“non saprei”, non hai una risposta migliore?”“Non lo so!” scoppio a ridere e lei mi viene dietro.Guardo l'ora, sono le tre.“Meglio che vada a dormire” mi alzo dal divano emi avvicino per baciarla “Ti voglio bene”“Anch'io tesoro” mi blocca mettendomi una manosul braccio “Jared torna tra due settimane,pensavo fosse giusto dirtelo”.

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Adesso mi viene da vomitare!“Grazie” è tutto ciò che riesco a dirle prima diandare in camera e infilarmi a letto così comesono: vestita con la giacca di Brian ancoraaddosso e la faccia impiastricciata di quel cheresta di un trucco svanito. Avrei dovuto utilizzareun make up waterproof vista la serata coperta dilacrime che ho trascorso.

CAPITOLO 24Vengo svegliata dalle dolci note di “Halleluja” diJeff Buckley, è la suoneria del mio cellulare. Aproa fatica un occhio e arranco verso la scrivaniadove ho appoggiato la pochette, guardo il displaye vedo che Marna mi sta chiamando “Buongiornotesoro” ha una voce squillante di felicità“Ciao” mugugno ancora addormentata“Andiamo a correre?”E' matta? No!“No, mi hai svegliata, per almeno mezz'ora nonsono in grado di fare nulla se non vestirmi”“Colazione da Madame?” propone allegra

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“Che ore sono?”“Le otto”“Cosa?” urlo “Marna che cavolo, ero a letto dacinque ore”“Dai, muoviti, dormirai oggi pomeriggio, devovederti” il suo entusiasmo mi porta ad accettarel'invito, anche se controvoglia. Mi vesto in fretta emi lavo la faccia, non faccio in tempo a scenderein cucina che la sua auto è già parcheggiata fuoricasa. Sbircio dalla finestra e la vedo avvinghiata amio padre, devo distogliere lo sguardo daldisgusto “Ciao”“Ciao Gus”“Che guardi?”“Non ti da fastidio?” gli chiedo indicando i duepiccioncini con un dito“Quando l'ho saputo, si” beve un sorso di succo“Te l'avevano detto?”“No, li ho scoperti”“Dove?”“Come va con quel Johnson?”

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“Non cambiare argomento” gli do una sberla sulbraccio “Comunque di merda!” rispondo in fretta“Allora? Dai voglio saperlo!”“Ti tratta male?” è già arrabbiato.Uffa!!!“No, mi tratta troppo bene, per questo va dimerda”Mi guarda senza capire quello che gli ho appenadetto, è ovvio che adesso glielo devo spiegare“Gus, se lui mi trattasse male, sarebbe un motivovalido per mandarlo a quel paese edisperandomidal dolore, ma lui mi tratta troppo bene, è davveroinnamorato, il che non va bene”“Sei così complicata Bocconcino che mi hai fattovenire il mal di testa. Non ho capito niente diquello che hai detto. Non va bene che ti trattibene?”“No, va bene”“Ma sei appena detto di no!”“Data la situazione, non va bene!” ma non capisceproprio niente?

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“Buongiorno” una pimpante Marna entra in casa,i miei occhi si posano subito su un pietronegigantesco, paragonabile solamente a quelli cheRidge regala a Brooke in Beautiful, rimango abocca aperta a fissarlo, quanto sarà costato?Ci guarda aggrottando le sopracciglia “Chesuccede?”Gus la guarda sedendosi a tavola “Marna, se unuomo ti tratta bene in una relazione è un bene?”“Certo”“E se ti tratta male?”“Allora è un male!”“E se questo ragazzo ti trattasse bene,ù maaspettasse un figlio da un'altra, come andrebbe?”“Malissimo!” scuote la testa inorridita al solopensiero“Cosa?” sbatte le mani sul tavolo incredulo “Masei ti tratta bene!” sta quasi urlando“Non capisci niente Gus” si siede di fronte a luiper spiegargli la teoria più semplice che esista inuna relazione uomo-donna “Un uomo che ti tratta

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bene ma poi ti dovrà lasciare, non va bene perchéè già scritto che la storia avrà una fine, con unfiglio di mezzo tra l'altro, e siccome tu lo ami e luiama te, ma non avete un futuro insieme, è un maleche ti tratti bene perché è una storia che ti porteràa soffrire maggiormente per il fatto che lui nonfosse uno stronzo!”“Ma soffriresti anche sei ti trattasse male, o no?”“Ma quello te lo sei andata a cercare”Più chiaro di così!!!Gus si gira a guardarmi stralunato, io gli mostroun sorrisetto come a dire “Che ti dicevo?”Entra mio padre, io trattengo il fiato, Gus gli puntail dito contro “La tratti bene mia sorella?”“Eh?” è fermo sulla soglia della cucina“Rispondi!”“Certo!”Gus guarda Marna “E' un bene?”Lei gli sorride teneramente “Si, ma è un bene cheandrà a finire bene”Gus annuisce ed esce dalla stanza ancora scosso

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dalla chiacchierata “Che gli è preso?” chiede papàa Marna “Lascia perdere tesoro”Quella parola mi raggela il sangue “Ciao J” misaluta con un bacio sulla testa “Ciao”“Vieni al garage?”“No Jake, la porto da Madame per colazione”“Ok” dice prendendo un bicchiere dalla credenza.Esco in fretta dalla cucina, non posso credere chesi faccia già mettere i piedi in testa!In macchina non parliamo granché, io mi limito afissare senza problemi il suo enorme anello “E'pesante?” le chiedo scendendo dall'auto“Cosa?”“Quel macigno che hai al dito” sbatto la portiera“No” la sua risposta è così felice che mi fa alzaregli occhi al cielo, il sangue mi ribolle dentro.Entriamo, la pasticceria è deserta, Madame cisaluta da dietro al bancone mentre ciaccomodiamo ad un tavolino in fondo al localevicino alla finestra, io guardo fuori mentre Marnaordina il solito: cappuccino e brioche al cioccolato.

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“Non l'hai presa bene vero?”Mi giro a guardarla “No” ammetto e questo mi fasentire a disagio nei suoi confronti“Se ti può consolare è stata una sorpresa anche perme, sei arrabbiata con lui?”“Mi dispiace che non me ne abbia parlato”“L'ha capito quando ti ha vista piangere vicinoall'albero. Appena mi ha infilato l'anello si èalzato e mi ha detto che voleva vederti, era moltoturbato quando è rientrato. Capito tuo padre?M'infila l'anello e sparisce” lei ride, io la fulmino“Era una battuta J”“Beh non fa ridere!”Madame arriva con le ordinazioni, pianto i dentinella brioche, sbranandola “E' solo che nonpensavo vi sareste sposati” parlo con la boccapiena“Beh nemmeno io”“Ah no?”Scrolla la testa e spalanca gli occhi guardando latazza di cappuccino appoggiata al piattino “No” la

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prende e la porta alla bocca“Non vuoi sposarlo?” mi accordo di aver alzato lavoce indispettita.“Certo, ma lui si è sposato una volta, e noncredevo fosse pronto per un altro matrimonio”“Ti sembrava un matrimonio quello dei miei? Tunon hai mai vissuto con loro, una cosa è sentirequello che raccontano in giro, l'altra è viverci. Nonhanno mai litigato sul serio, qualche discussioneogni tanto, ma mio padre ha vissuto un infernocon lei, te l'assicuro. Doveva lasciare me e Jared acasa da soli, in piena notte, per andare a cercarlanei bar. Setacciava la casa in lungo e in largo percontrollare che non ci fossero bottiglie nascoste.Quando avevo sei anni mi ha chiesto aiutodicendomi che dovevamo giocare alla caccia altesoro” Marna mi guarda allucinata “Era unmatrimonio normale secondo te? Sai che miopadre veniva a controllare ogni mezz'ora che io eJared fossimo a casa con lei mentre lui lavorava?Una volta ci ha portati di nascosto a Barrington e

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non si è portata il cellulare. A noi aveva detto chevoleva portarci a mangiare un gelato, quando inrealtà siamo rimasti seduti in una bar a guardarlabere come una spugna per tutto il pomeriggio. Lapolizia è arrivata che ormai era notte fonda, e ci hariportati a casa, mio padre era disperato. Credoabbia iniziato a vivere quando lei è morta” bevoun sorso di cappuccino ormai tiepido “Anzi, credoche non abbia ancora iniziato a vivere per davvero,Jared gli ha lasciato poco respiro con tutti i casiniche ha combinato”Mi stringe una mano come a consolarmi “Midispiace Jewel”“Quando vi sposerete?”“A giugno”Mi arriva un pugno in pieno viso “Ah”“Tuo padre pensa che così ti distrarrai dalpensiero di Brian” ammette imbarazzata“Beh se è quello il motivo, non credo sia unmatrimonio quello che mi serve, comunque ok”“Sei felice per noi?”

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“Brian è andato a Miami oggi” dico per cambiareargomento, non so cosa risponderle, ho troppicasini per la testa“Da lei?”“Si chiama Stacey”“Carino” dice con una smorfia, poi mi guarda esbuffa “è un nome da troia”.Mi metto a ridere, ma non le dico che c'haazzeccato in pieno!“Penso che dovremmo smettere di vederci”“Tesoro, perché?”“Stanotte mi sono addormentata piangendo soloperché mi ha detto che questo weekend andrà dalei” arriccio il naso “no, anzi, per la verità mi hasolo detto che ci sarebbe andato, non haspecificato per quanto tempo, cosa accadrà quandose ne andrà per davvero? Tutto questo non hasenso”“Hai ragione”M'irrigidisco sulla sedia, non pensavo avrebberisposto così!

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“Sei destinata a soffrire Jewel, tanto vale che lasciperdere finché sei in tempo, sarà meno doloroso”.A ventotto anni saprà le cose meglio di me o no?Voglio fidarmi del suo giudizio.Prendo la decisione di lasciarlo, se così si puòdire, non appena tornerà in città. Se tornerà!Il pensiero mi fa appoggiare il viso sulle bracciaincrociate sul tavolino e mi rimetto a piangere,Marna e Madame si avvicinano e mi coccolano dicarezze.Mi accorgo di aver lasciato il cellulare a casa soloquando entro il camera da letto e lo vedoappoggiato sulla scrivania. Nulla da Brian, soloun messaggio da Jane con il quale mi avverte che“sta arrivando”.Lancio un'occhiata al computer, lo prendo e misiedo sul letto. Compilo la domanda per Yale.Nel pomeriggio quando l'officina sarà chiusaandrò a stampare il modulo, lunedì a scuola losottoporrò alla prof. Carlton chiedendole il suoparere e poi lo invierò all'università. Il pensiero

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già mi agita. So che se andasse tutto per il versogiusto e la mia domanda fosse accolta, nessunoqui la prenderebbe granché bene.Dopo aver perso tempo abbastanza su internet aconsultare i miei siti preferiti, guardo la camera, èdavvero un disastro, decido così di mettermi asistemare tutto quel caos e aiutare la nonna a farele pulizie. Rimango impalata a guardare il cd diBrian, indecisa se ascoltarlo. Alla fine lo lasciosulla scrivania, in bella vista, ma accendo il cddegli Snow Patrol, è da un po' che non li ascolto.Sto cantando a squarciagola “In the End” quandoJane entra in camera mia senza bussare, mi bloccosulla porta del bagno quando la vedo “Siamoallegri stamattina!” esclama con un sorriso atrentadue denti.“Ti sembra allegra questa canzone?” faccio unasmorfia e butto lo strofinaccio nel secchio, qualchegoccia di acqua mista a detersivo cade sul parquetchiaro della camera quando per una volta riesco afare canestro! M'inginocchio subito ad asciugare

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con un panno per non rischiare di rovinare illegno.“No è vero, è triste. I One Direction ti tirerebberosu il morale” guarda il cd di Brian sulla scrivaniae lo prende in mano, glielo tolgo e lo impilo congli altri sulla mensola bianca “Se ascoltassi i OneDirection mi butterei dalla finestra!”“Che cos'era?”“Cosa?”Mi guarda di sbieco “Songs for Jewel”“Niente”“J” cantilena con un sorriso di chi ha già capitotutto“Me l'ha regalato Brian” dico con indifferenza“Siamo già ai regali?”“No, siamo già alla fine”“Vi siete lasciati?” chiede stupita“Mmmmhhh” alzo gli occhi al cielo sistemando icuscini sul letto “non siamo mai stati insieme.Com'è che siete tutti fissati con questa storia?Comunque quando torna da Miami, gli dirò che

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per quanto mi riguarda è meglio smetterla conquesta” schiocco le dita cercando di farmi venirela parola giusta “cosa” dico infine.“E' andato da lei?” non riesce a trattenere lostupore“Già”“E non gli hai detto niente?” è fuori di sé ormai, disolito non perde il controllo neanche nellesituazioni peggiori, mi sembra di vederle il fumouscire dalle narici come ai draghi“Ovviamente no, cosa dovevo dirgli? “Brian nonvoglio che tu vada ad informarti su come sta tuofiglio?” Non avrei potuto, mi sono limitata asbattergli la porta in faccia”“Beh amica, era il minimo”“Jane tu non capisci…” dico alzando l'enormecuscino cucito da mia madre, sto seriamentepensando di farlo rimpiazzare con uno piùmoderno, è veramente osceno! Liquido l'ideascrollando la testa e rimettendolo al suo postodopo aver spolverato il davanzale.

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“Sai che ti dico?” porta entrambe le mani suifianchi “Fai bene a lasciarlo”“Grazie!”“Prego!”“Andiamo a fare shopping oggi?”“No Jane oggi ho da fare”“Cosa di bello?”“Devo dormire e poi devo stampare il modulo daspedire a Yale”S'incupisce all'istante “Allora pensi di andarcidavvero”“Si”“Dopo questa visita che mi ha fatto venire ladepressione, me ne vado al 50 Cent perconsolarmi” viene ad abbracciarmi prima diuscire.La osservo camminare sul vialetto e raggiungerel'auto, sta parlando al cellulare, non fa in tempo arimetterlo nella borsa che Brittany mi sta giàchiamando, appena premo il tasto di risposta miurla nell'orecchio “Che cos'ha fatto? E' andato da

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lei? J, ti fai trattare cosi? Sei matta? Appena tornastrappagli le palle! Come stai tesoro? Vuoicompagnia? E poi cos'è questa storia di Yale? Civai davvero?”“Brit fermati!” l'interrompo.Dio Mio quella ragazza è un vulcano! Credo chesia sul punto di eruttare per davvero.“Sono sconvolta” finalmente si è un po' calmata“Ti riassumo brevemente che appena tornachiuderò con lui”“Fai bene!”“Si”“Devo prepararmi una scorta di latte e biscotti alcioccolato formato famiglia?” la sento sorridere“Si”“Ok!bVuoi che usciamo oggi?”“No tesoro grazie, ho da fare e vorrei iniziare apreparami sul compito di Misinski, per distrarmi.Ester mi ha spiegato a grandi linee di cosa si trattae pensavo di buttare giù qualcosa”“Beh se cambi idea fammi uno squillo, ok?

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Magari stasera andiamo da Jerry ti va?”“Ok, più tardi sento Jane”“Va bene piccola J, a più tardi e…ti voglio bene”“Anch'io tesoro, a dopo”Riattacco e getto il cellulare sul letto, guardo l'orasulla sveglia, ormai è quasi mezzogiorno, scendole scale per andare in cucina, sento papà e lanonna bisbigliare, mi nascondo dietro la parete“Non l'ha presa bene” sento dire a papà“Jake, non credo che il problema siate tu eMarna..”“Di che parli?”“Di Brian e Jared”“Che le ha fatto quel Johnson?”“Niente, è solo troppo innamorata di lui”Mi viene un nodo alla gola, a stento riesco atrattenere le lacrime“E Jared? Insomma mamma, perché non vuoleparlargli?”“Non lo so, non le ho mai chiesto”“Credi che sia gelosa di quello che sto facendo per

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Jared? Pensa che la tratti diversamente perché nonè mia figlia?”Mi si blocca il respiro e spalanco gli occhiincredula…non l'ho mai sentito ammettere chenon sono sua figlia!“No, credo che non ci abbia mai pensato, peròdevi ammettere che a Jared hai permesso tutto,credevi fosse il modo giusto per alleviargli ildolore…J è diversa, è forte e non ti ha mai creatoproblemi”“Si fa le canne”“Oh andiamo Jake, è una volta l'ann, e tel'assicuro, alla seconda sta già dormendo. Non hala tua o la mia stazza quella ragazzina” la sentoridere “Jared ti ha creato molti più problemi,guarda dov'è finito, eppure con lei che non ha maisgarrato una volta sei come un cane da guardia”“E' che non voglio che finisca come Jared”“Fidati, non succederà, è questo Brian che mipreoccupa”“Davvero?”

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“Si e anche il tuo matrimonio”“Non dovevo chiedere a Marna di sposarmi?”“No, hai fatto bene, ma dovevi parlarne con leiprima. L'hai detto a Jared?”“Si ne abbiamo parlato stamattina, mi hachiamato per dirmi che sarà a casa per ilRingraziamento”“Lo so, aveva chiamato ieri sera ma eri già uscito.Come l'ha presa?”“Bene, è contento, che mi dici di Brian?”“Jewel vuole lasciarlo”“Non stanno insieme” esclama acido, per unavolta è l'unico che mi ha capita, non riesco acrederci!“E perché vuole lasciarlo?”“Pensa che soffrirà meno quando se ne andrà”“E' una stronzata” rimango basita a bocca aperta,prima non vuole che ci esca, poi dice che è unastronzata se decido di lasciarlo…e poi dicono chesono le donne quelle complicate “fossi lei non lofarei, dovrebbe godersi il tempo che hanno, a

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gambe sigillate ovviamente!” colgo la nota didisprezzo nella sua voce, faccio una smorfia “Senon fosse perché ha lasciato incinta la sua ragazzae se ne andrà, quel Brian mi piaceva per Jewel, èun ragazzo apposto, penso che fosse perfetto per lamia bambina”.Soffoco un sorriso bagnato di lacrime, non avreimai pensato che mio padre avrebbe approvatoBrian, forse è perché sembra lui a vent'anni.“Si è davvero un bravo ragazzo” la nonnamormora queste parole mentre, deduco dalrumore, scola la pasta.Mi asciugo in fretta le lacrime e vado al bagno nelcorridoio per lavarmi la faccia. Non voglio farglivedere che ho pianto, ma nonostante tutti i mieisforzi entro i cucina con gli occhi gonfi.“Jewel, che hai?”“Niente papà, è tutto il giorno che ho gli occhigonfi, penso sia la stanchezza, non ho dormitogranch锓Marna ti ha svegliata all'alba?” ride sedendo a

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tavola “Oppure è stato per tutto quel fumo che tisei sparata?”“Considerato che sono andata a letto alle tre e leimi ha chiamata alle otto, direi più che altro che èstato quello” faccio un sorriso tirato, e mi siedoanch'io al mio posto alla sua destra, la nonnamangia alla sua sinistra, Jared di solito è all'altrocapo della tavola “Come fai a sapere che abbiamofumato?”“Tu e le tue amiche dovreste imparare ad usare ilcollirio” mette in bocca una forchettata di pasta alpomodoro “Evita il rossore. L'ho capito subitoappena ho visto le tue amiche tornare alla festa!”Credo che, data l'esperienza, dovremo seguire ilsuo consiglio.Imbarazzato e a bocca piena mi dice “TornaJared”“Lo so”“Sei contenta?”Alzo lo sguardo dagli spaghetti e lo fisso negliocchi “No” un'ombra gli passa sul viso, abbassa la

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testa e mangiamo in silenzio.Quando finiamo di mangiare sparecchio, poi salgoin camera a prendere il pc. Guardo il cellulare evedo che Brian non mi ha cercata. Faccio unalinguaccia al display e scendo in garage.Mi chiudo in ufficio, accendo il computer, locollego alla stampante e apro il file dove hosalvato la domanda per Yale. Il modulo nonfinisce di uscire dalla stampante che la nonnaspalanca la porta “Ciao tesoro”, il mio cuore saltaun battito dallo spavento “Ciao, che fai qui?”“Sono venuta a vedere se ti va di andare a fare ungiro a piedi”“Ehm, no no” prendo alla svelta il modulo e loappoggio alla scrivania con le parole rivolte versoil ripiano perché non riesca a vedere di cosa sitratta“Perché no?”“Sono stanca, vado a letto”Sbuffa sedendosi sulla sedia di fronte a me, toglieun pelo immaginario dai pantaloni verdi “Jewel,

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alla tua età lavoravo, crescevo da sola una figlia didue anni, e riuscivo persino ad uscire la sera,qualche volta. Ora dimmi, com'è possibile chel'aver dormito solo cinque ore ti riduca unastraccio? Forza vieni con me”Dopo avermi fatta sentire una pantofolaiadiciottenne nel fiore della giovane età, mi piantoun falso sorriso condiscendente in faccia che micostringe a dirle “Ok, arrivo”Alza un sopracciglio diffidente “Devo uscire?”“Si”“Che cos'è quello?” indica il foglio con un ditomentre mi appresto a spegnere il pc e scollegarlodalla stampante “Compiti!” mento“So che è dell'altro, ma farò finta di crederti”.Dopo aver riposto tutto in camera e il documentonella borsa nascosto nel bloc notes giallo, scendo ela raggiungo sul marciapiede, si è cambiata: haindossato un paio di jeans, una maglia di cotoneverde menta e uno spolverino blu “Doveandiamo?”

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“A trovare la madre di Brian”Mi blocco sul posto “No”“Perché?”“Non voglio andare dalla madre di Brian” dicostrozzata“Perché no? Madame l'ha conosciuta, dice che èsimpatica. Lo sapevi che è in carrozzella?”“Si”“Quando l'hai saputo?”“Mi ha portata da lei prima di andare alla festa”“Oh ma allora è proprio amore il suo se ti presentala madre”“Nonnaaaa” mi rabbuio ammonendola per il tonocon cui mi ha fatta venire una morsa allo stomaco“Andiamo a trovarla!”Incrocio le braccia sul petto e la supero mentrem'incammino verso casa di Brian “La tua è lacamminata è corretta per rassodare i glutei” midice quando mi ha raggiunta, noto che ha ilfiatone, un sorriso malefico mi appare sul volto“Sei troppo vecchia per certe cose” mi da un

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sonoro ceffone sulla testa “Se lo dici un'altra volta,la testa te la stacco”, rallento il passo procedendocon calma, ad ogni passo la morsa allo stomacoaumenta.

CAPITOLO 26Sono ferma sul marciapiede a fissare la casa diBrian, senza riuscire a muovermi “Pensi distartene li?” chiede la nonna bussando alla porta,quando si apre rimane a fissare Elizabeth che lasta guardando con un sorriso enorme “La prego discusare mia nipote, ultimamente è un po' fuori ditesta a causa di suo figlio e non vuole entrare” sigira e mi indica con un dito, sento il viso andare infiamme.Spinge da un lato la carrozzella per guardarmi“Non mordo Jewel, vieni qui”, faccio un sospiro ele raggiungo mentre fanno le presentazioni “Sonoun po' imbarazzata” mormoro senza riuscire aguardarla, lei mi prende la mano e la stringe“Tesoro, tranquilla, Brian non c'è”.“Appunto è da quell'altra” vorrei dirle ma mi

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limito a seguirla in casa.La nonna ha terminato di ficcanasare quando ciraggiunge in cucina, io sono seduta a capotavola,la madre di Brian è al mio fianco “Complimenti,hai una casa meravigliosa”“Grazie, prendete qualcosa da bere?”“Dell'acqua” ho la bocca arsa dall'agitazione“Un caffè per me, grazie”Mentre spinge la carrozzella verso la cucinachiede “Ti va uno sgroppino Evelyn?”La guardo a bocca aperta, la nonna rispondeentusiasta “Si”“Come va con Brian?” chiede Elizabeth posando ilterzo bicchiere di whisky sul tavolo dopo esserciscambiate tutt'e tre informazioni, anche piuttostoriservate, sulla storia delle nostre vite.“Bene” la nonna mi da un pizzicotto sulla gambada sotto il tavolo costringendomi a riformulare larisposta “Bene, ma ho deciso di chiudere con lui”“Perché?” non sembra né dispiaciuta, né sorpresaBevo alla russa il mio bicchierino di whisky

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“Troppa sofferenza” faccio una smorfia, il liquidom'infiamma la golaAnnuisce con il capo “Potresti andare in camerasua un momento?”Aggrotto le sopracciglia “Perché?”“Tu vai” mi fa cenno con una mano di alzarmi. Oè ubriaca forte, oppure vuole che veda qualcosa.Devo aprire quasi tutte le stanze del pianosuperiore, non essendoci mai stata, non ho idea diquale sia. Quando apro quella giusta rimango abocca aperta: una foto gigantesca in bianco e nerodi me che sorrido è appesa sopra la testata delletto. Non oso immaginare da dove venga perchéio non mi sarei mai fatta fotografare, e già questoè un miracolo, e poi non l'ho mai visto farmi foto!Entro e mi metto al centro a guardarmi intorno.Dire che è un fanatico di musica è poco: è pieno dilocandine di album di tutti i generi appesi incornici semplici laccate di nero, il muro è colortortora e i mobili bianchi moderni. Ci sono solo unletto, una scrivania con una sedia, e cinque - sei

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mensole dov'è riposta una collezioneinnumerevole di cd in ordine alfabetico, cominciadagli AC-DC.Alla C di Coldplay non ce la faccio più a stare conla testa storta per leggere il nome degli artisti edegli album, la lascio cadere penzoloni permassaggiarmi il collo, la vista mi cade su unafotografia appoggiata al comodino, mi siedo sulletto e prendo il mano la cornice. Ritrae unbambino piccolo, che dal taglio degli occhi devecertamente essere Brian, con una giovaneElizabeth che lo tiene in braccio e un uomo alto emoro, bellissimo, a fianco a loro. Sorridono, Brianavrà più o meno tre anni. Mi viene un groppo ingola pensando che probabilmente in questa foto cisia il bastardo di suo padre.Appoggio la cornice sul comodino, guardo ilcuscino di Brian e lo prendo per stringerlo al pettoe inspirare il suo buonissimo profumo. Mi rendoconto che mi manca, non lo vedo da neanche ungiorno. Come farò a sopportare la sua assenza in

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eterno? Al solo pensiero un dolore al petto milogora.Rimetto il cuscino a posto, ci passo una manosopra per stendere bene la federa e mi alzo peruscire. Rimango un momento sulla portalanciando un ultimo sguardo pieno di nostalgia.Quella sarà probabilmente l'ultima volta che lavedrò.Quando torno in cucina la nonna ed Elizabeth milanciano teneri sorrisi “Allora?” chiede la secodaavvicinandosi con la carrozzella “Mi mancherà”sospiro “Come ha avuto quella?”“La foto intendi?” mi stringe forte una mano “E'un bravissimo fotografo, è la sua più grandepassione dopo la musica. Mi ha raccontato diavertela scattata di nascosto, ovviamente!” mi fal'occhiolino “Dice che odi farti fotografie”Rimango sorpresa dalle sue ultime parole “Comeha fatto a dirtelo, abbiamo fatto la prima soloieri?!”“Sei l'unico argomento di cui mi parla, è venuto a

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svegliarmi quand'è tornato per raccontarmi dellafesta”“Ah” è tutto quello che riesco a dire“Non gli dirò che intendi lasciarlo Jewel mavoglio darti solo un avvertimento: preparati unamotivazione più che valida perché ti darà iltormento” deve aver colto il significato della miaespressione come a dire “L'ha già fatto”, perché siaffretta ad aggiungere “Oh ma non come l'altravolta, quello non era niente”“Te lo ha raccontato?”“Te l'ho detto…di te mi racconta tutto” stringe piùforte la mia mano“Hai impegni per il Ringraziamento?” chiede lanonna, ormai è sbronza al punto giusto e spero chesia il motivo per cui la sta invitando senza dubbioa casa nostra.Elizabeth gira la sedia a rotelle e la raggiunge altavolo “No, doveva venire mia sorella con lafamiglia ma ha impegni di lavoro e ha dovutodisdire”

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“Perché non vi unite a noi? Ci saremo noi tre,Gus, Arthur e Mike, Marna, Brittany, suamadre…e Jared” l'ultimo nome mi fa alzare gliocchi al cielo“Sarebbe fantastico grazie” si volta a guardarmi“Tu non gradisci vero?” scoppia a ridere“Ma certo che sono contenta, Elizabeth!” mentospudoratamente. Se per il Ringraziamento io eBrian avremo chiuso e Jared sarà di nuovo a casa,credo che sarà il peggiore della mia vita!Brittany mi sta chiamando, estraggo il cellularedalla borsa appoggiata al bancone “Ehila ciao” lasaluto“Allora per stasera?”Lancio ad Elizabeth e la nonna uno sguardoindagatore “Avete programmi per la serata?”“No”Un sorriso beffardo compare sul mio viso “Portala roba, io chiamo Jane, c'è in programma lanostra serata”Urla talmente forte che devo spostare il cellulare

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dall'orecchio “Che serata ha in mente tua nipote?”Elizabeth non nasconde l'ansia“Fumo e poker” risponde con nonchalance“Fantastico!”Telefono a Jane e anche a Marna che scarica miopadre per raggiungerci. Quando ci siamo tutteordiniamo della pizza, ci sediamo al tavolo etiriamo fuori l'occorrente per lo sballo, compreso ilkit per il poker. A fine serata non capisco piùniente, ma ho in tasca centocinquantadollari cheandrò a spendermi da Paul per la sbornia post-rottura con Brian. Questa serata l'ho dedicata allasua memoria.

CAPITOLO 27Mi sveglio con un grande cerchio alla testa, aproun occhio a fatica e “Uaaaahhhh” urlo dallospavento capitolando dal letto. Sbatto il sedere perterra prima di mettermi in ginocchio “Cosa fai tuqui?” sono talmente agitata che mi metto a urlarecontro Brian seduto comodamente sul letto. Mistava guardando dormire!

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Scappo in bagno, mi ci chiudo dentro senzalasciargli il tempo di rispondere, faccio pipì,quando ho finito mi guardo allo specchio “OhSignore” mormoro vedendo quella sottospecie dimaschera che è la mia faccia. Sono biancacadaverica, ho le occhiaie e i capelli arruffati, ierisera ho davvero esagerato. Mi lavo la faccia e identi, mi pettino i capelli, recupero un elastico dalcestino in vimini, lo stringo fra i denti e apro laporta. Quando entro in camera Brian ècompletamente disteso, indossa i jeans e uncardigan nero sopra una maglietta bianca, ha unpo' di barba.Termino la panoramica e lo guardo negli occhisorridenti “Carino il tuo pigiama” lo sta indicandocon un ditoIndosso un pigiama rosa con disegnati miliardi difiocchetti gialli, vorrei morire…mi sposto verso laporta e la apro. Quando ho finito di farmi unacoda alta e ho la bocca libera dall'elastico gliordino “Esci”

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“Perché?”“Primo perché hai insultato il mio bellissimopigiama, secondo perché sono impresentabile,terzo perché non hai risposto alla mia domanda”“Non voglio andarmene perché: primo, il tuopigiama è veramente carino anche se avreipreferito trovarti in mutandine e reggiseno,secondo perché sei bellissima, terzo perché unuccellino mi ha detto che vuoi chiudere con me”Spalanco la bocca: chi ha fatto la spia?Stringo le palpebre, lo guardo severa “Chi te l'hadetto?”“Indovina” sorride“Uno stormo di uccellini ha invaso casa tua ierisera, non saprei quale sia stato così idiota dalasciarsi sfuggire…”“E' stata mia madre” m'interrompe, un sorrisobeffardo gli aleggia sul visoComplimenti Jewel!“Si beh” sto stritolando il pomello finto-diamantecercando una scusa plausibile per togliermi

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dall'impiccio dell'aver dato dell'idiota a sua madre“comunque mi aveva detto che non te l'avrebbedetto”“E tu le hai creduto? Mai allearsi con il nemico” sialza dal letto e va verso il tabellone di sughero“Mi ha chiamato appena avete finito la vostraseratina e mi sono precipitato a prendere il primoaereo per venire a parlarti” si ferma, mi guardacon un sopracciglio alzato dopo aver esaminato iltabellone con scrupolosa attenzione “Chi èquesto?”Oh Signore ascolta le mie preghiere, fammimorire ora perché dopo questa cosa non avrò piùmotivo per vivere in questo mondo di figure dimerda!Stringo gli occhi forte e poso una mano sullafronte, abbasso la testa stritolandomi il labbroinferiore: tiene per un angolo la foto di ColtonHaynes, versione videoclip by Leona Lewis, doveho scritto “Brian” e disegnato un cuoricino afianco del viso dell'attore.

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“Allora?” m'incitaNon rispondo“Jewel?”Apro gli occhi e vado a passo di marcia vicino alui, tolgo la puntina a forma di cuore e stacco lafoto gettandola nel cestino “Nessuno” rispondoallontanandomi “Non vorrai dire che somiglio aquesto qui?!” non capisco se sia una domanda oun'affermazione!Signore, dove sei finito? Perché non miguardi???“No infatti, lui è più carino!”Scoppia a ridere “Non dire cazzate, io sonomeglio, so anche cantare!”“Beh lui sa recitare!”“Cosa? Ma l'hai visto su Teen Wolf? Mi fa venireda piangere”Mi volto offesa “Non è vero”! pianto le mani suifianchi. Come si permette d'insultare il mio amoreplatonico?“Certo che è vero, ammettilo!”

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“Cosa? Mai! E comunque perché mi hai chiestochi è se lo sai?”“Perché non riesco a credere che mi paragoni aColton Haynes”“La cosa ti offende? No perché ci sono ragazzi chepagherebbero oro per essere belli come lui” mi stoveramente incazzando.“Allora sono bello?” comincia a camminare versodi me, io indietreggio il passo finché non sonocostretta a fermarmi contro la parete vicino allaporta, lui la chiude e si mette davanti a me, miprende il viso tra le mani “Perché vuoi lasciarmi?”la sua voce è poco più di un sussurro, il visocontratto, devo distoglierle lo sguardo perché mifa troppo male vederlo così sofferente “E' megliocos씓Jewel guardami” lo faccio, a fatica, i miei occhisi stanno riempiendo di lacrime “Lo sai che nonsarà meglio per nessuno dei due”Mi divincolo e mi sposto verso la porta del bagno“Brian, ti prego, noi non stiamo insieme, noi non

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siamo…niente! Tu aspetti un figlio da un'altra,non c'è futuro per noi!” dimeno le mani davanti ame “Fra qualche mese te ne andrai. Sarai talmenteoccupato da non avere il tempo di pensare a meneanche per un secondo, invece io non farò altroche pensarti e…” devo riprendere fiato tra unsinghiozzo e l'altro “Brian da quando mi hai dettol'altra sera che saresti andato da lei non ho fattoaltro che piangere e massacrarmi il cervellocercando anche un solo motivo per continuare avederti, ma non c'è, hai capito? Non c'è! Tu hai deidoveri e degli obblighi verso di lei e il bambino.Sarò egoista ma non riesco a dividerti con loro enon posso vivere questa bellissima cosa con tequando ci sei, e soffrire come un caneabbandonato, appena te ne vai. Quindi, finiamolacon tutto questo finché siamo all'inizio, soffriremoanche dopo ma sarà meno doloroso”Stringe le mani a pugno lungo i fianchi “Sei unacodarda”Mi arriva un pugno allo stomaco “Cosa?”

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“Tu hai una paura fottuta di soffrire”“COSA?” urlo avvicinandomi a lui“Tu non mi ami davvero, altrimenti non staresti acercare scuse per lasciami, faresti di tutto per starecon me finché sono qui” apre in fretta la porta escende le scale, lo seguo a razzo.“Pensi che abbia paura di soffrire? Se credi che tilasci solo per questo allora si capisce benissimoche non mi conosci affatto! Io soffro da tutta lavita e la cosa per cui sto soffrendo di più ora seiproprio tu e perché ti amo non perché non me nefrega niente!”“Allora perché vuoi lasciarmi?” urla talmenteforte che il viso gli s'infiamma“Dovremo vivere questa cosa come fosse realesapendo che tra poco finirà tutto?”“Si cazzo, si! Perché io non riesco neanche apensare di non poter stare con te e quando tuttoquesto sarà finito andrò avanti solo col ricordo diquello che c'è stato tra noi”.Mi porto una mano al petto per cercare di

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calmarmi, tra il pianto, le urla e la frustrazione acui mi ha portata questa discussione non ho piùfiato, si avvicina, mi mette le mani sui fianchiappoggiando le labbra alla mia fronte “Tu nonvuoi lasciami davvero, lo so. Se c'è una cosabuona che mi è capitata dopo tanto tempo quellasei tu. Io ti amo Jewel Morgan e a te non cirinuncio. Ti darò il tormento perché tu torni dame, fosse l'ultima cosa che faccio prima diandarmene” mi da un bacio sulla fronte e se ne va.Dopo un tempo che sembra infinito un colpo ditosse mi fa girare la testa alla mia destra: lanonna, Marna e papà mi stanno osservando abocca aperta e occhi spalancati. Gus alza unbicchiere di birra e mi fa un sorriso “Bocconcino,complimenti, siete meglio del cinema!” poi tira unrutto “Alla salute!”“Chi l'ha fatto entrare?”“Io” mi risponde con un'alzata di spalle“Tu? Tu neanche volevi che ci uscissi!!!” sbattouna mano sul tavolo facendo tintinnare i bicchieri.

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“Mi faceva pena” rispondeGli lancio addosso un panino e me ne vadosbattendo la porta.Recupero la bici per andare al cimitero.Fisso la lapide. “Brian è un'idiota! E anche Gus! Epapà! Ha chiesto a Marna di sposarlo, ci credi? Gliha regalato una pietra talmente grossa che mi sareipagata tutti gli anni di università. E anche lamadre di Brian è un'idiota! Gli ha spifferato tuttomamma, tutto! Capito?” mi siedo per terra eincrocio le gambe “E adesso lui mi darà tormentopeggiore di quello di prima, ma io non ci cascosai? E poi non è vero che sono una codarda, io lavita l'affronto, cerco solo di scacciare i problemi!Domani spedirò la domanda per Yale. Giuro chese mi accettano mando tutti a quel paese e ci vado.Devo iniziare un libro nuovo e ho la menteappannata. Forse dovrei scrivere la storia di me eBrian. Arriverei in cima alla classifica del NewYork Times. Aggiungerei una postilla sullacopertina: “Fatti realmente accaduti”, ci terrei

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proprio a precisarlo!” sbuffo appoggiando il mentoalle mani “Che schifo!” mormoro “Lo sai chetorna Jared tra un paio di settimane? Vorreichiedere a Brittany o Jane di ospitarmi da loro, matanto al Ringraziamento mi tocca vederlocomunque perciò tanto vale che rimanga a casa,però mi chiudo in camera, o starò fuori tutto iltempo. Si insomma, intendo dormirci e basta” miaccorgo che la sig.ra May mi sta guardando comefossi una pazza “Ehi sto solo parlando con miamadre!!!” urlo con supponenza, lei riprende apulire la foto del marito.“Me ne vado perché la May me le ha fatte propriogirare e poi ho freddo, sono senza giacca ma tantomi vedi perciò, che te lo dico a fare?” mi alzo e miavvicino alla sua foto, mi porto due dita allelabbra e vi deposito un bacio per poi passarlo allamamma toccando la fotografia “Ciao” mi giro edecido di andare da Madame. Ho bisogno dimangiare schifezze!

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“Jewel tesoro, così ti verrà da vomitare” esclamaMadame.“Tanto meglio!”. Sto mettendo in bocca ildiciottesimo pasticcino alla crema, tengo il contoperché voglio vedere quanti ne riesco a mangiareprima che mi venga la nausea, è la mia personalebattaglia del “Men vs. Food”. Se arrivo ad unnumero da record, giuro che li chiamo e mi faccioriprendere a costo di metter su dieci chili dallosforzo.“Jewel, adesso basta, starai male sul serio” cercadi togliermi il piattino ma io lo tiro dalla parteopposta “Lasciamelo qui” le ordino a bocca piena,si distrae al suono del campanello sulla porta e iome lo nascondo tra le braccia, sono aldiciannovesimo ora.“Ciao J”, sento dire alla mie spalle.Sbuffo indispettita, passo il piattino a Madame“Ok, per ora basta, ma solo perché la voce di Bethmi ha fatto venire il primo conato” scoppia aridere, io bevo un sorso di latte macchiato “Che

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vuoi?” le chiedo quando la vedo sedersi sullosgabello in fianco al mio“Ti ho vista e sono entrata” si dondola intrepidante attesa che le dica qualcosa, invecemugugno un “Mmmhhh”“Ti sei divertita alla festa?”“Si”“Sei andata via presto!”“Si”“Tuo padre è stato un grande”Mi volto a guardarla con le palpebre schiuse, sevuole farmi incazzare oggi mi trova nella giornatagiusta, impaurita dal mio sguardo intimidatorioaggiunge “Non pensavo stesse con Marna”“Beth, per favore, vattene prima che mi saltino inervi per davvero”“Ok” scende dallo sgabello, prima di andarsene siavvicina al mio orecchio “L'hai detto a qualcuno?”bisbigliaCapisco subito che parla del suo triangolo con ilPreside “No! Te ne vai?”

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“Si scusa” esce di corsa.“Di che stava parlando?” chiede Madame che nelfrattempo fingeva di sistemare il bancone“Niente, so che ha scopiazzato un compito ed èvenuta a sincerarsi che non l'abbia detto anessuno”.Alza un sopracciglio asciugando una tazza con lostraccio, io abbasso lo sguardo sulle maniappoggiate al bancone, mi sento in colpa ad averleraccontato una bugia anche se sono consapevoleche lei non mi crede. E' troppo furba, non sarebbela migliore amica della nonna, altrimenti.“Ehi Brian” lo saluta quando sente il campanellodella porta suonare“Salve” me l'immagino sorridergli, alzo un po' losguardo, Madame sta letteralmente sbavando su dilui, schiocco le dita che ripotarla sul pianeta terra.Brian prende posto sulla sgabello dove prima eraseduta Beth, sento il suo sguardo su di me quandodice “Madame, lo sa che Jewel mi ha lasciato?”Lo guardo sbigottita “Jewel perché?” lei non

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nasconde la tristezza“Perché è un idiota” rispondo alzandomi“Te ne vai?” chiede sorpreso“Si”“Vengo anch'io”“No” tiro fuori dalla borsa il portamonete, mettosul bancone dieci dollari spiegazzati senza toglierelo sguardo da lui“You say, you want, diamonds on a ring ofgold…” si mette a cantare a voce alta “All I wantis you” degli U2, c'è anche nel cd che mi haregalato, una morsa s'impadronisce del miostomaco, divento rossa come non mai. Mi guardointorno, tutto il locale ci sta fissando, Madamesorride adorante a Brian, io esco dalla pasticceriaimbarazzata con lui che mi pedina lui continuandoa cantare. La gente ci osserva, io nascondo il visocon una mano come per ripararmi dal sole, alza iltono della voce per cantare il ritornello “All i wantis you”. Delle ragazze urlano e lo applaudono, ioscrollo la testa perché non posso credere che lo

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stia facendo davvero. Mi fermo e lo guardofumante di rabbia e imbarazzo “La pianti?” urloma lui non mi ascolta, continua a cantarami leparole della canzone ad un centimetro dal viso, mivolto e riprendo a camminare. Quando finalmenteha finito mi giro di nuovo verso di lui “Grazie”esclamo frustrata.“See the stones set in your eyes” alzo le braccia inaria quando si mette a cantare un altro classicodegli U2 “With or without you”“Hai intenzione di cantarmi tutto il cd?” urlosenza voltarmi, smette di cantare per rispondermi“Si tesoro” e ricomincia. Sono costretta a soffocareun sorriso perché, anche se ho davvero unavergogna tremenda, adoro quello che sta facendo.Quando arrivo a casa, mi fermo sulla verandaormai è arrivato alla quarta canzone. Gli mettouna mano sulla bocca “Hai finito?” scuote la testaa destra e sinistra, capisco che è un “No”.“Se tolgo la mano mi giuri che non canti più? Mihai già umiliata abbastanza”, la tolgo piano, lui la

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prende e mi da un bacio all'interno delle dita.Sento le gambe cedere.“Me lo dai un bacio?” mi chiede senza lasciarmila mano“No”“This romeo is bleeding…” gli do un bacio primache cominci a cantare “Always” di Bon Jovi manon riesco a smettere, non appena le nostre labbrasi sfiorano, mi appoggia alla porta. Le nostrelingue sono intrecciate, emette un gemito che mifa rabbrividire, devo staccarmi da lui con la forza“Brian…” mormoro senza fiato, le labbra gonfie,la voce mi muore in gola“Vuoi che smetta?” mi chiede sfregando piano ilnaso sul mio“No” e ricominciamo a baciarci con foga, lui mispinge ancora più forte addosso alla porta io gliporto le braccia, ora entrambe libere, dietro il colloper stringerlo a me, quando si stacca stiamoansimando “Jewel, devo smetterla altrimentiinfrangerei la regola n. 5, anche se per te lo farei”

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Mi passo una mano sul viso sudato “Si hairagione, forse dovremmo finirla…”“Non dirlo neanche, tra noi non finisce niente”sento il suo petto vibrare dalla rabbia“Brian, ti prego”“No Jewel, no!” mi prende il viso tra le mani e mibacia ancora, mi stringe forte in un abbraccioprima di andarsene.Salgo in camera per avvolgermi nella sua giacca,addormentandomi con un sorriso ebete sullelabbra.

CAPITOLO 28

“Bel lavoro Jewel” squittisce la Carlton quando haterminato di controllare la mia domanda per Yale“Non aspettare a spedirla, ti consiglio di farlooggi”“Lei dice?” ora che ho l'approvazione di una che siè laureata a Yale l'idea di mettere in pratica l'inviodella presentazione, mi mette l'ansia

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“Certo, non ho dubbi che ti accetteranno” mi fal'occhiolino tornando alla cattedra.Rimango seduta al banco a guardare fuori dallafinestra, intravedo Brian parlare con… Beth!Spalanco la bocca sbigottita, che ci fa con lei?“Grazie lo farò” esco per dirigermi al campo dafootball.Beth mi vede arrivare e spalanca gli occhi “CiaoJ” mi saluta sommessamente.Le conviene!“Ciao” mi pianto in faccia un sorriso tiratissimo“Ehi piccola” Brian mi viene incontro dopo essersigirato a guardarmi, quando mi avvicino mi baciadavanti ad una Beth incredula “Sei bellissima”mormora al mio orecchio, mi mette la mano su unfianco e appoggia la fronte alla mia spalla primadi stringermi in un abbraccio. Beth è sparita!Gli do una pacca sulla schiena “Meno male chenon ci si deve alleare al nemico!”Alza la testa per guardarmi negli occhi “Seigelosa?”

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“Nooo” sento il viso andare in fiamme “E' soloche non mi è molto simpatica”“Ricevuto. L'ho resettata” e torna alla posizione diprima“Di che parlavate?”“Del compito di Misinski”“Soltanto?”“Certo piccola, di cosa avremo dovuto parlare?”torna a guardami, stavolta è serio“Non lo so”“Adoro vederti imbestialire dalla gelosia”sghignazza“Non sono gelosa!” gli do una pacca sul bracciofingendo di essere offesaLo sento sorridere nell'incavo del mio collo, miviene la pelle d'oca, è così sexy.“Quando mi hai fatto la foto che hai appeso soprail letto?”Mi guarda diffidente “Sei stata in camera mia?”“Mi ha detto tua madre di andarci”“Un giorno…” risponde evasivo

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“Quale giorno?”“Un giorno al parco”“Brian!” vuole farmi impazzire?Getta la testa all'indietro ridendo “Ok ok” cerca diricomporsi a fatica “Te l'ho scattata dopo tre giornidal primo in cui ti ho vista, eri al parco conBrittany e Jane ed eravate sedute sul prato”Mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchioimbarazzata “E' bellissima”“Tu sei bellissima, e ti guardo ogni notte prima didormire, così i miei sogni sono tutti per te”Ooooohhh…“Brian” la voce mi muore in gola dall'emozione“Lavori oggi?” mi stringe in un abbraccio“Eh già” non ne ho proprio voglia “Tu vieni?”“No mi sono licenziato. Ho da fare comunque”La mia mente si dirige come un fulmine alpensiero che cerco di reprimere nella parte piùnascosta del cervello, cioè a loro.“Vorrei iniziare la bozza su Reagan per Misinski”dice per tranquillizzarmi

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“Ok” sorrido rilassata finalmente.Suona la campanella e dobbiamo andare in classe,mi prende per mano e ci avviamo verso la scuola,ci separiamo all'ingresso, devo andare a biologia,Cooper che mi aspetta “Ciao piccola” mi dice, poimi da un bacio.Termino di lavorare alle sei, guardo il cellulare etrovo un sms di Jane:ANDIAMO A CORRERE?me l'ha appena inviato.Strano che vadano così tardi, forse devonoparlarmi di qualcosa:OKrispondo e vado a prepararmi.Quando scendo trovo lei e Brittany sulmarciapiede, stanno chiacchierando con la nonna“Ciao” le saluto“Come mai così sorridente?”“MMMhhh”“Non l'hai lasciato?” chiede Jane“C'ho provato!” mi difendo

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“Puah! Avrei proprio voluto vederti” Brittany mimanda a quel paese con un gesto della mano“Guarda che stamattina a scuola ci hai visti!”“Credevo fosse un'allucinazione!”Le faccio la linguaccia “Forza ragazze, andate, traun po' sarà buio” la nonna ci spinge per invitarciad iniziare a correre, stranamente ne ho voglia esto al passo per circa duecento metri (un record!).Le abbandono all'ingresso del parco e mi metto acamminare velocemente. Quando mi raggiungonosono sdraiata su una panchina “Fammi posto” rideBrittany fingendo di sedersi sulla mia pancia, lemetto le mani sul sedere per impedirglielo, mimetto seduta e loro mi affiancano “Tutto bene?”mi chiede Jane“Finché dura”“Che stronzata!” Brittany non riesce a contenere losdegnoMi volto a guardarla “Si può sapere perché non tiva che esca con lui?”“Perché ti farà soffrire”

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“Soffrirei comunque”“Devo ricordarti che sta per avere un figlio conun'altra?” alza la voce e si mette in piedi“Brittany” la sgrida Jane“J, ti spezzerà il cuore, non credi di aver soffertoabbastanza in vita tua?”Abbasso lo sguardo e fisso un sassolino sulsentiero sterrato “E' solo che…non ci riesco alasciarlo”“Mollalo!”“Brittany!!!” Jane alza la voce“Si può sapere che hai?” le chiedo in tonorabbioso, non capisco perché le dia così fastidio“Mia madre sta con Gus!”I miei occhi schizzano fuori dalle orbite “Comehai detto?” dire che sono rimasta interdetta dallanotizia è poco“Me l'hanno detto insieme ieri sera”“Non sei contenta?” Jane si alza per consolarla, lemette un braccio intorno al collo“Ma l'hai visto Gus? E' un cesso ambulante, mia

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madre è bellissima, e di gran classe, lui è così…rozzo”“Ehiiii” ringhioAssume una postura di difesa, alza una manocome per fermarmi di parlare e si getta una cioccadi capelli dietro la spalla destra “J, ti prego,capisco il tuo legame con Gus ma non dirmi che èl'uomo per mia madre. Ti sembra che quei duepossano stare insieme? E' il triplo di lei,l'ammazzerà scopandola”Io e Jane scoppiamo a ridere, Brittany ci lanciauna sguardo truce “Seriamente, non ce li vedoproprio. Quando Gus se n'è andato mia madre miha raccontato che è sempre stato il suo grandeamore, dice che da giovane era bellissimo” scrollale spalle e la testa inorridita al pensiero “sono statiinsieme al liceo, quasi due anni, poi a lei è partitala brocca quando è stata all'università e l'halasciato. Lui non ha avuto più nessun'altra”Ecco perché non l'ho mai vista con una donna!“Nel frattempo ha conosciuto mio padre e si è

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innamorata di lui, sono nata io e si, insomma, lastoria la conoscete. Lei e Gus hanno avuto mododi parlare di nuovo insieme ad una cenaorganizzata da amici in comune, non le parlava daquasi vent'anni. L'ha inviato fuori lei, ma virendete conto? E le ha pure dato il suo bel daffare,se la tirava un sacco!”“Quindi ora stanno insieme?” le chiedo“Tu lo sapevi?”“Brittany no, te lo giuro!” mi porto una mano alcuore “Se l'avessi saputo sai benissimo che tel'avrei detto”“Si lo so” torna a sedere sulla panchina “Lei èfelice” sospira“Sei arrabbiata?”“No, almeno a me l'hanno detto”Capisco dove vuole andare a parare “Non ne hoancora parlato con mio padre”“Che sta succedendo ragazze?” chiede Jane “finoa due settimane fa la nostra vita era spensierata eallegra, guardateci adesso…”

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Ci prendiamo per mano e le stringiamo fino a farlearrossire, era un gesto che facevamo da piccole perdarci forza “Andiamo dai, ormai è buio” dico esenza lasciarci le mani usciamo dal parco."Stai con la madre di Brittany?" chiedo a Gusappena entro in cucina, sta preparando le fajitas dipollo"Chi te l'ha detto?" quando si gira noto cheindossa un grembiule con un boccale di birradisegnato"Secondo te?" alzo gli occhi al cielo, possibile chedebba sempre dirgli tutto in dettaglio?"Lei?"Batto il pugno sul tavolo "No, Brittany!""Ci vediamo si" risponde alla fine con indifferenzae si volta per rigirare la carne nel wok"Ma state insieme?""Alla nostra età non si sta insieme""In che senso?""Ci si fa compagnia" beve un sorso di vino bianco"Beh allora vi fate compagnia?"

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"Qualcosa del genere si. L'ho invitata qui per ilRingraziamento""Tanto veniva comunque" borbotto, si girapuntandomi contro la paletta che ha in mano "E'una cosa ufficiale. Assaggi?"Mi muovo verso i fornelli prendo una forchetta dalcassetto delle posate prima d'infilzare unpezzettino di carne e la metto fra i denti"Mmmhhh, ottima", poso la forchetta sul portaposate in ceramica"E' il grande amore della mia vita" sospirarigirando la carne"Oh Gus" mi fa così tenerezza che lo abbraccio,gli metto una mano sulla guancia per farloabbassare un pò e gli do un bacio "Sono contentaper voi, Brittany un pò meno""E per tuo padre e Marna? Mi hanno detto che seirimasta sconvolta""Speravo che papà me ne parlasse prima, tuttoqui" alzo le spalle, non voglio andare avanti conquesto discorso

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"'E' giusto che anche lui sia felice Bocconcino"aggiunge le spezie alla carne, io inizio a prepararela tavola, prendo le tovagliette arancioni da uncassetto "Si lo so" termino di mettere i bicchieri"Tra quanto è pronto?""Una mezz'oretta, fa con calma"La nonna mi ferma nel corridoio chiedendomi diandare a stendere i panni che sono ancora inlavatrice. Scendo le scale ed entro il lavanderia,prendo la cesta con gli abiti bagnati, il cestino conle mollette colorate ed esco in giardino sul retro."Il tuo è un chiaro segnale di esaurimento"appendo l'ultima maglietta e mi volto a guardareBrian "Come hai detto?" indica con un dito lostendi abiti "Ti rendi conto che hai appeso i vestiticon le mollette tutte dello stesso colore? Sono tutterosa! Ti ho guardata mentre cercavi l'ultima.Sembravi disperata!"Termino di osservare la mia opera."Non mi piace vederle di colori diversi" midifendo prendendo la cesta tra le mani per tornare

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in casa "Reagan ti ha mandato fuori di testa e tiserve una mano?"Un sorriso, seppur spento, gli compare sul viso"Devo dirti una cosa..." abbassa lo sguardo e simette a fissare l'erba "Dovrò andare a Miami per ilRingraziamento, tornerò terminate le vacanze"Annuisco con il capo, cosa spera che gli dica?Va bene Brian, vai e divertiti? Ti aspetto quandotorni! Mi limito ad un "OK""Non è ok" dice sconsolato"No infatti, capisci ora perché dobbiamo smetteredi vederci?" cerco di superarlo ma mi si paradavanti, sbuffo infuriata"No""Si invece, Brian...per favore"Mi circonda la vita con le braccia, mi appoggia ilviso sul collo "Mi dispiace Jewel, ma te l'ho detto,io a te non ci rinuncio""Ho spedito la domanda per Yale oggi, se tutto vabene l'anno prossimo sarò in Connecticut"Lo sento irrigidirsi "Te ne vai per colpa mia?"

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"Me ne vado perché ho bisogno di allontanarmi datutto questo schifo" scioglie la presa, io entro incasa e vado a mangiare.

Sono al decimo giorno post-rottura, se così si puòdefinire, da Brian. Sono un cadavere ambulante,non sorrido, non mangio, mi limito ad andareavanti per inerzia, tra l'altro domani arriverà Jarede Brian se ne andrà, peggio di cosi non so cos'altropossa accadere. Brittany sta cercando di accettarela relazione di Gus con la madre, non fa i salti digioia ma non si lamenta più di tanto. Ne haparlato con Roy e tutti e quattro sono usciti a cenadomenica sera. Ha ammesso che "Gus è unospasso" e io le ho dato un ceffone in testa. Marked Ester sono diventati ufficialmente una coppiadalla sera della festa, si può dire che ora ancheEster è entrata a far parte del “gruppo”.Vedo Brian solo a scuola, ci evitiamo come lapeste, non abbiamo mai lavorato insieme al

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compito di Misinski. Ognuno ha steso la propriarelazione che ci scambiavamo tramite Cooper oMark durante le pause tra una lezione e l'altracorreggendole a vicenda. Alla fine l'ho spuntata iodopo avergli riempito l'ultima bozza con disegniminatori.Mi aggiro per Barrington con la nonna, fa unfreddo agghiacciante. Colgo l'occasione percomperarmi un paio di Ugg nuovi e mi sento unpo' meglio. Lo shopping mi rigenera nel profondo!“Cosa regali a Brian per Natale?” mi chiede lanonna aggirandosi per la profumeria dove siamoentrate.“Niente” rispondo spruzzando il nuovo profumo diDior su un cartoncino, me lo porto alle narici.Buonissimo!“Ah si giusto, vi siete lasciati!” mi liquida con ungesto della mano“Perché lo dici così?”“Perché fate venire il latte alle ginocchia daquando non state più insieme. Tu sembri uno

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zombie, lui pure”.Continuo a camminare per il negozio quando lamia attenzione viene attirata da Brian con …cazzo! Ma quella è Beth! La tiene per mano!Getto la scatola di saponette che pensavo diregalare a Brenda nel cesto delle offerte e miprecipito sul marciapiede, mi metto di fronte a lorocon le mani sui fianchi “Ciao J” mi saluta Bethaltezzosa. Adesso la strangolo!“Che stai facendo?” sto fissando Brian negliocchi, lui mi rivolge un sorriso beffardo“Cammino con un'amica”Cosa? Mi sto trasformando in un Super Saiyandalla rabbia “Gli amici non si tengono per mano!”Oh Dio mi sembra di essere Beth la sera del suocompleanno!“Ma lei è speciale” si sposta per superarmi. Lolascio passare, sono a bocca aperta dallo stuporedi quello che gli ho sentito dire. Mi vieneun'illuminazione: “Devi essere proprio distruttoper rimpiazzarmi così in fretta” gli urlo. Lo vedo

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girarsi e partire alla carica, torno sparata nelnegozio.Non vorrà fare una scenata!“Jewel” mi chiama appena entra, io sono semi-nascosta dietro il tabellone con David Gandy inmutande per Dolce & Gabbana.“Ciao Evelyn, hai visto Jewel?” non sento la suarisposta, ma mi ritrovo Brian di fianco, immaginoche gli abbia indicato con un cenno il mionascondiglio. Mi prende per il polso e mi trascinafuori.“Brian lasciami” urlo, ci guardano tutti. S'infilafurtivamente in un vicolo “Certo che sonodistrutto” sibila, mi sta stritolando il polso“E allora perché sei con lei?”“Volevo fartela pagare”“Molto maturo Brian, i miei complimenti!” fisso ilmuro alle sue spalle“Brian” Beth lo chiama dal marciapiede“Sparisci!” urliamo all'unisono, la vedo andarsene“Domani parto…” allenta un po' la presa (tiro un

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sospiro di sollievo non ce la facevo più)“Lo so” gli dico continuando a guardare il muro“Il medico ha detto che facilmente sarà unafemmina”.Sento un tuffo al cuore, per la prima volta mi haparlato del bambino.“Mi mancherai Jewel, non so se tornerò” lelacrime cominciano a solcarmi le guance. Nontorna?“Se sarà una davvero bambina ho già deciso dichiamarla Violet Jewel” stringo gli occhi conforza lasciando cadere tutte le lacrime, singhiozzoe mi arrendo tra le sue braccia “Non voglio che tene vada” sto quasi urlando dal dolore“Non ho motivo di tornare qui se non mi vuoi più”“Ma io ti voglio”“Non è vero, altrimenti non mi avresti lasciato duevolte di seguito. Tu pensi di amarmi, ma non ècosì. Non mi hai nemmeno detto che hai spedito ladomanda per Yale e che te ne andrai inConnecticut”

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“Brian” lo stringo forte “mi dispiace, sono statauna stupida…” lo sento staccarsi da me, lo guardoe vedo che anche lui sta piangendo, gli asciugouna lacrima con il palmo della mano, la prendenella sua e vi appoggia la guancia contro, alza latesta e mi da un bacio sulla fronte “Ti amerò persempre Jewel” comincia a camminare per usciredal vicolo. Rimango impalata a guardarloandarsene. Quando la nonna mi raggiunge piangotra le sue braccia. Lei mi coccola passandomi unamano tra i capelli, rimaniamo ferme così, in piedi,finché non riesco a calmarmi “Andiamo a casa”sussurra accompagnandomi per mano verso l'auto.E' notte fonda ormai, è da ore che sono sdraiata aletto a guardare la foto di me e Brian che abbiamofatto prima di andare alla festa e che la nonna haappeso a mia insaputa sul tabellone di sughero.“Songs for Jewel” sta passando “Last Goodbye”di Jeff Buckley, per l'ennesima volta da quandosono rientrata in casa, dopo aver gettato la testasul cuscino e aver urlato fino a rimanere senza

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voce.Quando l'ho acceso, era pomeriggio.

CAPITOLO 29“Jared non entrare” la voce attutita della nonna mifa aprire gli occhi“Voglio vederla”“La vedrai fra poco, andiamo”“Ormai è mezzogiorno” protesta lui,evidentemente molto poco intenzionato a seguirla“Jared ti prego” me l'immagino sbarrare gli occhicome fa lei quando non ammette replicheLi sento scendere le scale.Sono a pancia in giù con la testa sprofondata nelcuscino, sento la voce di Brittany, è appena scesadall'auto. Decido di alzarmi, appoggio i piedi sulpavimento in parquet e vedo delle frecce gialleformare una striscia in direzione del muro difronte al letto, giro lentamente la testa.OH MIO DIO!Il tabellone di sughero non c'è più. Al suo posto èappeso un quadro con delle foto che mi ritraggono,

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sono tutte in bianco e nero.Rimango a fissarlo ma in realtà non lo guardo.“E' stato qui” esclamo portandomi le mani allabocca. Scendo di corsa in cucina, ci sono tutti:Gus, Brenda, Brittany, Marna, la nonna, Stanlio eOllio e Jared, c'è anche Elizabeth.“E' stato qui?” chiedo ansimando dall'agitazione“E' stato qui? Qualcuno mi risponda!!!” urlo“E' venuto stamattina presto” risponde la nonna.Senza pensarci prendo le chiavi dell'auto di Gusappoggiate al tavolino d'ingresso ed esco scalza ein pigiama. Corro verso la macchina, mi siedo el'accendo “Jewel” urla mio padre dalla veranda,ma non so come, per la prima volta l'auto nonmuore e sono già in strada.Lascio la portiera aperta e corro verso la verandadella casa di Brian “Brian, Brian” urlo disperata,non mi è nemmeno venuto in mente di chiedere adElizabeth a che ora sarebbe partito “Brian!”, lochiamo ancora e ancora. Distrutta dal dolore tornoall'auto e mi dispero appoggiando la fronte al

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volante.Torno a casa.Quando entro salgo in camera, mi cambio, mi lavoil viso e mi pettino i capelli con Brittany che mista seguendo come un cagnolino “E' andato via J”mi dice prima che esca. Annuisco soltanto, non hopiù fiato neanche per parlare.“Ti raggiungo” le dico in un sussurro e miavvicino al quadro. Queste foto sono state scattatetra l'inizio della scuola e oggi, dalle maniche corteche indosso nelle prime, l'ultima mi ritrae con unmaglione. Vorrei sapere davvero quando le abbiascattate, sono tutti primi piani, non riesco a capiredove sono. Certamente qualcuna è stata scattata ascuola, sono quasi sempre senza trucco e sorridospensierata.Mi viene un groppo in gola, d'istinto prendo iltelefono in mano e lo chiamo, risponde al terzosquillo “Ehi”“Te ne sei andato” non riesco a trattenermi escoppio in singhiozzi

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Lo sento sospirare“Tornerai?”Il suo silenzio mi uccide “Brian” dico il suo nometalmente piano che non credo sia riuscito asentirmi“Ok senti, è la conversazione più assurda cheabbia mai avuto” sospiro passandomi la manosulla guancia, piango da così tanto tempo che lapelle ormai brucia al contatto con le lacrime“Comunque grazie per il quadro, è bellissimo, e…” piango ancora più forte “avrei dovuto fare dipiù per te, per noi, non ho fatto niente e hairagione, sono una codarda. Lo sono stata con te,con Jared, con mio padre…mi manchi Brian,perché non mi hai svegliata? Che cavolo! Mi odioper avere un sonno tanto pesante” lo sentosorridere “Ti prego Brian dimmi qualcosa”“Devo andare” è l'unica cosa che mi dice prima diriattaccare, mi si ferma il cuore.Scaravento il cellulare addosso alla porta, Brittanyla apre spaventata, mi raggiunge e si siede con me

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per terra, non dice nulla e rimane a consolarmi.Sono seduta tra Brittany e Marna, papà e Gussono rispettivamente a capotavola, Jared ha insistoper starmi di fronte, mentre ai lati della nonnasiedono Stanlio ed Elizabeth, Ollio è vicino aJared, Roy non è venuto perché è casa con iparenti ma ci raggiungerà per la partita stasera, econ lui anche Jane, Cooper, Mark e la nuovaarrivata, Ester. E' una tradizione.Non ho toccato cibo per tutto il pranzo, non hoaperto bocca e quando Jared cercava di parlarmifacendomi semplici domande sulla scuola, glirispondevo fulminandolo con lo sguardo. Orapapà è in piedi con il tacchino davanti a lui per iltaglio.Applaudono quando estrae il coltello dall'animale,io bevo un sorso di coca allungata con il rum dallanonna. E' da quando abbiamo iniziato il pranzoche mi mantiene la sbornia.“Allora, Jewel, che pensi di fare finito il liceo?”Ollio mi porge questa innocua domanda e io

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sgancio la bomba: “Ho spedito la domanda diammissione a Yale” mi affretto a masticare unpezzetto di tacchino, le posate ricadono sui piattidella tavola, sono tutti a bocca aperta, tranne lamadre di Brian che sorride compiaciuta, e Brittanyche già lo sapeva.“Cosa?” mio padre non riesce a trattenere larabbia“Ho fatto domanda per Yale” rispondo“Quando?” Gus è in piedi e cammina avanti eindietro per la stanza“Prima delle vacanze”“Tu non ci vai a Yale, come pensi di pagarti glistudi?” Jared se ne esce con questa frase che mi fapartire l'embolo “Se non fosse perché dobbiamolavorare per mantenerti in un rehab cinque stelleper le tue bravate, non avrei problemi adandarci!!!” Jared si alza di scatto dalla sedia, vuoleandarsene ma io lo seguo. Mi fermo ai piedi dellascala e mi metto a urlare “Non scappare Jared,viene qui, sei troppo vigliacco per affrontarmi?”

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“No tu sei una vigliacca, ho chiamato tutti i giorniper parlarti, ma ti sei sempre fatta negare!”“Vuoi sapere perché? Io ti odio, è solo colpa tua senon posso andare all'università, è colpa tua se nonposso essere libera di farmi un futuro, non te nefrega un cazzo di guarire. Te ne stai tutto il giornorinchiuso a bighellonare raccontando quattrostronzate ai dottori mentre io non solo devostudiare, ma devo aiutare in garage per mandareavanti la baracca e mantenerti!”“E' questo Brian che ti ha ridotta così?”“Non lo nominare” ringhio“Ti sta fottendo il cervello”“Non dirlo! Sono anni che mi tengo dentro tuttoquesto, da quando è morta la mamma e facevipena a tutti! Povero Jared gli è morta la mamma,povero Jared non riesce a riprendersi, povero Jaredcompriamogli l'auto per tirargli su il morale,povero Jared è finito in carcere e si droga,mettiamolo in un rehab da ricconi. E io allora? Misono dovuta arrangiare perché nessuno aveva

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occhi per me”“Jewel adesso basta” papà mi prende un braccio elo stringe forte “Lasciami!” urlo“Quando pensavi di dirmi che vuoi andare aYale?”“Mi hai mai chiesto davvero cosa penso del fattoche vuoi sposare Marna? Ti è bastato sentirmimentire dicendoti che andava bene, per nonparlarne più. Mi avete messo tutti nella condizionedi accettare le vostre scelte. Tu e Marna, la nonnae Arthur, e anche Gus e Brenda. Nessuno hachiesto la mia opinione, avete agito tutti come sequello che penso io non conti niente e adesso soloperché ho fatto domanda per Yale siete contrari?Beh mi dispiace per voi, ma se dovesseroaccettarmi io me ne vado, accettalo anche tu!”“Smettila di insultare tutti quanti, non ne hai ildiritto”“E' perché non sono tua figlia?”La nonna lancia un urlo quando sente lo schiaffoche mio padre mi ha dato sul viso, la pelle mi

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brucia, mi porto una mano sulla guancia “Io esco”“No tu rimani qui, hai oltrepassato il limite!”Salgo le scale tenendo la mano sulla guancia,spingo Jared perché si tolga di mezzo e mi lasciandare in camera, mi seguono entrambi. Quandoentro vado nella cabina armadio e tiro fuori unagrande scatola dove tengo tutte le cose dellamamma.“Con questo ho messo da parte trentamiladollari,non ho bisogno del tuo aiuto per Yale”, appoggiocon veemenza il mio libro sulla scrivania e lilascio soli.Torno in cucina, una silenziosissima cucina!Non parla nessuno, probabilmente sono ancorascossi dalla sceneggiata. Infilo il cappotto,recupero la borsa e il cellulare ed esco chiamandoun taxi mentre cammino. Mi faccio venire aprendere al cimitero.Paul sta fumando una sigaretta fuori dal suolocale, quando mi vede scendere dal taxi spalancagli occhi “Ehi Jewel, che ci fai qui?” pago il

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tassista che sorride vedendo la cospicua manciache gli ho lasciato. Dopotutto è il Ringraziamentoe lui è a lavorare invece di stare con la famiglia“Posso entrare?”“Apriamo tra un'ora” si abbassa per guardaminegli occhi che tengo fissi sull'asfalto delmarciapiede “Ok, tesoro, vieni” mi mette unbraccio intorno al collo e mi accompagna dentro.E' deserto e mi rendo conto solo ora di quanto inrealtà sia grande e bello nonostante l'aria cupa chesi respira, ci sono pochissimi faretti accesi. Tinami saluta con un sorriso che lascia scomparire dalvolto appena mi avvicino al bancone e mirannicchio in un angolo sedendomi su unosgabello “Ciao Jewel”Borbotto un “Ciao”“Tutto bene?”“No” ho lo sguardo perso nel vuoto“Paul faccio una pausa” spina due birre e viene asedersi“Buon ringraziamento tesoro” fa tintinnare i

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boccali nonostante il mio sia ancora posato sulbancone“Va di merda?” chiede cercando di usare un tonospiritoso“Si”“Immaginavo! Appena ti ho vista ho capito cheera successo qualcosa. Vuoi parlarne?”Quelle ultime due parole mi fanno aprire gli arginiobbligandomi senza sforzo a raccontarle quelloche è appena successo a casa. Alla fine aggiungo:“Brian se n'è andato”.E' da quando ho iniziato a parlare che mi passauna mano sulla schiena, nel frattempo Paul ciaveva raggiunte.“Lo so” dice piano “E' stato qui ieri sera”.Spalanco gli occhi e lo guardo “Era distrutto, èuscito barcollando, non l'ho mai visto cosìsbronzo” tiene le braccia incrociate sul bancone, èpiegato “a novanta” con il mento appoggiato allemani “Non tornerà più”.Mi lascio cadere nell'abbraccio di Tina, ho i

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capelli appiccicati al viso e lei me li spostadelicatamente dietro un orecchio “Mi dispiacetesoro” mi da un bacio sulla testa e rimaniamotutti in silenzio.Dopo un'ora il bar è colmo di gente, tra pocoinizieranno le partite di football. Guardo lepersone e le vedo felici, brindano dandosi vigorosepacche sulle spalle. Paul e Tina hanno dovutolasciarmi sola per lavorare, li osservo e mi rendoconto di quanto sia impegnativo il lavoro dibarista. Non stanno fermi un secondo e hanno unamemoria micidiale. Oo non sarei capace diricordare nemmeno due ordinazionicontemporaneamente, loro servono i drink, anchese la birra va per la maggiore, e non sbagliano unservizio.Se dovessi davvero trasferirmi in Cunnecticutl'ultimo posto dove farò domanda di lavoro sarà inun bar!Quando iniziano le partite riescono ad avere unmomento di respiro, Paul esce a fumare e Tina

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viene vicino a me, mi alzo per farla sedere ariposare “Ti va un'altra birra?”“No, grazie, sono a stomaco vuoto ed è la terzache butto giù. Sono brilla a sufficienza”“Allora non t'incazzerai se ti dico che tuo padre èqui fuori che ti aspetta”“L'avete chiamato?”“L'ha chiamato Paul quando sei arrivata, ma gli hadetto di lasciarti qui per qualche ora. Avevibisogno di staccare la spina da tutta quella merda”Faccio una smorfia e mi avvicino al suo orecchio“Grazie” le dico e lei mi da un bacio sullaguancia, mi fa l'occhiolino quando la saluto peruscire“Jewel” appena mi vede, papà fa un balzo perstringermi in un abbraccio “Mi dispiace tesoro”alzo la testa e…sta piangendo! Non possocrederci! Ho fatto piangere mio padre!“Scusami papà”Mi mette le mani sulle spalle e si piegaleggermente per guardarmi “Tesoro no, sei tu che

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mi devi scusare, ho preso delle decisioni affrettatee ingiuste nei tuoi confronti. Ti vedo sempre comeuna bambina che va protetta, ma invece di tenertilontana dai problemi, ho peggiorato la situazione.Sono fiero di te e non dire mai più che non sei miafiglia, perché io ti ho sempre considerata cometale, come fossi sangue del mio sangue. Ti hoadorata appena ti ho vista. Eri bellissima Jewel,come lo sei ora”“Non voglio vederti soffrire così ma non pensaremai, neanche per un secondo, che abbia preferitoJared a te. Lui è come tua madre, è debole e silascia trasportare dalla corrente, per questo gli hopermesso certe cose, perché pensavo che fosserosufficienti a scacciare il dolore invece guardadov'è finito. Tu non sei come lui, sei forte edeterminata, altrimenti non avresti pubblicato unlibro tutto da sola. Voglio bene a entrambi, ma luiha bisogno di noi”“E' venuto a cercati ovunque appena te ne seiandata. Era preoccupato di non trovati. Ha

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perlustrato tutti gli angoli del paese. Ti adoraJewel, chiede di te ogni giorno. Si tiene informatosulla tua vita, sulla scuola, sugli amici, sui ragazziche ti girano attorno e vorrebbe spaccare la testa aBrian”Soffoco un sorriso. Non pensavo che tenesse cosìtanto a me!“Lo so che non lo odi tesoro. Ha promesso che sirimetterà in sesto per evitare di farmi spenderesoldi per lui e risparmiare per mandarti a Yale,tornerà a casa appena starà meglio e lavorerà algarage”“Non voglio che rinunci agli studi”“Non ci tiene come ci tieni tu”“Jewel” sento Jared alle mie spalle “Vieni quipiccoletta” mi volto e lo vedo aspettarmi a bracciaaperte, gli corro incontro e gli salto in bracciostringendolo forte. Finalmente sorrido ed è unsorriso sincero. Ho permesso che tutto quello chemi ha perseguitato per anni uscisse fuori: hopianto, ho urlato e ho detto a mio padre e Jared la

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verità che finora non ho mai avuto il coraggio diammettere.

CAPITOLO 30

Quando torniamo a casa con la Mini di miofratello, troviamo la nonna e Gus seduti suldondolo ad aspettarci.Mentre scendo dall'auto Gus mi viene incontropuntando un dito verso di me “Bocconcino non hopianto nemmeno quando è morta mia madre per teho versato delle lacrime, hai capito? Ti convienefarti ammettere a Yale signorina” mi stritola in unabbraccio soffocante “Ti voglio bene tesoro” midice con il mento appoggiato alla testa.“Ti voglio bene anch'io Gus” si scogliedall'abbraccio e torna in casa, la nonna ci haraggiunti, papà segue Gus mentre Jared si fermavicino a me cingendomi la vita con un braccio,sembra quasi che abbia paura che gli sfugga.“Jewel, tesoro, mi dispiace” la nonna mi guarda e

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mi accorgo che ha gli occhi gonfi “Hai pianto?” ledico prendendole una mano “Certo che no!”risponde, io e Jared ci mettiamo a ridere. Non loammetterebbe mai!“Puoi entrare un momento?” chiede rivolta a miofratello“No, non la lascio”“Un momento soltanto, te la riporto subito”“Ok” ma non è affatto contento. Mi da un baciofra i capelli e s'incammina per tornare araggiungere gli altri e guardare la partita“Sentirti dire quelle cose mi ha fatto male” sospirasenza guardarmi in faccia “Ma hai ragione,abbiamo seguito di più Jared”“Non fa niente nonna, è solo che ormai non ce lafacevo più, si sono accumulate un sacco di cosetutte insieme e sono letteralmente scoppiata”“Sfogarsi aiuta”“Già”“Brian mi ha detto di dirti che” fa una pausa “nontornerà” il suo è poco più di un sussurro

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“L'ho capito nonna, oggi l'ho chiamato e lui eracon…” devo fare un bel respiro “era con lei. L'hocapito da sola, ed è li che deve rimanere. E' finita,davvero. Mi sono presa la libertà di lasciarlo unpaio di volte perché sapevo che in realtà lui eraqui, ma ora che non c'è più…mi sento vuota, mimanca e non posso fare niente per farlo tornare”“Vuoi che finisca davvero?”“E' già finita! Credo abbia gettato la spugnaquando gli ho detto della mia domanda per Yale.Non ho fatto niente per noi, sono stata egoistapensando che mi avrebbe rincorsa in eterno, manon l'ha fatto e non posso che dargli ragione”“Sta soffrendo Jewel” mi volto e vedo Elizabethdietro di me“Da dove arrivi?” le chiedo sorpresa di trovarlanel mio giardino “Ero andata a casa un momento ariposare”“Mi dispiace per oggi, ho agito inconsciamente evi ho rovinato la festa”“Ehi non preoccuparti di questo, Evelyn mi ha già

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invitata per Capodanno” mi fa l'occhietto “Hochiamato Brian quando sono andata a casa”“Come sta?”“Sta male Jewel, state tutti e due male”“Cosa devo fare?” m'inginocchio e le metto lemani in grembo, lei le stringe forte “Niente Jewel,non devi fare niente. Se ha deciso che non tornerà,non lo farà. Ha pianto tutta la notte tra le miebraccia, non l'ho mai visto così disperato e non èper quello che gli aspetta, è per te. Ti ama piùdella sua vita”“Sarebbe fiero di te se ti avesse vista oggi. Miaveva raccontato tutto e cercava il modo dispingerti a sfogare la rabbia che avevi dentro, perquesto alle volte ti punzecchiava”Sorrido amaramente al ricordo dei momenti cheabbiamo trascorso insieme “Posso chiederti unacosa Elizabeth? Non vorrei sembrarti patetica ma,non vorrei smettere di vederti. Capisco che sia unasituazione strana da gestire ma…”“Va bene tesoro, sarò più che felice di essere tua

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amica”“Ok” le sorrido“Devi smetterla di darmi ordini!”.Sono seduta in auto nel lato guida con Jared difianco a me che mi ripete per la miliardesima voltacosa dovrò fare quando saremo in strada. Nonsiamo ancora partiti! Jake e la nonna ci osservanodal marciapiede ridendo.“Sto solo cercando di aiutarti, non voglio morire!”“Ehi è stata tua l'idea d'insegnarmi a guidare!Guarda che sono capace!”“E' per questo che dovrai ripetere l'esame per laquinta volta?”Gli mostro il dito medio e sgommo partendo“Jewel!” urlaMi giro a guardarlo quando ci fermiamo al primosemaforo “Smettila di strillare!” gli dico. Non faaltro da quando ho iniziato a guidare“Sei una pazza!”“Me l'ha detto anche Gus!” rispondo connonchalance mentre saluto con la mano la sig.ra

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May che sta attraversando le strisce pedonali conil cane al guinzaglio. Quell'animale è orrendo!Sento la macchina dietro di me suonare il clacson,non mi sono accorta che è scattato il verde“Oddio” mormora Jared passando una mano sulviso, esasperato.“Se posso” gli dico scalando la marcia “Brian miha portato a fare una guida e distraendomifacendomi parlare, mi ha fatto fare un parcheggioa S senza problemi”“Quel Brian ti ha fatto guidare la sua auto?”chiede sorpreso“Ha la Porsche di Dylan” alzo le sopracciglia unpaio di volte per fargli rodere lo stomaco d'invidia.Si rannicchia sul sedile e incrocia le braccia alpetto “Avanti, allora, raccontami di questo Brian,vediamo se così ti metterai a guidare come sideve”“Somiglia a Colton Haynes” gli dico entusiasta“Il lucertolone di Teen Wolf?” chiede poi scoppiaa ridere. Lo trafiggo con un'occhiata.

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“Scusa scusa” mi dice portandosi una mano sullapancia“Pensavo che in rehab guardassi roba tipo:“Qualcuno volò sul nido del Cuculo”. Sai roba damatti!” lo prendo in giro“Ah ah” scimmiotta e io continuo con il mioracconto.Arriviamo a casa dopo un'ora e mezza e quandoparcheggio si allunga a darmi un bacio sullaguancia prima di sganciare la cintura di sicurezza“Sei stata brava mocciosa! E tanto per chiarire: seistata coraggiosa a lasciarlo”“Allora perché sto così di merda?” sbuffotogliendo la chiave dalla macchina di mio padre“Perché lo ami”“Tu ce l'hai la ragazza?” non so niente di lui“No”“Perché no?”Mi guarda storcendo la testa di lato “Secondo teperché?”“Non saprei” alzo le spalle “Sei bellissimo! Quale

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ragazza non vorrebbe stare con te?“Sono chiuso in quel posto e non esco mai, c'èun'infermiera carina, ma…” scrolla la testa“meglio evitare”“Se non fossi mio fratello ci proverei con te.Sembri Adam Levine, tatuaggi compresi!” glifaccio l'occhiolino “Ora che ci penso! Noi siamofratellastri! Credi che commetteremmo unincesto?”“Jewel!” urla e va verso il garage“Jared ti amo, sei l'uomo della mia vita” scherzoscendendo dall'auto“Si può sapere che succede?” Brittany e Jane miguardano allucinate mentre osservano quelloschianto di mio fratello superarle a testa bassa“Ci sto provando con lui. Ci credete che non ha laragazza?” spalancano gli occhi per corrergliincontro “Jared, Jared” lo chiamano e glidichiarano il loro amore“Sei una strega” mi urla andando a nascondersinel bagno del garage.

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“Jewel” sento la nonna chiamarmi dalla veranda“Che c'è?”“Ti vogliono al telefono”Saltello fino in casa e prendo in mano il telefono“Pronto” il mio tono è allegro“Ehi”Cazzo! Mi si forma una voragine nella stomaco!Non lo sento e non lo vedo da una settimana. Ilricordo di lui è ancora nitido ma Jared e i mieiamici stanno cercando in tutti i modi di nonfarmici pensare “Ciao” mormoro“Mi manchi”Mi viene la pelle d'oca, deglutisco un paio di volte“Tornerai?” gli chiedo speranzosa“No”“Perché mi hai chiamata?”“Avevo bisogno di sentire la tua voce” stringoforte gli occhi e le labbra.Rimaniamo a lungo in silenzio, sento il suorespiro dal ricevitore “Jared mi porta a fare leguide” gli dico quando non ne posso più di sentire

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solo il suo respiro“E' bravo?”“E' una palla al piede!” lo immagino sorridere esorrido anch'io“Devo andare”“NO!”“Ti amo Jewel”“Brian!!!” urlo il suo nome, ma non sento piùnulla, ha riattaccato.Poso il ricevitore sul telefono, entro a testa bassain cucina dove la nonna sta preparando il pranzo.Ho invitato i miei amici perché dobbiamoorganizzarci per il Capodanno. Essere in tanti allevolte diventa un problema: ci si mette una vita adecidere di fare qualcosa che stia bene a tutti.Stiamo assistendo alla litigata n. 2 della giornata:Brittany e Jane stanno discutendo animatamenteper chi dovrà preparare il cenone.Io mi chiamo fuori da subito. Sono una frana incucina tranne quando devo preparare le melanzanealla parmigiana. La prima litigata coinvolgeva

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Roy, Jared e le ragazze, compresa Ester, che nonne vogliono sapere di andare alla festa a casa diBeth. Concordo!Ascolto passivamente le loro urla. I miei pensierisono tutti per Brian. Mi chiedo come sta, cosa stafacendo e come sta la bambina. Mi viene ungroppo in gola al pensiero che la chiamerà comeme.Alla fine si decide per cena da Brittany, compresi ivecchi, poi tutti da Paul. La nonna è arrivata nelbel mezzo della discussione e ha detto che volevaunirsi anche lei alla cena, di conseguenza hachiamato tutti i “grandi” a raccolta.

CAPITOLO 31Io e le mie amiche, compresa Ester, siamo al “50Cent” in cerca di qualcosa di carino da indossareper Capodanno. Non ho ancora trovato niente chemi convinca, mentre le altre sono stipate neicamerini con un sacco di abiti da provare.“Ciao J”Oh Signore ma questa ragazza è un incubo!

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“Beth”“Come stai passando le vacanze?”“Fino a quando non ti ho incontrata,meravigliosamente”“Volevo parlarti di Brian” tengo in mano unagruccia con appeso un vestito nero fin sopra alginocchio e degli strass veramente fighi sullespalle “Non parlo con te di certe cose” le rispondostringendo la gruccia talmente forte che le nocchedelle mani sbiancano“Quel giorno fuori dalla profumeria ci siamoincontrati per caso. Mi sono accorta che ti ha vistae gli ho proposto quella messinscena per fartiingelosire” le lancio addosso il vestito assiemealla gruccia “Cosaaa?”“Pensavo che così saresti tornata da lui!”“Vattene Beth”“Te lo giuro ero in buona fede”“Che succede?” Jane è uscita dal camerino e ci haraggiunte “Di a questa stronza di andarsene primache la prenda a calci in culo” sono una tale

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sboccata, ma quando sono arrabbiata non miferma nessuno“Sparisci troia”.Ok, le amiche me lo so proprio scegliere bene!“No, non me ne vado se prima Jewel non mi avràascoltata”Alzo gli occhi al cielo e mi metto a guardarla“Jane rimane qui per favore” torno a fissare Beth“Se per caso dici qualcosa che mi fa incazzare,voglio che m'impedisca di staccarti la testa dalcollo”Sta tremando “Ok”“Allora?” Jane la incalza con tono intimidatorio“Te l'ho detto, ci siamo visti per caso, o megliol'ho visto io, perché lui era fermo a fissare lavetrina. Quando mi sono avvicinata a lui mi sonoaccorta che ti stava guardando come fossiqualcosa di prezioso, aveva un luccichio negliocchi che mi ha fatto venire la pelle d'oca.Inizialmente l'ho salutato e, si insomma, gli hodetto che se ti faceva ingelosire ero sicura che

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saresti tornata da lui, furibonda magari, mal'avresti fatto. Si è fidato e appena ci siamo accortiche ci hai visti mi ha presa per mano e io sonostata al gioco. Stronza per stronza tanto valeva chetu mi odiassi del tutto!”“Ti stai redendo?!” non riesco a trattenere l'aciditànella domanda “Perché dovrei crederti?”“Perché non pensavo che sarebbe andata a finirecosì! Mi sento in colpa, davvero. Comunque seil'unica ragazza che conosco che manda a puttanetutto con uno come lui!”“Puttane non è il termine esatto, troie è piùappropriato” Brittany lo dice sistemando la catastadi abiti che ha scelto piegandoli sul braccio, Janeed Ester ridono, io cerco di trattenermi “Ok Beth,senti…” sospiro per prepararmi a dire una cosache forse non sentirà mai più uscire dalla miabocca “Grazie, comunque”“Mi perdoni, per tutto?”“No non ti perdono per niente!”“Jewel ti pregooo” piagnucola

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“Implori perdono dopo tutto quello che haicombinato?” mi avvicino e le tolgo di mano ilvestito che le ho lanciato poco prima “Lo staisgualcendo e io lo devo comperare!” Cerco dilisciarlo con una mano. “Dopo tutto quello che mihai fatto passare pensi che ti perdonerei? Beh te lopuoi scordare”“Che succede qui?” Jared ci raggiungepreoccupato, evidentemente dal mio sguardo hacapito che qualcosa non vaBeth lo guarda imbambolata “Ciao Jared”“Stai disturbando J?” le chiede fulminandolaNon gli risponde, è veramente terrorizzata.“Non succede niente Jared, andiamo via” leragazze seguono me e mio fratello alla cassa,Stella ci sta aspettando “Dovresti darti unacalmata J, mi spaventi le clienti” sorride e capiscoche sta scherzando.Pago il mio vestito e aspetto pazientemente che lemie amiche finiscano di pagare i loro acquisti.“Avete comprato il negozio?” Jared sbotta quando

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è il turno di Brittany, ed è l'ultima della fila“Non rompere!” Jane gli da una pacca sul petto“Ehi, ma se d'acciaio, fa vedere!!!” ovviamenteMr. Narciso non si fa pregare e alza la maglietta“Wow, ma cosa sei? Il David diMichelangelo???!!!”Brittany lo guarda di sbieco appoggiata al bancone“Un altro tatuaggio?”Mi metto davanti al suo petto e osservo il L'uomoVitruviano disegnato poco sopra il capezzolosinistro “Nuovo! Me l'ha regalato papà!”“Cosa? Senti, prima di andartene devi portarmi daHoward a farmene uno”“J” capisco che non è d'accordo“Ti pregooo” comincio a piagnucolare, è una cosache l'ha sempre mandato in bestia “Ok, smettila!Domani andiamo a prenotarlo”Gli getto le braccia al collo e gli riempio laguancia di baci “No dobbiamo andarci subito!”Alza gli occhi al cielo e sorridem“Va benepiccoletta”

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Ci mettiamo tutte quante a, sto facendo i saltidalla gioia, prendo mio fratello sotto braccio eraggiungiamo l'A4 di papà “Dai Jared, fallaguidare” scherza Ester.La guardo allucinata, non l'avrà detto davvero!“OK” risponde lui con un'alzata di spalle“Non posso guidare Jared”“Scherzavo!” chiude il bagagliaio “Non hointenzione di salire un'altra volta su un'auto con tealla guida” si mette a ridere “Non guardarmi cosìJ, dai ti porto da Howard!”“Non ci credo che lo stai per fare davvero!!!”Brittany mi strattona il braccio mentre sonosdraiata sul lettino nello studio di Howard, avevaun'ora libera e ha deciso di farmi il tatuaggioadesso - non ci credo, secondo me l'ha fattoapposta, comunque chissenefrega tra poco avrò untatuaggio! -.“Mi fai venire l'ansia Brit!” mi massacro il pollicea forza di mordicchiarlo dalla tensione“Tu sei pazza, lì fa un male cane!!!” Jared è al mio

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fianco a braccia incrociate “Pronta?” il tatuatoresiede sullo sgabello, indossa guanti neri di latticee prende in mano lo strumento per iniziare lascritta“Insomma…è vero che fa male?”Si mette a ridere “Un po'”“Howard, dimmi la verità!”“Si d'accordo fa male, ma poi passa”“Ah beh allora!” borbotto “Forza comincia primache ci ripensi”Sento il suono dello strumento e stringo con forzala mano di Jared ancora prima di avere l'ago sottola pelle del tricipite interno.“Posso avere da bere?” siamo a metà del tatuaggioe mi sento svenire.Le mie amiche sono preoccupate e Jared continuaa dirmi “Va tutto bene, va tutto bene, va tuttobene” intanto mi passa un bicchiere pieno diacqua“Le sarebbe stato più utile qualcosa di forte, unJim Beam, magari” Howard se la ride mentre sono

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ancora sotto i ferri“Va tutto bene J” ripete mio fratello“Jared non sto partorendo!” sbotto “Sta zitto!”Dopo un tempo che mi sembra un'eternità,Howard posa lo strumento e si toglie i guanti“Finito!”Brittany prende uno specchio appoggiato ad unoscaffale, rigorosamente d'acciaio, e lo posa davantial tatuaggio perché riesca a vederlo. Mi fa cosìmale che non ho nemmeno la forza di muovere unmuscolo per alzarmi in piedi e mettermi davanti algrande specchio a parete.“E' meglio Jeff” legge Jane “Che diavolosignifica?”“E' una lunga storia” le dico cacciando indietro lelacrime che spingono rabbiose per solcarmi leguance“Tra un paio d'ore potrai togliere la bendatura” midice Howard passandomi una mano sui capelli“Grazie”“Ti raggiungo” Jared lo segue all'ingresso dello

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studio per pagare, mentre io mi rimetto ilmaglione e il cappotto“E' per Brian?” Ester me lo chiede a bassa voceper paura che senta mio fratello“Si”Nessuno dice niente.“Pensavo che mi avreste tempestata d'insulti”esclamo uscendo dallo studio“Ne avrei talmente tanti che non so qualescegliere, per questo non ti ho detto niente” cimettiamo a ridere guardando Brittany prendereJared sotto braccio “Tua sorella non è normale”“Non lo è nessuno di noi Brittany, neanche tu” leda un buffetto sul naso“Tra i presenti sono la più sana di tutti quanti,fidati!”

CAPITOLO 32

Siamo seduti a tavola con la famiglia, ormai c'homesso dentro anche Gus e Marna, quando Jared

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mi stringe il ginocchio e mi alzo in piedi “Ho unasorpresa!” esclamo sorridente“E' arrivata la risposta da Yale?” Gus è in ansiada quando gliel'ho detto al Ringraziamento, il chemi fa alzare gli occhi al cielo “No Gus,arriveranno a primavera”Mi tolgo il maglione e alzo la maglietta togliendola benda per mostrare il tatuaggio “Ti sei fattamarchiare?”La domanda della nonna mi spiazza: se ha unnipote e un genero stracolmi di tatuaggi, perché ilmio la scandalizza?“Nonna, non sono una mucca!”“Ehm, non capisco il significato” mio padre loguarda con la testa piegata di lato.Non avevo dubbi, ma questa volta devo dargliragione!“Beh io dei tuoi non ci capisco un accidente”Marna gli da una sberla sul braccio e gli fa cennodi rimettersi composto“Voglio un tatuaggio anch'io” la nonna si alza e si

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mette al mio fianco per guardare meglio la scritta“Ti ha fatto male?”“E' quasi svenuta” ride Jared, gli do una sberla intesta “Non ridere, dovevate vederlo: va tutto bene,va tutto bene, l'avrà ripetuto centinaia di volte.Non so come hai fatto a riempirti di disegni sesolo a guardarmi te la facevi sotto”“Non volevo ti facesse male”“Ooooohhh, che carino” lo stringo in un abbraccioLa nonna esce dalla cucina e dopo un po' la sentoparlare al telefono “Si Howard ciao, sono Evelyn”Pausa“Voglio venire a farmi un tatuaggio”Pausa“Vorresti dire che sono vecchia?!!!” grida acidaSi alza un boato di risa in cucina “Howard!” lasentiamo urlare “Perfetto a domani”“Ti farà il tatuaggio domani?” le chiede papàincredulo“Certo”“Ma io devo aspettare mesi per averne uno! Dovrò

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fargli un discorsetto”Passiamo il resto della serata a consigliare lanonna sul disegno da tatuarsi, ha già deciso che lovuole sulla caviglia ma non ha le idee chiare sulsoggetto, vorrebbe anche una scritta ma èveramente indecisa il che non è da lei. I maschicercano di dissuaderla dalla scelta del postoperché dicono che sia “da pivelli”. Io e Marna cispostiamo in salotto a guardare “Dirty Dancing”per l'ennesima volta.E' arrivato il Capodanno. Siamo seduti a tavola acasa di Brittany e tra poco inizieremo a mangiare.Siamo gli stessi del Ringraziamento, ma stavoltaci sono anche i miei amici, che di solito vengono acasa mia soltanto nel tardo pomeriggio.“Come stai Jewel?” Elizabeth indossa deipantaloni neri e una maglia piena di strass, degliorecchini rossi piuttosto appariscenti ches'intravedono dalla chioma color mogano. E' bellacome Brian.“Bene” le rispondo e dopo molto tempo mi rendo

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conto che è la verità“Sono contenta” mi stringe la mano“Come sta Brian?” è la prima volta che glielochiedo da quand'è partito“Bene” deglutisce e capisco che c'è qualcosa nonva“Che succede?”“Ha lasciato gli studi e adesso lavora al garage diun amico a Miami” dice con voce strozzata“Non prenderà il diploma?” chiedo ansiosa“No”Esco sulla veranda con il cellulare in mano e lochiamo “Ehi”“Non prenderai il diploma?” sono così arrabbiata“Ciao piccola”“Piccola un corno! Ripeto: non prenderai ildiploma? Brian,vengo a Miami e ti riempio disberle”“Lo vorrei tanto piccola”“Sii serio”“Non ci riesco, mi fai ridere!”

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“Come stai?”Sospira prima di rispondermi “Bene”“Stai mentendo”Lo sento deglutire, il che non è un buon segno.“Ho un tatuaggio!” fingo allegria per alleviare ildiscorso“Davvero?”“Si”“Dove?”“All'interno del tricipite”“Ahiaaaa, lì fa male! Sei stata coraggiosa”“Sono quasi svenuta” lo sento ridere e loimmagino gettare la testa all'indietro “Stai ridendodi me?”“No piccola è solo che non si sviene per untatuaggio”“Ok, ti saluto”“No” urla ridendo“Sto scherzando” mi schiarisco la voce “Davvero,come va?”“La bambina sta bene e questo è l'importante”

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“La gravida lì, è ingrassata?” ci mettiamo a rideretutti e due come gli scemi “Ha le caviglie gonfie”ammette tra uno sghignazzo e l'altro“E il sedere ce l'ha grosso?”“No”“AH!” Ci penso un attimo senza riuscire atrattenermi “Ma è più grosso o più piccolo delmio?”“Tu non sei incinta!”“E allora?”“Non vale, stai barando”“Già la difendi?”“Lei ha il fisico di una incinta, non si fannoparagoni”“Mmmmhhh…sono stata stronza?”“No”“Stasera cosa fai?”Impiega un po' a rispondermi “Vado a cena daBrittany e poi al bar di Paul”Mi sento mancare! Penso di essere diventatabianca come il latte!

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“Dove sei?” scendo la veranda con mani tremanti“Dove sei Brian?” mi guardo intorno ma nonriesco a vederlo.Non mi risponde.“Do-dove sei?”Sento delle mani cingermi la vita, le guardo escoppio in singhiozzi quando capisco che sono lesue.Lascio cadere il cellulare sul prato “Sono qui”sussurra stringendomi forte, mi giro a guardarlo.E' bellissimo come sempre, ma il suo viso è triste,le borse sotto gli occhi. E' stanco. Non l'ho maivisto così. Lo accarezzo con una mano dovedeposita un bacio “Sono qui” ripete e mi stringeforte, gli metto le braccia al collo e inspiro il suobuonissimo profumo“Mi hai fatto rovinare il trucco” gli sento il pettovibrare, il suo sorriso sul collo “Sei stata tu achiamarmi”Adesso ci guardiamo negli occhi e lui mi toglie lelacrime dalle guance con entrambi i pollici.

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“Saresti dovuta venire ad aprirmi la porta”Gli do una pacca sul petto “Volevi farmischiattare?!”“Due minuti con te e già sorrido”“Vuoi dire che sono comica?”“No, voglio dire che mi riempi di gioia”s'incupisce, un'ombra gli passa sul viso prima didirmi “Me lo dai un bacio adesso?”Ci baciamo in mezzo al prato. Fa freddo ma ilcalore del nostro bacio mi basta per non sentirlo“Ti amo piccola” appoggio la fronte al suo collo emi crogiolo nel suo abbraccio “Tua madre èun'attrice consumata”“Lo so”“Ti amo anch'io”“Ehi volete entrare o prendervi un malanno?”Brittany ci chiama dalla veranda “Non voglioentrare” gli dico stringendolo forte“Neanche io”“Vi prendo a calci in culo se non vi muovete,stiamo morendo di fame!”

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“Forse è meglio andare”“Ok” sospiro “Uaaahh” lancio un urlo dallasorpresa “Brian cosa fai?”Inspira sul mio collo “Non voglio lasciartineanche un momento” mi porta in casa tenendomiin braccio, quando entriamo i nostri amiciesultano di gioia. Mi posa a terra e mi da un baciosulla guancia prima di andare a salutare suamadre che lo aspetta a braccia aperte.Quando finiscono di salutarsi, si alza a fare il girodel tavolo, Jared lo sta studiando con le palpebresocchiuse “Ciao” gli dice con disprezzo senzaalzarsi, la nonna gli da un ceffone sul braccio“Alzati Jared”Obbedisce sbuffando e allunga la mano “Se lespezzi il cuore vengo a ucciderti”“Ok” risponde Brian“Trattala bene”“Lo farò”Tiro un sospiro di sollievo, ho capito che tuttosommato si piacciono a vicenda, meno male!

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Sento lo sguardo di mio padre fisso su di me daquando siamo entrati in casa, vado verso di lui“Grazie” gli dico nell'orecchio.E' lui l'artefice di questa sorpresa!“Finalmente!” sorride e mi abbraccia.La cena trascorre serena, io rimango seduta inbraccio a Brian per tutto il tempo mangiandoaddirittura dallo stesso piatto. Non riesco astaccarmi da lui. Quando non ho le maniimpegnate per mangiare lo abbraccio e lo riempiodi baci sulla guancia, sulla fronte “Jewel secontinui così lo consumerai” Jared che è seduto infianco a noi non ne può più“Lasciali stare” ci difende mio padreQuando torno dal bagno, i posti a sedere sonocompletamente stravolti. Se prima eravamo seduti“a coppie”, ora siamo un gruppo di maschi controfemmine. Gli unici “asociali” sono Brian e suamadre. Gli passo accanto e do un bacio sulla testaal mio amore prima di raggiungere le donne.Chiacchierano del matrimonio di Marna e papà.

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Lui vorrebbe una cosa molto semplice e intima, leiha intenzione di coinvolgere tutto il paese con unacerimonia e una festa in pompa magna che vadaavanti per tutto il giorno.Mi schiero decisamente dalla parte di Marna!Adoro i matrimoni in grande stile!“Vorrei che voi quattro foste le mie damigelled'onore” Marna lo dice a me e le mie amiche,compresa Ester, con un luccichio negli occhidall'emozione“Siii” urlano in coro le altre, io mi alzo e vado adabbracciarla “Ok, ma gli abiti li scegliamo noi”“Oh Signore” si lamenta la nonna “vedrai chearriveranno ricoperte di strass” Ci raggiungeElizabeth “Non ne posso più di ascoltare discorsida maschi, non fanno altro che parlare di football”si lamenta“Ho un annuncio!” Gus si alza in piedi e prende inmano il boccale di birra, lo guardiamo prepararsi afare il discorso “Io e Brenda ci sposeremo inautunno!”

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Nella stanza regna il silenzio, siamo rimasti tuttisorpresi, per non dire sconvolti dalle sue parole.“Evvivaaaa” Brittany scatta in piedi applaudendofreneticamente. Ha fatto venire un colpo a tuttiquanti!La seguo a ruota e corro verso Gus per fargli lecongratulazioni, quando finisco di abbracciarlo miavvicino a Brenda “Fammi vedere l'anello” sonocosì curiosa!“Ehm, veramente non mi ha regalato l'anello”“Cosa?”Starnazza come una bambina “Mi ha regalato unaHarley!” urla e si mette a saltare sulla sedia.“Mamma ma tu non hai la patente per la moto!”“Che ci vuole? Andrò a prenderla!”“Si beh, se ti ci vorrà il tempo di J a prendere lapatente, fra due anni la moto sarà ancora nuova dizecca!”Guardo Jared a bocca aperta, mentre nella stanzascoppia di boato di risa “Sei un idiota!” mi stringein un abbraccio e io gli pizzico la schiena

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“Ahia!”“Sei un idiota!” ripeto e mi sposto verso Brian“L'hai sentito?” gli chiedo sedendomi in braccio“Entro l'anno riuscirai a prendere la patentepiccola”“Si lo credo anch'io, e poi ci sarai tu ad aiutarmicon le guide!”.Non appena pronuncio queste parole il sorriso cheha sul volto scompare, mi guarda con occhi cupi.“Cos'ho detto?” chiedo preoccupata“Niente piccola” mi mostra un sorriso tirato“Niente” si mette a guardare sua madre.

CAPITOLO 31Manca pochissimo a mezzanotte, siamo da Paul eTina. Il locale è affollato, a fatica riusciamo atrovare un angolino in fondo al bancone. Siamoarrivati da circa mezz'ora.“Hai visto Brian?” chiedo a Jane, togliefinalmente la bocca dalla cannuccia del suo gintonic. E' già al secondo.“Era fuori con i ragazzi” urla per sovrastare la

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musica“E' quasi ora” mi lamento, voglio che sia il primoa cui farò gli auguri di buon anno“Guarda” mi fa un cenno verso l'ingresso “stannotornando”“Ehi piccola” mi mette una mano sul fiancoappena si avvicina, e mi da un bacio dietrol'orecchio, mi viene la pelle d'oca “Meno male chesei arrivato in tempo, manca solo un minuto allamezzanotte” sono così eccitata!“5-4-3-2-1 AUGURIIII” nel locale scoppia unafesta, dal soffitto cadono stelle filanti colorate. Leurla sono incontenibili.Brian si avvicina al mio viso “Buon anno Jewel”nonostante mormori queste parole sulla mia boccariesco a sentirle “Buon anno” si avvicina e mibacia, un bacio lieve, che sfiora appena le labbra eche si riverbera in tutto il mio corpo. Vorrei nondover essere in un locale pubblico circondata dapersone!Io sorrido, ma lui no, forse qualcosa non va.

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Vorrei chiederglielo ma Jane e Brittany mi stannostrattonando per farmi gli auguri, passo i dieciminuti successivi a scambiare baci e abbracciaddirittura con estranei!Quando mi volto, Brian non c'è più. Lo cercopreoccupata alzandomi sulle punte dei piedi,allungo il collo più possibile, ma non riesco atrovarlo, ci sono troppe persone.D'un tratto le luci si spengono, si accendesolamente un piccolo faro ad illuminare Brianseduto su uno sgabello sul palco.“Fate passare prego” la nonna sta urlando per farsistrada mentre spinge la carrozzella di Elizabethper accompagnarla sotto il palco a guardare ilfiglio, lui le sorride. Quando nel locale non c'èaltro che silenzio, parte la musica.Alla seconda strofa di “Run” degli Snow Patrol,sono in lacrime.“Se ne va” dico piano a Brittany, ho il suo bracciointorno alla vitaEsco dal locale a spintoni quando lo sento cantare

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il ritornello. Fatico a respirare, devo portarmi unamano al petto pur sapendo che non servirà adalleviare il dolore lancinante che sto sentendo.“Jewel calmati” Brittany e Jane me lo ripetono incontinuazione. Mi rendo conto che la musica si èfermata e le persone stanno urlando.Roy ci raggiunge correndo, è spaventato a morte“Cazzo, Jared è salito sul palco e sta pestandoBrian…Oh Cristo!” si blocca quando mi vedevomitare sul marciapiede“Dobbiamo portarla a casa” Brittany mi stasorreggendo i capelli“Bel Capodanno del cazzo” sbotta Jane “Speroche Jared lo uccida! Vado a chiamare Cooper”Roy mi prende in braccio e mi porta verso la suaauto, ho la testa appoggiata al suo petto e tengo gliocchi chiusi. Mi gira talmente tanto la testa che hole vertigini.“Ho freddo”Mi stringe forte “Adesso ti porto a casa piccola J”mi da un bacio sulla testa, sento la portiera

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dell'auto aprirsi e Roy mi mette seduta.Durante il viaggio cerco di tenere gli occhi aperti,Brittany mi aiuta dandomi dei buffetti sulleguance quando si accorge che li sto per chiudere“Non devi chiudere gli occhi J, altrimenti staraimale” è seduta con me nel sedile posteriore“Giuro che se Jared non lo ammazza, lo farò ioappena saprò che ha rimesso piede a casa. Sonocosì arrabbiata con lui…è stata una sorpresatrovarlo stasera, ma cazzo, quel tipo non ha unminimo di buon senso! Lo lasci, ti tormenta. Lolasci di nuovo, ti tormenta un po' e sparisce!Adesso torna e sembra che tutto vada per ilmeglio! Quando l'ho visto sul palco credevo che ticantasse qualcosa di romantico, non so una cosacome: sono tornato, non ci lasceremo mai…” miaccarezza i capelli mentre si sfoga “Te lo giuro J,se non se andrà e tu tornerai con lui, io e teabbiamo chiuso! Guardati tesoro, guarda come tiha ridotta!”Continua a parlare e inveire contro Brian finché

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non siamo a casa, appena Roy parcheggia scendodall'auto e cammino verso la veranda.Lo stridere di gomme mi fa voltare la testa, Brianè arrivato, dietro di lui c'è Jared con la macchinadi papà.“Jewel” urla appena scende dall'auto, è senzagiacca, la camicia bianca è coperta di macchie disangue, ha il volto tumefatto “Jewel ti pregoascoltami” mi dice quando mi raggiunge sullaporta.“Non toccarla!” Jared sale i grandini e lo prendedalla camicia, lo spinge giù dalla veranda ecomincia a colpirlo ancora, Brian non reagisce.“Basta” urlo “Basta! Jared, fermati!” gli blocco ilbraccio, già pronto a colpire “Basta!” porta ilbraccio lungo il fianco, sta ansimando con gliocchi spalancati dalla rabbia “Vieni” gli dico. Lostringo alla vita per essere sicura che non torniindietro “Se vengo a sapere che ti avvicini ancoraa lei, giuro che ti ammazzo”.Entriamo con Brittany e Roy, lasciando Brian in

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giardino, ci togliamo i giubbotti appoggiandoli suldivano. Jared è seduto sul tavolo con le gambepenzoloni, cerco di rinfrescargli la mano gonfia ealleviargli il dolore con uno straccio pulito doveho messo del ghiaccio.“Lo ammezzerei” mi dice guardandomi drittonegli occhi, fa quasi paura. “Smettila” lorimprovero. Nel frattempo ci ha raggiunti il restodella combriccola.E' il peggior Capodanno della mia vita, ho lostomaco sotto sopra e il morale a pezzi.“E' ancora li” Brittany sistema la tenda dellacucina dove si è messa a fare da vedetta“Spero che congeli” Jared non riesce davvero atrattenersi“Ti ho detto di smetterla ancora mezz'ora fa”sbatto una mano sul tavolo arrabbiata“Lo difendi?”“Vado a dormire”“Oh cazzo, Jewel non ci credo, non dirmi che ti fapena”

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“Non provo più nulla Jared. Niente pena, nienterimorsi, niente di niente! Sono solo stanca e voglioandare a letto”Vorrei strappare i due biglietti di Brian daltabellone di sughero che ha appeso al posto delquadro con le mie foto, ma non ci riesco, tengosolamente la puntina stretta tra le dita e non ho laforza di staccarla. Abbasso la testa e mi dirigoverso la finestra, mi appoggio al davanzale escosto la tenda per guardare Brian. Non c'è più.Se n'è andato e io posso solo dare sfogo alla miarabbia rompendo tutto quello che mi viene sottomano scagliandolo al muro e sul pavimento.In realtà l'unica cosa che adesso mi sta lacerando èsapere che lui sia a casa da solo, disperato come losono io. Non può finire così tra noi!E' giusto che finisca. Sono stata la prima alasciarlo ma nonostante tutto ciò che c'è stato tranoi e quello che è successo questa sera, voglio unaddio che possiamo ricordare per sempre per poiricominciare senza di lui.

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Aspetto che i miei amici se ne siano andati, eJared sia andato a dormire, per uscire di soppiatto.Le luci della camera di Brian sono accese.Comincio a battere i pugni alla porta, ci vuole unpo' perché qualcuno venga ad aprire “Jewel”Elizabeth è stupita di vedermi io entro senzaaspettare il suo permesso.Vicino alla scala che porta al piano superiore cisono delle valigie e degli scatolini, capiscono chesono tutte cose di Brian, mi appoggio al corrimanoe salgo le scale di corsa.Busso alla porta aspettando che venga ad aprirmima non sentendo nulla, decido di entrare da sola.Sento lo stomaco contrarsi quando trovandoloseduto sul letto. E' di schiena. Si è tolto la camiciae la maglietta. A luci spente il suo corpo èilluminato solamente dal chiaro di luna e glitremano le spalle. Sta piangendo!Si asciuga una lacrima prima di alzarsi in piedi egirarsi verso la porta, appena mi vede si blocca.Incrocio le braccia sul petto e fisso il pavimento di

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marmo “Avresti dovuto dirmelo che era solo perstasera la tua visita”“Jewel, io…”“Ho visto le valigie e gli scatoloni, anche lorosono pronti a partire. So che la prima volta che tene sei andato non hai preso tutto, me l'ha detto tuamadre dopo la tua partenza. Da quanto seitornato? Non è possibile che tu abbia fatto tutto inun giorno e non è possibile che abbia fatto tuttolei!”“Sono qui da una settimana”Stringo forte gli occhi dal dolore di sentire quelleparole. E' qui da una settimana!“Non lo sapeva nessuno”“Perché non me l'hai detto?”“Perché non volevo che succedesse…tutto questo”“Allora perché sei venuto a casa di Brittany?”“Perché ero stanco di guardarti dall'altro lato dellastrada di fronte a casa tua. Perché ero stanco diseguirti da tua madre e doverti spiare. Ti hoseguita ovunque Jewel. Ho visto che ogni giorno

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che passava tu ricominciavi a sorridere e sapevoche se mi avessi visto quel sorriso di sarebbespento. Io non vado bene per te, hanno tuttiragione. Da quando mi conosci non fai altro chesoffrire, ma stasera non ce l'ho fatta, ho ceduto, eho sbagliato” le lacrime gli rigano le guance,vorrei tanto avvicinarmi per toglierle “Sapevo cheme ne sarei dovuto andare di nuovo, ma dovevodirti addio. Ho fatto quella cosa perché non avevoaltro …”“Fa l'amore con me” lo interrompoGli si ferma il respiro. Il suo corpo irrigidisce allamia richiesta, stringe le mani a pugno lungo ifianchi. Faccio un passo in avanti e mi metto inmezzo alla stanza “Ti prego Brian” lo supplicocon voce strozzata.Mi prende tra le braccia e mi bacia con passione.Sgretolo sotto il tocco delle sue mani. La sualingua freme per incontrare la mia, quando sitoccano, sento il corpo tremare.Mi sfila il vestito con foga. Sono in slip e

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reggiseno davanti a lui che mi osserva dalla testaai piedi, ma per la prima volta in vita mia non mivergogno di essere guardata, perché quello che mirivolge lui è uno sguardo di adorazione. Gli mettouna mano sul petto e la faccio scendere fino aipantaloni, gli slaccio il bottone e i jeans cadono aisuoi piedi, io mi tolgo in fretta gli stivaliscalciandoli da un lato, mi bacia di nuovo e miprende in braccio, incrocio le gambe ai suoifianchi e mi porta sul letto.Mi sistema al centro con la testa sul cuscino ementre ci baciamo, ansimanti, la sua mano iniziaad esplorare il mio corpo, dal collo scende sullaschiena. Emetto un gemito quando sento le suemani cercare il gancetto del reggiseno, inarco laschiena per aiutarlo, me lo sfila con calma,ricomincia a baciarmi, la sua mano è sul mioseno, scende sulla pacia, fino a stingermi il fianco“Brian” sussurro, inarco di nuovo la schiena echiudo gli occhi quando sento le sue manistringere i lati delle mie mutandine. Me le sfila

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piano, lo guardo togliersi i boxer, si posiziona trale mie gambe “Jewel” dice con voce spezzatamentre mi passa una mano sul viso e mi guardanegli occhi “Sei sicura?”“Mi fido di te”Entra lentamente, soffoco un gemito di dolore estringo forte le mani sulla schiena, esce poco e poiaffonda di nuovo dentro di me, chiudo gli occhi emi lascio andare “Jewel, guardami” li apro eincontro i suoi, le pupille dilatate e il viso tirato,sento l'orgasmo crescere, mi tendo sulle suebraccia e veniamo insieme.Brian è steso sopra di me, il viso appoggiato allamia spalla, gli accarezzo la schiena, il collo, icapelli sui quali deposito un bacio “Grazie”sussurro, lui alza la testa e mi guarda, non dicenulla e riprende a baciarmi.Si stende al mio fianco, mi rannicchio tra le suebraccia mettendogli una mano sul petto, il suocuore batte veloce come il mio.“Come stai?”

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“Bene” rispondo mettendogli un braccio intornoalla vita.Rimane in silenzio, con la testa appoggiata allamano, gli sfioro il tatuaggio sul fianco con le dita.S'irrigidisce non appena gli chiedo che cosarappresenta quell'uomo nudo con le parti intimecoperte da una specie di lenzuolo. Guarda al cielo,due grandi ali lo circondano.“E' un angelo” mi spiega “è il simbolo dell'amoree della protezione. L'ho fatto subito dopol'incidente di mia madre. E' per lei”“Che cosa c'è?” gli chiedo spaventata da comeosserva il mio tatuaggio“E' meglio Jeff” legge la scritta “Perché te lo seifatta tatuare?”“Perché dirmi che “E' meglio Jeff” è la prima cosache tu abbia fatto per me”Un luccichio negli occhi mi spinge a passargli unamano sul volto “Brian, dimmi qualcosa”Non dice nulla e riprende a baciarmi, mi fastendere sopra di lui, mi accarezza la schiena, e

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facciamo di nuovo l'amore.CAPITOLO 33

Mi sveglio in una luce fioca, mi alzo di scatto asedere e mi rendo conto di essere in camera diBrian. Dopo aver fatto l'amore per la secondavolta, mi sono addormentata tra le sue braccia.Alzo il piumino con cui mi ha coperta e osservo illenzuolo e mi mordo il labbro “Cazzo”.E' macchiato di sangue! L'imbarazzos'impadronisce di me. Cosa dirà sua madre? Mimetto le mani sul viso per la disperazione.Guardo alla mia sinistra, non c'è.“Brian?” lo chiamo, mi alzo in piedi con ilpiumino attorno al corpo nudo e vado verso ilbagno. Lo chiamo di nuovo ma non risponde.Vedo un biglietto piegato sulla scrivania con ilmio nome scritto in corsivo e lo apro:If you see her, say hello�She might be in Tangier�She left here last early spring�Is living there Ihear

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Say for me that I'm all right�Though things getkind of slow�She might think that I've forgotten her�Don't tellher it isn't soWe had a falling-out�Like lovers often will�Andto think of how she left that night�It still bringsme a chillAnd though our separation�It pierced me to theheart�She still lives inside of me�We've never beenapartIf you get close to her�Kiss her once for me�Ialways have respected her�For doing what shedid and getting freeOh, whatever makes her happy�I won't stand inthe way�Oh, the bitter taste still lingers on�Fromthe night I tried to make her stayI see a lot of people�As I make the rounds�And Ihear her name here and there�As I go from townto townAnd I've never gotten used to it�I've just learned

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to turn it off�Either I'm too sensitive�Or else I'mgetting softSundown yellow moon�I replay the past�I knowevery scene by heart�They all went by so fastIf she's passing back this way�I'm not that hard tofind�Tell her she can look me up�If she's got thetimeE' la canzone che abbiamo ascoltato insieme, e…E' meglio Jeff!Non importa dove saremo Jewel Morgan, il miocuore è tuo.Ti amerò per sempre.B.“Noooo” mi metto a urlare stringendo il foglionella mano.Tolgo furente il piumino dal mio corpo, mi rivestoin fretta e scendo le scale di corsa con il foglio inmano. Elizabeth è in soggiorno e guarda fuoridalla finestra mentre mi metto il cappotto “E'andato via vero?”Si gira lentamente a guardarmi, annuisce

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muovendo solamente la testa su e giù. Guardo afianco della scala, non c'è più nulla. Nientevaligie, niente scatoloni “Quand'è partito?”“Da circa due ore”Alzo le braccia in aria in segno di resa “Merda,merda, merda” cammino avanti e indietro perl'ingresso ripetendo questa parola all'infinito, miporto le mani sui fianchi e abbasso la testafissandomi gli stivali “Vado da mia madre”“D'accordo, buon anno tesoro”“Si proprio un buon anno di merda!” vado asalutarla con un bacio sulla guancia “Perché nonmi ha svegliata?” le chiedo inginocchiandomidavanti a lei, le poso la testa sulle gambe, quelgesto la lascia sorpresa“Non ce l'avrebbe fatta…”“E poi sono io la codarda” mi lamento, lei soffocaun sorriso“Sii forte Jewel ok?”“Non so se ce la faccio”“Devi farlo piccola mia, devi farlo per lui”

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Alzo la testa. I suoi occhi sono velati di lacrime.Capisco solo adesso che è rimasta da sola “Io cisono per te”“Lo so tesoro, lo so”Rimetto la testa sulle sue gambe, nonostante leginocchia implorino pietà, non riesco a togliermida quella posizione, ho bisogno di averla vicino, elei ha bisogno di me.“Che succederà adesso?” glielo chiedo mentresiamo sedute a tavola a far colazione, sono sedutaalla sua sinistra e intingo il cucchiaio nellascodella di yogurt e cereali che mi ha preparato.“La vita va avanti” risponde sorseggiando il suocaffè nero da una tazza color nocciola“Come l'hai presa, quando hai saputo di…”sventolo una mano in aria “si insomma, di quelloche è successo”“Parli del bambino o di suo padre?”Giusto! Avevo scordato quello che è accaduto consuo padre, quel bastardo “si è fatto” la suaragazza.

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“Beh, diciamo che il mio incidente e il fatto dirimanere paralizzata su questa cosa” continuabattendo i pugni sui braccioli della carrozzella “èstato meno doloroso. Io e suo padre avevamoproblemi da molto prima, è stata la goccia che hafatto traboccare il vaso. Ho capito subito che traBrian e Stacey c'erano dei problemi quandovenivano a trovarmi in ospedale. Non si parlavo,erano distanti, sembravano degli estranei manessuno mi diceva niente. Quando sono tornata acasa dall'ospedale Brian gli ha fatto confessaretutto, così abbiamo divorziato. Non ho capitoperché abbia compiuto quel gesto prima dilasciare Miami. Quando Stacey è venuta qui e gliha detto di essere incinta, è uscito di casa ed èstato in giro tutto il giorno. Quand'è tornato le hadetto che sarebbe tornato a Miami per il bambino,ma che tra loro non ci sarebbe stato niente. Si ètrasferito da Gavin, il suo migliore amico chelavora come barista in un locale. Gli ha trovatolavoro in un garage vicino casa. Conoscere te l'ha

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cambiato Jewel, era tornato di nuovo il mio Brian,sorridente, felice, pensarlo di nuovo a Miami,solo” la sua voce ormai è un sussurro, si porta unamano sulla fronte e scuote la testa “Non so cosasuccederà Jewel, ma lui non tornerà, perciò…” siferma un momento e mi guarda fissa negli occhi“dimenticalo Jewel, dimenticalo e basta. Goditi lavita tu che puoi. Vai alle feste, all'università, trovaun ragazzo a cui voler bene, anche se nessuno tiamerà mai come Brian”Le stringo forte la mano “Non so se riuscirò mai atrovare qualcuno come lui, ma cercherò di andareavanti”Sorride “Brava”Quando ho finito di sistemare la lavastoviglie,prendo la borsa e guardo il cellulare, hotrentacinque chiamate perse, tutte di papà e Jared“Oh merda” borbotto“Che succede?”Elizabeth è vicino a me, sta pulendo il ripianodella cucina con una spugna “Mio padre e Jared

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mi faranno il culo quando tornerò a casa, mihanno chiamata” le mostro il cellulare, quandolegge il numero di telefonate perse sul display fauna smorfia “Vuoi che ti accompagni?”Metto il cellulare nella borsa, e m'infilo il cappotto“No, ma grazie”Mi piego su di lei e le do un bacio sulla guancia“Se sarò ancora viva, ci vediamo presto ok?”“Lo so tesoro”Esco da casa di Brian a passo di marcia pronta perla battaglia. Più mi avvicino al mio quartiere, più ibattiti del mio cuore accelerano, non sono piùtanto sicura di poter affrontare quei due!A distanza di qualche metro li vedo seduti suldondolo a braccia incrociate, Jared si accorge dime e si alza in piedi, è già fermo sul marciapiedecon le mani infilate nelle tasche nei jeans quandoarrivo.“Dove sei stata?”Devio passando dal giardino per non rispondergli“Jewel!”

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Mio padre si mette davanti alla porta per nonlasciarmi passare “Dove sei stata?”Guardo la nonna dalla finestra, è seduta suldivano, alza il bicchiere di whisky per farmi gli“auguri” di certo non per l'anno nuovo,sicuramente per la mia incolumità!“Allora?” sono in mezzo a papà e Jared, che ora èalle mie spalle, alzo le braccia in aria, noncapiranno mai, tanto vale che mi arrenda “DaElizabeth”“Vuoi dire da Brian!” esclama mio padre con unsopracciglio alzato“E' la stessa cosa”“Non è la stessa cosa! Non credo che tu abbiapassato la notte con Elizabeth” mi arriva un pugnoallo stomaco, non riesco a rispondere“Jewel”“Si ok, sono stata da Brian, contento?”Cerco di superarlo per aprire la porta, ma miferma il braccio con una mano “Sei stata a lettocon lui?”

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I miei occhi si spalancano. Guardo la nonnaimitare il mio gesto e correre verso l'ingresso.Spalanca la porta e io colgo l'occasione di lasciarequei due ancora tramortiti dalla mia rispostaaffermativa non verbale, per filarmela in casa eproteggermi dietro di lei usandola come scudo.“Cazzo, Jewel!” Jared si mette a urlare entrando“L'avete fatto?”“Jared!” la nonna gli da una pacca sul braccioPapà entra sbattendo la porta e va in salotto aversarsi un bicchiere di whisky appoggiato allaconsolle di legno scuro. Non parla e scuote la testaappoggiato al mobile con una mano. Potrei giuraredi averlo sentito ringhiare mentre mi passavavicino.“Io lo uccido” il mio fratellone si passa entrambele mani nei capelli“Ti ha fatto male?”Oh Signore!Stringo forte la nonna con le mani appoggiate allasua vita “Papà!!!” mi si apre una voragine nello

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stomaco“Ti ha fatto male?” grida“No”“Impossibile!!!” Jared lo dice liquidando la miarisposta con un'alzata di spalleLo fulmino.“Dov'è?”“Smettila” finalmente la nonna interviene. Dov'èstata finora?“Dov'è?”“E' andato a Miami” appoggio la fronte sullaspalla della nonna che mi stringe le mani perdarmi conforto“Figlio di puttana”“Adesso basta” mi sposto e mi metto davanti aJared “Se n'è andato ok? E non tornerà più.Piangeva quando sono arrivata da lui, era distruttodal dolore, come lo ero io. Non ha fatto niente dimale, gli ho chiesto io di ….”Smetto di parlare quando sento qualcosa andare infrantumi, mi giro verso mio padre. Il bicchiere non

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è più nella sua mano, lo ha scagliato contro ilmuro, sul quale ora cola quello che rimaneva diwhisky. E' rosso in volto dalla rabbia, la schienadritta, i muscoli così tesi che riesco a vederglipersino le vene delle braccia gonfiarsi.“Jake” lo chiama la nonna, lui non risponde, sigira e senza guardare nessuno prende le chiavidell'auto dal tavolino d'ingresso ed esce sbattendoforte la porta.“Un gran Capodanno di merda!” mormora Jaredsalendo le scale per andare in camera sua“Preparo un caffè” dice la nonna lasciandomi iningresso da sola. La seguo dopo aver inspirato edespirato aria e ringraziato Dio di non essere morta.“Sei arrabbiata?”“Si”“Perché?” le chiedo sedendomi sul ripiano dellacucina“Potevi dargliela prima e godertelo!!!!”Non riesco a trattenermi, scoppio a ridere.“Nonnaaaa” rido ancora mentre cerco invano di

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sgridarla per quello che ha detto“E' stato bravo?”“Non lo so, era la prima volta!”“Alla seconda come è andata?” mi lanciaun'occhiata furbescaStringo forte gli occhi e sorrido imbarazzata “Nonlo so, ma mi è sembrato meglio”Mi da una pacca con lo strofinaccio sulla gamba“Vedi? Se non avessi perso tempo con le tuestronzate del “è meglio finirla qui”, mi avrestidetto che era andata alla grande! Non avrestirisposto con un semplice “non lo so”” prende letazze dalla credenza scrollando la testa“E' stato dolce, credo”“Sicuramente è stato dolce” afferma“Come fai a saperlo?”“Cara la mia Jewel, a guardare voi due mi èsembrato di rivedere me e tuo nonno da giovani.Anche tuo nonno era il bello e dannato di turno. Infondo però era un ragazzo d'oro, come Brian” fissail muro con uno sguardo perso nei ricordi “Sai

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qual è la cosa che mi fa arrabbiare? Ero sicura cheper voi ci sarebbe stato il lieto fine”“Lo senti mai?” per la prima volta la vedoirrigidirsi, il viso cupo “No”“Pensavo di chiamarlo un'ultima volta persalutarlo e poi cancellare il suo numero” mi portoalla bocca un biscotto alla cannella“Puoi fare quello che ti pare Jewel, ma il ricordodi lui rimarrà nitido in eterno e il suo numeroimpresso nella mente a caratteri cubitali, perciòconservalo. Conserva tutto di quello che aveteavuto, e fregatene se tuo padre è arrabbiato, glipasserà”“Tu dici?” chiedo perplessa, da come ha reagitonon credo proprio“Col tempo…” lascia la risposta in sospeso.E' passata una settimana da quando Brian se n'èandato. Papà non mi parla e Jared è partito. Mi hasalutato ma anche lui è ancora in collera con me.Le mie amiche mi hanno fatto il terzo grado sullanotte che ho trascorso con Brian quando sono

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venute a casa mia la sera del primo gennaio. Hodovuto aggiornare Marna tramite loro. Quella seraera a casa sua con mio padre per cercare dicalmarlo. Mi ha mandato un sms il giorno dopo:Wow! Appena inizia la scuola ti aspetto in cucina,voglio che mi racconti tutto di persona. Baci, LaTua Futura Non Matrigna.

Sono in punizione fino a nuovo ordine. Domaniricomincia la scuola, finalmente potrò camminareoltre il mio giardino. Gus mi ha fatto una scenatada padre isterico “Lo uccido, lo uccido!!!”continuava a ripetere camminando avanti eindietro nella mia camera. Quando mi ha chiestose avevamo usato il preservativo ho mentitospudoratamente con un flebile “Si”.Ho chiamato Elizabeth ogni giorno da allora,senza porle domande sul figlio. Lei sta bene, lanonna la porta in giro con lei, Stanlio e Ollio.Credo che Ollio le piaccia. Mi limito a pensareche sia perché “alla loro età”, come dice la nonna,

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non importa se si è belli o brutti.Se pensavo che Arthur fosse un “cesso”, Mike èun “rutto” della peggior specie!“Ciao J” Matt mi saluta appoggiato all'armadiettoin fianco al mio“Ciao”“Come stai?”“Ho avuto momenti migliori” chiudo l'armadiettosenza sbatterlo con veemenza. Sto veramentefacendo progressi con l'anno nuovo!“Hai sentito di Brian?”Mi prende per il culo? Certo che ho sentito! Qualealtro motivo avrei per strisciare a testa bassa fra icorridoi della scuola come se fosse mortoqualcuno di caro?Smetto di aggrottare le ciglia, ormai doloranti, emi limito a rispondere “Si”“Mi dispiace…per te voglio dire”“Grazie”“Usciamo una di queste sere?”Ok, questo tizio non capisce veramente niente!!!

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“Matt non usciremo mai più. Se hai bisogno dicompagnia perché non chiedi a Beth? Sono anniche aspetta un tuo invito. Io sono ancora in fase“autodistruzione da rottura con ragazzo chepresto diverrà padre e trasferito a Miami” quindismettila” (tra l'altro rimarrò in punizione fino allafine dei miei giorni, ma non lo dico ad alta voceper evitare un supplizio di domande alle quali nonvoglio rispondere).“Bastava un no” risponde scocciato“Credevo di essere stata abbastanza chiara inpassato ma dal momento che non capisci, o fingidi non capire, che non sono interessata, ti hospiegato il motivo”Se ne va senza salutare.Era ora!Sorrido, felice finalmente di averlo fuori dai piedi.Mi squilla il cellulare mentre raggiungo la classedi biologia, Cooper mi aspetta fuori dall'aula, glifaccio un cenno perché entri. La chiamata arrivada un numero che non ho in rubrica ma il prefisso

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è della zona “Pronto”“Jewel Morgan?” chiedono dall'altra parte“Si”“E' la Barrington's School of Driving, sonoFelicia, buongiorno” è cordiale e la voce giovanile“Salve”“Volevo confermale il test di pratica per laprossima settimana, lunedi alle diciasette”“Cosa?” urlo così forte che i ragazzi nel corridoiosi girano a guardarmi, m'infilo veloce nei bagni“Le ho detto che…”“Ma io non ho fatto domanda per fare l'esame!”“Qui abbiamo la sua richiesta” dicetranquillamenteHo le mani talmente sudate che temo il cellularescivoli a terra da un momento all'altro.“Signorina Morgan?” è costretta a richiamare lamia attenzione alzando la voce, sono ancorastordita dalla notizia“D'accordo” rispondo meccanicamente“Perfetto, le consiglio di venire qui mezz'ora

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prima. Ci vediamo lunedi, arrivederci”“Si, arrivederci” mormoro e riattaccoNon posso crederci! Chi può aver fatto una cosadel genere…mi vengono in mente alcuni nomi: lanonna? Impossibile! Papà? No! Gus? Puah, èancora convinto che io sia una pazzoide al volante,certamente non è stato lui! Le mie amiche?Mmmhh, noooo! Jared! Digito un sms daWhatsapp:Mi hai iscritto tu all'esame di pratica per lapatente? JM'invia la risposta quando sono ormai seduta nelpieno della lezione, per fortuna ho messo lavibrazione. Apro il suo sms e mi ritrovo lo smilecon la fronte blu e la gocciolina di sudore da unlatoNO!!!sono le uniche parole che ha scritto.Ah, ah, spiritoso, penso tra me e me!Finita la scuola rimango nel parcheggio adaspettare Jane e Brittany, quando glielo racconto

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Jane dice convinta “E' stato Brian!”“Tu dici?” chiedo stringendo il manubrio dellabici con le mani“A nessuno di noi sarebbe passato per la testa diiscriverti per l'esame della patente, ce la facciamotutti sotto! Lui è l'unico a fidarsi” Brittany stasistemando la borsa in autoArriccio il naso “Si, credo tu abbia ragione, me lafaccio sotto anch'io comunque”“Non c'è bisogno che ti giuri! Te lo dico: se passi,in auto con te alla guida non ci salgo!” Brittany lodice sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.“Dovrò trovare qualcuno con cui fare le guide”Scoppiano a ridere ben sapendo che saràun'impresa ardua, le mando a quel paese.“Lover you should to come over” mi paralizza,Brian mi sta chiamando. Vedendo che non riescoa muovermi Brittany estrae il mio cellulare dallaborsa “Vuoi rispondergli?”Scuoto la testa, è meglio di no.Chiude la borsa, non le saluto ancora sotto shock e

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mi avvio verso casa.Lavoro tutto il pomeriggio al garage, ho cosi tantiarretrati che arrivano le sei in un baleno, prendo labici prima di uscire e andare a trovare la mamma.“Dove vai?” Gus è diventato una specie dibodyguard da quando ha saputo che non sono piùvergine“Dalla mamma” rispondo spingendo la bici sulvialetto“Siamo sicuri?”“Ma certo!” rispondo fingendo di essere indignata“A casa tra un'ora”Alzo gli occhi al cielo e salgo in sella, arrivo acasa di Elizabeth in cinque minuti da quanto hocorso, sto ansimando dalla fatica. Busso alla portaguardandomi intorno per controllare che Gus nonmi abbia seguito, appena si apre entro “Ciaotesoro”“Ciao Elizabeth, scusa se sono capitata qui senzapreavviso, devo chiederti una cosa”“Dimmi tesoro, intanto ci beviamo un bicchiere di

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vino, ti va?”“Certo” rispondo togliendomi il piumino marronee la sciarpa, la raggiungo in cucina e mi siedo atavola, mi porge un bicchiere con del proseccoitaliano“Tu per caso sai se Brian mi ha iscritto al test dipratica per la patente?”Scoppia a ridere talmente forte che getta la testaall'indietro, io la guardo aggrottando lesopracciglia “Oh mio Dio, non posso credere chel'abbia fatto davvero, ah ah ah” non riesce acalmarsi“Elizabeth!”“Scusami tesoro” tira un sospiro per calmarsi “Miaveva detto che voleva farlo, ma non credevoparlasse sul serio”“Si beh, comunque non ho nessuno che mi fa leguide” borbotto bevendo un goccio di vino“Ehi, ci sono io!”“Ma…”“Brian ha lasciato qui la sua auto apposta, è in

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garage. Mi ha detto che avresti avuto problemi atrovare un aiutante” mi stringe un ginocchio con lamano “Non possiamo usare la mia perché è adattaai disabili, ma posso salire sul lato passeggero”“Lo faresti davvero?” non riesco a trattenere lagioia e la stringo in un abbraccio“Si”“Uaaaaahhh” comincio a saltellare per la cucina“Andiamo adesso?” mi chiedeGuardo l'orologio, sono le sei e venti “Forse èmeglio domani, ma solo perché Gus mi aspettaper le sette e vorrei passare dalla mamma, va beneper te o sei impegnata?”“Va benissimo tesoro”“Ok, ti mando un sms per l'ora” mi piego perdarle un bacio “Sei una Santa”Mi da una pacca sul sedere “Forza vai, è buio e fafreddo, non mi piace pensarti al cimitero tuttasola”“Ti voglio bene Elizabeth”“Anch'io”

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Arrivo dalla mamma, rimango in piedispostandomi da un piede all'altro, sono congelata“Brian mi ha iscritto all'esame di pratica” sorridofigurandomi il suo viso “è matto, sai?” guardo lestelle in cielo “Abbiamo fatto l'amore, è stato cosìdolce, aveva quasi paura, se non glielo avessidetto io non mi avrebbe sfiorata con un dito. Nonci sentiamo da quando è partito. Mi manca cosìtanto!” mi si spezza la voce “Papà è arrabbiato eanche Jared, solo la nonna mi ha detto che avreidovuto fare meno la preziosa” soffoco una risata“Ti ho già detto che mi manca? Cerco di essereforte ma…è dura, non sentirlo, non vederlo,rimango sveglia ore a guardare la nostra fotoinsieme” mi asciugo una lacrima, la prima cheverso da quando è partito “Non riesco a buttar giùniente. Avevo una mezza idea di una nuova storiada mettere nero su bianco ma ho il blocco delloscrittore, tra l'altro Marna ha già cominciato adorganizzare il matrimonio e vuole che l'aiuti. Nonha chiesto alle sue amiche di farle da damigelle, lo

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ha chiesto a me, Brittany Jane ed Ester, la ragazzadi Mark. Non ho neanche voglia di andare in cercadell'abito, ci credi? Beh ora devo andare altrimentiGus mi farà l'ennesima ramanzina se non torno inorario. Sono in punizione fino a nuovo ordine”faccio una smorfia di disgusto “Che palle! Allevolte essere maschi aiuta! Sono quasi certa cheche Jared abbia ricevuto una pacca sulla spallacome congratulazioni quando ha perso laverginità. Io non posso andare oltre a scuola e quida te per averlo fatto con il ragazzo di cui sonoinnamorata e che non rivedrò più. Ti sembragiusto?” metto le mani in tasca e mi avvicino allasua foto “Vado via, ciao mamma”Mi alzo per uscire e trovo mio padre a bracciaincrociate sul petto “Ciao” mormoro, è la primacosa che provo a dirgli dopo una settimana“A Jared ho dato un ceffone in testa quando hosaputo chi è stata la sua prima”“Chi era?” non l'ho mai saputo“La figlia dello sceriffo”

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“Ma non stava con il figlio del panettiere?”Mi rivolge uno sguardo sghembo “Capito perchési sono lasciati?”Non ci credo, mio fratello ha perso la verginità conuna donna impegnata, più vecchia di lui, tral'altro! Che porco!“Però non l'hai messo in punizione”“No”Ovviamente! Maschilista che non è altro!“Le parli spesso?” chiede indicando la lapide conun dito“Sempre”“Ti manca?”“E' una mancanza superficiale. Le parlo perchénon ha un volto con il quale potrebbe rivolgermisguardi di disapprovazione e non ha voce per direla sua opinione. Venire qui mi permette di dirlequello che sento senza lasciami condizionare”“Dunque è per questo che non mi hai parlato dellibro, di Yale, di Brian…”“Sapevo che ti saresti arrabbiato”

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“Avevi ragione”“Sei arrabbiato?”“No”Bugiardo!“Non lo so. Sono triste perché significa che adessosei una donna, non sei più la mia bambina e midispiace che dopo esserti concessa al ragazzo cheami lui ti abbia abbandonata, meriti di più”Corro ad abbracciarlo, gli salto in braccio e lostringo forte “Sto bene papà. Starò bene, ok?” glido un bacio sulla guancia“Oh Jewel” mi stringe così forte che mi fannomale le costole “Sono ancora in punizione?”“No”“Aaaaahhh, grazie!!!” lo riempio di baci sul viso“Scendi Jewel, non hai più quattro anni”Guardo il tabellone di sughero, a fianco del qualeho appeso il quadro che mi ha regalato Brian.Vorrei chiamarlo. Sto stritolando il cellulare con lamano, titubante sul da farsi, dovrei? Non dovrei?Uff! Non so proprio decidermi! Sono sicura che

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sentire la sua voce mi farà piangere, credo che aforza di versare lacrime nell'ultimo periodo nonme ne rimangano poi molte.Ok, un sms, può andare.Sono passati dieci minuti e il display è ancorafermo sul messaggio da digitare, non so cosascrivergli, non vorrei essere petulante, manemmeno troppo divertente, penserebbe chemagari non m'importa più di lui.Ho deciso: se passerò l'esame gli manderò un smscon la foto della patente!Sono seduta a tavola con la mia famiglia, Marnaci sta stressando per la scelta della composizionefloreale, mio padre è un tutto un “Tesoro, comevuoi”. Mi trattengo per non urlarle contro tutti gliinsulti che conosco perché non ne posso più. Gusè l'unico sinceramente interessato, ha addiritturapreso un libro sul significato dei fiori dalla libreriain soggiorno. Stanno discutendo sui girasoli. Miesce un “Mmmmmhhhh” con tanto di arricciaturadel naso.

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“Che c'è?” Gus mi dà una gomitata sul fiancoperché lo guardi“Posso non essere d'accordo?” chiedo gentilmente“Non ti piacciono i girasoli?”“Si, ma preferisco i lisianthus bianchi. Il lorosignificato è di grazia ed eleganza”“Ti sembriamo aggraziati ed eleganti noi?”“A modo nostro, si”Riesco a zittirlo!“Mi piacciono i lisiiii…quelli lì insomma!” Marnasorride felice, mio padre mi ringrazia con unosguardo di adorazione.Cazzo!Mi squilla il cellulare, è Brian! Mi alzo da tavola.“Dove vai?” mi chiede la nonna, è assolutamentecontraria ad alzarsi da tavola durante la cena, nonle rispondo e prendo il cellulare dalla credenza“Pronto” dico mentre esco sulla veranda“Ehi”“Ciao” i battiti del mio cuore vanno all'impazzata“Come stai?”

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“Perché non mi hai svegliata? Te ne sei andatocosì, senza salutarmi”“Non ce l'avrei fatta ad andarmene”“Stai bene?”“Mi manchi”Mi mordo il labbro per trattenermi dal piangere“Anche tu”“Ti hanno chiamata?” capisco dal tono della voceche si riferisce alla scuola guida“Si, domani andrò a fare la prima guida con tuamadre”Percepisco il suo sorriso “Ti ho lasciato la miaauto”“Tua madre mi ha detto che è in garage, grazie perfarmela usare”“Non è per le guide Jewel, è tua. L'ho lasciata perte”“Cosa?”“E' tua”“No no no, non puoi essere serio, non possoaccettarla, tu come farai?”

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“Non preoccuparti”“Brian, davvero, io non posso”“Così mi spezzi il cuore, piccola”“Brian, sei ingiusto, non puoi dirmi queste cose”“E' la verità”“Beh allora” sono così imbarazzata a ringraziarlo,insomma, mi ha dato la sua auto, la Porsche diDylan per la miseria! “Oh cavoli Brian mi sentoun idiota, sono qui che sorrido, e so che nondovrei e tu…”“Non sai cosa darei per vederti”“Torna qui!” mi si blocca il respiro “Scusa, nondovevo” gli dico quando riesco a parlare“Trattamela bene ok? Non la amo quanto te ma…insomma, è stata la mia piccola per parecchiotempo”Incasso la testa nelle spalle “Te lo giuro non lefarò un graffio”“Lo so” lo sento sospirare forte “Eri bellissimaquella notte sai?”“Brian..”

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“Ho sperato che non ti svegliassi perché se avessiguardato di nuovo i tuoi occhi…” gli si spezza lavoce, non voglio sentirlo piangere, il mio cuorenon riuscirebbe a resistere al dolore“La nonna mi ha detto che dovevo dartela prima!”cerco di sdrammatizzare“E' vero!” ammette e scoppiamo a ridere entrambi“Brian, smettila” lo sgrido poco convinta“Devo andare piccola”“Ok” sono così triste ora“Ti amo”“Ti amo anch'io” riaggancio e rimango seduta suldondolo per un po', quando sono sufficientementeibernata, torno in casa.“Se lo fai di nuovo ti prendo a sberle” esclama lanonna“Ok”“Era Brian?” Marna me lo chiede portandosi lemani sulla bocca, sorride eccitata“Siii” le rispondo“Mi fate vomitare!” Gus si alza e prende una birra

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dal frigo, torno a sedere sulla sedia accanto allasua e ricomincio a mangiare il mio pollo concontorno di patate “Non è che tu e Brenda siatemeno melensi” gli dico, la nonna si mette a ridere,lui diventa rosso d'imbarazzo “siete tutto un piopio, sempre appiccicati”“Ah, ah” borbotta“E così la sposi” gli dico con la bocca piena“Si” è così felice“Potrei guidarti l'auto per accompagnarti inChiesa!”Spalanca gli occhi “Sei impazzita?”“Facciamo così” gli propongo questa cosa conl'inganno “Se prendo la patente per settembre,devi giurarmi che ti farò da autista”“NO”“Te la fai sotto vero?”“Solo perché non voglio crepare il giorno del miomatrimonio!” infila in bocca una porzionegenerosa di patate“Se mangi così tanto il tuo stomaco cederà e

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creperai prima di arrivarci”“D'accordo allora, ci sto” mi porge la mano“Perderaiiiii” cantileno portandomi un bicchierd'acqua alla bocca con un sorrisetto. Non gli diròmai che la prossima settimana ho l'esame per lapatente.

CAPITOLO 35“Ricordami perché quello squilibrato di mio figlioti ha iscritta al test per la patente?” Elizabeth èbianca come il latte quando parcheggio davanti acasa sua“Mi ha detto che ce la farò”“Si perché è talmente innamorato, che nonragiona. Jewel, ti voglio bene, ma sei un disastro,guido meglio io che sono paralizzata!”Appoggio la fronte sul volante imbarazzata edelusa dalla mia pessima prestazione, mimassaggia la schiena con una mano “Scusa, hoesagerato, ma sei troppo agitata ragazza mia, devicalmarti e concentrarti”“Brian mi faceva parlare e con lui era andata

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bene”“Tesoro ci credo, ma l'esaminatore non potrà fartichiacchierare per mantenerti calma, hai capito?”Apro la portiera e scendo a recuperare lacarrozzella in casa mentre Elizabeth mi aspetta inauto, quando la raggiungo l'aiuto a sedere e laspingo sul vialetto “Non ce la farò mai” mormorodemoralizzata“Domani riproviamo ok?”“Non sei obbligata” siamo davanti alla porta“Io rispetto gli impegni! Ho detto a Brian che tiavrei aiutata e lo farò”Le mostro un sorriso tiratissimo “Ok, meglio chevada”“Ci vediamo domani tesoro”“Si ciao” raggiungo casa camminando a testabassa, sono così triste.Brian mi sta chiamando “Ehi piccola, com'èandata?”“Ti prenderei a sberle per avermi teso questatrappola della patente. Tua madre mi ha detto che

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guida meglio lei da paralizzata”Ride sguaiatamente.Cosa? Macché stronzo! Gli chiudo il telefono infaccia.Prova a richiamarmi un paio di volte prima che glirisponda di nuovo “Scusa” mi dice appenarispondo“Posso annullare l'esame?”“Nel modo più assoluto…NO! Andiamo piccolace la farai”“Tua madre se la fa sotto, lo so, anche se non mel'ha detto”“Non è vero”“Avresti dovuto vederla, è sbiancata quando horaggiunto casa vostra finito il giro”“Sei sempre bellissima?”Oddio!!! Mi porto una mano a coprirmi il visodall'imbarazzo, ma come fa a dirmi certe cose?“Se non mi rispondi vuol dire di si”“Brian…”“Ti chiamo domani così mi dici com'è andata”

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“Ok, ti amo”“Ti amo anch'io piccola”Brittany mi ha dato un passaggio stamattina,piove e stiamo camminando nel parcheggio dellascuola per raggiungere gli altri al nostro albero,incrociamo Beth e Matt durante il tragitto,camminano dalla parte opposta alla nostra “Ciaoragazze” ci salutano in coro“Ciao” rispondiamo, nessuna delle due riesce amascherare la sorpresa di vederli per mano,continuiamo a camminare girate indietro aguardarli, ovviamente la mia amica ha abbassatogli occhiali da sole sul naso.“Merda” esclamo massaggiandomi il ginocchiodal dolore.Cazzo! Siamo finite addosso ad una macchina perguardare quei due!“Ci ha viste qualcuno?” Brittany si rimette acamminare come niente fosse“No no!” le rispondo per rassicurarla, maonestamente non ne sono molto convinta.

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“Come vanno le guide?”“Insomma”“Quindi vanno male”“Si, più o meno”“Vuoi che ti accompagni lunedi?”“Lo faresti?”“Certo”“Oh grazie” l'abbraccio davanti ai nostri amici“Che succede?” Mark ci guarda con la testapiegata di lato“Niente” rispondiamo in coroMi arriva un sms:VENGO ANCH'IO LUNEDI. SMACK.mi scrive Jane, la guardo davanti a me e le facciol'occhiolino.Sono fortunata ad avere amiche come loro!Sono seduta nella classe di Misinski quando ilPreside della scuola entra e bisbiglia qualcosanell'orecchio del professore “Jewel puoi uscire unmomento?”Che cazzo succede?! Guardo Ester, impaurita

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quanto me e recupero alla svelta le mie cose.Seguo il preside nei corridoi restando in silenziofino al suo ufficio, un'ombra appare al di la delvetro satinato della porta.“C'è qui una persona per te Jewel” il mio cuoresalta un battito, chi può essere?“Non ha nulla a che vedere con la scuola ma hainsisto talmente tanto che ho dovuto cedere evenirti a chiamare, puoi entrare”

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“Ma chi è?” chiedo con voce tremante“Una certa Stacey Howard”COSA? Sgrano gli occhi! Che cazzo è venuta afare qui, lei?Faccio un lungo sospiro e apro la porta senzabussare, è seduta di fronte alla cattedra, ha deibellissimi capelli lunghi biondo ramato, non sivolta a guardarmi fino a quando non mi metto infianco a lei.Porta puttana ma è Cara Delevingne sul serio! Ok,sopracciglia a parte! E' fighissima!“Jewel vero?” sorride alzandosi in piedi, mi tendela mano“Si” ha una stretta decisa, i miei occhi inquadranosubito la sua pancia, evidentissima sotto la magliaaderente a collo alto che indossa. Nonostante tutto,il fisico rimane mozzafiato.“E' femmina” dice sedendosi sulla poltrona inpelle verde bottiglia“Congratulazioni”“Avrei preferito un maschio sono più tranquilli”

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Annuisco senza rispondere, sono sotto shock!“La chiameremo Violet Jewel, assurdo non tipare?”COSA??? BRUTTA TROIA!“Sii superiore, sii superiore” me lo ripetointernamente per non saltarle addosso e sbranarla“Perché sei qui?”“Devi smetterla di sentirti con Brian”Bum! Mi hanno sparato? Mi sento mancare!“Devi essere obiettiva tra voi è finita. E' inutileperseverare su questa” muove una mano di frontea sé per farsi venire la parola adatta “cosa”esclama strabuzzando gli occhi. “Non statemantenendo una relazione a distanza per un certoperiodo, lui non tornerà mai più, fattene unaragione. Vivrà a Miami con me e la bambina…”“Lui non vive con te”“Adesso no ma sono sicura che lo farà quandosarà nata Violet” marca il tono sul mio secondonome“Lui non ti ama”

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“Sei così ingenua da pensare che ti amerà ineterno? Ne sei davvero sicura? Jewel, ascoltami,capisco che lui sia bello, intrigante, dolce, loconosco da molto prima di te, so di cosa parlo.Quando Violet nascerà non avrà il tempo dipensare a te, è questo quello che accadrà. Tuvivrai di ricordi, lui ti dimenticherà. Fine dellastoria!”Rimango a fissare il pavimento: eccola lì la veritànuda e cruda. Avevo ragione fin da subito, iovivrò di ricordi e lui mi dimenticherà. Fine!“Tu lo ami?” le chiedo guardandola negli occhi“Si”“Allora perché l'hai tradito?”E' allibita dalla mia domanda, non credeva che iosapessi, si schiarisce la voce “Un momento didebolezza” risponde con finta indifferenza“Con suo padre?!” esclamo indignata, mi alzo inpiedi camminando avanti e indietro, lei rimaneseduta a fissare la scrivania “Non sono tenuta aparlarne con te” dice sistemandosi sulla poltrona

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“Però non hai avuto scrupoli a venire qui perdirmi di chiudere con lui”“La vostra non è una storia, credete che sia cosìma non è vero!”Dopotutto, devo ammettere che non ha torto.“D'accordo, come vuoi, non lo sentirò più ma…senon lo ami lascialo libero di rifarsi una vita. Sonocerta che per la bambina ci sarà sempre, ma nonlegarlo a te se non ci tieni. Sei stata stronza asufficienza”“Pensi che tornerebbe da te?”“No, altrimenti non sarebbe sparito il giorno dopoaver fatto l'amore” la vedo irrigidirsi e spalancarela bocca “ma spero che almeno incontri unaragazza che gli faccia battere il cuore e che siadavvero innamorata di lui”“Non è possibile” dice alzandosi in piedi “E' statoun piacere Jewel” allunga una mano persalutarmi, l'abbandono sbattendo la porta.“Che troia” Brittany non smette di insultare Staceyda quando l'abbiamo vista camminare con tanto di

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accompagnatore vestito di tutto punto, verso unaBentley nera che l'aspettava nel parcheggio.Indossava una mantella di Burberry e occhiali dadiva con le lenti nere.“Farai quello che ti ha chiesto?” Ester giocherellacon la sciarpa mentre lo chiede, siamo sedutenell'auto di Cooper“Devo” rispondo fissando il vuoto“No, non devi!”“Jane non sto vivendo una fiaba, è la realtà”picchietto un dito sul cruscotto dell'auto“Sai che ti dico?” Brittany mi da una sberla sulbraccio perché mi volti a guardarla “Tra qualchemese sarai all'università e incontrerai un sacco dimaschioni pronti a farti dimenticare Brian e quelloche è successo” faccio una smorfia e mirannicchio sul sedile.Se pensavo che l'anno scorso fosse stato unoschifo, questo è veramente un anno di merda!Brian mi telefona in continuazione, sicuramenteper sapere come è andata la guida di oggi con sua

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madre, devo ammettere che è andata molto megliodi ieri, ero concentrata e attenta, di solito midistraggo facilmente.E' stato l'unico momento della giornata in cui nonho pensato al mio incontro con Stacey. Sonocombattuta, non so se gliene devo parlare.“Ciao nonna” la saluto entrando in camera sua, sista cambiando per uscire con Arthur“Ciao tesoro, come stai?”Mi butto sul letto a guardare il soffitto, incrocio lemani sulla pancia “Devo dirti una cosa”“MMmmhh” mugugna davanti allo specchioinserito nell'anta dell'armadio“Ieri è venuta la gravida a scuola”“Ma dai!?” viene a sedersi a fianco a me sul letto,tiene il vestito in mano “E cosa ti ha detto?”Le racconto brevemente quello che è successo,aggiungendo che non sono ancora riuscita aparlare con Brian evitando di rispondere alle suechiamate. “Bella tosta la ragazza eh?”“Già”

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“E' carina?”“No è strafiga” mi da una sberla sulla gambaalzandosi in piedi, si posiziona di fronte a me inattesa che la guardi “Pensi che abbia ragione?”“Si e no” mi metto a sedere incrociando le gambe,tolgo una macchina immaginaria dal piumino afiori “Ha ragione sul fatto che Brian ora vive aMiami e che non tornerà più perché avrà unabambina, e che devo essere realista, tra noi non cisarà mai futuro. Lei non lo ama nonna, ma èconvinta che torneranno insieme. Le ho detto chedovrebbe almeno lasciarlo libero di conoscereun'altra ragazza e innamorarsi”“Parlavi di te?”Faccio un lungo sospiro “No”“Vai a Miami!” esclama e s'infila il vestito soprala sottoveste bianca“Che cosa?”“Io ci andrei” si sistema l'abito di fronte allospecchio“E che cosa risolverei?”

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“Vivresti con lui” mi fissa dallo specchio “Staresticon lui! Non ci sono università a Miami?”“Nonna, andiamo sii seria”“Lo sono”“Perché te ne sei andata da New York?”“Perché erano tempi diversi, tornassi indietro perònon lo farei. Anzi, mi trasferirei qui perché mipiace davvero, ma certamente non lascerei tuononno”“Ti manca?”“Sempre, soprattutto dopo la sua morte. Adessoho la certezza che non lo rivedrò mai più. Jewel hovissuto tutta la vita con il rimpianto di averlolasciato, lo vedevo ovunque, al supermercato, neibar, ai mercatini, sembravano allucinazioni” unsorriso amaro le compare sul volto “Io non possorimediare ma tu si”“Mi dispiace”“Oddio Jewel” sospira con gli occhi lucidi “Seavessi la tua età spaccherei il mondo”“Lei non ha intenzione di lasciarlo andare è

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convinta che torneranno insieme”“Allora succederà, quella ragazza ha le palle”“Ti lascio preparare” le dico alzandomi dal letto“Vai a chiamarlo?”“Si” rispondo a testa bassa“In bocca al lupo”Esco dalla stanza e mi dirigo in camera a prendereil cellulare, trovo altre sei chiamate perse di Brian,mi siedo sul davanzale e lo chiamo “Ehi, dov'erifinita?”“Stavo finendo i compiti”“Non ti credo”“Hai ragione, non è vero”“Che succede? Sei così mogia”Stringo forte gli occhi e inizio il mio monologotutto d'un fiato, non so cosa dirò, non ho preparatoun discorso.“E' finita Brian” riapro gli occhi e fisso l'albero difronte alla finestra “Non possiamo continuare così,è una tortura per entrambi, dobbiamo essererealistici, io devo concentrarmi sugli esami per

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l'università, tu sulla bambina e…” faccio unapausa per prendere fiato “Stacey. E' con loro il tuofuturo, non con me, quindi ti ho chiamato per dirtiche è meglio smettere con queste telefonate”“Mi stai lasciando di nuovo?” lo sento ringhiaredalla cornetta“Tu stai con lei”“Non sto con lei!!!” m'interrompe urlando“Beh non stai neanche con me”“Certo che sto con te!”“No, non è così. Ti rendi conto che stiamomantenendo una relazione che non sta in piedi? Tusei a Miami, se tutto va bene fra qualche mesesarò a Yale. E' impossibile avere una relazione inquesto modo”“Se sei così convinta di quello che stai dicendo,perché piangi?”Lascio che i singhiozzi che ho cercato di trattenerefino adesso esplodano “Perché ti amo”“Non dirlo!” urla, me lo immagino con gli occhisbarrati e il viso in fiamme dalla rabbia

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“Brian” ho la voce strozzata“Io ti avrei aspettata in eterno Jewel, avrei attesola fine dei tuoi studi, per poi venire a prenderti eportarti con me” lo sento piangere, il mio cuore hasmesso di battere “D'accordo, se è quello che vuoida oggi sono fuori dalla tua vita, non mi sentiraipiù, ma io ti amerò per sempre Jewel Morganquesto non dimenticarlo!!!”Sento il telefono gracchiare deve averloscaraventato contro il muro. Incasso la testa tra legambe e piango, urlo, e poi piango ancora fino adaddormentarmi li, sul davanzale, con il telefonostretto nella mano appoggiata al petto.

CAPITOLO 36“Pronta?” mi chiede l'esaminatore seduto sulsedile posteriore dell'auto, sistemo lo specchiettoretrovisore “Si” rispondo e lancio un'occhiata aBrittany e Jane che alzano il pollice per dirmi cheandrà tutto bene. Non guido dalla settimanascorsa, non so cosa succederà. Accendo l'auto econtrollo dallo specchietto laterale che non arrivi

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nessuno, inserisco la freccia.“Può partire” faccio un sospiro e m'immetto incarreggiata. Guido per circa venti minuti, quandol'esaminatore mi chiede di fermarmi per eseguireun parcheggio a S, ho le mani sudate, ma cerco dimantenere il controllo, affianco un suv neroparcheggiato e inizio la manovra…che mi riescealla perfezione!“Perfetto” l'esaminatore sorride “CongratulazioniSignorina Morgan, da oggi anche lei ha lapatente”.Mi volto a guardarlo con un sorriso a trentaduedenti, vorrei abbraccialo, sono così felice! Miconsegna la patente chiedendomi di apporre la miafirma, sono così eccitata che fatico a tenere lapenna in mano “Si calmi Signorina Morgan” mimostra un sorriso dandomi un buffetto sulla manotremolante, finalmente riesco a firmare “Puòscendere”.Apro la portiera e scendo dall'auto “Jewel” sentochiamare il mio nome, mi guardo intorno e vedo

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Jane e Brittany dall'altro lato della strada che mifissano con aria preoccupata, alzo al cielo unbraccio e mostro loro la mia patente, si mettono aurlare e saltare fino a raggiungermi e stringermi inun abbraccio “Sono così felice per te” Jane stapiangendo ma sono lacrime di gioia, mi viene ungroppo in gola “Dobbiamo festeggiare” Brittanymi prende sotto braccio e c'incamminiamo finoalla sua auto “Voi due siete matte ad avermiseguita”“Ehi” mi da una gomitata sul fianco “Siamo le tueamiche con la A maiuscola, per te questo e altro!”“Tieni” mi dice quando siamo arrivate allamacchina, mi mostra le chiavi “Guida!”“Che cosa?”“Dai prima che ci ripensi” fa il giro dell'auto persalire dal lato passeggero, Jane è già seduta“Forza andiamo!”Salgo in auto e guido fino a casa, quandoarriviamo rimango a bocca aperta: ci sonopalloncini colorati appesi ovunque, fuori dal

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garage c'è un tabellone con scritto “ERA ORA” acaratteri giganteschi e un tavolo con birra estuzzichini. Ci sono tutti i miei amici e i mieifamiliari. Cavoli, mi hanno fatto una festa!Parcheggio e scendo dall'auto, papà corre adabbracciami, con lui anche la nonna “Sono cosìfelice per te” mi dice stringendomi forte “Nonna,non respiro”, poi è il turno di Gus che…cavoli, stapiangendo!!! Lo stringo forte all'altezza dellostomaco, lui è impegnato ad asciugarsi le lacrimecon un fazzoletto di stoffa “Sei stata brava” riescea dirmi tra un singhiozzo e l'altro, finalmente hofinito di ringraziare e abbracciare i miei amici,quando un “Ehi mocciosa” mi fa voltare erimanere a bocca aperta “Jared” urlo e corroincontro a mio fratello per saltargli in braccio“Che ci fai qui?”“Non potevo perdermi la festa” mi da un baciosulla guancia e mi rimette a terra “Sono fiero dite”“Grazie”

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“Fammi vedere la patente” gliela mostroorgogliosa, ci perdiamo a chiacchierare sull'esameintanto che Cooper ci serve due birre“Congratulazioni Jewel” spalanco gli occhi e mivolto “Ciao Elizabeth” non ho il coraggio diguardarla in faccia“Jewel guardami” quelle due parole mi stringonolo stomaco, obbedisco al suo ordine solo per unafrazione di secondo. Davvero non ci riesco. Siavvicina con la carrozzella e mi prende una mano“Devo essere stata proprio brava se con due guidecon me hai preso la patente!”Sorrido e la guardo “Grazie”“Possiamo parlare?”“Si”Ci spostiamo verso il vialetto che conduce allaveranda, mi siedo sul gradino fissando nel vuoto“Ho saputo di te e Brian”“Si lo immaginavo”“E' per questo che non sei più venuta a trovarmi?”“Si”

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“Vorrei dirti che non centro niente con la vostrastoria, ma…non è vero”“Avrei voluto, te lo giuro, solo che non ciriuscivo”“Ti capisco. Posso chiederti un favore?”“Si”“Puoi dirgli che hai preso la patente?”Scrollo la testa senza rispondere, sono certa che hacapito che non intendo farlo “Glielo devi Jewel, senon fosse stato per lui, oggi non ci sarebbe questafesta”“E' venuta qui Stacey” esclamo. Continuando afissare il prato mi accorgo che le si è mozzato ilrespiro “E' stata molto sbrigativa e concisa ma hodovuto darle ragione a livello pratico, non a livellomorale”“Brian lo sa?”“Non gliel'ho detto, non volevo creare problemi”“Sei stata forte”“Propenderei per cogliona, ma grazie. Nondirglielo, ti prego” finalmente mi volto verso di

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lei, mi guarda con la testa piegata da un lato “Nonè giusto, e lo sai. Se venisse a saperlo tornerebbequi da te”“Lo so per questo ho preferito evitare di creareproblemi. Lo aspetta una figlia, è la il suo postocon o senza Stacey”Spinge la carrozzella verso il marciapiede,distoglie lo sguardo da me “Che troia!!!”mormora, soffoco un sorriso “Digli della patenteok?”“Elizabeth” la voce mi muore in gola“Dirglielo!” ordina e si allontana per raggiungeregli altri“Ho deciso: lisi-cosi!” Marna si è seduta vicino ame, è talmente presa dal matrimonio che non hanemmeno notato che non la sto degnando delminimo interesse.“Hai capito?” mi chiede urlando dopo dieci minutidi monologo sul perché e il per come della sceltadecisiva.“Si, si” volente o dolente, devo per forza mettermi

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ad ascoltarla ora, per fortuna Jared mi staportando una birra “Dacci un taglio Marna,arriverai al matrimonio esaurita” le dice quandoarriva “Intanto porto via J, ok?”“No! Se non fosse stato per lei non avrei maiscelto i fiori, adesso deve aiutarmi con le tovaglie”lo fisso pregandolo di salvarmi, mi prende permano e ci allontaniamo “Grazie” sussurro. Marnagli sta urlando contro le parole peggiori che sipossano sentire.La festa è finita, sono le otto passate, stosistemando con Jared e la nonna la cucina“Andiamo dalla mamma?” mi chiede mentre silava le mani“Ok” salgo in camera a prendere il giubbinopesante, guardo il cellulare, ho una chiamata daun numero che non conosco. Penso subito aStacey. Scrollo la testa per togliermi quell'assurdaidea e scendo a raggiungere Jared “Guidi tu” miallunga le chiavi della sua Mini Coupé “Grazie”lo sorpasso per uscire.

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“Cazzo J, come fai a venire qui a quest'ora dasola? Questo posto mette i brividi” siamo in piedidi fronte alla lapide. Jared ha le spalle curve etiene le mani nelle tasche dei pantaloni, io ho ilnaso infossato nella sciarpa e le braccia incrociatesul petto “D'inverno non vengo mai così tardi, disolito passo appena finisco la scuola”Rimaniamo in silenzio per un po' “Ho chiestoall'infermiera un appuntamento”Sorrido compiaciuta “Ma davvero?”“A giugno esco dal rehab e prima di tornare qui leho chiesto se le andava di uscire. Per ringraziarmidell'invito mi ha baciato”Gli do una pacca sul braccio “Ma si può fare?”“No, è vietato dal regolamento ma non ci ha vistinessuno”“Sei arrossito” come me la rido “Ah, ah, ti piace”“Ma smettila” si rabbuiaAlzo un sopracciglio “Avanti ammettilo…ècarina?”“Somiglia alla mamma, mora occhi scuri”

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“Ah, ma allora è bellissima”“Si è bellissima”“Come si chiama?”“Stephanie”“Carino”“Si è carino”“Ti sei innamorato?” non ci credo, sono cosìemozionata che faccio di tutto per non saltargliaddosso e stringerlo in un abbraccio“E' perfetta” sussurra continuando a tenere losguardo fisso sulla foto della mamma“Beh, era ora!”“Tu come stai?” il tono della sua voce è serio“Presa dallo studio”“Ti distrae almeno?”“No, veramente no. Elizabeth mi ha detto chedovrei informare Brian”“Per la patente?”“No per il tuo nuovo amore!” gli do una paccasulla fronte “Certo, stupido, per la patente! Diceche se non fosse stato per lui…”

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“Ho capito. Ha ragione, comunque”Lo prendo sotto braccio “Forza andiamo” gli dicoprima di salutare la mamma.“Cioccolata calda?” la nonna è seduta a tavola conArthur, ci saluta con un cenno della mano, miavvicino e gli do un bacio sulla guancia. Perchénon lo so!Rimane stupito del mio gesto quanto me, cerco disdrammatizzare “Dispenso baci perché sono felicedi aver preso la patente”“Beh allora dovresti prenderla più spesso” scherza“Arthur” lo sgrida la nonna, mi siedo a tavola eprendo una tazza di cioccolata “Torno subito”Jared sale le scale e va in camera“Va a chiamare l'infermiera” bisbiglio“Chi Stephanie?” la nonna mi guarda da sopra latazza di cioccolata fumanteSbatto una mano sul tavolo “Lo sapevi?”“Certo, io so tutto!” le faccio la linguaccia e cimettiamo a chiacchierare per circa due minutiprima che quel tornado di Marna appaia in cucina

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con delle riviste di abiti da sposa fra le mani“Devi aiutarmi”“Marna” piagnucolo “Ti prego basta, devicalmarti, altrimenti prenderai il posto di Jared inrehab”“Ma tu sei la mia salvezza”“Ho solo detto la mia su dei fiori! Santo Cielo, sel'avessi saputo non l'avrei mai fatto” alzo gli occhial cielo spazientita“Ma tu hai le idee chiare, io no”“Certo, perché sei tu quella che si sposa, iofantastico su un matrimonio che non è il mio,perché a quello sarò messa peggio di te”“Che cosa faresti se dovessi sposare Brian?”Cala in silenzio.Inspiro ed espiro più volte per cercare diriprendermi da quella domanda “Potresti fare unaltro esempio?” le chiedo gentilmente“Scusa” si porta le riviste di fronte al viso pernascondersi dalla figuraccia che ha appena fatto“Ok, se sposassi Colton Haynes?”

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Oddio, ora capisco perché sta bene con mio padre.Nessuno dei due ci arriva! Se dovessero mai averedei figli chiederò la custodia, non voglio checrescano in mezzo a loro due, sarebbe nocivo perla salute mentale.“Adam Levine?”“Ti prego Marna, mi sembrerebbe di sposareJared! E' uguale!”“Oh ma insomma, come sei difficile…c'èqualcuno che ti piaccia a parte il lucertolone?”“Johnny Depp”“Ma è vecchio!”“Ehiiii” la nonna le lancia addosso un biscotto“Non offendere!”“Ok, non è la mia serata, me ne vado” si alzamortificata e si appresta ad uscire, la seguo e miappoggio allo stipite della porta “Se dovessisposare Brian lo farei su una spiaggia delMessico, io e lui, a piedi nudi. Avrei in mano unbouquet di orchidee bianche e indosserei unsemplice abito bianco, senza spalline in chiffon e

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il velo lungo in testa che si muove a ritmo delvento. Lui in smoking nero ma senza cravatta, iprimi due bottoni della camicia aperti, comequando l'ho visto in abito elegante per la primavolta”“Niente festa?” mi chiede, è in piedi sull'ultimogradino della veranda“No, io e lui”“Quella magari al vostro ritorno?”“Si, così schiatteresti d'invidia per la mia perfettaabbronzatura e per il mio bellissimo marito”“E' bellissimo anche tuo padre”Faccio una smorfia di disapprovazione, cimettiamo a ridere “Non sai quanto vorrei cheaccadesse”“Sai che cosa diceva Albert Einstein? La logica tiporterà dalla A alla B. L'immaginazione ti porteràovunque”.Scende il gradino e si avvia alla macchina insilenzio, entro in casa chiudendo la porta“Chiamalo” mi dice la nonna quando passo

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davanti alla cucina, le lancio un'occhiata, lei eArthur mi rivolgono uno sguardo di compassione,salgo le scale e mi chiudo in camera a guardare iltabellone di sughero.Prendo in considerazione l'idea che mi era venutaquando ho saputo che Brian mi aveva iscrittaall'esame: scatto una foto alla patente plastifica ela invio al numero sconosciuto che ho sulcellulare. So che è lui.Non faccio in tempo a posare il cellulare sullascrivania, che mi arriva un smsPer quel che vale sono orgoglioso di te. B.Sono le stesse parole che mi ha scritto nel primosms che mi ha inviato mesi fa, sorrido al ricordoamaro, me ne arriva subito un altro:Sei speciale. Addio Jewel MorganVado in camera di Jared, è steso sul letto con la tvaccesa. Non mi chiede niente, spalanca le bracciaper invitarmi a raggiungerlo, ci mettiamo aguardare “Top Gun” in silenzio.Oltre a Tom Cruise e Val Kilmer nella stanza si

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sentono solo i miei singhiozzi.I mesi trascorrono veloci. Tra lo studio, gli esami,il matrimonio imminente di papà e Marna hopochissimo tempo persino di andare a trovare lamamma, non è mai successo prima.Siamo a inizio maggio, tra poco prenderemo ildiploma, io e Brittany festeggeremo insieme allerispettive famiglie, persino Elizabeth verrà conMike.Non ho più avuto notizie di Brian dal giorno in cuil'ho lasciato, era gennaio, il suo ricordo arde vivodentro di me. Il giorno di San Valentino era il suocompleanno, sono stata tutto il giorno con iltelefono in mano indecisa se mandargli gli auguri.Alla fine non l'ho fatto. Sono rimasta a casa dasola a guardare film strappalacrime con lacompagnia di pop corn e gelato. E' una gradestronzata che ti rifilano, quella di dirti che con ladepressione perdi peso. Per fortuna sono rimastauguale, anche se mangio quasi il doppio dischifezze e grazie solo al fatto che vado a correre.

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Ormai sono arrivata ad un media di quindici kmsenza morire.Brittany, Jane ed Ester hanno ricevuto la rispostadalla Chicago Univerity, tutte affermative, ancheCooper andrà con loro. Mark invece è statoaccettato alla New York University. Alla fine nonè poi così tonto! In realtà a scuola è sempre statoun cervellone, si perde nella vita di tutti i giorni.Sono fiera di tutti loro!Io invece sono ancora in ansia! Onestamente losiamo tutti in casa mia. Jared telefona in media trevolte al giorno per sapere se è arrivato qualcosa daYale ma la risposta è sempre negativa.“Vi prego di disporvi in fila indiana, Brittany, seila prima della tua fila” la Carlton ci sta istruendoper il giorno del diploma, stiamo provando letoghe e ci stiamo sistemando per il corteo.Jane è nella fila accanto alla mia, si stringe nellespalle emozionata “Me la faccio sotto” le dicoridendo“A chi lo dici!”

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“Jane, Jewel, smettetela!”Mi mancherà la Carlton!Finalmente abbiamo finito le prove, siamo nelparcheggio e aspettiamo Marna. Oggi abbiamo laprova degli abiti, lei è dimagrita un bel po', nonl'ho mai vista ridotta peggio ma non glielo diròmai.Verrà a vivere con noi, Gus invece si trasferirà daBrenda perché lui e Marna hanno deciso dimettere in vendita la casa e l'hanno comprata lanonna e Arthur che andranno a convivere. Mike eElizabeth si frequentano, ma per ora, ognuno acasa sua!“Sono qui” la futura sposa sta correndo verso dinoi“Vuoi calmarti?” la sgrida Brittany “Ti verràl'ulcera. Manca più di un mese al matrimonio!”sale in auto e si mette alla guida, io e Marna cisediamo sui sedili posteriori insieme ad Ester.Parcheggiamo davanti al negozio di abiti dasposa. Per la prima volta vedremo il suo vestito e

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faremo la prima prova generale di quelli cheabbiamo scelto noialtre.“Mi aiuti con la cerniera?” sto cercando di tiraresu la lampo in ogni modo ma non ci riesco, stosudando.Com'è che mettono sempre queste cerniere ascomparsa che fanno dannare?!Ester mi aiuta e mi guardo allo specchio, me lodico da sola: WOW!Abbiamo scelto un abito sopra al ginocchio colorlavanda con una cintura alta in vita color ghiaccio,è senza spalline, i miei capelli mori fanno un belcontrasto. Non abbiamo nemmeno litigato per lascelta, stiamo facendo progressi!La commessa ci consegna i sandali di raso in tintacon il vestito. Dovrò sicuramente andare a farmiuna lampada, anche due, prima del matrimonio,sono talmente pallida che non sembro neanche io.In effetti ho veramente una faccia stravolta,occhiaie viola dovute al troppo studio.Ci sistemiamo davanti al grande specchio e ci

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complimentiamo a vicenda, ci hanno consegnatodei bouquet di fiori finti “Signore” esclama lacommessa e scosta la tenda di velluto colorcaffellatte.Oh mio Dio, Marna è stupenda!Ha un abito bianco candido con scollo a cuore, invita una fascia di strass e la gonna ampia è di taft.Le hanno raccolto i capelli in uno chignon. Salesul piedistallo, io devo sedermi sul divano per nonsvenire “Sei meravigliosa” le dico incantata “Miopadre farà un infarto quando ti vedrà” mi asciugogli occhi con un fazzolettino di carta offertogentilmente dal negozio. Evidentemente sonoabituati a queste scene.“Ti piaccio davvero?” mi chiede guardandomidallo specchio, ha gli occhi lucidi“Si” rispondo convinta.“Non si potrebbero aggiungere degli strass alcontorno del nostro abito?” lancio un cuscinoaddosso a Brittany che non la smette dispecchiarsi

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“Ehi!”“Siamo semplici ed eleganti” esclamo“Si è vero!” sorride compiaciuta guardandosi allospecchio, d'un tratto il suo viso cambiaespressione, sembra che abbia visto un fantasma“Cazzo!” si volta di scatto e raggiunge la vetrinaper guardare fuori dal negozio.“Che ti prende?” Marna la raggiunge “OhSignore” urla, si porta le mani sulla boccaspaventata“Si può sapere che succedere?” chiede Jane sedutavicino a me“C-C'è Brian” balbettaBalzo in piedi con il cuore in gola correndo versola vetrina “Dove? Dove?” non riesco a vederlo,sono in preda al panico.“Era lì” Brittany si sta sbracciando per farmicapire il punto in cui l'ha visto, esco di corsa dalnegozio con il vestito da damigella addosso, lacommessa mi urla di tornare indietro ma io nonl'ascolto e continuo a guardarmi intorno correndo.

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Il cuore mi sta scoppiando nel petto dall'emozione.Finalmente inquadro la sua Porsche, sta perpartire.“Brian” urlo, cerca di capire da dove arriva la voceche lo chiama “Brian!!!” quando mi vede la suaespressione s'indurisce, cala il berretto nero sullanuca e parte sgommando.Lo guardo andarsene “Ciao J”“Cazzo!” mi giro spaventata “Matt” devoappoggiarmi al suo petto con una mano per noncadere a terra“Che hai? Stai male?” Beth lascia la mano di Matte si avvicina a meNon riesco a parlare.“Respira Jewel, mi stai spaventando” Beth mimette una mano sulla schiena.“Jewel” Marna mi ha raggiunta, mi stringe in unabbraccio“Era lui” le dico “Era lui” singhiozzo“Grazie Beth” la saluta con una mano e miaccompagna in negozio.

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In auto non parlo, mi limito a guardare fuori dalfinestrino. Non posso credere che sia tornato e nonme l'abbia detto, anche Elizabeth non me ne haparlato. Non posso che dargli ragione, io l'holasciato, nonostante per lui non fosse mai finita.Ho fatto una cazzata e adesso ne pago leconseguenze. Mi evita. Mi ha detto che sarebberimasto fuori dalla mia vita e da quando me l'hafatto non mi ha mai cercata. Continua la sua vitasenza di me come fossimo due estranei. Stringo lamano a pugno e la porto davanti alla bocca percercare di trattenere i singhiozzi, le lacrime esconoa cascata dai miei occhi, stiamo per attraversarecasa sua.“Fermati” ordino a Brittany“J” mormora“Fermati!”Corro alla porta e mi metto a bussarefreneticamente “Elizabeth” la chiamo forte ma nonviene ad aprirmi “Lo so che ci sei, apri” stobattendo i pugni e suono il campanello “Ti prego

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Elizabeth” dopo dieci minuti finalmente viene adaprire, ha il viso assonnato, entro in casa e salgo lescale senza che mi venga dato il permesso, apro laporta della camera di Brian, è vuota.Lo cerco nel bagno, ma non c'è. Mi sposto nellealtre stanze, niente.Scendo le scale di corsa e mi metto a cercareancora “Dov'è?” le chiedo quando ormai non sopiù dove guardare.“E' andato via”“E' impossibile cazzo, l'ho visto meno di un'ora fa!C'è la sua auto qui!” indico con il braccio teso ilcorridoio che porta al garage nel quale sonoappena stata“Ha preso un taxi” dice seguendomi in cucina,apro il frigo e prendo una bottiglia di vino, tolgo iltappo e prendo un bicchiere dalla credenza. Bevoil vino tutto d'un fiato.“Va meglio?” chiede gentile Elizabeth“No” mi appoggio con le mani al bancone dellacucina

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“E' arrivato due giorni fa” si avvicina e mi volto aguardarla“Mi chiede sempre di te”Vado verso la porta per uscire da questa casa, hofatto male a venire.“E' venuto a prendersi la tua foto”Non mi ero nemmeno accorta che era stata toltadal muro della sua stanza “Gli manchi Jewel, ti haseguita, è per questo che lo hai visto fuori dalnegozio”“E' andato via però! Mentre lo chiamavo!” escosbattendo la porta alle mie spalle, mi fermo sulmarciapiede e mi giro a guardare le finestre dellasua camera.Spalanco gli occhi quando vedo una sagomadietro la tenda, è ancora li! Si è nascosto per nonparlarmi. Vorrei tornare in casa e andare da lui masarebbe una pessima idea, se avesse volutol'avrebbe fatto fuori dal negozio. Mi metto acamminare a testa basta verso casa.Addio Brian Johnson!

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CAPITOLO 37“Sei pronta?” Jared me lo chiede al di la dellaporta della mia stanza, sto terminando di vestirmi.Oggi prenderò il diploma!La spalanco e rimango a bocca aperta. Jared èbellissimo, vestito di tutto punto: giacca epantalone nero. Ha persino la cravatta, anche seallentata “Ehi Adam!” scherzo toccandogli ilbraccio“Non fare la stupida! Non somiglio a quello deiMaroon 5” mi sgrida, rido scendendo le scale,entro in salotto dove mi aspettano Gus, la nonnacon Arthur, Elizabeth e Mike “Ciao” li saluto“Pronta Bocconcino?”“Si”“Siamo qui, siamo qui” Marna entra in casa con ilfiatone assieme a papà, hanno dormito lei. Lanonna mi aveva avvertita che non gli era suonatala sveglia.“Ciao tesoro” mio padre viene ad abbracciarmi“La sera leoni…” cantileno uscendo di casa,

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scoppiamo tutti a ridere e andiamo alle macchine“Guidi tu?” mi chiede Jared“No, grazie non me la sento sono troppoemozionata”Fa un fischio “Meno male” dice aprendo laportiera. Alzo gli occhi cielo e lo imito.Il parcheggio è gremito di auto, Jared mi lasciadavanti alla scalinata e va alla ricerca di un postoper l'auto, incontro le mie amiche nei corridoi eassieme andiamo in palestra per indossare letoghe. Siamo in piedi, in fila indiana, ho Bethdavanti a me, mi avvicino per sussurrarleall'orecchio “Congratulazioni” si gira e mi sorride“Congratulazioni” mi abbraccia, non so perché, lastringo forte anch'io. Vedo con la coda dell'occhioche Jane mi guarda con occhi spalancati, come adire “Che stai facendo?”Ci rimettiamo composte e seguiamo i nostricompagni fuori dall'istituto, la cerimonia si svolgenel campo da football, i genitori saranno sedutisugli spalti, per noi sono state sistemate delle

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sedie bianche disposte in file da dodici, io saròseduta tra Ester e Beth, la quale ci dovrà lasciarefra poco per tenere il discorso di fine anno. Migiro a cercare Mark e Cooper, ci sorridiamo, efinalmente mi concentro sulla cerimonia.Dopo le presentazioni dei professori e il discorsodi rito, il Preside Simpson chiama Beth Mahoneysul palco, prima che si alzi le stringo una mano ele faccio l'occhiolino “Andrà bene” le sussurro. Mirivolge uno sguardo di ringraziamento e raggiungeil palco per parlare al microfono.“E' la fine di un'era. Questi anni al liceo mi hannoinsegnato molte cose, prima fra tutte, il valoredello studio…” smetto di ascoltare il suo discorsoperdendomi a guardare il campo di football. Nonposso credere che sia davvero la fine, ho trascorsoanni stupendi al liceo, i migliori della mia vita. Hoconsolidato amicizie e strette di nuove, comequella con Ester, è inutile negare che non proveròmai per lei quello che sento per Brittany e Jane,ma le voglio bene. Cooper e Mark mi

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mancheranno, mi viene un groppo in gola alpensiero che sarà la nostra ultima estate insieme.A settembre ognuno andrà per la propria strada.Non riesco a trattenere una lacrima, Ester mi dàuna leggera gomitata sul fianco, mi sorrideteneramente poi mi fa cenno di voltarmi verso ilpalco “Alla fine di tutto vorrei rivolgere un salutoparticolare a Jewel Violet Morgan” spalanco gliocchi dalla sorpresa “Mi mancherà vederti ognigiorno con una delle tue immancabili pashmine esoprattutto mi mancheranno le tue battute acide”un boato di risate si innalza nel campo, mi alzo inpiedi e faccio un inchino alzando le braccia alpubblico che applaude, “Torna qui” urlo, scende igradini correndo e viene ad abbracciarmi “Midispiace J per tutto, ti voglio bene”“Sei stata una perfida arpia, mi mancherai anchetu”“Sono stata accettata a Yale” sorride entusiasta ebatte le mani“Vai a Yale?” sbraito allarmata

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“Mi è arrivata la lettera di ammissione questamattina!”“Ah!”“A te è arrivata?” mi chiede tenendomi le mani“No”“Ti prenderanno. Potremmo chiedere la stessastanza”“Senza offesa, mi saresti mancata se non ti avessipiù vista per davvero, saperti nella mia stessauniversità e dormire nel letto a fianco al tuo ètroppo!”“Stai scherzando vero?” mi chiede sedendosi“No” rispondo imitandolaAlza le spalle indifferente alla mia risposta“Domani comincerò ad informarmi per stareinsieme al campus”Mi giro verso Ester “AIUTO” mormoro nel suoorecchio“Ti ho sentita!”“Lo speravo proprio!”Scoppiamo a ridere mentre il Preside comincia a

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chiamare i nomi degli studenti per la consegna deidiplomi.“Jewel Violet Morgan” il Preside Simpson chiamail mio nome, salgo i grandini con calma per nonrischiare di cadere e fare una figuraccia davanti atutta la gente.“Congratulazioni Jewel” mi consegna il diplomaarrotolato a pergamena e stretto in un nastro blu“Grazie” gli rivolgo un sorriso “Porco!” gli dico.Sgrana gli occhi. Ha capito benissimo che miriferisco alla sua storia con Beth. Termino distringere la mano ai professori, mi allontanosventolando il mio diploma verso gli spalti permostrarlo alla mia famiglia che è in piedi econtinua a urlare.La cerimonia finisce con Mark, è l'ultimo inordine alfabetico, mi alzo in piedi e lo incito, lui falo scemo sul palco prima di scendere, io ed Esterci guardiamo ridendo.“Congratulazioni Classe del 2012!” si alza unboato di grida, lanciamo i cappelli in aria e

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abbraccio forte prima Ester e poi Beth.“Jewel” mi volto “Jared!” mi faccio largo tra lafolla per abbracciare mio fratello, mi scatta unsacco di foto mentre la mia famiglia e gli amici mifanno le congratulazioni.“Non ce la faccio più” dico quando termino latorta.Siamo da Paul e Tina, hanno tenuto il localechiuso apposta per noi oggi, ci siamo io, Brittany,Jane, Mark e Cooper con le famiglie e gli amici afesteggiare il diploma. Ester ci raggiungerà piùtardi, quando avrà terminato di pranzare con isuoi. Papà e Gus salgono sul palco e si mettono acantare, sono talmente ubriachi che non si capisceniente di quello che dicono. Non oso immaginarecosa accadrà ai loro matrimoni.Noto Paul parlare con un fattorino fermo sullaporta d'entrata, lo ringrazia, saluta con un sorridoed entra con un cesto colmo di orchidee bianche,lo deve sorreggere con due mani, si avvicina e melo porge “E' per te”.

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Mi guardano tutti prendere in mano il cesto eappoggiarlo al tavolo, c'è un biglietto, chiudo gliocchi quando mi accorgo che il mio nome è scrittocon la calligrafia di Brian.Tolgo dal gambo di un'orchidea la piccola mollettarosa che lo stringe, mi accorgo che dentro c'èqualcosa di rigido ma non riesco a capire di cosasi tratta. Mi allontano per leggerlo da sola e misiedo su uno sgabello in fondo al bancone.Quando lo apro non riesco a credere ai miei occhi:ci sono le chiavi della Porsche. Scrollo la testa esorrido estraendole, le stringo forte nella mano. E'matto!

“Te l'ho detto, la macchina è tua.Hai visto la molletta? E' rosa, come piace a te.Un uccellino mi ha detto che se dovessi sposarticon me lo faresti con un bouquet di orchideebianche…non ti ho portata in Messico, non ti hovista con l'abito bianco, ma ti ho fatto avere ifiori.

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Quando li ho comprati ho indossato lo smoking,niente cravatta, i primi due bottoni allentati, ècosì che mi hai visto elegante la prima volta.Ho un nuovo tatuaggio nel tricipite interno.“E' meglio Jeff”Mi sembra di averti con me ogni volta che loguardo.Per quel che vale, sono orgoglioso di te. B”Metto il biglietto nella busta, l'ho letto talmentetante volte che gli occhi mi fanno male, scendodallo sgabello e raggiungo i miei amici, Jared mimette un braccio intono al collo “Sono suoi ifiori?”“Si”“Che ti ha scritto?”Gli sventolo davanti agli occhi le chiavi dell'auto“Mi ha regalato la Porsche”“Cosa? Oh cazzo non ci credo, quel Brian è fuoridi testa. Devi farmela provare!” esclama cercandodi rubarmi dalla mano le chiavi“Dovrai strisciare solo per salirci, figurati cosa ti

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costringerò a fare per guidarla”Marna e le mie amiche ancora non ci credono chemi ha regalato la macchina, le lascio crepared'invidia avvicinandomi a Elizabeth “Ehi”“Tuo figlio è matto!”“Ha preso da suo padre”“Mi dispiace per quel giorno” mi dice abbassandogli occhi, capisco che si riferisce a quando ho vistoBrian fuori dal negozio“Non fa niente, va bene cosi, ti capisco… ora ticapisco!”“Vieni a prendere la macchina più tardi?”“Ci puoi scommettere” mi alzo e raggiungo glialtri in pista.Torniamo a casa intorno a mezzanotte, siamo tuttidistrutti, Gus e Marna ci hanno seguiti, hannodeciso di "bere l'ultimo" dei tanti. Mio padreormai non si regge in piedi, non l'ho mai visto cosìsbronzo.Jared è rimasto fuori per telefonare a Stephanie,l'infermiera, mi ha detto che l'ha invitata al

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matrimonio, è una cosa seria!Mi lascio cadere sul divano svogliatamente, mifanno male i piedi, ho indossato i sandali con iltacco tutto il giorno "E' arrivata!" la nonna si mettea urlare entrando in casa.Sventola fra le mani una busta bianca con il logodi Yale, sono perfettamente lucida e mi alzo inpiedi a guardarla. Mi tremano le ginocchia. Siamotutti in salotto, è arrivato anche Jared, tiene ilcellulare in mano senza parlare "Forza" mi incintacon un cenno della mano.Prendo in mano la busta, non riesco a fermare lamano tremolante, la apro con calma perché nonvoglio sgualcirla. Qui dentro c'è il mio futuro.Apro il foglio piegato e leggo piano per nonrischiare di fare un infarto, ho una morsa allostomaco."Mi hanno presa, mi hanno presa!" urlo di gioia elancio in aria la lettera per abbracciare mia nonna,è già in lacrime, Jared esce per parlare conStephanie al telefono, papà è fintamente sobrio e

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mi abbraccia."Bocconcino vieni qui" Gus non la smette dipiangere, mi stritola tra le sue braccia "Sei statabrava, sei stata brava" mi ripete in continuazione,non riesce a staccarsi da me "Fagli il culo ok?".Non so che cosa centri, ma credo che sia il suomodo per dirmi di impegnarmi a prendere bei votie fargli vedere chi sono!Jared torna in casa, mi prende in braccio e mibacia sulla guancia fino a consumarla"Congratulazioni mocciosa"Rimango con la mia famiglia seduta in cucina abere fino alle due del mattino, quando mio padrebiascica un "Dovremofumareunacana" tutto d'unfiato, decido che è il momento di ritirarmi. E'ormai fuori controllo. Ci penserà Marna."Buonanotte" dico alzandomi dalla sedia, miappoggio con le mani alle spalle di Gus, mette unamano sulla mia "UnbrindisialamiaJewelllll" miopadre alza il boccale di birra "Papà smettila dibere"

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"Prosit" e tracanna la birra, scrollo la testa eguardo Marna "Sei sicura di volerlo sposare? Seiancora in tempo per filartela""In effetti ci sto ripensando" mi risponde passandouna mano fra i capelli di papà.Vado in salotto a recuperare i fiori di Brian, salgole scale, entro in camera e li appoggio suldavanzale. Attacco il biglietto al tabellone disughero che mi seguirà anche a Yale. Non possocredere di essere stata accettata, non sto nellapelle. Vorrei che Brian fosse qui con me percondividere insieme questa notizia. Mentre attaccola puntina a forma di cuore sul bigliettoappoggiato al tabellone decido di mandargliun'email:

Grazie per i fiori, per il biglietto, per il tatuaggioe...per l'auto. Sei matto!Da quando ti conosco mi rendo conto di essereinvasa da uno stormo di uccellini...anche se io

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preferisco chiamarle "rane dalla bocca larga" ;-)Sono stata ammessa a Yale, l'ho saputo poche orefa.Verrà anche Beth e insiste per condividere lastanza con me. :-(Avrei da dirti tante cose Brian Johnson, ragazzo-che-mi-ha-sconvolto-la-vita, ma un'email nonsarebbe sufficiente e tu non vuoi parlarmi,altrimenti non ti saresti nascosto da me il giornoche sono venuta a cercarti a casa.Sto ancora male per te...per noi.Oggi Beth ha iniziato il suo discorso dicendo che"E' la fine di un'era", ho pensato subito a te.E' la fine Brian.Il tuo ricordo vivrà per sempre nella mia mente,e nel mio cuore.Ti auguro ogni bene.X J.Premo invia, mi metto a letto sotto il lenzuolo e miaddormento.

CAPITOLO 38

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Sono in piedi sotto il gazebo in centro alla piazzadel paese in attesa di Marna.Papà è bellissimo nel suo abito nero con camiciabianca e cravatta argento, con lui ci sono Jared, eMax. Sono di fronte a loro,nel mio abito dadamigella, in mano ho un bouquet di lisianthis, icapelli sciolti ondulati ad arte. Io le altredamigelle ci guardiamo emozionate.La marcia nuziale mi fa venire un nodo in gola,Marna si presenta al braccio di Gus all'inizio deltappetto bianco che porta al gazebo. Ai lati deipiccoli alberelli a forma di palla con inseriti ilisianthis, ci sono sedie bianche dove sono sedutigli ospiti. Siamo in circa un centinaio allacerimonia, alla grande festa che si terrà più tardi èstato invitato praticamente tutto il paese, anche sela verità è che la maggior parte dei cittadini è quia guardare perché il matrimonio è all'aperto e benein vista.Marna ci raggiunge al gazebo, è bellissima, ha gliocchi lucidi mentre Gus le alza il velo e la da un

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bacio sulla guancia, poi si sposta di fianco a Jared,con lui e Max è il testimone di mio padre.Osservo mio padre guardare Marna, è perso neisuoi occhi. Si sorridono e si stringono la mano pertutto il tempo, dopo aver pronunciato le promesse,finalmente è il momento dello scambio deglianelli, glieli consegniamo io e Jared.“Auguriii” urliano quando si baciano. Io nonriesco ancora ad affrontarli. Guardo Jared che mifa una smorfia di disgusto. Scrollo in basso latesta e quando alzo gli occhi “Brian!” è sulmarciapiede, in piedi, lo riconosco subito, anchese è mischiato tra la gente.“Che hai J?” Brittany mi stringe il braccio perrichiamare la mia attenzione “J?”Mi porto una mano sulla fronte “Oddio Brittany,ho le allucinazioni, niente, lascia stare”“Cos'hai visto?” è seriamente preoccupataCon uno sguardo capisce tutto “E' impossibile J”E' vero, è impossibile, Violet è nata il 16 Giugno,da appena una settimana, l'ho saputo quando ho

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visto il fiocco rosa appeso alla porta di casa diBrian ed Elizabeth. Sono rimasta a fissarlo perore.“Tuo padre ti aspetta” mi da una spinta peraiutarmi a muovermi “Congratulazioni papà” loabbraccio forte “Sei davvero contenta?”“Si” gli do una pacca sulla spalla “Hai la miabenedizione anche per i figli”“Beh, allora, posso dirtelo” sbarro gli occhi dallasorpresa “E' incinta, cinque settimane”“Uaaaahhh” mi metto a urlare di gioia e corro dalei “Cazzo, Marna, per questo avevi quell'ariapessima…”“Non dirmelo, sono stata così male! Ci credi se tidico che a forza di vomitare sono dimagrita?Cazzo, spero proprio che oggi vada tutto liscio”Sentiamo il parroco schiarirsi la voce “Illinguaggio, signore”Ci stringiamo nelle spalle “Scusi” diciamo in coroe ci allontaniamo ridendo.

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“Complimenti per le tovaglie” mi prende in giroJared “Perché?” gli chiede Stephanie, è cosi carinache me la mangerei. E' cosi diversa da Jared. E'mora, con i capelli lunghi, porta degli occhiali conuna montatura “a gatto”, fighissimi, indossa unsemplice tubino blu e dei sandali in tinta. Gliorecchini che indossa hanno un brillante solo.Sono quelli che le ha regalato mio fratello.Jared si mette a ridere “Beh, devi sapere cheMarna ha preteso da Jewel tutto l'aiuto possibileper la scelta di ogni cosa che vedi e solo perché laprima volta che parlavano di fiori lei ha scartato igirasoli e ha scelto questi qui” fa un cenno con lamano alla composizione in centrotavola“Lisianthis, scemo! E comunque non li ho scelti,ho solo detto che a me sarebbero piaciuti” locorreggo altezzosa“Comunque, alla fine, stremata dall'impegno, hascelto le tovaglie coprendosi gli occhi con unamano e puntando a caso il dito su una delle tantestoffe proposte” scoppiano tutti a ridere. In effetti

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non posso che dargli torto. Le tovaglie sonoorrende: bianco sporco a fiori. Ma dei fioribruttissimi. Talmente orrendi che secondo me nonesistono neanche in natura. Non rendono giustiziaal resto della tavola che invece è semplice edelegante.“Ehi potevi farlo tu” sbuffo sedendomi al mioposto tra Jane e Brittany“A me piace” Stephanie scrolla le spalle e infilaun bocca un pezzo di pane, la guardano tuttiaggrottando le sopracciglia“Ah, ah” scimmiotto rivolta verso Jared “Nonpuoi mollare mio fratello, qui non capisce nientenessuno, tu sei l'unica” le dico, per poco non sistrangola. Jane mi da una pacca sulla nuca“Grazie tante” si rabbuia, mi avvicino e le do unbacio sulla guancia.Finiamo di mangiare verso le dieci, tra circamezz'oretta ci sarà il taglio della torta, è una seratameravigliosa, ma comincio a sentire freddo, nonmolto lontano c'è casa mia, lascio la festa un

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momento. Sono tutti talmente sbronzi che nessunosi accorgerà della mia assenza. Papà ha ordinatocinquanta litri di birra e sono tutti intenti a bere ecantare. Ha noleggiato una band, adesso stannosuonando classici dei Pearl Jam.Cammino a testa bassa fissandomi le scarpe, sonocosì belle che è un peccato non poterle indossarepiù.Quando arrivo in camera apro l'armadio e la primacosa che vedo è la giacca di Brian. Non gliel'hopiù riconsegnata dopo la festa di settembre, latolgo dalla gruccia e la indosso stringendola forte.Guardo il quadro che mi ha regalato prima ditornare alla festa.“Che cos'è questa?” Jared mi tira un lembo dellagiacca“Una giacca”“Ah, ah” mi prende per mano “Vieni, balliamo”Mi accompagna in pista sulle note di “LastGoodbye” di Jeff Buckley, mi prende un nodo allostomaco mentre sono avvinghiata mio fratello

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“E' meglio Jeff” sussurra al mio orecchio, loguardo storto e gli do una sberla sul braccio, miappoggio al suo petto a occhi chiusi, lui mi cantala canzone nell'orecchio “Se fossi Adam Levine tifarei una proposta indecente” gli dico aprendo gliocchi“Per fortuna non lo sono” finge di togliersi ilsudore dalla fronte“Oddio” dico con un filo di voce“Cosa c'è? Jewel?” mi sorregge perché non svenga“Niente” scrollo la testa staccandomi da lui“Niente”“Non c'è Jewel, Brian non c'蔓Si, lo so, io…vado dalla mamma” cammino trala folla mentre vado al cimitero.

CAPITOLO 37Resto in piedi davanti alla sua lapide in silenzio,mi muovo a ritmo della musica, stanno suonandocanzoni degli Snow Patrol, riconosco “Chocolate”è una delle mie preferite “Ciao Jewel”Mi volto di scatto, non pensavo che qualcuno mi

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avesse vista venire qui “Ciao Matt”“Come stai?”“Bene”“Ho saputo che andrai a Yale con Beth”“Mmmmhhh” faccio una smorfia divertita “Si,non me lo ricordare, penso che trascorrerò l'estatecon lei che mi assilla per stare nella stessa stanza”“Non ti va di stare con lei?”“No…si invece, mi va! Non chiedermi il perché,non lo so nemmeno io”“Forse è perché è una persona che conosci”“Tu andrai alla Chicago vero?”“Si”“Siete carini insieme” gli dico stringendomi nellagiaccaSi avvicina e mi mette le mani sulle spalle, quelcontatto mi fa irrigidire “Volevo solo dirti che miè dispiaciuto per quello che ti ho fatto, tu mi odi,me lo merito, ma non ce la facevo più, dovevodirtelo”“Matt, è passato, ok? Rilassati”

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“Davvero? Non riesco a togliermi questo tarlodalla testa”Gli do un buffetto sulla fronte “Magia!” esclamoridendo “Se n'è andato”“Hai più sentito Brian?”Scrollo la testa “Solo un biglietto d'auguri per ildiploma”“Ci sei rimasta sotto vero?”Arriccio il naso “Abbastanza”“Forza, torniamo alla festa”“Si forse è meglio”Mi volto a guardare la foto della mamma, em'incammino con lui verso il matrimonio.“Oh Signore” papà è sul palco con Gus, stannofacendo il karaoke, non riesco a guardarli“Non ti vergogni di averlo sposato?” chiedosedendomi in fianco a Marna“No” sospira“Stai bene?” le chiedo guardandole la pancia“Sono felice Jewel e il bambino oggi ha fatto ilbravo” si massaggia la pancia “Mi prendo da

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bere” sentir parlare di neonati mi ha fatto venirevoglia di ubriacarmi.Sono ormai le due del mattino quando finalmenteriesco a sedermi dopo aver ballato per ore con imiei amici, il matrimonio è stato fantastico.Marna e papà sono abbracciati e stanno ballando,Gus è seduto sul palco con la chitarra in mano ecanta per Brenda, seduta davanti a lui. Io sono altavolo con i miei amici. Ci sono anche Stanlio eOllio, irriconoscibili dalla sbronza. Fumo unasigaretta che ho preso dalla pochette della nonna,ci sono anche le cartine e…altro!“Non pensi di smettere?” mi sgrida Jared“E' solo una ogni tanto”“Si certo…” si gira a guardare Stephanie con unasmorfia, lei gli mette una mano sulla gamba “Nonfare il moralista”“Ah, ah, ah” mi alzo e vado a dargli una sberlasulla nuca, già che ci sono mi prendo la libertàd'impadronirmi del suo gin tonic“Jewel, Jewel!!!” Brittany e Jane corrono verso di

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me hanno l'aria di chi ha appena ricevuto unapessima notizia, la nonna le segue con Elizabeth,spingendole la carrozzella“Che succede?”“Vieni, dobbiamo parlare” mi prendono ognunaper un braccio e mi accompagnano in un angoloisolato della piazza, formiamo una specie di mini-corteo, ci seguono anche la nonna ed Elizabeth.“Allora?” glielo chiedo mentre sorrido al sig.Moore, mi guarda come se volesse colpirmi con ilsuo bastone. Dalla scenata che gli ho fatto quelgiorno in garage però ha pagato tutto. Ho sentitodire che ora non va più ai Casinò notturni. Notoche è uno dei pochissimi sopravvissuti: il prato èuna distesa di cadaveri post-sbronza.“Brian…”Quando sento dire il suo nome, non so perché,sbrocco: “Eh no, ti prego” mi volto versoElizabeth “senza offesa” torno a guardare Brittany“non voglio parlare di lui, non stasera, ormai sonoparanoica, ho le allucinazioni. In un giorno mi è

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sembrato di vederlo due volte rischiandoseriamente di rovinarmi la festa perché continuavoa pensare a lui. Ho quasi ignorato Stephanie. E' laragazza di mio fratello e io le ho parlato si e nodurante la cena e…”“Non è sua!!!” grida Brittany.Il bicchiere di gin tonic mi scivola di mano, lanonna mi raggiunge per tenermi in piedi “Chevuol dire che non è sua?!”“Brittany” le scrollo il braccio perché parli marimane in silenzio “Elizabeth!!!” mi avvicino a lei,mi prende per una mano tra le sue “Mi dispiaceJewel”“Lo sapevi? Da quanto? Da sempre?”“No, ti giuro che l'ho saputo qualche giorno fa…”“Che cazzo significa? Perché non me l'hai detto?Perché non me l'avete detto? Lo sapevate tutte?”sono così arrabbiata!“Vorrei puntualizzare che io e Jane l'abbiamosaputo solo ora” Brittany guarda torva la nonna edElizabeth

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“Jewel” la nonna mi sfiora un braccio con la mano“Non toccarmi!” grido, mi metto a camminareverso casa, Jared cerca di fermarmi quando vedeche gli passo davanti. Sono talmente incazzata chenon lo degno di uno sguardo, mi seguono tutte equattro come cagnolini, entro in casa, accendo laluce e vado in garage a prendere il mio trolley rosa“Che cosa fai?” mi chiede Brittany spaventata“Vado a Miami!” salgo le scale con tutte alseguito, tranne Elizabeth, Jared e Stephanieintanto ci hanno raggiunge “Dove vai?”“Va a Miami” gli dice la nonna“Glielo avete detto?” esclama stupito“Lo sapevi?” sento il viso andare in fiammementre metto a casaccio un paio di cambi neltrolley. Prendo l'indispensabile per un giorno odue, ho intenzione di dirgliene quattro e tornare acasa. Anzi no, andrò direttamente a Yale e mi faròspedire il resto della mia roba a mezzo corriere!“Pensavamo che fosse meglio non dirtelo,avevamo paura che cambiassi i tuoi piani”

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“Pensavate che rinunciassi a Yale per Brian?” mitolgo il vestito nella cabina armadio e m'infilo unpaio di shorts in jeans e una maglietta, indosso leConverse e preparo alla svelta la trousse da bagnogettandovi dentro freneticamente l'utile per latoilette.“Sinceramente si” risponde impalato sulla portadel bagno“Jared, non ho fatto domanda a Yale perrinunciarvi, non ti pare? Sarei andata comunquema avrei vissuto la storia con Brian diversamente.Già ci vedevo: ci saremo alternati i weekend equando fossi stata da lui, saremo usciti apasseggio con Violet…” ho la voce spezzata“Jewel è una pazzia!” Jane continua a mangiarsil'unghia del pollice, è terrorizzata, credo non miabbia mai vista così in collera.Recupero il passaporto e la borsa e scendo le scale“Jewel, mi dispiace” non degno Elizabeth di unosguardo, prendo le chiavi della Porsche daltavolino vicino alle scale e vado in garage, Jared si

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mette davanti all'auto per non farmi uscire “Jared,togliti, giuro che ti stendo!”“Volevo dirti che ti accompagno”“Veniamo tutte!” la nonna apre il portelloneautomatico e aiuta, insieme a Brittany, a far salireElizabeth sulla Gran Torino, poi lei, Jane eStephanie si siedono sul sedile posteriore“Andiamo!” grida la nonna, è eccitatissima!Quando siamo pronti per uscire troviamo Guspiedi sul vialetto “Che cazzo succede?”“Andiamo all'aeroportoooo” la nonna è fuori ditesta. O ha passato la sua giornata “Tutta fumo eniente altro” senza di noi, o è davvero felice chefinalmente io abbia tirato fuori le palle! Direi trequarti la prima, un quarto la seconda!“Cosa? Ma…perché?”“Jewel va a Miami”“A far…” chiude gli occhi, quando li apre sonotalmente pieni di rabbia che mi fa paura “Vai daJohnson?”“Si”

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“Chi gliel'ha detto?”“Vuoi spostarti?” grido allungandomi fuori dalfinestrino“Ma è il matrimonio di Marna!” indica con unbraccio il luogo della festa “Salutamela!” gli dico“Forza Jared andiamo”“Jewel” mio padre mi sta chiamandoavvicinandosi all'auto“Oh Signore” mormoro, mi passo le mani tra icapelli frustrata “Dove vai?”“A Miami”“Glielo avete…”“Si, si me l'hanno detto, ok? Mi dispiace papà,devo andare”Si abbassa per guardami, appoggia le mani allacapote “Stai attenta, ok?”Gli sorrido “Ok”“Ti voglio bene tesoro”“Anch'io papà”“Ti porterò un regalo dall'Europa” si allunga perdarmi un bacio sulle labbra, da un paio di pacche

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alla capote con le mani e spinge Gus perché sitolga dal vialetto“E' una follia Bocconcino” mi urla mentrec'immettiamo in carreggiata di corsa.

CAPITOLO 39Se non fosse per Jared che mi stringe il ginocchioper avvertirmi che siamo arrivati all'aeroporto O'Haire di Chigaco, non me ne sarei mai accorta. Hofatto tutto il viaggio cercando disperatamente dichiamare Brian, sono quasi le cinque del mattino,il suo telefono è acceso ma non mi risponde.“Merda!” scendo di corsa dall'auto e mi precipitoal banco informazioni “Cazzo!” pesto un piede aterra. E' chiusa!“Allora?” Jared mi ha raggiunta“E' chiuso, dovrò aspettare almeno un'ora”“Sto qui con te”“Vai a casa, sei distrutto”“Ti ho detto che aspetto”Ci raggiungono anche le altre.“Uffa, J, guarda è chiuso!” Jane è talmente

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svampita alle volte che vorrei prenderla a sberleper darle una svegliata!“Jewel, ti ho scritto l'indirizzo di Gavin e quellodell'officina” Elizabeth mi segna con un dito gliindirizzi scritti su un post-it rosa che avràsicuramente trovato nella Gran Torino “c'è anchequello del bar dove lavora Gavin”Prendo in mano il biglietto e le sorrido “Grazie,scusami per prima”“Non preoccuparti tesoro” ci spostiamo verso lasala d'aspetto e ci mettiamo a sedere, impazientiperché apra il banco informazioni.Siamo tutti in silenzio, stanchi dal matrimonio e inansia per quello che succederà. Non posso credereche Brian non mi abbia detto nulla. Non è suafiglia. Perché non me l'ha detto? E poi sono ioquella che non vuole stare con lui! In un certosenso era così, ma solo perché pensavo che fossela cosa migliore, c'è un figlio di mezzo CristoSanto! Ma ora non c'è più, e lui me l'ha tenutonascosto. Perché?

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Non ho idea di cosa succederà quando saremofaccia a faccia. Ora come ora vorrei dirgli che èuno stronzo, ma so per certo che ci dev'esserequalcosa sotto, altrimenti non avrebbe esitato unmomento ad avvertirmi, anzi no, sono certa chesarebbe tornato subito a casa, da me.“C'era prima la mia amica!!!” le urla di Brittanymi distraggono dai miei pensieri. Sta litigando condue signore davanti all'ufficio informazioni“Siamo qui dalle cinque, se permette abbiamo laprecedenza!”“Ma come ti permetti ragazzina?”“Ehi matusa se provi solo ad avvicinarti al bancoti sbrano!” ha il viso a due centimetri dalla poverasignora bionda “Jewel, amore, vieni qui, ti hotenuto il posto!” mi chiama gentilmente e mi facenno con la mano di raggiungerla, la hostess al dila del vetro ci guarda terrorizzata“Buongiorno” le dico sorridendo, sto mettendo laborsa a tracolla“S-salve”

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Sbatto una mano sul bancone “Ecco, Brit, l'haispaventata!”“Ti ho spaventata?” le chiede girandosi una cioccadi capelli con l'indice come fosse un'innocentebambina“No signorina, no, no”Sbuffo perché alle volte la mia amica non lasopporto. Ammetto che se non fosse per lei cisarebbero state occasioni in cui mi sarei trovatanei pasticci, ma quando è così insolente mi faurtare i nervi.“Un biglietto per Miami” dico alla gentile hostessestraendo dalla borsa il portafogli e il passaporto“Andata e ritorno?”“No sola andata”“Prima classe o economica?”“Prima classe” esclama la nonna, mi ha raggiunta“Nonna!!!”“Il primo volo è alle 07.40'”“Perfetto” la nonna mette una mano sul mioportafogli, ed estrae il suo dalla pochette “Faccio

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io” le sorrido amorevolmente.“Chiamaci quando arrivi d'accordo?” Jared mi stasalutando al check-in, per fortuna ho solo unbagaglio a mano, ho infilato la borsa nel trolleydurante l'attesa, tengo il mano il biglietto e loabbraccio “Ok”“Sta attenta”“D'accordo, non preoccupati Jared tra un paio digiorni sarò a casa”“Non fare cazzate”Lo guardo con un sopracciglio alzato “Certo!”esclamo indispettita, cosa pensa che andrò a fare?Ho solo intenzione di dare una bella strigliata aMr. Incomprensibile, e tornare.“Devo andare, ci sentiamo tra qualche ora”Le mie amiche mi sorridono, Elizabeth si avvicinacon la carrozzella “Salutami il mio bambino”“Va bene” mi piego per darle un bacio sullaguancia, saluto la nonna e mi avvicino al metaldetector.“Le scarpe” la scorbutica poliziotta di origini

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ispaniche mi ordina di toglierle, non c'ho pensatoquando mi sono preparata alla svelta qualche orafa, indosso i calzini leopardati bianchi e neri! Mivergogno da morire, tiro un lungo sospiro, lei ride.Che cazzo ride? Vorrei proprio vedere i suoi! Dacom'è lei, immagino che avranno il buco sulpollice!Passo il check-in senza problemi, mi metto lescarpe e recupero il trolley. Nella sala d'attesa diprima classe (che è una figata tra l'altro) bevo uncaffè e mangio una brioche, tengo il cellulare inmano. Brian non mi ha cercata, forse sta ancoradormendo.Dopo un tempo infinito, chiamano il mio volo efinalmente sono in aereo. Mi siedo sulla poltronadi pelle, ho già sistemato il trolley e la borsa nelportabagagli. L'hostess mi chiede se gradiscoqualcosa da bere, scrollo la testa perché almomento sono apposto così e chiudo gli occhi,dopo aver abbassato la poltrona. Mi sembra distare su un letto ad una piazza da quanto è grande.

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Mi addormento come un sasso.Un leggero buffetto sul braccio mi sveglia, aprogli occhi a fatica “Buongiorno” sorride la bellahostess “Dovrebbe allacciarsi le cinture, siamopronti all'atterraggio”“Grazie” le rispondo, premo il pulsante perraddrizzare il sedile-poltrona (che ho deciso dicomperarmi come letto per casa) e allaccio lacintura, noto che un bicchiere di succo d'arancia èli ad attendermi, sorrido felice e ne trangugio unlungo sorso. Avrei bisogno di lavarmi i denti.

CAPITOLO 40Cammino per l'aeroporto in cerca di un bagno,l'atterraggio non ha avuto complicazioni.Nonostante non avessi nessuno vicino a cuistritolare la mano per l'agitazione (che di solito miprende sempre durante i decolli e gli atterraggi)me la sono cavata bene.“Ah eccolo” esclamo tra me e me quando miaccorgo dell'insegna “Toilette”.Faccio pipì, la più lunga in assoluto della mia vita.

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Penso di aver espulso almeno due litri di liquidi!Mi lavo la faccia, i denti e mi preparo ad usciredall'aeroporto in cerca un taxi.Ma che cos'è? Umidità trecento per cento?!!!A Miami si muore! Che caldo! Ho già i capelliappiccicati alla faccia!Mi siedo su una panchina vuota, mi tolgo lescarpe e, tanto per cominciare, indosso le infraditopoi cerco un elastico nel beauty case e mi facciouno chignon. Disordinato ad arte, ovviamente!Salgo su un taxi, dopo mezz'ora di attesa,comunico l'indirizzo al taxista e ci immergiamonel traffico.Mi sembra di essere stata a Miami un sacco divolte mentre guardo fuori dal finestrino, ci sonoluoghi che ho visto in televisione e sui giornali.Sulla spiaggia ci sono ragazzi con i rollerblade,altri camminano a petto nudo e sono colmi ditatuaggi e donne che mettono il bella mostra i lorocorpi, certamente ritoccati, stringendoli in bikinistriminziti dai colori appariscenti. “Siamo

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arrivati” mi dice il taxista. Gli allungo i soldi dellacorsa e la mancia, mentre scendo lui recupera ilmio trolley dal bagagliaio “Arrivederci” mi salutacon un cenno della testa e parte per un altroviaggio.Sono in piedi sul marciapiede, tengo in mano lamaniglia del trolley e faccio un bel sospiro primadi avvicinarmi alla porta di casa. E' carina, di ungiallo ormai sbiadito. E' vicina alla spiaggia. C'èun piccolissimo giardino sul davanti con uncancelletto di legno bianco. La miniveranda ègrande poco più di un terrazzino. Apro ilcancelletto e mi avvicino alla porta, devo bussarepiù volte per farmi sentire.Finalmente aprono.“Jewel?” chiede un ragazzo con gli occhi assonati.Si massaggia il viso e mi guarda storto. E' a pettonudo e indossa un paio di pantaloni grigi di cotone“Chi diavolo sei?” gli chiedo, sorpresa checonosca il mio nome“Sono Gavin”

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“Ah! Ciao” gli sorrido, è il migliore amico diBrian. E che amico! E' mulatto, un figo pazzesco!“Che ci fai qui?”“Sono venuta per Brian”“Non c'è” alza le spalleFigurati! Incrocio le mani sul petto e piego la testadi lato “Non c'è per davvero, o me lo dici soloperché lui mi ha vista dalla finestra e non vuoleparlarmi?”Scoppia a ridere “Mi aveva detto che hai un belcaratterino” scrolla la testa sorridendo “Non c'èdavvero, è alla spiaggia a fare surf”.Prende il mio trolley e lo trascina in casa “Vieni,stavo per fare colazione, vuoi qualcosa damangiare?”Lo seguo guardandomi intorno “Sono le tre delpomeriggio” gli dico stupita che faccia“colazione” a quest'ora della domenica.“Si, lo so e tu mi hai svegliato. Sono andato a lettoalle otto stamattina” spalanco gli occhi sbigottitamentre mi siedo su uno sgabello. La casa è bella

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anche dentro, pulita e ordinata.“Mangi pancake con sciroppo d'acero vero?” michiede estraendo una ciotola di ceramica dallacredenza e le uova dal frigo“Come lo sai?” prendo in mano un uovo e lorompo a metà“Beh, sai com'è, il mio amico Brian è tornatodall'Illinois che non era più lui. Dopo avergli fattoil terzo grado, mi ha raccontato di te” accende ilgrill del forno per cuocere il bacon“Sai quando torna?” gli chiedo mentre preparo lapastella“Oh tesoro e chi lo sa? Quando quel ragazzo siperde a fare surf. Toglierlo dalla tavoòa diventaun'impresa”Arriccio il naso “Capisco” poso la frusta accantoalla ciotola su un piattino che Gavin haappoggiato poco prima sul bancone“Facciamo cosi” mi dice immergendo un po' dipastella nella pentola calda “mangiamo, cifacciamo una bella doccia” lo guardo impaurita

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“Non insieme!” grida tirandomi contro unostrofinaccio. Scoppio a ridere nonostante le mieguance stiano andando a fuoco “e andiamo inspiaggia a vedere Brian, ti va?” appena realizzoche tra poco lo vedrò mi si chiude lo stomacodall'ansia.“Ehi” Gavin mi mette una mano sulla spallaallungandosi sopra il bancone “tranquilla, saràfelice di vederti”Sorrido sarcastica “Certo come no? E' per questoche l'ultima volta è praticamente scappato?!”Mi guarda da sotto le ciglia scure ma non diceniente, si limita a passarmi il piatto di pancake,appena ce l'ho davanti il mio stomaco brontoladalla fame, vi spruzzo sopra una quantitàesagerata di sciroppo d'acero “Hai un coltello?” glichiedo prima d'iniziare a mangiare“Perché?” mi domanda con un sopracciglio alzato“Per tagliare!”“Taglialo con la forchetta”“Assolutamente no! Sei matto? Si rovinerebbe

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tutto!”“Macchè…?” scrolla la testa aprendo il cassettodelle posate, mi porge un coltello “Mi spieghi chedifferenza c'è a tagliarlo con la forchetta?” indicacon un dito il pancake davanti a me“Mi viene l'ansia se lo rompo con la forchetta, iltaglio non sarebbe perfettamente dritto, ma amezza luna e…”“Sei esaurita!” m'interrompe “non dirmi che ècome per le mollette che vanno tutte rosa?!”Muovo la testa a destra e sinistra arricciando ilnaso “Non è che le voglio tutte rosa, uso primaquelle perché sono le più carine ma l'importante èche prima di cominciare un colore, devo averfinito quelle con cui ho iniziato, come dire: sedecido di iniziare con le mollette gialle devoassicurarmi di averle terminate tutte prima dicominciare…che ne so…con quelle blu” masticoun pezzo di pancake, Gavin mi guarda allucinato“Ora capisco perché Brian non riesca adimenticarti”

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Mi blocco con la forchetta davanti alla bocca “Chevuoi dire?”“Sei unica Jewel, di questo devo dargliene atto.Non ho mai conosciuto nessuna come te. Mi hadetto che sei speciale, credo di dovergli dareragione” un sorriso timido aleggia sul mio viso“Grazie” sussurroMangiamo in un silenzio assordante, non ne possopiù “Sei gay?” gli chiedo posando i piatti nellavello“Cosa?” chiede infastidito“Era solo una domanda!”“Cosa te lo fa pensare?”“Sei troppo perfetto, ti fai le sopraccigliadall'estetista?” mi avvicino al suo viso perguardargliele bene, sono a forma di rondine,perfette, meglio delle mie che curo con estremadiligenza.“No, non sono gay, faccio il modello perracimolare denaro e mantenermi all'università,oltre ovviamente a lavorare come barista. L'anno

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scorso ho sfilato a New York per Calvin Klein”Rimango a bocca aperta a fissarlo “Oh dai non cicredo!” gli do una pacca sul braccio muscoloso“Davvero? Ma è pazzesco! Posso tirarmela e direin giro che ti conosco? Magari posso rincarare ladose e raccontare che siamo amici intimi, ti prego,ti prego” stringo le mani in segno di preghiera“Ma noi siamo amici” mi stringe una mano sulfianco“Non dire stupidaggini, ci conosciamo appena”“Oh ma io so tutto di te!” si allunga per darmi unbacio sulla guancia “Sei perfetta per lui tesoro”“Tu dici?”“Oh si” muove la testa su e giù per confermare larisposta “Vuoi sapere una cosa? Anche Brian hasfilato per Calvin Klein, due anni fa, ma hasmesso subito. E' una vitaccia e a lui non piaceva,io invece l'adoro! Mi hanno già fatto il contrattoper l'anno prossimo, ti manderò il pass per lasfilata”Mi metto a urlare di gioia “Wow” lo stringo forte

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in un abbraccio “Grazie, grazie, grazie” stringoforte la bocca e gli occhi “Non vorrei sembraresfacciata, ma posso chiedertene quattro?”“Per le tue amiche e la nonna?” sorride malizioso“Si”“Puoi già avvertirle che saranno a New York agennaio”“Davvero Brian faceva il modello?”“In camera ho i ritagli delle riviste appese al murodentro una cornice, più tardi te li mostro, adessodoccia e poi usciamo”Mi scosto per lasciarlo alzare, prende il trolley inmano ed esce dalla cucina, lo seguo mentre apreuna porta del corridoio “Vieni, è la camera diBrian, il bagno è in comune, te lo lascio usare perprima” posa il mio trolley vicino al letto,superandomi per uscire mi da un bacio in testa“Capisci ora perché sapevo chi sei?” sussurra e milascia da sola.Rimango a fissare la camera. La mia gigantografiaè appesa sulla parete di fronte al muro. Ecco a

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cosa si riferiva! La foto di Brian da piccolo conElizabeth e suo padre è sul comodino mentre i cdsono disposti in ordine sulle mensole. La camera èbianca con i mobili di legno, niente a che vederecon l'arredamento della casa in Illinois. In ognicaso è accogliente. Mi sdraio sul lettomatrimoniale e incrocio le gambe fissando ilsoffitto.Cosa farò adesso? Non mi sono preparata undiscorso. Inizialmente pensavo che mi avrebbeaperto la porta e sarei partita ad insultarlo. Tuttociò non è accaduto, solo ora so che non riuscirò adaffrontarlo senza provare nulla, schiatterò ai suoipiedi e lo implorerò di tornare insieme. Già lo so.Mi è mancato così tanto. Gli manco anch'io. Haparlato di me a Gavin e gli ha raccontato tutto dime. Beh, oddio, spero non proprio tutto! Miauguro che abbia travisato sui test che mi facevafare mio padre!Mi alzo ed esco dalla stanza con in mano il beautycase e un cambio e vado a farmi la doccia. Mi lavo

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anche i capelli, non perdo tempo ad asciugarli,fuori fa caldo. Li legherò in uno chignon perrisparmiare tempo.Lavata e cambiata, aspetto Gavin seduta suldivano “Pronta?” mi chiede quando mi raggiunge.Mi alzo in piedi e lo osservo: indossa unamaglietta bianca a girocollo e dei pantaloni dicotone verde militare, un paio di Ray Ban a gocciae le infradito “Sei carino”“Anche tu, il giallo ti dona” indica i mieipantaloncini, li ho indossati perché li portavo laprima volta che mi ha vista Brian. Dio, come sonopatetica!!!“Andiamo a piedi?” gli chiedo seguendolo sulmarciapiede“Certo, la spiaggia è qui di fronte” mi prende unbraccio e lo mette sotto il suo “Dobbiamocomprarti un paio di occhiali da sole prima che tene vada, a proposito…quando pensi diandartene?”Gli stringo il braccio “Domani”

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“Mmm” mugugna continuando a camminare,attraversiamo la strada e ci mettiamo apasseggiare sulla pista pedonale, sono incantatadal luogo. Adoro Miami, è così suggestiva.“Sembra di stare in un film, vero?” mi chiedefermandosi ad un lato della pista “Si”Si mette di fronte a me e appoggia le mani sullemie spalle “Quello è il tuo Romeo” si volta quelpoco che gli basta per indicarmi con un cennodella testa un ragazzo che fa surf “La sua roba èquella dove c'è un asciugamano con la tua faccia,non puoi sbagliare”Spalanco gli occhi incredula “Ha la mia fotosull'asciugamano da spiaggia?”“E' più patetico di una ragazzina. Dice che così seisempre con lui. Pensava di tatuarsi persino il tuoviso”“E' pazzo?”“Ah, l'amore” sospira, mi sembra di stare conBrittany. Oh merda!“Che succede? Sei bianca come un cencio”

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“Non ho avvertito a casa che sono arrivata”Liquida la mia frase con un cenno della mano “Ohnon preoccuparti, ho chiamato Elizabeth quandoeri sotto la doccia, avvertirà lei la tua famiglia”“Grazie”“Io vado” mi da un bacio sulla fronte, gli blocco lebraccia con le mani “Te ne vai?”“Dovrei stare qui a fare il terzo incomodo? Jewel,non ti sei fatta migliaia di chilometri per vedereme e non ti serve il mio aiuto”“Gavin” piagnucolo, non so perché, non voglioche se ne vada“Jewel”“Gavin”“Jewel”“Gavin”“Jewel”“Cazzo, sei peggio di me! Ok, vai!” gli lascio lebraccia e gli do una pacca sul petto di marmo, sitoglie gli occhiali da sole e me li infila “Tiserviranno per nascondere gli occhi gonfi” mi

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sorride dolcemente “Solo…non infierire ok?”“Perché me lo dici?”Sospira distogliendo lo sguardo dal mio viso“Jewel, non ti ha detto che Violet non è sua perchésapeva che altrimenti avresti fatto qualche pazzia,tipo non andare a Yale, o presentarti qui. Era unmodo per proteggerti, è questa la verità”“Non avrei rinunciato a Yale” si volta a guardarmicon un sopracciglio alzato “Ok, è vero l'avreifatto” esclamo rossa in volto “ma avrei potutofrequentare l'università qui a Miami…”“E rinunciare al tuo sogno di andare a Yale ediventare scrittrice? A proposito, ho letto il tuolibro, l'abbiamo trovato io e Brian in un negozioqui vicino” il mio viso s'illumina “E' molto bello”“Grazie”“Hai già cominciato il secondo?”“No”“Blocco dello scrittore?”“No, blocco da Brian Johnson” ci mettiamo aridere, la mia però è una risata amara

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“Dovresti scrivere la vostra storia” suggerisce conun'alzata di spalle“Si, l'ho detto a mia madre, ma solo perché eroarrabbiata”“Ah, è vero, parli con tua madre defunta. E' piùfacile sfogarsi vero? Lo facevo anch'io quando èmorto mio fratello.”“Hai perso tuo fratello?”“Incidente d'auto. Un ubriaco ha perso il controlloed è finito sul marciapiede dove camminavaschiantandolo al muro, è morto sul colpo”“Mi dispiace” dico seriamente turbataSi limita ad alzare un lato della bocca permostrarmi un debole sorriso prima di dirmi “Tu eBrian siete da best-seller, fidati” mi da un altrobacio sulla fronte “Ti lascio, ci vediamo tesoro”Lo guardo andarsene “Grazie” grido perché misenta. Si volta e mi sorride “Non devi andarteneprima di aver comprato gli occhiali ok?” annuiscocon un cenno della testa e lo guardo tornare acasa.

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Cazzo, e adesso?E' altamente imbarazzante appoggiare il sederesulla propria faccia, ma io lo sto facendo. Mi sonoavvicinata all'asciugamano da spiaggia di Brian edopo aver guardato il mio viso mi ci sono sedutasopra. Siccome mi sentivo a disagio, mi sonospostata sul bordo perché non ce la facevo più.Inconsciamente mi sembrava di soffocare, il che èmolto improbabile! Osservo Brian sul surf, èbravissimo, o almeno credo, non ho mai vistoqualcuno fare surf dal vivo, solo nei film. Lui cadepoco, deduco sia un bene.Esce dall'acqua dopo un'eternità, tiene la tavolacolorata sotto il braccio. Noto che molte ragazze loguardano incantate mentre si abbassa la cernieraposteriore della tuta e rimane a petto nudo.Cazzarola, abbronzato è ancora più figo! Chiudola bocca a fatica mentre si avvicina.Alza la testa e si blocca sul posto, mi ha vistaseduta. Deglutisce in modo frenetico, capisco cheè nervoso. Mi alzo lasciando le infradito vicino

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all'asciugamano e lo raggiungo camminando sullasabbia che…accidenti, è bollente!“Possiamo metterci sotto quella palma? Misembra di stare sui carboni ardenti!” lo prendo perun braccio mentre saltello, i miei piedi scottano“Certo”.Mi segue e ci mettiamo al riparo. Alzo gli occhi alcielo in segno di gratitudine dopo aver scavato unpiccolo buco con i piedi. Quando mi sembrasufficiente ve li appoggio dentro. Ah, che sollievo!La sabbia è fresca e i miei piedi trovano un po' dipace. Sento i suoi occhi su di me mentre a occhichiusi mi crogiolo in quella sensazione dibeautitudine. Ne apro uno per sbirciarlo “Devitagliarti i capelli”Soffoca un sorriso “Vuoi farlo tu?” mi stuzzica“Ok, sarà la prima cosa che farò quandotorneremo a casa tua”“Non torno in Illinois”“Lo so, parlavo di questa a Miami” gli osservo iltatuaggio. E' nel punto preciso in cui ho il mio

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“Sei un copione!” glielo con un segno della testa“L'ho fatto per te” abbassa gli occhi per fissare lasabbia“Se volevi fare qualcosa per me, dovevi dirmi chela bambina non è tua”Colpito! Non si aspettava che lo sapessi, lointuisco dal fatto che abbia contratto la mascella emi stia guardando impaurito e arrabbiato “Chi tel'ha detto?”“Brittany”“E lei come lo sa?”“Non lo so ma appena me l'ha detto ho presol'aereo e sono venuta qui” si mette a camminarerabbioso verso l'asciugamano, lo prende e lo mettea spalla. M'infilo le infradito e lo seguo. Non socome faccia a camminare così veloce sulla sabbia,io arranco a stento. Non ci parliamo finché nonsiamo a casa sua.“Ehi Gav” lo saluta entrando. E' sdraiato suldivano e guarda un film“Mi piace Gav” gli faccio l'occhiolino senza

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smettere di pedinare Brian “Grazie tesoro” mimanda un bacio, io m'infilo nel bagno con Brian“Esci”Lo guardo sbigottita “Scusami?”“Esci”“Potevi dirmi: puoi uscire per favore?”Alza gli occhi al cielo “Puoi uscire per favore?”Mi porto le mani strette a pugno sui fianchi “Seiun cafone” esclamo“Devo farmi la doccia”“OK”Socchiude gli occhi, si avvicina e mi mette allaporta “Vuoi rimanere qui?” sussurra al mioorecchio. Mi viene la pelle d'oca. Credo di essereverde in viso dall'imbarazzo, cerco a tastoni lamaniglia “No…vado” mormoro con un filo divoce. Esco dal bagno e lo aspetto in corridoio.“Perché sei qui?” Gavin sta entrando nella suacamera, lo seguo, appena entro mi metto aguardare le foto di lui e Brian alle sfilate…WOW!“Gav” sospiro “Ehi, adoro Gav!” saltello sul posto

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eccitata “Brian doveva farsi la doccia e sonouscita”“Che fate stasera?”Mi volto turbata a guardarlo “Non credo faremoqualcosa, io sarò impegnata a trovarmi un albergoe disperarmi”Si getta sul letto ridendo a crepapelle “Oddio mifai morire”“Perché?” non resisto alla sua risata contagiosa, emi metto a ridere anch'io sedendomi sul lettoaccanto a lui “Perché sei sincera”“E' un complimento?”“Certo” mi da una pacca sulla gamba, sento laporta del bagno aprirsi, corro nella stanza diBrian, spalanco la porta.Oh Signore! E' nudo!Mi copro gli occhi con le mani imbarazzatissima.La facoltà di parola mi ha abbandonata, sento soloil mio respiro affannoso.“Fatto” dice. Credo intenda che si è messo i boxer“Scusa” piagnucolo sbirciando da sotto la mano,

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la rimetto subito al suo posto “Idiota, sei ancoranudo!!!” urlo, lui si mette a ridere come unoscemo, sento un cassetto aprirsi e chiudersi pocodopo “Fatto”“Davvero?” chiedo dubbiosa“Te lo giuro” sbircio di nuovo, indossa un paio diboxer neri “Te li hanno regalati quelli di CalvinKlein quando sfilavi?” gli chiedo sedendomi sullasedia vicino alla scrivania, ha la scritta “CalvinKlein” marchiata sui boxer“Chi te l'ha detto?”“Un uccellino”“Dovrei sparargli” mormora infilandosi un paio dijeans sgualciti e strappati, che io adoro“E dare fine alla sua stirpe? No ti prego! C'ètroppa roba buona che andrebbe in malora”arriccio il naso “Ti metti quella?”“Non ti piace la mia camicia?” smette diabbottonarla tenendola stretta tra le mani, èazzurra“Preferisco quella bianca, o una di quelle a

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quadri”“Ok” la toglie e io lo guardo ammaliata mentre lemaniche scivolano sulle sue braccia muscolose“Non ho un fazzoletto per toglierti la bavetta” miprende in giro. Gli lancio addosso una pennaappoggiata alla scrivania “Idiota” mi nascondo ilviso ridendo“Non farlo” mi dice infilandosi la camicia bianca“Cosa?”“Non nasconderti…sei bellissima” il suo sguardodiventa di una linea dura, mi alzo in piedi, mimetto di fronte a lui e gli abbottono la camicia,m'inebrio del suo profumo e del suo respiro.“Fatto” mormoro quando ho finito, ho lasciato iprimi tre bottoni aperti, gli do un buffetto sul pettoe mi allontano “Mi piacciono i tuoi shorts” mi fal'occhiolino sorridendo“Grazie”“Vuoi uscire per cena?”“Vorrei parlare”“A cena?” si guarda allo specchio per arrotolare le

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maniche“Mi va bene anche qui”“Vorrei portarti a cena”“Perché?”“Perché non ti ci ho mai portata” si volta aguardarmi “A dir la verità, non ti ho mai portatada nessuna parte. Niente cinema, nientepasseggiata, niente cena, niente di niente. Non soancora come tu sia riuscita ad entrarmi cosi nelprofondo in quel poco tempo che abbiamotrascorso insieme”Rimango a fissarlo senza dire nulla.“Non ti va?” mi chiede avvicinandosi, mi mette lemani sui fianchi. Quel contatto mi fa venire ibrividi “Non ho portato nulla per uscire, solo unpaio di cambi, ma non sono adatti per una cena”“Andranno benissimo” si china per darmi unbacio sulla guancia “Ti lascio preparare”M'infilo gli shorts in jeans e le Converse, non hoportato altro. Prendo la libertà di frugare nel suoarmadio, non ho voglia di mettere una canotta: ma

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cos'è un collezionista di camicie? Ce ne sonoun'infinità! Tutte a tinta unita, e quadri, sono unapiù bella dell'altra.Improvviso prendendone una a quadri suoi tonidel verde e blu. Mi va grande, perciò lascio caderela stoffa sul braccio sinistro, scoprendomi unaspalla. Mi faccio la coda e mi trucco leggermente,non vorrei che colasse tutto con l'umidità che c'èfuori. Annodo la camicia all'altezza dell'ombelico.Fa molto anni ottanta, ma sulle riviste ho notatoche sta tornando quella moda e poi qui siamo aMiami, nessuno mi guarderà. Non è come a casache tutti si aspettano un minimo passo falsonell'abbigliamento per etichettarti “ragazza peggiovestita”. Ho lasciato i primi tre bottoni slacciati,non essendo prosperosa, l'effetto non è per nientevolgare.Passo il gloss e arrotolo le maniche sulle braccia,Gavin entra senza bussare proprio in quelmomento “Ehi” lo guardo dallo specchio, lamanica della camicia fra le dita “Non si bussa?”

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Apre l'armadio in cerca di qualcosa “Scusa,abitudine”“Cosa cerchi?”“Una camicia” perlustra tutto l'armadio “Non lavedo”“E' questa?” gli indico la camicia che indosso conun dito, spalanca gli occhi e la bocca “CazzoJewel, sei fighissima…ok, te la lascio”“Beh, grazie tante!” rispondo fingendomiindispettita, tolgo la tracolla dalla borsa e la uso amò di pochette “Sei bellissima” Brian mi guardaappoggiato allo stipite della porta“Grazie” sussurro sorridendo imbarazzata“Dai, uscite, ho gente stasera”“Ciao Gavin” vado a salutarlo con un abbraccio,sarà sicuramente l'ultima volta che ci vedremo. Mida un bacio sulla guancia “Ciao Jewel”Brian mi sta aspettando in corridoio, quando loraggiungo mi appoggia una mano sulla schienaper invitarmi a precederlo, quel contatto mi fasciogliere le ginocchia, non so come riesca a stare

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ancora in piedi.“Dove mi porti per cena?” cammino in fianco a luisul marciapiede“C'è un bellissimo ristorante sul molo, non èmolto affollato e la cucina è ottima. C'è unasplendida vista sul mare” risponde senzaguardarmi“Ok” fisso il marciapiede impacciata, non socome dovrò iniziare il mio discorso, lui nonsembra minimamente preoccupato. A dir la veritànon riesco a capire che cosa provi. Io ho un nodoallo stomaco che non mi lascia in pace da quandosono atterrata a Miami e poi non riesco a tollerareil mio comportamento. Insomma, sarei dovutavenire qui per insultarlo, non per seguirlo come uncagnolino ed evitare di affrontare il motivo dellamia visita. Smetto di maciullare il mio cervelloquando sento la mano di Brian nella mia. Mifermo a fissare le nostre mani intrecciate, la suatiene la mia, come gli ho chiesto appena ci siamoconosciuti, quel gesto mi rattrista, tolgo la mano.

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“Forse non dovremo…” alzo titubante gli occhiper guardarlo, mi sorride e riprende a camminaremettendosi le mani in tasca.“Da quanto stiamo camminando?” chiedo esausta.A parte il fatto di avere la camicia incollata allapelle, le gambe ormai mi fanno male. Le Conversenon sono certamente le scarpe più adatte per farelunghe passeggiate “Quasi un'ora” rispondetranquilloMi fermo a sedere su una panchina vuota, il solesta tramontando, è uno spettacolo che non ho maivisto “Jewel, andiamo?”“Aspetta” gli dico scrutando l'orizzonte. Il mare ècalmo, il sole arancione riflette sull'acquaformando una lunga scia di colore, in acqua nonc'è nessuno. Ci sono persone sulla spiaggia ancorasdraiate sugli asciugamani. Una ragazza balla difronte al suo ragazzo agitando i capelli, sono comeun'ombra “Non avevo mai visto un panorama cosìmozzafiato” mormoro continuando a fissare ilmare di fronte a noi “Non sei mai stata al mare?”

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“No” ammetto alzando le spalle“Davvero?”“Eh già, mio padre ha sempre lavorato. Quandochiudeva l'officina andava un paio di giorni apesca con Gus e i loro amici, io non ho mai volutoandarci, quindi restavo a casa con la nonna”“Non avrei mai immaginato che qualcuno nonavesse mai visto il mare”Alzo la mano “Ta tan!” esclamo sorridendo, mivolto a guardarlo appoggiando il mento sullaspalla nuda, i suoi occhi sono ancora più verdi e ilsuo sguardo intenso, preme la sua fronte sulla miae mi deposita un bacio sul naso “Vuoi rimanerequi fino alla fine del tramonto?”“No” mi stacco da lui e mi metto in piedi “BrianJohnson, sto morendo di fame, e ti giuro chestavolta mangerò per davvero senza farmiprendere dall'ansia”“Allora non ti piaccio più” dice con un filo di voceMento spudoratamente “Sono cambiate tante coseBrian, sono qui solo perché volevo un

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chiarimento. Ho conosciuto una persona e…cistiamo frequentando”Spalanca gli occhi attonito “Certo” deglutisce“Capisco” si alza in piedi, riprende a camminare.“Manca poco” annuncia dopo circa dieci minuti dicamminata silenziosa. Alzo lo sguardo dalla pistapedonale coperta a tratti di sabbia e vedo un pontedi legno ornato di fili di lampadine gialle, alla finedel quale c'è un piccolo ristorante.Ci fanno accomodare vicino alla vetrata aperta cheda sul mare “E' bellissimo” esclamo portandomi iltovagliolo sulle ginocchia“Si” Brian è assorto nei suoi pensieri, la mia“bugia” deve averlo letteralmente spiazzato,prende il mano il menu senza parlarmi.“Cosa prendi?” gli chiedo“Ci sto pensando”“Brian” lo ammonisco, distoglie lo sguardo dalmenu e mi fissa negli occhi“Ci sto pensando!” ripete.Lo prenderei a sberle. Non sopporto che faccia

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l'offeso. E io allora?“Ciao ragazzi” una signora di mezza età con icapelli grigio-biondi viene al tavolo con unblocchetto in mano ed una penna nell'altra, sorridegentile. “Buonasera” la saluto mentre Brian non ladegna di uno sguardo, si sta massacrando il labbroinferiore stringendolo fra l'indice e il pollicementre guarda fuori dalla grande vetrata. Miallungo sotto il tavolo e gli do un calcio perrichiamare la sua attenzione, mi guardaaggrottando le sopracciglia, poi si volta verso lacameriera “Ciao Marge, per me il solito”Cosa? Sapeva già cosa avrebbe preso? Chebastardo!Lo trafiggo con lo sguardo prima di rivolgermi a“Marge”, le sorrido prima di parlare “Sono un po'indecisa”“Beh tesoro, il piatto della casa sono gli spiedinidi gambero, sono ottimi, li serviamo con contornod'insalata cruda”“Perfetto” le passo il menù

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“Allora due gamberoni” esclama prima di sparireMi tengo forte con le mani al sedile della sedia pernon saltare addosso a Brian e mangiarlo vivo.Sono così furiosa! Devo schiarirmi la voce perattirare la sua attenzione “Acqua?” mi chiedeprendendo in mano la bottiglia“Si” rispondo“Potevi dire grazie” mi schernisceStringo le palpebre “Potevi dirmi che avresti presoil “solito””“Potevi scegliere dal menù”“Potevi darmi un consiglio dal momento che nonsono del posto”“Potevi chiedermi un consiglio, invece dichiedermi solamente cosa avrei preso”“Potevi darmi un suggerimento”“Ok, d'accordo, mi arrendo” si lascia sprofondaresulla sedia, incrocia le braccia sul petto“Pensi di non parlarmi per tutta la sera?” imito lasua postura“Sono solo un po' incazzato”

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“Ah”“Già, ah”“Sei incazzato perché ti ho detto che mi vedo conun altro?”“Si”“Vuoi parlare a monosillabi per tutta la sera?”“No”“Allora parlami”“Ecco quiii” cantilena Marge portandoci del vinobianco, deduco che faccia parte “del solito” perchéa me non risulta che sia stato ordinato.“Un goccetto tesoro?” mi chiede la gentilecameriera tenendo la bottiglia sopra il miobicchiere“Il pieno grazie”.Strabuzza gli occhi, ma non risponde, il miosguardo deve bastarle perché riempie il bicchierefino al colmo, fa lo stesso con Brian, ma senzachiedere.Stiamo seduti a guardarci in cagnesco senzaparlare finché non arrivano i nostri gamberoni,

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hanno un aspetto divino, e il profumo è ottimo.“Mmmmhhh” mugugno inspirando “paradisiaco”.Prendo un gamberone con una forchetta, con lamano libera inizio piano a togliere la pelledell'animale, è bollente! Soffio prima sulgamberone e poi sulle mie dita per alleviare ilbruciore, finalmente riesco ad assaggiarne uno“Wow” esclamo a bocca piena “Sonobuonissimi”.Brian sta terminando di condire l'insalata, miguarda sorridendo con la testa piegata di lato “Tiho già detto che sei bellissima?”“Si” rispondo succhiandomi il dito “Anche tu seicarino”“Solo carino?”“No, va bene, sei un figo pazzesco…ma non dirloal tuo ego” gli strizzo l'occhio masticando unpezzo di gamberone “Vieni qui” si sporge sultavolo e allunga un braccio, lo imitoaggrappandomi con le mani sul bordo “Che c'è?”.Mi prende il mento tra le mani e mi da un bacio

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sulle labbra, un tenero e lungo bacio, un brividomi percorre la schiena. Apro gli occhi e lo vedofissarmi in modo grave e torna a sedere sullasedia. Quando mi riprendo dal mio stato di trancemi siedo anch'io, bevo quasi tutto il bicchiere divino in un unico sorso.Mangiamo in silenzio, una musica caraibica insottofondo ci tiene compagnia. Oltre a noi nelristorante sono occupati solamente altri due tavoli,dei dodici totali.“E' un posto tranquillo” dico guardandomi intorno“Si”“Brian ti prego, parlami”Getta la pelle di gambero nel piatto in modoviolento “Che vuoi che ti dica Jewel, che dopoquello che mi hai appena detto sono felice divederti?”Rimango a bocca aperta a fissarlo per unmomento, sono interdetta “Ti sei arrabbiato cositanto perché ti ho detto che ho un altro?” chiedoindispettita

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“Si”“Vorrei dirti che mi dispiace ma non è vero, non ènulla in confronto a quello che ho dovutosopportare io. Perché non mi hai detto la veritàBrian?”“So che avresti fatto una pazzia”“Perché non sei tornato da me?” smetto dimangiare, riesco a stento a trattenere le lacrime“Jewel” sospira, attendo pazientemente unaspiegazione appoggiando i gomiti sul tavolo.Credo che siano passati almeno venti minuti daquando siamo in silenzio, lui guarda fuori dellaveranda, io non mi sono spostata di un millimetrodalla mia posizione e continuo a guardarlo, nelfrattempo Marge ha sparecchiato. Abbiamopersino bevuto il caffè e saldato il conto.“Me l'ha detto due giorni dopo che è nata” Briancontinua a non guardarmi, finalmente mi parla“Violet è così bella sai?” un sorriso triste gliappare sul volto “Ho assistito persino al parto,dannazione! E' di mio padre”

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Cosa??? Non posso crederci!Si volta a guardarmi “Chiudi la bocca Jewel”. Latengo spalancata. Non riesco a muovere unmuscolo, a fatica faccio quello che mi ha detto.“Aveva paura delle conseguenze così ha cercatod'incastrarmi, era la soluzione più semplice perevitare uno scandalo. Suo padre è un pezzo grossodella discografia, viaggia in tutto il mondo, èfamoso nell'ambiente. Che cosa penserebbe di lorola gente, se venisse a sapere che la figlia di Mr.Howard è incinta di un uomo di cinquant'anni?”lascia cadere lo stuzzicadenti sul piattino da caffè“I rimorsi la stavano lacerando, si è lasciataandare in un pianto disperato e ha confessato tutto,teneva Violet in mano” il suo sguardo è perso nelvuoto “non so con che coraggio sia riuscita atacere per tutto il tempo della gravidanza” torna aguardarmi e mi prende una mano nelle sue “E'stato uno shock Jewel, ormai ero deciso adimenticarti e concentrarmi sulla bambina” scrollala testa inorridito “tra me e Stacey non ci sarebbe

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stato comunque futuro. Quando l'ho saputo erodeciso a prendere il primo aereo e tornare a casa,ma ho pensato che visti i mesi passati, la tuaultima telefonata e Yale che ti aspetta, avrei fattomeglio a lasciar perdere” mi deposita un lievebacio sul palmo della mano “Ero certo che avrestifatto una pazzia, ma non pensavo che sarestipiombata qui appena l'avessi saputo. Ero sicuroche mi avresti odiato per questo”“Io non ti odio Brian”“Ma dovresti, ti ho incasinato la vita da quandomi conosci”“Mi ha detto lei di lasciarti” stringe forte la miamano nelle sue “Cosa?”“E' venuta a scuola, ha voluto parlarmi. Per questoti ho lasciato”Si alza in piedi, getta il tovagliolo sul tavolo edesce dal ristorante rabbioso “Brian, aspetta” riescoa raggiungerlo, lo faccio voltare verso di metirandogli un braccio con entrambe le mani“Lasciami in pace Jewel!” grida così forte che due

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signori che camminano accanto a noi accelerano ilpasso per la paura“Ascoltami, ti prego”“Ho passato un inferno Jewel! Ero qui senza di te,convinto che non ne volessi più sapere. Erodistrutto e tu mi dici che mi hai lasciato perché leite l'ha detto? E tu questo lo chiami amore? Se miavessi amato davvero non l'avresti fatto!”“Pensavo che avesse ragione! Ha confermato imiei dubbi su di noi e le ho dato retta, non dovevoe mi dispiace” grido forte agitando le manidavanti a me“Cazzo, non posso nemmeno ascoltarti” riprende acamminare. Un pensiero mi balena in testa: EhiBrian Johnson, ti incazzi tanto quando dovreiessere io quella offesa?! Devo correre perraggiungerlo, sta camminando sulla spiaggia atesta bassa “Brian abbiamo commesso entrambiuno sbaglio, io a lasciarti, e tu a non dirmi cheViolet non è figlia tua. Oh merda, l'ho saputo daBrittany! Lo sapevano tutti!”

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“Torna a casa Jewel”“Cosa?” mi si mozza il respiro“Torna a casa”“Dobbiamo parlare”“Che altro c'è da dire?” fissa il mare davanti a noi“E' stato un errore, pensavamo di amarci ma non ècosi”Gli mollo uno schiaffo talmente forte che la suatesta si gira “Lo so che non lo pensi” dico tra unsinghiozzo e l'altro urlando con tutta la mia forza“e mi dispiace che tra di noi sia andata così, ma ioti ho amato davvero, e non c'è nessun altro, te l'hodetto solo perché pensavo che sarebbe stato menodoloroso” gli stringo forte un braccio “GuardamiBrian” rimane a fissare l'oceano “Mi dispiace chetu abbia dovuto soffrire, ma ho sofferto anch'io. Tiamo così tanto da avere le allucinazioni: ti vedoper strada, ti vedo a scuola, ti ho visto almatrimonio di mio padre” stringo forte gli occhi,mi fanno male a forza di piangere “Te ne seiandato prima del Ringraziamento, te ne sei andato

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a Capodanno, sei fuggito da me il giorno che cisiamo visti a Barrington…anche tu mi hailasciata…Mi dispiace di aver ascoltato Stacey,non avrei dovuto ma ormai è passato e nonpossiamo farci niente, però potremo recuperare, daora, ma tu non vuoi. Allora d'accordo, è finitaBrian! Me ne vado. Torno a casa e non ci vedremomai più” mi stringo forte al suo petto, lo abbraccioprima di salutarlo “Non so perché tu ora nonvoglia nemmeno guardarmi, ma lo so che mi ami,non dire che è stato un errore perché sai benissimoche non è cosi” alzo il viso quel tanto che bastaper dargli un bacio sulla guancia “Addio Brian” lovedo chiudere gli occhi il suo petto si gonfia sottola mia mano, inspira fortemente. Mi allontano dalui e mi metto a camminare sulla sabbia perraggiungere la pista pedonale. Fermo un taxi pertornare a casa sua e recuperare il trolley.Mi accascio sul sedile del taxi e lascio scorrere lelacrime sul mio viso.

CAPITOLO 41

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Gavin viene ad aprire, quando mi vede mi cinge lespalle con un braccio e mi accompagna in camerasua “Che è successo?”.Mi stringe forte accompagnandomi verso il letto“Devo andare via” cerco di asciugarmi le lacrimecon il palmo delle mani, Gavin si alza e mi passaun fazzoletto di carta che prende dal comodino“Dove pensi di andare ridotta cosi? Io non ti lascioandare in giro da sola! Dove diavolo è Brian?”“Non lo so” mi stronfino di nuovo gli occhi “eraalla spiaggia quando me ne sono andata”“Che cazzo vuol dire che te ne sei andata?”“Abbiamo litigato e mi ha detto di tornarmene acasa”“Macché diavolo…” sospira passandosi una manotra i capelli “Stenditi qui un momento, chiudi gliocchi e calmati. Conoscendo Brian non torneràfino a domani mattina. Avrai tutto il tempo perriposare e andartene, ok?”“Non posso rimanere qui”“Certo che puoi, dopotutto questa è casa mia” mi

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stringe in un abbraccio e mi da un bacio in testa“Ti porto qualcosa di forte tesoro”.Torna dopo poco con un bicchiere di whisky.“Tutto d'un fiato” mi ordina con un gesto dellamano, obbedisco e mi lascio cadere sul letto“Grazie”“Se hai bisogno sono di la”.Solo ora realizzo che dall'altra parte del murostanno tenendo una festa. Riesco a sentire lamusica e delle grida. Non l'avevo notato quandosono entrata. Gavin ha abbandonato il gruppo perseguirmi. E' stato meraviglioso!Apro a fatica gli occhi, la tenda è aperta. La lucedel giorno invade la stanza. Vorrei mettere la testasotto il cuscino ma non ci riesco, è stranamentepesante. Ora che ci penso sento un peso anchesulla pancia, abbasso lo sguardo “Oddio”sussurro. Brian mi tiene stretta tra le sue braccia.Devo essere stata proprio esausta per non averlosentito arrivare. Mi sono addormentata a nottefonda dopo aver pianto tutte le mie lacrime.

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Inizialmente non riuscivo a dormire, la musicaassordante che arrivava dal salotto me lo impedivama non ho avuto il coraggio di andare a reclamare.Sono un ospite improvvisa, devo adeguarmi aquello che trovo.Ho bisogno di andare in bagno, la vescica miscoppia e poi devo andare in aeroporto…quelpensiero mi stritola lo stomaco, non vogliolasciare Brian, ma dopo ieri sera non ho altrascelta.Mi divincolo a fatica dal suo abbraccio, nonvoglio svegliarlo. Vado in bagno, faccio pipi, milavo la faccia con il sapone per togliere il residuodi trucco, se cosi si può chiamare, ed entro incamera di Brian per recuperare il trolley. Gavin è aletto, dorme come ghiro. Mi avvicino e gli do unbacio sulla guancia. Non si muove di unmillimetro. Cavoli, è peggio di me!Estraggo dal trolley la giacca di Brian, quella cheavevo indossato al matrimonio di mio padre,l'appendo allo schienale della sedia e la liscio con

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una mano. Mi guardo intorno un'ultima voltaprima di chiudere la porta. “Oddio” faccio unbalzo indietro dallo spavento“Dove vai?” Brian è nel corridoio, ancora vestito,come me d'altronde. Porto ancora la sua camicia“Stavo per andare in aeroporto”“Ora?”“Si, ora”“Volevi svignartela?”“No, volevo andarmene senza disturbare”“Non intendi rimanere qui un altro po'?”Sorrido amaramente “Brian, no!”“Vuoi parlarne?”“Ieri dovevamo parlarne, ora è tardi, devo andarea casa” mi scosto dalla porta con il trolley strettoin mano, mi blocca il passaggio “Mi dispiaceJewel”“Anche a me” lo guardo negli occhi “AuguriBrian, per tutto” appoggio una mano sul suo pettoperché si scansi, vi appoggia sopra la suainspirando forte. Si piega per darmi un lieve bacio

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dietro l'orecchio, appoggio la fronte sulla suaspalla “Devo andare”Sento le sue spalle tremare…oddio sta piangendo!Mi si forma un nodo in gola che m'impedisce direspirare “Fa l'amore con me”. Mi scostoimprovvisamente per guardarlo. Ha il visobagnato di lacrime e gli occhi rossi.“Jewel” dice il mio nome con un filo di voce, milascio andare tra le sue braccia e lo bacio, mistringe forte e mi prende in braccio, il trolleyscivola dalla mia mano mentre mi porta in cameradi Gavin, chiude la porta con un calcio. Mi faappoggiare piano sul letto senza staccarsi da me,le nostre lingue si fondono, le nostre maniesplorano i nostri corpi, non ho nemmeno bisognodi slacciargli la camicia, è già aperta. La sfilodalle sue spalle continuando a baciarlo. Smette dibaciarmi per sciogliere il nodo della camicia sullamia pancia, accompagna il tessuto con le mani sulmio corpo fino a sfilarmela dalla testa, in unniente mi toglie anche il reggiseno lasciandolo

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cadere per terra. Si mette in ginocchio perslacciarmi il bottone dei jeans, li toglie piano, siferma per togliermi le scarpe e rimango inmutandine, m'inginocchio mettendomi di fronte alui. E' in boxer. Trovo il coraggio di toglierglieli,rimango a guardarlo passandogli una mano sulpetto, la lascio scorrere fino al collo.Ricominciamo a baciarci quando sento i suoipollici agganciare la stoffa delle mutandine esfilarmele lentamente, ansimo sulla sua bocca,sono già pronta. “Brian” sussurro il suo nomeprima di dargli un lieve bacio su una spalla, gliesce un gemito, scosta il viso per guardarmi negliocchi “Sei bellissima Jewel”, sorrido sul suo collo,che tempesto di baci fino a raggiungere la sua. Mifa stendere sulla schiena, è sopra di me, mi allargale gambe con un ginocchio, lascia scorrere unamano sulla coscia, inarco la schiena ad occhichiusi “Guardami Jewel” apro gli occhi e affondadentro di me “Oddio” soffoco un urlo stringendo illabbro inferiore fra i denti.

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“Brian” non appena lo nomino accelera il ritmodelle spinte, fino a quando non veniamo insieme.Il suo viso è appoggiato al mio collo, ansimandogli faccio scorrere le dita sulla schiena muscolosa.Rimaniamo così, con lui dentro di me fino aquando i nostri respiri non si calmano. Gliaccarezzo il tatuaggio con le dita, la sua testa èappoggia al mio collo, lo sento respirare piano.Esce da me lentamente, si stende al mio fiancocircondandomi la vita con le braccia, mirannicchio contro il suo petto a occhi chiusi “Midispiace Jewel”, le sue parole sembranoaccarezzarmi il volto.Non perdo tempo. Se lo facessi, so per certo chenon riuscirei ad uscire di qui. “Io…devo andare”mi divincolo dalle sue braccia a fatica, recupero lacamicia e me la infilo prima di andare in bagnoper darmi una rinfrescata.Quando torno Brian indossa i jeans, è a pettonudo. Mi rivesto sotto il suo sguardo cupo.“Ti accompagno” dice quand'ho finito. Fa un

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passo per raggiungermi “Grazie, ma preferiscoandarmene da sola”“Ti accompagno fuori” prende il trolley in mano emi precede fino al marciapiede, rimaniamo aguardarci per un momento “In bocca al lupo perYale”“Grazie e…” fisso un lampione malconcio perevitare di piangere ancora “salutami Gavin, èforte!”Mi prende il mento fra le mani costringendomi aguardarlo negli occhi “Ti amerò per sempre JewelMorgan” mi stringe forte tra le sue braccia per unlungo momento prima di lasciarmi andare.“Addio Brian” gli do una leggera sberla sul fiancoprima di andarmene, sorrido a fatica mentrerecupero il trolley, mi volto e comincio acamminare verso la spiaggia. Più mi allontano,più vorrei girarmi e correre da lui.“Jewel” grida, lo vedo correre verso di me e mibacia stringendomi forte. Quando si allontanasiamo entrambi senza fiato. “Ci rincontreremo

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Jewel, te lo prometto”.Gli sorrido passandogli una mano sulla guancia“Fai il bravo” torno sui miei passi senza voltarmipiù.Non so perché non lo sto facendo, non ci sono altriostacoli davanti a noi, eppure è finita lo stesso.Allora forse ha ragione: non ci amiamo davvero.

CAPITOLO 42“Com'è andata?” sono seduta in aeroporto inattesa che chiamino il mio volo, nel frattempo hotelefonato a casa, ho bisogno di sentire la nonna“E' andata” sospiro rumorosamente“E' finita per sempre?”“Si”“Mi dispiace tesoro”“Mi ha detto che non ci amiamo abbastanza e cheè stato un errore. Credo sia la verità”“Non dire stupidaggini, nessuno è più adatto perte di Brian Johnson. Ha mentito perché eraincazzato”“Beh, comunque devo guardare avanti”

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“Si, a proposito di guardare avanti…rispondi aBeth altrimenti rompo il telefono di casa. Hachiamato cinquecento volte” la mia futuracoinquilina mi ha telefonato tutti i giorni daquando sono a Miami ma non l'ho mai degnata diuna risposta “D'accordo, la chiamerò”“Meno male. Quando arrivi?”“In serata”“Vengo a prenderti”“Ok”“Ti voglio bene tesoro”“Anch'io”“Sono stata da Penelope, mi ha detto che c'è unfuturo per voi”“Penelope è una ciarlatana, non darle retta”chiudo la conversazione sorridendo “Chi èPenelope?”Oh mio Dio! Faccio un salto sulla sedia dallospavento! Mi giro un po' per osservare Gavin. Sene sta a braccia conserte appoggiate allo schienaledella seggiola a fianco della mia “Mi hai fatto

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prendere un colpo!”“Scusa” mi dice con un'alzata di spalle“E' la nostra cartomante, anzi non più, per quantomi riguarda. Che ci fai qui?”“Dunque…” guarda al cielo pensieroso “daquando te ne sei andata Brian ha fracassato tuttala roba che gli è capitata sotto mano. Mi facevaquasi paura! Mi ha urlato contro che sarestidovuta rimanere, che doveva fare di più e che nondoveva dirti di tornare a casa. Come fosse colpamia!” fa un gesto di stizza con le mani “Poi si èinfilato le scarpe e una maglia logora ed è uscito.L'ho seguito per un po' ma quando l'ho vistoinfilarsi da Ian, il nostro tatuatore di fiducia, hocapito che era andato a sbronzarsi e sono venutoqui”“E' andato ad ubriacarsi dal tatuatore? Bel mododi risolvere i problemi!” mormoro distogliendo losguardo da Gavin“E' un nostro caro amico. C'era anche lui ieri seraalla festa. Quando Brian sarà ubriaco del tutto si

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farà tatuare qualcosa in memoria della quipresente “principessa” e starà meglio. O peggio!Non lo so! Forse per te scappare è meglio?”“Non sto scappando” rispondo alzando gli occhial cielo“Ah no?”“No”“Allora perché te ne vai?”“Ci siamo detti quello che dovevamo. E' finitaGavin. Per sempre”Si alza in piedi, fa il giro delle sedie e mi porgeuna mano per invitarmi ad alzarmi “Forza” miincinta con un cenno della testa “Dobbiamocomprarti un paio di occhiali prima che te ne vada,te l'ho promesso”Gli sorrido e lo seguo, prende il mio trolley, lotrascina fino al negozio di ottica dell'aeroporto.Scegliamo un modello nero Marc Jacobs, cheadoro! E' gigantesco e si adatta perfettamente almio viso “Sei bellissima Jewel”“Grazie” rispondo sorridendo davanti allo

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specchio. Li porgo alla commessa che si dirigealla cassa.“Faccio io” Gavin posa una mano sulla mia borsa“No” sentenzio senza ammissione di replica“Consideralo il mio regalo di nozze”Scoppio a ridere “Non dire cazzate”“Come pensi di ripararti in Messico?” mi rivolgeuno sguardo che vale più di mille parole“Come fai a saperlo?”“Un uccellino….” sospira estraendo la carta dicredito dal portafogli“Non c'era Elizabeth quella sera”“No, ma c'era tua nonna Evelyn che lo haraccontato a Elizabeth che ha telefonato a Brianche lo ha raccontato a me. I suoi occhi brillavanocome non mai”“Non sai quanto lo vorrei”“Sono centottanta dollari” esclama la sorridentecommessa. Io rimango a fissarla a bocca aperta:hanno un pezzo esagerato per un pezzo di plastica!Gavin non batte ciglio “Li indossa subito” si

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sbriga ad avvertire la commessa prima che mettagli occhiali nella custodia bianca, lei sorride eglieli passa. Me li infila sul viso “Meravigliosa”sorride entusiasta “Andiamo”. Mi prende permano e mi accompagna al check-in.“Non toglierli, mi raccomando, fanno molto diva”sorrido stringendogli la mano “Ci vediamo agennaio”“Certo sarai in prima fila da Calvin Klein” mistrizza l'occhio e mi da un bacio sulla fronte “Seispeciale Jewel Violet Morgan, aspetto di leggerela vostra storia nero su bianco” lo stringo fortecingendogli le braccia alla vita. Mi viene un nodoin gola all'idea di raccontare la storia di me eBrian e farne un libro “Ciao Gavin” lo saluto conun bacio sulla guancia“Se ci tieni tanto a realizzare il tuo sogno inMessico, devi solo tornare da lui, non c'è più nullache vi ostacoli ora”Sento chiamare il mio volo recupero il trolley e miavvio a passo spedito verso il gate d'imbarco

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“Ciao Gav!”Il viaggio di ritorno è tutto incentrato sulla storiadi me e Brian, mi sto scervellando in cerca dellospunto per iniziare il libro. Non mi viene in menteniente.“Signorina, il suo pranzo” la gentile hostessbionda mi allunga il vassoio“Non ho fame grazie” rispondo sovrappensiero.La mia mente è in subbuglio mentre osservo lenuvole fuori dal finestrino dell'aereo.Quando mai non ho preso un prima classe! Erauna pacchia!Sono stritolata come una sardina tra i sedili dellaeconomy faticando a respirare. Devo farloconcentrandomi per non inspirare la puzza disudore che emana l'uomo seduto a fianco a me.All'inizio del viaggio ha cercato di rivolgermi laparola più di qualche volta, ho dovuto fare appelloal mio autocontrollo per non urlargli contro:“Puzzone, invece di rimorchiarmi, vai in bagno elavati!!!”. Ho usato la scusa di voler guardare il

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film “24 Volte in bianco” - che tra l'altro avròvisto migliaia di volte - per dissuaderlo dal suoinsistente assillo.Chiudo gli occhi sperando di riuscire a dormire.Ho un mal di testa infernale, avrei bisogno di unantidolorifico ma ho scordato di portarli con mequando sono partita. Oltre a quello non riesco atrovare la posizione più adatta per dormire. Piegola gamba appoggiando il ginocchio allo schienaledel sedile di fronte al mio, e la testa su una mano.Cambio posizione, rigorosamente ad occhi chiusi,finché non ci avvisano di allacciare le cinture disicurezza.Esco dall'aeroporto, sono a Chicago ma mi sentocomunque a casa.“J” mi guardo intorno cercando di capire da doveprovengano le urla, riesco a scorgere in mezzo allagente Brittany e Jane che mi corrono incontro.Non riesco a trattenermi, mi lascio andare e mimetto a piangere.“Piccola J, che succede?” Brittany mi stringe in un

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abbraccio insieme a Jane “Niente, è che, mi sietemancate” dico tra i singhiozzi “Ciao nonna” midivincolo dal loro abbraccio e stringo forte la mia“roccia”. Mi bacia i capelli “Andiamo a casa,Jared ti aspetta”“Perché non è venuto?” glielo chiedo mentre miasciuga le lacrime con un fazzoletto di stoffa afiori “Aveva da fare” mi risponde mettendomi unbraccio sulle spalle, ci mettiamo a camminare finoalla macchina.“Com'era Miami?” mi chiedono mentre siamosedute in auto“Non ho visto granché, però ho visto l'oceano, èmeraviglioso”“L'anno prossimo vi porto al mare” esclama lanonna mentre guida la sua Gran Torino“Davvero nonna Evelyn?” Jane non riesce anascondere l'entusiasmo“Si, davvero”“Ho scritto un libro” le parole mi escono di boccasenza che ci abbia riflettuto. Sento i loro sguardi

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meravigliati su di me. Sto osservando il paesaggiofuori dal finestrino “Ho guadagnato un sacco disoldi, è con quelli che pagherò una parte di Yale.Beh, veramente non sono granché considerate lerette che impone l'università, ma sono un inizio.Gavin mi ha suggerito di scrivere la storia di me eBrian”“Chi è Gavin?”“E' il suo migliore amico. Se è di parola a gennaiosiamo tutte in prima fila da Calvin Klein a NewYork,. Fa il modello”“Sul serio??? Aaaaaahhhh non sto nella pelle”Brittany inizia a saltare sul sedile, mi viene il mald'auto.“Perché non ci hai detto che hai scritto un libro?”Jane si è voltata a guardami, è seduta davanti ame nel lato passeggero“Non lo so” rispondo con un'alzata di spalle “mivergognavo, forse”Mi arriva una gomitata su un fianco “Tivergognavi di noi? Ma sentila…” alza una mano

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al cielo indispettita “siamo tue amiche, non devivergognarti, siamo fiere di te. Adesso ne vogliouna copia e pure l'autografo. E voglio comperarlacosì avrai il mio contributo per Yale” mi giroverso di lei le sorrido teneramente “Anch'io”esclama Jane“Vieni con noi al ballo di fine anno?”“Con te e Roy? Per quanto l'idea sia allettante, nograzie. Non mi va di reggere il moccolo tutta lasera”“Macché moccolo J? E' il ballo di fine anno cisaremo tutti” mi viene una stretta allo stomaco.!No, non saremo tutti, Brian non c'è“Mangeremo, balleremo” alza le sopracciglia unpaio di volte ammiccando un “Ci sballeremo…” cimettiamo a ridere “Dai, che ti frega se non hai unaccompagnatore?”“In realtà Ryan Moore mi ha chiesto di andare conlui”“E quando di grazia?”“Un paio di mesi fa. Ero talmente fuori di testa

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che gli ho risposto con un vago “Ti farò sapere”…sta ancora aspettando poverino”“A questo punto avrà trovato un'altra da invitare,non credi?”“Si, può darsi…buon per lui”“Allora è deciso verrai con noi”“Adesso, spara! Com'è andata?” Jane non sta piùnella pelle“E' finita”Mi guarda sbigottita “Tutto qui? Non vuoi dircialtro?”Le racconto per filo e per segno quello che èsuccesso durante la breve visita a Brian a Miami“L'avete fatto?” mi chiede la nonna quando hoterminato di parlare, sento il sangue ribollire nellevene, le rispondo di “s”i con un cenno della testa.“Beh, meno male!” esclama, non mi trattengo escoppio a ridere…finalmente, sono a casa!Jared cammina avanti e indietro sul marciapiededavanti a casa mangiandosi l'unghia del pollicementre scendo dall'auto, appena il piede tocca

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l'asfalto mi abbraccia “Stai bene?” mi chiedepreoccupato“Starò meglio dopo essermi fatta una doccia eaver mangiato qualcosa”“E' finita?”“Si”Rimane a guardarmi senza aggiungere altro, fasolamente un cenno della testa come a dire “Hocapito” e mi accompagna in casa tenendomi permano. Mi stendo sul divano, sono esausta, nonfaccio in tempo ad appoggiare il braccio sugliocchi per coprirmi dalla luce che penetra dallefinestre chr il telefono di casa di mette a squillare.Sono tutti in giardino a confabulare per tirarmi sudi morale, ne sono sicura. Mi alzo per andare arispondere “Pronto?” dico con flebile voce“Ehi”Oddio, è lui!Rimango in piedi con mano tremolante a reggerela cornetta, non riesco a proferire parola “Volevosolo assicurarmi che fossi arrivata, se ti avessi

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chiamata al cellulare non mi avresti risposto” losento deglutire dall'altro capo del ricevitore “Misono tatuato il tuo volto sull'avambraccio Jewel”spalanco gli occhi e la bocca incredula “Devoaverti con me. Il tatuaggio “E' meglio Jeff” non mibasta”“Eri sbronzo?” è l'unica cosa che riesco a dire“No”“Perché l'hai fatto?”“Mi manchi…”“Jewel” la nonna mi chiama con voce squillante,appena mi vede si blocca sulla porta, poso lacornetta di scatto, salgo in fretta le scale, entro incamera e accendo lo stereo a palla. E' ancorainserito il cd di Brian. Mi lascio cullare dalle notedella musica mentre piango con la testa sulcuscino.E' notte fonda, sono seduta sulla scrivania con ilpc accesso, la pagina sullo schermo è ancorabianca, le mie mani si posano sulla tastiera senzariuscire a muoversi. Dopo aver dormito quasi tutto

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il giorno, mi sono alzata, ho fatto la doccia e hocenato con la nonna, Jared e le mie amiche. Gus eBrenda erano a cena per il loro anniversario. Papàe Marna invece sono a Venezia per la luna dimiele, li attendono: Roma, Berlino, Vienna,Parigi, Barcellona e Madrid. Faranno tappa a NewYork e tra un mese li rivedremo. Mi mancano. Hoguardato la nonna impacchettare la sua roba.Entro fine agosto progetta di andare a vivereinsieme ad Arthur. Io sarò all'università, mentreJared ha chiesto a Stephanie di andare aconvivere. Ha accettato (è fuori di testa!). Lasceràil lavoro, ma ha già trovato impiego comeinsegnante alle scuole medie di Barrington. Hannopreso in affitto la casa di fronte alla nostra.

“Quel giorno pioveva, la mia bici lilla con lestelle filanti era parcheggiata in garage. Mi stavopreparando per il primo giorno di scuola, nonavevo idea che avrebbe cambiato radicalmente lamia vita…”

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Sono le prime frasi che riesco a scrivere.CAPITOLO 43

“Beth ti prego, non ti sopporto più!”. Alzo gliocchi al cielo mentre esco dal cimitero a passospedito. Mi ha teso una trappola. Mi sta seguendoda quando ho lasciato casa mia e sono venuta qui.Ho dovuto fare un rapido saluto alla mamma,perché davanti a quella rompiscatole non riuscivoa parlare.“Dobbiamo accordarci per Yale”Mi piego per togliere il lucchetto alla ruotaanteriore della bici fissato contro un palo dellaluce sul marciapiede “Te l'ho già detto! Prendi lastanza che preferisci, non è un problema”“Preferisci stare al campus?”“Ok”“Oppure troviamo un appartamento vicinoall'università” propone ansiosa“Beth, calmati! Analizziamo la cosa: vivere alcampus ci da la possibilità di essere più protette,di non dover impazzire per la coincidenza di orari

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con le lezioni e dormire di più. E soprattutto c'è lamensa! Vivere in un appartamento fuori significadover pagare l'affitto, andare a fare la spesa,pagare l'abbonamento all'autobus…”“Ok, ho capito: vada per il campus! Meno male!”fa un sospiro di sollievo“Mi spieghi perché sei così in ansia?”“Vorrei che andassimo d'accordo! Ancora non mihai perdonata, lo capisco da come ti rivolgi a me”fa una pausa per fissare la staccionata bianca delcimitero “E' solo che ti ho chiesto scusa in tutti imodi, sono stata sincera in quei momenti e tu…”“Si lo so, scusami, hai ragione” la interrompotenendo la bici in equilibrio con le mani “ti daitanto da fare e sembra che la cosa non m'importi,ma non è così” le stringo il braccio perché miguardi “Da oggi sarò più collaborativa, te loprometto” mi rivolge uno sguardo di riconoscenza“Grazie”“Prego” mi metto a camminare di fianco a leispingendo la bici, non mi sono ancora abituata ad

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usare l'auto. In realtà lo faccio di proposito! L'hocoperta con un vecchio lenzuolo matrimoniale pernon vederla da quando Elizabeth si è rifiutata diriprenderla indietro.Ascolto Beth illustrarmi il programmad'inserimento a Yale, siamo così entusiaste dicominciare “Ci divertiremo” esclamo alla fine“Posso chiederti una cosa?” il suo sguardos'incupisce quando siamo davanti a casa di Brian,la osserva tristemente “So che non ne parlivolentieri…”“Per la verità non ne parlo affatto”“Vorrei solo dirti che mi dispiace per voi, lui erafantastico per te. Non so come sia stata la vostrastoria nei particolari ma con lui ti vedevo felice”mi massaggio il collo, non riesco a respirare “Seme lo permetti vorrei aiutarti a dimenticarlo”“Tu e Matt come farete quando sareteall'università? Insomma, in due stati diversi,circondati da gente nuova…”“Ci siamo lasciati”

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“Ah”“Al ballo di fine anno” puntualizza rossa in volto“Non era giusto per me”“Sei felice?”“Sono felice di poter ricominciare lontano da qui,lasciarmi alle spalle gli ultimi due anni e buttarmia capofitto in una nuova vita”“Hai ragione” affermo convinta“Beh, tu sarai con me, no?”Stringo i denti emettendo un sibilo “Non soquando arriverò anch'io a pensarla come te, ma tiprometto che m'impegnerò”“Come mai sei venuta al ballo con Roy eBrittany?”“Non avevo un accompagnatore”“Ti sei divertita?”Rivolgo uno sguardo al cielo sorridendo. Si, misono divertita!Ero con i miei amici che mi hanno aiutata adimenticare Brian Johnson per una sera. Avevo lemie allucinazioni ma Mark, Cooper e Roy mi

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aiutavano a scacciarle facendomi ballare e rideredopo che abbiamo fumato marjuana sul pick up diMark. Con le mie amiche abbiamo scattato unamiriade di foto e le abbiamo pubblicate suFacebook e Instagram…è stata una seratafavolosa, la porterò dentro di me come una dellepiù belle della mia vita.“Si Beth mi sono divertita” salgo in sella, si èfatto tardi “Devo andare, la nonna mi aspetta”“L'aiuti con il trasloco?”Alzo gli occhi al cielo “Non me ne parlare…è unatortura” le sorrido prima di andarmene “Tienimiaggiornata ok?”“Va bene, ciao” mi saluta con un cenno dellamano, accelero l'andatura per arrivare in fretta acasa a preparare scatoloni.

CAPITOLO 44“Papà” grido di gioia mentre corro in giardino persalutare i novelli sposi. “Bambina” allarga lebraccia per inviarmi a saltargli in braccio“Tra qualche mese avrai un marmocchio al posto

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mio da cullare, quindi finché sarò a casa ti vogliotutto per me”“D'accordo” ansima “Ora scendi!”Poso i piedi a terra e vado a salutare Marna “Cheti è successo?” la guardo con una smorfia, il suoviso è di un verde osceno.“Tu fratello qui” indica la pancia con gli indicidelle mani “Mi ha fatto passare il periodopeggiore della mia vita. Credo abbia volutofarmela pagare per il sollievo che mi ha regalatosolamente il giorno del matrimonio. Ho vomitatoDio solo sa che cosa per tutta la luna di miele”“Comunque si comincia a vedere” le sorridotoccandole la pancia con una mano, vi appoggia ilpalmo della sua sopra “Stai bene?” sussurra“Si”“Preferiresti un maschio o una femmina?” michiede e so che lo fa per cambiare argomento“Mmmmhhh, una maschio! Le femmine sonodelle gran rompipalle” scoppiamo a riderecamminando sul vialetto del giardino, Gus ci

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aspetta in piedi sulla veranda con Brenda “Ciaosorellina” entro in casa lasciandoli a chiacchieraredella luna di miele. Sono quasi le sei di sera, ilmio stomaco inizia a brontolare, apro la credenzaper prendere un biscotto “Ehi, signorina non ciprovare, usciamo a cena” papà mi guardadall'ingresso della cucina “Ok” rispondo “Vado aprepararmi”“La nonna mi ha raccontato..”“Va tutto bene” mento, gli do un bacio sullaguancia e salgo in camera.Devo allungarmi per superare gli scatoloni ancoraaperti ma ormai pronti, per raggiungere il bagno.Mancano due settimane alla partenza per Yale. Lanonna e Arthur vivono insieme da tre giorni. Lei èsempre qui a lamentarsi: “Non ero abituata avivere con un uomo”. E' la frase che ripete piùspesso! Che poi, voglio dire, ha vissuto con miopadre per anni! Non so perché ora il povero Arthurnon ne combini una giusta! Poverino mi fa pena!Sto passando in rassegna quel poco che mi è

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rimasto nella cabina armadio. La maggior partedella roba è invernale. Ho intenzione di tornare acasa in ottobre per il “cambio stagione”, evitandocosì di impazzire ora per portarmi a Yalel'ammasso di abiti che possiedo. Decido diindossare una mini nera attillata a righe bianche enere, canotta nera con scollo a V e biker boots.Metto degli orecchini bianchi a pendente conpiccoli strass, un filo di trucco e sono pronta. E'estate ,una coda di cavallo è più che sufficiente!“Ciao Jewel” Elizabeth mi saluta ai piedi dellascala, è con Mike“Ciao”“Sei bellissima Jewel, erano mesi che non tivedevo così raggiante”Mostro un sorriso tirato a Mike “Grazie”.Esco sulla veranda e indosso i miei occhiali dasole “Wow, e questi da dove arrivano?” Stephanienon nasconde lo stupore“Un regalo”“Suo?” capisco che si riferisce a Brian

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“No” osservo Jared uscire dalla porta di casa difronte alla nostra. Ha addosso una maglia scuracon il simbolo fintamente sgualcito dei Ramones edei jeans “E' tutto ok con mio fratello?” mi affrettoa chiedere“Si J, è tutto ok” Stephanie mi stringe la mano perassicurarmi della sua risposta“Ehi sembri una rock star!”“Vaffanculo Jared” mi arriva una sberla sullanuca e mi volto. La nonna mi sta trafiggendo conlo sguardo “Mi hai fatto male!” mi lamentomassaggiandomi con una mano“Chiedigli scusa”“Perché?”“Perché gli hai detto “vaffanculo””Strabuzzo gli occhi incredula “Dici sul serio?”“Avanti”Socchiudo gli occhi guardando Jared sghignazzare“Scusa” la mia voce è poco più che un sussurro“Adesso scusati tu”.Sorrido raggiante in segno di sfida quando sento

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queste parole uscire dalla bocca della nonna.Raddrizzo la schiena e incrocio le braccia al pettoin attesa che parli “Perché?”“Perché l'hai presa in giro. E' bellissima”“Era uno scherzo”“Jared!”“Scusa”“Non ho capito” allungo il busto verso di lui“Scusa” ripete ridendo“Ok”Salgo in auto con Arthur e la nonna, andiamo amangiare al Country Bristro a Barrington. Non michiedono nulla del viaggio a Miami, sono troppointenti a punzecchiarsi.“Perché non vi sposate?” chiedo loro durantel'ennesima discussione sul tubetto del dentifricio.Lei si volta a guardarmi “Perché lo chiedi?”“Perché sembrate marito e moglie che litigano”“Ci penseremo” mi risponde Arthur scrutandomidallo specchietto retrovisore.

CAPITOLO 45

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“Marna, che schifo!” Stento a trattenere i conatireggendo i suoi capelli, finché vomita la cena…bleah!!Si asciuga le lacrime con un pezzo di cartaigienica, a fatica si regge in piedi. “Vuoi da bere?”le chiedo sinceramente preoccupatadall'espressione sul suo viso“No” l'aiuto a sedersi sulla tazza del water dopoaver chiuso il coperchio“E' sempre cosi?”“Bleah, si!” risponde con una smorfia“Giuro, non avrò mai un figlio!”“Ah ah, voglio proprio vedere” le asciugo unangolo della bocca con un fazzolettino “Davverostai bene?”“No, mi sto autoconvincendo che a Yale saròtroppo impegnata per pensare a lui. Gli ho dettodella visita di Stacey e…ha perso la testa” stotamponando la fronte di Marna con unasciugamani di carta “ammetto che ha avutoragione ad arrabbiarsi”

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“Ti manca?”“Sempre” mi prende le mani fra le sue “Troverai iltuo Brian Johnson a Yale”Era lui il mio Brian Johnson!“Forse, chi lo sa” stringo forte le labbra perimpedirmi di piangere “Allora, hai finito qui?”“Lo spero, non ce la faccio più” si alza e insiemeusciamo dal bagno.Il resto della cena si svolge tranquillamente:Marna e papà ci raccontano della luna di miele,Brenda invece si svena a parlarci dei preparativiper il matrimonio.“Mi dispiace che tu non abbia potuto aiutarmi” midice guardandomi negli occhi. Io invece ringrazioil Cielo di aver potuto usare la scusa dellapartenza per Yale e il trasloco della nonna, pernon averla aiutata. A parte il fatto che dare il miocontributo per il matrimonio di Brenda, sapendoche Brittany è sua figlia, nonché damigellad'onore, mi avrebbe fatta uscire di senno! E poiavremmo sicuramente litigato per ogni cosa.

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“Andiamo da Paul per una birra?” chiede miopadre raggiungendoci dopo aver pagato il conto“Io vi lascio” mi alzo prendendo la pochetteappoggiata sul tavolo“Non vieni?” Jared è seduto al mio fianco, mistringe una mano“No sono stanca”“Vuoi la mia auto?” chiede papà “Torniamo conGus e Brenda, non preoccuparti”“Ok” mi lancia le chiavi della sua A4 familiare,riesco a prenderle al volo “Grazie” le agito in ariadavanti al viso di Gus “Vorrei ricordarti che saròil tuo autista per il matrimonio” mi avvicinostampandogli un bacio sulla guancia “Non me loricordare Bocconcino”. Li saluto ed esco dalristorante.Parcheggio di fronte a casa di Brittany, la lucenella sua camera è accesa. Le telefono rimanendoseduta in auto “Ehi J”“Ciao”“Non sei a cena?”

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“Tu perché non c'eri?”“Roy parte domani e volevamo stare un po' soli”“Mmmmhhh, è ancora li?”“No”“Mi apri la porta?”“Sei qui?” la vedo affacciarsi alla finestra, scendodall'auto per farmi notare “Arrivo” la guardosparire dietro la tenda, raggiungo di corsa porta dicasa sua, la spalanca mentre salgo l'ultimogradino “Brittany, ti prego, devi tirarmi fuori daquesto stato di depressione post-Brian prima cheparta per Yale! Non sono più io!”“Come va con il libro?” mi chiede chiudendo laporta con un tonfo.Sono già stesa sul suo divano “Bene…oddio, seconsideriamo che sono solamente al giorno in cuici siamo visti a scuola…nello specifico non sononeanche a metà del primo capitolo”“Hai raccontato la scena dello schizzo d'acqua?”“Si” scoppiamo a ridere“Comunque è stato divertente” ammette sdraiata

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sul divano di fronte“A pensarci ora, è vero” incrocio le mani sul petto,sorridendo con gli occhi rivolti al soffitto “Mimanca, sai?”“Oh tesoro, lo so”“Lo sapevi che Matt e Beth si sono lasciati?”“Si”“Perché non me l'hai detto?”“Perché in quel preciso momento non ti sarebbeimportato nulla di saperlo”“Sono stata una palla al piede, vero?” la osservoattorcigliarsi i capelli intorno all'indice della manodestra “No, non lo sei stata! Almeno non per me!”“Ci fumiamo una canna? Non mi stai aiutandoproprio per niente!”Si alza ridendo e sale in camera a prendere “laroba”, io esco in veranda ad aspettarla. Tornadopo due minuti con la scatola “delle meraviglie”in mano “Ta tan!!!” me la mostra come fosse unavalletta delle pubblicità. Estrae le cartine, lamarjuana e una sigaretta.

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“Dai, rotola” mi ordina quando ha finito dimescolare il tabacco alla marjuana “Fatto!”Mi lascia accendere per prima la nostra canna“Dovremo chiamare Jane” del fumo mi va ditraverso mentre glielo dico, non riesco a smetteredi tossire “E' con Cooper”.Rimaniamo a fumare sedute sulla staccionata conla schiena rivolta verso la strada.“Che state facendo?”Oh merda!Stiamo ridendo talmente forte, prese a raccontarcistupidaggini, che non ci siamo accorte dell'arrivodi Brenda e Gus, seguiti da mio padre e Marna.“Avete fumato una canna?” mi chiede Gus, perniente divertito quando mi raggiunge sullaveranda. Abbassa un momento lo sguardo perfarmi notare la scatola delle meraviglie aperta aimiei piedi.“Se è per questo fumava anche mio padre”“Se è per questo non me ne frega un cazzo!”“Marna era con lui” sono talmente annebbiata che

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le parole mi escono di bocca da sole“Si lo so ero con loro”“Cosa? E a me fai un cazziatone? Uaaahhh”lancio un urlo perdendo l'equilibrio dallastaccionata. Gus con un balzo mi afferra le bracciaperché non cada “Certo, Jewel che ti faccio uncazziatone, non devi fumare!”Brittany nel frattempo è entrata in casa tirata perun orecchio da sua madre che ora sta urlandocome una pazza: “Sei una drogata?!!!”Gus mi carica su una spalla, si ferma sulla portadi casa “Ciao amore, io vado”“Amoreeee….” lo prendo in giro tenendomi latesta fra le mani, lui mi da una sonora sberla sulsedere“Ahiaaaaa” mi lamento ma non mi ascolta“Si amore ciao” lo saluta alla svelta Brenda, poitorna ad inveire contro Brittany.“Hai fumato per dimenticare Johnson?” mi chiedequando mi lascia posare i piedi davanti all'auto dimio padre

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“No, macché, abbiamo fumato perché io sonodiventata una piattola, e non sono più divertente”“Non è vero”“Certo che è vero! Non negarlo solo per farmi unacortesia”“Si d'accordo, sei diventata una piagnucolona”“Vedi?”“E' normale Jewel quando si soffre”“Sono stanca di soffrire”“Più vai avanti, più soffrirai, è la vita, cerca di nondimenticarlo” mi abbraccia prima di andare versola sua auto“Sei arrabbiato?” chiedo a mio padremostrandogli lo sguardo più dolce che conosca“No, ma dacci un taglio”“Ok”

CAPITOLO 46“Chiamami appena arrivi”“Ok papà”.Mi ha accompagnata all'aeroporto insieme aMarna, ci sono anche la nonna, Jared e Non-la-

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smetto-di-piangere-Gus!Mi avvinghio a mio padre, ho le lacrime agli occhi“Ti voglio bene” sussurro al suo orecchio, mistringe ancora più forte. Mi lascia andare perpermettermi di salutare il resto della famiglia.Anche la nonna ha gli occhi lucidi “Studia, miraccomando, sei il nostro orgoglio”“Lo farò”“Fagli il culo” singhiozza Gus“La vuoi smettere?” lo sgrido abbracciandolo“Non mi faciliti la partenza”“Allora rimani!” un barlume di speranza gliappare sul volto“Gus” mio padre gli molla una pacca sul braccio“Dovremo andare J, stanno chiamando il nostrovolo” Beth è vicino a me, pronta anche lei perpartire“Allora vado, salutatemi di nuovo Elizabeth,Brenda, Arthur…beh, insomma, tutti quanti ok?”mi sistemo la borsa a tracolla e recupero il trolley“Ci sentiamo presto”

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“Ciao mocciosa” Jared si avvicina per darmi unbacio sulla guancia, saluto per l'ultima volta tutticon la mano, poi mi volto per raggiungere il gate.“Dio, quanto è figo tuo fratello” mormora Bethmentre camminiamo“E' impegnato” mi affretto a dirle“Si lo so, non ti scaldare” le passo un bracciointorno alle spalle“Ti preferivo quando eri ansiosa, così non mirispondevi a tono” le rivolgo un sorriso malizioso,lei mi fa la linguaccia.“Sono partiti anche i tuoi amici?” mi chiedementre disfa per la milionesima volta lo chignon.Per poi rifarlo!“Si, abbiamo fatto una festa d'addio tre giorni fa,poi ognuno è andato per la sua strada” siamosedute in aereo, la nonna ci ha regalato i bigliettidi prima classe “Vi siete divertiti?”“Sinceramente? Noi femmine piangevamo, iragazzi erano tristi…però sai com'è, loro nonvogliono mai farsi vedere quando piangono”

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“Hai mai visto un ragazzo piangere?”Quella domanda mi fa venire un nodo alla gola!Si, ho visto piangere Brian quando me ne sonoandata, prima che facessimo l'amore. Scrollo latesta per distogliere il pensiero verso di lui “Si,solo Gus, non l'hai visto anche tu prima?”“Già! Non si direbbe che quell'uomo sia in gradodi piangere”“Chi Gus? Ah, ah…ultimamente lo fa spesso…credo abbia abbassato la guardia dopo essersimesso con Brenda”“Giusto, sta con la madre di Brittany. Quando sisposano?”“Fra tre settimane”“Tornerai a casa allora?”“Si”“Ok” scrolla le spalle, si accomoda sul sedile-poltrona “tua nonna è stata una Santa a regalare ilbiglietto anche a me”“Si è vero” le rispondo, ci mettiamo a ridere primache ci ordino di allacciare le cinture di sicurezza.

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Siamo davanti il cancello d'entrata di Yalestringendoci la mano. Non pensavo mi sarebbevenuta l'ansia! Avere Beth al mio fianco non staaiutando per niente a tranquillizzarmi, mi chiedoancora come faccia a non essere impestata dipsoriasi!“Entriamo?” le stringo la mano, tira un lungosospiro “Si” risponde continuando a guardarefisso di fronte a noi. Ci sciogliamo dalla stretta perrecuperare i bagagli. Io mi sono portata duevaligie, il trolley e un borsone. Non so davverocome farò, senza un carrello, a trasportare tuttoquanto nel dormitorio!“Ciao, serve aiuto?” due ragazzi si avvicinanosorridendo“Magari” risponde Beth, io sono rimasta a boccaaperta a guardare uno dei due. Il moro per laprecisione. E' fighissimo!“Sono Trevor, piacere” sorride allungando unamano per presentarsi“Ciao” mormoro imbarazzata…oh mio Dio!

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Allora piano piano sto tornando in me!“Siete matricole immagino” si piega per prenderele mie valigie“Si”“Io sono Ashton” il ragazzo castano si presentasenza togliere gli occhi da Beth che senzavergogna lo sta letteralmente mangiando con gliocchi“Ciao” gli dico consapevole che le mie parolesiano emigrate in aria, alzo gli occhi al cielosorridendo e seguo Trevor “Non mi hai detto cometi chiami”“Oh, hai ragione, scusa, mi chiamo Jewel”“Carino”“Grazie”“Dormirai al Campus?”“Si”“Rispondi solamente con un si o con un no?”“No” rispondo, sento il volto andare in fiamme“No, scusami, è solo che, sono un po' in ansia”“Ah, non ti preoccupare, appena ti sarai sistemata,

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passerà”“Ci vorrà molto?”“Un paio di settimane”“Ah”“Ecco, siamo arrivati, vai pure io ti controllo levaligie”“Posso fidarmi?”“Certo”“Grazie” entro nell'istituto seguendo la massa diragazzi che sembrano terrorizzati quanto me e mimetto in coda per farmi consegnare le chiavi dellastanza. Beth mi raggiunge quando ormai è ilnostro turno, mi prende sotto braccio e mi stampaun bacio sulla guancia “Adoro l'università!”Mi metto a ridere “Oppure adori Ashton?” lechiedo guardandola di traverso“Adoro essere all'università e aver incontratoAshton. Ti ho vista arrossire con Trevor”Mi si forma un nodo allo stomaco “Si, beh…”“E' giusto così J, non preoccuparti” mi dicedandomi un buffetto sulla mano, la guardo

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saltellare al mio fianco piena d'entusiasmo. Sono adisagio per come mi sono sentita poco fa di frontead un altro ragazzo, anche se in realtà non dovrei.“Beth Mahoney e Jewel Morgan” annuncia la miaamica al ragazzo seduto dietro il tavolo, lui simette a cercare i nostri nomi sulla lista “Ehm si,eccovi” si volta a prendere un mazzo di chiavi daun pannello, ci spiega in fretta dove dobbiamoandare “Il prossimo” grida allungandoci la mappadel campus“Non ho capito un accidenti” mormora Beth almio orecchio“Nemmeno io” usciamo e troviamo Trevor eAshton chiacchierare in fianco alle nostre valigie.“Siete più incasinate di prima vero?” sorrideAshton prendendo in mano i bagagli di Beth“Forza, dammi i documenti, vi accompagniamonoi” ci mettiamo a camminare dirigendoci verso ildormitorio. Loro ci spiegano come funziona la vitaa Yale: una vitaccia sostanzialmente, se siconsiderano tutte le feste delle confraternite e le

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lezioni da far coincidere! Eh si, è proprio unostrazio!Mentre rido per gli aneddoti che ci raccontano inostri due accompagnatori, il mio cellulare simette a suonare, io sbianco “Oddio” mormoro,Beth si gira a guardarmi preoccupata “Vuoirispondere?”In aereo le ho raccontato tutta la storia con Brian,alla fine ha pianto; per questo adesso tiene il miobraccio stretto nella sua mano come persorreggermi, sa che mi sta chiamando lui. Miallontano estraendo il cellulare dalla borsa.“Ehi” devo appoggiarmi ad un albero per nonsvenire al suono della sua voce “Ciao” sussurro,mi porto una mano sulla fronte“Sei arrivata a Yale?”“Si”“E' bella?”“Non l'ho vista granché”Rimaniamo in silenzio “Hai iniziato il nostrolibro?”

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Sento le gambe cedere “Cosa?”“Gavin mi ha detto che ti ha proposto di scriverela nostra storia, volevo sapere se hai buttato giùqualcosa”“No” mi affretto a rispondere“Stai mentendo”“Brian, devo andare, mi aspettano”“Chi ti aspetta?” calca il tono sul “CHI”“Beth”“E poi?”“Due ragazzi che si sono offerti di aiutarci con levaligie”“Già ci provano?” chiede indispettito“Non ci sta provando nessuno Brian”“Come sono?”“In che senso?”“Carini?”Cerco invano di soffocare una risata “Nellamedia”“Sono meglio io?”“Cerchiamo di non divagare…”

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“Non sto divagando! Ti ho fatto una domandaprecisa e gradirei una risposta”“Si sei meglio tu” alzo gli occhi al cielo ridendo“Perché mi hai chiamata?”“Volevo sentire la tua voce. Mi mancavi. E perdirti che sono stato uno stronzo”“E' acqua passata Brian, ora devo lasciarti…”“Mi hai già lasciato Jewel” m'interrompe, io devosforzarmi di non piangere sentendoglielo dire adalta voce“Ciao Brian” riattacco e mi appoggio all'alberocon la schiena. Beth si affretta a raggiungermi“Va tutto bene?”“Si” mento “Era solo un saluto”“Dalla tua faccia non sembra”Fingo che vada tutto bene prendendola sottobraccio “Forza, ci aspettano” le strizzo l'occhiosorridendole mentre raggiungiamo Trevor edAshton.“Era il tuo ragazzo?” mi chiede Trevor prima dilasciarci di fronte alla porta d'ingresso del

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dormitorio. Titubante sul da farsi, gli dico la verità“No”“Allora potrò chiederti di uscire qualche volta”Arrossisco annuendo “Ci vediamo Jewel” mi daun bacio sulla guancia prima di andarsene conAshton“Aaaaahhh” urla Beth “non posso credere che tuabbia già rimorchiato!”“Perché tu no?” le sorrido, ma il mio è un sorrisotriste, mi sento a disagio“Si, è vero”Recuperiamo i nostri bagagli ed entriamo.

Sono passate due settimane da quando sono aYale e ho scritto quattro capitoli del libro. Sonoiniziate le lezioni e non ho ancora trovato unlavoro, non che mi sia scannata per farlo! Sonouscita con Trevor una volta. Per la verità non eraun vero e proprio appuntamento a due: lui eAshton ci hanno invitate alla festa della loroconfraternita e poi Trevor mi ha chiesto se mi

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andava di fare un giro per il campus. Ho saputoche ha due anni più di me, studia medicina. Suopadre è un ex alunno, ora primario ditraumatologia di non mi ricordo in quale ospedale.Sua madre è avvocato fiscalista, ha una sorella piùpiccola di nome Stella che frequenta l'ultimo annodi liceo. Quando ha chiesto di me ho solo dettoche mia madre è morta e che vivo con papà e suamoglie e che mio fratello Jared convive con la suaragazza. Ho preferito evitare di raccontare iltrambusto che è stata la mia vita familiare fino adoggi. E' troppo incasinata, e poi non mi andava difarlo, il che non è un buon segno.“Hai già conosciuto qualcuno?” Jared mi stafacendo il terzo grado mentre sono seduta sulprato del campus a leggere un libro “No”“Si invece, lo sento dal tono della voce che staimentendo”“Beh non è stato un vero e proprio appuntamento”“Lui chi è?” ringhia“Jared, ti prego, non fare il geloso”

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“Non faccio il fratello geloso, voglio solo saperecon chi esci”“Con nessuno” sorrido frustrata “Si chiamaTrevor, è carino”“E' ricco?”“Credo di si”“Credi?”“Non gli ho chiesto il saldo del conto in bancaidiota! Suo padre è primario di traumatologia esua madre è avvocato…”“Allora è ricco sfondato!”“Ti saluto Jared”“Ci vediamo venerdi mocciosa”“Si, ciao”“Fiscalista” sento dire alle mie spalle, mi volto aguardare chi ha parlato. Trevor mi guarda dall'altodel suo metro e ottanta. Considerato che io sonoseduta per terra, sembra un gigante “Cosa?”“Mia madre è avvocato fiscalista”.Rimetto il telefono in borsa imbarazzata “Scusa,era mio fratello, è un po' protettivo”

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“Gli hai detto che siamo usciti insieme?”“Non proprio”“Che intendi dire?”“Non era un appuntamento”“Vorresti un appuntamento?”Lo guardo incapace di parlare “Io lo vorrei…unvero appuntamento” mi dice mettendomi unaciocca di capelli dietro l'orecchio, abbasso losguardo, mi sto stritolando le mani “Ok”“Passo a prenderti venerdi?”“Ehm, torno a casa questo weekend”“Stasera?” un barlume di speranza gli passa sulvolto“Va bene” rispondo impacciata.Non so se ne ho davvero voglia ma d'altronde nonposso mica star qua in eterno ad aspettare diconoscere qualcuno che mi faccia dimenticareBrian! Devo almeno fare un tentativo!“Passo a prenderti alle nove, ti porto in un postocarino fuori dal Campus. Ci andiamo spesso con iragazzi a sentire musica dal vivo”

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“Va benissimo” non riesco a smettere didondolare. Sono un po' ansia ora.

CAPITOLO 47“Merda!”Impreco salendo le scale per raggiungere la miastanza, le chiavi mi sono scivolate di mano e hopreso una botta in testa andando a sbattere controun gradino. Mi massaggio fino a raggiungere laporta, sono costretta ad alzare lo sguardo quandoun paio di Converse bianche arrivano alla miavisuale. Le gambe di chi le indossa sono scure“Gavin?” chiedo stupita vedendolo appoggiatocon la schiena contro la porta bianca. Tiene lemani incrociate sul petto.“Jewel!” mi saluta con un bacio sulla guancia“Che ci fai qui?” lo abbraccio forte“Sono venuto a trovarti” si scansa dalla porta perlasciarmi aprire, poi si getta sul mio letto, prima difarlo saluta Beth “Ciao, sono Gavin” lei lo guardaammaliata dalla sua bellezza“Ciao” esclama, si mette a sedere su una sedia,

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credo per non svenire. Io appoggio la borsa sultavolo e raggiungo Gavin, quando mi siedo vicinoa lui mi da un bacio in testa “Allora, come va?”“Bene” rispondo con un sorriso tirato“Chi era quello?”“Chi?”“Quello con qui stavi parlando”“Mi stavi spiando?”“No tesoro, vi ho visti mentre venivo qui”“Si chiama Trevor”“Eri con Trevor?” Beth in un balzo ci raggiunge esi siede di fronte a noi sul suo letto “Che voleva?”“Mi ha chiesto di uscire stasera”“Davvero?” arrossisce imbarazza stritolandosiun'unghia “E ci vai?”Lancio alla svelta un'occhiata a Gavin che miguarda con la testa piegata da un lato, un sorrisobeffardo gli aleggia sul viso “Perché fai quellafaccia?” gli chiedo dandogli una sberla sullagamba“Perché so che se lo dicessi a Brian verrebbe qui e

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lo ucciderebbe con le sue mani”.Mi alzo dal letto e apro l'armadio in cerca diqualcosa di carino da indossare perl'appuntamento.“Ti metti quello?” Gavin indica un tubino neroaderente senza spalline“No, se poi ci prova non posso dire di nonessermela andata a cercare! Non voglio uscire percombinare qualcosa, devo solo iniziare a farlo pertrovare qualcuno che mi faccia dimenticare Brian”mentre lo dico liscio la manica della camicia aquadri di Brian che non gli ho più restituito“E dove ti porta?” Gavin si è alzato dal letto e stafrugando nel mio guardaroba passando inrassegna i vestiti “Ecco, tieni” mi passa un paio dijeans scuri a vita bassa e la maglia marronescollata a maniche corte “Questa non possometterla” mi affretto a sistemare la grucciasull'appendiabiti“Perché no? E' carina”Abbasso gli occhi per non doverlo guarda “Ce

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l'avevo il primo giorno che ho incontrato Brian”“Ah, capisco, è la maglia incriminata? Quella cheti ha spruzzato di acqua sporca?”Scoppio a ridere “Si”“Beh, è un cimelio! D'accordo, vediamo che altroc'è qui dentro”“Come miglior amico di Brian non dovrestidissuadere Jewel dall'uscire con un altroragazzo?” gli chiede Beth sdraiata sul letto con lemani incrociate dietro la testa“E' giusto che s'illuda che qualcuno le facciascordare il mio amico Johnson”“Non ho detto che sarà Trevor, ma ci devo almenoprovare non credete?” alla fine prendo una magliabianca con scollo a V a maniche corte, decido chedarò il tocco finale al mio look con gli accessori euna maxi maglia marrone di cotone leggero.“Brian non esce con nessuno se t'interessa”mormora Gavin, si è seduto sulla scrivania con legambe a penzoloni e giocherella con unevidenziatore giallo fluo

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“Davvero?” chiede Beth sorpresa“La tua amica qui gli ha fritto il cuore e ilcervello” abbasso lo sguardo a disagio dalla piegache ha intrapreso la discussione“Usciamo a mangiare qualcosa?” capisco cheGavin lo sta chiedendo a Beth “E io scusate?”“Tu? Tu non hai l'ansia da primo appuntamentoche ti fa restringere lo stomaco e non ti permette dimangiare niente?”Gavin ne sa una più del Diavolo devo ammetterlo!Ma stavolta si sbaglia!“Veramente no” esclamo indispettitaTira un lungo fischio e sventola la mano in ariacome scampato pericolo “Ok, fuori uno” scendecon un balzo dalla scrivania e mi abbraccia “Cosaintendi con “fuori uno”?” gli chiedo“Che di questo Trevor non te ne frega un cazzo!Altrimenti ora staresti qui a preoccuparti di fartibella e ti vestiresti in modo provocante, invece dicercare un abbigliamento da suora di clausura perun primo appuntamento! E non te ne fregherebbe

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niente del cibo, invece ti lamenti che non tiportiamo con noi a cena…”“Ricevuto” lo interrompo, prendo in manol'accappatoio, la trousse da bagno ed esco dallastanza.“Buona serata” cantilenano loro. Lascio sbattere laporta dietro le mie spalle mandandolimentalmente a quel paese.Sono stesa sul letto intenta a inspirare l'aria queltanto che mi basta per riuscire a tirar su la cernieradei jeans.Cazzo, sono così attillati che ho paura silacereranno quando proverò a mettermi seduta!“Oddio” mormoro, riesco a malapena a respirarema devo assolutamente alzarmi per rispondere allachiamata che sta arrivando via Skype. Mi alzo dalletto come fossi un palo di cemento, non riesco amuovermi. Avvio Skype saltellando sul posto, mipiego su e giù per far ammorbidire i pantaloni“Ciaooo” mi salutano Brittany e Jane in coro, miavvicino alla videocamera del Macbook “Ciao”

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sospiro “Che ti succede?”“Sto cercando di non morire soffocata dentro unpaio di jeans”“Ma sei truccata!” Brittany si avvicina allavideocamera del suo computer “Ti rendi conto chese non mi avvicino io alla videocamera tu nonriuscirai a vedermi?” si toglie imbarazzata dalvideo mentre Jane le da una sberla in testa “Alloradove vai?”“Appuntamento” mi siedo alla meglio sulla sediaintanto che mi infilo dei bracciali enormi allebraccia“Cosa? Con chi?”“Un certo Trevor” faccio una smorfia cercandod'infilarmi un orecchino dorato nel bucoall'orecchio, impresa più che ardua se non miguardo allo specchio “E chi è?”“Un ragazzo del terzo anno”“Carino?”“Si, carino”

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“Sembreresti più entusiasta ad uscire con tuanonna da come parli”“Noooo…figurati, è carino, simpatico, solo che…è strano, non esco con un ragazzo da mesi e…nonprovo niente”“Oooohhh” Brittany e Jane mi guardano con illoro faccino da cucciole“Dai, non ci pensare” mi dice Jane “magari èperché non lo conosci, e poi ammettiamolo, seiappena uscita da una storia che ti ha piuttostosegnata, è normale che tu ci vada con i piedi dipiombo, no?”“Si, forse hai ragione”“A che ora arrivi domani?” s'informa Brittanyarricciandosi una ciocca di capelli intorno ad undito della mano“Verso le tre del pomeriggio”“Perfetto, allora veniamo a prenderti”“Ma non avete da fare con i preparativi?” sentobussare alla porta, mi volto un momento “Arrivo”grido

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“E' lui?” mi chiedono in coro eccitate“Credo di si”“Non chiudere Skype” si affretta a dirmi Jane,sorrido alzandomi dalla sedia “Ciao Jewel”Ah, però! Mica male Trevor! Indossa un paio dimocassini marroni, jeans attillati scuri, camiciabianca e giacca marrone.“Ciao accomodati” gli sorrido invitandolo adentrare, ovviamente lo faccio posizionare a suainsaputa davanti al computer così le mie amicheriescono a vederlo. Coscientemente ho tolto ilvolume altrimenti Trevor si accorgerebbe deicommenti che stanno facendo in diretta…leguardo sbalordita! Stanno facendo smorfie didisapprovazione!!!!“Tutto bene Jewel?”“Cosa?” chiedo distrattamente“Mi sembra che tu sia da un'altra parte”“Oh, scusami” gli do una pacca sul bracciofacendolo mettere di spalle al computer, miavvicino alla scrivania facendo la linguaccia alla

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videocamera e spengo il video “Mi sono accorta diaver lasciato il pc acceso, tutto qua” prendo lapochette dal letto “Vogliamo andare?”“Dopo di te” m'invita a precederlo con un braccioteso di fronte a lui indicando la porta. Mi arriva unsms all'istante. Lo sbircio velocemente prima dimetterlo in borsa:Esci con tuo nonno J? Chi cazzo è quello li?Chiamaci quando torni!!!Metto in fretta il cellulare nella pochette prima dichiudere a chiave.Stiamo camminando fuori dal campus “Quella èla mia macchina” m'indica con un dito un'Audicome quella di mio padre“Bella” esclamo“Me l'hanno regalata i miei per il diploma, è unpo' vecchia ormai” lui ride, io lo guardostralunata…come fa a dire che un'auto di tre anniè vecchia? E' ancora bellissima e in perfettecondizioni!“A te cos'hanno regalato?” mi chiede aprendomi

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la portiera dell'auto. Gli dico la prima cosa che misalta per la testa. Non voglio far sembrare la miafamiglia inferiore alla sua, e onestamente, non soperché!“Un viaggio a Miami” dico strozzata, lui però nonse ne accorge, si limita ad annuire con indifferenzae chiude la portiera. Per poco non ci sbatto il naso!“Ci sono stato anch'io anni fa” dice sedendosi inauto. Vorrei prenderlo a sberle da quanto èarrogante. Questa serata sarà un inferno! Dieciminuti con lui e già non lo sopporto!Cerco di mantenere un po' di contegnosforzandomi di essere il più civile possibile “Ti èpiaciuta?”“Naaahhh” scrolla la testa dando gas “Meglio ilMessico”BUM!!! Mi sembra di essere stata colpita allostomaco con un pugno che non mi fa respirare.“Ho detto qualcosa che non va?” chiedepreoccupato“No, no” mi passo una mano sulla fronte per

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cercare di calmarmi. Quando sento la parolaMessico mi torna alla mentre Brian, al quale nonho assolutamente intenzione di pensare questasera.“Non sono mai stata in Messico, ma sono luoghicompletamente diversi, non trovi?”“Si beh, ho viaggiato in quasi tutto il mondo a dirla verità, e ti dirò che ci sono luoghi ancora piùbelli del Messico…”“Tipo?” alzo il tono di qualche decibel, oracomincia davvero a stancarmi della suasupponenza.“La Sicilia…dovresti vedere che luoghimeravigliosi ci sono in Italia”“Mio padre è appena stato a Roma e Venezia inluna di miele” liquida la mia frase con un gestodella mano, sembra che con lui dica solo cazzateallucinanti!“Niente è come la Sicilia”“Il Messico” puntualizzo“Cosa?”

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“Hai detto che è meglio il Messico”“No, ho detto che il Messico è meglio di Miami”“Beh io ho visto solo Miami all'infuori della miacittà e mi è sembrata fantastica” incrocio lebraccia e mi metto a guardare fuori dal finestrino“Per pensare che sia fantastica, devi conservarnebei ricordi. Io ho bellissimi ricordi dei viaggi cheho fatto”.Mi sento male…non credo di avere bei ricordi,anzi, per la verità ricordo con rammarico solol'espressione dura e contrita di Brian quando gliho detto che l'ho lasciato su richiesta di Stacey, e ilsuo viso amareggiato mentre mi sono voltata perandarmene e non vederlo mai più.Comunque non voglio passare per una lagnosa,mento spudoratamente: “Si ho bei ricordi, midispiace solo non aver provato a fare surf!”“Oh, allora per quello devi andare in Australia”E tu vedi di andartene a `fanculo!!!Brian ha fatto surf sulla spiaggia di Miami e se l'ècavata alla grande, non vedo perché per farlo

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Trevor mi farebbe attraversare mezzo mondo!“Ci sei stato?” non riesco a trattenere la nota disarcasmo nella voce“Si, ci sono stato”Ovviamente! Alzo gli occhi al cielo, sono giàesausta di questo ragazzo!Parcheggia vicino a un locale dove non sono maistata prima, mi sembra di essere al campus: cisono tutte, o quasi, facce che conosco! Pocolontano c'è Phil, il mio compagno alla lezione delDott. Stevens. Lo saluto con un cenno del capo, luifa altrettanto gettando un mozzicone di sigaretta inun tombino. Quando gli passo accanto mi fermamettendomi un braccio intorno al collo “Spiegamiperché ti fai vedere con Trevor Mitchell?”mormora al mio orecchio con aria beffarda“Perché la cosa ti scandalizza tanto?”“Perché è un puttaniere della peggior specie”Mi blocco a occhi sgranati!“Ti raggiungo” grido a Trevor per sovrastare ilbaccano mentre mi guarda per entrare insieme.

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Quando sparisce rivolgo di nuovo l'attenzione aPhil: “Spiegati meglio!”“Jewel, amore, quel ragazzo è una merdaambulante! Scopa come i conigli e non porta maifuori una ragazza se non per uno scopo preciso:infilarsi nelle sue mutandine! Ergo, è unputtaniere!”“Beh, con me non accadrà” esclamo sicura“Mai dire mai” mi guarda alzando le sopracciglia“Fidati, sarei capace di prenderlo a calci nellepalle se solo ci provasse”“Se hai bisogno di una mano comunquechiamami. Terrò il cellulare a portata di culo” sivolta un poco per farmi vedere il cellulare inseritonella tasca posteriore dei jeans “Lo metterò inmodalità vibrazione”“Grazie” mi avvicino per dargli un bacio sullaguancia “Ci vediamo dentro”. Lo saluto con ungesto della mano e mi avvio per raggiungereTrevor.Ora sono un po' a disagio, non voglio che pensi

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sia una facile, anche perché non è assolutamentevero! Mi sono lasciata andare solo con unapersona, la stessa che mi ha rubato il cuore.Per fortuna Phil, che è l'unico assieme a Beth chequi nel New Haven considero un amico, mi hamessa in guardia!“Sono qui” dico a Trevor sono al suo fiancoappoggiata al bancone“Oh sei arrivata, che ci facevi con Phil?”“Parlavamo” rispondo diffidente. Perché gliinteressa? Oddio, forse ha intuito che mi abbiadetto qualcosa!“Parlavate di un argomento in particolare?”Bingo!“No, il solito, studio più che altro”“Lui è spesso qui, presenta i ragazzi che suonanodal vivo”“Si sapevo che lo faceva, ma non ero al correnteche fosse questo il bar. E' carino”“Ho pensato che fosse perfetto per un primoappuntamento” mi rivolge uno sguardo languido

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al quale rispondo con una faccia perplessa, èdavvero cosi sicuro che cadrò ai suoi piedi?“Niente di impegnativo” continua mentre con undito alzato tenta di chiamare una cameriera “Cosaprendi?”“Un succo alla pesca col gin” rispondo senzasmettere di guardalo con la testa piegata da un lato“Non hai l'età per bere alcolici”Oh Signore, neanche mia nonna è così petulante!“Beh ma ci sei tu, non puoi ordinare per me?Nessuno si accorgerà che il succo è allungato” glifaccio l'occhiolino“D'accordo” sbuffa, colgo l'occasione per dareun'occhiata in giro. Il bar è davvero carino,somiglia vagamente a quello di Paul e Tina, soloche qui la media di età è di vent'anni. Non soperché mi sento quasi fuori luogo, non è comeessere a casa. La mia attenzione viene attiratada…oh mio Dio, ma quello è Gavin! Allungo ilcollo alzandomi sulle punte dei piedi per guardarecon chi sta parlando…

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Brian Johnson è qui! Mi sento mancare!“Jewel, che ti prende?” evidentemente devoessermi accasciata contro qualcuno o qualcosa,Trevor mi guarda spaventato cercando disorreggermi “Stai male?” cerco di rimettermi inpiedi come posso“No, sto benissimo, dammi qua” strappo dalla suamano il bicchiere di succo col gin, ne bevo circametà in un sorso, lui mi guarda angosciato“E' tutto apposto, andiamocene” gli dicocominciando a farmi largo tra la gente“Cosa? Non possiamo andarcene, tra pocoinizieranno a suonare” mentre lo dice vedo Philpassarmi accanto, lo tiro per un braccioobbligandolo a seguirmi fino ad un angolonascosto del bancone“Mi hai fatto male!” grida massaggiandosi ilbraccio“Chi canta stasera?”“Cosa?” si porta una mano all'orecchio“Chi canta stasera?” grido talmente forte che mi fa

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male la gola“Un paio di band e un solista”“Come si chiama il solista?”“Eh?”Alzo gli occhi al cielo “Come si chiama ilsolista?”“Un certo Brian qualcosa…” fa un gesto vago conla mano“Oddio devo andarmene subito di qui” mormorofra me e me“Che hai detto?” mi urla Phil davanti al naso“Niente, io vado”.Un barlume di eccitazione gli passa sul volto, miblocca il braccio “Cazzo! E' lui?” è rimasto abocca aperta. Ha capito tutto! - Lo credo bene! E'gay fino alla punta dei capelli, con lui non c'èbisogno di spiegazioni, capisce al volo il codicefemminile -.“Il solista è il tuo Brian Johnson…ora che cipenso…” alza di occhi al cielo, tamburella le ditasul mento mentre riflette su qualcosa “Si, è vero, è

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Johnson di cognome” mi da una pacca sul braccio“Oh cazzo…voglio proprio vedere cosa succederà,non puoi andartene!”“Phil, ti prego…”“Ti prego un accidenti! Cambio la scaletta e lofaccio cantare subito”“No” grido, un paio di persone si girano aguardarmi, divento rossa come un semaforo “Nonvoglio che mi veda”“Perché no?”“Perché no!”“Non fare la bambina, dopo tutto quello che avetepassato se è venuto qui deve esserci un motivo, ono? Non credo sia venuto per trovare Beth”“C'è Beth?” lo interrompo“Si è la con lui e un altro”“E' Gavin”“Chi?”“Gavin”“Ah, si giusto, l'amico di Miami” tira un lungosospiro prima di darmi un'altra pacca sul braccio e

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sorridere “Ok, mi aspettano sul palco” siallontana, quando è sul palco si gira e grida “Nonandartene Jewel Morgan”. Scandisce piano il mionome e cognome, la gente si volta verso la miadirezione, io faccio finta di niente bevendo il restodel mio bicchiere, spero di sbronzarmi in fretta!“Perché Phil ha gridato il tuo nome?” Trevor miha raggiunta“E' uno scherzo tra di noi, lascia stare” poso ilbicchiere sul bancone “Me ne ordineresti unaltro?”“Sul serio?” mi chiede indispettito“Certo” rispondo “Non vomiterò nella tuamacchina, stai tranquillo”“Melanie” grida alla cameriera, lei si avvicinamentre Phil comincia a fare la sua presentazione,vorrei tanto non ascoltare ma è più forte di me, migiro a guardare in direzione del palco, è in piedidavanti al microfono.“Questa sera ho il piacere di presentarvi unragazzo di Miami!” a quelle parole s'innalza un

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boato di grida di compiacimento “E' qui per unmotivo particolare. Una ragazza gli ha spezzato ilcuore…” si ferma un momento, intercetta i mieiocchi e sorride, nessuno mi sta guardando glimostro il dito medio, lui sghignazza e riprende“La ragazza di cui parliamo è proprio qui, inquesto bar, in mezzo a noi, ma non vi possosvelare il suo nome, la conoscono da qualchesettimana ma sono certo che con lei rischierei illinciaggio!” si mettono tutti a ridere io comincio afarmi largo tra la folla per uscire “Ragazze eragazzi, Brian Johnson!!!” sono quasi fuoriquando Gavin e Beth mi raggiungono“Te ne vai?” mi chiedono preoccupati, vorreiurlargli contro le cose peggiori che conosco, mavengo distratta dalle note di “Chansing cars” degliSnow Patrol. Resto immobile a guardare Brianseduto su uno sgabello in mezzo al palco, lelacrime iniziano a scendere impetuose lungo lapelle del mio viso, quasi fatico a vederlo.“Io me ne vado” esco di corsa dal bar, mi accascio

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contro il muro per prendere fiato“Ehi, stai bene?” Trevor mi ha raggiunta, tiene ilmio bicchiere in mano“No, puoi portarmi al campus?”“Sei tu vero?”“Chi?”“La ragazza” fa un cenno verso il bar con un dito,capisco che si riferisce alla presentazione di Phil“Si”“E' il tuo ex ragazzo?”“E' complicato”“Beh, se è venuto fin qui da Miami non mi sembramolto complicato”.Non so cosa rispondere. Rimango in silenzioappoggiata al muro fissando il marciapiede eascolto la musica. Più le note aumentano, più fortele lacrime scorrono.“Io torno dentro” Trevor mi accarezza il braccioprima di lasciarmi sola. Non c'è nessuno. Vorreipoter essere a casa così saprei dove andare.Sicuramente da mia madre.

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Invece sono qui, a migliaia di chilometri didistanza, senza nessuno con cui parlare esfogarmi. Beth doveva saperlo per forza! sono cosìarrabbiata con lei! E anche con Gavin. Soprattuttocon Brian…non poteva parlarmi invece di fare unasceneggiata del genere? Che cosa pensa chesuccederà ora? Che si risolverà tutto solo perché èvenuto? Mi ha detto lui di tornare a casa, che erafinita, che non ci amavamo, che è stato un errore.Abbiamo fatto l'amore consapevoli entrambi chesarebbe stata l'ultima volta.Do una serie di calci al muro con il tacco delsandalo mentre faccio queste riflessioni. Vorreiaver indossato i miei biker boots. Sono certa chepotrei usare molta più violenza senza rischiare didistruggerli!“Ehi”Smetto di calciare quando sento la voce di Brian,non mi sono nemmeno accorta che ha smesso dicantare. Mi volto a guardalo “Che sei venuto afare qui?”

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“Jewel” è sconvolto dalla mia reazione.Inizio a camminare nella direzione opposta “Nonseguirmi!” gli ordino senza voltarmi“Dove stai andando?”“Al campus!”“Sei lontana kilometri dal campus, e stai andandodalla parte sbagliata”“E tu come lo sai?” chiedo beffarda girandomi conle braccia incrociate sul petto“Perché sono stato nella tua stanza oggi mentre eria lezione e sono venuto qui in auto con Beth eGavin”“Ti sei alleato al nemico?”“Non mi pare sia una nemica, o sbaglio?”“Lo è da quando vi ho visti nel bar”Si avvicina lentamente verso di me, sonoimmobile. Sembra che mi abbiano incollato lescarpe al cemento.“Hai pianto” sussurra a pochi centimetri dal mioviso, mi asciuga le lacrime con i pollici delle mani“Che sei venuto a fare?”

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“Dovevo vederti” la sua voce è poco più che unsussurro, tiene le mani sui miei fianchi, quelcontatto mi provoca un brivido che mi attraversatutta la schiena“Sei bellissima” appoggia il viso la mio, m'inebriodel suo profumo, del suo tocco“Perché mi avevi detto di tornare a casa?”A quella domanda s'irrigidisce, sbarra gli occhi,contrae la mascella in una linea dura, scosto ilviso dal suo per guardarlo “Ero arrabbiato”“Ti avevo detto che ho sbagliato” lui mi stringeforte contro il suo petto, mi massaggia la schienacon entrambe le mani “Te ne andrai ancora?”“Si” sussurra, mi stacco dal suo abbracciofuribonda“Cosaaa?”Mi lancia un sorriso malizioso “Domani devoandare ad un matrimonio con la mia ragazza, poilei tornerà nel New Haven per studiare e io laseguirò. Ho trovato un appartamento e le chiederòdi venire a vivere con me ma solo dopo che

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avremo fatto un viaggio in Messico. Vogliovederla vestita di bianco, in un abito di chiffonsenza spalline, con il velo che si muove a ritmodel vento, solo io e lei” infila la mano destra nellatasca dei jeans, estrae una scatoletta di vellutonera, si avvicina e la apre piano. Dentro c'è unbellissimo solitario con un piccolo diamantecircolare, guardo Brian fissarmi. Sembraimbarazzato, impaurito, ansioso, io non riesco asmettere di sorridergli e di piangere, tra le lacrimeriesco ad intravedere il mio volto tatuato sul suoavambraccio, sfioro piano il disegno con la puntadelle dita“Non puoi dirmi di no Jewel Morgan” mi lanciaun sorriso a cui non so resistere e gli salto inbraccio.“Non ce la faccio senza di te Jewel” lo stringoforte prima di baciarlo“Ti amo Brian Johnson”“Mi sposerai?”“Siiii” grido di gioia prima di dimenarmi perché

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mi rimetta in piedi “Dai, mettimi l'anello” saltellocome una bambina davanti ai regali di Natale“Come rovinare un momento magico” si lamentaestraendo l'anello dalla scatoletta“Oh! Volevi il momento romantico? Scusaaaaa”scrollo la testa e le mani di fronte a me “Ok, lasciastare, hai ragione, ho rovinato tutto” mi rimettocomposta con le mani dietro la schiena, lui sorridescrollando la testa. Mi bacia lentamente sullelabbra, poi sulle guance, fino all'incavo del collo,mi prende la mano sinistra nella sua continuandosenza interrompere il nostro bacio. Fa scivolarel'anello nel mio anulare. Una strana scossa mi favibrare il corpo, gli stringo forte la manoincrociando le dita alle sue.“Non lasciami mai più” lo dice in modostraziante, non faccio altro che stringerlo più fortea me“Portami a casa” mi prende in braccio perportarmi alla macchina che immagino abbianoleggiata, perché la Porsche è al garage a casa di

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mio padre. Mi rimette in piedi solo quando sonopronta per salire in auto.“Quando vuoi che ci sposiamo?” gli chiedomentre apre la portiera“Ho prenotato il volo per venerdi prossimo,staremo in Messico due settimane. Ci sposiamodomenica”“Ah” esclamo risentita “Eri davvero certo che tiavrei detto di si?”Si avvicina con un ghigno sulla faccia,m'imprigiona all'auto mettendo le mani ai lati delmio viso, come quella volta nel parcheggio dellascuola quando scoprì che fumavo le canne con leamiche e la nonna “Si”“Sei uno stronzo presuntuoso” lo ammoniscodandogli una pacca sul petto, si mette a rideregettando la testa indietro. Osservandolo non possofare altro che pensare a quanto lo amo, a quantomi è mancato.“Non dire le parolacce Jewel” si avvicina al mioviso strofinando il naso contro il mio “Non vuoi

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sposarmi?”Mi sento sciogliere “Ti amo Brian Johnson”“Tuo padre e tuo fratello mi strapperanno le palleappena glielo diremo”“Si, lo credo anch'io” ci mettiamo a ridere mentresaliamo in auto. Tengo la mano stretta nella suasenza smettere di guardare l'anello che mi haregalato “E' bellissimo”.Sorridendo Brian stringe la mia mano primad'immettersi in carreggiata. Domani saremo acasa. Insieme.Per sempre.

EPILOGO1 ANNO DOPO

“Tanti auguri a te, tanti auguri a te…”Canto questa canzone a mio padre reggendo inmano dei sacchetti, lui è seduto a capotavola “Haifatto shopping per il mio nipotino?” mi avvicino egli do un bacio“Si” mi sposto verso Jack il mio fratellino. Sta giàridendo.

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“Ciaooo” lo saluto e allunga le braccia perché lotiri fuori dal seggiolone. Ovviamente è il figlio dimio padre e Marna!Lo riempio di baci e lui mi succhia la guancia.Devo ammetterlo, che schifo!“Ti è cresciuta” papà indica la mia pancia“Beh papi, ormai sono in 25 settimane”“Non sei ingrassata tanto. Marna a 25 settimaneera già una botte” a quelle parole scoppio a ridere“Beh, non dirglielo, mi raccomando o ne farà unatragedia”“Auguri” Brian entra in cucina e lo saluta. Loguardo e ancora non resisto. Ogni volta che posogli occhi su di lui mi sento sciogliere. E' semprebellissimo! Non riesco a credere che siamo maritoe moglie da un anno. Viviamo insieme in unappartamento fuori dal campus. Non ho lasciatoYale e nel frattempo ho terminato il libro sullanostra storia. E' stato un successo! Si è trasferitosubito dopo il nostro matrimonio in Messico e hatrovato lavoro in un garage vicino casa.

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Mi da un bacio sulla guancia e sorride a Jackpassandogli una mano sul capo.“Ciao ragazzi” la nonna entra con Arthur.“Bentornati” gli dico per salutarli. Hanno fattouna crociera ai Caraibi con Mike ed Elizabeth. Siavvicinano a mio padre per fargli gli auguri, iopasso Jack alla nonna che sta avanzando verso dime con le braccia tese.“Come stai?” mi chiede sfiorandomi la pancia conuna mano“Finalmente ha smesso di vomitare” le dice Brianabbracciandomi da dietro, gli do una gomitata.“Ehiiii” mi rabbuio cercando di scostarmi da lui“Vorrei vedere te incinto, te ne staresti tutto ilgiorno sul divano moribondo!”. Alza gli occhi alcielo “Quando smetterà il tuo umore di essere cosìaltalenante?”“Probabilmente quando tuo figlio qui” indico ilpancione, non ancora esploso, con le dita“nascerà…ne avrai ancora per qualche mese”finge di essere disperato prima di infossare la testa

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nell'incavo del mio collo.“Sei uno stronzo” gli dico dandogli una paccasulla schiena“E tu sei bellissima”“Avete deciso il nome?” chiede Arthur“Certo!” mi volto di scatto a guardarlo “Colton!”esclamo seria, una risata generale s'innalza incucina.Quando siamo tornati dal Messico le nostrefamiglie e gli amici ci hanno organizzato una festaa sorpresa. Brittany e Jane hanno raccontato a tuttiche appena abbiamo visto Brian lo abbiamosoprannominato “Colton Haynes” e non hannoancora smesso di sfotterlo.“Ti ho detto che non se ne parla nemmeno!” Brians'infervora mettendosi a sedere.“Amoreeee” cantileno“Ti ho detto di no! Se proprio vuoi chiamarloColton, sarà il secondo nome”“Non suona bene Colton Johnson?” chiedo allaplatea che ci sta guardando.

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Sento una risata provenire dall'ingresso, vedoJared entrare con Stephanie al suo fianco, è incintaanche lei.“E' carino” esclama mia cognata“Grazie” le dico dando una sberla a Brian sullanuca“Voi avete deciso?”“La chiameremo Catherine” dice Jared. E' il nomedi nostra madre. Per un momento cala il silenzioin casa. Nessuno dice nulla, la nonna mette Jacknel seggiolone e va ad abbracciare mio fratello eStephanie, in quel momento entra Marna con Gus“Di che parlate? Ciao amico, auguri” saluta papàcon una mano mentre Marna gli va incontro.“Vorrei chiamare mio figlio Colton” esclamo.Gus si mette a ridere talmente di gusto che lelacrime gli rigano le guance “Oddio Bocconcinomi fai morire” si siede a tavola e indica Brian conun dito “Sei messo male Johnson, ti darà iltormento per i prossimi mesi! Ti conviene cederesubito!”

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Lo guarda accigliato. Mi siedo in braccio a miomarito e gli stringo le braccia al collo “Comepensavi di chiamarlo?” non gliel'ho mai chiesto.“Jeff Johnson” risponde serio. Lo abbraccio fortementre in casa si innalza un boato di grida dicompiacimento“Grazie” gli dico prima di dargli un bacio. Mi daun bacio prima di sussurrare sulle mie labbra: “E'meglio Jeff”.

FINERingraziamenti

Primo fra tutti vorrei ringraziare mio maritoDiego. Senza di lui certamente non avreirealizzato questo libro. Non solo è stato pazientenel vedermi leggere e rileggere per mesi interiqueste pagine, ma si è preso cura di nostra figliamentre ero impegnata a scrivere in orari assurdi.Mi ha spronata ma soprattutto mi ha dato ilcoraggio di intraprendere quest'avventura, senzapreoccuparmi delle conseguenze. Speriamo che

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per quest'ultimo punto abbia ragione!E poi mia madre, per non avermi detto che stavotentando “una pazzia”, ma che era orgogliosa delfatto di avere una figlia “artista”.La mia amica Isabella: non ho potuto utilizzare ilsuo disegno per la copertina, ma la ringraziocomunque per l'appoggio.Lisa, per avermi dato “le dritte”.Elisa e Silvia: “Il Club del Libro” dovràaggiungere un tassello alla lista. Sono state le mieprime lettrici, entusiaste e poco critiche. Brave!Questo significa che avete “un ottimo giudizio” ;-)Incrociamo le dita!Ultima, ma non per questo meno importante, miasorella Maddalena. Grazie per aver “finto” di nonsapere nulla e di avermi detto alla fine: BRAVA.

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