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Tecnica Industriale e Commerciale 08/09 La produzione

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La produzione

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Occorre distinguere tra:

- Decisioni di politica di produzione (I parte)

- Pianificazione e programmazione dellaproduzione (II parte)

La produzione

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Il contributo della funzione diproduzione (più in generale

operations) al vantaggiocompetitivo

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La politica di produzione dev’essere semprecoerente con il vantaggio competitivoperseguito dall’impresa

Sfruttare nella produzione e nelle altre attivitàoperative ad essa connesse(approvvigionamenti, scorte, logistica, supplychain) le fonti del vantaggio competitivoperseguito dall’impresa

Produzione e vantaggio competitivo

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….definito il livello di qualità accettabile dalla domanda….siricercano:

- Economie di scala, di apprendimento, di scopo, disaturazione, di specializzazione

- Materie e componenti a più basso costo

- Innovazione nei processi per contenere i costi

- Integrazione delle attività logistiche con i fornitori edistributori per ridurre i costi

- Coinvolgimento e incentivazione del personale per ridurre icosti

Produzione e vantaggio di costo

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….definito il livello massimo di costo sostenibiledall’impresa….si ricercano:

- Materie e componenti di qualità

- Innovazione nei processi per migliorare la qualità edifferenziare l’offerta dell’impresa

- Integrazione delle attività logistiche con i fornitori edistributori per migliorare i tempi di risposta al mercato

- Coinvolgimento e incentivazione del personale permigliorare la qualità, incrementare le prestazioni, innovare edifferenziare i prodotti

Produzione e vantaggio didifferenziazione

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Le decisioni di politica diproduzione

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- Definizione della capacità produttiva e del livellod’integrazione verticale (make or buy)

- Scelta del sistema e del tipo di processoproduttivo

- Scelta del layout degli impianti ed attrezzature

- Scelta della tecnologia di produzione

Le decisioni di politica di produzione

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La politica di produzione è formulata sulla base:

- della modalità con cui si manifesta la domanda

- dei comportamenti della concorrenza

- degli obiettivi dell’impresa

- dei vincoli tecnologici concernenti i processi ed iprodotti

Le variabili critiche

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La modalità con cui si manifesta la domanda riguarda:

- Volumi richiesti (1, 2, 3…….n)

- Distribuzione nel tempo (costante/picchi di domanda)

- Varietà ricercata (personalizzato/standardizzato)

- Tempo di risposta (immediata/differita)

- Qualità (performance del prodotto)

- Prezzo

La domanda

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Il comportamento dei concorrenti è rilevante per valutare:

- la capacità produttiva complessivamente installata ed ilgrado di integrazione verticale

- il grado di personalizzazione/standardizzazione dei prodotti

- il tempo di risposta al mercato

- la qualità assicurata

- il prezzo praticato

La concorrenza

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I principali obiettivi economici, di mercato e tecnologiciperseguiti dall’impresa attraverso la politica di produzioneriguardano:

- Margine operativo lordo

- Costi diretti ed indiretti di produzione

- Produttività dei fattori di produzione

- Tempi di produzione

- Qualità dei prodotti

- Grado di flessibilità dell’impianto

- Grado di elasticità dell’impianto

L’impresa

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In alcune circostanze, esistono vincoli tecnologici riguardanti iprocessi da impiegare/prodotti da realizzare chedeterminano:

- Capacità minima di produzione

- Livello d’integrazione

- Tipologia di processo produttivo

- Layout di produzione

- Tecnologia di processo

Vincoli tecnologici

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La politica di produzione:capacità produttiva e grado

d’integrazione

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Capacità fisico-ingegneristica (o teorico-nominale) che simanifesta nell’ipotesi di condizioni standard difunzionamento dell’impianto (sulla carta) Capacità effettiva o disponibile (teorico-probabilistica) chesi ha in relazione alle modalità di esercizio, durata dei tempidi arresto, vincoli istituzionali, caratteristiche dellamanodopera, ecc. (nella pratica)

Il dimensionamento della capacitàproduttiva

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La decisione sul dimensionamento della capacità produttivasi lega ai concetti di:

• economicità dell’investimento (economie di scala etecnologiche)

• rischiosità dell’investimento (struttura dei costidell’impianto - Costi Fissi e Costi Variabili - BEP)

Il dimensionamento della capacità produttiva

L’obiettivo è quello d’individuare la dimensione idonea aminimizzare il costo unitario di produzione

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La struttura dei costi

Nella valutazione della capacità produttiva da installare unimportante fattore è rappresentato dalla struttura dei costi

dell’investimento (Rapporto tra costi fissi e variabili -Analisi di Break Even)

E’ rilevante per la decisione di dimensionamento dellacapacità produttiva in ragione del livello di domanda nonché

per la scelta del make or buy

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Analisi delle scelte didimensionamento

Tre sono i fattori che influenzano l’impresa nelle scelte didimensionamento della capacità produttiva:

(a) le caratteristiche (livello, variabilità) della domanda;(b) le scelte compiute dalla concorrenza e la capacità

produttiva complessivamente disponibile nel settore;(c) le economie di scala potenzialmente conseguibili.

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La domanda

Occorre osservare che la domanda presenta:- Variazioni di lungo periodo (trend) in relazione al succedersi dellediverse fasi del ciclo di vita dei prodotti (introduzione, sviluppo, maturità,declino)- Variazioni congiunturali che si risolvono in fluttuazioni intorno allatendenza di fondo (trend) della domanda e di cui non sono prevedibili né ladurata, né l’ampiezza- Variazioni stagionali che si manifestano per effetto della variabilità neiconsumi nel corso dell’anno, del mese, della settimana, del giorno

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Dilemmi sul dimensionamento1. Dimensionare la capacità produttiva sui livelli attuali di

domanda (rinviando al futuro gli investimenti addizionali),oppure adottare una capacità produttiva già dimensionata (inprevisione) sui livelli di lungo periodo della domandasopportando, inizialmente, i costi di parziale inutilizzo

2. Dimensionare la capacità produttiva sui livelli congiunturalimassimi e realizzare così una produzione sincronizzata con ladomanda, oppure stabilirla ad un livello intermedio erealizzare una produzione costante, integrata dalla politicadelle scorte

3. Integrare la propria capacità produttiva con ‘riserve’ dicapacità esterne messe a disposizione da subfornitori, oppureprivilegiare gli investimenti interni per fare fronte allastagionalità della domanda

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Una precisazione importante

Una volta dimensionata la capacità produttiva,l’impresa si trova nell’impossibilità di modificarlanel breve periodo

Il dimensionamento della capacità produttiva non èuna decisione che si prende una volta per tutte,

piuttosto è una decisione che richiede revisioni eaggiustamenti nel medio-lungo periodo

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Soluzioni adottate nella praticaa) dimensionare le immobilizzazioni tecniche

meno soggette ad obsolescenza, come terreno efabbricati, in relazione alle maggiori capacitàche si prevede di dover raggiungere in futuro.

b) dare dimensioni più limitate, ma ampliabili,alle immobilizzazioni con vita tecnica piùbreve ed a maggiore obsolescenza (macchineed impianti)

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Soluzioni adottate nella pratica

Nella definizione della capacità produttiva,l’impresa può anche costituire riserve di

capacità attraverso i subfornitori. L’ottica èquella di utilizzare questi ultimi come

“cuscinetti di assorbimento” delle variazionicicliche ed impreviste della domanda.

In questo modo, l’impresa “scarica” sui fornitoribuona parte dei rischi di mercato (c.d. risk-

shifting), evitando i maggiori costi d’inutilizzo

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La politica di produzione: sceltadel sistema di produzione e del

processo di produzione

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Scelta del sistema di produzioneLa scelta del sistema di produzione dipende dalle modalità con cui siintende dare risposta alla domanda ...

– Make to stock: l’impresa produce per il magazzino una quantitàdi prodotti standardizzati definita in base alle previsioni delladomanda. Al manifestarsi della domanda effettiva essa preleva iprodotti dal magazzino. Qui la dimensione delle scorte saràcorrelata al livello di servizio che si intende dare al cliente.– Make to order: la produzione viene lanciata all’atto dellaricezione dell’ordine ed il cliente viene coinvolto direttamentenella progettazione della commessa.– Assemble to order: forma intermedia tra le prime due. Prima sifabbricano le parti per il magazzino su previsione della domanda;poi si assembla il prodotto all’atto della richiesta del clienteavendo cura di personalizzarlo tramite una moltiplicazione divarianti es. automobile: 3 motorizzazioni, 12 colori, 3 versioni =3x3x12 = 108 varianti di prodotto finito).

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Scelta della tipologia di processo produttivoLa tipologia di processo produttivo dipende dalle modalitàcon cui si intende predisporre l’offerta:– processi a flusso (ciclo) continuo: la produzione si svolge senzainterruzioni, per fornire solitamente una sola varietà di prodotto (benistandardizzati) in alti volumi (petrolio, carta, cemento, acciaio, plastica,etc.)– processi a ciclo discontinuo (a lotti o condizionata): sulla stessa lineaproduttiva si eseguono diverse produzioni. Macchine ed impiantiforniscono, dunque, una pluralità di prodotti in una successione di lottidiversi per garantire efficienza produttiva e flessibilità (auto, moto, abiti,mobili, etc.)– produzioni job shop (o unitarie): commessa singola (cantieristicanavale o abbigliamento sartoriale) caratterizzata da altissima varietà

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Tipologia diprocesso

Prodotti aesemplare unico

Bassi volumimolte varianti

Alti volumi menovarianti

Altissimi volumiprodotto standard

Job Shop

Produzionediscontinua o alotti

Flusso continuo

Produzionecontinuacondizionata:ritmi manodop.ritmi tecnologia

Cantiere navale

Produttori dicucine

Assemblaggio diautovetture

Raffineria dipetrolio

X

Y

Mix di prodotti

La matrice prodotto-processo

Y = processo continuo per piccoli lotti e molte varianti del prodotto

X = processo discontinuo e frammentato per alti volumi di un prodotto standardMISMATCH

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Dal Job Shop al flusso continuo

Maggiore dimensione degli impiantiMinor numero di modelliMinor numero di nuovi prodottiMaggiore rigidità del processoMaggiore regolarità acquistiAumento delle scorteMaggiore attenzione alla pianificazione

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Scelta tra sistemi e tipologie processiproduttivi

Dati i vincoli tecnologici di processo/prodotto:•Strategia competitiva•Politica di prodotto•Politica di prezzo•Livello di servizio alla clientela

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La politica di produzione: sceltadel layout degli impianti e delle

attrezzature

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Il layoutIl layout è la disposizione fisico-tecnica (planimetrica) degli impianti,

attrezzature, macchine…, all’interno dello stabilimento diproduzioneRelativamente ai processi di fabbricazione distinguiamo:

1. Layout per processo o per reparto (es: reparto di tornitura,reparto stampaggio)

2. Layout a gruppi tecnologici o celle di produzione (areeomogenee nella tecnologia)

3. Layout in linea (qui le macchine sono disposte nello stessoordine in cui avvengono le lavorazioni)

Relativamente alle operazioni di montaggio:1. Montaggi a posto fisso (es: cantieri edili)2. Montaggi a trasferimento3. Montaggi a isola

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Layout

per

reparto

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1. Layout per reparto o processo1. Adatto al job shop o per la produzione a lotti2. Reparti omogenei sotto il profilo delle operazioni e

struttura produttiva flessibileVantaggi:• Favorisce l’apprendimento della manodopera utilizzata

su più macchine (sviluppo di una conoscenzaspecializzata)

Svantaggi:• Complesso intreccio di flussi di prodotto (confluenza di

più prodotti nella stessa macchina e creazione di colli dibottiglia)

• Possibile aumento dei tempi di attraversamento e delWIP*

• Sovradimensionamento capacità produttiva (+ costi)

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Layout

per

gruppi

tecnologici

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2. Layout per celle o gruppi tecnologici

Sequenza di celle dedicate alla produzione di un’interafamiglia di prodotti

Vantaggi:• Si evita, da una parte, la sovrapposizione di flussi

del job shop e, dall’altra, la rigidità della produzionein linea

Svantaggi:• Duplicazione costosa delle macchine che devono

essere presenti in più reparti (dove la produzionedelle famiglie di prodotti lo richiede) e possono nonessere sfruttate a pieno carico

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Layout

in

linea

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3. Layout in linea o a trasferimento (flowshop)

Tipico nella produzione a lotti o standardizzataVantaggi:• Accorciamento dei tempi di attraversamento e del WIP• Semplificazione dei flussi di produzione• Dimensionamento ottimale della capacità produttiva

secondo quanto necessarioSvantaggi:• Onerosità dell’investimento• Rigidità dell’impianto

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Montaggi a posto fisso1. Qui l’oggetto da assemblare (spesso enorme) sta

fermo e le attrezzature e gli operai gli si muovonointorno

2. Attrezzature e materiali disposti secondo unasequenza di cerchi concentrici

3. Richiede una manodopera in grado di svolgere piùmansioni

Svantaggi:• Sovrapposizione dei flussi e tendenza all’accumulo

di scorte, aumento del WIP, e formazione di colli dibottiglia

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Montaggi a trasferimento

1. Trasformazione del prodotto lungouna linea di montaggio rigida che puòessere a ritmo imposto (dallemacchine e tempi di lavorazione) onon imposto (stabilito dagli operatori)

2. Il sistema privilegia la riduzione deitempi di trasferimento rispetto aivantaggi di flessibilità ed elasticità

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Montaggio a isola

1. A ogni isola viene assegnata una partecospicua del processo produttivo

2. Ogni isola è una struttura autonoma3. Gruppi di operai svolgono segmenti estesi del

processo produttivo secondo una rotazione deicompiti

4. Vantaggio della flessibilità

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La politica di produzione: lascelta della tecnologia di

processo

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Alternative di fondo

• Macchine universali tradizionali• Macchie a controllo numerico indipendenti• Linee transfer rigide• Linee transfer flessibili

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Il dilemma della scelte di produzione

MINIMIZZAZIONECOSTI

MINIMIZZAZIONERISCHI DI

PRODUZIONE

SPECIALIZZAZIONEFLESSIBILITÀ