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IL CREPUSCOLO DÌ GIOVE (gutta cavat lapidem) MOVIMENTO DELL’IDEALISMO POSTSTORICO Libertà-Solidarietà-Egualitarismo-Volontà-Infinito-Immortalità-Uomo 1) IL PENSIERO BASTANTE A Se STESSO è SPECULAZIONE 2) L’AGIRE BASTANTE A Se STESSO È SPONTANEA IDIOZIA 3) IL PENSIERO È IN FUNZIONE DELL’AGIRE PRATICO 4) L’AGIRE PRATICO È IL PRINCIPIO ED IL FINE DEL PENSIERO Memini Meminisse Relatore Mario Paolo Lio

100 TESI DELL'IDEALISMO POSTSTORICO-TESI FINO ALLA 33

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Relatore Mario Paolo Lio 1) IL PENSIERO BASTANTE A Se STESSO è SPECULAZIONE Memini Meminisse 2) L’AGIRE BASTANTE A Se STESSO È SPONTANEA IDIOZIA 3) IL PENSIERO È IN FUNZIONE DELL’AGIRE PRATICO 4) L’AGIRE PRATICO È IL PRINCIPIO ED IL FINE DEL PENSIERO Libertà-Solidarietà-Egualitarismo-Volontà-Infinito-Immortalità-Uomo A tutti gli uomini, II Relatore PREMESSA III

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IL CREPUSCOLO DÌ GIOVE

(gutta cavat lapidem)

MOVIMENTO DELL’IDEALISMO POSTSTORICO

Libertà-Solidarietà-Egualitarismo-Volontà-Infinito-Immortalità-Uomo

1) IL PENSIERO BASTANTE A Se STESSO è SPECULAZIONE

2) L’AGIRE BASTANTE A Se STESSO È SPONTANEA IDIOZIA

3) IL PENSIERO È IN FUNZIONE DELL’AGIRE PRATICO

4) L’AGIRE PRATICO È IL PRINCIPIO ED IL FINE DEL PENSIERO

Memini Meminisse Relatore Mario Paolo Lio

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II

A tutti gli uomini,

figli del nostro tempo

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III

PREMESSA

La lettura e l'eventuale discettazione sopra questa lista organica di tesi concatenanti devono tener conto della

difficoltà incontrata nel chiarire i nessi di significato che percorrono la stilazione di questo documento. Pertanto si

raccomanda di svolgere un'attentissima analisi di ogni singola tesi in rapporto alla configurazione globale e alla

sua medesima singolarità al fine di evitare eventuali incomprensioni e di conseguenza certe facili bollature che

vanificano il lavoro svolto. Sottolineo inoltre che il presente lavoro è suscettibile a ogni emendamento qualora i

lettori riscontrassero contraddizioni o confusioni di contenuti.

Detto ciò, spero in un favorevole giudizio critico in quanto il presente elaborato è la summa di una decennale

riflessione(corroborata da vari strumenti empirici e culturali acquisiti) che sta a fondamento di una nuova ,o

perlomeno innovativa, spinta alla messa in discussione dell'uomo d'oggi,dell'uomo di ieri e del probabile uomo di

domani.

Per questo ringrazio anticipatamente chi si avventurerà in questo flusso continuo d'idee che credo di aver

organicamente mostrato.

Relatore

Mario Paolo Lio

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IV

STRUTTURA

Le 100 Tesi sono articolate in:

20 tesi propedeutiche all'IDEALISMO POSTSTORICO

Che a loro volta sono suddivise in due propaggini:

COGNIZIONE D'IDEALISMO

INDIRIZZI D'APPLICAZIONE

30 Tesi riguardanti lo sviluppo del processo che ha portato alla rivitalizzazione dell'idealismo nel periodo storico-

culturale definito esaustivamente “IL TEMPO DEL DISINCANTO”

Nello specifico ho puntualizzato 3 diramazioni:

Tesi 20-29 SVILUPPO STORICO CONTESTUALE

Tesi 30-39 CONTEMPORANEITÀ E IDEALISMO RIVISTO

Tesi 40-49 (vernacolari)SICILIA,SICILIANI,SICILIANITÀ

10 Tesi che trattano il rapporto tra IDEALISMO, SPECULAZIONE INTELLETTUALE e PASSIVITÀ

dell‟acquisizione dei contenuti valoriali

20 Tesi MANIFESTO ORIENTATIVO DELL'IDEALISMO POSTSTORICO

20 Tesi PROGETTUALITÀ E APPLICAZIONE PRATICA degli intenti idealisti propugnati nelle tesi

A seguire un elenco di aforismi,citazioni e riflessioni dell‟animo catartico(tra cui l’afflato della Poetessa

dell’OltreUomo)

Inoltre:

-10 TESI ALFABETICHE SULLO STATO DÌ BASE IDEALPOSTSTORICO

-EPITAFFIO DÌ GIOVE

-LA NOTTOLA DÌ MINERVA E L'INFORMAZIONE INTRAPRENDENTE(4th

Power)

-Percorso indicizzato per una rapida consultazione

A. Indice di consultazione

B. Il Crepuscolo in breve...

Conclusioni e promesse per il futuro...

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V

100 TESI DELL’IDEALISMO

POSTSTORICO

LA VOLONTA’ LIBERA L’UOMO DAL DESTINO DELL’ANNICHILIMENTO

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VI

AURORA DELLA VOLONTA’

Tesi n°

1. Chi percepisce un senso d’insoddisfazione e frustrazione di fronte

all’inevitabile consuetudine della sofferenza arrecata a se stessi e

agli altri, ha colto il primo segno della disarmonia esistente tra i

valori culturali condivisi e la realtà per certi versi in

contraddizione con i postulati mentali che possediamo come

bagaglio culturale.

2. La distanza percorrente ciò che è giusto da ciò che è in realtà, si

palesa nella messa in discussione delle apparenti convenzioni

sociali che riportano globalmente la visione speculare e riduttiva

di quanto siamo in grado di comprendere ciò che è concernente

alla nostra esistenza, le nostre interazioni sociali e le nostre

opinioni che riteniamo orientative nello svolgere il nostro ruolo.

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VII

3. Difficoltà principale di un’estensione del proprio prospetto critico

è l’isolamento e successiva stigmatizzazione che avviene quando

si pongono dubbi su ciò che viene ritenuto valido dalla

maggioranza sociale e per questa ragione si viene posti alla gogna

in quanto ogni sovvertimento viene percepito come dannoso e

oscuro nei confronti della labile stabilità che mantiene eretta

l’impalcatura dei nostri giudizi e consuetudini.

4. La complessità del reale e la carenza di verità assolute pongono

necessari dubbi sulla condotta abitudinaria del pensiero che

appiattisce e conforma i sussulti di cambiamento.

5. L’istituzionalizzazione funzionale dei ruoli iscritti nel gioco delle

parti vanifica i pensieri e le azioni di coloro che si attivano per un

cambiamento, sia nel singolo campo d’influenza che nella

prospettiva globale determinata storicamente.

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VIII

6. Il godere di alcuni e l’agonia di altri deve indurre ad agire affinché

questa disparità venga colmata. Al pari la mancanza di sensibilità

sulle questioni inerenti le difficoltà altrui deve essere da monito

per ricordarci che l’impegno ad agire sarà ostacolato soprattutto

dall’egoismo altrui e dalla sufficiente ipocrisia con cui spesso si

trattano le questioni umane e nello specifico le sofferenze di essi.

7. Seppur possa sembrare chimerica la VOLONTÀ DÌ CAMBIARE IL

MONDO, è necessario ricordarsi che i grandi processi di

cambiamento nascono (ma non necessariamente costruiti e

contestualizzati) da grandi idee che anche grazie a Volontà di

ferro possono trovare una collocazione e un’attuazione che

validifichi i propositi. Il cambiamento consta di un lungo e

tortuoso percorso che nel suo avanzare troverà sempre maggiori

difficoltà, ma questo non deve destare dal compito prefisso

perché è nostra natura avere scopi e cercare di raggiungerli e per

questo sollecito chiunque a non demordere nonostante le

avversità.

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IX

8. È innegabile che la volontà non ha una forza superiore agli eventi

che in un modo o nell’altro imprigionano noi nelle circostanze

presenti ma è pur vero che una volontà tenace e una mente

capace di cogliere le aporie, possono scalfire (con questo

rimando alla lenta processualità dei cambiamenti) i baluardi

nemici che cerchiamo di colpire.

9. Il vuoto della civiltà del disincanto provoca un morboso

attaccamento su ciò che vanamente riempie le nostre giornate.

La solitudine costruita ad arte da chi vuole l‟uomo in balia di false

passioni arricchisce coloro che nell‟uomo riconoscono un

grottesco valore di mercato o di consenso. La SOCIETÁ DÌ

MASSA si configura adesso come SOCIETÀ DEI SINGOLI

INSIGNIFICANTI DELL‟ANARCOINDIVIDUALISMO.

La massificazione ha lasciato il posto all‟annichilimento

personale e ciò non può esser più tollerato. Purtroppo

l‟evanescenza della biasimata massa si è dissolta nei fumi delle

ambizioni e dei desideri personali sovrapponibili alla Società

stessa nella sua unione.

10. La vita non è descrivibile secondo nozioni di merito o di

demerito: possiamo solo darle indirizzi.

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X

LA LUCE ACCECA GLI UOMINI STOLTI

11. L‟idealismo costruisce percorsi atti a raggiungere scopi; La

costruzione dialettica e la chiarezza d‟intenti producono naturali

diramazioni che accertano la validità dei contenuti posti in

programma.

I dualismi che perdono significati nella pragmatizzazione

risultano infondati e storicamente superati. La dialettica

costruttiva è quella basata sul discernimento dei valori presenti e

l‟assunzione di determinati setacci culturali che pongono a

paradigma la commistione sinergica di elementi socioculturali e

politici anche distanti tra loro ma organicamente giustapponibili.

12. La presentazione di un orientamento critico parte da una

propedeutica iniziale all‟interno delle istituzioni in cui vengono

veicolati i Saperi. La Cultura, essendo fenomeno a impatto corale

ma discriminata necessariamente da una minoranza d‟individui

che per una ragione come un‟altra s‟incaricano di convertire le

sensazioni e le atmosfere ideali del suo Tempo in Sapere dinamico

performante, deve essere costruita sul primo stadio dello sviluppo

idealistico del nostro Tempo: la fase dell‟accrescimento spirituale

a fronte del dilagare dell‟assolutizzazione del nichilismo

individuale.

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XI

13. In una dialettica di analisi dei Valori correnti, è da mettere in

conto il fenomeno definito Divismo. Esso consta della

mitizzazione di personaggi più o meno pubblici, specialmente

dello Spettacolo, che attirano l‟interesse su di sé proponendo,

indirettamente o direttamente, usi, costumi e perfino le condotte

di comportamento da adottare e influenzando così una vasta scala

di persone definibili “pubblico delle correnti mediatiche”.Se la

critica a essi finisce per stagnarsi in un moralismo da opinionista

televisivo (che è a sua volta funzionale per l‟affermazione del

personaggio) allora è bene disaminare con oculatezza oggettiva le

modalità con cui avviene questo veicolamento valoriale e cercare,

dunque, di porre nuovi obiettivi e critici focus al fine di

ridimensionare questo fenomeno che sicuramente è segno di un

imbarbarimento culturale e, senza dubbio, anche civile.

14. La ricerca di un ricettacolo di Volontà comune deve disporci a

unire le nostre forze con abnegazione per raggiungere il fine

ultimo della creazione di un compatto gruppo dai comuni intenti

ma diversi nella loro visione specifica; quest‟ultimo passaggio è

fondamentale per una semplice ragione che intendo esprimere

concisamente: il libero pensiero collabora nell‟agire ma mai si

assimila.

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XII

15. La fruizione continua e seguitata di modelli evocatori di edonismo

disimpegna e destruttura la logica individuale delle personali

azioni regolate in funzione del mutuo sostegno e dell‟armonica

collaborazione civile. É Una priorità assoluta ristabilire e

ristrutturare la scala dei valori che pone a suo fondamento principi

quali la mutualità e l‟ordine in chiave umana e non repressiva

evitando quindi il progressivo procedere verso un probabile futuro

in cui le distanze tra classi di appartenenza sociale aumentino e

risultino non più organicamente contingenti. Lo sviluppo

sostenibile di una Società si basa sulla libera competitività dei

suoi singoli senza restrizioni di alcun tipo specialmente quelli di

origine e provenienza cercando, ove possibile, di restringere gli

sfoghi di frivolezza contenutistica e assumendo l‟esercizio

dell‟autocritica come garante dello sviluppo del singolo e della

Società.

16. La devianza del culto della trasgressione che tanto è cara ai

cosiddetti “Radical Chic”, vanifica il senso stesso di trasgressione

poiché l‟adorazione passiva di essa e la sua assunzione abituale

nel comportamento, la legittima come tale e perde così la sua

naturale tendenza a generare radici di crisi nei costumi (e a volte

nei pensieri) della Società in cui si presenta.

La trasgressione, sottolineo in ultima istanza, risiede nelle idee e

non nelle manifestazioni apparenti, disdicevoli sì per alcuni, ma

sicuramente fini a se stessi per la portata di significato.

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XIII

17. La politica del moderato e dell‟estremista non giungono a un reale

risultato che abbia reali conseguenze sul piano societario:

ambedue infatti s‟istituzionalizzano a tal punto che i propositi

messi in atto nelle loro intenzioni, rientrano esclusivamente

nell‟ideologizzazione,o addirittura strumentalizzazione, delle idee

poste in essere e ciò comporta un inesorabile cesura che si pone

tra le strategie e i risultati effettivi. Anche se è inevitabilmente

logica la loro presenza almeno come garanti di uno Stato e di una

sua Democrazia, i partiti e i movimenti sono destinati, per la loro

intrinseca natura, alla loro autodissoluzione in quanto il valore

rappresentativo che essi supportano decresce in maniera

inversamente proporzionale all‟incremento della Sfiducia e del

Disinteresse del popolo referente.

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XIV

18. L‟informazione delle grandi Testate è pilotata dalle necessità dei

loro Editori che risultano essere coatti dagli interessi di natura

politica ed economica che inficiano la neutralità e lo spirito

giornalistico che dovrebbero essere i costituenti fondamentali del

cosiddetto “quarto potere”.La nuova informazione dovrà basarsi

pertanto su autonomi e cooperanti piccoli gruppi editoriali che

garantiscano al lettore-uomo una prospettiva di vedute ad ampio

raggio e mai falsificate dagli oligopoli del potere transinformativo

che inevitabilmente interessa le tipologie d‟impresa editoriale

citate precedentemente. É da sottolineare,inoltre,che una

miglioria essenziale nell‟avanzamento verso un „informazione

intraprendente(vedasi La Nottola di Minerva e l’Informazione

Intraprendente) è la processuale analisi ipercritica dei fatti e

delle questioni prese in esame al fine di sviscerare le intime

nature del nostro Tempo e della nostra Società garantendo in tal

modo al fruitore della Notizia una completa mappatura

informativa atta a dare una conoscenza concreta di ciò di cui si

sta trattando. L‟informazione non deve dare un‟idea più o meno

falsificata dalle personali interpretazioni ma deve dare una

completa e funzionale conoscenza all‟uomo di oggi investito

dalla moltitudine spasmodica d‟informazioni incomplete del

nostro tempo.

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XV

19. Le due anime di una realtà sociale sono l‟Ordine e il Caos,la

pulsione di Marte e lo spirito di condivisione di Venere; La Storia

si articola su queste due armoniche anime oppositrici,

alternandosi e compenetrandosi vicendevolmente, generando il

flusso costante/incostante della crisi/rottura della nostra vita e

cultura storicamente determinate. Nel tempo nostro, in questo

tempo dalle fasi lunari irregolari, si assiste allo sconvolgimento di

tale binomio, preannunciandosi una Società che della Velocità e

dell‟utile formale ha fatto suoi imperativi categorici, cedendo

volentieri alle lusinghe di una deriva indorata di progresso ed

evoluzione catartica di una fantomatica evoluzione storica e

tecnologica. A questo l‟idealista deve porre rimedio, a questo il

sognatore pragmatico dello Spirito deve dirigere i suoi sforzi

immani cercando di riequilibrare il rapporto binomiale

dell‟armonia costitutiva partendo dalla disamina di contraddizioni

ed errori e, ponendo soluzione e copertura alle falle concettuali e

fattuali del mondo degli uomini, ristabilire un ordine reale ai

Valori dell‟orientamento socio-culturale.

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XVI

20. Il culto della Democrazia, quella credenza secondo cui essa sia la

più evoluta e la più umanamente possibile forma di gestione e

condivisone del potere all‟interno della Società, risulta essere un

mero artificio formale che pone al suo interno insanabili

contraddizioni(vedasi Tesi d’ Appendice per approfondire

l‟analisi delle contraddizioni solo citate in questa

tesi).L‟Idealismo Poststorico propone l‟alternativa, ma

logicamente conseguente allo sviluppo della democrazia e dello

stato di diritto, della Sinergica Società Equipotenziale

Differenziata (Sed Society)*.

*V. Manifesto orientativo Idealismo Poststorico e Tesi d’Appendice

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XVII

LA MEDIETÀ DEI MALI È LA CONSAPEVOLEZZA

21. L‟eterno confronto storico-culturale tra Idealismo, afflato

dell‟Anima sul Mondo, e Utilitarismo concettuale* (da non

confondere col semplice Utilitarismo Etico),costruito e mostrato

sotto diverse spoglie, ha conosciuto i suoi materiali albori

dall‟ancestrale sviluppo dell‟umana Coscienza.

Attualmente nel predominio della Coscienza, l‟Utilitarismo ha un

maggior peso e affluenza,considerando che il suo maggior favore

deriva dalla commistione sofisticata di Metafisica rivelata delle

Grandi religioni(svuotate del loro apporto valoriale e consacrate

al loro rito in funzione prettamente strumentale esterna)e d‟

ideologie societarie di stampo tecnocratico e neoliberista.

Questo sbilanciamento porta come ragionevole conseguenza,se

non come destino ineluttabile, un‟intensificazione strumentale

della sublimazione(e conseguente alienazione)delle facoltà e delle

aspirazioni umane, garantendo precipuamente il controllo e il

dominio culturale e stigmatizzando(e necessariamente

segregando) coloro che hanno mantenuto ,e oggi mantengono,

uno status di liberi pensatori,sognatori politici e uomini dal

fideismo missionario,trovando spesso l‟avvallo dell‟ignobiltà

popolare facile ad essere soggiogata al volere verticalmente posto.

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XVIII

Nelle successive tesi(22-30) cercherò di mostrare lo sviluppo

dell‟Idealismo, articolando processi storici e culturali di pubblico

dominio conoscitivo, portando alla consapevolezza che

l‟Idealismo è un pericolo per chi detiene lo status quo di ogni

tempo e come esso può oggi ridare Vita all‟Uomo nell‟Era

poststorica.

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XIX

*Utilitarismo Concettuale:Tendenza di pensiero, riscontrabile in

diverse forme e gradi di sua applicazione in tutti i campi dello scibile

e dell‟agire umano,che pone al suo centro la Volontà di ottenere

concreti benefici a soddisfazione dei desideri, delle Curiosità e delle

Voluttà Umane, e teorizzando un‟immediatezza e conoscibilità

empiricamente testabile delle Verità attraverso retoriche demagogiche

e corrispondenze di paradigmi scientifici, destina il resto dello spettro

delle conoscenze e delle Volontà umana a semplice speculazione

(o farneticazione) di un‟umanità incapace di assecondare questa

metodica strumentale dell‟esistenza. La connotazione Etica

dell’Utilitarismo(tengo a precisare per evitare facili paragoni con

quello concettuale)seppur presente nel cuore di quello concettuale, si

definisce come la semplice ricerca di opportunità di soddisfazione dei

bisogni personalistici, contravvenendo alla Moralità manifesta

socialmente(ma non necessariamente condotta dagli individui

globalmente) che pone un certo valore alla trasparenza e alla genuinità

comportamentale, e suscitando quindi disapprovazione in quanto

l‟Utilitarismo Etico genera istinti di sopraffazione e macchia

inevitabilmente le relazioni umane nella loro intrinseca natura di

complicità tra individui basata sull‟equilibrato scambio di forze e

possibilità.

Utilitarismo concettuale:Metodo di ricerca e di Agire

Utilitarismo Etico: Ricerca egoistica di trarre vantaggi, soprattutto soddisfazioni di

Voluttà, anche sovrapponendosi alle altrui facoltà.

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XX

22. La nascita dell‟Idealismo (o perlomeno la sua iniziale comparsa)

si può collocare essenzialmente con il manifestarsi delle ritualità

sociali e quindi con la messa in comune di precetti valoriali di

regolamentazione comportamentale e conoscitiva, che servissero

da collante e da orientamento.

Ovviamente lo scatto successivo che determina un‟Idealismo

quasi completamente scollegato da una certa meccanicità, avviene

nella fase della mitizzazione, i cui personaggi, di diversa sorta,

incorporano questo bagaglio culturale, e prospettandosi ai

contemporanei e ai posteri quali baluardi ultimi della cultura e

della ritualità ad essi connessi, superano i limiti dell‟Uomo

“normale” per essere “apoteosizzati”.

23. L‟Apoteosi, il divenire praticamente un Dio (o almeno non sullo

stesso piano della medietà umana) destruttura la visione del

Mondo in una prospettiva a piani gerarchici, a ricerche di

disvelamento (Verità) ed a una Consapevolezza che l‟Uomo

Faber et Sapiens fosse in grado di capire e plasmare la Realtà.

Questa centralità rimarrà tale fino alla sua demistificazione

apportata dalla crisi/continuità della svolta metafisica

dell‟Occidente nel protocristianesimo prima e nella torbida

(se mi si consente di definirla tale) Autocrazia Clericale

(Medioevo Cristiano).

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XXI

24. Lo stadio successivo è quello trascrivibile come Umanesimo

Intellettuale, cioè una riproposta della centralità umana nel

pensiero e nelle opere. Questo processo era però limitato ai circoli

dell‟alta Cultura europea e ciò comportò (pur essendo una

causazione degli eventi socio-culturali successivi) una ristretta

opera di rigenerazione e reale cambiamento all‟interno delle

Società di quel tempo. Contemporaneamente si realizzarono le

Summa delle scoperte filologiche (con la fiorente riscoperta della

Classicità) e la sinterizzazione delle basi del futuro pensiero

politico-culturale e, soprattutto, si crearono le condizioni di un

particolare sviluppo economico e sociale che traghettò l‟Europa

infausta del medioevo verso la proiezione del Mondo Moderno.

Per quanto riguarda l‟Idealismo, esso si colloca perlopiù nelle

officine della Cultura di stampo classico come soggetto di opere

letterarie e disputationes di Filosofia ed Esoterismo.

Risulta essere lontano ancora l‟abbaglio Idealista che farà nel

Pensiero Romantico e Decadènt il motore precipuo di ogni agire.

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XXII

25. Nel nostro percorso storico adesso troviamo un aspetto che è da

fondamento alle future caratteristiche dell‟Idealismo: La centralità

della figura Innovatrice, capace di assorbire le tendenze del suo

Mondo e Tempo, e creare un‟alternativa che sia accettabile per le

strutture del presente e proiettabile idealmente verso un

progressivo futuro. Volendo descrivere un esempio che deve

essere decontestualizzato dall‟ambiente di riferimento e

considerato secondo l‟aspetto enunciato precedentemente,

possiamo rifarci, come Emblema ideale di questo nuovo processo,

all‟abate Martin Lutero, padre della crisi dottrinale e istituzionale

(portatore, tra l‟altro, della prima vera crisi del potere

centralizzato della Chiesa Romana)che sconvolse l‟assetto

istituzionale (e il rapporto con la Fede) dell‟Europa a cavallo tra il

1500 e il 1600. Prendendo spunto da questo controverso

personaggio della cristianità moderna, è evidente il nuovo

rapporto tra figura centrale, e spesso controcorrente, e istituzione

di riferimento che cerca di ristabilire un ordine di potere

ascrivibile forse in passato ma non più tangibile nella sostanza

fattuale: infatti restano retrograde e incapaci di evolversi ed

adeguarsi le varie istituzioni che prescrivono la loro esistenza

verso un destino di decadimento e probabile dissoluzione mentre

una folta schiera di figure prende possesso del nuovo corso degli

eventi.

Questo processo si ripresenterà in altre occasioni storicamente

determinate come il pregresso della rivoluzione francese con i

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XXIII

Philosophes parigini e tutta l‟Intellighenzia dell‟Encyclopédie che

hanno pesantemente condizionato le sorti di una situazione storica

- politica (avallati, tra l‟altro, da una considerevole incapacità

economica-sociale della Corona francese) che storicamente

conosciamo. Riassumendo il tutto, possiamo rilevare in ultima

istanza, che il periodo che precede lo spirito Romantico e l‟era

delle masse sia fortemente caratterizzato da una particolare

centralità della figura innovatrice in aperto contrasto con le

istituzioni dello status quo che risultano essere incapaci di

rispondere ai nuovi cambiamenti del tempo a loro contestuale.

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XXIV

26. L‟800‟; La Germania;Questo è il tempo;Questo è il luogo.

Queste sono le coordinate dell‟Aurora dell‟Idealismo Moderno,

dell‟Idealismo performante, dell‟Idealismo Materialista,

dell‟Idealismo guida d‟interi popoli.

La sentenza della Storia porta in essere il giudice Hegel che nella

sua assolutoria condanna dell‟uomo e della sua storia, lo Spirito

Assoluto, richiama i suoi discepoli alla forza pulsante del pensiero

ed alla sua connessa facoltà plasmante, aleggiando i culti

dell‟Infinito, del travalico del limite, della superbia degli umili.

Marx assapora la forza del suo tempo e ristabilisce connessione

ad un idealismo astratto (forse Metafisico), e da valenza politica

all‟idea di Sistema. La guerra dei popoli, delle classi, portano alla

decadenza gli intellettuali, spaesati, non più fruitori di otium, ma

sostenitori attivi del negotium. L‟ impegno, l‟ engagement dirà

Sartre, si configura in virtù e dovere dell‟uomo sapiente.

L‟umanità conosce la sua omologazione, la sua alienazione,

portandosi il gravoso compito di costruire( o distruggere) il suo

essere nel mondo.

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XXV

27. Figure profetiche, poco comprese, spuntano nel guazzabuglio

delle correnti, e degli occhi afflitti e lungimiranti dell‟uomo che in

Socrate riconosceva l‟Estetica censoria in virtù della Ragione

raggiungono il tempo del nuovo destino mondiale. Si palesa

l‟uomo che schiarisce il mondo valoriale, Nietzsche, che con

il “Dio è Morto” (non ontologicamente parlando) costruisce il

simbolo di quel fine „800. Nella servitù a Valori - cadavere che

crea dominatori e dominati, Nietzsche invoca la Volontà di

potenza per ribaltare lo status quo della decadenza occidentale,

prefigura l‟uomo nuovo, il pigmalione che vuole vivificare

un‟umanità bronzea e corrosa, l‟OltreUomo(e non il Superuomo

come di solito erroneamente si traduce il termine).

L‟ Abendland (la terra del tramonto) con il Nichilismo imperante

tornerà(o forse non è mai andato via) nel mondo degli uomini.

E da qui, l‟idealismo, nella sua gestante nascita e sviluppo,

calcherà prepotentemente le sorti del „900…

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XXVI

28. Il „900, il tempo delle masse e degli eventi di massa, dei

totalitarismi che hanno cercato di sperimentare le lezioni dei

maestri dell‟ 800, del mondo globale e dei singoli individui

perduti nella marea del mondo senza confini.

Fino alla seconda guerra mondiale prima, e fino agli anni ‟80, poi

l‟umanità ha cercato di rifarsi da sé, di sperimentare un nuovo

mondo che avesse in seno una matrice: gli ideali. Che ci sia

riuscita, la risposta sta nella dissoluzione di tali ideali.

29. L‟unica idea che in due secoli sia riuscita ad affermarsi e continua

tuttora a sopravvivere è il capitalismo: unica matrice dell‟uomo

nuovo che in castelli d‟oro ha posto le sue chiese, in biglietti

filigranati i suoi rapporti, in sogni di ricchezza e d‟ambizione il

suo Verbo.

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XXVII

Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?

E quelli gli fissarono trenta monete d’oro

Mt. 26,15

30. < Ogni uomo ha il suo prezzo.

chi dice di non averne aspetterà di certo una cifra più alta>

Questa “Massima” denigratoria per l‟Uomo è l‟infima legge

che regola(surrettiziamente e non) il nostro tempo,

il tempo del disincanto.

31. Il mondo del lavoro è univocamente proteso verso la produzione

di profitto e fasce di mercato. Seppur riduzionista (e a tratti

semplicistica), la definizione data sulle tendenze presenti in

questa realtà è orientativamente configurante in tal enunciato.

Posto quindi come tale, risulta essere logicamente necessaria la

conseguenza secondo cui il mercato ricerca la sua sopravvivenza

a tutti i costi e in particolar modo nella barbara mercificazione

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della vita e dei Valori. Si configura, perciò, una natura dei rapporti

umani descrivibile sinteticamente come “rapporto di scambio

sociale”, il cui motore è realizzato nella condotta ossessiva del

DO UT DES (do perché tu mi dia ndr.).

32. La Globalizzazione ha spinto i mercati a seguire la linea della

mobilità e della flessibilità, rivoluzionando l‟idea stessa del

lavoro. Per questo le aziende non organizzano i loro investimenti

su lungo raggio ma scelgono la strada delle programmazioni

contrattuali che si concentrano su mercati sicuri e su prospettive

(circoscritte nel tempo) di guadagno costruite sulla fiducia a

lavori e commesse ad alto grado probabilistico di riuscita.

Inevitabile risultato di ciò è il lavoro a contratto, a tempo

determinato, precario per intenderci, che nella sua esasperazione

giunge al lavoro interinale. Il posto fisso, culto e aspirazione della

piccola Italia lavoratrice, è sempre più un miraggio. Se ciò non

bastasse, all‟interno di questa congiuntura abbiamo anche le

percezioni sociali dello sciacallaggio dei posti di lavoro, dello

scavalcamento barbaro e pilotato nelle graduatorie degli enti

pubblici (processo ben noto al Sud ma che adesso si è largamente

affermato nel Belpaese) e il più temuto, a mio avviso:

l‟ immobilità sociale.

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XXIX

33. L‟immobilità sociale è un argomento fondamentale (posto che si

abbia una minima infarinatura socio-economica) per due

eloquenti e (a mio avviso) ovvie ragioni: La prima è che una

Società che non garantisce pari possibilità di cambiamento socio-

economico tende ad una pericolosa polarizzazione dei gruppi

sociali, cadendo nella stigmatizzata definizione (e sostanza) di

casta, comportando di conseguenza una contraddizione nei

confronti dello Stato di Diritto.

La seconda ragione, concatenata logicamente con la prima,

determina che una Società non variata nei suoi costituenti e nelle

sue forze di sviluppo di risorse umane, costruisce un‟impalcatura

ideologica di tipo disfattista che isola gli individui, con le loro

aspirazioni e il loro probabile contributo all‟organismo societario,

in sacche di contenimento che costringono gli aventi parte in

Volontà autosufficienti e slegate dall‟idea di contribuire

attivamente (e sentirsi parte) dei processi civili e politici.

Gli sforzi dei singoli ricadono perciò in pratiche diversive quali il

consumo autorealizzante (psicosocialmente) e l‟edonismo

assuefante che calca la mano sulla grettezza egoicistica, sfaldando

di conseguenza ogni principio di aggregazione e di rapporto

socio-culturale reale, dissolvendo così l‟integrità del singolo e

della società nei fumi idolatri dei menefreghismi particolaristici e

torbide regole di comportamento stabilite sull‟essenza del

reciproco opportunismo di fondo.