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12. RELIGIONE E SECOLARIZZAZIONE
FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017
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12. RELIGIONE E SECOLARIZZAZIONE
FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017
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12.1. COSA E’ LA RELIGIONE
La religione è un fenomeno non facile da definire, che ha assunto forme e significati
diversi a seconda dei differenti contesti storico e sociali
SCIENZE SOCIALI = consapevolezza dell’origine storica della religione, impiego del
metodo analitico e induttivo, e non normativo (vs teologia) per l’analisi di questo
fenomeno
significato delle credenze religiose per i membri di una società
Analisi sociologica strutturazione della religione nel tempo e nello spazio
influenza della religione sui comportamenti di individui e gruppi
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Punto di vista sociologico
“Non esistono religioni false perché tutte sono vere per i membri di una società che vi
credono”
Possiamo riprendere il teorema del sociologo William Thomas: Se gli uomini
definiscono certe situazioni come reali, esse diventano reali nelle loro conseguenze
Allora possiamo definire come religione l’insieme di credenze, valori, simboli e riti che
collegano gli individui a forze extraumane ritenute sacre (trascendenza)
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EMILE DURKHEIM (1858-1917): Le forme elementari della vita religiosa (1912)
Analisi delle religioni totemiche delle tribù australiane e degli indiani d’America
Lo studio delle religioni primitive, “semplici” rende possibile comprendere anche quelle
moderne e “complesse”: Durkheim va alla ricerca delle basi sociali della religione
Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta,
l’antenato comune che ha dato origine al clan
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Tratto comune di tutte le religioni non è la divinità, bensì la separazione (fisica, sociale e
simbolica) tra SACRO e PROFANO
(es. Altare-Chiesa-Luogo di culto vs mercato-piazza)
I luoghi, gli oggetti, le istituzioni sacre sono interdette, isolate dalla vita ordinaria:
le cose profane sono quelle protette ed isolate dai divieti; le cose sacre, invece, sono
quelle a cui si riferiscono queste interdizioni e che devono restare a distanza dalle
prime. Le credenze religiose sono rappresentazioni che esprimono la natura delle
cose sacre e i rapporti che esse hanno tra loro e con le cose profane
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Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo rispetto. Possiede
qualità straordinarie, soprannaturali e spesso pericolose; generalmente ci si accosta a
esso solo attraverso un certo rituale. Il rito interrompe l’attività della vita quotidiana
(es. si smette di cacciare e si va a pregare..)
Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo comune e non di quello
soprannaturale e che in quanto tale abbia il potere di indebolire, di rendere impuro,
di corrompere (es. peccato originale e battesimo che lava dal peccato..)
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L’ESPERIENZA DEL SACRO PRIMA ANCORA CHE INDIVIDUALE-PERSONALE E’
UN’ATTIVITA’ COLLETTIVA, CIOE’ SOCIALE
L’ESTASI E L’EFFERVESCENZA SOCIALE = SENTIMENTO DI APPARTENENZA-LEGAME
SOCIALE SI RAFFORZA E COSI’ SI CREDE IN UN ENTE DI SUPERIORE
A) IL MECCANISMO GENERATORE DELLE RAPPRESENTAZIONI RELIGIOSE E’ DATO DAL
CAMBIAMENTO EMOTIVO DOVUTO A UNA MAGGIORE INTENSITA’ DEI
SENTIMENTI DURANTE LA CELEBRAZIONE DEL RITO
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B) SENTIMENTO DI APPARTENENZA E RICONOSCIMENTO DI UNA FORZA ESTERNA, DI
UN’AUTORITA’ MORALE = CIO’ PRODUCE LEGAMI SOCIALI-INTEGRAZIONE
MA COME AVVIENE TUTTO QUESTO, SECONDO DURKHEIM?
SOCIETA’ VENERAZIONE
LEGAMI SOCIALI RITI
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Spiegazione
NOI SENTIAMO CHE I NOSTRI MODI DI PENSARE, AGIRE, SENTIRE NON SONO FRUTTO
DELLA NOSTRA LIBERA SCELTA = PRESSIONI SOCIALI, MA LE PERSONE NON
RICONOSCONO QUESTE PRESSIONI PER QUELLO CHE SONO, LE AVVERTONO SOLO =
FORMAZIONE DELLA CREDENZA IN UN ENTE SUPERIORE = VENERAZIONE DI UN TOTEM
= MA IL TOTEM NON E’ ALTRO CHE L’ESTERIORIZZAZIONE SIMBOLICA,
L’ATTRIBUZIONE ALL’ESTERNO DI QUELLO CHE E’ IMMANENTE, CIOE’ RADICATO
NELLA SOCIETA’ NELLA QUALE SIAMO INSERITI
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Secondo Durkheim il pensiero umano è uno: in primo luogo nel senso che gli aborigeni
australiani pensano secondo gli stessi principi e le stesse regole dei moderni. In
secondo luogo nel senso che la conoscenza scientifica deve essere vista come
obbediente agli stessi principi della conoscenza ordinaria. In terzo luogo nel senso che il
pensiero religioso, il pensiero filosofico e il pensiero scientifico dovrebbero essere
considerati come ispirati agli stessi principi e obbedienti alle stesse procedure.
Anche la scienza si fonda su una fede nell’oggettività (vs concezione evoluzionista della
religione di autori come Spencer o Comte; quest’ultimo parla di stadi della società:
teologia-metafisica-società positiva/scientifica, v. SLIDES 02)
La spiegazione di Durkheim è differente anche da quella di Marx, che intendeva la
religione come una forma di “falsa coscienza” e come uno strumento nelle mani delle
classi dominanti nella lotta tra le classi = una giustificazione alla disuguaglianza e
all’ingiustizia sociale.
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ALTRE SPIEGAZIONI
L’esperienza del limite Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, un limite. Esperienza del caso L’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva.
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MAX WEBER (1864-1920) Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lo status quo. Weber nota come la religione serva anche a giustificare l’incongruenza tra destino e merito, legittimando (Marx) la stratificazione sociale attraversi la “teodicea” (es. dottrina della predestinazione e dottrina indiana del karman). Tuttavia, egli sottolinea che la religione è stata anche un potente fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della tradizione. Le idee religiose sono state storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali.
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Due meccanismi sociali
a) il potere carismatico dei profeti e l’eresia rispetto al sistema di credenze dominante
b) etica religiosa spinge ad azioni nuove (es. etica protestante e nascita del capitalismo: v. SLIDES 03)
Nota. Meccanismo b è la conseguenza sociale dell’incertezza rispetto alla salvezza ultraterrena, che è a sua volta una credenza religiosa Incertezza = ansia = ricerca di spiegazioni (funzione della religione = risolvere situazione di forte tensione emotiva, attraverso la creazione di un senso di sicurezza: v. Malinowski)
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L’APPROCCIO FENOMENOLOGICO FENOMENOLOGIA: tradizione filosofica che si occupa dello studio dei fenomeni e di come essi vengono percepiti dai soggetti. Nozione centrale è quella di senso L’essere umano si interroga sul senso delle cose, del mondo, di se stesso: produzione di significati da parte dell’uomo per rispondere a questo interrogativo intorno al senso (v. Schütz: SLIDES_04) Peter Berger (1929) è un sociologo che a partire da questa tradizione si occupa di religione. In “La sacra volta” (1967) questi sostiene che la religione costituisce il temerario tentativo di concepire l’intero universo come umanamente significativo.
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La religione ha una funzione nomica, cioè di costruzione dell’ordine sociale: essa produce significati centrali per l’uomo relativi al senso della sua vita, della nascita, della morte.. LA RELIGIONE INSERISCE L’UOMO IN UN ORDINE UNIVERSALE, UNA DIMENSIONE ALTRA DALLA ROUTINE QUOTIDIANA Dunque religione = esperienza del sacro, apertura totale all’alterità per dare senso alla propria vita. Il credente relativizza la sua vita e il contesto, collocandosi in una dimensione a-storica, ma il modo in cui ciò avviene cambia proprio a seconda del contesto storico-sociale
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12.2. LA RELIGIONE COME SISTEMA CULTURALE
Le religioni differiscono per tipo di organizzazione, ma hanno dei tratti culturali comuni: si fondano su una DOTTRINA, che nelle “religioni rivelate” sono espresse come dogma,
ossia verità obbligatoria (es. unità e trinità di Dio per i cristiani cattolici); oltre all’aspetto teorico hanno un aspetto pragmatico, in quanto impongono dei PRECETTI (relativi a riti e a norme morali), si caratterizzano per SIMBOLI e RITUALI, la FEDE HA
CARATTERE PUBBLICO
La preghiera è personale, ma va rafforzata attraverso una STRUTTURA DI PLAUSIBILITA’ (reti sociali e gruppi che rafforzano una data definizione della realtà: Berger e
Luckmann, 1966) che è sociale-pubblica
La fede è rafforzata dal rito e da una comunità dalla quale è partita la stessa socializzazione alla religione
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Ma il rito è spesso reso flessibile, cioè cambia col tempo per adattarsi al cambiamento
sociale: ciò distingue le chiese dalle sette religiose; si tratta di un punto di forza che rende possibile alla chiese di perpetuarsi
La Chiesa cristiana e poi cattolica esiste da 2000 anni per la sua capacità di cambiare, quando non è riuscita ad imporsi anche con la forza (persecuzioni, crociate, condanne a
morte, etc.) Ma anche altre religioni sotto certi punti di vista meno organizzate si basano su flessibilità dei riti
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Es. ISLAM La festa della rottura del digiuno: alla fine del mese di Ramadan, mese del digiuno, i musulmani distribuiscono la zakat ai poveri e ai bisognosi e rompono il digiuno: i credenti devono dimostrare sostegno ed amore reciproci. La seconda festa è quella del sacrificio, in cui i musulmani si avvicinano ad Allah attraverso il rito dell’uccisione di un montone (1/3 sarà mangiato subito dalla famiglia, 1/3 conservato, 1/3 dato ai poveri) in modo da ricordare la storia di Abramo e del figlio Ismaele
Il rito collettivo è cambiato Visto l'enorme numero di pellegrini (2 milioni ogni anno) e l'impossibilità pratica di dar corso a una vera e propria mattanza di dimensioni straordinarie nelle zone del hajj, il pellegrino sottoscrive per lo più preventivamente la spesa necessaria per l'acquisto della vittima sacrificale, che, in caso di minori disponibilità finanziarie, può essere un animale di minor valore economico e di taglia più piccola di un montone. Esso sarà macellato ritualmente in appositi stabilimenti da personale specializzato e stipendiato, in grado di lavorare la carne edibile e a conservarla, al fine di inoltrarle poi in quei paesi (islamici) che abbiano sofferto di carestie o di danni bellici o che versino comunque in precarie condizioni economiche.
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12.3. LE RELIGIONI
Possiamo individuare diversi tipi di religione. Ad esempio, Bellah (1964) distingue tra religioni primitive (in cui società e religione sono sovrapposte, con la prima considerata come prodotto di figure mitiche umane e non umane), arcaiche (vi sono anche culti e attività religiose: es. religioni polinesiane ed africane), storiche (separazione del soprannaturale dal mondo ordinario, centralità del libero arbitrio, introduzione del concetto di salvezza, e organizzazione complessa: es. ebraismo antico), protomoderne(+ individualismo delle storiche: rapporto diretto tra singolo individuo e soprannaturale: es. riforma protestante), moderne (incentrate su coscienza e codice etico individuale)
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Max Weber, Sociologia della religione, 1912
Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta, l’antenato
comune che ha dato origine al clan
Animismo: dietro gli uomini e la natura vi sono degli spiriti che intervengono attivamente,
influenzandone il comportamento
Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti sentimenti e
aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello divino,
ci sono analogie e corrispondenze (es. gli dei dell’Antica Grecia o dell’Antica Roma)
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Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge
il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di tutte le cose
Esistono religioni locali, rivolte a popolazioni ristrette (es. religioni
totemiche), e religioni universali che parlano a tutta l’umanità o comunque si rivolgono a popolazione estese
Le religioni universali sono l’ebraismo, il cristianesimo, l’islam,
il buddismo, l’induismo
Weber reggruppa queste religioni impiegando 2 criteri di classificazione: rapporto con la divinità/immagine del mondo e
modalità con cui si ottiene la salvezza. I due criteri sono collegati!
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Immagine teocentrica (religioni occidentali e mediorientali):
ebraismo, cristianesimo, islam
Dio personale e trascendente Immagine cosmocentrica (religioni asiatiche): buddismo e induismo
Dio impersonale e immanente
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Le religioni teocentriche considerano l’uomo uno strumento di Dio.
Il credente ha un atteggiamento ascetico, desidera ottenere il favore e l’approvazione di Dio e
teme le sue punizioni e il suo ripudio. Nonostante l’ascetismo, queste religioni spingono maggiormente a un atteggiamento attivo (uomo come strumento di Dio
creatore..) per conquistare la salvezza nell’al di là
vs
Le religioni cosmocentriche concepiscono l’uomo come contenitore di Dio. Il credente ha un atteggiamento mistico, desidera comprendere
la divinità e possederla dentro se stesso, unendosi a lei (es. gli induisti vanno alla ricerca della beatitudine terrena). Il credente teme
di non riuscire a comprendere la divinità, rimanendo così legato al ciclo della morte e della rinascita = centralità della mediazione e della contemplazione
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Note
Per l’asceta il mistico è un perditempo. Per l’asceta ‘razionalizzare’ il Creato, migliorarlo, è il comando di Dio (v. RAZIONALIZZAZIONE. SLIDES 03)
Per il mistico ciò che conta è abbandonarsi al mistero, contemplarlo.
Per il mistico l’asceta è un ‘beato ottuso’ presuntuoso nel suo illudersi di conoscere i comandi divini.
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12.4. LA RELIGIONE COME ORGANIZZAZIONE
ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL CARISMA: DAL PROFETA AI DISCEPOLI..COME DIFFONDERE UNA DATA VISIONE RELIGIOSA DELLA REALTA’ QUANDO VIENE MENO IL POTERE
CARISMATICO DEL FONDATORE (ES. CRISTO, MAOMETTO, BUDDHA)?
ROUTINIZZAZIONE DEL CARISMA ATTRAVERSO UNA ORGANIZZAZIONE SPECIALIZZATA, DOTATA DI RUOLI E POTERI DEFINITI
FORMAZIONE DI APPOSITE SCUOLE ADDETTE ALLA SOCIALIZZAZIONE (ES. AZIONE
CATTOLICA OGGI) E PERSONALE PROFESSIONALE (ES. SACERDOTI STIPENDIATI)
NB. SONO LE STESSE CARATTERISTICHE DELLA BUROCRAZIA (V. WEBER – SLIDES 03)
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Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono:
1. i movimenti religiosi (nascono attraverso un processo di de-istituzionalizzazione, ossia di messa in discussione della tradizione in genere attraverso il potere carismatico di un profeta = nuova credenza e conversione..successivamente routine-burocratizzazione e organizzazione)
2. le chiese (organizzazioni e istituzioni: burocrazia e codificazione delle credenze e dei comportamenti)
3. gli ordini monastici: rappresentano un tipo di comunità religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa; a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale di perfezione di vita religiosa da parte di credenti già socializzati a una religione che ha una chiesa
4. le sette (in sociologia il termine assume una connotazione neutra, non negativa): comunità religiosa tendenzialmente chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami
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assai forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni. A una setta si appartiene non per nascita come con la chiesa, ma per scelta attraverso conversione: + rigore etico (non flessibilità..v. prima): es. quaccheri, anabattisti, testimoni di Geova
5. le denominazioni: le sette possono perdere la loro carica conflittuale e come le chiese si possono istituzionalizzare in denominazioni, cioè associazioni volontaristiche i cui requisiti di ammissione sono in buona parte formali (vs rigore morale e fervore religioso) Le chiese tendono a essere le organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di singole società, le denominazioni invece rispecchiano una situazione di pluralismo religioso: es. metodisti e presbiteriani
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12.5. LA SECOLARIZZAZIONE Berger (1984) afferma che è stata ampiamente accettata l'idea che l'età moderna abbia
determinato un rapido declino della religione, sia per quel che riguarda la sfera pubblica che nel privato. Quest’idea, in alcuni ambiti, ha ottenuto lo status di verità
scontata: la causa è stata attribuita alla scienza moderna. Gli effetti della secolarizzazione sono duplici: una modalità di pensiero altamente razionale, e sul piano
della vita pratica, un’applicazione di tecniche ugualmente razionali per risolvere problemi che in precedenza disorientavano gli esseri umani
Weber (1912) ha evidenziato come con la razionalizzazione moderna si assista alla differenziazione dei sistemi simbolici, con la religione che diventa un ambito tra gli ambiti. Paradossalmente la religione (in particolare le religioni universali) si è nel tempo trasformata, razionalizzandosi, ma col tempo questa sua trasformazione “l’ha fagocitata”
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Noi potremmo dire che i meccanismi concettuali di legittimazione dell’ordine sociale si fondano sempre più sulla scienza e dunque a livello culturale le credenze ed i valori sono sempre più laici. Tutto ciò comporta che gli individui confinino la religione, quando credono, alla sfera privata, peraltro separando la morale adottata nella pratica dalla dottrina religiosa. Ciò avviene anche per via di una minore partecipazione ai riti religiosi (si indeboliscono le reti – la struttura di plausibilità – favorevoli a una maggiore coerenza tra azione e credo religioso) A livello istituzionale si assiste alla separazione tra Stato e Chiesa (es. si pensi all’unità d’Italia voluta da liberali come Cavour e all’ostilità della Chiesa cattolica a questo progetto politico)
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DUNQUE: SECOLARIZZAZIONE (culturale, comportamentale e istituzionale)
PLURALISMO RELIGIOSO
(“mercato delle fedi”, immigrazione e conversioni, moltiplicazione delle fedi e rapporto
con lo Stato moderno..che favorisce pluralismo in modo anche da mantenere
monopolio)
Grado di secolarizzazione varia a seconda dei Paesi (USA molto più religiosi dell’Europa,
ad esempio della laicissima Francia; Italia e Sud Europa meno secolarizzata del Nord
Europa; in Italia Sud meno secolarizzato del Centro-Nord; Sud America vive rinascita
religiosa..stesso discorso vale per molti Paesi arabi)
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Paesi europei, cattolici (compresa l’Italia) e protestanti, sempre più pluralisti (+
mussulmani, + buddisti, + chiese cristiane minori..).
INDIVIDUALIZZAZIONE DELLA RELIGIONE: APPROPRIAZIONE DEL SOGGETTO DI UNA
CULTURA RELIGIOSA MEDIANTE SCELTA E NON PIU’ PER APPARTENENZA FIN DALLA
NASCITA A UNA COMUNITA’ (INFATTI L’APPARTENENZA PER NASCITA COZZEREBBE
CON I VALORI DOMINANTI DELLA LIBERTA’ DI SCELTA E DELL’INDIVIDUALISMO)
ALLENTAMENTO DELLE SANZIONI SOCIALI DELLA CHIESA DOMINANTE SU SINGOLI CHE
NON TEMONO PIU’ QUESTE SANZIONI (ES. LA SCOMUNICA)
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L’APPROPRIAZIONE CONSISTE ANCHE NELLA RIELABORAZIONE DELLA FEDE CON UN
DISTACCO DALLA DOTTRINA (ES. “CATTOLICO PRATICANTE”, “CATTOLICO ATIPICO”..)
FINO ALL’AGNOSTICISMO O ALL’ATEISMO
2 FENOMENI NEGLI ULTIMI 30 ANNI: 1. RELIGIOSITA’ PRIVATA PIUTTOSTO CHE
ATEISMO; 2. APPARTENENZA SENZA CREDENZA (TRADIZIONALISMO COME REAZIONE
ALLA GLOBALIZZAZIONE E AL PLURALISMO RELIGIOSO)
MENTRE IL PRIMO FENOMENO SI LEGA ALL’ACCETTAZIONE DEL PLURALISMO, IL
SECONDO FENOMENO E’UNA REAZIONE IDENTITARIA AL PLURALISMO. CIO’ PUO’
CONTRIBUIRE A RAFFORZARE I FONDAMENTALISMI (EBRAICI, CATTOLICI E CRISTIANI,
ISLAMICI, MA ANCHE INDUISTI..TUTTE LE GRANDI RELIGIONI SONO COINVOLTE!)
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ATTENZIONE, PERO’, ANCHE IL FONDAMENTALISMO NON VA LETTO COME CONCRETO
RITORNO ALLA TRADIZIONE, IN QUANTO RAPPRESENTA SEMPRE IL PRODOTTO
DELL’INDIVIDUALISMO: E’ UNA REAZIONE ALLA MODERNITA’ BASATA COMUNQUE SU
UN ATTEGGIAMENTO MODERNO = SINGOLI INDIVIDUI SCELGONO, PRODUCONO
UN’INTERPRETAZIONE RADICALE DELLA RELIGIONE FONDATA SU UN SENTIRE
INDIVIDUALE DERIVANTE DA: 1. FRUSTRAZIONE, MALCONTENTO E ISOLAMENTO; 2.
PROGETTO POLITICO DI ELITES ECONOMICHE = RADICI POLITICO-ECONOMICHE (V.
GLOBALIZZAZIONE – SLIDES 14)