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07/09/2015
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Modelli integrati di interventi psico-
educativi per la disabilita' intellettiva e
dei disturbi generalizzati dello sviluppo
Docente: Prof.ssa Simona De Stasio,PhD
Email: [email protected]
Le interazioni quotidiane tra adulti e
bambini, stressanti o serene, possono
diventare un’opportunità per aiutare i
bambini a esprimere le loro potenzialità
stimolando l’integrazione tra le
molteplici aree del cervello
Tale integrazione può essere spronata
dall’utilizzo di alcune strategie
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Orizzontale lavoro sinergico
tra la logica dell’emisfero sinistro e
l’emotività dell’emisfero destro
Verticale coordinamento tra le
aree del cervello che si trovano più
in alto (basate sulla riflessione) con
le aree più basse (basate sull’istinto)
Obiettivo: evitare di vivere in un diluvio
emotivo o in un deserto emotivo
Modalità:
strategia1: entrare in sintonia e
reincanalare
strategia 2: nominare per
denominare
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Quando un bambino è sopraffatto da
emozioni intense, per esempio è arrabbiato
o agitato, la logica spesso non serve, finché
non si è data una risposta ai bisogni
emozionali dell’emisfero destro del cervello
La prima cosa da fare è quindi sintonizzarsi
con il bambino stabilendo un contatto a
livello emotivo (entrare in sintonia con
l’emisfero destro) e successivamente
reincanalarne l’attenzione (attivando
l’emisfero sinistro)
“Immaginate di essere un bagnino
che, vedendo un bambino annaspare
in mare, si getta in acqua, allunga
le braccia intorno a lui e lo aiuta a
tornare a riva prima di dirgli che la
prossima volta non deve spingersi
così al largo”
Quando il bambino prova emozioni troppo intense legate ad un evento, si può far entrare in gioco l’emisfero sinistro aiutando il bambino a raccontare quello che gli è accaduto
La narrazione permette di dare un senso alle emozioni che il bambino vive
Dare un nome o una definizione all’emozione che si prova riduce l’attività dei circuiti emozionali dell’emisfero destro
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“ Anna si è ammalata e non è potuta
andare alla festa di compleanno della sua
amica. Era così arrabbiata che un’enorme
onda emotiva stava crescendo sempre più
dentro di lei e stava per travolgerla. Il
papà l’ha aiutata a parlare di come si
sentiva. Raccontando quello che provava
Anna è riuscita a cavalcare l’onda
emotiva che la stava travolgendo”
Obiettivo: costruire e consolidare la scala
metaforica che collega il piano alto e quello basso
del cervello, affinché le due diverse parti del
cervello possano lavorare insieme
Modalità:
Strategia 3: attivare senza infiammare
Strategia 4: usarla per non perderla
Strategia 5: muoversi per non perdersi
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Nelle situazioni di tensione,
coinvolgere la parte alta del cervello
del bambino invece di far scattare
quella bassa attraverso domande,
sollecitando soluzioni alternative e a
trovare un compromesso
“ Una bimba grida alla madre ti odio,
lei risponde non urlando ma
chiedendo alla figlia se era
arrabbiata con lei perché non le
aveva comprato un giocattolo e se
era possibile trovare insieme una
soluzione”
Creare intenzionalmente delle occasioni per
favorire lo sviluppo della parte superiore del
cervello
Proporre, sotto forma di gioco, delle
situazioni al bambino e chiedere: “Tu, in
questo caso cosa faresti?”
Insegnare a mantenere l’autocontrollo, ad
esempio con il respiro profondo o contare
fino a 10
Portare il bambino a riflettere su cosa
accade dentro di sé
Richiamare l’attenzione sulle emozioni degli
altri
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“ So che vorresti tenere la palla
di tuo fratello ma cosa potrebbe
succedere se torna a cercarla e
non la trova?”
Quando un bambino ha “perso contatto”
con la parte superiore del cervello, un
modo per aiutarlo a ritrovare l’equilibrio
è fargli fare del movimento fisico
Se modifichiamo il nostro stato fisico,
attraverso il movimento o il rilassamento,
possiamo cambiare il nostro stato emotivo
“ Un bambino la mattina non
vuole vestirsi per andare a
scuola, la madre invece di
sgridarlo gli dice – facciamo il
gioco dei vestiti! Tu fai un
saltello ed io ti infilo i
pantaloni”
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Si basa su connessioni neuronali presenti nel
cervello
I ricordi recuperati non sono fotocopie
precise di ogni particolare delle nostre
esperienze passate ma soggetti a distorsioni
Esistono due tipi di memoria: implicita
(ricordi inconsapevoli: percezioni, emozioni,
sensazioni corporee, andare in bici ed altre
attività automatizzate) ed esplicita
(ricordare consapevolmente un’esperienza
passata)
I ricordi impliciti portano a formare delle
aspettative sul modo in cui va il mondo,
aspettative basate quindi sulle nostre
esperienze precedenti
Se le esperienze passate sono state dolorose,
i ricordi impliciti possono condizionare la
nostra vita
Per superare questa impasse una soluzione è
rendere consapevoli i ricordi impliciti
rendendoli espliciti
L’integrazione tra questi due tipi di ricordi è
realizzata a livello cerebrale dall’ippocampo
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Strategia 6: usare il telecomando della mente
Strategia 7: ricordarsi di ricordare
Quando il bambino è restio a raccontare
un’esperienza dolorosa, l’adulto può
proporgli di raccontare l’accaduto sotto
forma di gioco. Può fare immaginare al
bambino di usare un telecomando interno
che permette, durante la narrazione, di fare
delle pause, tornare indietro o avanzare,
lasciando al bambino il controllo su quanto e
cosa vuole rivedere
“Voglio che tu immagini di tenere in mano un
telecomando, io inizio a raccontare la
storia che ti riguarda e che ti ha fatto stare
male e quando arrivo alla parte del
racconto a cui non vuoi pensare, basta che
schiacci pausa ed io mi fermerò. Possiamo
anche usare il tasto avanzamento per
passare alla scena successiva”
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Aiutare i bambini ad allenare la memoria,
stimolandoli a ricordare eventi importanti
della loro vita anche mentre si stanno
facendo altre attività (ad esempio in
macchina, mentre si gioca, ecc.)
“Raccontami cosa è successo oggi, dimmi
la cosa più positiva, quella meno
positiva e un atto di gentilezza fatto per
qualcuno”