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1 12 • 16 Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport Divisione della formazione professionale Ticino in formazione dfp newsletter www.ti.ch/dfp-newsletter Dalla sezione paramedica alla SSPSS: cinquant'anni di innovazione Nata cinquant’anni fa quale sezione pa- ramedica della Scuola Professionale della Città di Lugano, la “Scuola preparatoria per le professioni mediche e sociali” ha subito parecchie trasformazioni, diventan- do nel 1973 scuola “propedeutica”, nel 1990 Scuola Cantonale con diploma, nel 2004 Scuola specializzata per le profes- sioni sanitarie e sociali (SSPSS) con sede a Trevano-Canobbio. Un lungo percorso che testimonia una storia sempre tesa a rispondere ai bisogni della nostra società e dei nostri giovani. Oggi la SSPSS ha la sua sede principale a Giubiasco, accoglie 1’000 allievi, circa 140 docenti e offre 5 curricoli diversi. Al percorso di cultura generale (la MS) si sono infatti affiancati percorsi professiona- lizzanti a tempo pieno con maturità inte- grata: l’Operatore sociosanitario (OSS) nel 2003 e l’Operatore socioassistenziale (OSA) nel 2005, la formazione modulare per l’ammissione ai curricoli sanitari della SUP nel 2005, la formazione di addetto alle cure (ACSS) nel 2012. Nel corso dei decenni la SSPSS si è quindi sempre più ancorata al territorio, intessendo delle col- laborazioni proficue con gli istituti sociali e sanitari e le associazioni professionali. Per far fronte ai cambiamenti non basta però essere al passo con i tempi; serve invece essere in grado di anticiparli. È quanto ha fatto la SSPSS nell’ultimo de- cennio attraverso le numerose innovazio- ni introdotte: dall’insegnamento professio- nale bilingue alla creazione di un laborato- rio didattico di tedesco e inglese; dall’intro- duzione dei laboratori di italiano e mate- matica allo sviluppo di una piattaforma didattica per l’insegnamento professiona- le, per fare alcuni esempi. Cui va aggiun- ta la possibilità di effettuare delle espe- rienze lavorative in altri paesi europei (Francia, Germania, Irlanda) e in alcuni paesi in via di sviluppo (Camerun, Tibet, Nepal, Cambogia, Sri Lanka) oltre che nella Svizzera romanda e tedesca. A guidare l’istituto è la volontà di persegui- re un modello educativo, capace di fornire una solida cultura generale, di sviluppare l'autonomia degli studenti e di prepararli al mondo del lavoro e agli studi superiori attraverso un insegnamento basato sul- l’aggiornamento continuo dei programmi e delle metodologie. Una via che si inten- de seguire anche in futuro. La SSPSS festeggia quest’anno i suoi cin- quant’ anni con cinque avvenimenti. Informazioni: www.sspss.ch Claudio Del Don, direttore SSPSS 1 Dalla sezione paramedica alla SSPSS: cinquant'anni di innovazione di Claudio Del Don 2 Perché formo? Tre datori di lavoro si raccontano di Raffaella Brignoni 3 In Svizzera il numero dei posti di tirocinio supera la domanda

16 2 1 Ticino in dfp · 2017-01-10 · Repubblica e 3 Cantone Ticino Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport ... do nel 1973 scuola “propedeutica”, nel 1990

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Page 1: 16 2 1 Ticino in dfp · 2017-01-10 · Repubblica e 3 Cantone Ticino Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport ... do nel 1973 scuola “propedeutica”, nel 1990

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Repubblica e Cantone TicinoDipartimento dell’educazione,della cultura edello sportDivisione dellaformazione professionale

Ticino informazionedfp

newsletter

www.ti.ch/dfp-newsletter

Dalla sezione paramedica alla SSPSS: cinquant'anni di innovazioneNata cinquant’anni fa quale sezione pa -ramedica della Scuola Professionale dellaCittà di Lugano, la “Scuola preparatoriaper le professioni mediche e sociali” hasubito parecchie trasformazioni, diventan-do nel 1973 scuola “propedeutica”, nel1990 Scuola Cantonale con diploma, nel2004 Scuola specializzata per le profes-sioni sanitarie e sociali (SSPSS) con sedea Trevano-Canobbio. Un lungo percorsoche testimonia una storia sempre tesa arispondere ai bisogni della nostra societàe dei nostri giovani.

Oggi la SSPSS ha la sua sede principalea Giubiasco, accoglie 1’000 allievi, circa140 docenti e offre 5 curricoli diversi. Alpercorso di cultura generale (la MS) sisono infatti affiancati percorsi professiona-lizzanti a tempo pieno con ma turità inte-grata: l’Operatore sociosanitario (OSS)nel 2003 e l’Operatore socio assistenziale(OSA) nel 2005, la formazione modulareper l’ammissione ai curricoli sanitari dellaSUP nel 2005, la formazione di addettoalle cure (ACSS) nel 2012. Nel corso deidecenni la SSPSS si è quindi sempre piùancorata al territorio, intessendo delle col-laborazioni proficue con gli istituti sociali esanitari e le associazioni professionali.Per far fronte ai cambiamenti non bastaperò es sere al passo con i tem pi; serveinvece essere in grado di anticiparli. Èquanto ha fatto la SSPSS nell’ultimo de -cen nio attraverso le nu me rose innovazio-ni introdotte: dall’insegnamento professio-nale bilingue alla creazione di un laborato-rio didattico di tedesco e inglese; dall’intro-duzione dei laboratori di italiano e mate-matica allo sviluppo di una piattaformadidattica per l’insegnamento professiona-le, per fare alcuni esempi. Cui va aggiun-ta la possibilità di effettuare delle espe-

rienze lavorative in altri paesi europei(Francia, Germania, Irlanda) e in alcunipaesi in via di sviluppo (Camerun, Tibet,Nepal, Cambogia, Sri Lanka) oltre chenella Svizzera ro manda e tedesca.

A guidare l’istituto è la volontà di persegui-re un modello educativo, capace di fornireuna solida cultura generale, di svilupparel'autonomia degli studenti e di prepararli almondo del la voro e agli studi superioriattraverso un insegnamento basato sul-l’aggiornamento continuo dei programmie delle metodologie. Una via che si inten-de seguire anche in futuro.

La SSPSS festeggia quest’anno i suoi cin-quant’ anni con cinque avvenimenti.

Informazioni: www.sspss.ch

Claudio Del Don, direttore SSPSS

1 Dalla sezione paramedica alla SSPSS: cinquant'anni di innovazione di Claudio Del Don

2 Perché formo? Tre datori di lavoro si raccontano di Raffaella Brignoni

3 In Svizzera il numero dei posti di tirocinio supera la domanda

Page 2: 16 2 1 Ticino in dfp · 2017-01-10 · Repubblica e 3 Cantone Ticino Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport ... do nel 1973 scuola “propedeutica”, nel 1990

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Perché formo? Tre datori di lavoro si raccontanoTirocinio: a novembre è partita lacampagna di collocamento 2017.Già. E perché la campagna abbiasuccesso, è necessario l'incontro fral'entusiasta moltitudine di giovani,che dalle scuole medie si affacciadirettamente al mondo del lavoro, ele aziende presenti in Ticino dispostea fare in modo che un’affascinanteavventura abbia inizio. In una sfidachiamata lavoro ed economia, fonda-ta su uno scambio che è reciprocoperché qui tutti hanno da guadagna-re. L’invito che la Divisione della for-mazione professionale lancia aidatori di lavoro è di farsi partecipi diquesta comune avventura, mettendoa disposizione per il prossimo annoscolastico preziosi posti di tirocinio: lecirca 5 mila aziende formatrici delCantone saranno dunque interpella-te nelle settimane a venire per cono-scere la loro disponibilità. Aderite, non smettete di farlo, anziaderite ancora di più!

Sì, perché una parte importante delbenessere della Svizzera è statocostruito così: dalla scintilla di quellecorporazioni medievali che avevanocapito, in anticipo sul futuro, l’impor-tanza di una formazione professiona-le attiva in bottega. Il maestro e l’al-lievo che assieme ripetevano i gestidel lavoro, affinché quest’ultimopotesse un giorno “rubare il mestie-re” per tramandarlo, perpetuarlo,farlo evolvere. Perché domani fossemigliore e più solido di oggi.

Siamo ottimisti. Tutti gli attori coinvol-ti in questo processo hanno sempredato prova di riconoscere il valoredella formazione professionale, chetraghetta gli apprendisti nel mercatodel lavoro riuscendo a garantire unalto tasso di occupazione e di ric-chezza all’interno del Paese. Siamoun puntino sul mappamondo, eppurela Svizzera è conosciuta ovunqueper essere produttrice dei migliori far-maci e orologi, mentre il personalealtamente qualificato e specializ-zato le ha garantito un posto di tuttorilievo nell’agguerrito mercato dellavoro a livello internazionale.Qualcosa vorrà pur dire. Insomma,formazione e lavoro, pubblico e pri-vato, sono concetti che declinatiassieme possono trasformarsi inalchimie molto virtuose. La formazio-ne professionale è sì un compitodello Stato, ma pure delle organizza-zioni e dei rappresentanti del mondodel lavoro, che assieme preparano lenuove leve di specialisti qualificati edi dirigenti, preparandoli ad assume-

re con successo compiti e responsa-bilità. Contribuendo al rilancio econo-mico del Paese in un contesto diaccresciuta concorrenzialità. E ognu-no gioca la sua parte importante.

«Perché assumiamo apprendisti? Lofacciamo per il bene della nostracategoria, per contribuire a formarenuovi macellai, trasmettendo il nostrosapere acquisito in un secolo di pre-senza sul territorio. La MacelleriaLuisoni è stata aperta a Lugano nel1920: in bottega sia il mio bisnonnoche mio nonno e mio padre hannosempre tenuto dei giovani cui inse-gnare il mestiere. Lo faccio oggianche io. La sento come una missio-ne, ma non sono un missionario:anche l’azienda trae vantaggio dallapresenza dei giovani apprendisti.Dare per avere. Il primo anno l’ap-prendista inizia a muovere i primipassi e aiuta secondo le mansioniche gli vengono affidate, ma è a par-tire dal terzo anno che comincia aritornare l’investimento fatto dall’a-zienda per formarlo. L’appren distaora inizia a padroneggiare bene lebasi e la tecnica della professione enoi, con uno stipendio di un migliaiodi franchi al mese, possiamo contaresu di lui che compete con gli operaicon più esperienza. Il vantaggio èper entrambe le parti: per il giovaneche impara il mestiere fianco a fiancodi professionisti, ma anche per noiche raccogliamo i frutti dell’investi-mento fatto nella sua formazione»spiega Roberto Luisoni che, affian-cato dalla moglie e dai ge ni tori, dirigeuna piccola azienda familiare, unamacelleria storica per il Luganese,che dà lavoro a quattro operai e adue apprendisti. Per Luisoni che,oltre a essere responsabile della for-mazione del l’Associazione MastriMacellai, dirige i corsi interaziendalied è capo perito esami finali di tiroci-nio, il trucco sta nel saper fare cre-scere l’apprendista coinvolgendoloadeguatamente nelle mansioni:«Occorre organizzare il suo lavoro,assegnarli compiti adeguati, stimo-landolo e dandogli fiducia e respon-sabilità perché ne possa assumeresempre di nuovi. Così si forma unfuturo professionista». Li tenete afine tirocinio? «In linea generale no.Per un’azienda delle nostre dimen-sioni non è sostenibile dal profilofinanziario: lo stipendio quadruplica.Al di là di questo, io consiglio comun-que di cambiare datore di lavoro: nel -lo stesso luogo, con gli stessi colleghisi rischia di essere considerato l’eter-no apprendista» conclude Luisoni.

Di altre dimensioni e con altre possi-bilità la Ghielmimport SA, che ha lasua sede principale a Mezzovico.L’azienda, specializzata in rivenditadi materiali edili, è dalla fine deglianni Novanta che forma apprendisticon costanza, continuità e soddisfa-zione. «Il primo impiegato di com-mercio l’ho formato io nel 1998: oggifa ancora parte del nostro organico!»annota compiaciuta Elena Bolgé,che si occupa di selezionare gliapprendisti. La Ghielmimport, checonta attualmente 48 dipendenti edue apprendisti in formazione (unimpiegato di commercio e un impie-gato di logistica), assume con loscopo di mantenere in ditta i giovania fine tirocinio. «È la nostra filoso-fia: formarli per tenerli. L’espe -rienza fatta in questi anni ci confermache è vantaggioso fare crescere ipropri impiegati dal primo giorno inazienda. Li vediamo assumere com-petenze, capiamo quali sono le abili-tà personali e cerchiamo di valorizza-re il meglio in ognuno di loro: se undipendente è collocato nella funzionegiusta per lui, sono notevoli i beneficiper l’azienda che può contare su undipendente che lavora con motiva-zione» continua Bolgé. Insomma, se -guendo sul campo i giovani in forma-zione si può capire dove esprimonomeglio il loro potenziale: «Mettiamo ilcaso di un impiegato di commercio.Nella parte amministrativa c’è la con-tabilità, ma se vediamo che uno è piùportato per la vendita, alla fine dellaformazione sarà inserito nel com-merciale. A dipendenza delle attitudi-ni del singolo si modula il lavoro conottimi ricadute sulla resa».Assumere oggi un giovane alle primearmi permette di inserirlo domani almeglio in azienda: «Per fortuna il la -

Roberto Luisoni, Macelleria Luisoni

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voro non è mai calato, ma è aumen-tato. Ciò ci permette di prendere ognianno nuovi apprendisti e di tenerequelli che si diplomano. Lo faremosenza dubbio anche per l’anno sco-lastico 2017/18 e a gennaio apriremoil concorso. Siamo orgogliosi di poteraffermare che non abbiamo mairescisso un contratto, né nessuno sene è mai andato» commenta laresponsabile degli apprendisti per laGhielmimport. Qual è il segreto pertrovare l’apprendista giusto? «Io e lamia collega, che ci oc cupiamo di sce-gliere i giovani da in serire in azienda,non ci atteniamo ri gidamente allenote scolastiche: certo, verifichiamoche abbiano una me dia dignitosa,ma osserviamo il com portamento, ilmodo di porsi, la ma turità che espri-mono. Sono elementi che pesanomolto nella scelta».

Francesco Martinelli è il direttoredella Casa anziani ResidenzaParadiso, una struttura che investeparticolarmente nella formazioneprofessionale: «Tra i 130 dipendenti,abbiamo otto apprendisti, oltre a dueallievi della Scuola specializzatasuperiore in cure infermieristiche(SSCI), due persone in stage dellaCroce Rossa quali collaboratori sani-tari, una ragazza che sta svolgendouno stage in vista di iniziare l’appren-distato di Operatrice Socio sanitarianel 2017 e una riqualifica pro -fessionale in ambito AI. Insom ma,non ci tiriamo indietro, se si tratta diformazione professionale. Perché?Certo, è un grande impegno, ma ungiorno forse saremo noi a dover usu-fruire di queste strutture in qualità diospiti e vorremmo sentirci tutelati e inbuone mani. Abbiamo tutto l’interes-se a formare personale di qualità,mentre per gli anziani degenti nellanostra residenza è senza ombra di

dubbio una ventata di aria fresca lapresenza di giovani attorno a loro».Alla casa anziani di Paradiso sonouna decina i maestri di tirocinio chese guono gli allievi, gli stage e gli ottoapprendisti così distribuiti: «Abbiamotre operatori sociosanitari della Scosdi Mendrisio, un im piegato di com-mercio, due ap prendisti in cucina(formazione triennale di cuoco ebiennale di aiuto cuoco) e un uomo di48 anni (il più anziano) al se condoanno di formazione per una riqualifi-ca nella professione di Operatore diedifici e infrastutture AFC. Li se -guiamo, passo dopo passo, per evi-tare cedimenti o interruzioni bruschedi percorso. Ogni esperimento chesvolgono a scuola, devono sottopor-lo al loro responsabile affinché sipossa avere una visione d’insieme:non solo del loro lavoro all’internodella nostra struttura, ma anche sul-l’andamento scolastico. Ciò compor-ta uno sforzo maggiore da partenostra, ma permette di accompagna-re al meglio l’apprendista e non ritro-varci con brutte sorprese» continuaMartinelli. E alla fine del percorso for-mativo saranno inseriti nella struttu-ra? «È molto difficile perché non pos-siamo garantire l’inserimento di cosìtanti apprendisti. Al di là della nostradisponibilità, io spingo perché cerchi-no altre realtà con cui confrontarsi escoprire così nuovi aspetti dellaprofessione. Il problema non è tantorestare, ma essere assunti co meapprendisti. Il nostro pubblico è percerti aspetti vulnerabile: l’età mediadei nostri ospiti è infatti di 88 anni.Per lavorare con gli anziani oc -corrono una buona dose di sensibili-tà, di empatia e di buone maniere, sequeste mancano non è il posto dilavoro adeguato. Sono qualità chevanno considerate e per questo lenostre selezioni si basano su stage

dove possiamo osservare come ilgiovane interagisce con l’ospite.Richiediamo anche una discretapadronanza di materie come l’italia-no e la matematica e per questo sot-toponiamo i ragazzi che si candidanoa dei test di entrata. La selezione èseria, ma garantiamo pure un buonaccompagnamento, consapevoli chequesti giovani, a loro volta, ci porte-ranno dentro casa le novità del setto-re a costo zero» termina Martinelli.

Intanto si tira il bilancio della campa-gna di collocamento 2015/16 cherisulta positiva: ogni giovane che loscorso mese di giugno ha conclusola scuola dell’obbligo è riuscito a tro-vare uno sbocco anche se non pertutti si è trattato di quello desiderato.Molto bene, ma si spera di fare anco-ra meglio…

Raffaella Brignoni

Felix Burkard

Casa per anziani Residenza Paradiso

Abbiamo perso un amico, un profes-sionista della comunicazione un ve -ro e proprio pioniere del campo pub-blicitario e della comunicazione dimarketing. Spontaneo e creativo,stimato e apprezzato dai colleghi,Felix ha portato alle nostre latitudiniil buon livello della comunicazionepromozionale e pubblicitaria, ci haar ricchiti condividendo con noi lasua visione del mondo, le sue espe-rienze internazionali il suo buonumore e il suo approccio pragmati-co. Ha contribuito a far nascereEspoprofessioni e a fondare il CSIA,favorendo e facilitando i legami fra laScuola d’arte applicata e le Scuoleconsorelle nel resto della Svizzera.La sua concretezza e il suo grancuore ci mancheranno. Ciao Felix.

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n. 41 - dicembre 2016

Periodico delDipartimento dell’educazione,della cultura e dello sportDivisione della formazione professionale,Via Vergiò 186932 Breganzonatel. 091 815 31 00fax 091 815 31 09e-mail: [email protected]: www.ti.ch/decs/dfpCoordinamento editoriale:Claudia SassiMonica NicoraGrafica:Solange Vernò

P.P.6500 Bellinzona1

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Repubblica e Cantone TicinoDipartimento dell’educazione,della cultura edello sportDivisione dellaformazione professionale

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impressumA livello svizzero, come avvenuto

negli anni scorsi, da metà aprile afine agosto 2016 l’offerta di posti ditirocinio ha continuato a crescere (+15.500). Nel giorno di riferimento (31agosto 2016), le aziende offrivanocirca 94.500 posti di tirocinio. Di que-sti, 84.500 sono stati assegnati,mentre 10.000 sono rimasti vacanti.È quanto emerge dalle stime delbarometro dei posti di tirocinio, ela-borate dall'Istituto LINK su incaricodella Segreteria di Stato per la for-mazione, la ricerca e l’innovazione(SEFRI).

Il rapporto dettagliato con i risultati alivello di regioni, genere, nazionalitàe settori nonché la descrizione tecni-ca dello studio sono disponibili sulsito www.sbfi.admin.ch/barometro

In Svizzera il numero diposti di tirocinio superala domanda