Text of 16 ottobre e 6 novembre 2013. Definizione di BES; Impatto legale della direttiva; La costruzione del...
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16 ottobre e 6 novembre 2013
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Definizione di BES; Impatto legale della direttiva; La
costruzione del PDP.
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BES: UNA DEFINIZIONE Il Bisogno Educativo Speciale una
qualsiasi difficolt evolutiva, in ambito educativo ed apprendivo,
che consiste in un funzionamento (frutto dellinterrelazione
reciproca tra i setti ambiti della salute secondo il modello ICF e
dellOMS) problematico anche per il soggetto, in termini di danno,
ostacolo o stigma sociale indipendentemente dalleziologia, e che
necessita di educazione speciale individualizzata.
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BES: la soglia tra funzionamento normale e problematico.
Linsegnante e il genitore sentono attraverso il loro disagio una
problematicit di apprendimento e di sviluppo nel bambino ma questo
non sufficiente per giudicare come realmente problematico il
funzionamento apprendivo- educativo del soggetto. La valutazione di
bisogno educativo speciale deve difendere il bambino tanto da un
eccesso di preoccupazione (iperprotezione) quanto da una scarsa
preoccupazione.
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BES: la soglia tra funzionamento normale e problematico. Ma
allora come passare da una sensazione soggettiva di disagio ad una
valutazione quanto pi possibile oggettiva? DANNO effettivamente
vissuto dallalunno e prodotto su altri, alunni o adulti, rispetto
alla sua integrit attuale fisica, psicologica e relazionale
(autolesionismo, disturbi del comportamento gravi, disturbi
emozionali gravi ecc.).
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BES: la soglia tra funzionamento normale e problematico.
OSTACOLO danno non osservabile in modo chiaro assumendo come
criterio quello dellostacolo. La difficolt non danneggia nel
presente il bambino ma lo pone in condizione di svantaggio nelle
successive fasi evolutive (es. deficit del linguaggio o
dellapprendimento lieve. STIGMA SOCIALE il bambino attraverso il
suo scarso funzionamento educativo- apprendivo sta peggiorando la
sua immagine sociale e sta costruendo ulteriori processi di
stigmatizzazione.
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La normativa inclusiva
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DIDATTICA SPECIALE = DIDATTICA DI QUALIT Unintegrazione di
qualit ha bisogno di una didattica di qualit. La didattica
linsegnamento, cio le prassi che pervadono lambiente scuola, sia in
verticale che in orizzontale, con i docenti e tra gli alunni. La
didattica la normalit delloperare finalizzato allo sviluppo di
capacit e competenze utili, nel contesto di una relazione di aiuto
profonda e significativa con chi apprende. La didattica anche
puntare a un obiettivo di crescita, avere a cuore lo sviluppo
dellalunno, programmare, agire e valutare (anche severamente) la
propria azione didattica e le azioni di chi apprende. (D. Ianes,
Didattica speciale per lintegrazione. Erickson, 2005 II
edizione)
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DIDATTICA SPECIALE = DIDATTICA DI QUALIT Lintegrazione di
qualit passa attraverso la qualificazione della didattica: la
didattica quotidiana sempre speciale, nella misura in cui ogni
individuo ha dei bisogni speciali.
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LE QUATTRO COORDINATE DELLA DIDATTICA DI QUALITA Nord:
Riconoscimento delle differenze e conoscenza dei bisogni educativi
speciali Didattica di qualit Sud: Efficacia relazionale e cognitiva
Ovest: Collaborazione tra i compagni di classe Est: Progettualit
individualizzata e aperta alla vita adulta
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LA DIDATTICA DI QUALITA.verso lINCLUSIONE INTEGRAZIONE Fare
spazio alla persona con disabilit allinterno del contesto
scolastico. Paradigma assimilazionista: adattamento del disabile a
unorganizzazione scolastica strutturata fondamentalmente in
funzione di normalit. Il successo misurato dal grado di
normalizzazione. INCLUSIONE ci che avviene quando ognuno sente di
essere apprezzato e che la sua partecipazione gradita. Affermare le
differenze; metterle al centro dellazione educativa. Rappresenta un
processo; la capacit di fornire una cornice dentro cui gli alunni
possono essere ugualmente valorizzati, trattati con rispetto e
forniti di opportunit. Fabio Dovigo, INDEX per linclusione CRISI
DEL CONCETTO DI OMOGENEITA!
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Come si arriva allinclusivit?
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La politica dellInclusione scolastica in Italia LItalia stata
tra i primi paesi a scegliere la via dellintegrazione degli alunni
con disabilit in scuole e classi regolari Pre anni 60:
dallesclusione alla medicalizzazione Anni 60 met anni 70: dalla
medicalizzazione allinserimento Met anni 70 anni 90:
dallinserimento allintegrazione Nel 2000 con la legge 62 viene
sancito il diritto allintegrazione degli alunni disabili anche
nelle sezioni e classi delle scuole paritarie. Liter normativo
viene considerato concluso fino a quando le prassi affermatesi in
Europa e nei paesi anglossassoni fanno osservare allItalia che
aveva realizzato una normativa sullinclusione generalizzata.
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LAgenzia Europea Nel 1996 viene fondata l Agenzia Europea per
lo Sviluppo dellIstruzione degli Alunni Disabili con lintento di
rafforzare la collaborazione tra diversi stati europei nellarea
dellistruzione speciale e promuovere ladozione di numerosi
programmi comunitari specifici per gli alunni disabili e i
professionisti e i docenti del settore.
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LAgenzia Europea Novembre 2003 - l'Agenzia Europea, in una
delle sue analisi delle tendenze inclusive dei sistemi scolastici
di diciotto Paesi europei, confronta le varie prassi scolastiche e
le varie normative di riferimento, attribuendo un approccio
inclusivo totale a Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Svezia,
Islanda e Norvegia, e conclude in questo modo: In quasi tutti
questi Paesi il concetto di Bisogno Educativo Speciale nell'agenda.
Sempre pi persone sono convinte che l'approccio medico dovrebbe
essere sostituito con uno pi educativo: il focus centrale si
spostato sulle conseguenze della disabilit per l'educazione. Per,
allo stesso tempo chiaro che questo approccio molto complesso e i
Paesi stanno discutendo delle implicazioni pratiche di questa
filosofia. (Meijer, 2003)
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LAgenzia Europea Nel 2009 lAgenzia pubblica un altro rapporto,
il cui scopo mettere in evidenza alcune raccomandazioni legate agli
aspetti centrali delle politiche scolastiche che sono efficaci
nella promozione dellinclusione di studenti in situazione di
handicap nelle classi comuni obbligatorie. Il primo rapporto della
serie Principi Guida stato pubblicato dallAgenzia nel 2003 e si
basato sul lavoro svolto dallAgenzia fino al 2003. Obiettivo
dellintegrazione scolastica ampliare laccesso allistruzione e
promuovere la piena partecipazione e le opportunit educative di
tutti gli studenti suscettibili di esclusione al fine di realizzare
il loro potenziale.
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Nel 2009 con la pubblicazione Indicatori dellintegrazione
scolastica , lAgenzia evidenzia la tendenza europea di scegliere
politiche scolastiche che migliorano linserimento degli alunni e
degli studenti in situazione di handicap, offrendo ai docenti
diverse tipologie di sostegno alla didattica in forma di personale
di staff aggiunto, materiali didattici, formazione in servizio e
strumentazione tecnica. LAgenzia Europea
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Nel 2006 .altro importante documento dove vengono affrontati i
seguenti argomenti: -Lintegrazione scolastica e la didattica
nellistruzione secondaria -Laccesso allistruzione post- secondaria
per i studenti disabili. -Il passaggio dalla scuola al mondo del
lavoro. LAgenzia Europea
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Influssi internazionali Nel 1997, l' UNESCO cerca di definire
il Bisogno Educativo Speciale con un concetto pi esteso di quello
che veniva tradizionalmente incluso nelle categorie di Disabilit,
per coprire quegli alunni che andavano male a scuola e che vivevano
situazioni non favorevoli ad uno sviluppo armonioso. Nel 2001, lo
Special Educational Needs and Disability Act del Regno Unito e il
relativo Code of Practice specificano i bisogni del bambino,
raggruppandoli nelle seguenti aree: - comunicazione e interazione,
- cognizione e apprendimento, - sviluppo del comportamento, -
emozione e socialit, - attivit sensoriale e fisica. Sulla base di
questa ripartizione dei bisogni vengono meglio specificati i
Bisogni Educativi Speciali: () Si trovano difficolt di
apprendimento, generale e specifiche, difficolt comportamentali,
emozionali e sociali, difficolt di comunicazione e di interazione,
difficolt di linguaggio, disturbo dello spettro autistico,
difficolt sensoriali e fisiche, minorazioni uditive, minorazioni
visive, difficolt fisiche e mediche. (Department for Education and
Skills, 2001)
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Levoluzione della normativa inclusiva Lo stimolo europeo
promuove In Italia un maggiore interesse rispetto ai vari ambiti
della cultura inclusiva. Lapertura alla nuova cultura viene
promossa: -dai contributi pedagogici di Andrea Canevaro
(antesignano della cultura inclusiva italiana 1997); -dallingresso
di alunni stranieri nelle scuole italiane; -dalle ricerche del
neuropsichiatra infantile Gabriel Levi sui ritardi nellaffrontare
situazioni di difficolt di bambini che, senza unindividuazione
precoce, potevano degenerare in vere e proprie disabilit; -dai
contributi del prof. Giacomo Stella che con lassociazione Italiana
per la dislessia ha insistito sulla necessit di trovare soluzioni
didattiche per gli alunni con DSA. -dagli studi e ricerche del
prof. Renzo Vianello sugli effetti positivi dellinclusione
scolastica negli alunni con disabilit e con altri disturbi rispetto
ai coetanei frequentanti, allestero, le scuole speciali.
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Unaltra forza che ha spinto verso una direzione inclusiva la
diffusione forte e convinta che il modello ICF dellOMS ha avuto e
ha tuttora in Italia. In particolare, la traduzione italiana delle
regole di ICF sostenuta dal prof. Dario Ianes, il quale, attraverso
degli studi sulla possibile inclusione di alunni con svantaggio e
disagio, ha formulato delle ipotesi di funzionamento dellorganismo
umano tenendo conto dei principi di approccio bio-psico-sociali che
puntano sullincisivit delle situazioni ambientali, culturali,
sociali che condizionano fortemente la realizzazione
dellinclusione. Levoluzione della normativa inclusiva
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-Il 20 marzo 2008 viene siglata l'Intesa Stato-Regioni, che
prevede per la prima volta a chiare lettere luso di ICF come
modello antropologico su cui fare la diagnosi funzionale per la
presa in carico globale dellalunno con disabilit. -Il 24 febbraio
2009 con la legge 18 lItalia fa propria ufficialmente limpostazione
dell ICF e ratifica la Convenzione ONU sui diritti delle persone
con disabilit approvata nel dicembre del 2006 a New York.
Levoluzione della normativa inclusiva
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BES E ICF Strutture corporee Condizioni fisiche Attivit
personali Partecipazione sociale Contesto ambientale Contesto
personale Funzioni corporee
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Bisogni Educativi Speciali da CONDIZIONI FISICHE difficili :
ospedalizzazioni malattie acute/croniche (diabete, allergie, ecc.)
lesioni fragilit anomalie cromosomiche ecc.
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Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti nei FATTORI
CONTESTUALI AMBIENTALI : famiglia problematica pregiudizi ed
ostilit culturali difficolt socioeconomiche ambienti
deprivati/devianti scarsit di servizi scarsa
preparazione/disponibilit degli insegnanti
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Bisogni Educativi Speciali da ostacoli presenti nei FATTORI
CONTESTUALI PERSONALI : problemi emozionali e comportamentali
scarsa autostima scarsa autoefficacia stili attributivi distorti
scarsa motivazione scarsa curiosit difficolt nellidentit e nel
progetto di S
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Bisogni Educativi Speciali da menomazioni nelle STRUTTURE
CORPOREE : mancanza di arti di altre parti anatomiche altre
anomalie strutturali
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Bisogni Educativi Speciali da deficit nelle FUNZIONI CORPOREE :
difficolt cognitive (attenzione, memoria, ecc.) difficolt
sensoriali difficolt motorie
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Bisogni Educativi Speciali da difficolt nelle ATTIVITA
PERSONALI, cio scarse capacit di: apprendimento applicazione delle
conoscenze pianificazione delle azioni autoregolazione
comunicazione/linguaggi interazione/relazione autonomia
personale/sociale
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Bisogni Educativi Speciali da difficolt o ostacoli nella
PARTECIPAZIONE SOCIALE: difficolt nel rivestire i vari ruoli nei
contesti dellistruzione(integrazione nelle attivit scolastiche)
difficolt nel rivestire i vari ruoli nei contesti della vita
extrascolastica e di comunit
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Bisogni Educativi Speciali: capacit e performance CAPACITA:
abilit di eseguire un compito o unazione senza linflusso, positivo
o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali.
PERFORMANCE: abilit di eseguire un compito o unazione con
linflusso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali
e/o personali.
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Bisogni Educativi Speciali: capacit e performance
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Levoluzione della normativa inclusiva Un'altra testimonianza
della forza del trend di riconoscimento dei Bisogni Educativi
Speciali la Legge provinciale n. 5 del 7 agosto 2006, Sistema
educativo di istruzione e formazione del Trentino, e il successivo
Regolamento del 2008. Si tratta di una riforma complessiva della
Scuola di questa Provincia, che parla esplicitamente di alunni con
Bisogni Educativi Speciali, sostenendo di: attivare servizi e
iniziative per il sostegno e lintegrazione degli alunni con bisogni
educativi speciali, derivanti da disabilit, da disturbi e da
difficolt di apprendimento ovvero da situazioni di svantaggio
determinate da particolari condizioni sociali o ambientali (L.
5/2006 art. 2, comma 1, lettera h).
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Trento insegna in autonomia La scuola trentina cerca di
diventare sempre pi inclusiva e lo fa anche con il Regolamento
applicativo oggetto di queste Linee Guida, che pu rappresentare una
assoluta innovazione nei processi di integrazione e inclusione in
Italia. Lo spirito del Regolamento quello di superare una
anacronistica lettura dei bisogni fatta soltanto attraverso le
certificazioni sanitarie di disabilit. I cambiamenti nella
popolazione scolastica e levolversi delle concettualizzazioni delle
situazioni varie di difficolt (BES) impone forme pi ampie, globali
e contestuali di analisi e lettura dei bisogni. Laltro grande
stimolo fornito dal Regolamento riguarda le responsabilit dei
Consigli di classe e delle Istituzioni scolastiche nellelaborare il
Piano dintervento complessivo delle strategie di integrazione e
inclusione. Dario Ianes,
http://www.vivoscuola.it/strumenti-integrazione Levoluzione della
normativa inclusiva
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Nel dibattito culturale italiano emergono anche i pressanti
interventi delle associazioni aderenti alla FISH preoccupati delle
riforme Moratti e Gelmini. Linee Guida sullInclusione Scolastica
degli alunni con disabilit (4 agosto 2009) - importante documento
della storia della normativa inclusiva italiana. Legge 170/2010 sui
DSA Linee Guida applicative del 12 luglio 2011 Intesa Stato-Regioni
del 25 luglio2012. I DSA vengono inseriti di diritto nella cultura
e nella normativa inclusiva italiana. Levoluzione della normativa
inclusiva
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In questo clima culturale e politico si completa il quadro
italiano dellinclusione scolastica, con lemanazione da parte del
Ministero dellistruzione della: Direttiva del 27 Dicembre 2012
Strumenti dintervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e
organizzazione territoriale per linclusione scolastica Con questa
nuova Direttiva, il Ministero intende fornire indicazioni
organizzative anche sullinclusione di quegli alunni che non siano
certificabili n con disabilit, n con DSA, ma che abbiano difficolt
di apprendimento dovute a svantaggio personale, familiare e
socio-ambientale.
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La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 1. Fornisce le
indicazioni alle scuole per la presa in carico di alunni con
Bisogni Educativi Speciali (BES), considerando che: - larea dello
svantaggio scolastico molto pi ampia di quella riferibile
esplicitamente alla presenza di deficit; - in ogni classe ci sono
alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per
diverse ragioni. - I Bes comprendono disabilit, disturbi evolutivi
specifici e svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. 2.
La Direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficolt il
diritto alla personalizzazione dellapprendimento, richiamandosi
espressamente ai principi enunciati dalla L. 53/2003. 3. La
Direttiva richiama anche la L. 170/2010 sui DSA. 4. Definisce le
modalit di organizzazione, le funzioni e la composizione del
personale dei Centri Territoriali di Supporto.
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La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 La Direttiva
ministeriale definisce le linee del cambiamento per rafforzare il
paradigma inclusivo. La Direttiva chiarisce come la presa in carico
dei BES debba essere al centro dellattenzione e dello sforzo
congiunto della scuola e della famiglia.
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Direttiva e Circolare BES Il MIUR ha, in seguito, emanato la
circolare 8 del 6 marzo 2013 con la quale detta istruzioni
applicative della Direttiva 27 dicembre. La Direttiva e la
Circolare debbono essere lette insieme perch la seconda integra
significativamente in alcuni passaggi la prima, soprattutto dove
nella Direttiva non sono approfonditi o chiariti alcuni problemi di
collegamento con precedenti normative inclusive e rispetto ad
elementi organizzativi e operativi. I due documenti affermano che
si completa il ciclo della normativa inclusiva, in quanto sotto la
denominazione BES si comprendono gli alunni con difficolt di
apprendimento dovute alla disabilit, quelli con DSA e quelli con
altri BES dovuti a svantaggio e disagio, ed estende a questultimi
sia il principio di personalizzazione didattica, introdotto dalla
Legge 104/92, generalizzato poi nella L. 53/03, sia gli strumenti
compensativi e dispensativi previsti dalla L. 170/10 per gli alunni
DSA (Levoluzione della normativa inclusiva in Italia e la nuova
direttiva Ministeriale S. Nocera)
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Dubbi sulla legittimit Lunificazione tra direttiva e circolare
ha creato confusione e alcune posizioni espresse hanno inteso i BES
come una terza categoria di alunni in difficolt e per questo stata
criticata la scelta di normare con una semplice Circolare una
materia che avrebbe dovuto essere regolata da una legge. In
particolare, molti interventi su siti on line, hanno ritenuto non
vincolante la circolare per le scuole e ne hanno messo in dubbio la
legittimit nellestendere analogicamente la normativa sui DSA agli
altri casi di BES, poich la circolare non pu ovviamente modificare
norme di legge o atti amministrativi generali. In proposito, lavv.
Nocera intervenuto specificando che la circolare non crea nuovo
diritto ma si limita, legittimamente, ad estendere alcuni aspetti
della normativa sui DSA ai BES. Direttiva e Circolare BES
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Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 Fornisce le indicazioni
operative per lattuazione della Direttiva che in sintesi si
articolano nel seguente modo: La circolare ha sottolineato che lo
strumento privilegiato di intervento costituito da un percorso
didattico individualizzato e personalizzato, contenuto in un Piano
Didattico Personalizzato volto a definire, monitorare e documentare
secondo unelaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata le
strategie di intervento pi idonee. Lattivazione di questo percorso
deliberata dal Consiglio di Classe (team docenti per la primaria).
previsto anche il coinvolgimento della famiglia, attraverso la
sottoscrizione del PDP. (Paolo Bonanno)
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Direttiva e Circolare BES I BENEFICIARI Alunni con disabilit:
certificazione medico legale di disabilit ai sensi dellart.3
dellaL.104/92 che definisce persona con disabilit solo quella che
abbia subito nel periodo pre-peri-post natale una minorazione
stabilizzata o progressiva che sia causa di emarginazione. Alunni
con DSA: diagnosi proveniente da uno specialista dellAsl o di un
centro con essa convenzionato o accreditato e che pu essere
correttamente effettuata solo dopo lo svolgimento della seconda
classe della primaria. Alunni con altri BES: in mancanza di
diagnosi mediche, occorre far riferimento a situazioni oggettive
(ad es, segnalazione dei servizi sociali o status di alunni
stranieri) Alunni con Disabilit, Ianes/Cramerotti 2013
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Direttiva e Circolare BES STRUMENTI DIDATTICI Alunni con
disabilit: per questi alunni devono essere formulati da tutti i
docenti, in dialogo con i familiari e gli operatori sociosanitari,
un PDF e il PEI, che rappresenta il progetto di vita in et scolare
sul quale i soli docenti della classe predispongono il piano degli
studi personalizzato. Possono essere previsti tempi pi lunghi, luso
di strumenti anche tecnologicamente avanzati e prove equipollenti.
Inoltre lart.13 della L.104/92 conferisce agli alunni certificati
il diritto di avere assegnate ore di sostegno. Alunni con DSA: Le
Linee guida precisano che il Consiglio di classe deve predisporre
un PDP nel quale, per ogni disciplina deve indicare leventuale
strumento compensativo o dispensativo da usare nel caso di
prestazioni didattiche particolarmente difficili a causa della
dislessia, disgrafia, discalculia o disortografia dellalunno.
Alunni con altri BES: vengono estesi gli strumenti compensativi e
dispensativi che vanno indicati nel PDP che deve essere formulato.
Alunni con Disabilit, Ianes/Cramerotti 2013
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Indicazioni operative: Lo strumento privilegiato il percorso
individualizzato e personalizzato, redatto in un PIANO DIDATTICO
PERSONALIZZATO PDP che ha lo scopo di definire, monitorare e
documentare secondo unelaborazione collegiale, corresponsabile e
partecipata LE STRATEGIE DI INTERVENTO PI IDONEE E I CRITERI DI
VALUTAIONE DEGLI APPRENDIMENTI. (BES: Nuove indicazioni
ministeriali - Fugarolo/Munaro) C unimportante differenza
concettuale e giuridica tra le diverse situazioni di BES e quindi
tra i diversi piani personalizzati. Direttiva e Circolare BES
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PDP- PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO PER GLI ALUNNI CON BES PDP
per gli alunni con DSA: La scuola predispone, nelle forme ritenute
idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico,
un documento di programmazione (MIUR 2011). Tale documentazione pu
acquisire la forma del PDP ed di competenza della sola scuola che
pu chiedere la collaborazione di soggetti esterni ma conserva la
responsabilit di quanto definito. Nella predisposizione del PDP
importante il raccordo con la famiglia per uno scambio di
informazioni e osservazioni. PEI per gli alunni con disabilit:
prescritto dalla L.104/92 e dal DPR 24.2.94 e definito a livello
locale dai soggetti coinvolti nel processo di integrazione
scolastica. redatto congiuntamente dagli operatori scolastici e da
quelli dei Servizi sociosanitari dellAsl, con la collaborazione
della famiglia. La responsabilit dellatto sempre condivisa tra la
Scuola e i Servizi. Il PEI preceduto dal Profilo Dinamico
Funzionale, riferito in genere a un ciclo scolastico. Alunni con
Disabilit, Ianes/Cramerotti 2013
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Direttiva e Circolare BES PDP- PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
PER GLI ALUNNI CON BES PDP per gli alunni BES: Il PDP non
conseguenza dellindividuazione del bisogno educativo speciale ma
parte integrante della identificazione della situazione di bisogno.
NO: Questo alunno BES quindi la scuola deve predisporre un PDP SI:
Questo alunno BES, perch secondo la scuola ha bisogno di un PDP. La
personalizzazione deve essere opportuna e necessaria e, quindi, in
linea generale, la scuola deve aver chiaro fin dallinizio il tipo
di intervento da poter attuare con quel determinato alunno. La
normativa non definisce il contenuto del PDP e si pu supporre che
la scuola possa strutturare autonomamente questo documento! Alunni
con Disabilit, Ianes/Cramerotti 2013
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Direttiva e Circolare BES Indicazioni operative: Rapporti con
la Famiglia La famiglia interviene come soggetto portatore di
interessi ma anche come risorsa e fondamentale fonte di
informazioni. In assenza di una certificazione clinica, occorre ben
tutelare la famiglia perch manca lautorizzazione a predisporre per
il proprio figlio un percorso personalizzato. La circolare
prescrive che: Nel caso in cui sia necessario trattare dati
sensibili per finalit istituzionali, si avr cura di includere nel
PDP apposita autorizzazione da parte della famiglia
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Direttiva e Circolare BES Indicazioni operative: Consiglio di
classe Il Consiglio di classe delibera lattivazione del percorso
individualizzato e personalizzato, dando luogo al PDP. compito
doveroso del Consiglio di classe o dei team docenti nelle scuole
primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria
ladozione di una personalizzazione della didattica. La circolare
pretende espressamente che il Consiglio di classe debba acquisire
informazioni (ad es. dai servizi sociali) o formarsi convinzioni
sulla necessit didattica della concessione di talune misure
compensative e dispensative, richiamando espressamente le norme del
d.m. del 12 Luglio 2011 che prevedono se e quando consentire tali
misure.
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Direttiva e Circolare BES Indicazioni operative: Consiglio di
classe Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il
Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno
opportunatamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base
di considerazioni pedagogiche e didattiche; ci al fine di evitare
un contenzioso. Le decisioni vengono adottate in dialogo con la
famiglia, ma il Consiglio di classe pu non accettare le richieste
della famiglia, se non intende accoglierle; deve, per, verbalizzare
le motivazioni del diniego.
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Organizzazione territoriale per lottimale realizzazione
dellinclusione scolastica. Direttiva e Circolare BES
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AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA Il G.L.H. -
Gruppo di lavoro di istituto previsto dalla L.104/92 diventa il
G.L.I. - Gruppo di lavoro per linclusione e i suoi compiti si
estendono alle problematiche relative a tutti i BES. composto da
funzioni strumentali, docenti di sostegno, assistenti alla
comunicazione, docenti curriculari, genitori, esperti istituzionali
o esterni convenzionati. Funzioni del G.L.I.: - operare la
ricognizione degli allievi con deficit e svantaggi; - curare la
documentazione degli interventi attuati anche in rete con altre
scuole o nellambito di azioni strategiche dellamministrazione; -
monitorare e valutare gli interventi per linclusivit; - raccogliere
e coordinare le proposte dei singoli gruppi H operativi a cui
compete la costruzione ei piani educativi individualizzati dei
singoli alunni; - rapportarsi con il CTS e con i servizi
socio-sanitari.
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Piano Annuale per linclusivit .il Gruppo proceder ad unanalisi
delle criticit e dei punti di forza degli interventi di inclusione
scolastica operati nellanno appena trascorso e formuler unipotesi
globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche,
istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusivit
generale della scuola nellanno successivo. Il piano sar quindi
discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai
competenti UUSSRR, per la richiesta di organico di sostegno e alle
altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle
risorse di competenza. AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE
SCOLASTICA Direttiva e Circolare BES
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AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA I CTS Alla
promozione e diffusione delle pratiche di inclusione dovrebbero
provvedere anche strutture organizzative e organismi gi operanti
nellambito della disabilit, da riconvertire e integrare con nuove
figure. La Direttiva affida, infatti, un ruolo fondamentale ai CTS
Centri TERRITORIALI DI SUPPORTO, quale interfaccia tra
lAmministrazione e le scuole, e tra le scuole stesse nonch quale
rete di supporto al processo di integrazione, allo sviluppo
professionale dei docenti e alla diffusione delle migliori
pratiche. I CTS sono nati nellambito del progetto interministeriale
Nuove Tecnologie e Disabilit, con funzioni di consulenza,
informazione-formazione, ricerca e sperimentazione, gestione degli
ausili tecnologici. Risulta strategico il ruolo dei CTI Centri
Territoriali per linclusione, in cui dovrebbero confluire i centri
di documentazione, i centri territoriali di risorse per
lintegrazione e strutture simili.
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A breve nuova circolare sui BES. E' in via di predisposizione
una nuova nota da parte del Ministero relativamente ai BES. Si
prospetta un ridimensionamento dell'applicazione. Seppure non vi
ancora la forma definitiva, sembra che il Ministero abbia
intenzione di chiarire i seguenti punti: no ad automatismi nell'uso
dei BES, essi devono riguardare solo casi particolarmente gravi e
l'adozione del piano personalizzato dovr avvenire con voto unanime
da parte dei Consigli di classe o del team dei docenti no ad
abbassamento degli obiettivi da perseguire da parte degli alunni
interessati. Lo scopo non trasformare i BES in una scappatoia per
gli alunni e per i docenti.
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Esister mai la figura del tutor BES? Pu verosimilmente un
consiglio di classe, senza alcuna formazione specifica, farsi
carico di situazioni a volte molto delicate? Un tutor BES dovrebbe
essere un insegnate specializzato il cui unico lavoro quello di
aiutare i bambini e i giovani studenti che necessitano di un
sostegno supplementare o richiedono un programma avanzato di
formazione, al fine di favorire e permettere il completamento del
loro apprendimento con successo. La competenza fondamentale di un
tutor BES dovrebbe essere quella di identificare le esigenze
individuali degli studenti e di curare la creazione di opportuni
ambienti di apprendimento che siano sicuri, stimolanti e di con i
necessari supporti per gli alunni con bisogni educativi
speciali.
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LAPPRENDIMENTO PERSONALIZZATO rappresenta oggi uno degli snodi
pi significativi dellattuale dibattito educativo e scolastico. Esso
offre una via duscita per la questione dello svantaggio e per porre
ogni allievo nella condizione di realizzare tutto il suo
potenziale. (D. Hopkins) La PERSONALIZZAZIONE ha lo scopo di far s
che ognuno sviluppi propri personali talenti. (M. Baldacci)
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La scuola non dichiara gli alunni BES, n tantomeno li
certifica, ma individua quelli per i quali opportuna e necessaria
una personalizzazione formalizzata, ossia un PDP Il PDP non una
conseguenza di questo riconoscimento, ma parte integrante
dellidentificazione della situazione di bisogno. (I BES non si
certificano! F. Fugarolo)
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Che cos il PDP? PDP PIANO: studio mirante a predisporre
un'azione in tutti i suoi sviluppi: un programma, un progetto, una
strategia. DIDATTICO: lo scopo il miglioramento dell'efficacia e
dell'efficienza dell'apprendimento dellallievo, che comporta,
quindi, una diminuzione dei tempi di studio e del dispendio di
energie dell'insegnamento del docente. PERSONALIZZATO: indica la
diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti
nella progettazione del lavoro della classe.
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Un piano efficace Il PDP non un adempimento burocratico ma uno
strumento di pianificazione!! Il PDP uno strumento che va valutato
in termini di efficacia: deve funzionare; deve essere idoneo a
raggiungere gli obiettivi prefissati. Per essere efficace,
indipendentemente dai contenuti, il piano dovrebbe contenere
indicazioni: Significative, ovvero individuare e selezionare le
attivit e modalit pi significative in grado di determinare un
cambiamento. Realistiche, vanno considerate subito le risorse
disponibili e i limiti in cui si deve operare e calibrare il
progetto in base ad essi (es: la classe numerosa, la presenza di
altri alunni con BES, la mancanza di ore di compresenza). Coerenti,
concrete e verificabili, quanto viene previsto nel PDP deve essere
effettivamente messo in pratica.
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CHI REDIGE IL PDP? CHI NE E RESPONSABILE? redatto solo dalla
scuola che pu chiedere il contributo di esperti ma ne rimane la
responsabile. QUALI SONO I VINCOLI? La scuola tiene conto di
eventuali certificati medici o relazioni cliniche consegnate alla
scuola. CHI COSTRUISCE O SCEGLIE EVENTUALI MODELLI O STRUMENTI PER
LA COMPILAZIONE? La scuola libera di scegliere o costruire i
modelli o gli strumenti che ritiene pi efficaci. Un piano
efficace
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QUAL IL RUOLO DELLA FAMIGLIA? Il PDP (DSA) viene redatto in
raccordo con la famiglia (Linee Guida 2011). Il PDP il risultato
dello sforzo congiunti scuola- famiglia (CM n. 8 6/3/2013). La
partecipazione della famiglia va estesa a tutti gli alunni con BES
perch la famiglia interviene come soggetto portatore di interessi
(la tutela del figlio) ma anche come risorsa educativa e come
preziosa fonte di informazioni, con funzioni necessariamente
distinte da quelle dei soggetti (Scuola e Servizi nel PEI) che
rivestono un ruolo professionale, con conseguenti responsabilit.
Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalit
istituzionali, si avr cura di includere nel PDP apposita
autorizzazione da parte delle famiglie (CM 2013). Il PDP va sempre
firmato dalla stessa. Un piano efficace
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COMPENSARE E DISPENSARE Compensare e dispensare sono le due
parole chiave che da alcuni anni sintetizzano le indicazioni
didattiche per i DSA e che indicano un approccio basato su fattori
di tipo quantitativo: STRUMENTI COMPENSATIVI STRUMENTI DISPENSATIVI
fornire a chi ha bisogno qualcosa in pi consentire che vengano
svolte delle prestazioni in meno SEMBRA PURTROPPO IGNORATA LIDEA
CHE IN MOLTI CASI SERVA INVECE SOLO UN INTERVENTO DIDATTICO
QUALITATIVAMENTE DIVERSO
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PCOMPENSARE E DISPENSARE MISURE DISPENSATIVE rappresentano una
presa datto della situazione ed hanno lo scopo di evitare, con
unadeguata azione di tutela, che il disturbo possa comportare un
generale insuccesso scolastico con ricadute personale anche gravi.
COMPENSAZIONE: rappresenta unazione che mira a ridurre gli effetti
negativi del disturbo per raggiungere comunque prestazioni
funzionalmente adeguate. Il primo strumento compensativo imparare
ad imparare; acquisire cio un adeguato metodo di studio e la
capacit di organizzarsi per portare a termine i propri compiti. IL
PRIMO OBIETTIVO DEL PDP E INDIVIDUARE UN SISTEMA EFFICACE PER
PORTARE LALUNNO A SUPERARE I PROPRI LIMITI AD IMPARARE.
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COMPENSARE E DISPENSARE BISOGNA RICORDARE CHE ESISTE UNA
GERARCHIA FUNZIONALE CHE VA RISPETTATA! -Interventi di tipo
ABILITATIVO: finalizzati a dare abilit (tra questi rientra
linsegnamento). -Interventi di tipo COMPENSATIVO: quando
lintervento abilitativo non efficace si pu individuare un sistema
alternativo per raggiungere, anche parzialmente, risultati
funzionalmente equivalenti. -Interventi di tipo DISPENSATIVO: se
non ha funzionato lintervento abilitativo e non sono stati
individuati sistemi compensativi efficaci, possibile prevedere
anche una strategia che non risolve i problemi esistenti ma almeno
ne evita di nuovi.
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Possiamo prevedere strumenti compensativi per gli alunni BES?
In riferimento ad ogni specifica situazione di difficolt o bisogni
educativi dobbiamo porci tre domande: 1.ESISTONO STRUMENTI
COMPENSATIVI IN GRADO DI RISPONDERE A QUESTE ESIGENZE? 2.CI SONO LE
CONDIZIONI PERCHE EFFETTIVAMENTE FUNZIONINO? 3.SONO CONVENIENTI?
Lespressione strumenti compensativi entrata nel vocabolario
scolastico con la nota MIUR del 2004, strettamente connessa ai DSA
anche se il concetto di compensazione noto da diverso tempo, in
riferimento alla disabilit, come ausilio!
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Possiamo prevedere misure dispensative per tutti gli alunni
BES? Per alcuni possono essere necessarie per evitare inutili
situazioni di disagio ma non possiamo considerarle quale elemento
indispensabile di un PDP. TENERE SEMPRE PRESENTE: 1.Riguardano
prestazioni, non obiettivi didattici (si pu dispensare dallo
svolgere delle attivit non dallimparare qualcosa ); 2.Non danno
autonomia! 3.Quando sono riferite ad attivit importanti vanno
sempre accompagnate da sistemi alternativi per svolgere in modo
diverso.
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LA FACILITAZIONE Oggi ti aiuto perch domani tu possa fare da
solo. Facilitare significa fornire degli aiuti che portano a
raggiungere, pur con strategie diverse e, se necessario, in tempi
diversi, gli obiettivi della propria et. In edilizia limpalcatura
ha un ruolo fondamentale durante i lavori, ma costruita e
progettata per essere agevolmente rimossa quando non servir pi
(Bruner)
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LA FACILITAZIONE Le facilitazioni, come strategie didattiche,
possono essere inserite nel PDP. La facilitazione utile se: 1.Non
mai eccessivo. 2.Non mai deresponsabilizzante. 3. programmato verso
lestinzione.
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QUALI ELEMENTI INDISPENSABILI IN UN PDP PER I BES MODELLO
MODULARE Anagrafica Analisi del bisogno e delle risorse (personali
e ambientali) Programmazione degli interventi didattico-educativi
Strumenti compensativi Misure dispensative Criteri e forme di
valutazione Impegni della famiglia Pagina finale per le firme
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LA SEZIONE ANAGRAFICA DEL PDP N.Sezione principale ed eventuali
sottosezioni Si inserisce nel PDP se Contenuti ed eventuali esempi
Tipo 1Dati anagraficiSempreDati anagrafici- scolastici essenziali
per lidentificazione o importanti per progettare lintervento
personalizzato (cognome, nome, data di nascita, classe, sezione,
cittadinanza) S
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LA SEZIONE ANALISI DEL BISOGNO E DELLE RISORSE N.Sezione
principale ed eventuali sottosezioni Si inserisce nel PDP se
Contenuti ed eventuali esempi Tipo 2Analisi del bisogno e delle
risorse Sempre Descrizione sintetica dei bisogni educativi speciali
S 2aSintesi della diagnosi clinicaSolo se la famiglia ha consegnato
alla scuola una diagnosi o relazione clinica Vanno sintetizzati gli
elementi della diagnosi S 2bOsservazioni o misurazioni sistematiche
della scuola Ovviamente solo se le osservazioni o misurazioni sono
state fatte Riportare in modo sintetico i risultati che possono
condizionare la scelta del PDP S 2cIndividuazione del BES, con
riferimento alle considerazioni pedagogico/didattiche Soprattutto
quando non stata presentata nessuna certificazione Rappresenta
lindividuazione formale dei BES da parte del consiglio di classe S
2dPunti di forza e risorse individuali sempre Indagare sui punti di
forza e risorse dellalunno (interessi, competenze, abilit sociali,
impegno su compiti graditi) S 2eRisorse e criticit del contesto
classe Possibilmente sempre (se nella sezione 3 si punta sulla
valorizzazione della risorsa compagni) Indagare su criticit e
risorse del contesto classe (spazi, compagni, adulti, territorio)
C
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PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DIDATTICO- EDUCATIVI N.Sezione
principale ed eventuali sottosezioni Si inserisce nel PDP se
Contenuti ed eventuali esempi Tipo 3Programmazione degli interventi
didattico- educativi SempreSintetizzare le linee di
personalizzazione didattica che si intendono perseguire P
3aInterventi per potenziare lautonomia di studio e i processi di
metacognizione Lalunno ha bisogno di interventi personalizzati in
questo ambito, la scuola in grado di fornirli Gli interventi
possibili in questo ambito P 3bInterventi per migliorare le
competenze di accesso al testo Lalunno ha bisogno di interventi
personalizzati in questo ambito, la scuola in grado di fornirli
Promuovere diverse strategie di lettura, insegnare a sfruttare i
dispositivi paratestuali dei libri, promuovere la comprensione del
testo, potenziare la competenza la consapevolezza fonologica e
fonetica P 3cPersonalizzare gli interventi con strategie di
facilitazioni Va verificata la reale sostenibilit delle azioni,
calibrandole opportunatamente Alcuni esempi: -Dividere gli
obiettivi di un compito in sotto obiettivi -Valorizzare linguaggi
diversi al codice scritto P
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PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DIDATTICO- EDUCATIVI N.Sezione
principale ed eventuali sottosezioni Si inserisce nel PDP se
Contenuti ed eventuali esempi Tipo 3dStrutturazioneQuando
necessario esplicitare norme specifiche. Sono azioni indicate
soprattutto in caso di problemi comportamentali Es. di
strutturazione: -strutturare i momenti della giornata scolastica
che possono rilevarsi critici -Definire regole sociali di
convivenza --definire e specificare dei compiti da assegnare ad
alcuni alunni -organizzare periodiche turnazioni Es. Strutturazione
individuale: Strutturare i materiali per sostenere lorganizzazione
- Strutturare i tempi con intervalli di lavoro brevi e piccole
pause PC 3eCalibrare gli obiettiviNecessario probabilmente per
tutti gli alunni con BES Definire le programmazioni disciplinari
calibrandole sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita;
da specificare per ogni area o disciplina in cui ritenuta
necessaria questa calibratura P
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PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DIDATTICO- EDUCATIVI N.Sezione
principale ed eventuali sottosezioni Si inserisce nel PDP se
Contenuti ed eventuali esempi Tipo 3fAttivare la risorsa compagniLa
classe presenta situazioni di criticit, si ritiene utile e
vantaggioso proporre strategie di questo tipo Alcuni esempi:
-Favorire il clima positivo -Prevenire e gestire conflitti
-Promuovere il cooperative learning definendo il ruolo del bimbo
con bes PC 3gPromuovere competenze compensative Sono disponibili
per lalunno degli utili strumenti compensativi ma gli mancano le
competenze necessarie per un uso efficace Prevedere, in base ai
bisogni e alle risorse disponibili, dei percorsi di formazione,
anche con la collaborazione della famiglia Es. avviare alluso
corretto della videoscrittura, insegnare a usare libri digitali,
insegnare a produrre mappe e schemi P
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STRUMENTI COMPENSATIVI N.Sezione principale ed eventuali
sottosezioni Si inserisce nel PDP se Contenuti ed eventuali esempi
Tipo 4Strumenti compensativiTali strumenti effettivamente esistono,
sono efficaci e convenienti, anche con riferimento alluso nelle
prove di valutazione e alle competenze duso del soggetto Elencare
gli strumenti che si intende usare, in modo analogo a quando
inserito abitualmente nei PDP dei DSA Es. tecnologie informatiche
compensative P MISURE DISPENSATIVE N.Sezione principale ed
eventuali sottosezioni Si inserisce nel PDP se Contenuti ed
eventuali esempi Tipo 5Misure dispensativeVengono effettivamente
individuate delle prestazioni da cui preferibile dispensare Si pu
attingere dagli abituali elenchi di misure dispensative per i DSA.
Es. Dispensare da specifiche attivit di lettura e scrittura,
dallesecuzione di alcuni compiti, da attivit a elevata componente
mnemonica P
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CRITERI DI VALUTAZIONE N.Sezione principale ed eventuali
sottosezioni Si inserisce nel PDP se Contenuti ed eventuali esempi
Tipo 6Criteri di valutazioneSemprePrincipi generali di
personalizzazione applicati alla valutazione ES. valutazione
formativa, valorizzazione del processo di apprendimento, attenzione
pi al contenuto che alla forma P 6aForme di valutazione
personalizzate Se ritenute utiliEsplicitare la personalizzazione
delle modalit di valutazione: -prove scritte (tempi aggiuntivi,
strutturazione delle prove, forme di semplificazione) -prove orali
(valorizzazione del contenuto, uso di mediatori, organizzazione di
verifiche informali, di gruppo, strutturate e destrutturate) -
Organizzazione (pianificazione delle verifiche, compensazione dello
scritto con lorale o viceversa) P
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IMPEGNI DELLA FAMIGLIA N.Sezione principale ed eventuali
sottosezioni Si inserisce nel PDP se Contenuti ed eventuali esempi
Tipo 7Impegni della famigliaIl Consiglio di classe, o team docenti,
lo ritiene utile Esplicitare e condividere i principi dellazione
educativa (sostenere la motivazione e limpegno, condividere i
criteri di valutazione, concordare tempi e modi per lo scambio
informativo famiglia/scuola Supporto e verifica nel lavoro a casa
(verifica dello svolgimento dei compiti assegnati; controllo dei
materiali; controllo del diario, gestione di un piano di studio
settimanale) P Il PDP pu essere considerato un patto educativo? Che
significato ha la firma che i genitori appongono in calce al PDP?
Con la loro firma i genitori esprimono innanzitutto il proprio
consenso in merito al percorso di personalizzazione definito dalla
scuola. La sezione impegni della famiglia pu prevedere una serie di
impegni ti tipo generale o specifico.
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PAGINA FINALE PER LE FIRME N.Sezione principale ed eventuali
sottosezioni Si inserisce nel PDP se Contenuti ed eventuali esempi
Tipo 8Pagina finale per le firmeSempreData e semplice elenco di
nomi e spazio per le firme S 8aAutorizzazione al trattamento di
dati sensibili Se la scuola tratta dati sensibili Firma separata
per autorizzare l a gestione dei dati sensibili S 8bSottoscrizione
degli Impegni di famiglia Se stata inserita nel PDP la sezione
relativa agli impegni della famiglia Si pu prevedere una firma
separata o specificare anche questo significato in quella generale
S
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI www.ivana.it sito con software
didattici gratuiti per italiano, matematica, logica, geografia.
Elenco del software Avvio alla letto-scrittura Frase Argomenti vari
- Percorsi e labirinti - Puzzle - Gioca figure - Memoria -
Percezione Matematica LIM Logica Geometria
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI http://www.airipa.it/ LAIRIPA,
Associazione Italiana per la Ricerca e lIntervento nella
Psicopatologia dellApprendimento, nasce nel 1991 come Onlus e
riunisce studiosi, esperti e professionisti che operano nel campo
della psicopatologia dellapprendimento.
http://www.airipa.it/materiali/materiali-utili/software/ ESEMPIO:
Software Dal suono al segno: training per lortografia di
Impararefacile il software riabilitativo, realizzato su idea di
P.E. Tressoldi, M.L. Tretti, C. Vio che intende favorire
lapprendimento del processo di scrittura nei bambini in fase di
acquisizione ed in coloro che riscontrano difficolt o veri e propri
DSA di scrittura (Disortografia, Disturbo specifico di
apprendimento della scrittura).
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI
http://www.inclusione.it/software/ RACCOLTE SOFTWARE FREE ES: i
programmi free compatibili con la sintesi vocale ScriviImmagini
video scrittura che associa le parole alle immagini (scuola
primaria) LeggiXmeJunior scuola primaria: per scrivere e leggere un
documento, internet, calcolatrice vocale (una volta scaricato il
file va decompresso e poi eseguito setup.exe) (scuola
primaria)
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI http://www.dienneti.it/ DIENNETI
(Didattica e Nuove Tecnologie) un portale per la didattica
multimediale. Al suo interno risorse selezionate per la didattica,
la ricerca, lo studio: software didattico free, attivit online,
ipertesti, giochi educativi.
http://www.dienneti.it/software/programmatori.htm Programmatori di
software didattico free
Slide 84
SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI http://www.iprase.tn.it IPRASE
DEL TRENTINO Istituto Provinciale per la Ricerca, l'Aggiornamento e
la Sperimentazione Educativi
http://try.iprase.tn.it/prodotti/software_didattico/giochi/index.asp
Giochi per materia: -Matematica -Geografia -Scienze -Educazione
musicale
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI http://www.alphacentauri.it
Alphacentauri - ospita materiali di vario tipo: tutorial su
programmi da utilizzare a scuola, consigli sulle attivit di
laboratorio e sui siti scolastici, schede su Internet, normativa
didattica, e tanto altro ancora. http://www.vbscuola.it/ vbscuola
si rivolge a insegnanti e genitori interessati all'uso attivo delle
nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione in campo
educativo Oggi il sito presenta 534 software, ripartiti in 55
sezioni.
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SITI UTILI/SOFTWARE DIDATTICI
file:///C:/Users/user/Desktop/materiale%20corso%20BES/C
D-BES/index.html QUESTO CD RACCOGLIE I MATERIALI REALIZZATI DAL
GRUPPO BES DELLA DIREZIONE DIDATTICA 3 CIRCOLO SANREMO (IM) PER I
LABORATORI DIDATTICI DI RECUPERO/RINFORZO. I MATERIALI E I PERCORSI
PROPOSTI POSSONO ESSERE UTILIZZATI ANCHE NEL GRANDE GRUPPO (CLASSE)
COME NORMALI PRASSI DIDATTICHE; I LABORATORI VANNO OVVIAMENTE
TARATI SUI BISOGNI E SULLE EFFETTIVE CAPACIT DEI BAMBINI. OGNI
RISORSA CATALOGATA CON UNA BREVE DESCRIZIONE DEL MATERIALE,
UN'INDICAZIONE GENERICA DELLE CLASSI DI RIFERIMENTO E LA NOTIFICA
DEL TIPO DI FILE (documenti pdf o word, stampabili; power point
interattivi; software eseguibili, senza necessit di
installazione)
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ebook-Includere i BES BES INCLUDERE TUTTI NELLA COMPRENSIONE
DEL TESTO STRATEGIE DIDATTICHE PRATICHE Cecilia Iaccarino
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LAPPRENDIMENTO COOPERATIVO COME STRATEGIA COMPENSATIVA PER I
BES
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Esistono strategie didattiche che possano realmente creare un
ambiente inclusivo?E se esistono come si applicano?
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Lapprendimento Cooperativo Lapprendimento Cooperativo una di
queste strategie, in grado di rispondere in maniera esaustiva ai
bisogni formativi di molti studenti con bisogni educativi speciali.
Nelle strutture cooperative ciascuno pu trovare uno spazio in cui
apprendere con il suo stile di apprendimento specifico e divenire
al tempo stesso supporto per gli altri. Non va confuso con la
struttura di peer tutoring dove chi ha di pi d allaltro che ha di
meno.
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Lapprendimento Cooperativo Lapprendimento Cooperativo un metodo
di insegnamento/apprendimento che utilizza i piccoli gruppi, grazie
ai quali possibile sia apprendere che migliorare le relazioni
sociali. Lidea principale alla base del metodo che il gruppo un
insieme di risorse, intese sia come conoscenze che competenze, e
gli alunni non sono considerati come contenitori da riempire di
nozioni e abilit, ma come risorse da attivare.
Linsegnamento/apprendimento un processo non di trasmissione dagli
insegnanti agli alunni ma di partecipazione e scambio tra tutte le
persone coinvolte.
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Lapprendimento Cooperativo: Learning Together la pi diffusa
forma di attuazione dellAC e si fonda su cinque principi chiave:
interdipendenza positiva; la responsabilit individuale e di gruppo;
interazione promozionale faccia a faccia; abilit sociali e
valutazione individuale e di gruppo. (Johnson & Johnson)
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Linterdipendenza positiva Linterdipendenza positiva da
considerarsi raggiunta quando i membri del gruppo comprendono che
il rapporto di collaborazione che li unisce tale per cui non pu
esistere successo individuale senza successo collettivo. Il
fallimento del singolo il fallimento del gruppo.(Johnson, Johnson e
Holubec) TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI!
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Linterdipendenza positiva Linterdipendenza positiva si realizza
fornendo compiti strutturati in modo chiaro e tale per cui non
possono essere realizzati se non con la collaborazione effettiva di
ognuno. Interdipendenza di obiettivo: i membri di un gruppo
lavorano insieme per raggiungere un risultato comune.
Interdipendenza di materiali: nel perseguire un obiettivo dipendono
gli uni dagli altri per lutilizzo dei materiali necessari allo
svolgimento del compito.
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Linterdipendenza positiva Interdipendenza di valutazione: al
termine di un lavoro il gruppo riceve una valutazione sulla base
dei risultati ottenuti da ciascuno. Interdipendenza di ricompensa:
si realizza quando i componenti di un gruppo, dopo aver lavorato
con successo a un compito comune, ricevono una ricompensa
collettiva. Interdipendenza di compito: si ottiene ripartendo il
lavoro in una serie di operazioni in modo che ogni studente debba
fare la sua parte perch il compagno possa svolgere la propria.
Interdipendenza di ruoli: si raggiunge affidando a ciascun
componente del gruppo ruoli di funzionamento (es. spiegare, tenere
il tempo, monitorare lattenzione, dare la parola ecc.)
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Linterdipendenza negativa Si crea interdipendenza negativa
quando, in qualche modo, si trasmette lidea che al successo di uno
corrisponda linsuccesso di un altro. Per quanto indesiderabile
questa eventualit di fatto si compie con altissima frequenza nelle
situazioni di verifica e valutazioni. importante essere consapevoli
di questa dimensione anche perch linvito esplicito a impegnarsi per
un risultato comune non pu essere credibile se implicitamente si
incoraggia, invece, un confronto di tipo competitivo.
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Lapprendimento Cooperativo: Learning Together la pi diffusa
forma di attuazione dellAC e si fonda su cinque principi chiave:
interdipendenza positiva; la responsabilit individuale e di gruppo;
interazione promozionale faccia a faccia; abilit sociali e
valutazione individuale e di gruppo. (Johnson & Johnson)
Slide 98
LA RESPONSABILIT INDIVIDUALE E DI GRUPPO Se si riesce a creare
un buon livello di interdipendenza tra i membri del gruppo molto
probabile assicurarsi un certo grado di responsabilit individuale e
di gruppo perch ogni membro percepisce di essere responsabile per s
e gli altri.
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Lapprendimento Cooperativo: Learning Together la pi diffusa
forma di attuazione dellAC e si fonda su cinque principi chiave:
interdipendenza positiva; la responsabilit individuale e di gruppo;
interazione promozionale faccia a faccia; abilit sociali e
valutazione individuale e di gruppo. (Johnson & Johnson)
Slide 100
INTERAZIONE PROMOZIONALE FACCIA A FACCIA Linterazione
promozionale faccia a faccia consiste nel collaborare in modo
positivo incoraggiandosi a vicenda, e necessariamente implica la
fiducia che ogni feedback positivo o negativo finalizzato al
miglioramento del lavoro individuale. Per tal motivo importante che
nel gruppo si abbia anche la possibilit fisica di interazione
faccia a faccia, perci auspicabile che i gruppi siano composti da
non pi di 4-5 alunni.
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Lapprendimento Cooperativo: Learning Together la pi diffusa
forma di attuazione dellAC e si fonda su cinque principi chiave:
interdipendenza positiva; la responsabilit individuale e di gruppo;
interazione promozionale faccia a faccia; abilit sociali e
valutazione individuale e di gruppo. (Johnson & Johnson)
Slide 102
ABILITA SOCIALE E VALUTAZIONE Nel gruppo necessario che ognuno
sappia relazionarsi con gli altri in modo efficace cio che
possiedano abilit sociali. I membri del gruppo devono saper
sostenere un ruolo di guida, prendere decisioni, creare un clima di
fiducia, comunicare, gestire i conflitti che vanno affrontati in
modo costruttivo e no aggressivo e passivo.
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ABILITA SOCIALE E VALUTAZIONE Al termine di unattivit complessa
o di un lavoro particolarmente impegnativo, il gruppo cooperativo
deve valutare cosa ha funzionato e cosa no, quali comportamenti di
ciascuno sono risultati utili e quali no. I principi descritti
sopra non sono semplici riferimenti teorici bens costituiscono
precise coordinate per linsegnante che voglia assicurarsi di
organizzare attivit realmente cooperative e non semplicemente
gruppo tradizionale.
Slide 104
CONTEMPORANEITA DELLE AZIONI Uno degli errori che potrebbero
essere commessi quello di assegnare ad ogni alunno numerose
operazioni da svolgere per garantire interdipendenza positiva. Se
lattivit che vanno a svolgere non prevede la contemporaneit delle
azioni di ognuno si avr un gruppo tradizionale. Bisogna sempre
chiedersi Questo compito adatto al lavoro in gruppo o gli allievi
potrebbero svolgere meglio e prima individualmente?
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LA LEADERSHIP DISTRIBUITA La leadership distribuita che
consiste nellalternare il ruolo di leader tra i vari componenti del
gruppo in relazione al tipo di obiettivo e alla struttura
dellattivit una componente efficace. La leadership si attua su due
piani quello del compito e quello del clima relazionale e si
realizza assegnando incarichi specifici a ogni alunno.
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ATTIVITA DI CREAZIONE DEL CLIMA DI CLASSE Le attivit di
creazione del clima di classe sono da intendersi come preparatorie
a quelle di apprendimento vere e proprie e sono utile per favorire
la conoscenza e la fiducia reciproca tra i componenti del gruppo
classe. Creare unatmosfera piacevole aumenta la disponibilit degli
alunni a mettersi in gioco e a impegnarsi nellapprendimento.
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Struttura: gruppi di 4 alunni Obiettivi: 1.Conoscere e
focalizzare lattenzione sui propri punti di forza; 2.Sperimentare
il rispetto reciproco e forme di incoraggiamento Linsegnante divide
la classe in gruppi di 4 allinterno dei quali vengono assegnati i
seguenti ruoli: scrivere quanto emerge; dirigere il traffico, ossia
dare la parola e gestire gli interventi; mantenere lattenzione sul
compito; esporre al termine dellattivit alla classe quanto ha
raccontato. Individualmente ogni alunno descrive su un foglio
unesperienza in cui riuscito meglio che pu riguardare qualsiasi
ambito. Nel gruppo ognuno condivide con i compagni quanto ha
scritto e chiede cosa ne pensano, in particolare quali abilit,
secondo loro, riuscito a mettere in atto durante lesperienza e lo
ha condotto al risultato positivo, poi dice cosa pensa lui stesso.
Quando tutti hanno raccontato, ogni relatore riferisce alla classe
quanto emerso nel suo gruppo. Linsegnante pu stimolare una
riflessione nel gruppo classe.
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Questa attivit inclusiva perch a ciascuno viene assegnato un
compito in base alle proprie competenze, per cui ad es.: il bambino
con difficolt di lettura trova un ruolo alternativo a quello di
leggere, pur partecipando attivamente allattivit, il bambino con
difficolt di autoregolazione trova un spazio di impegno breve in
cui fa meno fatica a portare a termine un compito; il bambino con
difficolt emotiva meno esposto nel parlare di s, il bambino con
scarsa autostima viene aiutato a focalizzare i propri punti di
forza.
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ATTIVITA COOPERATIVE SEMPLICI Si svolgono in coppie di alunni o
al massimo gruppi di 3; prevedono un tempo breve di permanenza
nella coppia (1 o 2 ore di lezione); non richiedono necessariamente
un buon livello di abilit sociali; consistono in compiti non
particolarmente difficili, che gli studenti potrebbero realizzare
anche individualmente, ma che vengono proposti per il lavoro in
coppia allo scopo di fornire il mantenimento dellattenzione, la
rielaborazione e lo studio.
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Struttura: coppie di alunni Obiettivi: 1.Mantenere lattenzione
durante la spiegazione frontale. 2.Elaborare i concetti spiegati
dallinsegnante attraverso il confronto con il compagno.
3.Memorizzare una maggiore quantit di informazioni grazie
allascolto di unesposizione complessa suddivisa in pi parti.
Materiale: fogli di carta e penna; lavagna classica o a fogli
mobili o LIM Linsegnante: Individua un argomento della sua
disciplina che possa essere proposto con questo tipo di attivit e
le suddivide in 4-5 parti (non di pi); Struttura la sua spiegazione
in modo da fare interruzioni ogni 5-10 min. per 4-5 volte in
corrispondenza dei punti principali; Suddivide gli studenti in
coppie; prima di iniziare a spiegare, chiede loro di prendere
appunti individualmente, come fanno abitualmente; Durante la
spiegazione scrive alla lavagna uno schema con 4-5 domande chiave
sullargomento in questione; Ai punti previsti, interrompe la
spiegazione e chiede agli studenti di ciascuna coppia di
confrontarsi tra loro sugli appunti presi e integrarli, in un tempo
di 5-10 minuti. Spiega agli studenti che gli appunti integrati
devono essere una riformulazione degli appunti individuali.
Terminata la lezione, chiede alle coppie di produrre un elaborato
comune con i seguenti ruoli: uno legge gli appunti e laltro scrive;
a ogni due punti sintetizzati si scambiano i ruoli.
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Questa attivit inclusiva perch allinterno della coppia gli
allievi possono usufruire dellaiuto del compagno per colmare
eventuali lacune di attenzione che hanno causato la perdita di
informazioni durante la spiegazione. Allo stesso tempo, ciascuno pu
trovare un ruolo utile alla coppia, ad esempio il bambino con
difficolt di sintesi/elaborazione potrebbe limitarsi a scrivere ci
che debba il compagno e a completare lo schema, senza sperimentare
un senso di inutilit/fallimento.
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ATTIVITA COOPERATIVE COMPLESSE Le attivit cooperative complesse
prevedono una strutturazione pi formale in termini di tempo, ruoli
e modalit di svolgimento. si svolgono in gruppi composti da un
minimo di 3 a un massimo di 5 studenti (4 il numero ideale);
prevedono un tempo breve di permanenza nel gruppo relativamente
lungo (da una settimana a mesi); consiste in compiti complessi, per
i quali effettivamente necessario un lavoro di gruppo, perch quello
individuale richiederebbe troppo tempo e energie.
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Struttura: gruppi di 3 o 4 alunni Obiettivi: 1.Elaborare e
approfondire le informazioni attraverso il confronto con i
compagni. 2.Sviluppare capacit di sintesi. 3.Esprimere la propria
opinione contribuendo al lavoro di gruppo. Materiale: fogli di
carta e penna; un testo/brano Linsegnante: Divide la classe in
gruppi di 3 o 4 alunni); Consegna a ciascun gruppo i seguenti
materiali: un brano, un vocabolario, un foglio bianco e una penna;
Propone un testo un argomento sul quale ritiene utile che gli
studenti si confrontino; Invita gli allievi a suddividersi i
seguenti ruoli: uno legge un paragrafo del brano uno sintetizza
lidea principale uno cerca eventuali parole difficili sul
vocabolario uno scrive 2 o 3 parole chiave del paragrafo Terminata
la lettura e comprensione, linsegnante pu fare qualche domanda ai
componenti del gruppo sul brano appena letto e analizzato. Potr
decidere di dare un voto che vale per tutto il gruppo o di fare una
media dei voti individuali. Il relatore di ogni gruppo presenta i
risultati alla classe
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Questa attivit inclusiva perch allinterno del gruppo, a ciascun
allievo viene assegnato un compito in base alle sue reali
competenze. In questo modo i compagni vengono ad assumere il ruolo
di strumenti compensativi per quei bambini/ragazzi che possono
avere difficolt a leggere ad alta voce (come nella dislessia) o a
estrapolare una sintesi da un insieme di stimoli (come nel caso di
difficolt di attenzione).
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Concludiamo con un racconto Un uomo trov un uovo daquila e lo
mise nel nido di una chioccia. Luovo si schiuse contemporaneamente
a quelle della covata, e laquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per
tutta la vita laquila fece quel che facevano i polli del cortile,
pensando di essere uno di loro. Frugava il terreno in cerca di
vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali
alzandosi da terra di qualche decimetro. Trascorsero gli anni, e
laquila divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di s, nel cielo
sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed
elegante, in mezzo alle forti correnti daria, muovendo appena le
robuste ali dorate. La vecchia aquila alz lo sguardo, stupita: Chi
quello?, chiese. E laquila, il re degli uccelli rispose il suo
vicino. Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra,
perch siamo polli. E cos laquila visse e mor come un pollo, perch
pensava di essere tale. -Anthony De Mello, Messaggio per unaquila
che si crede un pollo.