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06/13/22 1 “Il Dialogo interreligioso” (Induismo)

16/01/20141 Il Dialogo interreligioso (Induismo)

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“Il Dialogo interreligioso”

(Induismo)

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Induismo

L’Induismo conosce e adora moltissimi dèi (religione politeista): tre hanno però un’importanza straordinaria su tutti gli altri: sono Brahma ( Colui che crea ), Visnu ( Colui che mantiene in vita ) e Shiva ( Colui che distrugge ).

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Induismo

E’ questa la Triade Suprema dell’Induismo, chiamata Trimurti. Gli altri dèi hanno caratteristiche maschili o femminili, sono buoni o cattivi. Ciascuna divinità rappresenta o richiama una personificazione della natura o dei pregi e difetti dell’uomo.

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Induismo

Secondo l’Induismo, l’universo è governata dalla Triade Suprema con perfetto equilibrio. Per rispettare questo equilibrio, anche il mondo degli uomini ha le sue leggi precise. Tutti gli uomini sono divisi in gruppi ben definiti, chiamate caste.

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Induismo

Il sistema delle caste abolito ufficialmente nel 1947, continua a persistere e conferisce un forte senso di appartenenza

►Sacerdoti (colore bianco)

► Governanti e guerrieri (rosso)

► Il popolo (giallo)

► Servitori (nero)

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Esistono tre grandi caste superiori( sacerdoti, guerrieri,nobili ) e la quarta casta raccoglie la maggior parte della popolazione (operai,artigiani, commercianti ). Vi sono poi i fuori-casta ( intoccabili ) cioè i più poveri e abbandonati: vivono ai margini della società e sono considerati quasi come rifiuti umani.

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L’Induismo ritiene che per mantenere l’equilibrio dell’universo, le caste degli uomini debbano restare rigorosamente divise e separate. Uomini e donne di caste diverse non devono sposarsi tra di loro. Devono avere pochi contatti, il minimo indispensabile per svolgere i lavori della vita. Gli “intoccabili”, poi, non devono essere neppure toccati e con essi tutti debbono evitare al massimo di avere contatti

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Il problema della felicità

Anche l’Induismo arriva a pensare che la felicità dell’uomo consiste nel non doversi più incarnare dopo la morte. Felicità è vivere in eterno, oltre la morte, in unione con la divinità.

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Come si può ottenere tutto ciò?

Ogni azione buona dell’uomo procura un merito: ogni azione cattiva porta invece una condanna. L’uomo buono, una volta morto, avrà come premio quello di tornare ad incarnarsi in una casta superiore. Se continuerà a comportarsi bene, di vita in vita, diventerà sempre più santo finchè otterrà di non doversi più reincarnare.

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Come si può ottenere tutto ciò?

L’uomo malvagio, dopo la morte, torna ad incarnarsi in una casta inferiore, in un’intoccabile o in un animale, continuando così a vivere e a soffrire.

La liberazione ( redenzione - moksha ) nell’Induismo non ha dimensione sociale. Essa riguarda l’individuo e, in particolar modo, la sua interiorità

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Come si può ottenere tutto ciò?

Per liberazione ( moksha ) si intende pace, riposo, unione con la divinità eletta ad oggetto della propria devozione ( enoteismo ). Il suo aspetto essenziale resta comunque quello di una liberazione dalla materialità, dal succedersi delle morti e delle reincarnazioni

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Il Culto degli Indù

Per comportarsi in modo giusto l’indù sa che è molto importante fermarsi a riflettere sul senso della vita, meditando e adorando la divinità. Per fare ciò si pratica lo Yoga, che è un metodo di azione e meditazione per seguire la strada della perfezione.

E’ poi fondamentale purificarsi dai peccati e dalle colpe compiute in questa vita o nelle precedenti.

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Il Culto degli Indù

Per purificarsi l’indù può fare un pellegrinaggio sacro verso uno dei grandi Templi. Si tratta di enormi costruzioni, fatte di moltissime stanze e simili ai palazzi dei principi. Nei Templi si adora la divinità, si prega, si offre il sacrificio e si compie il rito di purificazione.Spesso, come a Benares ( Gange ), i Templi sorgono sulle rive dei fiumi sacri, dove i riti di purificazione possono compiersi nel modo migliore.

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Il Culto degli Indù

Il culto attribuito agli dèi conosce forme molto varie. Esso non è necessariamente pubblico: tra i riti più diffusi restano quelli a carattere familiare, occasionale o legati ai diversi stadi di vita del fedele appartenente alle tre caste maggiori

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Il Culto degli Indù

Tuttavia la vita cultuale nei Templi indù resta un fenomeno di rilevante importanza; il Tempio stesso ha un valore simbolico essendo segno del cosmo e della lotta quotidiana che in esso si compie per giungere alla vera felicità.

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I TESTI SACRI

L’Induismo, una delle religioni più antiche e diffuse, considera sacri molti testi, diversi tra loro, sia per gli argomenti che trattano sia per la funzione che svolgono. Semplificando molto il problema, potremmo dire che per gli Indù esistono due tipi di testi:

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I TESTI SACRI

►quelli più propriamente sacri detti i Veda (sapienza );

► quelli più profani, ma sempre di carattere religioso, detti Smriti ( ciò che si ricorda ).

Tutta questa letteratura sacra è stata scritta tra il 1500-800 a. C. , ma era tramandata oralmente anche in epoche più antiche

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I TESTI SACRI

Questi libri sono stati scritti in un’antichissima lingua, il sanscrito. I Veda vengono attribuiti ad antichi veggenti che avrebbero fissato in essi la loro sapienza e la loro saggezza.Nell’Induismo la lettura e l’interpretazione dei Veda è riservata ai brahmani appartenenti alla casta sacerdotale e alle caste più elevate; è invece proibita a coloro che vengono considerati appartenenti a una casta inferiore per l’attività che svolgono nella società.

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I TESTI SACRI

I Veda sono suddivisi in quattro raccolte che contengono:

►inni

► preghiere

► formule sacrificali

► canti magici

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I TESTI SACRI

Gli induisti ritengono che quelle parole, capite e assimilate, permettano ai credenti di avvicinarsi alla verità che gli autori del testo in qualche modo possedevano, per averla contemplata e fatta loro

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I TESTI SACRI

Il secondo genere di libri, la Smriti, è invece accessibile a tutti ed è anche scritto in forme letterarie più facilmente interpretabili:

►proverbi di tipo filosofico

► opere mitologiche

► poemi epici

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I TESTI SACRI

Un’ultima osservazione, a proposito dei testi sacri nell’Induismo, riguarda il ricorso frequente alla rappresentazione figurativa: gran parte delle persone di religione induista è analfabeta, per questo i Templi spesso sono ricoperti di disegni, bassorilievi e statue che rappresentano le storie narrate nei testi sacri. tutti possono in tal modo immaginare e ricordare le vicende più significative.

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I VALORI DELL’INDUISMO

“Nell'induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza” (NOSTRA AETATE n.2, DICHIARAZIONE SULLE RELAZIONI DELLA CHIESA CON LE RELIGIONI NON CRISTIANE)