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poesie varie
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Sebastiano A. Patanè
Poesie sparse (1987 – 2000)
Catania 2011
proprietà letteraria di
Sebastiano A. Patanè
Catania 2011
POESIE SPARSE
Catania 1987-2000
Andalusia
Avevi ragione gran poeta
avevi ragione…
è nel cuore che si sente
il ritmo andaluso della terra sonora.
Tutto canta la poesia d’un tempo
fermo nei tuoi dintorni.
E’ come l’hai scritto, poeta, uguale…
è negli occhi che si fermano
le immagini conosciute e mai viste
e non può, il gran caimano della noia
azzannare gli sguardi infiniti
né può, la nuova Andalusia,
soffocare i sapori del tuo tempo.
Il racconto delle tue notti
è vivo in ogni angolo,
in ogni frammento d’angolo
è viva la tua poesia.
Cordoba 19 agosto 1993
Andalusia (2)
Ritornerò Andalusia
perché è qui che lascio gli occhi.
Tornerò a riprenderli
gonfi del magico bianco
dei pueblos e riposati
sulle calme mantillas.
Tornerò a riprenderli
occhi d’acqua del Guadalquivir,
inzuppati di Sierra e di calura cordovana…
Li toglierò dagli intrecci
d’edera ed infine,
li bagnerò nel tuo cielo
per sempre vivo.
Ritornerò Andalusia
perché è qui che lascio
il cuore.
Estepona (Malaga)
20 agosto 1993
Dove finiscono…
Dove finiscono i tetti bianchi
fissati per lunghe eternità?
Attimi
in cui non puoi decidere
momenti che preferiresti
fossero un gioco e dire “passo”.
Quante cose abbiamo scritto
su quelle estese pagine
quanti volti abbiamo disegnato
tirandoli fuori
dalla resistenza della memoria
e quanta polvere abbiamo respirato
per le illusorie, opportune
strade di campagna…
La verità non sai più dove sta
ma la consapevolezza
che tutto ha un’anima
ti fa sperare che un giorno
qualcosa potrà cambiare.
Forse l’India sparirà nell’Himalaya
i pesci metteranno le ali
ed usciranno dal silenzio
ma non potrà cambiare la solitudine
del prima e del dopo
New York 6 novembre 1996
1^ finestra
Per Federico Garçia Lorca
Verso con te il mio sangue duro
per un immaturo tramonto.
Dio
quello vero è nella parola,
nei crocefissi solo il dolore
della carne trapassata
che non lascia ombre.
La santità è nei vassoi d’argento
ed il martirio è gloria.
Celebriamo insieme l’alba
ché già avanza il buio
fratello.
Sarmato (PC) 25 luglio 2000
2^ finestra
Goccia di pura acqua intorno,
mercurio io…
Pavia 15 agosto 2000
3^ finestra
Pronta a sublimare,
ghiacciare, scioglierti in lacrima,
diventare nuvola e rugiada,
nebbia della sera e fiume,
sudore e mare, tu.
Sempre lì io,
fluido irreversibile.
(Una gemma spacca la corteccia,
nessun vagito, nessun dolore.)
Il sangue dei figli si ingoia
ed il mio dolore è mio…
e tu…
lasciami perdere!
( I miei occhi sono due finestre.)
Castel S. Giovanni 15 agosto 2000
Giulia
Se girassero quei maledetti torchi
potrei spremere le verità
nascoste fra le virgole;
dovrei rientrare nel tempo
ma il giorno italiano
è cominciato da un pezzo!
Spring è troppo ripetuta.
Si, il sole l’ho capito,
la notte, le strade, ma cosa c’è
oltre i severi occhi bulgari
confusi fra i ritmi afrocubani…?
Sono stanco, stanco.
Girerò attorno alle parole,
catturerò i pensieri
e riprenderò il cammino, perché
chi non se la ride di tutto, infine,
non ha ancora imparato a vivere!
Spring è ripetuta,
ma ne vale la pena!
New York 1996
Giulia (manifestazione bulgara)
Amore e sacrificio, bellezza e spina
della mia vita.
Fiamma involucrata nel ghiaccio
e viceversa.
Lotta di vento ed acqua
e germoglio vitale,
rosa spaccata e spada demolita.
Notte diurna.
Bacio amaro
New York 7 agosto 1998
Ho fermato il vento…
Ho fermato il vento!
Le cose, tutte le cose intorno a me
non hanno più il loro senso,
ogni cosa riflette un’immagine diversa
di quella che io mi ricordavo.
Sono stanco,
ho quarantatremila anni
addosso.
Ho fermato il vento…
Qualcuno mi ha detto che ho sbagliato,
intanto la fidanzata del mio amico
vuole andarsene.
Cosa avrei sbagliato io
se ho sempre creduto
nella divinità degli uomini?
Ho cercato di fermare il vento
ma è bastata una brezza per abbattermi.
Domani riproverò e fermerò il tempo.
New York 6 novembre 1996
Icona
Era un’icona sacra
questa spazzatura,
che sarà successo?
Che ne è stato
della mia serena infelicità..
non voglio più pregare,
voglio essere un santo.
Frattanto, un magnifico sole
splende su di me.
New York 7 agosto 1998
Leonor
Chissà se c’era dell’altro
se negli angoli o fra le lenzuola
è rimasto impigliato qualcosa
che mai ho sentito
o che mai hai detto…
Cerco,
in questa stanza invasa dal silenzio,
qualche parola vagante,
non afferrata,
sfuggita per amore
all’analisi della ragione,
filtrata dalla menzogna
e diluita dal televisore
e dalla saliva già amara.
Il film è finito da un po’
ed io, e noi, stiamo ancora
con gli occhi fissi
nella nebbia del video
illudendoci, o fingendo,
che qualche fotogramma
possa ancora apparire.
Basta, non ne posso più,
devo leggere il giornale.
escludere questi virus,
azzerare le statistiche.
Devo spegnere quel televisore
e salvarmi…
New York marzo 1998
Panico
Ripetevano gli antichi cordogli
le chiassose anatre di cera,
pronte a sciogliersi
al primo dolore.
La stella,
scoperto di essere solo una luce,
senza mani,
senza labbra,
avrebbe voluto spegnersi,
non essere mai esistita.
maggio 1992
Sierra Morena
Stremante clausura agli occhi
per anni;
disubbidito padrone delle corse vagabonde
della mente e,
lampo inverosimile, si apre, selvaggia,
la Sierra.
Ah! schieramento di colori sconosciuti
e cielo nuovo,
terra nuova,
nuova poesia.
Lapide inviolata d’antichi clamori
e rosso e verde e indefiniti
semitoni verdi
ed infine, il tuffo azzurro nel Gualdaquivir…
dio d’acqua di una magica, eterna Spagna.
Sierra Morena 16 agosto 1993
Speranze
Sembra fermo il tempo da qui,
non trascorre nulla,
tutto è immobile nell’anima mia.
Ma sono certo che da qualche parte,
dalle remote memorie
si è staccata una bolla d’amore
destinata ad ingigantirsi
fino a far paura.
Novara 31 luglio 1987
Stallo
Le montagne si sgretolano
all’abbraccio forte del vento
ma non parleranno,
non racconteranno al mondo
le lacrime del cuore
né il sale dei giorni più lunghi.
I segreti della notte
rimangono intrappolati
fra i cuscini del mattino
ed i lucidi occhi della sera.
Non c’è nessuno scoglio
che ostacola il cammino
ma nemmeno un faro…
maggio 1992
Nemesi
Ho toccato il sole fino a bruciarmi
ed era una menzogna,
una bellissima bugia,
una falsa fiamma che ardeva
senza calore, senza crepitio.
Ho amato la mia mente
ed innumerevoli volte
mi son detto “ti amo”
camuffando la mia stessa voce.
“I like everthing”
e quando ho imparato l’inglese
se ho solo passeggiato
da un pianeta all’altro
senza limiti, in un circolo chiuso?
Ora, quel che resta è un immenso niente…
come faccio a ricominciare
senza cemento e senza mattoni?
Che cosa potrò mai costruire?
Mi chiedo se sto viaggiando
al contrario del mondo,
ma non ho più nemmeno una cazzuola
per re-impastare la polvere
che il vento sta portando via.
Che faccio adesso, cosa faccio?
New York 12 agosto 1998
Indice
Poesie sparse (1987/2000)
Andalusia
Andalusia (2)
Dove finiscono
1^ finestra
2^ finestra
3^ finestra
Giulia
Giulia (manifestazione bulgara)
Ho fermato il vento
Icona
Leonor
Panico
Sierra Morena
Speranze
Stallo
Il salmone
Nemesi
http://leviepoetiche.blogspot.it/