1996 Romano Museo Della Fotografia

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Museo della fotografia dell'istituto centrale per il catalogo e la documentazione

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  • Museo della fotografiaIstituto Centraleper il Catalogoe la Documentazione

    Roma

    ARGOS

  • Museo clelia fotografia

  • Ministeroper i Beni Culturalie Ambientali

    Istituto Centraleper il Catalogoe la Documentazione

    Museo della fotografiaa cura di Serena Romano

    RGOS

  • Istituto Centraleper il Catalogoe la documentazione00153 Romavia di S. Michele, 18

    Direttore dell'I. C.C.D.Maria Luisa PolichettiProgetto e direzione scientifica del MuseoSerena RomanoProgetto di allestimentoOreste AlbaranoRealizzazioneSociet 3AIlluminotecnicaFamatec 94CollaboratoriAntonio Di CarloAngelo MamoneAnna PeruginiStefano ValentiniFotografieRoberto GalassoPietro RoggeroStefano ValentiniRestauriSilvia BerselliEnzo PaglianiSi ringrazi4no Piero &cchettie Lorenzo Scararne/la per preziosi aiuti e indicazioni.Progetto graficoGianni Trozzi

    Stampato in Italia copyright 1996 byNuova Argos Edizioni srl00196 Roma - Piazza della Consolazione, 29Tel. 06/6796969 - Fax 06/6786834E-mail: [email protected] 88-85897-65-7

  • Presentazione

    Questa Guida nasce per essere un libretto svelto epiacevole, una scelta di immagini significative trattedalla raccolta che apriamo finalmente al pubblico- i 10ndi storici' e le collezioni fotografiche antichedell'ICCD - e non certo una trattazione esaustiva, oun vero e proprio "catalogo" del Museo neonato. Ilcatalogo verr in seguito, e dovr essere il risultato distudi approfonditi su settori specific~ nucleidocumenta~ pezzi preziosi che verranno presentati alpubblico e offerti alla migliore conoscenza di tutti.Piuttosto, quindi, le pagine di questo libro voglionoessere una compagnia leggera e accattivante per coloroche si incuriosiranno delle antiche macchinefotografiche esposte, o che sbirceranno con interessenegli armadi che contengono le collezioni storiche dicui solo qualche esemplare potr, per forza di cose,essere via via esposto. Presentando cos alcuni deinostri tesori pi noti o pi interessanti, speriamo didare almeno un 'idea di tutto quello che c' ancora da

    conoscere; soprattutto speriamo che - cossollecitata - si risvegli la curiosit di molti attualio potenziali studiosi di fotografia; i quali si lascinoattrarre da questo ambito di studi e vengano acollaborare con noi nel tentativo di dissodare uncampo e un insieme di materiali ancora cos pococonosciuti.Sar insieme e grazie a loro che il nuovo Museo nonrester solo una fila di stanze piene di begli oggetti daconservare in buon ordine, ma diventer, come ciauguriamo, un centro vivo di ricerca, e anche diformazione di nuove professionalit.Speriamo che il nostro invito venga accolto confavore: arricchir il campo di questa disciplina ancoragiovane, e aggiunger una ulteriore sfumaturaall'attivit, in verit cos variegata e molteplice,dell'Istituto Centrale per il Catalogo.

    Maria Luisa Polichetti

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  • L'idea del Museo

    Nel 1986 l'Istituto del Catalogo organizz unapiccola esposizione nell'occasione della Settimanadei Beni Culturali. Si trattava di alcune macchinefotografiche di venerabile et - tra le quali quellaappartenuta al fondatore del GFN, GiovanniGargiolli - alcuni obiettivi, altre strumentazionifotografiche, in pratica la parte anticadell'inventario del Gabinetto FotograficoNazionale. A questi pezzi si aggiungevano alcunialtri, provenienti da acquisti effettuati nel tempodal Gabinetto Fotografico, e poi dall'Istituto per ilCatalogo, per esempio le macchine fotografiche diFrancesco Chigi e di Mario Nunes Vais.L'esposizione - voluta da Tea Martinelli, alloradirettore del Gabinetto Fotografico - ebbe uncerto successo: l'Istituto per il Catalogo aveva gicominciato a trasferirsi nella sede del Sanmichele- il Gabinetto Fotografico era ancora per in viain Miranda - e la mostra aveva un sapore un po'intimista, se cos si pu dire: un ufficio cheripercorreva la propria storia, ne riconosceva ilvalore, lo mostrava a qualche amatore e ai colleghi.Dopo qualche tempo, Maria Teresa Continiappront, raccogliendo anche memorie esuggerimenti di persone interne ed esterneall'ufficio, un catalogo I della parte pi interessantedella collezione di strumenti fotografici, e nelfrattempo il Gabinetto Fotografico raggiungeva ilresto dell'Istituto nella sede del Sanmichele.

    Dieci anni dopo, le prospettive sono molto

    cambiate, di pari passo con la fisionomia di tuttol'Istituto del Catalogo.L'occasione di aprire un Museo nuovo non potevaessere ridotta ad una semplice esposizione di beglistrumenti fotografici del passato. Attorno a questonucleo, che fornisce una sorta di filo rosso per lastoricizzazione di una attivit ormai pi chesecolare, si andato in realt aggregando unprogetto pi complesso, che mi sembra essere, oggi,unico nel suo genere in Italia, e soprattutto nuovonella concezione, e passibile di ulteriori espansionie trasformazioni.

    In Italia non esistito, fino ad oggi, un museopubblico dedicato alla fotografia. La collezioneAlinari ovviamente privata, e altre istituzioni,come ad esempio il Museo del Cinema di Torinoche pure ha una sezione fotografica, non hannogrande spazio da dedicare alla fotografia, o nonsentono la necessit di farlo. appena il caso dirimarcare come questa situazione riflettaesattamente il ruolo che la fotografia ha avuto inItalia e il suo rapporto con le istituzioni pubbliche.In Francia il governo impose gi dal 1851 ildeposito obbligatorio presso la BibliothqueNationale di ogni foto scattata da privati, el'abitudine continu fino almeno agli anni '20 delNovecento: cos che ora la Bibliothque Nationalepossiede una strabiliante collezione di fotografie,con la quale si pu tracciare la storia "nazionale"di questa arte e di questa tecnica. In Italia un simile

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  • Francesco Chigi. Vaso di fioricon papaveriAutocromia, cm. 13x18,c. 1908

    Nella pagina accanto:Giovanni Gargiolli e aiuti (?),Pisa, Il Duomo. Particolareesterno della cupola ronarchetti e cuspidi, 1911.Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromurod'argento, cm. 24x30

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  • Nella pagina accanto:Giovanni Gargiolli e aiuti (?).Pisa, Il campanile del Duomo.Particolare con capitello delbasamento, 1911Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromurod'argento, cm. 24x30

    obbligo, imposto solo alla fine del secolo, suscitun putiferio di ribellioni e di reazioni contrarie,pamphlets ostili, proteste, e non fu mai realmenteosservato. Risultato: la storia della fotografiaitaliana dispersa e frammentata, le tracce puresistenti presso una miriade di istituzioni pubblicheo semipubbliche sono spesso casuali, l'opera e gliarchivi dei fotografi sovente spariti e distrutti, esolo da non molti anni a questa parte il concettodella tutela di questo patrimonio si sta affermandonelle coscienze dei conservatori, parallelamenteper alla forte salita dei prezzi di questo genere dimateriali, e alla loro crescente rarit sul mercato.

    Per tardiva che sia stata, di fatto l'attivit delGabinetto Fotografico Nazionale costitu, findall'epoca della sua prima fondazione nel 1892-93,l'unica presa di posizione pubblica, anzi statale, neiconfronti di almeno un aspetto della questione"fotografia. ovviamente non casuale che ci sisia verificato in un ambiente istituzionalmentelegato alla tutela delle "Belle Arti". In questosenso, la figura del fondatore del GFN GiovanniGargiolli e il processo di istituzione e difunzionamento del suo ufficio rappresentano duevicende parallele, quasi identificabili. Gargiolli eraun tecnico e forse anche un artista. Era uningegnere e un appassionato di fotografia, unosperimentatore di trucchi e soluzioni tecniche; lefotografie che lui stesso scattava nei primi anni dilavoro del nuovo ufficio - poich era quasi solo in

    questa attivit, costituendone la mente inventiva eanche il braccio esecutivo - per sono attente aivalori estetici dell'inquadratura, e talvolta sonodecisamente belle. Aveva assorbito in profondit lalezione Alinari circa gli accorgimenti da seguire perottenere belle foto di monumenti (luce equilibrata,inquadratura alta per evitare la distorsione, niente'effetti speciali', ecc.) e la applicava in manieraintelligente e con istintivo buon gusto. Nell'idearel'allestimento della prima parte del nuovo Museo,quella riservata alla mostra degli apparecchifotografici, abbiamo pensato di rendere giustiziaanche a questa sua capacit, e di affiancare allagrande macchina da lui usata (cat. 9) alcune fotodelle prime campagne fotografiche da lui progettatee realizzate: le mura di Alatri, o le invenzioni delleriprese pisane possono senz'altro reggere ilconfronto della fotografia "artistica"contemporanea. Di fatto, sembra che il confrontocon le bellezze artistiche che il Gargiolli erachiamato a documentare gli giovasse anche sotto ilprofilo dell'esperienza estetica. Diciamo anche, enpassant, che proprio l'attivit di Gargiolli comedirettore del GFN ripropone, a livello pubblico eistituzionale, il problema che si pone nel caso delleditte o degli studi privati. Anche nel suo caso,infatti, la .firma di una foto o di una campagna didocumentazione va a siglare un lavoro complesso,nell'ambito del quale andrebbe resa giustizia alruolo del progettista - plausibilmente svolto daGargiolli - dell'esecutore o esecutori - e qui le

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    Carlo Carboni,Messina, Cattedrale di S. Maria.Veduta dell'interno dopoil terremoto del 1908Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromurod'argento, cm. 24x30

  • carte non aiutano, perch non rivelano i nomi dei fintifalegnami, elettricisti e muratori che facevano i fotografinel neonato GFN - nonch degli stampatorieventualmente diversi dall'autore dello scatto.

    Ma non diversamente, oggi che a quasi un secolo didistanza apriamo un Museo della Fotografia pressol'Istituto Centrale per il Catalogo, noi ribadiamo aun tempo lo stretto legame della - allora nuova -tecnica della fotografia con la tutela e le istituzionidelle - allora - Belle Arti, e parallelamentel'interesse non secondario che il GabinettoFotografico Nazionale e il suo erede Istituto per ilCatalogo hanno sempre avuto nei confronti dellafotografia in quanto prodotto estetico, bene datutelare, valore in s stessa.Questo interesse, l'Istituto lo ha dimostratosempre, nel corso di tutti questi anni: ricordo, aquesto proposito, quello che diceva Oreste Ferrari,allora Direttore dell'ICCD, nell'introduzione alcatalogo della collezione fotografica Chigi, unadelle pi interessanti tra quelle acquisitedall'Istituto: .TI ripristino di un correttocomportamento culturale, diciamo pure di unaelementare deontologia storiografica nei confrontidella fotografia si fonda, in conclusione, sul nonconsentire che venga stralciata dal contesto eprivilegiata questa o quella chiave di lettura deldocumento fotografico, e sull'operare inveceaffinch resti integra l'accessibilit a tutteindistintamente le virtuali letture che esso

    documento stimola. E allora... sar proprio inquesto orizzonte che l'istituzione pubblica troverle sue specifiche e capitali funzioni: che come sonoprimariamente di raccolta e di conservazione, diricognizione, classificazione e studio, sono anche diservizio per la massima disponibilit possibile deidocumenti fotografici, a favore del loro pi esteso elibero "uso" culturale.2 La politica di acquisizione stata costante nella storia del GabinettoFotografico e poi dell'Istituto del Catalogo: e haavuto inizio molto precocemente, nel 1906, quandoGargiolli (sempre lui) compr da LodovicoTuminello una notevole collezione di negativicalotipici, in parte opera di Tuminello stesso, inparte opera di Giacomo Caneva, in parteriproduzioni dalle foto Parker.' Molti altri acquistidi questo tipo seguirono, e alcuni di essi segnanovere e proprie tappe nella storia della conoscenza diquesta branca della storia dell'arte, attestando unacoscienza e una volont di protezione di questopatrimonio la cui definizione teorica di valore non facile - ma che ormai urge, come di unpatrimonio apparentemente estesissimo, ma inrealt, tra poco, relitto tecnico e storico, raffinato esempre pi fim, al pari degli smalti traslucidimedievali, delle xilografie quattrocentesche, o deitessuti di Fortuny.Come meglio si vedr nelle pagine che seguono, diqueste collezioni via via cos acquisite alcuni nucleisono raccolte di negativi, altri sono di stampepositive: allo stato attuale, i numeri dicono che le

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    Nella pagina accanto:Carlo Carboni. Messi~Chiesa di S. Francesco. Vedutadell'interno dopo il te'f'Te77lotodel 1908Negativo su lastra di vetro.gelatina al bromurod'argento, cm. 24x30

    fotografie costituenti il settore un tempo definitocome "fondi storici", ora diventato Museo, sonocirca 40.000, quindi un non disprezzabile plafondper future, molto auspicate, crescite. appena ilcaso di ricordare che nel corso del 1995 l'Istitutoha completato l'acquisizione della collezione diPiero Becchetti: forse la pi grande ancora esistentein Italia. stata un'acquisizione lenta, e non privadi vicissitudini: ma a lieto fme. Piero Becchettistesso voleva assolutamente che le foto da luiraccolte nel corso di tutta la sua vita diventasseropatrimonio pubblico e fossero conservate propriopresso il Gabinetto Fotografico Nazionale di untempo, e siamo felici che il suo desiderio, oraesaudito, abbia dato un cos forte supporto e unapromozione cos significativa alla costituzione diquesta nuova struttura.

    Ma chiaro che ora, che l'Istituto ha chiarito lapropria posizione nei riguardi della fotografia comearte, e come arte della documentazione, non ci sipotr sottrarre a quello che deve essere consideratoanche un cambio di prospettiva generale nel sistemadell'attribuzione di valore agli oggetti che sono lostrumento di lavoro quotidiano. Nella misura incui noi consideriamo "fotografia artistica" unacollezione che acquistiamo sul mercato, cos puredovremo al pi presto cominciare a individuare -e quindi a proteggere in modo adeguato - le stessefotografie del GFN, a cominciare da quelle delGargiolli in persona, che per la loro ormai secolare

    antichit possono pretendere alla medesimadefinizione di "storiche", quale noi applichiamoalle altre fotografie gi da ora accorpate al Museo.Scaturite da motivazioni diverse - l'una daldesiderio di creare un'immagine, l'altra dallanecessit di documentare un oggetto - le dueopere hanno ambedue un valore: sarebbeottocentesco ritenere che solo la "creazione pura",quella dell'artista disancorato dalle relazionipratiche con la realt, sia oggi da tutelare. Forseche gli artisti puri, per chiamarli cos, nondovevano fare i conti con il mercato?La fisionomia del Museo che si apre, dunque, concepita come un multistrato complesso,provvisto di varie funzioni, alimentato in manieraequilibrata da canali sia esterni che interni. Nasceall'interno di una istituzione che ha il compitodella documentazione, ma che scopre comeall'interno di questo dovere istituzionale esista unfilone con sue caratteristiche e valori, che a poco apoco assume uno spessore e dei contorni autonomi.Si presenta come una struttura mista, sia espositivache conservativa, che di archiviazione e studio: sarsempre esposta una parte degli strumenti antichi euna esemplificazione di fotografie originali; ma lamaggior parte dei materiali, vale a dire soprattuttodelle collezioni fotografiche, verr archiviata ecorrettamente conservata, aperta tuttavia allaconsultazione di chi ne faccia richiesta. Per mezzodi piccole pubblicazioni periodiche - il cuiformato e il cui "stile" anticipiamo gi in questa

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  • 16 Guida - i nuclei delle collezioni saranno via viastudiati e resi noti, e contestualmente verrannoanche esposti. Gli spazi espositivi saranno, come misembra corretto, diversi da quelli del Museo e dellesale d'archivio e consultazione; consisterannoessenzialmente nell'ambiente della ex chiesa delleZitelle dove gi, un anno fa, si apr la mostraL'immagine di Roma, che del Museo dellafotografia voleva rappresentare un annuncio e unantefatto. A breve termine, subito dopo l'aperturadel Museo, sar inaugurata la prima mostra dellaserie, quella della collezione di diapositivestereoscopiche. Le Lieure. Soprattutto, la speranza che questo piccolo luogo all'interno dell'ICCDdivenga un nucleo generatore di attivit e di studio;di corretta conservazione; di ricerca su autori,tecniche, vicende storiche; che attragga studiosi ecuriosi, i quali vengano a visitare, prendano e dianoidee, abbiano accesso ai materiali. La possibilit direlazioni e scambi con altri musei e istituzionipubbliche un'altra strada che perseguiremo, conl'interesse anche di capire quale ruolo e qualefunzione abbia diversamente svolto la fotografia inpaesi diversi dal nostro, e come le strutture di oggiriflettano e documentino questa diversit.

    I materiali costituenti il Museo sono suddivisibili inalcuni nuclei.Si comincia con la collezione degli strumentifotografici, consistente nella serie di oggetti gi asuo tempo sistemati da Tea Martinelli e in parte

    catalogati da Maria Teresa Contini (circa 150) cui siaggiungono circa altrettanti pezzi, di interesse pilimitato, che sono conservati nei depositi del Museostesso. A questo nucleo originario si aggiungono icirca 60 strumenti fotografici di recente acquisiticon la collezione Becchetti, tra i quali meriterparticolare attenzione e uno studio apposito ilnotevole gruppo dei visori stereoscopici: il pi"nobile" dei quali appartenuto al cardinal Antonelli.Poi ci sono le serie di fotografie - positivi inbianco e nero - che rappresentano le stampemoderne (eseguite dai fotografi del GFN) di variecollezioni di negativi antichi, per l'appuntoacquistate dall'Istituto o ad esso donate: alcune diqueste collezioni sono state oggetto in passato dimostre o di pubblicazioni, e ad esse stato fino adoggi assegnata la definizione di "fondi storici".Definizione che di fatto non corretta: ben si sache specialmente in America, ma anche in Francia,o in generale nelle nazioni dove si presta alla fotografiapi attenzione di quanto si faccia in Italia, il positivooriginale, quello stampato dall'autore dello scattooriginale, ad essere considerato "fotografia'"originale; la ristampa antica d'autore giconsiderata prodotto di livello secondario, il cuivalore, e di conseguenza la cui quotazione sulmercato, sono considerevolmente pi bassi.A prescindere dall'uso dominante, che quello cheho appena detto, certo la questione di cosa sia, infotografia, l'originale, mi sembra essere ben spinosa.Non facile imporsi una adamantina scala di

  • Francesco Chigi,Composizione di pianteAutocromia, cm. 9x 12,c. 1908

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    Francesco Chigi, Vedutadel giardino di Villa Chigi.Autocromia, cm. 13x18,c. 1908

  • valori, che conferiscano il giusto reciproco valore adun negativo originale, O alla sua prima stampa, chemagari il fotografo ha voluto successivamente .migliorare, ecc. E le stampe fatte da altri fotografida un negativo antico rappresentano quasi un casoanalogo dell'esecuzione di uno spartito da parte dimusicisti che non ne sono gli autori: si tratta di uncampo assai largo di possibilit e di potenzialit.Nel caso del Museo dell'ICCD, in ogni caso, lascelta non era difficile. I negativi originali, che permotivi di opportunit di archiviazione e ricercasono conservati nell'archivio generale dei negatividell'Istituto, non sono stati inseriti fisicamente trale collezioni del nuovo Museo: ma sarannocertamente concessi in visione agli studiosi cheabbiano necessit: di esaminarli. Le stampe relative,invece, sono presenti nel Museo, e mi sembracostituiscano - ancorch non "originali" - ungruppo molto importante di materiali, ancheperch ['abilit e la cura dei fotografi del GFN stata spesso notevole, e i risultati della riproduzionesono molto piacevoli. Cos facile consultarel'opera di Mario Nunes Vais, di Francesco Chigi,di Enrico Valenziani, di Luciano Morpurgo: a questogruppo dovranno certo affiancarsi, mediante unaduplicazione, alcuni materiali che attualmente sonoinseriti nella Fototeca, come i fondi ArmoniMoretti e Cugnoni - per non citare che i principali.

    Ultimo nucleo quello degli originali veri e propri,principalmente positivi in bianco e nero, ma anche

    un piccolo gruppo di dagherrotipi, di ambrotipie,di ferrotipie, di autocromie. Naturalmente inquesto settore la parte del leone svolta dallacollezione Becchetti, che, ormai tutta acquisita agliarchivi dell'ICCD, costituisce l'ingresso picospicuo che si sia verificato in tutto il secolo, eanche l'avvenimento pi rilevante nell'ottica di unaattivit di tutela dei beni fotografici e di argine alladispersione dei patrimoni privati sul mercato.Ovviamente non possibile riassumere qui, inpoche righe, il contenuto della collezione oelencarne anche solo i principali nuclei. Lacollezione il risultato di una intera vita diricerche e acquisti da parte del proprietario, che hacome sua principale passione la fotografia romanadell'Ottocento - di cui grande esperto - manon certo soltanto questa. La prima cosa da dire che il totale delle foto acquisite dall'ICCDammonta a circa 40.000 e che in questo totale laparte numericamente forse pi cospicua rappresentata dagli album di famiglia - circa 250.Sono di generi disparati, e certamente da unostudio di questo estesissimo gruppo potrannorisultare infinite informazioni e scoperte. Vi apparesoprattutto la societ aristocratica e borgheseromana, dai personaggi della curia pontificia, allebuone famiglie; i professionisti - medici, avvocati- i militari, gli artisti, vi compaiono in buonnumero, essendo ormai pienamente conquistatiquasi tutti i ceti sociali dalla nuova passionefotografica e dal must di avere un album, fissare le

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  • 20 immagini della propria vita, o collezionarle perregalarle ad amici e parenti magari lontani. Alcunefamiglie romane devono esser state particolarmenteinteressate da questa possibilit ritrattistica e dimemoria: i Caracciolo-Ginnetti, ad esempio, especialmente i Grazioli-Lante della Rovere, amici diGiuseppe Primoli: la contessa e appassionatafotografa Maria Lavaggi compare in infinite posedella vita quotidiana e in tutte le occasioni dellabuona societ romana - le vacanze in campagna, imatrimoni, le gite, la caccia alla volpe.Accanto agli album di famiglia, le foto "sciolte"offrono una potenziale capillarissima conoscenzadell'attivit dei fotografi romani o operanti aRoma: come si detto, questo argomento laspecialit del proprietario, e quindi i pezzi presentisono di particolare pregio, rappresentando l'operadi Giacomo Caneva, di Baldassarre Simelli, diLudovico Tuminello, di Filippo Belli, di MicheleMang; di Moscioni, di Vasari; di Chauffourier,Flachron e Macpherson; di Aitobelli e Molins;fino alle sei foto giganti opera di TommasoCuccioni, componibili a coppie, che rappresentanoil Colosseo e la basilica di S.Pietro, e che - mentrescrivo - stiamo restaurando per esporledegnamente nel Museo il giorno dell'inaugurazione.La geografia della fotografia italiana moltoparticolareggiatamente descritta attraverso l'opera ditanti fotografi, sparsi in ogni citt della penisola:Michele Bovi a Napoli, Pietro Poppi in Emilia,Naya a Venezia, Luigi Ricci (padre di Corrado) a

    Ravenna, Ledru Mauro a Messina, von Pluschow evon Gloeden in Sicilia: e poi Aiinari, naturalmente,Felice Beato, Besso, Bernoud, Brogi, i fratelliBonfils, Le Lieure, Morpurgo, Noack, Reali,Sommer e Behles. Le vedute stereoscopiche diPalermo del 1860, Messina prima del terremoto,l'assedio di Gaeta del 1860-61, sono foto di grandepregio formale, ma anche di straordinaria capacitdocumentaria, a conferma della continuaimpossibilit di tracciare una linea di demarcazionenetta fra patrimonio fotografico documentario epatrimonio fotografico artistico. Le 4000 foto difotografi italiani, che Becchetti ha raccolto eordinato in ordine alfabetico di autore, insieme conle 5.000 vedute stereoscopiche di tutt'Italia e anchecon le circa 5000 cartes de visite, costituiscono unsolidissimo "zoccolo" a queste pi prezioseemergenze, e documentano, ancorch non sempre alivelli qualitativi eccellenti, il tessuto dellaproduzione nazionale, per ricostruire una storia che- lo si detto - in Italia ha rischiato di andareper sempre sommersa e perduta, e in parte gicerto lo stata.Nonostante questo specifico e ampio interesse allastoria della fotografia italiana e alla documentazionesul patrimonio artistico nazionale, nella collezionesono vastamente rappresentati anche due altrifiloni: gli avvenimenti storici, e l'estero. Tra glieventi rappresentati ci sono delle vere e propriechicche - la reazione pi comune, e certamente lamia personale, la meraviglia di fronte alla

  • Francesco Chigi,Composizione florealeAutocromia, cm. 9x12,c. 1908

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    Francesco Chigi, Cestacon composizione di pianteAutocromia, cm. 9x12,c. 1908

  • possibilit che avvenimenti storici Umitici") relegatinella nostra immaginazione al rango di venerabilipagine di storia, possano esser stati fotografati,appartenere cio al tempo della tecnologia artistica.C' la Repubblica Romana del 1849, fotografata daStefano Lecchi; immagini dalla Seconda Guerra diIndipendenza nel 1859; la Spedizione dei Mille eGaribaldi a Napoli nel 1860, fotografato daAlphonse Bernoud. Poi un album della lotta albrigantaggio (1862); forse pi "locale", il viaggio diPio IX a Velletri nel 1863, ma c' anche l'albumcon i ritratti dei 769 partecipanti al ConciclioVaticano del 1869; le rovine di Parigi dopo laComune del 1870; fino alla Guerra di Libia e allebarricate di Fiume del 1920. I personaggi ritrattiabbondano, naturalmente, e incontriamo Garibaldi,Mazzini, Cavour, Kossuth, Gladstone, NapoleoneIII e pi volte la principessa Sissi. Infine, erimandando qualsiasi pi precisa avventura dentrola collezione alla serie di mostre e pubblicazioniche l'Istituto curer negli anni futuri, ci sono lefoto e gli album di viaggi: qualche volta opera diitaliani viaggiatori, oppure di fotografi stranierispesso molto conosciuti. In questo gruppo, houn'affezione particolare per i tredici volumi,testimonianza dei lunghi viaggi compiuti da GiulioGrazioli Lante della Rovere in Asia e in America,tra il 1878 e il 1879: vi si vedono immaginifantastiche, da quelle ormai note che Felice Beatoesegu in Giappone, ad altre raccolte in tutto ilSud-Est asiatico - con le formicolanti citt

    orientali ancora esenti dal cemento, e pavimentatedi fango e con una galleria di tipi umani esotici edi tagli naturalistici e paesistici davveronotevolissimi. O la costa della Californiacentovent'anni fa: che va confrontata all'altroalbum, testimonianza del viaggio compiuto dalprincipe Augusto Torlonia nel 1886-87 a Yosemite,Salt Lake City, e alle cascate del Niagara. CompareAtene nel panorama di Felice Beato, Costantinopolinelle fotografie dei fratelli Bonfs; e tante fotodell'Europa alla fine dell'Ottocento, i paesigermanici, il corso del Reno, la Svizzera, e con laSvizzera i laghi, i panorami, le Alpi, di nuovol'Italia, per ripartire verso nuove e altre immaginiimprovvisamente pi note e familiari, fissate ormainell'immaginario collettivo come innumerevoli epersistenti santini del nostro vivere quotidiano.

    Serena Romano

    , M.T. Contini, Strumenti fotografici 18451950, Roma 1990.2 O. Ferrari, Introduzione, in Uno sguardo privato Memoriefotografiche di Francesco Chigi, a cura di E.P. Amendola,Torino 1978, pp. lQ.ll.J V. la pubblicazione dell'intera collezione, con catalogo diPiero Becchetti, in L'immagine di Roma 18481895, a cura di S.Romano, Napoli 1994.

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  • Francesco Chigi. Vaso di fioriAutocromia, cm. 9x12,c. 1908

    NeUa pagina accanto:Ditta Armoni & Moretti,Il Duomo di Orvieto.Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromuro d'argentoritoccata con vernice rossa,cm. 21x27

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    Ditta Armoni & Moretti,Il Duomo di Orvieto,particolare del rosone centrale.Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromuro d'argentoritoccata con vernice rossa,cm. 21x27

  • Le collezioni dei negativi storici

    Uno dei nuclei costituenti il nuovo Museo dellaFotografia formato dalle collezioni di negativistorici, le cui ristampe moderne sono sempre statein consultazione presso l'Istituto nel settore untempo denominato Fondi storici.n Gabinetto Fotografico Nazionale, poi IstitutoCentrale per il Catalogo e la Documentazione,le ha acquisite nel corso del tempo, valutandolein base a pi d'una considerazione: il soggettodelle foto, interessante ai fini documentari; laloro qualit estetica; l'importanza storica dellacollezione nel suo complesso o nelle sue singolefotografie. superfluo dire che alcune di queste collezioni,magari a suo tempo acquistate solo in base al lorointeresse documentario, sono oggi diventateimportanti anche dal punto di vista della storiadella fotografia.Ne elenchiamo le maggiori, fornendo unabrevissima descrizione della natura e dellafisionomia della collezione.Si noti che alcune di queste comprendono anchepiccoli nuclei di positivi originali, che sonoparimenti ospitati nel Museo.

    n fondo cronologicamente pi antico conservatodal GFN il Tuminello, che comprende un nucleodi 602 negativi di Giacomo Caneva, LodovicoTuminello e della Serie Parker. Si tratta di negativisu carta: collodi e albumine, per i quali si resonecessario procedere al restauro, ad una adeguata

    archiviazione conservativa e alla riproduzione, alloscopo di evitarne l'uso data l'estrema fragilit deisupporti.L'Istituto ha curato nel 1995 una mostra e ilrelativo catalogo, curati da Serena Romano e PieroBecchetti, dal titolo L'immagine di Roma1848-1895. La citt, l'archeologia, il medioevo. Alsuddetto catalogo, edito da Electa Napoli 1994, sirimanda per una pi ampia informazione e per labibliografia.

    n fondo di Enrico Va!enziani (1842-1908),acquistato dal GFN nel 1972, si compone di 139lastre di particolare interesse storico: sono tutte invetro, una piccola parte sono al collodio, irimanenti negativi al bromuro d'argento.Valenziani nacque a Roma, dove studi e operdopo una parentesi di esilio politico a Firenze.Coltiv la sua passione per la fotografia e fu grandeamico di Gargiolli, fondatore del GFN, insieme alquale fond l'Associazione fotografica italiana.Proprio presso il GFN sono confluiti i 139 negativiche rappresentano il nucleo pi importante dellasua attivit e che si possono datare intorno al 1870;vi troviamo infatti documenti del Campo Militaredelle truppe Pontificie ad Anzio, vedute di Roma,vedute delle sale dei Musei Vaticani, ed altri

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    soggetti romanI.n GFN ha curato a Roma presso Palazzo Braschiuna mostra con relativo catalogo in cui statoesposto il materiale fotografico di questo artista dal

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  • Nella pagina accanto:Autore ignoto, Venezia,Canale con barche, circa 1915.Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromurod'argento, cm. 21x27Fondo Cugnoni

    titolo Le fotografie di Enrico Valenziani, edito dalCentro Di, Firenze, nel 1975.

    Attivo in area romana ma definito .fotografodilettante Francesco Chigi (1881-1953), di cuil'Istituto conserva circa 1300 negativi su vetro, tuttial bromuro d'argento, databili tra gli anni1906-1916.Si tratta di negativi di particolare interesse ebellezza con i quali Chigi ci lascia testimonianze difamiglia, delle ville di Ariccia, Castelfusano e dellavia Salaria, del suo viaggio in Russia nel 1908.Molti di questi negativi sono stereoscopici, altrisono invece piccoli formati che hanno resistitomirabilmente al passare del tempo; a questi vannoaggiunte le 75 autocromie, alcune delle quali vericapolavori del genere; le attrezzature fotograficheda lui possedute sono anch'esse esposte, in parte,nel Museo.Notizie dettagliate sull'attivit e sul materiale delfondo Chigi si possono trovare nel volume di E.P.Amendola, Uno sguardo privato. Memoriefotografiche di F. Chigi, edito da Einaudi nel 1978.TI fondo pi cospicuo quello del fotografofiorentino Mario Nunes Vais (1856-1932) di cui siconservano presso l'Istituto Centrale per ilCatalogo e la Documentazione circa 20.000 negativisu vetro di vario formato, dal 30x40 al 6x6, tutti albromuro d'argento. TI fondo stato acquisito dalGFN in due lotti separati, il primo nel 1970 ed il

    secondo nel 1981. Mario N unes Vais, nato aFirenze nel 1856 da una agiata famiglia israelita,inizi la sua attivit di fotografo non professionistanel 1885 e nel 1890 entr a far parte, in qualit disocio, della Societ Fotografica italiana. Fu attivofino alla morte che lo colse nel 1932.Nel Museo esposta anche una apparecchiaturafotografica appartenuta allo stesso NunesVais.La sua specialit di ritrattista ci ha lasciatoimmagini divenute famose di D'Annunzio,Mussolini, Marconi, Turati, Eleonora Duse, Irmaed Emma Gramatica, De Sica, Petrolini, Marinetti,Thomas Mann e molti altri ancora.TI GFN ha curato nel 1975 una mostra, e il relativocatalogo, tenutasi a Firenze dal titolo .Mario NunesVais fotografo Un'altra mostra e un altro catalogosono stati realizzati nel 1978 a Roma .Gli italianinelle fotografie di Mario Nunes Vai$, a cura di M.Teresa Contini.

    Un fondo che presenta un particolare interesse peri suoi legami con l'attivit pittorica dell'autore quello di Francesco Paolo Michetti (1851-1929). Lelastre dell'archivio Michetti, affidate dagli eredi perragioni di studio al GFN, furono circa 2900 evennero tutte riprodotte. I negativi originalitornarono agli eredi nel 1970 ma il GFN neconserv tutte le riproduzioni sia in negativo chein diapositiva b/n, nei formati dal 9x12 al 13x18.Per quanto non originaie, questa serie di

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    Luciano Morpurgo,Tende di beduini nei pressidi Hebran, 1927.Negativo su pellicola, gelatinaal bromuro d'argento,cm. 8,Sx6,S

  • Luciano Morpurgo,Zikhron Ya 'aqov. Due donnearabe conversano in una viadella cit14dina, 1927.Negativo su pellicola,gelatina al bromurod'argento, cm. 8,Sx6,S

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    Emile Andr, Verdun15-6-1916_ u rue """'Ile.Soldats procdants l'enlvement des dicombres.Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromurod'argento, cm. 9x12

  • riproduzioni risulta molto utile agli studiosi ed frequentemente consultata.Non potendo elencare tutta la copiosa bibliografiarelativa alI'attivita di Michetti, ci sembra utile perquanto riguarda i criteri di archiviazione delmateriale fotografico ricordare il volume a cura diMarina Miraglia, Francesco Paolo Michetti fotografo,edito da Einaudi nel 1975.

    li fondo Andr comprende circa 7200 tradiapositive e negative b/n, databili all'inizio del'900; sono immagini della Tunisia e di varie cittitaliane. li fondo stato acquistato dal GFN nel1977.

    Per ragioni di organizzazione del lavoro, ben primadel progetto di costituzione del Museo, una partedelle ristampe moderne di negativi che definiamo.fondi storici non furono ordinate comecollezioni, ma distribuite in Fototeca sotto idifferenti luoghi di collocazione dei soggettifotografati. Analogamente a quanto sar necessariofare per le fotografie appartenenti alle serie piantiche delle campagne fotografiche del GFN, sidovr, nell'immediato futuro, duplicare anchequeste collezioni, per consentirne la consultazionesotto ambedue i punti di vista. Ci riferiamo inparticolare alle collezioni Morpurgo, Cugnoni eArmoni Moretti.

    li fondo di Ignazio Cugnoni (1822-1903) un fondo

    antico di particolare bellezza che si compone di pidi 4500 negativi in vetro, quasi tutti al collodio,databili tra il 1855 e il 1890. li fondo fu acquistatodal GFN nel maggio 1914, al riguardo si-ved'al'articolo di Serena Romano, ICCD, il fOndoCugnoni, in Castel Sant'Angelo, la memoriafotografica 1850-1904, Roma 1993, pp. 105-106. Sitratta di una raccolta che testimonia luoghi ecostumi di fine '800, lasciandoci un patrimonio diimmagini che ha acquistato con gli anni unaltissimo valore storico-documentario.

    li fondo di fotografie di Luciano Morpurgo(1886-1971) fu acquisito dal GFN a partire dal1971. Ai negativi in vetro, al bromuro d'argento, siaggiungono anche molti positivi originali per untotale di oltre 30.000 fotografie di vari formati.Oltre al numeroso materiale documentario inseritoin fototeca, di particolare interesse sono lefotografie che testimoniano le origini slave diMorpurgo, le tradizioni ebraiche, i viaggi inPalestina, sempre con sguardo particolarmenteattento all'aspetto etnografico e sociale del viverequotidiano.

    li fondo ArmoniMoretti di Orvieto, acquistato dalGFN nel 1972, si compone di 5000 negativi invetro di formati dal 21x27 al 6x6. Si tratta di unavasta documentazione sulla citt e i monumenti diOrvieto, realizzata dalla ditta nel corso di varidecenni a partire dalla fine dell'Ottocento.

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  • 34 Un posto a parte tra le collezioni fotograficheantiche occupato dal nucleo di negativi di 7homasAshby, che non appartengono all'Istituto ma sonodi propriet della British School at Rome~ SOIo-in deposito permanente all'ICCD per effetto dellaconvenzione firmata nel luglio 1984_ L'Istituto hacurato insieme alla British School e di recenteanche alla Regione Lazio, la pubblicazione deivolumi tematici sulla collezione Ashby, e cio:7homas Ashby. Un archeologo fotografa la campagnaromana tra '800 e '900, Roma 1986; Archeologia aRoma nelle fotografie di 7homas Ashby 1891-1930,Napoli 1989; Il Lazio di 7homas Ashby 1891-1930,voI. I, Roma 1994.

    Anna Perugini

  • Emile Andr, Assisi,Veduta esterna della Basilicadi S. Francesco.Negativo su lastra di vetro,gelatina al bromurod'argento, cm. 9x12

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    N.A. Sevaistre, .Revolutionin Palermo 1860, Barricarlean Piazza Bologni [sic] 2 Juin-.Stampa stereoscopicaall'albumina, cm. 15,7x7.5Fondo Becchetti, album n. lO

  • G. Priolo, ..Revolution dePalerme. Le chapeau duDirecteur de Police sur unebarricade dans la TUe de POTtadi Castro. Le 2 juin 1860..Stampa stereoscopicaall'albumina, cm. lS,Sx7,4Fondo Becchetti, album o. lO

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    Autore ignoto, q,Entratanella rada di San Francisco,California.Stampa all'albumina virataall'oro, cm. 20x30,5, 1878/79(dall'album America, fotoraccolte e annotate da GiulioGrazioli della Rovere,Fondo Becchetti, voI. 210).

    Nella pagina accanto:Felice Beato, ..Samurai.Stampa all'albumina virataall'oro, cm. 19x24, 1878/79(dall'album Giappone -Costumi, foto raccolte eannotate da Giulio Graziolidella Rovere, FondoBecchetti, voI. 209)

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    Autore ignoto..Strada di Pechino.,..Stampa all'albumina virataall'oro, cm. 19,5x28.5.1878/79(dall'album .Cina, Pechino

    e dintorni .... foto raccoltee annotate da Giulio Graziolidella Rovere, FondoBecchetti, voI. 206)

    Nella pagina accanto:Autore ignoto, Due donne diHong-Kong (.No. 9. - TwoHongkong (Native) Women.)Stampa all'albumina virataall'oro, cm. 22x27,5, 1878/79

    (dall'album .Tipi e costumicinesi.... foto raccoltee annotate da Giulio Graziolidella Rovere, FondoBecchetti, voI. 207)

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  • Autore ignoto, Ballerina.Stampa all'albumina virataall'oro, cm. 23x26,5, 1878/79(dall'album .Tipi, gruppi,carestia, foto raccolte eannotate da Giulio Grazialidella Rovere, FondoBecchetti, voI. 200)

    Nella pagina accanto:Autore ignoto, Frutta diGiava. Stampa all'albumina,cm. 18x23, 1878/79(dall'album .Giava eCocincina, foto raccolte eannotate da Giulio Grazialidella Rovere, FondoBecchetti, voI. 204)

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  • Autore ignoto, L'albero B.sacro per i Buddisti. Ouvah,Ceylon.Stampa all'albumina virataall'oro, cm. 23,5x29, 1878/79

    (dall'album .Ceilan [sic],Singapore e Birmania_, fotoraccolte e annotate da GiulioGrazioli della Rovere,Fondo Becchetti, voI. 203)

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  • Composizione di albumdi famiglia, Fondo Becchetti.

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    Frank Ludwig.Ritratto di filatrice.Stampa all'albumina formatogabinetto. cm. llx16,5Fondo Becchetti

  • W. & D. Downey,Ritratto di giovane donna.Stampa all'albumina formatogabinetto. cm. llx16,5Fondo Becchetti

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    W.& D. DOWNEYPHOTOGRAPH ERS ,-.

    CO,"VA'GliT

    LON DON & N EWCASTLETO TH E

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    Autore ignoto. Ritrattodi gentiluomo. circa 1845.Dagherrotipo colorato amano con cornice ovalericoperta in velluto.cm. 17,5x15, circa 1845.Fondo Becchetti

  • Abate Vittorio della Rovere,Ritratto di giovane donnadella famiglia Cenci. 1854Dagherrotipo colorato amano con cornice in legnolavorata, cm. 29,5x25Fondo Becchetti

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  • Autore ignoto, Ritrattodel comandante Alton dellaMarina Borbonica. 1846Dagherrotipo colorato amano, cm. lSx12.Fondo Becchetti

    Nella pagina accanto:Mario Nunes Vais,Ritratto di Inna Gramatica.Stampa alla gelatina albromuro d'argento,cm. 24x30

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    Mario Nunes Vais.Ritratto di Renato FuciniStampa alla gelatina albromuro d'argento.cm. 24x30

  • Mario Nunes Vais,Ritratto della Duchessa StrozziStampa alla gelatina albromuro d'argento,cm. 24x30

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    Autore ignoto)Teatro di Parigi.Scena dal Guglielmo Tel/.Stampa stereoscopicaall'albumina, colorata a manosul retro, visione a luceriflessa e in trasparenza,cm. 17.Sx9Fondo Becchetti

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    Francesco Chigi, ContadinaNegativo stereoscopico,gelatina al bromuro d'argentosu vetro, cm. lO,5x4,S

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  • Autore ignoto. Gruppodi persone su una terrazza.Stampa stereoscopicaall'albumina colorata a mano.cm. 17,5x8.5Fondo Becchetti

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    Lodovico Tuminello,Il Foro Romano visto dalCampidoglio, circa 1874.Calotipo ritoccato convernice rossa, cm. 23,3x32,3.(Fondo TumineUo, n. 569)

  • Il Foro Romano visto dalCampidoglio, stampa modernaeseguita con tecnica al saleda calotipo originalecm. 23,3x32,3.

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    Apparecchio fotografico innoce, da studio, nel formato24x30, di costruzione italiana.databile alla fine 'SOO. Montaun obiettivo Plasmar doppioanastigmatico della Ditta UgoMeyee da 30 cm, f. 1: 4.Apparecchio fotografico inlegno di costruzione inglese.

    formato 40xSO, da studio,databile alla fine 'SOO. Montaun obiettivo anastigmaticoZeiss Koristka, serie vn da69 mm, f 1:12,5 conotturatore a tendina della casainglese Thotnton Pickard. l'apparecchio usato daGiovanni Gargiolli, fondatoredel GFN.

  • Il restauro delle macchine fotografiche:note di un'esperienza nuova

    Saranno in molti a chiedersi attraverso qualeprocesso mentale si pu arrivare a prendere ladecisione di affidare il restauro di vecchieapparecchiature fotografiche ad un restauratore diopere d'arte e, ancor pi intrigante, ad unrestauratore di opere d'arte contemporanea.A prima vista parrebbe che non esista attinenzaalcuna, tanto appaiono lontani e diversi i duecampi d'attivit; verrebbe piuttosto da pensare chequei tipi di oggetti avrebbero trovato pi logicapossibilit di recupero in uno di quei piccolilaboratori artigiani che non esistono quasi pi,quegli antri bui e disordinati odorosi di collacervione e gomma lacca, ultimi residui di un certotipo di organizzazione minore ottocentesca, quelladove dopotutto queste "macchine" sono proprionate.Invece stata fatta una scelta di livello diverso,motivata dalla considerazione che questeapparecchiature ottocentesche rappresentanoqualche cosa di particolare e di prezioso nella storiadell'uomo, della sua inesausta ricerca artigianale etecnica. Comunque la domanda d'inizio sempre:quali attinenze ci sono tra un manufatto d'artecontemporanea e un'apparecchiatura fotograficadella fine dell'Ottocento? Per prima cosa va dettoche le apparecchiature in questione ora vengonorestaurate solo per essere ammirate, proprio comeuna scultura, antica o moderna che sia: e gi questanon attinenza da poco. Ma eccone un'altra,determinante: mentre la scultura antica ha pochi e

    canonici materiali costituenti, quella contemporaneasi avvale spensieratamente dell'impiego dei pisvariati materiali. C' anche il marmo, masopratuttto, c' una grande scelta che va dai legni aimetalli (bronzo, ottone, ferro, alluminio), dallaplastica al vetro, dalla stoffa, al cuoio, al cartone:proprio come le apparecchiature fotografiche inoggetto.Ecco quindi perch a quella proposta inaspettata ilrestaurat6re interpellato, dopo una prima fase disconcerto, ha reagito positivamente entrando subitoin consonanza con l'idea. Ha detto s, e si trovato"dentro" al nuovo problema, immediatamenteaffascinato, irretito, ormai perduto.Perduto e accanito, a tratti disperato: le fasidemoralizzanti da superare con l'esperienza el'addestramento non sono mancate. Inediti iproblemi di manualit, impervie le strutture caveentro cui operare quasi alla cieca, e anche non lievidilemmi: come inserirsi con supporti e collantisenza interferire con le funzioni meccaniche e conle propriet ottiche dell'apparato? S, perch al di ldegli indirizzi di partenza emerso subito unaspecie di impegno morale a non fare nulla chepotesse impedire una possibile utilizzazione futuradegli apparecchi in campo fotografico: quindi nonsolo restauro ma anche ripristino totale (per quantopossibile data la situazione di partenza) perrecuperarne la corretta funzione, e non ridurlisoltanto a fantasmi lucidi, brillanti e inutili.Potrebbe sempre presentarsi in futuro

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    Apparecchio fotografico inlegno di costruzione tedesca,di formato 30x30, da studio,databile alla fine '800. Montaun obiettivo da ritrattiDerogy. l'apparecchio usato dalfotografo fiorentino MarioNunes Vais.

    l'opportunit, la curiosit o la necessit di unostudio tecnico-st9rico per vedere come "esce" unafoto da questi apparecchi, cosl come "usciva" allafine dell'Ottocento.

    Non stato sempre possibile conseguire questorisultato fino in fondo perch alcuneapparecchiature mancano purtroppo di elementimobili essenziali.Sono stati comunque curati anche gli apparati diaccoglimento delle parti mobili assenti: rimanesempre aperta la possibilit di reperire prima o poialcuni degli elementi latitanti, o degli equivalentiadattabili. Se non si pongono limiti allaProvvidenza non si sa mai cosa pu venir fuori dairiposti meandri dei depositi una volta che si deciso di mettervi ordine.Gli interventi eseguiti sulle otto apparecchiatureprescelte, indipendentemente dalle differenze distruttura e dimensione (molto accentuate dall'unaall'altra) hanno seguito per tutte la normale prassioperativa valevole per qualunque categoria dimanufatto complesso, e si possono descriveregeneralmente come segue:

    - rimozione a secco dei depositi di polvereprimo e fondamentale intervento eseguito conpennelli morbidi di varie forme e misure, easpirapolvere modificato nella bocca aspirante conpossibilit di selezionare i filtrati.Questa operazione, eseguita con particolare cura

  • Apparecchio fotografico inlegno Ruby de Luxe Tropica!per il formato 9x12, costruitodalla ditta inglese ThorntonPickard nel 1912.

    Monta un obiettivoanastigmatico Cooke Hobsonda 5 inc., f 1:4,5 e otturatorea tendina sul piano focalefino ad 1/1000.

    all'interno delle pieghe dei soffietti, ha fruttato i pi 63affascinanti reperti in relazione agli ambientifrequentati dalle apparecchiature sia durante la lorovita attiva che nelle successive fasi diaccantonamento o abbandono: frammenti di fogliee di insetti, piume, carta, tabacco, prodotti didisgregazione dagli ambienti ospitanti, fibre tessilidi vari colori, escrementi micronizzati da piccolianimali, capelli (il fotografo)?

    - pulitura approfondita degli esternidelle strutture ligneerimozion di depositi grassi stratificati e di colatureaccidentali di vario tipo, eseguita con acquaammoniacata e solventi volatili.Questa operazione ha salvaguardato segni, anche sedefinibili tecnicamente come danni, inerenti allamanualit del fotografo come: usura di angoli ozone particolarmente esposte, o piccole modifichestrutturali intese a modificare una funzione. Si deciso di salvare anche le bruciature da mozziconidi sigarette appoggiati su certi angoli, indizio dichiss quante pause di riflessione su soggetti difficilio inquadrature complesse

    - interventi sulle componenti metallicheferro, bronzo, alluminio, ottone sono stati puliticon prodotti industriali specifici, scelti tra quelli dipi sperimentata validit, come: Duraglit dellaReckitt = Tarni-Shield della 3 M =

  • 64 - revisione di ingranaggi e apparati meccanicirimozione delle vecchie ingrassature inglobanti,ogni tipo di sporco e polvere, eseguita conDiluente nitro, e successivo reingrassamento-oliatura a seconda delle particolari funzioni

    - disinfestazione e consolidamentodelle strutture ligneevecchie colonne di microfauna xilofaga e altre dipi recente installazione sono state attaccate condisinfestanti e consolidanti, operazione che andrprobabilmente ripetuta a tempo debito per unamaggior sicurezza d'efficacia.Prodotti usati: Xilamon Disinfestante = XilamonIndurente = Paraloid B 72

    A conclusione degli interventi sopradescritti si provveduto alla protezione finale dei materialiinteressati con l'applicazione di sottili strati di:Paraloid B 72 in alta diluizione (Diluente Nitro)per gli elementi metallici; gomma lacca bianca inalcool puro per le superfici in legno; ceramicrocristallina per le parti in legno dipinte di nero(tempera) quelle che fanno da "ingresso" allacamera oscura definita dai soffietti.

    Interventi sui soffietti

    li soffietto la struttura che assicura il corretto eindisturbato cammino dei raggi luminosi dal fronte

    Apparecchio fotografico 'dacampagna' in legno di ciliegiodi formato 21x27. costruitoda Piero Sbis a Roma nel1890 c. Monta un obiettivodoppio anastigmatico Goertz,serie m da 27 cm, f H,7.

  • macchina - attraverso l'obiettivo - fino al vetrosmerigliato o al negativo. un componenteimportantissimo dell'apparecchiatura e purtroppoanche il pi debole e fragile, il pi esposto adusura: quindi in questa parte del lavoro che sisono trovati i problemi d'intervento pi delicati elaboriosi.Ma anche i pi interessanti, perch non c'occasione migliore della necessit di un restauro percapire e apprezzare fmo in fondo l'inventiva el'abilit preposte dagli antichi artigiani allarealizzazione di una corretta funzione.I soffietti sono costruiti con un primo stratoesterno costituito da una tela a trama compatta, divari colori, o da un cuoio sottile e prezioso,supportato da una fodera di tela pi grossaapplicata con colla animale o vegetale. Questafodera, andando a determinare la camera oscura, necessariamente nera, a volte grigio-scuro. Negliapparecchi di maggior dimensione tra i due strati interposto un irrigidente supplementare costituitoda un cartoncino. Le quattro facce del soffietto sicongiungono ad angolo, a volte per sempliceaccostamento dei profili, a volte facendo girare lepieghe ad angolo retto con un metodo che si dovuto capire per imitarlo negli indispensabilirisarcimenti. Gli angoli sono sempre rinforzati,all'interno da strisce di tela, all'esterno daguarnizioni di cuoio.I danni riscontrati in questi otto esemplari vannodivisi in due ben distinte categorie.

    La prima quella che comprende i danni relativi alperiodo in cui l'apparecchio statoprofessionalmente attivo, e si riconoscono come:abrasioni lungo gli spigoli, strappi accidentali dellostrato superficiale, lenta e progressiva consunzionenelle zone pi mobili ed esposte. Agli incidenti pigravi, quelli che pregiudicavano l'efficacia dellacamera oscura, il fotografo-proprietario ha dovutoporre rimedio con toppe (di stoffa o di cuoio)applicate con colla animale, ed evidentel'attenzione con cui si intervenuti su un oggettoamato e indispensabile, perch le toppe sono scelteed applicate con molta cura e pulizia, con ildesiderio di non deturpare. Questi interventi sonostati rispettati e conservati, l'incollaggio rinnovatose in via di collasso. Altre toppe applicate in tempirelativamente pi recenti si distinguono comeoperazioni pi rapide e disattente, fortementedeturpanti, e sono state quindi rimosse e sostituite.La seconda categoria di danni quella checomprende gli incidenti sopravvenuti dopo chel'iter professionale dell'apparecchio si era concluso,nel successivo periodo di immagazzinamento o dicambiamento di propriet o di abbandonodefinitivo. Sono questi i danni pi deturpanti estrutturalmente pi profondi: scollatura totale degliangoli con semidistruzione dei rinforzi in cuoio,strappi largamente devastanti, deformazioni dellastruttura tessile, macchie d'umidit, scollamentidegli strati componenti e anche zone totalmentemancanti con chiari indizi di assalto da roditori.

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  • Pantoscopio con visorestereoscopico da tavolo, inlegno, per immagini di cm.9x18, sia diapositive chestampe. Lente per la visionedi "cartes de visite"

    e "formato gabinetto" condiametro di cm. 11Databile intorno al 1865CIrca.Fondo Becchetti.

    Visore stereoscopico a mano,in metallo, sia perstereoscopie su carta che suvetro; prodotto dalla DittaRichard, Parigi, circa 1920.Fondo Becchetti

    66 Gli interventi eseguiti si possono descrivere comesegue:- sostituzione delle toppe deturpanti conequivalenti in tela a trama fitta ed elastica,opponunamente dipinta per diminuire l'impattoestetico- applicazione di supponi interni, costituiti davelatino compatto mimetizzato, per riconnettere iprofili di contatto scollati, o rinsaldare quelli insituazione di precariet- sostituzione delle profilature di cuoio originali,mancanti o semidistrutti, con nastri autoadesivisagomati secondo le varie situazioni- risutura di scollamenti, abrasioni, angoli consunti- riassemblamento degli strati di stoffa ecanoncino separati o scollati- recupero delle sagome deformate e dellepiegature parzialmente perdute mediante pressioneprolungata in presenza di calibrata umidit.Per questi interventi si sono impiegati collantisintetici e resine epossidiche di produzioneindustriale, scelte tra quelle ampiamentesperimentate:- per gli interventi "esterni" largamente utile si dimostrato il Primal-AC-33X della Rohm andHaas, puro o in bassa diluizione- per quelli "interni" parso giusto evitarecollanti a base acquosa per non immettere possibilifonti di colonie fungine; molto adatto per elasticite rapida presa si dimostrato un prodotto denominatoPattex TR della Henkel Chimica-Bologna

    - una buona imbibizione di cera microcristallinasulle facce esterne dei soffietti ha permesso direcuperare sia le tonalit originali di stoffe e cuoisia la necessaria elasticit e flessibilit.

    Ancora qualche notizia su due interventi.Per quanto riguarda l'apparecchio fotografico dariproduzione della ditta Robeno Bonomi (cfr.Strumenti fotografici, a cura di M.T. Contini, Roma1990, n. 6). Un accenno panicolare va fattoall'intervento eseguito sul soffietto.Presumibilmente oggetto di assalto da roditori,questo soffietto, di cuoio molto sottile foderato sutela pattina di color nero, presentava oltre anumerosi piccoli danni distribuiti in varie pani,una mancanza totale per un vasto settore: metdell'altezza di un lato venicale e altrettanto delcorrispettivo lato sottostante, per una lunghezza dicirca novanta centimetri lineari.La mancanza stata risarcita con un insertoricavato da una tela di cotone, a trama fitta eresistente, foderata su frisellina nera. li risarcimento stato applicato con il Primal, dopo essere statoopponunamente pieghettato secondo lo stessosistema della pane originale (compresa la piegaturaad angolo retto) che si arrivata ad 'imitare dopovari tentativi.La superficie esterna stata dipinta in modo danon deturpare l'aspetto d'insieme purdistinguendosi, per sua natura, dal cuoio originale.In conclusione vanno segnalati gli interyenti che

  • stato possibile eseguire per ripristinare alcunefunzioni importanti, ottiche e meccaniche.

    Infine, per quanto riguarda l'apparecchio dicostruzione inglese (cfr. Strumenti fotografici, cit.,n. 9), stata tostruita eX-novo la tavoletta porta-obiettivo che risultava mancante: l'obiettivo eraprecariamente avvitato sul corpo-macchinacompletamente fuori asse ottico; stato possibilerisalire alle misure originali studiandol'alloggiamento di accoglienza; mentre, perl'apparecchio di costruzione italiana del 1880 ca.(Strumenti fOtografici, cit., n. 3), stata ripristinatala funzione del diaframma dell'obiettivo, bloccatoda ossidazioni. Per il cavalletto dello stessoapparecchio stato recuperato pienamente ilfunzionamento del sistema a manovella per ilsollevamento del piano di sostegno, bloccato inbasso per uso incauto e ossidazioni profonde dachiss quanto tempo.

    Enzo Pagliani

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  • 68

  • Pantoscopio da tavolo. inlegni pregiati e intarsiati condecorazioni in argento ebronzo dorato, chiudibile.Fabbricato dall'ottico Hirshdi Roma, per il cardinaleAntonelli. Segretario di Statodi Pio IX. Lente condiametro di cm. 15 e messaa fuoco con cremagliera.Circa 1860.Fondo Becchetti.

    Visore stereoscopico a mano,in legno, circa 1880, spessoofferto in omaggio conl'acquisto delle stereoscopie.Fondo Becchetti

    Nella pagina accanto:Pantoscopio con visorestereoscopico da tavolo, inlegno di radica. tipo folding,per la visione sia distereoscopie che di immaginisingole. Lente con diametrodi cm. 13, databile intornoal 1870.Fondo Becchetti.

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    Visore slereoscopico datavolo, in legno e metallo,per stampe stereoscopichedi cm. 9x18, montate suapposito supporto a libro.Messa a fuoco a slitta.Circa 1915.Fondo Becchetti

  • Indice

    PresentazioneMaria Luisa Polichetti

    L'idea del MuseoSerena Romano

    Le collezioni dei negativi storiciAnna Perugini

    li restauro delle macchine fotografiche:note di un'esperienza nuovaEnzo Pagliani

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  • Finito di stamparenel mese di giugno 1996per conto della Naedalla tipografia AlbagrafPomezia

  • ISBN 88-85897-65-7

    9 788885 897656