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DIRITTO INTERNAZIONALE
UMANITARIO
Team Regionale Area IV
Croce Rossa Italiana
LEZIONE 2
INDICE ARGOMENTI
• Nozione e definizione di DIU
• Ius in bello e ius ad bellum
• Diritto dell’Aja e diritto di Ginevra
• Le Quattro convenzioni di Ginevra del 1949
• L’art. 3 comune
• I due Protocolli addizionali del 1977
• La Corte Penale Internazionale
• Regole fondamentali del DIU
• Tipologie di conflitto armato
• Combattenti, prigionieri di guerra e civili
DEFINIZIONE
Cos’è il D.I.U.?
Il Diritto internazionale umanitario
è l’insieme delle regole di diritto
internazionale che, in tempo di conflitto
armato, proteggono le persone che non
prendono o non prendono più parte alle
ostilità e pongono limiti all’impiego di
mezzi e metodi di guerra. Belgrado, Serbia.
IUS IN BELLO vs IUS AD BELLUM
Il DIU viene circoscritto ai soli casi di
ius in bello
Tralasciando completamente giudizi
di valore per quanto riguarda lo
ius ad bellum
Insieme di norme volte a definire le
regole da osservare in guerra
Riguarda la liceità o meno della guerra
stessa
UN PO’ DI STORIA …
Già nell’antico evo erano note norme morali e di
concezione quasi “umanitaria”:
- Nell’opera “Arte della guerra”, di Sun Tsu (Cina, 500
a.c.), si ricorda l’importante concetto che la
“neutralizzazione” (o “messa fuori combattimento”)
del nemico, non obbligatoriamente deve coincidere
con la morte.
- Nel Codice di Hammurabi (XVIII a.C.) si ritrovano
vere e proprie leggi di guerra.
- Nei secoli successivi possiamo ritrovare tracce di
leggi di guerra che proclamavano il rispetto per il
nemico in testi quali il Corano e la Bibbia.
Durante il medio evo imperavano istituti quali la
Tregua del Signore e la Pace di Dio.
IL DIU
Diritto dell’Aja e Diritto di Ginevra
Diritto
internazionale
umanitario
Diritto dell’Aja
Diritto di Ginevra
IL DIRITTO DELL’AJA
Fissa i diritti e i doveri dei belligeranti nella condotta
delle operazioni militari e limita la scelta dei mezzi
da impiegare.
Beirut, Libano.
IL DIRITTO DELL’AJA
- 1868 Dichiarazione di San Pietroburgo (proiettili esplosivi
inferiori ai 400 g);
- 1899 Dichiarazione dell’Aja (proiettili dum dum);
- 1907 Convenzione dell’Aja relativa alle leggi e agli usi della
guerra terrestre (clausola Martens);
Ginevra, Museo internazionale CR
IL DIRITTO DI GINEVRA
Definito Diritto umanitario,
tende a salvaguardare i
militari fuori
combattimento e tutte le
persone che non
partecipano o non
partecipano più alle ostilità.
Sede del CICR, Ginevra.
IL DIRITTO DI GINEVRA
4 I per il miglioramento delle condizioni dei feriti e dei malati
delle forze armate in campagna (1864)
4 II per il miglioramento delle condizioni dei feriti, malati e
naufraghi delle forze armate sul mare (1906)
4 III relativa al trattamento dei prigionieri di guerra (1929)
4 IV relativa alla protezione delle persone civili in tempo di
guerra (1949)
à Nel 1949 vengono riviste anche le tre Convenzioni precedenti.
Le Convenzioni di Ginevra: Diritto consuetudinario
ARTICOLO 3 COMUNE ALLE CG Nel caso in cui un conflitto armato che non presenti carattere internazionale scoppiasse sul territorio di una
delle Alte Parti contraenti, ciascuna delle Parti in conflitto sarà tenuta ad applicare almeno le disposizioni
seguenti:
1. Le persone che non partecipano direttamente alle ostilità, compresi i membri delle forze armate che
abbiano deposto le armi e le persone messe fuori combattimento da malattia, ferita, detenzione o qualsiasi
altra causa, saranno trattate, in ogni circostanza, con umanità, senza alcuna distinzione di carattere
sfavorevole basata sulla razza, il colore, la religione o la credenza, il sesso, la nascita o il censo, o altro
criterio analogo.
A questo scopo, sono o rimangono vietate, in ogni tempo e luogo, nei confronti delle persone sopra
indicate:
a) le violenze contro la vita e l’integrità corporale, specialmente l’assassinio in tutte le sue forme, le
mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi;
b) la cattura di ostaggi;
c) gli oltraggi alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti;
d) le condanne pronunciate e le esecuzioni compiute senza previo giudizio di un tribunale regolamentare
costituito, che offra le garanzie giudiziarie riconosciute indispensabili dai popoli civili.
2. I feriti e i malati saranno raccolti e curati.
Un ente umanitario imparziale, come il Comitato Internazionale della Croce Rossa, potrà offrire i suoi servigi
alle Parti in conflitto.
Le Parti in conflitto si sforzeranno, d’altro lato,
di mettere in vigore, mediante accordi speciali,
tutte o parte delle altre disposizioni delle presente Convenzione.
L’applicazione delle disposizioni che precedono
non avrà effetto sullo stato giuridico delle
Parti in conflitto.
ARTICOLO 3 COMUNE ALLE CG
+Trattato in miniatura
+ Conflitto armato non internazionale
+ Protezione per le persone che non partecipano o non
partecipano più alle ostilità;
+ Ruolo del Comitato internazionale della Croce Rossa;
Ginevra, Museo internazionale CR
PROTOCOLLI AGGIUNTIVI DEL 1977
• Primo Protocollo
sulla protezione delle vittime dei
conflitti armati internazionali;
• Secondo Protocollo
sulla protezione delle vittime dei
conflitti armati
non internazionali;
Damasco, Siria
Superamento della distinzione tra
Diritto dell’Aja e Diritto di Ginevra
PROTOCOLLI AGGIUNTIVI DEL 1977
4 Estensione della normativa alle guerre di
liberazione nazionale;
4Aggiornamento della nozione di
combattente; disciplina dello status di
mercenario e di spia;
4Puntualizzazione delle norme sulla
condotta materiale delle ostilità;
4Disciplina più dettagliata per i conflitti
armati non internazionali;
LE ALTRE CONVENZIONI
1. Convenzione per la protezione dei beni culturali in
caso di conflitto armato, Aja 1954;
2. Convenzione sul divieto o la limitazione dell’impiego
di talune armi classiche che possono essere ritenute
capaci di causare effetti traumatici eccessivi o di
colpire in modo indiscriminato, Ginevra 1980;
3. Convenzione sulla proibizione dello sviluppo,
produzione, immagazzinaggio ed uso delle armi
chimiche e sulla loro distruzione, Parigi 1993;
4. Convenzione sulla proibizione dell’uso, stoccaggio,
produzione e trasferimento delle mine anti-persona e
sulla loro distruzione, Ottawa 1997;
5. Protocollo (III) sull’adozione di un emblema distintivo
addizionale, Ginevra 2005;
Emblema
protezione
beni culturali
Lubijana, Slovenia
LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE
ARTICOLO 8 à Crimini di guerra
Le infrazioni gravi alle
Convenzioni di
Ginevra del 12 agosto 1949
costituiscono crimine di guerra!
Statuto di Roma, 1998
Beirut, Libano
I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL DIU
1. Distinzione
2. Limitazione
3. Necessità e proporzionalità
4. Umanità
Sarajevo, Bosnia Erzegovina
DISTINZIONE
Distinzione tra obiettivi militari e
popolazione e beni civili!
Si possono dirigere attacchi solo
contro obiettivi militari.
Il personale e gli obiettivi militari
devono sempre essere ben
distinti dai beni civili e dalla
popolazione.
Tuzla, Bosnia Erzegovina
LIMITAZIONE
Limitazione delle perdite inutili e
delle sofferenze superflue
Durante la guerra il solo scopo
legittimo è indebolire le forze
armate nemiche e neutralizzare il
maggior numero possibile di nemici.
Si oltrepassa lo scopo se si usano
armi che
aggravano le sofferenze degli
uomini messi fuori combattimento
Sarajevo, Bosnia Erzegovina
LIMITAZIONE
Proibizione d'armi e sistemi
d'arma tali da colpire con
effetti traumatici eccessivi, così
da recare sofferenze
inalleviabili al bersaglio (laser
accecanti, munizionamento a
frammentazione con schegge
non rilevabili ai raggi X …).
Sarajevo, Bosnia Erzegovina
NECESSITA’ E PROPORZIONALITA’
Non esiste un diritto illimitato
nella scelta dei
mezzi e dei metodi di guerra, non
si possono infliggere sofferenze
inutili al nemico.
Vantaggio militare diretto e
concreto in relazione alle perdite
umane e alla distruzione o
danneggiamento di beni
civili o culturali.
Sarajevo, Bosnia Erzegovina
NECESSITA’ E PROPORZIONALITA’
Perdite umane e
danni alla popolazione civile
incidentalmente causati
Vantaggio militare
concreto e diretto
previsto
UMANITA’
PREAMBOLO
della Convenzione relativa
alle leggi e agli usi della guerra
terrestre, Aja 18 ottobre 1907
In attesa che venga promulgato un Codice più
completo delle leggi relative alla guerra, le Alte Parti
contraenti reputano opportuno dichiarare che, nei
casi non compresi nelle disposizioni regolamentari
da esse adottate, le popolazioni e i belligeranti
rimangono sotto la tutela e sotto l’imperio dei
princìpi del diritto delle genti, quali risultano dagli
usi stabiliti tra nazioni civili, dalle leggi dell’umanità
e dalle esigenze della pubblica coscienza.
Londra, Florence Nightingale Museum
LE TIPOLOGIE DI CONFLITTO ARMATO
Beirut, Libano
CONFLITTI ARMATI INTERNAZIONALI
Art. 2 comune alle 4 Convenzioni di Ginevra del 1949: Le Convenzioni si applicano in caso di 1) guerra dichiarata o 2) di qualsiasi altro conflitto armato tra due o più delle Alte Parti contraenti, anche se lo stato di
guerra non è riconosciuto da una di esse o 3) occupazione (anche se essa non incontra resistenza
armata)
Art. 1 c. 4 I Protocollo aggiuntivo del 1977:
-Guerre di liberazione nazionale (conflitti armati per
l’autodeterminazione)
CONTRO:
- dominazione coloniale
- occupazione straniera
- regimi razzisti
CONFLITTI ARMATI INTERNAZIONALI
SI APPLICANO:
-Le Convenzioni di Ginevra;
-Primo Protocollo aggiuntivo;
Ginevra, Museo internazionale CR
CONFLITTI ARMATI NON INTERNZIONALI
Art. 1 Secondo Protocollo aggiuntivo:
Conflitti che si svolgono sul territorio di una Alta Parte
contraente tra le sue FF.AA. e forze armate dissidenti o gruppi
armati organizzati
Ginevra, Museo internazionale CR
CONFLITTI ARMATI NON INTERNZIONALI
SI APPLICANO:
-Secondo Protocollo aggiuntivo;
-Articolo 3 comune alle Quattro Convenzioni di Ginevra;
Ginevra, Museo internazionale CR
DISORDINI INTERNI
Quali sono i criteri per verificare se una situazione può caratterizzarsi
come conflitto armato oppure come tensioni o disordini interni?
Criterio applicato dalla Camera d’appello dell’ICTY per stabilire
l’esistenza di un conflitto armato ai sensi dell’art. 3 comune consta di due
elementi: 1) l’intensità dello scontro armato 2) il livello di organizzazione raggiunto dalle parti a conflitto
Tunisi, Tunisia
c.d. Soglia minima
ESERCITAZIONE
‘Dallo scorso maggio (2009), la guerra per il potere ha già fatto un centinaio di morti in Madagascar. Le ultime vittime del braccio di ferro tra il primo cittadino della capitale e il capo dello stato, sono cadute due giorni fa sotto il piombo dei soldati della guardia presidenziale che ad Atananarivo hanno sparato ad altezza d’uomo. Il bilancio della mattanza di sabato scorso è di 28 morti e 212 feriti. Il presidente ha subito accusato l’opposizione di avere ‘oltrepassato i limiti’, mentre il premier ha annunciato che il coprifuoco notturno in vigore nella capitale verrà prorogato di almeno un’altra settimana’. DOMANDA: Siamo in presenza di un conflitto armato?
Antananarivo, Madagascar
I COMBATTENTI
I combattenti si dividono in:
1) Combattenti legittimi 2) Combattenti illegittimi
Beirut, Libano
I COMBATTENTI
I membri delle FFAA regolari (anche di governi non riconosciuti dalla potenza detentrice – es. i talebani); I gruppi armati, a condizione che: 1) siano sottoposti ad un comando responsabile 2) portino un segno distintivo fisso riconoscibile a distanza 3) portino apertamente le armi 4) rispettino gli usi e le leggi della guerra La popolazione (leva di massa)
Chi sono i combattenti legittimi?
I COMBATTENTI
-Tutti coloro che partecipano alle ostilità e che non
rispettano quanto previsto dalle Convenzioni per i
combattenti legittimi;
-LE SPIE (Art.46 del I P.A. 1977);
-I MERCENARI (Art.47 del I P.A. 1977)
Chi sono i combattenti illegittimi?
I PRIGIONIERI DI GUERRA
Tutti i combattenti legittimi, in caso di cattura, devono essere considerati
prigionieri di guerra e devono godere dei diritti garantiti loro dalla
Terza Convenzione di Ginevra per la protezione dei prigionieri di guerra.
Lubijana, Slovenia
I PRIGIONIERI DI GUERRA
I Prigionieri di guerra:
-devono essere trattati con umanità;
-devono essere protetti contro gli atti di violenza, gli insulti e l'interesse
pubblico (perciò non potranno nemmeno essere filmati o fotografati a
fini propagandistici, pubblicitari, mediatici …)
-hanno diritto al rispetto dell'onore e della persona;
-hanno diritto a indossare l'uniforme con relativi gradi, mostreggiature e
decorazioni;
-il trattamento dei PG di sesso femminile dovrà essere così favorevole
come quello dei PG uomini, né discriminazioni basate sulla razza, sulla
religione, sulla nazionalità, sulle opinioni politiche o altre ragioni
analoghe, potranno essere tollerate;
-la Potenza detentrice dovrà provvedere gratuitamente al
sostentamento e alle cure mediche dei PG;
Il trattamento dei Prigionieri di guerra
GARANZIA
L’articolo 5 della Terza Convenzione di
Ginevra stabilisce che:
in caso di dubbio
circa l’attribuzione dello status delle
persone catturate, queste fruiranno
comunque della protezione della
Convenzione stessa, nell’attesa che il loro
status sia determinato da un tribunale
competente.
In caso di dubbio …
Ginevra, Museo internazionale CR
I NON COMBATTENTI
A. I civili che non prendono parte alle ostilità;
B. Il personale sanitario, religioso, corrispondenti ecc., al seguito
delle Forze regolari ;
C. Il personale civile addetto a particolari servizi tecnico-logistici al
seguito delle FF.AA.
Il personale religioso e sanitario
al seguito delle FF.AA. se catturato non può essere considerato
prigioniero di guerra e deve essere rilasciato
(o trattenuto come supporto ai PG).
Chi sono?
CHI/CHE COSA E’ CIVILE?
TUTTI COLORO CHE NON
PRENDONO PARTE
ALL’AZIONE BELLICA
TUTTO CIO’ CHE NON
RIENTRA NELLA DEFINIZIONE
DI “OBIETTIVO MILITARE”
Srebrenica, Bosnia Erzegovina
PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE CIVILE
+ divieto di atti di discriminazione;
+ divieto di atti di coercizione fisica o morale;
+ divieto di atti idonei a cagionare sofferenze fisiche;
+ divieto di pene collettive;
+ divieto di saccheggio e rappresaglia;
+ divieto di cattura di ostaggi;
+ divieto di atti o minacce di violenza finalizzati a diffondere il terrore;
+ divieto di affamare la popolazione civile;
+ divieto di attacchi diretti o a titolo di rappresaglia;
+ divieto di utilizzare la presenza o i movimento della popolazione
civile per riparare dagli attacchi zone determinate o obiettivi militari;
+ divieto di attacchi indiscriminati
LE PARTI IN CONFLITTO …
… devono impegnarsi per la
conclusione di accordi per lo sgombero
dalle zone assediate di feriti, malati, vecchi,
donne, bambini, personale sanitario e
religioso … … hanno la facoltà di creare zone
sanitarie e di sicurezza o zone
neutralizzate …
… devono inoltre:
- rispettare e proteggere gli ospedali civili;
- concedere libero passaggio al materiale sanitario, ai viveri, al
vestiario destinato ai civili;
- facilitare lo scambio di corrispondenza tra le persone protette e le
loro famiglie e, ove possibile, favorirne la riunione;
- tutelare i minori e gli orfani nonché la loro identità culturale.
Grazie per l’attenzione,
Area IV Croce Rossa Italiana
Comitato Regionale Lombardia
Per approfondire:
P. Verri, Cenni sul Diritto Internazionale Umanitario nei conflitti armati.
Diritto Internazionale Umanitario - Risposte alle vostre domande.
Questi due testi sono disponibili sul sito della Croce Rossa Italiana al link:
http://cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4456
Per una trattazione accademica:
N. Ronzitti, Diritto internazionale dei conflitti armati.
Slide realizzate a settembre 2013 dal Team Area IV – Comitato
Regionale Lombardia, sotto la supervisione del Delegato Regionale
Area IV Chiara Maria Lévêque, con la collaborazione del Delegato
Regionale DIU S.lla Betty Spezia, del Cons. Giuridico Aldo Piccone,
del Cons. Giuridico Fabiano Beduini e dell’Istruttore DIU Gabriele
Frassanito, secondo il programma stabilito dall’O.C. 592/11 del 7
dicembre 2011
Fotografie di Chiara Maria Lévêque
Slide in attesa di approvazione della Commissione Nazionale DIU