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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 4 AGOSTO - SETTEMBRE 2010

2010-4 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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EZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 4 AGOSTO - SETTEMBRE 2010

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLVI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarini.

l'editoriale di enzo papi

Noterelle estive

GrestOratorio

CampeggiQuelle elencate sono tutte attività

che gravitano attorno alla parrocchia. Ne parliamo in questo numero come in quello precedente e lo faremo anche nel prossimo. È l’attività prevalente-mente estiva che coinvolge i nostri giovani e giovanissimi e fa sperimen-tare la vita di gruppo, l’indipendenza, l’amicizia.

Sono esperienze basilari per la vita di ogni persona e di ogni cristiano e la parrocchia ne è consapevole.

Assieme a famiglie, giovani volontari, catechiste e collaboratori queste esperienze possono essere realizzate nel migliore dei modi e pensiamo in modo ottimale. Basta leggere le testimonianze dei diretti interessati.

Il Grest in particolare coinvolge i più piccoli e gli appuntamenti giornalieri si svolgono nei dintorni di Anghiari ma non mancano gite o escursioni anche un po’ più distanti. I più anziani ricorderanno le passeg-giate alla Ripa o verso il Carmine, con le varie attività nei boschi di castagni, il pranzo in comune e l’impegno per ognuno di loro. Il Grest è la continua-zione di quell’impegno, ormai datato, e qui vengono alla mente diversi nomi di persone che si sono dedicate in quelle attività.

Ma ancora oggi, se prestate atten-zione, vi renderete conto che ci sono un nutrito gruppo di persone che sotto la guida di don Marco e con l’aiuto di don Stanislao lavorano per tutta la Comunità di Anghiari proponendo iniziative e occasioni che sarebbe utile non perdere.

A tutti vada un grande grazie per quello che fanno.

La Prova. Anche il neonato, anche l’infante di pochi mesi ne sono coinvolti! “Su, amore di mamma, non piangere! Se no potresti svegliare il fratellone

che ha bisogno di riposo! Studia tanto, sai”. La mamma sussurra sottovoce, con tenerezza, le poche frasi; quasi un bisbiglio, nel cuore della notte, al lume dell’abat-jour, mentre culla in braccio il bambino, appena finito l’allattamento, in attesa del ruttino che deve manifestare la completa sazietà. Poi la culla, il buio, il sonno. E il ‘fratellone’, la camera più in là, che può proseguire tranquillo il suo riposo. Prova di maturità! Tutta la famiglia, chi più chi meno, piega le abitudini e gli impegni quotidiani secondo le esigenze e gli orari dell’emergenza… esame! È caldo, il ragazzo si alza straordinariamente presto per piegarsi sui libri di sempre in orario più profittevole, meno disturbato dall’afa di questo fine giugno ed inizio luglio. Papà, che esce presto e deve prendere l’auto per andare a lavorare, passa dalla camera-studio e saluta. I nonni telefonano presto, preoccupati, alla figlia: “Venite da noi! Non pensare a pranzi o cene. Lascia il liceale tranquillo a fare il suo lavoro! Ci raggiungerà al momento dei pasti!”. Tutto ruota attorno al figlio grande ed alla sua prova di maturità. Bello! La famiglia fa quadrato; protegge e sostiene lo sforzo del suo componente così necessitato dalla prova più importante della vita. È il momento del bisogno e la famiglia è presente. Tempi frenetici, ritmi impossibili a volte; ma la famiglia c’è. Resta un valore esistenziale che non ti abbandona!

I Lettori. Capita; anche di frequente! E fa piacere. Per strada, in bottega, al lavoro. Nei momenti più impensati. Incontri sempre qualcuno, ti fermi, scambi

delle parole. A volte un po’ formali, altre in modo più profondo e puntuale: dipende da tante cose, dal rapporto, dall’amicizia o dalla semplice conoscenza. Gli uomini si incrociano di continuo. E i lettori de L’Oratorio sono tanti. Un giornale ha un compito: parole da leggere! Storie affidate agli altri; notizie che desiderano essere conosciute. E sapere che sei letto fa piacere! “Sono abbonato da sempre all’Oratorio-” e… “L’ho letta anche questa volta, professore!” Come ho incrociato la signora? Già, i figli a scuola… sono stato il loro insegnante! Ne è passato del tempo, ma il rapporto, anche se adesso è purtroppo solo occasionale, è restato. E L’Oratorio , nonostante i molti anni trascorsi, lo tiene vivo, lo aggiorna bimensilmente. Io conosco bene la signora; lei mi conosce alla stessa maniera. Anche a distanza, col veicolo del giornale, il legame resta; anzi si rinfresca ogni volta. Con l’arrivo del postino!

Il Rosario. Il tavolo di ping-pong è pesante, mastodontico. Cemento fissato con poderosi piedistalli sulle lastre del “bagno Stefano”. Sopra, sul piano

accuratamente dipinto di verde, con i bordi bianchi ben profilati e la reticella che separa i campi avversi, la pallina di plastica balla freneticamente da un campo all’altro. I due ragazzi, palette impugnate con convinzione, improvvisano uno strano salterello tutto teso a raccogliere e ribattere la leggerissima sfera bianca. Di solito passo distrattamente, non ho più molto interesse per questo gioco da tavolo; ma questa volta mi fermo ad osservare. Un particolare ha attirato la mia attenzione. Uno dei due giovani porta al collo un vistoso rosario a mo’ di catenina: grandi grani marroni, forse di legno, e una croce a tau di dimensioni proporzionate. Mentre la pallina continua a correre da un campo all’altro penso. Non può essere che una scelta! Nella quasi totale assenza- fra i bagnanti- di catenine con simboli cristiani, oggi sostituite dal niente o da più o meno impegnative collane con i ciondoli più diversi e più strani, questo rosario che balla così vistosamente sul petto del ragazzo non può che essere una scelta! Io ho una identità. Questa è la mia scelta di vita. Una presenza, in mezzo al popolo della tintarella.

Laboriosità ed inerziadi Turdiddo Guerri

Far molto e dir poco è virtù,far poco e dir molto è difetto;perciò se stima e onor vuoi aver tu,nonché notorietà di uomo retto,lavora sodo e di’ poche parole:rispetto e amor avrai da moglie e prole.

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Che ne abbiamo fatto del Sacramento del Matrimonio?Rubrica a cura di Monsignor Giacomo Babini

L’istituto familiare è centrale in tutta la storia dell’umanità e di conseguenza anche nella Sacra

Scrittura a partire dalle prime pagine: “Dio creò l’uomo a sua immagine; ad immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.(Gen. 1, 27)

Adamo di fronte ad Eva: “Questa volta essa è carne della mia carne” (Gen. 2, 23). Nel Nuovo Testamento Gesù ne fa uno dei sette sacramenti, e confronta l’unione matrimoniale tra uomo e donna al suo rapporto con la Chiesa.

È presente in tutte le culture conosciute; ha un forte radicamento nella natura per il sesso dell’uomo e della donna, per la inconfondibile identità di ciascuno, per i ruoli diversi e complementari che vengono ad esercitare nella famiglia, nasce con esso il primo e basilare nucleo sociale nel quale, prima ancora di tutte le leggi che le varie nazioni si daranno nei secoli, a partire dall’amore, si avvia l’orientamento sociale dei grandi problemi dell’umanità come la trasmissione, l’accoglienza della vita, l’educazione, il passaggio da una generazione all’altra delle esperienze, del progresso, il rispetto e la cura dei piccoli e degli anziani…

Questa visione del matrimonio quando ero giovane la stimavo inattaccabile da qualsivoglia punto di vista. Negli ultimi decenni purtroppo è stata stravolta in tutti i modi possibili nelle legislazioni delle nazioni, nelle trasgressioni plateali dei soggetti stessi del matrimonio, l’uomo e la donna, tanto che oggi l’istituto fondamentale pare non esistere più. Nella Spagna di Zapatero si è pensato di eliminare perché fuorvianti anche i termini “padre” e “madre”. Non ci si chiama più marito e moglie. I termini sono stati sostituiti da quelli più proletari di “compagno” e “compagna”, passati ormai di moda, ma sempre sopportati per indicare la originalità di una famiglia quasi uguale alle altre.

La Chiesa Cattolica e qualche gruppo laico ancora capace di ragionare, sono rimaste le ultime istituzioni a difendere il Matrimonio di un uomo e di una donna, come unione volontaria e libera, ma nello stesso tempo indissolubile quando sia avvenuta con tutte le condizioni richieste di fronte alla Chiesa nel Sacramento e di fronte all’autorità civile.

La Chiesa considera il matrimonio indivisibile per espressa volontà di Dio e per questo è uno di quei valori non negoziabili con qualsiasi realtà umana.

Sarà possibile ritornare alle belle famiglie, per molti aspetti pacifiche, feconde in tutti i sensi, dove l’uno era la gioia dell’altro e tutti insieme si aiutavano a camminare nella via tracciata dal Buon Dio? In verità di queste famiglie ce ne sono ancora tante e sono quelle che hanno deciso contro tutte le false mode, di vivere nella fede con la Chiesa. Ma non c’è da sperare almeno per ora, che la legislazione civile cambi in meglio, perché almeno in occidente la cultura è laicista e i responsabili principali dei governi sono in gran parte implicati in situazioni familiari irregolari o scandalose.

Gesù ci ha detto di non perdere la speranza perché nulla è impossibile a Dio.

Facciamo qualche passo insieme a queste giovani famigliole cresciute di numero quasi improvvisamente alla fine delle famiglie patriarcali nel dopoguerra e al tempo del boom economico. Sole e tranquille nella loro casetta con tutti gli elettrodomestici, la televisione, il lavoro per tutti e due, le ferie estive, nei primi anni al mare, poi in viaggi

sempre più lunghi all’estero. Avevano raggiunta la felicità? Erano certamente più istruiti di prima, probabilmente tutti e due laureati, ma di esperienza umana concreta, di quella del servizio e della convivenza sapevano abbastanza poco.

E chi mai li aveva preparati a questa improvvisa fortunata trasformazione? Così sprovveduti si trovano isolati, nella propria casa, assai più ospitale di quella dell’antico podere, a domandarsi se sarà il caso di avere figli, perché i figli costano e loro in questo periodo hanno tante spese in programma. E allora via a ricercare nei rotocalchi che nel frattempo sono entrati nelle famiglie acculturate, per vedere come rimandare la nascita dei figli. Poi, magari a quaranta anni decidono per il figlio e questo non arriva subito come a 20 anni, e allora si fa di tutto, magari si va all’estero a scovare qualche tecnica per averlo a tutti i costi.

Non voglio inoltrarmi in questa tematica enorme che merita ben altro spazio e considerazione. Mi limito ad osservare che siamo lontanissimi dal tempo nel quale il matrimonio era la svolta decisiva della vita e penso che fosse atteso con entusiasmo e trepidazione. Oggi, per le complicazioni dette e per quelle che seguono il matrimonio fa paura perché una percentuale abbastanza alta divorzia entro pochi anni. In molti altri casi proprio per questa paura, oltreché per il proprio non nobile comodo, si inizia a convivere ignorando ogni norma civile o religiosa.

Quaranta anni fa in una grande parrocchia non avevo nessuna famiglia che non avesse celebrato il matrimonio. Oggi in una piccolissima parrocchia ne ho cinque. Forse sono famiglie più felici delle altre? Prima di tutto non sono famiglie, ma accoppiamenti alla cui base c’è la mancanza di pazienza, l’istinto, e la pretesa di fare come tutti gli altri senza domandarsi se ce ne sono le condizioni. Poi danno per scontato che “se non va”, ognuno può riprendere la propria strada senza chiedere il permesso a nessuno. Si infittisce infatti la schiera già numerosa dei fallimenti coniugali e pertanto delle persone sole, costrette ad una vita che chiamare infelice è un eufemismo: liti tra babbo e mamma, figli abbandonati o contesi, intrighi con altre famiglie per poi chiamarle famiglie allargate… e poi, ironia della sorte, quando l’istituto del matrimonio si dice fa troppi danni, un uomo vuole fare famiglia con un altro uomo, e così le donne. Assistiamo a certi cortei pubblici di gay, di lesbiche, di transessuali… e chi più ne ha più ne metta, vedendo i quali cinquanta anni prima si sarebbero vergognati anche i pali della luce; gelosie, tradimenti vicendevoli, e come conseguenza, depressioni e delitti passionali.

E qualche giornalista che si è preso il titolo con il “sei politico”, incomincia a scrivere sui “pericoli dell’istituto familiare” perché se non ci fosse il matrimonio non ci sarebbero tante vittime in famiglia. Come dire distruggiamo tutte le abitazioni e avremo tanti benefici: non si spende per riparare il tetto, non si paga più l’affitto, non si fatica per spazzare il pavimento… e tanti altri benefici. Ringrazio il buon Dio che mi ha fatto nascere in una famiglia sana, e lo supplico con tutto il cuore per le famiglie buone che vivono il Sacramento e sanno testimoniare contro questa marea montante di pazzia. Sono esse la pietra preziosa, e il segno permanente dell’amore in questa umanità che il buon Dio dopo la Croce del Figlio non abbandona, ma attende, che passata la sbornia ritorni nella casa pulita e capire daccapo cosa sia la festa e l’amore.L’immagine di Adamo ed Eva è tratta da: santiebeati.it.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Agosto 2010 Mese di Settembre 20101° agosto domenica - Domenica XVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.2 agosto lunedì - Perdono di Assisi. Alle ore 8 del mattino, pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto alla Maestà di San Francesco. Alle ore 10 circa S. Messa presso il Cenacolo.3 agosto martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del S. Rosario.5 agosto giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.6 agosto venerdì - Trasfigurazione di N.S.G.C. Primo Venerdì del mese. Presso il Santuario del Carmine alle ore 21 S. Messa con adorazione.7 agosto sabato - San Donato. Festa grande ad Arezzo per il santo patrono.8 agosto domenica - Domenica XIX del Tempo Ordinario. San Domenico. Sante Messe secondo l’orario festivo.10 agosto martedì - San Lorenzo, diacono e martire. Lorenzo, spagnolo di nascita subì il martirio sotto Valeriano, fu disteso vivo sui carboni ardenti (graticola). Festa nella parrocchia di San Lorenzo dove alle ore 19 sarà celebrata la Messa solenne cui seguirà breve ristoro.11 agosto mercoledì - Santa Chiara di Assisi: seguì le orme di San Francesco e fondò il secondo ordine francescano detto delle Clarisse (1193-1253).15 agosto domenica - Domenica XX del Tempo Ordinario. Assunzione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa nella parrocchia di Micciano. “Oggi la Madre di Cristo è assunta in cielo: lodiamo il figlio signore del mondo”.22 agosto domenica - Domenica XXI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.24 agosto martedì - San Bartolomeo Apostolo. Bartolomeo, protettore della nostra parrocchia è nato a Cana di Galilea, fu condotto a Gesù dall’Apostolo Filippo. È tradizione che egli abbia predicato il vangelo in India dove fu martirizzato, scor-ticato vivo e decapitato. Alle ore 18, in Propositura, S. Messa solenne, seguirà festa per tutti negli spazi dell’Oratorio.27 agosto venerdì - Santa Monica. Madre di Sant’Agostino per la cui conversione versò tante lacrime ed elevò tante preghiere a Dio; è esempio di Madre veramente santa.28 agosto sabato - Sant’Agostino vescovo e Dottore della Chiesa (354-430). Nato a Tegaste in Africa, dopo una gioventù inquieta e poco morale, si convertì alla fede e fu battezzato; condusse quindi vita ascetica e densa di studi sulla fede, fu eletto vescovo di Ippona. Alle ore 18 S. Messa nella chiesa di Sant’Agostino.29 agosto domenica - Domenica XXII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.Martirio di San Giovanni Battista.

Ad Anghiari si festeggia il Beato Bartolomeo Magi nato nel 1460, entrato nei frati minori della Verrna, fu maestro dei novizi. Morì ad Empoli nel convento di Santa Maria a Ripa nel 1510.

2 settembre giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.3 settembre venerdì - Primo Venerdì del Mese. Nella Pieve di Micciano alle ore 20,30 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21 S. Messa con adora-zione.5 settembre domenica - Domenica XXIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.7 settembre martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del S. Rosario.8 settembre mercoledì - Natività della Beata Vergine Maria. Festa a Pieve S. Stefano “Nasce Maria e la sua vita gloriosa illumina la Chiesa”.12 settembre domenica - Domenica XXIV del Tempo Ordi-nario. Sante Messe secondo l’orario festivo.14 settembre martedì - Esaltazione della Santa Croce. “Ado-riamo la tua croce Signore; acclamiamo la tua Risurrezione: da questo albero di vita, la gioia è venuta nel mondo”.19 settembre domenica - Domenica XXV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.21 settembre martedì - San Matteo Apostolo Evangelista. Nato a Cafarnao, Matteo esercitava il mestiere di esattore delle imposte quando fu chiamato da Gesù. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Scrisse un Vangelo in lingua ebraica e si dice abbia predicato in oriente dove subì il martirio.23 settembre giovedì - San Pio da Pietrelcina.26 settembre domenica - Domenica XXVI del Tempo Ordi-nario. Santi Cosma e Damiano martiri. Sante Messe secondo l’orario festivo.29 settembre martedì – Ss. Michele, Gabriele e Raffaele Arcangeli.

Dal Chronicon della Parrocchia28 Ag. 1960 - Domenica - Festa di S. Agostino Vesc. e Dott. - Patrono delle Suore Agostiniane, le quali attual-mente sono in Anghiari al servizio dell’Ospedale e del Ricovero Martini e della Villa della Ripa, nella quale compiono importanti restauri.Tutte le celebrazioni del mattino sono state nella Chiesa di S. Croce - Ospedale.

29 Ag. 1960 - In propositura nell’altare dove è esposta la insigne Reliquia -sotto il grande quadro della Cena del Sogliani- abbiamo celebrato la festa del B. Bartolomeo Magi di Anghiari.In quest’anno cade il centenario V° della sua nascita e ci siamo ripromessi una solennità in altro tempo più adatto: 1460-1960.

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S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTO " -CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE " -SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura " -PIEVE DI MICCIANO " -PIEVE SOVARA " -TAVERNELLEOre 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 15,30 -TUBBIANOOre 16,00 -PONTE ALLA PIERA " (una domenica del mese, in polacco)Ore 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 S. Maria della Pace Le Ville

Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a MonterchiUltima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16 (ore 17 estivo) TavernelleOre 16,00 (ore 18 estivo) Arcipretura MonterchiOre 17,00 Madonna Bella a PocaiaOre 18,00 Propositura Anghiari

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Festa del Patronosan Bartolomeo Ap.

martedì 24 agostoin Propositura

ore 18 S. Messa solenne

al terminenegli spazi dell’Oratorio

festa x tutti

martedì 10 agosto 2010Festa di San Lorenzo

La Comunità di San Lorenzo, nel poggio di Anghiari, vi aspetta per la S. Messa delle ore 19 a cui farà seguito la merenda negli spazi circostanti. Quest’anno sarà un anno particolare e importante dopo i lavori di restauro (in parte da terminare) a tutto il com-plesso della chiesa e della canonica.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

I gatti del centro storico

Ho deciso di scrivere queste riflessioni nelle pagine del giornale dopo quello che è successo in via di Ronda nei giorni scorsi.

Mi riferisco al gatto morto (avvelenato?) e ai gattini trovati morti (uccisi?) all’inizio della stessa via.

Purtroppo non è la prima volta che i gatti del centro storico di An-ghiari spariscono, non si sa bene dove e come, ma mai si era vista una crudeltà così manifesta. Capisco che non tutte le persone sono amanti degli animali ma almeno pretendo che li rispettino e non facciano loro del male considerando che le colonie di gatti sono protette dalla legge e chi li maltratta e sevizia è perseguibile e punibile penalmente!

I gatti nei centri storici sono presenti fino da quando si sono formati i primi insediamenti, la loro presenza era un deterrente al proliferare dei topi e delle infezioni veicolate da questi, come la peste. Oggi la peste non c’è più ma i gatti che girano nei vicoli o che stanno al sole sulle pietre di un palazzo sono un elemento caratteristico e pittoresco che i turisti apprezzano, come dimostrano le bellissime foto scattate ai gatti di Anghiari!

La civiltà di un paese e dei suoi abitanti si misura anche dal ri-spetto e dalla tolleranza dimostrata verso gli animali, specialmente i più indifesi e sfortunati come i randagi!

Anche perché come si suol dire: “Chi non ama gli animali, non ama nemmeno le persone!”

Paola Foni

Fagioli caponidi Emmedipì

Tutto era cominciato in occasione della scorsa festa di San Martino quando il Manenti della Casanova, ge-loso e fedele custode dei semi dei fagioli caponi me ne fece avere un po’. Mi venne allora in mente, in accordo con il detentore del seme, di coinvolgere altri agricoltori della Valsovara (perché questo fagiolo nasce e fruttifica solo lì). Detto fatto, preparo delle porzioni di fagioli e li consegno al Baggi, a Palmiro del Molin bianco e alla Carla da Tavernelle ma originaria di Ripoli.

Palmiro ha rinunciato a favore del Baggi perché si dedica alle zucche e la Carla ha delegato il cognato, Secondo, che li ha piantati in un orto nel centro del paese di Tavernelle.

E veniamo allora al Baggi che ha messo a dimora, nelle poste del suo campo a confine col Sovara, la giusta quantità di semi e il 4 luglio, quando abbiamo fatto il controllo, i fagioli (si parla della pianta) erano belli e vigorosi. Poi siamo andati a vedere anche quelli del Manenti, che pativano un po’ più l’asciutto (ma dice che è meglio) e così ho scoperto che anche il Corazzi-ni, sempre della Casanova, è un assiduo coltivatore di caponi. Non solo, ho scoperto che anche il Diavolino del Molin del Caccia coltiva questi fagioli da tempo immemorabile.

Un elenco preciso lo faremo quando il prodotto sarà più avanti e pronto per il consumo che così intanto ci informiamo ma ora guardate la grinta dei tre coltivatori del Sovara: sono il Corazzini, il Baggi e il Manenti. Vi renderete subito conto che siamo in buone mani e questa qualità di seme proprio delle nostre zone, anzi proprio della valle del Sovara, continuerà a esistere. Anzi, la nostra intenzione è di migliorarla con una selezione naturale scegliendo di volta in volta i semi migliori come d’altra parte facevano i nostri nonni.

Mi piace riportare un appunto di viaggio: mentre si andava alla Casanova, nei greppi sotto i Piani, ho potuto vedere diverse piante di avanesi fiorite. Di questa pianta ne abbiamo parlato tempo indietro. E sempre riguardo agli avanesi anche le passeggiatrici della vecchia via di Caprese mi hanno comunicato che gli avanesi anche nella loro zona sono già fioriti.

Palio e artigianidi Mario Del Pia

Su La Nazione di Arezzo è apparso tempo fa (ha provveduto al suo invio l’amico Armando Zanchi) un articolo del professor Attilio Brilli sul Palio d’Anghiari. Ci sono delle critiche ben precise alla manifestazione che secondo l’autore ricopia gli aspetti meno validi, anzi meno nobili, di manifestazioni simili non assumendo invece quell’originalità che Anghiari meriterebbe.

Premetto che le critiche mi sembrano mosse dall’amore del pro-fessor Brilli per Anghiari ma io penso che la manifestazione in quanto tale non sia da buttare alle ortiche.

Io vorrei però parlare degli artigiani cui si fa cenno nell’articolo. Mentre cinquant’anni fa un nostro artigiano riusciva a produrre con le sue mani degli oggetti, delle “cose”, sia che lavorasse legno, pietra, ferro o argilla, che gli permettevano di poter mantenere la sua famiglia, oggi quell’artigiano morirebbe di fame lui e tutta la sua famiglia. E questa non è una bella cosa! Ma stando così le cose solo una per-sona che non ha bisogno delle entrate del suo lavoro può rimanere fedele a quel tipo di lavorazione. È vero, ci sono molte persone che apprezzano i lavori artigianali e ne sanno valutare il valore ma poi, al momento dell’acquisto preferiscono quelli a buon mercato. A volte poi sono così ben fatti (quelli industriali) che ci vuole esperienza, ma tanta, per capirne la differenza. Così i merletti sono fatti a macchina, i mobiletti o gli stipi sono confezionati da ditte che ne producono centinaia o forse migliaia, il ferro battuto viene venduto a elementi preconfezionati pronti per l’assemblaggio, la ceramica è dipinta con le decalcomanie. Certo da noi rimangono ancora artigiani con la A maiuscola che cercano di rimanere fedeli alla tradizione ma la battaglia per la sopravvivenza è molto dura.

E per concludere? Prendiamo le parole di Brilli non come de-nigratorie ma come stimolo a fare meglio e insieme, e chi bara o sceglie scorciatoie mettiamolo al bando, perlomeno dalle iniziative prese con il lavoro e i denari di artigiani, Amministrazione comunale o altri Enti.

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...il Palterre ovvero Ridendo castigat mores

La vignetta di Scacciapensieri:Segreti

Auguri alla nostra mamma

Il giorno 27 maggio la nostra mam-ma Verdiana Menzogni Pernici nata ad Anghiari nel 1920 ha compiuto 90 anni.

Il giorno 29 maggio l’abbiamo fe-steggiata con una Messa solenne alle ore 17,00 nella chiesa della sua par-rocchia dedicata a S. Barbara nel co-mune di Cavriglia dove ora risiede. A sua insaputa è venuto a cantare il Coro dei Cantori di S. Giovanni del Coro del Duomo di Firenze di cui io, Marcella, faccio parte da 27 anni.

La mamma non credeva ai suoi occhi e quando abbiamo intonato l’Alleluia di Haendel è scoppiata a piangere dall’emozione. Questa emozione ha pervaso tutti perché non avevano sentito mai musica così bella accompagnare una celebrazione liturgica. Abbiamo eseguito poi tutta la Missa Brevis St.i Joannis de Deo di Haydn, la Cantata 147 di Bach, O salutaris hostia di Gounod e il Te Deum di Mozart. Tutta musica bellissima eseguita in modo perfetto.

Per notizia il Coro del duomo di Firenze è venuto due volte a cantare ad An-ghiari con mia grande gioia perché l’amore per la musica corale mi era stata tra-smessa dal caro e bravissimo Don Vittorio Bartolomei e questo era per me un omaggio alla sua memoria.

Quel giorno la mamma era circondata dall’affetto di noi figlie, dei generi, dei quattro nipoti con mogli e mariti, da otto pronipoti che sono adesso la sua gioia più grande. Ringraziamo il M° Alfonso Fedi, l’Organista Riccardo Torricelli, il presidente Dino Bonciani, i coristi, i sacerdoti Don Massimo e Don Foresto e tutti i parrocchiani presenti.

Per noi era il minimo che potevamo fare per la nostra mamma. Lei è sempre stata disponibile, non ha mai detto di “no” a qualsiasi nostra richiesta. Ancora oggi è il nostro faro, il nostro punto di riferimento e non finiremo mai di ringraziarla per i tanti sacrifici che ha dovuto fare per noi specialmente quando eravamo piccole. Ringraziamo Dio di averci dato questa mamma così preziosa e Lo preghiamo di darle tanta serenità.

In questa occasione ricordiamo anche il nostro babbo che non c’è più ma che senz’altro ci ha seguito ed approvato questa festa.Mamma, ti vogliamo bene e ti abbracciamo.Grazie di tutto!!!!

Marcella e Domenica.

Auguri SimonaIl giorno 20 maggio scorso

Simona Graziotti si è laureata presso l’Università degli Studi di Perugia Facoltà di Ingegneria Civile discutendo una tesi dal titolo: “Ricomposizione architettonica dell’area Ex Sai Fosso Boiano a Passignano (PG) Progetto di un WATER LANDSCAPE.” Relatore Prof. Ing. Paolo Belandi.

A Simona, che ha ottenuto la bella votazione di 110 e lode e che abita nella collina di Palazzolo vicino a Tavernelle, gli auguri dei familiari e degli amici ai quali non si fanno mancare quelli della Redazione.

Notizie etereeEcco la notizia che mi è giunta da un amico inglese ed è per me una gradevole, inaspettata e gratificante nuova di una annotazione su Internet.

Vai su Internet ed entra la seguente dicitura “ PETER LEGA MARGARET THATCHER”. Appena si apre clicca sul primo paragrafo ossia “Speech to Finchley & Whetstone Chamber of Commerce / Margaret”.La sorpresa è che questa notizia si riferisce e parla di un meeting del 1985 con Margaret Thatcher in cui io nelle vesti di Chairman della Camera di Commercio di F & W di Londra faccio un discorso al quale Margaret Thatcher poi rispose.Considerazione finale: Grazie ad Internet anche una per-sona comune può godere di momenti inaspettati di noto-rietà

Un abbraccio Pierino

Le lauree di Pamela

Il giorno 19 aprile scorso si è laureata in Studi Linguistici e Culturali Pamela Martini discutendo due tesi sulla Let-teratura spagnola e sulla Letteratura ispanoamericana ed ottenendo la bella votazione di 110.A Pamela, che abita ad Arezzo ma è la nipote di Ivo Senesi dal Colle, apprez-zato suonatore di campane, gli auguri dei parenti di qua e di là dalla Libbia. E gli auguri della Redazione.

Il plurale del titolo è d’obbligo perché Pamela si era già laureata in Lingue e Comunicazioni Internazionali il 19 di-cembre 2007 presso l’Università degli Studi di Siena Facoltà di Lettere e Fi-losofia ottenendo un bel 100 tondo ton-do.Auguri tardivi solo perché solo ora ne siamo venuti a conoscenza!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiesa di S. Croce ad Anghiariseconda parte

Continuiamo a raccontare la storia di questa cinquecentesca Chiesa della Croce situata in posizione panoramica, in cima al ripido stradone trecentesco di Anghiari. La sua costruzione, insieme all’annesso Convento francescano ha richiesto un periodo di tempo lungo 35 anni, dal 1499 al 1534. Nei secoli successivi è stata poi oggetto di molteplici trasformazioni e ristrutturazioni fino ad arrivare ai restauri effettuati negli ultimi decenni del secolo appena trascorso. Sorta in territorio della Pieve di Sovara, allora Diocesi di Città di Castello, passò poi a quella nuova di Sansepolcro, il cui Vescovo, mons. Niccolò Tornabuoni, la consacrò solennemente il 13 ottobre 1566. Se vogliamo conoscere esattamente com’era alle origini, dobbiamo rifarci alla più volte citata visita apostolica di mons. A. Peruzzi, incaricato da papa Gregorio XIII a visitare le diocesi di Sansepolcro ed Arezzo per constatare se e come vi fossero realizzate le riforme decretate dal Concilio tridentino. Il presule si trovava in visita alle chiese d’Anghiari e, avendo conosciuta la contiguità della chiesa della Croce e del plebanato di Sovara, li visitò dal 7 al 9 luglio 1583 per non ripetere il viaggio nello stesso territorio. Traduciamo per i nostri lettori un’esauriente sintesi della relazione di questa visita apostolica scritta in latino e conservata nell’A.V.S. (Archivio Vescovile di Sansepolcro), nei tomi delle visite pastorali dal 1566 al 1649)

L’ “Ecclesia Sanctae Crucis fratrum Minorum sancti Francisci de Observantia” si presenta a mons. Peruzzi molto vasta, ben pavimentata, con le pareti intonacate ed imbiancate e con sette altari. Di fronte alla S. Eucaristia, conservata all’altar maggiore in un vaso d’argento molto bello, rinchiuso in un tabernacolo ligneo al di fuori decorato, ornato e dorato, brilla una lampada accesa. L’interno del ciborio dovrà essere rivestito di seta rossa e la chiave dovrà essere dorata e legata ad un cordiglio con mappa di seta. Alla domanda con quale frequenza vengono rinnovate le ostie consacrate, i frati rispondono: “Bis tantum in mense”. Il visitatore comanda di rinnovarle almeno tre o quattro volte al mese ed inoltre di porgere il vino consacrato ai fedeli non con il calice, ma con un semplice bicchiere di vetro. La sacrestia, considerata la povertà dei frati, si presenta in buono stato e rifornita di molteplici paramenti di seta e di lana e del necessario “pro sacrificio Missae”. Nella chiesa, però, mancavano i confessionali e perciò il visitatore ordina di provvederne almeno tre, a cui dovranno essere affissi l’elenco dei casi riservati, la bolla in Coena Domini e l’immagine del Crocifisso “a latere paenitentis”. Mons. Peruzzi passa poi a visitare gli altari secondo il seguente ordine:

Altar Maggiore, consacrato insieme alla chiesa, si presenta rifornito del necessario per celebrare l’Eucaristia, ma risulta privo del baldacchino che dovrà essere provveduto.

Altare di S. Francesco, costruito per devozione della famiglia Nuti, sebbene abbastanza decente, è privo tuttavia dell’Icona, della Croce e del baldacchino. I patroni sono invitati a provvederli e a far celebrare la festa di S. Francesco e altre messe per loro devozione.

Altare anonimo, cioè senza titolo, del Capitano Nicolò Giusti. Si tratta di un altare di legno spoglio di tutto. Il visitatore ordina di ricostruirlo in pietra e di adornarlo di tutto il necessario “infra annum” sotto pena della perdita

Le foto di questa pagina

In alto: Altare maggiore proveniente dalla chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce. Dietro l’altare la gran-de tela attribuita al Dolci o al Curradi (Salmi) raffigurante l’Invenzione della Croce.Quindi: L’altare dedicato a San Francesco.In basso: L’altare Giusti con la tela raffigurante Santa Caterina d’Alessandria.

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Le nostre chiese...di ogni diritto su di esso.

Altare dell’Annunciazione apparteneva agli eredi di Nicola Bigliaffi, anch’esso con mensa di legno, da sostituirsi con una di pietra e inoltre si dovrà provvedere alla Croce, a due candelieri, al pallio e al baldacchino.

Altro altare, non terminato. Era stato iniziato in seguito alla traslazione del titolo di una Cappella detta popolarmente “Chiesa del monasterio di sancta Croce in la ruga di santo Ossano” fuori del castello di Anghiari, in diocesi aretina e trasferito in questa chiesa di santa Croce senza alcuna autorizzazione. Il visitatore si astiene dal prendere qualsiasi decisione per non ledere i diritti dei due Vescovi viciniori, cui spetterà risolvere la questione.

L’altare dei Santi Tre Magi, di giuspatronato della famiglia Magi, indecoroso e con la mensa di legno che dovrà essere sostituita con una di pietra e munita di Icona, candelieri, Croce, baldacchino, pallio e di pietra sacra da inserirsi nell’altare stesso.

L’ultimo altare senza titolo, assegnato al magnifico sig. cav. Marcantonio Mussetti, mancava quasi di tutto, compresa l’Icona. Entro un anno dovrà essere fatto tutto come è stato ordinato sopra per l’altare di S. Francesco.

In seguito i Vescovi biturgensi in visita pastorale a questa chiesa esaminavano solo ciò che era di loro competenza, in particolare l’altare della Croce, e non il convento, i cui frati erano esenti da ingerenze vescovili. Nel 1593 il rettore dell’Altare della Croce era don Guido Ubaldo Ducci, arciprete della Cattedrale del Borgo, il quale percepiva un beneficio di 14 staia di grano, di una certa quantità di lino e di 6 staia di lupini. Il tutto per valore complessivo di circa 25 scudi all’anno, ma essendo la cappella ufficiata dai frati, il rettore offriva loro 3 lire e 10 soldi di moneta fiorentina per la celebrazione della festa titolare nel mese di settembre. Il 3 maggio 1649 il vescovo biturgense Dionisio Bussotti unì tutti i proventi di questa cappella all’arcipretura della Cattedrale (A.V.S. Visite Pastorali del 1649). L’interessante storia di questa chiesa, ancora lunga, sarà proseguita nel prossimo numero.

In questa pagina

In alto: Probabile altare Bigliaffi, a sinistra appena entrati.Al centro: Il I° altare a destra con la tela raffigurante la Cacciata dal Paradiso terrestre.In basso: L’altare Musetti con la tela della Madonna in gloria e, al centro, un panorama seicentesco di Anghiari.Qui sotto: Veduta dell’interno della chiesa con l’altare maggiore e gli attuali quattro altari laterali.

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Angolo della Missionea cura di Franco Cristini

Medygore

Il mio pellegrinaggio a Medygore è stata una esperienza magnifica. Del resto un incontro così continuo e dolce con la Madonna non può essere altro che meraviglioso. Emozione, commozione, stupore, serenità, dolcezza e gioia sono le sen-sazioni che ho provato tutti i giorni della mia permanenza. La preghiera è l’atteggiamento predominante di ogni persona che si incontra; è una preghiera continua che si dice con la bocca ma che viene dal cuore.

Senti intorno a te qualche cosa di soprannaturale; c’è un’atmosfera che non si può descrivere.

Ci sono stati degli episodi di commozione così intensa che ho pianto a dirotto in maniera irrefrenabile. Che dire del sole che si muove, ti viene incontro, dello strano profumo, della salita al Krizevac, delle preghiere al Santo Crocifisso che perde uno strano liquido, delle visite ai luoghi dove i veggenti hanno visto la Madonna e ricevuti i messaggi!!

Ora, sono ritornato alla vita di tutti i giorni, cerco di arric-chire la mia fede, di maturare la mia carità, a Medygore, però ho imparato un’attività che fino ad ora in parte mi è mancata: la preghiera intensa.

La Madonna chiede tanta preghiera, la recita quotidiana del Santo Rosario, leggere la Bibbia, pregare secondo le festività del calendario liturgico per capire bene il valore di queste ricorrenze.

Per ultimo un invito a ciascuno di voi: mettete nel vostro calendario della vita una visita presso questi luoghi santi dove la Madonna ha manifestato e continua a manifestare il suo grande amore verso i suoi figli: è la mamma!

“Nino nino, ni ni ni!!!!”da pichino m’alettèon cusì…e me dèon la broda da mangèree ‘gni tanto me portèono a parère.Poro nino, chi avrebbe mai pensètoChe ’l mi destino se sarebbe arvercèto?Che prima me trattèon cun tanto affetto,pu’ c’èn fatto ‘n salème e m’èno afétto!!!

‘Na volta, che ero drento al mi’ ricinto,me vinne da pense’ che fusse fintoel grande amor che me mostrevon tutti,perché m’acarezzèon troppo i priciutti!

E ‘na matina ch’ero ‘ntu la stallala vera verità vinne su a galla…La padrona tirèva ‘l collo al galloe disse: “Anche ‘l baghino ‘gna amazzallo!”Me prese ‘na gran fifa e anche ‘l cacaccioa pensè’ che domèni ero migliaccio!!!

E cusì fu, perché questo è ‘l destinod’ogni crischièno e d’ogni baghino;la differenza è questa solamente:che del maièle ‘n se butta via gnente!‘N so cum’è ita, ma me so artrovètosu un banco, tutto rotto e spezzettèto:strisce de lardo, megro ‘nsapurito,spezie, vinsanto, ‘mpastèto e cundito.

‘N se butta gnente, tutto pol sirvire,quel che ‘n mangi, l’adopri per cundire…s’utilizza ‘gni cosa, fète conto,che per insachettè’ salcicce e onto,ch’ èn adopro? Volete che ve l’ dica?Anche i budelli, e anche la bicica!!!

Dico la verità: finché ero vivoio non m’ero alavèto mai la testa,né ‘l grifo, né l’urecchie, e nun cridìvode fallo mo’ che m’èn fatto la festa.Me l’èn raschiète, l’èno abrustichètee pu’ l’èn cacce a mollo ‘n tu’l paioloe, quande erino cotte spappolète,l’èno strizzète dentr’a ‘n tovagliolo.

“Bono ‘stu grifo! Bona quest’urecchia!”(Almeno te vinisse la petecchia!)“Che soprossata bona! Che sapore!”(Ci credo: m’era preso ‘l raffreddore!!!)

Ora, padrone, io non te vo’ mèle,ma mettite ‘ntui panni del maièle!E, ‘nveci de chiamamme“Gnico gnico..”,ascolta per ‘na volta quel che dico: La vita è bella? No, la vita è dura,perché ‘n fondo ci dà la fregatura!Io l’ho capito ‘n po’ troppo in ritardo:me grattèvi la trippa e pensèi al lardo!

Anghiari, 3 agosto ’07

poetiche corrispondenze dai Renicci

La protesta del baghinoa cura di Donna Beppa

La banderuola della Badia*Anghiari giace su una collina, lambita dal torrente

Sovara e dal Tevere, di poco superiore ai quattrocento metri s.l.m. Si trova in provincia di Arezzo ed ha una popolazione di poco inferiore ai seimila abitanti.

Il suo sviluppo ebbe inizio soprattutto con l’opera dei camaldolesi che nel 1104, per lascito testamentario, vi costruirono una abbazia. Il loro dominio dette un notevole sviluppo a tutta la pianura sottostante e pertanto ne incrementarono la popolazione e le ricchezze.

Proprio sul campanile della Badia Camaldolese (si trova nel centro storico di Anghiari) si trova una bellissima banderuola che segnala i freddi venti di tramontana o i più miti che provengono da sud e da ovest. Si tratta di un angelo nunziante.

Ma quella che si può vedere è solo la copia dell’originale del XV secolo. È stata tolta negli anni ’70 del secolo scorso quando un artigiano anghiarese ne realizzò una copia esatta. L’originale si trova nel locale Museo delle Tradizioni Popolari.

L’angelo delle dimensioni di 50 x 70 cm. è in rame ed è collegato all’asta verticale tramite delle staffe in ferro. Probabilmente fu collocato nel campanile verso il 1456 in occasione del rifacimento del campanile stesso.

*Da una memoria del secolo scorso.

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S A N B A RTO L O M E O a p o s t o l o

Martedì 24 agosto 2010

Festa grandenella parrocchia di Anghiari,

si festeggia il Patrono

Alle ore 18, in Propositura S. Messa solenne

Seguirà la festa negli spazi dell’Oratorio con giochi, attrazioni per tutti e... merenda!

Dal Chronicon della Parrocchia24 Agosto 1960 – Feste di S. Bartolomeo Apostolo, Patrono della Parrocchia e del Comune di Anghiari.Modesta rappresentanza di popolo in Chiesa. Ma la nostra Propositura era in grande festa: ho celebrato la S. Messa

alle ore 7. Ha ufficiato alla consueta processione il Rev.mo Can.co Don Gerico Babini, già operoso e stimato Arciprete di Pieve S. Stefano.

Don Gerico è stato animatore di bene in questa Parrocchia di Anghiari negli anni 1935-1938 quando rimase Parroco della Parrocchia di S. Bartolomeo a Tortigliano. A Lui deve il nostro popolo la prima pratica del canto liturgico “Missa cum jubilo”, “Missa da requiem”, “i Vespri” e Anghiari ha per Don Gerico una venerazione che fa grande onore al Sacer-dozio Cattolico.

Stamani la S. Messa celebrata da Don Gerico è stata principalmente un atto di ringraziamento al Signore nel 25° di Sacerdozio; fu ordinato a Sansepolcro, da Sua Ecc. Mgr. Pompeo, il 14 luglio 1935.

Erano presenti i Sacerdoti:Sac. Gerico BabiniSac. Nilo ContiDon. Giulio BeriniSac. Vittorio BartolomeiDon Silvano Brilli

Le celebrazioni sono state come nei giorni di precetto.Alle ore 10 la S. Messa è stata in Badia, siccome porta il titolo di “S. Bartolomeo Apostolo”.Alla sera sacre funzioni – Te Deum e come al solito.

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La morte del mio amico Detto

La morte di Benedetto Papini (per gli amici Detto) mi ha lasciato un gran vuoto.

Abitando da molti anni lontano da Anghiari le notizie, belle o brutte, mi giungono sempre dopo. Non sapevo che stesse male e che la sua malattia fosse così grave che in poco tempo la morte sarebbe sopraggiunta. Ho quindi un gran rimorso di non essere potuto venire al suo funerale. Quando muore un amico d’infanzia siamo molto toccati.

Tante volte ho scritto in questo pe-riodico, che gentilmente mi ospita, sulla nostra gioventù che era legata, non solo da piccole avventure giovanili come le partite di pallone di stoffa davanti al sagrato della Propositura subito dopo la guerra o delle corse di carretti rumorosi che si snodavano fino al monumento di Garibaldi, ma da solida amicizia.

Anche ultimamente, quando venivo ad Anghiari, con Detto ci trovavamo in piazza, dal “Cicalino”, a ricordare cose del passato o a discutere di cose attuali. Era simpaticissimo, dalla battuta pronta e sagace che colpiva sia gli amici che coloro che non condividevano il suo dire.

Ciao Detto, sei andato in un mondo a noi sconosciuto sicuramente pieno di serenità.

Ti immagino davanti ad un buon bicchiere di vino a conversare animata-mente con tutti i tuoi amici. Ho speranza che i nostri giovani possano vantarsi di questo bene che è l’amicizia come io l’avevo per te.

Lamberto Ulivi

Ultima figliadel povero Ottorinoed anche leiperseguita dal destino

La cara Rosinada tutti conosciutaper il suo maleda anni lì rinchiusa

Con il suo Albertocolpito nei malannihanno vissutoinsieme tanti anni

Ma il tempo passail male in agguatonon c’è nessunoche venga risparmiato

Gli anni corronoil passo affaticatosi resta rinchiusidentro al fabbricato

Non c’è più forzae poco le speranzequando l’etàsi sente ingombrante

Questa famigliadi cari Anghiaresisempre con noisorridenti e cortesi

Contro il maleè poca la speranzaquando lui insistesempre in oltranza

La nostra vitacolpita dal fendenteda quella mortesempre lei presente

Cinque fratellinucleo modestosono sparitiin modo un po’ mesto

Io ò vissutotra questi esseri umanidi questa famigliada bravi operai

Il caro Ottorinopadre di questi figliuomo attivoe pieno di consigli

Ora la famigliadi nuovo riunitasperando lassùci sia nuova vita

Con i cari figliinsieme nel dolorela cara Rosain mano al Signore:

La Rosa ultimo tassellofamiglia Papinidi Armando Zanchi

A letto!Con il Pranzo del 27 giugno scorso,

la Scampanata di questo 2010, è andata definitivamente a dormire. Si risveglie-rà, se ce ne saranno le condizioni, nel 2015.

A quell’epoca chissà che faremo ognuno di noi!

L’augurio è di ritrovarci tutti sem-pre vispi come lo siamo oggi e di poter essere parte attiva di questa manifesta-zione del nostro paese che ci fa essere parte di una stessa comunità .

L’edizione dei ragazzi ha dimostrato che anche le nuove generazioni voglio-no essere parte attiva della tradizione ed essere inseriti a pieno titolo in questa Società che più che rara è unica.

E allora a tutti l’arrivederci è per il:

2015

La Scampanèta

Dormiglioni su coraggioè arivèto el 1° de maggiola campèna sona e fa:sveglietive son le 6 è tardi gia’i dormiglioni verren ripaghèticon ova e farina ‘nsudicètiel Capruggine el “tiranno”novi ‘ntrugli ha preparèto per il novo scarrettètoa Celistino n’ basta ‘nsudicèrea la fine su la bocca vol bacèreci sono anche i sonatoriche svegliano l’anghiaresi e quei de foriper le strade del paeseel carretto vien portètoa far veder come finisce lo scarrettèto…el martidi’ el giovidi’ e la domennicala scampanèta v’aspettara’e atenti quando el gallo cantarà…

gloria gattari

L’Oratorio è speditoIl titolo potrebbe voler dire che l’Oratorio l’abbiamo inviato ed è veloce ad

arrivare nelle vostre case ma, dal numero scorso, è sorto un problema in più.Per una disposizione di legge la spedizione di ogni numero del giornale ci

viene a costare oltre tre volte quello che spendevamo prima. È un impegno fi-nanziario notevole che naturalmente non ci scoraggia perché sappiamo di poter contare su voi lettori.

Molti hanno già fatto pervenire la loro offerta e allora ci rivolgiamo agli altri ai quali magari è mancata l’occasione o il modo.

Si può fare un’offerta presso Bancaetruria, Banca di Anghiari e Stia e Mon-te dei Paschi di Siena sul conto intestato alla Parrocchia di Anghiari.

Oppure si può utilizzare il bollettino postale che trovate già precompilato presso l’ufficio postale di Anghiari oppure potrete riempire un bollettino in bianco intestandolo a:

Insigne Propositura S. Bartolomeo AnghiariC/C N. 11802527

Grazie!

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Armonie di colori

Estate, tempo di colore, di movimento e di turisti che ani-mano il cuore del nostro meraviglioso centro storico!

La Confraternita di Misericordia di Anghiari, con il pa-trocinio dell’Amministrazione Comunale e della Banca di Anghiari e Stia, presenta “ Armonie di colori”, un’esposizio-ne di opere di pittori amatoriali anghiaresi. Le opere espo-ste sono fornite da Maria Grazia Conti, Silvia Gigli, Daniela Ghignoni, Maria Grazia Plini e Monica Redenti. La mostra, inaugurata il 16 luglio, occuperà fino al 26 settembre 2010 i locali del nostro museo, in via Nenci.

A qualcuno questa iniziativa potrebbe sembrare strana, non in linea con le prerogative di una Confraternita di Mise-ricordia, ma se guardiamo al passato, ci accorgiamo che una relazione tra l’ arte e le Associazioni di radice cristiana come la nostra c’ è da sempre.

Per esempio, la scultura lignea policroma raffigurante la “Vergine con Bambino”, capolavoro di Jacopo della Quercia e fiore all’occhiello del Museo Statale di Palazzo Taglieschi, fu commissionata attorno al 1420 dalla locale “Compagnia di Santa Maria della Misericordia”; l’annotazione si può legge-re direttamente sulla base dell’opera.

E ancora, l’ opera “Deposizione di Gesù dalla Croce” che possiamo ammirare sopra l’altare di destra della chiesa di Santa Maria delle Grazie (Propositura), dipinto a olio su ta-vola di Domenico di Bartolomeo Ubaldini da Marradi, detto il Puligo, fu eseguita attorno al 1520 su commissione della Compagnia del Corpus Domini.

Altri esempi simili sono numerosi nel territorio anghia-rese; li dettaglieremo in una prossima relazione dedicata al legame fra arte e volontariato.

L’ iniziativa di organizzare “Armonie di colori” è quindi, non tanto un’ innovazione quanto un ritorno alla tradizione ed un modo per dare spazio alla creatività e alla passione che gli Anghiaresi mettono in tutto ciò che fanno. E poi, in fondo, cosa è che ‘riempie’ meglio un museo se non un quadro!!!

Ancora nuovi iscritti

Acquisti Marisa; Alessandrini Elisabetta; Baracchi Maria; Boriosi Rino; Buffoni Valentina; Carria Elisabetta; Crociani Gino; Felloni Pietro; Gigli Silvia; Giovagnini Carla; Landini Alessandro; Landini Lucia; Lapi Annunziata; Meozzi Ines; Mercati Faustina; Mercati Franco; Nicchi Angelica; Nocenti-ni Anna; Pettinari Natalina; Rossi Bruno.

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

Le vostre offerte

Acquisti Marisa 10Anonimo (M.N.) 20Baracchi Alberto e Monini Graziella 10Baracchi Maria 35Bianchi Bruna - i familiari alla memoria 250Bracci Isolina - i familiari alla memoria 120Buffoni Valentina 10Calli Ascanio 10Carria Elisabetta 50Cheli Maria - i familiari alla memoria 200Chiarini Mery in memoria di Chiarini Carola 100Comanducci Tosca 20Conti Adriana Gaggiottini - i familiari alla memoria 370Da Roberta a Roberto 50Del Pianta Pasquale - i familiari alla memoria 210Felloni Giuseppe - i familiari alla memoria 250Festarini del Carmine 70Franceschini Vandro 30Frulli Desiderio - i familiari alla memoria 200Ghignoni Lazzero 30Gigli Silvia 5Gorini Livio 40Le sorelle Meozzi in memoria dei propri defunti 50Maranesi Angelo e Tuti Paola in memoria di Ario Tuti 175Mariani Rinaldo 50Mariani Rinaldo - i familiari alla memoria 150Meozzi Spinetta in memoria di Antonio e Tirana 100Nocentini Anna 10Pallini Ezio - i familiari alla memoria 201Papini Palmiro e famiglia in memoria di Ceppodomo Maria Luisa 50Papini Rosa - i familiari alla memoria 300Ridolfi Elia 10Rossi Nevia 10Serpi Maria - i familiari alla memoria 200Tortori Settimio - i familiari alla memoria 305

Che Dio ve ne renda merito

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Siamo già in piena emergenza estivaÈ di questi giorni l’accorato appello che i responsabili

dei centri trasfusionali della regione hanno rivolto non solo a tutti i donatori periodici ma anche a quanti volessero imitarli, sulla necessità di non far mancare il proprio sostegno durante la stagione estiva. Negli ospedali siamo già in piena emergenza, con il rischio concreto di non poter effettuare tutti gli interventi necessari. Si stanno esaurendo, infatti, le scorte di sangue intero, ma quello che preoccupa di più è la cronica mancanza di plasma umano, indispensabile per la cura di tante malattie.

E pensare che nella nostra regione la cultura della donazione è molto diffusa e, negli ultimi cinque anni, le donazioni sono cresciute del 20%. Nel frattempo, però, è aumentata anche la domanda di sangue e di emoderivati, a causa delle ulteriori specializzazioni conseguite dai nostri ospedali. “ Ma il problema più serio è quello della regolarità delle donazioni - afferma il responsabile di uno tra i più importanti centri regionali- soprattutto durante i mesi estivi… Se nel mese di dicembre arrivano al mio centro trasfusionale mille donatori e ad agosto ne vedo solo cento, è ovvio che il sistema va in tilt!!! E non è possibile ricorrere d’estate alle eventuali eccedenze dei mesi invernali, considerato che ogni sacca di sangue ha una durata molto limitata nel tempo, anche se conservata in speciali frigoriferi”.

È quindi necessario che la donazione del sangue, come più volte ribadito, non deve andare in ferie ma che tutti i volontari continuino nel loro impegno anche nei mesi estivi, rispondendo con sollecitudine alla chiamata della propria associazione. Solo così potremmo evitare che negli ospedali venga a mancare questa indispensabile risorsa e sia negato il diritto di ogni malato a ricevere la necessaria assistenza!!!

Il presidente

ASSOCIAZIONI-REGIONEuna nuova convenzione

Al fine di migliorare ulteriormente il rapporto di reciproca collaborazione istituzionale tra le associazioni dei donatori di sangue ed il Sistema Sanitario Regionale e garantire ad ogni livello la massima tutela di quanti si recano quotidianamente nei centri trasfusionali, è stata sottoscritta da questi, qualche tempo fa, una nuova convenzione, che recepisce le ultime disposizioni di legge in materia di donazione del sangue. Questi i punti essenziali dell’accordo: massimo rispetto della privacy e richiesta consenso; stipula da parte dell’Azienda Sanitaria di una assicurazione che garantisca ogni donatore prima, durante e dopo la donazione; esecuzione gratuita di tutti i controlli medici iniziali e periodici previsti dalla legge e degli altri eventuali accertamenti ritenuti necessari per la verifica dell’idoneità del donatore o per la rivalutazione di quelli temporaneamente sospesi; tempestiva informazione dei donatori sui criteri di valutazione della loro idoneità fisica e sull’esito dei propri esami; possibilità di effettuare la donazione in un qualsiasi centro della regione; rilascio apposita certificazione per il datore di lavoro dell’avvenuta donazione.

Il testo completo della convenzione è consultabile nel sito del nostro gruppo www.fratresanghiari.it.

Il Consiglio Direttivo

IL PRONTO SOCCORSO È SCESO IN PIAZZA

Tra le tante manifestazioni che hanno caratterizzato la dodicesima edi-zione della Festa Estiva del Donatore di Sangue, svoltasi nel primo fine settimana di luglio in piazza Baldaccio e che anche questa volta è riuscita a coinvolgere tanta gente, merita senza dubbio una particolare sottolineatura quella messa in opera dai volontari e dai mezzi della locale Confraternita di Misericordia e della sezione della Croce Rossa Italiana di Sansepolcro.

Nell’ambito del progetto “SPORTELLO DELLA SALUTE” che queste associazioni stanno realizzando insieme ad altre realtà del volontariato sociale, in stretta collaborazione con il CESVOT regionale e la Comunità Montana Valtiberina, con lo scopo di migliorare e potenziare lo scambio di informazioni tra i cittadini ed il mondo delle istituzioni e del volontariato locale, hanno dato vita alla simulazione di interventi di pronto soccorso. Si sono così succedute rapidamente, in piazza Baldaccio, le varie fasi dell’intervento, a c c o m p a g n a t e dalla dettagliata spiegazione al microfono di uno dei coordinatori.

Si è quindi assis-tito all’arrivo dei volontari sulla scena dell’infortunio, alla iniziale messa in sicurezza del luogo, alla successiva valu-tazione del livello di gravità degli infortunati ed al trasporto di questi verso il più vicino ospedale, ricorrendo alle più recenti tecniche di primo soccorso ed all’uso dei vari presidi in dotazione.

Molto attento il pubblico presente che ha potuto così verificare l’alto livello di professionalità dei volontari intervenuti. Senza dubbio meritorio l’impegno di questi che, dopo un lungo tirocinio formativo, dedicano quotidianamente una parte del loro tempo libero a prestare soccorso a quanti sono coinvolti in situazioni di emergenza.

Un doveroso ringraziamento da parte di tutto il Gruppo Fratres non solo a quanti hanno collaborato ma anche ai responsabili delle due associazioni di appartenenza, per aver contribuito alla buona riuscita di questa festa ma soprattutto per quanto quotidianamente operano nell’importante campo del pronto soccorso.

Orteip ‘10

Foto ricordo dei volontari partecipanti e, sotto, I bravi soccorritori all’opera sulla scena dell’infortunio.

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VENEZIA: unica città al mondo ad essere costruita sull’acqua, a quat-tro chilometri dalla terra ferma e a due dal mare aperto. La singolarità della posizione, l’atmosfera luminosa che l’avvolge, la fantastica bellezza dei suoi monumenti marmorei a specchio delle acque, la ricchezza del patri-monio artistico la fanno città unica al mondo, dall’aspetto regale, meta tra le più famose del turismo internazionale. Approdati in piazza S. Marco, dopo un incantevole viaggio in motonave attraverso canali solcati da bat-telli e motoscafi, con sullo sfondo mega navi da crociera, sfiorando l’isola di S. Clemente, la Giudecca e San Giorgio, i nostri impavidi viaggiatori anghiaresi si mescolavano (foto 1) ai tantissimi turisti che affollavano la città. Per l’intricatissimo dedalo di vie strette e tortuose, chiamate con nomi diversi calli, rughe, rami, scavalcando i rii su agili e graziosi ponti-celli, per ritrovarsi di tanto in tanto in ampi slarghi detti campi o campielli, per il solo fatto che anticamente erano proprio appezzamenti agricoli. La presenza di una esperta guida turistica ha permesso a tutti di muoversi con sicurezza e tranquillità, ed ammirare quanto di più bello e singolare ci potesse essere. Dopo la lunga sosta in piazza S. Marco, forse tra le più belle al mondo e centro in ogni tempo della vita veneziana, il gruppo (foto 2), ascoltate le principali notizie storiche di quella che un tempo era la regina dell’Adriatico, dominatrice incontrastata del Mediterraneo orientale, ha fatto rotta verso il Canal Grande, la maggiore via d’acqua interna che attraversa la città dividendola in due parti. Con la sua struttura ad S rovesciata, è percorso in ogni senso da vaporetti, motoscafi, barconi e gondole, ed è fiancheggiato quasi ininterrottamente da marmorei palazzi dell’antica nobiltà. Tappa obbligata il Ponte di Rialto (foto 3), sicuramente il più maestoso e famoso degli oltre quattrocento ponti veneziani. Come resistere, poi, al fascino di un viaggio in gondola ? Alcuni non ci sono riusciti e nonostante l’impegno finanziario, sono saliti su queste storiche imbarcazioni (foto 4) per farsi trasportare da esperti gondolieri in giro per gli stretti rii e farsi cullare dall’ondeggiare delle acque…

Tanta la soddisfazione di tutti, la sera, sulla strada del ritorno, quando ripreso il battello dell’andata, si ripercorreva in senso inverso lo scenario del mattino, rivivendo sentimenti ed emozioni, con la convinzione di aver goduto ancora una volta, anche se per un solo giorno, le bellezze di questa straordinaria città lagunare che tutto il mondo ci invidia. Particolarmente vivace il gruppo dei più giovani (foto 5), che, nonostante la fatica accumu-lata durante il giorno, non mancava di “movimentare” a modo suo l’intera comitiva, genitori soprattutto!!!

...dal Gruppo Fratres

Un’altra volta nella città incantata

foto 1

foto 2

foto 3

foto 4

foto 5

F A T T I U N R E G A L O: D O N A!

Donare sangue è un grande regaloche fa bene agli altri e anche a te!

DIVENTA ANCHE TUUN DONATORE DI SANGUE

FRATRES!!

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“I Cantori del Borgo” in Concerto

Nella serata di mercoledì 30 giugno 2010, alle ore 21, presso la Chiesa di S. Agostino in Anghiari (Ar), si è tenuto un concerto di musica vocale dell’Asso-

ciazione Corale “I Cantori del Borgo” di Sansepolcro (Ar). La serata, organizzata dal Coro stesso in collaborazione con l’Insigne Propositura, ha rappresentato l’appuntamento fina-le del Coro prima della pausa estiva. Ha voluto anche essere un momento per proporre della buona musica al folto pubbli-co formato sia da Anghiaresi, sia da turisti giunti nella nostra cittadina già dal giorno prima in occasione del Palio della Vittoria.

Il concerto preparato e diretto da Roberto Tofi e da Ce-sare Ganganelli è stato intitolato “Il Giardino di Zefiro” in onore al vento caldo, leggero, melodioso e messaggero di primavera che soffia da ponente. La serata è stata divisa in tre parti: una prima dedicata alla musica sacra, una seconda alla musica profana ed una terza costituita da brani di autori contemporanei.

Nella prima parte sono state eseguite opere vocali a cap-pella di autori caratterizzanti il periodo musicale rinasci-mentale, primo fra tutti G. P. da Palestrina del quale è stato eseguito il suggestivo “Kyrie” facente parte della “Missa Brevis”. Molto bello anche il “Cantate Domino” di G. Croce, compositore tardo-rinascimentale veneto che ha introdotto per primo lo stile concertante.

La seconda parte ha visto l’esecuzione di brani profani appartenenti anch’essi per la maggiore al periodo rinasci-mentale. Sono state eseguite opere interessantissime da un punto di vista stilistico ed esecutivo, composte per coro misto a quattro o anche sei voci. Sicuramente affascinante l’esecuzione del celebre “Contrapunto bestiale” alla men-te dell’autore emiliano Adriano Banchieri: in questo brano a cappella, a concertare sono proprio gli animali che con i loro versi “disturbano” in qualche modo il carattere solenne ma brillante che caratterizza il brano nella sua parte iniziale. Bella e meditativa la celebre melodia del “Come Again” di John Dowland. Brillante ed eseguito con spirito goliardico il

“Tourdion”, anonimo del XV secolo reso ancor più interes-sante dall’interpretazione singolare proposta dal Coro.

La terza ed ultima parte infine si è aperta con “Notre Père” di Maurice Duruflè, compositore contemporaneo fran-cese e grande estimatore dello stile gregoriano che sempre usa nelle sue opere.

Dopo l’esecuzione dello spiritual “Ain’t got time to die” di Hall Johnson (1888 – 1970), il Coro ha proposto come fuo-ri programma “Siyahamba”, brano caratteristico della cultura e dello stile africano. In questo pezzo due coriste anghiaresi, Sara Comanducci e Federica Ricceri, hanno rotto il ghiaccio nel ruolo di soliste meritandosi così un elogio particolare.

Molto bella l’atmosfera che si era venuta a creare durante il concerto, resa tale soprattutto dal pubblico che apprezzava ed applaudiva ogni singola esecuzione del Coro, dimostran-do così interesse e partecipazione alla serata.

L’Associazione Corale “I Cantori del Borgo” ringrazian-do quanti coloro hanno preso parte all’iniziativa, danno ap-puntamento alla prossima occasione per ritrovarci numerosi, ancora una volta, attorno al calore e a quell’emozione che solo… il cantar insieme con gusto ed impegno ti può tra-smettere!!!

o

I ricordi lontani del 1946Ero ancora a Firenze, ecco quello che sto per narrarvi.Questa è la verità. Lavoravo al Seminario Maggiore del

Cestello. Insieme a preti del seminario c’erano tre sacerdoti oblati: Don Bertelli (mi sfugge il nome), Don Bruno Borghi e Don Giuliano Agresti (che sarà più tardi arcivescovo di Lucca).

Erano tutti molto generosi. Ci portavano sempre qualcosa: avevamo fame. Una sera Don Oreste ci portò degli spaghetti, un pezzo di burro e del formaggio grattato. Avevamo un piccolo fornello a gas e la sera si mise in funzione. Appena messo gli spaghetti, il gas finì. Che fare? Ancora erano duri. Prendemmo dei giornali, ci facemmo delle strisce e cominciammo di nuovo il lavoro della cottura. Carlo preparava i pezzi, Mario li bruciava sopra il fornello e io tenevo il tegame sopra la fiammella senza pensare che dalle finestre uscisse il fumo. Dal Santuario delle Clarisse dettero l’allarme, avvisarono i superiori e subito venne il Rettore Don Bertini. In silenzio aprì la porta e ci guardava come se vedesse una cosa nuova. Noi restammo immobili con lui. Venne dentro, chiuse la finestra, ci guardò uno per

uno e non ci disse nulla ma col suo silenzio ci disse tutto.Noi alla meglio si finì di cuocere la pasta ancora cruda e

facendo una difficile digestione si aspettò il giorno dopo.Ma la notte non fu una notte tranquilla. In sogno non

facevamo che cuocere la pasta!A me mi venivano in mente i consigli, gli insegnamenti

pratici di Don Giuliano Agresti: bastava che ne avessi imitato uno solo e forse ci sarebbe scappato un uomo da potergli dire: «Bravo, hai imparato da me tante cose!»

E io invece le trascuravo. Oggi che sono vecchio mi viene in mente tutte le cose passate di tanti anni fa. Ho ottanta anni, eppure le ricordo. Come ricordo il mio caro Don Giuliano Agresti.

Questi sacerdoti oblati, poi le sue brave doti lo vollero arcivescovo di Lucca e dove morendo ha lasciato il ricordo della sua infinita bontà.

Anch’io indegnamente lo ricordo a Gesù Crocifisso, dicendogli:

«Anche a me ricordami nelle tue preghiere. Speriamo di ritrovarci insieme un giorno nell’altra vita!»

Angiolo Pari

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Turchiale testimonianze di Marida Mammoli e Armando Babbini

Ciò che, in questa settimana, è stato offerto ai nostri occhi e soprattutto al nostro cuore, rimane indicibile, tanto è

stato appagante.Bellezze naturali, artistiche, archeologiche, varietà cul-

turali, etniche, culinarie, ecc. si sono susseguite regalandoci policromie, suoni ed aromi che tuttora rivisito con l’occhio interno del ricordo.

In primo luogo, tuttavia, lo scopo precipuo del viaggio era quello religioso, che ci avrebbe arricchito spiritualmente visitando luoghi sulle orme di San Paolo.

Certo, noi pellegrini del XXI secolo, a bordo di confortevoli aerei, alloggiati in hotel a più stelle, accompagnati da guide preparate e disponibili, si fatica ad estraniarci da moderne za-vorre ed a vivere in sintonia con l’essenzialità del Vangelo.

L’esempio della pellegrina ETERIA, che ha percorso nel IV secolo i nostri itinerari con ben altri mezzi e difficoltà fa-cilmente intuibili, è ben lontano dal nostro procedere.

Dopo molti secoli, anche San Francesco di Assisi si spinse in Turchia per predicare Cristo e la sua Parola con incredibile coraggio e, pur senza riuscirvi, volle convertire il Sultano.

San Paolo, però, in modo unico e al limite di ogni resistenza umana, ha affrontato pericoli di ogni genere per annunciare Colui che in precedenza aveva “perseguitato” nei suoi viaggi a Iconio, Antiochia di Psidia, Efeso.

Tra le tante mete visitate, le chiese rupestri di Goreme documentano una grande spiritualità monastica, ricordandoci tre grandi figure della Chiesa: Basilio, Gregorio Nazianzeno e Gregorio di Nissa.

A Iconio, dove San Paolo ha predicato, l’unica Chiesa cattolica viene oggi custodita da due giovani consacrate che offrono accoglienza a gruppi di pellegrini: come non ricordare nelle nostre preghiere la loro coraggiosa testimonianza in un conteso musulmano?

Ad Efeso, vera perla del viaggio, sia per l’incredibile ricchezza di reperti archeologici che per gli echi cristiani che vi risuonano, sembra viva e tangibile la figura dell’Apostolo delle Genti: percorre la via romana lastricata, si dirige verso la sinagoga, rivolge agli Efesini, ma anche a noi, parole di pace: “Paolo, apostolo di Gesù Cristo... grazie a voi e pace da Dio, Padre Nostro ed al Signore Gesù Cristo...”

I pochi resti silenziosi della basilica del Concilio (431) testimoniano a gran voce il principio fondante del Cristiane-simo: Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.

La tomba dell’Apostolo Giovanni, nell’omonima Basilica, ci ha visti raccolti in una fervida corale preghiera.

La visita alla Casa della Madonna sulla montagna “del-l’Usignolo” in uno scenario naturalistico incontaminato, è stato il suggello ideale al nostro pellegrinaggio. Lì, secondo la tradizione, Maria trascorse in compagnia di suo “figlio” Giovanni gli ultimi anni della sua vita, nel silenzio e nella meditazione.

Ogni giorno la Messa celebrata da Don Marco, in un clima di serenità e raccoglimento, ha fatto vivere nel gruppo gli stessi sentimenti di condivisione dei primi cristiani.

Tornati alle nostre case, le preoccupazioni e le inquietudini per i piccoli, grandi problemi della quotidianità, assumono una dimensione rinnovata alla luce dell’Amore che ci ha pervasi.

La pedagogia paolina ci invita ad annunziare il Vangelo e a viverlo senza temere le “catene” e le tribolazioni, così che anche per ciascuno di noi valga la grande affermazione dell’Apostolo “per me il vivere è Cristo e il morire un gua-dagno”.

Marida

Già quattro mesi passati sfumano la memoria del pellegri-naggio post-pasquale in Turchia/Cappadocia. Fra i ricordi

ancora vivi rimane Efeso, per l’attualità dei temi strettamente connessi con il fascino degli ambienti ancora ben percepibili nelle forme dell’archeologia greco-romana. Anche per la geologia della terra, Efeso rappresenta una svolta nel viaggio di Turchia: dagli inquietanti paesaggi di tufo vulcanico della Cappadocia siamo passati ai più rassicuranti calcari del no-stro Mediterraneo. Quelle pietre calcaree non solo colorano il paesaggio, ma plasmano muri colonne strade edifici della città, che pur ormai morta, continua a mandare messaggi a noi pellegrini.

La passeggiata nell’Agorà di Efeso, lungo una strada fra colonne e capitelli di antichi loggiati ora invasi da turisti, ci ricorda che siamo in quella stessa strada dove i commercianti in reliquie di argento si sollevarono contro l’Apostolo Paolo, reo di propagandare il messaggio di Cristo svalutando il culto di Artemide Polimaste che ad Efeso faceva vendere molti tempietti d’argento ai pellegrini procurando non piccoli gua-dagni agli artigiani. Abbiamo poi ripercorso la via lastricata di marmo, a suo tempo luogo di incontri e di commerci, che porta all’imponente teatro (da 25.000 spettatori ), dove si radunò la folla in tumulto al grido di “grande è l’Artemide degli Efesini” contro Paolo che “… con i suoi ragionamenti ha traviato moltissima gente , dicendo che non sono Dei quelli che escono dalla mano dell’uomo” (At 19,26).

La passeggiata archeologica fra l’agorà e la via verso il teatro ci mostra alcuni particolari della vita dei Gentili impressi nel marmo: da una lastra dove scritte e segni farebbero pensare ad una indicazione di casa dove si esercitava un antico mestiere, ad una vera e propria latrina collettiva progettata molto prima della legge sulla privacy, ad una statuetta di Artemide Polimaste (inconfondibile per l’improbabile diffusione dei seni su tutto il corpo). Viene da commentare che il lavoro per Paolo evange-lizzatore dei Gentili non dove-va manca-re.

S u l lato oppo-sto della via di mar-mo ci fer-miamo ad ammirare la facciata della gran-de biblioteca di Celso, dove forse sulla cui piazza antistante (dicono gli Atti) furono bruciati i libri che gli esorcisti Giudei Efesini utilizzavano per le loro arti magiche, dopo che furono smascherati da Paolo che esorcizzava in nome di Cristo.

Ma oltre ai segni del cristianesimo militante dell’Apostolo Paolo, Efeso ci sorprende e ci emoziona quando veniamo a scoprire una semplice lapide in marmo che indica la tomba di S. Giovanni l’Evangelista, solitaria rispetto alla città dell’agorà, degli interessi commerciali e delle pratiche magiche: uno di quegli incontri improvvisi, dove non servono il tuo bagaglio culturale o la ricerca della bellezza artistico/paesaggistica, ma che fanno la differenza fra il pellegrinaggio e i tanti viaggi che consumiano nel nostro tempo.

ArmandoNella foto il gruppo degli Anghiaresi durante il passaggio in Cappadocia.

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Da Santo Stefano - a cura di GM

Il prato attivoDa Monterchi - a cura di Matteo Romanelli

Calendario estivo

Dalle nostre Parrocchie

Agosto e...

Domenica 1 agosto alle ore 12 S. Messa nella chiesa di Fonaco in onore della Madonna della Neve.Martedì 10 agosto alle ore 17 S. Messa a Ricciano in onore del Patrono S. Lorenzo Martire.Sabato 14 agosto alle ore 21 processione mariana in preparazione della Festa della Madonna Assunta, con partenza dalla Grande Croce del Giubileo per la chiesa di Padonchia, con la partecipazione delle Compagnie, dei Gruppi di preghiera e di tutta la popolazione.Domenica 22 agosto S. Messa alle ore 12 e alle ore 17 nella chiesa di Pianezze, in onore della Madonna Assunta.Mercoledì 25 agosto Dalle ore 16,30 circa alle ore 18 RADIO MARIA trasmetterà dalla Chiesa parrocchiale di S. Michele Arc.lo in Padonchia l’Ora di Spiritualità.Domenica 29 agosto Ore 17 S. Messa a S. Lorenzo a Ricciano in occasione della annuale Festa della Misericordia di Monterchi.

...Settembre

Domenica 5 settembre nel pomeriggio, alle ore 17 a Borgacciano, Festa della Madonna della Consolazione e a Scandolaia Festa della Natività di Maria.Sabato 11 settembre alle ore 21 a Pocaia, con la partecipazione della Compagnia del SS. Sacramento di Monterchi e Padonchia, solenne processione mariana “aux flambeaux” in preparazione della Festa della Madonna Bella.Domenica 12 settembre Tradizionale Festa della Madonna Bella con S. Messe ore 8-10-11,30-17, preceduta dal Triduo.Mercoledì 29 settembre alle ore 18.30 S. Messa a Padonchia nel giorno della Festa del Patrono S. Michele Arcangelo.

AUGURI AI NOVELLI SPOSI

Marco Bianchini – Laura Bianchini (Palazzo del Pero 24 luglio).Fabrizio Falcinelli – Roberta Panichi (Scandolaia 28 agosto) Giuseppe Tofanelli – Letizia Scarselli (Monterchi 4 settembre).

CONCERTI

Mercoledì 21 luglio ore 21,15 Chiesa della Madonna Bella a Pocaia Concerto Allievi Master Chitarra.Venerdì 23 luglio ore 21,15 Chiesa di Padonchia Concerto Allievi Master Chitarra.Mercoledì 1 settembre ore 21,15 Chiesa arcipretale di Monterchi Concerto Allievi Master Violino e musica da camera.

FESTE

Nei giorni 17-18-19 Settembre a Monterchi torna la caratteristica Sagra della Polenta. Un prodotto genuino che si farà apprezzare dagli ospiti presenti.

Già da metà giugno il prato della chiesa è pronto con i giochi per i bambini e il pallaro rinnovato con un pavimento particolare e adatto allo scopo (tirare le bocce).

Diverse persone (che noi, come sapete, ben conosciamo) si sono attivate lavorando di buona lena e per parecchie ore del giorno e della sera, prestando la loro opera e portando a termine i lavori che ci eravamo prefissati. Perciò il pallaro e i marciapiedi di contorno e il prato adiacente sistemato a dovere sono già pronti ad accogliere chi gioca a bocce, chi si diverte nei dondoli o negli scivoli e chi si riposa ciaccolando (anche se non è di Venezia) con i vicini.

Adesso si può ben dire: Tutto a posto!Il lavoro di ripristino di tutto ciò è stato lungo e innanzitutto

anche oneroso nonostante la mano d’opera gratuita di tutti i collaboratori.

Vada il nostro ringraziamento a quelle persone che si sono dedicate, con tanto zelo, al lavoro con risultati positivi e visibili a tutti. Così il giardino ben rifinito è attivo e da lustro a tutta la Comunità di Santo Stefano.

Dato le spese abbastanza pesanti si confida su tutti, sia di chi fa parte della Comunità sia di altre persone che apprez-zano il nostro lavoro e questo spazio che è a disposizione di tutti. Già qualcuno ci sta aiutando ci auguriamo che siano in molti a seguire questo esempio così potremo sistemare i nostri conti.

Grazie ancora a tutti.

Festarini attivie pronti per la prossima festa di settembre

I Festarini già riuniti, stanno preparando il programma per la festa che quest’anno sarà domenica 5 settembre. Il programma come previsto è nella falsariga degli altri anni però si cerca sempre di migliorare con altre novità e altri giochi.

La settimana prima della festa è ben nutrita e oltre al pro-gramma religioso verranno fatte gare di bocce, gare di briscola, tombola ed altri divertimenti per grandi e bambini.

I Festarini passeranno al solito da tutte le famiglie per lasciare il programma e per raccogliere le vostre offerte che si sa come sempre generose e così facendo darete stimolo a fare di più e sempre meglio.

Museo della Misericordiain Anghiari vecchio

Fino al 26 settembre 2010Mostra di pittura

ARMONIE DI COLORI

(i pittori amatoriali di Anghiari)

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da Miccianoa cura di Giuseppe e Cristina

Dalle nostre parrocchie

Quello di luglio è sta-to un primo venerdì speciale. Infatti al-

l’ora della consueta Messa del Gruppo Uomini dei Ri-tiri di Perseveranza si è vi-sto arrivare tutti i sacerdoti della nostra zona e anche dei dintorni, ne abbiamo conta-ti nove compreso il pievano don Gianni. Ma a presiedere la S. Messa è arrivato don Aimè, un sacerdote novello che proprio tre giorni prima aveva “cantato Messa”, cioè era stato ordinato sacerdote.

Il giovane sacerdote è di origine africana, in partico-lare del Benin, ma da diversi anni si trova in Italia. Dopo una esperienza come reli-gioso è entrato nel semina-rio di Arezzo e lo scorso 29 giugno è diventato prete. La

parrocchia di Micciano ha colto l’occasione di invitarlo per celebrare una delle sue prime Messe nell’antica pieve, attorniato da sacerdoti della zona, dal nostro diacono Fabio e dagli aspiranti diaconi. Al termine della celebrazione si è ripetuto il tradi-zionale gesto del bacio delle mani del novello sacerdote, come segno di riverenza non alla persona ma al sacerdote, infatti si baciano le palme delle mani che il Vescovo unge con il sacro Crisma. E poi, essendo una giornata davvero calda, la cena del primo venerdì si è tenuta all’aperto dietro l’abside della pieve, a cui ha partecipato anche il novello sacerdote.

Nel rinnovare i nostri rallegramenti e auguri al nuovo sacerdote, ricordiamo che don Aimè è stato ordinato dopo due anni di mancanza di nuovi sacerdoti. E poi per rivedere un nuovo giovane che diventerà prete aspetteremo ancora ben tre anni. L’occasione ci spinge allora a intensificare la nostra preghiera per le vocazioni sacerdotali per la nostra diocesiNella foto don Aimè insieme a don Gianni e altri amici dopo la Messa a Micciano

P r i m a M e s s a

Da Micciano - Comunichiamo con piacere che la COMPAGNIA DEL TEATRO POPOLARE DI SANSEPOLCRO di Donatella Zanchi, che ha partecipato a diverse rassegne di teatro popolare a livello nazionale, sarà ospite presso la Chiesa di Micciano il giorno

DOMENICA 8 AGOSTO ALLE ORE 21.00

“Mo’ v’arconto cum’è ita de preciso”brillante commedia in dialetto

La regia e’ di Caterina Casini, nome noto e ampiamente affermata in campo teatrale che opera con la consulenza lin-guistica di Giuliana Del Barna e Franco Boldrini. La manifestazione si svolgerà’ all’aperto.

Vi aspettiamo numerosi per trascorrere insieme una bella serata d’estate !

Museo Statale di Palazzo Taglieschi

Sculture lignee da Tino di Camaino a Jacopo della Quercia3 luglio - 1° novembre 2010

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La festa di Santa Rita alla Ripa

Le Suore Agostiniane da decenni accolgono nella loro casa alla Ripa un gruppo di signore anziane che godono, non solo nella loro assistenza, ma anche della pace e tranquillità in quest’oasi immersa nel verde di questo simpatico paese.

Facciamo parte come agostiniane della grande e bella famiglia di S. Agostino che, tra tanti santi che danno gloria a Dio e ricchezza alla Chiesa, ha pure S. Rita da Cascia amata e invocata in tutto il mondo come la santa che parla al Signore dei problemi più difficili dei suoi numerosi amici e devoti.

Il 22 maggio è la festa liturgica di S. Rita e noi suore agostiniane l’abbiamo preparata anche quest’anno in un modo semplice ma gioioso e amichevole, insieme a tante persone che sono intervenute: parenti di pensionanti che sono state nostre ospiti, amici, conoscenti e devoti di questa santa. Hanno condiviso con noi un’esperienza di preghiera e di fraternità.La festa è stata preceduta da un triduo di preparazione; ogni sera, alle ore 21, c’è stata l’adorazione solenne del S. Sacramento, la recita del S. Rosario e la meditazione seguita dal Rev.do Don Didiè.

Il sabato, sempre alle ore 21, la S. Messa è stata concelebrata con Don Stanislao. È seguita la preghiera di supplica alla Santa e la benedizione delle rose.

Quest’anno la primavera è arrivata in ritardo perciò le rose di giardino non erano abbondanti. Le suore, con la collaborazione delle signore ospiti del pensionato, hanno confezionato delle rose di gesso che, opportunamente colorate e preparate con arte sembravano vere. Anche queste sono state benedette e distribuite alle persone che lo desideravano.

Il lavoro lungo e paziente di questa iniziativa è stato ricompensato dall’offerta che gli amici di Santa Rita hanno fatto e che sarà devoluta alle nostre missioni dell’India e dell’Africa. Sono stati raccolti 500 euro che invieremo in Mozambico dove le nostre suore lavorano tanto per le famiglie del luogo e, soprattutto, per i bambini che vengono curati e seguiti nella loro formazione umana e cristiana.

Vogliamo esprimere la nostra gratitudine a tutti quelli che hanno partecipato alla nostra gioia, ma in modo particolare a quelle persone che hanno collaborato perché tutto riuscisse nel migliore dei modi. Sono state tante e hanno fatto a gara nell’aiutarci a preparare il giardino dove si è svolta la festa.

Era bello vedere come in un clima amichevole e gioioso le persone si aggiravano dentro e fuori a preparare con gusto tutto l’ambiente. La statua di S. Rita in mezzo al prato, sembrava sorridere a tutti; e noi avevamo la certezza che in cielo parlasse a Dio dei nostri problemi, delle gioie e delle speranze che solo nel Signore diventano realtà.

A conclusione del tutto, come usualmente succede in certe occasioni, sono stati offerti dolci, bibite e altro a tutti gli intervenuti. Anche questi sono stati preparati, in massima parte, da amici e parenti delle nostre ospiti.

Grazie ancora mentre ricordiamo una grande e bella verità: siamo ricchi di ciò che doniamo!

L’aria, un po’ fresca per la verità, non ha impedito lo scambio di colloqui e saluti tra amici, rallegrati anche da suoni e canti religiosi e popolari, guidati dal nostro amico Siro Fontana che ci riportavano ad altri tempi quando non c’era la televisione che spesso ammutolisce e svuota la famiglia con programmi per niente educativi e tanto meno formativi.

Sia benedetto il nome del Signore, datore di ogni bene, di S. Rita nostra sorella per questa bella manifestazione che ha fatto bene al cuore e ci ha dato una spinta per poter continuare la nostra presenza e il nostro lavoro in questa realtà parrocchiale.

Le Suore della Ripa di Anghiari

APPELLO ALLA CITTADINANZACONCITTADINI,la FILARMONICA nobile e simpatica istituzione dei nostri Padri, dopo una radiosa missione di educazione artistico-musicale compiuta dal nostro popolo per oltre cinquanta anni, dopo un’opera alacre e disinteressata, di- retta unicamente a rendere più bella e gioconda la vita mediante la volgarizzazione delle produzioni musicali più elevate e geniali, la “FILARMONICA”, onore e vanto di Anghiari, sta per soccombere.I figli stanno distruggendo la gloria dei padri; coloro che più di tutti, più dei promotori, più degli iniziatori ne raccolsero per anni i frutti deliziosi ora, per avarizia e neghittosità, per incuria o per, non sappiamo, quale altra deplorevole ragione, assistono con olimpica indifferenza, all’eclissarsi, allo spegnersi di una delle istituzioni più care alla nostra gioventù. È ciò mai possibile? È mai possibile che Anghiari, dopo avere gustato le più elette produzioni musicali eseguite con elevato senso artistico e con precisione tecnica insuperabile or dal suo corpo bandistico, ora dai suoi cori ed ora dalle sue orchestre; dopo aver raggiunto l’onore di possedere il più completo e valoroso corpo bandistico della regione; dopo avere acquistato -attraverso l’opera sapiente del suo Maestro una sensibilità artistico musicale deliziosa e così raffinata da esserne tutta imbevuta, da diventare per il suo popolo una seconda natura, una parte essenziale del suo temperamento- è mai possibile che Anghiari si adatti a vedere essiccare la fonte di così potente elevazione artistica e morale?La “FILARMONICA” non deve morire; ma vivere; vivere anzi di nuova più rigogliosa vita. Deve con rinnovato fervore, con più generosi mezzi consentire al nostro ottimo M° VITO CARLOTTI di compiere il suo generoso programma di educazione musicale del popolo; deve, con nuovi allettamenti maggiormente invogliare i nostri figlioli a dedicarsi, con vera passione, allo studio e al culto della divina incantatrice “LA MUSICA”.

CONCITTADINI,Perché ciò non avvenga un’accolta di ammiratori della Filarmonica, di gelosi custodi di così simpatica gloria paesana, a voi eleva alto il suo appello, di voler concordi e volenterosi -sottoscrivendo la scheda che vi sarà presentata- non solo assicurarne la vita, ma darle maggiore impulso e nuova lena, onde possa intero raggiungere il suo scopo che si compendia nell’Oraziano “Utile dulci”.Anghiari, 22 Ottobre 1920”

Gli eventi sociali della ”FILARMONICA”, più tardi intitolata all’illustre musicista “PIETRO MASCAGNl”, succedutisi in tanti anni di feconda attività, dimostrano lo scampato pericolo da quel suo brutto momento. Indubbiamente accusava il grave sforzo in cui si era sottoposta con la seria preparazione delle opere ”La Cavalleria Rusticana” e ”Zanetto”, che vennero rappresentate dal 3 al 15 luglio 1920 nell’allora R. Teatro Vittorio Emanuele II°, con il suo M° Vito Carlotti, Direttore e Concertatore, in un complesso di artisti fra cui Rinalda Pavoni, celebre soprano e Enrico Trentini ,altrettanto celebre tenore, 45 Professori di orchestra, 50 coristi, 20 del coro interno. Ancora oggi si ricorda lo straordinario successo riportato dalle belle esecuzioni. Tutto sta a dimostrare che, pur negli alti e bassi propri del dilettantismo, quando c’e unità, serietà, educazione e buona volontà anche ad Anghiari... ci sappiamo fare.

Questo testo è di Loris Babbini, è del 1976, voleva essere di stimolo alla attività di questa nostra Associazione.Ve lo riproponiamo con piacere ricordando l’amico Loris Babbini e incitando la Filarmonica a proseguire la sua essenziale attività per mantenere la Banda musicale.

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La Giuria sceglie lo Studio Grafico di Città di Castello

Sgaravizzi vince il concorso per lo spot televisivoa cura della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo

È Sgaravizzi Studio Grafico di Città di Castello il vincitore del concorso indetto dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo per la realizzazione dello spot televisivo aziendale.

La giuria composta da presidente, vicepresidente, direttore generale, vicedirettore e responsabile dell’area commerciale dell’istituto di credito, nonché dal dottor Michele Gaudenzi, direttore dell’agenzia McCann Erickson di Roma -in qualità di autorevole membro esterno, esperto di comunicazione scelto dal presidente- ha preferito i 30 secondi di messaggio che hanno per autori Andrea Sgaravizzi e Federico Bettarelli con la seguente motivazione:

“Per l’originalità del contenuto e della forma, per l’individuazione di una chiave comunicativa di grande impatto e memorabilità e per aver utilizzato una tecnica contemporanea restituendo ai luoghi d’origine e di elezione della Banca la giusta atmosfera, in equilibrio tra il prestigio di un grande passato e la sfida della proiezione nel futuro”.

Una menzione speciale della giuria è andata inoltre allo spot realizzato dall’Associazione Cyborg di Anghiari, ed in particolare da Luisella Chiribini, Sabino Mazzini, Alberto Vellati e Davide Montagnoli, “per la capacità di individuare una promessa differente, per la proposta di un punto di vista del ruolo della Banca da parte di un target di sicuro interesse e per l’impegno nella ‘costruzione’ di un messaggio strutturato”.

Finalità del concorso era ovviamente quella di stimolare la ricca e variegata creatività dei video maker della zona nel preparare un elaborato capace di coniugare i valori tradizionali della Banca con un’immagine innovativa. In particolare, si chiedeva di evidenziare una o più delle seguenti caratteristiche peculiari della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo: il legame con il territorio; il rapporto diretto con soci e clienti e il supporto a famiglie e

piccole e medie imprese.

La partecipazione al concorso era aperta a tutti i video maker residenti nel territorio di competenza della Banca, professionisti o dilettanti, singolarmente o riuniti in gruppo e sono state 13 le domande di partecipazione pervenute entro la scadenza del 31 marzo, mentre 7 sono stati i dvd contenenti i video realizzati entro il 30 aprile.

A Sgaravizzi Studio Grafico sono andati quindi i 2000 euro in palio e il vero premio della messa in onda del proprio spot. Gli altri spot in concorso sono stati proiettati in occasione della cerimonia di premiazione, tenutasi il 17 giugno nella Sala Audiovisivi del Comune di Anghiari alla presenza del Sindaco, della stampa e delle TV locali. Dopo i 7 spot in concorso è stato proiettato lo spot realizzato da McCann Erickson per sensibilizzare l’opinione pubblica alla firma della petizione on line contro la fame nel mondo sul sito www.1billionhungry.org, che vi invitiamo a sottoscrivere.

Nella foto in alto a destra: Il vincitore Andrea Sgaravizzi col Direttore Fabio Pecorari.Qui sopra a sinistra: Luisella Chiribini e Davide Montagnoli con il Sindaco di Anghiari Danilo Bianchi e il Direttore della Banca Fabio Pecorari.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Di brutto solo il tempo

Quest’anno pioggia. Don Marco promette ogni anno il sole per la Festa della Famiglia, ma quest’anno forse non aveva fatto in tempo la domanda al “principale”. Molti dei veterani hanno sentenziato di non avere ricordanza di una giornata intera di pioggia per la festa a Tavernelle. Ora, di certo, non lo potranno più dire. In realtà ci fu un anno, me lo ricordo anch’io, in cui la mattina piovve a dirotto, tanto che piegò le arcate di ferro del tendone piazzato al campo sporti-vo, ma nel dopo pranzo (in effetti don Marco aveva promesso tempo bello nel pomeriggio…) uscì un bel sole estivo e la festa si tenne regolarmente al campo sportivo.

Ci ha provato Lorenzo, che in mattinata ha detto: dopo le quattro esce il sole! E infatti le nuvole non si sono aperte nemmeno mezz’ora in tutto il pomeriggio.

Il ritrovo è stato però confermato al Centro parrocchiale, e tutto si è svolto secondo i canoni ormai consolidati, del-la Festa della Famiglia. Così dagli uomini della porchetta, alle donne con crostini e dolci, e poi il gioco del peso e le immancabili Vanna e Anna alla lotteria. Tutto da copione. Sicché non si può dire che è stata una brutta giornata, perché a guardare i volti degli affezionati della festa non sembrava affatto, anzi. Quell’ingrediente segreto che per ventisei anni condisce gli animi dei tavernellini e per un giorno si diventa tutti una famiglia non è mancato nemmeno quest’anno. Mal-grado il tempo. Forse l’inconveniente meteorologico ha fatto scaturire una nuova scoperta dello stare insieme, meno con-dizionato dall’esito della manifestazione e più attento invece al modo di guardare l’altro. Questa è un po’ la festa della famiglia che in questi anni ci siamo sforzati di imparare e che don Marco ci ricorda ogni anno. Così un amico di Arezzo, giunto quest’anno per la prima volta a Tavernelle per la festa, ha detto di aver trovato un clima veramente familiare. Tutto sommato, allora, di brutto c’è stato solo il tempo.

Vita di Tavernelle

Così sintetizziamo alcuni piccoli ma grandi eventi che si sono svolti a Tavernelle negli ultimi tempi e, per motivi di spazio, ne parliamo brevemente. Eccoli!

CorpusDomini

Per la prima volta dai tempi di don Gino ab-biamo rifatto la Processione del Corpus Domini, dopo la Messa delle 11. Anche se decisa fretto-losamente, si è voluto ripropor-re questo antico gesto di preghiera e devozione, e la gente è rimasta contentissima. La Compagnia di Galbino si è pre-sentata al completo. Ora non rimane che mettere a punto il baldacchino e la bandiera, e magari di spostare la processio-ne alla domenica della SS. Trinità quando ci sono le prime comunioni.

Giochini

Novità per i citti di Tavernelle: nuovi giochi nel prato del-la chiesa. Ormai, quando leggeremo questo articolo, questi nuovi giochi saranno già “consumati” dai bambini che non perdono giornata. E allora cogliamo l’occasione di ringrazia-re don Marco dell’idea e gli uomini che li hanno montati.

Sposi e manette

Domenica 11 luglio si è sentita la sirena della polizia proprio dentro Tavernelle, infatti la volante di Sansepolcro stava girando per via della chiesa. Niente paura! Era solo che a casa Franchini si stava per sposare la Claudia, figlia della Carla e Lorenzo, con Simone Sancamillo che è appunto un poliziotto.

Auguri agli sposi!

Nuove idee alla Compagnia

La Compagnia quest’anno (grazie alle idee sempre pronte del nostro Confratello Alessandro, nonostante abbia un im-pegno molto più grande) ha aggiunto, alle nostre cappe, una bella corona che abbiamo attaccato al cordone. La consegna è stata fatta con una cerimonia solenne da don Marco in Pro-positura.

È stato stabilito che la corona verrà indossata dai Con-fratelli che hanno superato i cinque anni di investitura della cappa.

Quest’anno per il primo anno abbiamo ripristinato anche la Processione del Corpus Domini. Sempre grazie ad Ales-sandro che ha ritrovato un vecchio baldacchino e uno sten-dardo.

Il baldacchino era privo dei pali di sostegno e, per que-st’anno, li abbiamo trovati provvisori. Speriamo che per il prossimo anno, visto i bravi falegnami che ci sono nella Compagnia vengano fatti quelli definitivi.

Il CamerlengoBaggi Giandomenico

In alto a sinistra il gruppo donne e, a destra, la bandiera apre la processione del Corpus Domini.

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Domenica 11 luglio, durante la S. Messa dell’anniversario dell’apparizione al Carmine, è stato dato l’annuncio che il nostro don Stanislao lascerà la parrocchia di Anghiari. Il Vescovo infatti gli ha chiesto di prendere servizio in un’altra parrocchia della diocesi.

Le feste del luglio al Carmine sono state l’occasione per affidare don Stanislao alla Madonna, che lo sostenga nel nuovo ministero che gli verrà affidato. E che consoli anche noi per la perdita di un sacerdote ed un amico con il quale abbiamo vissuto ormai alcuni anni con gioia.

Nel prossimo numero racconteremo qualcosa di più, intanto vogliamo pubblicare la foto scattata al termine della celebrazione tenuta nel Santuario del Carmine l’11 luglio scorso, presieduta per l’occasione da don Stanislao.

Don Stanislao

Ai nostri cari giovaniNon so perché l’amore fra voi duri tanto poco, io penso

che non avete il tempo di conoscere i vostri caratteri.Correte troppo in fretta. Tutto quello che vi dite a

comando, messaggi, SMS (non so come si dica), sa tanto di finto e non sanno di niente.

Rifate la corte alle ragazze che vorreste accanto a voi per sempre. Riscoprite il corteggiamento, ci vorrà di più, ma capirete se siete fatti l’uno per l’altra. Fategli quelle belle dichiarazioni d’amore a voce, perché ascoltarle era un piacere.

Eccone una degli anni ’50 scritta da un giovane in dialetto anghiarese e durata per sempre.

Cara Caterina, so’ passèto da chèsa tua, t’ho visto a la

finestra. Da cume m’è guardato me se’ rimasta impressa. La notte unnò dormito da quante t’ho sognato e quande t’ho incontrato t’ho subbito arguardèto.Aii dei bei capelli, un occhio venerante, la bocca baciante, me sono innamorèto.O Caterina t’ascolto quande canti quele canzoni d’amore, me vèno diritte al core.Te guardo sempre quande ve’ a pigliare l’acqua a la fontanella, tra quel’altre se’ sempre la più bella.Vorrebbe ditte tante cose, non me vieni le parole, una sola te ne dico: tu se’ el m i grande amore. Damme una risposta, non me dire de no.Te voglio tanto bene se vu’ te sposerò.Il tuo innamorato PicchioVoi che avete studiato trovate le parole migliori ma anche così l’amore è sempre amore!

Maria Senesi

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Macerata-Loreto

Anche quest’anno ho partecipato al pellegrinaggio Ma-cerata-Loreto che si svolge tutti gli anni il primo week-and di giugno.

Sono già ben tre anni che partecipo e nonostante i trentatré chilometri notturni è sempre bello fare un’esperienza così grande.

Siamo partiti alle 15 da Sansepolcro e siamo arrivati a Ma-cerata (stadio Helvia Regina) intorno alle 19. Lì ti trovi davanti milioni di persone e pensare che in una notte, tutti insieme, cammineremo verso Loreto è un’emozione grandissima.

Ci siamo incamminati verso le ore 22,40 pregando e can-tando a squarciagola per tutta la notte. È bello vedere fiumi e fiumi di persone che cantano ininterrottamente. Siamo arrivati a Loreto alle 6,30 della mattina seguente ancora con la forza e il fiato di cantare ancora una volta nonostante la stanchezza, ma quando sei in compagnia quella non si sente nemmeno. Ritrovato il pulmino siamo ripartiti per Anghiari con la speranza di ritornare il prossimo anno che si terrà il primo sabato di giugno.

Intanto invito tutti a partecipare a questa emozionante e soddisfacente avventura!!

Sara Comanducci

Nella foto il gruppo di anghiaresi pronti a partire per la Macerata-Loreto.

Alessandra

Il 13 giugno è morta l’amica Alessandra no-stra fedele e affezio-nata lettrice. I colleghi la ricordano come una persona positiva, solare e sempre socievole con tutti quelli, e sono tanti, che l’hanno conosciuta.Ha combattuto con grande dignità e corag-gio contro la sua terribi-le malattia per quindici anni.Per tutti loro è stata di grande esempio.Riportiamo qui sotto una poesia della sorella Daniela.La redazione dell’Oratorio è vicina alle famiglie Donati Sarti e Alessandrini con il cuore e la preghiera.

Il tuo sorriso è la mia pace

Se tu fossi qui con me in questo momentosono sicura che è questo quello che mi diresti:La morte non è niente.Sono solamente passata dall’altra parte:è come fossi nascosta nella stanza accanto.Io sono sempre io e tu sei sempre tu.Quello che eravamo prima l’una per l’altralo siamo ancora.Chiamami con il nome che mi hai sempre dato,che ti è familiare;parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.Non cambiare tono di voce,non assumere un’aria solenne o triste.Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,di quelle piccole coseche tanto ci piacevano quando eravamo insieme.Prega, sorridi, pensami!Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:è la stessa di prima, c’e una continuità che non si spezza.Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,solo perché sono fuori dalla tua vista?Non sono lontana, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.Rassicurati, va tutto bene.Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:il tuo sorriso è la mia pace.

Nella antica Pieve di MiccianoDomenica 15 agosto 2010

Festa dell’Assunta

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È una bella mattina di maggio, limpida e tiepida. Freschi e puntuali conveniamo ai luoghi di ritrovo e, saliti in pull-man, iniziamo il nostro viaggio di tre giorni diretti alle mete prescelte: Bergamo, il Lago d’Iseo e Mantova. Ci si conosce quasi tutti e questo già predispone al buonumore. Sotto la guida di due accompagnatori attenti e garbati come Silvano e Gastone, sin dal principio, ancora una volta riassaporiamo, sebbene tutti non più ragazzi, il piacere di condividere una gradevole esperienza di viaggio di gruppo in pullman, in una forma, appunto, calda e spensierata che ci riporta con la me-moria alle allegre gite scolastiche della nostra adolescenza.

Ma parliamo ora della prima meta del nostro viaggio, Bergamo, dove arriviamo agevolmente nella tarda mattinata. Pranziamo in un tipico ristorante alle porte di Bergamo alta. Bergamo, infatti, è divisa in Città Alta (la città antica, chiusa tra le Mura Venete a ca. 350 mt.), Città Bassa (moderna, ai margini della pianura padana a ca. 250 mt.) e i Colli, che culminano nel Monte Bastia. Dalle piccole finestre fiorite del ristorante godiamo la suggestiva vista della Chiesa di San-t’Agostino, attualmente in restauro. Dopo pranzo incontria-mo la nostra guida locale che ci conduce alla visita del cen-tro storico della Città Alta. Ammiriamo così Piazza Mercato Vecchio, oggi stazione d’arrivo della funicolare, e che un tempo era la piazza dove convergevano le strade provenienti da Milano e da Venezia.

Da lì Via Gòmbito, in epoca romana il “decumano”, cioè la via principale o maestra dove ammiriamo la torre omoni-ma. E poi la Piazza Mercato del Fieno e il Chiostro maggiore dell’ex convento di San Francesco, ed ancora la bella Piazza Vecchia, con la Fontana del Contarini e la Torre civica del Fontanone, il Palazzo della Ragione con l’orologio solare inciso sul pavimento del porticato, e ancora il Palazzo del Podestà. Poco oltre raggiungiamo la splendida Piazza Duo-mo con la Basilica di Santa Maria Maggiore dove, al posto di quella che era la sagrestia, il grande condottiero Bartolomeo Colleoni fece edificare nel punto più prestigioso della città la cappella destinata ad accogliere le sue spoglie. La Cappella Colleoni, riccamente decorata, è considerata dagli esperti il capolavoro in assoluto del primo Rinascimento bergamasco e lombardo. Sulla stessa piazza spiccano il Battistero a pianta ottagonale e il Duomo, consacrato a Sant’Alessandro.

È un insieme singolare ed affascinante: in una piccola piazza, in uno spazio relativamente ridotto sono concentrati, quasi affastellati, preziosi monumenti, i cui interni lasciano stupiti per la ricchezza delle decorazioni. Al termine della visita grati salutiamo la nostra guida e, risaliti in pullman, raggiungiamo l’albergo posto sull’Altopiano di Bossico ad 860 mt. dopo un’emozionante “arrampicata” per tornanti mozzafiato che resteranno nella nostra memoria insieme agli splendidi paesaggi ammirati nel corso della salita.

Il mattino seguente ci attende il Lago d’Iseo che solchia-mo a bordo di una motonave partita da Lòvere. Continuiamo ad essere accompagnati nel nostro viaggio da un bellissimo sole. Il lago è un incanto e tutte le sue curiosità ci vengono narrate dalla voce amplificata di una guida che siede nella cabina del comandante. Apprendiamo così di antiche nobili famiglie, come gli Oldofredi e i Martinengo che hanno di-morato sulle sponde e sui promontori del lago e ne hanno disegnato la storia. La guida non manca di ricordare che in

tempi recenti la bellezza del lago ha sedotto anche un ce-leberrimo divo americano del cinema, che, stanco d’essere assediato da fotografi e curiosi appostati perennemente nei pressi della sua villa sul Lago di Como, avrebbe manifesta-to l’intenzione di acquistare una delle due isolette dell’Iseo, ricevendo, tuttavia, dai proprietari un sorprendente rifiuto. Le isole sul Lago d’Iseo, detto anche Sebino, sono tre: una, Monteisola, tanto grande da rappresentare la seconda più grande isola lacustre d’Europa, e due, appunto, al confronto molto piccole ma estremamente suggestive, l’Isola di Loreto e l’isola di San Paolo. Di queste una è da lunghissimo tempo di proprietà della famiglia Gussalli Beretta, titolare dell’anti-chissima Fabbrica d’Armi Beretta, marchio prestigiosissimo che rifornisce persino l’Esercito degli Stati Uniti.

Tornando a noi e alla nostra affascinante escursione sul lago, sostiamo per il pranzo a Monteisola che poi visitiamo, liberamente svincolati dal gruppo, per poi convenire tutti all’imbarco, e con la motonave ritornare a Lovere e di qui proseguire per l’hotel per la seconda notte in quota. Il matti-no seguente, dopo la visita della cittadina d’Iseo e una pas-seggiata sul lungolago, partiamo alla volta di Mantova, dove arriviamo per il pranzo in un elegante ristorante segnalato da una qualificata associazione.

Dopo raggiungiamo il centro della bella città dei Gonzaga e qui la guida locale ci conduce nel cuore del centro storico: Piazza delle Erbe con la Torre dell’Orologio e il Palazzo della Ragione, il Palazzo del Capitano, il Castello di San Giorgio e Palazzo Ducale, la Basilica di Sant’Andrea ed altro ancora. Siamo consapevoli che quanto abbiamo ammirato non è che una piccola parte di questa affascinante città lambita da tre laghi formati dal fiume Mincio, che la cingono conferendole quasi forma e carattere d’isola. Lasciamo dunque la città di Virgilio e dei leggendari fasti della Corte dei Gonzaga, ricca d’arte e di storia, adagiata su dolci acque dove immense aiuo-le si ricoprono in estate di fiori di loto e, come tanti visitatori che il poco tempo costringe ad un approccio necessariamente sommario ma molto stuzzicante, salutiamo Mantova con il proposito di ritornarvi per approfondirne la conoscenza. Ri-saliti in pullman riprendiamo la via del ritorno. Sono stati tre giorni densi di emozioni e in compagnia del buonumore favorito anche dall’ottimo tempo. Al buon esito del viaggio ha contribuito non poco il nostro valente autista Mauro, cui siamo grati per aver saputo in particolare districarsi con abi-lità e pazienza tra i tornanti e le strettoie dell’altopiano che domina le valli bergamasche.

L’APPUNTAMENTO È PER LA PROSSIMA GITA CHE AVRÀ LUOGO IN SETTEMBRE

DESTINAZIONE: VENEZIA E LE VILLE VENETE!!

Laura di Lauro

Con il Centro di Aggregazione alla scoperta di luoghi di grande interesse

Bergamo, il Lago d’Iseo e Mantova

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Un momento della vita dei nostri ragazzi

Festa del PerdonoIl 29 maggio 2010 si è concluso, per il gruppo dei ragazzi

delle classi terze del catechismo, il percorso di preparazione al sacramento della Riconciliazione, meglio noto come il sa-cramento della Confessione.

In questo percorso i ragazzi sono stati aiutati a riflettere sull’importanza di questo sacramento e a viverlo come una possibilità in più che Gesù regala a ciascuno di noi: il perdo-no è un dono e l’abbraccio di Gesù è la vera festa.

Eccoli i nostri ragazzi preparati, emozionati, alcuni preoc-cupati, ma tutti pronti a partecipare a questa nuova esperien-za, a ricevere questo nuovo DONO; disposti a semicerchio, di fronte all’altare della Propositura si sono presentati a Don Marco e a Don Mario per la loro prima confessione:

ANDREA LIVI - ASIA MEOZZI- AURORA PECORARIDENISE PANICHI- DIEGO BARTOLOMEI

DIEGO GORFINI - EMILY BIANCONIFILOMENA ESPOSITO - FRANCESCA VAGNONI

GABRIELE MEONI - GABRIELE CRISTINIGIULIA SEGANTINI - MARCELLO BERNARDINI

MARCO GIGLINI - MATTEO - MICHELE VENTURIROBERTO BASSANI - SILVIA CAMBI

TOMMASO MEONI - VALENTINA COMANDUCCIVITTORIO CARDELLI - WILLIAM MANENTI

Vicino ai ragazzi anche i loro genitori che li hanno accompa-gnati con le loro preziose preghiere, Mirco e Alessandro che hanno arricchito questo momento di festa con la chitarra e i canti.

Le catechiste Cinzia e LoredanaNella foto i ragazzi di terza elementare nel giorno della loro prima confessione in Propositura .

Corpus Domini 2010

Venite alla Festa!!!Domenica 6 Giugno 27 bambini della nostra parrocchia

hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Euca-restia.

È stato un momento di grande festa, preparato durante due lunghi anni di cammino fatto insieme ai bambini e alle loro famiglie, un momento che ha visto proprio loro, i bambini, protagonisti del giorno in cui le loro vite sono state “investite” dall’amore di Gesù. Da questo momento Gesù è diventato per loro una compagnia concreta, che agisce nel loro cuore, li accompagna come un amico sincero, li orienta nelle loro scelte e nella loro vita di tutti i giorni.

Il nostro compito di catechisti è stato accompagnare i nostri bambini a quell’incontro, quello più importante della vita, e tutto è avvenuto in modo molto spontaneo e tranquillo, forti del fatto che ciò che potevamo offrire era essenzialmente l’amore per questi ragazzi e la testimonianza di una felicità che solo Gesù sa regalare.

E infatti è stata proprio una gran bella festa, a cominciare dal giorno precedente, il sabato, quando siamo stati tutti insie-me un giorno intero al Cenacolo di Montauto: lì si è pregato, ci siamo preparati, abbiamo giocato (tanto!). Poi, la domenica, la cerimonia è stata davvero coinvolgente e persino quei bambini che in questi due anni sono stati un po’ più turbolenti, hanno dato il massimo in attenzione e partecipazione rendendo la Celebrazione solenne e sentita.

Anche Mattia e Gabriele hanno ricevuto la Comunione e il dono della loro presenza ha reso questi giorni davvero speciali per tutti noi: la devozione della mamma Elisa, la disponibilità di molti adulti vicini alla famiglia e l’atteggiamento di sincera condivisione, amicizia, affetto, comprensione e accoglienza da parte dei bambini è stato per noi un esempio commovente di come questi nostri bambini possano insegnarci davvero tante cose.

Da Catechisti, membri attivi della Comunità Parrocchiale, il nostro ringraziamento va ai nostri sacerdoti che ci hanno accompagnato anche nei momenti più difficili, ai “colleghi catechisti” (Catia, Linda, Laura…) che sono stati preziosi nell’organizzazione del ritiro, della Celebrazione e della bellissima infiorata, al coro delle famiglie e alla Norma che hanno reso gioiosa ma intensa la Messa, a tutta la Comunità (Maris, Aliana, le mamme dei bambini che hanno distribuito le tuniche e hanno pulito la chiesa…) che ci ha sostenuto e ci è stata vicino collaborando con noi: questo lavorare insieme è stato il dono vero e più grande, è stato trovare nuovamente Gesù negli occhi e nelle mani di quelli che ci stanno più vicino.

Iride e Giuseppe

Lieve sia la crocedi Maria Raffaelli

Tu che dicesti al Padremi sia dolce il giogoe il carico leggero,più lieverendimi la croce,sì ch’io possa amarla,ed abbracciata ad essa,

percorrere con gioiaquesto cammino.Nulla, io sonosoltanto materia,ma l’animache condurre voglioalla Tua meta,fai sì che meritatasia di appartenerti,imperitura.

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9 luglio 2010:Ciao Jacopo, buon compleanno!

Una telefonata inattesa ci lascia pensare ad attimi rubati mentre il tempo corre e riapre all’improvviso, nella nostra mente e nel nostro cuore, un libro di infinite pagine con risate, dispetti, sogni immortalati da noi bambini di San Lorenzo: le mille avventure che non finiranno mai.

C’è un solo inconveniente. Il tempo vola via!Flash-back ora portano i nostri occhi a chiudersi: meditare

e, troppo pieni di lacrime, salutare un amico lontano.L’immagine: una campagna d’estate, un gruppo di case

collegate da una sterrata con sassolini bianchi luminosi sotto la luna, quasi come fossero frammenti di cristallo. Una chiesa a metà della discesa con un prato ben curato: è la casa di Don Carlo. L’inverno freddo e la pioggia si fanno da parte e il verde ora domina su tutto, come il rosso: rose, fragoline, amarene e ciliege.

Noi bambini, io e mio fratello, Kati e la Rossellina, che all’inizio delle vacanze estive, aspettando il ritorno di Lorenzo e Jacopo, sentivamo già l’emozione delle nuove avventure, la scuola era finita, ora solo vacanze!

Ci siamo conosciuti così. Bambini, spontanei, amanti delle risate e dei dispettini, delle torte del rinfresco ad agosto alla festa della chiesa, alla ricerca delle stelle cadenti. Io e Lorenzo sempre i più timidi e riservati.

Ve li descrivo brevemente:Lorenzo, il principe, dai modi eleganti, capelli lunghi,

buono e raffinato, sempre molto attento ai particolari, ai valori, ai sentimenti, ricco di premure. Il suo amore per gli anatroccoli… ve lo può ancora raccontare. La risata fu spontanea qualche anno fa mentre ce lo ricordava al solito appuntamento estivo, la festa del suo onomastico.

Jacopo, l’artista scapestrato, che ci faceva ridere con i suoi dispetti all’improvviso e i gavettoni a chi cercava di rilassarsi nel prato sotto il sole.

Loro due ci portavano magia. Ne volete l’esempio? Muovendo le pagine del quaderno a righe, quello usato per iniziare a scrivere, in basso sulla destra, facevano diventare un tratto di penna blu un vero e proprio cartone animato che ci lasciava a bocca aperta... Magie e risate: Don Carlo si allontanava dalla chiesa, e i tasti bianchi e neri del vecchio organo, utilizzato soltanto durante le funzioni religiose, si muovevano sotto le loro dita abili e veloci per suonare le canzoni dei Doors... capito?! The Doors e il volume era altissimo date le dimensioni della chiesa. Facevano a gara, si davano il turno e noi, i primi fans, anche se l’abbiamo scoperto dopo. Sappiate che siamo stati veramente noi i primi ad assistere ai loro concerti live a San Lorenzo!!

Ci siamo allontanati crescendo perché ognuno di noi aveva i propri sogni da realizzare.

Io per prima ad essere sempre lontana ad Agosto.Lo sapete bene però! I momenti felici non si dimenticano mai.

Rimane il rosso di quelle estati nel cuore e la luce nei nostri occhi ora colmi di lacrime, DROPS. Perdonate l’allusione. Non riusciamo a smettere di ascoltare le canzoni, scoprire le avventure di Jagh nella rete e sentire la sua voce di nuovo cantare, per un pubblico stavolta, non solo per noi.

A San Lorenzo adesso c’è un gran silenzio, ed anche quest’anno, un po’ più stanchi ed un po’ più adulti, ci sdraieremo nel campo di grano appena tagliato pur sapendo già che Lorenzo non sarà con noi. Ma ci vedremo comunque presto Lori, neh?

Sdraiati sulla coperta spessa ripeteremo il rituale nel campo appena mietuto. Sarà notte, luci spente e i sassolini saranno brillanti come sempre, come cristalli. Durerà un solo istante, vero, ma è già pronto un desiderio per la prossima stella che cade. Noi al buio con il naso all’insù in competizione per una stella inventata, una che sfuggirà al nostro sguardo e per una stella in più che ci teneva in competizione.

Io, Chiara, oggi non più timida, mi permetto da amica di correggerti: c’è un tratto della tua ultima canzone che mi fa rabbia, mi sembra quasi che tu abbia dimenticato le estati trascorse con noi. Ma l’hai veramente scritta tu?

Il sole sorge e non muore mai, c’è sempre, anche oggi. Niente precipita. Solo le stelle cadono, hanno iniziato a farlo per noi, eravamo bambini e questi sono i miei primi ricordi. Il sole è l’inizio e anche la fine se proprio vuoi un tramonto, che permette a tutti noi, di essere fieri di ciò che siamo oggi.

Noi, cittini di San Lorenzo, ormai con qualche anno in più, guarderemo di nuovo il cielo: Katiuscia -la vostra sorellina- Francesco, Chiara e Rossella saranno lì a lanciarti un bacio, soffiando nella mano che lo trattiene rivolta verso il sole, le stelle... verso di te.

Lo schiocco sarà forte come il suono della tua chitarra; il palco enorme e i tuoi piccoli fans presenti. Che ne dici Jagh?

Chiara

A JacopoVorrei salutare un amico molto speciale, per me e per

alcuni ragazzi di San Lorenzo.Il suo nome è Jacopo. Molti non lo conoscono ma lui

da sempre è stato il nostro compagno di giochi. Un ragazzo molto particolare, sensibile ed intelligente; un artista, un genio irrequieto.

Quando lo guardavo vedevo una luce particolare nei suoi occhi, che solo poche persone hanno.

Vorrei ringraziarlo per tutti i giochi fatti, le passeggiate e le litigate, e tutti gli scherzi che facevamo.

Vorrei salutarti con una frase del tuo idolo, Jim Morrison, solo per ricordarti che sei tu adesso il nostro sole.

Katy

Offerte per l’OratorioAdriano Baccanellli, BadiaAldo Ceccantini, Il Chiuso

Alessia Pacini, VicenzaAlighiero Padelli, Sabino

Anna Maria Camaiti, I FabbriBerio Nocentini, Polveriera

Bruno Caraffini, Borgo della CroceLea Cerquatti, Poggiolino

Luciana Chieli, MilanoMeri Chiarini, I Fabbri

Piera Rossi, TavernellePiero Guerri, Brescia

Pietro Cangi, Campo della FieraRoberto Cesari, Casale

Roberto Chieli, AcquedottoSaul Comparini, PianacceTeresa Mercati, MaccarinoUna maestra di Sansepolcro

Velma Leonardi, PratoVito Pennacchini, Arezzo

Le famiglie Donati Sarti e Alessandrini hanno mandato un offerta di 100 euro in memoria di Alessandra.

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Se il posto sembra sempre quello da diversi anni, l’entusiasmo dei ragazzi è invece in crescita. Il gruppo di Anghiari que-st’anno contava trentuno ragazzi che dal 27 giugno al primo luglio hanno partecipato al campeggio delle medie a Badia Pra-taglia. Con il resto dei ragazzi arrivati da diverse altre parrocchie della diocesi hanno raggiunto i centotrenta partecipanti.

Come ogni anno le giornate del campeggio sono state guidate da don Severino di Arezzo, ma insieme a lui hanno gui-dato la bella esperienza altri sacerdoti tra cui il nostro don Stanislao. Con i nostri ragazzi ci sono state alcune catechiste di Anghiari.

La giornata da incorniciare sotto il profilo del divertimento è stata senz’altro quella della gita allo “sky-park” di Novafel-tria, un parco giochi immerso nella natura che prevede percorsi di avventura tra i vari alberi, a differenti gradi di difficoltà e a diverse altezze. Tutti imbracati a puntino, i ragazzi hanno passato una giornata davvero bella, e don Stanislao non è stato da meno!

Il filo conduttore del campeggio è stata la frase di Gesù:

“Voi, chi dite che io sia?”Ogni sera, prima di cena, i ragazzi divisi in gruppi, hanno affrontato il lavoro di riflessione proposto dal libretto. Anche

questa è un’occasione per crescere nella fede.Da segnalare, infine, il gruppone di prima media, che per la prima volta è venuto al campeggio. La catechista Donatella

non è potuta venire con loro per problemi familiari, ma i suoi ragazzi si sono ricordati di lei con una cartolina inviatale appena arrivati.

La proposta del campeggio non si esaurisce con il ritorno a casa, ma invita tutti al grest durante l’estate e poi al gruppo medie durante tutto l’anno scolastico. Più sotto trovate due testimonianze

Poi, mentre l’oratorio è in stampa, i ragazzi delle superiori sono al campeggio in Svizzera, assieme a centoventi coetanei di tante altre parrocchie. Quando ritornano, gli chiederemo di raccontarci qualcosa di questa esperienza.

E finalmente quest’anno, per la prima volta, ho potuto partecipare al mitico “Campeggio delle Medie”!

È stata una esperienza fantastica sia perché per la prima volta andavo fuori di casa da sola per qualche giorno ma an-che perché proprio sola non ero e con me c’erano proprio tanti amici!!

È stato bello condividere la fatica per arrivare all’Eremo di Camaldoli, gli sforzi per vincere (ma senza successo) il torneo di bocce, la scocciatura di non poter fare tardi a chiac-chierare quanto si voleva, ed è stato ancora meglio conosce-re tanti ragazzi nuovi che venivano da Sansepolcro, Arezzo, Foiano e perfino da Siena.

Momento clou: la FESTA FINALE dove tutti insieme abbiamo cantato e ballato mentre il “Seve”, che è un prete parecchio ganzo che ci ha detto un sacco di cose belle, ci guardava divertito.

Lucia

Questa del campeggio è stata un’esperienza divertente ma anche educativa.

Ci ha permesso di conoscere molto persone e di fare mol-te amicizie anche con persone che abitano a pochi kilometri di distanza ma anche di comprendere il valore della lealtà e delle cose che ci vengono date.

In questi giorni abbiamo fatto tantissime cose fra balletti, canti, giochi, assemblee ed eravamo sempre tutti insiemi.

La domenica, appena arrivati, abbiamo subito cantato una canzone buffissima che parlava di una ragazza dentro una ba-lena che si intitolava “Giona nella Balena “.

La sera siamo andati a un campo per giocare e siamo tor-nati a piedi con le torce: è stato divertentissimo.

Ma la notte, magari fossi riuscita a dormire, verso le quat-

tro, qualcuna in camera si sveglia e inizia a cantare, dopo sì che non ci siamo più riaddormentate.

Oltretutto la mattina dopo dovevamo camminare su per una montagna tutta discesa e salita per arrivare all’eremo di Camaldoli, ma per fortuna dopo c’erano i cavalli che hanno alleviato la fatica.

La sera, dopo tutta la fatica, abbiamo fatto un progetto di gruppo sulla lealtà e dopo non si va a letto, ma in un auditorio per sentire la storia di due persone che sono diventate amiche grazie alla Chiesa. Per fortuna dopo di questo siamo andati a letto e con tutta la stanchezza questa volta non abbiamo fatto le ore piccole ma ci siamo infilati a letto.

Il giorno dopo c’è stata la giornata sportiva e c’è il gioco-ne che non è stato brutto ma non ci siamo bagnati per niente ed era un gioco a gavettoni, però la sera ci hanno portato a mangiare la pizza, ma ovviamente dopo abbiamo fatto dei giochi.

Mentre il mercoledì siamo andati allo Sky Park e abbia-mo fatto tutti dei percorsi per aria è stato bellissimo, eravamo appesi solo con dei ganci, la sera c’è stata la festa finale dove ci sono stati balli, canti e spettacoli.

La sorpresa più grande è stata vedere i ragazzi di Anghiari con alcuni genitori che ci sono venuti a trovare e hanno reso la festa ancora più fantastica.

Ecco siamo già arrivati al giovedì l’ultimo giorno tutti in-daffarati con le valigie si vedevano solo valigie dappertutto.

Poi siamo andati a prendere l’ultima S. Messa e come al solito a cantare e poi dopo il pranzo sono arrivati i genitori e i pulmini per riportarci ad Anghiari.

E così è finito il campeggio 2010 delle Medie a Badia Prataglia.

Benedetta

Campeggio a Badia. E non solo

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In questo 2010 ricorrono i cinquecento anni dalla morte di fra Bartolomeo Magi, anghiarese di origine, entrato nei frati minori della Verna e morto nel convento di S. Maria a Ripa a Empoli, appunto nel 1510. Sempre in quest’anno ri-corre il primo centenario della traslazione della insigne re-liquia della testa di fra Bartolomeo Magi dalla chiesa della Croce alla Propositura.

In effetti la chiesa della Croce rimane il segno vivente dell’opera del nostro illustre concittadino, anche se costruita dopo la sua morte. Ma fu la grande volontà e l’ispirata deci-sione di fra Bartolomeo Magi a muovere la macchina orga-nizzatrice dei lavori di costruzione. Del resto gli anghiaresi, quando decisero la costruzione della chiesa, che in primo luogo doveva commemorare il passaggio di San Francesco ad Anghiari, e la croce che il serafico padre ivi innalzò, avevano in mente un luogo ove i resti mortali di fra Bartolomeo, che intanto aveva preso la fama di beato, potessero degnamente essere accolti. Il problema che quando il nostro concittadino morì la sua fama di santità si era sparsa così tanto in Empoli e dintorni, che il corpo fu tumulato immediatamente nella chiesa dei francescani a Empoli.

E gli anghiaresi dovettero aspettare più di un secolo per avere almeno una parte del santo corpo. Per gentile conces-sione e interessamento del granduca di Toscana e della fa-miglia Taglieschi, l’insigne reliquia della testa del beato ar-rivò ad Anghiari. Ma dal suo arrivo privato all’accoglienza pubblica passò quasi un anno, tanto il tempo per far passare l’arrabbiatura agli empolesi che si affrettarono a richiudere il corpo del beato in una parete della chiesa. Quindi da metà del ‘600 il cranio del Magi riposò nella chiesa della Croce. Que-sto fino a che il vescovo aretino monsignor Giovanni Volpi, dispose, durante una sua visita pastorale in Anghiari, di tra-slare la reliquia in Propositura per favorire ed incrementare

la devozione al beato. Ciò avvenne nel 1910. La sede della reliquia fu provvisoria fino ai successivi lavori della Propo-situra, durante la quale fu eretto un altare che accogliesse diverse reliquie, tra cui, al centro, doveva troneggiare quella del Beato Magi di Anghiari.

La festa della traslazione avvenne il 29 agosto, e questa data fu scelta allora per ricordare e festeggiare il beato. In particolare nei tempi di don Nilo la festa era molto sentita, e il proposto annotava ogni anno lo svolgersi dei festeggia-menti che si tenevano in Propositura, spesso alla presenza dei frati francescani della Verna che arrivavano per tenere delle prediche sulla vita del santo ed esortare i fedeli alla santità della vita. Non sappiamo con certezza se la cosiddetta “fiera del cocomero” già esistesse in Anghiari.

Ci piace pensare che alla festa si pensò di unire, come usava allora, una fiera, e il prelibato frutto estivo era alla fine di agosto nel suo centro. Ma quello che ci preme di più sot-tolineare è che conclusi i cento anni di permanenza in Propo-situra si potrebbe proporre di riportare nella sua sede la cara reliquia del Beato. Ci sembra forse un po’ abbandonata a sé stessa in un luogo in cui non si celebra più la Messa e la devo-zione popolare sta dimenticando. Solo dei turisti incuriositi ardiscono a chiedere di chi sono questi poveri resti. D’altron-de, il nostro concittadino beato non risulta nell’elenco dei beati della chiesa, anche se, in verità, in quello dell’ordine francescano, che lo ricorda tuttora il 25 maggio.

La chiesa della Croce potrebbe allora riaccogliere degna-mente, come quattro secoli fa, i resti mortali di questo an-ghiarese che da alcuni è invocato beato, ma che comunque dopo più di cinque secoli lo ricordiamo per aver vissuto una vita santa, fedele al vangelo e alla chiesa, che più di qualun-que altra cosa ci invita a seguire la via del bene.

abiesse

Il Beato Bartolomeo Magi di Anghiari moriva ad Empoli nel 1510

Il quinto centenario

Qui a destra il Decreto-autentica rilasciato dal Vescovo Mgr. Ema-nuele Mignone della Veneranda re-liquia del Beato Bartolomeo Magi di Anghiari con facoltà di tenerla esposta alla Venerazione dei fedeli.Porta la data del 15 giugno 1951.

In altra parte del giornale trovate la notizia che il nostro don Stanislao an-drà, per il suo ministero sacerdotale, in un’altra parrocchia: Pensate! Tale parrocchia è a Serre di Rapolano.Bene! Sentite ora che cosa ho trova-to nell’archivio della parrocchia alla data del 29 agosto 1957:

Ha recata una bella gioia la visita del Sig. Arcangelo Magi, domiciliato a Serre di Rapolano, insieme a quelli della sua famiglia, oggi in Anghiari. Al Sig. Arcangelo Magi e alla Nobile sua Famiglia ho donato una reliquia del nostro Beato: Essi conserveranno il Sacro pegno nella loro Cappella.

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La vignetta di Scacciapensieri:Muratore?

Vivo in un paesino medievale di seimila anime nel cuore della Valtiberina. Anghiari, a circa 20 km da Arezzo, è il tipico borgo toscano dove ci si può immergere nella natura, passeggiare per i vicoli antichi e gustare l’ottima cucina che ci ha resi famosi in tutto il mondo. Un paradiso nascosto dietro l’Appennino tosco-marchigiano, la meta perfetta per turisti stranieri in fuga dal caos delle grandi metropoli occidentali. Tuttavia, ogni rosa ha le sue spine. Già, perché se sei giovane, vivi ad Anghiari e hai grandi sogni e ambizioni forse ti trovi nel posto sbagliato. E qui inizia la mia storia.

Sin da piccolissima i miei genitori mi hanno portato in giro per il mondo e così è nata in me la grande passione di viaggiare, scoprire popoli e culture diverse, confrontarmi con la gente. E l’Asia è sempre stata al primo posto. I colori, i vari tipi di scritture che non sono scritture ma geroglifici, i templi buddhisti e induisti, gli occhi a mandorla, i paesaggi esotici e la cucina così diversa dalla nostra… un turbinio di emozioni e tanta curiosità che mi hanno spinto a studiare cinese. Una lingua difficilissima, ma estremamente affascinante.

Ancora ricordo i primi mesi di università, quando passavamo ore ed ore ripetere quei suoni che ci sembravano tutti uguali. Che differenze c’è tra “chang” e “cheng”? e tra “in” e “ing”? Ma con il tempo le cose sono migliorate e ho scoperto che qui “disegnini” assurdi che poi si chiamano caratteri hanno una propria storia e un significato preciso. Ad esempio, il carattere della parola “casa” o “famiglia” (jia 家) è composto da un tetto con sotto un maiale, perché in passato gli animali stavano in casa. E ancora, “bene” (hao 好) è il risultato dell’unione della donna con il figlio. Certo, studiare cinese richiede un sacco di tempo, impegno e passione. Ogni giorno scrivevo fino allo sfinimento le parole nuove, esercitavo la pronuncia, leggevo i testi e facevo esercizi. Ma c’è qualcosa di facile in questa lingua? Sì, ovviamente. La grammatica! No coniugazioni, nessuna differenza tra singolare e plurale, maschile e femminile e un solo tipo di passato.

E così passano i mesi finché la nostra professoressa non ci parla della possibilità di studiare per un po’ di mesi in Cina, presso università cinesi. Un fulmine a ciel sereno. Già mi vedevo in una classe multietnica a fare esercizi alla lavagna, in giro per le città a scoprire le meraviglie dell’antica civiltà cinese e dentro ai ristoranti a mangiare il vero cibo cinese, non i soliti ravioli al vapore che troviamo in Italia. Non ci penso due volte e prenoto un soggiorno di quattro mesi a Shanghai con la mia amica. Finiti tutti gli esami partiamo. È il 25 agosto 2008.

Shanghai (上海), letteralmente “sul mare”, è una delle più grandi metropoli del mondo. Con i suoi venti milioni di abitanti non c’è da stupirsi se appena arrivati si viene assaliti dal panico e si desidera salire sul primo aereo e tornare subito a casa. Ma occorre adattarsi alla Cina, cercare di capire questa cultura e smettere di essere i soliti italiani sofisticati. La Cina non ci verrà mai incontro, siamo noi che dobbiamo accoglierla.

Shanghai è un tripudio di modernità e antichità, il simbolo della potenza economica cinese, ma anche lo specchio di un paese ancora povero, dove la gente vive in baracche e chiede l’elemosina davanti agli hotel di lusso. Ci sono cantieri ovunque, ogni giorno si costruisce un nuovo palazzo. Ricordo che appena arrivata stavano costruendo delle case davanti al nostro dormitorio e a dicembre erano tutte pronte, con tanto di ristoranti già aperti. Beh, c’è da dire che un mese dopo li avevano fatti chiudere perché i locali erano pericolosi, ma questo rientra nello stile cinese. Come è tipico che gli operai lavorassero giorno e notte e vivessero all’interno del cantiere.

Il modernissimo distretto di Pudong, oltre il fiume Huangpu, è l’anima dello sviluppo economico cinese. Solo palazzi, grattacieli, uffici e banche. Lo skyline di Shanghai assomiglia a quello di una città americana. Lo Shanghai World Financial Centre (492 m) si staglia su tutte le altre costruzioni e sembra urlare con orgoglio che la Cina c’è e si appresta a divenire la più grande potenza mondiale. L’Oriental Pearl Tower (468 m.), famosissima torre della televisione e primissimo esempio di architettura moderna cinese, è ormai stata superata da altri giganti di cemento e acciaio.

Dall’altro lato però Shanghai ha mantenuto i suoi quartieri tradizionali, quelli dove vive la gente povera e di bassa estrazione sociale.

Qui non ci sono banche o negozi di grandi firme occidentali, ma case ammassate le une sulle altre, vestiti appesi ai pali delle finestre, venditori ambulanti e piccoli chioschi dove ristorarsi. I cinesi vivono per strada, si fanno tagliare i capelli, mangiano, dormono, aggiustano le biciclette sotto la luce del sole e parlano animatamente tra di loro. Passeggiando per i vicoli della Old Town (la Città Vecchia), mi sono imbattuta in macellerie all’aperto, dove la carne era disposta sopra tavoli di legno e in scatoloni di cartone. Zampe di pollo, teste di anatra e di capra, grugni di maiale, viscere e qualunque altra parte del corpo di animale. Potrei anche azzardare a dire qualunque tipo di animale.

LA MIA CINA TRA ANGHIARI E SHANGHAIdi Simona Lazzerini - Prima parte

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Giugno 2010

Mese di Maggio 2010Sabato 1. Oggi è morta Isolina Bracci vedova Tricca. Aveva 98 anni ed abitava a Tavernelle.Martedì 4. Oggi è morto Desiderio Frulli detto Derio. Aveva 91 anni ed abitava proprio dopo il ponte del Ponte alla Piera.Venerdì 7. Oggi è morta Maria Serpi in Giabbanelli di anni 78. Abitava al Campo della Fiera ed era originaria di Siddi, in provincia di Cagliari.Domenica 9. Stanotte passa, a una cert’ora, ho sentito che han fatto i fochi e poi ho sentito anche i tre botti finali.* Stamani con don Stanislao c’era un pellegrino che si recava ad Assisi e a Roma. Proveniva da Saint Tropez. Don Stanislao l’ha invitato insieme al gruppo delle donne che si ritrovano al bar e gli abbiamo offerto la colazione.Lunedì 10. Non avevo fatto caso o non mi ricordavo che in cima alla via della Bernocca ci fosse una fontanella dell’acqua. Comoda per dissetarsi!Martedì 11. Anche stamani c’era la Scampanata e han messo sul carretto il Resti.Venerdì 14. Stamani è morta Laura Pandolfi in Nicchi a soli 63 anni. Abitava al Borgo e per anni ha gestito il Lotto di via Aggiunti.Sabato 15. Oggi è morto Settimio Tortori di anni 96. Abitava al Molinello ma era originario del Monte Santa Maria.* Stamani un camion ha fatto fuori il Murillin de le legne che già l’aveon buttato giù un’altra volta.Martedì 18. Oggi è morta Annunziata Scartoni vedova Don-nini di anni 91.Mercoledì 19. Stamani ho visto il Caremani in macchina senza un occhio (l’occhio mancava alla macchina eh!).Lunedì 24. Stamani con Cedricche e quelli del Belgio con il pittore, l’amico Boris, abbiamo preso il caffè al Teatro.Mercoledì 26. Stamani, giorno di mercato, ho sentito che un coro straniero cantava sotto le Logge.

Mercoledì 2. Oggi è morta Maria Cheli vedova Giorni. Aveva 87 anni ed abitava verso la Stazione, era originaria di Casteldone.Lunedì 7. Stamani ho visto la moglie di Beppin de Celeste che spazzava il marciapiede nei pressi di casa sua. Brava!Giovedì 10. Oggi è morto Paolo Boldrini. Aveva solo 54 anni ed abitava a Fighille ma la sua famiglia era originaria di Ripoli.Sabato 12. Oggi è morto Rinaldo Mariani di anni 98. Abitava a Tavernelle vicino alla Doretta.* Oggi il Mazzoni montava le bandiere che presto c’è il Palio.* Oggi è morto anche Ezio Pallini di anni 95. Abitava a Pa-lazzolo.* Stamani l’Alfredina voleva utilizzare una forazza della Croce ma erano tute chiuse dallo sporco e ha detto: Ma quande le puliscono? Pel Ciccicocco?Domenica 13. Oggi è morta in giovane età Alessandra Donati Sarti in Alessandrini. Abitava ai Renicci ma era originaria di Serafino.Lunedì 14. Stamani il Baglioni, mentre faceva ritorno a casa sua, ha fatto una proposta: Sotto Garibaldi scrivemici O Mi-lano o morte!Martedì 15. Oggi è morta Rosa Papini in Giannini. Abitava di fronte alla Propositura ed era l’ultima dei fratelli Papini.Giovedì 17. Oggi è morto Fernando Magrini di anni 83. Abitava dopo la Commenda.Venerdì 18. Oggi è morta Bruna Bianchi vedova Cortelazzi di anni 88. Abitava all’Infrantoio ma quando è nata la sua famiglia abitava in Calabria, sopra la Portaccia.Sabato 19. Stamani ho visto la Beppa che coglieva le ciliege nel ciliegio della “codinzola” di San Girolamo.Giovedì 24. Oggi è morta Maria Paperini vedova Padelli. Abi-tava a Caprese ma era originaria del Ponte. Aveva 74 anni.Domenica 27. Oggi c’era il pranzo della Scampanata e ha pio-vuto tutto il giorno ma le Logge hanno funzionato bene e tutto si è svolto regolarmente con molti canti della Scampanata.Martedì 29. Al “cumbrugliume” c’è stata la corsa del Palio e ha “arvinto” uno della Pieve.

CHIARA DI CERBAIOLOSull’Oratorio n° 3 del 2009, fu pubblicata un’intervista a “Chiara di Cerbaiolo” realizzata dalla signora Stefanie Risse.

Rileggerla ad un anno di distanza mi ha acceso il desiderio di tornare ad inerpicarmi fra le nude rocce di Cerbaiolo per godere della pace di quel romitorio francescano ed affacciarmi sul panorama ineguagliabile del lago di Montedoglio.

Ma anche e soprattutto, per salutare sorella Chiara e specchiarmi nei suoi limpidi occhi ridenti. Salendo l’erta mozzafiato che conduce al convento, le amiche caprette che erano solite scendere ad incontrare il visitatore per ispezionarlo con i nasetti umidi e salutarlo, non si sono fatte vedere. Solo un gatto dalla pelliccia tarlata è sceso dignitosamente da una panca e mi è venuto incontro miagolando sommessamente.

Ho capito che Chiara aveva lasciato per sempre il suo eremo dopo 44 anni nei quali ha vissuto in solitudine con le sue bestioline senza però sentirsi mai sola. Una visitatrice occasionale dell’eremo mi ha dato conferma della sua morte.

Così sono andato a trovarla nel minuscolo cimitero sottostante, all’ombra di un’antica quercia: la terra era ancora mossa sulla sua semplice tomba contrassegnata da una povera Croce di legno con la scritta:

“Annunziata Barboni m. 29 - 04 - 2010”

Riposa in pace, dolce amica!

Alfonso Sassolini

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Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Martedì 24 agostoFesta di San BartolomeoS. Messa in Propositura alle ore 18

Sabato 28 agostoFesta di Sant’Agostino

S. Messa nella chiesa di Sant’Agostino alle ore 18

Domenica 29 agostoAnniversario della morte del Beato Bartolomeo Magi

S. Messa nella chiesa della Croce alle ore 18

Festa della Madonna a S. StefanoGiovedì 2, Venerdì 3 e Sabato 4 settembre

Ore 18,30 S. Messa

Domenica 5 settembreOre 8,30 S. MessaOre 11 S. Messa solenne e processione con l’immagine della Madonna.