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1 “Effatà”! Apriti! È un anno che sono giunto in mezzo a voi e se dovessero chiedermi qual è l’esperienza che più l’ha caratterizzato dovrei, senza dubbio, ammettere che sono stati gli incontri con le persone. Nella mia vita mai ho avuto occasioni così numerose di conoscere, in- contrare e soprattutto mettermi in ascolto di tante vicende personali e familiari. E nel frattempo, paradossalmente, mai sono rimasto così fermo in un posto solo, spesso nello spazio limitato di una stanza, quale può essere l’ufficio parrocchiale. In questo intrecciarsi di storie c’è un ritornello che spesso ritorna: «è da tempo che volevo passare, ma non volevo disturbare»... «c’è una persona a me molto cara che avrebbe desiderio di parlare con lei, non osa, per questo sono venuto io». Un cercare un confronto, un confor- to, un dialogo, quasi che l’incontrarsi, il dialogare, l’ascoltare siano diventati estranei al nostro vivere quotidiano. Sembrano essere diventati dei beni di lusso che pochi si possono permettere e che sia meglio chiedere con parsimonia e circospezione. In un mondo che sforna nuovi strumenti di comunicazione ogni giorno, in cui con un solo click del mouse possiamo metterci in contatto con i luoghi più lontani e sperduti del pianeta, ci accorgiamo sempre più quanto sia difficile parlarsi, comunicare, ascolta- re. Non abbiamo più tempo per l’altro. Si moltiplicano gli strumenti mediatici e si di- venta sempre meno capaci di accoglienza reale e profonda. Sono le contraddizioni delle nuove tecnologie. Facebook, Netlog, communities, chat, con i vari iPad, Tablet, NetBook, NoteBook, SmartPhone, da una parte avvicinano, creano occasioni, ma dall’altra creano solitudini. Ci sentiamo soli, ci accorgiamo che invece di avvicinarci, questi strumenti ci allontanano. Di qui il desiderio, il bisogno di riscoprire la bel- lezza, la ricchezza del co- municare, del “Effatà”! Apriti! PARROCCHIA “MARIA AUSILIATRICE”

2011 Conoscerci 4:conoscerci...Ai primi di settembre a Valdocco trovai l’e-redità di don Gigi Ricchiardi, nel fervore del dopo Concilio, e la sua impronta di uomo scomodo, ma amato

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“Effatà”! Apriti!È un anno che sono giunto in mezzo a voi e se dovessero chiedermi qual è l’esperienzache più l’ha caratterizzato dovrei, senza dubbio, ammettere che sono stati gli incontricon le persone. Nella mia vita mai ho avuto occasioni così numerose di conoscere, in-contrare e soprattutto mettermi in ascolto di tante vicende personali e familiari. E nelfrattempo, paradossalmente, mai sono rimasto così fermo in un posto solo, spessonello spazio limitato di una stanza, quale può essere l’ufficio parrocchiale. In questo intrecciarsi di storie c’è un ritornello che spesso ritorna: «è da tempo che volevopassare, ma non volevo disturbare»... «c’è una persona a me molto cara che avrebbe desideriodi parlare con lei, non osa, per questo sono venuto io». Un cercare un confronto, un confor-to, un dialogo, quasi che l’incontrarsi, il dialogare, l’ascoltare siano diventati estraneial nostro vivere quotidiano. Sembrano essere diventati dei beni di lusso che pochi sipossono permettere e che sia meglio chiedere con parsimonia e circospezione.In un mondo che sforna nuovi strumenti di comunicazione ogni giorno, in cui con unsolo click del mouse possiamo metterci in contatto con i luoghi più lontani e sperdutidel pianeta, ci accorgiamo sempre più quanto sia difficile parlarsi, comunicare, ascolta-re. Non abbiamo più tempo per l’altro. Si moltiplicano gli strumenti mediatici e si di-venta sempre meno capaci di accoglienza reale e profonda.Sono le contraddizioni delle nuove tecnologie. Facebook, Netlog, communities, chat,con i vari iPad, Tablet, NetBook, NoteBook, SmartPhone, da una parte avvicinano,creano occasioni, ma dall’altra creano solitudini. Ci sentiamo soli, ci accorgiamo cheinvece di avvicinarci, questi strumenti ci allontanano.Di qui il desiderio, il bisogno di riscoprire la bel-

lezza, la ricchezza del co-municare, del

“Effatà”! Apriti!

PARROCCHIA “MARIA AUSILIATRICE”

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dialogare, del parlarci e ascoltarci. Ad ini-ziare dalle nostre famiglie per arrivare al-la nostra comunità, ai nostri gruppi.E quando ciò avviene ne usciamo tuttipiù ricchi e felici. Quante volte ho avutola gioia di sperimentare questo negli in-contri con i gruppi della parrocchia, neldialogo sincero e aperto con giovani cop-pie di fidanzati che incominciavano apensare al loro matrimonio, nell’accoglie-re genitori che chiedevano il battesimodei figli e questo diventava occasione perconfidare fatiche, ma anche gioie, dellavita insieme. Ma anche nei momenti piùtristi e dolorosi, come in occasione diqualche funerale, dove il semplice ascol-tare diventava consolare. E infine l’espe-rienza quotidiana di chi bussa agli ufficiparrocchiali per chiedere un aiuto econo-mico o un lavoro, dove tante volte piùche l’aiuto concreto diventa importante ilpoter essere ascoltati e ricevuti...E allora penso al Natale. L’evento dell’in-carnazione viene descritto da Giovannicome discesa della Parola: «E il Verbo (laParola) si fece carne e venne ad abitare inmezzo a noi» (Gv 1,14). Nel mondo impo-verito di parole, di ascolto, incapaci spes-so di incontro, Dio si fa Parola e preparauna casa, uno spazio intimo perché l’in-contro diventi confidenza. Questo accadenella notte, nella periferia, nella povertà,nella mangiatoia di una stalla, nel silen-zio... tutte realtà che a noi dicono smarri-mento, solitudine, abbandono. Nessunosi accorge di nulla, occorre l’annuncio de-gli Angeli, affinché almeno i pastori si ri-destino dal loro torpore, eppure è grazie a

questa discesa silenziosa della Parola chetutto diventa possibile. In quella notte il cielo parla e la terraascolta e risponde. Il cielo dona la luce el’umanità si mette in moto, la periferiadiventa il centro del mondo e il desertoluogo di incontri e di nuove relazioni.Stupore e meraviglia, timore e gioia in-contenibile, oscurità dissolta dalla luce...Sono i miracoli della Parola e dell’ascol-to. È l’esperienza che il Natale vuol farcivivere. È proposta di vita. È apertura adun Dio che, se accolto, tutto cambia e rin-nova. È il miracolo di un incontro che ri-disegna in noi spazi e appartenenze nuo-ve. È il miracolo di Dio che non nascemai nella storia ma sempre nelle storie diuomini e donne, nei quali continua l’e-vento della sua incarnazione. È invito anoi, che spesso non abbiamo più tempoper ascoltarci o non sappiamo più farlo, afar rifiorire il deserto della solitudine nel-la gioia del dialogo vero e autentico.C’è un segno nel rito del battesimo, spes-so dimenticato o non considerato, che èdi una ricchezza e bellezza enorme: il sa-cerdote tocca l’orecchio e poi la bocca delbattezzato e pronuncia l’antica parolaebraica, «effatà», apriti! È un invito adaprirsi all’ascolto della Parola di Dio, e aprofessare apertamente la fede in GesùCristo. È il regalo che il Bambino che na-sce a Betlemme vuol fare a ciascuno dinoi: riscoprire di nuovo la bellezza dell’a-prirci agli altri, dell’accoglierci, del saperciascoltare.Buon Natale

Il parrocodon Claudio

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gruppi parrocchiali:Legione di Maria, SanVincenzo, Cooperato-ri, ADMA...

● Presenza pastorale nei caseggiati dovevivevano i nuovi immigrati: benedizionedelle case e visita personale.

● Presenza evangelicamente critica e col-laborazione fraterna nelle attività socia-li della zona.

● Presenza nelle scuole elementari e mediecon l’insegnamento della religione e unrapporto fraterno con i professori.

La presenza entusiasta, molte volte critica,dei laici (giovani, adulti ed anziani) e lacollaborazione incondizionata e fraternadei vari Viceparroci e dei Direttori e Diret-trici degli Oratori, crearono un ambiente diautentica famiglia salesiana, nella ricercadelle nuove strade che il momento ci spin-geva a cercare.La mia partenza per le missioni fu un mo-mento forte per la pastorale parrocchiale:era la parrocchia che si faceva missionarianel centenario della prima spedizione mis-sionaria voluta da Don Bosco. Per parecchianni diverse persone della parrocchia ven-nero a collaborare nella missione di Roca-fuerte dove mi trovavo.Nel giugno 1975 scrivevo su “Conoscerci”:«In questi anni abbiamo cercato insieme dicrescere in un clima di Chiesa missionaria incui tutti si sentissero veramente corresponsabi-li di portare l’annuncio della salvezza di Cristoai fratelli... Aiutare i poveri vuol dire mettersidalla loro parte: non può volere dire solo offri-re il proprio denaro: oggi è più importante da-re il proprio tempo, la propria vita, le personeche ci sono care... Voi potete fare di me il vostrodono ai poveri del terzo mondo».

don Gigi RicchiardiAttualmente don Gigi si trova a Cuenca (Ecuador) doveda 4 anni è parroco di quella Parrocchia-Santuario de-dicata a María Ausiliatrice.

Nel 1968 di ritorno da una esperienza mis-sionaria di 4 mesi in Brasile (Mato Grosso)mi ritrovo con “l’obbedienza” di parrocodi Maria Ausiliatrice. Il Rettor Maggiore,don Ricceri, mi chiedeva di accettare, anchese giovane, il servizio di parroco, come ri-sposta al Concilio Vaticano II (terminatoda un anno) che chiedeva l’apertura a nuo-ve strade nel campo pastorale.Furono 7 anni di vera grazia di Dio, unascuola di vita che mi aiutò a crescere comesalesiano e come sacerdote. La Chiesa diMaria Ausiliatrice e la presenza di Don Bo-sco erano stimolo continuo a vivere, con ilcuore del nostro Padre, i tempi nuovi che ilConcilio aveva aperto.Non mancarono all’inizio le difficoltà e leincertezze... Si trattava di superare mentalitàe abitudini per cercare di essere fedeli allenuove sfide alle quali la Chiesa voleva ri-spondere...Con l’appoggio fraterno dei superiori econfratelli salesiani, soprattutto di don Ric-ceri, e la collaborazione entusiasta dei col-laboratori laici si fecero passi importanti:● Incontro mensile del Consiglio parroc-

chiale con la presenza del Primo Orato-rio e dell’Oratorio delle Suore.

● Appuntamento settimanale con i laiciper preparare la predicazione domeni-cale.

● Pastorale giovanile in comune fra l’Ora-torio Salesiano e l’Oratorio delle Suore.

● Collaborazione con la Diocesi (parrocomembro del Consiglio presbiterale).

● Condivisione della pastorale parroc-chiale con la pastorale del Santuario: re-visione delle diverse esperienze liturgichea livello di sacramenti e di devozionemariana, alla luce del Concilio.

● Inizio della Catechesi familiare.● Impulso e rinnovamento dei diversi

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PARROCOdal 1968 al 1975

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Carissimi, sono stato a Maria Ausiliatrice inqualità di parroco dal 1975 al 1983.Facendo affidamento alla memoria, ten-terò di delineare situazioni passate, ma convalenza prospettica utile anche oggi.Non credo di aver detto il mio “sì” al Su-periore Salesiano, quel mattino dell’11 lu-glio 1975, e poi al Vescovo in stato di in-coscienza. Ma l’essere trapiantato da unascuola ad una parrocchia mi sconcertava,facendomi sentire inadeguato e quindi consufficienti argomenti da sottoporre al dia-logo decisionale. Invece non ebbi scelta.Ai primi di settembre a Valdocco trovai l’e-redità di don Gigi Ricchiardi, nel fervoredel dopo Concilio, e la sua impronta diuomo scomodo, ma amato da molti, edora in procinto di partire per l’Ecuador.Anni “caldi”, in cui gli influssi dell’ondadi contestazione internazionale del ‘68 sifacevano via via più presenti. All’oratorio divia Salerno era nato un “Movimento Gio-vanile” che stava maturando la coscienzadell’impegno politico nel mondo cattolico,dedicandosi alla militanza. Questa tendevaad un sano ridimensionamento e con unapresenza critica nella struttura dell’am-biente storicamente valido: ripensare le ca-ratteristiche dell’oratorio di Don Bosco,ma con la novità di voler diventare “ponte”tra la chiesa locale (parrocchia) ed il terri-torio (quartiere). Col fervore battagliero diintenti e le conseguenti iniziative, quel set-tore poteva dirsi ben presidiato... ancheper la presenza della “vecchia guardia”.Certamente sentivo il bisogno di capirequella nuova realtà nel suo naturale evol-versi... in quegli “anni di piombo”, “quan-do i fatti di Vangelo sembravano più diffi-cili del solito vivere”. Fu così che la mia at-tenzione si rivolse a “Giobbe”. La paraboladella sofferenza e sotto l’aspetto operativoall’area caritativa.

In altre parole: in unmondo in cui la com-petizione continua adessere il modo dominante di relazione trale persone, sia nella politica, nello sport enell’economia, un certo stile di Dio sug-gerisce la compassione: un modo diverso didarci soddisfazione, offrendoci la possibi-lità di essere con gli altri quando e là dovesoffrono.L’attività dei gruppi delle “san Vincenzo” daparte dei confratelli e consorelle predilige-va la visita delle famiglie bisognose nel-l’ambito del territorio parrocchiale. Un ser-vizio strategicamente sempre valido, perun mondo tendenzialmente stabile, chedesidera un rapporto amicale. Ma si riten-ne di privilegiare il “Centro di Ascolto” inparrocchia, dove un assistente sociale, in re-te con l’analoga attività assistenziale civicadel quartiere, è in grado di discernere conuna indagine conoscitiva personalizzata lenumerose richieste di aiuto nei campi piùsvariati del disagio: immigrazione, malattia,disoccupazione, anzianità, disabilità, disa-gi familiari, locazione... e di cercare solu-zioni idonee e sostenibili. Questo metododi intervento, in collegamento con l’UfficioPio e con anonimi sostenitori, avevano tro-vato nella “fiduciaria” di zona, la signorinaMarisa Agù, una impareggiabile professio-nista. Le opere di misericordia corporale espirituale le conosceva tutte dal di dentro,a volte con una sola necessità: il bisogno diaiuto davanti al prepotente o al ladro diturno...La perseveranza è stata una virtù vincente.Certo non solo in quel settore di attività ecerto non per merito mio.Grazie!Dio ricompensi tutti quelli che hanno da-to con evangelica intenzione il loro contri-buto al bene di tanti.

Sac. Giulio Michele

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PERSEVERANZA,VIRTÙ VINCENTE

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L’8 gennaio 2012 la chiesa celebra la festaliturgica del Battesimo del Signore. È unaoccasione bellissima per fare memoria eriscoprire il nostro battesimo.In modo particolare vorremmo in quelgiorno ricordare e pregare per tutti i bam-bini, e le loro famiglie, che hanno rice-vuto il Sacramento del Battesimo duran-te il 2011.Per vivere meglio questo, quella domenica,abbiamo pensato di ritrovarci insiemecon le famiglie di questi bambini nellaBasilica di Maria Ausiliatrice per affida-re la loro crescita alla Madre di Gesù e perrinnovare gli impegni battesimali per questipiccoli che presto avranno bisogno di testi-monianze forti per le loro scelte di vita. Affi-dandoli anche alla intercessione e protezionedi san Domenico Savio.

FESTA DEL BATTESIMO

Domenica 12 febbraio 2012durante la santa Messa delle ore 10.00nella Basilica di Maria Ausiliatrice

Carissimi Coniugi, molti di voi, nel cor-so del 2012 ricordano un anniversarioparticolarmente significativo: 1, 5, 10,15, 20, 25, 30, 35, 40, 45, 50, 55 anni dimatrimonio.La Comunità Pastorale è lieta di festeg-giare insieme a voi, ai vostri figli e ai vo-stri nipoti questo momento di gioia rin-graziando insieme il Signore.È un’occasione per sentirsi parte di unafamiglia più grande: la comunità cri-stiana.

FESTA DEGLI ANNIVERSARI DIMATRIMONIO

Al termine della celebrazione ci ritrove-remo per l’aperitivo e lo scambio di au-guri.Vi aspettiamo!

Per motivi organizzativi vi preghiamo di se-gnalare la vostra partecipazione, indicando inomi e anniversario celebrato, presso la par-rocchia.Tel. 011/5224650 - 011/5224655; e-mail:[email protected]

PROGRAMMA

Domenica 8 gennaio 2012Ore 11,00: S. Messa, con rinnova-zione delle promesse battesimali,– consacrazione dei bambini al-la Madonna.A conclusione della Messa, unsimpatico e breve rinfresco con-cluderà l’incontro.Sperando nella vostra presenza, viaspettiamo numerosi.

Per motivi organizzativi vi pre-ghiamo di segnalare la vostrapresenza (tel. 011.5224650 -011.5224655, e-mail: [email protected])

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Più volte parlando del «centenario» dellaparrocchia abbiamo detto che non volevasolo essere occasione per feste e celebra-zioni ma soprattutto voleva essere unagrande opportunità per riscoprire e rinvi-gorire il nostro essere parrocchia e co-munità cristiana. È stato questo il filo conduttore che ha le-gato insieme i tre giovedì di formazione,svolti ad ottobre nel teatro «Piccolo Val-docco». I tre relatori ci hanno guidato nelripensare la Parrocchia di Maria Ausiliatri-ce come parrocchia salesiana, inserita inun territorio, all’interno di una diocesi.

Parrocchia in stile salesianoDon Stefano Marto-glio, Ispettore dei Sale-siani del Piemonte, Val-le d’Aosta e Lituania, ciha guidati nel riflette-re sul significato di es-sere parrocchia sale-siana, anzi «la chiesa“numero uno” dellacongregazione sale-siana», perché è lachiesa che Don Bosco

ha voluto, costruito, sudato, patito.In primo luogo è importante festeggiareperché le cose belle, importanti e che du-rano, vanno ricordate, perché sono segnodi qualcosa di grande e sono un’occasioneper ripensare il cammino percorso e trova-re nuovi spunti per il futuro della comunitàparrocchiale.Celebrare questa parrocchia, luogo del so-gno di Don Bosco, educare buoni cristiani eonesti cittadini, finalità per cui è nato l’ora-torio, sono sorte scuole, laboratori e da cuisono partiti missionari. Una parrocchia salesiana e cioè popolare egiovanile. Giovanile perché con al centrol’oratorio, che è la porta della Chiesa per i

giovani, una porta che porta a Dio, perchéaiuta i ragazzi ad arrivare a Dio tramite lecose che piacciono ai loro.“Popolare”, perché a Valdocco siamo incentro ma siamo anche in periferia. UnaParrocchia che ha confini che non hannoconfini. Una parrocchia che desidera avvi-cinarsi alla gente in tutti i modi, sempresensibile alle povertà del mondo, alle po-vertà della gente, soprattutto i più poveri. Occasione per ringraziare e riscoprire che alcentro della nostra parrocchia c’è il san-tuario di Maria Ausiliatrice, al centro delnostro essere comunità c’è la presenza diMaria. Dire grazie, allora, a Don Bosco, al suocuore, che ha voluto Valdocco, per risco-prire tutte le ricchezze e i doni che ci sonoaffidati, che rendono la nostra parrocchiaunica. Ma al tempo stesso occasione perinvestire insieme questi doni e a farli frut-tificare per noi, per gli altri, per la nostra co-munità. E la risorsa più bella è sempre Lui,il Signore, attraverso la sua Parola, i sacra-menti, soprattutto l’Eucarestia e la confes-sione, che danno solidità alla vita. Allora ri-partire da Lui, accorgendoci della Sua pre-senza nel nostro cuore, per «incominciaread avere l’abitudine di costruire le decisio-ni della vita con Dio».

Parrocchia, quartiere e cittàTiziana Ciampolini, responsabile dell’Osser-

vatorio delle Povertà edelle Risorse della Ca-ritas diocesana di Tori-no, ci ha guidati inquesto secondo in-contro.Il suo intervento è sta-to invito e augurio adessere parrocchia delterzo millennio, chesa essere innovativa,

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3 incontriper ripartire da 100

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per essere al primo posto nella conduzionedel progresso, nello stile di Don Bosco. Per fare questo dobbiamo però saper ve-dere in positivo, per creare delle formenuove di solidarietà.1) Dobbiamo crescere, o meglio dobbiamosvilupparci. C’è spazio per costruire qual-cosa di nuovo.2) Dobbiamo investire in risorse relazio-nali. Investire in capitale sociale: e il capi-tale familiare è il bacino più imponente,più capillare presente e va messo a dispo-sizione. Non possiamo «tenere tutta questafelicità per noi».In conclusione ci ha invitati a impegnarcia costruire un modo di essere tutti uguali, aguardare il mondo in modo diverso, apren-do gli occhi, il cuore, verso il “mio“ vicino;a metterci nell’ottica della responsabilità,che è impegno a «lasciare il mondo miglioredi come l’abbiamo trovato», e della responsa-bilità individuale, che possiamo tradurrein questo slogan: «fare dei muri dritti e soli-di in ogni momento della nostra vita».Soprattutto è ricordarci che «il bene va fattobene». La differenza tra un piastrellista e un mo-saicista è che il piastrellista rompe il muroe butta via i pezzi, il mosaicista invece si av-vicina con lo sguardo dell’artista e con iframmenti di mattonella che sono per ter-ra costruisce i quadri, perché dietro ognitassello vede qualcosa di nuovo. Noi dob-biamo essere i mosaicisti, i cesellatori, delnostro futuro.

Parrocchia e diocesiIn questa riflessioneci ha accompagnatoMons. Guido Fiandi-no, Vescovo Ausiliare diTorino. Nell’introdurre l’in-contro ha ricordatoche festeggiare 100anni deve essere occa-sione favorevole perrendere il nostro esse-re Chiesa più bello,

più vivo, più vero. Ricordare per rinnovare,

alimentando la nostra fede e riscoprendo ilbello e la gioia di essere comunità cristiana.Questa è anche la più bella testimonianzache possiamo offrire alla gente, testimo-nianza che deve partire dal “sorriso conta-gioso” che ci doniamo. È la gioia che nascedal ritrovarci insieme tra noi e con il Si-gnore. Alimentiamo allora la festa, il sen-tirci famiglia, il conoscerci vicendevol-mente che parte dal «chiamarci per nome»,per essere «Chiesa di persone e non chiesadi mattoni», come recita un celebre canto.Per questo dobbiamo riscoprire e alimen-tare le «tre vocazioni» della parrocchia diMaria Ausiliatrice.Essere parrocchia salesiana, che si arricchi-sce del carisma salesiano. Ciò significa inprimo luogo una attenzione ai giovani, so-prattutto ai giovani più difficili, quelli chespesso allontaniamo e non accogliamo.Questa è fatica immane, ma ci deve vedereprotagonisti. Essere parrocchia inserita in una Unità Pa-storale. Attenti alle realtà vicine, in atteg-giamento di comunione fraterna, che di-venta collaborazione, per realizzare insiemeattività pastorali, formative. Essere, infine, parrocchia inserita nella dio-cesi. Quindi necessità di aprirci ad essa. Imodi sono molteplici ad iniziare dal par-tecipare alle iniziative diocesane, occasioniper crescere personalmente e come comu-nità: come catechisti, come operatori dellacarità, come realtà giovanili... Soprattuttoessere attenti alla voce e guida del nostroVescovo Cesare Nosiglia. In particolare inquesto anno ci è consegnata la sua letterapastorale, «Sulla tua parola getterò le reti»,che è invito a ripartire dai quattro pilastri diogni comunità: l’ascolto della parola diDio, l’Eucarestia domenicale, la preghiera el’unione fraterna. Due priorità devono se-gnare l’inizio del cammino: la formazionedei laici, soprattutto l’educazione alla fededel mondo adulto, e l’attenzione alla fa-miglia, che parte dal sostegno ai giovanisposi, e dalla catechesi battesimale, prima edopo il sacramento, per le famiglie chechiedono il battesimo dei figli.Si possono trovare i testi completi delle relazio-ni dei tre incontri sul sito della parrocchia:http://parrocchia.valdocco.it

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Domenica 16 ottobre abbiamo celebrato,nella solenne concelebrazione Eucaristi-ca delle ore 10.00 in Basilica, i 100 annidella nostra parrocchia.Un occasione bellissima, ha ricordatodon Stefano Martoglio nell’omelia, «perringraziare Dio del dono di questi cento an-ni di comunità cristiana, e per affidare gli al-tri cento che cominciano. Per riscoprire ilnostro essere Parrocchia “strepitosa“ perchécasa di Dio, con Maria al Centro, parrocchiastraordinaria, voluta da Don Bosco, che èuna comunità ricca di persone. Tutto questonon è merito nostro, ma è grazia di Dio, do-no del Signore».Erano presenti, insieme a molti altri sa-cerdoti, anche don Giulio Michele e don

Gianni Cattane, a rappresentare i parrocipassati e dire una storia che continua.Momento importante, poi, per rinvigori-re e rilanciare il nostro voler essere co-munità viva. A sottolineare questo c’èstato il “mandato” ad animatori, cate-chisti, allenatori e dirigenti sportivi, persottolineare il loro impegno e testimo-nianza di servizio agli altri, soprattutto aipiù giovani. Dopo la celebrazione un momento fra-terno con un piccolo rinfresco in oratorioper tutti, a cui è seguita una giornata digiochi, tornei, attività in oratorio, per da-re anche l’inizio ufficiale all’anno orato-riano.

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S.O.S. contributi!Nel numero di settembre di “conoscerci” avete trovato 16 pagine in più. Uninserto che voleva ripercorrere i primi 50 anni di storia della parrocchia.Vorremmo ora completare questa storia con gli ultimi anni. Per questoabbiamo bisogno dei vostri contributi attraverso testimonianze, racconti,fotografie. Li aspettiamo. Grazie in anticipo.Vuol essere un conoscere in quale “storia” ci inseriamo per poter contribuirea scriverla con la nostra vita.

Festa dei “cento anni”Festa dei “cento anni”Festa dei “cento anni”Festa dei “cento anni”Festa dei “cento anni”Festa dei “cento anni”2011 Conoscerci 4:conoscerci 30-11-2011 10:35 Pagina 8

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Che bellissima giornata! Il Signore ha pensato proprio a tutto: unsole splendido, un posto accogliente ericco di paesaggi incantevoli, un relatorecompetente, sobrio e molto simpaticoed una compagnia curiosa, impegnata,allegra, «vociferante» ed «affamata»... nonavremmo potuto pretendere di meglio!Domenica 13 novembre 2011 ci siamoritrovati ad Avigliana presso la casa sale-siana «Madonna dei Laghi» per una gior-nata di formazione e preghiera, propostaalle famiglie dell’oratorio e della parroc-chia, sul tema: «Il dialogo nella fami-glia».Dopo l’accoglienza dell’efficiente Catiae di altre mamme salesiane cooperatricidi Valdocco (chiacchiere e risate per al-meno mezz’ora!), in 30 ci siamo avven-turati per un breve ma intenso momentodi preghiera nella cappella: insieme, gui-dati dalla sottoscritta, abbiamo meditatoed invocato lo Spirito Santo affinché ciaccompagnasse in questo cammino,

quindi provato i canti per la Messa conl’aiuto degli accordi di Enrica. Mariagrazia ci ha poi invitati a fare ungioco insieme che ci avrebbe accompa-gnato tutto il giorno: ciascuno di noi di-ventava segretamente il folletto protet-tore di un’altra persona, facendogli gen-tilezze e favori di nascosto, che si sarebberivelato solo a fine giornata. Subito dopoi bambini ed i ragazzi hanno potuto gio-care liberamente a calcetto, ping pong,giochi da tavolo ed all’aperto, animatida Salvo ed Elisabetta e aiutati da Alber-to e Simone. Don Claudio, il nostro preparatissimoparroco, ci ha guidati in un’approfondita,semplice e giovanile riflessione sull’im-portanza del dialogo nella famiglia (co-me coppia e con i figli) e nello svolgi-mento del lavoro a gruppi... Non vi dicocome abbiamo dovuto contenere l’entu-siasmo, la partecipazione e la ricchezza dicontenuti di Giorgio (detto Giorgione),Guido, Giampiero, Eugenio, Matteo, Ezio

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...Ad Avigliana con furore!

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e Mario: le mogli erano strabiliate nel ve-dere come i loro coniugi fossero attenti,preparati e... «collaborativi»!!! Terminato il match (per fortuna nessunoha dovuto ricorrere al pronto soccorso!)nostro malgrado ed un po’ “dispiaciuti”abbiamo interrotto i lavori per la pausadel pranzo: molti di noi erano reticenti atal punto da dover ricorrere alle maniereforti, soprattutto con Giorgio e Mar-co!!!... e via: dopo un’abbuffata panta-gruelica, da brave pecorelle ci siamo av-venturati in una bellissima e rilassantepasseggiata intorno al lago, dietro la gui-da del nostro paziente pastore don Clau-dio, con la speranza di smaltire un po’dei grassi assaporati durante il pasto...davvero faticoso star dietro alla cammi-nata spigliata e giovanile di Giulia, Elenaed Ameet (solo Matteo riusciva a tenere ilpasso!).Dopo lo svago si riprendono i lavori pergli adulti ed i giochi per i più piccoli.Mettere in comune le conclusioni emer-se nei gruppi, rappresentati da Paola,Giampiero e Norma, è stato molto inte-ressante: il parroco ha sottolineato l’im-portanza di partire dall’ascolto e dallacondivisione/testimonianza della coppiaper poter veramente giungere ad un dia-

logo costruttivo e gratificante, dentro lafamiglia e non solo!Abbiamo poi concluso la giornata cele-brando la S. Messa, anche aiutati dallabravura dei più piccoli come Serena eValeria; condiviso una gustosa ed ab-bondante merenda; svelato il mistero deifolletti (alcuni di noi – vedi Cristina – de-vono ancora capire se si trattava di follettio diavoletti!?!?)... ed allegramente sia-mo rientrati alle nostre case, consapevo-li che portavamo un tesoro in più dentroil nostro piccolo fardello quotidiano: lagioia della condivisione, della ricerca in-sieme e della fede.Alla prossima: vi aspettiamo numerosi!

Laura

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LA FIERA DELLE VANITÀÈ IN MOSTRA

la mostra continuerà sino al 31 dicembre 2011

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Se c’è una esperienza bella che ci arricchi-sce, che riempie la nostra vita e dà entusia-smo, facendoci sentire meno soli anche inmezzo alle fatiche del vivere quotidiano, èquella dell’incontrarsi per celebrare insie-me, per raccontarsi, per condividere mo-menti di festa, di gioia, per sostenersi nelcammino attraverso il dialogo e momentidi formazione.È una esperienza questa che vuole anchecaratterizzare la vita del «Gruppo Sposi» eper questo sono stati organizzati incontri etanti altri aspettano le famiglie che vi par-tecipano.

2 ottobrePer incominciare bene!Il primo incontro l’abbiamo vissuto insie-me al Signore nella celebrazione dell’Eu-carestia. Abbiamo voluto affidare il cam-mino dell’anno, ogni famiglia, ogni atti-vità che vivremo e offriremo, soprattutto aifidanzati che si preparano al matrimonio,al Signore. Al termine della Messa, con lefamiglie che hanno potuto fermarsi abbia-mo condiviso insieme il pranzo con le va-rie leccornie che ognuno aveva portato.

5 novembreRicordo dei defunti &... castagneÈ un appuntamento tradizionale e sentito

nella vita del gruppo: il trovarsi per prega-re insieme, nella Messa, per i nostri caridefunti e poi attorno un tavolo per man-giare insieme un po’ di castagne. Così èstato anche quest’anno. Eravamo più dicinquanta quel sabato sera ad affidare al Si-gnore i nostri morti e poi a mangiare dellebuone e calde caldarroste preparate dalleesperti mani di Agostino, Roberto e Vitale,con altri volontari che nel pomeriggio, sot-to la pioggia torrenziale, si sono aggregati.Inutile dire e aggiungere che le castagneerano accompagnate da squisite torte, in-naffiate da buoni vini e succose bibite por-tate per l’occasione.

19 novembreIncontro Giovani CoppieÈ stata l’occasione per incontrare tutte le«giovani coppie» che si sono preparate almatrimonio in uno dei corsi prematrimo-niali organizzati dalla Parrocchia nell’ulti-mo anno o che si sono sposate nella nostrachiesa. Eravamo in tanti, 15 giovani coppie(altrettante pur non potendo essere pre-senti fisicamente per altri impegni, si sonofatte presenti con una telefonata o con unamail), 11 coppie guida con figli, in totalepiù di sessanta persone. È stato bello in-contrarsi, condividere insieme la cena, masoprattutto sentire i racconti, vedere foto efilmini, contagiarsi e sostenersi a vicenda

nel cammino bello,ma impegnativo, di es-sere famiglia. Per que-sto desideriamo insie-me far sì che non ri-manga unico questoincontro, ma che pos-sano nascere tante al-tre iniziative arricchen-ti e di «famiglia», da al-tri incontri a qualcosadi più grande...

La gioiadell’incontrarsi

Corso prematrimoniale ottobre 2011

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La sera, del 27 ottobre, presso la Casa Ge-neralizia delle Suore di San Giuseppe, l’Ar-civescovo Mons. Cesare Nosiglia, dopoaver incontrato i parroci nel pomeriggio, haincontrato i catechisti delle parrocchie del-la unità Pastorale 1 e 2.È stato un bell’incontro, un’ottima occa-sione per incontrare il pastore e per riceve-re nuovo entusiasmo nella impegnativa mabellissima missione del Catechista.Nelle sue parole l’Arcivescovo ha richia-mato e donato alcuni spunti di riflessioneche possono e debbono servire da guidanel cammino dei catechisti.«Il primo ministero della Chiesa, ha ricordatoMons. Cesare, era ed è quello affidato agliApostoli: “Andate e predicate il mio vangelo!Andate e portate a tutti Gesù morto e risorto”.E questo bisogna farlo con gioia.Ecco perché i catechisti, insieme con i sacerdo-ti, sono i primi collaboratori del Vescovo. Ancheloro ricevono un mandato. E come il seminatoredella parabola anche loro hanno un compito,quello di seminare, di gettare il seme, cioè laParola di Dio, e gettarla ovunque, senza preoc-cuparsi troppo del raccolto».«Chi è il catechista? Mi piace l’identikit, di-ce ancora l’Arcivescovo, fatto dal papa Giovan-ni Paolo I. Il catechista deve essere:– persona umana, con talenti, risorse, ca-ratteristiche... ognuno diverso dagli altri;– credente, che ha coltivato la propria fede;– maestro, perché guida, indica una strada,soprattutto con il suo esempio, la sua testimo-nianza, la sua persona;

– educatore, che sa creare empatia tra luicatechista e il ragazzo;– artista, cioè creativo, fantasioso, ogni operad’arte è diversa dall’altra, ogni artista è diver-so dall’altro, così ogni catechista è unico e nondeve aver paura di perdere la sua specificità».«Il Catechista ha bisogno di formarsi. Nonpuò sedersi sulla fede, ma ha bisogno di for-mazione continua:– formazione spirituale: la parrocchia stessala offre e la prima formazione è proprio quelladi partecipare in modo attivo ai momenti dipreghiera, di fede proposti dalla Parrocchia, inprimis la Messa domenicale;– formazione catechistica, nei contenuti;– formazione pedagogica: bisogna conoscereil ragazzo».«Soprattutto bisogna partire dalla famiglia,dai genitori: per questo propongo di dedicare iprimi due mesi dell’anno alla formazione per-sonale e all’incontro con le famiglie: dobbiamopartire da loro e per fare questo occorre unosguardo positivo verso le famiglie, essere dispo-nibili, accoglienti, trovare occasioni di incontro,arrivare anche alla visita in famiglia.Una cura particolare va poi rivolta allefamiglie che chiedono il battesimo per ipropri bambini, sia prima che dopo».

DATE IMPORTANTI del 2012Prime Comunionimercoledì 25 aprile (1° turno) e martedì 1 mag-gio (2° turno), alle ore 10.30 in Basilica

Cresimedomenica 6 maggio, alle ore 15.30 in Basilica

Prima Confessionedomenica 4 marzo, alle ore 15.00 in “Suc-cursale”

GRAZIE CATECHISTI!

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Una mattinata un po’ uggiosa ma l’eufo-ria dei ragazzi mette le ali a tutti: genito-ri, nonni e adulti; si parte per la tradi-zionale castagnata, ma questo anno hauno spunto in più, siamo diretti alla ca-scina Moglia.Ai ragazzi questo nome dice nulla, e for-se nemmeno ai genitori, ma a qualchenonno il nome non suona nuovo. DonGianni nell’omelia chiarisce tutto.In questa cascina, oggi un po’ trasandata,Giovannino Bosco all’età di 12/13 anni ven-ne a lavorare per guadagnarsi di che vivere(un pezzo di pane ed un po’ di formaggio) equalche soldino per le spese degli studi. Sì!Proprio per gli studi.Era venuto a lavorare lì, invece che a casasua, perché il fratello maggiore ostacolava ilsuo studio; il padrone, Sig. Moglia, gli con-

sentiva, dopo una giornata di lavoro nei cam-pi (dalle ore 6 del mattino alle 18/19 di se-ra) di studiare, perché voleva farsi prete e de-dicare la sua vita agli altri ragazzi. Don Bosco, fin da fanciullo, pensava acostruirsi il suo futuro, un futuro non dicomodità e di lusso, ma un futuro di do-nazione totale a chi aveva bisogno.Dopo la Messa anche il sole bucò le nu-bi e, sparse nei prati, le famiglie diederoinizio al loro pranzo veloce perché i bim-bi volevano innanzi tutto giocare. Versole ore 16 la distribuzione delle castagnerallegrò ulteriormente il clima di festa.Una uscita tradizionale ma con l’intentodi assecondare la strenna del Rettor Mag-giore: «Far Conoscere Don Bosco».

Il solito moscone ficcanaso

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BATTESIMIEntrati nella comunitàdei credenti in Cristo

Mercadante Giulia Ivana Savia Maria, 17 settembre 2011Perenno Camilla Alice, 18 settembre 2011Condorelli Yvonne, 18 settembre 2011Valente Lorenzo, 18 settembre 2011Di Luzio Mauro, 25 settembre 2011Lanfranco Viola, 25 settembre 2011Sansone Elia Pio, 1 ottobre 2011Campagnaro Niccolò, 2 ottobre 2011La Commara Giovanni, 9 ottobre 2011Marchetti Alessia, 9 ottobre 2011Michelassi Alessio, 9 ottobre 2011Orlando Sofia, 9 ottobre 2011Terrazas Davila Leonardo, 9 ottobre 2011Cutri Giulia, 9 ottobre 2011Schiavone Andrea, 9 ottobre 2011Urso Flavio, 15 ottobre 2011Santarsiere Edoardo, 23 ottobre 2011Tremante Aurora, 23 ottobre 2011Omoruyi Osawemenze Stefane Eghosa, 23 ottobre 2011La Gamma Francesco, 23 ottobre 2011La Gamma Giuseppe, 23 ottobre 2011Moio Chiara, 30 ottobre 2011Casolaro Mirko, 30 ottobre 2011D’Epiro Melissa, 30 ottobre 2011Zangrilli Gabriele Leonardo, 30 ottobre 2011Nepote Riccardo, 30 ottobre 2011Sheu Kol, 16 novembre 2011Sheu Jennifer, 16 novembre 2011Dorado Elyssa, 27 novembre 2011Grande Emma, 27 novembre 2011

ATTI PARROCCHIALI(dal 15 settembre al 30 novembre 2011)

MATRIMONIHanno unitoil loro amore in Cristo

Caruso Giuseppe e Bertolino Claudia, 18 settembre 2011Condorelli Francesco e Cavalieri Carlotta, 18 settembre2011Fella Gianluca e Leserri Gloria, 24 settembre 2011Pulvirenti Carmelo e Schiavo Maria Stella, 24 settembre2011Bucchino Giuseppe e Bustean Elena Florina, 25 settem-bre 2011Lotito Andrea e Gonella Valentina, 25 settembre 2011Gheorghies Dorel Danut e Ursu Alina Elena, 22 ottobre2011Bertucci Andrea e Mudu Francesca, 19 novembre 2011

DEFUNTIRiposano in Cristo

Cambursano Stefano, anni 52,19 settembre 2011De Francisco Luciano, anni 77,23 settembre 2011Dalmazio Crocifissa, anni 90,25 settembre 2011Ferrero Giuseppina, anni 89, 27 settembre 2011Dall’Amico Ettore, anni 73, 30 settembre 2011La Marca Michele, anni 88, 4 ottobre 2011Mussio Maria, anni 82, 14 ottobre 2011Ventrella Antonio, anni 71, 5 novembre 2011De Grandis Gastone, anni 81, 7 novembre 2011Rendinella Luciana, anni 65, 8 novembre 2011Navarra Michele, anni 77, 8 novembre 2011Bonni Gerarda, anni 79, 10 novembre 2011Gola Andreina, anni 88, 19 novembre 2011Viola Italia, anni 75, 26 novembre 2011Pasqua Nicola, anni 72, 27 novembre 2011

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PARROCCHIA MARIA AUSILIATRICEPiazza Maria Ausiliatrice 9 – 10152 TORINO

Tel. 011 5224655011 5224650 - parroco

E-mail: [email protected]: www.parrocchia.valdocco.it

ORARIO UFFICIO PARROCCHIALEda Lunedì a Venerdì 9.00-11.30 e 15.00-18.30sabato mattina 9.00-12.00Salvo impegni legati all’attività pastorale parrocchiale.

Il parroco è disponibile dal lunedì al venerdì, nel suo ufficio, al mattino ed al pomeriggio (sabato solo mattino), salvo impegni particolari legati alle attività della Comunitàe impegni pastorali.

Per sicurezza è preferibile fissare un incontrotelefonando in parrocchia.

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Copie stampate: 3.500 (tutte diffuse gratuitamente) • L’offerta libera, aiuta a sostenere questo giornale

Parrocchia di Maria Ausiliatrice - Piazza M. Ausiliatrice 9Tel. 011.52.24.655 / 011.52.24.1 - 10152 Torino

e-mail: [email protected]. del Trib. di Torino n. 3520 dell’11/4/85 - Direttore Responsabile: Luigi Zulian - Stampa: Scuola Grafica Salesiana, Torino

APPUNTAMENTI RELIGIOSI DI FAMIGLIAopportunità per un cammino di fede

SABATO 24 DICEMBREOre 18.00 S. Messa vespertina di NataleOre 24.00 S. Messa della Notte Santa

in Basilica animata dalla cantoriain teatro grande animata dall’Oratorio(ingressi: Piazza Sassari o via Maria Ausiliatrice 32)

DOMENICA 25 DICEMBRE - NATALESante Messe secondo l’orario festivo

SABATO 31 DICEMBREOre 18.00 S. Messa prefestiva con canto del “TE DEUM”

DOMENICA 1° GENNAIOSolennità di Maria Madre di Dio45a Giornata Mondiale della PaceSante Messe secondo l’orario festivo

VENERDÌ 6 GENNAIO - EPIFANIASante Messe secondo l’orario festivo

DOMENICA 8 GENNAIO - Battesimo del SignoreSante Messe secondo l’orario festivo

Ore 11.00 Festa del Battesimo - sono invitate le famiglieche hanno battezzato dei bambini nel 2011

don Claudio, don Franco, don Gianni, don Franco.Le comunità salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice

augurano a tutti i migliori auguri di un SANTO NATALE.

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