2013 TESTA Raimondo Legge Raimondo. Il Montecuccoli di Luraghi

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    Raimondolegge RaimondoIl Montecuccoli di Luraghi

    di Andrea Testa

    Societ Italiana di Storia Militare

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    Raimondo legge RaimondoIl Montecuccoli di Luraghi

    di Andrea Testa

    Quando incontrai per la prima volta il mio "maestro" Raimondo

    Luraghi nel lontano 1982, mi raccont che si stava accingendo a curare

    la prima edizione critica delle opere di Raimondo Montecuccoli, grazie

    ai finanziamenti messi generosamente a disposizione dall'Ufficio Storico

    dell'Esercito. Aggiunse che da tempo stava preparandosi all'intrapresa,

    memore di quanto gli aveva detto il suo maestro Piero Pieri (1893-1979),

    il quale, nel 1955, considerava ben doloroso che in Italia si debbano

    studiare gli scritti del Montecuccoli nella traduzione tedesca del Veltz,

    sottolineando la situazione a dir poco disastrosa riguardante le edizioni

    delle principali opere teoriche di Montecuccoli. Questa era la

    spiegazione razionale. Poi per mi raccont che, quandera bambino,

    una complimentosa amica di famiglia aveva sottolineato il fausto

    presagio di portare lo stesso nome del

    grande feldmaresciallo imperiale. Pure

    Luraghi, profondo studioso delle filosofie

    orientali, vi vedeva una sorta di kharma

    personale che l'avrebbe condotto, prima opoi, ad occuparsi di Montecuccoli:

    dunque, il momento era arrivato. In

    effetti, per una strana congiunzione

    astrale, anch'io mi trovai coinvolto nel

    progetto in modo "casuale": stavo infatti

    lavorando a tutt'altro studio riguardante il

    viaggiatore ed esploratore Carlo Vidua

    (1785-1830) e Luraghi mi chiese se avevo

    notizie di un manoscritto di Montecuccoli

    a questi appartenuto e citato nell'opera di

    Giuseppe Grassi del 1821. Quante probabilit c'erano di rinvenire, nellelettere inedite di Vidua, peraltro per la maggior parte disperse, un

    accenno a tale manoscritto? Invece (sempre per un caso!) lo trovai e

    contribuii inizialmente a un tassello della ricerca a tutto campo che

    Luraghi aveva cominciato e nella quale poi mi coinvolse.

    I problemi editoriali da lui affrontati sono stati essenzialmente di

    natura cronologica, filologica e interpretativa: bisognava ripartire da

    zero, usando esclusivamente l'immensa mole di materiale documentario,

    spesso disordinato, delNachlass viennese ove giacevano gli autografi di

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    Montecuccoli che nessuno aveva mai visionato, basandosi le precedenti

    edizioni su traduzioni di traduzioni. Si pensi alledizione a cura di UgoFoscolo negli anni 1806-1807 che fece invero una prima recensio degli

    apografi degliAforismi allora utilizzabili1, ma le fonti a sua disposizione

    erano gi scarsamente attendibili ed egli peggior la situazione

    decidendo arbitrariamente di correggere litaliano di Montecuccoli,

    considerato corrotto e decadente in quanto proprio di un periodo il

    Barocco- che godeva allora di scarsa considerazione. Nel 1821 Giuseppe

    Grassi, lavorando su 3 apografi, fece stampare una nuova edizione degli

    Aforismi basata ancora su fonti che non davano garanzia di affidabilit,

    ma non cambi il testo originale come aveva fatto Foscolo2.

    Tra il 1899 e il 1901 vide la luce la

    monumentale edizione di quasi tutti gliscritti di Raimondo Montecuccoli a

    cura del capitano Alois Veltz; questi,

    capitano austriaco di origine italiana,

    non pubblic i testi del Nostro in

    originale, ma li tradusse in tedesco.

    Inoltre egli dovette operare una scelta

    per cui, oltre alle opere militari di

    Montecuccoli, pubblic alcuni scritti

    minori in forma sunteggiata3.

    Nel 1924 Adriano Gimorri diede allestampe unedizione di una scelta dei

    diari di viaggio di Montecuccoli,

    condotta sui manoscritti viennesi, ma in parte contaminata ancora una

    volta con l'intento di migliorare litaliano di Montecuccoli.

    A ben poco quindi potevano servire tali edizioni che si dimostrarono

    per buona parte errate anche solo rispetto alla datazione degli scritti di

    Montecuccoli, alla loro attribuzione, nonch infarcite di errori e

    contaminazioni, fino ad arrivare a non isolati casi di creazione di

    pastiches di opere del Nostro, trovate senza titolo e plasmate dai

    curatori-bricoleurs in una forma arbitraria. Per non parlare poi della

    1Opere di Raimondo Montecuccoli illustrate da Ugo Foscolo (2 voll.), Milano, 1807

    sg. Tale edizione, splendida dal punto di vista tipografico, fu tirata in soli 170

    esemplari e messa in vendita ad un prezzo assai elevato per l'epoca (superiore ai cento

    franchi).

    2Opere di Raimondo Montecuccoli corrette e illustrate da Giuseppe Grassi, (2 voll.),

    Torino, 1821.

    3Alois Veltz (a cura di), Ausgewhlte Schriften des Raimund Frsten Montecuccoli

    (4 voll.), Wien-Leipzig, 1899-1901.

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    grafia di Montecuccoli, di difficile lettura, i cui termini che a un primo

    esame risultavano illeggibili, furono completamente omessi nellatraduzione tedesca di Veltz, o tradotti talvolta in modo completamente

    sbagliato. E' noto l'uso del raddoppio consonantico nell'italiano

    secentesco, per cui la parola collazione, utilizzata da Montecuccoli, deve

    intendersi per colazione. Veltz invece cade in errore, traducendo in

    tedesco tale termine nel significato italiano di collazione, con tutti gli

    equivoci conseguenti nel testo, che lascio immaginare ai lettori. Altro

    esempio dato dal sostantivo billico, da intendersi per bilico, e invece

    interpretato da Veltz come bellico, aggettivo, e reso in tal modo in

    lingua tedesca. Come Ezio Raimondi ha notato inAnatomie secentesche,

    la seriet tutta militare, burocratica, che doveva stare alla base della

    monumentale intrapresa, non solo sembra degna, come egli afferma,dellironia egizia di un Musil o della penna acre e autunnale di un

    Roth ma crollava addirittura nel ridicolo dellequivoco, proprio della

    commedia napoletana.

    Giustamente Luraghi amava definire i primi due volumi delle opere di

    Montecuccoli da lui curati una vera e propria rivoluzione copernicana

    relativa a tale universo. E, come tutte le rivoluzioni di tale portata,

    manifest molte volte a me, negli anni, il suo disappunto di come fosse

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    ancora lontana non solo dall'essere compresa, ma anche semplicemente

    menzionata in quelle opere di riferimento che hanno trattato diMontecuccoli, successive alla sua edizione: ad esempio, nella Storia

    della Letteratura italiana a cura di Enrico Malato, il saggio sulla

    letteratura e trattatistica del Seicento, per opera di Mario Scotti, si limita

    a citare le edizioni di Foscolo e di Grassi (vol. V, Roma, 1997, pp. 1151-

    sg.), come pure avveniva nella Storia della Letteratura italiana Einaudi.

    Alcuni studiosi si erano giustificati dicendo che ledizione dellUfficio

    storico era poco diffusa, ma in realt, i volumi a cura di Luraghi si

    trovavano in ben 27 biblioteche italiane, fra cui le Nazionali di Firenze e

    Roma, Venezia e Napoli.

    La considerazione che Montecuccoli aveva fra gli storici militari

    stranieri non era delle migliori: se si esclude il lucido contributo espressonellopera di Thomas Barker del 1975

    4, per il resto Luraghi mi segnalA

    History of Military Thoughtdi Azar Gat, edita dallOxford University

    Press nel 2001 in cui lo storico era convinto (nota 6, p. 17) che le opere

    di Montecuccoli fossero state solo raccolte nelledizione di Veltz,

    quindi scritte originalmente in tedesco. Basandosi quasi esclusivamente

    sullanalisi dello Zibaldone, egli arriv ad affermare che Montecuccoli

    stato un entusiasta studioso della forte tradizione della ricerca

    dellocculto, dellalchimia, della magia naturale. Pertanto, egli intitola

    il capitolo del libro suddetto Montecuccoli, limpatto della proto-

    scienza sulla teoria militare.

    Il primo indubbio merito di Luraghi stato quello di stabilire

    definitivamente la cronologia delle opere di Montecuccoli. Come egli

    scrisse giustamente, si possono individuare 5 periodi compositivi, nel

    corso della sua vita:

    - il primo, durante la seconda prigionia in mano svedese presso ilcastello di Stettino (anni 1639-1642);

    -il secondo, nel 1645, nel proprio ritiro di Hohenegg;-il terzo, durante gli anni 1650-1653;

    -il quarto, dal 1665 al 1670;-il quinto, durante il 1673, dopo l'ultima vittoriosa campagna

    contro Turenne e Cond.

    La produzione del primo periodo, secondo quanto Montecuccoli stesso

    afferma, si pu dividere in due gruppi:

    4Thomas M. Barker, The Military Intellectual and Battle - Raimondo Montecuccoli

    and the Thirty Years War, Albany, NY, 1975.

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    a) nove quaderni, rilegati in cartapecora (e detti pecorine) disoggetto militare vario e dei quali viene fornito dall'autore un indicedei vari capitoli;

    b)un volume vero e proprio, intitolato Trattato della guerra.Le pecorine si ritennero, per molti anni, completamente perdute,

    eccezion fatta per la nona, il cui

    sommario coincideva con quello che

    sarebbe diventato il trattato Delle

    battaglie, di cui esistono due manoscritti:

    uno a Modena e uno a Vienna. Lo storico

    militare Piero Pieri ipotizz che il

    manoscritto modenese Delle battagliefosse la nona pecorina, e che il materiale

    documentario riguardante le fortezze

    (essenzialmente le pecorine 1 e 2) fosse

    confluito, in forma di sunto, nei Saggi

    matematici militari che Montecuccoli

    invi al padre gesuita Mario Bettini, il

    quale li pubblic nell'opera Apiariorum

    Philosophiae Mathematicae5; in ci Pieri fu influenzato da Adriano

    Gimorri6. La prima parte di questa tesi stata confutata da Raimondo

    Luraghi il quale, sulla scorta di quanto affermato da Kurt Peball,

    ordinatore del Fondo viennese, scrisse che il Delle battaglie modenesenon pu essere identificato tout court con la nona pecorina, ma ne

    rappresenta una versione totalmente riveduta e assai arricchita; inoltre, i

    nove quaderni, nel loro complesso, apparivano piuttosto appendici

    tecniche supplementari e non lavori preparatori al trattatoDella guerra;

    e che pertanto la stesura delDelle battaglie doveva essere posteriore al

    Della guerra.

    La seconda parte della tesi di Pieri non ha retto quando, nell'occuparmi

    della edizione del terzo volume delle opere di Montecuccoli affidatomi

    da Luraghi, ho rinvenuto a Vienna, fra le carte del Kriegsarchiv, un

    quaderno manoscritto rilegato in carta pecora dal titolo Delle

    5 Piero Pieri, Guerra e politica negli scrittori italiani, Milano, 1971, p. 76, n.1.

    6 Adriano Gimorri (a cura di), Raimondo Montecuccoli, i viaggi, Modena, 1924. Si

    tratta di una rara edizione, essendo stata stampata in soli trecento esemplari. A p.

    XXXIII lo scrittore cita un breve articolo di Ferdinando Jacoli a supporto di tale tesi.

    L'opuscolo in questione si trova presso l'Archivio di Stato di Modena, Archivio Privato

    Jacoli, Busta 12 (Documenti aggiunti), Intorno a uno scritto di Raimondo

    Montecuccoli, s. l ., 1892.

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    fortificazioni7. Esso fonde insieme gli argomenti della prima e della

    seconda pecorina e pertanto avvalora ulteriormente l'ipotesi di RaimondoLuraghi che lo schema primitivo di nove pecorine non sia mai stato

    veramente e completamente realizzato, e che queste, anzich perdute,

    siano rimaste allo stato di progetto. Il documento in questione la spia di

    un passaggio intermedio avvenuto presumibilmente nel primo periodo

    (1641) e dimostra come Montecuccoli avesse abbandonato il piano

    originario delle nove pecorine esposto nelDella guerra.

    Appartengono al secondo e al terzo periodo lelaborazione del secondo

    trattato Delle battaglie e le Tavole

    militari. Ma cosa davvero aveva inviato

    Montecuccoli a Mario Bettini? Il 15

    luglio 1652 gli fece pervenire quattrobrevi saggi matematici militari, che il

    gesuita incluse nel terzo volume

    dell'opera Apiariorum Philosophiae

    Mathematicae, pubblicata a Bologna con i

    tipi di Giovanni Battista Ferroni nell'anno

    16548. Gli scritti sono preceduti dalla

    seguente lettera accompagnatoria:

    Illustrissimo Signore, Conforme alla richiesta

    di V. S. Illustrissima, le transmetto qui annesse,

    per saggio, alcune cosette militari matematiche, le

    quali non sono cose punto volgari, n communi,

    ma sono per corroborate dall'autorit

    degl'ingegni pi assottigliati e autenticate dalla

    prattica pi moderna. Concernono la fortificazione e l'Artiglieria, materie nella

    milizia le principali intorno a cui s'aggiri la Matematica; sono poche in

    numero, e molte in sostanza, perch regolano tutte le proporzioni d'ogni sorte di

    fortificazione e d'ogni sorte d'Artiglieria. Io avrei potuto mandarle in questo

    genere qualche cosa toccante le battaglie, ma poich questa parte la pi

    conspicua di tutta l'Arte della guerra, unicamente propria del Capitano, io mi vi

    sono affaticato intorno con particolar cura in questo campo della Germania,

    nella quale la frequenza de' combattimenti campali gli ha, appresso tutto il

    mondo, acquistato il grido di vera scuola de' fatti d'Arme; e ne ho scritto un

    trattato intiero, e compito, il quale non pu esser mutilato, ma a suo tempo e in

    miglior congiuntura si potr poi communicare, insieme con altre cose

    totalmente nuove pur di fortificazione e d'Artiglieria, le quali per essere

    invenzioni fuori dall'uso commune, non posson uscir nude, ma voglion esser

    accompagnate dall'induzione di molte ragioni fondamentali che le sostengano, e

    7 Ora pubblicato inLe opere di Raimondo Montecuccoli, ( a cura di Andrea Testa), vol.

    III, Roma, 2000.

    8Appare quindi evidente che gli eruditi e studiosi Jacoli, Gimorri e Pieri non hanno

    mai analizzato a fondo tale opera di Bettini.

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    dalla dimostrazione oculare di molte figure, il che moltiplicherebbe troppo il

    volume, contro a quello che V. S. desidera. E le bacio con ogni affetto le mani.

    Di Hohenech, li 15 Luglio 1652 Raimondo Montecuccoli9

    Seguono i saggi propriamente detti, in forma assai schematica, ma

    corredati da parecchie incisioni e tabelle:

    - il primo tratta brevemente delle proporzioni e misure del forte grande

    reale, dal quale possibile ricavare le regole per fortificare luoghi pi

    piccoli e poligoni irregolari;

    - il secondo contiene una succinta regola per fortificare un campo, con

    esempi tratti dagli eventi militari degli anni 1644 e 1647;- il terzo il pi breve di tutti e contiene un esempio di approcci diritti,

    ritenuti migliori di quelli obliqui;

    - il quarto tratta brevemente dell'Artiglieria, divisa in due generi

    (cannoni e colubrine, con calibri corrispettivi), cui s'aggiunge l'artiglieria

    da campagna.

    Da un confronto con le Tavole militari appare evidente che i Saggi in

    questione ne rappresentano un'anteprima che Montecuccoli volle inviare

    a Bettini; questa tesi avvalorata dalla suddivisione della materia, del

    tutto simile, e dalle incisioni presenti in entrambi gli scritti, le quali sono

    identiche. Pertanto si pu affermare che Montecuccoli, com'egli stessospiega nella lettera, non poteva mandare a Bettini le Tavole militari

    complete per evidenti ragioni di spazio; e che quindi tali Saggi non sono

    un sunto delle prime pecorine, come s' ritenuto in passato, bens il frutto

    di un'elaborazione successiva durante il soggiorno a Hohenegg negli

    anni 1650-1653, la quale lo avrebbe portato alla composizione delle

    Tavole militari dedicate all'Imperatore Ferdinando III, come si deduce

    dalla Prefazione all'opera suddetta, datata 20 marzo 1653. Quest'ultimo

    lavoro viene evidentemente preannunciato nella lettera, quando

    Montecuccoli allude ad altre cose totalmente nuove pur di fortificazione

    e d'Artiglieria che sarebbero state, a quella data, gi pronte.

    Ma v' di pi: infatti apprendiamo che egli aveva gi composto un

    trattato sulle battaglie intiero, e compito, il quale non pu esser mutilato,

    ma a suo tempo e in miglior congiuntura si potr poi communicare. Si

    9 La presente lettera stata recentemente pubblicata da Denise Aric nell'opera

    Scienza, teatro e spiritualit barocca: il gesuita Mario Bettini, Bologna, 1996. Si tratta

    di un'eccellente ed esaustiva biografia del padre Bettini, in cui l'autrice analizza assai

    dettagliatamente i rapporti intercorsi con Raimondo Montecuccoli.

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    tratta evidentemente del secondo Delle battaglie, poich basta

    confrontare lo stile e le date della Prefazione a tale trattato con quellodella lettera in questione, per rendersi conto dell'evidente analogia.

    Scrive Montecuccoli nella Prefazione alDelle battaglie:

    [...] Ho voluto penetrare l'interno dell'arte e de' principi che la costituiscono avendo

    presa per guida l'esperienza di 22 anni di guerra nella Germania (ove li fatti d'armi sono

    stati frequentissimi) [...]

    La lettera recita:[...] io mi vi sono affaticato intorno [alle battaglie] con particolar

    cura in questo campo della Germania, nella quale la frequenza de' combattimenti

    campali gli ha, appresso tutto il mondo, acquistato il grido di vera scuola de' fatti

    d'Arme. [...]

    La Prefazione al secondo Delle battaglie senza data, ma essa (ebuona parte dell'intero trattato) stata congetturata da Raimondo

    Luraghi, anche sulla scorta degli studi di

    Thomas Barker, nell'anno 1651. Tale ipotesi,

    alla luce di questo fondamentale documento

    (la lettera di Montecuccoli a Bettini), pu

    ritenersi senza ombra di dubbio fondata.

    Pertanto, durante il soggiorno di Hohenegg,

    Montecuccoli aveva elaborato compiutamente

    il secondo trattatoDelle battaglie e le Tavole

    militari. Ma, mentre quest'ultime non furono

    oggetto di ulteriori revisioni, ilDelle battaglie

    rimase un work in progress, dal momento che

    il definitivo manoscritto viennese reca la data

    del 1673 e contiene riferimenti a eventi

    successivi al 1651, come ha scritto Luraghi

    nel secondo volume delle Opere di

    Montecuccoli.

    Quindi lo scritto Delle fortificazioni raggruppa gli argomenti presenti

    nel progetto delle prime due pecorine; poi si deve dedurre che l'autore,

    resosi conto della vastit dei soggetti da trattare e della loro

    interconnessione, modific quasi subito il piano originario tralasciandodi scrivere le pecorine indicate coi numeri dal 3 all'8, facendo confluire

    buona parte della materia col indicata nelle successive Tavole militari.

    Al quarto periodo si fa risalire con certezza la composizione degli

    Aforismi, il clou della sua opera di scrittore militare e per la quale

    maggiormente conosciuto.

    Il quinto periodo caratterizzato da opere minori di carattere

    memorialistico.

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    Oltre alle opere di carattere militare, ne esistono moltissime di

    argomento letterario e filosofico, nonch un importante Zibaldone,piccola enciclopedia portatile che Montecuccoli sera fabbricato

    attingendo numerose citazioni dalla sua cospicua biblioteca ove avevano

    un posto di primo piano gli scritti di Tommaso Campanella.

    Il secondo merito di Luraghi sta nell'aver analizzato compiutamente e

    in modo insuperato le radici del pensiero militare di Montecuccoli. Esso

    si bas dapprima sull'esperienza militare, rappresentando egli un unicum

    nella storia di tutti i tempi: da soldato semplice a Luogotenente Generale

    dell'Impero, pass attraverso tutti i gradi e tutte le specialit, dalla

    fanteria alla cavalleria, all'artiglieria e all'ingegneria militare.

    Secondariamente, egli analizz l'arte militare dei grandi condottieri

    dell'epoca e la tradizione della scienza militare italiana dal sec. XV alsec. XVII, nonch fu interprete dell'eredit culturale del Rinascimento. Il

    primo grande condottiero che, da molti, venne considerato il maestro di

    Montecuccoli, fu il re Gustavo Adolfo di

    Svezia (1594-1632). Luraghi sottoline,

    durante tutti i suoi studi in merito, come la

    cattiva influenza della tradizione romantica

    derivata da Clausewitz (1780-1831) sia stata

    la peggior nemica nello screditare e

    minimizzare la figura di Montecuccoli, sulla

    base di teorie che poco avevano di consolidato

    nella realt dei fatti. La sopravvalutazione di

    Gustavo Adolfo appartiene a tale nefasto

    motivo conduttore, che Luraghi seppe

    demolire pezzo per pezzo. Anche se

    indubbiamente il genio militare del re di

    Svezia rifulse nell'organica, nella tecnica degli

    armamenti e nella tattica, restituendo egli alla cavalleria e alla fanteria

    delle capacit per l'azione offensiva, tuttavia non pratic la famosa

    "strategia annientatrice" (che molti storici confusero semplicemente con

    la sua temerariet) poich difettava nell'organizzazione della logistica,

    sostituita in modo decisamente fallimentare col saccheggio. Diventa cosinsostenibile la tesi che Montecuccoli sia stato l'interprete dell'arte

    militare di Gustavo Adolfo, poich il comandante modenese seppe

    vedere chiaramente tutti gli errori e i lati negativi del grande re,

    sviluppando altres genialmente i lati innovativi riuscendo a eguagliarlo

    e a superarlo. Un altro personaggio che influenz il Nostro fu Albrecht

    von Wallenstein (1583-1634), il vero creatore della logistica moderna

    che, come dice Luraghi, "per essa aveva il genio che Gustavo Adolfo

    aveva per la tattica", mettendo fine alla tirannia del saccheggio. Fu

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    dunque proprio Wallenstein il modello principale cui si ispir

    Montecuccoli, diventandone non solo il continuatore, ma il suoperfezionatore.

    Dalla cultura rinascimentale Montecuccoli eredit pensiero e azione,

    logica e matematica che applic al controllo del fenomeno complesso e

    sfuggevole della guerra, arrivando ad essere artista, scienziato, soldato e

    scrittore. Giustamente Luraghi rilev il notevole influsso che ebbe su di

    lui l'opera di Machiavelli Dell'arte della guerra, citando la seguente

    massima che Montecuccoli avrebbe ricordato per tutta la sua vita: "per

    poter difendere i propri sudditi occorre amare la pace e saper fare la

    guerra; se si hanno intorno o troppi amatori di pace o troppi amatori

    della guerra, si sbaglier". La sua aspirazione sar quella di costruire la

    dottrina militare come scienza attraverso basi metodologicheuniversalmente valide. Tuttavia egli non fu mai un teorico puro: a

    differenza di Clausewitz e Jomini (1779-1869), spesso prigionieri di

    schemi e pregiudizi, dimostr di possedere un'enorme flessibilit che gli

    derivava dall'esperienza non solo del suo tempo; inoltre, facendo tesoro

    di questa, era possibile far derivare dei dati utili per l'avvenire.

    In campo tattico Montecuccoli fu a torto accusato, secondo Luraghi, di

    aver sostenuto l'uso della picca per la

    fanteria e della lancia per la cavalleria in un

    periodo in cui gi Gustavo Adolfo avrebbe

    indicato un'evoluzione verso il prevaleredell'arma da fuoco individuale. Tale

    affermazione non fondata poich si basa

    su una massima generica tratta dagli

    Aforismi mentre nel Delle battaglie egli

    propone come ideale il rapporto, in un

    esercito, di 34.048 moschetti e moschettoni

    contro 6080 picche. L'uso del moschetto ad

    anima liscia del sec. XVII lo rendeva di

    scarsa utilit offensiva: Montecuccoli lo

    comprese benissimo e lo adoper in chiave

    difensiva a favore delle picche, che avevanoil compito di inchiodare la fanteria nemica

    per permettere alla propria cavalleria di

    attaccarla ai fianchi. Secondo lui, l'uso offensivo del fuoco poteva

    avvenire solo con l'artiglieria: in questo egli anticip le tattiche usate poi

    da Federico il Grande e da Napoleone. Un altro suo merito fu la

    teorizzazione della battaglia d'ala, ossia delle linee interne, precursore in

    ci del futuro ordine obliquo di Federico il Grande: egli era pronto a

    diminuire o ad aumentare, secondo le esigenze, le linee di difesa in

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    profondit, ad usare abilmente i dragoni e, come s' visto, a combinare al

    meglio l'unit tattica picca-moschetto. Inoltre introdusse l'artiglierialeggera reggimentale ad elevata mobilit e una nuova combinazione tra

    moschetti a miccia e a pietra a scopo sperimentale.

    Un altro campo in cui Montecuccoli dimostr il suo grande ingegno fu

    la logistica (e anche in questo, not Luraghi, furono poste in

    circolazione, nei secoli successivi, le pi gravi inesattezze). Negli

    Aforismi egli stabil la forza massima di un esercito in campo a 50.000

    uomini, numero che pu apparire esiguo per un generale che aveva fatto

    della superiorit nei confronti del nemico un ovvio caposaldo. Ma ci

    denota che egli aveva compreso, in virt della logistica dei tempi, il

    basilare principio secondo cui gli organici dovevano fondarsi sulle

    possibilit logistiche, e non il contrario; principio che non fu capito daGustavo Adolfo e dagli altri generali della guerra dei Trent'anni i quali,

    fiduciosi del sistema del saccheggio, avevano visto assottigliarsi sempre

    pi le loro forze a poche migliaia di uomini. Avendo sempre presente

    Wallenstein, Montecuccoli pianific un'organizzazione razionale dei

    rifornimenti basata sull'acquisto e l'immagazzinamento dei viveri, primo

    fra tutti il pane, che mai sarebbe dovuto mancare alle truppe. Questo il

    motivo per cui il numero "aureo" divenne 50.000 unit, alle quali

    sarebbero occorsi almeno 50 tonnellate di pane e 15 tonnellate di carne

    al giorno per poter combattere degnamente: egli dimostr di aver capito

    che la fame distrugge gli eserciti pi del ferro. Dal momento che occorre

    perlomeno una densit di 35 abitanti per kmq perch un esercito possa

    sopravvivere acquistando o requisendo viveri, e che nella sua epoca solo

    poche regioni europee raggiungevano tale standard, egli si rese conto

    che il problema da risolvere era dotare l'Impero di una efficiente rete di

    magazzini, pena l'esaurimento dei viveri in pochi giorni di campagna

    militare. E a questo punto, ancora ritorna Clausewitz e soprattutto la

    folta schiera dei suoi epigoni, cattivi interpreti del "maestro" prussiano:

    Luraghi fa notare l'assurdit delle critiche mosse con derisione e

    disprezzo nei confronti di quei generali del sec. XVII (Montecuccoli in

    primis) che avrebbero condotto le operazioni militari a mo' di minuetti

    per essersi fatti schiavi dei magazzini, rinunciando cos alla miticastrategia annientatrice, che sarebbe stata possibile solo da una

    concezione (romanticamente) ampia e audace, posta in atto da

    Napoleone. Innanzitutto falso che gli eserciti d'allora fossero impediti

    dal fatto di essere ancorati ai magazzini, come ha dimostrato in modo

    definitivo Martin van Creveld10

    il quale sostiene che non pi dell'11%

    10Martin van Creveld, Supplying War: Logistics from Wallenstein to Patton ,

    Cambridge GB,1977.

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    dei rifornimenti proveniva da essi, mentre il restante era acquistato o

    requisito sul posto. Secondariamente altrettanto falso che la celeritdelle operazioni napoleoniche fosse dovuta al fatto che egli si fosse

    liberato dalla schiavit dei magazzini: non solo l'Imperatore pot

    giovarsi, al suo tempo, di un'enorme crescita della popolazione europea

    tale da poter contribuire a mantenere i suoi eserciti numerosi, ma mai si

    mosse senza essersi organizzata un'accurata rete di magazzini e, quando

    non lo fece, dovette fronteggiare gli stessi

    problemi del sec. XVII andando incontro ai

    rovesci decisivi delle campagne di Spagna e di

    Russia. Ne consegue che giustamente, secondo

    Luraghi, i grandi scrittori e generali del

    Seicento (leggi Montecuccoli) gettarono le basidella logistica moderna cui Napoleone si

    attenne; il suo segreto della vittoria non fu,

    come ritenne Clausewitz, la strategia

    annientatrice, se vero che dopo la campagna

    di Ulm egli mand a Parigi il famoso

    telegramma dicendo "Ho annientato il nemico

    solo con le marce" e lo considerava il suo pi

    grande trionfo, avendo costretto le forze

    austriache ad arrendersi, perch le aveva messe in uno stato tale in cui

    queste non avevano pi altra soluzione che arrendersi o perire.

    Sul piano operativo e strategico, non affatto vero che Montecuccoli

    non abbia mai usato la "mitica" strategia annientatrice. Piero Pieri

    ricorda che, nella guerra dei Trent'anni, fermati i franco-svedesi in

    Baviera, egli aveva proposto una strategia di radicale annientamento del

    nemico per piombare in Boemia, liberare Praga e trasferirsi poi sul

    Danubio per l'urto decisivo. Nelle operazioni contro i Turchi, nel Saggio

    della combinazione ad artem sciendi universalem del 1662,

    interessante notare l'intimidazione strategica che il generale propone di

    mettere in atto:

    La Lega contro al Turco deve porre un'Armata Navale nel Mediterraneo,

    nell'Arcipelago, la quale possa sempre sbarcare da 20 milla in 25 millauomini. A questo modo s'ingelosir tutta l'Asia e tutti i luoghi littorali del

    Turco, li Dardanelli, e Costantinopoli istesso, perch un buon vento fresco

    pu far portar l'Armata, in 24 ore, a cento leghe di paese. Onde il Turco sar

    costretto non solo a tenere la soldatesca di patria coll come in iscacco, ma

    anche mandarvene dell'altra dall'Europa. Senza questo modo della

    diversione, egli totalmente impossibile di ammaestrare qui un corpo di gente

    proporzionata a combattere il Turco, perch mancano i mezi di sostenerlo, ed

    allontanare s gran numero di gente, come mostrano gli essempi passati

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    d'esserciti grossi consumatisi11

    .

    Dopo la battaglia di San Gottardo del 1664, solo il rapido sfasciarsidella coalizione salvarono gli Ottomani dal completo annientamento,

    mentre gli stessi piani preparati da Montecuccoli furono alla base delle

    sfolgoranti vittorie del principe Eugenio di Savoia.

    Secondo Luraghi, il Nostro aveva ben compreso che la strategia

    annientatrice non che una delle forme di guerra fra le tante che si

    offrono al perfetto generale e non n superiore n inferiore alle altre:

    semplicemente, vanno valutate le circostanze, altrimenti essa potrebbe

    portare a un disastro. Negli Aforismi egli delinea le condizioni che

    conducono alla scelta della strategia pi appropriata: l'apparecchio (cio

    organizzazione e disponibilit di materiali e finanze); la disposizione

    (cio i rapporti di forze, le condizioni geografiche, i fini che si intendono

    raggiungere); infine la fase operativa. Solo in rapporto a ci si possono

    scegliere gli strumenti operativi e strategici, e non in base a principi

    astratti, privi di riscontro con la realt. Montecuccoli aveva ben presenti

    i tre requisiti fondamentali, ossia comando, controllo, comunicazioni.

    Torniamo pertanto all'esperienza del soldato e del generale: egli aveva

    comandato o combattuto 41 campagne militari dirigendo decine di

    battaglie senza mai uscirne sconfitto, cosa eccezionale per un

    condottiero che si era spesso trovato ad affrontare nemici superiori per

    numero e mezzi, combattendoli in condizioni di quasi disperata

    inferiorit operativa e strategica. Secondo Luraghi ci fu possibile graziea quella che ritiene la sua pi splendida delle doti: l'estrema flessibilit e

    la capacit di scegliere, con intuito pi unico che raro, la soluzione

    operativa pi adatta in ogni circostanza. In questo egli fu maestro di ci

    che, nel linguaggio strategico attuale, si chiama avoidance, ossia

    capacit di scansare la disfatta, di evitarla, riuscendo sempre a trarre

    vantaggio da situazioni apparentemente disperate.

    Nel campo della strategia globale, Montecuccoli eccelse come ben

    pochi, perfettamente padrone del rapporto tra politica e guerra che non

    interpret in modo riduttivo come far Clausewitz: egli cap, secoli

    prima, la carica di irrazionalismo insita nel fatto bellico, cio che la

    guerra anche la continuazione della politica con mezzi differenti.

    Conscio dei fattori psicologici, sociali e religiosi che caratterizzano i

    conflitti, si trovano in lui tutti i principi della guerra psicologica e della

    psicologia militare usata come strumento bellico; la metodologia delle

    moderne azioni di commandos, lo studio del terrorismo come strumento

    di strategia globale, nonch la lotta anti-terrorismo, e persino la tecnica

    11 Pubblicata inLe opere di Raimondo Montecuccoli, ( a cura di Andrea Testa), cit.

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    del colpo di Stato come strumento di azione bellica sia interna, sia

    internazionale. Montecuccoli intu pertanto che la guerra uncontinuum, cio non esiste un vero limite tra essa e la pace. Non esiste

    un discrimine tra la minaccia della forza e l'uso di questa: si arriva al

    capovolgimento della tesi di Clausewitz per cui "la pace la

    continuazione della guerra con mezzi differenti" principio applicato con

    maestria dai Sovietici durante la Guerra fredda. E Montecuccoli questo

    lo teorizz ampiamente molti secoli prima prevedendo misure relative a

    scenari che solo nella nostra storia recente si sono presentati, quando ci

    siamo trovati di fronte a forze che non fanno dichiarazioni di guerra

    formale ma usano spietatamente ogni mezzo per abbattere il nemico

    servendosi di una pace che non pace ma che diventata davvero la

    continuazione della guerra con altri mezzi. Fu solo grazie alla tremendaesperienza della guerra dei Trent'anni (ove dominavano l'odio religioso,

    la guerra civile, l'intolleranza, le atrocit peggiori, i saccheggi e le

    torture) che Montecuccoli cap come essa si sarebbe potuta riprodurre e

    quindi pianific misure per fronteggiare le minacce con una metodologia

    a carattere universale.

    Forte di questi studi, egli divenne uno degli ultimi difensori di imperi

    dell'et moderna. Seppe individuare i nodi cruciali per la difesa

    dell'Impero Absburgico: una forza armata

    permanente e un sistema di fortificazioni che lo

    rendesse praticamente impenetrabile. Da uno

    studio sui molti e minuziosi scritti sulle

    fortificazioni, che interessarono Montecuccoli

    fin dalla giovane et, emerge che egli, e non il

    pur grandissimo Vauban (1633-1707), fu il

    vero maestro dell'arte fortificatoria del sec.

    XVII che govern la costruzione delle

    fortificazioni sino all'avvento del cannone

    rigato. Con questo non s'intende porre in

    dubbio la grandezza di Vauban, ma solamente

    rilevare che Montecuccoli fu l'iniziatore della modernizzazione delle

    fortificazioni: si pensi all'esatta intuizione sugli angoli dei baluardi chedevono, secondo lui, essere acuti poich, se ottusi, non possono coprirsi

    a vicenda col fuoco. Egli individu la chiave di volta dell'Impero nella

    Boemia prima e nella Moravia e nella Slesia poi: col si sarebbero

    dovute erigere 18 fortezze, fatte in modo da garantirsi copertura

    reciproca, mentre per proteggere le terre ereditarie della Casa d'Austria e

    l'Ungheria 3 o 4 per zona sarebbero potute bastare: in tal modo si

    sarebbe mantenuto l'Impero stesso e la Germania. I pericoli sarebbero

    derivati dall'eventuale scontro con la Francia e l'Impero ottomano,

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    mentre l'Ungheria avrebbe rappresentato una zona militarizzata ove

    espandere la propria influenza. Per Montecuccoli ben comprese che ilfine strategico ultimo degli Absburgo dovesse essere difensivo:

    allontanata la minaccia turca e neutralizzata quella francese, sarebbe

    stato imprudente spingersi oltre, addirittura con la Francia egli sembrava

    pensare a un compromesso. Cos, secondo Luraghi, Montecuccoli fu uno

    tra i primi artefici di quella cauta politica europea absburgica che fece

    dell'Impero austriaco un fattore di equilibrio, stabilit e pace che gli

    avrebbe garantito altri due secoli e mezzo di vita.

    Oltre alle leggende generate dai cattivi interpreti di Clausewitz,

    Luraghi si impegnato a demolirne un'altra, del tutto italiana, che

    purtroppo la pi dura a morire, poich ancora serpeggia come un fiume

    carsico in molti testi storici e letterari odierni. Si tratta dell'accusaformulata durante il Risorgimento contro Montecuccoli, accusato di

    essere stato un transfuga postosi al servizio dell'odiata Austria. Gi

    Benedetto Croce aveva stigmatizzato l'invenzione di una tradizione di

    un'Italia unita preesistente a quella che sarebbe "risorta" nel sec. XIX,

    tradizione, aggiungiamo noi, frutto di una manipolazione e di una

    riscrittura della storia ben presente nei nuovi programmi culturali della

    nascente scuola pubblica nazionale, che ebbe in De Sanctis e nella sua

    Storia della letteratura italiana il massimo, deprecabile, esponente. Fu

    liquidato un intero secolo, il Seicento e il Barocco, considerato un

    periodo di somma decadenza, quando invece l'italiano era la lingua

    franca parlata in tutta Europa: si pensi che quando Montecuccoli

    incontr Cristina di Svezia, durante una delle sue pi importanti missioni

    diplomatiche, parlarono sempre nel nostro idioma, che deteneva il

    primato letterario rispetto alle lingue di tutte le letterature straniere.

    Questa nefasta operazione di manipolazione e riscrittura della storia

    aveva il fine di esaltare il Romanticismo, corrente letteraria che non ci

    apparteneva, per sfruttarne il messaggio politico e rivoluzionario

    dell'idea di nazione, per arrivare quindi all'agognata unit dell'Italia

    sacrificando, a mo' di esempio per le future generazioni, piccole vedette

    lombarde e tamburini sardi. In che cosa poi degener l'idea di nazione,

    regalando all'Italia la "inutile strage"

    12

    della prima guerra mondiale e ilnazionalismo e l'imperialismo razzista del totalitarismo fascista, non

    qui il luogo per approfondire; certo che, in campo letterario, fu

    "spianato" un genio a livello europeo come Giovan Battista Marino, fu

    inventato un romanticismo letterario in Manzoni e in Leopardi, per poi

    12Nei lunghi colloqui avuti con Raimondo Luraghi nel corso degli anni, egli soleva

    dire che l'espressione dell'allora pontefice, "inutile strage", riferita alla prima guerra

    mondiale, era quella che coglieva appieno il significato storico complessivo

    dell'immane conflitto.

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    infine esaltare poeti mediocri di poesie civili privilegiando il filone

    Carducci-D'Annunzio. Non dobbiamo meravigliarci quindi seMontecuccoli, poeta anch'egli e molto amico di Fulvio Testi, sia stato

    cancellato dalle storie letterarie, la sua prosa oggetto di "ripulitura" da

    parte di Ugo Foscolo e, per maggior cordoglio, gli sia stato affibbiato il

    marchio di traditore: faceva parte di un maldestro "piano". Tanti altri

    generali italiani come Galasso e Piccolomini servirono l'Impero

    absburgico ma non pensarono mai di tradire un'Italia-nazione che non

    esisteva: essere Italiani allora voleva dire essere cittadini del mondo e, in

    pi, fornire i quadri dirigenti della grande rivoluzione culturale d'Europa.

    Nel sec. XVII gli Italiani mostrarono la loro maestria intellettuale al

    mondo e, in campo militare, agli Europei poich, come Luraghi sostenne

    a ragione, l'arte militare moderna nacque in Italia.Concludo con quello che ritengo uno dei pi bei pensieri di Raimondo

    Luraghi relativamente alle opere di Raimondo Montecuccoli:

    Il compito di curare la prima edizione italiana, fondata sui manoscritti

    originali, delle opere di Raimondo Montecuccoli si rivelato assai pi difficile,

    lento e complesso di quanto inizialmente previsto: mai, per, un compito

    ingrato. Il vivere per diversi anni in compagnia ed in solitario colloquio con un

    uomo di raro ingegno, di cultura enciclopedica e di profonda umanit, stato

    infatti un premio cos grande in se stesso da illuminare e rendere liete le lunghe

    giornate, le settimane, i mesi, gli anni di questo lavoro.

    I Ritratti di Montecuccoli

    Silvio Leoni, "Toccata e fuga" nel mondo del ritratto.

    Alcuni ritratti di Raimondo Montecuccoli, nel sito Lo

    Scoltenna Accademia scientifica, letteraria e artisticadel Frignano

    https://sites.google.com/site/raimondomontecuccoli/trac

    ce-del-passato-1/documenti-storici-on-line/raimondo-

    montecuccoli/biografia-di-raimondo-montecuccoli

    Ritratto, in Theatrum Europaeum, VI, Francoforte1663, p. 308

    Ritratto equestre, informazioni non disponibiliRitratto, 1670, inHistoria di Leopoldo Cesare, vol. I,di Galeazzo Gualdo Priorato

    Ritratto, in Theatrum Europaeum, IX, Francoforte1672, p. 1196

    Ritratto, in Theatrum Europaeum, VIII, Francoforte 1693, p. 1166

    Ritratto, 1704, inMemorie del General Principe di Montecuccoli, a cura di Enrico diHuyssen

    Saggio calligrafico di Raimondo Montecuccoli: lettera del 1673 inAusgewaehlteSchriften e trascrizione.

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    Ritratto, 1710 ca. (?) informazioni non disponibiliRitratto, 1718, in Commentarii bellici Raymundi S.R.I. principis Montecuccoli...

    Ritratto, 1760, inMmoires de Montecuculi (il ritratto si ripete, con lievi varianti,dalla prima edizione francese del 1712)

    Ritratto, 1775, inElogio di Agostino Paradisi (il ritratto si ripete daApiariorum

    Philosophiae Mathematicae etc. di Mario Bettini, 1654)

    Ritratto, 1805 (?), informazioni non disponibili. Come quello all'anno 1821, macolorato all' acquerello

    Ritratto, 1814 ca., in Oesterreichischer Plutarch di Joseph Hormayr (pubblicazioneautorizzata da Etvs Lornd University Library di Budapest)

    Ritratto, 1821, si veda l'articolo Vite e ritratti di uomini illustri a quell'anno

    Ritratto, 1821, in Opere di Raimondo Montecuccoli a cura di G. Grassi (Scribendofecit aeterna quae gessit)

    Ritratto, 1831, nella seconda edizione di Opere di Raimondo Montecuccoli a cura diG. Grassi

    Ritratto, 1836, inL'Album, fascicolo 43Ritratto, 1840, inIconografia Italiana (un ritratto simile, ma speculare e di incisore

    diverso, nell'articolo Cosmorama pittorico, 1846)

    Ritratto, 1850 ca., molto simile al precedente ma coloratoRitratto, 1863, inL'Italia dai tempi pi antichi fino ai nostri giorniRitratto, 1899, inAusgewaehlte Schriften a cura di Alois Veltz

    Edizioni delle Opere

    Memorie

    Memorie del General Principe di Montecuccoli, che rinfermano una esatta instruzione

    de i Generali ed Ufficiali di guerra, per ben comandar un'armata assediare e

    diffendere citt, fortezze, e&c. e particolarmente le Massime Politiche Militari, e

    stratagemmi da lui pratticati nelle guerre d'Ungheria, d'Italia e contro gli Svedesi

    in Germania, colle cose successe le pi memorabili: alle quali si ha aggiunta la vita

    dell'Autore per il signor H[enri]. D[e]. H[uyssen]. C. R. D. P.: il tutto con note

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    cavate dagli autori antichi e moderni, poste in luce per il P. Enrico di Huyssen,

    consigliere di guerra di S. M. il czar di Moscovia. Colonia, 1704, in-12, pp. 475.

    Ferrara, Filoni,Vol. I, II [Catalogo Floncel I, p. 122, N. 1452. Ayala, p. 42.Fantoni, p. 502]. In Opere, 1852, pp. 65-239. Considerazioni di Ugo Foscolo:

    Dell'uso degli antichi libri di guerra dopo il decadimento della disciplina romana

    (243). De' dragoni (249). Delle mine (256) . Della fortificazione de' campi e de'

    campi trincerati, di Turpin de Criss (262). Dei campi trincerati e delle posizioni

    fortificate, del sig. di Bousmard (283).

    Mmoires de Montecuculi Generalisime des Armes ou Principes de l'Art Militaire en

    gnral, divisez en trois livres: Trad. d'italien en franois par Jacques Adam. Paris

    Chez Jean Geoffroy Nyon, 1712, pp. 458. Doulssecker, 1734, pp. 469. 1751.

    Mmoires de Montecuculi Generalisime des troupes de l'Empereur, divis en trois

    livres. Nouvelle Edition, revue, corrige en plusieurs endroits par l'Auteur, &

    augmente de plus de 300 Notes historiques et gographiques. Avec des figures entaille douce. A Amsterdam & Leipzig, chez Arkste & Merkus, 1756, pp. 456. A

    Paris, Chez Nyon, 1760, pp. 520.

    Commentarii bellici Raymundi Sacr. Rom. Imp. principis Montecuccoli juncto artis

    bellicae systemate ex Bibl. Viennensi. Viennae Austriae, Typis Ignatii Dominici

    Voigt, 1718. [Fantoni, p. 502].

    Mmoires de Montecuculi Generalisime des Armes, et gtrand matre de l'artillerie de

    l'empereur; avec les Commentaires de Monsieur le Comte Turpin de Criss,Marchal des Champs et Armes du Roi, Inspecteur Gnral de Cavalerie & des

    Dragons, des Academies Royales des sciences & Belles Lettres de Berlin & de

    Nancy. Ed. Adam. Amsterdam 1746. 3 Voll. in-8. 1757. 1769. A Amsterdam &

    Leipzig, chez Arkste & Merkus 1770 in-8, 4 vol. Reprint Bibliobazaar 2010. I De

    l'art militaire in general. pp. XXIV-399; II De la guerre contre le Turc. pp. 435; III

    Relation de la campagne de 1664 pp. 495. 41 tav. incise in rame.

    Commentaires sur lesMmoires de Montecuculi Generalisime des Armes, et gtrand

    matre de l'artillerie de l'empereur: par Monsieur le Comte Turpin de Criss,

    Marchal des Champs et Armes du Roi, Inspecteur Gnral de Cavalerie & des

    Dragons, des Academies Royales des sciences & Belles Lettres de Berlin & de

    Nancy. A Paris, Chez Lacombe & Lejay, 1769, 3 vol.

    Aforismi

    Aforismi dell' arte bellica in astrattoMs in-4 nel Catalogo Floncel I, p. 121, N. 1439.Ms. prsent au grand Cond et reli ses armes; ancien n 848 des mss. du

    collge de Clermont Paris ("Manuscrits de la collection Phillipps acquis

    rcemment pour la Bibliothque nationale", inBibliothque de l'cole des chartes,

    Anne 1903, Volume 64, N. 64, pp. 214-215. Cart., in fol., sec. XVIII, ff. n. n.

    Provenienza: Bargiacchi. Leg. in cart. II, I, 156.

    Aforismi dell'arte bellica in astratto opera del famoso gentilissimo Montecuccoli"(Giuseppe Mazzatini, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, L. S.

    Olschki, 1897, VII-IX.).

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    L'Ungheria l'anno 1673 del principe Raimondo Montecuccoli, [ms di Giacinto Bossi

    Milanese edito da Giuseppe Grassi, in Opere 1831, II, 383 ss; in Opere, Torino,

    1852, pp. 509-550 e Dissertazione di Grassi sull'autenticit del ms, pp. 551-565].Tranchida, 1992, pp. 68.

    L'Attione bellica del Conte Montecvcoli prencipe del Romano impero, e luogotenente

    generale delle armi dell' imperatore, dedicata a Vittorio Amedeo II duca di Savoia.

    Torino, per Gio. Battista Zappata, 1692, in-12, pp. 118. [Ayala, p. 42].

    Aforismi dell'arte bellica. Libro primo. Aforismi riflessi alle pratiche delle ultime

    guerre nella Ungheria negli anni 1661. 1662. 1663, 1664. Libro secondo. Aforismi

    applicati alla guerra possibile col Turco in Ungheria, libro terzo. Della guerra e del

    suo apparecchio. In Opere a cura di Enrico di Huyssen. Colonia, 1704, in-12. In

    Opere di Raimondo Montecuccoli illustrate da Ugo Foscolo, Milano, per Luigi

    Mussii, 1807, tomo I. Edizione a cura di Giuseppe Grassi, Torino, dalla stamperia

    di Giuseppe Favale 1821, in-8, vol. 2 (col ritratto dell'A. e l'elogio scritto dalconte Agostino Paradisi). Milano, presso Giovanni Silvestri, 1831, in-16, vol. 2.

    Venezia, 1840, vol. I della "Biblioteca classica" del Carrer. [Ayala, pp. 41-42]. in

    Opere, Torino, 1852, pp. 313-399 (Libro I); pp. 400-506 (Libro II). ed. a cura del

    generale Giacomo Carboni [capo del SIM] Firenze, F. Lemonnier, 1939, pp. 213.

    A cura di Emilio Faccioli, Milano, Fratelli Fabbri, 1973, pp. 245. Aforismi

    dell'arte bellica con le Considerazioni di Ugo Foscolo. Tranchida Editori, 1987,

    pp. 85; 1996, p. 82. Della guerra col turco: aforismi applicati alla guerra

    possibile contro il turco in Ungheria, a cura di A. Pomella. Napoli, Guida, 2002,

    pp. 108.

    Commentarium generales artis bellicae aphorismos continens, 1716.

    Altri scritti editi

    Literae Subiectissime Supplices ad Illustrissimum Dn. Dn. Raymundum tum, S.R.I.

    Comitem nunc, Serenissimum Principem De Montecucoli Pro suscipiendo S.R.I.Academiae Naturae Curiosorum Protectoratu. J. C. Sartorius. Literis Knortzianis,

    1678.

    Besondere und geheime Kriegs-Nachrichten des Frsten Raymundi Montecuculi

    worinnen die Anfangs-Grnde der Kriegs-Kunst sehr deutlich beschrieben sind.

    Verlegt in dem Weidmannischen Buchladen, 1736, pp. 358.

    Lebensbeschreibung des Frsten Raimund Montekukuli, des Frsten Wenzel

    Lichtenstein, des Hofraths Ignatz von Born. Herausgegeben von Johann Pezzl.1792, pp. 261.

    Arte universal de La guerra del principe Raymundo Montecuculi, Teniente General de

    las Armas del Emperador. Traducido de Italiano en Espaol, por Don Bartolom

    Chafrion, Alferez de Infanteria Espaola del Tercio de Valencia, Barcelona, Por

    Rafael Figuer, Ao 1746, pp. 56. [Ayala, p. 42]. Madrid 1808.

    Briefe an den Feldmarschall Raimund Grafen Montecuccoli. Beitrge zur Geschichte

    des nordischen Krieges in den Jahren 1659-1660, bearbeitet von Dr. Adalbert Fr.

    Fuchs. C. W. Stern, 1910, pp. 290.

  • 7/30/2019 2013 TESTA Raimondo Legge Raimondo. Il Montecuccoli di Luraghi

    21/21

    I viaggi: opera inedita, pubblicata a cura di Adriano Gimorri e preceduta da una

    Notizia sulla vita e sulle opere dell'autore. Modena, Societ Tipografica

    Modenese, 1924, pp. 201.

    Raccolte delle Opere

    Opere di Raimondo Montecuccoli illlustrate da Ugo Foscolo. Tomo primo (-secondo).

    Milano, per Luigi Mussi, 1807-1808. 2, ritr., ed. di 170 esemplari, con dedica al

    generale Augusto Caffarelli, ministro della guerra del Regno d'Italia. Milano.Ritratto di Montecuccoli intagliato da Rosaspina, Il tomo I contiene: Avvertimenti

    dell'Illustratore, Elogio del conte Agostino Paradisi, Aforismi dell'arte bellica e

    Considerazioni dell'Editore. Il tomo II comprende Commentari delle Guerre

    d'Ungheria Libri due; Il sistema dell'arte bellica; Cinque Lettere inedite;

    Considerazioni dell'Editore. [BNCF- Pal. 8. 1. 6. 9 Es. XXXIX al signor

    Domenico Artaria di Mannheim, firma autografa di Ugo Foscolo].

    Opere di Raim. Montecuccoli corrette, accresciute ed illustrate da Giuseppe Grassi nel

    1821. Seconda edizione colle notizie sulla vita e su le opere dello stesso

    illustratore. Milano, per Giovanni Silvestri, 1831, vol. I, II.

    Opere di Raimondo Montecuccoli annotate da Ugo Foscolo e corrette, accresciute eillustrate da Giuseppe Grassi, Torino, Tip. Economica, 1852, pp. 591. Ristampa

    BiblioBazaar, 2010, pp. 594. Contiene l'Elogio di Agostino Paradisi (pp. 17-61), le

    Memorie (65-310), gli Aforismi (313-506) eL'Ungheria nell'anno 1673 (pp. 509-

    65).

    Massime di guerra dell'imperatore Napoleone I. e del generale R. Montecuccoli:

    raccolte e pubblicate per cura di Francesco Galvani. Tip. e calcografia delVulcano, 1859, pp. 36.

    Ausgewhlte Schriften Des Raimund Frsten Montecuccoli, General-Lieutenant Und

    Feldmarschall, Herausgegeben von der Direktion des K. u. K. Kriegsarchiv.Bearb. v. Hauptmann Alois Veltze. Wilhelm Braumller, K. u. K. Hof-und-

    Universitts Buchhndler, 1899-1901. I Militrische Schriften, 1899, pp. 556, II,

    pp. 472. III Geschichte (Kriegsgeschriften, mmoiren, reisen) , 1901, p. 530. IV

    Miscellen. Correspondenz, Ortsnamen- und Sachregister, 1901, pp. 528. Reprint

    Bibliobazaar 2010.

    Le pi belle pagine di Raimondo Montecuccoli, a cura del Maresciallo Luigi Cadorna,

    Milano, Treves, 1934, pp. 243.

    Le Opere di Raimondo Montecuccoli, Edizione critica a cura di Raimondo Luraghi.

    Roma, Ufficio Storico dello SME, 1988. I vol pp. 459 (Introduzione. Nota Critica.

    Trattato della guerra pp. 125 ss.). II vol. pp. 649 (Delle Battaglie I. Tavole Militari.

    Discorso della Guerra contro il Turco. Della Guerra contro il Turco in Ungheria:

    Aforismi. Dell'Arte Militare. Delle Battaglie II). III Vol. (Opere minori

    d'argomento militare e politico. Diari di viaggi e memorie) a cura di Andrea Testa

    con la collaborazione di Luigi Villa Freddi, pp. 490 e 15 tav. f. t.