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PARROCCHIA S.MARIA DI CALDERARA DI RENO Roma 25 - 40012 Calderara di Reno BO tel.051/722345 fax 051/724672 www.parrocchiacalderara.it In viaggio ascoltando le richieste di Dio Terra Santa 7 - 16 Agosto 2017

2017 In viaggio ascoltando le richieste di Dio · canto di lode, al quale si uniscono il saluto e ... in viaggio ascoltando le richieste di Dio 3 troppo sazi noi siamo dello scherno

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PARROCCHIA S.MARIA DI CALDERARA DI RENO

Roma 25 - 40012 Calderara di Reno BO tel.051/722345 fax 051/724672 www.parrocchiacalderara.it

In viaggio ascoltando

le richieste di Dio

Terra Santa

7 - 16 Agosto 2017

in viaggio ascoltando le richieste di Dio

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Salmi delle salite Salmo 120 Canto delle salite. Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto. Signore, libera la mia vita dalle labbra bugiarde, dalla lingua ingannatrice. Che cosa ti darà, come ti ripagherà, o lingua ingannatrice? Frecce acute di un prode con braci ardenti di ginestra! Ahimè, io abito straniero in Mesec, dimoro fra le tende di Kedar! Troppo tempo ho abitato con chi detesta la pace. Io sono per la pace, ma essi, appena parlo, sono per la guerra.

INVOCAZIONE PER LA PACE All’interno del Salterio, i Sal 120-134 compongono una piccola raccolta chiamata “canti delle salite” (o di pellegrinaggio). Si tratta di quindici composizioni destinate ai pellegrini che salivano a Gerusalemme (alla città santa, infatti, si “sale”, data la sua altitudine di oltre 700 metri) in occasione delle feste di Pasqua, Pentecoste e Capanne Salmo 121 Canto delle salite. Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d'Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita. Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,da ora e per sempre.

LODE A DIO, CUSTODE D’ISRAELE 121 - Preghiera e dialogo, lode e fiducia si

alternano in questa composizione, che sembra accompagnare i primi passi del pellegrino. Qua e là, sui monti che l’attorniano, sono visibili luoghi di culto idolatrico; ma il salmista ha già scelto la sua meta: è il monte Sion, dove Dio dimora e da dove gli verrà l’aiuto.

Salmo 122 Canto delle salite. Di Davide. Quale gioia, quando mi dissero: "Andremo alla casa del Signore!". Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme! Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d'Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: "Su te sia pace!". Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.

SALUTO A GERUSALEMME, CITTÀ DI PACE 122 - Mentre sta per entrare nella città santa, il pellegrino intona questo gioioso canto di lode, al quale si uniscono il saluto e l’augurio perché Gerusalemme rimanga sempre centro di tutto Israele e città della pace. Salmo 123 Canto delle salite. Di Davide. A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli. Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni, come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi. Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo,

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troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.

PREGHIERA FIDUCIOSA A DIO 123 - Gli occhi del salmista si elevano a Dio, imploranti e in fiduciosa attesa. Quegli occhi diventano gli occhi di tutta la comunità d’Israele che, in mezzo a difficoltà interne ed esterne, attende da Dio salvezza e liberazione. Salmo 124 Canto delle salite. Di Davide. Se il Signore non fosse stato per noi - lo dica Israele -, se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera. Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; allora ci avrebbero sommersi acque impetuose. Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra.

DIO, NOSTRO AIUTO E NOSTRO LIBERATORE 124 - In questo quinto “canto delle salite” esplode il ringraziamento di tutto Israele per la liberazione ottenuta dal Signore. Assediato da travolgenti pericoli, Israele nutre la fiducia di avere in Dio sempre il suo salvatore e liberatore. Salmo 125 Canto delle salite. Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre. I monti circondano Gerusalemme: il Signore circonda il suo popolo, da ora e per sempre. Non resterà lo scettro dei malvagi sull'eredità dei giusti, perché i giusti non tendano le mani a compiere il male. Sii buono, Signore, con i buoni

e con i retti di cuore. Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi il Signore li associ ai malfattori. Pace su Israele!

DIO, NOSTRA SALDA PROTEZIONE 125 - La stabilità dei monti di Gerusalemme ispira questa supplica, nella quale l’orante fa appello alla stabilità incrollabile di Dio. Salmo 126 Canto delle salite . Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: "Il Signore ha fatto grandi cose per loro". Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell'andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.

LA GIOIA DEL RITORNO 126 - Più che al ritorno dall’esilio babilonese questa supplica sembra alludere al ritorno nella situazione di armonia e di pace in cui il Signore colloca l’orante (e la sua comunità) dopo alterne vicende di dolore, di sofferenza e di pericolo.

Salmo 127 Canto delle salite. Di Salomone. Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno. Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo. Come frecce in mano a un guerriero sono i figli avuti in giovinezza. Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta

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a trattare con i propri nemici.

LA FORZA DI DIO SORREGGE LE FATICHE DELL’UOMO 127 - La benedizione del Signore è la fonte di ogni bene, è l’origine del progresso della comunità d’Israele, delle sue famiglie e delle sue città. Questa stessa benedizione si estende in particolare al dono dei figli, segno della presenza e della provvidenza di Dio. Salmo 128 Canto delle salite. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene. La tua sposa come vite feconda nell'intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa. Ecco com'è benedetto l'uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele!

FELICITÀ DELLA FAMIGLIA BENEDETTA DAL SIGNORE 128 - Ritmano questa serena e gioiosa composizione le immagini che si riferiscono all'uomo che teme il Signore: il verbo temere va inteso qui come sinonimo di amare e cammina nelle sue vie (il verbo camminare è immagine del comportamento dell'uomo; le vie del Signore indicano la sua legge. Unito alla sua donna (paragonata alla vite, simbolo del popolo di Dio, benedetto dal Signore), questo uomo è all'origine della famiglia, voluta dall'amore di entrambi e arricchita dal Signore con il dono dei figli (paragonati ai virgulti d'ulivo, l'albero che nella Bibbia è simbolo di benessere). Salmo 129 Canto delle salite. Quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza - lo dica Israele -, quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza, ma su di me non hanno prevalso!

Sul mio dorso hanno arato gli aratori, hanno scavato lunghi solchi. Il Signore è giusto: ha spezzato le funi dei malvagi. Si vergognino e volgano le spalle tutti quelli che odiano Sion. Siano come l'erba dei tetti: prima che sia strappata, è già secca; non riempie la mano al mietitore né il grembo a chi raccoglie covoni. I passanti non possono dire: "La benedizione del Signore sia su di voi, vi benediciamo nel nome del Signore".

INVOCAZIONE A DIO CONTRO I NEMICI D’ISRAELE 129 - Rievocando le molte situazioni di oppressione che hanno scandito la sua storia (nei vv. 1-2 l’accenno alla giovinezza forse allude alla prima oppressione, quella egiziana), la comunità d’Israele riconferma la propria fiducia nel Dio dei padri, che mai ha esitato nell’offrire salvezza e liberazione.

Salmo 130 Canto delle salite. Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. Io spero, Signore. Spera l'anima mia, attendo la sua parola. L'anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all'aurora. Più che le sentinelle l'aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

ATTESA DEL PERDONO E DELLA SALVEZZA DEL SIGNORE 130 L’undicesimo “canto delle salite” è molto caro alla tradizione cristiana, che ama chiamarlo con le parole iniziali della versione latina, De profundis, e lo ha inserito nei sette “salmi penitenziali” (vedi Sal 6),

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usandolo nella liturgia funebre (ma questo non è il significato originario del salmo). Dall’esperienza del peccato e del dolore, l’orante e la sua comunità guardano a Dio come alla fonte del perdono e all’unica speranza di sopravvivenza. Salmo 131 Canto delle salite. Di Davide. Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l'anima mia. Israele attenda il Signore, da ora e per sempre.

ABBANDONO FIDUCIOSO IN DIO 131 - Intimità e fiducia, consapevolezza della propria dipendenza da Dio e totale affidamento a lui caratterizzano questo breve inno, intriso di profonda spiritualità. Salmo132 Canto delle salite. Ricòrdati, Signore, di Davide, di tutte le sue fatiche, quando giurò al Signore, al Potente di Giacobbe fece voto: "Non entrerò nella tenda in cui abito, non mi stenderò sul letto del mio riposo, non concederò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre, finché non avrò trovato un luogo per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe". Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata, l'abbiamo trovata nei campi di Iaar. Entriamo nella sua dimora, prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l'arca della tua potenza. I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia ed esultino i tuoi fedeli. Per amore di Davide, tuo servo, non respingere il volto del tuo consacrato. Il Signore ha giurato a Davide, promessa da cui non torna indietro: "Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono! Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza

e i precetti che insegnerò loro, anche i loro figli per sempre siederanno sul tuo trono". Sì, il Signore ha scelto Sion, l'ha voluta per sua residenza: "Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l'ho voluto. Benedirò tutti i suoi raccolti, sazierò di pane i suoi poveri. Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, i suoi fedeli esulteranno di gioia. Là farò germogliare una potenza per Davide, preparerò una lampada per il mio consacrato. Rivestirò di vergogna i suoi nemici, mentre su di lui fiorirà la sua corona".

LA FEDELTÀ DI DIO ALLE PROMESSE FATTE A DAVIDE 132 - Due motivi fanno da cornice al tredicesimo “canto delle salite”. Da una parte la scelta di Sion come sede della dimora di Dio (vv. 2-10); dall’altra la scelta di Davide e della sua discendenza come guida del popolo d’Israele (vv. 11-18). Vengono rievocate le vicende del trasferimento dell’arca dell’alleanza nel tempio di Gerusalemme e le promesse fatte dal Signore a Davide tramite il profeta Natan. Salmo 133 Canto delle salite. Di Davide. Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme! È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste. È come la rugiada dell'Ermon, che scende sui monti di Sion. Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre.

INNO ALL’AMORE E ALLA CONCORDIA 133 - L’olio profumato che tutto permea della sua fragranza e la rugiada che tutto avvolge nel suo manto di freschezza, diventano simboli della felicità che scaturisce dall’amore e dalla concordia nella comunità d’Israele e di tutti gli uomini.

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Salmo 134 Canto delle salite. Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore durante la notte. Alzate le mani verso il santuario

e benedite il Signore. Il Signore ti benedica da Sion: egli ha fatto cielo e terra. INVITO ALLA LODE 134 - L’ultimo “canto delle salite” è una suggestiva preghiera della sera che abbraccia i pellegrini, invitati a lasciare il tempio, e i sacerdoti, chiamati a custodire nella notte il luogo della presenza del Signore.

7 AGOSTO, lunedì – BOLOGNA | TEL AVIV | MASHABEI

VERSO IL DESERTO DEL NEGHEV Ritrovo dei partecipanti all’aeroporto concordato; operazioni d’imbarco e partenza con volo di linea per Tel Aviv (transitando per Istanbul); arrivo a destinazione in serata e trasferimento nel deserto del Neghev in località Mashabei; sistemazione presso Neve Shalom

Bruno Hussar

Nato in Egitto nel 1911 da padre ungherese e madre francese, entrambi ebrei non praticanti, frequenta al Cairo il liceo italiano. All'età di 18 anni si trasferisce in Francia, conseguendo a Parigi la laurea in ingegneria. Nell'autobiografia Quando la nube si alzava, Hussar afferma che, privo d'ogni educazione religiosa ma assetato d'assoluto, riceve "il battesimo il 22 dicembre 1935, all'età di 24 anni". E sùbito sottolinea: "Entrai immediatamente in un universo in cui tutto era sacro, senza sapere ancora fino a che punto la mia identità ebraica vi si esprimeva. Non vivevo che per Dio, con Dio, in Dio" . Nel 1937 ottiene la cittadinanza francese. Durante gli anni della guerra e dell'occupazione tedesca "Hussar che, secondo le leggi naziste, è a tutti gli effetti un ebreo, "affronta" l'amara esperienza dell'antisemitismo" . L'ingresso nell'Ordine dei domenicani (dicembre 1945) e la successiva ordinazione sacerdotale (luglio 1950) segnano nella sua vita una svolta decisiva Hussar si imbarca a Marsiglia per Israele nel giugno 1953, poco più che quarantenne. Durante i primi tempi del suo soggiorno nel Paese, cerca di formarsi un'opinione diretta e personale circa i destini del popolo ebraico Il popolo fra cui vivo è il mio popolo, questa terra è la mia terra" (QNA, p.58). "C'è il conflitto principale tra ebrei e arabi", chiarisce Hussar, "poi innumerevoli conflitti, tra ebrei e cristiani, musulmani arabi e cristiani arabi, tra cristiani e cristiani, tra ebrei ed ebrei [...]. Non vedono il volto dell'altro, non sono interessati al volto dell'altro" (da "La storia di un sogno", in "Ho sentito parlare di un sogno...", p.27). Poiché non ci si può occupare di tutti i conflitti, Hussar restringe la sua attenzione ai due popoli che nello Stato d'Israele si fronteggiano come nemici, e comincia a sognare un villaggio "Nevé Shalom / Wahat as-Salam (Oasi di Pace)" nel quale ebrei e arabi palestinesi vivano nell'uguaglianza, nella pace, nella collaborazione e nell'amicizia. Fondata nel 1974, l'"utopia" di Bruno Hussar non tarda, pure fra mille ostacoli, a trasformarsi in realtà. Nel giro di pochi anni la piccola comunità binazionale e la sua Scuola per la pace diventano il teatro di un importantissimo mutamento di mentalità, di un'operazione qualitativamente preziosa di disinnesco di quell'enorme bomba emotiva, irrazionale, che il cumulo di tragedie e di ingiustizie consumate nel Vicino Oriente negli ultimi decenni è andato producendo. E paradossalmente proprio NSh/WAS, questo presunto "esperimento utopico", finisce per svolgere il ruolo imprevedibile di "campione del realismo", grazie alla sua capacità di evitare gli scogli insidiosi del fondamentalismo religioso e dell'estremismo politico, e di prefigurare

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lucidamente una situazione di convivenza ragionevole e secolarizzata fra persone che si identificano con tradizioni religiose, culture, nazionalità diverse e conflittuali. Ma nella visione profetica di Bruno Hussar, nel suo vigile spirito precursore "uno spirito che, per molti versi, è avanti almeno d'una generazione rispetto alla cultura del suo e del nostro tempo " il momento forse più alto è l'idea di uno "spazio di Silenzio", di un luogo "in cui tutti potranno venire a raccogliersi, dove ogni culto potrà essere reso a Dio, nella fedeltà alla propria tradizione e nel rispetto delle altrui" (QNA, p.131). Alludo alla bianca cupola di Dumia (in ebraico, "silenzio") edificata ai piedi della zona residenziale di NSWAS, e nei cui pressi i resti mortali di Bruno ora riposano.

8 AGOSTO, martedì IL DESERTO DEL NEGHEV: Macktesh | En Avdat | Avdat | Arad Dalla Creazione alla Promessa; l’inizio di una stor ia: Abramo

Il deserto Luogo dove Dio ci porta per parlare al nostro cuore (Os 2), è luogo di passaggio di “esperienza con Dio” (Esodo- Numeri). Così il nostro pellegrinaggio, sarà un commino, “un passaggio” per luoghi dove ci viene chiesto di essere in ascolto di una parola che Dio ha preparato per il nostro cuore. Dio non cessa di prendersi cura di questa umanità capace di sconvolgere ciò che Dio ha creato (Gen 3): DOVE SEI ? En Avdat: la promessa ad Abramo: Gen 12, 15 La fuga di Agar: DA DOVE VIENI E DOVE VAI (Gen 16,8) Avdat: l’uomo inizia a vivere nella città, luogo dove stare insieme: qui facciamo un salto nella scrittura, Gen 4. DOV’E’ TUO FRATELLO?

Lettura: Gen 4,1-16 [1]Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». [2]Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. [3]Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; [4]anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, [5]ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. [6]Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? [7]Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». [8]Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. [9]Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». [10]Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! [11]Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. [12]Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». [13]Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? [14]Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». [15]Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. [16]Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.

9 AGOSTO, mercoledì, IL DESERTO DELL’ARAVA | MASADA | BETLEMME La terra: dono o conquista ?

In primissima mattinata raggiungeremo il mar Morto, per visitare il sito di Masada antica fortezza erodiana, uno dei siti archeologici più importante di Israele e del mondo. Lo saliremo a piedi dal versante occidentale per poi scendere in funivia sul mar Morto. Sosta sul Mar Morto in località En Gedi e possibilità di un bagno nelle acque salate dell’area pubblica. Nel pomeriggio proseguimento

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per Betlemme che raggiungeremo in serata; incontro con le pietre vive della Palestina, presso la Tent of Nations. Cena e pernottamento. Il popolo di Israele per entrare nella terra Promessa dovrà imparare a fidarsi di Dio e conoscerà anche le sconfitte. Leggeremo Numeri al cap. 13, la ricognizione in Canaan e il rapporto degli esploratori

La tenda delle Nazioni

Progetto Alla Tenda delle Nazioni, noi cerchiamo di portare le persone provenienti da tutto il mondo insieme per costruire ponti di comprensione; collegare le persone tra di loro, e alla terra a cui tutti apparteniamo. Offriamo campi di lavoro e le opportunità di volontariato ; campi estivi per bambini e un progetto Responsabilizzazione femminile. Accogliamo con favore i gruppi ed i visitatori di tutte le forme e dimensioni. Vigna di Daher L'azienda agricola biologica in cui viene eseguito nella tenda del progetto Nazioni è noto come 'di Daher Vineyard'. Questa terra, che si estende per 100 acri, è di proprietà della famiglia Nassar e si trova a 9 km a sud ovest di Betlemme. La famiglia ha combattuto una battaglia legale di trattenere la terra da quando è stato classificato come 'Terra di Stato di Israele', e quindi a rischio di confisca nel 1991. La lotta è in corso. Tuttavia, con l'impegno di resistenza pacifica e attraverso la solidarietà di coloro che hanno visitato il paese, molto è stato raggiunto. Tenda delle Nazioni continua a lavorare per proteggere e sviluppare l'azienda come un luogo dove le persone possono incontrarsi, imparare, lavorare insieme e ispirare l'un l'altro. I nostri obiettivi Alla Tenda delle Nazioni cerchiamo di incarnare un approccio al conflitto e all'occupazione. Di fronte a grande ingiustizia, sappiamo che non abbiamo bisogno di odiare, non abbiamo bisogno alla disperazione, e non abbiamo bisogno di fuggire. Possiamo rifiutiamo di essere nemici e incanalare il nostro dolore e la frustrazione in azioni positive che costruire un futuro migliore. Il nostro obiettivo è di aiutare gli oppressi ed emarginati di essere consapevole del fatto che anche loro sono potenti. Abbiamo tutti un ruolo nella creazione del futuro che vogliamo vedere. Alla Tenda delle Nazioni cerchiamo di lavorare con gli altri nella zona locale per gettare le basi per un futuro della Palestina, nella convinzione che la giustizia e la pace crescerà dal basso verso l'alto. Lavoriamo per ricollegare le persone con la terra. Attraverso mescolando le nostre mani con la terra, impariamo a valorizzare e comprendere il significato del nostro ambiente. Visione per la Terra Stiamo lavorando per diventare completamente autosufficiente per quanto riguarda il cibo, l'acqua e l'elettricità, e ci auguriamo che nel lungo termine per essere in grado di sostenere altri progetti locali con i proventi del nostro prodotti agricoli. La nostra visione del futuro è quella di creare una formazione professionale e centro di educazione in azienda che fornirà uno spazio per i bambini ei giovani di conoscere le energie alternative, l'agricoltura biologica e la costruzione della comunità. Speriamo, in ultima analisi, per essere in grado di preparare i giovani della Palestina per un contributo positivo per il loro futuro e la cultura portando valori della tolleranza e della comprensione nella loro esperienza di vita, e per facilitare il rispetto per l'ambiente, aumentando la consapevolezza della nostra dipendenza sulla terra. In movimento in avanti con lo sviluppo di questa visione, ci auguriamo di poter continuare ad accogliere molti più volontari e visitatori di tenda delle nazioni, e continuando ad insegnare la speranza e la fede in azione per una comunità internazionale.

10 AGOSTO, giovedì BETLEMME E IL DESERTO DI GIU DA | NAZARETH La promessa di una discendenza … dalla stirpe di Da vide un Re, un Re perseguitato

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In mattinata tempo dedicato alla visita di Betlemme “così piccola per essere tra i capoluoghi di Giuda”, e ricorderemo l’unzione di Davide a re per mano di Samuele (1Sam 16,1-13) e l’epifania di Dio (Mi 5,1-3), avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, preludio della sua morte. La promessa: Michea 5,1-3; Davide 1Sam 16,1-13 DOV’È COLUI CHE È NATO, IL RE DEI GIUDEI? (Mt 2,2): anche noi come i Magi, uomini in ricerca, ci siamo messi in cammino, siamo venuti da lontano e siamo qui per adorarlo. La carità non ha fine: la storia di Rut la moabita (1 Cor 13) Ricordo del Battesimo: TU VIENI DA ME? (MT 3,14) Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento Mt 3,17

Lettura: Mt 2,1-12 [1]Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: [2]«Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». [3]All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. [4]Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. [5]Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: [6]E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. [7]Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella [8]e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». [9]Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. [10]Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. [11]Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. [12]Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza della Mangiatoia (Bethlehem) Domenica, 25 maggio 2014 «Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12) (…) Il Bambino Gesù, nato a Betlemme, è il segno dato da Dio a chi attendeva la salvezza, e rimane per sempre il segno della tenerezza di Dio e della sua presenza nel mondo. L’angelo dice ai pastori: «Questo per voi il segno: troverete un bambino…».

Anche oggi i bambini sono un segno. Segno di speranza, segno di vita, ma anche segno “diagnostico” per capire lo stato di salute di una famiglia, di una società, del mondo intero. Quando i bambini sono accolti, amati, custoditi, tutelati, la famiglia è sana, la società migliora, il mondo è più umano. Pensiamo all’opera che svolge l’Istituto Effetà Paolo VI in favore dei bambini palestinesi sordo-muti: è un segno concreto della bontà di Dio. E’ un segno concreto che la società migliora.

Dio oggi ripete anche a noi, uomini e donne del XXI secolo: «Questo per voi il segno», cercate il bambino…Il Bambino di Betlemme è fragile, come tutti i neonati. Non sa parlare, eppure è la Parola che si è fatta carne, venuta a cambiare il cuore e la vita degli uomini. Quel Bambino, come ogni bambino, è debole e ha bisogno di essere aiutato e protetto. Anche oggi i bambini hanno bisogno di essere accolti e difesi, fin dal grembo materno.

Purtroppo, in questo mondo che ha sviluppato le tecnologie più sofisticate, ci sono ancora tanti bambini in condizioni disumane, che vivono ai margini della società, nelle periferie delle grandi

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città o nelle zone rurali. Tanti bambini sono ancora oggi sfruttati, maltrattati, schiavizzati, oggetto di violenza e di traffici illeciti. Troppi bambini oggi sono profughi, rifugiati, a volte affondati nei mari, specialmente nelle acque del Mediterraneo. Di tutto questo noi ci vergogniamo oggi davanti a Dio, a Dio che si è fatto Bambino.

E ci domandiamo: chi siamo noi davanti a Gesù Bambino? Chi siamo noi davanti ai bambini di oggi? Siamo come Maria e Giuseppe, che accolgono Gesù e se ne prendono cura con amore materno e paterno? O siamo come Erode, che vuole eliminarlo? Siamo come i pastori, che vanno in fretta, si inginocchiano per adorarlo e offrono i loro umili doni? Oppure siamo indifferenti? Siamo forse retorici e pietisti, persone che sfruttano le immagini dei bambini poveri a scopo di lucro? Siamo capaci di stare accanto a loro, di “perdere tempo” con loro? Sappiamo ascoltarli, custodirli, pregare per loro e con loro? O li trascuriamo, per occuparci dei nostri interessi?

«Questo per noi il segno: troverete un bambino…». Forse quel bambino piange. Piange perché ha fame, perché ha freddo, perché vuole stare in braccio… Anche oggi piangono i bambini, piangono molto, e il loro pianto ci interpella. In un mondo che scarta ogni giorno tonnellate di cibo e di farmaci, ci sono bambini che piangono invano per la fame e per malattie facilmente curabili. In un tempo che proclama la tutela dei minori, si commerciano armi che finiscono tra le mani di bambini-soldato; si commerciano prodotti confezionati da piccoli lavoratori-schiavi. Il loro pianto è soffocato: il pianto di questi bambini è soffocato! Devono combattere, devono lavorare, non possono piangere! Ma piangono per loro le madri, odierne Rachele: piangono i loro figli, e non vogliono essere consolate (cfr Mt 2,18).

«Questo per voi il segno»: troverete un bambino. Il Bambino Gesù nato a Betlemme, ogni bambino che nasce e cresce in ogni parte del mondo, è segno diagnostico, che ci permette di verificare lo stato di salute della nostra famiglia, della nostra comunità, della nostra nazione. Da questa diagnosi schietta e onesta, può scaturire uno stile nuovo di vita, dove i rapporti non siano più di conflitto, di sopraffazione, di consumismo, ma siano rapporti di fraternità, di perdono e riconciliazione, di condivisione e di amore.

O Maria, Madre di Gesù, tu che hai accolto, insegnaci ad accogliere; tu che hai adorato, insegnaci ad adorare; tu che hai seguito, insegnaci a seguire. Amen.

11 AGOSTO, venerdì: LAGO DI TIBERIADE-CAFARNAO-TABG A-Monte delle Beatitudini

La predicazione del Regno e le Beatitudini: una nuo va Alleanza e il compimento della Legge In prima mattinata raggiungeremo il lago di Tiberiade per ripercorrere una giornata tipo di Gesù Sosta al sito archeologico di Cafarnao e a Tabgha, per visitare la chiesa della Moltiplicazione (o divisione) dei Pani e dei Pesci e del Primato di Pietro. Raggiungeremo il Monte delle Beatitudini, luogo che ricorda il discorso della montagna di Gesù, un capovolgimento di prospettiva della logica del mondo, messa e pranzo. Nel pomeriggio navigazione sul lago e rientro a Nazareth VENITE DIETRO A ME, VI FARÒ DIVENTARE PESCATORI DI UOMINI (Mc 1,17) Cafarnao: Chi mangia questo pane vivrà in eterno, (Gv 6,58) Tabgha: La moltiplicazione dei pani (Mc 6,37): Voi stessi date loro da mangiare Il primato di Pietro (Gv 21,15): MI AMI PIÙ DI COSTORO ? Il monte delle Beatitudini Navigazione sul Lago (Mc 4, 40): PERCHÉ AVETE PAURA? NON AVETE ANCORA FEDE?

Lettura: Mt 5,1-12

[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: [3]«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. [4]Beati gli afflitti,

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perché saranno consolati. [5]Beati i miti, perché erediteranno la terra. [6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. [7]Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. [8]Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. [9]Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. [10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Lettura: Mc 4,35-41

[35] In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». [36]E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. [37]Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. [38]Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». [39]Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. [40]Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». [41]E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

12 AGOSTO, sabato: NAZARETH | TABOR Nel grembo del Mistero

In mattinata dedicheremo tempo alla visita di Nazareth, il luogo dove si ritirò la Sacra Famiglia al ritorno dall’Egitto, per visitare la Basilica dell'Annunciazione, la Chiesa di San Giuseppe, La chiesa ortodossa di San Gabriele. In tempo utile raggiungeremo il Monte Tabor, il Monte della trasfigurazione preludio della sua Passione: dall’alto di questo monte si gode un meraviglioso panorama sul Lago e sulla Piana. MARIA E GIUSEPPE: promessa e compimento “NULLA È IMPOSSIBILE A DIO” (Lc 1,37) Giuseppe: NON TEMERE (Mt 1,20) Non temere di prendere con te Maria(…)lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. Tutto questo è avvenuto perché si compisse (Mt 1,20) Ecco la vergine concepirà (Is 7,14) Maria: NON TEMERE (Lc 1, 30) L’annunciazione (Lc 1,26-38); Il Verbo si fece carne (Gv 1,14) La trasfigurazione: QUESTI È IL FIGLIO MIO, L’AMATO ASCOLTATELO! ( Mc 9,7)

Lettura: Lc 1,26-38 [26]Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [27]a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. [28]Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». [29]A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. [30]L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. [31]Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32]Sarà grande e chiamato Figlio

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dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre [33]e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». [34]Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». [35]Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. [36]Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: [37]nulla è impossibile a Dio». [38]Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. Lettura: Mc 9,1-10 [1]E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza». [2]Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro [3]e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. [4]E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. [5]Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». [6]Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. [7]Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». [8]E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. [9]Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. [10]Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

13 AGOSTO, domenica, S. MASSIMILIANO MARIA KOLBE: L A SALITA A GERUSALEMME In cammino verso Gerusalemme

In mattinata –situazione politica permettendo- saliremo a Gerusalemme passando per la Samaria, per la località di Sichem (Nablus) sostando al pozzo di Giacobbe, memoria dell’incontro di Gesù con la Samaritana in cerca di acqua (Gv 4). Ammireremo le vette del Monte Garizim. Pranzo presso la chiesa Melkita locale e partenza per Betania luogo che fa memoria di Marta, Maria e Lazzaro, gli amici di Gesù (Gv 11). Arrivo in serata a Gerusalemme. Sistemazione in albergo | casa religiosa, cena e pernottamento. Sichem: L’incontro tra Gesù e la samaritana: DAMMI DA BERE ( Gv 4, 7) Lettura: Gv 4 [1]Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni [2] - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, [3] lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. [4]Doveva perciò attraversare la Samaria. [5]Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: [6]qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. [7]Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». [8] I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. [9]Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. [10]Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». [11]Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? [12]Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». [13]Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; [14]ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». [15]«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete

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e non continui a venire qui ad attingere acqua». [16]Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». [17]Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; [18] infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». [19]Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. [20] I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». [21]Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. [22]Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. [23]Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. [24]Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». [25]Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». [26]Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». [27] In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». [28]La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: [29]«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». [30]Uscirono allora dalla città e andavano da lui. [31] Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». [32]Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». [33]E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». [34]Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. [35]Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che gia biondeggiano per la mietitura. [36]E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. [37]Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. [38] Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». [39]Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». [40]E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. [41]Molti di più credettero per la sua parola [42]e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

14 AGOSTO, lunedì: GERUSALEMME Il dono della Pasqua: “Ecco l’Agnello di Dio, che t oglie i peccati del mondo “

In mattinata visiteremo il muro della cinta erodiana, denominato Ha Kothel, il posto più sacro della religione ebraica. Se possibile saliremo sull’area superiore, sulla spianata del Monte Moria, cuore della religione ebraica dal tempo di Davide e Salomone, e ora nobile recinto sacro per l’Islam. Ammireremo gli esterni della moschea di Al’Aqsa e della Cupola della Roccia - non visitabili. Raggiungeremo poi il Monte Sion Cristiano dove la chiesa detta del Cenacolino sarà il cuore spirituale della mattina. Visita al Cenacolo, alla Dormizione e al Gallicantu, In bus saliremo –via Abu Dis- il monte degli Ulivi per il pranzo in una comunità di suore. Nel pomeriggio scenderemo a piedi il Monte e visitando altre chiese, arriveremo al Getzemani, l’Orto Santo. Rientro in albergo. Dormizione, Gallicantu, Monte Sion, Cenacolo: Fate questo in memoria di me (Lc 22,19) Monte degli Ulivi , Getsemani Restate qui e vegliate (Mc 14,34) Lettura: Lc 22,14-20 [14]Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, [15]e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, [16]poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». [17]E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, [18]poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio».

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[19]Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». [20]Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». Lettura: Lc 22,39-53[39]Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. [40]Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». [41]Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: [42]«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». [43]Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. [44] In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. [45]Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. [46]E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». [47]Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. [48]Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». [49]Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». [50]E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. [51]Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì. [52]Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? [53]Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre». OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO Sala del Cenacolo (Jerusalem) Lunedì, 26 maggio 2014 E’ un grande dono che il Signore ci fa, di riunirci qui, nel Cenacolo, per celebrare l’Eucaristia. Mentre vi saluto con fraterna gioia, desidero rivolgere un pensiero affettuoso ai Patriarchi Orientali Cattolici che hanno preso parte, in questi giorni, al mio pellegrinaggio. Desidero ringraziarli per la loro significativa presenza, a me particolarmente preziosa, e assicuro che hanno un posto speciale nel mio cuore e nella mia preghiera. Qui, dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli Apostoli; dove, risorto, apparve in mezzo a loro; dove lo Spirito Santo scese con potenza su Maria e i discepoli, qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita. Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore.

Gesù risorto, inviato dal Padre, nel Cenacolo comunicò agli Apostoli il suo stesso Spirito e con la sua forza li inviò a rinnovare la faccia della terra (cfr Sal 104,30). Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spirito Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso.

Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi che Gesù ha compiuto, come esempio per i suoi discepoli. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa accogliersi, accettarsi, amarsi, servirsi a vicenda. Vuol dire servire il povero, il malato, l’escluso, quello che mi è antipatico, quello che mi dà fastidio.

Il Cenacolo ci ricorda, con l’Eucaristia, il sacrificio. In ogni celebrazione eucaristica Gesù si offre per noi al Padre, perché anche noi possiamo unirci a Lui, offrendo a Dio la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre gioie e i nostri dolori…, offrire tutto in sacrificio spirituale.

E il Cenacolo ci ricorda anche l’amicizia. «Non vi chiamo più servi – disse Gesù ai Dodici – … ma vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Il Signore ci rende suoi amici, ci confida la volontà del Padre e ci dona Sé stesso. È questa l’esperienza più bella del cristiano, e in modo particolare del sacerdote: diventare amico del Signore Gesù, e scoprire nel suo cuore che Lui è amico.

Il Cenacolo ci ricorda il congedo del Maestro e la promessa di ritrovarsi con i suoi amici: «Quando sarò andato, … verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14,3). Gesù non ci lascia, non ci abbandona mai, ci precede nella casa del Padre e là ci vuole

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portare con Sé.

Ma il Cenacolo ricorda anche la meschinità, la curiosità – “chi è colui che tradisce?” - il tradimento. E può essere ciascuno di noi, non solo e sempre gli altri, a rivivere questi atteggiamenti, quando guardiamo con sufficienza il fratello, lo giudichiamo; quando con i nostri peccati tradiamo Gesù.

Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la fraternità, l’armonia, la pace tra di noi. Quanto amore, quanto bene è scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita da qui, come un fiume dalla fonte, che all’inizio è un ruscello e poi si allarga e diventa grande… Tutti i santi hanno attinto da qui; il grande fiume della santità della Chiesa sempre prende origine da qui, sempre di nuovo, dal Cuore di Cristo, dall’Eucaristia, dal suo Santo Spirito.

Il Cenacolo infine ci ricorda la nascita della nuova famiglia, la Chiesa, la nostra santa madre Chiesa gerarchica, costituita da Gesù risorto. Una famiglia che ha una Madre, la Vergine Maria. Le famiglie cristiane appartengono a questa grande famiglia, e in essa trovano luce e forza per camminare e rinnovarsi, attraverso le fatiche e le prove della vita. A questa grande famiglia sono invitati e chiamati tutti i figli di Dio di ogni popolo e lingua, tutti fratelli e figli dell’unico Padre che è nei cieli.

Questo è l’orizzonte del Cenacolo: l’orizzonte del Risorto e della Chiesa.

Da qui parte la Chiesa, in uscita, animata dal soffio vitale dello Spirito. Raccolta in preghiera con la Madre di Gesù, essa sempre rivive l’attesa di una rinnovata effusione dello Spirito Santo: Scenda il tuo Spirito, Signore, e rinnovi la faccia della terra (cfr Sal 104,30)!

MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE FRANCESCO Chiesa del Getsemani accanto all'Orto degli Ulivi (Jerusalem) Lunedì, 26.05.2014 «Uscì e andò … al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono» (Lc 22,39).

Quando giunge l’ora segnata da Dio per salvare l’umanità dalla schiavitù del peccato, Gesù si ritira qui, nel Getsemani, ai piedi del monte degli Ulivi. Ci ritroviamo in questo luogo santo, santificato dalla preghiera di Gesù, dalla sua angoscia, dal suo sudore di sangue; santificato soprattutto dal suo “sì” alla volontà d’amore del Padre. Abbiamo quasi timore di accostarci ai sentimenti che Gesù ha sperimentato in quell’ora; entriamo in punta di piedi in quello spazio interiore dove si è deciso il dramma del mondo. In quell’ora, Gesù ha sentito la necessità di pregare e di avere accanto a sé i suoi discepoli, i suoi amici, che lo avevano seguito e avevano condiviso più da vicino la sua missione. Ma qui, al Getsemani, la sequela si fa difficile e incerta; c’è il sopravvento del dubbio, della stanchezza e del terrore. Nel succedersi incalzante della passione di Gesù, i discepoli assumeranno diversi atteggiamenti nei confronti del Maestro: atteggiamenti di vicinanza, di allontanamento, di incertezza. Farà bene a tutti noi, vescovi, sacerdoti, persone consacrate, seminaristi, in questo luogo, domandarci: chi sono io davanti al mio Signore che soffre? Sono di quelli che, invitati da Gesù a vegliare con Lui, si addormentano, e invece di pregare cercano di evadere chiudendo gli occhi di fronte alla realtà? O mi riconosco in quelli che sono fuggiti per paura, abbandonando il Maestro nell’ora più tragica della sua vita terrena? C’è forse in me la doppiezza, la falsità di colui che lo ha venduto per trenta monete, che era stato chiamato amico, eppure ha tradito Gesù? Mi riconosco in quelli che sono stati deboli e lo hanno rinnegato, come Pietro? Egli poco prima aveva promesso a Gesù di seguirlo fino alla morte (cfr Lc 22,33); poi, messo alle strette e assalito dalla paura, giura di non conoscerlo. Assomiglio a quelli che ormai organizzavano la loro vita senza di Lui, come i due discepoli di Emmaus, stolti e lenti di cuore a credere nelle parole dei profeti (cfr Lc 24,25)?

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Oppure, grazie a Dio, mi ritrovo tra coloro che sono stati fedeli sino alla fine, come la Vergine Maria e l’apostolo Giovanni? Quando sul Golgota tutto diventa buio e ogni speranza sembra finita, solo l’amore è più forte della morte. L’amore della Madre e del discepolo prediletto li spinge a rimanere ai piedi della croce, per condividere fino in fondo il dolore di Gesù. Mi riconosco in quelli che hanno imitato il loro Maestro fino al martirio, testimoniando quanto Egli fosse tutto per loro, la forza incomparabile della loro missione e l’orizzonte ultimo della loro vita? L’amicizia di Gesù nei nostri confronti, la sua fedeltà e la sua misericordia sono il dono inestimabile che ci incoraggia a proseguire con fiducia la nostra sequela di Lui, nonostante le nostre cadute, i nostri errori, anche i nostri tradimenti. Ma questa bontà del Signore non ci esime dalla vigilanza di fronte al tentatore, al peccato, al male e al tradimento che possono attraversare anche la vita sacerdotale e religiosa. Tutti noi siamo esposti al peccato, al male, al tradimento. Avvertiamo la sproporzione tra la grandezza della chiamata di Gesù e la nostra piccolezza, tra la sublimità della missione e la nostra fragilità umana. Ma il Signore, nella sua grande bontà e nella sua infinita misericordia, ci prende sempre per mano, perché non affoghiamo nel mare dello sgomento. Egli è sempre al nostro fianco, non ci lascia mai soli. Dunque, non lasciamoci vincere dalla paura e dallo sconforto, ma con coraggio e fiducia andiamo avanti nel nostro cammino e nella nostra missione. Voi, cari fratelli e sorelle, siete chiamati a seguire il Signore con gioia in questa Terra benedetta! E’ un dono e anche è una responsabilità. La vostra presenza qui è molto importante; tutta la Chiesa vi è grata e vi sostiene con la preghiera. Da questo luogo santo, desidero inoltre rivolgere un affettuoso saluto a tutti i cristiani di Gerusalemme: vorrei assicurare che li ricordo con affetto e che prego per loro, ben conoscendo la difficoltà della loro vita nella città. Li esorto ad essere testimoni coraggiosi della passione del Signore, ma anche della sua Risurrezione, con gioia e nella speranza. Imitiamo la Vergine Maria e San Giovanni, e stiamo accanto alle tante croci dove Gesù è ancora crocifisso. Questa è la strada nella quale il nostro Redentore ci chiama a seguirlo: non ce n’è un’altra, è questa! «Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore» (Gv 12,26).

15 AGOSTO, martedì La via dolorosa e la Basilica d ella Risurrezione Tutto è compiuto

Cuore della mattinata sarà la visita approfondita alla Basilica che i greci chiamano Anastasi (ossia risurrezione) e i latini Santo Sepolcro, nomi che contengono un annuncio, una catechesi e una meditazione sull’unità del mistero pasquale. All’interno di questo complesso si trova sia l’Edicola del Santo Sepolcro che la Cappella del Calvario. In mattinata visiteremo alcuni degli edifici più importanti lungo la cosidetta Via Dolorosa. Pomeriggio libero per la preghiera o la confessione personale. Santa Messa. In serata, se possibile assisteremo ad uno spettacolo di Luci e suoni a Jaffa Gate. Calvario: luogo dove il cuore dell’umanità viene circonciso per una nuova ed eterna alleanza Il dono di un cuore nuovo, un cuore da figli di Dio ( Ez. 31 Ger 31) Santo Sepolcro: PERCHÉ CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE È VIVO? NON È QUI È RISORTO (Lc 22,5) Lettura: Gv 20,1-10 [1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. [2]Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». [3]Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. [4]Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. [5]Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. [6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, [7]e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. [8]Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e

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vide e credette. [9]Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. [10] I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO Basilica del Santo Sepolcro (Jerusalem) Domenica, 25 maggio 2014 Santità, carissimi fratelli Vescovi, carissimi fratelli e sorelle, in questa Basilica, alla quale ogni cristiano guarda con profonda venerazione, raggiunge il suo culmine il pellegrinaggio che sto compiendo insieme con il mio amato fratello in Cristo, Sua Santità Bartolomeo. Lo compiamo sulle orme dei nostri venerati predecessori, il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora, i quali, con coraggio e docilità allo Spirito Santo, diedero luogo cinquant’anni fa, nella Città santa di Gerusalemme, allo storico incontro tra il Vescovo di Roma e il Patriarca di Costantinopoli. Saluto cordialmente tutti voi presenti. In particolare, ringrazio vivamente per avere reso possibile questo momento Sua Beatitudine Teofilo, che ha voluto rivolgerci gentili parole di benvenuto, come pure a Sua Beatitudine Nourhan Manoogian e al Reverendo Padre Pierbattista Pizzaballa.

E’ una grazia straordinaria essere qui riuniti in preghiera. La Tomba vuota, quel sepolcro nuovo situato in un giardino, dove Giuseppe d’Arimatea aveva devotamente deposto il corpo di Gesù, è il luogo da cui parte l’annuncio della Risurrezione: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti”» (Mt 28,5-7). Questo annuncio, confermato dalla testimonianza di coloro ai quali apparve il Signore Risorto, è il cuore del messaggio cristiano, trasmesso fedelmente di generazione in generazione, come fin dal principio attesta l’apostolo Paolo: «A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture” (1 Cor 15,3-4). E’ il fondamento della fede che ci unisce, grazie alla quale insieme professiamo che Gesù Cristo, unigenito Figlio del Padre e nostro unico Signore, «patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte» (Simbolo degli Apostoli). Ciascuno di noi, ogni battezzato in Cristo, è spiritualmente risorto da questo sepolcro, poiché tutti nel Battesimo siamo stati realmente incorporati al Primogenito di tutta la creazione, sepolti insieme con Lui, per essere con Lui risuscitati e poter camminare in una vita nuova (cfr Rm 6,4).

Accogliamo la grazia speciale di questo momento. Sostiamo in devoto raccoglimento accanto al sepolcro vuoto, per riscoprire la grandezza della nostra vocazione cristiana: siamo uomini e donne di risurrezione, non di morte. Apprendiamo, da questo luogo, a vivere la nostra vita, i travagli delle nostre Chiese e del mondo intero nella luce del mattino di Pasqua. Ogni ferita, ogni sofferenza, ogni dolore, sono stati caricati sulle proprie spalle dal Buon Pastore, che ha offerto sé stesso e con il suo sacrificio ci ha aperto il passaggio alla vita eterna. Le sue piaghe aperte sono come il varco attraverso cui si riversa sul mondo il torrente della sua misericordia. Non lasciamoci rubare il fondamento della nostra speranza, che è proprio questo: Christòs anesti! Non priviamo il mondo del lieto annuncio della Risurrezione! E non siamo sordi al potente appello all’unità che risuona proprio da questo luogo, nelle parole di Colui che, da Risorto, chiama tutti noi “i miei fratelli” (cfr Mt 28,10; Gv 20,17). (..)

16 AGOSTO, mercoledì : GERUSALEMME | TEL AVIV | ITA LIA Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto (G v 20,29)

In mattinata –operativo aereo permettendo -partenza per la località di Ain Karem dove si trova la memoria dell’incontro di Maria con Elisabetta e la chiesa di San Giovanni. Trasferimento in aeroporto, operazioni d’imbarco e partenza per l’Italia con scalo a Istanbul. Termine dei servizi. Ain Karem: A COSA DEVO CHE LA MADRE DEL SIGNORE VENGA A ME ? (Lc 1,43) Canto e piango per i due popoli. Tendere la mano ai moderati La lettera dell’artista israeliana NOA

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Saluti a tutti dal nostro angolo del Medio Oriente, dove da qualche giorno è scoppiato l’inferno. Ogni ora suonano le sirene di allarme vicino casa mia: missili in arrivo. A Tel Aviv è ancora peggio. Oggi viaggiavo con mio figlio e ho fermato la macchina in mezzo alla strada per precipitarmi in un edificio poco distante, non appena è partito l’ululato delle sirene. Qualche minuto dopo, abbiamo sentito tre forti esplosioni che hanno fatto tremare i muri. Nel sud del Paese, la situazione è insopportabile: la vita si è fermata, la gente passa gran parte del tempo rintanata nei rifugi antiaerei. I razzi vengono per lo più intercettati dal nostro sistema difensivo, ma non tutti. Ogni civile rappresenta un bersaglio, i nostri figli sono scossi, traumatizzati, le ferite emotive irreversibili. E i tunnel, scavati nel sottosuolo, sbucano proprio davanti alla porta di alcuni kibbutz sul confine di Gaza. Nei miei incubi peggiori riesco solo a immaginare a che cosa possano servire: contrabbando, rapimenti, torture, uccisioni! I nostri soldati sono in prima linea al fronte. Sono i nostri figli, i figli dei nostri amici e dei nostri vicini, i ragazzi e le ragazze chiamati dal governo a servire il loro Paese. Già vediamo bare avvolte nelle bandiere, parenti in lacrime, vite distrutte, si recita il Kadish... una routine purtroppo ben nota, e sconvolgente. E che dire degli abitanti di Gaza, santo Iddio, qua nte tremende sventure può sopportare quella gente? È davvero condannata a soffrire per l’eternità per mano dei suoi crudeli tiranni? Le immagini dei bambini morti o feriti, le madri urlanti con i vestiti sporchi di sangue, le macerie e la devastazione, il terrore nei loro occhi, solo cinque minuti per uscire di casa, per scappare e mettersi in salvo prima delle bombe... nessun rifugio. Con le tattiche talebane di Hamas da una parte e i bombardieri F16 dell’esercito israeliano dall’altra, questa povera gente si ritrova intrappolata e senza scampo, schiacciata dalle ganasce d’acciaio della cecità e della stupidità! La conta dei morti aumenta di giorno in giorno, per l’amor di Dio! I militanti di Hamas sono estremisti, jihadisti, ge nte pericolosa che punta a sterminare tutti gli ebrei , compresa me e i miei figli, non riconosce Israele e vuole trasformare tutti gli abitanti di Gaza in shahid, usandoli come scudi umani. Ne abbiamo sentito parlare. Ma è giusto accusare ogni uomo, donna e bambino per questa tragica pazzia da entrambi i lati? Voglio scendere in piazza e gridare la mia verità. Ci sono solo due fazioni, e non si tratta di israeliani e palestinesi, ebrei e arabi, ma soltanto di moderati ed estremisti. Io mi schiero con i moderati, dovunque essi siano. E il nostro campo deve unire le forze e trovare unità. Io non ho nulla da spartire con gli estremisti ebrei che bruciano vivi i bambini, che avvelenano i pozzi e sradicano alberi, che prendono a sassate i ragazzini che vanno a scuola, che sono imbevuti di odio e si credono nel giusto. Il fatto che io abbia in comune con loro la religione e il passaporto non significa nulla per me. Allo stesso modo, gli estremisti dell’altra sponda sono i miei più feroci nemici . Ma il loro odio non è diretto solo contro di me, bensì anche contro i moderati della loro società, facendo di noi tanti compagni d’armi. Ci sono voci più liberali nel mondo musulmano, ci sono partner per il dialogo! Abbiamo provato a tendere loro la mano? No. Anzi, il governo guidato da Netanyahu ha fatto di tutto per sabotare ogni tentativo di riconciliazione. Ha indebolito e umiliato Abu Mazen, capo del più moderato Olp, che ha affermato più volte di volere la pace. A più riprese, il governo Netanyahu ha disatteso gli impegni presi, rifiutandosi con mille pretesti di liberare i prigionieri che aveva promesso di rilasciare, ha preferito continuare a costruire insediamenti come se non vi fossero negoziati in corso. È come prendere ripetutamente a schiaffi qualcuno, ripetendo candidamente «Facciamo la pace!» Solo il dialogo potrà salvarci . Solo uno sforzo congiunto per rafforzare i moderati ed emarginare per quanto possibile gli estremisti potrà riaccendere qualche speranza. Per quanto noi, in Israele, odiamo e disprezziamo Hamas, Hamas non scomparirà come per incanto. Abbiamo preso seriamente in considerazione le condizioni da loro avanzate per un cessate il fuoco? Molte di esse sono ragionevoli. Perché non cerchiamo di alleviare le sofferenze di Gaza, consentendo agli abitanti di migliorare le proprie condizioni economiche, restituire dignità alla loro vita in cambio di una tregua decennale. In quel lasso di tempo cambierà la mentalità dei giovani e anche un modesto livello di prosperità potrà diventare il catalizzatore del cambiamento! Perché immaginare che questi anni serviranno solo a rafforzare la potenza militare di Hamas? Le condizioni saranno sottoposte ai

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controlli della comunità internazionale. Forse potrà emergere una nuova realtà in cui Hamas, grazie a giovani leader capaci di vedere orizzonti diversi, potrebbe lasciarsi ricondurre a una dimensione politica in grado di favorire il dialogo. Chiedo a me stessa, e a Netanyahu: perché non osiam o percorrere una strada nuova? Accogliamo Abu Mazen, fermiamo la costruzione di insediamenti, appoggiamo il governo di unità, riapriamo i confini di Gaza e riprendiamo gli scambi commerciali sotto il controllo di istituzioni internazionali, condividiamo i sogni dei palestinesi, spalanchiamo le braccia agli interventi internazionali e conquistiamoci un vero alleato per SCONFIGGERE il mostro dell’estremismo! Scacco matto. Se di nuovo scegliamo la spada al posto della parola, se santifichiamo la terra anziché la vita dei nostri figli, ben presto saremo costretti a cercare una patria sulla luna, perché la nostra terra sarà così inzuppata di sangue e stipata di tombe che non resterà più posto per i vivi. Ho scritto queste parole e le ho cantate con la mia amica Mira Awad. E oggi suonano più vere che mai: «Quando piango, piango per entrambi. Il mio dolore non ha nome. Quando piango, piango rivolta al cielo spietato e dico: Ci deve essere un’altra strada».

Canti SALVE REGINA Salve Regina, Madre di misericordia, vita dolcezza speranza nostra salve, salve Regina. (2 v.) A te ricorriamo, esuli figli di Eva, a te sospiriamo, piangenti, in questa valle di lacrime. Avvocata nostra, volgi a noi gli occhi tuoi, mostraci dopo questo esilio, il frutto, del tuo seno Gesù. Salve Regina, madre di misericordia, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria, salve Regina. Salve Regina, salve, salve! GIOISCI FIGLIA DI SION Gioisci figlia di Sion, perché Dio ha posato il suo sguardo sopra di te ti ha colmata di grazia. Rallegrati Maria, il Signore in te ha operato meraviglie per il suo popolo.

Rit.: Oggi si è compiuta in te la speranza dell’umanità. Oggi per il tuo “sì”, Dio ci ha dato la salvezza, per il tuo “sì” Dio è venuto fra noi.

Gioisci figlia di Sion, ora in te il cielo dona alla terra una pioggia di grazie, sorgenti di vita. Rallegrati, Maria, quella spada che ha trafitto l’anima tua, ti ha resa madre di tutti noi.

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GIOVANE DONNA Giovane donna, attesa dell'umanità; un desiderio d'amore e pura libertà. Il Dio lontano è qui, vicino a te, voce e silenzio, annuncio di novità.

Rit.: Ave, Maria; ave, Maria

Dio t'ha prescelta, qual madre piena di bellezza, e il suo amore ti avvolgerà con la sua ombra. Grembo per Dio, venuto sulla terra tu sarai madre di un uomo nuovo. Ecco l'ancella che vive della tua parola, libero il cuore perché l'amore trovi casa. Ora l'attesa è densa di preghiera e l'uomo nuovo è qui, in mezzo a noi.

PREGHIERA A MARIA Maria, tu che hai atteso nel silenzio la sua parola per noi.

Rit.: Aiutaci ad accogliere il Figlio tuo che ora vive in noi.

Maria, tu che sei stata così docile davanti al tuo Signor. Maria, tu che hai portato dolcemente l’immenso dono d’amor. Maria, madre umilmente tu hai sofferto del suo ingiusto dolor. Maria, tu che ora vivi nella gloria insieme al tuo Signor. ACCOGLI, SIGNORE, I NOSTRI DONI Accogli, Signore, i nostri doni, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza. Noi ti offriamo le cose, che tu stesso ci hai dato e tu in cambio donaci, donaci te stesso. Si ripete due volte poi: Finale: Accogli, Signore, i nostri doni FRUTTO DELLA NOSTRA TERRA Frutto della nostra terra, del lavoro d’ogni uomo: pane della nostra vita, cibo della quotidianità. Tu che lo prendevi un giorno, lo spezzavi per i tuoi, oggi vieni in questo pane, cibo vero dell’umanità.

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Rit. E sarò pane, e sarò vino nella mia vita, nelle tue mani. Ti accoglierò dentro di me farò di me un’offerta viva, un sacrificio gradito a te.

Frutto della nostra terra, del lavoro d’ogni uomo: vino delle nostre vigne sulla mensa dei fratelli tuoi. Tu che lo prendevi un giorno, lo bevevi con i tuoi, oggi vieni in questo vino e ti doni per la vita mia. Rit.

SEGNI DEL TUO AMORE Mille e mille grani nelle spighe d’oro mandano fragranza e danno gioia al cuore, quando, macinati, fanno un pane solo: pane quotidiano, dono tuo, Signore.

Rit: Ecco il pane e il vino, segni del tuo amore. Ecco questa offerta accoglila Signore: tu di mille e mille cuori fai un cuore solo, un corpo solo in te e il figlio tuo verrà, vivrà ancora in mezzo a noi.

Mille grappoli maturi sotto il sole, festa della terra, donano vigore, quando da ogni perla stilla il vino nuovo: vino della gioia, dono tuo, Signor. GRANDI COSE Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare fiori tra le rocce. Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha riportati liberi alla nostra terra. Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare l'amore che Dio ha versato su noi. Tu che sai strappare dalla morte hai sollevato il nostro viso dalla polvere. Tu che hai sentito il nostro pianto, nel nostro cuore hai messo un seme di felicità.

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Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare fiori tra le rocce. Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha riportati liberi alla nostra terra. Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare l'amore che Dio ha versato su noi.

ECCOMI - Salmo 39

Rit.: Eccomi, eccomi ! Signore io vengo. Eccomi, eccomi ! Si compia in me la tua volontà.

Nel mio Signore ho sperato e su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido, m'ha liberato dalla morte. I miei piedi ha reso saldi, sicuri ha reso i miei passi. Ha messo sulla mia bocca, un nuovo canto di lode. Il sacrificio non gradisci, ma m'hai aperto l'orecchio, non hai voluto olocausti, allora ho detto: 'Io vengo'. Sul tuo libro di me è scritto: “Si compia il tuo volere”. Questo, mio Dio, desidero, la tua legge è nel mio cuore La tua giustizia ho proclamato, non tengo chiuse le labbra. Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia. CANTIAMO TE Cantiamo te, Signore della vita: il nome tuo è grande sulla terra tutto parla di te e canta la tua gloria. Grande tu sei e compi meraviglie: tu sei Dio. Cantiamo te, Signore Gesù Cristo: Figlio di Dio venuto sulla terra, fatto uomo per noi nel grembo di Maria. Dolce Gesù risorto dalla morte sei con noi. Cantiamo te, Amore senza fine: tu che sei Dio, lo Spirito del Padre vivi dentro di noi e guida i nostri passi. Accendi in noi il fuoco dell'eterna carità. QUALE GIOIA - Salmo 121

Rit.: Quale gioia mi dissero andremo alla casa del Signore. Ora i piedi, o Gerusalemme si fermano davanti a te.

Ora Gerusalemme è ricostruita come città salda, forte e unita. Rit.

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Salgono insieme le tribù di Jahwé per lodare il nome del Dio d'Israele. Rit. Là sono posti i seggi della sua giustizia i seggi della casa di Davide. Rit. Domandate pace per Gerusalemme sia pace a chi ti ama, pace alle tue mura. Rit. Su di te sia pace, chiederò il tuo bene per la casa di Dio chiederò la gioia. Rit. Noi siamo il suo popolo, Egli è il nostro Dio possa rinnovarci la felicità. Rit. SVEGLIATI, SION - Isaia 51.7 52.7

Rit.: Svegliati, svegliati o Sion, metti le vesti più belle scuoti la polvere ed alzati, Santa Gerusalemme.

Ecco ti tolgo di mano il calice della vertigine. Rit. La coppa della mia ira, tu non berrai più. Sciogli dal collo il legami e leva al cielo i tuoi occhi. Schiava figlia di Sion io ti libererò. Rit. Come son belli sui monti, i piedi del messaggero. Colui che annunzia la pace è messaggero di bene. (2 ritornelli e poi si conclude con:) Santa Gerusalemme. santa Gerusalem. TI SEGUIRÒ

Rit.: Ti seguirò, ti seguirò, o Signore, e nella tua strada camminerò.

Ti seguirò nella via dell’amore e donerò al mondo la vita. Rit. Ti seguirò nella via del dolore e la tua croce ci salverà. Rit. Ti seguirò nella via della gioia e la tua luce ci guiderà. Rit.

SPIRITO SANTO VIENI Spirito Santo, Spirito Santo, Spirito Santo vieni, vieni dai quattro venti Spirito del Signore, Spirito dell’amore, Spirito Santo vieni! SYMBOLUM 77 Tu sei la mia vita, altro io non ho. Tu sei la mia strada, la mia verità. Nella tua Parola io camminerò finché avrò respiro, fino a quando tu vorrai. Non avrò paura sai, se tu sei con me: io ti prego, resta con me.

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Credo in te Signore, nato da Maria, Figlio eterno e santo, uomo come noi. Morto per amore, vivo in mezzo a noi: una cosa sola con il Padre e con i tuoi, fino a quando io lo so, tu ritornerai, per aprirci il Regno di Dio. Tu sei la mia forza, altro io non ho. Tu sei la mia pace, la mia libertà, niente nella vita ci separerà. So che la tua mano forte non mi lascerà. So che da ogni male tu mi libererai e nel tuo perdono vivrò. Padre della vita, noi crediamo in Te. Figlio Salvatore, noi speriamo in Te. Spirito d'amore, vieni in mezzo a noi, tu da mille strade ci raduni in unità, e per mille strade poi, dove tu vorrai, noi saremo il seme di Dio. CUSTODISCIMI Ho detto a Dio senza di te, alcun bene non ho, custodiscimi. Magnifica è la mia eredità, benedetto sei Tu, sempre sei con me. Rit: Custodiscimi, mia forza sei Tu. Custodiscimi, mia gioia Gesù! Custodiscimi, mia forza sei Tu. Custodiscimi, mia gioia Gesù! Ti pongo sempre innanzi a me, al sicuro sarò, mai vacillerò. Via, verità e vita sei, mio Dio credo che, Tu mi guiderai. Rit. Di Te io mi delizierò, gioia piena sarà, dinanzi a Te. Nella tua casa abiterò per sempre il tuo volto contemplerò. Rit. ANDATE PER LE STRADE - Lc 10

Rit.: Andate per le strade in tutto il mondo, chiamate i miei amici per far festa, c'è un posto per ciascuno alla mia mensa.

Nel vostro cammino annunciate il Vangelo dicendo: "È vicino il regno dei cieli". Guarite i malati, mondate i lebbrosi, rendete la vita a chi l'ha perduta. Rit. Vi è stato donato con amore gratuito: ugualmente donate con gioia e per amore. Con voi non prendete né oro né argento, perché l'operaio ha diritto al suo cibo. Rit.

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COME È GRANDE Come è grande la tua bontà, che conservi per chi ti teme e fai grandi cose per chi ha rifugio in Te, e fai grandi cose per chi ama solo Te. Come un vento silenzioso, ci hai raccolti dai monti e dal mare come un'alba nuova sei venuto a me, la forza del tuo braccio mi ha voluto qui con sè. Come è chiara l'acqua alla tua fonte, per chi ha sete ed è stanco di cercare, sicuro ha ritrovato i segni del tuo amore, che si erano perduti nell'ora del dolore. Come un fiore nato tra le pietre, va a cercare il cielo su di lui, così la tua grazia, il tuo Spirito per noi, nasce per vedere il mondo che tu vuoi. Come è grande la tua bontà, che conservi per chi ti teme e fai grandi cose per chi ha rifugio in Te, e fai grandi cose per chi ama solo Te. IL SIGNORE È IL MIO PASTORE - Salmo 22 Il Signore è il mio pastore: nulla manca ad ogni attesa, in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque. È il ristoro dell'anima mia, in sentieri diritti mi guida per amore del santo suo nome, dietro a Lui mi sento sicuro. Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male: perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro. Quale mensa per me tu prepari sotto gli occhi dei miei nemici! E di olio mi ungi il capo: il mio calice è colmo di ebbrezza! Bontà e grazia mi sono compagne quanto dura il mio cammino: io starò nella casa di Dio lungo tutto il migrare dei giorni. CREDO IN TE Credo in Te, Signore, credo nel tuo amore, nella tua forza, che sostiene il mondo. Credo nel tuo sorriso, che fa splendere il cielo E nel tuo canto che mi dà gioia. Credo in Te, Signore, credo nella tua pace, nella tua vita, che fa bella la terra.

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Nella tua luce che rischiara la notte, sicura guida nel mio cammino. Credo in Te, Signore, credo che Tu mi ami, che mi sostieni, che mi doni il perdono. Che Tu mi guidi per le strade del mondo, che mi darai la tua vita. PREGHIERA DI GESU' - Gv 14,55 Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sarò con loro, pregherò con loro amerò con loro perché il mondo venga a Te, o Padre: conoscere il tuo amore è avere vita con Te. Voi che siete luce della terra, miei amici, risplendete sempre della vera luce, perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi, o Padre: consacrali per sempre e diano gloria a Te. Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri perché voi vedrete Dio che è Padre: in Lui la vostra vita gioia piena sarà. Voi che ora siete miei discepoli nel mondo siate testimoni di un amore immenso, date prova di quella speranza che c'è in voi, coraggio: vi guiderò per sempre, io rimango con voi. Spirito che animi la Chiesa e la rinnovi donale fortezza, fa che sia fedele, come Cristo che muore e risorge perché il Regno del Padre si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in Lui. ( 2 v )

POPOLI TUTTI ACCLAMATE (D. Zschech) Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te. Ora e per sempre voglio lodare il tuo grande amor per me. Mia roccia tu sei, pace e conforto mi dai. Con tutto il cuore e le mie forze sempre io ti adorerò. Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re, mari e monti si prostrino a Te, al tuo nome o Signore. Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore con Te resterò, non c’è promessa, non c’è fedeltà che in Te. PERCHÉ TU SEI CON ME (Gen) (salmo 22)

Rit. Solo tu sei il mio pastore niente mai mi mancherà Solo tu sei il mio pastore, o Signore.

Mi conduci dietro te sulle verdi alture, ai ruscelli tranquilli, lassù

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dov’è più limpida l’acqua per me, dove mi fai riposare. Anche fra le tenebre d’un abisso oscuro, io non temo alcun male perché tu mi sostieni, sei sempre con me, rendi il sentiero sicuro. Siedo alla tua tavola che mi hai preparato, ed il calice è colmo per me di quella linfa di felicità, che per amore hai versato. Sempre mi accompagnano, lungo estati e inverni, la tua grazia, la tua fedeltà nella tua casa io abiterò fino alla fine dei giorni. RE DI GLORIA Ho incontrato te Gesù e ogni cosa in me è cambiata Tutta la mia vita ora ti appartiene Tutto il mio passato io l’affido a te Gesù, Re di gloria mio Signor.

Tutto in te riposa, la mia mente, il mio cuore Trovo pace in te Signor, tu mi dai la gioia. Voglio stare insieme a te, non lasciarti mai. Gesù, Re di gloria mio Signor.

Rit.: Dal tuo amore che mi separerà Sulla croce hai dato la vita per me Una corona di gloria mi darai Quando un giorno ti vedrò

Tutto in te riposa, la mia mente, il mio cuore Trovo pace in te Signor, tu mi dai la gioia vera. Voglio stare insieme a te, non lasciarti mai. Gesù, Re di gloria, mio Signor.

Rit.: Dal tuo amore che mi separerà Sulla croce hai dato la vita per me Una corona di gloria mi darai Quando un giorno ti vedrò Io ti aspetto mio Signor Io ti aspetto mio Signor Io ti aspetto mio Re.

NEL TUO SILENZIO (Gen Rosso, Gen Verde)

Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me. Sei tu che vieni, o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù.

Sorgente viva che nasce nel cuore è questo dono che abita in me. La tua presenza è un fuoco d'amore che avvolge l'anima mia, Gesù.

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Ora il tuo Spirito in me dice "Padre", non sono io a parlare, sei tu. Nell'infinito oceano di pace tu vivi in me, io in te, Gesù. DAVANTI A QUESTO AMORE

Hai disteso le Tue braccia anche per me Gesù, dal Tuo cuore, come fonte, hai versato pace in me, cerco ancora il mio peccato, ma non c’è. Tu da sempre vinci il mondo dal Tuo trono di dolore.

Dio mia grazia, mia speranza, ricco e grande Redentore. Tu Re umile e potente, risorto per amore, risorgi per la vita. Vero agnello senza macchia, mite e forte Salvatore sei. Tu, re povero e glorioso risorgi con potenza, davanti a questo amore la morte fuggirà

I CIELI NARRANO - Salmo 18 Rit.: I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera sua. Alleluia. ( 4 v ) Il giorno al giorno ne affida il messaggio, la notte alla notte ne trasmette notizia, non è linguaggio, non sono parole, di cui non si oda il suono. Là pose una tenda per il sole che sorge, è come uno sposo dalla stanza nuziale, esulta come un prode che corre con gioia la sua strada. Lui sorge dall'ultimo estremo del cielo e la sua corsa l'altro estremo raggiunge. Nessuna delle creature potrà mai sottrarsi al suo calore. La legge di Dio rinfranca l'anima mia, la testimonianza del Signore è verace. Gioisce il cuore ai sui giusti precetti che danno la luce agli occhi.

VENITE FEDELI Venite, fedeli, l'angelo ci invita, venite, venite, a Betlemme. Rit.: Nasce per noi, Cristo Salvatore; venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo, il Signore Gesù. La luce del mondo brilla in una grotta: la fede ci invita a Betlemme. La notte risplende, tutto il mondo attende: seguiamo i pastori a Betlemme. Il Figlio di Dio, Re dell'universo si è fatto bambino a Betlemme. "Sia gloria nei cieli, pace sulla terra "un angelo annuncia a Betlemme. QUESTO E’ IL MIO COMANDAMENTO (M.Frisina)

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Rit. Questo è il mio comandamento, che vi amiate come io ho amato voi, come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande, di chi dà la vita per gli amici, voi siete miei amici, se farete ciò che vi dirò. Rit. Il servo non sa ancora amare, ma io v’ho chiamato miei amici, rimanete nel mio amore, ed amate il Padre come me. Rit. Io pregherò il Padre per voi e darà a voi il Consolatore, che rimanga sempre in voi e vi guidi nella carità. Rit. CANONI DI TAIZE’ 1) Ubi caritas et amor ubi caritas Deus ibi est. 2) Magnificat, magnificat magnificat anima mea Dominum Magnificat, magnificat magnificat anima mea. 3) Gloria, gloria, in excelsis Deo! Gloria, gloria, alleluia, alleluia! 4) Oh, oh, oh, adoramus te Domine. 5) Laudate omnes gentes laudate dominum ( 2 v ) 6) Niente ti turbi, niente ti spaventi: chi ha Dio niente gli manca. Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta. 7) Confitemi Domino quoniam bonus ConfitemiDomino. Alleuia! 8) Jubilate Deo, jubilate Deo, alleluia! 9) Jubilate Deo, omnis terra. Servite Domino in lætitia Alleuia, alleluia, in lætitia Alleuia, alleluia, in lætitia 10) Kyrie kyrie eleison ( 2 v ) 11) Gloria, gloria in excelsis Deo. Gloria gloria, alleuia! Et in terra pax hominibus bonæ voluntatis. 12) Dona la pace Signore a chi confida in te. Dona, dona la pace Signore, dona la pace. 13) Misericordias Domini in æternum cantabo.

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14) Il Signore è la mia forza, mio canto è il Signor. Egli è il Salvator, in Lui confido non ho timor, in Lui confido non ho timor. ANDATE IN MEZZO A LORO « Signore come è bello, non andiamo via, faremo delle tende e dormiremo qua; non scendiamo a valle dove l’altra gente non vuole capire quello che Tu sei ». 1° Rit. « Ma il vostro posto è là, là in mezzo a loro; l’amore che vi ho dato portatelo nel mondo; io sono venuto a salvarvi dalla morte; mio Padre mi ha mandato ed io mando voi ». Quando vi ho chiamato eravate come loro col cuore di pietra, tardi a capire, ciò che io dicevo non lo sentivate; « E’ pazzo - si pensava - non sa quel che dice ». « Adesso che capite cos’è la mia parola, volete stare soli e non pensare a loro. A cosa servirà l’amore che vi ho dato, se la vostra vita soli vivrete ? » « Il tempo si è fermato: è bello stare insieme, perché pensare agli altri che non ti hanno conosciuto ? Possiamo mascherare la sete d’amore facendo del bene solo se ne abbiamo voglia ». 2° Rit. Il nostro posto è là, là in mezzo a loro; l’amore che ci hai dato portiamolo nel mondo tu sei venuto a salvarci dalla morte; tuo Padre ti ha mandato e tu mandi noi.

« Scendete dalla valle, vivete nel mio amore, da questo capiranno che siete mie fratelli. Parlategli di me, arriveranno al Padre, se li saprete amare la strada troveranno ». (2° Rit.) BENEDICI, O SIGNORE Nebbia e freddo, giorni lunghi e amari mentre il seme muore. Poi il prodigio antico e sempre nuovo del primo filo d’erba. E nel vento dell’estate ondeggiano le spighe; avremo ancora pane.

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Rit. Benedici, o Signore, questa offerta che portiamo a te. Facci uno come il pane che anche oggi hai dato a noi.

Nei filari dopo il lungo inverno fremono le viti. La rugiada avvolge nel silenzio i primi tralci verdi. Poi i colori dell’autunno coi grappoli maturi; avremo ancora vino.

CON CEMBALI E CANZONI Lode a Dio che guidò con la sua forza immensa questa donna a salvare Israel. Lodiamo il Signor con cembali e canzoni, celebriamo il suo nome così. Ha parlato e fu fatta la terra e il ciel, la sua voce ancor parlerà. Al suo popolo sempre manderà, quell’amore che lo salverà. Perché grande sarà chi ama il Signore, guai a chi contro Lui insorgerà. Innalziamo a Te un grido di salvezza, hai sconfitto il nemico perché. Con potenza mirabile accorri Tu anche quando siam poveri noi. Poca cosa è per Te ogni canto, Signor ! Nessun male ha colpito Israel. Il tuo nome invochiam perché tu sei il Signore ora e sempre starai qui con noi. Lodiamo il Signore con cembali e canzoni, celebriamo il suo nome così. La tua voce potente risuonerà in coloro che amano Te. Canteremo perché ogni giorno avrai la tua mano distesa su noi. (2 volte) OGNI MIA PAROLA Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra,

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così ogni mia parola non ritornerà a me senza operare quanto desidero, senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata. Ogni mia parola, ogni mia parola. RESTA QUI CON NOI Le ombre si distendono, scende ormai la sera, e s’allontanano dietro i monti i riflessi di un giorno che non finirà, di un giorno che ora correrà sempre perché sappiamo che una nuova vita da qui è partita e mai più si fermerà. Rit. Resta qui con noi il sole scende già resta qui con noi Signore è sera ormai. Resta qui con noi il sole scende già se tu sei con noi, la notte non verrà. S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda che il vento spingerà fino a quando giungerà ai confini d’ogni cuore, alle porte dell’amore vero. Come una fiamma che dove passa brucia, così il tuo amore tutto il mondo invaderà. Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera come una terra che nell’arsura chiede l’acqua ad un cielo senza nuvole, ma che sempre le può dare vita. Con te saremo sorgente d’acqua pura, con te fra noi il deserto fiorirà. SERVO PER AMORE Una notte di sudore sulla barca in mezzo al mare e mentre il cielo s’imbianca già tu guardi le tue reti vuote. Ma la voce che ti chiama un altro mare ti mostrerà e sulle rive di ogni cuore le tue reti getterai. Rit. Offri la vita tua

come Maria ai piedi della croce e sarai servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità.

Avanzavi nel silenzio fra le lacrime e speravi che il seme sparso davanti a te cadesse sulla buona terra. Ora il cuore tuo è in festa perché il grano biondeggia ormai,

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è maturato sotto il sole, puoi riporlo nei granai. VIENI SPIRITO D’AMORE Rit. Vieni, vieni Spirito d’amore ad insegnar le cose di Dio. Vieni, vieni Spirito di pace a suggerir le cose che Lui ha detto a noi. Noi ti invochiamo Spirito di Cristo vieni tu dentro di noi cambia i nostri occhi, fa’ che noi vediamo la bontà di Dio per noi. Vieni o Spirito dai quattro venti e soffia su chi non ha vita vieni, o Spirito e soffia su di noi perché anche noi riviviamo. Insegnaci a sperare, insegnaci ad amare, insegnaci a lodare Iddio, insegnaci a pregare, insegnaci la via, insegnaci tu l’unità.

BENEDICTUS CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, * di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo* perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria …

MAGNIFICAT CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1,46-55) L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome:

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di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria …