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numero 208 del 25 febbraio 2011 pag 18 anni di giornalismo corsaro un record per Vicenza speciale 2006, si parte con entusiasmo (e un po’ d’ingenuità) Cinque anni vissuti peri- colosamente. VicenzaPiù nacque come settimanale per la “lucida follia” - così la chiamò in seguito lui stesso - di Giovanni Co- viello, allora patron della squadra di volley citta- dina. Editore che veniva dallo sport e non vicever- sa, assunse la direzione editoriale e impresse immedia- tamente al giornale il carattere che lo contraddistingue: irre- golare, vivace, a volte umorale, ma sempre responsabile. Il nu- cleo storico della redazione era presentato nel gracile ma eroico numero 1 del 25 febbraio 2006 con tanto di “faccine” disegna- te dal grafico Ilario Toniello per ciascun componente: Luca Mat- teazzi (che veniva da una dura palestra di cronista nel Corriere del Veneto), Andrea Ge- nito (colla- boratore del Gazzettino, de Il Vicen- za nonché di alcune radio e televisio- ni) e il sotto- scritto (che come Toniel- lo avevo fat- to gavetta nel settimanale Vicenza Abc, chiu- so circa un mese prima). Agli albori il nuovo giornale dalla fascetta rossa in prima pagina pareva timido, perché scontava la nostra inesperienza, era ap- pesantito da pagine regionali ed economiche esterne e l’impa- ginazione e il disegno erano un po’ spenti. Ma i pezzi, a detta di chi li leggeva, erano ben scritti, e in terza di copertina faceva già capolino la volontà di rendersi diversi con la rubrica VicenzaPiù Viva dedica- ta a nascite, matrimoni e lauree (di contro alla tradiziona- le, plumbea pagina dei morti). Se- guirono via via le ru- briche Don- ne, Scuola, Giovani e Aziende, e la prima inchiesta a più mani, nel quarto numero, sul far west di viale Vecchia Ferriera. Si aggiunsero poi i collaboratori fissi Giuliano Corà per il cinema (destinato a diventare una colonna portante nelle opinioni) e Giovani Maga- lotti per i libri. Ci si buttò pre- sto a testa bassa nelle faccende della politica cittadina, vista soprattutto in funzione degli interessi economici che la con- dizionano specialmen- te in ambito urbanistico. Ma fiocca- vano anche i servizi su temi più pop come il bu- siness mol- to vicentino del sesso a pagamento e delle lap dance. Le prime “bot- te” assesta- te dal duo Matteazzi- Mannino ri- guardarono la mancanza di os- sigeno nell’informazione locale monopolizzata dal Giornale di Vicenza (giugno) e battaglie di nicchia come il rilievo dato al referendum del 10 settembre per introdurre la democrazia diretta nello statuto del Comu- ne. Il principio di fondo era dare voce a tutti ma soprattutto a chi ne aveva meno, senza mostrarsi ipocriti nell’edulcorare la pro- pria. Quell’anno al governo del- la città c’era il centrodestra del sindaco Hüllweck, e VicenzaPiù gli faceva le pulci come deve fare un vascello corsaro nel mare grigio di un capoluogo di provincia. Si parlava al target degli addet- ti ai lavori, ad esempio con la serie di ritratti- interviste ai parlamenta- ri vicentini firmati dal giornalista romano Pa- squale Di Santillo, ma si cercava pure di ag- ganciare il lettore co- mune de- sideroso di conoscere un punto di vista critico, spiazzante, stimolante. Di qui l’intervista doppia (idea mu- tuata dal programma “Le Iene”) e il personaggio settimanale, entrambe rubriche orientate a scovare personalità outsider e ai margini della grossa stampa. Diversità era il nostro motto, e via allora con pagine di satira, con il bisturi affondato in casa leghista (l’inchiesta sugli auto- nomisti esterni e avversari del Carroccio, che ebbe una certa eco), con la ricerca di rappresen- tare realtà dimenticate (approfondi- mento sulla vita degli anziani vi- centini, 39 del 16 dicembre), e con lo sguar- do all’insù sentendo giornalisti nazionali, ma di razza berica, come Paolo Madron. Il primo anno si chiuse con l’arrivo di Tommaso Quaggio, incaricato di curare lo sport, e la consapevolezza, pur fra le difficoltà iniziali, di esse- re una squadra. Non sapevamo cosa ci attendeva… 2007, si fa sul serio (e diamo fastidio) Assestatosi a 24 pagine, il settima- nale riorga- nizzava la sua scansio- ne interna raggruppan- do le pagi- ne sportive nell’inserto VicenzaPiù Sport. L’oc- chio ai fatti nazionali trovava spa- zio nella ru- brica “Sala stampa” (poi “Edicola”), riservata alla ripresa dai grandi media di un articolo originale e con- troverso, e abbellendo l’ultima pagina con citazioni divertenti o icastiche tratte dal torrente di dichiarazioni su giornali e tv. ViPiù accentuava la sua linea aggressiva mese dopo mese. Coniò la definizione, in segui- to universalmente adottata, di “editto rumeno” per il nul- la osta con cui l’allora premier Prodi rese pubblico il via libera del gover- no di cen- trosinistra alla base americana Ederle 2 (in quello stes- so numero, il 42 del 20 gennaio, mi piace ricor- dare un’in- tervista grazie a cui ebbi l’onore di essere a tu per tu col compian- to filosofo Franco Volpi). Si accapigliava, e giustamente, sulle lotte di potere andando a sfruculiare i di Alessio Mannino 5

208 18 5anni di giornalismo corsaro - VicenzaPiù vicenzapiu.pdf · di Alessio Mannino 5. speciale numero 208 del25 febbraio 2011 pag 19 ... Berlusconi) e l’ultimo “carciofi-no”

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Page 1: 208 18 5anni di giornalismo corsaro - VicenzaPiù vicenzapiu.pdf · di Alessio Mannino 5. speciale numero 208 del25 febbraio 2011 pag 19 ... Berlusconi) e l’ultimo “carciofi-no”

numero208 del25 febbraio 2011 pag18

anni di giornalismo corsaro un record per Vicenza

speciale

2006,si parte con entusiasmo (e un po’ d’ingenuità)

Cinque anni

vissuti peri-

colosamente.

V i c e n z a P i ù

nacque come

s e t t i m a n a le

per la “lucida

follia” - così

la chiamò in

seguito lui

stesso - di

Giovanni Co-

viello, allora

patron della

squadra di

volley citta-

dina. Editore

che veniva

dallo sport e

non vicever-

sa, assunse

la direzione

editoriale e impresse immedia-

tamente al giornale il carattere

che lo contraddistingue: irre-

golare, vivace, a volte umorale,

ma sempre responsabile. Il nu-

cleo storico della redazione era

presentato nel gracile ma eroico

numero 1 del 25 febbraio 2006

con tanto di “faccine” disegna-

te dal grafico Ilario Toniello

per ciascun

componente:

Luca Mat-

teazzi (che

veniva da

una dura

palestra di

cronista nel

C o r r i e r e

del Veneto),

Andrea Ge-

nito (colla-

boratore del

G a z zet t ino,

de Il Vicen-

za nonché di

alcune radio

e televisio-

ni) e il sotto-

scritto (che

come Toniel-

lo avevo fat-

to gavetta nel

settimanale Vicenza Abc, chiu-

so circa un mese prima). Agli

albori il nuovo giornale dalla

fascetta rossa in prima pagina

pareva timido, perché scontava

la nostra inesperienza, era ap-

pesantito da pagine regionali

ed economiche esterne e l’impa-

ginazione e il disegno erano un

po’ spenti. Ma i pezzi, a detta di

chi li leggeva, erano ben scritti,

e in terza di copertina faceva già

capolino la volontà di rendersi

diversi con

la rubrica

Vicen zaP iù

Viva dedica-

ta a nascite,

m a t r i m o n i

e lauree (di

contro alla

t radiz iona-

le, plumbea

pagina dei

morti). Se-

guirono via

via le ru-

briche Don-

ne, Scuola,

Giovani e

A z i e n d e ,

e la prima

inchiesta a

più mani,

nel quarto

numero, sul far west di viale

Vecchia Ferriera. Si aggiunsero

poi i collaboratori fissi Giuliano

Corà per il cinema (destinato a

diventare una colonna portante

nelle opinioni) e Giovani Maga-

lotti per i libri. Ci si buttò pre-

sto a testa bassa nelle faccende

della politica cittadina, vista

soprattutto in funzione degli

i n t e r e s s i

e c o n o m i c i

che la con-

d i z i o n a n o

specialmen-

te in ambito

urbanistico.

Ma fiocca-

vano anche

i servizi su

temi più pop

come il bu-

siness mol-

to vicentino

del sesso a

p a g a m e n t o

e delle lap

dance. Le

prime “bot-

te” assesta-

te dal duo

M a t t e a z z i -

Mannino ri-

guardarono la mancanza di os-

sigeno nell’informazione locale

monopolizzata dal Giornale di

Vicenza (giugno) e battaglie di

nicchia come il rilievo dato al

referendum del 10 settembre

per introdurre la democrazia

diretta nello statuto del Comu-

ne. Il principio di fondo era dare

voce a tutti ma soprattutto a chi

ne aveva meno, senza mostrarsi

ipocriti nell’edulcorare la pro-

pria. Quell’anno al governo del-

la città c’era il centrodestra del

sindaco Hüllweck, e VicenzaPiù

gli faceva le pulci come deve

fare un vascello corsaro nel

mare grigio di un capoluogo di

provincia. Si parlava al target

degli addet-

ti ai lavori,

ad esempio

con la serie

di ritratti-

interviste ai

parlamenta-

ri vicentini

firmati dal

g i o r n a l i s t a

romano Pa-

squale Di

Santillo, ma

si cercava

pure di ag-

ganciare il

lettore co-

mune de-

sideroso di

c o n o s c e r e

un punto di

vista critico,

spiazzante, stimolante. Di qui

l’intervista doppia (idea mu-

tuata dal programma “Le Iene”)

e il personaggio settimanale,

entrambe rubriche orientate a

scovare personalità outsider e

ai margini della grossa stampa.

Diversità era il nostro motto, e

via allora con pagine di satira,

con il bisturi affondato in casa

leghista (l’inchiesta sugli auto-

nomisti esterni e avversari del

C a r r o c c i o ,

che ebbe

una certa

eco), con la

ricerca di

r a p p r e s e n -

tare realtà

dimenticate

(approfondi-

mento sulla

vita degli

anziani vi-

centini, n°

39 del 16

dicembre), e

con lo sguar-

do all’insù

s e n t e n d o

g i o r n a l i s t i

n a z i o n a l i ,

ma di razza

berica, come

Paolo Madron. Il primo anno si

chiuse con l’arrivo di Tommaso

Quaggio, incaricato di curare lo

sport, e la consapevolezza, pur

fra le difficoltà iniziali, di esse-

re una squadra. Non sapevamo

cosa ci attendeva…

2007, si fa sul serio(e diamo fastidio)

A s se st ato s i

a 24 pagine,

il settima-

nale riorga-

nizzava la

sua scansio-

ne interna

raggruppan-

do le pagi-

ne sportive

nel l’ inser to

V ic e n z a P iù

Sport. L’oc-

chio ai fatti

n a z i o n a l i

trovava spa-

zio nella ru-

brica “Sala

stampa” (poi

“ E d i c o l a” ) ,

r i s e r v a t a

alla ripresa dai grandi media

di un articolo originale e con-

troverso, e abbellendo l’ultima

pagina con citazioni divertenti

o icastiche tratte dal torrente di

dichiarazioni su giornali e tv.

ViPiù accentuava la sua linea

aggressiva mese dopo mese.

Coniò la definizione, in segui-

to universalmente adottata,

di “editto rumeno” per il nul-

la osta con cui l’allora premier

Prodi rese

pubblico il

via libera

del gover-

no di cen-

trosinistra

alla base

a mer ic a n a

Ederle 2 (in

quello stes-

so numero,

il 42 del 20

gennaio, mi

piace ricor-

dare un’in-

t e r v i s t a

grazie a cui

ebbi l’onore

di essere a

tu per tu col

c o m p i a n -

to filosofo

Franco Volpi). Si accapigliava,

e giustamente, sulle lotte di

potere andando a sfruculiare i

di Alessio Mannino

5

Page 2: 208 18 5anni di giornalismo corsaro - VicenzaPiù vicenzapiu.pdf · di Alessio Mannino 5. speciale numero 208 del25 febbraio 2011 pag 19 ... Berlusconi) e l’ultimo “carciofi-no”

numero208 del25 febbraio 2011 pag19speciale

potentati economici della cit-

tà. Come quando si andò a in-

tervistare, io e il direttore, un

t o r m e n t a t o

Marcello Ce-

staro della

U n i c o m m

(febbraio). Il

costo di 50

c e n t e s i m i

ogni sabato

in edicola

e la pubbli-

cità che si

r ac c o g l ie v a

sudandosela

giustif icava-

no almeno

un’informa-

zione sociale

nel senso più

ampio della

parola: come

servizio al

cittadino-let-

tore. Di qui il focus sulla preca-

rietà, sulle imprese in crisi, su

esempi di vitalità civica come il

presidio contro la zincheria di

Rosà e il tasto premuto su idee

alternative. A febbraio la prima

candelina fu festeggiata con un

titolone for-

te in prima

(“Mortadella

alla vicenti-

na”, riferito

ov v ia mente

a Prodi) e

con un edi-

toriale della

nuova fir-

ma Stefano

Ferrio che

si compli-

mentava con

i «razioci-

nanti sgob-

boni, ribaldi

quanto ba-

sta» che or-

mai «aveva-

no imparato

il mestiere». E da marzo, in

particolare, il via a inchiesto-

ne, magari ancora un po’ rozze

ma di peso, come lo sbugiarda-

mento della truffa Tav (n° 52),

la doppia puntata (n° 53-54) sui

poteri forti con al centro Assin-

dustria, le tresche d’affari in-

torno ad Aim

(n° 56). In

aprile la pe-

nultima pa-

gina ospita

una rubrica

fra il serio

e il faceto,

dal longane-

siano titolo

“ C a r c i o f i n i

s o t t ’o d i o ” ,

con cui mi

d i v e r t i v o

a prendere

per i fondel-

li pratica-

mente tutti.

Intanto nel

gruppo dei

collaboratori

entra perfino una vignettista:

Valentina Rosset in arte “Felix”.

A giugno fece scalpore una let-

tera di Giuliano Zoso, ex edito-

rialista della Domenica di Vi-

cenza e del Corriere del Veneto,

che fece sobbalzare sulla sedia

il direttore

del Giorna-

le di Vicen-

za, Giulio

A n t o n a c c i ,

accusato di

essere il ti-

moniere di

una specie

di «pravda».

Ci eravamo

“g u ad a g n a-

ti” qualche

radicata an-

tipatia, e ai

potenti che

si negava-

no ai nostri

t a c c u i n i

( Hü l l w e c k ,

Calearo ai

tempi capo

dei confindustriali, la leghista

Dal Lago presidente della Pro-

vincia) facevamo sapere cosa

avremmo loro domandato nelle

“interviste impossibili” (giu-

gno). L’attenzione al tema dei

salotti buoni e degli scontri di

palazzo era

il cavallo di

battaglia che

c ava lc avamo

forse con un

poco d’inco-

scienza ma

con since-

ra onestà, e

c o s t i t u i s c e

ancor oggi

il leit motiv

d ’ e l e z i o n e .

Non mancava

il gusto per

l’ironia: cito

come miglior

s c a m p o l o

lo spasso-

so paginone

del 28 luglio

coi “Simpsons vicentini” (Ho-

mer-Beppe Rossi, Reverendo

Lovejoy-Nosiglia, Kent Brock-

man-Ancetti, Ned Flanders-

Giuliari). A settembre entrano

nel team, specializzati nello

sport ma talvolta in azione in

altri settori, Paolo Mutterle e

G i a n f r a n c o

Galanti. Le

c o p e r t i n e

si fanno più

efficaci e

s u c c u l e n t e ,

come quella

che spiattel-

lava davanti

al naso dei

lettori una

tagliata di

carne a sim-

b o l e g g i a r e

il taglio dei

posti nei cda

pubblici (6

ottobre, n°

74). Nello

scorcio fina-

le dell’anno

ci si espande includendo notizie

di Asiago, Bassano, Ovest e Alto

Vicentino.

2008,andiamo forticome treni

Il 2008 si apre con il moltipli-

carsi di collaborazioni: sia di

giovani talenti (Andrea Alba,

Giulio Todescan) che di opinio-

nisti prestigiosi (Francesco Di

Bartolo, Matteo Rinaldi, Alber-

to Belloni). Il primo numero, del

12 gennaio, spara due cartucce

mica male: il retroscena sulla

guerra fra Zonin della Banca

Popolare Vicentina e gli Amen-

duni re dell’acciaio Valbruna, e

la lente d’ingrandimento sull’in-

f luente ruolo della forzista Lia

Sartori su nomine e appalti delle

Asl venete. Zoso, aggiuntosi nel

gruppo degli editorialisti, pic-

chia duro su politica e informa-

zione. E’ un continuo crescendo:

a gennaio il giramondo Daniele

Binaghi comincia a scrivere vi-

vidi reportages dai quattro an-

goli del pianeta, Alba firma un

profetico servizio sulle comu-

nità montane destinate alla fal-

ce, nel n°90

chi scrive

pubblica lo

scoop sul

f a m i g e r a -

to “piano

Borra” (con

tutta proba-

bilità all’ori-

gine della

caduta del

cda Aim di

Rossi&co), a

marzo Mat-

teazzi sforna

un’inchiesta

sugli sfrat-

ti, ad aprile,

una settima-

na prima del

doppio voto

per le comunali e le politiche, il

nostro è il giornale distribuito

in occasione della calata a Vi-

cenza di uno straripante Beppe

Grillo ed è l’unico che senza fare

la verginella fa “outing” metten-

do nero su bianco le preferenze

elettorali di coloro che vi scrivo-

no. A maggio

il buon Luca

fa luce sul-

lo scempio

delle cave in

provincia, a

giugno inter-

visto Gian-

ni Giglioli,

ex advisor e

allora asses-

sore del neo-

sindaco Va-

riati, che per

la prima vol-

ta consegna

la sua verità

a l l ’o p i n i o -

ne pubblica

s u l l ’a f f a r e

A i m - M a r -

ghera. Alba cucina per bene le

cooperative, che paiono aver

perduto l’antico rispetto per

i lavoratori, e a giugno, dopo

la morte dello scrittore Mario

Rigoni Stern, Corà gli dedica

uno struggente e penetrante

ricordo. Aim continua a tenere

banco e diamo

due pagine

a una lunga

i n t e r v i s t a

all’ex presi-

dente Rossi

(«sono stato

usato», era la

sua tesi). Ar-

riva l’estate,

io scrivo una

sorta di sar-

castico addio

all’ex primo

c i t t a d i n o

Hüllweck (“il

s e g r e t a r i o

p a r t i c o l a r e

del segreta-

rio particola-

re”, ossia del

ministro Bondi fedelissimo di

Berlusconi) e l’ultimo “carciofi-

no”. Al rientro dalle ferie la svol-

ta grafica. Potenziata la parte

pubblicitaria, l’aspetto diventa

più gradevole, il colore domi-

nante, la titolazione più grande

e squillan-

te, la carta

di migliore

qualità. La

prima pagina

viene rivolu-

zionata: abo-

lito il fondo

in alto a si-

nistra, sosti-

tuito da un

corsivo non

firmato in

taglio basso

(“C i ac ole” );

la testata da

rossa passa a

blu; direttore

responsabile

diventa Mat-

teazzi, garan-

zia d’equilibrio. A pagina 3 ora

c’è sempre un biagista “fatto” in

primo piano, alla rubrica deno-

minata “popcorn” di Corà e Ma-

galotti si affianca la “movida”

(musica e spettacoli) affidata

alla scrupolosa Francesca Dan-

da, in penultima un “botta e ri-

sposta”, tipo

questionario

di Proust,

a un perso-

naggio noto.

La sezione

opinionist i-

ca è suddi-

visa a rota-

zione fra le

quattro fir-

me di punta,

una a setti-

mana (Corà,

Di Bartolo,

Rinaldi e

Belloni), e

la rubrica

fissa, nuova

di zecca, in-

ventata per

dare sfogo alla vena polemica

del sottoscritto (“Dalla parte del

torto”). Le pagine salgono a 32,

si tenta di aumentare il volume

delle informazioni utili, delle

curiosità e delle notizie di ser-

vizio con l’inserto “L’Altro tem-

po”, con due pagine settimanali

sui quartieri,

e con gli spe-

ciali com-

m e r c i a l i .

S e g u it i a mo

a mettere a

segno buoni

colpi: Casa-

rini intervi-

stato dà la

sua visione

di no-global

f e d e r a l i s t a

(n° 120),

M a t t e a z z i

è autore di

una memo-

rabile in-

chiesta sulla

“provincia di

cemento” (n°

123), lo sport s’irrobustisce con

un altro giovane, Francesco Ca-

vallaro, il fotografo Marco Zor-

zanello porta in dote bellissimi

Page 3: 208 18 5anni di giornalismo corsaro - VicenzaPiù vicenzapiu.pdf · di Alessio Mannino 5. speciale numero 208 del25 febbraio 2011 pag 19 ... Berlusconi) e l’ultimo “carciofi-no”

numero208 del25 febbraio 2011 pag20speciale

reportages visivi (il primo sui

campi nomadi, a dicembre). An-

diamo come

treni.

2009,fra conso-lidamentoe continu-ità

Pur con tut-

ti i nostri

limiti, le di-

vergenze in-

terne (quanti

altri giornali

possono per-

mettersele?),

le continue

r e s i s t e n z e

a pressio-

ni inaccettabili, che aggravano

l’asfissia del mercato pubblicita-

rio, il giornale all’alba del 2009

ha ormai una solida fama di in-

dipendente e simpatica canaglia,

guadagnandosi un suo posto nel

panorama vicentino. Facciamo il

possibile per non lasciarci sfug-

gire un rumor, un non-detto o

u n ’ i n i z i a t i -

va fuori dai

canoni e ci

c o s t r u i a mo

u n ’a n a l i s i ,

un’inchiesta,

un affondo.

La presunta

“congiura dei

pazzi” della

corrente più

m o d e r a t a

del Pd con-

tro Variati la

reg ist r iamo

seduta stan-

te tramite il

discolo con-

sigliere co-

munale Luca

Balzi (genna-

io), la provocatoria campagna

contro Palladio dei giovani archi-

tetti la sottolineiamo con soddi-

sfazione, a febbraio bocciamo con

largo anticipo le mire assessorili

di Claudio Cicero scopertosi con-

trario al Dal Molin americano e

contemporaneamente iniziamo

a segnalare i

sintomi della

crisi del mo-

vimento No

Dal Molin.

Il terzo anno

di vita (n°

138) viene

salutato con

una testata

web, Vicen-

z a p i u . c o m ,

r i n n o v a t a

e maggior-

mente inte-

rattiva, che

oggi, quoti-

dianamente

ag g ior nat a ,

c o s t i t u i s c e

il fiore all’oc-

chiello di VicenzaPiù (pur aven-

do una gestione distinta insieme

alle quattro consorelle Schiopiu.

com, Thienepiu.com, Montec-

chiopiu.com e Bassanopiu.com).

Le incursio-

ni delle no-

stre penne

all’arrabbia-

ta spazia-

no dall’Aim

di Fazio-

li (“Quel

gran pezzo

dell’Emilia”)

alla denuncia

delle presen-

ze mafiose

( G u i d o t t o

dell’Osserva-

torio Veneto

A n t i m a f i a ,

Italia dei Va-

lori con Car-

lo Rizzotto),

il direttore

Matteazzi si spinge fino a sug-

gerire un ritorno all’agricoltura

come antidoto alla crisi economi-

ca, si cerca di smuovere le acque

stagnanti del dibattito pubblico

descrivendo Vicenza come una

“vecchia babbiona” senza gio-

vani audaci. A luglio si chiude

la prima metà dell’anno intervi-

stando Marco

Travaglio sul

b e r lu s c on i -

smo sempre

più impudico

e tracotante

e mandando

in stampa un

“Appello alla

dignità”, mio

e del free-

lance Marco

Milioni, che

vuol essere

un contral-

tare di pura

c o n t r a r i e -

tà alla base

a m e r i c a n a

rispetto al

m e r c a n t e g -

giante “Patto per Vicenza” di Ali-

fuoco e soci.

La galoppata è stata talmente a

perdifiato che quando torniamo

in edicola a settembre ci presen-

tiamo un po’ smagriti (16 pagi-

ne), ma sempre combattivi. Il 12

di quel mese riveliamo, grazie

a una fonte

anonima, che

in privato il

p r e s i d e n t e

della Provin-

cia, Titti Sch-

neck, non è

per niente fa-

vorevole alla

Ederle bis,

s m e n t e n d o

così la posi-

zione ufficiale

del suo par-

tito, il Car-

roccio. L’in-

teressato non

fa una piega,

ma neppure

s m e n t i s c e .

Alba in otto-

bre disegna la mappa delle zone

a rischio frane e alluvioni: letto

adesso, fa impressione. Alcune

rubriche se ne vanno, altre arri-

vano: hobby, finanza & mercati,

fiabe (a cura di un nostro affezio-

nato lettore, il professore Rober-

to Amato). Milioni, “testa calda”

dell’informazione sotto i Colli

Berici con il suo rovente blog “La

Sberla”, si aggiunge al gruppo.

2010-2011,la nave pirataè ancora in mare

E siamo a un anno fa. Fra le azien-

de che secondo gli inquirenti sono

coinvolte nel giro di fatture false

del “sistema Ghiotto” di Arzigna-

no c’è la Arco, un’immobiliare in

cui è presente il dominus privato

dell’autostrada Brescia-Padova,

Rino Gambari. Ebbene, il 30 gen-

naio 2010 uscì un nostro artico-

lo che spiegava il ruolo di questa

società nel business autostra-

dale. Come di regola, nessuno si

scompose. Questo per dire come

nel clima di una cittadina di pro-

vincia come Vicenza la reazione

abituale di fronte a fatti scomodi,

imbarazzanti o semplicemente

sgraditi, è il muro di gomma. Non

ce ne siamo mai fatti un proble-

ma, e abbiamo continuato a scan-

dagliare i bassifondi delle notizie.

Un filone che abbiamo seguito

parecchio fu appunto quello del

concia-gate, definito da Milioni

come un vero e proprio “sistema”

di corruzione (aprile). Nel frat-

tempo riportiamo come evento

significativo, dopo la presa della

Bastiglia di Assindustria da par-

te di Roberto Zuccato, l’avvicen-

damento alla direzione del quo-

tidiano assindustriale GdV fra

Antonacci e Ario Gervasutti. In-

tervistato nel

n° 190 a ini-

zio maggio,

il nuovo di-

rettore pro-

mette che il

suo non sarà

un giornali-

smo scritto

fra le righe,

cioè per po-

chi, poichè

«fra le righe

ci dev’essere

solo uno spa-

zio bianco».

Oggi quelle

parole, a no-

stro parere,

a t t e n d o n o

ancora di

trovare totale

compimento.

Non siamo teneri con l’ammini-

strazione Variati (vedi il dito pun-

tato contro l’inciucio fra Comune

di sinistra e Provincia di destra

sui centri commerciali all’ex Cis

e nel nuovo stadio previsto a Vi

Est, n°192) né ci creiamo pate-

mi d’animo a

criticare pe-

sa ntemente

i no-base se

lo riteniamo

giusto (la

mia lettera

aperta con-

tro il Parco

della Pace del

luglio scorso,

che ha mol-

to stizzito

il Presidio).

F r a t t a n t o

Coviello as-

sume con

r i n n o v a t a

de t e r m i n a -

zione la di-

rezione responsabile e consegna

quella editoriale a Matteazzi,

preparando il ritorno post-ago-

stano con un’edizione non più

settimanale ma quindicinale.

La crisi c’è per tutti, e si fa quel

che si può, ma decidiamo di non

abbandonare l’edizione cartacea

e potenziamo, aprendolo a tutti

ancora di più,

il web. Capo-

redattore è

Enrico Soli,

che viene dal

Ga zzet t ino.

Lui e Milio-

ni, con gli

editorialist i

Paolo Mele

Senior e Re-

nato Ellero,

f o r n i s c o n o

energie fre-

sche con cui

c o n t i n u a r e

l’av ventura,

che a ottobre

si estende

con apposi-

ti inserti ad

Arzignano-Montecchio e succes-

sivamente all’Ovest e all’Alto Vi-

centino (per il quale torna in pi-

sta anche Genito). Il resto, come

si suol dire, è storia degli ultimi

mesi (ricca di

inchieste ta-

glienti sul-

la “cricca”

veneta, sul

Vicenza Cal-

cio, su Aim-

Ecoveneta, di

ficcanti f lash

sul mondo

del lavoro a

firma di Lan-

gella, di spazi

più soft come

le pagine sul-

la “vicentini-

tà”. Conclu-

sione, molto

p e r s o n a l e .

Se dovesse-

ro chiedermi

qual è per me

il senso di VicenzaPiù, rispon-

derei con questa parola: rottura.

Ha rotto gli schemi, dimostran-

do che non ci dev’essere per forza

una cordata politicamente orien-

tata per dare vita a un newsma-

gazine a Vicenza. Ha rotto certe

uova nel paniere, facendo nomi

e cognomi

di centrali

di potere e

di consenso

g i u d i c a t e ,

d o c u m e n t i

alla mano,

troppo inva-

sive e per-

vasive. Avrà

rotto quindi

le scatole a

molti, ma in

modo dove-

r o s a m e n t e

bipartisan.

… e senza preconcetti e scelte di

campo. Se, però, VicenzaPiù è

ancora qui, nonostante tutto, su-

perando la soglia dei cinque anni

con lo sguardo rivolto in avanti,

col doppio delle copie, almeno

10.000 diffuse a numero, e con

oltre 110.000 utenti unici al mese

sul web, vuol dire che questa città

e questa pro-

vincia hanno

bisogno di

media sen-

za referenti

che non sia-

no i lettori.

Grazie a voi,

quindi, e agli

inserzionisti,

“coraggiosi”

ma gratifica-

ti dai nostri

stessi lettori,

una comunità

variegata ma

amante della

libertà in tut-

te le sue pur

contrastanti

sfaccettature.

Grazie per i nostri primi 5 anni.

E arrivederci ai prossimi.

Il direttore