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1Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Interfacce di comunicazione
Interfacce Parallele: veloci, pochi metri di distanza, cavi con molti fili. Standard:
– CENTRONICS
– IEEE 488 (HPIB) (più periferiche sullo stesso canale)
Interfacce Seriali: più lente, pochi fili, notevole distanza. Standard:
– Current Loop (1 km), 1200 bit per secondo (bps o baud);
– RS 232 -1212V (100 m), 19200 bps
– RS422 1 km, 100.000 bps
– USB 1 e 2 (Universal Serial Bus) 3-5m, da 1.5 a 480 Mbit/s
PERIFERICA CPU
INTERFACCIA INTERFACCIA
2Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• Bus: canale di comunicazione in comune gestito dalla CPU; estensione
esterna della linea di comunicazione tra CPU e memoria: ogni periferica è
vista dalla CPU come elemento di memoria a indirizzi prefissati
Cenni sulle architetture
BUS
MEMORIA CPUMEMORIA
AGG.SERIALE PARALL.
INTER.RETE
DISCO NASTRO MASTERIZ-ZATORE
CD/DVD
3Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
BUS Standard
• Sul bus transitano dati, indirizzi e segnali di controllo
• Standard:
– ISA-EISA-PCI: Personal Computer
– NU-BUS: Macintosh
– MULTIBUS: Workstation
– VME-BUS: Workstation
– SCSI (SCSI-1, SCSI-2, …)
– AGP
– XPCI
– PCMCIA
4Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Evoluzione della macchina di Von Neumann
• L’evoluzione tecnologica aumenta la velocità di elaborazione,
producendo CPU sempre più rapide e con parallelismo di dati e
di indirizzamento maggiori, ma non può migliorare
drasticamente le prestazioni del calcolatore senza superare un
limite intrinseco della struttura di Von Neumann: la stretta
sequenzialità delle operazioni gestite dalla CPU
• Ogni attività viene tradotta in un’opportuna sequenza di
istruzioni macchina: una dopo l’altra vengono acquisite,
decodificate ed eseguite
5Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Evoluzione della macchina di Von Neumann
Esempi:
due unità funzionalmente autonome, la CPU e un dispositivo di I/O, sono
costrette a sequenzializzare le proprie attività impiegando un tempo pari alla
somma dei singoli tempi di lavoro;
acquisizione, decodifica ed esecuzione delle istruzioni da parte della CPU, pur
logicamente separate e quindi effettuabili in parallelo su istruzioni diverse,
vengono eseguite in modo strettamente sequenziale;
accessi a memoria centrale: rigorosa sequenzialità di accesso senza prevedere
alcun meccanismo per anticipare le richieste della CPU e per effettuare accessi
a memoria in parallelo con le operazioni della CPU stessa;
programma di calcolo, ad esempio su matrici, che richiede alla CPU di ripetere
le stesse istruzioni per eseguire gli stessi calcoli su dati diversi: spreco di
tempo per acquisire ed interpretare le stesse istruzioni, a causa del fatto che
l’unità logico-aritmetica opera solo su coppie di valori
6Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Evoluzione della macchina di Von Neumann
• In conclusione, il limite intrinseco della struttura di Von Neumann è la totale
mancanza di parallelismo, che comporta un tempo globale di elaborazione
pari alla somma dei tempi richiesti da ogni singola attività
• Le evoluzioni architetturali della macchina di Von Neumann tendono a
consentire diversi livelli di parallelismo
Colloquio CPU - periferiche• Un primo metodo prevede una efficiente gestione delle operazioni di
input/output mediante tre tecniche con diverso livello di parallelismo:
– l’interfaccia segnala la terminazione delle operazioni di I/O alla CPU
(interruzione);
– l’interfaccia trasferisce informazioni direttamente con la memoria senza
richiedere l’intervento della CPU (DMA = Direct Memory Access);
7Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Colloquio CPU - periferiche
– gestione tramite canale di input/output: si tratta di un dispositivo dedicato a
funzioni di scambio di informazioni con le periferiche che consente di
svincolare la CPU da operazioni di sincronizzazione, transcodifica,
formattazione dei dati, ecc.
CANALE 1 CANALE 2
PERIFERICA PERIFERICA
MEMORIACENTRALE
CPU
8Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Pipeline
• Una parallelizzazione del funzionamento della CPU si può ottenere con
l’utilizzo del concetto di pipeline con diverse sottounità dedicate alle varie
fasi di acquisizione, decodifica ed esecuzione delle istruzioni e collegate fra
loro secondo lo schema della catena di montaggio
• Si sovrappone il tempo di esecuzione dell’istruzione i-ma, con il tempo di
decodifica relativo all’istruzione (i+1)-ma, con il tempo di fetch dell’operando
dell’istruzione (i+2)-ma e col tempo di fetch del codice operativo
dell’istruzione (i+3)-ma
• La pipeline può essere anche di tipo aritmetico: si suddivide l’unità di calcolo
in più stadi in cascata per operare su più dati consecutivi in contemporanea,
eseguendo su ogni dato una parte del calcolo richiesto
9Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Fasi dell’unità di controllo
Esecuzione
Decodifica
Fetch Operando
Fetch Op. Code
i-3 i-2 i-1 i
i-2 i-1 i i+1
i-1 i i+1 i+2
i i+1 i+2 i+3
Esecuzione
Decodifica
Fetch Operando
Fetch Op. Code Tempo
Tempo
Fasi di una istruzione nella macchina di Von Neumann
Fasi in una soluzione pipeline
10Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Evoluzione della macchina di Von Neumann
• In maniera più formale, si può definire il concetto di parallelismo in base ai
due flussi di informazione normalmente presenti in un calcolatore:
– flusso dei dati (data stream);
– flusso delle istruzioni (instruction stream)
• Nella macchina di Von Neumann si ha un flusso di dati ed istruzioni singoli:
la macchina è classificata come SISD (Single Instruction stream, Single Data
stream)
• La macchina SIMD (Single Instruction stream, Multiple Data stream) è
caratterizzata da una sola unità di controllo e da più unità aritmetiche
indipendenti che effettuano quindi le stesse operazioni su dati diversi
11Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Evoluzione della macchina di Von Neumann
• È adatta, ad esempio, ad elaborazioni matriciali che richiedano la valutazione
di espressioni matematiche identiche su grandi quantità di numeri diversi
• Le operazioni sui dati diversi avvengono nello stesso istante ed ogni unità di
elaborazione (PE: Processing Element) ha una memoria privata; i vari PE
sono collegati tra loro per scambiarsi le informazioni
• Le macchine MIMD (Multiple Instruction stream, Multiple Data stream)
prevedono la replicazione dell’intera struttura della macchina di Von
Neumann per ottenere architetture multiprocessore
• Si tratta di un calcolatore costituito da più unità di controllo e unità di calcolo
che operano in parallelo su flussi di dati diversi effettuando elaborazioni
anch’esse, a priori, diverse
12Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Architettura degli elaboratori: tassonomia generale
Elaborazione
SISD
Macchina di Von Neumann
MISD
Strutture pipeline
SIMD
Strutture array
MIMD
Sistemi multi-
processore
Sistemi multi-
computer
Seriale Parallela
13Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Classificazione delle architetture degli elaboratori
∙∙∙:
Memoriaistruzioni
dati dati
SIMD
Processori
Memoria
Processore
istruzioni
dati dati
SISD
Memoriaistruzioni
dati dati
Processori
MISD
Memoriaistruzioni
dati dati
MIMD
Processore
Processore
Processore
14Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Evoluzione della macchina di Von Neumann
CPULOCALE
MEMORIACOMUNE
I/OCOMUNE
BUS COMUNE
MEMORIALOCALE
I/OLOCALE
BU
S L
OC
AL
E 1
… …B
US
LO
CA
LE
2
BU
S L
OC
AL
E n
Sistema Multiprocessore
15Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Evoluzione della macchina di Von Neumann
• N-cubo: 2N processori ai vertici di un N-cubo
• Ogni processore è connesso con N vicini
• Sono necessari al più N passi per portare dati da un
processore ad un altro.
1-cubo 2-cubo 3-cubo
16Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sistemi operativi
• Definizione intuitiva: insieme di programmi che rendono
facilmente disponibile all’utente le potenzialità offerte dalla
macchina
• Sistema operativo = nucleo (kernel) + software di base
• Il sistema operativo è fornito dal costruttore della macchina
(non gratuitamente)
17Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Funzioni del sistema operativo
• Gestione lavori
• Gestione delle risorse
• Ausili per la messa a punto dei programmi
• Ausili per la gestione dei dati
• Funzioni di:
– contabilità
– sicurezza
– recupero
18Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• Il kernel del sistema operativo è un programma che va in
esecuzione all’accensione della macchina (bootstrapping) e
svolge le funzioni:
– controllo dell’esecuzione dei programmi dell’utente
– amministrazione delle risorse hardware nei sistemi multiutente
• Il kernel impiega del tempo di CPU che viene sottratto
all’esecuzione dei programmi utente: sovraccarico (overhead)
Funzioni del kernel
19Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Funzioni del software di base
• Il software di base è un insieme di programmi che servono a facilitare la
creazione di programmi da parte degli utenti della macchina
• L’utente si serve del software di base per:
– editare un file (insieme ordinato di dati)
– compilare
– duplicare un file
– cancellare un file
– visualizzare un file
– trasferire un file
20Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Funzioni del software di base
– utilizzare le periferiche (nastri, stampanti, …)
– colloquiare con altri utenti
– utilizzare la rete locale
– inviare e ricevere posta
– giocare
– …
21Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sistemi operativi
• Sistema operativo come interfaccia tra macchina (hardware) e utente
• L’hardware della macchina è trasparente all’utente
• Saper utilizzare una macchina significa saper utilizzare il suo sistema
operativo
• Macchine molto diverse a livello hardware supportano lo stesso sistema
operativo: svolge le stesse funzioni e si presenta all’utente nello stesso
modo
HARDWARE
PROGRAMMI UTENTE
SISTEMA OPERATIVO
22Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Classificazione dei sistemi operativi
• Dedicati
• A lotti (batch)
• Multiprogrammazione
• Interattivi (time-sharing)
• Real-time
• Per macchine multiprocessori (sistemi concorrenti)
• L’ordine è cronologico
• I sistemi operativi integrano funzioni per la gestione delle reti di
calcolatori
23Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sistemi operativi dedicati
• I primi sistemi operativi (tornati in uso con i PC)
• La macchina viene utilizzata da un utente per volta che può
eseguire un solo programma per volta (applicativo o di base)
• Nucleo molto semplice
24Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sistemi operativi per gestione a lotti (batch)
• Nati per meglio sfruttare la velocità crescente delle macchine: eliminano i
tempi morti tra programmi successivi di utenti diversi
• Un insieme di lavori (jobs) viene accorpato in un lotto (batch) e trasferito su
una unità di ingresso veloce (disco)
• Ogni lavoro viene caricato ed eseguito in sequenza senza interruzioni fino al
termine
• La CPU viene comunque sottoutilizzata perché, durante le operazione di I/O,
deve adeguarsi alla bassa velocità delle periferiche
25Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Multiprogrammazione
• Più di un programma è caricato in memoria contemporaneamente
• Le operazione di I/O di un programma sono sovrapposte
temporalmente all’esecuzione delle istruzioni di un altro programma
• Ciò è possibile grazie al canale che gestisce l’I/O
CANALE
MEMORIA
CPU
PERIFERICHE
26Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• Quando un processo in esecuzione (running) chiede un servizio di I/O al
sistema operativo si blocca in attesa del risultato
• Il sistema operativo avvia l’operazione di I/O e manda in esecuzione un altro
processo che si trova in stato di pronto (ready)
• Il sistema operativo mantiene una o più code di processi gestite secondo la
priorità assegnata a ciascuno di essi (scheduling)
• CPU ben sfruttata
• Multiprogrammazione incapace di differenziare fra programmi che
richiedono un uso frequente delle periferiche, da quelli che richiedono
l’utilizzo per lunghi tempi della CPU (es. programmi di elaborazione
matematica su dati ricevuti inizialmente). Quando uno di questi programmi
conquista la CPU non la rilascia, bloccando gli altri programmi
Multiprogrammazione
27Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• Il tempo di utilizzo della CPU viene suddiviso dal sistema
operativo in fette (time slice con durata di 100-800 ms)
• Ogni processo in memoria riceve a turno l’uso della CPU per
una fetta di tempo
• Usati soprattutto per lo sviluppo di software in ambiente
multiutente
Sistemi operativi interattivi (time sharing)
28Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
e ha l’impressione di avere la macchina a sua completa disposizione
• Ogni processo ottiene ciclicamente l’utilizzo della CPU
• Overhead per la gestione della CPU principalmente con molti processi
attivi
Sistemi operativi interattivi (time sharing)
RIFLETTE SCRIVE
COMPILA
ESEGUE
RIFLETTE SCRIVE …
• L’utente lavora al terminale
29Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• Processo: sequenza di istruzioni eseguite dal processore per eseguire
un programma
Time sharing: Stati di un processo
30Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Time sharing: Stato dei programmi
31Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Time sharing: Stato dei programmi
S.O. Dedicato
S.O. Time Sharing
S.O. Multi programmato
Running
Blocked
Running
Ready
Blocked
Running
Ready
Blocked
t
t
t
32Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sistemi operativi real time
• Sistemi operativi al servizio di una specifica applicazione che ha dei vincoli
precisi nei tempi di risposta
• Il sistema operativo deve garantire un tempo massimo entro il quale mandare
in esecuzione un programma a seguito di una richiesta in tal senso
– gestione di strumentazione
– controllo di processo
– gestione di allarme
– sistemi transazionali (banche, prenotazione)
• In generale si ha un sistema real time quando il tempo che passa dalla
richiesta di esecuzione di un processo al completamento della stessa è
minore del tempo fissato
33Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sistemi operativi per sistemi concorrenti
• Il sistema operativo si prende carico di assegnare le diverse
CPU a processori diversi nonché di gestire le risorse in
comune tra le varie CPU (memoria condivisa, bus,
periferiche)
• A sua volta il sistema operativo può essere eseguito
contemporaneamente da più CPU oppure da una sola
(master)
• Nell’ultimo caso, le CPU hanno compiti differenti
34Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sistemi operativi
• UNIX: AIX (IBM), XENIX (IBM), HP-UX (HP), ULTRIX (Digital),
SOLARIS (SUN), SCO (PC), IRIX (Silicon Graphics)
• LINUX (PC),
• MAC OS (MAC)
• WINDOWS (95/98/ME, NT, 2000, XP) (PC)
• WINDOWS CE (Palmari e dispositivi portatili)
• …
35Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
La creazione di un programma compilato
• Sono necessari alcuni strumenti contenuti nel software di base
• Alcuni sistemi operativi dispongono di raffinati mezzi software per l’ausilio
della programmazione
• L’insieme minimo necessario per lo sviluppo di software realizza le seguenti
funzioni:
– editing dei testi dei programmi (sorgenti)
– compilazione dei sorgenti oggetti
– linking dei vari oggetti (alcuni dei quali forniti con il compilatore)
eseguibile
– caricamento dell’eseguibile in memoria
– esecuzione del programma
– eventuale debugging
36Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
La creazione di un programma compilato
• I file sorgente, i file oggetto, i file eseguibili vengono memorizzati su
supporto di memoria magnetico (disco). Sono caratterizzati da nome ed
estensione:
– pippo.c
– pippo.o
– pippo
• Ad ognuno viene inoltre associata la dimensione, i diritti di accesso, ecc.
• Il sistema operativo tratta tutti i file allo stesso modo, a prescindere dalla loro
natura. Possono pertanto essere copiati, cancellati, spezzati, trasferiti da un
direttorio ad un altro, ecc.
37Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• I programmi scritti in alcuni linguaggi di programmazione (BASIC,
PROLOG ed altri) possono essere DIRETTAMENTE ESEGUITI da un
programma denominato INTERPRETE
• L’interprete traduce ogni istruzione del linguaggio riportata nel file
sorgente e ne comanda l’esecuzione
• Spesso all’interprete viene associato un programma di scrittura delle
istruzioni (EDITOR), in modo da creare un AMBIENTE DI SVILUPPO
UNICO
I programmi interpretati
38Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Confronto fra Interpretazione e Compilazione
39Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Confronto fra Interpretazione e Compilazione
40Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Confronto fra Interpretazione e Compilazione
41Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Creazione del file sorgente: gli editor
• Si tratta di programmi che interagiscono con il programmatore al terminale e
gli permettono di creare e modificare TESTI (file in cui compaiono solo caratteri
ASCII)
• Funzioni principali degli editor
– INSERIRE caratteri
– CANCELLARE
– VISUALIZZARE
– RICERCARE
– SOSTITUIRE
– COPIARE
– ecc.
• Gli EDITOR GUIDATI DALLA SINTASSI generano direttamente i COSTRUTTI
corretti, per un determinato linguaggio, con un unico comando: garantiscono la
correttezza sintattica del programma in corso di stesura
42Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Fasi della compilazione
43Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
ANALISI LESSICALE
Scansione del testo e individuazione degli ELEMENTI DI BASE del
linguaggio: VARIABILI, COSTANTI, PAROLE CHIAVE, DELIMITATORI,
etc.
Viene creata una TAVOLA DEI SIMBOLI per le variabili
Il file sorgente viene trasformato in una STRINGA (successione) di
SIMBOLI
Esempio: Tavola dei simboli generata dall’equazione seguente
ALFA:=BETA+3.1415*DELTA;
ALFA 179,6505
BETA 32
DELTA 47
44Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
ANALISI SINTATTICA
È guidata dalla DEFINIZIONE FORMALE del Linguaggio di
Programmazione (GRAMMATICA)
Viene riconosciuta la STRUTTURA del programma
Viene generata una forma intermedia (ALBERO, MATRICE)
corrispondente alla struttura sintattica del programma
Inoltre vengono generate TAVOLE DEI SIMBOLI con tutti gli
identificatori
Esempio di albero: ALFA:=BETA+3.1415*DELTA;
:=
ALFA
BETA
+
*
3.1415DELTA
45Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
ANALISI SEMANTICA
Oltre che essere lessicalmente e sintatticamente corretto, il programma
deve esserlo anche semanticamente
L’analisi semantica effettua i seguenti controlli:
Verifica la COMPATIBILITÀ DI TIPO di espressioni legate da operatori e
la CORRETTEZZA delle DICHIARAZIONI degli identificatori
Queste verifiche vengono effettuate sulla forma intermedia generata in
precedenza (ALBERO, MATRICE)
Questi controlli possono essere più o meno approfonditi a seconda
delle caratteristiche del linguaggio
Una vera analisi semantica permetterebbe di individuare il
SIGNIFICATO del programma, cioè il suo scopo
46Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
GENERAZIONE del CODICE e OTTIMIZZAZIONE
Dalla forma intermedia prodotta precedentemente (ALBERO) si genera
un CODICE DI BASSO LIVELLO, ma ancora indipendente dalla CPU per
la quale si vuole che il codice macchina sia generato
Questo codice può essere ottimizzato con facilità e quindi può essere
tradotto nelle istruzioni della particolare CPU
Si può anche effettuare una POST-OTTIMIZZAZIONE
L’OTTIMIZZAZIONE, che può essere assente, riguarda la dimensione
del codice prodotto ed il relativo tempo di calcolo
La SEQUENZA delle varie fasi della compilazione ed il PESO di
ciascuna di esse dipendono dal tipo di compilatore (il numero di
passate specifica il numero di volte in cui gli statement del programma
sorgente vengono esaminati)
47Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Assemblatori
• Come i compilatori traducono in codice eseguibile programmi scritti in un
linguaggio scritto ad alto livello, così gli ASSEMBLATORI traducono programmi
scritti nel linguaggio ASSEMBLY (di basso livello) proprio del processore specifico
• Mentre per i linguaggi ad alto livello ad ogni STATEMENT corrispondono più
istruzioni eseguibili da parte del microprocessore, per quelli a basso livello si ha
una corrispondenza UNO A UNO fra STATEMENT del file sorgente ed ISTRUZIONI
eseguibili
• Gli assemblatori sono tipicamente a due passate: nella prima viene effettuata
l’analisi delle istruzioni e creata la tavola dei simboli; la seconda passata produce il
codice in linguaggio macchina per il processore
• I MACROASSEMBLATORI ammettono MACROISTRUZIONI, istruzioni definite dal
programmatore a cui vengono fatte corrispondere più statement del linguaggio
ASSEMBLY
48Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Precompilatori - Metacompilatori
• I precompilatori operano una traduzione SORGENTE - SORGENTE
• Sono usati per trasformare un programma scritto in un linguaggio di ALTO
LIVELLO (codificato da una GRAMMATICA) in un programma scritto in un
linguaggio per cui esiste il compilatore
• Realizzano prima l’ANALISI LESSICALE, SINTATTICA e SEMANTICA e poi la
traduzione nel linguaggio TARGET
• I metacompilatori sono compilatori che, a partire dalla definizione formale di
un linguaggio (GRAMMATICA), creano un COMPILATORE per il linguaggio
stesso (più frequentemente un PRECOMPILATORE). Esempio: YACC (Yet
Another Compiler Compiler) di UNIX
49Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Linker e Loader
• Il linker è un programma incaricato della fusione in un unico modulo
ESEGUIBILE di più moduli OGGETTO separatamente compilati
• Permette l’uso di LIBRERIE preconfezionate
• Permette di mettere insieme il lavoro svolto da più persone che collaborano allo
stesso progetto oppure di ricomporre un lavoro scomposto, in fase di progetto, in
più sottoparti
• Permette infine di mettere insieme moduli creati utilizzando linguaggi di
programmazione diversi
50Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Linker e Loader
Il loader:
• trasferisce in memoria il programma eseguibile
• carica nel Program Counter l’indirizzo della prima istruzione eseguibile
• Inizia l’esecuzione
Il linker può produrre:
– CODICE BINARIO ASSOLUTO: tutti gli indirizzi sono stabiliti in fase di linking
– CODICE BINARIO RILOCABILE: gli indirizzi sono riferiti ad un’origine di
INDIRIZZO 0 (inizio del programma); successivamente tutti gli indirizzi
vengono riaggiornati per tener conto dell’indirizzo reale, oppure vengono
usate tecniche di indirizzamento indicizzato o con spostamento rispetto al
valore attuale del Program Counter; il LOADER provvede a caricare i registri
base con l’indirizzo di inizio reale
51Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Debugger
• Il debugger permette di eseguire programmi da sottoporre a test permettendo
di controllare la correttezza dell’esecuzione
• Si può, per esempio, far procedere l’esecuzione fino ad un punto di arresto
(BREAK-POINT) e poi far avanzare il programma PASSO-PASSO
• Permette di leggere e, volendo, di modificare i contenuti dei registri della CPU
e della memoria
• Segnala il verificarsi di eventi
• I Debugger Simbolici permettono di operare sul CODICE SORGENTE
• Per poter funzionare il debugger usa informazioni (tabelle) create dal
compilatore-assemblatore e dal linker
52Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• Linguaggio macchina (1a generazione)
– utilizzano la codifica binaria di codice operativo e operandi
– le istruzioni sono quelle direttamente eseguibili dalla CPU
– i programmi sono utilizzabili solo su elaboratori equipaggiati
con la CPU corrispondente al linguaggio (non trasportabilità)
– programmazione difficile
– pessima leggibilità
– facilità di errori
– alta efficienza (dipende dal programmatore)
Linguaggi
53Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
• Linguaggi assemblativi (2a generazione)
– le istruzioni sono quelle eseguibili dalla CPU
– rappresentazione simbolica, tramite brevi mnemonici, di codici operativi
e operandi
– riferimento alle variabili tramite il nome
– necessità di un traduttore in linguaggio macchina (assemblatore)
– possibilità di definire ed utilizzare macroistruzioni
– i programmi sono utilizzabili solo su elaboratori equipaggiati con la CPU
corrispondente al linguaggio (non trasportabilità)
– programmazione abbastanza difficile
– scarsa leggibilità
– alta efficienza (dipende dal programmatore)
Linguaggi
54Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Linguaggi
• Linguaggi di alto livello (3a generazione)
– le istruzioni esprimono operazioni significative nella logica del
programmatore non coincidenti con quelle eseguite dalla CPU
– necessità di un traduttore (compilatore o interprete)
– la traduzione trasforma un’istruzione in una sequenza di
istruzioni macchina
– efficienza ridotta rispetto ai linguaggi assemblativi (dipende dal
compilatore), ma possibilità di ottimizzazioni
– trasportabilità di un programma su tutti gli elaboratori che
dispongono di un traduttore per il linguaggio
– introduzione di costrutti logici
– maggiore facilità d’uso
– buona leggibilità
55Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Linguaggi
• I linguaggi ad alto livello vengono classificati in:
– procedurali
– funzionali
– basati sulla logica
– orientati agli oggetti
56Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Scelta di un linguaggio
• Va fatta in funzione dei parametri seguenti:
– adattabilità al problema
– facilità di apprendimento
– facilità d’uso
– comprensibilità e modificabilità dei programmi
– portabilità dei programmi
– efficienza
– software di supporto
– esistenza di librerie
57Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Linguaggi procedurali
• A differenza delle altre tre classi di linguaggi ad alto livello, sono basati sul
modello computazionale di Von Neumann, in cui un programma è visto come
una sequenza di istruzioni tendente a modificare il contenuto della memoria
(principalmente)
• Caratteristiche:
– indipendenti dalla macchina
– possibile l’uso di nomi simbolici per i dati
– sintassi vicina al linguaggio naturale
– basati su istruzioni e assegnazioni
– permettono astrazioni sui dati: possibilità di definire tipi di dati e
operazioni sui tipi
58Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Linguaggi procedurali
– permettono astrazioni sul controllo: l’ordine di esecuzione delle
istruzioni è determinato dalle strutture di controllo (FOR, WHILE,
DO, …) o da moduli (FUNZIONI e PROCEDURE)
– permettono l’utilizzo dei Sottoprogrammi: definizione di nuove
istruzioni e operazioni
– buona leggibilità
• Si dividono in tre categorie:
– d’uso generale (BASIC, C, C++, JAVA, FORTRAN, PASCAL,
COBOL, PL1, …)
– d’uso speciale (CHILL, SIMULA, APT, AED, SQL, …)
– per applicazioni Web (HTML, PHP)
59Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Linguaggi di programmazione: I Sottoprogrammi
Sottoprogramma:
– Sequenza di istruzioni che vengono eseguite a seguito di una chiamata.
Vantaggi:
– Scrivere una sola volta un codice utilizzato più volte;
– Creare programmi strutturati per raffinamenti successivi (e più leggibili);
– Utilizzare librerie preconfezionate (insieme di sottoprogrammi).
Acquisizione dati A
Elaborazione dati A
Acquisizione dati B
Elaborazione dati B
Acquisizione dati C
Elaborazione dati C
Acquisizione dati A
Acquisizione dati B
Acquisizione dati C
Elaborazione dati
Programma senza chiamate Programma con chiamate
Chiamate per elaborazione dati A, B, C
60Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Chiamata del Sottoprogramma
Parametri formali: simboli che rappresentano i dati su cui il
sottoprogramma opera (specificati nella definizione del
sottoprogramma stesso).
Parametri attuali (o Effettivi): i dati, corrispondenti ai parametri
formali, su cui il sottoprogramma effettivamente opera (specificati
nella chiamata al sottoprogramma).
Si definiscono due tipi di sottoprogrammi:
– Aperti;
– Chiusi.
61Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sottoprogramma Aperto
Nei vari punti del programma in cui viene chiamato, il
sottoprogramma aperto compare con tutte le istruzioni che
definiscono il sottoprogramma stesso.
Il sottoprogramma viene chiamato MACRODEFINIZIONE; la sua
chiamata MACRORICHIAMO.
Il meccanismo della MACROESPANSIONE provvede a sostituire i
singoli richiami con le istruzioni che costituiscono il
sottoprogramma, e i parametri attuali a quelli formali.
Una macroistruzione può contenere richiami ad altre
macroistruzioni, si parla in tal caso di macroistruzioni nidificate.
62Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di Macroistruzioni
Macrodefinizione 2
Macrodefinizione 3
Macrodefinizione 4
Macrodefinizione 1
Macrodefinizione 2
Macrodefinizione 3
Macrodefinizione 4
Macrodefinizione 1
Macrodefinizione 4
Programma Sorgente Dopo le Macroespansioni
ChiamataMacro 1
ChiamataMacro 2
ChiamataMacro 4
ChiamataMacro 3
ChiamataMacro 4
63Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Sottoprogramma Chiuso
Compare una sola volta con tutte le sue istruzioni, ma viene
adoperato nei punti del programma in cui viene chiamato.
I sottoprogrammi possono essere nidificati: un sottoprogramma è
chiamato da un altro sottoprogramma.
Alcuni linguaggi di programmazione ammettono chiamate a
sottoprogrammi Ricorsive: il sottoprogramma richiama se stesso.
Problemi connessi con sottoprogrammi chiusi:
– determinazione dell’indirizzo di rientro al Programma Chiamante.
– Passaggio dei parametri in ingresso (da chiamante a chiamato) e
di uscita ( da chiamato a chiamante).
64Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Gestione delle Chiamate
Quando un sottoprogramma viene chiamato, l’indirizzo di rientro, cioè
quello dell’istruzione successiva a quella che ha effettuato la
chiamata, viene memorizzato nello STACK (zona di memoria gestita
in logica LIFO: pila).
Sottoprogramma
Programma
Richiami12
3
Quando il sottoprogramma termina
l’esecuzione, viene letto dalla pila
l’ultimo indirizzo caricato che non
è stato ancora prelevato e viene
trasferito nel Program Counter.
La gestione LIFO dello STACK
permette di nidificare le chiamate
ai sottoprogrammi.
65Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 1/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Inizio Main
Situazione della Pila
Inizia l’esecuzione del Programma dalla prima istruzione del Main.La pila è vuota
66Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 2/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Chiamata S1
I1
Situazione della Pila
I1
L’indirizzo dell’istruzione successiva a quella che ha effettuato la chiamata (I1), viene memorizzato nella pila
67Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 3/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Inizio S1
I1
Situazione della Pila
Inizia l’esecuzione del sottoprogramma 1
68Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 4/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Chiamata S2 I1
I2
Situazione della Pila
I2
L’indirizzo dell’istruzione successiva a quella che ha effettuato la chiamata (I2), viene memorizzato nella pila
69Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 5/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Inizio S2I1
I2
Situazione della Pila
Inizia l’esecuzione del sottoprogramma 2
70Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 6/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Chiamata S3
I1
I2
I3
Situazione della Pila
I3
L’indirizzo dell’istruzione successiva a quella che ha effettuato la chiamata (I3), viene memorizzato nella pila
71Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 7/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Inizio S3
I1
I2
I3
Situazione della Pila
Inizia l’esecuzione del sottoprogramma 3
72Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 8/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3 Fine S3
I1
I2
Situazione della Pila
Si conclude l’esecuzione del sottoprogramma 3; l’ultimo indirizzo caricato (I3) viene letto dalla pila e viene trasferito nel Program Counter e l’esecuzione prosegue da I3
Salto a I3
73Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 9/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Chiamata S3
I1
I2
I4
Situazione della Pila
I4
L’indirizzo dell’istruzione successiva a quella che ha effettuato la chiamata (I4), viene memorizzato nella pila
74Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 10/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Inizio S3
I1
I2
I4
Situazione della Pila
Inizia l’esecuzione del sottoprogramma 3
75Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 11/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3 Fine S3
I1
I2
Situazione della Pila
Si conclude l’esecuzione del sottoprogramma 3; l’ultimo indirizzo caricato (I4) viene letto dalla pila e viene trasferito nel Program Counter e l’esecuzione prosegue da I4
Salto a I4
76Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 12/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Fine S2
I1
Situazione della Pila
Si conclude l’esecuzione del sottoprogramma 2; l’ultimo indirizzo caricato (I2) viene letto dalla pila e viene trasferito nel Program Counter e l’esecuzione prosegue da I2
Salto a I2
77Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 13/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Fine S1
Situazione della Pila
Si conclude l’esecuzione del sottoprogramma 1; l’ultimo indirizzo caricato (I1) viene letto dalla pila e viene trasferito nel Program Counter e l’esecuzione prosegue da I1.
Salto a I1
78Università di Pavia - corso di Fondamenti di Informatica
Esempio di gestione delle chiamate 14/14
Sottoprogramma 1
Sottoprogramma 2
Sottoprogramma 3
Main
S1
S2
S3
Fine Main Situazione della Pila
Il programma termina l’esecuzione