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Il Museo Correa-le di Terranova con il suggestivo giardino.

1 Il pittoresco portic-ciolo dei Pescatori con le caratteristi-che reti.

2 Visitare la costa del-la Penisola Sorrenti-na via Mare.

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Cinque occasioni da non perdere

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SorrentoUna città da cantare

Un Tour a bordodi una carrozzella a cavallo, per una romantica visita.

4 La cupola del Sedile Dominova, rivestita in maioliche, domina i vicoli disseminati di negozi e bottegheartigianali.

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Sorrento: dove il presente ha la poesia del passato.

Sulle origini di Sorrento non vi sono certezze, ma l’impianto urbanistico e la presenza dell’Athenaion a Punta Cam-panella farebbero presupporre un’in-fluenza greca. Una leggenda riferita da Diodoro Sicu-lo narra che a fondarla fu Liparo, figlio di Ausone a sua volta figlio di Ulisse e Circe; quindi secondo questa leggen-da la fondazione della città sarebbe da attribuire alla popolazione italica degli Ausoni. È certo che intorno al 420 a.C. fu con-quistata dai Sanniti per poi entrare nel-l’orbita di Roma alla quale si ribellò durante la guerra sociale, ribellione cui pose fine Silla nell’89 a.C. Fu eletta a luogo di villeggiatura già dai patrizi ro-mani che vi costruirono ville bellissime, la più famosa delle quali è certamente quella di Pollio Felice, cantata da Sta-zio nelle Silvae, i cui resti si trovano af-fianco ai bellissimi Bagni della Regina Giovanna, che ne erano il ninfeo. Dopo la caduta dell’Impero d’Occiden-te fu sottoposta a Bisanzio e agli inizi del IX sec. si costituì ducato autono-mo, lottò contro Amalfi per difendere la propria indipendenza ma cadde poi sotto Salerno nel 1039 e sotto Ruggero II fu annessa al Regno di Napoli. Dell’antica Sorrento restano pochi frammenti delle mura, di alcune ville e dei templi di Artemide e di un’altra divinità del foro. Molto di più resta di quella medievale: a cominciare dal Se-dile Dominova, con la cupola coperta da maioliche e gli interni affrescati è il luogo della discussione politica.Il gioiello per eccellenza è il chiostro di San Francesco, che risale al 1300 dove si incontrano stile gotico e gusto arabo. Poi il Palazzo Correale (XIV sec.) con bifore gotiche in tufo scuro; il Palazzo

L’artedell’intarsio

Sorrento è famosa anche per l’arti-

gianato: i maestri intarsiatori furono

ingaggiati da Fran-cesco I di Borbone

per restaurare gli arredi di Palazzo

Reale. Le tecniche di intarsio si

sono evolute col tempo, ma resta la maestria degli

artigiani a coniuga-re tradizione e

innovazione.

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Ieri ed oggi

Verniero (XIII sec.) di gusto tardo bi-zantino e arabo fusi insieme. Sorrento è anche la città natale di Torquato Tasso. A rendere famosa Sorrento sono stati anche i suoi ospiti illustri: Lord Byron, John Keats e Goethe nel periodo del Grand Tour. Enrico Caruso in tempi più recenti, per essere stato interpre-te di “Torna a Surriento”e averla resa celebre in tutto il mondo, è tutt’oggi “onorato” nella suite dell’Excelsior Vit-toria in cui soggiorò, che porta il suo nome e nella quale sono esposti i cimeli che lo ricordano. È in questo posto che Lucio Dalla scrisse la sua “Caruso” ed è per questa canzone che egli è diventato cittadino onorario della città. Meritano una visita anche: il Museo Correale, inaugurato nel 1924, con una collezione privata che comprende, tra le altre, una sezione dedicata alle arti pittoriche e decorative napoletane dal ‘500 all’800, una dedicata alla tarsia sorrentina e un’altra all’archelogia.

La Pasqua a SorrentoDurante la Setti-mana Santa, gli eventi tradizionali più coinvolgenti sono le proces-sioni penitenziali degli Incappuc-ciati e il rito dei Sepolcri che si svolge all’inter-no dei luoghi sacri. Il sepolcro è un’apparato scenico entro cui viene racchiusa la statua del corpo di Cristo in attesa della Resurrezio-ne.Al fulcro si giunge percorren-do un tappeto di segatura bordato da ciuffi di ger-mogli di grano.

Torquato Tasso

Purtroppo la casa dove nacque Torquato Tasso è franata in mare nal XVII sec., ma i resti dell’antico palazzo sono inglobati nell’Hotel Imperial Tramontano, mentre è ancora in buono stato il palazzo in cui abi-tò Cornelia, sorella del poeta, Casa Sersale, con portale a bugnato e la volta dell’atrio affrescata.

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Dalla pittura del Cinquecento alle ceramiche di Capodimonte.

AgrumetiSorrento è terra

di agrumeti. Non a caso uno dei

prodotti tipici è proprio il Limoncel-

lo. Altro prodotto tipico è il provo-lone dolce, noto

appunto come Bebé di Sorrento.

Vedi il marequanto è bello

Alta e a picco sul mare, la costa delle Penisola Sorrentina

non offre molte spiagge sabbiose ma fiordi a cavità

incuneati nella roccia.

Il Museo Cor-reale di Terra-nova costituisce una testimo-nianza “viva” della cultura

internazionale della Sorrento fine se-colo. Alfredo e Pompeo Correale, conti di Terranova, amanti dell’arte, donaro-no alla città di Sorrento lo splendido edificio settecentesco circondato da un giardino di agrumi con terrazza a pic-co sul mare con tutte le loro collezioni, per farne un Museo aperto al pubblico.Il Museo si articola su tre piani e, va-gando tra le sue 24 stanze, vi sembrerà di tornare indietro nel tempo, immersi nelle atmosfere di un’antica casa patri-zia dove si respira arte e cultura. Sono presenti collezioni di pittura ed arti de-corative napoletane e straniere dal XVI al XIX secolo; raffinati ventagli, vetri, orologi ed una delle più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII se-colo, fanno da sfondo alla splendida ar-chitettura dello scalone monumentale e alle grandi finestre attraverso le quali si fissano mutevoli dipinti: gli scorci della costa sorrentina. Il percorso è articola-to per sezioni e seguendo un criterio cronologico: passerete dalla sontuo-sa arte barocca, alle forme leggere ed eleganti del ‘700. Il piano terra ospita due importanti collezioni relative alla storia della nostra penisola: oggetti dalla straordinaria manifattura, realizzati dai maestri della tarsia sorrentina ed un’in-tera sezione archeologica, con resti del periodo greco e romano rinvenuti in Penisola e nell’antica cattedrale di San Renato. Su questo stesso piano potrete ammirare anche una stanza dedicata al poeta Tasso, con le sue preziose opere e la sua maschera funebre.

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OIeri ed oggi

Le case dei TassoIn via Vittorio Veneto, che collega piazza Gargiulo a piazza della Vitto-ria, sorgeva la casa dove nel 1944 vide la luce Torqua-to Tasso, autore della Gerusalemme Liberata.Quel che resta dell’antico palazzo di tufo, rovinato dal mare nel corso del XVII secolo, è stato incorporato dall’Hotel ImperialTramontano, nel cui giardino un’iscrizio-ne commemorail poeta.Al n. 11 di via San Nicola si trova Casa Sersale dove abitò Cornelia Tasso, sorella di Torquato.Si narra che nel 1577 il let-terato, in fuga dal castello di Ferrara, si presentò qui in incognito, fingen-dosi un messagge-ro, prima di partire per Roma.

Il primo piano ospita dipinti e arredi sontuosi del XVIII secolo, porcellane orientali ed un’intera sala dedicata ai pittori fiamminghi, è qui che potrete immergervi nei dipinti di Rubens, Van Kassel e Grimmer.Il secondo piano è dedicato alle nature morte del XVII e XVIII secolo e agli splendidi paesaggi della “Scuola di Posillipo”. Su questo piano c’è un’intera sala che ospita gli orologi italiani ed europei del XVIII secolo, in mezzo a queste opere uniche al mondo potrete davvero “viaggiare nel tempo”. Il terzo piano è interamen-te dedicato alle porcellane e maioliche italiane e straniere; pezzi rarissimi realiz-zati da grandi maestri e provenienti da ogni parte del mondo. È qui che si fon-dono stili e colori diversi: le porcellane francesi di Marsiglia con quelle bian-che e blu della Cina, quelle tedesche e quelle inglesi... Il fiore all’occhiello restano le porcellane di Capodimon-te, capolavori di straordinaria bellezza di fronte alle quali ci si può incantare per ore.Nel 2003 il Museo ha aperto alla musica le sue porte. Puntando sullo straordinario connubio tra opere d’arte e musica classica, è stata inaugurata la I edizione de “I Concerti di Mezzogior-no al Museo” (Gennaio - Maggio), che prevede un concerto l’ultima domenica di ogni mese.

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