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La valutazione dei La valutazione dei rischirischie e l’apparato sanzionatoriol’apparato sanzionatorio
Significato della valutazione dei rischiSignificato della valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi lavorativi di cui al D.Lgs. 81/08, si iscrive nel
più ampio e complessivo utilizzo a livello internazionale del metodo del
“risk assessment”, che coinvolge anche molti aspetti relativi ai costi
ambientali del progresso e dell’uso delle risorse naturali.ambientali del progresso e dell’uso delle risorse naturali.
L’orientamento comunitario, in generale, è quello di fondare le
iniziative legislative e la definizione delle priorità dell’intervento su
un’analisi partecipata e strutturata in merito alla “accettabilità”
sociale dei rischi e alla valutazione dei costi e dei benefici che la loro
riduzione comporta per la comunità.
Significato della valutazione dei rischiSignificato della valutazione dei rischi
L’applicazione dell’art. 28 fornisce anche uno strumento per avviare
una riorganizzazione razionale e pianificata della produzione nei suoi
diversi componenti (macchine, procedure, spazi, organizzazione, ecc.)
al fine di raggiungere l’obiettivo di una sostanziale riduzione e/o delal fine di raggiungere l’obiettivo di una sostanziale riduzione e/o del
controllo dei fattori di rischio presenti, nel rispetto della legislazione
nazionale e delle norme di buona tecnica prodotte da organismi
accreditati (UNI-EN, CEI, etc.).
Significato della valutazione dei rischiSignificato della valutazione dei rischi
La necessità che nell’impresa si proceda ad una stretta integrazione tra
la produzione, tutte le funzioni aziendali ad essa collegate (direzione
lavori, acquisti, gestione del personale, manutenzione, etc.) e la
prevenzione dei rischi da essa derivanti al fine di progettare “lavoroprevenzione dei rischi da essa derivanti al fine di progettare “lavoro
sicuro”, è chiaramente esplicitata tra le misure generali di tutela
indicate nell’art. 15. Tra queste, infatti, viene indicata la
programmazione della prevenzione mirando ad un complesso che
integri, in modo coerente, nella prevenzione le condizioni tecniche
produttive ed organizzative dell’azienda nonché l’influenza dei fattori
dell'ambiente di lavoro.
Significato della valutazione dei rischiSignificato della valutazione dei rischi
La valutazione del rischio deve essere, pertanto, uno strumento
fortemente finalizzato alla programmazione delle misure di
prevenzione e più in generale alla organizzazione della funzione e del
sistema prevenzionale aziendale.sistema prevenzionale aziendale.
Il processo di partecipazione dei lavoratori attraverso le loro
rappresentanze è dunque dovuto per legge, oltre che fortemente
auspicabile.
La soggettività nel valutareLa soggettività nel valutare
Per tutti i problemi di prevenzione non riconducibili ad un confronto
con uno standard normativo o tecnico di riferimento, la valutazione dei
rischi comporta inevitabilmente un contributo della soggettività del/dei
valutatore/i nell’attribuire loro maggiore o minore rilevanza e, divalutatore/i nell’attribuire loro maggiore o minore rilevanza e, di
conseguenza, un equivalente valore nella programmazione degli
interventi.
In quelle situazioni si rende necessario uno sforzo rilevante, da parte
del datore di lavoro, in termini di comunicazione e di formazione
corretta sui rischi lavorativi, perché la presa di coscienza dell’esistenza
di un rischio non rappresenti un evento episodico, non condiviso e,
come tale, non generatore di cambiamenti significativi.
La soggettività nel valutareLa soggettività nel valutare
A mitigare la soggettività del valutatore possono contribuire l’uso
razionale di misure di igiene industriale, nonché la raccolta della
sintomatologia eventualmente accusata dai lavoratori.
Inoltre, l’accurata consultazione del rappresentante dei lavoratori perInoltre, l’accurata consultazione del rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza (RLS) e la raccolta critica dei giudizi soggettivi dei
lavoratori rappresenta un momento decisivo per la integrazione delle
conoscenze di quegli aspetti di rischio che sfuggono o sono sottovalutati
dal management.
Valutazione semplificata e primi approcci alla Valutazione semplificata e primi approcci alla valutazionevalutazione
Per incentivare la massima estensione dell’attività di valutazione da
parte dei datori di lavoro si dovrà favorire, soprattutto nelle imprese di
piccole dimensioni e rischi modesti, la semplificazione delle procedure
di valutazione, che dovranno essere tese a raccogliere le informazionidi valutazione, che dovranno essere tese a raccogliere le informazioni
sufficienti, dati e notizie all’uopo pertinenti e rilevanti.
A tal fine sarà utile, nelle indicazioni da fornire alle imprese, chiarire
che per “valutazione del rischio” è da intendersi principalmente
l’individuazione dei possibili centri/fonti di pericolo per la sicurezza e
la salute dei lavoratori, l’identificazione dei lavoratori potenzialmente
esposti a rischio e la valutazione dell’entità dell’esposizione.
Valutazione semplificata e primi approcci alla valutazioneValutazione semplificata e primi approcci alla valutazione
A tale proposito, si potrà suggerire l’utilizzazione in prima istanza, ove
possibile e adeguata, di metodi e criteri di valutazione approssimata
del rischio, in grado di distinguere chiaramente condizioni francamente
accettabili da situazioni francamente non accettabili.accettabili da situazioni francamente non accettabili.
Tali metodi possono consistere anche in valutazioni di tipo induttivo
(quantità di materiale utilizzato, cubatura, ventilazione) o
semiquantitativo. Sarà possibile, di conseguenza, identificare quelle
situazioni in cui è necessario un approfondimento da realizzare con più
complesse procedure analitiche.
Quando iniziare il processo di valutazioneQuando iniziare il processo di valutazione
La valutazione dei rischi e la stesura dei conseguenti atti documentali
in conformità con le indicazioni contenute nel D.Lgs. 81/08, è un
processo che risulta operativo dal 16 maggio 2009.
In altri termini, il tempo decorrente dal 15 maggio 2008 (data diIn altri termini, il tempo decorrente dal 15 maggio 2008 (data di
entrata in vigore del D.Lgs. 81/08) al 16 maggio 2009 (data dalla quale
si intendono operative le norme concernenti la valutazione dei rischi)
andava inteso come la disponibilità, per i datori di lavoro, per attivare
e portare a compimento il processo di valutazione e di eventuale
programmazione dei relativi interventi di prevenzione.
Chi concorre alla valutazioneChi concorre alla valutazione
L’obbligo di realizzare il processo di valutazione, controllo e gestione
dei rischi lavorativi riguarda essenzialmente il datore di lavoro.
E’ evidente, tuttavia, che dal punto di vista tecnico, operativo e
procedurale il datore di lavoro dovrà allo scopo avvalersi di alcuneprocedurale il datore di lavoro dovrà allo scopo avvalersi di alcune
competenze professionali e gestionali, peraltro in larga misura indicate
dallo stesso D.Lgs. 81/08. In primo luogo è opportuno prevedere che al
processo di valutazione/gestione dei rischi partecipi l’intera “linea”
aziendale rappresentata dai dirigenti e dai preposti; gli stessi sono
infatti, al contempo, depositari di importanti conoscenze e titolari di
obblighi, per cui è opportuno prevedere un loro ampio coinvolgimento
in questa fase del processo.
Chi concorre alla valutazioneChi concorre alla valutazione
Alla valutazione collaborano altresì il responsabile (e/o gli addetti) del
servizio di prevenzione e protezione nonché, ove previsto, il medico
competente: essi forniscono il loro contributo di conoscenze, per il
rispettivo ambito professionale, utili all’inquadramento (erispettivo ambito professionale, utili all’inquadramento (e
qualificazione) dei rischi lavorativi e alle strategie più idonee per il loro
contenimento.
La valutazione si avvale, inoltre, del contributo del rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza.
Oggetto della valutazione (art. 28)Oggetto della valutazione (art. 28)
E’ stato riformulato, rispetto al D.Lgs. 626/94, l’oggetto della
valutazione dei rischi.
La valutazione, nella scelta delle attrezzature di lavoro, nella scelta
delle sostanze o dei preparati chimici impiegati e nella sistemazionedelle sostanze o dei preparati chimici impiegati e nella sistemazione
dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la
salute dei lavoratori, compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori
esposti a rischi particolari, tra cui quelli collegati allo stress lavoro-
correlato, i rischi riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza,
nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla
provenienza da altri paesi.
Oggetto della valutazione (art. 28)Oggetto della valutazione (art. 28)
Il documento (art. 17, c.1, lett. a, D.Lgs. 81/08) redatto a conclusione
della valutazione, deve avere data certa e contenere:
- una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la
salute durante l’attività lavorativa, dove sono specificati i criterisalute durante l’attività lavorativa, dove sono specificati i criteri
adottati per la valutazione;
- l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei
dispositivi di protezione individuali adottati a seguito della valutazione;
Oggetto della valutazione (art. 28)Oggetto della valutazione (art. 28)
- il programma delle misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
- l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da
realizzare e dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbonorealizzare e dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono
provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in
possesso di adeguate competenze e poteri;
- l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di
prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha
partecipato alla valutazione del rischio;
Oggetto della valutazione (art. 28)Oggetto della valutazione (art. 28)
- l’individuazione delle mansioni che, eventualmente, espongono i
lavoratori a rischi specifici che richiedono una capacità professionale,
specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.
Il contenuto del documento deve rispettare le indicazioni previste dalle
specifiche norme sulla valutazione dei rischi contenute nei successivi
titoli del D.Lgs. 81/08.
Modalità di effettuazione della valutazione dei Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi (art. 29)rischi (art. 29)
Resta inalterata, rispetto al D.Lgs. 626/94, la modalità di effettuazione
della valutazione dei rischi
Il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento di
valutazione dei rischi (art. 17, c.1, lett. a) in collaborazione con ilvalutazione dei rischi (art. 17, c.1, lett. a) in collaborazione con il
responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e il medico
competente, nei casi previsti.
Le attività di valutazione sono realizzate previa consultazione del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS).
Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi (art. 29)Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi (art. 29)
La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata nei
seguenti casi:
- in occasione di modifiche del processo produttivo o della riorganizzazione
del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori,del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori,
- in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della
protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della
sorveglianza sanitaria ne evidenziano la necessità.
A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere
aggiornate e il documento di valutazione dei rischi deve essere rielaborato
nel termine di trenta giorni dalle rispettive causali.
Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi (art. 29)Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi (art. 29)
Il documento di valutazione dei rischi deve essere custodito presso l’unità
produttiva alla quale si riferisce la valutazione dei rischi.
I datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori effettuano la
valutazione dei rischi sulla base delle procedure standardizzate elaboratevalutazione dei rischi sulla base delle procedure standardizzate elaborate
dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul
lavoro (art. 6, c. 8, lett. f, D.Lgs. 81/08). Fino alla scadenza del
diciottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto
interministeriale e, comunque, non oltre il 30 giugno 2012, gli stessi datori
di lavoro possono autocertificare l’effettuazione della valutazione dei rischi.
Tali disposizioni non si applicano alle attività di cui all’art. 31, c. 6, lettere
a), b), c), d) e g), D.Lgs. 81/08.
I vari momenti per la conduzione della I vari momenti per la conduzione della valutazione dei rischivalutazione dei rischi
Nella pratica applicativa, la valutazione dei rischi viene condotta con il
procedimento sotto elencato:
a) L’attività in esame viene suddivisa in aree, in modo da rendere più
precisa, puntuale e mirata l’analisi dei pericoli e la susseguente valutazioneprecisa, puntuale e mirata l’analisi dei pericoli e la susseguente valutazione
dei rischi.
b) Per ognuna delle aree così individuate si procede al censimento dei
pericoli e delle relative sorgenti, in relazione agli impianti, macchine,
attrezzature, ciclo tecnologico e modalità operative adottati. Il censimento
prende in considerazione quei pericoli potenziali che l’analisi degli
estensori, l’esperienza degli addetti, i dati storici e l’esame impiantistico
indicano come evidenti.
I vari momenti per la conduzione della valutazione dei rischiI vari momenti per la conduzione della valutazione dei rischi
c) Sono censiti gli addetti presenti nell’unità produttiva considerata, al fine
di individuare la popolazione potenzialmente esposta ai pericoli; tra di essi
sono evidenziati i soggetti tutelati, come disabili, invalidi, etc. .
d) Vengono, quindi, censite le mansioni e per ciascuna area omogenead) Vengono, quindi, censite le mansioni e per ciascuna area omogenea
vengono individuate quelle mansioni così dette rappresentative alle quali è
successivamente applicata l’analisi di rischio per mansione (JSA).
e) Si procede alla raccolta delle misure tecniche, organizzative e
procedurali già predisposte per la prevenzione e protezione degli addetti
esposti ai pericoli; nell’inventario vengono anche considerati i dispositivi di
protezione individuale e collettiva.
I vari momenti per la conduzione della valutazione dei rischiI vari momenti per la conduzione della valutazione dei rischi
f) Per le mansioni rappresentative si effettua l’analisi di rischio per mansione
per la stima del rischio. Nel corso dell’analisi, mediante interviste dirette, si
tiene conto dell’esperienza operativa degli addetti e si procede, ove
necessario, a verifiche sul campo di quanto raccolto; si tiene infine conto
della storia infortunistica e degli incidenti registrati nell’installazione.
g) Nei casi in cui si rinviene una motivata ed attuabile possibilità di riduzione
dei rischi si provvede ad indicarne le modalità di attuazione (misure definite
per il miglioramento); le misure definite sono state organizzate, per tipologia
di intervento (misure tecniche, organizzative/procedurali e DPI).
h) Si provvede, infine, a stendere il programma di realizzazione delle misure
di prevenzione e protezione secondo le priorità individuate.
Classificazione dei pericoliClassificazione dei pericoli
Risulta metodologicamente utile, se non necessario, ai fini delle analisi
successive, classificare i pericoli in categorie unitarie.
Una possibile classificazione dei pericoli per la salute e la sicurezza,
all’interno di qualsiasi attività produttiva, può portare ad individuare,all’interno di qualsiasi attività produttiva, può portare ad individuare,
prendendo come riferimento le sorgenti di rischio, cinque gruppi
principali o categorie.
Classificazione dei pericoliClassificazione dei pericoli
Pericoli ordinari o “generici”
Sono quei pericoli che si trovano generalmente presenti nella grande
maggioranza delle attività produttive, collegati alla struttura fisica
produttiva, sia come fabbricati che come impiantistica e attinentiproduttiva, sia come fabbricati che come impiantistica e attinenti
possibilità di infortuni inerenti sia gli ambienti di lavoro, (passaggi,
scale, pavimenti, illuminazione, etc.), sia macchine, attrezzature ed
impianti, (accessibilità a parti in movimento, proiezioni di
frammenti/schegge, mezzi di sollevamento, etc.).
Classificazione dei pericoliClassificazione dei pericoli
Pericoli ergonomici
Sono quei pericoli evidenziati dalla nuova normativa, collegati a criteri
ergonomici errati, che in generale risultano non strettamente correlati
in modo specifico al ciclo tecnologico sviluppato, come:in modo specifico al ciclo tecnologico sviluppato, come:
- movimentazione manuale dei carichi;
- posture incongrue;
- videoterminali.
Classificazione dei pericoliClassificazione dei pericoli
Pericoli specifici
Sono quei pericoli che risultano maggiormente imputabili e correlati allo
specifico procedimento di lavorazione o ciclo tecnologico adottato e che si
manifestano durante l’espletamento dei compiti assegnati ai lavoratori,manifestano durante l’espletamento dei compiti assegnati ai lavoratori,
come:
1. pericoli riconducibili ad agenti chimici pericolosi utilizzati sotto
qualunque stato fisico: solido, liquido, gas o vapore.
2. pericoli riconducibili alla presenza di agenti fisici specifici delle
lavorazioni, quali: rumore, vibrazioni, radiazioni ionizzanti e non, polveri
inerti, microclima.
3. pericoli riconducibili alla presenza di agenti biologici utilizzati.
Classificazione dei pericoliClassificazione dei pericoli
Pericoli di processo
Sono quei pericoli che risultano strettamente correlati allo specifico
ciclo tecnologico sviluppato, riconducibili alla possibilità di incidenti,
anomalie o deviazioni delle normali condizioni operative o dianomalie o deviazioni delle normali condizioni operative o di
funzionamento. Rientrano in questa categoria i seguenti pericoli:
- pericolo di rilasci di sostanze tossiche (in quantità considerevoli).
- pericolo di rilasci di energia termica/meccanica.
- pericolo di incendio.
- pericolo di esplosione.
Classificazione dei pericoliClassificazione dei pericoli
Pericoli organizzativi
Con la definizione di pericoli organizzativi si intendono quelle situazioni
organizzative aventi una potenzialità di generare danni.
Quando di parla di organizzazione, si intende l’insieme dei ruoli, delleQuando di parla di organizzazione, si intende l’insieme dei ruoli, delle
funzioni e delle relazioni fra di essi. I pericoli organizzativi, sono quindi
collegati a carenze, difetti o improvvise variazioni in uno qualunque di
questi elementi costituitivi.
Classificazione dei pericoliClassificazione dei pericoli
Alcuni lati critici dell’organizzazione possono essere individuati sulla
base dei seguenti punti:
- Presenza di personale inesperto, non sufficientemente formato o
addestrato;addestrato;
- Responsabilità non chiaramente definite (suddivisione dei compiti non
chiara e precisa, potenziali conflitti e sovrapposizioni);
- Carenza o assenza di un sistema di autorizzazioni;
- Carenza di documentazione;
- Verifiche interne insufficienti/inadeguate.
Definizione delle misure di prevenzione e tutelaDefinizione delle misure di prevenzione e tutela
Ai fini della progettazione, della programmazione e della verifica degli
eventuali interventi risulta utile ricondurre l’insieme delle misure generali di
tutela ad alcune categorie di riferimento.
Misure tecniche
In questa categoria sono compresi gli interventi sugli ambienti di lavoro, sugli
impianti, sul ciclo tecnologico e sulle sostanze, sia di carattere preventivo che
di mitigazione o di contenimento dei rischi per la salute e la sicurezza, come ad
esempio:
- Introduzione di sistemi a circuito chiuso (ad esempio nelle prese campione).
- Sistemi di aspirazione.
- Insonorizzazione di apparecchiature rumorose.
Definizione delle misure di prevenzione e tutelaDefinizione delle misure di prevenzione e tutela
Misure organizzative
Le misure di tutela a carattere organizzativo includono studi, interventi ed azioni
atti a migliorare le prestazioni del fattore umano (organizzazione, persone e
relazioni) ai fini della prevenzione o del contenimento dei rischi, come:
1. L’impostazione di un sistema aziendale di gestione della salute e della sicurezza
dei lavoratori (Sgs).
2. Le attività di informazione, formazione e addestramento, il miglioramento
dell’efficienza ed efficacia nelle comunicazioni, la segnalazione dei pericoli/rischi
3. Interventi sull’organizzazione del lavoro per ridurre livelli e tempi di
esposizione a pericoli.
4. Attività di controllo, sia ambientale che sanitario.
Definizione delle misure di prevenzione e tutelaDefinizione delle misure di prevenzione e tutela
Misure procedurali
In questa categoria si collocano gli interventi migliorativi sulle modalità
e sulle pratiche di lavoro all’interno dell’attività considerata (interventi
sul sistema di lavoro).sul sistema di lavoro).
Si includono, pertanto, le attività indirizzate alla verifica, estensione ed
aggiornamento di tutti i regolamenti e le procedure interne finalizzati
alla tutela della salute e della sicurezza, nonché altri strumenti
necessari per realizzare le migliori condizioni di lavoro, come manuali,
istruzioni, etc.
Definizione delle misure di prevenzione e tutelaDefinizione delle misure di prevenzione e tutela
Misure di protezione personale
In questa categoria sono compresi:
- I dispositivi di protezione individuale (DPI), come ad esempio calzature
di sicurezza, guanti, caschi, occhiali, cuffie, etc.di sicurezza, guanti, caschi, occhiali, cuffie, etc.
- I dispositivi di protezione collettiva, ovvero dispositivi di protezione
personale non assegnati all’individuo ma disponibili nella collettività,
come ad esempio autorespiratori, maschere antigas, etc.
Azioni da compiere alla fine della valutazioneAzioni da compiere alla fine della valutazione
CONCLUSIONI AZIONI
I rischi sono insignificanti ora e non è ragionevolmente prevedibile che aumentino in futuro.
Terminare ora le valutazioni. Non sono necessarie ulteriori misure.
I rischi sono sotto controllo ad un livello accettabile per es. conformemente alle norme della Comunità o a quelle nazionali
E’ possibile apportare miglioramenti alla protezione. Terminare le valutazioni. Il mantenimento del rispetto delle norme compete ai sistemi di prevenzione del datore di lavoro.
I rischi sono ora sotto controllo ma è legittimo pensare che aumenteranno in futuro, oppure i sistemi di controllo esistenti
Stabilire le precauzioni per migliorare la protezione, mantenere, eliminare, controllare e minimizzare le possibilità di esposizioni
I rischi sono ora sotto controllo ma è legittimo pensare che aumenteranno in futuro, oppure i sistemi di controllo esistenti hanno la tendenza a funzionare male o a essere male impiegati
Stabilire le precauzioni per migliorare la protezione, mantenere, eliminare, controllare e minimizzare le possibilità di esposizioni maggiori. Determinare misure aggiuntive per riprendere il controllo in caso si verifichi una situazione ad alto rischio, malgrado le precauzioni.
Vi sono rischi possibili ma non vi sono prove che causino malattie o ferite.
Paragonare le misure esistenti alle norme di buona prassi. Se il paragone è negativo determinare cosa è stato fatto per migliorare le misure di prevenzione e di protezione.
I rischi sono adeguatamente controllati ma non sono rispettati i principi generali stabiliti dall’art. 15 del D.Lgs. 81/08.
Eliminare i rischi o modificare il regime di controllo in modo da conformarsi ai principi stabiliti, basandosi sulla buona prassi come guida.
Vi sono rischi elevati e non adeguatamente controllati. Identificare e porre in atto misure provvisorie immediate per prevenire e controllare l’esposizione ai rischi (esaminare l’eventualità di bloccare il ciclo produttivo). Valutare le esigenze a lungo termine.
Non vi sono prove che esistano o meno rischi. Continuare a cercare altre informazioni a seconda della necessità finché è possibile giungere ad una delle conclusioni di cui sopra. Nel frattempo applicare i principi di sicurezza professionale per minimizzare l’esposizione.
I contenuti del documento di valutazioneI contenuti del documento di valutazione
Il documento relativo alla valutazione dei rischi, obbligatorio per le
sole aziende con oltre 15 occupati, è elaborato con il contributo delle
diverse componenti presenti in azienda e riporta quanto è stato
intrapreso o viene programmato in tutela della salute e della sicurezzaintrapreso o viene programmato in tutela della salute e della sicurezza
dei lavoratori. Dovrà pertanto essere leggibile, sia per linguaggio che
per esplicitazione delle tappe del percorso fatto.
La scelta dei criteri di redazione del documento è rimessa al datore di
lavoro, che vi deve provvedere con criteri di semplicità, brevità e
comprensibilità, in modo da garantire la completezza e l’idoneità quale
strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di
prevenzione.
I contenuti del documento di valutazioneI contenuti del documento di valutazione
Il documento di valutazione dei rischi dovrà quindi contenere:
A) I criteri adottati:
In questa voce possono essere comprese indicazioni circa
l’individuazione delle aree/posizioni di lavoro, dei compiti/mansioni
dei lavoratori, di macchine/impianti/lavorazioni etc. oggetto della
valutazione; standard di riferimento adottati; modalità con le quali è
stata ottenuta la collaborazione degli esperti e la consultazione del
rappresentante per la sicurezza; criteri seguiti per l’assunzione delle
decisioni, etc.
I contenuti del documento di valutazioneI contenuti del documento di valutazione
B) Le conclusioni della valutazione:
E’ opportuno elencare i fattori di rischio presi in considerazione, per i
quali la valutazione concluda circa l’assenza di rischio o comunque per
la non necessità di prevedere ulteriori misure di prevenzione; per glila non necessità di prevedere ulteriori misure di prevenzione; per gli
altri rischi, invece, saranno riportati gli elementi utili a stimare gravità
e probabilità delle possibili conseguenze, nonché l’identificazione dei
lavoratori esposti e, se disponibili, i relativi livelli di esposizione;
I contenuti del documento di valutazioneI contenuti del documento di valutazione
C) L’individuazione delle misure di prevenzione e di protezione definite
in conseguenza della valutazione, nonché delle attrezzature di
protezione utilizzate;
D) Il programma di attuazione di ulteriori misure previste per migliorareD) Il programma di attuazione di ulteriori misure previste per migliorare
nel tempo i livelli di sicurezza.
I contenuti del documento di valutazioneI contenuti del documento di valutazione
L’art. 29, comma 5, esonera le aziende che occupano fino a 10 addetti
dall’obbligo di redigere il documento di valutazione dei rischi,
sostituendolo con l’obbligo di autocertificare l’avvenuta effettuazione
della valutazione dei rischi e l’adempimento degli obblighi ad essadella valutazione dei rischi e l’adempimento degli obblighi ad essa
collegati.
Va sottolineato con estrema chiarezza che il disposto normativo non
attenua minimamente l’obbligo per il datore di lavoro di procedere alla
valutazione dei rischi (né, tantomeno, attenua gli obblighi preventivi),
ma costituisce semplicemente un alleggerimento degli obblighi
documentali e burocratici.
I contenuti del documento di valutazioneI contenuti del documento di valutazione
E’ peraltro evidente che, una volta effettuata la valutazione, il datore
di lavoro dovrà comunque procedere, per motivi aziendali ed
organizzativi, alla stesura scritta di una sintesi conclusiva del percorso
valutativo e delle misure adottate e da adottare.valutativo e delle misure adottate e da adottare.
Quindi, in realtà, il documento di valutazione, anche se informale, ad
uso interno, non giuridicamente dovuto, sarà sempre redatto.
La valutazione dei rischi e la data certa (art. 28)La valutazione dei rischi e la data certa (art. 28)
Il documento di valutazione dei rischi, redatto a conclusione della
valutazione, deve avere “data certa”.
La data certa deve inoltre essere apposta nell’autocertificazione(*) perLa data certa deve inoltre essere apposta nell’autocertificazione(*) per
i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori, ex art. 29, comma
5, D.Lgs. 81/08.
(*) In realtà la legge non impone espressamente che l’autocertificazione abbia data
certa. Il dato, tuttavia, si ricava in via interpretativa dal combinato disposto
dell’art. 28, primo comma, con l’art. 17 del D.Lgs. 81/08.
La disciplina legaleLa disciplina legale
Il requisito della data certa si collega con la comune disciplina
civilistica in materia di prove documentali e, in particolare, con quanto
previsto dagli artt. 2073, 2704 e 2705 del codice civile, i quali recano
un’elencazione non esaustiva degli strumenti per attribuire data certaun’elencazione non esaustiva degli strumenti per attribuire data certa
ai documenti, consentendo di provare tale data anche in riferimento a
ogni “fatto che stabilisca in modo egualmente certo l’anteriorità della
formazione del documento”.
La disciplina legaleLa disciplina legale
Art. 2703 - Si ha per riconosciuta la sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato.
L’autenticazione consiste nell’attestazione, da parte del pubblico ufficiale, che la sottoscrizione è stata apposta in sua
presenza. Il pubblico ufficiale deve previamente accertare l’identità della persona che sottoscrive.
Art. 2704 - La data della scrittura privata della quale non è autenticata la sottoscrizione, non è certa e computabile
riguardo ai terzi, se non dal giorno in cui la scrittura è stata registrata o dal giorno della morte o della sopravvenutariguardo ai terzi, se non dal giorno in cui la scrittura è stata registrata o dal giorno della morte o della sopravvenuta
impossibilità fisica di colui o di uno di coloro che l’hanno sottoscritta o dal giorno in cui il contenuto della scrittura è
riprodotto in atti pubblici o, infine, dal giorno in cui si verifica un altro fatto che stabilisca, in modo egualmente certo,
l’anteriorità della formazione del documento. La data della scrittura privata che contiene dichiarazioni unilaterali non
destinate a persona determinata, può essere accertata con qualsiasi mezzo di prova. Per l’accertamento della data nelle
quietanze il giudice, tenuto conto delle circostanze, può ammettere qualsiasi mezzo di prova.
Art. 2705 - Il telegramma ha l’efficacia probatoria della scrittura privata, se l’originale consegnato all’ufficio di partenza è
sottoscritto dal mittente, ovvero se è stato consegnato o fatto consegnare dal mittente medesimo, anche senza
sottoscriverlo. La sottoscrizione può essere autenticata da notaio. Se l’identità della persona che ha sottoscritto l’originale
del telegramma è stata accertata nei modi stabiliti dai regolamenti, è ammessa la prova contraria. Il mittente può fare
indicare nel telegramma se l’originale è stato firmato con o senza autenticazione.
La disciplina legale: La disciplina legale: modalità di apposizione della data certamodalità di apposizione della data certa
L’art. 28, comma 1, del D.Lgs. 81/08, dispone che l’apposizione della data certa
debba avvenire sul “documento” di valutazione dei rischi aziendali. Rifacendosi al
dato letterale della norma, parte dei commentatori ritiene che per integrare il
requisito della data certa sia sufficiente apporre il timbro postale solo sulla prima
pagina del documento, congiuntamente ad un verbale, sottoscritto dal RLS, in cui sipagina del documento, congiuntamente ad un verbale, sottoscritto dal RLS, in cui si
attesta che l’intero documento (e non solo la prima pagina) è stato redatto nella
data di apposizione del timbro.
La maggior parte dei commentatori ritiene, al contrario, che il timbro postale debba
essere apposto su tutte le pagine in cui si compone il documento e questo a garanzia
di eventuali successive sostituzioni o alterazioni. Pur riconoscendo l’eccessivo
formalismo che connota questo orientamento interpretativo, nondimeno pare
rappresenti la linea più seguita dagli organi di controllo.
La disciplina legaleLa disciplina legale
In questa prospettiva, senza pretesa di indicare in modo esauriente tutti i
possibili strumenti idonei ad assegnare al documento una data certa, si
richiama l’attenzione sulle seguenti possibilità che appaiono utilmente
utilizzabili:
- ricorso alla c.d. “autoprestazione” presso uffici postali prevista dall’art. 8
del D.Lgs. 22 luglio 1999, n. 261, con apposizione del timbro direttamente
sul documento;
- in particolare per le amministrazioni pubbliche, adozione di un atto
deliberativo di cui sia certa la data in base alla disciplina della formazione,
numerazione e pubblicazione dell’atto;
La disciplina legaleLa disciplina legale
- apposizione della c.d. “marca temporale” sui documenti informatici. Il
sistema della marca temporale basa la propria modalità di certificazione su
un procedimento informatico (cfr. il servizio INFOCAMERE della Camera di
Commercio) che permette di datare in modo certo ed opponibile a terzi un
oggetto digitale (file). La marca temporale (digital time stamp) attesta,
infatti, l'esistenza di un documento informatico (o meglio di un file
informatico) ad una determinata data ed ora. L’apposizione di una marca
temporale produce l’effetto giuridico di attribuire “ad uno o più documenti
informatici una data ed un orario opponibili ai terzi” (art. 8 comma 1, e art
22, comma 1, lettera g, d.p.r. n. 445/2000) e, dunque, non solo efficaci tra
le parti.
La disciplina legaleLa disciplina legale
- ricorso alla posta elettronica certificata, ovvero il servizio di posta
elettronica che fornisce al mittente la prova legale dell'invio e della
consegna di documenti informatici. La posta elettronica certificata è la
trasmissione telematica di comunicazioni con ricevuta di invio e di unatrasmissione telematica di comunicazioni con ricevuta di invio e di una
ricevuta di consegna e avviene ai sensi d.p.r. 11 febbraio 2005, n. 68.
La trasmissione del documento informatico per via telematica,
effettuata mediante la posta elettronica certificata, equivale, nei casi
consentiti dalla legge, alla notificazione per mezzo della posta e ha
valore legale.
La disciplina legaleLa disciplina legale
- apposizione di autentica, deposito del documento o vidimazione di un
verbale, in conformità alla legge notarile; formazione di un atto
pubblico;
- registrazione o produzione del documento a norma di legge presso un- registrazione o produzione del documento a norma di legge presso un
ufficio pubblico.
Alternative all’apposizione della data certaAlternative all’apposizione della data certa
In alternativa alla data certa, è possibile attestare la veridicità della
data attraverso l’attestazione della sottoscrizione del documento
medesimo da parte del datore di lavoro nonché, ai soli fini della prova
della data, dalla sottoscrizione per presa visione del responsabile deldella data, dalla sottoscrizione per presa visione del responsabile del
servizio di prevenzione e protezione e del rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza o del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
territoriale e dal medico competente, ove nominato.
Imprese di nuova costituzioneImprese di nuova costituzione
In caso di costituzione di nuova impresa, il datore di lavoro è tenuto ad
effettuare immediatamente la valutazione dei rischi elaborando il
relativo documento entro novanta giorni dalla data di inizio della
propria attività.propria attività.
Sanzioni per il datore di lavoroSanzioni per il datore di lavoro
A norma dell’art. 55 del D.Lgs. 81/08 il datore di lavoro è punito con
l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro:
a) che non effettua la valutazione dei rischi in collaborazione con il
responsabile dei servizio di prevenzione e protezione e il medicoresponsabile dei servizio di prevenzione e protezione e il medico
competente, ove prescritto (cfr. art. 29, comma 1);
b) che non provvede alla nomina del responsabile del servizio di
prevenzione (cfr. art. 17, comma 1, lett. b)) o che, in caso di
svolgimento diretto dei compiti di prevenzione e protezione, non
partecipi ai prescritti corsi di formazione (cfr. art. 34, comma 2);
Sanzioni per il datore di lavoroSanzioni per il datore di lavoro
Nei casi in cui il datore di lavoro non effettua la valutazione dei rischi in
collaborazione con il responsabile dei servizio di prevenzione e protezione e
il medico competente, ove prescritto (cfr. art. 29, comma 1), si applica la
pena dell’arresto da quattro a otto mesi se la violazione è commessa:
- nelle aziende industriali di cui all’art. 2 del D.Lgs. 17/08/1999, n. 334,
soggette all’obbligo di notifica o rapporto;
- nelle centrali termoelettriche, negli impianti e nelle installazioni di cui agli
artt. 7, 28 e 33 del D.Lgs. 17 marzo 1005, n. 230, nelle industrie estrattive
con oltre 50 lavoratori, nelle aziende per la fabbricazione e il deposito degli
esplosivi, polveri e munizioni, nelle strutture di ricovero e cura pubbliche
con oltre 50 lavoratori;
Sanzioni per il datore di lavoroSanzioni per il datore di lavoro
- in aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi
biologici, a atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, e ad attività di
manutenzione, rimozione smaltimento e bonifica di amianto.
- per le attività disciplinate dal titolo IV caratterizzate dalla- per le attività disciplinate dal titolo IV caratterizzate dalla
compresenza di più imprese e la cui entità presunta di lavoro non sia
inferiore a 200 uomini-giorno.
Sanzioni per il datore di lavoroSanzioni per il datore di lavoro
E’ punito con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro il datore di lavoro che
adotta il documento di valutazione dei rischi (cfr. art. 17, comma 1,
lett. a) senza programmare le misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza o senza l’individuazionemiglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza o senza l’individuazione
delle procedure per attuare le suddette misure in assenza delle misure
prescritte (cfr. art. 28, comma 2, lett. c) e d)). La stessa ammenda si
applica nel caso in cui il datore di lavoro adotti il documento di
valutazione dei rischi senza consultazione con il Rls o senza tener conto
di eventuali modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del
lavoro (cfr. art. 29, commi 1 e 2).
Sanzioni per il datore di lavoroSanzioni per il datore di lavoro
E’ punito con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro il datore di lavoro che
adotta il documento di valutazione dei rischi senza una relazione sulla
valutazione di tutti i rischi durante l’attività lavorativa, senza
l’indicazione delle misure di prevenzione e dei dispositivi di protezionel’indicazione delle misure di prevenzione e dei dispositivi di protezione
adottati, senza l’indicazione del nominativo del RSPP, del RLS e del
medico competente (cfr. art. 28, comma 2, lett. a), b), e) ed f)).
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti, secondo quanto disposto dall’art. 55 del D.Lgs. 81/08:
a) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 750 4.000 euro in caso in cui non
forniscano al volontario dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui è
chiamato ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla
propria attività o nel caso in cui non adottino le misure utili ad eliminare o, ove ciò non siapropria attività o nel caso in cui non adottino le misure utili ad eliminare o, ove ciò non sia
possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze tra la prestazione del volontario e altre attività
che si svolgano nell’ambito della medesima organizzazione (cfr. art. 3, comma 12-bis), in caso di
mancata consegna al rappresentante per la sicurezza del documento di valutazione dei rischi (cfr.
art. 18, comma 1, lett. o)), in caso non forniscano all'impresa appaltatrice o ai lavoratori autonomi
dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell'ambiente in cui sono destinati ad operare
e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività (cfr. art.
26, comma 1, lett. b)), in caso di mancata adozione delle disposizioni generali per la gestione
delle emergenze previste dall’art. 43, commi 1, lettere a), b), c), ed e) e 4 e in caso di mancata
adozione delle misure di pronto soccorso (cfr. art. 45, comma 1).
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro in caso di
mancata verifica, nelle ipotesi di affidamento di contratti di appalto o d’opera,
dell’idoneità tecnica professionale delle impresi appaltatrici (cfr. art. 26, comma 1, lett. a));
c) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.200 a 5.200 euro nel caso in
cui non venga tenuto conto, nell’affidare i compiti ai lavoratori, delle capacità e dellecui non venga tenuto conto, nell’affidare i compiti ai lavoratori, delle capacità e delle
condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e sicurezza (cfr. art. 18, comma 1, lett.
c)); nel caso di mancata adozione di misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che
hanno ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li
espongono ad un rischio grave e specifico (cfr. art. 18, comma 1, lett. e)); nel caso in cui
non sia richiesta l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché
delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi
di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione
(cfr. art. 18, comma 1, lett. f));segue lettera c)
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
nel caso di mancata adozione di appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche
adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente
esterno verificando periodicamente la perdurante assenza di rischio (cfr. art. 18, comma 1,
lett. q)); nel caso non sia assicurato che ciascun lavoratore, preposto, rappresentante dei
lavoratori o lavoratore incaricato di attività di prevenzione incendio riceva una informazione elavoratori o lavoratore incaricato di attività di prevenzione incendio riceva una informazione e
formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza (cfr. art. 36, commi 1 e 2 e
art. 37, commi 1, 7, 9 e 10); nelle ipotesi di mancate indicazioni affinché i lavoratori, in caso
di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possano cessare la loro attività, o
mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro e nel caso di mancata
adozione dei provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave ed
immediato per la propria sicurezza o per quella di altre persone e nell’impossibilità di
contattare il competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare
le conseguenze di tale pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici
disponibili (cfr. art. 43, comma 1, lett. d ed e));
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
d) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.500 a 6.000 euro in caso
di mancata nomina del medico competente per l’effettuazione della sorveglianza
sanitaria nei casi previsti (cfr. art. 18, comma 1, lett. a)), nel caso non fornisca ai
lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il
responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, overesponsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, ove
presente (cfr. art. 18, comma 1, lett. d)), in caso di mancato aggiornamento delle
misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno
rilevanza ai fini della salute (cfr. art. 18, comma 1, lett. z)) e nei casi di violazione
delle norme dettate dall’art. 26, commi 2 e 3, del D.Lgs. 81/08 in tema di obblighi
connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione (cfr. art. 26, commi 1
e 2);
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
e) con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro per la mancata richiesta al medico competente
dell’osservanza degli obblighi previsti a suo carico (cfr. art. 18, comma 1, lett. g)); nel caso
non venga consentito ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza, l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute (cfr.
art. 18, comma 1, lett. n); nel caso di mancata consegna del documento unico diart. 18, comma 1, lett. n); nel caso di mancata consegna del documento unico di
valutazione dei rischi da interferenze ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (cfr.
art. 18, comma 1, lett. p, seconda parte); in caso di mancata consultazione del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (cfr. art. 18, comma 1, lett. s); nel caso di
mancata convocazione, nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, della riunione
periodica; nel caso di mancata convocazione della riunione periodica nelle ipotesi di
eventuali significative variazioni delle condizioni di esposizione al rischio (cfr. art. 18,
comma 1, lett. v)); in caso di mancata convocazione della riunione periodica nelle ipotesi di
significative variazioni delle condizioni di esposizione al rischio (cfr. art. 35, comma 4);
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
f) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 6.600 euro nel caso in cui il
documento di valutazione dei rischi e quello di valutazione dei rischi da interferenze
non siano custoditi presso l’unità produttiva alla quale si riferisce la valutazione dei
rischi (cfr. art. 29, comma 4); qualora, nel corso della riunione periodica, il datore di
lavoro non sottopone all’esame dei partecipanti il documento di valutazione deilavoro non sottopone all’esame dei partecipanti il documento di valutazione dei
rischi, l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza
sanitaria, i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di
protezione individuale, i programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei
preposti e dei lavoratori ai fini della sicurezza e della protezione della loro salute
(cfr. art. 35, comma 2); qualora vengano effettuate visite mediche nei casi vietati
dalla normativa vigente (cfr. art. 41, comma 3);
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
g) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 4.500 euro nel caso di
mancata comunicazione all’INAIL, o all’IPSEMA, in relazione alle rispettive
competenze, a fini statistici e informativi, i dati relativi agli infortuni sul lavoro che
comportino un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni (cfr. art. 18, comma 1, lett.
r)); nel caso di mancata vigilanza affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo dir)); nel caso di mancata vigilanza affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di
sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica senza il
prescritto giudizio di idoneità (cfr. art. 18, comma 1, lett. bb)); nel caso di mancata
informazione al servizio di prevenzione e protezione ed al medico competente delle
notizie merito alla natura dei rischi, all’organizzazione del lavoro, alla
programmazione e l’attuazione delle misure preventive e protettive, alla descrizione
degli impianti e dei processi produttivi (cfr. art. 18, comma 2);
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
h) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 1.800 euro nel caso di
mancata comunicazione al medico competente della cessazione del rapporto di
lavoro (cfr. art. 18, comma 1, lett. g-bis)); nel caso di mancata comunicazione
all’INAIL, o all’IPSEMA, in relazione alle rispettive competenze, a fini statistici e
informativi, i dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal
lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento (cfr. art. 18, comma 1,
lett. r)); nel caso in cui non sia stato redatto un verbale della riunione periodica
(cfr. art. 35, comma 5);
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigenteSanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
i) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 500 euro per ciascun
lavoratore nel caso in cui, nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di
appalto o subappalto, il personale occupato dall’impresa appaltatrice o
subappaltatrice non sia munito di apposita tessera di riconoscimento corredata di
fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di
lavoro (cfr. art. 26, comma 8).
l) con la sanzione con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro in
caso di mancata comunicazione in via telematica all’Inail e all’Ipsema, nonché
per loro tramite al sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di
lavoro, in caso di nuova elezione o designazione, dei nominativi dei
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (cfr. art. 18, comma 1, lettera aa))
Le sanzioni per i prepostiLe sanzioni per i preposti
L’art. 56 dispone che i preposti, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze, siano puniti:
a) con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda da 400 a 1.200 euro nei casi di mancata vigilanza
sulla osservanza, da parte dei singoli lavoratori, dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni
aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei
dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della
inosservanza, di mancata informazione ai loro superiori diretti (cfr. art. 19, comma 1, lett. a)); nel
caso di mancata richiesta dell’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in
caso di emergenza e in caso di mancate istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave,
immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa (cfr. art. 19, comma 1,
lett. c)); nel caso, salvo eccezioni debitamente motivate, richiedere ai lavoratori di riprendere la loro
attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave e immediato (cfr. art. 19, comma
1, lett. 2)); nel caso di mancata tempestiva segnalazione al datore di lavoro o al dirigente sia delle
deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia di
ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla
base della formazione ricevuta (cfr. art. 19, comma 1, lett. f)).
Le sanzioni per i prepostiLe sanzioni per i preposti
b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 800 euro in caso di mancata
verifica affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano
alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico (cfr. art. 19, comma 1, lett.
b)); in caso di mancata informazione ai lavoratori esposti al rischio di un pericolo
grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere ingrave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in
materia di protezione (cfr. art. 19, comma 1, lett. d)); in caso di mancata frequenza
dei corsi di formazione (cfr. art. 19, comma 1, lett. g)).
Le sanzioni per il medico competenteLe sanzioni per il medico competente
L’art. 58 del D.Lgs. 81/08 prevede che il medico competente sia punito:
a) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a euro 800 nel caso di
mancata consegna al datore di lavoro, alla cessazione dell’incarico, della
documentazione sanitaria in suo possesso, nel rispetto delle disposizioni di cui al
decreto legislativo del 30 giugno 2003, n. 196, e con salvaguardia del segreto
professionale (cfr. art. 25, comma 1, lett. d)); nel caso di mancata consegna al
lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro, della documentazione sanitaria in
suo possesso (cfr. art. 25, comma 1, lett. e));
Le sanzioni per il medico competenteLe sanzioni per il medico competente
b) con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda da 300 a 1.200 euro nel caso non
programmi ed effettui la sorveglianza sanitaria attraverso protocolli sanitari definiti
in funzione dei rischi specifici e tenendo in considerazione gli indirizzi scientifici più
avanzati (cfr. art. 25, comma 1, lett. b)); nel caso non istituisce, anche tramite
l’accesso alle cartelle sanitarie e di rischio, aggiorna e custodisce, sotto la proprial’accesso alle cartelle sanitarie e di rischio, aggiorna e custodisce, sotto la propria
responsabilità, una cartella sanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a
sorveglianza sanitaria; nel caso non fornisce informazioni ai lavoratori sul significato
della sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti (cfr. art. 25, comma 1, lett. c)) e, nel
caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di sottoporsi
ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta
l’esposizione a tali agenti (cfr. art. 25, comma 1, lett. g));
Le sanzioni per il medico competenteLe sanzioni per il medico competente
c) con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da 400 a 1.600 euro nel caso non
collabori con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla
valutazione dei rischi, anche ai fini della programmazione, ove necessario, della
sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela
della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, all’attività di formazione edella salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, all’attività di formazione e
informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e alla
organizzazione del servizio di primo soccorso considerando i particolari tipi di
lavorazione ed esposizione e le peculiari modalità organizzative del lavoro (cfr. art.
25, comma 1, lett. a)); nel caso non visiti gli ambienti di lavoro almeno una volta
all'anno o a cadenza diversa che stabilisce in base alla valutazione dei rischi (cfr. art.
25, comma 1, lett. l));
Le sanzioni per il medico competenteLe sanzioni per il medico competente
d) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 600 a 2.000 euro nel caso non invii
all’ISPESL, esclusivamente per via telematica, le cartelle sanitarie e di rischio nei casi
previsti dal presente decreto legislativo, alla cessazione del rapporto di lavoro, nel
rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (cfr. art.
25, comma 1, lett. f)); nel caso non informi ogni lavoratore interessato dei risultati25, comma 1, lett. f)); nel caso non informi ogni lavoratore interessato dei risultati
della sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 e, a richiesta dello stesso, non gli
rilasci copia della documentazione sanitaria (cfr. art. 25, comma 1, lett. h)); nel caso
non comunichi per iscritto, in occasione delle riunioni periodiche, al datore di lavoro,
al responsabile del servizio di prevenzione protezione dai rischi, ai rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza, i risultati anonimi collettivi della sorveglianza sanitaria
effettuata e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati ai fini della attuazione
delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori (cfr.
art. 25, comma 1, lett. i));
Le sanzioni per il medico competenteLe sanzioni per il medico competente
e) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 4.000 euro nel caso di
mancata trasmissione, esclusivamente per via telematica, ai servizi competenti per
territorio, delle informazioni, elaborate evidenziando le differenze di genere, relative
ai dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori, sottoposti a sorveglianza sanitaria
secondo il modello in allegato 3B del D.Lgs. 81/08 (cfr. art. 40, comma 1)); nel caso disecondo il modello in allegato 3B del D.Lgs. 81/08 (cfr. art. 40, comma 1)); nel caso di
violazione delle norme contenute nel comma 3 dell’art. 41 in tema di visite mediche
(cfr. art. 41, comma 3)), nel caso non alleghi gli esiti della visita medica alla cartella
sanitaria e di rischio (cfr. art. 41, comma 5)); nei casi di cui alle lettere b), c) e d) del
comma 6 dell’art. 41 del D.Lgs 81/08, qualora non esprima il proprio giudizio per
iscritto dando copia del giudizio medesimo al lavoratore e al datore di lavoro (cfr. art.
41, comma 6-bis)).
Le sanzioni per i lavoratoriLe sanzioni per i lavoratori
I lavoratori sono puniti, a norma dell’art. 59 del D.Lgs. 81/08:
a) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 600 euro non osservino le
disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini
della protezione collettiva ed individuale (cfr. art. 20, comma 2, lett. b)); non utilizzino
correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi dicorrettamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di
trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza (cfr. art. 20, comma 2, lett. c)); non utilizzino in
modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione (cfr. art. 20, comma 2,
lett. d)); non segnalino immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le
deficienze dei mezzi e dei dispositivi nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di
cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle
proprie competenze e possibilità per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e
incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (cfr. art. 20,
comma 2, lett. e));segue lettera a)
Le sanzioni per i lavoratoriLe sanzioni per i lavoratori
nel caso rimuovano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di
controllo (cfr. art. 20, comma 2, lett. f)); nel caso compiano di propria iniziativa operazioni
o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possano compromettere la sicurezza
propria o di altri lavoratori (cfr. art. 20, comma 2, lett. g)); nel caso non partecipino ai
programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro (cfr. art. 20,programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro (cfr. art. 20,
comma 2, lett. h)); nel caso non si sottopongano ai controlli sanitari previsti dal presente
decreto legislativo o comunque disposti dal medico competente (cfr. art. 20, comma 2, lett.
i)); nel caso rifiutino, senza giustificato motivo la designazione come incaricati di primo
soccorso, prevenzione incendi o gestione delle emergenze (cfr. art. 43, comma 3).
b) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro nel caso in cui i lavoratori di
aziende che svolgono attività in regime di appalto o subappalto, non espongano apposita
tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e
l'indicazione del datore di lavoro (cfr. art. 20, comma 3).