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CHIRURGIA ENDOCRINO
Prof. Dobrinja
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MANAGING CANCRO della TIROIDE
Diagnosi
Un cancro della tiroide può avere uno sviluppo:
Intracapsulare, cioè lento
Extracapsulare, cioè rapido.
A gradino, sviluppo particolare “a poussè” per l’emorragia intratumorale.
A seconda dell’entità e della velocità dello sviluppo di un cancro della tiroide, si possono avere diversi
SEGNI CLINICI:
1. Tumefazione della tiroide
, Durezza
, Adenpatia cervicale
, Disfonia, dispnea, disfagia
, Anamnesi + per irradiazione zona del collo
2. Aumento del gozzo
3. Aumento di volume dei linfonodi
4. Metastasi a distanza
LABORATORIO:
TSH, FT3, FT4
Ab anti Tg e anti Perossidasi tiroidea
Tireoglobulina
CEA
Calcitonina + istamina, 5idrossitriptamina
IMAGING:
ECO esame più importante e eseguito di routine, che permette di rilevare:
o Grandezza dei noduli e loro contenuto
o Valutazione dei linfonodi potere di risoluzione 2-3 mm
o Ago aspirato: esame citologico (da C! a C5) cin ago CIBA
Scintigrafia, distingue tra nodulo caldo e freddo. Non è MAI usata nella diagnosi, ma solo nel follow
up per valutare la presenza di metastasi ossee funzionanti o recidive, a 30 giorni dalla tiroidectomia
totale.
TC collo e mediastino
Tracheoscopia
Esofagogramma
ESAME CITOLOGICO
1. Citologia preoperatoria (FNAB): esame eseguito su un ago aspirato di un nodulo tiroideo.
2. Istologia intraoperatoria: in caso di diagnosi maligna si asporta la restante tiroide; in caso di
benignità, si risveglia il paziente; in caso di impossibilità di stabilire la natura del nodulo non si
procede chirurgicamente, si risveglia il paziente e si attende la diagnosi istologica definitiva dopo
l’operazione.
3. Istologica postoperatoria: tale diagnosi richiede mediamente 2 settimane. Più frequentemente
conferma un sospetto citologico o una diagnosi istologica intraoperatoria (casi veri positivi), ma
talvolta può costituire una sorpresa in pazienti che si credevano affetti da malattie benigne o non
chiaramente maligne alla citologia (casi falsi negativi). Se il carcinoma viene individuato dopo
un'emitiroidectomia, spesso è necessario rioperare il paziente per asportare la restante ghiandola.
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DIAGNOSI DIFFERENZIALE per una tumefazione a livello del collo:
- Cancro della tiroide
- Adenoma della tiroide
- Gozzo
- Tiroidite acuta, subacuta e cronica
- Cisti tiroidee
- Cisti del collo: laterale o mediale
- Carcinomi paratiroidei
- Adenomi paratiroidei
- Tumefazioni linfonodali
- Sarcomi del collo
- Ernie muscolari
- Lesioni TBC
- Carbonchio
- Cisti embriogenetiche
- Lesioni muscolari del fascio del collo
Staging
DIFFUSIONE TUMORALE:
1. CONTINUITA’: in un primo momento la diffusione è all’interno della ghiandola, poi si spaosta al
lobo contro laterale prima attraverso l’istmo poi attraverso la rete linfatica.
2. CONTIGUITA’: vengono infiltrate le strutture vicine alla tiroide, cioè
Trachea, : tosse, dispnea ingravescente ed emoftoe
N. ricorrente: paralisi della corda vocale in abduzione comporta disfonia
Esofago: disfagia progressiva
Mm sottoiiodei: fissità rispetto ai piani mm, non è più solidale con gli atti della deglutizione
3. LINFATICI dai linfonodi laterocervicali ante e poste passa ai sovraclaveari e mediastinici.
4. EMATICA - Polmone
- Fegato
- Ossa
5. ENDOCELOMATICA carcinosi peritoneale.
TNM per neoplasie tiroide
Al solito, la classificazione utilizzata per la stadiazione è TNM:
T: tumore primitivo
- TX: tumore primitivo non definito
- T0: non segni di tumore primitivo
- Tis: carcinoma in situ
- T1: dimensione massima < 1cm limitato alla tiroide
- T2: dimensione massima > 1cm, ma < 4 cm limitato alla tiroide
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- T3: dimensione massima > 4 cm limitato alla tiroide
- T4: qualunque dimensione, ma esteso oltre la capsula della tiroide
N: linfonodi regionali
- Nx: i linfonodi regionali non possono essere definiti
- N0: assenza di metastasi
- N1a: metastasi nei L. cervicali omolaterali
- N1b: metastasi nei L. bilaterali, mediani, controlaterali, cervicali o mediastinici
M: metastasi a distanza
MX: metastasi a distanza non accertabili
M0: metastasi a distanza assenti
M1: metastasi a distanza presenti
Classificazione in base all’ISTOTIPO
Si può effettuare una classificazione più precisa, che si rifà al tipo di cancro.
Cancro papillifero e follicolare, è importante l’età del pz, si diversifica la classificazione facendo
riferimento all’età di 45 anni, che fa da cut off per quanto riguarda la prognosi: i carcinomi differenziati
papillari e follicolari in soggetti con età inferiore a 45 anni sono stati dimostrati avere una prognosi
decisamente migliore. Infatti, anche nel caso di mts a distanza, a livello di osso e polmone, la stadiazione
della malattia non supera il grado II.
Invece, per gli individui al di sopra dei 45 anni, si arriva a uno stadio III, quando il tumore inizia a
diffondersi a livello loco regionale, e anche IV, a sua volta suddiviso in tre sottostadi a seconda
dell’invasività INDIPENDENTEMENTE dalle dimensioni del tumore (che contano solo per i primi 3 stadi)!!!
• A, in cui l’invasione coinvolge i tessuti adiacenti del collo (mm, vasi, linfonodi)
• B, colonna vertebrale, parte superiore di collo e torace.
• C, altri organi distanti.
Cancro midollare prevede anch’esso 4 stadi ma è indipendente dall’età del pz.
Cancro anaplastico è SEMPRE al IV stadio.
Classificazione CLINICA
STADIO 1: tumore intracapsulare, non ha fissità propria, è mobile
STADIO 2: tumore intracapsulare con linfonodi palpabili omolaterali
STADIO 3: tumore con invasione e superamento della capsula tiroidea
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Terapia
Terapia CHIRURGICA
La chirurgia della tiroide consiste essenzialmente nella rimozione totale o parziale della ghiandola, che
può essere seguita o meno da dissezione linfonodale, anch’essa completa o selettiva.
Tiroidectomia totale, indicazioni:
• Malattia ad entrambi i lobi, esempio carcinoma papillifero che è multifocale.
• Localizzazioni linfonodali bilaterali, se all’ECO si rileva metastasi, linfadenectomia totale.
• Mts a distanza.
Emitiroidectomia, indicazioni:
• Lesione microscopicamente limitata a un lobo, rilevabile dal pdv clinico ed ecografico, come ad
esempio lesione follicolare.
• Assenza di linfonodi cervicali mts o mts a distanza.
L’intervento viene esteso quando all’istologico del lobo asportato risulta:
1. Invasione capsula tiroidea
2. Invasione vasi ematici e linfatici
3. Multifocalità
Dissezione radicale del collo, indicazioni:
• Più linfonodi positivi (es. palpabili) sia in un pz non trattato che in un pz trattato con chirurgia, o
chemio-radio, o entrambe.
• Estensione extracapsulare che coinvolge il nervo spinale accessorio e la giugulare interna.
Spesso i linfonodi metastatici si incollano a queste strutture, quindi si rendono necessari interventi
più demolitivi, quale ablazione bilaterale del mm sternocleidomastoideo.
Dissezione selettiva: qualsiasi tipo di linfadenectomia che preservi uno o più gruppi di linfonodi.
1. Dissezione sopraomoioidea
2. Dissezione posterolaterale
3. Dissezione laterale, rimozione linfonodi dei livelli dal II al IV.
4. Dissezione anteriore, sicuramente la più importante, in cui si rimuovono i linfonodi situati in
profondità al VI livello (attorno alle strutture viscerali del collo), utilizzando come riferimenti
superiormente l’osso ioide, inferiormente la fossetta soprasternale e lateralmente le carotidi.
Viene utilizzata nel caso di carcinomi papillari di dimensioni superiori a 1 cm.
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TIROIDECTOMIA TRADIZIONALE
E’ importante, ai fini della buona riuscita dell’intervento:
• Conservare le paratiroidi
• Evitare lesioni del nervo laringeo r.
• Emostasi e sutura per estetica
I tempi dell’intervento:
1. Incisione cutanea a collare secondo Koecher
2. Mobilizzare i lembi cutanei
3. Aprire rafe mediano cervicale
4. Divaricare e/o sezionare mm pretiroidei
5. Legare peduncolo vascolare superiore
6. Identificare le paratiroidi e n. laringeo ricorrente
7. Asportare lobo
8. Isolare e asportare lobo piramidale, se c’è
9. Drenaggi nelle logge di dissezione
10. Chiusura anatomica
COMPLICANZE dopo tiroidectomia totale:
1. Paralisi ricorrenziale (16%)
2. Ipoparatiroidismo postoperatorio con tetania
paratireopriva (12%)
Per quanto riguarda l’approccio, si distinguono:
TERAPIA CHIRURGICA CONSERVATIVA:
Forme papillifere e follicolari intracapsulari,
cioè con dimensioni al di sottodi 1 cm.
Tumore unilobare
Assenza di mts locali o sistemiche
si effettua emitiroidectomia (=lobectomia con
istmectomia) oppure una tiroidectomia
subtotale, che lascia in sede ilare 5g di tessuto
tiroideo (su 15-30g). questo approccio ha il
vantaggio di ridurre le complicanze
postchirurgiche e mantenere un grado
accettabile di eutiroidismo, ma non è possibile
eseguire il follow up con iodio 131 al fine di
visualizzare eventuali recidive, perché darebbe
dei falsi positivi.
Staz sottomentoniera e
sottomandibolare Staz giugulari superiori
(fino allo ioide)
Staz giugulari medie (dallo ioide al
bordo superiore della cricoide)
Staz giugulari inferiori (da cricoide
alla clavicola)
Staz Spinale e Cervicale
traversa
Staz Prelaringea (delfiana),
pretracheale e paratracheale
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TERAPIA CHIRURGICA ABLATIVA:
si effettua una tiroidectomia totale, per cui la pz necessiterò di una terapia ormonale sostitutiva a vita, di
un follow up con iodio 131 per valutare recidive e mts, e talvolta anche di radioterapia postoperatoria.
MIVAT (Mini-Invasive Video Assisted Thyroidectomy)
Sono stati sviluppati tre modelli, il più utilizzato in Italia e all’estero è quello proposto da un chirurgo
italiano, Paolo Miccoli.
Può essere effettuata in anestesia locale con blocco cervicale. Si effettua una piccola incisione di 15-20
mm (è di circa 4v minore rispetto a quella di Koecher, usata per l’intervento tradizionale) attraverso cui
si introducono gli strumenti e una piccola telecamera a fibre ottiche.
Vantaggi sono sicuramente:
a. per il pz miglior risultato estetico e riduzione del dolore nel tempo postoperatorio,
b. per l’operatore migliore visualizzazione delle strutture anatomiche, importante specie per
quanto riguarda il riconoscimento di nervi ricorrenti e paratiroidi, pertanto l’intervento ha una
sicurezza maggiore. Approccio centrale permette anche di dominare meglio la ghiandola.
Limitazioni sono:
a. volume del nodulo da asportare, che non deve essere superiore ai 35 mm (dal pdv ECO < 20ml)
b. patologia all’istologico su FNA deve essere o papillare a basso rischio, o follicolare o nodulo
benigno.
c. Precedenti chirurgie o irradiazioni non consentono questo approccio.
Pertanto non è una tecnica utilizzabile in casi di tiroiditi, gozzo immerso, Basedow, neo avanzata,
linfadenopatia cervicale sospetta…
Trattamento POST OPERATORIO
L- tiroxina: dato che i carcinomi differenziati della tiroide sono TSH dipendenti, il pz viene messo in
terapia con dosi variabili di L-tiroxina, ma tali da essere TSH oppressive. Si avranno quindi livelli di
TSH indosabili (< 0,01 mU/ml) e FT3 e 4 normali. In questo modo, si prevengono le recidive e si
prevengono/controllano le metastasi polmonari e linfonodali. L-tiroxina, una volta che il pz ha ben
documentata la stabilizzazione e remissione della malattia, può essere rivista nel suo dosaggio in
modo da portare il TSH a livelli fisiologici (1-2 mU/ml).
Tg: se positiva (cut off 15 ng/ml) in concomitanza a terapia TSH soppressiva con L-tiroxina, indica o
recidiva o residuo tiroideo. Da ricordare che se in circolo ci sono Ab anti Tg si possono ottenere falsi
negativi.
Le forme più a rischio di metastasi o il carcinoma anaplastico sono trattati con radioiodio terapia
(iodio 131, metabolica se captazione supera il 2%, altrimenti transcutanea). In particolare, si
preferisce questo approccio nel carso del carcinoma anaplastico perché più selettivo, quando la
classica radioterapia potrebbe aggredire anche gli organi vicini (trachea, esofago).
Chemioterapia limitata a forme metastatiche, utilizzo scarso, uso di adriamicina e cisplatino.
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Follow – up
WBS con radioiodio131 a 30 gg dall’intervento. Se negativo, controlli annuali di ecografia del collo,
dosaggio della Tg e valutazione dell´adeguatezza della terapia (FT4, FT3 e TSH). Se positivo,
proposta terapia con radioiodio. Eventualmente chirurgia per recidive locali o macrometastasi
polmonari, o metastasi linfonodali che non fissano lo iodio, che sono sufficientemente grandi da
essere operate, mentre le micro metastasi di norma non fissano radioiodio. Scintigrafia di controllo a 6 mesi. Annuale controllo clinico e dosaggio Tg: come detto prima, un valore indosabile di Tg o una WTS
negativa non necessariamente escludono la presenza di metastasi, l’esame SICURO e di riferimento
per le mts loco regionali è come sempre ECO+FNA. • Per linfonodi + alla scintigrafia, trattamento radioiodio o chirurgico (linfadenectomia).
ECO cervicale: all’Eco un linfonodo metastatico si riconosce perché presenta una vacsolarizzazxione
periferica-ilare o entrambe nel caso di linfonodi linfomatosi. Questo è importante ai fini di una D/D
con i linfonodi reattivi, che presentano invece una vascolarizzazione periferica e appaiono
prevalentemente avascolari! Terapia ormonale Dosaggio TSH e ormoni liberi.
131I SCAN, o WBS
La scintigrafia si esegue per ricercare metastasi loco-regionali e a distanza in pazienti sottoposti a
tiroidectomia totale per un carcinoma differenziato e con elevati livelli di TSH nel sangue.
L’esame si effettua in presenza di elevati livelli di TSH e di tireoglobulina e per valutare il residuo
tiroideo. !!!!! Se WBS negativa ma livelli Tg sierica in aumento, esame indicato è FDG PET!!!!!
Le metastasi del carcinoma tiroideo follicolare e papillare possono captare lo iodio radioattivo:
somministrando per via orale il tracciante 131I o 99mTc ed effettuando una scintigrafia è quindi possibile
determinare sede, numero e grado di captazione delle metastasi prima d’eseguire la terapia radio
metabolica.
Prognosi
La PROGNOSI dei carcinomi differenziati è generalmente molto buona, sopravvivenza a 10 anni
dell’85-90%, influenzata da età del pz, istotipo ed estensione al momento della diagnosi.
Recidive locali 20% casi e metastasi a distanza 15%.
Nei carcinomi tiroidei indifferenziati (dedifferenziati o anaplastici) la terapia chirurgica (tiroidectomia
totale con linfadenectomia allargata naturalmente, nell’anaplastico nemmeno quella perché altamente
invasivo e sarebbe necessaria demolizione eccessiva) ha un´efficacia limitata, perché per le
caratteristiche del tumore, che con la sua rapida crescita infiltra le strutture del collo in modo importante:
l´exeresi radicale è quasi sempre impossibile. Quello che si può fare è una tracheostomia, debulking o
comunque interventi di palliazione. La radioterapia esterna, spesso impiegata dopo l´atto chirurgico,
fornisce risultati in genere insoddisfacenti. Anche la chemioterapia con diverse combinazioni di farmaci si
è rivelata del tutto inefficace. Qualunque sia il trattamento tentato, la sopravvivenza media di questi
pazienti è di 3-6 mesi.