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giancarlo-castelli
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3. Temporanei o Permanenti?
Perché è importante? Due motivi che rendono la distinzione tra
temporanei e permanenti importante:
1. Legislazione per la protezione dell’impiego: terminare un rapporto di lavoro è costoso, terminare un contratto a termine costa zero.
2. Incertezza sul ciclo economico: in periodi di espansione le imprese necessitano lavoratori aggiuntivi e tendono a ridurre la mano d’opera in recessione
Oggi studiamo la scelta ottimale della forza lavoro in presenza di
Costi per terminare un rapporto di lavoro Condizioni economiche che possono essere buone o
cattive
Sommario Scelta ottimale dell’occupazione senza
costi di licenziamento (impresa flessibile)
Scelta ottimale dell’occupazione nell’impossibilità di licenziare (impresa rigida)
Scelta ottimale dell’occupazione se è possibile combinare temporanei e permanenti (buffer stock)
Evidenza empirica per l’Italia
L’impresa flessibile
Impresa flessibile
Funzione di produzione
Y = Ai log L
Ai indica il ciclo economico ed influenza la produttività del lavoro: In espansione Ai = Ah
In recessione Ai = Al
Naturalmente Ah > Al
Impresa flessibile
La produttività marginale del lavoro quindi è:
Ai indica il ciclo economico ed influenza la produttività del lavoro:
In espansione YL = Ah / L
In espansione YL = Al / L
L
A
L
YY
i
L
Impresa flessibile
Semplifichiamo: Il salario w è fisso (mercati del lavoro
competitivi)
Il prezzo di vendita dell’output è 1
Non esistono costi per licenziare (o assumere) i lavoratori
La distinzione tra temporanei e permanenti è inutile!
Impresa flessibile Come sceglie l’occupazione l’impresa
flessibile?
La condizione di ottimalità è sempre la stessa:
YL = w
In espansione:
In recessione:
w
ALw
L
A hh
h
w
ALw
L
A ll
l
Impresa flessibile: un esempio Fissiamo i seguenti parametri:
w = 1
Ah = 10
Al = 4
Quanto assume l’impresa flessibile in espansione e in recessione? Lh = Ah / w = 10
Ll = Al / w = 4
Impresa flessibile: un esempio
L’impresa rigida
Impresa rigida
L’impresa rigida sa che non potrà licenziare in recessione…
Non può massimizzare i profitti in ogni periodo
La cosa migliore che può fare è massimizzare i profitti attesi
Per questo è necessario sapere con che probabilità ci si troverà in recessione o espansione
p = probabilità di trovarsi in espansione 1 –p = probabilità di trovarsi in recessione
Impresa rigida L’impresa flessibile sceglie L
massimizzando
L’impresa rigida massimizza i profitti attesi:
recessionein log
espansionein log
wLLA
wLLAlFl
hFh
wLLAppA
wLLApwLLAplhR
lhR
log)1(
log)1(log
Impresa rigida
La condizione di ottimalità in questo caso è:
Nel nostro esempio numerico, se p = 0,5:
LR = (0,5 x 10) + (0,5 x 4) = 7
w
AppALw
L
AppA lhR
lh )1(
)1(
Confronto impresa flessibile vs. impresa
rigida
Impresa flessibile vs. impresa rigida Implicazioni di quanto visto fino ad ora:
Implicazione 1: l’occupazione media nell’impresa flessibile e in quella rigida è la stessa. Ovvero, in paesi con EPL molto forte l’occupazione non è necessariamente inferiore all’occupazione in paesi con EPL molto debole
Implicazione 2: la volatilità dell’occupazione è maggiore nell’impresa flessibile che in quella rigida.
Implicazione 3: i profitti dell’impresa flessibile sono maggiori di dei profitti dell’impresa rigida. L’impresa rigida non sta massimizzando i profitti in nessuno periodo!
Implicazione 1
Australia
Austria
BelgiumCanada Czech Republic
Denmark
Finland FranceGermanyGreece
Hungary
Ireland
Italy
Japan
KoreaNetherlandsNew Zealand Norway
Poland
Portugal
Slovak Republic
Spain
Sweden
SwitzerlandUnited Kingdom
United States
05
10
15
20
Sta
nd
ard
ise
d u
nem
plo
ymen
t ra
te
0 1 2 3 4EPL indicator (v2)
Implicazione 2
Australia
Belgium
Canada
Czech Republic
Denmark
Finland
France
Germany
Greece
HungaryItaly
Japan
Korea
Mexico
Netherlands
New ZealandNorway
Poland
Portugal
Spain
Sweden
Switzerland
TurkeyUnited Kingdom
United States
01
23
en
try r
ate
in
to u
ne
mplo
ym
ent
0 1 2 3 4EPL indicator (v2)
Implicazione 3
Impresa flessibile
Impresa rigida
Produttività marginale
10 10
Espansione Occupazione 10 7
Profitti 13.0 12.5
Produttività marginale
4 4
Recessione Occupazione 4 7
Profitti 1.5 0.78
MEDIA 7.3 6.6
Buffer-stock model
Buffer-stock model
Cosa accade se l’impresa può usare insieme contratti permanenti e temporanei?
Manteniamo le ipotesi che Non è possibile licenziare i
permanenti Il ciclo economico è incerto
Buffer stock model La scelta ottimale consiste nell’assumere un
numero di lavoratori permanenti pari all’occupazione ottimale in recessione e espandere la forza lavoro con temporanei in espansione:
Buffer stock model Limitazioni:
1. Non sempre i contratti permanenti si possono rinnovare più volte (se si susseguono periodi di espansione)
2. Assumere lavoratori temporanei spesso richiede costi aggiuntivi (formazione, agenzie, salari, etc.)
3. Lavoratori temporanei spesso cercano occupazioni permanenti altrove e potrebbero andarsene autonomamente
Buffer stock con costi aggiuntivi Proviamo a capire cosa succede
togliendo la limitazione 2.
Assumere lavoratori temporanei costa di più che assumere i permanenti (salario più alto, costi di agenzia, etc.)
Salario dei permanenti = w Salario dei temporanei = w (1+μ)
Buffer stock con costi aggiuntivi La strategia occupazionale
dell’impresa è sempre assumere uno stock fisso di permanenti da completare con temporanei in espansione:
Buffer stock con costi aggiuntivi In espansione si assumono
permanenti fino a che la produttività marginale del lavoro è uguale al costo marginale, che ora è w (1+μ)
In recessione quanti permanenti si assumono?
Esiste un incentivo a assumere più permanenti del necessario per non dover assumere troppi temporanei (più costosi) in espansione
Buffer stock con costi aggiuntivi
Le riforme del lavoro in Italia
Contratti temporanei: le riforme al margine Numerosi interventi dalla metà degli
anni 90: Treu 1997; Salvi 2000; Contratti a termine 2001.
Sicuramente la flessibilità ha un ruolo importante nella creazione di posti di lavoro
Contratti temporanei: evidenza empiricaNuovi occupati con contratti non-standard (in % di tutti i nuovi occupati)
40.2% 41.3%42.8% 43.9% 44.5%
50.2% 50.4%
46.9%49.4% 49.9%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
1993-1994 1994-1995 1995-1996 1996-1997 1997-1998 1998-1999 1999-2000 2000-2001 2001-2002 2002-2003
Contratti temporanei: evidenza empirica
Transizioni verso la non occupazione per tipologia contrattuale(% occupati anno precedente)
5.6 5.64.7 5.0
4.3 4.43.6 3.6 3.8 3.8
20.5
16.217.2
15.3 14.9 14.814.0
12.1 12.5 12.5
0
5
10
15
20
25
1993-1994 1994-1995 1995-1996 1996-1997 1997-1998 1998-1999 1999-2000 2000-2001 2001-2002 2002-2003
Standard Non-standard
Riforme dei contratti “tipici”
Riforme dei contratti temporanei
Growthless job creation vs. jobless growth
The honeymoon effect