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Ereticamente http://www.ereticamente.net/2018/07/la-costellazione-del-cigno-riflessa-nella-svastica-della-rosa-camuna-2-parte-gaetano-barbella.html 3.1 La mappa della vita e lo svilupparsi della memoria Illustrazione 1: Mappa di Bedolina (Capo di Ponte). Grande figurazione topografica lunga circa 5 metri. Siamo giunti ora al punto in cui, nella mappa di Bendolina dell’illustr. 1 è come se vedessimo una primordiale mappa della vita cromosomica umana, da paragonarsi a quella mostrata di seguito con l’illustr. 2 Nella mappa di Bedolina i tanti quadrati punteggiati possono raffigurare una certa sequenza del Dna in cui i puntini rappresentano “basi chimiche” che nel Dna umano sono circa tre miliardi. Di qui l’idea di un continuo “moltiplicarsi” nel tempo di una razza umana che ebbe inizio qui in Valcamonica della provincia di Brescia. In altro modo può essere interpretata la mappa in esame facendo capo ad un alveare di api in cui la proliferazione è affidata, come si sa, all’ape regina, e per Bedolina essa la si può intravedere nel segno che ho evidenziato in verde, in alto a sinistra dell’illustr. 1. L’ape regina è naturalmente la nostra Rosa Camuna che si trova collocata sulla mappa nelle immediate adiacenze ‒ mettiamo ‒ dell’abitazione dello sciamano della tribù di Bedolina. O forse, più probabilmente, è l’abitazione del capo dei guerrieri, ad esempio quello dell’illustr. 2 con casco raggiato. Gli sciamani, preferiscono un luogo appartato, lontano dal resto dei loro simili, e di solito questo luogo è una grotta. In stretta relazione della mappa di Bedolina con l’ipotesi di una primordiale mappa della vita cromosomica umana, supposto in precedenza, affascina l’idea che si tratta dell’abbozzo del cervello umano. Lo suggerirebbe, secondo me, la simbologia del casco raggiato dei supposti guerrieri dell’illustr.ni 2 e 6 della prima parte di questo scritto, interpretati come segno di regalità. Ma è vero pure che il cervello ha per davvero lo stesso significato che trova poi nel cuore la sua vera sede interiore.

3.1 La mappa della vita e lo svilupparsi della memoria · Boncinelli, è che «la bellezza di questa ricerca è proprio nell’aver mostrato che il progetto ... esercita la funzione

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3.1 La mappa della vita e lo svilupparsi della memoria

Illustrazione 1: Mappa di Bedolina (Capo di Ponte). Grande figurazione topografica lungacirca 5 metri.

Siamo giunti ora al punto in cui, nella mappa di Bendolina dell’illustr. 1 è come se vedessimo unaprimordiale mappa della vita cromosomica umana, da paragonarsi a quella mostrata di seguito conl’illustr. 2

Nella mappa di Bedolina i tanti quadrati punteggiati possono raffigurare una certa sequenza del Dnain cui i puntini rappresentano “basi chimiche” che nel Dna umano sono circa tre miliardi.

Di qui l’idea di un continuo “moltiplicarsi” nel tempo di una razza umana che ebbe inizio qui inValcamonica della provincia di Brescia. In altro modo può essere interpretata la mappa in esamefacendo capo ad un alveare di api in cui la proliferazione è affidata, come si sa, all’ape regina, e perBedolina essa la si può intravedere nel segno che ho evidenziato in verde, in alto a sinistradell’illustr. 1. L’ape regina è naturalmente la nostra Rosa Camuna che si trova collocata sulla mappanelle immediate adiacenze ‒ mettiamo ‒ dell’abitazione dello sciamano della tribù di Bedolina. Oforse, più probabilmente, è l’abitazione del capo dei guerrieri, ad esempio quello dell’illustr. 2 concasco raggiato. Gli sciamani, preferiscono un luogo appartato, lontano dal resto dei loro simili, e disolito questo luogo è una grotta. In stretta relazione della mappa di Bedolina con l’ipotesi di unaprimordiale mappa della vita cromosomica umana, supposto in precedenza, affascina l’idea che sitratta dell’abbozzo del cervello umano. Lo suggerirebbe, secondo me, la simbologia del cascoraggiato dei supposti guerrieri dell’illustr.ni 2 e 6 della prima parte di questo scritto, interpretaticome segno di regalità. Ma è vero pure che il cervello ha per davvero lo stesso significato che trovapoi nel cuore la sua vera sede interiore.

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La scienza è d’accordo nel credere che la testa dell’uomo, come di qualsiasi vivente, nel cominciarea prefigurarsi alla vita terrena, segue un certo itinerario genetico, in netto anticipo sul resto, puresse in formazione secondo gli schemi cromosomici. «I geni che formano la testa cominciano afunzionare quando ancora l’embrione che diventerà “non sa” dove andrà la testa e dove i piedi. Inquesta fase, la porzione dell’embrione che diventerà la testa è smisuratamente grande rispetto alresto, come se la natura si sia voluta concentrare sulla parte più nobile di un individuo, lasciandoperdere temporaneamente il resto».

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Illustrazione 2: La mappa della vita.

Sono parole di un illustre scienziato contemporaneo della biologia molecolare, Edoardo Boncinelli(vedi note 13) che ha compiuto accurate ricerche sui geni architetti preposti allo sviluppo delcervello, la cui formazione è regolata in maniera indipendente da quella di tutto il resto del corpo.Non solo, aggiunge il prof. Boncinelli, quei geni architetti «probabilmente rappresentano la nostra

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parte più antica rimasta sostanzialmente inalterata da quando comparvero sulla terra i primi animalidotati di testa, cioè subito dopo le meduse nella scala evolutiva». La conclusione a riguardo, diBoncinelli, è che «la bellezza di questa ricerca è proprio nell’aver mostrato che il progettofondamentale del corpo umano è stato deciso centinaia di milioni di anni fa e che tutti gli animalioggi esistenti, uomo compreso, non rappresentano che delle variazioni al tema». «Un bambino iniziaa svilupparsi con l’attivazione di questi geni “preistorici”, quindi, è come se in pochi giorniripercorresse l’intera storia evolutiva».

Ma c’è di più da ipotizzare sul conto della mappa in questione, perché per essa si associa anche adun altro teorema della vita atto a concepire nell’uomo di quell’epoca preistorica il formarsi dellamemoria. I tanti “quadrati” di Naquane (o di Bedolina) potrebbero essere interpretati come unastruttura di memoria analoga a quella dei calcolatori. L’illustr. 3 mostra una superata struttura diuna memoria a nuclei magnetici (a sinistra) e schema di un piano di memoria (a destra), di facilecomprensione. Per il calcolatore ipotetico cui è riferita la discussione, si è assunta una memoriasemplificata, a 10 piani (tanti quanti sono i bit per parola) e 64 bit per piano. Il secondo schemamette in evidenza, per ogni piano, la posizione dei nuclei, i fili di attivazione e il cosiddetto filo disenso o di lettura10.

Illustrazione 3: Struttura di memoria a nuclei magnetici (a sinistra) e schema di un piano dimemoria (a destra).

3.2 Il magnetismo potrebbe spiegare l’irraggiamento delle teste dei guerrieri e delsacerdote dei Camuni

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Illustrazione 4: Statua-menhir Bagnolo10. Partic.

È possibile una versione diversa, forse più plausibile, da quella fornita dal prof. Cupitòdell’Università di Padova, che ha spiegato i grafemi della statua-menhir di Bagnolo 10 delle illustr. 7e 8 del capitolo 3, in particolare quando dice: «in questo caso […] vi sono elementi maschili efemminili» e successivamente, «lo scialle pettorale e un pendaglio a doppia spirale» (illustr. 4). Visono due fatti che sembrano portare questa concezione in un’altra direzione: uno è quellodell’analogo doppio grafema, il presunto «pettorale-pendaglio a doppia spirale», e l’altro è lanecessità di dare una spiegazione all’irraggiamento del sacerdote, che io considero alla strega disciamano, e dei guerrieri con casco raggiato, appunto (illustr. 5).

Secondo me si tratta di un modo di esprimere un presunto potere magnetico posseduto da questepersone che si distinguevano, a ragione di ciò, dal resto delle persone delle popolazioni camune. Ègrazie a questo potere che essi potevano esercitare il loro dominio che poi, di conseguenza, irispettivi sudditi mantenevano saldamento con il potere delle armi presenti con pugnali e asce sullestatue-menhir.

Illustrazione 5: sacerdote e guerriero con casco raggiato.

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Di qui il passo è breve per legare queste concezioni con quel pettorale e pendaglio a doppia spiralepresente in gran parte delle statue-menhir della Valcamonica e Valtellina.

Resta da spiegare il grafema del «pendaglio a doppia spirale» che può avere questa versione:

Il segno cui si riferisce può essere riferibile alle narici di un simbolico naso, cosa che può farriferimento al potere del senso dell’olfatto invi riposto.

< Il quinto ed ultimo senso l’olfatto, lo possiamo definire il più antico dei sensi, in tempi primitiviquando ancora non esisteva la tecnologia, l’uomo aveva bisogno di una guida sensoriale e l’olfattoessendo legato alla nostra parte primordiale, ha permesso all’uomo di quelle epoche lasopravvivenza. Gli odori che sentiamo, restano impressi nella memoria olfattiva, come quandosentiamo un profumo, che ci riporta al momento vissuto in particolari circostanze. Immanuel Kantgrande filosofo tedesco definiva l’olfatto “contrario alla libertà” perché respirando siamo costretti apercepire con l’olfatto ogni genere di odore.

Il senso dell’olfatto è l’unico le cui informazioni arrivano direttamente alla corteccia celebrale, cheesercita la funzione da filtro. Fra gli organi di senso l’olfatto, che ha sede nella cavità nasale, è il piùantico e il più legato alle nostre origini animali è dunque legato all’intuito, la capacità di scegliere.Per gli animali a noi simili l’olfatto è vitale, essendo usato per trovare cibo, sfuggire ai predatori,scegliere un partner. E’ attraverso l’odorato che sentiamo il profumo della pelle degli altri, e cisentiamo attratti o respingiamo. Il naso è anche un simbolo sessuale: la sua forma allungata eprominente ha fatto sì che Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, lo collocasse fra i principalisimboli fallici. Attraverso il naso respiriamo l’aria che ci collega con tutti gli esseri, l’aria entra nelnaso portando con sé un’infinità di messaggi; di una persona che ha l’olfatto molto sviluppato si diceche ha fiuto. Il fiuto interiore svela simpatia e antipatia, orienta i desideri e le parole, guida ilcammino della vita. Lo possiamo definire il più sensibile, in quanto può percepire gli odori anche dialtri piani, infatti si dice che i Santi sono in “ odore” di santità per il profumo che emanano e chi haun olfatto spiritualizzato sente profumi a volte sconosciuti. >11

A questo punto volendo immaginare con degli esempi, come si manifesta il magnetismo nellosciamano, ma anche in modo ridotto quello dei guerrieri ‒ mettiamo ‒ della tribù di Bedolina, delquale si è parlato in precedenza, si ha modo di spiegare un peculiare significato simbolico dellastatua-menhir dell’illustr. 11, che ho attribuita a lui o a chi come lui di altri siti della Valcamonica.

Si tratta del discusso «pettorale» molto nutrito di linee parallele, quasi a identificare una calamita aforma di cavallo che, in modo ridotto di linee parallele, è presente in altre statue-menhir.

Le linee in questione possono essere le linee di flusso magnetiche, appunto. Come paragone servemolto esaminare un papiro egizio attribuito allo scriba Ani dell’antico Egitto12, in cui è raffigurato ildio Osiride in trono rappresentato come un ideale magnete (illustr. 6). Nell’insieme ogni cosa èinformata al suo orientamento. In alto all’esterno i 12 serpenti (i mesi dell’anno) rappresenterebberole linee di forza magnetiche come quelle della Terra concepita come una geodinamo (e come quelledel pettorale dello sciamano-sacerdote.

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Illustr. 6: Partic. del papiro di Ani

Illustrazione 7: Rappresentazione didatticadi magneti elementari in un asta di ferroraffigurati come aghi di bussola.

Più da vicino le linee di forza del dio Osiride sono disposte in modo da essere tutte informate ad unsolo senso direzionale come è mostrato con l’illustr. 7. Accanto al papiro di Osiride si vede larappresentazione didattica di magneti elementari in un asta di ferro raffigurati come aghi di bussola.A destra è il caso di un asta amagnetica; a destra l’asta è magnetica come il corpo di Osiride o dellostregone della tribù di Bedolina13.

4 La costellazione del Cigno riflessa nella Rosa Camuna

4.1 Sul terrazzo nelle sere d’estate.

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A cominciare dai mesi estivi, in particolare da luglio, verso sera mi piace godermi, dopo la cena, lebelle serate sul terrazzo di casa. Mi siedo sulla sdraio e sono subito attratto dal brillare particolaredi tre stelle che, verso le 21, 22, si notano molto bene in alto e che ho imparato a conoscerle. È ilnoto triangolo estivo, un asterismo che, nell’emisfero boreale, appaiono appena dopo il tramonto dagiugno ai primi giorni di gennaio. Una di quelle stelle, puntando gli occhi quasi sulla verticale, ossianel punto del cosiddetto zenit astronomico, è Deneb, l’astro più luminoso della costellazione delCigno. La mia abitazione, seppure posta in relativa periferia della città, che è Brescia, risente dellafoschia presente nell’aria e in più disturba la luce diffusa dalle illuminazioni delle strade, tanto danon permettermi di ammirare la costellazione del Cigno, anche con un binocolo. Ma mi basta lavisione di Deneb e le altre due, Altair della costellazione dell’Aquila e Vega nella costellazione dellaLira, più brillati della prima.

Come già appena accennato, Deneb, in virtù della sua declinazione astronomica (termine checorrisponde alla latitudine terrestre) è +45°16′49,22″ e questo valore si accosta alla latitudine diBrescia che è 45°32’23,23”. Come si vede i due valori non si discostano molto, per dire che allagiusta ora siderale Deneb è quasi allo zenit qui sul terrazzo di casa mia e questa condizione vale,all’incirca, anche per Capo di Ponte, il luogo delle incisioni rupestri in discussione, posta più a Nordalla latitudine di 46°01’54,84”.

Ecco a lungo andare, fra le tante meditazioni fatte continuamente su quella sdraio, come sotto laguardia ferrea della magnetica Deneb, mi si è fatta strada la convinzione che questa stella non siaestranea alla storia, quasi mitica della civiltà dei Camuni. È un suo messaggio inviatomi più di 1400a anni luce di un tempo passato? O forse di più fino a 3200 anni luce, la massima distanza ad essaattribuita, poiché non è stata ancora possibile misurarla per la poca luminosità: dunque quasi neltempo del sorgere della Rosa Camuna. Deneb è in ogni caso fra le stelle di prima magnitudine quellapiù distante dal Sole. Il suo nome deriva dall’espressione araba Dhaneb, che significa coda.

Che riflessione fare con la meditazione sulla stella Deneb? Io penso che capita quasi sempre così conle grandi scoperte, un fatto quasi banale di “passaggio” per far nascere idee rivoluzionarie, comequella della storiella sul grande genio inglese del Seicento Sir Isaac Newton. Egli, mentresonnecchiava sotto un albero di mele, venne svegliato dall’improvviso colpo di un frutto maturo sullasua testa. Lo scienziato s’interrogò su quale sia la forza che aveva fatto cadere la mela e, dopo unpo’, arrivò a formulare la sua famosa legge di attrazione universale.

4.2 La costellazione del Cigno riflessa nella Rosa Camuna

Zenit e Nadir sono anche chiamati poli dell’orizzonte e consideriamo che sia l’ora di una certa“resurrezione dai morti”, un antico passato della civiltà dei Camuni, in sede di un certo Nadir cheemerge mio tramite per ricongiungersi col suo gemello Zenit, la costellazione del Cigno.

Come concepire questa unione, se non con la Rosa Camuna, una delle trenta e forse più disseminatenella Valcamonica, ma anche altre simili in altri luoghi europei e asiatici?

Sulla scorta delle ipotesi legate al segno della Rosa Camuna, notevolmente diffusa nel comprensoriodella Valcamonica, nulla ci vieta di immaginare che il primo artista-scultore dei graffiti rupestri inquestione, nel tracciare la prima Rosa Camuna sulla roccia, riusciva a immaginare le stelle del Cignodella presunta origine. Cioè che si trattasse anche di una sorta di sciamano capace di fare viaggidell’anima verso la sua origine. Probabilmente lo stesso sciamano della tribù del parco di Naquanedell’illustr. 13 o altri simili a lui. Questo in premessa, ma affascina l’idea di concepire una teoria inmerito, cioè che ci possa essere la stella in questione – mettiamo – attraverso uno dei puntini segnatisul giusto segno della Rosa Camuna da scegliere fra il ricco repertorio in merito. E la scelta non puòche cadere sul segno della Rosa Camuna a svastica impresso sulla roccia 57 di Vite, Paspardo, la cui

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foto è quella dell’illustr. 3, la stessa mostrata dall’illustr. 9.

Illustrazione 8: Correlazione delle piramidi di Giza con la cosstellazione del Cigno.

Ma è interessante il fatto che questa stessa Rosa Camuna si trova come replicata in Inghilterra, aIlkley Moore nello Yorkshire. Qui è nota col nome di Swastika Stone [vedi nota 1, prima parte].

E pensare che la stella Deneb del Cigno è stata associata, dal ricercatore Andrew Collins, alle trepiramidi di Giza, i cui vertici corrisponderebbero alle stelle ε, γ e δ Cygni. Questa coincidenza, diconseguenza, accomunerebbe la civiltà camuna legata ai Celti a quella egizia, un fatto davverointeressante (illustr. 8).

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Illustrazione 9: A sinistra: Rosa Camuna a svastica sulla roccia 57 di Vite, Paspardo; a destra:Costellazione del Cigno riflessa nella Rosa camuna.

Comunque ritornando alla Rosa Camuna, l’idea di intravedervi lo schema della costellazione delCigno sembra calzante, perché ce lo fa supporre il fatto che il suo autore ha posto in evidenza ladisposizione dei pallini che qui formano una chiara croce. Questa cosa lo ha indotto poi ad adattarein modo artificioso i contorni del segno della Rosa Camuna. Di qui l’idea che a questi pallini possonocorrispondere le stelle di una certa costellazione presente in cielo, da rintracciare presumibilmente‒ mettiamo ‒ sulla linea zenitale del meridiano celeste. E facendo capo a Capo di Ponte sappiamoche il meridiano zenitale è intorno ai 45°, riferito al Nord naturalmente. Si capisce che non si trattadi una condizione riferibile al passato, quando fu disegnata sulla roccia della Valcamonica la primaRosa Camuna, ma solo in relazione alla mia meditazione esposta nel capitolo precedente (analoga alfatto della “mela” di Newton), a guisa di un messaggio casuale, apparentemente slegato ai fatti inesame ‒ chiamiamolo intuizione. A questo punto non è stato difficile costatare che la costellazioneboreale che meglio di tante altre si adatta alla ricercata croce stellare della Rosa Camuna, è quelladel Cigno, nota come la Croce del Nord, in contrapposizione della Croce del Sud, come si vedenell’illustr. 9.

NOTE

10Tratto dalla «Enciclopedia della Scienza e della Tecnica», vol. II – Ediz. Mondadori

11Fonte: https://www.yogavitaesalute.it/yoga-per-tutti/lolfatto/

12Papiro della XVIII dinastia dei faraoni dell’antico Egitto rinvenuto nella tomba dello scriba Ani econservato nel British Museum di Londra.

13 Tratto da «Corso di Elettronica», Istituto Svizzero di Tecnica di Luino