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AssoSoftwareDayPress martedì, 12 marzo 2019

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AssoSoftwareDayPressmartedì, 12 marzo 2019

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12/03/2019 Quotidiano del Fisco - Il Sole 24 Ore Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware

12/03/2019 EutekneInfo

12/03/2019 Agenda Digitale

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 34 PAGINA A CURA DI MATTEO BARBERO

12/03/2019 Corriere della Sera Pagina 2

12/03/2019 EutekneInfo

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 29 CRISTINA BARTELLI E FRANCA FLORIS

12/03/2019 EutekneInfo

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 30 LUIGI MY E VITO POTENZA

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 4 DOMENICO CACOPARDO

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 19 Pagina a cura diLuca Gaiani

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 19

11/03/2019 Agenda Digitale

12/03/2019 Agenda Digitale

12/03/2019 Agenda Digitale

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Luca Orlando

12/03/2019 EutekneInfo

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Luca De Stefani

AssoSoftwareDayPressmartedì, 12 marzo 2019

Dicono di Noi

Fattura elettronica, la prevenzione gioca d'anticipo sul rischio di attacchi informatici 5

La e-fattura non scartata dal Sistema di Interscambio non può essere rifiutata 8

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Nuovo piano triennale Agid, Cogo: "Buona notizia, resta il problema della governance" 9

Semplificati i lavori a bilancio 10

Il dossier taglia-costi nelle Rsa: una tassa per aiutare gli anziani 11

Danni con franchigia dalla nomina per amministratori e sindaci 13

Un portale per 20 mld di fondi 15

Agricoltura e Dogane

Non ammessa la duplicazione dell' IVA sulle royalties 17

Privilegio speciale doc 18

Tav, la metropolitana d' Europa 20

Contabilità e Bilancio

Nuovo iperammortamento, l' ostacolo-prenotazione 2018 22

I PUNTI CHIAVE 23

Fatturazione Elettronica

Cosa indicare nella fattura elettronica verso cliente del Vaticano 24

eFattura: cosa fare quando non si ha certezza del Codice Destinatario 25

Fattura elettronica: come emetterla correttamente in caso di prestazioni di servizi 26

Incassi delle aziende, dalla svolta fintech arriva un' arma in più 27

Partita IVA «senza limiti» per le fatture non ancora emesse dagli eredi 28

Partita Iva chiusa solo dopo l' incasso dell' ultima fattura 29

Fisco e Dichiarazioni

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12/03/2019 EutekneInfo

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 21 Giorgio Gavelli

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 21

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 33 GIULIANO MANDOLESI

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 32 FRANCO RICCA

12/03/2019 EutekneInfo

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 31 EMILIO DE SANTIS

12/03/2019 La Stampa Pagina 5 MARCO BRESOLIN

11/03/2019 Corriere Comunicazioni DOMENICO ALIPERTO

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Aldo Bonomi

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 19

12/03/2019 Corriere della Sera Pagina 33 Enzo Riboni

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 9 Andrea Marini

12/03/2019 Corriere della Sera Pagina 27 Fabio Savelli

12/03/2019 La Repubblica Pagina 31 LUCA FRAIOLI

12/03/2019 La Stampa Pagina 16 GIUSEPPE BOTTERO

12/03/2019 Corriere della Sera Pagina 35

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 21 Barbara Massara

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 23

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Mara Monti

12/03/2019 Corriere della Sera Pagina 31 Enrico Marro

12/03/2019 Italia Oggi Pagina 36

12/03/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Davide Colombo

12/03/2019 EutekneInfo

Assimilabile al trust il fondo speciale da contratti di affidamento fiduciario 30

Debiti cancellati per costi inesistenti, la sopravvenienza non è tassabile 32

IN SINTESI 33

Forfetario e imposta sostitutiva, splafonamento triennale 34

Il saldo Iva chiama alla cassa 35

Pronti i siti ENEA per le comunicazioni 2019 per il risparmio energetico 37

Residenza fiscale, prova ferrea 38

Industria 4.0

Bruxelles lancia un richiamo ai Paesi Ue "Sì agli affari con la Cina, ma è un rivale" 39

Continuous Testing, serve più digitale per fare vera efficienza 40

dove convivono modernità, cultura e civiltà 42

Il rebus del calcolo transitorio 44

Scienze della vita, ecco i profili più ricercati dalle aziende 45

Tfz Ingranaggi, manager e imprese sui banchi 46

Vodafone, il piano per 1.130 esuberi «Margini ridotti sul settore mobile» 47

Tim Berners-Lee "Che brutta fine ha fatto Internet" 48

Lavoro e Previdenza

Contratto Fca, CnhI e Ferrari Più 144 euro al mese in tre anni 50

Dieci miliardi investiti, il record dei fondi in Italia 51

Flusso uniemens senza qualifiche professionali Istat 52

Private equity da record, investiti in Italia quasi 10 mld 53

Private equity record in Italia: nel 2018 investiti 10 miliardi 54

Reddito, sfida sulla soglia minima di 858 euro 56

Uniemens senza obbligo di qualifiche 57

Nori all' Inps, via libera come vice di Tridico 58

Nuove retribuzioni da maggio per il CCNL Unionchimica CONFAPI 59

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12/03/2019 Italia Oggi Pagina 38

12/03/2019 La Stampa Pagina 30

Agenti e consulenti insieme 60

Sanità Digitale

Protesi di ginocchio personalizzata e stampata in 3D 62

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 5 3 6 3 § ]

Fattura elettronica, la prevenzione gioca d'anticipo sul rischio di attacchiinformatici

Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware

Nelle ultime settimane sono stati pubblicati - anche sulla stampaspecializzata di settore - numerosi articoli in cui sono stati segnalati irischi di frodi connessi all'introduzione della fattura elettronica. Si ètrattato chiaramente di informative difficilmente classificabili - in alcunicasi quasi al limite della fake news - che si sono propagate in rete dopoche il sindacato dei commercialisti Anc (Associazione nazionalecommercialisti) ha segnalato, in una sua nota del 21 febbraio 2019,l'esistenza di «casi di istituti di credito che stanno ricevendo segnalazionidi frodi conseguenti al fatto che ignoti riescono ad accedere alle fattureelettroniche emesse da soggett i fornitori di servizi, società eprofessionisti, modificandone le coordinate bancarie. In questi casi, gliistituti stanno consigliando ai propri clienti, prima di autorizzareoperazioni di pagamento, di verificare direttamente con il beneficiario lacorrettezza dell'Iban». Con questo approfondimento vogliamo, quindi,fornire alcune indicazioni di tipo operativo e tecnico, circa i reali econcreti rischi che possono essere connessi a un utilizzo non attentodegli strumenti informatici, e dare alcune indicazioni circa le precauzionida prendere per raggiungere un corretto e consapevole livello sicurezzadel proprio processo gestionale. La truffa dell'Iban ha origini lontaneProvate a fare una ricerca su internet digitando le parole «Man in themail». Scoprirete che questo è il nome della tipologia di truffa informaticache riguarda la sostituzione dell'Iban nelle fatture e scoprirete anchecome l'anno più prolifico per questo tipo di truffa informatica sia stato il2016! Quindi ben prima dell'avvento della fatturazione elettronica B2B. In altre parole si parla di «Man in the mail»quando l'identità di un soggetto viene utilizzata fraudolentemente attraverso la casella di posta elettronica. Il caso piùfrequente è quello dell'intercettazione delle fatture (anche Pdf) che un'azienda invia ai propri clienti, in cui l'obiettivo èquello di inserirsi prontamente nella corrispondenza, per effettuare la variazione delle coordinate di pagamento. Dalpunto di vista della logica operativa le possibilità sono due: il truffatore attacca il sistema informativo del fornitore equindi agisce sulla sua posta inviata. Nell'istante in cui il fornitore spedisce una fattura Pdf o Xml, questa vienemodificata con l'indicazione del nuovo conto corrente; il truffatore attacca il sistema informativo del cliente e quindiagisce sulla sua posta in arrivo. Nell'istante in il cliente riceve una fattura Pdf o Xml, questa viene modificata, anche inquesto caso con l'indicazione del nuovo conto corrente. Le due modalità, apparentemente simili, hanno peròripercussioni completamente diverse dal punto di vista civilistico nei rapporti tra il fornitore e il cliente: nel primo caso,infatti, poiché il cliente effettua il pagamento sulle coordinate (ancorché manomesse) trasmesse dal fornitore,l'obbligazione è considerata adempiuta in quanto la manomissione dell'Iban è avvenuta a bordo del sistemainformativo del fornitore e quindi sotto la sua piena responsabilità; nel secondo caso, non avendo il cliente effettuatoil pagamento sulle coordinate indicate e trasmesse dal fornitore, bensì su coordinate che sono state manomesseall'interno del sistema informativo del cliente stesso e quindi sotto la sua piena responsabilità, il cliente sarà tenuto adeffettuare nuovamente il pagamento. In altre parole nel primo caso l'unico soggetto danneggiato sarà il fornitore, chenon riceverà il pagamento, mentre nel secondo caso il soggetto danneggiato sarà il cliente, che dovrà effettuare duevolte il pagamento. Come può avvenire un attacco informatico Le possibilità che possa verificarsi un attaccoinformatico legato all'invio delle fatture (Pdf o Xml che sia) tramite posta elettronica, si possono ricondurre a duetipologie di evento: infezione (virus) dei sistemi di trasmissione del fornitore o di ricezione del cliente; violazione eutilizzo fraudolento delle credenziali (furto di identità) dell'uno o dell'altro soggetto da parte del truffatore. Partiamo dalvirus. Il contagio da virus avviene di solito nel momento in cui si aprono allegati o si clicca su link di messaggi di postaelettronica infettati oppure nel corso della navigazione internet su siti infetti. Ad esempio siti che forniscono servizi

Quotidiano del Fisco - Il Sole 24 OreDicono di Noi

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gratuiti quali l'eliminazione delle protezioni o della password dai file, quelli che forniscono servizi di scontistica, buoniregalo, trasmissioni televisive a pagamento disponibili gratuitamente, e altro ancora. O anche quando si installano, dafonti non certe, programmi non controllati. Il virus è a tutti gli effetti un programma, in esecuzione permanente, cheeffettua le operazioni previste da colui che lo ha realizzato, al verificarsi di determinate condizioni. Ad esempioqualora il virus rilevi un Iban nel corpo di una e-mail o all'interno di un documento Pdf o Xml allegato, il virus puòsostituirlo con un Iban diverso senza che nessuno se ne accorga. Il funzionamento dei virus appartenenti allacategoria «Man in the mail», fino allo scorso anno, ha interessato le comunicazioni che avvenivano per postaelettronica, andando ad agire e a variare le informazioni all'interno del corpo della e-mail e in qualche caso ancheall'interno del Pdf allegato. La seconda tipologia di evento, ovvero la violazione della casella di posta elettronica, conl'utilizzo fraudolento delle credenziali (furto di identità), espone ai medesimi rischi di cui sopra. Il furto di identità puòavvenire in vari modi: quando vi è un contato diretto e fisico tra il truffatore e il truffato acquisendo, l'informazionedelle credenziali da appunti (post-it eccetera) o leggendo (filmando) la tastiera; utilizzando tecniche informatichespecifiche realizzate proprio allo scopo di rubare questo tipo di informazioni. Tra le tipologie di strumenti informaticiatti a rubare le credenziali e le identità dei malcapitati vanno annoverate le seguenti. Keylogger e form grabbing:sitratta di virus in grado di leggere le credenziali digitate da tastiera nelle maschere di login delle pagine web di qualsiasisito e di comunicarle al truffatore. Brute force: vengono effettuati ripetuti tentativi automatici in modo intelligente,grazie alla raccolta di informazioni sui social (nome dei familiari, data di nascita, eccetera). Questa tecnica funzionaquando le password sono deboli e semplici e l'Id utente (login) è facilmente individuabile in quanto corrispondenteall'indirizzo e-mail. Phishing: viene richiesta al malcapitato via mail la conferma delle credenziali, facendo leva suqualche motivazione contrattuale, ad esempio la richiesta di rinnovo o la minaccia di blocco del servizio. La truffadell'Iban applicata alla fatturazione elettronica Dal 2019, con l'avvento della fatturazione elettronica obbligatoria, lefatture non dovrebbero essere più recapitate per posta elettronica. Ma è così? In gran parte sì, ma vi sono diverseeccezioni. Ad esempio la copia di cortesia viene ancora oggi trasmessa tramite posta elettronica, così come anche -in alcuni casi - le fatture ai privati o ancora quelle emesse dai soggetti esonerati. Quindi gli attacchi di tipo «Man in themail» sono ancora possibili e lo sarebbero ancora di più qualora si seguisse il consiglio di coloro che suggeriscono dinon indicare l'Iban all'interno della fattura elettronica, ma di comunicarlo al cliente con altri strumenti (ad esempio laposta elettronica). A dispetto di quanto suggerito negli articoli di cui sopra, l'utilizzo dell'Xml per veicolare leinformazioni rimane quindi, per molti aspetti, la soluzione migliore, tuttavia anche in questo caso occorre prendere ledovute precauzioni. Proviamo - a seguire - ad analizzare alcuni dei rischi noti che attualmente si possono già valutaree le soluzioni correlate che si possono adottare. L'utilizzo di sistemi non automatizzati, in cui vi sia un'attività manualedi gestione dei file Xml, espone le parti a potenziali attacchi da parte delle nuove versioni dei virus, che nel frattemposono state adattate in modo da essere in grado di modificare in tempo reale i file Xml subito prima della spedizionevia posta elettronica da parte del fornitore (qualora il suo sistema informativo sia infetto) oppure al momento dellaricezione da parte del cliente (qualora sia infetto il sistema informativo di quest'ultimo). La soluzione preferibile èquella di utilizzare dei sistemi di gestione automatizzata delle fatture Xml, che di solito utilizzano gli hub (che sfruttanocanali sicuri Https o Sftp) e non la posta elettronica come sistema di veicolazione dei dati, oppure, se utilizzano laposta elettronica, lo fanno in modo automatizzato e quindi più sicuro. C'è da aggiungere inoltre che l'uso di sistemisoftware aziendali integrati ai portali di invio e ricezione delle fatture permette di avere un doppio controllo sui dati chesi ricevono perché se è vero che non si può del tutto escludere la manomissione di una fattura elettronica,l'eliminazione di passaggi intermedi nell'invio e nella ricezione del documento, fino alla sua contabilizzazione limitafortemente la possibilità di interventi fraudolenti e contemporaneamente va ricordato che il sistema gestionaledell'azienda ha una sua banca dati fornitori dove gli estremi bancari sono custoditi in modo indipendente dalle fatturericevute. L'attuale architettura dello Sdi non copre dal rischio che possa essere recapitata a un cliente una fatturaprodotta in modo fraudolento da un truffatore. La verifica dell'origine e dell'autenticità dalle fatture passive da partedell'azienda, prima di effettuarne il pagamento e la consegna al commercialista, risulta quindi un'attività necessaria. Lasoluzione migliore per garantirne l'origine e l'autenticità, è quella di richiedere al fornitore di apporre la firma elettronicapropria o del soggetto terzo emittente alla fattura. La firma elettronica garantisce che la fattura non sia statamodificata lungo la tratta, successivamente all'apposizione della firma stessa. Va detto che in questo caso, lasemplificazione che ha interessato la fatturazione elettronica B2B rispetto a quella B2G (nei confronti della pubblicaamministrazione), con l'eliminazione dell'obbligo di apposizione della firma elettronica, si è rivelata un piccoloboomerang, in quanto non è più garantita l'origine e l'autenticità del documento. Un'adeguata prevenzione Siamoquindi di fronte a un nuovo rischio di frodi connesso all'adozione della fatturazione elettronica? Sicuramente no! Iproblemi segnalati sono sempre esistititi, semmai con la fattura elettronica si potrà addivenire -magari non subito, main breve tempo - alla loro definitiva risoluzione. Il problema dei virus e delle attività indesiderate che questi vengonosvolte sui sistemi infettati, va molto al di là della sostituzione dell'Iban, per cui è assolutamente necessario proteggerei propri sistemi informatici con adeguati strumenti di difesa atti a contrastare efficacemente ogni tipologia di infezioneinformatica. Peraltro lo stesso Gdpr fornisce prescrizioni importanti cui ci si dovrebbe sempre attenere. Per garantireogni comunicazione si dovrebbero spedire i documenti ufficiali solamente tramite Pec e comunicare questaprocedura ai propri clienti. In questo caso l'identità delle parti sarebbe certificata, l'appesantimento amministrativosarebbe bilanciato dai minori rischi, anche nei rapporti tra le parti. L'utilizzo di sistemi di crittografia del documento è

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anche una soluzione possibile. Attenzione però che questa non ci ritorca contro, quando - per qualsiasi problema -non fossimo più in grado di decriptare ciò che abbiamo voluto a tutti i costi crittografare. Infine andrebberoimplementate forme di autenticazione sicura di chi vuole accedere ai sistemi dell'azienda, per evitare violazioni eutilizzi fraudolento delle credenziali (furto di identità), attività impegnativa e non alla portata di tutti i soggetti,soprattutto di quelli di piccole dimensioni. Tra gli altri consigli, che si possono fornire: quello di non custodire lecredenziali in luoghi accessibili. quello di configurate le caselle di posta elettronica utilizzando esclusivamente iprotocolli Ssl/Tls/Https. quello di installare un antivirus professionale ed efficace su tutta la rete, accompagnato da unfirewall perimetrale e da un ottimo filtro antispam. Tutti consigli ovvi, che purtroppo troppo spesso vediamo messi inopera solo dopo aver subito un'importante perdita di dati.

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 7 5 7 § ]

La e-fattura non scartata dal Sistema di Interscambio non può essere rifiutata

Una fattura contenente "l' arricchimento standard " proposto daAssosoftware non può essere rifiutata se ha superato i controlli del SdI.Come precisato ieri dall' Associazione nazionale dei produttori disoftware gestionale e fiscale, le informazioni aggiuntive proposte dalsuddetto "Standard", ulteriori rispetto a quelle presenti nel tracciato dell'Agenzia delle Entrate, non costituiscono un elemento che può condurreallo scarto e "non alterano il contenuto informativo fiscalmente valido". Ilchiarimento consegue a una richiesta di informazioni circa il possibilerigetto , da parte del cessionario o committente, di una fattura elettronicarealizzata utilizzando la codifica standard suggerita da Assosoftware. L'Associazione ribadisce, preliminarmente, il principio secondo cui unafattura che non sia stata scartata dal SdI deve intendersi correttamenteemessa e non può venir rifiutata dal cliente, destinatario dei beni o serviziacquistati o ricevuti, il quale, dal canto suo, è tenuto ad annotarlacontabilmente. Premesso quanto sopra, le informazioni dello standard diAssosoftware, che vanno a inserirsi nell' area "Altri Dati Gestionali",consentono, come riportato nel portale dell' Associazione dei produttoridi software, di far riferimento a "tabelle condivise tra tutte le softwarehouse per garantire la perfetta integrazione dei dati all' interno dei sistemigestionali", arricchendo e non alterando il contenuto base del documento.Con riferimento ai files fattura, Assosoftware ha inoltre precisato, ieri,nella propria area FAQ (all' interno della sezione "Consigli per la correttaformattazione del file fattura XML"), che nel caso di files firmatidigitalmente , la corretta estensione, secondo il formato CAdES-BES, dovrebbe convenzionalmente essere ".p7m",mentre, per quelli non firmati, l' estensione dovrebbe essere ".xml". Talora, secondo quanto riportato dall'Associazione dei produttori di software, i files riportano un' estensione incongruente con il contenuto della firma e ciòpuò comportare una difficoltà di lettura nei software gestionali.

EutekneInfoDicono di Noi

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 7 5 9 § ]

Nuovo piano triennale Agid, Cogo: "Buona notizia, resta il problema dellagovernance"

L' Agenzia per l' Italia Digitale ha pubblicato il Piano Triennale per l' Informatica nella Pubblica Amministrazione2019-2021 e una prima dinamica per facilitare la lettura degli obiettivi e delle azioni del piano. In un periodo in cui ladivergenza con il Team Digitale è ai massimi livelli

Bene il Piano Triennale per l' Informatica nella Pubblica Amministrazione2019-2021, appena pubblicato da Agid. Bene la sua struttura e beneanche il percorso che sembra di buon senso e dettato da ottimismo. Ladedica alla cara amica Antonella è bellissima, anche se mi rende moltotriste Come nel passato credo che il problema sia la governance, ovveroil chi fa cosa e con che ruolo. Mentre il mercato corre, la PA per gestirequesti cambiamenti si perde in codici, regolamenti, commissioni e gruppidi lavoro. Speriamo bene, rispetto al resto d' Europa siamo ancora alpalo. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

Agenda DigitaleAgenda digitale e Pubblica Amministrazione

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martedì 12 marzo 2019Pagina 34

[ § 1 9 7 8 1 7 6 1 § ]

Firmato il decimo decreto correttivo ai principi contabili di regioni ed enti locali

Semplificati i lavori a bilancio

Più flessibilità nella gestione contabile degli appalti

PAGINA A CURA DI MATTEO BARBERO

Più flessibilità per la gestione contabile dei lavori pubblici. Ripristino dellafacoltà, per le sole regioni, di finanziarie i propri investimenti medianteprestiti da contrarre solo in caso di necessità di cassa. Addio all' obbligoper i mini-enti di consolidare i propri bilanci con quelli delle partecipate.Sono queste le principali novità contenute nel dm 1° marzo 2019 recate ildecimo correttivo ai principi contabili, pubblicato sul portale Arconet, cuimanca solo il passaggio in G.U. per diventare efficace. I contenuti sonoarticolati e spaziano dalla contabilità finanziaria a quella economico-patrimoniale fino al consolidato. Arrivano le tanto attese nuove regole perl' inserimento a bilancio delle opere che, a questo punto, potranno essereapplicate già al rendiconto 2018, come chiarito dalla Faq 31. Innanzituttoviene disciplinata la registrazione del livello minimo di progettazionerichiesto per l' inserimento di un intervento nel programma triennale e nell'elenco annuale. Parliamo, quindi, di opere di taglio pari o superiore a 100mila euro: in tali casi, le spese di progettazione devono essere registratea bilancio prima dello stanziamento riguardante l ' opera cui laprogettazione si riferisce. Per tale ragione, affinché la spesa diprogettazione possa essere contabilizzata tra gli investimenti, ènecessario che i documenti di programmazione del l ' ente (esegnatamente il Dup) individuino in modo specifico l' investimento a cui laspesa di progettazione è destinata, prevedendone altresì le necessarieforme di finanziamento. A seguito della validazione del livello diprogettazione minima, gli interventi sono inseriti nel programma triennaledei lavori pubblici e le relative spese sono stanziate nel Titolo II del bilancio di previsione nel rispetto del principiodella competenza finanziaria potenziata. Per gli interventi di valore stimato inferiore a 100 mila euro, invece, la spesapuò essere stanziata in bilancio senza dover attendere l' inserimento degli interventi nel programma triennale dei lavoripubblici. La spesa di progettazione riguardante i livelli successivi a quello minimo richiesto per l' inserimento di unintervento nel programma triennale dei lavori pubblici è registrata nel titolo secondo della spesa, con imputazione aglistanziamenti riguardanti l' opera complessiva, sia nel caso di progettazione interna che di progettazione esterna.Il Fpv potrà essere attivato, in mancanza di impegno di spesa, anche solo in presenza solo di una progettazione cheabbia raggiunto uno dei livelli successivi al minimo e purché siano stato avviate le relative procedure di affidamento.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 2

[ § 1 9 7 8 1 7 9 0 § ]

Il dossier taglia-costi nelle Rsa: una tassa per aiutare gli anziani

Regione, sondaggio a Fontana: 38% di sì all' aumento Irpef, la spinta dai giovani

Più tasse in cambio di aiuti pubblici per pagare le rette delle case diriposo? Il dossier è appena arrivato sul tavolo del governatore AttilioFontana. Il 38 per cento dei lombardi è disponibile a pagare lo 0,1 percento in più dell' aliquota addizionale sull' Irpef regionale (per un totale di220 milioni di euro l' anno) per essere aiutato da vecchio al momento delbisogno a sostenere le spese per la residenza sanitaria per anziani (Rsa).Il 16% non sa rispondere. Il 17 per cento è poco d' accordo, mentre soloil 29 per cento è assolutamente contrario. Complessivamente, insomma,l' idea non dispiace, soprattutto se ben compresa.Il risultato arriva da un sondaggio su mille lombardi lanciato dal sindacatounitario per i pensionati, lo Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp, che rappresenta oltre2,5 milioni di lombardi (il 26 per cento della popolazione). Un' iniziativaprovocatoria da cui arriva un segnale chiaro: il caro rette delle struttureresidenziali è un problema enorme per le famiglie che non ce la fanno più.A Milano, come già denunciato dal Corriere, è stato sfondato il tetto dei3mila euro al mese e anche nel resto della Lombardia non va benissimo:con tariffe che possono arrivare a 67 euro al giorno, i rincari negli ultimi 5anni superano il dieci per cento. Dal momento che un anziano su due hauna pensione che non raggiunge i 1.500 euro lordi al mese, è evidenteche i costi si ripercuotono sui figli, sempre più spesso in difficoltà a farefronte alle spese (il reddito pro capite tra il 2012 e il 2017 è aumentatosolo del 4,9 per cento). Così la volontà del sindacato, di cui non si ricordauna mobilitazione simile, è di imporre la questione nell' agenda politica,soprattutto dopo la delusione per il mancato rinnovo del voucher di milleeuro all' anno per oltre diecimila ospiti, uno su sei del totale dei ricoverati, i più fragili e bisognosi: la misura introdottain via sperimentale nel luglio 2017 come aiuto alle famiglie non è stata rinnovata per il 2019.La proposta del sindacato pensionati è di costituire un fondo per la non autosufficienza con l' aumento dell'addizionale Irpef da cui la Regione potrà attingere per aiutare le famiglie a sostenere il caro rette. Già oggi una partedei costi è a carico delle casse pubbliche: dovrebbe essere la metà, ma i rimborsi sono bloccati da dieci anni. Diconseguenza crescono le quote a carico dei cittadini. La Regione paga 52 euro per i nuclei Alzheimer, poi da 49 a 29a seconda della gravità dei casi dei pazienti ricoverati. Non essendo fissato un tetto, i gestori delle case di riposohanno la possibilità di far fronte al mancato adeguamento dei rimborsi regionali scaricando i costi sulle famiglie (oriducendo la qualità dell' offerta).In questo scenario la domanda posta dal sindacato nel sondaggio è: «Se la sanità pubblica della Lombardiagarantisse l' accesso alle cure alle persone non autosufficienti, sarebbe d' accordo con la proposta di aumentareleggermente l' addizionale regionale all' Irpef per creare il Fondo per la non autosufficienza?».L' analisi dei risultati: ad accogliere con maggiore favore l' idea sono i più giovani (77 per cento tra i 18 e i 35 anni),seguiti dalla fascia di popolazione tra i 35 e i 64 anni (37 per cento). Allo Spi, Fnp e Uilp riflettono: «Attraverso unacampagna promozionale ad hoc, potremmo sensibilizzare meglio la popolazione e più di quanto sia risultatopossibile attraverso un sondaggio telefonico. Ci fa ben sperare che le risposte affermative, dunque aderenti allaproposta sindacale, si associano al titolo d' istruzione degli intervistati (più alto è il titolo, più alta è l' adesione al «sì»)e con la condizione di occupato».L' indagine campionaria è stata realizzata dall' Ires Morosini, istituto di ricerca economica e sociale di Torino.L' ipotesi di cui si discute in queste ore in Regione, con il governatore Fontana e con l' assessore alle Politichesociali, abitative e per la disabilità Stefano Bolognini, è di costituire un Osservatorio permanente che monitori lacondizione degli anziani. Per arrivare, è l' ambizione, a firmare un patto di legislatura che affronti i problemi dellasalute, del trasporto sociale, dell' abitare sostenibile e del tempo libero: «Noi lavoreremo innanzitutto per convincere ivertici della Regione a dare seguito all' istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza che dia la

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necessaria serenità agli anziani.Per la Lombardia sarebbe finalmente la svolta per non avere più intere famiglie messe in crisi economicamente dalricovero di un loro caro nelle Rsa. E sarà possibile anche creare occupazione con il potenziamento di serviziterritoriali come l' assistenza domiciliare»

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 8 2 1 § ]

Danni con franchigia dalla nomina per amministratori e sindaci

Secondo il Tribunale di Roma non è inoltre doveroso accertare la perdita del capitale sociale prima dell'approvazione del relativo bilancio d' esercizio

Dai danni imputabili ad amministratori e sindaci per illecita prosecuzionedell' attività sociale per l' intervento della causa di scioglimento dell'azzeramento del capitale è da scomputare la perdita intercorsa tra lachiusura dell' esercizio e l' approvazione del bilancio che avrebbe dovutoevidenziarla; è da riconoscere, inoltre, un periodo di franchigia di duemesi, durante il quale non vanno imputati danni, decorrente dal momentodell' accettazione della carica e funzionale al rendersi conto della realesituazione societaria. Ad affermarlo è il Tribunale di Roma nella sentenzan. 3323/2018 , solo recentemente edita. Gli amministratori, in via diretta,e i sindaci, per omesso controllo, sono responsabili del fatto di avermascherato la reale situazione economico-patrimoniale della societàoperando indebite sopravvalutazioni dell' attivo, in violazione dei principicontabili, e così ritardando l' emersione della integrale perdita del capitalesociale. Gli addebiti relativi alle violazioni di natura contabile assumonorilevanza non quale causa immediata di danno per la società e per i terzi,ma quale espressione di mala gestio che concorre a permettere l'indebita prosecuzione dell' attività e che, dunque, contribuisce allacausazione del danno. In caso di indebita prosecuzione dell' attivitàsociale, si ritiene che il criterio della differenza fra netti patrimoniali - condeduzione dei costi di liquidazione che si sarebbero comunque dovutisostenere (nella specie ritenuti pari a 350.000 euro) - consenta di rilevarela perdi ta patr imoniale subi ta con un margine di accettabi leapprossimazione anche in considerazione del breve periodo diriferimento del caso di specie (esercizi 2006/2009) e della completezza della contabilità della società. È, quindi,condiviso l' operato del CTU che provvedeva a rettificare le poste scorrette e a riclassificare , nel senso della "noncontinuità aziendale", sia il bilancio relativo all' esercizio in cui era emersa la perdita del capitale sociale (2006) chequelli successivi (fino alla situazione patrimoniale di 11 mesi per il 2009, essendo il fallimento intervenuto a finenovembre), raffrontando quindi i valori di patrimonio netto e ricavandone la differenza. Si ricorda che la responsabilitàdell' amministratore deriva dalla nomina da parte dell' organo competente e dalla successiva accettazione da partedel soggetto designato, che, in tal modo, assume l' impegno di adempiere a tutti gli obblighi connessi alla carica e disvolgere la funzione gestoria con la diligenza professionale richiesta dalla natura dell' incarico. In ogni caso, gliamministratori sono tenuti ad agire in modo informato ( ex art. 2381 c.c. ) e sono solidalmente responsabili se,essendo a conoscenza di fatti pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento oeliminarne o attenuarne le conseguenze dannose ( ex art. 2392 c.c. ). Non ha rilievo, agli effetti di escludere laresponsabilità per danni derivanti da mala gestio , invocare la natura solo formale della nomina o il fatto di aver agitoeseguendo istruzioni di terzi, ben potendo ciò costituire, piuttosto, un ulteriore aspetto della negligente esecuzione delrapporto gestorio. Perciò l' inerzia o la passiva esecuzione di altrui direttive non può costituire il presupposto dell'esonero da responsabilità di chi era tenuto ex lege di adempiere agli specifici obblighi connessi alla titolarità dellacarica. Quanto ai sindaci , poi, il mancato rilievo della perdita del capitale, quantomeno al 31 dicembre 2007,essendosi insediati il 29 febbraio 2008, costituisce una inadempienza grave , in quanto sarebbe bastato osservare l'obbligo di vigilanza e controllo con la diligenza minima richiesta dalla natura dell' incarico e dalle specifichecompetenze tecniche (che avrebbero dovuto possedere), trattandosi di dare applicazione a basilari principi contabili.In una logica prudenziale e di maggiore garanzia per i convenuti, peraltro, è ritenuto condivisibile scomputare laperdita generatasi nel periodo che intercorre tra la chiusura dell' esercizio e l' approvazione del bilancio che, secorrettamente predisposto , avrebbe fatto emergere la perdita del capitale sociale (nel caso di specie, il periodo dal1° gennaio 2007 al 30 aprile 2007, che ha preceduto l' approvazione del bilancio 2006), durante il quale non è reputatodoveroso per amministratori e sindaci accertare la causa di scioglimento. Va, inoltre, riconosciuto un periodo c.d. di

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franchigia di due mesi , durante il quale non vanno imputati danni, considerato il tempo normalmente necessario adamministratori e sindaci, dopo l' assunzione della carica, per rendersi conto della situazione societaria e adottare leopportune iniziative per la conservazione del patrimonio. È ritenuto preferibile, infine, il criterio del c.d. pro ratatemporis , con riguardo non a una differenza incrementale di perdita complessiva, ma con riferimento alla differenzaprodottasi nei singoli periodi/esercizi in cui ciascun convenuto è stato in carica. Nel caso di specie, debitamenteesemplificato, consegue una imputazione dei danni secondo il prospetto riportato di seguito. Carica Periodo caricaMesi franchi Differenza PN 30.4.2007/31.12.2007 Differenza PN 1.1.2008/31.12.2008 Differenza PN1.1.2009/30.11.2009 (data del fallimento) Totale 2.520.581 - 1.288.067: 1.232.514 3.770.474 - 2.520.581: 1.249.8936.055.373 - 3.770.474: 2.284.899 4.767.306 - 350.000 (pari ai costi di liquidazione) Amministratore delegato20.5.2007/ 31.10.2009 1.232.514 1.249.893 2.077.181 (2.284.899:11) x 10 mesi 4.559.588 - 350.000: 4.209.588Amministratore 1 29.2.2008/ 28.2.2009 2 0 833.262 (1.249.893:12) x 8 mesi 415.436 (2.284.899:11) x 2 mesi1.248.698 - 350.000: 898.698 Amministratore 2 1.6.2008/ 31.10.2009 2 0 520.788 (1.249.893:12) x 5 mesi 2.077.181(2.284.899:11) x 10 mesi 2.597.969 - 350.000: 2.247.969 Sindaci 29.2.2008/ 31.10.2009 2 0 833.262 (1.249.893:12)x 8 mesi 2.077.181 (2.284.899:11) x 10 mesi 2.910.443 - 350.000: 2.560.443.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 29

[ § 1 9 7 8 1 8 3 9 § ]

Il ministro e vicepremier anticipa a ItaliaOggi le novità del piano per le imprese

Un portale per 20 mld di fondi

Di Maio: vetrina per incentivi. Cuneo fiscale alleggerito

CRISTINA BARTELLI E FRANCA FLORIS

Un portale per gli incentivi con un occhio di riguardo per le startup: 12amministrazioni inserite, oltre 60 misure al servizio della crescita per oltre20 miliardi di euro disponibili.E non solo. Bastone e carote sui reati tributari: inasprimento dellesanzioni sì ma con un alleggerimento per le imprese rappresentato daltaglio del cuneo fiscale. Mentre sono il costo del lavoro troppo alto e l'eccesso di norme il freno all' attrattività dell' Italia sulla partita Brexit. Perchi ha perso la Naspi e non rientra tra i beneficiari del reddito dicittadinanza con la riforma dei centri per l' impiego ci saranno tutte leopportunità di rientrare nel mercato del lavoro. Ruolo centrale per leagenzia per il lavoro. Infine doppi controlli, di ispettorato del lavoro eGuardia di finanza, per i furbetti del reddito di cittadinanza. Sono questele indicazioni che arrivano dal ministro del lavoro e dello sviluppoeconomico, Luigi Di Maio, in un' intervista a ItaliaOggi su reddito dicittadinanza, competitività fiscale e incentivi (oggi parte ufficialmenteproprio il portale dedicato alle misure di sostegno delle imprese).Domanda. I centri per l' impiego storicamente non hanno mai brillato perle politiche attive, ritrovandosi a gestire soprattutto problematicheamministrative e a funzionare come sportello informativo. Ammesso ilpotenziamento del personale, quello già in forza alle regioni saràr iqual i f icato e preparato a svolgere un' ef fet t iva funzione diorientamento? Con quali tempi? Le agenzie per il lavoro che ruoloavranno?Risposta. Noi stiamo costruendo un percorso nuovo che vuole far funzionare le politiche attive per il lavoro.Questo è il primo Governo, dopo venti anni, che ha inserito in norma un potenziamento strutturale dei Centri per l'impiego. Un miliardo di euro in due anni per le strutture, le risorse umane, i servizi e le attività dei Centri per l'Impiego. C' è finalmente la possibilità di far funzionare i servizi per l' Impiego.L' avvio del reddito di cittadinanza dà alle Regioni la possibilità di offrire a tutti i senza lavoro percorsi di inserimentoe reinserimento lavorativo. Mi consenta una battuta: non abbiamo fatto le nozze coi fichi secchi.Abbiamo prima pensato alla dotazione finanziaria delle regioni per poter così realizzare davvero un cambio di passosulle politiche per il lavoro. Siamo stati molto più responsabili e concreti di Governi passati che sul mercato del lavoronon hanno dato un euro alle regioni. Le agenzie per il lavoro sono centrali nell' incrocio tra domanda e offerta dilavoro, continueranno ad ricoprire il ruolo che hanno svolto fino ad oggi. Sul patto per il lavoro sono certo chesaranno loro le prime a portare i risultati.D. L' assegno di ricollocazione è stato cancellato per i percettori di Naspi, sul presupposto che a sostegno deidisoccupati ci sarà il reddito di cittadinanza. I requisiti dei percettori potrebbero però anche non coincidere. È previstauna soluzione per chi non rientra nel bacino Rdc?R. La ratio dell' aver escluso i percettori di Naspi dall' assegno di ricollocazione è che attualmente pochissimi di lorolo hanno utilizzato.La sperimentazione ha dato risultati intorno al migliaio di persone. Si è rivelato uno strumento che appare più utile apersone più lontane dal mercato del lavoro o che non vi sono ancora entrate.Oltretutto chi ha un basso assegno di Naspi rientra nel Rdc. E sono quelli che hanno più bisogno di incentivi perrientrare nel mercato del lavoro. Sui percettori di Naspi in genere con i nuovi servizi per il lavoro che costruiremo conle regioni ci saranno comunque più opportunità di reinserimento.D. L' elusione fiscale in ogni sua forma è quasi nel dna dell' italiano medio. Il contagio non risparmia neanche il reddito

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di cittadinanza. Può spiegarci nel dettaglio come funzioneranno i controlli contro i furbetti del reddito? Avete giàpreventivato un numero di controlli?R. I controlli saranno serrati e puntiamo nel rispetto della privacy a segnalare agli organi di polizia giudiziaria leanomalie evidenziate dalle banche dati. Ci saranno i controlli sia dell' ispettorato del Lavoro, che della Guardia diFinanza. I furbetti ci saranno ma non avranno vita facile. Questo è certo.Questa è una misura in cui si prende un impegno con lo Stato per formarsi e essere reinseriti. Non si scherza.D. Il 4 marzo ha presentato a Torino il fondo nazionale per l' innovazione, un piano di incentivi da un miliardo per lepiccole e medie imprese. Come cambia rispetto al passato la strategia di supporto delle pmi?R. Cambia radicalmente, ora ci siamo rimessi al passo di grandi Paesi europei come la Francia. Il Fondo NazionaleInnovazione avrà una dotazione iniziale di un miliardo di euro, ma entro il 2019 potrebbe già raggiungere i 2 miliardigrazie agli investimenti dei privati.C' era un grande vuoto per il settore delle startup, per tutti quei giovani e meno giovani con idee innovative chedovevano per forza di cose rivolgersi all' estero per tradurre il loro sogno in realtà. Ora le loro idee, che hanno peresempio reso grande nel mondo la Silicon Valley, potranno trovare sfogo in Italia e, perché no, per una voltapotremmo essere noi ad attrarre le migliori menti dall' estero.D. Che forma avrà il veicolo normativo che conterrà le misure del piano incentivi e in che tempi sarà attuato,considerato anche il fatto che da più parti osservatori economici iniziano a pronunciare la parola recessione?R. Non sarà un veicolo normativo, il principio è proprio quello di non appesantire ulteriormente un settore giàframmentato. Abbiamo ribaltato semplicemente la prospettiva, oggi l' imprenditore partirà dalle sue esigenze e ilportale, che è solo la prima fase di un progetto più ampio, riuscirà a rispondere con l' incentivo adatto anche al tipo diimpresa in questione. Parliamo di 12 amministrazioni, oltre 60 misure al servizio della crescita e di oltre 20 miliardi dieuro. Abbiamo scelto il dialogo e siamo riusciti a mettere in connessione, grazie alle loro disponibilità, tutte le realtàche offrono un servizio alle imprese. Non solo il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Lavoro, maanche Agenzia delle entrate, Cassa Depositi e Prestiti, Gse, Enea, Finest, Invitalia, Inps, Ice, Unioncamere, Sace,Simest, SofiCoop. Vogliamo offrire a chi vuole fare impresa la possibilità di avere un quadro completo degli incentividisponibili. Le piccole e medie imprese rappresentano la colonna portante della nostra economia. Per questovogliamo riportarle al centro del Paese, avviando un dialogo costante con loro.D. Nelle scorse settimane è tornato sul tema evasione fiscale riproponendo l' inasprimento delle sanzioni in tema direati tributari. Può spiegarci meglio cosa state studiando e anche in questo caso in quale provvedimento saràattuato? Abbassando però i limiti per i reati tributari se da una lato ci sarà l' effetto emersione dall' altro si rischia dicolpire i soggetti in crisi che rischiano di entrare in conflitto anche con la giustizia. Come farete a tutelare questisoggetti?R. L' inasprimento delle sanzioni può essere utile ad evitare l' evasione fiscale unendo queste misure ai provvedimentiper abbattere il cuneo fiscale. È quello che stiamo facendo per tutte le imprese italiane, partendo dal decretosemplificazione fino ad arrivare alla rimodulazione delle tariffe Inail ridotte del 32%. Che corrispondono a minori costipari a 1 miliardo e 700 milioni nel triennio 2019-2021. D. Con la Brexit alle porte si assiste a una riorganizzazionedelle multinazionali che fissano i loro quartier generali in paesi europei come Olanda, Francia e Spagna, l' Italia ècompletamente esclusa sia dai manager come propria residenza sia dalle società. Perché non riusciamo a essereattrattivi? R. Oggi non siamo attrattivi per il costo del lavoro troppo alto e per la complessità in generale del fareimpresa in Italia. Su questi due aspetti siamo già lavorando. La semplificazione normativa è un primo passo piùfacilmente realizzabile che porterà i suoi frutti. Quello sul costo del lavoro è un obiettivo prioritario che dobbiamorealizzare. Se iniziamo a valorizzare le nostre competenze e semplifichiamo la vita alle imprese, anche l' Italiadiventerà attrattiva per le aziende estere a prescindere dalla Brexit. D. La macchina per l' erogazione del reddito dicittadinanza è partita. È invece rimasta ai blocchi la definizione della fase successiva, in particolar modo per quantoriguarda l' accompagnamento al lavoro. Le regioni fanno muro sulla questione navigator, chiedendo di essereprotagonisti della loro selezione. Quale soluzione intende proporre? R. Sono fiducioso che alla fine prevarrà il sensodi responsabilità. Oggi (martedì) è convocata la conferenza Stato Regioni proprio per pervenire ad una soluzione. Suinavigator voglio di nuovo ribadire un concetto: l' impatto dei percettori del reddito di cittadinanza non può esseregestito dall' attuale organizzazione dei centri per l' Impiego. Ce lo ricordano i dati dell' intermediazione tra domanda eofferta che passa attraverso i Cpi. I navigator non si sostituiranno ai dipendenti e non svolgeranno i compiti che laCostituzione assegna ai Cpi. Questi operatori saranno in assistenza tecnica per facilitare e accelerare i processi diincrocio domanda offerta. Ci sarà una selezione pubblica per sceglierli e saranno suddivisi su base regionale. IlGoverno ha teso la mano alle Regioni per affrontare l' impatto di una misura importante, che rivoluziona il mondo dellavoro, e i numeri dei primi giorni ci sottolineano che era attesa e doverosa. Il dovere del Governo e delle Regioni èfare in modo che funzioni. Il Governo c' è.

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martedì 12 marzo 2019[ § 1 9 7 8 1 7 6 3 § ]

Non ammessa la duplicazione dell' IVA sulle royalties

Anche l' Agenzia delle Dogane riconosce l' imposta già assolta con il meccanismo del reverse charge

L' Agenzia delle Dogane, con la nota del 6 marzo 2019 n. 12243 , hachiarito che, in caso di rettifica dei dazi doganali a seguito dell' inclusionenella base imponibile delle royalties corrisposte al licenziante, l' Ufficionon può pretendere dal licenziatario/importatore un nuovo versamentodell' IVA, qualora la stessa sia già stata assolta in fattura o mediantereverse charge. Tale documento è particolarmente rilevante in quanto, daun lato, supera l ' orientamento di prassi secondo cui l ' IVA all 'importazione integrerebbe un tributo diverso dall' IVA interna e, dall' altro,applica, per la prima volta in sede amministrativa con riferimento ai dirittidi licenza, i principi espressi dalla nota sentenza Equoland ( C-272/13 ) edalla più recente giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 25645/2018 eCass. n. 25437/2018). La Corte di Cassazione, infatti, ha più volteaffermato che l' IVA corrisposta all' atto dello sdoganamento e l' IVAintracomunitaria sono la medesima imposta, nonostante la prima siacaratterizzata da specificità procedimentali e sanzionatorie correlate almeccanismo dell' importazione . In particolare, "l' Iva all' importazione nonpuò essere assimilata al dazio, per sua natura di tributo interno. Il sistemadell' Iva all' importazione è difatti per sua natura incardinato in quellogenerale dell' Iva: l' Iva all' importazione non colpisce esclusivamente ilprodotto importato in quanto tale, ma s' inserisce nel sistema fiscaleuniforme dell' Iva. (). Sicché essa può essere assolta mediante ilmeccanismo contabile del reverse charge, che non configura di per sé uncongegno elusivo o frodatorio, ma un utile modo di assolvimento dell' Ivaall' importazione. (). L' accertamento in fatto dell' assolvimento dell' Iva intracomunitaria elide la pretesa impositivacorrispondente; ma non elide la maggiore pretesa concernente la maggiore Iva scaturente dalla base imponibileaumentata dell' importo dei corrispettivi dei diritti di licenza [ossia dell' IVA sul maggior dazio dovuto, ndr ]" (Cass. n.25646/2018 ). È pertanto illegittima la pretesa relativa all' IVA all' importazione, ove l' imposta sia già stata assoltaattraverso reverse charge , con la conseguenza che imporre di versare nuovamente l' IVA sulle royalties equivarrebbea una sanzione, in violazione del principio di neutralità. E, in verità, assoggettare un' unica operazione a una doppiaimposizione IVA (prima assolta mediante autofattura e poi intimata in sede di accertamento doganale), determina un'evidente duplicazione d' imposta. Recependo i principi espressi dalla Corte di Giustizia e dalla Cassazione, l' Agenziadelle Dogane ha statuito che "si ritiene che possa essere considerato idoneo l' assolvimento da parte dell'importatore mediante autofatturazione (c.d. reverse charge o inversione contabile) dell' Iva relativa alle royalties suibeni importati, sempreché sia debitamente comprovata dall' importatore, in punto di fatto e con richiamo allespecifiche dichiarazioni doganali interessate, la corrispondenza e la pertinenza dell' Iva «autofatturata» alla maggioreimposta dovuta all' importazione per effetto dell' inclusione delle royalties nel valore accertato dalla dogana con gli attioggetto di contenzioso". Se non emerge la frode, previsto l' annullamento in autotutela Relativamente ai contenziosipendenti e all' adozione dei conseguenti atti di annullamento in autotutela, l' Agenzia delle Dogane fa riferimento allacircolare n. 16/D del 2014 sui depositi IVA, secondo cui, laddove non siano emersi profili di frode a danno delloStato, gli uffici provvederanno ad annullare in autotutela gli atti di revisione dell' accertamento relativamente allapretesa dell' IVA all' importazione, adottando le iniziative necessarie per l' abbandono dei giudizi. Analoga iniziativadovrà essere valutata per tutti i processi verbali di constatazione notificati e in attesa dei provvedimenti definitivi ,nonché per tutti gli atti ancora suscettibili di ricorso. In definitiva, alla luce di tali chiarimenti, fatti salvi i casi diesclusione delle royalties dalla base imponibile, gli importatori/licenziatari dovranno versare unicamente i maggioridazi sui diritti di licenza, l' IVA sui maggiori dazi, i relativi interessi e le sanzioni rideterminate.

EutekneInfoAgricoltura e Dogane

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martedì 12 marzo 2019Pagina 30

[ § 1 9 7 8 1 7 6 5 § ]

Corte d' appello Milano dice no alle Dogane sulla cessione di energia

Privilegio speciale doc

Vale solo per i crediti non ancora riscossi

LUIGI MY E VITO POTENZA

Privilegio speciale soltanto per i crediti da cessione di energia nonancora riscossi.La sezione IV civile della Corte d' appello di Milano (n. cronol.227/2019 del 18/1/2019) ha respinto il reclamo proposto dalla Agenziadelle dogane ai sensi dell' art. 183 l.f. avverso il decreto con cui iltribunale di Milano ha omologato il concordato preventivo liquidatorio diuna Spa operante nel settore della vendita di energia elettrica. E' lastessa Corte d' appello, nella pronuncia finale, che evidenzia la novitàdella materia trattata, peraltro già rimarcata dalla seconda sezione civiledel tribunale di Milano. La questione riguarda una società che acquistavaenergia dalla borsa del mercato elettrico, rivendendola poi a privati edaziende. Come è noto la vendita di energia elettrica è soggetta all' onerefiscale delle «accise» e la società in questione, in qualità di sostituto diimposta, avrebbe dovuto riscuotere l' imposta dai propri clienti eriversarla al l ' Agenzia. A seguito della crisi aziendale e dellapresentazione al tribunale di Milano della domanda di concordatopreventivo è sorta la ovvia necessità di qualificare la natura delconsistente credito vantato dalla stessa Agenzia delle dogane, questionedivenuta pertanto rilevante, non solo per l' eventuale grado privilegiato deldebito sociale ma altresì per l' identificazione del diritto di voto delcreditore qualora il credito fosse di natura chirografaria. Da qui ilcontenzioso istauratosi a seguito della pronunzia della sezionefallimentare di Milano in merito al degrado a credito chirografario di partedella pretesa. L' Agenzia delle dogane ha infatti chiesto l' annullamento del decreto di omologa del concordato e laremissione al Tribunale allo scopo di vedersi riconosciuto il privilegio speciale di cui all' art.57 Testo unico accise (Tua) su un credito di 14.057.429 anziché sulla minore somma di 4.100.000 riconosciuta insede di accertamento del passivo da parte dei commissari giudiziali. L' Agenzia delle dogane ha lamentato infatti,oltre alla non coincidenza del credito ammesso con quello preteso, la riduzione del privilegio ad 4.208.738,00,determinata dalla mancanza di impianti di produzione dell' energia gravati ex art. 16 Tua e, relativamente al privilegioex.art. 57 Tua, dalla necessità di esercitarlo sulle somme dovute dai clienti per i consumi e non ancora riscosse. L'Agenzia ha censurato appunto la decisione della II sezione civile del tribunale di Milano di ammettere il privilegiospeciale ex art.57 Tua unicamente sui crediti per fornitura elettrica, ancora presenti nel patrimonio della proponente, in quanto nonancora riscossi, lamentando pertanto che la decisione non sarebbe stata coerente con lo spirito della norma cherecita: «Il credito della amministrazione finanziaria per l' imposta ha privilegio, a preferenza di ogni altro, sulle sommedovute dagli utenti per i consumi soggetti ad imposta». La Corte d' appello, con ordinanza del 18/01/2019, ha respintoil reclamo dell' Agenzia rimarcando che l' estensione del privilegio non è possibile, poiché contrasta con il divieto dialterare l' ordine delle cause legittime di prelazione (art. 160 l.f.).Secondo la Corte, «in caso di insolvenza, il pagamento del privilegio, in tanto può avvenire, in quanto siano individuatied esistenti i beni su cui deve esercitarsi». La Corte di appello ha pertanto ritenuto corretta l' interpretazione deltribunale di Milano che ha tenuto conto del fatto che il pagamento del privilegio è possibile soltanto per i crediti dacessione di energia non ancora riscossi, poiché in questo caso sono ben individuate le somme gravate dellaprelazione. La questione sarà portata all' attenzione della Corte di cassazione a cui la stessa Agenzia delle dogane siè rivolta avverso la sentenza sfavorevole della Corte d' appello, atto comprensibile attesa la delicatezza della materia.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 4

[ § 1 9 7 8 1 7 6 7 § ]

Per il trasporto rapido su rotaia di merci e persone in un corridoio d' interesse continentale

Tav, la metropolitana d' Europa

I motivi per i quali gli M5s non riusciranno a bloccarla

DOMENICO CACOPARDO

Mentre starete leggendo questo giornale, la Telt-Tunnel Euralpin LyonTurin sas (50% Francia, 50% Italia), con sede a Le Bourget-du-Lac inSavoia, ha dato il via alla prevista fase di raccolta delle manifestazioni diinteresse delle aziende che vogliono partecipare agli appalti di lotti deilavori per la costruzione della nuova ferrovia. Per avere un' idea, hoconsultato il sito della Telt: lettura interessante che consiglio a chi vogliadocumentarsi. Ve ne fornisco una rapida sintesi.Telt è il Promotore Pubblico responsabile della realizzazione e dellagestione della sezione transfrontaliera della futura linea ferroviaria mercie passeggeri Torino-Lione. Un' opera lunga 65 km tra Susa/Bussoleno inPiemonte e Saint-Jean-de-Maurienne in Savoia, il cui elemento principaleè il nuovo tunnel di base del Moncenisio, a doppia canna di 57,5 km, a cuisi aggiungono 4 discenderie con funzione di uscite di sicurezza.La rete di trasporto Ten-t è la nuova metropolitana d' Europa per favorirela circolazione di persone e merci su un mezzo ecologico: il treno.L' obiettivo è diminuire l' utilizzo del trasporto stradale, che incrementa l'inquinamento e le emissioni di gas serra. In questa rete, il nuovocollegamento ferroviario Torino-Lione si trova nell' intersezione dei duegrandi assi di comunicazione tra il Nord e il Sud e tra l' Est e l' Ovesteuropeo: una linea per merci e passeggeri che si estende per circa 270km, di cui il 70% in Francia e il 30% in Italia. La nuova linea ferroviariaTorino-Lione è parte integrante del «Corridoio Mediterraneo», una dellenove reti Ten-t, la futura «metropolitana d' Europa».Il Corridoio serve il 18% della popolazione Ue in regioni che rappresentano circa il 17% del Pil europeo. L' ultimo deidocumenti tecnici approvati dall' Unione Europea è il Work plan redatto dall' olandese coordinatore comunitarioLaurens Jan Brinkhorst.E ora, dopo l' uscita di Conte, qual è e quale sarà l' evoluzione dell' iniziativa? L' ha spiegato con le solite chiarezza elucidità il sottosegretario alla presidenza, segretario del consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti: «Per fermarladefinitivamente occorre un passaggio parlamentare, perché si tratta di un trattato internazionale. Né Conte, né ilconsiglio dei ministri possono prendere decisioni sopra il Parlamento».Infatti, la Costituzione, all' art. 80, dispone: «Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali chesono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri allefinanze o «legge»: ciò significa, quindi, che per incidere sull' accordo internazionale relativo alla Torino Lione occorreuna decisione del Parlamento con forza di legge che, in sostanza, revochi l' adesione italiana al relativo trattato. A unamaggioranza anti-Tav mancano 50 senatori e 82 deputati.

Fine della discussione?Non ancora, visto che in Italia è risorta alla grande la partitocrazia, il fenomeno degenerativo più corruttivo dellademocrazia. Non s' era da tempo visto un tale potere dei partiti sullo Stato e sulle sue decisioni: le esigenze politicheinterne dei partiti prevalgono sulle esigenze del Paese e non si dà luogo a nessuna valutazione di opportunità e diinteresse generale, visto che prevale la visione e l' interesse dei partiti di governo. Uno dei quali eterodiretto daDavide Casaleggio e dai suoi uomini della Casaleggio&Associati e della Piattaforma Rousseau.Poiché in Italia vige il principio che il diritto si applica, ma per gli amici si interpreta, abbiamo osservato la discutibileuscita del primo ministro Giuseppe Conte, autodefinitosi «Avvocato degli italiani», che s' è esibito in unopseudovirtuosismo da tribunale di periferia, con una lettera dall' indefinibile valore legale, con la quale, in sostanza si

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invoca il rispetto della possibile «dissolvenza» dell' operazione, entro sei mesi dalla pubblicazione degli avvisi dipromozione delle dichiarazioni di interesse. Una dissolvenza che dovrà passare inevitabilmente da un Parlamento, nelquale non c' è una maggioranza che la possa votare. I 5Stelle -e Conte con loro- si affannano a dire che la ferrovia èobsoleta e pongono tra i costi di essa la perdita delle accise per crollo del traffico stradale. L' obsolescenza puòderivare soltanto dall' abbandono da parte dell' Europa del progetto di comunicazioni continentali su rotaia. Il che nonè accaduto. La perdita di traffico stradale è un effetto auspicato che dovrebbe essere classificato tra i benefici dell'opera.Chi ha vinto e chi ha perso venerdì scorso? Con la lettera di Conte hanno perso l' Italia e gli italiani, che hanno visto illoro governo prodursi in una contorsione dai contenuti evanescenti e dalle conclusioni impossibili. Quanto a Lega e a5Stelle hanno guadagnato lo scavallamento delle elezioni europee e piemontesi.Nessuna delle due forze politiche ha vinto e, dal punto di vista dei loro supporter, hanno perso entrambe. Nonostantele dichiarazioni di Salvini e di Di Maio, Tav o non Tav, il destino del governo è segnato: come scriviamo da tempo, laLega ha un breve slot per aprire la crisi, determinare le elezioni e raccogliere i frutti abbondanti del consenso che lapremia. Se non li coglie, anch' essa pagherà pegno.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 19

[ § 1 9 7 8 1 7 6 9 § ]

BONUS INVESTIMENTI

Nuovo iperammortamento, l' ostacolo-prenotazione 2018

Il passaggio all' agevolazione del 170% «sconta» il silenzio delle Entrate Non è chiaro come imputare alle variepercentuali il costo di diversi investimenti

Pagina a cura diLuca Gaiani

Per gli investimenti 2019, con ordini e acconti dello scorso anno, impreseal bivio tra vecchio e nuovo iperammortamento. In presenza di acquistifino a 2,5 milioni, ci si interroga sulla possibilità di ignorare le prenotazionidel 2018 e adottare la nuova maggiorazione del 170 per cento. Lerisposte delle Entrate paiono escludere questa opzione. Guardando allefinalità della norma, potrebbe però esserci spazio per una interpretazionedifferente.Iper a scaglioni Gli investimenti in beni Industria 4.0 effettuati nel 2019possono alternativamente rientrare nell' iperammortamento con le regoledella legge 205/2017 o della legge 145/2018. Nel primo caso, lamaggiorazione deducibile è del 150% a prescindere dall' importo; nelsecondo, la maggiorazione è invece a scaglioni: 170% fino a 2,5 milioni;100% da 2,5 a 10 milioni; 50% da 10 a 20 milioni, nulla oltre taleammontare. Il calcolo degli scaglioni si effettua cumulando tutti gliinvestimenti iper, compresi quelli realizzati nella coda del 2020 (ordini eacconti 20% entro il 31 dicembre 2019). L' iperammortamento del 150%per gli acquisti 2019 (beni consegnati o appalti ultimati in questoesercizio) richiede che l' investimento sia stato prenotato in vigenza dellavecchia legge e dunque con un ordine confermato e un acconto noninferiore al 20% pagato entro il 31 dicembre 2018.Gli importi 2019 agevolati con la vecchia legge non interferiscono, comeindicato dal comma 61 della legge di Bilancio e confermato dalle Entrate,con il calcolo a scaglioni che riguarda solo il valore complessivo dei beni soggetti alla nuova normativa.Come calcolare il bonus Sul nuovo iperammortamento vi sono ancora interrogativi. In primo luogo, non è chiarocome imputare alle diverse percentuali il costo di investimenti 2019 che abbracciano più scaglioni. Si pensi a unamacchina ammortizzata al 20% con costo di 3 milioni e a una con coefficiente del 15% di costo pari a 2 milioni. L'assenza di vincoli normativi dovrebbe consentire di evitare calcoli di imputazione proporzionale del costocomplessivo (5 milioni) e dunque di assegnare lo scaglione dei 2,5 milioni (170%) tutto alla macchina conammortamento del 20%, applicando il 100% ai residui 500mila e all' intero costo della seconda macchina.Il dubbio riguarda però la possibilità, per chi ha prenotato investimenti nel 2018, di applicare direttamente la nuovanormativa, in particolare se il costo è inferiore a 2,5 milioni. Questo transito nella legge 145/2018 scatteràobbligatoriamente qualora l' ordine originario venga annullato e riformulato nel 2019 in alcuni elementi essenziali (tipodi macchina o prezzo o date di consegna). Ci si chiede se, anche in assenza di tale eventualità, l' impresa possascegliere di abbandonare l' iper del 150 per cento.L' Agenzia non ha ancora fornito una risposta esaustiva, limitandosi durante Telefisco a ribadire che gli investimentiprenotati nel 2018 applicano l' iper della legge 205/2017 e che eventuali maggiori costi consuntivati non impedisconodi mantenere il 150% sull' importo originario.Passaggio al 170% Il passaggio "volontario" al 170%, non espressamente previsto dalla legge, potrebbe però essereaffermato in via amministrativa, se si valuta che la coda temporale della legge 205/2017 costituiva una facoltàconcessa alle imprese per completare gli investimenti, dato che il bonus del 150% scadeva nel 2018. Le imprese, inparticolare le Pmi, per incentivare le quali è pensato il nuovo scaglione del 170%, potrebbero dunque non avvalersi ditale facoltà (nonostante le prenotazioni effettuate) applicando a tutto l' importo dell' ordine 2018 la nuova normativa.La questione, per la sua rilevanza, richiederebbe un intervento delle Entrate.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 19

[ § 1 9 7 8 1 7 6 8 § ]

I PUNTI CHIAVE

1. L' imputazione del costo ai diversi scaglioni In presenza di investimentiil cui importo complessivo copre due o più scaglioni, costituiti damacchinari con diversi coefficienti di ammortamento, ci si chiede comeimputare il costo di ogni macchina agli scaglioni al fine di calcolare lamaggiorazione.L' assenza di vincoli nella norma dovrebbe escludere un obbligo diripartizione proporzionale, con facoltà invece di assegnare al primoscaglione (170%) il costo della macchina con ammortamento più rapido2. Investimenti 2019 prenotati nel 2018 Le imprese che hanno effettuatoordini e acconti del 20% nel 2018, in base alla legge 205/2017, siinterrogano, in presenza di investimenti complessivi sotto i 2,5 milioni,sulla possibilità, anche in assenza della risoluzione del contrattooriginario, di ignorare la prenotazione e di applicare l' iper al 170%. L'Agenzia in talune risposte pare escludere questa possibilità, ma laquestione andrebbe chiarita definitivamente con una circolare.Secondo una certa tesi, la coda temporale dell' iper 150%, per ordini eacconti del 2018, dovrebbe essere considerata quale mera facoltà, che icontribuenti potrebbero dunque scegliere di non esercitare, applicando l'agevolazione a scaglioni per l' intero ammontare prenotato 3. Intrecci traiper e superammortamento La circolare 4/E/2017 ha previsto che, inpresenza di investimenti iperammortizzabili entrati in funzione ma nonancora interconnessi, l' impresa può stanziare il superammortamento nell'esercizio di entrata in funzione, avviando l' iperammortamento dall' anno seguente con calcolo al netto della quota 40per cento già dedotta.Non è chiaro se queste indicazioni valgano obbligatoriamente anche nel 2018 e nel 2019 o se invece l' impresa possasaltare il superammortamento nel primo anno, evitando con ciò di dover individuare se esso spetti al 30% o al 40%

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lunedì 11 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 7 7 0 § ]

Cosa indicare nella fattura elettronica verso cliente del Vaticano

DOMANDA Sono un fornitore del Vaticano ma non riesco a inserire le fatture elettroniche nel mio cassetto in quantoil Vaticano non ha codice fiscale o partita IVA. Cosa devo fare? Rino Cifani RISPOSTA La fattura elettronica vaemessa con: codice destinatario XXXXXXX, non inserendo il codice fiscale; cap

Sono un fornitore del Vaticano ma non riesco a inserire le fattureelettroniche nel mio cassetto in quanto il Vaticano non ha codice fiscale opartita IVA. Cosa devo fare? Rino Cifani RISPOSTA La fatturaelettronica va emessa con: codice dest inatario XXXXXXX, noninserendo il codice fiscale; cap 00000; campo CodicePaese, la sigla delpaese di residenza del cessionario/committente; campo id partita IVA, l'identificativo IVA del cliente (se censito VAT Europea) oppureconvenzionalmente valori numerici in caso di soggetto privato o noneuropeo. Tenga presente che emettere la fattura elettronica a soggettiesteri è facoltativo, ma se emessa sostituisce l' adempimento mensile ditrasmissione dati delle operazioni transfrontaliere previsto al punto 9 delprovvedimento 89757 del 30 aprile 2018 ADE (c.d. esterometro). Perporre domande a Salvatore De Benedictis sul tema "FatturazioneElettronica e Conservazione Digitale" è possibile inviare le propriedomande a: [email protected] Potranno essere presi in esamesolo i quesiti sottoscritti con cognome e nome.

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 7 7 1 § ]

eFattura: cosa fare quando non si ha certezza del Codice Destinatario

DOMANDA Vorrei sapere se è possibile verificare se un codice destinatario in mio possesso è corretto ed in chemodo. Talvolta tali codici vengono trascritti a mano dai clienti e quando la cassa mi consegna l' elenco delle fattureda emettere (di solito di sera quando le aziende sono chiuse

DOMANDA Vorrei sapere se è possibile verificare se un codicedestinatario in mio possesso è corretto ed in che modo. Talvolta talicodici vengono trascritti a mano dai clienti e quando la cassa miconsegna l' elenco delle fatture da emettere (di solito di sera quando leaziende sono chiuse al pubblico) mi accorgo di non essere certa di saperdistinguere uno 0 (zero) da una O (lettera) oppure un 1 (uno) da una I(lettera). Questo fa perdere tempo perché si deve aspettare l' aperturadell' azienda, cercare il contatto giusto, chiedere verifiche. Se fossepossibile scovare un archivio nel web, questo agevolerebbe il lavoro,permettendo di eliminare autonomamente ed immediatamente tutti glieventuali dubbi a qualsiasi ora del giorno e della notte senza disturbarenessuno. Ringrazio, Elena Bogo RISPOSTA Il "codice destinatario" è uncodice di sette caratteri alfanumerici che contraddistingue il canaletelematico dell' intermediario, accreditato con l' Agenzia delle Entrate, alquale il suo cliente si è rivolto per la gestione del servizio di fatturazioneelettronica. E' quindi possibile - anzi è la regola - che il codice siautilizzato da diverse imprese. In ogni caso, non esiste un elencoconsultabile. Per cercare di rimediare alle problematiche da Lei poste, Leposso suggerire, nella ipotesi in cui Lei non abbia certezza del codice cheLe è stato indicato, di inserire come codice destinatario "0000000" (settezeri) e di indicare l' indirizzo di posta elettronica certificata, reperibilefacilmente all' indirizzo inipec.gov.it, nel campo 1.1.6 . In questo modo, seil suo cliente ha registrato il canale telematico per la ricezione delle fattureelettroniche riceverà le fatture sul canale registrato, in caso contrario le riceverà all' indirizzo di PEC. Tanto nella primache nella seconda ipotesi, la fattura sarà recapitata e Lei avrà adempiuto gli obblighi posti a Suo carico. Per porredomande a Salvatore De Benedictis sul tema "Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale" è possibile inviarele proprie domande a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti concognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 7 7 2 § ]

Fattura elettronica: come emetterla correttamente in caso di prestazioni diservizi

DOMANDA Pongo a lei un quesito che mi sta "tormentando" poiché nessuno sa dare una risposta precisa corredatadi riferimento di legge in materia. L' azienda per la quale lavoro fattura assistenza presso clienti. I rapportini di lavorosono cartacei e da sempre ne viene inviata scansione al cliente, unitamente

DOMANDA Pongo a lei un quesito che mi sta "tormentando" poichénessuno sa dare una risposta precisa corredata di riferimento di legge inmateria. L' azienda per la quale lavoro fattura assistenza presso clienti. Irapportini di lavoro sono cartacei e da sempre ne viene inviata scansioneal cliente, unitamente con la fattura. Per poter fatturare vengono inseritimanualmente a gestionale. Il format del gestionale li cita in fattura comerapportino di intervento ma la traccia XML che esce come fatturaelettronica li riporta come DDT. Un cliente ha segnalato la cosa comeanomala poiché la fattura elettronica li cita come DDT in modo noncorretto, trattandosi di rapportino di intervento. Poco importa(giustamente) se la copia di cortesia che esce dal gestionale e che vienecomunque spedita li cita come rapportino di intervento. La Softwarehouse ribadisce che per l' Agenzia delle Entrate va bene comunque ma ivari consulenti mi dicono che non è corretto. Inutile che io continui achiedere i riferimenti di legge del caso, nessuno mi da risposta. PaolaBinotto RISPOSTA La Sua azienda effettua prestazioni di servizi, il cui"rapportino" di intervento rappresenta la prova della avvenutaprestazione; si tratta di un documento non obbligatorio, ma certamenteopportuno per agevolare i controlli da parte dei clienti. A norma dell'articolo 6 del DPR 633/1972 (effettuazione delle operazioni) l' operazionesi considera effettuata al momento del pagamento o, se, antecedente, aquello di emissione della fattura. Se il suo gestionale tratta i rapportinicome se fossero documenti di trasporto, attribuisce alla sua fattispecieuna connotazione fiscale diversa da quella effettiva, per cui, sempre a norma dell' articolo 6 del DPR 633/1972, lerelative operazioni si considererebbero effettuate al momento della consegna dei beni, per cui il termine di emissionedella fattura (differita) sarebbe tassativamente il giorno 15 del mese successivo alla consegna dei beni, che constadal DTT. Ciò non farebbe emergere alcun problema sin quando le fatture saranno emesse entro il giorno 15 del mesesuccessivo alla data dell' intervento tecnico (in ogni caso e a scanso di equivoci io inserirei comunque unaannotazione che non si tratta di cessioni di beni ma di prestazioni di servizi), ma in caso di ritardo nella emissionepotrebbe emergere dai controlli una irregolarità formale, giustificabile ma evidente. Il mio suggerimento è pertanto dinon trattare gli interventi come se fossero cessioni di beni (con DDT) ed inserire gli estremi del rapportino nelladescrizione dell' articolo (blocco 2.2 dell' xml), allegando eventualmente alla fattura elettronica la scansione deldocumento in formato pdf (blocco 2.5 dell' xml). Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema "FatturazioneElettronica e Conservazione Digitale" è possibile inviare le proprie domande a: [email protected] Potrannoessere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 5

[ § 1 9 7 8 1 7 7 4 § ]

OSSERVATORIO SUPPLY CHAIN FINANCE

Incassi delle aziende, dalla svolta fintech arriva un' arma in più

Decollano i nuovi strumenti per i crediti commerciali: un mercato da 530 miliardi

Luca Orlando

Uno sguardo allo schermo, la verifica dello sconto da applicare, un paiodi click sulla tastiera. Non serve altro al fornitore di Sapio per chiedere ilpagamento anticipato della propria fattura, risorse che in pochi giornidiventano già disponibili sul conto corrente. Non un caso isolato, perchéla piattaforma di "sconto dinamico" sviluppata dal colosso dei gas tecniciè solo uno dei tanti esempi di innovazione all' interno di un mondo che stacambiando pelle rapidamente. Mercato sterminato quello dei crediticommerciali, 530 miliardi di euro che tuttavia solo per il 28% è gestitocon soluzioni ad hoc. Se le scelte più gettonate rimangono quelletradizionali (anticipo fattura e factoring), l' Osservatorio Supply ChainFinance della School of Management del Politecnico di Milano identificacomunque in modo chiaro l' accelerazione del cambiamento. Con unutilizzo sempre più pervasivo ad esempio del reverse factoring (+33%) odell' asta automatica delle fatture, che pur rappresentando ancora unanicchia ha moltiplicato per sei il proprio valore in un anno. «Lacombinazione di più tecnologie come blockchain e internet delle cose -spiega il direttore scientifico dell' Osservatorio Federico Caniato - apread aziende e finanziatori nuove possibilità per tracciare in modoinequivoco fatture e beni sottostanti. Vediamo sul mercato decine dipartnership tra attori diversi e numerose iniziative. Ottimo segnale,perché anche se in media i tassi sono scesi molto rispetto al passato, ilgap tra grandi aziende e Pmi resta ancora ampio».Ad agevolare le imprese è anche l' evoluzione degli strumenti finanziari, come ad esempio i mini-bond. Li ha sfruttatiad esempio il Caseificio modenese 4 Madonne, che ha ottenuto sei milioni dando a garanzia lo stock di ParmigianoReggiano in fase di stagionatura. «Strumento fondamentale - spiega il presidente Andrea Nascimbeni - perché ci hafornito flessibilità con le banche migliorando in modo evidente i rapporti. Se in passato le linee ci venivano chiuse e itassi proposti erano comunque stellari, oggi sono gli stessi istituti a farsi avanti. E a condizioni molto più ragionevoli».Anche se rispetto al periodo più cupo della crisi il sistema dei pagamenti è meno teso, le medie indicano ancoratempi di saldo non particolarmente virtuosi: 91 giorni che salgono a 116 per le microimprese. Anche chi paga piùrapidamente, tuttavia, si pone il problema di capire quali siano le esigenze delle Pmi. «Nel nostro caso - spiega ilresponsabile tesoreria di Sapio Alberto Marchesi - partner strategici sono i trasportatori, spesso piccole realtà chesostengono costi vivi immediati e che possono avere quindi problemi di liquidità». La piattaforma sviluppata dallastart-up Findynamic, dopo aver validato la fattura, la rende disponibile per l' anticipo. Sapio definisce lo scontominimo atteso: se il fornitore accetta il matching è automatico. Altra strada battuta è quella del credito di filiera,sfruttando la solidità del capo-commessa. «Ad ogni fornitore assegniamo un budget annuo - spiega il direttorefinanziario di Sacmi Forni Spa Gilberto Della Rovere - e sulla base di questo la Pmi entrando nella piattaforma puòottenere un fido, in modo da finanziare i propri acquisti senza attendere la singola fattura. È una partnershipstrategica, che garantisce solidità ad una rete di Pmi cruciale per la nostra competitività».© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 7 7 8 § ]

Partita IVA «senza limiti» per le fatture non ancora emesse dagli eredi

L' Agenzia delle Entrate ha ritenuto inapplicabile il termine di 6 mesi dopo il decesso del professionista

Gli eredi del professionista possono mantenere aperta la partita IVA delde cuius anche oltre il termine di sei mesi stabilito dall' art. 35- bis delDPR 633/72, se ciò è necessario per emettere le fatture relative aicompensi professionali non ancora incassati. Il principio è statoriconosciuto dall' Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 34, pubblicataieri, 11 marzo 2019. La presa di posizione fa seguito al pronunciamentodelle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che, con sentenza n.8059/2016 , hanno riconosciuto l' imponibilità ai fini IVA dei compensiprofessionali percepiti successivamente alla cessione dell' attività ( id est, la morte del professionista) e, dunque,l' obbligo per gli eredi dimantenere aperta la partita IVA del defunto al fine di emettere la fatturaper i compensi non ancora incassati. L' art. 6 comma 3 del DPR 633/72stabilisce che le prestazioni di servizi si considerano effettuate all' attodel pagamento del corrispettivo (sempreché non sia emessa fatturaprima di tale momento). Secondo le Sezioni Unite, l' art. 6 comma 3 delDPR633/72 dev' essere "letto, nel senso che, per le prestazioni diservizio, il presupposto impositivo e, con esso, l' insorgenza dell'imponibilità a fini IVA, si verificano, non con l' esecuzione dellaprestazione, bensì, successivamente, con il pagamento del corrispettivocorrelativamente pattuito". Quanto statuito dalla Cassazione trovava unlimite nell' art. 35- bis del DPR 633/72 che impone agli eredi di eseguiregli adempimenti IVA (e, in particolare, la fatturazione), al più tardi, entrosei mesi dalla data della morte del contribuente. Se è vero che leindicazioni contenute nella risoluzione pubblicata ieri eccedono il disposto normativo relativo agli adempimenti deglieredi, è altresì vero che tali indicazioni devono essere accolte positivamente. Il termine di sei mesi fissato dell' art.35- bis del DPR 633/72 mal si conciliava con l' evoluzione della giurisprudenza di legittimità, una volta acclarato che lafattura è dovuta anche per le prestazioni il cui corrispettivo non è stato pagato prima del decesso del professionista.In primis , la risoluzione riconosce la possibilità di emettere la fattura oltre i sei mesi di cui all' art. 35- bis del DPR633/72 per le operazioni ad esigibilità differita, vale a dire quelle cessioni o prestazioni la cui esigibilità dell' IVA simanifesta al momento del pagamento del corrispettivo (seppure l' operazione sia da considerarsi già effettuata).Possibile l' emissione tardiva anche per le fatture a esigibilità differita Nella fattispecie oggetto della risoluzione,inoltre, ci si interrogava sulle modalità di assolvimento dell' IVA considerato che la P.A. committente non aveva ancoraconcesso l' autorizzazione ad emettere la fattura. Viene, quindi, consentita agli eredi l' emissione della fattura ancheoltre il termine semestrale stabilito dalla legge per gli adempimenti IVA, in corrispondenza con il momento dieffettuazione ( art. 21 comma 4 del DPR 633/72, nella formulazione ad oggi vigente) che, per le prestazioni di servizi,è il momento in cui è pagato il corrispettivo per effetto del richiamato art. 6 comma 3 del DPR 633/72. Infine, larisoluzione riconosce l' applicabilità integrale del DPR 633/72 anche agli eredi del professionista ai sensi dell' art. 35comma 2 del DPR 633/72 (letteralmente riferito agli "eredi dell' imprenditore"). Di conseguenza, gli eredi delprofessionista potranno anticipare la fatturazione delle prestazioni rese dal de cuius , al fine di chiudere la partita IVA,salvo, in tale evenienza, computare nell' ultima dichiarazione annuale IVA anche le operazioni ad esigibilità differitaper le quali l' esigibilità stessa non si sia ancora verificata (art. 35 comma 4 del DPR 633/72).

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per le quali l' esigibilità stessa non si sia ancora verificata (art. 35 comma 4 del DPR 633/72).

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martedì 12 marzo 2019Pagina 22

[ § 1 9 7 8 1 7 7 9 § ]

ADEMPIMENTI

Partita Iva chiusa solo dopo l' incasso dell' ultima fattura

La risoluzione 34/E definisce l' iter per gli eredi del lavoratore autonomo

Luca De Stefani

Gli eredi del professionista che non ha emesso le fatture per mancatoincasso del corrispettivo (o le ha emesse con esigibilità differita, mamanca l' incasso) devono mantenere la partita Iva aperta oppure devonoemettere le fatture e versare la relativa Iva. Sono queste le conclusionidell' agenzia delle Entrate nella risoluzione n. 34 di ieri.Esigibilità immediata In generale, la cessazione dell' attività professionalee la conseguente chiusura della partita Iva devono avvenire dopo la«conclusione di tutti gli adempimenti conseguenti alle operazioni attive epassive effettuate», quindi, la cessazione della posizione Iva non puòavvenire «in presenza di corrispettivi per prestazioni rese», ancora da«fatturare nei confronti dei propri clienti» (circolare 16 febbraio 2007, n.11/E, punto 7.1).L' attività professionale, infatti, non cessa semplicemente quando «ci siast iene dal porre in essere le prestazioni professional i», masuccessivamente, quando si chiudono i «rapporti professionali,fatturando tutte le prestazioni svolte» (eventualmente, anche con fattureemesse anticipatamente, rispetto all' incasso del relativo corrispettivo) e«dismettendo i beni strumentali» (risoluzione 20 agosto 2009, n. 232/E;Cassazione 21 aprile 2016, n. 8059).Questi principi sono «applicabili anche agli eredi del professionista».Quindi, in presenza di prestazioni ancora da fatturare, perché non sonostate ancora incassate, gli eredi possono «chiudere la partita Iva delprofessionista defunto», solo quando incasseranno l' ultima parcella. Se non hanno intenzione di aspettare l' incassodel corrispettivo (che comporta l' obbligo di emettere la fattura), comunque, possono sempre «anticipare lafatturazione delle prestazioni rese dal de cuius» e chiudere la partita Iva, appena emessa l' ultima fattura.Se, invece, gli eredi decidono di non emettere anticipatamente le fatture, possono derogare a quanto disposto dall'articolo 35-bis del Dpr 633/1972, che «obbliga a chiudere la partita Iva» entro 6 mesi «dalla morte del contribuente».Quindi, per ragioni di ordine pratico, possono «mantenerla aperta fino alla data di integrale riscossione» dei crediti ela conseguente emissione della fattura.Esigibilità differita Questa deroga ai sei mesi per la chiusura della partita Iva è possibile anche se il professionistadefunto aveva emesso fatture con Iva a esigibilità differita (articolo 6, dpr 633/1972), nei confronti della pubblicaamministrazione, e queste non sono ancora state riscosse alla data del decesso.Ma anche in questi casi di esigibilità differita, gli eredi possono chiudere la partita Iva anche senza aspettare l'incasso di queste fatture emesse con Iva differita, considerando nell' ultima dichiarazione annuale Iva «anche leoperazioni» ad esigibilità differita, «per le quali non si è verificata l' esigibilità dell' imposta» (così l' articolo 35 comma4 del decreto Iva). In questo caso, quindi, anticipano «l' esigibilità rispetto al momento dell' effettivo incasso».© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019[ § 1 9 7 8 1 7 8 4 § ]

Assimilabile al trust il fondo speciale da contratti di affidamento fiduciario

Il Notariato illustra le norme sulla fiscalità diretta del fondo disciplinato dall' art. 6 della L. n. 112/2016

Lo Studio del Notariato n. 15-2019/T esamina la fiscalità diretta del fondospeciale regolato da contratti di affidamento fiduciario , come disciplinatodall' art. 6 della L. 112/2016 (c.d. legge sul "Dopo di noi"). Si ricorda chela L. 112/2016 ha previsto l' utilizzo, per la tutela degli interessi deldisabile grave , accanto ai trust e ai vincoli di destinazione di cui all' art.2645- ter c.c., anche dei "fondi speciali, composti da beni sottoposti avincolo di destinazione e disciplinati con contratto di affidamentofiduciario". Si tratta, secondo il Notariato, di un contratto atipico ,ancorché nominato, il quale consente di vincolare taluni beni allo scopo ditutela del soggetto debole, affidando a un terzo (il c.d. "fiduciario") lagestione dello stesso, utilizzando l' apposito contratto di affidamentofiduciario, accessorio allo costituzione del fondo. Per mezzo di questostrumento, in breve, il fiduciante si accorda con l' affidatario affinchéquesto impieghi i beni affidatigli a favore di uno o più soggetti deboli (checonfigurano i beneficiari), secondo il programma delineato dall' affidantee accettato dall' affidatario. La costituzione del fondo realizza il vincolo didestinazione , che determina, per il disponente, la perdita delladisponibilità dei beni e, per l' affidatario, una disponibilità solo limitata alfine di perseguire lo scopo cui i beni sono destinati. Le norme sull'imposizione diretta del fondo speciale, secondo il Notariato, sono scarnee poco chiare. Per quanto concerne la costituzione del fondo speciale ela sua dotazione, il Notariato rileva come l' art. 6 comma 9 della L.112/2016 (come modificato, con decorrenza 11 settembre 2018, dall' art.31 comma 2 del DLgs. 105/2018), disponga letteralmente l' applicabilità di: - una detrazione dall' imposta lorda sull'IRPEF pari al 35% dell' erogazione (in virtù del rinvio all' art. 83 comma 1, secondo periodo del DLgs. 117/2017; - euna deduzione dall' IRPEF pari al 20% del reddito complessivo dichiarato per gli oneri sostenuti per le erogazioniliberali in danaro effettuate con modalità tracciabili o in natura, a favore del fondo speciale e, comunque, per unimporto complessivo dell' erogazione non superiore a 100.000 euro in ciascun periodo di imposta. Letteralmente, lanorma parrebbe consentire il cumulo delle due misure, ma ad avviso del Notariato tale lettura non rispecchia lavolontà del legislatore: il fatto che le due misure abbiano differente ambito soggettivo di applicazione induce i notai adaffermare che il contribuente possa optare per l' una o per l' altra. La deduzione è ammissibile anche per le erogazioniin natura, ma un successivo decreto dovrà definire le tipologie di beni ammessi alla deduzione. Il Notariato ritieneche, in caso di erogazioni in natura, la forma pubblica dell' atto sia condizione per l' agevolazione. In capo al soggettobeneficiario del trasferimento non si realizzano presupposti reddituali, data la natura liberale dell' attribuzione. Conriferimento alla tassazione dei redditi eventualmente prodotti dal fondo, il Notariato propone di applicare la disciplinadel trust, tenuto conto che l' art. 73 comma 3 del TUIR fa espresso riferimento ai "trust e gli istituti aventi analogocontenuto". In questo contesto, il fondo potrebbe astrattamente avere natura sia commerciale che non commerciale;ma, ad avviso dello Studio, nella più parte dei casi sarà inquadrabile nella categoria degli enti non commerciali,limitandosi a un' attività di godimento del patrimonio destinato. Secondo il Notariato, il fondo speciale disciplinato dacontratto di affidamento fiduciario "Dopo di noi", configurando un patrimonio autonomo e separato, assume unapropria soggettività tributaria : "ne discende che i fondi speciali della L. Dopo di Noi rientrano tra i soggetti IRES nellacategoria delle «altre organizzazioni»". Il fondo assume una propria soggettività tributaria Pertanto, ove non siapossibile individuare chiaramente i diritti del beneficiario sull' accrescimento del fondo, per i notai, il fondo specialerisulta assimilabile a un trust opaco e "il soggetto passivo di imposta è il fondo speciale, non potendosi realizzarealcun fenomeno di imputazione per trasparenza nei confronti di altri soggetti". In questo caso, il fondo determina ilreddito, presenta la dichiarazione e paga l' imposta (IRES). Invece, ove il beneficiario vanti una posizionegiuridicamente tutelata sui redditi del fondo, questi gli dovranno essere imputati ed egli sconterà l' IRPEF. Ladevoluzione finale dei beni del fondo, alla morte del beneficiario (art. 6 della L. 112/2016), secondo il Notariato non fa

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emergere reddito imponibile, inquadrandosi come fenomeno successorio avente natura liberale. Qualche dubbiopotrebbe residuare solo nel caso in cui venisse indicato come beneficiario finale il soggetto affidatario, atteso che l'attribuzione potrebbe essere intesa in funzione remuneratoria dell' incarico da questi svolto e, quindi, tassata comereddito di lavoro autonomo o diverso a seconda che rientri o meno nell' esercizio abituale della professione.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 21

[ § 1 9 7 8 1 7 8 5 § ]

INTERPELLO

Debiti cancellati per costi inesistenti, la sopravvenienza non è tassabile

L' agenzia delle Entrate fa chiarezza contro alcune pronunce della Cassazione L' imponibilità è collegata alladeduzione dell' onere

Giorgio Gavelli

La sopravvenienza attiva rilevata a conto economico al fine di eliminaredebiti sorti a seguito di costi accertati in via definitiva come inesistentinon genera reddito imponibile, con onere del contribuente di predisporree conservare documentazione idonea a ricondurre tra loro i relativiimporti. La risposta 71/2019, resa dalle Entrate a seguito di istanza diinterpello, appare, in linea di principio, abbastanza scontata, se non fosseche interviene su una materia - la corretta applicazione dell' articolo 88Tuir - in cui recenti pronunce della Corte di cassazione avevano fattosorgere più di una perplessità.La società istante aveva subito un accertamento con ripresa atassazione di alcuni costi asseritamente sostenuti verso una controllataestera, qualificati come inesistenti.A fronte del pagamento degli importi accertati, la società intendevaeliminare dal bilancio i debiti rilevati verso la controllata estera,contabilizzando una sopravvenienza attiva da sterilizzare in dichiarazionedei redditi tramite apposita variazione in diminuzione onde evitare unadoppia imposizione.Né la società istante né l' Agenzia entrano nel merito del correttotrattamento contabile, presumibilmente da ricondurre alla correzione di unerrore in base al principio Oic 29, con comportamenti differenziati aseconda che l' errore fosse da qualificarsi come rilevante (rettifica delpatrimonio netto di apertura) o non rilevante (contabilizzazione a contoeconomico). Il concetto di rilevanza è, invece, esplicitato nel principio Oic 11.Nel caso specifico, l' Agenzia conferma la non imponibilità della sopravvenienza attiva fino a concorrenza delle speseoggetto di recupero a tassazione, alla duplice condizione del pagamento a titolo definitivo delle maggiori imposterivenienti e della conservazione di documentazione apposita.Secondo l' articolo 88, comma 1 del Tuir, si considerano sopravvenienze attive i ricavi o altri proventi conseguiti afronte di spese, perdite o oneri dedotti o di passività iscritte in bilancio in precedenti esercizi e i ricavi o altri proventiconseguiti per ammontare superiore a quello che ha concorso a formare il reddito in precedenti esercizi, nonché lasopravvenuta insussistenza di spese, perdite od oneri dedotti o di passività iscritte in bilancio in precedenti esercizi.Correttamente, quindi l' Agenzia ricollega l' imponibilità del provento alla deduzione dell' onere, contrariamente aquanto emerge da alcune sentenze della Corte di cassazione dove tale legame è stato messo in discussione.Con sentenza 23812/2017 è stata considerata imponibile (non solo ai fini Ires ma anche ai f ini Irap) l asopravvenienza emergente dall' azzeramento di un fondo rischi creato a seguito di accantonamenti (per futuri rinnovicontrattuali del personale) non fiscalmente dedotti. Con l' ordinanza 18719/18 la Suprema corte era giunta allemedesime conclusioni in relazione alla creazione di un fondo fiscalmente irrilevante tramite giroconto da altro fondocreato con accantonamenti non dedotti, presumibilmente divenuto superfluo per sopravvenuta insussistenza deirelativi presupposti.Come già rilevato (si veda «Il Sole-24 Ore» del 14 novembre scorso) queste conclusioni sono opinabili sotto l'aspetto fiscale e probabilmente costituiscono il frutto di comportamenti discutibili dal punto di vista contabile e/o didocumentazione non idonea alla puntuale ricostruzione dei fatti di causa. Il principio corretto è quello ora ribadito dall'Agenzia, sulla scia di quanto chiarito già in passato (risoluzioni 9/813/79 e 124/E/17).© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 21

[ § 1 9 7 8 1 7 9 3 § ]

IN SINTESI

1. Il fatto La società istante aveva subito un accertamento con ripresa atassazione di alcuni costi, secondo quanto sostenuto, verso unacontrollata estera, qualificati come inesistenti.A fronte del pagamento degli importi accertati, la società intendevaeliminare dal bilancio i debiti rilevati verso la controllata estera,contabilizzando una sopravvenienza attiva da sterilizzare in dichiarazionedei redditi tramite apposita variazione in diminuzione onde evitare unadoppia imposizione 2. I precedenti Il principio dell' Agenzia segue quantochiarito già in passato (risoluzioni 9/813/79 e 124/E/17)

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martedì 12 marzo 2019Pagina 33

[ § 1 9 7 8 1 7 8 9 § ]

I soggetti tra 65 mila e 100 mila euro di ricavi potranno sforare senza perdere i benefici

Forfetario e imposta sostitutiva, splafonamento triennale

GIULIANO MANDOLESI

Con forfetario e imposta sostitutiva lo splafonamento per il triennio2018/2020 è servito. Grazie al mix prodotto dall' ampliamento deiricavi/compensi del regime forfetario a 65 mila euro e del neo introdottoregime con imposta sostitutiva al 20% per i redditi tra i 65 mila e i 100mila euro infatti, professionisti e imprese dal 2018 avranno la possibilitàdi sforare (splafonare) il tetto dei ricavi fissati per i regimi fiscali agevolatiper ben tre volte prima di perderne i benefici e passare alla più onerosaIrpef progressiva.Il triplice splafonamento, con il correlato arbitraggio fiscale che neconsegue, è in realtà normativamente stabilito e concesso grazie alcomma 71 dell' articolo 1 della legge 190 del 2014 (che ha introdotto ilregime fiscale forfetario) e secondo cui il regime agevolato cessa diavere applicazione «a partire dall' anno successivo a quello in cui vienemeno il requisito di cui al comma 54 (il tetto dei ricavi/compensi)...». Talemodalità di esclusione, che di fatto si realizza dall' anno successivo aquello dello sforamento del tetto massimo dei ricavi, è stata ripresaanche per l' impianto normativo della nuova imposta sostitutiva al 20%concedendo involontariamente la possibilità a professionisti e impresecon redditi in ascesa di utilizzare per il 2018, 2019 e 2020 tassazioni daregimi agevolati anche in mancanza dei requisiti legati ai ricavi ecompensi.1 - Lo sforamento 2018 - dal forfetario al forfettone. La legge n.145/2019ha modificato, a partire dal 1° gennaio 2019, il comma 54 della legge190/2014 ampliando (e unificando) da 30 mila/50 mila a 65 mila euro il tetto dei ricavi/compensi riferiti all' annualitàprecedente) per l' accesso al regime a forfait. In diretta conseguenza dell' ampliamento, un professionista forfetario2018 che ha sforato il precedente tetto dei ricavi, avendo superato il vecchio limite dei 30 mila senza però varcarequello nuovo fissato a 65 mila euro, potrà continuare ad applicare il regime agevolato anche nel 2019 senza passaredunque all' Irpef.2 - Lo sforamento 2019 - dal forfetario dal regime sostitutivo. Grazie al comma 71 della legge 190/2014, lo stessoprofessionista, qualora dovesse splafonare anche nel 2019 varcando il tetto dei 65 mila euro, avrebbe garantito ilregime a forfait per l' anno in corso per poi uscire a partire dal 1° gennaio 2020. Il contribuente, fuoriuscito dalforfetario, dal 2020 rientrerebbe nel nuovo regime con imposta sostitutiva al 20% per i redditi tra i 65 mila euro e i100 mila non ricadendo nell' Irpef progressiva.3 - Lo splafonamento 2020 - da sostitutivo a irpef progressiva nel 2021. Via libera anche nel 2020 allo splafonamentosenza conseguenze. Il professionista precedentemente ad esempio infatti, se dovesse ancora una volta sforare iltetto dei compensi, questa volta fissato a 100 mila euro (come dispone il comma 13 dell' articolo 1 della legge145/2018), perderebbe il vantaggio dell' aliquota flat al 20% applicabile sull' imponibile fiscale calcolato in via analitica,solo a partire dal 2021 poiché, anche per la tassa sostitutiva, vale quanto disposto dall' art 1 comma 71 della legge190/2014. Il comma 22 della legge di bilancio 2019 clona infatti parte dell' impianto normativo del forfetariorendendolo applicabile anche per la neo imposta stabilendo che «i contribuenti persone fisiche che applicano l'imposta sostitutiva di cui al comma 17 sono esonerati dall' applicazione dell' Iva e dai relativi adempimenti ai sensidelle disposizioni relative al regime forfetario di cui all' articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n.190, fermo restando l' obbligo di fatturazione elettronica previsto dal decreto legislativo 5 agosto 2015, n.127».© Riproduzione riservata.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 32

[ § 1 9 7 8 1 7 9 1 § ]

Si può pagare (con maggiorazione) fino alla scadenza della dichiarazione dei redditi

Il saldo Iva chiama alla cassa

Versamento al 18 marzo. Ma c' è una seconda chance

FRANCO RICCA

Ultimi giorni per il versamento del saldo Iva 2018: entro lunedì prossimo,18 marzo (cadendo di sabato la scadenza di legge del 16 marzo), isoggetti passivi che chiudono la dichiarazione annuale con un debitodevono effettuare il relativo pagamento.In alternativa, è possibile procrastinare l' adempimento fino alla scadenzadei termini previsti per il pagamento del saldo delle imposte dovute inbase alla dichiarazione dei redditi, incrementando però l' Iva da versaredelle maggiorazioni previste dalla legge.Le norme di riferimento. Ai sensi dell' articolo 6 del dpr n. 542/99, ladifferenza tra l' ammontare dell' Iva dovuta in base alla dichiarazioneannuale e l' ammontare delle somme già versate (o dovute) sulla basedelle liquidazioni periodiche relative all' anno d' imposta deve essereversata entro il 16 marzo dell' anno successivo. La stessa disposizioneconsente di differire il versamento fino alla scadenza dei termini stabilitidall' art. 17, comma 1, del dpr n. 435/2001 per il pagamento delle sommedovute in base alla dichiarazione dei redditi (30 giugno), maggiorandoperò l' importo da versare dello 0,40% per ogni mese o frazione di mesesuccessiva al 16 marzo.Riguardo all' individuazione di tale termine, l' agenzia delle entrate, conrisoluzione n. 73/2017, ha precisato che vale la data fissa del 30 giugnoanche per i soggetti con esercizio «a cavallo». E' inoltre possibile fruiredell' ulteriore differimento di trenta giorni ai sensi del citato art. 17 edeffettuare, quindi, il versamento entro il 30 luglio, applicando un' ulterioremaggiorazione dello 0,40%. Ai sensi dell' art. 20 del dlgs n. 241/97, è possibile effettuare ratealmente il versamentodel saldo Iva, suddividendo l' importo dovuto in un numero di rate mensili liberamente determinato, purché ilpagamento sia completato entro il prossimo novembre. Le rate successive alla prima scadono il giorno sedici delmese e devono essere maggiorate degli interessi mensili nella misura dello 0,33% (e dunque la seconda rata saràmaggiorata dello 0,33%, la terza dello 0,66%, e così via). I contribuenti possono scegliere se rateizzare a partire dallascadenza del 16 marzo o da quella relativa al pagamento delle imposte sui redditi; nel secondo caso, la somma darateizzare dovrà essere previamente aumentata delle maggiorazioni di cui sopra. Il versamento del saldo Iva puòessere effettuato mediante compensazione di eventuali crediti tributari e contributivi, secondo le disposizioni dell' art.17 del dlgs n. 241/97. Va ricordato che il limite massimo delle compensazioni orizzontali (nonché dei rimborsi conprocedura semplificata) è di 700 mila euro per ciascun anno solare, elevato ad 1 milione per i subappaltatori edili il cuivolume d' affari dell' anno precedente è costituito per almeno l' 80% da prestazioni fatturate in regime di inversionecontabile. In caso di compensazione parziale del debito Iva con crediti di altra natura, le maggiorazioni previste per ilpagamento differito si applicano soltanto sull' importo effettivamente pagato e non sulla quota versata mediantecompensazione.Il debito annuale.Il debito d' imposta in sede di dichiarazione annuale può scaturire da diverse ragioni, ma non dal trascinamento didebiti periodici non versati: dopo l' introduzione dell' obbligo della comunicazione trimestrale delle liquidazioniperiodiche, infatti, i debiti evidenziati nelle c.d. «lipe» sono autonomi e, se non versati, vengono posti in riscossionedall' agenzia delle entrate con la procedura di cui all' art.54-bis del dpr n. 633/72. Di conseguenza, i debiti periodici dichiarati con le «lipe» devono essere scomputati in sededi liquidazione annuale, ancorché non versati, includendo il relativo importo nel rigo VL30, campo 1, delladichiarazione; fa eccezione il caso in cui la dichiarazione evidenzierebbe un saldo a credito, nel qual caso, secondo il

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correttivo introdotto nelle istruzioni di quest' anno, occorre riliquidare il saldo scomputando solo i versamenti periodicieseguiti (al riguardo, si è in attesa di chiarimenti in merito alla possibilità di regolarizzare gli omessi versamentiperiodici mediante compensazione con il credito annuale che scaturisce indicando tali versamenti come effettuati).Il debito in sede di dichiarazione annuale può scaturire da varie ragioni: - il calcolo definitivo della percentuale didetrazione (prorata) - la definitiva ripartizione dei corrispettivi annotati senza distinzione per aliquota da parte deicontribuenti che si avvalgono del metodo della c.d.ventilazione - le rettifiche delle detrazioni ai sensi dell' art. 19-bis2, per esempio a seguito del passaggio dal regimenormale a quello forfetario dal 1° gennaio 2019 - eventuali regolarizzazioni relative all' anno 2018 eseguite entro iltermine di presentazione della dichiarazione annuale.Il debito può scaturire inoltre dalle operazioni effettuate nel periodo ottobre-dicembre dai contribuenti trimestrali peropzione, i quali, ai sensi dell' art.7 del dpr n. 542/99, eseguono le liquidazioni periodiche ed i relativi versamenti soltanto per i primi tre trimestri dell'anno, mentre le operazioni dell' ultimo trimestre confluiscono nella liquidazione annuale effettuata in sede didichiarazione. Va ricordato che questi contribuenti sono comunque tenuti a presentare la comunicazione delleliquidazioni periodiche anche per il quarto trimestre (termine prorogato al 10 aprile 2019), nella quale non devono peròcompilare i righi VP11, VP12 e VP14, stante l' insussistenza dell' obbligo di versamento con riferimento al quartotrimestre.I contribuenti trimestrali per opzione che evidenziano in sede di dichiarazione annuale un' imposta a debito devonoapplicare (anche) su tale debito gli interessi compensativi dell' 1%, dovuti ai sensi del citato articolo 7.© Riproduzione riservata.

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martedì 12 marzo 2019[ § 1 9 7 8 1 7 9 6 § ]

Pronti i siti ENEA per le comunicazioni 2019 per il risparmio energetico

Per gli interventi i cui lavori sono terminati tra il 1° gennaio e l' 11 marzo 2019 c' è tempo fino a giugno

Sul sito dell' Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l' energia e losviluppo economico sostenibile (ENEA) è stato comunicato che sono online i "portali 2019" per poter inviare le comunicazioni relative agliinterventi terminati nel 2019, che sono raggiungibili all' indirizzohttps://detrazionifiscali.enea.it . La comunicazione all' ENEA , si ricorda,deve essere trasmessa in relazione: - agli interventi volt i al lariqualificazione energetica degli edifici per i quali si fruisce delladetrazione IRPEF/IRES di cui ai commi 344-347 dell' art. 1 della L. n.296/2006 e successive modificazioni ed integrazioni (c.d. "Ecobonus").La detrazione, generalmente del 65%, può variare ed essere del 50%,70%, 75%, 80% o dell' 85% a seconda della tipologia di interventoeseguito; - agli interventi di recupero edilizio , agli interventi antisismici edal c.d. "bonus mobili" di cui all' art. 16 del DL 4 giugno 2013 n. 63. Talecomunicazione, lo si ribadisce, deve essere inviata soltanto se da dettiinterventi deriva un risparmio energetico (qualora, ad esempio, nell'ambito degli interventi antisismici non vengano effettuati interventi edilizie tecnologici che comportano risparmio energetico, la comunicazione all'ENEA non deve essere inviata). In relazione ad entrambe le tipologie diinterventi la comunicazione all ' ENEA deve essere trasmessatelematicamente, di norma, entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Alriguardo si ricorda che i 90 giorni entro cui procedere all' invio delladocumentazione all' ENEA decorrono dalla data del c.d. "collaudo" deilavori, a nulla rilevando il momento (o i momenti) di effettuazione deipagamenti (ris. Agenzia delle Entrate 11 settembre 2007 n. 244 , risposta n. 3 e guida Agenzia delle Entrate febbraio2019). Qualora il collaudo non sia necessario in considerazione del tipo d' intervento svolto (es. sostituzione difinestre comprensive di infissi), la data di fine lavori può essere comprovata dalla documentazione emessa dalsoggetto che ha eseguito i lavori o dal tecnico che compila la scheda informativa (circ. Agenzia delle Entrate 23 aprile2010 n. 21 , 3.1). Non è ritenuta valida, a tal fine, una dichiarazione del contribuente resa in sede di autocertificazione.In deroga alla regola dei 90 giorni, tuttavia, considerato che la procedura informatica per l' invio dei dati è stataattivata ieri, 11 marzo 2019, l' ENEA ha comunicato che nel caso in cui la data di fine lavori sia compresa tra il 1°gennaio 2019 e l' 11 marzo 2019, il termine di 90 giorni decorre dall' 11 marzo 2019. Pertanto, sia per gli interventi diriqualificazione energetica sia per gli interventi di recupero edilizio, bonus mobili e antisismici dai quali si ottenga unrisparmio energetico, le scadenze da ricordare sono le seguenti: - data di fine lavori compresa tra il 1° gennaio e l' 11marzo 2019, la comunicazione all' ENEA deve essere trasmessa entro il 9 giugno 2019 (che cade di domenica epertanto il termine dovrebbe slittare al 10 giugno 2019); - data di fine lavori dal 12 marzo 2019, la comunicazione all'ENEA deve essere inviata entro 90 giorni dalla data di fine lavori. Più tempo anche per le ristrutturazioni Per l' inviodella documentazione per gli interventi di recupero edilizio di cui all' art. 16- bis del TUIR dai quali si ottiene unrisparmio energetico così come previsto dal comma 2- bis dell' art. 16 del DL 63/2013, quindi, le scadenze sonofissate: - al 1° aprile 2019 se gli interventi sono stati ultimati dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018; - al 9 giugno2019 (che dovrebbe slittare al 10 giugno 2019) se gli interventi sono stati ultimati dal 1° gennaio 2019 all' 11 marzo2019; - entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori se gli interventi sono stati ultimati a decorrere dal 12 marzo2019.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 31

[ § 1 9 7 8 1 7 9 9 § ]

necessario dimostrare anche il trasferimento del domicilio

Residenza fiscale, prova ferrea

EMILIO DE SANTIS

È fittizia la residenza monegasca dello sportivo, se non è provato dalcontribuente che il domicilio - cioè il luogo in cui la persona intrattiene irapporti personali ed economici - sia stato anch' esso trasferito. E all'amministrazione finanziaria non compete alcun onere probatorio. Loafferma la sentenza della Cassazione 6081/2019, nel respingere il ricorsodel giocatore di golf professionista Alberto Binaghi, avverso la decisionedella Ctr Lombardia n.105/42/2010.Il caso riguardava l' avviso di accertamento (anni 1999 - 2004) con cuiera stato contestato al contribuente la mancata presentazione delledichiarazioni dei redditi, operando la presunzione di cui all' art. 2, commi2 e 2-bis, del dpr 917/1986, dato il trasferimento della residenzaanagrafica nel Principato, con il conseguente recupero a tassazione deiredditi percepiti. La Ctr, nel rigettare l' appello - essendo stata esclusa laripresa ai fini Irap sin dal primo grado - aveva stabilito che il contribuentenon avesse superato la presunzione della residenza in Italia, in quanto - alcontrario - l' Ufficio aveva provato che lo sportivo «aveva ivi mantenuto ilcentro principale degli affari e degli interessi», oltre che dovesse negarsila deducibilità dei costi sostenuti - richiesta dall' appellante - in quantoessa «esigeva la presentazione della dichiarazione dei redditi». LaSuprema corte concorda con i giudici del territorio e ritiene infondatianche altri motivi del ricorso, in gran parte rivolti a contestare la validitàdelle prove offerte dall' Ufficio a dimostrazione della persistenza dellaresidenza in Italia del contribuente. La Cassazione infatti osserva che muovano da un presupposto errato «cioè, cheera onere dell' ufficio finanziario dare la prova della permanenza della residenza del contribuente in Italia, mentresussisteva, nel caso di specie una presunzione di residenza presso il paese a fiscalità privilegiata».

Italia OggiFisco e Dichiarazioni

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martedì 12 marzo 2019Pagina 5

[ § 1 9 7 8 1 8 0 5 § ]

Oggi a Strasburgo l' approvazione del documento che dovrebbe fissare le regole nei rapporti conPechino Tra gli Stati monitorati dalla Commissione quelli dell' Europa dell' Est, i Baltici e l' Italia delgoverno gialloverde

Bruxelles lancia un richiamo ai Paesi Ue "Sì agli affari con la Cina, ma è unrivale"

MARCO BRESOLIN

Per l' Unione europea la partnership con la Cina è «strategica», maBruxelles sottolinea in modo netto che il gigante asiatico è un«concorrente». E dunque, «tut t i g l i Stat i membri hanno unaresponsabilità». Perché nelle relazioni con Pechino, sul fronte europeo,«serve unità». Il richiamo all' ordine è scritto nero su bianco nellacomunicazione che verrà approvata oggi dal collegio dei commissariguidato da Jean-Claude Juncker legata proprio ai rapporti con il giganteasiatico.Nella bozza del documento, lungo una decina di pagine, non vengonofatti in modo esplicito i nomi degli Stati Ue destinatari del messaggio. LaCommissione sta monitorando da tempo il posizionamento di alcunigoverni, soprattutto quelli dell' Europa dell' Est e dei Baltici, che giàpartecipano al formato 16+1 e hanno legami stretti con la Cina. Ma ilcaso-Italia è certamente all' attenzione di Bruxelles: nella capitale Ue sistanno seguendo con molto interesse gli sviluppi legati alla possibileadesione di Roma alla Nuova Via della Seta. Per questo è probabile cheil vice-presidente della Commissione, Jyrki Katainen, si lasci andare a unriferimento più esplicito al nostro Paese. Toccherà infatti al commissariofinlandese - che ha le deleghe a crescita, competitività e investimenti -presentare l' iniziativa nel primo pomeriggio da Strasburgo.La «Comunicazione congiunta» che verrà adottata oggi servirà da baseper la discussione sui rapporti con Pechino, che è stata inserita nell'agenda del prossimo Consiglio europeo del 21-22 marzo (al prossimovertice i leader prepareranno il summit Ue-Cina in programma il 9 aprile a Bruxelles).Nel documento della Commissione sono elencate tutte le aree in cui Europa e Cina devono trovare una qualcheforma di collaborazione. Per esempio nella riforma dell' Organizzazione mondiale del commercio. L' Ue punta inoltrea definire i contorni della partnership con Pechino anche nell' ambito della ricerca e soprattutto dell' intelligenzaartificiale (Ai), un terreno in cui la Cina è certamente un concorrente. Ma ogni forma di collaborazione dovrà essereportata avanti collettivamente: alle capitali viene richiesta «coerenza con le regole con le politiche dell' Ue».Una settimana fa l' Italia si era distanziata dai partner europei, astenendosi sulla proposta di introdurre unmeccanismo di screening per proteggere i settori strategici dagli investimenti stranieri. Uno scudo voluto in particolareda Emmanuel Macron sul quale l' Italia, con il precedente governo, si era schierata a favore. Ma oggi la posizione ècambiata e così l' esecutivo gialloverde è stato l' unico a non votare a favore della proposta. Il sottosegretarioMichele Geraci (Sviluppo Economico), che tesse le relazioni con la Cina, aveva criticato questo progetto già nei mesiscorsi. Ma nonostante le riserve italiane, le nuove norme sono state adottate in via definitiva dall' Ue (anche ilParlamento le aveva approvate un mese fa, pure in questo caso con l' astensione di Lega e M5S).Il voto di Strasburgo Sempre oggi il tema Cina finirà nell' Aula dell' Europarlamento, anche se per una questionespecifica. L' emiciclo discuterà delle «minacce alla sicurezza legate alla presenza tecnologica cinese nell' Ue». Glieurodeputati voteranno una risoluzione che parte dalle preoccupazioni legate alla sicurezza della rete 5G in Europa, dicui la società Huawei è un pilastro .BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

La StampaIndustria 4.0

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lunedì 11 marzo 2019[ § 1 9 7 8 1 8 0 7 § ]

Continuous Testing, serve più digitale per fare vera efficienza

Secondo un report firmato da Capgemini e Sogeti, aumentano nelle imprese i processi automatici nella validazionedelle nuove versioni dei software. Ma per sprigionare tutto il potenziale dell' approccio bisogna ricorrere a Intelligenzaartificiale e Machine learning

DOMENICO ALIPERTO

Il Continuous Testing - ovvero il processo che prevede una validazionedelle nuove versioni dei software in ambienti agile attraverso testautomatizzati - sta prendendo piede nelle grandi aziende: circa un terzodegli It manager afferma che le loro divisioni hanno completamenteabbracciato l' approccio. Tuttavia oltre la metà degli specialisti cheimplementano una nuova 'build' su base giornaliera sostiene che leaziende devono ancora migliorare la propria efficacia in ambitoContinuous Testing, snellendo i propri ambienti di collaudo all' interno diun ecosistema di sviluppo agile. A dirlo è un report Capgemini e Sogeti(parte del Gruppo Capgemini) realizzato in collaborazione con BroadcomInc.'s Enterprise Software Division. Il sondaggio si basa su 500 intervistea It manager con elevata seniority di aziende medio-grandi (con oltremille dipendenti) attive in diversi comparti, tra cui Financial Services, HighTech, Healthcare and Life Sciences, Telecommunications, Media andEntertainment e Manufacturing. Sbloccare il potenziale dell' automazionenella fase di testing Ci sono ancora grossi margini di miglioramento perottimizzare i processi di Continuous Testing attraverso l' utilizzo dellatecnologia: l' automazione viene utilizzata per eseguire solo il 24% deitest, il 24% degli scenari di business end-to-end e per generare il 25% deidati richiesti per i test. Un uso maggiore dell' automazione potrebbemigliorare significativamente la velocità delle attività di testing dei teamagile; per esempio, oltre un terzo (36%) degli intervistati ha dichiarato chepiù del 50% dei tempi di collaudo è dedicato a ricercare, gestire,mantenere e generare dati per i test. Tra i casi d' uso descritti nel report, c' è quello di una delle principali bancheaustraliane, che aveva oltre cinquemila build per più di cento applicazioni. Sfruttando un' unica piattaforma per lacreazione e il rilascio automatizzato, integrata con strumenti di testing e di automazione, la banca è stata in grado diridurre del 40% le tempistiche dei cicli di rilascio, migliorando il time-to-market e aumentando significativamente iltempo di operatività dell' ambiente di lavoro. La necessità di ricorrere a Ia e Machine learning La discrezionalità concui i team di lavoro si sono mossi in autonomia, ha avuto come conseguenza che molte imprese si siano trovate adovere gestire situazioni fuori controllo, con un' ampia varietà di approcci alla Qa e al test automation. Per riprendereil controllo, afferma lo studio, le imprese devono indirizzarsi verso strumenti e metodologie che garantiscano uncontrollo centralizzato della qualità da parte dei team agile, attraverso linee guida più chiare in ambito Qa ( QualityAssurance) e il supporto di tecnologie Qa più smart. Uno sviluppo che può portare a risultati promettenti è rendere l'orchestrazione e l' esecuzione dei test molto più smart attraverso l' utilizzo di tecnologie di Intelligenza artificiale (Ia).Con l' introduzione di funzionalità di machine learning, i sistemi saranno in grado di determinare automaticamente itest necessari nei cicli di rilascio e di produzione. Il report ha evidenziato la chiara necessità di migliorare trasparenzae gestione dei test agile. Per il 35% dei dirigenti intervistati, gli elementi fondanti per validare la capacità di gestionedell' orchestrazione dei test e dei rilasci sono "una tracciatura completa delle attività di test svolte" ed un "processoconsolidato di test e rilascio". Il 32% del campione, invece, ha sottolineato la necessità di uno "spazio condiviso perla collaborazione tra i team" e di una "visibilità continua dei test e rilasci in esecuzione". Se ci si sofferma sulle sfidelegate agli ambienti di test, la carenza di una struttura centralizzata finalizzata alla fornitura di un ambiente ready-to-use è sempre più evidente. I team sprecano troppo tempo per ottenere degli ambienti di collaudo completi, tanto chequattro intervistati su dieci (40%) hanno dichiarato che i loro team dedicano più della metà del loro tempo allacreazione e manutenzione degli ambienti di test. "I prossimi due o tre anni saranno cruciali per il Continuous Testing,in quanto le aziende dovranno risolvere il dilemma della transizione verso team sempre più autonomi, in cui tutti si

Corriere ComunicazioniIndustria 4.0

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devono sentire responsabili della qualità, migliorando però al contempo il sostegno e la supervisione centralizzatadella stessa, al fine di creare un ambiente di sviluppo agile, che sia realmente in grado di offrire valore in un panoramaIt sempre più complesso", dichiara in una nota Francesco Fantazzini, Technology & Innovation Lead, CapgeminiBusiness Unit Italy. "Tra le aree principali di intervento, questo report evidenzia chiaramente la necessità di ampliare ilivelli di automazione dei test, rendere più intelligente e rapida la disponibilità degli ambienti di collaudo e dei relatividati, implementare metriche più efficaci supportate da cruscotti avanzati per il controllo della qualità".@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 16

[ § 1 9 7 8 1 8 0 8 § ]

MICROCOSMI

dove convivono modernità, cultura e civiltà

Aldo Bonomi

Nella lunga metamorfosi del nostro modello di capitalismo intermedioincardinato sul la dimensione del le piat taforme terr i tor ial i vaconfigurandosi la macroregione Lover delle tre regioni protagoniste dellapartita dell' autonomia (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna). Parliamodi un' area con un Pil superiore a quello dei Paesi Bassi o dell' Argentina,pari al 40% del Pil italiano, a metà del valore della produzionemanifatturiera, a oltre la metà dell' export.Che si parli di metalmeccanica, di agroalimentare, di moda, di Ict, diautomotive, la mappa italiana pone sempre in evidenza il triangolo i cuivertici sono Milano-Venezia-Bologna, con qualche significativaestensione al Piemonte per alcuni ambiti produttivi. La capacitàcompetitiva di queste aree è sempre più l' esito di un rapporto virtuosotra tessuto produttivo e funzioni di interconnessione a base urbana, doverisiedono autonomie funzionali (a proposito di autonomia) vecchie enuove. Sono le città, in altre parole, ad assumere rilevanza nel generarenuovo capitale intellettuale, relazionale, umano e organizzativo in grado dicontaminare i cluster produttivi impegnati in cicli di innovazione spinta.Se ciò è stato oltremodo evidenziato nel caso di Milano, che svolgequesta funzione per tutto il Centro Nord e oltre, è altrettanto vero che l'evoluzione territoriale segue vie peculiari a seconda delle matrici storichedi rapporto tra città e contado, oggi tra smart city e smart land.Prendiamo la Via Emilia dove sull' asse pedemontano si snoda una seriedi città-distretto in rete che fanno tesoro della comune cultura civica e istituzionale, del know-how amministrativo edella storica propensione all' investimento in cultura umanistica e scientifica un punto di forza al servizio dellepiattaforme produttive diffuse. Ne sono un esempio la rete degli Its promossi dalla Regione Emilia-Romagna o quelladei poli tecnologici, l' ultimo dei quali recentemente inaugurato a Brasimone (Bo) coinvolgendo anche RegioneToscana ed Enea.In questo contesto anche le fondazioni di origine bancaria giocano un ruolo importante. Fino a poco tempo fa leabbiamo vissute e raccontate come funzioni di supporto alle aggregazioni bancarie, invece è in atto un lororiposizionamento come autonomie funzionali nella metamorfosi dell' economia e dei territori. Rappresentano oggiuno dei soggetti più legittimati nell' elaborazione di strategie territoriali condivise, di sperimentazioni innovative e direalizzazione di iniziative orientate ad accompagnare i percorsi di modernizzazione a partire da una missione dicivilizzazione che si traduce anche nella produzione di beni collettivi, di cui, ad esempio mi pare un caso emblematicoquello delle Ogr a Torino con la regia della Fondazione Crt.A Modena, per tornare alla Via Emilia, la locale Fondazione Cassa di Risparmio si è fatta promotrice, insieme alComune, al ministero dei Beni Culturali con le Gallerie Estensi, e Unimore, del progetto "Ago", iniziativa dirigenerazione urbana dell' ex ospedale Sant' Agostino, che punta entro qualche anno a costituire un polo di digitalhumanities in cui fare sperimentazione di nuovi rapporti tra Ict e l' enorme patrimonio culturale della città, fare didatticadi ricerca per innovare i modelli di apprendimento dei giovani, rigenerare le proposte formative del sistema diistruzione pubblico in chiave interdisciplinare, favorire lo sviluppo di pensiero critico e creativo nell' approccioumanistico alle tecnologie, il tutto mettendo a sistema la Modena medioevale, quella ducale, quella risorgimentalequella industriale del '900, per giungere ai tempi del paradigma digitale.Si punta a fare innovazione nei modelli di valorizzazione del patrimonio culturale stando sulla frontiera dell' intelligenzaartificiale con l' obiettivo di attrarre talenti e competenze globali e al contempo si vuole fare inclusione dei giovanioffrendo loro strumenti culturali e frame cognitivi per essere protagonisti del futuro della città. Perché, come raccontail presidente della Fondazione Paolo Cavicchioli, è importante comprendere il rapporto tra l' invenzione della stampaa caratteri mobili, le tesi di Lutero e la guerra dei 30 anni, così come quella tra l' invenzione della macchina a vapore e

Il Sole 24 OreIndustria 4.0

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le conquiste sociali, o il motore a scoppio e il fordismo.Solo così si può comprendere il valore profondo della rivoluzione digitale e da qui trarne una prospettiva collettiva diun futuro capace di coniugare accelerazioni modernizzanti e forme di civiltà adeguate.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 19

[ § 1 9 7 8 1 8 1 1 § ]

Il rebus del calcolo transitorio

Per i beni non ancora interconnessi scatta prima il super e poi l' iper

Rebus superammortamento transitorio per i beni industria 4.0 entrati infunzione, ma non ancora interconnessi. La circolare 4/E/2017 stabilisceche, in questi casi, l' impresa stanzierà il superammortamento nel primoanno, calcolando l' iper, al netto della maggiorazione già dedotta, solo daquello successivo. Questo doppio conteggio complica la gestione dell'agevolazione e ci si chiede se sia possibile evitarlo nel 2018 e nel 2019anche per non dover s tab i l i re se, e in che misura, spet t i i lsuperammortamento.L' avvio della deduzione maggiorata del 150% (o di quella a scaglionidella legge 145/2018) richiede che, entro la fine dell' esercizio, il bene,oltre all' entrata in funzione, sia dotato dell' interconnessione, con periziagiurata. L' Agenzia ha previsto che, se l' interconnessione e/o laredazione della perizia (risoluzione 27/E/2018) slittano a esercizisuccess iv i a l l ' en t ra ta in funz ione, i l bene po t rà f ru i re de lsuperammortamento per poi passare all' iperammortamento nell' anno diinterconnessione, con un conteggio pari alla differenza tra il 150% e laquota dedotta nel primo anno. Ad esempio, per un bene con coefficientedel 20% (ridotto alla metà nel primo esercizio), entrato in funzione nel2017 e interconnesso e periziato nel 2018, si avrà una deduzione del 4%del costo nel 2017 (40% x 20% : 2) e un iperammortamento calcolato sul146% del costo (150 - 4) dal 2018.Per gli investimenti 2018 interconnessi dal 2019, l' impresa che intendaseguire le istruzioni sopra ricordate dovrà stabilire se il superammortamento temporaneo vada calcolato al 40% (beniprenotati con ordine e acconto del 20% entro fine 2017 e consegnati entro il 30 giugno 2018) o al 30% (beniconsegnati nel secondo semestre 2018 o nel primo in assenza di prenotazione del 2017).Analogamente, per gli acquisti di beni del 2019 interconnessi dal 2020, si dovrà stabilire se il superammortamento(che sarà in questo caso del 30%) spetti (beni consegnati nel primo semestre con ordine e acconto entro il 31dicembre 2018), oppure no (beni del secondo semestre 2019, ovvero anche del primo se non prenotati nel 2018).Non è chiaro se questo calcolo transitorio del superammortamento, che per il 2018 e il 2019 si traduce in un vero eproprio rebus, costituisca un obbligo o, come si ritiene preferibile, una facoltà dei contribuenti. In quest' ultimo caso, leimprese, onde evitare di dovere ricostruire (con elevato rischio di errore) se il superammortamento sarebbe spettato,e in che misura, potranno passare direttamente alla deduzione del 150% dall' esercizio di interconnessione e perizia,saltando il super transitorio. È però necessario che questa possibilità venga confermata dalle Entrate per evitare chegli Uffici contestino poi l' indeducibilità come iperammortamento della quota non stanziata nel primo anno a titolo disuper.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 33

[ § 1 9 7 8 1 8 1 7 § ]

Scienze della vita, ecco i profili più ricercati dalle aziende

Le figure «vincenti» tra farmaceutica, biotecnologie, apparecchiature medicali e servizi sanitari

Enzo Riboni

Il settore del «Life science» (farmaceutica, biotecnologie, medical devicee servizi sanitari) in Italia gode di ottima salute. In particolare l' industriafarmaceutica occupa la prima posizione in Europa per quanto riguarda laproduzione. La carta vincente sono stati i grandi investimenti nell'innovazione.L' agenzia per il lavoro Kelly Services, multinazionale tra i big dellaconsulenza Hr, ha sondato la questione con l' indagine «Talenti nel settoreLife science», condotta in sette Paesi europei interpellando 1.400professionisti del settore. Una delle conclusioni è che gli specialistiintervistati pensano che l' avvento di tecnologie sempre più sofisticate edell' intelligenza artificiale non rappresentino ostacoli ma interessantiopportunità.Il 72%, infatti, ritiene che, nei prossimi cinque anni, l' innovazionetecnologica permetterà di ottimizzare i propri risultati.C' è un problema, però, ed è il fatto che l' affermarsi delle tecnologie piùavanzate e la nascita di nuove specializzazioni, rende difficile trovare sulmercato del lavoro le professionalità all' altezza del cambiamento. Kellyha così inquadrato le professionalità oggi più ricercate. Eccole a seguire.1) Tre categorie di Product specialist: in Endoscopia, in Neurochirurgia,in Cardiologia. Per tutti la Ral, Retribuzione annua lorda, vale in media 45mila euro. (Agli stipendi di questi profili e di molti di quelli seguenti vannopoi sommati la retribuzione variabile e i benefit aziendali.2) Tre classi di Business development: Diagnostica (40 mila euro),Genomica (45 mila euro), Europe (130 mila euro).3) Sales manager food: gestisce promozione e vendita di specialities chimiche (60-65 mila euro) 4) Firmwareengineer : progettazione e sviluppo software per dispositivi medicali (40-45 mila euro) 5) Software developer.net:progettazione e sviluppo soluzioni tecnologiche innovative su piattaforma Wpf (30-35 mila euro) 6) Ra-Regulatoryaffairs: realizza dossier tecnici per la registrazione di dispositivi medici (30-35 mila euro) 7) Ra Specialist: si occupadi registrare i prodotti nei diversi Paesi sviluppando il sistema di gestione qualità (40-50 mila euro) 8) Ra Manager:responsabile settore Ra (70 mila euro) 9) Quality control: analizza materie prime e prodotti farmaceutici (30 mila euro)10) Quality assurance: responsabile attività di assicurazione qualità prodotti farmaceutici (35 mila euro) 11) Qualitymanager: responsabile sistema qualità aziendale (60 mila euro) Per candidarsi: [email protected] .

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martedì 12 marzo 2019Pagina 9

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formazione unindustria

Tfz Ingranaggi, manager e imprese sui banchi

Andrea Marini

Terza tappa per "Ricomincio da 4". Il progetto di Federmeccanica,Federmanager e Fondirigenti - in collaborazione con Unindustria - perinformare e sensibilizzare dirigenti e imprenditori sul tema Industria 4.0,ha toccato ieri Aprilia, comune in provincia di Latina e a 30 chilometri daRoma.Dopo Ansaldo Energia a Genova e la Rold a Milano, ad Aprilia l'appuntamento è stato alla Tfz Ingranaggi del Gruppo Didimo Zanetti,eccellenza della "motor-valley" italiana, che dal 1953 produce ingranaggiconici e cilindrici, coppie coniche e alberi, e rifornisce i tre più grandigruppi industriali nel settore trattori e macchine movimento terra. Hannopreso parte al tour il presidente della sezione Metalmeccanica,Metallurgica e Costruzione Macchinari di Unindustria Fabio Mazzenga, ild irettore Educat ion di Federmeccanica Sabrina De Santis, l 'amministratore delegato di Didimo Zanetti Giovanni Melandri e ilpresidente di Federmanager Roma Giacomo Gargano. «I manager - haspiegato Mazzenga, - sono le figure chiamate in azienda a prendere ledecisioni.È quindi fondamentale che siano informati sui macchinari di ultimagenerazione e dei loro vantaggi: dagli aumenti di produttività al taglio deitempi, fino alla possibilità di cambiare rapidamente il processo produttivoin base alle esigenze di mercato».In questo ambito il Gruppo Didimo Zanetti è un esempio. Dei suoi circa200 dipendenti, 80 si trovano nello stabilimento di Aprilia, attivo dal 2005 (gli altri sono distribuiti tra il centro logisticoe il quartier generale di Casalecchio sul Reno vicino Bologna). Il gruppo dal 2017 ad oggi ha effettuato investimenti4.0 per circa 3,3 milioni di euro, principalmente in macchine utensili per la produzione di ingranaggi e in misura minorein software: molti dei macchinari sono stati automatizzati o assistiti da robot. Tra gli obiettivi del piano, per esempio,c' è quello di ottenere risparmi del 2% nel consumo di energia e dell' 1,5% nella manutenzione, fino al 3% per lapianificazione della produzione. E i risultati non hanno tardato ad arrivare: il fatturato è salito dai 33,5 milioni del 2017ai 37 nel 2018.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 27

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Vodafone, il piano per 1.130 esuberi «Margini ridotti sul settore mobile»

L' azienda: il dialogo con i sindacati per fare efficienza. L' ipotesi dei contratti di solidarietà

Fabio Savelli

MILANO Vodafone Italia ha comunicato l' apertura di un negoziato con isindacati per «condividere una ridefinizione del modello operativo» con«conseguente riduzione del perimetro organizzativo pari 1.130 efficienzeappartenenti a tutte le funzioni aziendali». Un annuncio che agita isindacati, ma che fa il paio con le decisioni di tagli al costo del lavoro diTelecom Italia (tra uscite volontarie e contratti di solidarietà) e di Wind3,senza contare gli 833 esuberi annunciati da Sirti, uno dei principalifornitori.È il combinato disposto di diversi fattori. Il primo (e più pesante) è lapressione competitiva sul segmento mobile che in Italia presenta quattrooperatori sfidarsi a colpi di promozione per accaparrarsi i clienti semprepiù restii a legarsi sfruttando le offerte sul traffico dati e voce checampeggiano ovunque. Una battaglia sui prezzi che sta portando (quasi)allo zero i margini degli operatori telefonici, complice anche il recentearrivo della low-cost Iliad che è potuta entrare sul mercato grazie allafusione tra Wind e 3 originatasi come effetto di questo consolidamento dimercato. Vodafone nel terzo trimestre dell' anno, chiuso il 31 dicembre,ha visto ridursi i ricavi da servizi mobili dell' 8,4% rispetto allo stessotrimestre dell' anno precedente.Un ridimensionamento testimoniato anche dalla diminuzione del fatturatoda servizi nel primo semestre fiscale a 2,49 miliardi (-6,4% rispetto allostesso semestre del 2017) e al dato sul margine operativo lordo, inferioredel 9,7%.L' azienda parla di «efficienze» e non di esuberi perché ritiene appena all'inizio la trattativa con le organizzazioni sindacali. Non è escluso che questo numero possa ridimensionarsi oppurepossa essere gestito tramite contratti di solidarietà o forme di mobilità volontaria. I confederali auspicano che questeefficienze possano essere gestite con un' importante riqualificazione del personale di Vodafone in Italia, pari a 6.500addetti. Con una spinta sul digitale e verso le reti di nuova generazione. Stiamo entrando nell' era del 5G, il nuovostandard per la telefonia mobile che abbasserà enormemente il tempo di latenza anche nell' automazione industriale enello sviluppo dell' intelligenza artificiale. È chiaro che senza una riconversione delle competenze il rischio di«disoccupazione tecnologica» nel settore delle telecomunicazioni rischia di essere altissimo. Vodafone Italia haspeso 2,4 miliardi per le frequenze più pregiate del 5G sfidandosi a colpi di rilanci con Tim nelle aste bandite dalministero dello Sviluppo appesantendo i conti, ma aumentando le entrate per le casse statali. La decisione dell'amministratore delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, arriva a pochi giorni dall' accordo raggiunto con Tim per lacondivisione di 22mila torri di trasmissione sotto Inwit, controllata oggi al 60% dall' ex monopolista.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 31

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Il personaggio

Tim Berners-Lee "Che brutta fine ha fatto Internet"

LUCA FRAIOLI

Trent' anni dopo, l' uomo che inventò il Web torna sul luogo del delitto, ilCern di Ginevra, dove allora presentò il progetto. E lancia l' allarme"Troppe opportunità per chi semina odio, colpa degli algoritmi dei social"GINEVRA Trent' anni dopo il creatore del Web torna dove tutto è iniziato:al Cern di Ginevra, i l più grande laboratorio al mondo di fisicasubnucleare. Per festeggiare, certo, ma anche per mettere in guardiadalla deriva che la sua "creatura" sta prendendo. Nel 1989 Tim Berners-Lee era un giovane ingegnere informatico britannico che voleva fornire airicercatori uno strumento per condividere le informazioni in modoefficace su Internet. Nel marzo di quell' anno presentò un progetto cheprevedeva l' uso, tra l' altro, di collegamenti ipertestuali. Era l' atto dinascita del World wide web. Tre decadi e due miliardi di siti online dopoBerners-Lee è diventato Sir per volere della Regina Elisabetta e saràricordato nei libri di storia, alla voce inventori, accanto a Gutenberg eMarconi. Lo incontriamo, insieme a Fabiola Gianotti, a poche centinaia dimetri dall' edificio dove concepì quegli acronimi simbolo dell' era digitale,come www (World wide web) o http (hypertext transfer protocol). Ladirettrice generale del Cern, tra gli autori della scoperta del Bosone diHiggs, lo accoglie come un vecchio compagno di studi che non si vededa tempo: «Bentornato tra noi Tim. Nella tua stanza ora lavoranoinformatici che si occupano di big data. E non è detto che anche dal lorolavoro non arrivi una innovazione di cui potrà beneficiare l' umanità intera,come è oggi per il Web».Sir Berners-Lee parla con entusiasmo delle origini, ma si fa corrucciato quando affronta l' attualità: «Sono qui percelebrare un anniversario importante e però non nascondo la preoccupazione».

Cos' è che la preoccupa?«In questi trent' anni il web ha creato grandi opportunità di crescita, ha dato voce a chi non ne aveva, è diventato unapiazza, una libreria, un negozio, una scuola, un cinema. E però ha offerto anche nuove opportunità ai truffatori, a chidiffonde l' odio, ai criminali in generale».

Come è potuto succedere?«Una risposta possibile è che il web è lo specchio della società, quindi ne riflette sia il bene che il male. In realtà, sonoconvinto che se oggi l' immagine che l' umanità dà di sé sul Web è costruttiva o distruttiva dipende da come sonoscritti gli algoritmi dei social network. Ci sono software progettati intenzionalmente per fornire incentivi perversi a chisacrifica per esempio i propri dati personali.Ma anche conseguenze indesiderate di algoritmi pensati a fin di bene, come quelli che permettono di esprimereliberamente la propria opinione e che invece stanno diffondendo indignazione e toni esasperati».

Lei ha creato la World Wide Web Foundation proprio per contrastare questa deriva. Quali sono le azioni damettere in campo?«Abbiamo proposto un Contratto per il Web, rivolto ai governi, alle aziende private, ai cittadini. Tutti insieme perdifendere un patrimonio comune, come hanno fatto le generazioni passate per la Dichiarazione universale dei dirittidell' uomo o per il Trattato sullo spazio extra-atmosferico. Finora hanno aderito Francia, Germania, Ghana e 200 traassociazioni e società private. Ma anche i singoli cittadini possono farlo sul sito della fondazione».

Una delle norme previste dal suo "Contratto" è che le Web company si impegnino a rispettare la privacy dei

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consumatori. Pochi giorni fa Mark Zuckerberg ha annunciato che Facebook d' ora in poi tutelerà meglio i datipersonali degli utenti. È una promessa credibile o servono comunque regole imposte dai governi?«Dipende dalle regole. Il Gdr (Regolamento generale sulla protezione dei dati) varato l' Europa va nella direzione chenoi auspichiamo. Ma è vero che anche le compagnie private stanno comprendendo l' importanza di questi temi:Google, Facebook, Microsoft e Twitter stanno per esempio lavorando a un Data transfer project, un sistemaattraverso il quale l' utente può trasferirsi da una piattaforma digitale all' altra portando con sé i propri dati personali».

E i singoli cittadini cosa possono fare?«Usare i social network per favorire conversazioni costruttive e non distruttive, non continuare a cliccare il tasto"consenti", pur di usare gratis un servizio, senza chiedere che vengano rispettati i loro diritti sulla privacy. Eleggerepolitici che difendano un Web gratuito e accessibile a tutti».A proposito di politica, i social network ne sono pieni.«Ho suggerito a Facebook di cancellare i post contenenti pubblicità politica. In molti paesi la comunicazione dei partitipolitici in televisione è strettamente regolamentata, con spazi assegnati per dare a tutti le stesse opportunità. Sul Webinvece nessuna regola».In Italia, il Movimento 5 Stelle utilizza una piattaforma digitale privata per consultare i propri iscritti prima di decisioniimportanti del governo.«L' esperimento in corso nel vostro Paese è interessante: se però il governo è tenuto a seguire l' esito di questeconsultazioni allora è un governo con le mani legate. Io credo che il Web possa sì dare un contributo fantastico allademocrazia, ma soprattutto se utilizzato dai governi per comunicare in modo trasparente con i cittadini tramite gliopen data».

Torniamo a quel marzo di trent' anni fa: perché il Web è nato proprio qui al Cern e non nella Silicon Valley?«Perché al Cern c' è sempre stato un clima di grande libertà e creatività.Potevo programmare il primo server del World Wide Web senza che nessuno venisse a dirmi "siamo qui per farealtro".Il mio capo di allora, Mike Sendall, era un fisico delle particelle.Quando lesse la mia proposta vi scrisse sopra un appunto a matita: "Vago ma eccitante". E poi il Web non si sarebbemai imposto se il Cern non avesse messo gratuitamente a disposizione di tutti il protocollo, senza reclamarne idiritti».

Capì subito che aveva inventato qualcosa di importante?«No. Ma i numeri crebbero subito: gli accessi al server iniziarono a raddoppiare ogni quattro mesi.Poi tra il 1991 e il 1993 ebbero una crescita esponenziale».

Sir Berners-Lee, come immagina il Web nei prossimi trent' anni?«È impossibile sapere dove andremo. Ma abbiamo una certezza: dipenderà dalle nostre scelte di oggi. E io sonoottimista: i buoni vinceranno sui cattivi, anche sul Web».© RIPRODUZIONE RISERVATA "Le grandi compagnie si impegnino a rispettare la privacy degli utenti E a vietare ipost con la pubblicità politica" Tim Berners-Lee, l' ingegnere che nel 1989 inventò il Web.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 16

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SIGLATO L' ACCORDO DOPO QUATTRO MESI DI TRATTATIVE

Contratto Fca, CnhI e Ferrari Più 144 euro al mese in tre anni

Previste coperture assicurative più forti, premio di efficienza, smart working e ferie solidali

GIUSEPPE BOTTERO

Un aumento medio di 144,5 euro al mese, coperture assicurative piùforti, il miglioramento del premio annuale di efficienza e le innovazionidello smart working e delle ferie solidali. Al termine di quattro mesi ditrattative, con incontri ogni due settimane, Fiat Chrysler Automobiles, CnhIndustrial e Ferrari e i sindacati trovano l' intesa per il rinnovo del contrattodegli oltre 87 mila dipendenti dei tre gruppi in Italia. Un altro tassello cheva a posto, dopo la conferma da parte dell' ad Mike Manley degliinvestimenti da 5 miliardi.«L' accordo rappresenta un ulteriore impegno dell' azienda nei confrontidi tutti i lavoratori del gruppo in Italia e dell' intero Paese. In questo modopensiamo di avere posto le condizioni per affrontare al meglio le difficilisfide che avremo di fronte nei prossimi anni. Siamo fiduciosi che ognunofarà la sua parte» dice soddisfatto Pietro Gorlier, da ottobre responsabiledelle attività in Europa, Medio Oriente e Africa di Fca Il contratto, che nelcomplesso prevede un incremento del 2% annuo delle retribuzioni e unrafforzamento del bonus legato al Wcm, entrerà in vigore il primo aprile. Isindacati del Sì parlano di una «svolta». Secondo i loro calcoli, l 'aumentomensile medio a gennaio 2022 in Fca sarà di 144,50 euro (dai 130,19 diun operaio del montaggio ai 179 di un lavoratore professional), l' 8,24%in più di oggi, oltre il doppio del tasso di inflazione previsto nelquadriennio. Le tranche sono quattro: il primo ritocco di 35,06 euro scattasubito, il secondo di 35,76 euro a febbraio 2020, il terzo di 36,48 euro nelgennaio 2021 e il quarto di 37,20 euro dodici mesi più tardi. Questiincrementi andranno in paga base e avranno effetto su turni, straordinari, tredicesima, Tfr.Il contratto prevede anche un incremento del contributo a carico dell' azienda del fondo previdenziale integrativo.Anche sulla sanità integrativa crescono le coperture assicurative sanitarie per i lavoratori e i familiari, si riduce il costoper la contribuzione del lavoratore e aumenta quella a carico azienda. Vengono inoltre introdotti lo smart working intutti gli stabilimenti e le ferie solidali. Previste 40 ore di permesso retribuito per ogni anno del corso di laurea per ilavoratori studenti. Una delle novità riguarda l' inquadramento professionale: da gennaio 2020 verranno definite trearee professionali e un gruppo di lavoro individuerà un nuovo sistema di misurazione della professionalità e divalorizzazione economica.«L' accordo - dicono il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli e il segretario nazionale Ferdinando Uliano - èun ottimo risultato in particolare nel contesto di difficoltà industriale ed economico del nostro paese. Erafondamentale chiudere, perché il 2019 rappresenterà ancora un momento di transizione particolarmente difficile».«È un atto di responsabilità e di coraggio. Una nota di ottimismo e un impegno per il futuro», commenta il numero unodella Uil, Carmelo Barbagallo. Per il responsabile delle relazioni industriali Fca Pietro De Biasi «la trattativa è statarapida perché c' erano le basi per fare un buon accordo, abbiamo lavorato bene in questi anni con i sindacati».Mentre la Fiom, con cui ci sono stati dei tentativi di riavvicinamento, poi sfumati, ora parla di «una vittoria per l'azienda».BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 35

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Sussurri & Grida

Dieci miliardi investiti, il record dei fondi in Italia

( a. pu. ) Anno record, il 2018, per gli investimenti in Italia dei fondi diprivate equity e venture capital: dieci miliardi di euro (9,788), quasi ildoppio del 2017. Soldi finiti da 123 operatori a 359 aziende e «si sonomossi entrambi i segmenti di mercato, sia le grandi sia le piccoleoperazioni», ha detto Anna Gervasoni, direttrice generale dell' Aifi cheieri, in Assolombarda a Milano, ha presentato il consuntivo. Gran parte diquesti dieci miliardi (6,4 miliardi in 99 imprese) sono arrivati da fondiinternazionali, il resto dall' Italia, più dal pubblico e dalle istituzioni (2,1miliardi in 47 operazioni) che dal privato (1,2 miliardi in 213 aziende). Etre miliardi sono andati alle infrastrutture. Ha frenato però la raccolta,quasi dimezzata a 3,4 miliardi. In compenso fondi pensione e casse diprevidenza, pur mantenendo il divario col resto d' Europa, sono diventatila prima fonte di raccolta con il 24%; seguono gli investitori individuali e ifamily office, leggi private banking. Cresce il mercato del private debt (unmiliardo investito in 142 operazioni, al 78% capitale per lo sviluppo) equello del venture capital.Nel 2013-2017 il rendimento medio annuo è stato del 16,5% per il privateequity e del 5,6% per il private debt, ha detto il presidente dell' AifiInnocenzo Cipolletta ( foto ). Che ha apprezzato il miliardo di quest' annoal venture capital (il doppio del 2017 e il quadruplo del 2016) con leiniziative del governo, sollecitato per fermare «i venti di recessione».( f.mas. ) Più utili netti per Cassa Ravenna spa, che chiude l' anno a 18,3milioni di euro, +8,40% «nonostante i costi straordinari per i salvataggi dibanche concorrenti» - sottolinea la banca presieduta da Antonio Patuelli,presidente dell' Abi, con riferimento all' intervento su Banca Carige. L' utile consente comunque di staccare undividendo («ininterrottamente per il venticinquesimo anno consecutivo») lordo di 0,40 euro, a scelta del socio incontanti o con nuove azioni (non tassate). Il patrimonio si conferma solido al 15,35% come Cet1 e gli npl scendonodel 26% a 246 milioni netti, pari al 7,04%.Fnm chiude il 2018 con utili in crescita dell' 11,25% a 24,3 milioni di euro, prevalentemente per il miglioramento delrisultato operativo, pari a 24,2 milioni (+18,55%). A livello consolidato il risultato è in calo del 17,88% a 28,7 milioni.Confermato da parte del gruppo presieduto da Andrea Gibelli un payout del 40% sull' utile di esercizio. La cedola saràdi 0,0225 euro per azione.Nasce Sanarcom, il primo fondo di assistenza sanitaria integrativa di Cifa (Confederazione italiana federazioniautonome) e Confsal (Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori). Il partner assicurativo delnuovo fondo è RBM AssicurazioneSalute.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 21

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INPS

Flusso uniemens senza qualifiche professionali Istat

Non più obbligatoria l' indicazione utile per benefici previdenziali

Barbara Massara

Nel flusso uniemens non dovranno più essere esposte le qualificheprofessionali Istat dei lavoratori dipendenti. L' indicazione, però, non èstata fornita dall' Inps ma dal Consiglio nazionale dei consulenti dellavoro, con un comunicato diffuso ieri in cui si riferisce di una nota dell'istituto di previdenza datata 1° marzo 2019 con la quale l' istituto haaccolto la richiesta di eliminare il dato.L' obbligo di indicare per ciascun lavoratore la rispettiva qualificaprofessionale (secondo le specifiche codificazioni Istat) era statointrodotto con il messaggio Inps 208/2019 con decorrenza dai flussi difebbraio 2019 (presentazione entro il 31 marzo). I consulenti del lavorohanno da subito rilevato la limitata utilità di questo dato, che di fatto,come spiegato dall' Inps nel messaggio 208, serve principalmente perindividuare i dipendenti che, in quanto addetti a specifiche attivitàgravose, possono beneficiare del non adeguamento dei requisitiprevidenziali alla variazione della speranza di vita.La preoccupazione da parte delle aziende e dei consulenti ha riguardatoanche il reperimento del dato, in quanto lo stesso è di fatto gestito solodal 2008, cioè dall' introduzione delle comunicazioni obbligatorieattraverso il modello Unificato Lav, e quindi risulta non disponibile per idipendenti assunti in precedenza.In base al comunicato stampa l' Inps dovrebbe aver eliminato lasegnalazione di alert nel flusso uniemens in corrispondenza del nuovoelemento, segnalazione che, secondo quanto previsto nel messaggio 208/2019, non avrebbe comunque bloccato l'invio del flusso.Ci si attende pertanto che, conseguentemente alla nuova decisione, l' eventuale compilazione del campo (non piùobbligatorio) da parte delle aziende che tempestivamente hanno provveduto, non crei problemi in fase ditrasmissione.Sempre ieri il Consiglio nazionale ha chiesto all' Inps di eliminare l' obbligo di compilazione del nuovo campo , relativoal tipo di retribuzione corrisposta dal datore di lavoro in caso di malattia del dipendente, obbligo introdotto con ilmessaggio 803/2019.A decorrere dal mese di marzo 2019 (con scadenza al 30 aprile), per tutti i lavoratori dipendenti ai quali si applica iltrattamento previdenziale di malattia (e per i quali il datore di lavoro è tenuto a versare il relativo contributo) vaspecificato nel flusso uniemens con apposito codice se l' indennità in conto Inps è o meno "integrata" dall' azienda ose, in alternativa, per effetto di una specifica previsione contrattuale, il trattamento è ad esclusivo carico del datore (ilquale, oltre a essere obbligato a versare i contributi, non può procedere al recupero di alcuna indennità a carico dell'Inps).Secondo i consulenti del lavoro questa informazione potrebbe essere acquisita attraverso fonti alternative quali il Ccnlapplicato, informazione inclusa nel flusso uniemens.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 23

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Private equity da record, investiti in Italia quasi 10 mld

Il 2018 è stato un anno da record per il private equity in Italia: sono statisfiorati i 10 miliardi di euro investiti, il valore più alto mai registrato, per untotale di 359 operazioni, in crescita del 15% rispetto al 2017. I numerisono stati illustrati al convegno annuale dell' Aifi (Associazione italiana delprivate equity, venture capital e private debt), svoltosi a Milano, durante ilquale è stata presentata l' analisi condotta in collaborazione con PwC.La raccolta sul mercato private equity e venture capital è ammontata a3,415 miliardi di euro, di cui 2,738 mld raccolti da soggetti privati, quasi iltriplo su base annua. Il 24% della raccolta deriva da fondi pensione ecasse di previdenza, principale investitore nel settore. Il segmento buyoutè il primo per ammontare con il 54%, seguito dalle infrastrutture con il31%. Le operazioni di m&a sono aumentate in modo considerevole,arrivando a un soffio da quota mille. Circa metà delle operazioni èavvenuta a livello nazionale, il 30% estero su Italia (i principali acquirentisono stati Usa, Francia e Cina) e il 20% Italia su estero. «Il 2018 è statocaratterizzato da alcuni mega deal effettuati da grandi operatoriinternazionali, in particolare nel settore infrastrutture», ha osservatoFrancesco Giordano, partner di PwC. «Pur escludendo questi large emega deal, il mercato registra una crescita del 16%».«Gli operatori del settore sono stati capaci di trasformarsi da attoripuramente finanziari a soggetti con una visione industriale», hasottolineato Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi. «Un fattoreimportante in una fase in cui sono tornati venti recessivi: se non si fa nullasi rischia la recessione. Il contesto internazionale è sempre più difficile, complice eventi come la Brexit e l' andamentodei tassi. La crescita deve avvenire anche tramite fusioni e acquisizioni».© Riproduzione riservata.

Italia OggiLavoro e Previdenza

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martedì 12 marzo 2019Pagina 12

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INVESTIMENTI

Private equity record in Italia: nel 2018 investiti 10 miliardi

Cipolletta: «Un primo passo verso l' allineamento europeo con gli investitori» Frena la raccolta, ma cresce il peso dicasse previdenziali e fondi pensione

Mara Monti

Il mercato del private equity e del venture capital mette a segno un nuovorecord e lo realizza mentre i venti di recessione si fanno sempre piùinvadenti. Dati che segnalano la vivacità del mercato, ma che restanoancora lontani se confrontati con quelli europei: difficoltà di accesso aimercati finanziari e i legami con il sistema tradizionale bancario sonoalcuni dei limiti individuati alla crescita di un settore che nel 2018 harealizzato investimenti per 9,788 miliardi di euro (+98%). Un risultatorecord ottenuto con una presenza crescente degli operatori esteri cherappresentano più della metà degli investimenti nelle imprese italiane con6,438 miliardi di euro e 99 operazioni, secondo i dati annuali AiFI(Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt).Un segnale positivo su cui gli esperti non si fanno illusioni: la raccolta, adesempio, è stata inferiore rispetto all' anno precedente pari a 3,415miliardi di euro nel 2018, in calo rispetto ai 6,230 miliardi del 2017, unanno influenzato da alcuni closing di dimensioni importanti. Tuttavia nonmancano le sorprese: «Per la prima volta la principale fonte di raccoltasono state casse previdenziali e fondi pensione - ha commentatoInnocenzo Cipolletta, presidente AIFI -. E' un segnale che aspettavamoda tempo, un primo passo verso un allineamento europeo con gliinvestitori internazionali».Al momento l' allineamento dell' Italia dagli altri paesi europei resta ancoralontano: se i fondi previdenziali e le casse valgono 1,7 miliardi di euro diraccolta, in Francia le stesse fonti raccolgono 5,8 miliardi di euro, in Gran Bretagna 27 miliardi di euro e in Europa84,3 miliardi di euro. Stessa proporzioni per le assicurazioni e i family office. «Il sistema previdenziale è in tutti i paesiil principale investitore nei fondi di private capital perché danno rendimenti maggiori per chi può investire in tempirelativamente più lunghi», ha aggiunto Cipolletta. Per Anna Gervasoni, direttore generale AIFI «il 2018 è stato un annoparticolarmente positivo per gli investimenti grazie ad alcune operazioni di dimensioni significative non solo nelsegmento buyout, ma anche in quello delle infrastrutture: anche al netto di large e mega deal, il 2018 è un anno recordin termini di ammontare, un segnale di un paese in forte fermento innovativo».La struttura finanziaria delle imprese italiane vede ancora una quota rilevante del credito bancario: soltanto inLombardia, oltre l' 80% delle imprese fa ricorso al debito bancario a lungo termine, mentre gli strumenti non bancarisono ancora residuali; la capitalizzazione di Borsa rispetto al Pil in Italia è pari al 35,3%, contro un 61,5% e 106,5% diGermania e Francia; dal lato debito, il private debt si è affermato anche nel corso del 2018, con una raccolta di 4,6miliardi di euro. «Il nostro sistema presenta criticità importanti - ha fatto notare Alessandra Perrazzelli, vice presidentecredito e finanza di Assolombarda - ma è in corso anche una profonda evoluzione, trainata dalle novità a livelloeuropeo e dal fatto che le Pmi europee faranno sempre più ricorso ai segmenti non bancari».Tra gli strumenti proposti oltre a Pir, anche gli Elite Basket Bond.Sulle difficoltà per le Pmi ad attrarre capitali, Luigi Abete presidente di Febaf, ha sottolineato che nonostante i numeripositivi, «il problema resta come fare crescere le medio-piccole imprese da 50-200 milioni di fatturato. ComeFederazione banche assicurazioni e finanza stiamo lavorando proprio per verificare e proporre soluzioni in questadirezione». Uno strumento, quello del private equity, che spesso è pensato come ultima spiaggia e non comestrategia per fare crescere le aziende. In questa direzione si è mossa Recordati con il mega deal del fondo CVCCapital partners che ha scelto l' apertura del capitale come strategia si sviluppo, secondo Giampiero Mazza partnerdel fondo.

Il Sole 24 OreLavoro e Previdenza

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«In Italia non c' è un problema di liquidità, ma di cultura finanziaria - ha detto Maurizio Tamagnini, ad del Fondostrategico italiano -. Il capitale di rischio non deve essere una scelta di ultima istanza, ma diventare per le imprese lastrada principale per crescere».© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 31

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Alla guida

Reddito, sfida sulla soglia minima di 858 euro

È il livello sotto il quale si può rifiutare l' offerta di lavoro. M5S rilancia: salario minimo di 9 euro l' ora

Enrico Marro

ROMA Entra nel vivo, oggi al Senato, la discussione sul salario minimoper legge, il nuovo cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle dopo il«reddito di cittadinanza».Anzi, a ben vedere, già nel decretone su reddito e «quota 100» ipentastellati hanno creato un "ponte" verso la retribuzione minima dilegge, stabilendo, con un emendamento, che un lavoro offerto a unbeneficiario del sussidio non possa prevedere un salario sotto 858 euroal mese (il 10% in più dei 780 euro). Un livello che però è superiore aquello previsto per le qualifiche base di alcuni contratti (per esempio unapprendista parrucchiere prende 829 euro) e che metterebbe fuori gioco ilavoratori stagionali e quelli part time. Per questo le imprese premonoaffinché il decretone, ora all' esame della Camera, venga modificato.Allo stesso tempo però, in commissione Lavoro al Senato, si stannoesaminando due proposte di legge che potrebbero avere un effettospiazzante molto superiore.Una del Pd, primo firmatario Mauro Laus, l'altra dei 5 Stelle, presentata da Nunzia Catalfo, già autrice della primaproposta di «reddito di cittadinanza».La proposta Laus stabilisce che la retribuzione per ora di lavoro nonpossa scendere sotto i «9 euro al netto dei contributi previdenziali eassistenziali», quella di Catalfo si attesta sempre sui 9 euro ma «al lordodegli oneri contributivi e previdenziali». Così, un lavoratore standard (8ore al giorno dal lunedì al sabato) non potrebbe prendere meno di 360euro alla settimana, circa 1.500 euro lordi al mese. Un livello giudicatoinsostenibile dalle imprese. Basti pensare che 9,19 euro lordi l' ora è illivello del salario minimo in Germania, dove però la retribuzione lorda è mediamente del 30% più alta che in Italia.Oggi in commissione Lavoro partono le audizioni.Prima i sindacati poi le associazioni imprenditoriali.Per le aziende 9 euro l' ora sono in molti casi più di quanto previsto dai minimi retributivi dei contratti di categoriamentre i sindacati temono che fissando un salario base di legge per tutti i lavoratori, e non solo per quelli non copertidai contratti nazionali, si pongano le condizioni per rendere inutile il contratto stesso (e quindi la funzione di chi lonegozia). Cgil, Cisl e Uil propongono invece di usare la legge per estendere i contratti nazionali e i relativi minimi

Corriere della SeraLavoro e Previdenza

negozia). Cgil, Cisl e Uil propongono invece di usare la legge per estendere i contratti nazionali e i relativi minimiretributivi ai lavoratori che non ce l' hanno. Di attuare cioè l' articolo 39 della Costituzione. Ma il punto, in realtà, èpolitico: i 5 Stelle sono convinti di tutelare i lavoratori meglio dei sindacati.Che ovviamente non ci stanno. Il vicepremier Luigi Di Maio potrebbe affrontare direttamente con loro la questione nelvertice che ha convocato per domani con Landini (Cgil), Furlan (Cisl), Barbagallo (Uil) e Capone (Ugl). Ma, avvertonoi 5 Stelle, poi a decidere sarà il Parlamento.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 36

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semplificazioni

Uniemens senza obbligo di qualifiche

Le qualifiche professionali Istat non dovranno più essere esposte nelmodello Uniemens aziendale. A darne notizia il Consiglio nazionale deiconsulenti del lavoro.«Con la lettera del 1° marzo 2019, a firma del dg Gabriella Di Michele», silegge nella nota, «l' Inps ha comunicato al Cno e al Sindacato Ancl che icodici Istat relativi alle mansioni dei lavoratori non dovranno più essereesposti.Successivamente l' Inps ha eliminato la segnalazione di alert sulla nuovacasella Uniemens relativa ai citati codici, rinviando al tavolo congiuntoistituito con il Cno ogni ulteriore decisione. A seguito di questa criticitàrisolta, però, l' Istituto, con il messaggio n.803/2019, è tornato sui suoi passi perseverando nelle richieste diinserimento dati nel flusso Uniemens. In particolare, nel messaggiopubblicato lo scorso 27 febbraio, l' Inps ha comunicato le nuove modalitàdi compilazione delle dichiarazioni retributive e contributive medianteflusso per i datori di lavoro che si avvalgono di prestazioni di lavoratoriper i quali è prevista dalla normativa vigente l' assicurazione economicadi malattia».

Italia OggiLavoro e Previdenza

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martedì 12 marzo 2019Pagina 8

[ § 1 9 7 8 1 7 9 4 § ]

NUOVA GOVERNANCE

Nori all' Inps, via libera come vice di Tridico

Al via le votazioni su 380 emendamenti al decretone Entro venerdì atteso l' ok

Davide Colombo

roma Dopo tre settimane di stallo s' è chiusa la querelle delle nomine divertice all' Inps. L' ex direttore generale dell' Istituto, Mauro Nori, haaccettato l' incarico di vicepresidente al fianco dell' economista PasqualeTridico, che nei prossimi quattro anni sarà invece il presidente. A questopunto il ministero del Lavoro e quello dell' Economia dovrebberopubblicare il decreto di nomina dei due, il primo come sub-commissario eil secondo come commissario, in attesa della conversione in legge deldecreto 4/2019, emendato per recepire nella nuova governance proprio lafigura del vicepresidente.La firma del decreto interministeriale serve per ripristinare subito ilrappresentante legale dell' Istituto, figura venuta meno il 16 febbraioscorso con l' uscita di Tito Boeri. Un atto reso urgente dall' accumularsi diprovvedimenti che altrimenti non possono essere firmati: dai Cud chevengono inviati ai pensionati per la dichiarazione de i redditi a l laconvenzione con i Caf e i patronati, fino alla variazione di bilancionecessaria per l' attuazione del reddito di cittadinanza, "quota 100" e lealtre misure pensionistiche in proroga.Mauro Nori,57 anni, una vita passata in Inps fino a diventare direttoregenerale dal 2010 al 2015, ha collaborato all' elaborazione di "quota 100"e degli altri provvedimenti pensionistici nella sua veste di consiglierelegislativo del ministro dell' Economia, Giovanni Tria. Il super tecnicodella previdenza, oggi in Corte dei conti come consigliere della sezione dicontrollo della Toscana, assumerà l' incarico come "fuori ruolo".L' accettazione dell' incarico non sarebbe legata a precise deleghe, visto che queste saranno stabilite solo dopo l'insediamento del nuovo Consiglio di amministrazione, composto oltreché dal presidente e dal vice, da altri treconsiglieri.Un passaggio atteso dopo l' appovazione definitiva della legge di conversione e che, a quel punto, riguarderà anche l'Inail, visto che la riforma della governance vale per entrambi gli istituti.La partita a Montecitorio sulle modifiche al decretone entrerà nel vivo da oggi nelle Commissioni Lavoro e Affaricostituzionali con la votazione degli emendamenti. Sono intorno a 380 quelli che verranno votati entro venerdìprossimo, rispetto ai circa 800 depositati. Dopo la inammissibilità disposta dalle presidenze delle due Commissionisu 140 emendamenti per estraneità rispetto alle materie trattate dal Dl o perché carenti sotto il profilo delle coperture,e a seguito della richiesta di limitare il voto a un massimo di 500 proposte "segnalate" dai gruppi, si è scesi al numerodi 380. Risultano, in particolare, destinati al voto 25 emendamenti del M5S, 40 della Lega, 99 del Pd, 95 di Fi, 49 diFdi, 37 di Leu e 40 del Misto. L' approdo in Aula del testo è previsto per il 18 marzo ma è sempre probabile che itempi s' allunghino. Non a caso il "sì" finale dell' Aula del Senato, dove il Dl dovrà necessariamente tornare per unultimo passaggio, è stato calendarizzato tra il 26 e il 28 marzo a ridosso della scadenza (29 marzo).© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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martedì 12 marzo 2019

[ § 1 9 7 8 1 7 9 5 § ]

Nuove retribuzioni da maggio per il CCNL Unionchimica CONFAPI

Aumentati anche gli importi annuali del premio per obiettivi

Con accordo siglato lo scorso 8 marzo Unionchimica e CONFAPI hannorinnovato la disciplina derivante dal CCNL 26 luglio 2015 applicabile ailavoratori della piccola e media industria dei settori chimica, concia esettori accorpati, plastica e gomma, abrasivi, ceramica, vetro, che erascaduta il 31 dicembre 2018. L' accordo introduce rilevanti novità intermini di trattamento economico , sia per quanto riguarda i minimiretributivi che rispetto al premio per obiettivi. Quanto ai minimi retributivi ,dagli incrementi contenuti nelle tabelle allegate all' accordo derivano iseguenti nuovi importi, applicabili dal mese di maggio 2019: - plastica egomma: Liv. Q, 2.434,85 euro; Liv. 8, 2.350,58 euro; Liv. 7, 2.153,45euro; Liv. 6, 1.934,47 euro; Liv. 5, 1.801,64 euro; Liv. 4, 1.704,52 euro;Liv. 3, 1.637,04 euro; Liv. 2, 1.587,63 euro; Liv. 1, 1.450,77 euro; -chimica: Liv. H, 2.700,83 euro; Liv. G, 2.546,56 euro; Liv. F, 2.317,32euro; Liv. E, 2.088,40 euro; Liv. D, 1.945 euro; Liv. C, 1.750,55 euro; Liv.B, 1.584,27 euro; Liv. A, 1.468,62 euro; - abrasivi: Liv. A1, 2.500,24 euro;Liv. B1, 2.267,48 euro; Liv. B2, 2.127,07 euro; Liv. C1, 1.965,59 euro; Liv.C2, 1.921,75 euro; Liv. C3, 1.869,40 euro; Liv. D1, 1.824,50 euro; Liv.D2, 1.670,02 euro; Liv. D3, 1.665,67 euro; Liv. E1, 1.618,37 euro; Liv. E2,1.540,74 euro; Liv. E3, 1.488,17 euro; Liv. F, 1.463,80 euro; - ceramica:Liv. A1, 2.429,68 euro; Liv. B1, 2.233,17 euro; Liv. B2, 2.104,41 euro; Liv.C1, 1.950,94 euro; Liv. C2, 1.908,91 euro; Liv. C3, 1.859,16 euro; Liv.D1, 1.813,50 euro; Liv. D2, 1.699,29 euro; Liv. D3, 1.658,61 euro; Liv. E1,1.602,85 euro; Liv. E2, 1.528,51 euro; Liv. E3, 1.486,37 euro; Liv. F,1.443,64 euro; - vetro (prime lavorazioni): Liv. A2, 2.590,10 euro; Liv. A1, 2.531,87 euro; Liv. B2, 2.333,72 euro; Liv.B1, 2.277,06 euro; Liv. C2, 2.096,17 euro; Liv. C1, 2.057,32 euro; Liv. D3, 2.007,32 euro; Liv. D2, 1.957,93 euro; Liv.D1, 1.829,15 euro; Liv. E3, 1.776,30 euro; Liv. E2, 1.740,38 euro; Liv. E1, 1.613,38 euro; Liv. F1, 1.498,63 euro; -vetro (seconde lavorazioni): Liv. 8A, 2.590,10 euro; Liv. 8, 2.491,87 euro; Liv. 7, 2.277,07 euro; Liv. 6A, 2.096,16euro; Liv. 6, 2.057,32 euro; Liv. 5A, 2.007,33 euro; Liv. 5, 1.957,93 euro; Liv. 4, 1.829,15 euro; Liv. 3, 1.740,40 euro;Liv. 2, 1.613,38 euro; Liv. 1, 1.498,63 euro; - vetro (lavorazioni a soffio e semiautomatiche): Liv. 9A, 2.546,41 euro;Liv. 9, 2.488,30 euro; Liv. 8A, 2.291,51 euro; Liv. 8, 2.273,90 euro; Liv. 7, 2.055,38 euro; Liv. 6, 1.966,67 euro; Liv. 5,1.836,95 euro; Liv. 4, 1.730,55 euro; Liv. 3, 1.648,69 euro; Liv. 2, 1.570,66 euro; Liv. 1, 1.496,97 euro. Per tutti isettori l' accordo prevede altresì ulteriori decorrenze di incremento retributivo, rispettivamente da maggio 2020,settembre 2021 e ottobre 2022. Rispetto invece al premio per obiettivi , previsto dall' art. 32 del precedente CCNL, inuovi importi sono i seguenti: - chimica, concia e settori accorpati: Liv. H, 229 euro; Liv. G, 207 euro; Liv. F, 186 euro;Liv. E, 173 euro; Liv. D, 149 euro (importo non modificato rispetto al CCNL 26.7.2016); Liv. C, 133 euro; Liv. B, 122euro; Liv. A, 106 euro. Tali importi sono previsti su base annua con decorrenza 1° gennaio 2019, ma possono esserecorrisposti mensilmente applicando loro il divisore 12; - plastica e gomma: Liv. Q, 20 euro; Liv. 8, 18,37 euro; Liv. 7,16,79 euro; Liv. 6, 14,54 euro; Liv. 5, 13,12 euro; Liv. 4, 12,50 euro; Liv. 3, 12 euro; Liv. 2, 11,84 euro; Liv. 1, 11,20euro. Tali importi mensili sono applicabili dal 1° aprile 2019; - ceramica e abrasivi: Liv. A, 31,37 euro; Liv. B, 28,12euro; Liv. C, 25,96 euro; Liv. D, 23,80 euro; Liv. E, 19,47 euro; Liv. F, 16,22 euro. Tali importi mensili sono applicabilidal 1° aprile 2019.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 38

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Siglata un' intesa tra Fiarc, Federagenti e Anasf. Previsti incontri e seminari congiunti

Agenti e consulenti insieme

Le categorie correranno unite alle elezioni Enasarco

Agenti di commercio e consulenti finanziari sono professioni cheincidono profondamente (ed in modo positivo) nel panorama economicoitaliano: la prima categoria è composta da circa 230 mila operatori delsettore e intermedia quasi il 70% del pil italiano operando nei più svariaticampi merceologici, dall' alimentare all' edilizia, dall' editoriale all'abbigliamento. La seconda opera nel campo finanziario, lavorando con ipropri clienti per indirizzarli verso forme di investimento e risparmiocongrue rispetto ai bisogni ed agli obiettivi rappresentati, fornendo,quindi, un servizio fondamentale nella gestione del risparmio dellefamiglie italiane.Proprio perché così legate alla realtà del paese, da alcuni anni, entrambequeste figure vivono di riflesso la profonda crisi che attraversa il nostrosistema produttivo e che non accenna ad attenuarsi. A fronte di talesituazione, ben scarse sono state le risposte concrete fornite dallapolitica e non sufficienti le proposte e gli interventi di sostegno posti inessere dalla Fondazione Enasarco che quale Cassa previdenzialeobbligatoria di entrambe le categorie dovrebbe avere ben a cuore il lorofuturo.Per quest' enorme platea di lavoratori duramente colpita da anni distagnazione economica nessuna leva fiscale per alleggerire il costo dell'attività, nulla in tema di prestazioni a sostegno del reddito nè alcunintervento al fine di incentivare l' ingresso alla professione. Anzi i segnalisono tutti di segno opposto, gravando queste figure professionali contutta una serie di ulteriori oneri ed incombenze. Se è indubbio che la delicatezza del ruolo svolto dai consulentifinanziari debba imporre, come il legislatore ha fatto a più riprese, di rivisitare la normativa di settore al fine di meglioindividuare i requisiti idonei a garantire la professionalità e l' affidabilità dei soggetti a cui è, di fatto, affidata lagestione del risparmio delle nostre famiglie, è altrettanto certo, d' altra parte, che il legislatore non si è fatto scrupoli diimporre ad agenti e consulenti sempre più stringenti adempimenti amministrativi del tutto estranei all' attività. Si ècominciato con la carta carburante, si è poi passati alla nuove norme in materia di privacy, per finire, con l' inizio del2019, con tutti gli incombenti connessi alla fatturazione elettronica.Oggi in particolare a spaventare sono due problemi, la disintermediazione commerciale per gli agenti di commercio eil «monomandato di fatto» per i consulenti finanziari. La disintermediazione non è solo quella generata dai grandiportali di e-commerce mondiali come Amazon, ebay, Alibaba etc, ma anche e soprattutto quella creata dalla quasitotalità delle aziende che mentre chiedono all' agente di produrre sempre più fatturato, contemporaneamente tramite ilproprio sito aziendale commercializzano direttamente al cliente finale, offrendogli, finanche condizioni piùvantaggiose. È di tutta evidenza che in un mercato in difficoltà, a fronte di tali dinamiche, a risentirne siano soprattuttoagenti di commercio e negozianti, gli intermediari che vengono saltati dalla nuova logica di vendita che vaaffermandosi. Si impone, quindi, un ripensamento complessivo del ruolo e della figura dell' intermediario commercialeche, in questi ultimi dieci anni, ha visto circa 50 mila agenti perdere il proprio lavoro.In questo panorama preoccupante si inserisce anche la Fondazione Enasarco, alla quale agenti e consulenti finanziarisono chiamati a contribuire per legge in modo sempre più significativo. Infatti nel gennaio 2019 è scattato l' ulterioreaumento dell' aliquota contributiva, ora pari al 16,50%, a fronte di una diminuzione delle prestazioni, oggi ampiamenteinadeguate. Non solo: a breve potrebbero esserci i primi segnali di disequilibrio, complicati da una gestione mobiliareed immobiliare che risulta ampiamente insoddisfacente.In questo quadro, Federagenti e Fiarc Confesercenti, associazioni maggiormente rappresentative degli agenti dicommercio ed Anasf, associazione professionale di riferimento dei consulenti finanziari, hanno stretto una alleanzaper promuovere una nuova e più attuale visione delle relazioni tra i diversi attori in campo, sia a livello datoriale, che

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sindacale e istituzionale. A Roma lo scorso 4 marzo i responsabili territoriali delle associazioni hanno concordato l'avvio sul territorio nazionale di una serie di incontri e seminari per presentare le soluzioni individuate a livello legale,fiscale e previdenziale da portare all' attenzione delle istituzioni competenti e della politica. Questo il primo passo diun progetto che vedrà le tre associazioni partecipare unite alla prossima competizione elettorale per il rinnovo degliorgani di governance dell' Enasarco, avendo come obiettivo una gestione efficiente e trasparente dell' Ente diprevidenza.

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martedì 12 marzo 2019Pagina 30

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RECORD ALL' HUMANITAS

Protesi di ginocchio personalizzata e stampata in 3D

Una protesi di ginocchio in lega di cromo-cobalto disegnata su misura,stampata interamente in 3D e impiantata con l' aiuto dell' IntelligenzaArtificiale, d i s t rument i ch i ru rg ic i persona l izza t i e d i s is temicomputerizzati: l' intervento è stato eseguito per la prima volta al mondoall' Humanitas su un paziente che non avrebbe potuto beneficiare di unaprotesi tradizionale. I «camici verdi» di Rozzano (Milano )hanno lavoratoall' operazione insieme con ingegneri e altri esperti della start-up italianaRejoint, vincitrice di un bando Ue «Horizon 2020» per la ricerca e l'innovazione. Il team è quello di Maurilio Marcacci, responsabile delCentro per la ricostruzione articolare del ginocchio di Humanitas edocente di Humanitas University.«L' obiettivo - spiega - era ottenere una protesi innovativa a 360°, dallafilosofia dell' impianto fino alla tecnologia».

La StampaSanità Digitale

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