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Periodico dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari SASSARI MEDICA IN QUESTO NUMERO: 4 ANNO XVII DICEMBRE 2008 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46) art. 1, comma 2 DCB Sassari. Proprietà: Ordine dei medici di Sassari”. Le nuove cariche dell’Ordine: confermati Sussarellu e Delogu 1/Giornata del medico 2008: sanità sempre più al femminile in Sardegna 2/Giornata del medico 2008: difesa del Servizio Sanitario Nazionale Convegno: sanità per le donne donne per la sanità La violenza sulle donne “Passi affrettati” di Dacia Maraini Defunti ma malati: non sbagliano i medici ma la burocrazia Documento FNOMCeO su etica e deontologia di inizio vita Testamento biologico: è possibile mettere d’accordo tutti? Sentenze/L’autonomia vincolata del medico specializzando 1/Libri: musica beat a Sassari “C’era un ragazzo che come me...” 2/Libri: quei formidabili e lontani Anni Sessanta 3/Libri: Bollettino del polline Cronaca aerobiologica Convegno/quando l’etica incontra l’economia Medici obbligati a denunciare i clandestini? Pericolo sventato Immigrati e servizi sanitari questione etica e di giustizia sociale Immigrati: invito della FNOMCeO agli Ordini dei medici ONAOSI, che cosa fare per le contribuzioni 2008 Campagna di vaccinazione anti Papilloma virus Ricette non ripetibili: modalità prescrittive

4 NUMERO - omceoss.org · decessore, l’amico Mario Oppes, che ringrazio di essere ancora una volta qui con noi. Oggi è il 20 ottobre, siamo dunque in ritardo: siamo stati costretti

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Periodico dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatridella Provincia di Sassari

SASSARIMEDICA

IN QUESTO

NUMERO:

4ANNO XVII

DICEMBRE 2008

“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in

abbonamento postale D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/2/2004 n° 46) art. 1,

comma 2 DCB Sassari. Proprietà:

Ordine dei medici di Sassari”.

Le nuove cariche dell’Ordine:confermati Sussarellu e Delogu

1/Giornata del medico 2008:sanità sempre più al femminilein Sardegna

2/Giornata del medico 2008:difesa del Servizio SanitarioNazionale

Convegno: sanità per le donnedonne per la sanità

La violenza sulle donne“Passi affrettati” di Dacia Maraini

Defunti ma malati: non sbaglianoi medici ma la burocrazia

Documento FNOMCeO su etica e deontologia di inizio vita

Testamento biologico: è possibilemettere d’accordo tutti?

Sentenze/L’autonomia vincolatadel medico specializzando

1/Libri: musica beat a Sassari“C’era un ragazzo che come me...”

2/Libri: quei formidabilie lontani Anni Sessanta

3/Libri: Bollettino del pollineCronaca aerobiologica

Convegno/quando l’eticaincontra l’economia

Medici obbligati a denunciarei clandestini? Pericolo sventato

Immigrati e servizi sanitariquestione etica e di giustizia sociale

Immigrati: invito della FNOMCeOagli Ordini dei medici

ONAOSI, che cosa fareper le contribuzioni 2008

Campagna di vaccinazioneanti Papilloma virus

Ricette non ripetibili:modalità prescrittive

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Anno XVII - Numero 4Dicembre 2008

Direttore responsabile: Agostino SussarelluDirettore editoriale: Agostino Sussarellu

Direzione, Redazione, Amministrazione:via Cavour 71/B - 07100 SassariTelefono (079) 23.44.30Telefax (079) 23.22.28

CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’OR-DINE: Presidente: Agostino Sussarellu -Vice Presidente: Alessandro Arru - Se-gretario: Giovanni Biddau - Tesoriere:Nicola Addis - Consiglieri: PasqualinaBardino, Vincenzo Bifulco, Tiziana Ca-sti, Alberto Delpini, Alessandro Ganau,Vittorio Renato Lai, Rita Nonnis, Gio-vanni Padula, Mario Palermo - Consi-glieri odontoiatri: Pier Luigi Delogu,Antonella Bortone. Collegio dei revisoridei Conti: Revisori effettivi: GiancarloBazzoni, Marco Vidili, Nadia Tola - Re-visore supplente: Margherita Pruneddu -Commissione per gli iscritti all’Albo de-gli Odontoiatri: Presidente: Pier LuigiDelogu; Componenti: Antonella Bor-tone, Alessandra Lucaferri, Ines M.Putzu, Alessandro Sechi.

Registrazione n. 236 del 15-12-1989 Tri-bunale di Sassari. “Poste Italiane S.p.A. -Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46)art. 1, comma 2 DCB Sassari. Proprietà:Ordine dei medici di Sassari”.

Realizzazione editoriale: TipografiaTAS, Zona Industriale Predda Nieddasud - strada n. 10 - 07100 SassariTel. /Fax 079.26.22.36 - 079.262221

Stampa: TAS Srl - Sassari.

Sassari Medica è inviato gratuitamente a tutti gliiscritti all’Ordine dei medici chirurghi e degli odon-toiatri della provincia di Sassari e a tutti gli Ordinidei medici d’Italia.

SASSARI

MEDICAPeriodico dell’Ordine dei medicichirurghi e degli odontoiatridella provincia di Sassari

SITO WEB: www.omceoss.orgE-MAIL: [email protected]

“Dea Madre

e Pintadera”

Serena Fazio

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Le nuove cariche dell’Ordine: Confermati Sussarellu e Delogu

1/Giornata del medico 2008: sanità sempre più al femminile in Sardegna

2/Giornata del medico 2008: difesa del Servizio Sanitario Nazionale

Convegno: sanità per le donne donne per la sanità

La violenza sulle donne “Passi affrettati” di Dacia Maraini

Defunti ma malati: non sbagliano i medici ma la burocrazia

Documento FNOMCeO su etica e deontologia di inizio vita

Testamento biologico: è possibile mettere d’accordo tutti?

Sentenze/L’autonomia vincolata del medico specializzando

1/Libri: musica beat a Sassari “C’era un ragazzo che come me...”

2/Libri: Quei formidabili e lontani Anni Sessanta

3/Libri: Bollettino del polline Cronaca aerobiologica

Convegno/quando l’etica incontra l’economia

Medici obbligati a denunciarei clandestini? Pericolo sventato

Immigrati e servizi sanitariquestione etica e di giustizia sociale

Immigrati: invito della FNOMCeOagli Ordini dei medici

ONAOSI, che cosa fare per le contribuzioni 2008

Campagna di vaccinazioneanti Papilloma virus

Ricette non ripetibili:modalità prescrittive

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Grazie!

Si è appena conclusa la tornata elettorale per il

rinnovo delle cariche istituzionali del nostro

Ordine, le urne hanno confermato la linea

politica seguita in questi ultimi anni, portando

all’elezione l’intera lista proposta come

prosecuzione del consiglio uscente.

In questo momento sento perciò il bisogno di

ringraziare quanti hanno voluto riporre la loro

fiducia nel nostro gruppo, ma anche tutti quei

colleghi che con la loro presenza hanno

permesso di raggiungere il quorum alla prima

convocazione.

Un ringraziamento particolare va però ai

colleghi che hanno partecipato alle elezioni

presentando una seconda lista, poiché questo

fatto, oltre a caratterizzare democraticamente le

votazioni, ha stimolato la partecipazione al voto,

che si è svolto, come tutti hanno potuto notare, in

un clima di cordiale confronto tra colleghi.

Agostino Sussarellu

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Riconfermati AgostinoSussarellu alla presi-denza dell'Ordine e

Pierluigi Delogu alla guidadella Commissione per gliiscritti All’Albo Odontoiatri“Saremo i portavoce di tutti imedici”

È stata rinnovata la compo-sizione del Consiglio Direttivo,della Commissione per gliiscritti all’Albo Odontoiatri edel Collegio dei Revisori deiConti dell'Ordine dei Medicidella Provincia di Sassari peril triennio 2009 – 2011. Le ele-zioni si sono tenute sabato 15,domenica 16 e lunedì 17 no-vembre scorsi, raggiungendo ilquorum alla prima votazione,mentre l'ufficializzazione dellenomine è avvenuta nei giorniscorsi.

Alla guida del Consiglio Di-rettivo dell'Ordine dei Mediciè stato riconfermato il presi-dente uscente Agostino Sussa-rellu, vicepresidente è statanominata Rita Nonnis, segre-tario è Giovanni Biddau e te-soriere Nicola Addis.

Fra i banchi dei consiglierisiederanno Alessandro Arru,vicepresidente uscente, Piero

Luigi Bellu, Tiziana Casti,Paolo Giuseppino Castiglia,Maria Grazia Cherchi, AlbertoEttore Delpini, Monica Dero-sas, Carla Fundoni, NicolinoSanna, Francesco Pio Scanu,Patrizia Virgona.

Nel Consiglio Direttivo en-trano di diritto anche i primivotati della Commissione AlboOdontoiatri: Pierluigi Delogu,riconfermato alla presidenzadella Commissione Albo degliOdontoiatri, e Alessandro Se-chi. Oltre a loro entrano a farparte della Commissioneodon-toiatrica anche Antonella Bor-tone, Pierpaolo Delitala e An-tonio Pinna.

Una riconferma arriva an-che per il Collegio dei Revisoridei Conti, che rinnova allapresidenza Giancarlo Bazzoni.Revisori effettivi del Collegiosaranno Alessandro Ganau eNadia Tola, mentre revisoresupplente è stata nominata Pa-squalina Bardino.

Dalle recenti consultazionielettorali esce un Ordine forte-mente rinnovato: ben otto con-siglieri del Consiglio Direttivosu 15 sono alla prima nominae sono due su cinque i nuovi 3

Equilibratarappresentanzaterritorialee ampiorinnovamento:8 consiglierisu 15 sonodi prima nomina

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niI risultati delle votazioni all’Ordine

Il nuovo consiglio direttivoConfermati Sussarellu e Delogu

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membri della Commissioneodontoiatrica. Rispettata an-che la rappresentanza territo-riale: nella composizione delConsiglio l'attenzione è andataai diversi territori, da Olbia adAlghero, da Tempio a Ozieri,una scelta operata in modo darappresentare in tutta la lorocompletezza le istanze delleprovincie di Sassari e Olbia-Tempio.

Il Consiglio rappresenteràl'unità della categoria, comedichiara il presidente Sussa-rellu: «Saremo portavoce ditutti i medici, assicurando lavicinanza dell'Ordine a tutticoloro i quali abbiano pro-blemi o necessità di risposte».

Il presidente rilancia anchel'Ordine come interlocutore at-tivo e propositivo delle forze digoverno, delle istituzioni e

delle Aziende sanitarie locali,come attore di una riformadell'Ente che ne rafforzi ilruolo nel controllo della qua-lità dell'assistenza sanitaria ecome promotore di attività diformazione, informazione, in-dagine e studio.

Un'attenzione particolaresarà rivolta alla salvaguardiadel Sistema Sanitario Nazio-nale, che deve mantenersi“equo e solidale”, e alla ride-finizione dei percorsi di conti-nuità assistenziale, in collabo-razione con le Asl.

Un occhio di riguardo, in-fine, ai colleghi più giovani, aiquali l'Ordine intende offrireun supporto, specie nel mo-mento in cui si affacciano almondo lavorativo, in collabo-razione con Università e As-sessorato alla Sanità.

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CHIUSURA UFFICI

PERIODO NATALIZIO

Si comunica che gli uffici dell’Ordine

chiuderanno nei seguenti giorni:

24 dicembre 2008 ! 31 dicembre 2008

2 Gennaio 2009 ! 5 Gennaio 2009

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Il Presidente, il Consiglio Direttivo,

la Commissione per gli iscrittiall’Albo Odontoiatri

e il Collegio dei Revisori dei Conti porgono a tutti gli iscritti

i migliori auguri di Buone Feste e di un Sereno 2009

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Pubblichiamo il testo dell’inter-vento del presidente dell’OrdineAgostino Sussarellu alla Gior-nata del Medico 2008.

Gentili signore, signori, autoritàcivili e militari presenti, colle-ghe Gentili signore, signori,

autorità civili e militari presenti, col-leghe e colleghi giovani e meno gio-vani, vi ringrazio di essere oggi quicon noi, in questa illustre sede, peronorare la nostra manifestazione.

Ringrazio altresì, a nome del Con-siglio Direttivo tutto, e mio perso-nale, l’Università di Sassari nella fi-gura del Magnifico Rettore, profes-sor Alessandro Maida, per averci an-cora una volta ospitato in questasplendida e prestigiosa Aula Magna,nella quale buona parte di noi ha con-seguito la laurea, e nella quale cele-briamo, come è ormai tradizione, laGiornata del Medico, giunta que-st’anno alla sua cinquantatreesimaedizione.

Di norma, questa manifestazioneha luogo il 18 ottobre, nella ricor-renza della festività di San LucaEvangelista, patrono dei medici. Talegiorno fu appunto prescelto cinquan-tatre anni fa, quando la cerimonia sitenne per la prima volta.

Questa fu ideata, curata nei mi-nimi particolari e tramandata neltempo dal professor Egidio Depperu,e poi portata avanti con eguale pun-tualità dal suo successore e mio pre-decessore, l’amico Mario Oppes, che

ringrazio di essere ancora una voltaqui con noi.

Oggi è il 20 ottobre, siamo dunquein ritardo: siamo stati costretti a po-sticipare il nostro tradizionale incon-tro per la coincidenza di un evento acui accennerò più avanti.

Nel corso della cerimonia, i gio-vani colleghi iscritti per la primavolta all’Ordine presteranno e sotto-scriveranno il giuramento deontolo-gico, ed inoltre, come è ormai tradi-zione consolidata, in questa stessaoccasione riceveranno una medagliad’oro i medici che hanno raggiuntol’importante traguardo dei cin-quant’anni di laurea, meta che pos-siamo paragonare alle nozze d’orocon la professione.

Si tratta di una sorta di staffetta fradue generazioni estremamente di-stanti tra loro anagraficamente, masicuramente accomunate dallo stessospirito di abnegazione e di dedizioneverso il prossimo che da sempre ca-ratterizza la figura del medico.

Questa nostra manifestazione nonè una semplice celebrazione della ca-tegoria, ma piuttosto rappresenta ilmomento più saliente della profes-sione medica, quello in cui si puntua-lizza l’importanza e l’obbligo del-l’osservanza del nostro Codice diDeontologia che, da sempre, costitui-sce la linea portante del nostro com-portamento, del nostro essere medici,della stessa professione che eserci-tiamo.

L’immagine scelta per la Giornata

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L’alta percentualedi donne-medicoevidenziatanell’interventodel presidentedell’Ordine

1/Giornata del Medico 2008Sanità in Sardegnasempre più al femminile

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del Medico 2008 è la “Dea madre”,simbolo di protezione, salute e pro-sperità, che intende essere un augurioper i neo iscritti all'Ordine, dunqueper i più giovani, ma anche, perchéno, per i meno giovani. Questa stessaimmagine è stata il logo del conve-gno “Sanità per le donne – Donne perla sanità”, tenutosi nei giorni 17 e 18ottobre ad Alghero, organizzato dallaFROMS, dalla FNOMCeO e dallacommissione permanente per la pro-fessione al femminile della FNOM-CeO. La data di svolgimento di taleconvegno ci ha obbligati a spostaread oggi la nostra manifestazione.

Perché un convegno sulla sanitàsolo al femminile?

La risposta sta anche in questa ma-gnifica aula: salta facilmente agli oc-chi che la maggior parte dei giovanipresenti in aula è costituita da donne.

Questa presenza massiccia rappre-senta un fenomeno in continua cre-scita, iniziato, nella nostra provincia,nei primi anni novanta (1991),quando ci fu l’inversione della curva

delle iscrizioni all’Ordine professio-nale, con una prevalenza del sessofemminile.

Negli anni, tale presenza si è am-pliata a tal punto che attualmente idati statistici ci dicono che in Sarde-gna oltre il 45% degli iscritti è costi-tuito da donne.

Il dato potrebbe non apparire cosìsignificativo, ma rapportandolo allamedia nazionale ci accorgiamo che lanostra isola evidenzia una differenzapercentuale, sul resto della nazione,di oltre il 10%, e che, per fare unesempio ancora più rilevante, la Pro-vincia di Nuoro, col suo 50,3% rap-presenta una realtà ancora più signi-ficativa.

Quale conseguenza logica, anchenel campo del lavoro si riscontra unasituazione analoga: nel SSN la mediadi occupazione femminile risulta es-sere del 32%, mentre in Sardegna siraggiunge il 45%.

Poiché alcuni economisti hannosupposto che questa forte femmini-lizzazione potrebbe, col tempo, dar 7

I medici premiati con medaglia d’oro per i 50 anni di laurea

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luogo a problemi, soprattutto nellasanità pubblica, i quattro Ordini lo-cali hanno proposto la nostra isolacome laboratorio reale per valutarequesta situazione.

L’incontro di Alghero è stato ilprimo passo di questo lavoro di ana-lisi, con spunti interessantissimi por-tati da studiosi giunti da varie partid’Italia, ma in particolare dalle no-stre stesse relatrici sarde, che ho ilpiacere di menzionare: la professo-ressa Franconi, le dottoresse Len-guini, Mongiu, Ecca, Nonnis, Pisanu.

All’interno della manifestazione,uno spazio particolare, che abbiamochiamato “Per non dimenticare”, èstato dedicato al ricordo delle duecolleghe drammaticamente scom-parse nell’adempimento del lavoro eper il lavoro che svolgevano: le no-stre Monica Moretti, e RobertaZedda.

L’intenzione della FROMS èquella di proseguire sulla strada in-trapresa, dando luogo ad un appunta-mento annuale da tenere in Sardegna.

Quest’anno, in dicembre, ricorre-ranno i 30 anni dell’istituzione delSSN nel nostro paese.

I colleghi di età più matura ricor-dano perfettamente quale rivoluzioneavvenne nel 1978, ma voi giovani,con l’esclusione di qualcuno, all’e-poca non eravate neppure nati.

L’assistenza sanitaria divenne, inItalia, universale, per cui tutti i citta-dini ebbero diritto ad essere assistitigratuitamente dallo Stato. Questostato di cose, che ancora sussiste,pone tuttora il nostro SSN ai primiposti nel mondo, ma inoltre oggi pos-siamo vantare un’assistenza sanitariagarantita anche ai cittadini stranieripresenti nel nostro paese.

Ulteriore motivo di vanto è il fattoche tale diritto si estenda anche ai

clandestini. Possibilità, questa, san-cita per legge; il comma 5 dell’art. 35del testo unico sull’immigrazione re-cita: “l’accesso alle strutture sanita-rie da parte dello straniero, non in re-gola con le norme sul soggiorno, nonpuò comportare alcun tipo di segna-lazione alle autorità”.

La spesa sanitaria, come tutti sap-piamo, è una forte determinante delbilancio dello Stato, ma lo è ancor dipiù riguardo al bilancio delle regioni,benché l’Italia dedichi alla sanitàsolo una piccola parte del PIL, sicu-ramente meno di altre nazioni che,pur avendo sistemi sanitari congrandi eccellenze, non garantisconol’universalità dell’assistenza.

Quest’accenno al trentennale nonvuole solo ricordare un evento sto-rico, ma vuole anche essere un ap-pello all’attenzione, rivolto proprio avoi giovani, poiché da un po’ ditempo si va manifestando la tendenzaa voler riportare la sanità verso unmodello privatistico, con la scusadella necessità di un controllo dellaspesa che spesso sfora in manieraeccessiva.

Come se non bastasse, proprio inquesti giorni è stato presentato unemendamento che tende a sovvertirequel grande principio di libertà chescaturisce dall’art. 35, comma 5, deltesto unico sull’immigrazione, con lapossibilità che il medico debba de-nunciare il soggetto clandestino chesi dovesse rivolgere a lui per esserecurato.

Il medico, da sempre, ha fatto delsegreto professionale un cardine delproprio lavoro. Fa parte integrantedel nostro codice di deontologia, ildovere di prestare cure, senza distin-zione o discriminazione alcuna, achiunque ne abbia bisogno, cosìcome la libertà e l’indipendenza della 8

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professione rappresentano insiemeuno dei cardini della nostra deontolo-gia.

Purtroppo tutti noi sappiamo chela ricca torta della sanità pubblica haattirato l’attenzione del mondo poli-tico, con forti intromissioni di tipoclientelare al suo interno, soprattuttonella scelta della classe dirigente, siadelle Aziende Sanitarie, sia dellestrutture di vera e propria assistenza.

Credo che la scelta delle dirigenze,particolarmente in settori delicaticome quello della sanità, debba es-sere basata sul merito e sulla capa-cità, e non su appartenenze politiche,di qualunque colore esse siano.

Credo che proprio la politicadebba fare un passo indietro in que-sto campo, ma credo inoltre che an-che noi, operatori della salute, dob-biamo imparare ad affrancarci daquesto servilismo “privo di valore edi valori”.

Tanto, quando un individuo è me-diocre e si appoggia ad un politicoper avere un posto di responsabilità,la sua pochezza rimarrà tale e il fattodi comandare non gli darà sicura-mente l’autorevolezza che noi me-dici ci conquistiamo con la stima deicolleghi e soprattutto dei pazienti.

Vedete, da anni ho maturato il con-cetto che all’interno della nostra pro-fessione vi sono due tipologie di pro-fessionisti: i Medici e i laureati inmedicina.

I primi, con la loro umanità, rie-scono a trasmettere ai pazienti sicu-rezza, serenità e soprattutto un sensodi partecipazione; gli altri, solo di-stacco e superficialità.

Ragazzi, siete agli inizi di questacarriera. Se ricordate, quando cisiamo incontrati per la presentazionedell’esame di stato, vi ho invitati aseguire con attenzione l’insegna-

mento dei vostri tutor, vi ho spronatia far tesoro di tutto ciò che avrestecolto di positivo, ma vi ho anche sol-lecitati a rigettare qualsiasi aspettonegativo.

Vi rivolgo ancora una volta quel-l’invito e vi chiedo di approcciarvisempre alla professione con umiltà esenso di dedizione.

Chiudo con una parentesi partico-lare: ogni qualvolta si prenda inesame la popolazione medica attra-verso i dati degli Ordini, ci si trova difronte a degli eccessi di presenze, e ilmotivo sta nel fatto curioso, ma se-condo me significativo, che i medicirestano iscritti all’Ordine fino allafine naturale della vita.

Una collega di Genova, ottantano-venne, che ha partecipato al nostroconvegno di Alghero, si è cosìespressa: “… chi è medico, lo è pertutta la vita …”, intendendo affer-mare che essere medici va oltre ilsemplice espletamento di una profes-sione, è uno stato mentale e compor-tamentale totale.

Vi leggo adesso, come conclu-sione finale, un ringraziamento cheuna paziente ha fatto pervenire ad al-cune colleghe: “… perché un medicoprofessionista, non è solo un medico,è una persona umana che, con il suosorriso e la dolcezza dei suoi occhi,sa infondere serenità! E non si trattasolo di una cura o una terapia … …… , ma il sorriso e la gentilezza val-gono molto di più!! Con immenso af-fetto … …”.

Agostino Sussarellu

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Sito web dell’Ordine

www.omceoss.org

e-mail dell’Ordine

[email protected]

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Si è celebrata lunedì 20 ottobre,nell’aula magna dell’Universitàdi Sassari, la cinquantatreesima

edizione della Giornata del Medico.Una data non consueta, quella di

quest’anno, per una ricorrenza chesolitamente viene festeggiata il 18 ot-tobre, giorno di San Luca Evangeli-sta, patrono dei medici. Lo slitta-mento della celebrazione è stato mo-tivato dalla coincidenza della datacon il convegno nazionale “Sanitàper le donne, donne per la sanità”, or-ganizzato il 17 e 18 ottobre ad Al-ghero dalla Federazione regionaledell’Ordine dei medici della Sarde-gna, dalla Federazione nazionale edalla Commissione permanente perla professione medica al femminiledella FNOMCeO. A presiedere la ce-rimonia sono stati il presidente del-l’Ordine Agostino Sussarellu, il vice-presidente Alessandro Arru, il presi-dente della Commissione odontoia-trica Pierluigi Delogu, il segretariodell’Ordine Giovanni Biddau e il te-soriere Nicola Addis. Presenti ancheil rettore Alessandro Maida, il diret-tore generale dell’Azienda ospeda-liero universitaria Renato Mura e irappresentanti delle AssociazioniMogli dei medici e dei Medici catto-lici.

Sette le medaglie d’oro conse-gnate ai colleghi che quest’annohanno festeggiato i 50 anni dal con-seguimento della laurea: SalvatoreCanu, Antonio Dettori, GiovanniBattista Murineddu, Salvatore Pe-

tretto, Paolino Pintus, GiovanniLuigi Scarpa e Giovanni Battista Ve-dele. Per ciascuno di loro, come diconsueto, è stato letto il curriculumdal tesoriere dell’Ordine Nicola Ad-dis.

I medici, come da invito dell’Or-dine, sono stati accompagnati dalleproprie mogli e dai propri familiari.Una scelta non solo formale, comeha precisato il presidente dell’OrdineAgostino Sussarellu: «Sono le moglie le famiglie dei medici ad avernecondiviso, spesso, i sacrifici, perciò èanche a loro che deve andare questoriconoscimento».

Circa ottanta i giovani iscritti chehanno prestato il giuramento profes-sionale e ricevuto la pergamena chesancisce il loro ingresso nell’Ordine.Sempre più donne, come ha rimar-cato il Presidente dell’OMCeOSS, ri-lanciando la proposta di fare dellaSardegna – la regione italiana in cuila percentuale delle donne medico èpiù alta – l’osservatorio privilegiatoper un’analisi della femminilizza-zione della professione medica. E adue donne medico che hanno sacrifi-cato la vita “nel lavoro e per il la-voro”, come ha dichiarato il presi-dente dell’Ordine, è andato il ricordoe l’applauso spontaneo del pubblico:Monica Moretti e Roberta Zedda.

Dall’Ordine è arrivata anche unaferma difesa del Servizio SanitarioNazionale, che quest’anno compietrent’anni: una difesa dagli attacchiche, in nome della razionalizzazione

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Un modelloai primi postinel mondo.Rifiuto ad introdurrenorme che l’impongonoai medicidi denunciaregli immigraticlandestini

2/Giornata del Medico 2008Perché deve essere difesoil Servizio Sanitario Nazionale

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della spesa economica, fanno avan-zare lo spettro della privatizzazionedella sanità. «Il grande merito del-l’assistenza sanitaria italiana – ha re-plicato il Presidente dell’Ordine deimedici – è quello di essere univer-sale: tutti i cittadini hanno diritto aessere curati gratuitamente: questomodello è ai primi posti nel mondoper qualità, non possiamo permet-terci di perderlo». Assistenza sanita-ria universale, dunque, estesa ancheai cittadini stranieri clandestini: unnetto rifiuto è stato posto dall’Ordinedi Sassari al recente emendamentoche, se approvato, obbligherebbe imedici a denunciare i pazienti non inregola con il permesso di soggiorno.Una norma che se venisse approvatanon solo violerebbe, secondo i me-dici, il segreto professionale, la li-bertà e l’indipendenza della profes-sione, ma metterebbe in pericolo lasalute non solo degli stranieri non inregola con il permesso di soggiorno,ma quella di tutti i cittadini, perchésarebbe impossibile tenere sotto con-

trollo malattie infettive ed epidemie. Il presidente dell’Ordine, nel di-

scorso inaugurale, ha invitato i gio-vani colleghi a tenere la schienadritta di fronte alle incursioni dellapolitica nel mondo sanitario, incur-sioni che producono l’effetto distortodi privilegiare le appartenenze politi-che piuttosto che il merito e le capa-cità soggettive: «Noi operatori dellasalute dobbiamo imparare ad affran-carci da questo servilismo di nessunvalore» ha affermato Agostino Sus-sarellu, invitando i giovani colleghi acogliere dai più anziani le virtù, manon i vizi. Poi il passaggio del testi-mone dai più anziani, che proprioquest’anno festeggiano i 50 anni dalconseguimento della laurea, ai piùgiovani, che fanno ora il loro in-gresso nella professione: «Difficil-mente ci si cancella dall’Ordine – haconcluso Sussarellu – perché questaè una professione che si mantiene e sivive nell’anima. Come ha detto po-chi giorni fa un’anziana collega, chiè medico lo è per tutta la vita». 11

Una neoiscritta legge il giuramento

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Medici premiati per i 50 anni

di Laurea

CANU SALVATOREDETTORI ANTONIOMURINEDDU GIOVANNI BATTISTAPETRETTO SALVATOREPINTUS PAOLINOSCARPA GIOVANNI LUIGIVEDELE GIOVANNI BATTISTA

Neo iscritti che hanno prestato

il Giuramento

Albo Odontoiatri

CABRAS PAOLACASU CARLO DEMARTIS ANTONIO LAI NICOLAMELONI ANGELOMORO CHIARA MARGHERITAPINNA CLAUDIO FRANCESCO ROSU EMANOELASANNA CRISTIAN SCHIFONE MAURO TILOCCA MARIO

Albo Medici Chirurghi

ABUGHALI SAHERAL JARIDI NISREENAMADORI ANTONELLAAPPEDDU SILVIAARRAS MAURIZIOASHQAR NIMRBACCIU MARIA PAOLABRANCA GIOVANNICALDARULO EMMANUELE LORENZOCAPPAI GIAN CLAUDIACARTA ELISABETTACARTA FLAVIACASSISA ANDREACASTAGNOLI ANNACATTARI GIOVANNACHESSA DONATELLACORADDUZZA ENRICOCOSSEDDU CATERINACOSSU ANDREA PASQUALECOSSU ANNACULEDDU MARIA CHIARA

D’ERME ANGELO MASSIMILIANODETTORI SALVATORADI MONDA ANTONIODIANA FRANCESCADORE DONATELLADORE GIOVANNAFENU SARAFINA’ GIOVANNAFIORENTINI FRANCESCAFONNESU CLAUDIAGIORDANI NELLALONGONI RICCARDOLUBINO GRETAMARTINEZ DANIELAMICHAILIDOU ALEXANDRAMORO FRANCESCAMUGGIANU GIAMPIEROMULAS JESSICANAITANA ALESSANDRAORANI TERESAPALA ELISAPELLEGRINI NANNINAPES VALENTINAPINNA ANGELAPINNA RITAPINTUS LAURAPIREDDA VALENTINAPISANU GIOVANNAPORQUEDDU GIOVANNIRAGNEDDA GIAMMARIORUIU FRANCESCASABA FRANCESCO MARIASALARIS ROSELLASALE GIOVANNASANNA MANUELASASSU MARIA ANGELASATTA ISABELLA NADIASCALONE ANTONIOSINI CLAUDIOSINI SILVIASOLINAS COSTANZOSPEZZIGU MARIA GABRIELLATORRE MARIAVIRDIS ANNA PAOLA 12

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«Una pietra miliare nel per-corso delle donne medicoverso una maggiore consa-

pevolezza del proprio ruolo». È cosìche Roberta Chersevani, Presidentedell’ Ordine dei Medici di Gorizia ecoordinatrice della commissione per-manente per la professione medica eodontoiatrica al femminile dellaFNOMCeO ha chiuso il convegnonazionale “Sanità per le donne,donne per la sanità”, che si è svoltoad Alghero il 17 e 18 ottobre, orga-nizzato dalla Federazione nazionaledell'Ordine dei Medici Chirurghi edegli Odontoiatri, dalla Federazioneregionale dell'Ordine dei MediciChirurghi e degli Odontoiatri dellaSardegna e dalla Commissione per-manente per la professione medica eodontoiatrica al femminile dellaFNOMCeO.

La due giorni, come ha sostenutoil presidente dell'Ordine dei Medicidi Sassari Agostino Sussarellu, nascesulla scorta del convegno nazionale“Medicina e sanità declinate al fem-minile” tenutosi lo scorso anno a Ca-serta. Sulla scia di quell'esperienza,che per la prima volta ha portato alcentro dell'attenzione il fenomenodella sempre più marcata femmini-lizzazione della professione medicain termini quantitativi, è nata l'idea diun convegno che, oltre ai numeri,analizzasse i contorni, le forme, lemodalità, in una parola la qualitàdella sanità al femminile. «L'obiet-tivo del convegno è quello di rico-

struire una fotografia della condi-zione attuale delle donne medico peravviare un percorso di emancipa-zione, stabilendo una alleanza sullaqualità» ha affermato RaimondoIbba, Presidente della OMCeO diCagliari.

Un esperimento riuscito, quello diAlghero, scelto non a caso come sedein cui tenere un convegno sul tema:la Sardegna è infatti la regione ita-liana dove il numero dei camici rosaè prevalente rispetto alle altre re-gioni. E' qui che le donne medicohanno ormai raggiunto il 45 percento delle iscritte ai quattro Ordini –in testa la provincia di Nuoro, dovela quota femminile ha ormai superatoquella maschile – contro una medianazionale che arriva al 35 per cento.

Una vera e propria rivoluzionerosa, dunque, quella che si sta verifi-cando nella professione medica,dove a partire dagli anni Novanta si èregistrata una netta inversione di ten-denza a favore della presenza femmi-nile. E se già oggi la presenza delledonne medico è importante, un signi-ficativo balzo in avanti si verificherànell'immediato futuro: a testimo-niarlo è la percentuale delle iscritteagli Ordini dei Medici al di sotto dei30 anni di età: oltre il 60 per centodel totale.

Eppure, come è stato evidenziatoda più parti nel corso della due giornialgherese, al fenomeno dei camicirosa non corrisponde una proporzio-nale presenza a tutti i livelli della 13

Ad Algherodue giornidi ricognizionie riflessioni:l’emancipazionenon è ancoracompiuta

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oA che punto è la “rivoluzione rosa”“Sanità per le donne donne per la sanità”

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professione. Le donne medico, comeha evidenziato la relazione della con-sigliera regionale di parità Luisa Ma-rilotti, sono “relegate” a determinatisettori della professione – in partico-lare all'area materno-infantile – e laloro rappresentanza è quasi assentein altre specializzazioni, come quellachirurgica. A testimoniarlo è MicaelaPiccoli, presidente della Commis-sione donne dell'Associazione Chi-rurghi Ospedalieri Italiani (Acoi): «Ilproblema della chirurgia sono i cari-chi di lavoro, difficilmente compati-bili con la vita familiare e la mater-nità, e la sfiducia che spesso si nutreancora nei confronti delle donne,spesso relegate alla chirurgia di su-perficie, come quella senologica o ti-roidea». Non va meglio con la liberaprofessione: «Resta da comprendere– si chiede provocatoriamente Lo-renza Sassi – dell'OMCeO di Udine,che ha analizzato la situazione nelsettore odontoiatrico – se le molte

donne odontoiatre mal sopportino ilrischio d'impresa o se non siano piut-tosto regole troppo restrittive a te-nerle ai margini della libera profes-sione». Anche in questo caso, si ponela questione degli orari di lavoro,delle responsabilità difficilmente de-legabili ai dipendenti, della forma-zione e dell'aggiornamento profes-sionale che richiede trasferte lunghe:regole difficilmente compatibili conil mantenimento di una famiglia.

Penalizzata anche la rappresen-tanza “verticale” delle donne nellaprofessione e nel mondo universita-rio: enorme alla base, la loro pre-senza comincia a rarefarsi man manoche si scalano i livelli gerarchici.Una sola donna presidente dell'Or-dine dei Medici in Italia – RobertaChersevani, presidente dell'Ordinedei Medici della Provincia di Gorizia– è il dato più eloquente quanto allasituazione nazionale, ma sono po-chissime anche quelle che ricoprono 14

Le dottoresse Nonnis ed Ecca responsabili scientifche del Convegno

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il ruolo di primario, di docente ordi-nario o di manager delle Aziende sa-nitarie locali, nonostante alcuniesempi virtuosi come quello dell'A-zienda mista di Cagliari, come ha ri-cordato il direttore generale PietroPaolo Murru, che può vantare i trebollini rosa, un riconoscimento resoalle strutture sanitarie che promuo-vono le pari opportunità dal progettoONDA (Osservatorio NazionaleDonna), promettente iniziativa nataillustrato da una delle sue ideatrici,Maria Antonietta Nosenzo.

Una questione aperta, quella dellaleadership al femminile, non lontanada quella dell'imprenditoria: «Nono-stante le studentesse si laureinoprima e con migliori voti rispetto agliuomini, meno del 5 per cento delleimprese italiane è retto da donne» haaffermato Paola Giuntelli, vicepresi-dente nazionale della Associazioneimprenditrici e donne dirigenti d'a-zienda (Aidda). «Il mercato del la-

voro in Italia risente di disparità retri-butive inspiegabili fra uomini edonne – ha riassunto la docente dieconomia politica Elisabetta Addis –è ciò provoca una resa impari del ca-pitale umano».

Diverse le proposte emerse nelcorso del convegno per superare talidisparità: dalle quote rosa allariforma degli Ordini professionali,ipotesi che è stata avanzata dal presi-dente dell'Ordine dei Medici diNuoro Luigi Arru; dalla modifica diuna rappresentazione mediaticaesclusivamente maschile della pro-fessione ad una formazione che siserva di strumenti tecnologici qualila formazione a distanza, come adesempio l'e-learning, ma soprattuttocon l’organizzazione di un’alta for-mazione in loco, come ha sottoli-neato la dottoressa Rita Nonnis,componente dell'Ordine dei Medicidi Sassari e una delle organizzatricidel convegno, per consentire una for-

15Il momento della commemorazione delle dottoresse Moretti e Zedda

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mazione di qualità anche nei periodidell’età fertile, in cui le donne hannopiù difficoltà a spostarsi.

Ma nella due giorni sono stati ap-profonditi altri aspetti della “que-stione femminile” in sanità. Fonda-mentale, in questo senso, il temadella sperimentazione farmaceuticanon a misura di donna, in quanto stu-diata su modelli e target maschili:una deformazione che provoca rea-zioni avverse più gravi e frequentinelle donne piuttosto che negli uo-mini, come evidenziano i dati Aifa ecome ha sottolineato la farmacologaFlavia Franconi. Uno sguardo versole donne emigrate, nell'interventodella dottoressa Luisa Lenguini dellaCommissione nazionale Salute e im-migrazione, che ha posto l'accento sucome sia spesso difficile, per chi ar-riva dai paesi stranieri, accedere a unpercorso di cura appropriato.

E poi le difficoltà delle donne la-voratrici, medici e non solo, durantela gravidanza, a conciliare il lavorocon la maternità, come ha sottoli-neato la responsabile dello Spresaldella Asl n.1 Mariuccia Mongiu. In-fine il tema della violenza di genere edella sicurezza sui luoghi di lavoro,analizzato dalla dottoressa Anna RitaEcca, componente dell'Ordine deiMedici di Cagliari e una delle orga-nizzatrici del convegno, che ha illu-strato le proposte da adottare per ri-durre i rischi. «Per prevenire gli attidi violenza nei luoghi di lavoro – hasottolineato la dottoressa Ecca – ènecessario adottare soluzioni di tipologistico e tecnologico, come l'instal-lazione di telecamere a circuitochiuso, e di carattere organizzativononchè formare tutto il personale cheopera nelle aree a rischio». E il temadella violenza è stato al centro dellaserata di venerdì, con la commemo-

razione delle due donne medico, bar-baramente uccise, Roberta Zedda eMonica Moretti, che “hanno onoratola professione con il personale sacri-ficio della vita”, come ha scrittoAmedeo Bianco, Presidente della Fe-derazione nazionale degli Ordini deiMedici, nel messaggio inviato alconvegno durante il quale il dottorAntonio Sulis, presidente del-l’Ordine dei Medici di Oristano, haconsegnato ai familiari una targa ri-cordo. La riflessione sulla violenzadi genere è proseguita con lo spetta-colo “Passi affrettati” di Dacia Ma-raini, in scena al Teatro Civico di Al-ghero: una piece teatrale che ha rac-contato sette storie di maltrattamentie sopraffazione su altrettante donnedi tutto il mondo, dalla civilissimaAmerica fino all'Africa della sharia.

Alla due giorni hanno partecipato,oltre che numerosi esponenti delmondo medico e scientifico, anchediversi rappresentanti del mondo isti-tuzionale: sono intervenuti l'asses-sore regionale alla Sanità Nerina Di-rindin, che ha rimarcato il valore ag-giunto delle donne nella professionemedica in termini di umanizzazionedelle cure e sensibilità nel percorsodi assistenza, l'assessore all'Istru-zione della Provincia di SassariLaura Paoni, gli assessori ai Servizisociali di Sassari e Alghero, CeciliaSechi e Maria Grazia Salaris, entiche hanno patrocinato il convegno.Alla due giorni di lavori hanno parte-cipato anche il Direttore generaledell'azienda mista di Sassari RenatoMura, il manager della Asl di Ori-stano Bruno Palmas, il direttore sani-tario della Asl di Sassari MarcelloAcciaro e hanno contribuito al dibat-tito numerosi rappresentanti delmondo sanitario. 16

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«Un atto di simpatia e di at-tenzione verso tutte quelledonne che ancora sono pri-

gioniere di un matrimonio non vo-luto, di una famiglia violenta, di unosfruttatore, di una tradizione, di unadiscriminazione storica difficile dasuperare». Così Dacia Maraini rac-conta lo spettacolo “Passi affrettati”,andato in scena venerdì 17 ottobrealle ore 21 sul palco del Teatro Ci-vico di Alghero. Uno spettacolo che,inserito nel programma del conve-gno nazionale “Donne per la sanità,sanità per le donne”, ha rinnovato ilricordo delle dottoresse RobertaZedda e Monica Moretti, medicisardi vittime della violenza.

La pièce teatrale nasce dall’elabo-razione, a opera della scrittrice, diuna serie di testimonianze raccoltein tutto il mondo da Amnesty Inter-national, che promuove la campagnamondiale “Mai più violenza sulledonne”. Religioni diverse, stili di vitadiversi, un unico destino fra le setteprotagoniste, tutte vittime di una vio-lenza spesso cieca e sempre immoti-vata. Sono i “passi affrettati” diLhakpa, Aisha, Civita, Juliette,Amina, Teresa e Viollca: donne cheraccontano una sola storia di dolore ediscriminazione. A loro ha dato voceDacia Maraini attraverso uno spetta-colo teatrale che è diventato anche unlibro: storie-simbolo di una tragicaquotidianità che si ripete, con unostesso copione, nelle cronache di tuttii giorni.

Dalla Cina alla Giordania, dallaNigeria alla California fino alla “ci-vilissima” Europa riecheggiano,nelle storie narrate dalla Maraini,violenza e sopraffazione. Il dolore didonne appartenenti a mondi diversiche vengono offese nella loro per-sona, dignità e libertà. “Passi affret-tati” non parla soltanto di una furiainsensata scatenata contro le donne,ma racconta un universo più com-plesso, un deserto nelle relazioni, unarappresentazione del corpo e del de-siderio maschile schiacciati nella ca-tegoria dei bassi istinti da imporrecon la forza o con il denaro.

Il testo, già tradotto in inglese efrancese, è consultabile sul sitowww.passiaffrettati.it. Sono in corsole traduzioni in lingua marocchina,tedesca, spagnola, russa e giappo-nese. I diritti letterari sono stati inte-ramente devoluti dall’autrice a fa-vore delle donne che hanno subitoviolenza.“PASSI AFFRETTATI”di Dacia MarainiCon BarbaraAmodio, Monica Guaz-zini, Emiliano Pacifico, Renata Za-mengo, Vincenzo PreziosaTecnico Audio e luci Domenico DeVita Mise en scene Dacia MarainiCompagnia “Le Nuvole Teatro”diretta da Gianni AfolaInfo: www.passiaffrettati.itUfficio stampa: Mauro Di Cola [email protected] –cell. 380.9013399 17

Testimonianzedi donne ancoraprigionieredi discriminazionestorica e familiare

Al Civico di Alghero lo spettacolo di Dacia Maraini“Passi affrettati” in teatro contro la violenza sulle donne c

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In merito alla notizia sull’indaginedella Guardia di Finanza di Sas-sari denominata “Operazione Ip-

pocrate”, che ha permesso di scoprire247 persone decedute ancora in ca-rico al Sistema Sanitario Nazionale -una situazione simile, anche se connumeri nettamente inferiori, a quelladello scandalo dei cosiddetti “defuntimalati” nella Regione Sicilia - l’Or-dine dei Medici della provincia diSassari e la sezione provinciale dellaFIMMG (Federazione Italiana Me-dici di Famiglia) sottolineano l’estra-neità dei colleghi alla vicenda, inquanto gli stessi medici sono stativittime di un errore burocratico che liha penalizzati due volte.

La vicenda dei defunti malati è im-perniata sul fatto che alcuni cittadinirisultano ancora iscritti fra gli assi-stiti dei medici di famiglia pur es-sendo deceduti. Ciò è accaduto acausa di un mancato aggiornamentodegli archivi sanitari. Innanzi tutto ènecessario sottolineare che il numerodelle persone decedute ma ancora incarico al Sistema Sanitario Nazio-nale nel caso sardo è esiguo, se rap-portato all’arco di tempo su cui sonostate eseguite le verifiche (dal 1984al 2007): circa dieci persone al-l’anno. Ben diversa la situazione inSicilia, dove è stato commesso unmacroscopico errore burocratico, co-stato all’erario 14 milioni di euro.Un errore burocratico che, nel casosiciliano, verrà pagato dai medici difamiglia, i quali dovranno risarcire le

casse statali attraverso la decurta-zione del proprio stipendio, pur nonessendo responsabili di quanto acca-duto. Ancora non c’è notizia, invece,di chi pagherà il danno erariale sco-perto nel Nord Sardegna, pari a 72mila euro: ben inferiore, in realtà,alle cifre siciliane, ma comunque nonimputabile alla volontà dei medici difamiglia.

A trarre il maggior beneficio dal-l’errore burocratico, del resto, nonsono i medici di famiglia, che perce-piscono 38,36 euro all’anno per cia-scun paziente assistito, ma leAziende sanitarie locali, che per lostesso paziente ricevono un migliaiodi euro l’anno. A conti fatti, la svistaburocratica ha permesso di incassarealle Asl molto più di quanto abbianoincassato i medici di medicina gene-rale per l’affare degli assistiti de-funti. Eppure, nel caso siciliano, do-vranno essere solo loro, i medici dimedicina generale, a pagare per unerrore che non hanno commesso. Ciauguriamo che ciò non si ripeta inSardegna: non tanto e non solo perl’entità delle cifre da restituire, maperché sarebbe come addebitare lorola responsabilità di quanto accaduto.

Per di più, non essendo stati lorotrasmessi i decessi e non essendostate aggiornate le liste degli iscritti,i medici di medicina generale nonhanno potuto acquisire nuove scelte eil numero degli assistiti è stato bloc-cato.

Infine, un ultimo danno indebita-

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I casidella Siciliae del NordSardegna:mancato aggiornamentodelle listedegli assistiti

Lo “scandalo” degli assistiti decedutiDefunti, ma malati: non sbagliano i medici ma la burocrazia

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mente causato ai medici, nella vi-cenda siciliana, e che speriamo nonsi ripercuota nel caso sardo, è quellodi immagine: è a loro che, in primabattuta, è stata imputata la responsa-bilità di una così grave situazione,mentre in questo caso essi stessi sonovittime di lentezze e malfunziona-menti meramente burocratici. Ed ècon la collaborazione della stampa,che ha permesso di fare ulteriorechiarezza sulla vicenda, che è neces-sario ristabilire obiettivamente le re-sponsabilità da attribuire ai vari sog-getti coinvolti nella vicenda.

Dirittodi cronacae par condicio:quando esseremedicoè una “colpa”

Il presidente dell’Ordine di Sas-sari ha inviato una lettera diprecisazione al direttore de “LaNuova Sardegna” Stefano DelRe.Pubblichiamo il testo.

Egregio Direttore, Le scrivo in merito a due articoli

comparsi su “La Nuova Sardegna”di venerdì 7 novembre 2008, en-trambi a pagina 25, cronaca di Sas-sari.

Il primo ha come titolo “Medicocondannato per omicidio colposo”,mentre il secondo si intitola “Mortala donna investita un mese fa in viaNapoli”. Le due cronache raccon-tano un episodio essenzialmenteanalogo, un incidente stradale in cuiun automobilista travolge involonta-

riamente un pedone, ma mentre nelprimo caso si cita a caratteri cubi-tali, nello stesso titolo, la professionedella persona, un medico appunto,nel secondo caso dell'identità e dellaprofessione dell'automobilista nonc'è traccia.

Le faccio notare che è il titolo adavere il primo impatto sul lettore, ead uno sguardo distratto e rapidoquel titolo “Medico condannato peromicidio colposo” potrebbe richia-mare alla mente quello che comune-mente viene etichettato come un casodi malasanità, e non come un episo-dio che nulla, assolutamente nulla,ha a che fare con la sanità. Oltre aciò, la professione dello sfortunatoautomobilista è citata più di unavolta all'interno dell'articolo, in ma-niera insistente e ridondante. Mi sipotrebbe ribattere che fornire ai let-tori quanti più dettagli possibile sulprotagonista di un fatto di cronaca è,semplicemente, una regola giornali-stica. Bene, allora le chiedo perchéla regola giornalistica sia stata ri-spettata con rigorosa precisione nelprimo articolo e non nell'altro, doveper un caso sostanzialmente identiconon si fa cenno – nemmeno le inizialipuntate – all'identità e alla profes-sione dell'automobilista. Mi chiedo ele chiedo se la professione medicasia comunque e in ogni caso unacolpa, se l'articolo e il cronista cheha confezionato il titolo non risen-tano in qualche misura del clima di“caccia alle streghe” scatenato neiconfronti dei medici da una certastampa e da certa televisione, ultimala fiction proposta da una nota retetelevisiva privata. Mi chiedo e lechiedo se quel titolo così “deviante”al primo colpo d'occhio - “Medicocondannato per omicidio colposo” -non tenti di cavalcare, in modo stri- 19

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sciante, quel sentimento comune,sempre più deviato, che vede i camicibianchi, tutti i camici bianchi, comedei nemici da cui guardarsi, piuttostoche come dei professionisti che tutti igiorni lottano per salvare viteumane. Infine Le chiedo se, per cor-rettezza e imparzialità, non sarebbeopportuno pubblicare nome, co-gnome e professione della personache ha investito la povera donna invia Napoli: non per una pubblica go-gna, ma per par condicio, perché siachiaro ed evidente che l'intento delcronista era unicamente quello difornire un particolare, peraltro non

determinante ai fini della vicendanarrata, e non quello di solleticarel'attenzione dei lettori proponendoun probabile, ennesimo caso di ma-lasanità.

La pregherei di pubblicare inte-gralmente quanto da me scritto, cheho contenuto nelle trenta righe, aisensi della normativa sul diritto-do-vere di rettifica (art.8 della legge 47del 48 e successivi).

Distinti salutiAgostino Sussarellu

Presidente dell'Ordine dei Medici della Provincia di Sassari

Sassari, 8-9-2008

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DEPOSITO TITOLI DI STUDIO

Nel rispetto degli artt. 1, 2, 3, 4 del DPR n. 221/50

l’Ordine deve tenere gli albi costantemente aggior-

nati.

Pertanto, è fatto obbligo a tutti gli iscritti depositare

presso la segreteria dell’Ordine il conseguimento

dei titoli di studio: Diploma di specializzazione,

Diploma di formazione specifica in Medicina

Generale.

Si ricorda che è possibile avvalersi dell’autocertifi-

cazione per comunicare il conseguimento dei sud-

detti titoli.

Si precisa inoltre che l’Ordine può provvedere alla

registrazione dei titoli di studio soltanto a seguito di

autocertificazione presentata dall’iscritto.

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Lo sviluppo tumultuoso dellascienza e di una tecnologiasanitaria che si è mostrata capa-

ce di modificare l’evoluzione dellavita dalla nascita alla morte, ha aper-to nuovi spazi alla normazione deon-tologica che, pur non essendo fonteprimaria di diritto, è tutt’altro cheindifferente alla sua interpretazione eapplicazione, nel quadro dell’irrinun-ciabile autonomia del medico e dellatutela della salute del cittadino.

A fronte di ciò il diritto, laddove siesprime, tende a non essere “mite”,intervenendo in maniera sempre piùdettagliata, nelle decisioni mediche,provocando reazioni di rigetto in co-loro che non ne condividono i conte-nuti e creando contrasti tra leggi,deontologia e scienza.

Questa è la ragione che ha indottola FNOMCeO a proporre una piat-taforma di confronto e a promuovereun’ampia consultazione delle asso-ciazioni mediche confessionali e lai-che, delle associazioni dei cittadini edelle società scientifiche, in vista diun convegno dedicato alle problema-tiche etiche di inizio vita.

Negli ultimi tempi è aumentatanella società e nel confronto politicol’attenzione sulle problematiche chesi riferiscono alla contraccezione,alla PMA, all’interruzione farmaco-logica di gravidanza e ai comporta-menti da assumere verso feti vitali inetà gestazionale estremamente bassa(22-25 settimane) nati da parti pre-maturi o da aborti terapeutici.

Queste tematiche coinvolgono imedici secondo più profili: quellotecnico professionale, basato sullemigliori evidenze scientifiche dispo-nibili e quello etico-deontologico cheattiene ai principi deontologici siacomuni a tutta la professione sia indi-viduali, propri cioè dei singoli statutimorali.

Tra questi profili, il medico eser-cita ed interpreta il suo ruolo civile esociale di servizio alla persona edalla collettività, contribuendo allapiena attuazione di diritti costituzio-nalmente sanciti. Per quanto attieneal primo profilo, è opportuno ricor-dare che le evidenze disponibili sullevarie materie consentono orienta-menti e/o linee guida elaborati dallesocietà scientifiche, di varia “forza”e comunque tali da rappresentaremere raccomandazioni cliniche, sullequali e per le quali viene garantital’autonomia al medico.

Relativamente al secondo profilo,i fondamenti morali del nostro Co-dice di Deontologia Medica e cioè iprincipi di giustizia, di beneficialità edi rispetto dell’autonomia del citta-dino, costituiscono un prezioso e in-sostituibile presidio etico. Essi fannosi che la professione medica sia legit-timata se totalmente svolta al servi-zio dell’uomo, dei suoi bisogni, deisuoi diritti e delle sue libertà, se ogniinnovazione delle conoscenze e delletecniche, equa ed accessibile, sia ingrado di risolvere e aiutare a tutelarela salute e la vita delle persone e a li- 21

Auspicatoun confrontomeno strumentalee ideologicosu un tematormentatoe controverso

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toTesto approvato dal Consiglio Nazionale FNOMCeOEtica e deontologia di inizio vita

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mitarne la sofferenza. Il medicodeve, dunque, considerare ogni rela-zione di cura come unica ed irripeti-bile e valorizzare la propria autono-mia e la propria responsabilitàagendo sempre secondo scienza e co-scienza, documentando le ragionidella sua scelta.

La prescrizione

del Levonorgestrel

Nel riaffermare il diritto dei me-dico alla clausola di coscienza chetrova il suo fondamento nell’art. 22del Codice di Deontologia Medica,va ricordato il dovere per il medicodi “… fornire al cittadino ogni utileinformazione e chiarimento”.

In altre parole, l’equilibrio tra ildiritto del medico alla clausola discienza e coscienza e quello delladonna alla fruizione della presta-zione riconosciuta come disponibile,non fa venir meno l’obbligo, anchedeontologico, dei medici di adope-rarsi al fine di tutelare, nei terminisuddetti, l’accesso alla prescrizionenei tempi appropriati. Spetta alle Au-torità Sanitarie porre in essere ogniiniziativa che consenta la corretta or-ganizzazione del servizio. L’even-tuale abolizione dell’obbligo di pre-scrizione per la “ pillola del giornodopo” presuppone una valutazionetecnico scientifica che compete alleIstituzioni allo scopo preposte. Inquesta prospettiva e più in generaleoccorre invece rilevare l’insuffi-cienza delle politiche di educazionealla procreazione e alla sessualità re-sponsabile da realizzare anche attra-verso una corretta informazione ediffusione dei mezzi contraccettivi alfine di ulteriormente ridurre il tassodi gravidanze indesiderate e di dimi-nuire l’incidenza delle malattie a tra-smissione sessuale.

Questioni inerenti

la PMA

Su alcune questioni della PMA, inparticolare i vincoli previsti dalleprime linee guida alle diagnosipreimpianto sull’embrione alle soletecniche osservazionali escludendoquindi quelle genetiche limitata-mente a malattie di cui sono noti imeccanismi di trasmissione e le de-vastanti espressività fenotipichequoad vitam et valetudinem, all’ob-bligo di impianto di tutti gli embrioniprodotti ( fino a tre), la Federazionedegli Ordini si era già pronunciatanegativamente prima e dopo l’appro-vazione della L. 40/2004.

Oggi, anche alla luce di alcune au-torevoli sentenze della Magistratura,sulla scorta di dati su consistenti fe-nomeni di “mobilità procreativa”,considerate le incertezze determina-tesi successivamente alla revisionedelle linee guida (abolizione dellaprevisione della diagnosi osservazio-nale pre-impianto) emergono nuoveproblematiche rispetto alle quali con-fermiamo il valore delle disposizionidell’art. 44 “Fecondazione assistita”del Codice di Deontologia Medica.

Rispetto a queste riteniamo che lelinee guida non possano né debbanointervenire nella relazione di cura de-finendo, indipendentemente dal con-testo clinico, atti e procedure diagno-stico-terapeutiche non fondate sullemigliori evidenze scientifiche dispo-nibili, sulle quali non è consentitoalla donna esercitare un diritto at-tuale all’autodeterminazione, né almedico quello di compiere il propriodovere agendo secondo scienza, nelrispetto del principio ippocratico diperseguire il massimo bene delle pa-zienti. Ancora una volta, sul pianoetico e civile, vogliamo ribadire chel’equilibrio tra i tanti valori in 22

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campo, tutti meritevoli di tutele, varicercato in una relazione di curaforte perché fondata sulla fiducia re-ciproca, consapevole perché basatasull’informazione puntuale, respon-sabile perché orientata al pieno ri-spetto dei diritti e doveri della libertàe autonomia dei soggetti. Un incon-tro unico ed irripetibile che, in questitermini, contiene tutti gli elementiper operare, in quelle circostanze, lescelte giuste.

L’attuazione

della 194/78

L’ultima relazione del Ministrodella Salute sullo stato di attuazionedella Legge 194/78, pur ponendo inevidenza luci e ombre sul suo stato diapplicazione quali ad esempio l’in-soddisfacente attività consultoriale,la carenza di provvedimenti di aiutoalla maternità responsabile, le diffi-coltà organizzative, rileva non solo lasostanziale scomparsa dell’abortoclandestino, piaga sociale a cui nonsi deve correre alcun rischio di ritor-nare, ma anche la drastica riduzionedelle interruzioni volontarie di gravi-danza: risultati di grande significatocivile e sociale.

Con questa premessa, riteniamoche vadano più efficacemente con-cretizzati gli obiettivi enunciati nellaL. 194/78 rilanciando l’attività deiconsultori con l’adeguamento di ri-sorse umane e finanziarie volte a rea-lizzare più efficaci attività di:1. educazione alla procreazione re-sponsabile;2. supporto alla gestazione e alla ma-ternità;3. iniziative educative e sociali nellearee a rischio IVG (extracomunitariee minorenni) Qualora le Autorità Sa-nitarie dovessero disporre l’introdu-

zione in Italia della RU 486 (Mifepri-stone) – associato o no col Misopro-stolo (quest’ultimo in uso pressodonne extracomunitarie come abor-tivo clandestino) si stabilisca chequesto avvenga nel più rigoroso ri-spetto dei criteri e delle procedurepreviste dalla L. 194/78.

Problematiche

neonatologiche

in età

gestazionale bassa

I progressi della neonatologiahanno sollevato con forza delicatequestioni bioetiche relative all’assi-stenza ai neonati vitali di età gesta-zionale estremamente bassa (22-25settimane) da parti prematuri e nuovivincoli agli aborti terapeutici, anchein ragione di espresse previsionidella stessa L.194/78.

Riteniamo che la complessa mate-ria possa trovare orientamenti condi-visi all’interno delle seguenti previ-sioni:

– gli articoli 6 e 7 della L.194/78,che regolano l’aborto terapeutico,dettano norme di comportamento peril medico assai chiare, in particolareil comma 3 dell’art.7 che espressa-mente prevede che “ Quando sussistela possibilità di vita autonoma delfeto….il medico che esegue l’inter-vento deve adottare ogni misura ido-nea a salvaguardare la vita del feto;

– in particolare nei casi di interru-zione terapeutica di gravidanza di cuiall’art. 6 comma b) della legge194/78 occorre un’attenta valuta-zione della possibile vitalità del fetoalla luce sia della specifica disposi-zione legislativa sia dei progressidella neonatologia e delle evidenzescientifiche per evitare il ricorso a 23

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successive manovre rianimatorie chepossano configurare forme di accani-mento terapeutico;

– gli interventi di rianimazione fe-tale, soprattutto se condotti nelle etàgestazionali nelle quali le più aggior-nate evidenze scientifiche disponibiliriportano tassi di mortalità elevatis-simi in relazione a gravi ed irrecupe-rabili insufficienze di sviluppo di or-gani e/o apparati o in presenza digravi malformazioni incompatibilicon la sopravvivenza del neonato,devono considerare quanto previstodall’art. 16 del Codice di Deontolo-gia Medica in materia di accani-mento terapeutico.

Il medico, come sempre, deve ispi-rare il proprio comportamento a talinorme, caso per caso e secondo unaappropriata, autonoma e responsabilevalutazione clinica fondata sulle mi-gliori evidenze scientifiche disponi-bili;

– le disposizioni degli articoli 33,35, 37 e 38 del Codice di Deontolo-gia Medica confermano inequivoca-bilmente la necessità, anche in questicasi, di informare i rappresentanti le-gali (i genitori) e di acquisirne il con-senso o di gestirne il dissenso se-condo le disposizioni dell’art. 37“Consenso del legale rappresen-tante” del Codice di DeontologiaMedica sui trattamenti messi in attoed alle scelte da compiere, garan-tendo alla madre ed alla famiglia lanecessaria assistenza sul pianoumano, psicologico e sociale e alfeto, quale che ne sia il destino, at-tenzioni e cure rispettose della di-gnità umana;

– è necessario che il servizio sani-tario si attrezzi per prevenire e ge-stire al meglio queste evenienze che,sebbene relativamente rare (1-2/1000parti), richiedono sforzi organizza-tivi, competenze professionali e

strutture dedicate rilevanti.Si ritiene infine che questioni così

delicate, che si riferiscono a quantodi più intimo e personale coinvolgala donna, la coppia, e la società meri-tino grande rispetto ed un confrontosociale e politico meno strumentale,meno ideologico, più attento algrande bagaglio di sofferenze chesempre accompagna questi tormen-tati cammini e che ricadono sulledonne, spesso lasciate sole in questedrammatiche circostanze. Al serviziodi questa tutela, l’autonomia e la re-sponsabilità della nostra professionesi pongano come garanti di un’al-leanza terapeutica fondata sul ri-spetto dei reciproci valori, diritti edoveri.

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ORARI

DI APERTURA

AL PUBBLICO

lunedì-mercoledì-venerdì:

dalle ore 11.00

alle ore 13.00

martedì: dalle ore 11.00

alle ore 13.00

e dalle ore 16.00

alle ore 18.00

giovedì: dalle ore 11.00

alle ore 15.30

(orario continuato)

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Aseguito dell’incontro dibattitoorganizzato le scorse settimanedagli Ordini dei Medici e degli

Avvocati della Provincia di Cagliaridal titolo “Etica di fine vita e scelteresponsabili – Direttive anticipate”,ho avvertito la necessità di ritornaresu un argomento che ho affrontato inquella sede e che mi sta particolar-mente a cuore.

Il problema del Testamento biolo-gico (o Direttive Anticipate) è ancoramolto lontano dall’essere affrontatoin maniera completa in tutti i suoiaspetti, ma soprattutto è ancora lon-tano dall’essere risolto, consideratala novità del tema e la trasversalitànon solo delle culture ma anche poli-tica all’interno della CommissioneSanità.

I componenti della Commissioneal Senato erano abbastanza ottimistinel ritenere che in tempi brevi sa-rebbe stato approntato un testo su cuidiscutere. Personalmente, ottimistama anche molto realista, ritengo chenon sarà né facile arrivare ad un testocondiviso, né che i contenuti di que-sto testo soddisfino le aspettative ditutti.

L’impressione della “produzione”di un …topolino da una grossa mon-tagna è forte, sentendo i politici par-lare (spesso con scarsa cognizione dicausa) del nascituro documentocome di un utile strumento per evi-tare l’Eutanasia e l’accanimento tera-peutico, svuotandolo di problemati-che ben più elevate e pregnanti che

renderebbero i suoi contenuti piùconsoni alle aspettative non solo de-gli esperti di problematiche etiche,ma anche della gente comune che ri-tiene, nelle scelte sanitarie riguar-danti la propria persona, che il prin-cipio della autodeterminazionedebba essere considerato di fonda-mentale importanza.

Infatti le Direttive Anticipate o li-ving will sono un documento con ilquale una persona affida al medicocurante, chiunque egli sarà, indica-zioni anticipate di trattamento, nelmalaugurato caso in cui in futuro, inconseguenza di un politrauma, di unamalattia acuta o degenerativa total-mente invalidante, abbia compro-messa la propria capacità di prenderedelle decisioni che riguardano la suasalute fisica.

La possibilità che venga ricono-sciuto valido un tale documento sot-tolinea l’importanza del riconosci-mento del valore dell’autonomianelle scelte della persona malata, cheha portato a una vera rivoluzione cul-turale in campo sanitario. Il dirittodella persona malata ad esprimere inmaniera autonoma le proprie sceltesulla sua salute e il rifiuto di tratta-menti futili è ormai indiscutibilmenteradicato nella nostra cultura, ma difatto più spesso di quanto si possapensare, il malato non viene infor-mato in modo adeguato, sicché il suoconsenso non può essere consideratouna consapevole espressione dellapropria autodeterminazione e troppo 25

Una sentenzadella Cassazionee un’altra dellaCorte d’Appellosu Eluana Englarohanno tracciatoil percorsoper una leggecondivisa

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Testamento biologico: possibile mettere d’accordo tutti?

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spesso le opzioni sanitarie adottate inconcreto potrebbero configurarsicome ostinazione nei trattamenti inquanto non sufficientemente condi-vise. In tale frangente il rischio chequesta situazione si verifichi è parti-colarmente elevato quando il malatosi trova in stato d’incapacità d’inten-dere e di volere e non può dunqueesprimere la sua volontà in merito al-l’accettazione o al rifiuto di determi-nate cure. In questa direzione le di-rettive anticipate possono rappresen-tare un utile mezzo attraverso il qualepoter garantire il diritto alle scelte eall’autodeterminazione anche perqueste persone.

Ricordiamo che il principio del-l’autonomia rispetto alle scelte sani-tarie è già sancito in maniera peren-toria, in maniera generale dall’art. 13della Costituzione e più specifica-mente dall’art. 32 secondo comma.Ancora, la Convenzione Europea suiDiritti Umani e la Biomedicina del1997 (cosiddetta “Convenzione diOviedo”) - ratificato dal nostro Paesenel marzo 2001 come Legge 145, manon ancora in vigore a causa di pro-blemi legati al processo di ratifica(colpevolmente in ritardo), che diffi-cilmente potranno essere risolti inbreve tempo - riconosce in manieraesplicita il diritto al consenso infor-mato e la validità delle direttive anti-cipate.

Principi accolti, sotto il profilodeontologico, sia dal Codice diDeontologia medica del 16.12.07,che segnatamente nell’Art. 38 te-stualmente recita: “…Il medico, se ilpaziente non è in grado di esprimerela propria volontà, deve tener contonelle proprie scelte di quanto prece-dentemente manifestato dallo stessoin modo certo e documentato.” sia daquello infermieristico del 1999, nellasezione “Rapporti con la persona as-

sistita, 4.2-4.3” Purtroppo la culturache fa riferimento a posizioni di tipoconfessionale si oppone al riconosci-mento del principio di autonomia pri-vilegiando a questa il valore della be-neficenza (non tenendo conto che lamaggiore espressione della benefi-cenza è proprio il rispetto della per-sonalità e dell’individualità dell’es-sere umano). Vi sono altri inveceche, pur non negando in linea di prin-cipio il valore dell’autonomia, nonsono disponibili al riconoscimentodelle direttive anticipate.

Obiezioni

Le obiezioni alle Direttive Antici-pate sono numerose, ma notoria-mente le principali obiezioni solle-vate sono due.

La prima obiezione si fonda sulladistanza temporale che solitamenteintercorre tra la volontà espressa neltestamento biologico (la volontà an-ticipata adottata da una persona sana)e la volontà attuale del malato. Sifonda cioè sul dubbio che le scelteespresse in precedenza, quando si èsani, non corrispondano a quelle cheil malato adotterebbe nella situazioneconcreta in cui tali scelte diventanooperative.

L’obiezione è in maniera catego-rica inconsistente. E’ pur vero che ilfuturo può essere imprevedibile e chele scelte adottate in circostanze di-verse possono mutare all’insorgenzadi una malattia, ma proprio per talemotivo le direttive sono sempre revo-cabili ed è ovvio che, perdurando lacapacità d’intendere e di volere, e inpresenza di una malattia che noncomprometta la capacità di decidere,se non vengono modificate sono daritenere sempre valide. Rappresentacomunque l’ultima volontà espressain maniera razionale e consapevole. 26

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CONVOCAZIONE

ASSEMBLEA ORDINARIA

ANNUALE

16 DICEMBRE 2008

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Dunque una volontà da ritenere asso-lutamente attuale, che non può esseretrascurata da terzi solo per una so-praggiunta incapacità a prendere de-cisioni sulla propria salute. È comese negassimo il valore al testamentotradizionale regolato dal codice ci-vile, formulato da una persona ingrado di assumere delle decisioni esuccessivamente venuta a mancareper un sopraggiunto stato d’incapa-cità!

Inoltre, il riconoscimento di un fi-duciario individuato dal malato, nonè solo il garante delle sue scelte, mal’esecutore che assicura la piena at-tualità delle volontà espresse in ma-niera consapevole, delle scelte rela-tive ai procedimenti diagnostici e te-rapeutici, valutandone l’adeguatezzain relazione alle precedenti indica-zioni volontariamente espresse dalmalato.

Non regge neanche l’argomentoche non si può ragionevolmente pre-vedere le condizioni cliniche che po-trebbero verificarsi in futuro perché èproprio per tali eventualità molto benspecificate nel testamento che ven-gono redatte le direttive anticipate.

Si deve tener conto, comunque,che se si verificassero le condizionicliniche previste, qualcuno dovràprendere delle decisioni difficili.Possono essere i propri congiunti,che magari potrebbero avere paura disbagliare o un medico che sarebbeobbligato a prendere decisioni clini-che in rapporto alle proprie veduteclinico-terapeutiche ed etiche. Percui il fiduciario è la persona più indi-cata ad esprimere le volontà non sue,ma del malato enunciate in pienaconsapevolezza quando era in gradodi farlo.

Viene mantenuta in tal modo, an-che per il malato divenuto incapace,

la possibilità di proseguire una rela-zione con i congiunti e il medico, iquali in tal modo non vengono ab-bandonati ad adottare in solitudinescelte generalmente difficili e, incerte circostanze, drammatiche. Ne-gando il giusto valore alle direttiveanticipate, si finirebbe di fatto col ri-stabilire, proprio nei confronti delsoggetto più debole in stato d’inca-pacità, la preminenza dell’operatoresanitario. Una scelta in netta discor-danza con la manifesta e indubitabileevoluzione culturale degli ultimi de-cenni.

La seconda obiezione è quella percui si teme il rischio che dando va-lore operativo alle direttive antici-pate sia un modo per introdurre nelnostro ordinamento giuridico l’euta-nasia in maniera sleale e un po’ per-versa.

L’obiezione è inconsistente in ma-niera palese. Come il malato in gradodi intendere e di volere, anche il ma-lato divenuto incapace, mediante leDirettive Anticipate potrà chiedere almedico solo i trattamenti leciti.Quindi finché l’eutanasia è vietatanel nostro ordinamento, il medicosarà tenuto a rispettare la normativadi legge.

Ma allo stesso tempo, come il ma-lato in grado di intendere e di volereha il diritto di rifiutare i trattamenti(qualunque sia la conseguenza di talerifiuto), deciso a privilegiare la qua-lità e la dignità della propria vita e ilmedico ha il dovere di rispettare talescelta e di astenersi dall’ostinazionenei trattamenti, così anche al malatonon in grado di intendere e di voleredeve essere consentito di rifiutaretramite il testamento biologico, trat-tamenti da lui ritenuti futili, spropor-zionati o semplicemente non appro-priati, orientati solo al mantenimento 27

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in vita del corpo. In caso contrario citroveremmo di fronte a una piena di-scriminazione tra malati capaci e ma-lati incapaci. L’espressione delle pro-prie volontà su un tema così intimo esensibile come quello delle decisionidi fine vita e il riconoscimento delloro valore giuridico dovrebbero es-sere quanto più possibile esenti daobblighi come quelli previsti in nu-merosi progetti di legge. Chi compilale proprie volontà in previsione diuna futura incapacità di poter assu-mere delle decisioni importanti cheriguardano la propria malattia e lesue conseguenze, deve essere liberodi definire in maniera chiara i tratta-menti sanitari e assistenziali ai qualiintende acconsentire o che intende ri-fiutare. Una legge che riconosca alledirettive anticipate la prerogativa dipoter rifiutare interventi medici chepur avendo una parvenza di utilità insituazioni specifiche, hanno anchecome diretta conseguenza la possibi-lità di violare l’integrità corporea as-sociata ad un prolungamento colpe-volmente inutile della fase terminaledi una malattia e, quindi, fondamen-talmente futili.

Tra questi trattamenti possiamo in-cludere la ventilazione meccanica, ilDNRo (Do not resuscitate order), lanutrizione e l’idratazione attraversosondino nasogastrico o sonda gastro-stomica, la dialisi e le terapie di com-plicanze intercorrenti che possonoaggravare le già compromesse condi-zioni cliniche derivanti dalla malattiadi base.

Nelle situazioni cliniche di con-fine cosiddette border line dove ilgiudizio sulle decisioni cliniche ri-sulta piuttosto controverso, è d’ob-bligo evitare i conflitti e ricorrere allaricerca di soluzioni condivise tra l’é-quipe curante e i congiunti del ma-lato. La ricerca della soluzione, evi-

tando di stabilire a priori gerarchiepreordinate all’interno dei soggetticoinvolti nelle scelte, dovrebbe es-sere coerente con l’impostazione ge-nerale delle volontà espresse dal ma-lato. Quando la soluzione condivisanon viene trovata si dovrebbe stabi-lire la possibilità di ricorrere ad ungiudice tutelare, il quale dovrebbepotersi avvalere anche del parere dicomitati etici con esperienza speci-fica nelle decisioni di fine vita, alfine di garantire che le volontà delmalato possano essere tradotte inpratica.

Considerazioni

etico-giuridiche

Purtroppo la preparazione di noimedici non è sempre adeguata ad af-frontare questioni di fine vita talvoltapiuttosto complesse, perché sussisteuna sorta di incapacità di relazionarciin maniera veramente leale con i ma-lati che si affidano alle nostre cure.

Questo succede in maniere incoe-rente con noi stessi in quanto la miapersonale convinzione è che la mag-gior parte di noi condivide l’opinioneche la nuova medicina debba neces-sariamente annoverare tra i suoicompiti quello di soddisfare la vo-lontà dei nostri malati riconoscendoloro una morte serena e rispettosa deiloro più intimi valori.

Questa scontata evidenza era stataben capita e argomentata da SirFrancis Bacon che nell’opera “Delladignità e del progresso dellescienze”, in Opere filosofiche , La-terza, Bari 1965, testualmente auspi-cava, “Io penso che l’ufficio del me-dico non è soltanto quello di ristabi-lire la salute, ma anche quello di mi-tigare i dolori e le sofferenze causatedalla malattia… anche quando, per-

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dutasi ogni speranza di guarigione,tale mitigazione serve soltanto perrendere la morte facile e serena…Dovrebbero acquisire l’abilità diaiutare i morenti a congedarsi dalmondo in modo più dolce e quieto epraticarla con diligenza”.

A sostegno della nostra (di noi me-dici) scarsa adeguatezza a confron-tarci con questioni di fine vita stretta-mente connesse con questioni legali,le quali non fanno che aggravare lostato della nostra inesperienza in me-rito, ci viene incontro la sentenzadella prima sezione civile della Cortedi Cassazione 4-16 Ottobre 2007, N°21748 (presidente Luccioli, relatoreGiusti).

La Sentenza esamina il ricorsopresentato dal signor Mario Rossi(nome inventato a tutela della pri-vacy ricorrendo i termini dell’art 52,comma 2 del DL N° 196/2003), tu-tore della figlia Maria (nome inven-tato a tutela della privacy ricorrendoi termini dell’art. 52, comma 2 delDL N° 196/2003), in coma vegeta-tivo permanente dal 1992, quale con-seguenza di un grave trauma stra-dale. Il ricorso era finalizzato ad in-terrompere l’alimentazione forzatada lui considerata una ostinazione neitrattamenti sanitari palesemente ri-fiutati dalla figlia, quando era in vita,a commento di una similare situa-zione capitata ad un suo amico, sem-pre a seguito di un trauma dellastrada.

La sentenza della Corte costituisceuno spartiacque storico di grande va-lore etico-giuridico che consentirà diaffrontare anche lo spinoso problemadelle direttive anticipate con mag-giore cognizione di causa e soprat-tutto con maggiore serenità, stanti leaffermazioni dei giudici che trovanosicuro fondamento negli artt. 2, 13 e

32 della Carta Costituzionale, nellalegislazione ordinaria (L. n°833/1978), nelle fonti giuridiche eu-ropee come la Convenzione diOviedo prima richiamata, nella Cartadei Diritti Fondamentali dell’UE(Nizza 07.12.2000), e nel Codice diDeontologia Medica approvato il 16Dicembre del 2006 (segnatamentegli artt. 13, 30, 31, 33, 35, 38, 39).

Viene ancora una volta ribadito ilconcetto, mai sottolineato abba-stanza, che il medico ha sì la potestàdi curare, ma è una potestà che è su-bordinata, senza alcuna eccezione, alconsenso della persona interessata. Èopportuno riportare quanto previstonelle normative suesposte come l’art13 della Costituzione “La libertàpersonale è inviolabile”, l’Art 32Nessuno può essere obbligato a undeterminato trattamento sanitario,senza il consenso consapevole delpaziente, nonché gli articoli del Co-dice di Deontologia professionalemedica, “Il medico, anche tenendoconto delle volontà del paziente lad-dove espresse, deve astenersi dall’o-stinazione in trattamenti diagnosticie terapeutici da cui non si possa fon-datamente attendere un beneficio perla salute del malato e/o un migliora-mento della qualità della vita” (Art.16); “Il medico deve attenersi, nel-l’ambito della autonomia e indipen-denza che caratterizza la profes-sione, alla volontà liberamenteespressa della persona di curarsi edeve agire nel rispetto della dignità,della libertà e autonomia dellastessa. Il medico, se il paziente non èin grado di esprimere la propria vo-lontà, deve tenere conto nelle propriescelte di quanto precedentementemanifestato dallo stesso in modocerto e documentato” (art. 38); e so-prattutto l’illuminante art. 35 che te- 29

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stualmente recita “Il medico nondeve intraprendere attività diagno-stica e/o terapeutica senza l’acquisi-zione del consenso esplicito e infor-mato del paziente…In ogni caso, inpresenza di documentato rifiuto dipersona capace, il medico deve desi-stere dai conseguenti atti diagnosticie/o curativi, non essendo consentitoalcun trattamento medico contro lavolontà della persona. Il medicodeve intervenire, in scienza e co-scienza, nei confronti del paziente in-capace, nel rispetto della dignitàdella persona e della qualità dellavita, evitando ogni accanimento te-rapeutico, tenendo conto delle prece-denti volontà del paziente.”

La sentenza della Cassazione(21748/2007) è illuminante soprat-tutto su una delle problematiche eti-che più dibattute negli ultimi tempi,cioè se l’idratazione e l’alimenta-zione forzata siano “Atti dovuti inquanto supporti vitali di base, nellamisura in cui consentono a un indivi-duo di restare in vita”, come affermail Comitato Nazionale per la Bioe-tica, parere espresso nel DocumentoL’alimentazione e l’idratazione dipazienti in Stato vegetativo persi-stente (3 Settembre 2005), o debbanoessere considerati trattamenti sanitaricome recita la sentenza, in quantotali procedure sono dei veri e propriatti indicati dai medici curanti a sup-porto di altre terapie.

Ancora la Sentenza impone al me-dico il rispetto dei principi garantitidall’ordinamento giuridico associatoal Codice Deontologico, segnata-mente l’art. 39 che condiziona l’agiredel medico nei confronti dei malati infase terminale di malattia neoplastica“In caso di malattie a prognosi sicu-ramente infausta o pervenute allafase terminale, il medico deve im-

prontare la sua opera ad atti e com-portamenti idonei a risparmiare inu-tili sofferenze psichicofisiche e for-nendo al malato i trattamenti appro-priati a tutela, per quanto possibile,della qualità di vita e della dignitàdella persona. In caso di compromis-sione dello stato di coscienza, il me-dico deve proseguire nella terapia disostegno vitale finché ritenuta ragio-nevolmente utile evitando ogni formadi accanimento terapeutico.

La posizione assunta dai Giudicinon si presta ad interpretazioni: èchiarissima. Impone si rispettare ildiritto di tutti i malati di autodetermi-narsi anche quando costoro non sonopiù in grado di esprimere il consensoe di assumere delle decisioni sullapropria vita.

Da qui il ruolo del tutore e del-l’amministratore di sostegno che di-spongono della facoltà di esercitare ilpotere sugli interessi patrimoniali,ma anche su quelli non patrimoniali,compreso il potere di cura. Si tutelain piena compenetrazione sia il po-tere di garantire il diritto alla vita maanche il privilegio del diritto alla di-gnità della vita sulla quale il malatoincapace aveva manifestamenteespresso i suoi desiderata.

Quindi i giudici affermano che sipuò dare corso all’interruzione di unqualsivoglia trattamento medico“…come estremo gesto di rispettodell’autonomia del malato…, quandola volontà della persona sia assoluta-mente autentica e inequivocabile e“… in mancanza di qualsivoglia pro-spettiva di regressione della patolo-gia…”. Non esiste, quindi, un doveredi cura, ma esiste un dovere di inter-rompere le cure di fronte alla incon-futabile volontà del malato o di chine esercita le funzioni di tutore dellapropria salute! Ritengo di poter affer- 30

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mare che i problemi che hanno bloc-cato i lavori della Commissione Sa-nità del Senato sono risolti da questasentenza della Cassazione. Si evitinogli scontri su posizioni etiche con-trapposte che potevano fungere datrampolino di lancio per affermareuna opzione piuttosto che un’altrache delineava un background cultu-rale “laico” o “confessionale”. Il le-gislatore faccia riferimento ai conte-nuti di questa sentenza che costitui-ranno i fondamenti di una sorta di li-nea guida senza precedenti che po-trebbe mettere d’accordo tutti, nel-l’obiettivo di venire incontro alle vo-lontà ultime di molti malati.

In molti paesi di cultura occiden-tale, dagli Stati Uniti al Canada, dalRegno Unito alla Germania le diret-tive anticipate hanno un valido rico-noscimento, per cui il testamentobiologico in Italia non farebbe cheuniformarci alle scelte normative deiPaesi più rappresentativi dell’UnioneEuropea.

Cogliamo l’occasione propizia diquesta sentenza!

È finalmente giunto il tempo farescelte coraggiose!

POST SCRIPTUM:Quale ovvio, ma non troppo, co-

rollario della sentenza della SupremaCorte di Cassazione dello scorso 16ottobre, è finalmente arrivata anchela sentenza della sezione civile dellaCorte di Appello di Milano! Il prov-vedimento dei giudici di Milano sta-bilisce che l’interruzione dell’ali-mentazione e dell’idratazione artifi-ciale ad Eluana (Possiamo riportarenome e cognome, considerata la no-torietà del caso ormai diventato na-zionale) sia “immediatamente effi-cace” ma sarà il padre di Eluana e ilcuratore speciale, l’avvocato Franca

Alessi, che sceglieranno se attendereil termine di legge di sessanta giorni,per concedere alla controparte l’e-ventuale impugnazione in Cassa-zione.

Nel provvedimento col quale laCorte d’Appello di Milano autorizzala sospensione dell’alimentazioneforzata a Eluana Englaro, i giudiciscrivono anche una sorta di ‘prontua-rio’ al quale attenersi nel momento incui verranno interrotte le terapie chetengono in vita la giovane.

Nel passo dal titolo “disposizioniaccessorie cui attenersi in fase attua-tiva”, i giudici scrivono: “(...) in ac-cordo con il personale medico e para-medico che attualmente assiste overrà chiamato ad assistere Eluana,occorrerà fare in modo che l’interru-zione del trattamento di alimenta-zione e idratazione artificiale consondino naso-gastrico, la sospen-sione dell’erogazione di presidi me-dici collaterali (antibiotici o antin-fiammatori ecc.) o di altre proceduredi assistenza strumentale avvenganoin hospice o altro luogo di ricoveroconfacente. (...) Durante il periodo incui la sua vita si prolungherà dopo lasospensione del trattamento e inmodo da rendere sempre possibili levisite, la presenza e l’assistenza, al-meno dei suoi più stretti familiari”.

I commentatori e le Associazionilaiche plaudono a questa storica sen-tenza, mentre chi segue i dettami diun’etica confessionale dichiara inmaniera molto netta che tale sentenzascardina il principio della non dispo-nibilità della vita umana e parla chia-ramente di Eutanasia.

Lascio alle parole dei le motiva-zioni giustificative di tale sentenza,che personalmente approvo in pieno.È stato «inevitabile» giungere alladecisione di autorizzare lo stop del 31

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trattamento di alimentazione a Elua-na Englaro, «accertata la straordina-ria durata del suo stato vegetativopermanente, l’altrettanto straordina-ria tensione del suo carattere verso lalibertà e la sua visione della vita».

Una concezione della vita - spiegail giudice estensore del provvedi-mento, consigliere Filippo Lamanna- «inconciliabile» con la perdita to-tale e irreversibile delle proprie fa-coltà psichiche e la sopravvivenza«solo biologica del suo corpo, in unostato di assoluta soggezione passivaall’altrui volere».

PS: finalmente alla data odierna(20 Novembre 2008) è già giunta lafine di questa sventurata vicenda conla dichiarazione di inammissibilità

del ricorso presentato dal Pm pressola Procura generale della Corte d’ap-pello di Milano, contro il decreto del9 luglio con il quale la Corte d’ap-pello di Milano che aveva autoriz-zato la rimozione del sondino diEluana Englaro, in stato vegetativopermanente per “…difetto di legitti-mazione all’impugnazione”.

La responsabilità nei confrontidella vita, di cui parla qualche pre-lato o politico di turno, è condivisada tutti, laici, cattolici e non cattolici.Purtroppo Eluana non è più in vita: èdeceduta sedici anni orsono!

Tonio SollaiCoordinatore della Consulta

di Bioetica della [email protected]

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VARIAZIONE DI INDIRIZZO

Tutti gli iscritti, ai sensi degli artt. 1, 2, 3 del DPR

n. 221/50, sono pregati di comunicare per iscritto alla

segreteria dell’Ordine l’eventuale variazione di resi-

denza.

Si comunica che nei casi previsti dalla normativa è

possibile eleggere un domicilio speciale ai fini del

recapito della corrispondenza dell’Ordine e degli altri

vari enti (Enpam, FNOMCeO, Sardegna Riscossioni,

Esatri).

Si ricorda agli iscritti che la comunicazione della

variazione di indirizzo ( residenza o domicilio specia-

le) all’Ordine è un obbligo previsto dalla legge, la vio-

lazione del quale comporta disguidi non soltanto all’

Ente ma anche e in particolare agli interessati.

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L’autonomia "vincolata" delmedico specializzando nonsignifica che questi sia un

mero esecutore di ordini, penalmenteirresponsabile.

La Cassazione (Sez. IV, sent. dep.1° agosto 2008) ritorna sul tema dellaresponsabilità dello specializzando edel medico affidatario con riferi-mento a una fattispecie di sommini-strazione di farmaci.

Due medici (di cui uno specializ-zando) e un'infermiera venivano con-dannati, in primo e in secondo grado,per il reato di omicidio colposo indanno di un bambino di sedici mesi.Si accertava in sede processuale chela vittima era stata ricoverata pressouna clinica privata, su consiglio delpediatra di fiducia, per problemi dialimentazione.

Il pomeriggio del giorno del rico-vero erano stati somministrati al pic-colo paziente alcuni farmaci, tra cuiuna fiala contenente il principio at-tivo "verapamil". Subito dopo si eraverificato un improvviso aggrava-mento delle condizioni del bambino,che ne rendeva necessario il ricoveronel reparto di rianimazione, dove,malgrado le cure prestategli, il mede-simo decedeva il giorno dopo.

La sentenza di appello, conforme-mente a quella di primo grado, stabi-liva che la morte era certamente do-vuta alla somministrazione per viaendovenosa - invece che per viaorale, come indicato e previsto - delfarmaco già menzionato, ascriven-

done la responsabilità ai due medici(l'uno "strutturato" e l'altro, come giàdetto, specializzando) e all'infer-miera che avevano trattato il pa-ziente.

Più precisamente la Corte d'ap-pello individuava la colpa: per l'in-fermiera, nel fatto che avesse sommi-nistrato il medicinale (in fiala da 20mg) al bambino per via endovenosapur in presenza di una prescrizionemedica ("foglio di terapia"), compi-lata dallo specializzando, dal conte-nuto equivoco, perché non vi si pre-cisavano le modalità di somministra-zione. Ella avrebbe dovuto farsi chia-rire dal medico quali dovessero es-sere tali modalità; per il medico spe-cializzando, nell'avere compilato il"foglio di terapia" senza specificarele corrette modalità di somministra-zione (per via orale) del farmaco,tanto più che la confezione riportavache lo stesso avrebbe dovuto esseresomministrato per via endovenosa;per il medico "strutturato", nel nonavere adeguatamente informato l'in-fermiera circa le modalità di sommi-nistrazione e nel non aver controllatola corretta redazione del "foglio di te-rapia" da parte dello specializzando.

Quanto a tale sanitario, va preci-sato che era rimasto accertato chefosse stato proprio lui a prescriverequel farmaco (confermando la tera-pia cui il bambino era già sottopostosu prescrizione del proprio pediatra,che gliela somministrava per viaorale) e che lo aveva direttamente ac- 33

Per la Cortedi Cassazionela figuradel “tutor”non esime daresponsabilitàlo specializzando

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zeLa responsabilità nella somministrazione di farmaci

L’autonomia vincolata del medico specializzando

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quisito dalla farmacia interna alla cli-nica, ove era disponibile solo nellaconfezione in fiale da 20 mg, dasomministrare per via endovenosa. Ilmedico ritenendo - d'accordo con ilfarmacista - che dette fiale potesseroessere anche somministrate per viaorale, decideva di farsele trasmettere.

Contro la sentenza di appello pro-ponevano ricorso per Cassazione sol-tanto i due sanitari, i quali, oltre aproporre censure in punto di ricostru-zione del fatto (giudicate inammissi-bili dalla Cassazione, in quanto nonconsentite in sede di legittimità),sulla colpa e sulla esistenza del nessocausale, hanno interloquito, con op-poste tesi, sull'aspetto centrale dellatitolarità o meno di una posizione digaranzia da parte del medico specia-lizzando, in forza della quale questipotesse assumere una propria e auto-noma responsabilità nella cura delpaziente.

Secondo la tesi sostenuta in ri-corso dallo specializzando, la figuraprofessionale di questi sarebbesprovvista di qualsiasi autonomia,essendo sempre sottoposta al con-trollo del tutore; nella fattispecie eglisi era limitato a compilare sotto det-tatura dell'altro medico il "foglio diterapia", svolgendo un'attività pura-mente materiale sotto la diretta - edesclusiva - responsabilità del tutoreche aveva anche siglato il fogliostesso.

Secondo l'altro sanitario, vice-versa, la prescrizione trascritta sul"foglio di terapia" apparteneva allapaternità e all'unica responsabilitàdello specializzando che l'aveva re-datta, d'altra parte egli stesso medico;in ogni caso il principio di affida-mento, che certo vige nel rapporto tratutore e specializzando, induceva aconfidare che questi avrebbe corret-

tamente riempito detto foglio se-condo le indicazioni ricevute.

La Suprema corte ha rigettato i ri-corsi, ritenendo del tutto condivisi-bili le valutazioni della sentenza diappello in tema di colpa e di nessocausale, dopo essersi ampiamentesoffermata sul regime giuridico dellafigura e del-l'attività del medico spe-cializzando, per quale contenuta nelD.lgs. 17 agosto 1999 n. 368.

Osservano i giudici di legittimitàcome dal tenore della disciplina nor-mativa non vengano confermate letesi estreme sostenute nei ricorsi daidue imputati: né la tesi dell'essere lospecializzando un mero esecutored'ordini del tutore (prospettata dallostesso specializzando), né quella,contrapposta, della piena autonomiadello specializzando, sostenuta dall'altro medico ricorrente. In effetti,spiega la Suprema Corte, «l'espres-sione che meglio fotografa questorapporto (tra medico specializzandoe tutore) è quella, usata dalla legge,dell’ "autonomia vincolata" (art. 38,comma 2, D1gs 368/1999): si trattadi un'autonomia che non può esseredisconosciuta trattandosi di personeche hanno conseguito la laurea inMedicina e chirurgia e, tuttavia, es-sendo in corso la formazione specia-listica; (…….) l'attività non può cheessere caratterizzata da limitati mar-gini di autonomia e svolta sotto le di-rettive del tutore».

A tale stregua, allora, l'autonomiariconosciuta dalla legge, sia pur vin-colata, non può che ricondurre allospecializzando le attività da lui com-piute; «e se lo specializzando non siritiene in grado di compierle deve ri-fiutarle, perché diversamente se neassume la responsabilità (c.d. colpa"per assunzione")».

Né invero, continua la sentenza, è 34

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dato ritrovare nella legge una normache confermi la tesi secondo cui lospecializzando è un mero strumentodel suo tutore: «Anche se questi dettauna ricetta o una prescrizione medicalo specializzando che scrive sottodettatura, nei limiti delle sue compe-tenze, deve segnalare eventuali erroriod omissioni e rifiutare di avallare te-rapie che, secondo il livello di periziae diligenza da lui esigibili, appaianopalesemente incongrue».

Naturalmente tutto ciò va valutatoin conformità con la gradualità di as-sunzione di responsabilità che la nor-mativa prevede, per cui «è ovvio chediversi saranno gli interventi, anchecritici, esigibili dal medico all'iniziodella specializzazione rispetto aquelli che si richiedono a chi la for-mazione la sta facendo da anni». Ag-giunge peraltro la Cassazione che senon è condivisibile una lettura ridut-tiva dell' ambito di competenze e au-tonomia delle attribuzioni dello spe-cializzando, altrettanto deve dirsi perla ricostruzione di questa figura pro-posta dall'altro ricorrente (il medicotutore), il quale "dimentica" che l'au-tonomia è - appunto - "vincolata",che ogni attività dello specializzando«si svolge sotto la guida di tutori» eche la graduale assunzione di compitiavviene sotto «le direttive ricevutedal tutore».

Si stabilisce: «Il tutore deve for-nire allo specializzando le sue diret-tive, deve controllarne le attività purautonomamente svolte, deve verifi-care i risultati e consentirgli, quindi,di apprendere quanto è idoneo per ilfuturo svolgimento autonomo dellaprofessione specializzata, verifi-cando la correttezza delle attivitàsvolte».

Nella fattispecie in esame, dovevaritenersi perciò corretta l'attribuzionedella colpa a entrambi i medici, pre-cisando i giudici che se anche il fo-glio di terapia fosse stato effettiva-mente compilato sotto dettatura dallospecializzando, e poi siglato dal "tu-tore", non per questo il primo sa-rebbe esente da responsabilità allaluce del fatto che, come più sopra de-dotto, «l'autonomia "vincolata" dellospecializzando non significa esoneroda responsabilità e la compilazionedi un atto terapeutico non può dun-que che farsi risalire, oltre che a chilo ha firmato, a chi lo ha redatto (seovviamente aveva la competenza aredigerlo, come è nel caso inesame)».

Gianfranco Iadecola

* Questo articolo è tratto dalSole 24 Ore Sanità n. 40del 14-20-Ottobre 2008,con l’autorizzazione dell’autore,Gianfranco Iadecola, magistrato

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ORARIO DI RICEVIMENTO

DEL PRESIDENTE DELL’ORDINE

Il Presidente dell’Ordine, dottor Agostino Sussarellu,riceve tutti i martedì pomeriggio presso la sede del-l’Ordine previo appuntamento da stabilire al numerodi telefono 079/234430

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Il libro di Pier Luigi Cherchi è unospaccato della società della finedegli anni ’60, in cui la rivolu-

zione culturale nata dalla Beat Gene-ration di Ginsberg e Kerouac, l’Un-derground ossia la sottocultura dellagrandi città, si scon-tra con le nascentitematiche della po-litica del proleta-riato e dei movi-menti studenteschiche finiranno persoffocarlo e distrug-gerlo. La “Sassaribeat” degli anni in-terposti tra il boomeconomico e gli“anni di piombo” èun mondo di colori,di musica, digioiose evoluzioniartistiche, in cui tutti i ragazzi si sen-tono protagonisti; le interviste ai“vecchi” ragazzi beat ricostruisconoun mondo ormai scomparso, dove isuoni ed i colori sono padroni dellascena, in un’atmosfera di “campi difragole”, di “foschie purpuree”, nelsegno di Aquarius (“then peace willguide the planets and love will steerthe stars….the age of Aquarius…”) odel popolo rock di Woodstock. Trastoria vissuta e leggenda minima, daBenito Urgu a Gianni Davis, da Giu-seppe Fiori a Gabriele Desole dei mi-tici “Savages”, da Alberto Fiori al-l’indimenticato Gigi Santoru e a tuttii musicisti che hanno creato, con illoro entusiasmo, un’epoca indimenti-

cabile, viene ricostruita la bruciante,breve esperienza dell’epopea delbeat a Sassari: nomi su nomi, bandsu band, biografie su biografie, luo-ghi di “culto” come le mitiche salettedella Sassari vecchia o i Cinema e le

piazze dove i “com-plessi” si esibivano. Èla colonna sonora diun’epoca, di un“mondo perduto” lon-tano dalla società deitelefonini, di Internet,delle veline, della TV“spazzatura”, dellanoncultura a tutti i li-velli; immagini, co-lori, suoni di una cittàdi 90.000 abitanti incui, come nelle altrecittà d’Italia, dopo il’68 la politicizzazione

della cultura giovanile marginaliz-zerà rapidamente la dimensione con-troculturale del beat italiano fino afarla scomparire.

Pier Luigi Cherchi è Professore Ordinariodi Ginecologia e Ostetricia presso l’Univer-sità di Sassari. Autore di oltre 300 pubblica-zioni scientifiche sulle più prestigiose rivisteinternazionali, si è cimentato nei temi riguar-danti i cambiamenti della società contempo-ranea, dal primo libro “Il parto domiciliarenella Sardegna della prima metà del Nove-cento, Tradizioni e sapere medico” (TASEd. Sassari), fino all’ultima opera ancora infase di attuazione “KOMMAEA. Viaggio nelmondo dell’emigrazione meridionale nellaGermania dei primi anni ’70”.

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Viaggiodi ritornocon intervisteai protagonistidi un’epopeabreve e bruciante

Pubblicato il volume di Pier Luigi Cherchi“C’era un ragazzo che come me...” musica e generazione beat a Sassari

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Una manciata di anni, sei (1966-1972) che sembrano dilatarsinella storia raccontata da Pier-

luigi Cherchi. Direttore della Scuoladi Specializzazione in Ginecologia eOstetricia dell’Università di Sassari,ma, qui nelle vesti di “voce nar-rante”, in quanto chitarra e voce soli-sta, nei mitici anni ’60, degli Under-grounds, già Axtadi”, poco felicenome, noto e regolarmente storpiatonel giro delle salette beat sassaresi.

Tra storia vissuta e leggenda mi-nima, l’Autore ricostruisce la bru-ciante, breve esperienza dell’epopeadel beat a Sassari, che si dipana inqueste densissime pagine dove si rin-corrono nomi su nomi, band suband, biografie su biografie.

Sassari Beat. è, infatti, il titolo (obbligato) del libro. Sottotitolo Unpezzo della nostra storia. “Nostra”nel senso che l’autore appartiene aquella generazione di musicisti e ap-passionati, nati tra la fine degli anniquaranta e i primissimi anni Cin-quanta. Generazione che, sospintadai miti d'oltremanica e d'oltreo-ceano, andò alla ricerca di una pro-pria dimensione, immettendo unacittà come Sassari nel movimentobeat della seconda metà degli Anni‘60. Un movimento che ha segnatoun crocevia nella storia della musicaleggera italiana e che ha esploratonuovi percorsi sonori, rifacendosi alfermento inglese di fenomeni na-scenti come i Beatles.

Le canzoni dei Nomadi, dei Gi-

ganti, dei Dik Dik, dell’Equipe 84 esoprattutto dei The Rokes, gruppocardine del beat italiano, furono al-lora le colonne sonore di storie d’a-more e d’amicizia. Appena uscitescalavano puntualmente le hit pa-rade, spinte dall’entusiasmo dei gio-vani, che avevano eletto quella mu-sica ad inno generazionale, una sortadi bandiera da sventolare sul cre-scente bisogno di rinnovamento so-ciale e politico che ha caratterizzatoquel periodo storico e che, comunquesia, rappresenta una rivoluzione im-portante nel costume sociale e musi-cale italiano. A fare da sfondo alla vi-cenda raccontata da Cherchi sonotanti “luoghi” della città, di cui il li-bro racconta uno spicchio di storia.C’è l’Associazione cattolica SilvioPellico, fondata nel 1905, diventataal tempo una vera e propria scuola dimusica, dove l’autore e tanti altri ra-gazzi imparano, sotto la guida diGiampaolo Galleri, a suonare la chi-tarra.

Ci sono le improvvisate sale daballo, le salette, i clubs, le cantinenel cuore pulsante della città: il“Moulin Rouge” in Via Lamarmora,il “Cavallino Rosso” (poco più giù diPiazza Tola), “ il Bandiera gialla “, il“San Carlo” in via S.Carlo, il “TicTac” in vicolo delle Canne, “La Boa”nel vicolo Pigozzi (Pigozzi Street )“Ciao Amici” in via Lamarmora, “LaBertula”, “La botte”, “Santo Do-mingo”, “La mandria”, “La Ruota “in via Nuoro. 37

Canzoni,gruppi, episodi,ritrovi e locali:ricostruitala “colonnasonora”di un pezzodi storia cittadina

La presentazione di Eugenia Tognotti“C’era un ragazzo”: formidabili e lontani Anni Sessanta

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Ci sono i Licei, dove studia unaparte di quei ragazzi, sempre affac-cendati tra prove e faticosi trasportidi chitarre, pesantissimi e ingom-branti amplificatori, strumenti elet-trici; e, ancora, le piazze, i cinema,il teatro Verdi, il cinema Astra, dovesi esibiscono gruppi sassaresi e “fo-restieri”, come, tanto per fare unnome, il cagliaritano “2001”.

E ci sono le chiese - Santa Mariain Betlemme, “Mater Ecclesia”,Cappuccini dove i Sigma e i Sava-ges, si cimentano – applauditissimi –con la Messa beat, fenomeno anniSessanta di cui si è quasi persa la me-moria e in cui la Sardegna può legit-timamente rivendicare qualche pri-mato. Ad aprire la strada furono, in-fatti, i mitici “Barritas” verso la metàdegli anni Sessanta, dopo alcune co-ver in italiano come Go Now deiMoody Blues e la Help Me Rhondadei Beach Boys e dopo qualche spe-ricolato tentativi di commistionesardo-beat. Nel gruppo dei Barritasc’era l’oristanese Benito Urgu, l’e-clettico attore- cantante, comico e ca-barettista, presentatore, e autore dimusiche e testi.

L’esperimento con la Messa beatfu un successo strepitoso, dimostratodalla trionfale esecuzione nella cap-pella Borromini a Roma, alla pre-senza di Paolo VI nel 1966. Di ottimaqualità i pezzi, filo conduttore il beat(opera, in buona parte, di un geniomusicale come Marcello Giombini).

Scorrono in queste pagine le storiedi gruppi meteore dai Baronetti, aiBertas, ai Savages, agli Smeraldi,agli Underground’s e tanti altri comegli Axtadi, gli Strangers, gli Squali,per non nominarne che alcuni, che siesibivano anche extra muros in localida ballo dell’entroterra provinciale.

Le loro storie sono evocate attra-

verso interviste, in cui si affaccianoanche i nomi dei non dimenticatisponsor adulti, fuori dello standardbeat, ma valorizzatori di quella cul-tura musicale come Muzzo, Gri-scenko Zino Squintu. E, ancora, inomi dei giovani che hanno segnatola storia della musica sassarese, di-rettori musicali, fisarmonicisti, ta-stieristi, batteristi, musicisti comeGigi Santoru, rimasto giovane persempre per gli amici di allora: èmorto, infatti, alla fine degli anni Ot-tanta in un incidente stradale sullastatale 131 in una mattina senza sole.“come in “A day in the life” dei Bea-tles” scrive Cherchi, che ne ricorda lafigura di musicista e di sportivo (haimportato la pallamano a Sassari e alsuo nome è intitolato il Pala San-toru).

E’ la colonna sonora di un’epoca,insomma, questa raccontata da Cher-chi. E non sorprende che ad essaguardi con la nostalgia e il rimpiantocon cui si evoca “the world we havelost”, il mondo che abbiamo perduto:un mondo di solidarietà, di amicizia,di cortesia, di gentilezza, non c’eraancora il concetto del profitto a tutti icosti. Ci si accontentava di niente…Si scendeva a Platamona con 100 lirecon gli “abusivi” che all’Emiciclopartivano con le prime Peugeot anafta… con pochi soldi si riusciva adorganizzare una vera sala da ballo,basta pensare alle famose cantine…oggi bisogna avere tutto e subito.Ricordo i vicini di casa, che diventa-vano praticamente dei parenti, il ne-gozietto sotto casa dove si faceva laspesa, i bambini che giocavano a pal-lone per la strada, i muri delle caseimmacolati senza scritte o graffiti, ilquartiere dove tutti si conoscevanocome un vero microcosmo: oggi c’èsolo individualità, arroganza, cini- 38

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smo, l’egoismo più sfrenato, ognunova per la sua strada e si avvicina solose c’è un qualche interesse personale.Si sono persi dei valori che delmondo beat rappresentavano le basiesistenziali: i ragazzi che giravano ilmondo per fare esperienze trovavanosempre amici dappertutto, oggi nonsi vede più nessuno fare autostop, c’èpaura di tutto e di tutti”.

Immagini, colori, suoni di unacittà di 90. 000 abitanti, una città uni-versitaria che avrebbe conosciuto pertempo il vento della contestazioneche comincia a spirare qui come aTorino, Genova, Pavia, Cagliari, Na-poli, Salerno, Padova – all’indomanidella clamorosa protesta all’Univer-sità cattolica contro la tipologia deicorsi di studio e la scuola di“classe”–.

E’ la fine del 1967 e l’epoca beatsta lasciando il campo a quella delprogressive. Cominciano a compa-rire le prime ombre del tramonto. Nel1969, con lo scioglimento dei Bea-tles e sull’onda dei movimenti stu-denteschi, il panorama musicale su-bisce un radicale cambiamento. Arri-vano Bob Dylan, Crosby-Stills-Nash& Young, Cat Stevens, con i loro te-sti di protesta.

Con i primi anni settanta si chiudela storia del beat a Sassari. Ma i se-gnali erano arrivati prima con la po-liticizzazione della cultura giovanileche marginalizza rapidamente l’inci-denza della dimensione controcultu-rale del beat italiano. All’ostilità dei“benpensanti” si accompagna benpresto quella del movimento e deigruppi dell’estrema sinistra che con-siderano i temi fondamentali dellacultura beat una problematica bor-ghese, capace soltanto di allontanarei giovani dall’attività rivoluzionaria.

Momento di svolta, a livello na-zionale, l’episodio della Bussola di

Bernardini, a Marina di Pietrasanta– fatta segno, la notte di Capodannoche segnava l’arrivo del 1969 – diuna violenta contestazione a base dilanci di ortaggi da parte di “PotereOperaio”. Parte da quest’episodio,Cherchi per ricordarne uno minore,locale, che, forse, non rientra sem-plicemente nella proverbiale attitu-dine “cionfraiola” della gioventù sas-sarese: il gavettone che prese di mirail cantante Mal dei Primitives, a Sas-sari per una serata al cinema Astra. Ilcantante, dai lunghi capelli neri, tor-nava in albergo, di notte, vestito conun abito sgargiante quando fu inon-dato d’acqua sporca o, più probabil-mente, d’urina, stando alla vulgatacittadina.

Il libro contiene un accurato “Cen-simento beat 1966-72” – che riporta inomi di tutti quelli che hanno contatoqualcosa nella Sassari beat, senzamai perdere il filo tra gruppi che na-scevano, si scomponevano, cambia-vano nome rapidissimamente. C’èanche un Glossario che va da “Acidrock” ad “ Underground” .

Ha fatto bene Pier Luigi Cherchi acostruire la colonna sonora di untempo, una generazione, una città,prima delle discoteche, degli iper-mercati, della perdita di riferimentiidentitari.

Niente ha un potere evocativocome la musica e quella beat resti-tuisce, come nessuna, i suoni, le vocie i rumori di una stagione che hacoinciso, per tanti di noi, con quellaincantata della giovinezza.

Non per niente basta che in unacena d’estate, qualcuno prenda lachitarra e intoni “C’era un ragazzoche come me, amava i Beatles e iRolling Stones” per cancellare iltempo e tornare ai sempre verdi anniSessanta.

Eugenia Tognotti39

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Ancora una volta Giuseppe Var-giu con il suo 3° Bollettino delPolline, che fa seguito alle pub-

blicazioni del 1992 e del 2001, riescea stupirci con la minuziosa, dettaglia-tissima e colta “cronaca aerobiolo-gica” prendendoci per mano e ac-compagnandoci nel corso dei giorni,delle settimane, delle stagioni e deglianni alla scoperta dei pollini diffusinell’atmosfera di Sassari.

I bollettini del polline, frutto diuna considerevole mole di lavoroprotratta nel tempo e pubblicati sulla“Nuova Sardegna” nell’arco deglianni 2002-2007, sono raccolti in que-sto volume in modo organico, corre-dati di preziose informazioni, forniteda chi da anni, specialista della mate-ria, si occupa con dedizione e pas-sione alla disciplina aerobiologica.

La lettura di questo 3° Bollettinodel Polline è quanto mai resa varia einteressante in quanto non vi tro-viamo solo i risultati delle misure ae-robiologiche corredate di dati meteo-rologici, ma per ogni specie trattata,una ricca raccolta di informazioni dicarattere medico-allergologico, noti-zie storiche e geografiche, richiamietimologici, usi, costumi ed eventimitologici ad essa correlati, tali darendere la lettura estremamente inte-ressante non solo per medici specia-listi allergologi e per i pazienti aller-gopatici ma anche per tutti coloroche amano la natura e i luoghi in cuivivono e lavorano.

Per chi infine volesse conoscere lediverse specie dal vivo vi troviamoinoltre anche la loro ambientazionenell’arredo urbano di Sassari!

Auguro a Giuseppe Vargiu di con-tinuare, con la perseveranza che locontraddistingue, anche in futurol’attività intrapresa in collaborazionecon l’Associazione Italiana di Aero-biologia, promuovendo con le suepubblicazioni la cultura aerobiolo-gica ma non solo quella!

Mariangela ManfrediPresidente Associazione Italiana

di Aerobiologia

Raccolte preziose

per gli allergologi

Questa raccolta di articoli di Giu-seppe Vargiu che porta il titolo diBollettino del Polline 2001-2006 nonè, in realtà, un semplice bollettino delpolline. E' molto di più. I bollettinidel polline sono delle raccolte di nu-meri, le concentrazioni dei vari pol-lini nell'arco dell'anno.

Essi sono utili all'allergologo chevuole correlare i sintomi dei suoi pa-zienti alla carica pollinica dell'aero-plancton. Utili ma un po' aridi. In-vece Vargiu in questa serie di articolitrasfonde tutta la sua cultura, nonsolo allergologica, ma anche bota-nica, storica, etnologica, alimentari-stica. In ognuno di questi articoli siesamina una specie vegetale, che è sìdi interesse allergologico, ma Vargiune passa al setaccio tutte le caratteri- 40

Le informazionisu Sassaridal 2002 al 2007raccoltee corredatedi datimeteorologicistorici egeografici

Terzo volume di Giuseppe VargiuBollettino del polline Cronaca aerobiologica

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stiche ed applicazioni anche al difuori della semplice sensibilizza-zione allergica.

lo ho 60 anni e ne ho passati buonaparte sui libri. Posso dire senza falsamodestia che un certo livello cultu-rale l'ho raggiunto.

Tuttavia devo dire che franca-mente non riesco a capire come fac-cia Vargiu a raggiungere una compe-tenza così elevata in così tanti campicosì diversi, né come riesca a racco-

gliere tante infor-mazioni, sempreinteressanti, qual-che volta anchedivertenti. Non ècerto Internet,verso cui Vargiuha una sorta di al-lergia, il suo stru-mento.

Ma a pensarcibene la spiega-zione del misteroè semplice: è lapassione. La pas-sione che Vargiuha per il suo la-voro, per il suolavoro fatto bene,e con amore. E'questa passioneche porta Vargiu,partendo dalla al-lergia, ad ap-profondire tuttigli aspetti scienti-fici ed antropolo-gici legati ad ognisorgente allerge-nica. Sotto questo

aspetto Vargiu è stato fortunato ad in-contrare nella sua vita l'allergologia.Fra tutte le specialità mediche, l'al-lergologia è quella che più si presta(o forse la sola?) a queste contamina-zioni trasversali. Non ce lo vedo pro-prio un Vargiu ortopedico o dentista(con tutto il rispetto per gli ortopedicied i dentisti). O meglio, me lo vedocosì: sarebbe certamente un buon or-topedico o dentista, ma un po' triste!

Paolo Falagiani

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Si è svolto a L'Aquila, presso laCattedra Bernardiniana organiz-zata dalla Federazione nazio-

nale Ordini dei medici il convegnoNazionale "Etica Professionale edEtica delle Risorse tra Coerenze eConflitti".

Razionalizzazione della spesa,nuove disuguaglianze sociali, go-verno clinico: questi alcuni dei temi"caldi" che sono stati discussi da rap-presentanti della FNOMCeO e delleAssociazioni Mediche, insieme a so-ciologi, economisti, politici, a L'A-quila.

"I grandi valori propri della nostraProfessione (equità, solidarietà, ap-propriatezza ed efficacia delle cure)ha affermato il presidente FNOM-CeO, Amedeo Bianco, che ha inau-gurato il convegno insieme al presi-dente dell'Ordine dell'Aquila, VitoAlbano - sono vincenti se l'intero si-stema di tutela della salute, semprepiù complesso e costoso, è economi-camente compatibile con le risorsedisponibili ed accessibile a tutti se-condo i bisogni. I nostri Ordini de-vono, dunque, sollecitare i professio-nisti a considerare proprie (e nonestranee alle ragioni del modernoesercizio professionale) le compati-bilità economiche, incalzando e nonsostituendosi ai decisori nel mo-mento in cui rendono disponibilil'appropriatezza, l'efficacia, la qualitàdelle prestazioni mediche e odon-toiatriche”.

Insomma, l'etica entra a buon di-

ritto nell'economia. Anzi, ne è unaguida, come conferma il vicepresi-dente FNOMCeO Maurizio Benato:"L'etica non è estranea all'economiasanitaria. Anzi, è piuttosto l'etica cheimpone di definire nel concreto ope-rare di questo sistema scopi che nonpossono che essere comuni. E scopocomune è lo stabilire quella partedella ricchezza di un paese da asse-gnare all'organizzazione dei servizisanitari, al di sopra del pluralismoculturale e politico e degli approccimorali che ne conseguono, al di làdelle inevitabili diversità dei contestisociali, e sempre nell'ottica di un usoappropriato delle procedure e dell'ac-cesso dei cittadini a tali servizi, per-ché la salute non ha prezzo ma costa".

In ogni caso, nel dare risposte aipossibili conflitti tra i doveri ammi-nistrativi di gestori di risorse limitatee quelli etici di garanti dei bisogni disalute dei cittadini, nella due giorniaquilana si sono cimentati FilippoPalumbo, direttore generale del Di-partimento Qualità del ministerodella Salute, Aldo Ancona, direttoregenerale dell'Agenzia nazionale per iServizi Sanitari Regionali, GuidoGiarelli dell'Università di Bologna,Ivan Cavicchi delle Università TorVergata e La Sapienza di Roma, Con-cetta Vaccaro, ricercatrice del CEN-SIS, Giuseppe Costa, dell'Universitàdi Torino.

Un altro momento cruciale delConvegno è stata la Tavola rotonda

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La ricercadelle compatibilitàfra tuteladella salutee risorseeconomichedisponibili

Il convegno a L’AquilaQuando l’etica incontra l’economia

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su "Razionalizzazione della spesa,responsabilità medica, tutela dellasalute". Moderata dal vicepresidenteFNOMCeO, Maurizio Benato, ha vi-sto riuniti, oltre all'assessore alla Sa-nità dell'Abruzzo, Bernardo Maz-zocca, i rappresentanti delle princi-pali associazioni mediche: Dome-nico Iscaro, presidente nazionaleANAAO - ASSOMED, MichelePoerio, del Consiglio di presidenzaCIMO, Ivano Giacomelli, segretarionazionale CO.DI.CI., Walter Pa-lumbo, segretario regionale FIMMG- Abruzzo, e, di nuovo, Aldo Ancona,direttore generale dell'AGE.NA.S.

Specializzandi:

ingiusta

l’aliquota INPS

II presidente della FNOMCeOAmedeo Bianco, invita gli Ordiniprovinciali a intervenire presso leamministrazioni universitarie control'applicazione di una circolare INPSche penalizza i medici specializ-zandi.

"La situazione venutasi a crearesuccessivamente alla circolare n. 88emessa dall'INPS, che impone ai me-dici informazione specialistica il pa-gamento [...J dell'aliquota previden-ziale piena anche a fronte dell'ob-bligo, per gli stessi, di iscrizione alFondo di Previdenza Generale del-l'ENPAM, richiede un nostro inter-vento corale e coordinato per contra-stare questa palese ingiustizia".

Comincia con questa affermazionela lettera che Bianco ha inviato a tuttii presidenti degli Ordini provinciali,sollecitandoli ad inviare alle ammini-strazioni universitarie delle regionidi appartenenza una diffida dal tratte-nere dalle retribuzioni dei medicispecializzandi l'aliquota previden-

ziale piena del 24,7% e gli effetti re-troattivi. Tale richiesta è, secondo laFNOMCeO, illegittima: l'art. 45della legge n. 326/2003 prevede, in-fatti, l'applicazione dell'aliquota ri-dotta (18%) per coloro che sonoiscritti ad un'altra cassa previdenzialeobbligatoria, e gli specializzandi, inquanto medici iscritti agli Albi, sonoobbligatoriamente iscritti al Fondo diPrevidenza generale dell'ENPAM.

La FNOMCeO e l'ENPAM hannoincontrato le principali Associazionidei medici specializzandi, concor-dando un tavolo tecnico per definire,in tempi brevissimi, un dispositivo diricorso ai giudici amministrativi erendendosi disponibili alla raccoltadelle adesioni.

"Con il presidente dell'ENPAM,Eolo Parodi - continua Bianco nellalettera - ci stiamo adoperando per de-finire una soluzione al problema, ca-pace di coniugare al meglio un pre-lievo contributivo giusto e sopporta-bile con una modalità di accantona-mento efficacemente accessibilenella ricostruzione dell'accumula-zione previdenziale di questi profes-sionisti".

Questa prospettiva richiede un in-tervento legislativo che possa con-sentire il transito degli specializzandidalla gestione separata INPS all'EN-PAM, Ente previdenziale di riferi-mento per tutte le categorie medichee odontoiatriche.

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Imedici obbligati a denunciare alleautorità i clandestini che vi ricor-rono? Pericolo sventato.Dopo il parere contrario espresso

dal relatore Filippo Berselli, è statoinfatti ritirato dalle Commissioni riu-nite Affari Costituzionali e Giustiziadel Senato l'emendamento 18.0.8 delDDL 733 sull'immigrazione.

Tale emendamento prevedeva l'ob-bligo, per i medici delle strutture sa-nitarie, di segnalare alle autoritàcompetenti gli stranieri non in regolacon le norme di soggiorno che aves-sero accesso a tali strutture.

"Ringraziamo i Presidenti e i com-ponenti delle Commissioni interes-sate - ha detto il presidente dellaFNOMCeO, Amedeo Bianco - peraver dato ascolto - tra le altre - anchealle nostra voce che si è levata perchiedere al Senato un ripensamento."Quale presidente della FNOMCeO -ha continuato Bianco - mi sento dirappresentare tutti quei medici e tuttiquegli odontoiatri italiani, che nelquotidiano esercizio professionaledanno un contributo al rafforzamentodel tessuto sociale e civile della no-stra comunità: un tale emendamentosarebbe, forse, andato proprio insenso contrario”.

La FNOMCeO, infatti, aveva giàper due volte chiesto alle Commis-sioni di ritirare l'emendamento: il 23ottobre, inviando un'istanza in meritoai presidenti - Carlo Vizzini e FilippoBerselli - delle due Commissioni e ailoro componenti; nei primi giorni di

novembre reiterando tale istanza, esottolineando che l'abrogazione delcomma 5 dell'articolo 35 del T.U.sull'immigrazione (D. Lgs 268/98),oggetto dell'emendamento, avrebbealterato il rapporto fiduciario tra pa-zienti e operatori sanitari, con possi-bili ripercussioni anche in tema di si-curezza, e con il forte rischio dicreare percorsi sanitari al di fuori deisistemi di controllo e verifica dellasanità pubblica.

"La prevista segnalazione e% de-nuncia contestuale alla prestazionesanitaria - ha affermato Bianco -avrebbe indotto, certamente, soggettiirregolari ad una clandestinità sanita-ria pericolosa per l'individuo ma an-che per l'intera collettività ". "L'avereaccolto queste sollecitazioni - haconcluso - è stata una scelta digrande rilevanza politica, che rifletteun'apprezzabilissima assunzione diresponsabilità verso quei principiuniversali di equità, uguaglianza egiustizia a cui tutti noi tendiamo.Principi che non dobbiamo smarrirenella ricerca talora affannosa di solu-zioni alle immense questioni solle-vate dai flussi migratori e dalle no-stre società sempre più multietni-che". Il presidente della FNOMCeOBianco ha inviato lettere di ringrazia-mento al senatore Filippo Berselli,presidente della III commissioneGiustizia, al senatore Carlo Vizzini,presidente della I Commissione Af-fari Costituzionali del Senato e aicomponenti delle due Commissioni.

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Accoltele richiestedella FNOMCeOche ha segnalato

i pericoliper salutee sicurezza

Ritirato l’emendamentoMedici obbligati a denunciare i clandestini? Pericolo sventato

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Abbiamo appreso dalle agenziedi stampa del 14 novembrescorso che il governo intende

attuare rapidamente il “Pacchetto Si-curezza” (atto 733) in discussione alSenato. A tale proposito, il MinistroSacconi ha precisato che “il medicocurante deve segnalare se il pazienteè un irregolare. Se è clandestino deveessere segnalato per la sua situazionedi clandestinità ed espulso".

Le affermazioni del ministro se-guono la proposta di due emenda-menti depositati da alcuni Senatoridella Lega Nord che chiedono rispet-tivamente la modifica del comma 4 el’abrogazione del comma 5 dell’arti-colo 35 del Decreto Legislativo 286del 1998 (Testo Unico sull’immigra-zione).

In particolare è di estrema gravitàl’abrogazione del comma 5. Essoprevede infatti che “l’accesso allestrutture sanitarie (sia ospedaliereche territoriali) da parte dello stra-niero non in regola con le norme disoggiorno non può comportare alcuntipo di segnalazione all’autorità,salvo i casi in cui sia obbligatorio ilreferto, a parità di condizioni con ilcittadino italiano”.

La sua cancellazione metterebbein serio pericolo l’accesso alle curemediche degli immigrati irregolari,violando il principio universale deldiritto alla salute, fortemente affer-mato dalla nostra Costituzione. ecreerebbe inoltre una “clandestinità

sanitaria”, pericolosa per l'individuoe per la collettività.

L’Osservatorio Italiano sulla Sa-lute Globale, un organismo indipen-dente si è costituito nel 2002 con lavolontà di colmare il vuoto di infor-mazione e reciproco scambio tra me-dici, scienziati e operatori sullo statodi salute della popolazione in rela-zione al contesto politico, economicoe sociale. La Società Italiana di Me-dicina delle Migrazioni dal 1990, conoltre 700 soci, raccoglie le espe-rienze dei maggiori centri sul territo-rio nazionale che si occupano di assi-stenza sanitaria agli stranieri.

Come Osservatorio Italiano sullaSalute Globale e come Società Ita-liana di Medicina delle Migrazioniesprimiamo profondo dissenso sulleparole del ministro e la proposta deisenatori leghisti, e, sottoscrivendo lepreoccupazione della FederazioneNazionale degli Ordini dei medici,chirurghi ed odontoiatri, chiediamo,in particolare attraverso la mobilita-zione degli Ordini dei Medici e di al-tri albi professionali cui apparte-niamo, il ritiro dei suddetti emenda-menti.

Osservatorio Italiano sulla SaluteGlobale: www.saluteglobale.it – Pre-sidente Gavino Maciocco: [email protected]

Società Italiana di Medicina delleMigrazioni: www.simmweb.it - Pre-sidente Salvatore Geraci: [email protected] 45

Le normemorali dellaprofessionemedicanon possonoavere eccezioni

Indignazione e preoccupazioneImmigrati e servizi sanitariquestione etica e giustizia sociale

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Il provvedimento deriva da dueemendamenti depositati da alcuniSenatori della Lega Nord (prot.

39.305 e 39.306), che chiedono ri-spettivamente la modifica delcomma 4 e l’abrogazione del comma5 dell’articolo 35 del Decreto Legi-slativo 286 del 1998 (Testo Unicosull’immigrazione).

La modifica al comma 4 introduceun rischio di discrezionalità (defini-zione della cura, partecipazione allaspesa o tariffa intera, quanto equando pagare,...) che amplifiche-rebbe la difficoltà di accesso ai ser-vizi sanitari facendo della “barrieraeconomica” e dell’eventuale segna-lazione (in netta contrapposizione almandato costituzionale di “cure gra-tuite agli indigenti”), un possibilestrumento di esclusione, certamentecompromettendo la stessa eroga-zione delle prestazioni.

È comunque molto grave l’abro-gazione del comma 5. Esso prevedeinfatti che “l’accesso alle strutturesanitarie (sia ospedaliere che territo-riali) da parte dello straniero non inregola con le norme di soggiorno nonpuò comportare alcun tipo di segna-lazione all’autorità, salvo i casi in cuisia obbligatorio il referto, a parità dicondizioni con il cittadino italiano”.

Una sua eventuale abrograzionemetterebbe in serio pericolo i dirittialle cure mediche degli immigrati ir-regolari, violando il principio univer-sale del diritto alla salute, sancitodalla nostra Costituzione. L’art. 32

recita: “la Repubblica tutela la salutecome fondamentale diritto dell’indi-viduo e interesse della collettività, egarantisce cure gratuite agli indi-genti”, e vale la pena sottolinearecome la Carta costituzionale non su-bordini al possesso di alcun requisito(si parla di ‘individuo’ e non di ‘cit-tadino’ o altro) il riconoscimento deldiritto alla salute (e quindi all’assi-stenza).

L’attuazione di questa eventualemodifica normativa creerebbe inoltreuna 'clandestinità sanitaria’, perico-losa per l'individuo e per la colletti-vità.

Ma soprattutto pretenderebbe dicostringere il medico ad andare con-tro le norme morali che regolano lasua professione contenute nel codicedeontologico.

La professione medica si ispira aprincipi di solidarietà e umanità(art.1) e al rispetto dei diritti fonda-mentali della persona (art. 20). Do-vere del medico è la tutela della vita,della salute fisica e psichica del-l'Uomo e il sollievo dalla sofferenzanel rispetto della libertà e della di-gnità della persona umana, senza di-stinzioni di età, di sesso, di etnia, direligione, di nazionalità, di condi-zione sociale, di ideologia, in tempodi pace e in tempo di guerra, qualiche siano le condizioni istituzionali esociali nelle quali opera (art. 3). Ilmedico deve inoltre mantenere il se-greto su tutto ciò che gli è confidatoo di cui venga a conoscenza nell’e- 46

Immigrati/Invito alla mobilitazioneLettera della Federazioneagli Ordini dei medici

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sercizio della professione (art. 10).La relazione tra medico e paziente èbasata infatti su un rapporto profon-damente fiduciario, incompatibilecon l’obbligo di denuncia.

Il Presidente della FNOMCeO,Amedeo Bianco, ha scritto il 23 otto-bre u.s. al Presidente della Commis-sione Giustizia del Senato, al Presi-dente della Commissione Affari Co-stituzionali del Senato e, per cono-scenza, a tutti i Componenti delledue commissioni, evidenziando laconflittualità insostenibile tra il prov-vedimento proposto e le norme dideontologia medica.

L’appello lanciato dalla SIMM(Società Italiana di Medicina delleMigrazioni) il 20 ottobre u.s. perchiedere il ritiro di un precedenteemendamento di analogo contenutopresentato in Commissione al Se-nato, ha ricevuto l’adesione, oltre chedella FNOMCeO, di diversi Ordinidei Medici regionali e provinciali, edi numerose Associazioni non solomediche.

A seguito di questa ampia mobili-

tazione, era stata data notizia del ri-tiro dell’emendamento in Commis-sione poi contraddetta dall’annunciodel Ministro Sacconi che ha annun-ciato alla stampa la decisione di pro-cedere velocemente all’attuazioneanche alla luce della reiterata propo-sta leghista nella discussione in Auladel Senato.

Sul sito della SIMM è presenteampia documentazione sulla norma-tiva, sugli emendamenti e sulla vi-cenda occorsa:http://www.simmweb.it/

Vi chiediamo pertanto di interve-nire con forza e urgenza per chiedereil ritiro dei suddetti emendamenti.

Vi preghiamo inoltre di far pre-sente che se dovessero passare iprovvedimenti annunciati dal go-verno, i medici dovrebbero rifiutarsidi denunciare i pazienti immigrati ir-regolari, esercitando l’obiezione dicoscienza per non venir meno aiprincipi etici della loro professione.

Confidando nella Vostra atten-zione vista la gravità di quanto siprospetta, inviamo distinti saluti.

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PER INFORMAZIONI E MODULISTICA

Per informazioni riguardanti corsi organizzati

dall’Ordine, scadenze, adempimenti connessi alla

professione e per la modulistica relativa alle pratiche

ordinistiche è possibile consultare il sito dell’Ordine:

www.omceoss.org

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Si informa che è possibile ade-rire volontariamente alla Fon-dazione ONAOSI compilando

l’apposito modulo di domanda diiscrizione volontaria (e l’eventualedichiarazione sostitutiva di certifica-zione) e pagando contestualmente laquota contributiva tramite ccp. N.10071066 intestato a “FondazioneONAOSI gestione altre entrate – Ser-vizio tesoreria”.

Maggiori informazioni sul sitodell’ONAOSI: www.onaosi.it

Contribuzione

obbligatoria ONAOSI

• Dal 1° Gennaio 2007

Per effetto della Legge Finanziaria2007 (art. 1, comma 485 della Legge269/2006 a modifica dell’art. 2, let-tera e) della Legge 7 Luglio 1901):sono contribuenti obbligatori tutti imedici chirurghi e odontoiatri, i me-dici veterinari ed i farmacisti iscrittiai rispettivi Ordini professionali ita-liani che prestano servizio pressopubbliche amministrazioni.

I sanitari pubblici dipendenti as-solvono tale obbligo mediante tratte-nuta mensile sullo stipendio a curadell’amministrazione presso la qualeprestano servizio.

Per informazioni il servizio di con-tatto telefonico ONAOSI risponderàai seguenti numeri

075 58.69.235 – 075 58.69.511

• dal lunedì al giovedì dalle ore 8,30

alle ore 13,30 e dalle ore 15,00 alleore 17,30;

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Sono inoltre utilizzabili per segnala-zioni e comunicazioni:

• il fax 075 50.17.056 o l’indirizzo E-mail Anagrafe (per variazione datianagrafici)• il Fax 075 50.58.404 o l’indirizzoE-mail Contributi (per quesiti sullacontribuzione)

• Dal 1° Agosto 2003 al 31 Di-

cembre 2006

Per effetto della Legge Finanziaria2003 (art. 52, comma 23 della Legge289/2002):

Erano contribuenti obbligatoritutti i medici chirurghi e odontoiatri,i medici veterinari ed i farmacistiiscritti ai rispettivi Ordini professio-nali italiani.

I sanitari pubblici dipendenti as-solvevano tale obbligo mediante trat-tenuta mensile sullo stipendio a curadell’amministrazione presso la qualeprestavano servizio.

Ai sanitari non pubblici dipendentiveniva inviata apposita richiesta dipagamento da parte della FondazioneONAOSI.

• Fino al 31 Luglio 2003

Ai sensi della Legge 7 luglio 1901,n. 306:

Erano contribuenti obbligatoritutti i medici chirurghi e odontoiatri,i medici veterinari ed i farmacisti

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Le istruzioniper i versamentivolontarie obbligatorie i criteriper gli esoneri

Effetti della Legge FinanziariaONAOSI: che cosa fare per le contribuzioni 2008

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iscritti ai rispettivi Ordini professio-nali italiani che prestavano serviziopresso pubbliche amministrazioni..

Conseguenze

del mancato versamento

Il mancato o irregolare versa-mento dei contributi comporta l’au-tomatica decadenza da qualsiasi di-ritto alle prestazioni e/o ai servizierogati dalla Fondazione, fermi re-stando gli obblighi di legge in capo alcontribuente.

L’eventuale regolarizzazione deipagamenti, nelle forme stabilite dalconsiglio di amministrazione conproprie delibere, non conferisce inogni caso diritti per il periodo delmancato o irregolare versamento.

Esonero per contribuenti

trentennali

Il consiglio di amministrazionedella Fondazione approvata dalle au-torità di vigilanza in data 30.5.2005 edalla medesima resa esecutiva, haesteso l’esonero dalla contribuzioneai Sanitari con trenta anni di contri-buzione ONAOSI e 67 anni di etàanagrafica.

Esonero per contribuenti

invalidi

Il consiglio di amministrazionedella Fondazione approvata dalle au-torità di vigilanza in data 9.2.2006 edalla medesima resa esecutiva, haesteso l’esonero dalla contribuzioneai sanitari in stato di inabilità perma-nente totale o di invalidità civile al100%, comprovato da certificazionemedica rilasciata da enti e ammini-strazioni che ne hanno titolo a normadi legge.

L’esonero ha decorrenza dal

1.8.2003 e a tal fine i sanitari che nonlo abbiano già fatto sono invitati apresentare apposita domanda in cartalibera alla Fondazione, sospendendocontestualmente il pagamento, fino aformale comunicazione dell’esitodella richiesta.

Intervenuta l’approvazione delMinistero del Lavoro e delle Politi-che Sociali, la Giunta Esecutiva dellaFondazione ha fornito il 31.5.2006 iseguenti indirizzi per lo sgravio/rim-borso d’ufficio:A) Decorrenza dell’esonero

L’esonero decorre dall’anno suc-cessivo a quello in cui l’invaliditàè stata riconosciuta. I soggetti ri-conosciuti invalidi da data ante-riore al 31.7.2003 sono invece eso-nerati dal 1/8/2003.

B) Soggetti con rivedibilità a

“X”anni

L’ONAOSI si riserva di richiederela documentazione comprovantela permanenza dello stato di inva-lidità.

C) Soggetti che hanno prodotto il

solo verbale di revisione/aggra-

vamento

L’esonero farà riferimento alladata riportata sulla documenta-zione prodotta, salva la possibilitàper l’interessato di integrarla.

D) Rimborso delle quote versate

I contribuenti che hanno versatoquote risultate non dovute dopol’approvazione dell’esonero sa-ranno rimborsati su specifica ri-chiesta corredata dei dati bancariper il riaccredito.

Si invitano gli interessati a richie-

dere il rimborso delle quote ver-

sate utilizzado il fax simile di do-

manda scaricabile dal sito

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E’partito a Sassari a ottobre ilprogramma di vaccinazione antiHpv, il vaccino contro l’infe-

zione da Human papilloma virus. Lacampagna si inserisce all’interno delPiano sanitario nazionale che si pone tragli obbiettivi la lotta alle grandi patolo-gie, tra cui i tumori, e il controllo dellemalattie diffusive, incluse le malattie in-fettive sessualmente trasmesse.

La Regione con la delibera del 4 giu-gno di quest’anno, ha deciso di avviare unprogramma di vaccinazione contro il vi-rus Hpv al fine di prevenire le lesioni pre-cancerose e cancerose del collo dell’utero.L’offerta della vaccinazione si affianca alprogramma di screening per la diagnosiprecoce dei tumori della cervice uterinache la Regione sta portando avanti.

Il Servizio di Igiene pubblica del Di-partimento di prevenzione dell’Asl sassa-rese in questi giorni, in collaborazionecon le scuole medie del territorio, ha in-viato una lettera ai genitori delle ragazze“target” della campagna vaccinale. Sitratta delle nate nel 1997 e che nell’arcodel 2008 compiranno, o hanno già com-piuto, gli 11 anni: per queste l’offerta delvaccino, così come previsto dalla deli-bera regionale, sarà gratuita.

«L’infezione da Papilloma virusumano – riferiscono dal Servizio diIgiene pubblica – è molto comune e puòdare origine ad alterazioni delle vie geni-tali che, se non trattate, possono degene-rare in cancro del collo dell’utero, malat-tia che ancora oggi in Italia colpisce ognianno migliaia di donne».

La prevenzione è già possibile me-diante l’effettuazione periodica del PAPtest nelle donne adulte, che permette diindividuare le lesioni precancerose e trat-

tarle prima che degenerino in tumore.Oggi si ha a disposizione anche uno

specifico vaccino sicuro ed efficace, ingrado di agire contro i tipi di Hpv 16 e18, responsabili del 70 per cento dei casidi questo tumore.

«Il vaccino – riprendono dal Serviziodi Igiene – non protegge da tutti i tipi diPapilloma virus e pertanto è necessarioaffiancare al vaccino la periodica effet-tuazione del PAP test, gratuito a partiredai 25 anni. Il vaccino non contiene vi-rus vivo ed è generalmente ben tolleratosi somministra in 3 dosi per iniezione in-tramuscolare nel braccio».

Si tratta quindi di una importante op-portunità per prevenire il tumore delcollo dell’utero.

A Sassari per la somministrazione delvaccino le ragazze, munite di librettodelle vaccinazioni e accompagnate da ungenitore, possono presentarsi negli am-bulatori del Servizio di Igiene Pubblicadi via Amendola numero 55 (solo per ap-puntamento, telefonare al numero0792062874), di via Crovetti a Li Punti(solo per appuntamento il martedì, chia-mare il numero 079395698), di via Cec-chi numero 2 (solo per appuntamentochiamare il numero 079242447) e dipiazza Logulentu (dal lunedì al sabatodalle ore 8.30 alle ore 11.30, telefono079246531).

Ad Alghero in via Tarragona 3 (tel.079 9731022). Ad Ozieri presso l’ufficiosanitario dell’ospedale civile “AntonioSegni” (079779319).

Negli altri comuni l’utenza potrà ri-volgersi agli ambulatori di Igiene Pub-blica dove la vaccinazione verrà eseguitanei giorni e negli orari che saranno affissipresso ciascuna sede.

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Interesseràle ragazzenate nel 1997.Vaccinodisponibilepresso i servizi di Igiene Pubblica

Con una lettera ai genitoriPapilloma virus: parte la campagna di vaccinazione

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Alcune informazioni

sul Papilloma virus

Cos’è il Papillomavirus?Si tratta di un gruppo di virus molto

diffusi, di cui si conoscono oltre 100 tipi.Essi infettano la cute e le mucose geni-tali, maschili e femminili. Fortunata-mente, malgrado l’infezione sia fre-quente, nella maggior parte dei casi il Pa-pillomavirus viene eliminato spontanea-mente, ma nel 10 per cento dei casi l’in-fezione diviene persistente.

Cosa può provocare il Papillomavirus? Alcuni tipi di Papillomavirus, chia-

mati “a basso rischio”, tra cui i tipi 6 e 11,sono responsabili di patologie benignecome i condilomi genitali.

Altri tipi, chiamati “ad alto rischio”,come il16 e il 18, possono causare altera-zioni cellulari delle mucose del collo del-l’utero che, se non curate tempestiva-mente, possono evolvere fino al tumore.

Il collo dell’utero (o cervice uterina), èla parte che collega il corpo dell’uteroalla vagina. Ogni anno vengono diagno-sticati in Italia 3500 nuovi casi e 1000donne muoiono ogni anno per questo tipodi tumore.

Come si trasmette il Papillomavirus? L’infezione può avvenire anche per

semplice contatto con l’area genitale enon richiede rapporti sessuali completi.Questa infezione è la più frequente tra lemalattie sessualmente trasmesse, soprat-tutto nelle donne giovani. L’uso del pre-servativo protegge. ma non completa-mente, da questo virus, sebbene costitui-sca la barriera più efficace per le altre in-fezioni sessualmente trasmesse, com-preso l’AIDS.

Come si cura l’infezione da Papilloma-virus?

Per l’infezione non esiste una terapiaspecifica.

E’ fondamentale l’effettuazione perio-dica del PAP test, raccomandata a partiredai 25 anni, che consente di svelare pre-cocemente le lesioni precancerose e ditrattarle prima che evolvano in tumore.

La vaccinazione Oggi si ha a disposizione anche il vac-

cino. Esso protegge dall’infezione cau-sata dai tipi 16 e 18 di papillomavirus chesono responsabili del 70 per cento deicasi di questo tumore. Comunque, poichéil restante 30 per cento dei tumori delcollo dell’utero non è provocato dai tipi16 e 18, è importante eseguire regolar-mente il PAP test anche se si è vaccinate.

Per chi è raccomandata la vaccina-zione?

La vaccinazione ha la sua massima ef-ficacia nelle preadolescenti, prima dell’i-nizio dell’attività sessuale e quindi dellapossibilità di contrarre l’infezione.

Inoltre, in questa fascia d’età la rispo-sta immunitaria al vaccino è la migliore.

Il vaccino può comunque essere utiliz-zato fino all’età di 25-26 anni. Allo statoattuale la vaccinazione non è consigliataai maschi.

A chi è rivolta la vaccinazione gra-tuita?

La Regione Sardegna, seguendo le in-dicazioni del Ministero della Salute, hadisposto l’offerta attiva e gratuita delvaccino HPV per tutte le preadolescentidal compimento degli undici anni fino alcompimento dei dodici anni.

Nel corso del 2008, tutte le ragazzenate nel 1997 e residenti nella Regione,verranno invitate ad effettuare gratuita-mente la vaccinazione presso i Servizivaccinali della Asl di residenza.

La vaccinazione è costituita da 3 dosiche si somministrano mediante iniezioneintramuscolare nel deltoide (parte alta delbraccio).

Il vaccino è costituito da particelle sin-tetiche simili all’involucro esterno del vi-rus e quindi non contiene virus vivi, ed èben tollerato; può causare reazioni transi-torie e di lieve entità, come dolore e tu-mefazione al sito di iniezione, cefalea efebbre e ha poche vere controindicazioni.

La protezione data dal vaccino è assi-curata per almeno 5 anni. Gli studi incorso forniranno indicazioni sulla ne-cessità o meno di una dose di richiamo. 51

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Controllidei NASper errata o non completacompilazionedella ricettanon ripetibile

Giungono numerose segnala-zioni di colleghi che, a seguitodei controlli effettuati dagli

Organi di controllo competenti, (Ca-rabinieri NAS e Guardia di Finanza)in primo luogo nei confronti dellefarmacie e successivamente nei con-fronti dei prescrittori, sono stati og-getto di applicazione di sanzioneamministrativa per errata o noncompleta compilazione della ricettanon ripetibile. Giova pertanto ricor-dare le modalità prescrittive dei far-maci per i quali è necessaria la ri-cetta medica da rinnovare volta pervolta, precisando inoltre che tali di-sposizioni sono riportate nell’art. 80del DLgs 219/2006 e successive mo-difiche.

È utile precisare che i medicinaliche sono sottoposti a tale limitazionesono quelli che possono determi-nare, con l’uso continuato, stati tos-sici e che possono comportare rischiparticolarmente elevati per la salute.

Le ricette mediche relative a talimedicinali hanno validità limitata atrenta giorni e devono essere ritiratedal farmacista, che è tenuto a conser-varle per sei mesi.

Nei casi in cui disposizioni di ca-rattere speciale esigono la riserva-tezza dei trattamenti, si applicano lerelative procedure.

Tuttavia, al momento, gli unicipazienti che hanno diritto all’anoni-mato sono gli STP, per i quali oc-corre utilizzare questo codice.

Le ricette non ripetibili devonosempre e necessariamente riportare i

seguenti dati cognome e nome o ilcodice fiscale del paziente; indica-zione chiara, stampata o apposta contimbro del medico prescrivente edella struttura dalla quale lo stessodipende; la data del rilascio.

La ricetta non ha validità se privadella data, della firma del medico edei dati relativi al paziente.

Inoltre per i sanitari che utilizzanoil timbro di una struttura, non è piùsufficiente firmare con firma leggi-bile ma per l’identificazione del pre-scrittore è necessario apporre ancheil timbro personale dello stesso.

Inoltre, l’inottemperanza delle di-sposizioni legislative prevede san-zioni di tipo amministrativo, rego-late dall’articolo 148 del D.Lgs.219/2006 cosiddetto Codice Comu-nitario dei farmaci, sia per i mediciche per i farmacisti.

In particolare, salvo che il fattocostituisca reato, il medico che pre-scrive un medicinale sottoposto alledisposizioni legislative suindicate,senza attenersi alle modalità indicateè soggetto all’applicazione dellasanzione amministrativa da trecentoeuro a milleottocento euro (solita-mente 1/ 3 del massimo o il doppiodel minimo: 600 euro)

Pertanto, al fine di evitare l’appli-cazione delle sanzioni amministra-tive previste dal D.Lgs. 219/2006 siaai medici che ai farmacisti invitiamotutti i sanitari iscritti - medici eodontoiatri - ad usare una partico-lare attenzione nella stesura di tali ri-cette.

Codice Comunitario dei Farmaci D.Lgs. 219/2006Ricette non ripetibili (RNR):modalità prescrittive

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