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Giovanni Anceschi Aeroporto: il progetto del tempo Partire dal pensiero del grande regista russo Andrei Tarkowskii, Sculpting in time [scolpire nel tempo] 1 per parlare di spazi abitabili può apparire strano. Ma se invece che nel ruolo quasi divino di un osservatore esterno, ontologico fuori dalla vita, ci mettiamo nei panni – diciamo così – fenomenologici dell’utente, cioè dentro al soma (carne e sangue, come si suol dire, ma soprattutto organi ricettivi e percettivi) del viaggiatore, diventa davvero necessario introdurre la dimensione temporale. Il plasmare lo spazio-tempo o meglio il dar forma alle esperienze temporali e ai comportamenti nel tempo dell’utente diventano elementi essenziali del progetto. La modalità della percezione in situazione (della quale abbiamo già accennato, riferendoci alla progettazione dell’aeroporto come scena e come pipeline), evoca l’esigenza di un progetto comunicativo/interattivo o – in altri termini – gerarchico/dialogico. Di recente mi ha colpito l’affermazione di un amico che diceva: “La ricerca della rotta da parte dell’utente nell’aeroporto è paragonabile alla navigazione in un sito internet”. E’ in questo senso che si potrebbe prendere le distanze criticamente dalla fissazione per certi versi ossessiva dell’architectural discourse sull’idea di scala dimensionale. L’impossibilità di rispondere alla domanda “qual è la scala di un sito internet?”, potrebbe farci spostare verso nozioni più duttili come ad esempio quella di complessità strutturale e funzionale 2 . Ed effettivamente ci sono portali internet che non sono meno ricchi di elementi costitutivi e di prestazioni per l’utente di quanto non lo sia un aeroporto. In questo medesimo senso l’ “usabilità” 3 rappresenta una delle esigenze sostanziali. Non solo l’efficienza ma anche la facilità d’uso. L’essere autenticamente a portata di mano (la Zuhandenheit di Heidegger). 1 Tarkovskii, Andrei. Sculpting in Time: Reflections on the Cinema. New York: Alfred A. Knopf, 1987, Sapetshatljonnoje vremja / Die viersiegelte Zeit, 1984 - Sculpting in Time: Reflections on the Cinema (trans. by Kitty Hunter-Blair) - suom. Vangittu aika 2 Abraham A. Moles, Produkte : ihre funktionelle und strukturelle Komplexität [I prodotti loro complessità funzionale e strutturale], Ulm, n°6, pp. 4-12, 1962. 3 Usabilità è un termine introdotto dall’ala ergonomico/cognitivista della disiciplina dell’interaction desihg. Vedi ad esempio Alertbox, la “column” on line di Jakob Nielsen; http://www.useit.com/alertbox/ 1

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Giovanni Anceschi Aeroporto: il progetto del tempo 2 Abraham A. Moles, Produkte : ihre funktionelle und strukturelle Komplexität [I prodotti loro complessità funzionale e strutturale], Ulm, n°6, pp. 4-12, 1962. 1 Tarkovskii, Andrei. Sculpting in Time: Reflections on the Cinema. New York: Alfred A. Knopf, 1987, Sapetshatljonnoje vremja / Die viersiegelte Zeit, 1984 - Sculpting in Time: Reflections on the Cinema (trans. by Kitty Hunter-Blair) - suom. Vangittu aika 1 2 3

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Giovanni Anceschi

Aeroporto: il progetto del tempo

Partire dal pensiero del grande regista russo Andrei Tarkowskii, Sculptingin time [scolpire nel tempo] 1 per parlare di spazi abitabili può apparirestrano. Ma se invece che nel ruolo quasi divino di un osservatore esterno,ontologico fuori dalla vita, ci mettiamo nei panni – diciamo così –fenomenologici dell’utente, cioè dentro al soma (carne e sangue, come sisuol dire, ma soprattutto organi ricettivi e percettivi) del viaggiatore,diventa davvero necessario introdurre la dimensione temporale. Ilplasmare lo spazio-tempo o meglio il dar forma alle esperienze temporali eai comportamenti nel tempo dell’utente diventano elementi essenziali delprogetto. La modalità della percezione in situazione (della quale abbiamo giàaccennato, riferendoci alla progettazione dell’aeroporto come scena ecome pipeline), evoca l’esigenza di un progetto comunicativo/interattivo o– in altri termini – gerarchico/dialogico.

Di recente mi ha colpito l’affermazione di un amico che diceva: “Laricerca della rotta da parte dell’utente nell’aeroporto è paragonabile allanavigazione in un sito internet”. E’ in questo senso che si potrebbeprendere le distanze criticamente dalla fissazione per certi versi ossessivadell’architectural discourse sull’idea di scala dimensionale.L’impossibilità di rispondere alla domanda “qual è la scala di un sitointernet?”, potrebbe farci spostare verso nozioni più duttili come adesempio quella di complessità strutturale e funzionale 2. Ed effettivamenteci sono portali internet che non sono meno ricchi di elementi costitutivi edi prestazioni per l’utente di quanto non lo sia un aeroporto.In questo medesimo senso l’ “usabilità”3 rappresenta una delle esigenzesostanziali. Non solo l’efficienza ma anche la facilità d’uso. L’essereautenticamente a portata di mano (la Zuhandenheit di Heidegger).

1 Tarkovskii, Andrei. Sculpting in Time: Reflections on the Cinema. New York: Alfred A. Knopf, 1987,Sapetshatljonnoje vremja / Die viersiegelte Zeit, 1984 - Sculpting in Time: Reflections on the Cinema (trans. by KittyHunter-Blair) - suom. Vangittu aika2 Abraham A. Moles, Produkte : ihre funktionelle und strukturelle Komplexität [I prodotti lorocomplessità funzionale e strutturale], Ulm, n°6, pp. 4-12, 1962.3 Usabilità è un termine introdotto dall’ala ergonomico/cognitivista della disiciplina dell’interaction desihg. Vedi adesempio Alertbox, la “column” on line di Jakob Nielsen; http://www.useit.com/alertbox/

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Il raggiungimento dell’aeromobile o l’ottenimento della soddisfazione diqualunque altro desiderio/bisogno o finalità della presenza dell’utentenell’aereoporto, può essere opportunamente interpretato come un processocostituito da una sequenza di transizioni comportamentali e di momentiinterattivi. La prospettiva si rovescia: il disegno dei singoli artefatti d’uso(ad es. i sedili per l’attesa) e comunicativi, (ad es la segnaletica) diventa lacostruzione degli attrezzi di scena di uno svolgimento, non tanto narrativoquanto evenemenziale. In particolare il progetto di questa sequenza dieventi va pensato come il progetto di un Sistema Informativo, cheaccudisce l’utente cominciando a fornirgli informazioni sul viaggio lungol’intera sequenza degli eventi, già fino dall’acquisto dei biglietti in agenziao anche sul web, e questo mette in grande evidenza il cambiamento delcarattere del progetto comunicativo che da artefattuale si trasforma inregistico. Se ci stessimo occupando di cardesign, il sistema informativo(della guida), sarebbe rappresentato dall’interattività del sistemacruscotto/comandi, mentre il progetto dell’offerta di servizidell’aeroporto(o, nel caso ,della città) corrisponderebbe alla progettatazioneingegneristica del motore.Quella che di solito si definisce immagine coordinata (o che più di recentesi chiama eufemisticamente corporate identity4) è soltanto una componentedel sistema informativo, comunicativo e interattivo di un ente, diun’azienda o di un’istituzione. Componente davvero importante quella delprestigio e dell’identità dell’emittente, e spesso necessaria per la credibilitàdelle informazioni che circolano 5. L’istituzione (la sua identità possiedecomunque un’immagine - costruita o spontanea che sia), ha bisogno, però,che quest’immagine sia predisposta alla comunicazione. D’altro cantol’apparenza dell’immagine e l’identità dell’istituzione vengono mantenutein vita dalle prestazioni del prodotto o dalla qualità del servizio: alla lungaprestigio e credibilità svaniscono se promesse e fatti non coincidono mai.Per definire le parti di un sistema informativo, in questi contesti, che sonoambientali da un lato e multimediali dall’altro, diventa necessarioriarticolare il profilo della disciplina stessa del progetto di comunicazione:dal progetto di comunicazione esclusivamente visiva (per total design che

4 La parola identità che sostituisce nella nuova terminologia la parola immagine tende a disinnescare preventivamente isospetti di intenzioni manipolatorie che si sono diffuse intorno alle pratiche di questo tipo. Cfr. Naomi Klein, No logo,Milano, Baldini & Castoldi, 2001,5 Non è un caso,, che esercito e chiesa siano le istituzioni che si sono fornite di un coordinamento di immagine olistico eadeguabile al massimo grado. Anzi, le Crociate furono uno degli esempi di coordinamento (armi, stendardi, grida diguerra) più riusciti e manifesti. Una istituzione come quella descritta nel Castello di Kafka, invece, presenta uninterlocutore nascosto, che vuole esercitare un potere sotterraneo, e che può essere veicolato anche attraverso un certomodo dell’immagine.

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sia), bisogna passare a un design multisensoriale (o forse sinestesico), dalprogetto di design grafico (per sistemico che sia), bisogna passare aldesign multimodale6. Così come il termine multisensoriale, che indicacome la comunicazione si rivolga alla ricchezza dei sensi (sempre piùaggrediti e distrutti dal complesso tecnologico), non è ancoracompiutamente adeguato in quanto è soltanto descrittivo di una condizionericettiva fisiopsicologica, neanche il termine multimediale basta più. Essoindica l’impiego di un ventaglio di tecnologie e di una molteplicità dicanali, ma non dice nulla dello sforzo necessario per con-figurare7 ciò chepassa attraverso i diversi media. In altre parole l’attenzione odierna sisposta sulla pluralità dei sensi in gioco ma soprattutto sulla loro versatilitàfigurale. Se la modernità aveva privilegiato la visione, la surmodernità èinvece protesica e proteica. Papert aveva definito il computer Proteomediatico, e Maldonado protesi intellettuale. E nel nostro caso é proprio lanozione di Paesaggio Interno a dar conto di questa trasformazione che, neicosiddetti non-luoghi, si fa esplosiva8. In contrapposizione alle nozioni di multimedialità e multisensorialità, iltermine multimodale, non fa parte né del discorso fisio/psicologico, né diquello tecnologico, esso fa parte del specificamente design discourse. Parlala lingua del progetto. Esso afferma infatti come esistano differentimodalità di configurazione e di presentazione dei segni, e dei comunicati,che non sono solo verbali ma anche figurali. La modalità grafica (scritturae disegno), grafico-pittorica (rappresentazione schematica e illustrativa), lamodalità iconica di ripresa (fotografia e cinematografia), ma anche ladimensione musicale e sonora, cinetica, cinestesica, scenica, coreografica,ecc. rappresentano il ventaglio delle opzioni configurative. Sono modalità,non linguaggi e quindi sono vere e proprie modalità di progetto.

L’aeroporto della comunicazione, dunque, è visto come scenariocomplesso nel quale convergono tre contesti:

un contesto sociale (utenti) uno fattuale (aviation) uno tecnologico (il ventaglio dei mezzi e media)

6 Preziosi, Donald: Advantages and Limitations of Visual Communication. In: Krampen, M.(ed.): VisuelleKommunikation und/oder verbale Kommunikation. Hildesheim/Hochschule der Künste, Olms Verlag, Berlin 1983.7 Per lungo tempo si è detto che l’espressione tedesca gestalten/Gestaltung fosse intraducibile ma da qualche tempoconfigurare/configurazione, si è imposta anche in italiano, dove fra l’altro aiuta a distinguere nelle attività del progetto8 M. Augè, Non luoghi, Elèuthera, 1993,

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Per lo studio dei flussi è importante l’identificazione dell’utente per poteranalizzare come si muove e quali comportamenti assume e quindi da qualiinformazioni deve essere raggiunto, come e in funzione di quali interessi escopi. Per questo analizzare il contesto sociale e degli stili di vita e deicomportamenti è di fondamentale importanza.

L’interaction design si occupa di come funzionano gli oggetti, gli attrezzidi scena, e in questo caso, di come un oggetto comunica unainformazione9. Le tecnologie sono applicate secondo due diversi approcci:

la forma di tipo soggettivo-individualista, sganciata dalle circostanzedel luogo, è la tecnologia informativo-comunicativa trasportabile e allimite indossabile (ad es. navigatore o simili)

la forma, invece, di tipo relazionale, alla quale si indirizza l’utentesecondo il modello “fonte di informazioni”, è invece distribuitanell’ambiente (ad es. segnaletica, tabelloni elettronici).

Le nuove tecnologie si rivolgono ai diversi modi di trattare l’informazionee soprattutto ai diversi modi di applicazione a luoghi e oggetti. E’interessante questo legame tra tecnologia e luogo. È necessario dunque, creare anche delle nuove interazioni con i vecchimedia, i sostemi cartacei e la segnaletica per esempio, perché l’aeroportoha accentuato sempre più il proprio carattere di ambiente immersivo, cosìda poter contenere vere installazioni proteiche riassuntive eonnicomprensive (muro interattivo, megamonitors, videowall, ecc.). La progettazione del sistema informativo deve, come dicevamo all’inizioplasmare l’esperienza dell’utente, cioè agire sulla struttura del tempo.Possiamo così pensare un aeroporto come il luogo dove si può attuare ilprogetto futuro accanto alla realizzazione fattuale del proprio tempo. Ecosì, per esempio, dovranno essere pensati i pannelli informativi, leggibilida utenti a diversi livelli di competenza da un lato ma dall’altro a diversilivelli di esperienza. : sui pannelli interattivi deve essere possibileselezionare un tipo diverso di modalità di viaggio a seconda del rapportospazio/tempo desiderato . Oppure potranno essere progettate delle “bolleinformative” dove sia possibile addirittura prenotare i servizi desiderati.

Ma il primo passo della progettazione è il concept, l’idea forte che guida lastruttura dell’immagine dell’ambiente che si vuole ottenere. La proposta

9 Per esempio un telefonino comunica in due modalità diverse: suona o vibra.

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del gruppo veneziano da me guidato10, per esempio, ha optato per l’idea diun Silent Airport privo quindi di stimolazioni forti, che sono riservate soloalle parti dove si presenta un’offerta diversa. Così l’ambienteuniformemente grigio degli spazi più legati ad un contesto aviation sonoadatti a ricevere informazioni più specifiche, mentre gli spazi commercialio dell’attesa permettono esplosioni inedite di forme e di immagini.

10 Corso di lurea specialistica in comunicazioni visive e multimedialiLaboratorio di design multimodaleDocente Giovanni AnceschiStudente Nicola Vittori

Sistema comunicativo aereoportuale scenario: - aeroporto come ambiente sensibile alle presenze e interattivo

scopo: - guidare ogni utente, esperto, inesperto, con handicap, alla facile fruizione del servizio aereoportuale - guidare ogni utente alla piena fruizione di tutti i servizi offertidall'aereoporto - fornire maggiore sicurezza all'interno dell'aereoporto - velocizzare le procedure di imbarco - creare e smistare due tipologie di viaggiatori : fruizione veloce e non

mezzi: - monitor touch screen - rilevatori di presenza - navigatori / ticket elettronici utilizzabili solo all'interno dell'aereoporto con informazioni personali e sulla destinazione dell'utente

fondi: - ricavi ottenuti da spazi pubblicitari mobili sui monitor touch screen

Il sistema comunicativo prevede all’ingresso dell’aereoporto delle pareti/schermo, sensibilial tocco (1).Su di essi si illustra brevemente la procedura per l’accesso ai servizi aereoportuali inmodalità diverse. Una piccola scritta invita a toccare le zone di interesse per averemaggiori informazioni: più semplici e immediate, studiate appositamente per i menoesperti nella parte sinistra, più complete e precise, per i fruitori abituali, nella parte destra.Brevi testi riguardanti le ultime notizie di agenzia scorrono costantemente nella partesottostante,mentre ai lati sono posizionati gli orari dei voli.Superato il check-in, al posto del biglietto tradizionale, verrà consegnato all'utente un navigatoreelettronico, che conterrà tutte le informazioni personali del viaggiatore e della sua destinazione.Questo " Ticket elettronico " dotato di un piccolo schermo ci guiderà all'interno dell'aereoporto.Sarà capace di visualizzare brevi informazioni, riguardo alla mia posizione e al mio volo. Il "Ticketelettronico" sarà riconosciuto automaticamente dalle pareti/monitor touch-screen presentinell'edificio, che forniranno all'utente tutta l'assistenza e l'informazione aggiuntiva di cui ha bisogno(2).

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