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6.3.1 IntroduzioneI mari e gli oceani del pianeta costituiscono una immen-sa riserva di energia che si manifesta in molte forme. Traqueste, le pi conosciute e pi liberamente disponibilisono lenergia delle onde e lenergia delle maree. Nes-suno sa realmente quanta energia si possa ricavare in prati-ca dagli oceani, ma nel Regno Unito il Marine ForesightPanel, in un rapporto al governo, ha affermato che sistima che se meno dello 0,1% dellenergia rinnovabiledisponibile dagli oceani si potesse convertire in energiaelettrica, si sarebbe in grado di soddisfare oltre cinque
volte lattuale richiesta energetica a livello mondiale(UK Office of Science and Technology, 1999). Si trattachiaramente di una risorsa immensa e tanto i governiquanto lindustria privata stanno compiendo sforzi cre-
scenti per sviluppare le tecnologie necessarie al suo sfrut-tamento. Salvo poche eccezioni, i mezzi per ricavareenergia dalle onde e dalle maree sono del tutto differen-ti, il che riflette le caratteristiche molto diverse di que-ste due fonti di energia.
Lenergia delle onde si deve al movimento dellac-qua in prossimit della superficie marina. Lazione delvento sulla superficie dellacqua determina la forma-zione e lo sviluppo delle onde; poich il vento deriva dal-lazione del Sole sullatmosfera, le onde rappresentanodi fatto una riserva di energia solare. Sotto la superficie,le singole particelle dacqua compiono movimenti cir-
colari, mentre la trasmissione di energia avviene nelladirezione della propagazione dellonda. In assenza dicorrenti non si ha alcun movimento netto di acqua duran-te il trasporto di energia; questo in netto contrasto con
575VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
6.3
Generazione elettrica dalle onde
e dalle maree
6740 64
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38
15
13
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fig. 1. Risorse di energia resa disponibile dalle onde (valori espressi in kW/m).
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lenergia delle maree, in cui acqua ed energia si sposta-no insieme.
Lenergia delle maree deriva dal movimento di enor-mi masse dacqua nei mari e negli oceani associato allemaree stesse. Queste sono originate essenzialmente dal-
lattrazione gravitazionale della Luna sulle masse dac-qua combinata alla rotazione della Terra intorno al Sole;
la potenza dissipata dai moti di marea determina a livel-
lo infinitesimale sia una riduzione della distanza tra la
Terra e la Luna, sia un rallentamento della Terra. In que-
sto modo la Terra e il suo primo vicino nello spazio ali-
mentano le maree perdendo sia energia potenziale sia
energia cinetica. Con il flusso e il riflusso della marea
muta laltezza dellacqua in prossimitdella costa, offren-do coslopportunitdi ricavare energia dalle variazioni
di energia potenziale associate alle differenze di altezza
dellacqua. Inoltre, a causa del profilo delle coste e dellabatimetria, i flussi di marea non sono uniformi sul pia-
neta e in alcune zone si concentrano in forti correnti di
marea; queste posseggono grandi quantitdi energiacinetica, che puessere catturata e convertita.
Anche se qualcuno potrebbe dissentire, probabil-mente corretto affermare che, al momento, non esisto-
no progetti commercialmente maturi per la produzione
di energia dalle onde o dalle maree. Ci sono installazio-
ni per lo sfruttamento delle maree, come quelli a La
Rance, vicino St. Malo in Francia, e ad Annapolis, nella
baia di Fundy in Canada, che danno un contributo signi-
ficativo allapprovvigionamento locale di elettricit, elimpianto a onde di Limpet, sullisola scozzese di Islay,che alimenta la rete elettrica locale da quando entratoin funzione nel 2000.
Stiamo ora entrando in unera in cui si ritiene che lagenerazione di energia dalle onde e dalle maree possa
fornire un contributo importante ed economicamente
conveniente alla generazione di energia nei paesi costie-
ri. La prima decade del 21 secolo ha visto un esplo-sione di interesse per le tecnologie di estrazione delle-nergia e una pletora di dispositivi prototipali attende lin-stallazione e la messa in esercizio.
Cpienergia nei mari di quanta luomo ne possamai ragionevolmente utilizzare, ma sfortunatamente, con
le tecnologie attualmente in via di sviluppo, solo una mi-
nima parte saraccessibile. Lenergia delle onde si cal-
cola in termini di potenza per ogni metro del fronte don-da e viene misurata di solito in kW/m. La fig.1 fornisce
576 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
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potenzadellonda(kW/m)
profonditdellacqua (m)
fig. 2. Variazione dellenergia con la profonditpresso South Uist, isole Ebridi (Fonte: Wavegen).
7m
7m
5
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4m5
5m80
7m20
8m18
15
7m
15
5m12
6m8
5m10
5m10
6m5
5m30
5m1
ALASKA
CANADA
STATI UNITI
AMERICAMERIDIONALE
AFRICA
EUROPA
ASIA
AUSTRALIA
NUOVAZELANDA
Groenlandia
O
C
E
A
N
O
A
T
L
A
N
T
I
C
O
O C E A N O
I N D I A N O
O C E A N O
P A C I F I C O
O C E A N O
P A C I F I C O
possibili siti per impiantia sbarramento di marea
entitapprossimativa dellerisorse a costi ragionevoliin GW
escursione media di mareaidonea rispetto alla potenzainstallata
fig. 3. Zone adatte allinstallazione di impianti a sbarramento di marea.
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unindicazione della potenza resa disponibile dalle ondein diverse localitdel pianeta con fondali profondi.
Le onde generate in acque profonde perdono pochis-
sima energia fino a quando cominciano a sentire il fon-dale; a questo punto lenergia viene dissipata per attri-to sul fondale stesso. Tipicamente, cidiventa signifi-cativo quando la profonditdellacqua scende al di sottodella metdella lunghezza donda. La fig.2 mostra comela diminuzione dellenergia con la profonditdipendedalla batimetria locale, e in particolare dalla pendenza
del fondale. Un fondale lungo e piatto dissiperpiener-gia di uno corto e ripido. La maggior energia che si ha
nelle acque profonde le rende interessanti per molti pro-
gettisti, ma anche vero che lambiente, in acque profon-de, pidifficile che in prossimitdella costa e di con-seguenza gli aspetti tecnici presentano potenzialmente
maggiori problemi.
Lenergia disponibile dalle maree varia con il qua-drato dellescursione di marea. La fig. 3 mostra le zoneche sono state identificate come adatte per impianti a
sbarramento di marea, e queste corrispondono com-
plessivamente a 239 GW. Sebbene il diagramma in figu-
ra evidenzi i siti ottimali del pianeta, non assolutamenteesaustivo e rappresenta soltanto una piccola parte del-
lenergia insita nelle maree. I dispositivi che utilizzanole correnti di marea necessitano di una forte corrente,
piuttosto che di una grande escursione di marea, e di soli-
to si cita un picco di velocitdi marea equinoziale pariin media a 2,5 m/s come valore necessario per una gene-
razione efficiente.
Classificazione generale delle tecnologie
per la generazione di energia dalle onde
Non esiste una classificazione univoca dei sistemi di
generazione di energia dalle onde. Quella adottata in que-
sta sede in realtarbitraria e assolutamente non onni-comprensiva, ma descrive comunque la maggior parte
dei dispositivi attualmente in via di sviluppo. Le cate-
gorie scelte sono: a) dispositivi a tracimazione; b) zat-
tere articolate; c) dispositivi a colonna dacqua oscillante(OWC, Oscillating Water Columns); d) boe e galleg-
gianti; e) dispositivi a galleggiamento controllato;f) tur-bine sottomarine. Nella tab. 1 sono elencati esempi di
dispositivi di generazione di energia dalle onde, esistenti
o proposti, appartenenti alle diverse categorie.
Dispositivi a tracimazione. Questi dispositivi si basa-
no sullazione delle onde che spinge lacqua su una rampa,dalla quale si rovescia in un bacino. In alcuni sistemi si
usa una rampa piatta di larghezza costante e in condi-
zioni operative tipiche lacqua si pusollevare di 3 m.Lacqua raccolta nel bacino viene scaricata poi nuova-mente in mare attraverso una turbina (di solito di tipo
Kaplan), utilizzando una tecnologia idraulica conven-
zionale a bassa caduta, adattata alle condizioni marine.Il primo sviluppo importante di questo tipo stato la
configurazione Tapchan (Tapered Channel), progettata
per uso costiero, che utilizza un bacino sulla terraferma.
La tecnologia stata successivamente adattata alluso inmare aperto, utilizzando bacini e rampe galleggianti.
Zattere articolate. Questi dispositivi si basano sul
moto relativo dei segmenti snodati della zattera per la
generazione di energia. La possibilitdi un segmentodella zattera di esercitare uninterazione con lelementovicino dluogo a un sistema autonomo ed evita la neces-sitdi vincolare rigidamente le parti attive del disposi-tivo al fondale per dar loro un supporto con cui intera-
gire. Di solito si sistema una pompa idraulica tra ogni
coppia di segmenti; questa rifornisce un accumulatore,
da cui il fluido pressurizzato aziona un motore e un gene-
ratore. Le zattere sono di solito collocate perpendico-
larmente al fronte donda e le onde risultano attenuatedopo aver superato la zattera. Per questo motivo le zat-
tere vengono raggruppate a volte con altri tipi di dispo-
sitivi posizionati ad angolo retto rispetto alle onde e sono
chiamate attenuatori. Diversamente avviene per dispo-
sitivi posti parallelamente al fronte donda, che forni-scono una totale ostruzione al passaggio delle onde; tali
dispositivi si definiscono terminatori.
Dispositivi a colonna dacqua oscillante. Si tratta di
uno dei tipi pidiffusi di dispositivi per la produzionedi energia dalle onde. Una colonna dacqua oscillante(OWC) comprende una struttura parzialmente sommer-
sa (collettore), aperta al di sotto della superficie del mare.
Sotto lazione delle onde lacqua scorre dentro e fuori
dallapertura il che, a sua volta, comprime e rarefla-ria allinterno del collettore al di sopra della superficiedel mare. Laria, sotto lazione di un pistone, passa attra-verso una turbina che estrae energia e aziona un gene-
ratore. La turbina piusata la turbina Wells autoretti-ficante che, sebbene possieda unefficienza di piccominore di altre, guadagna in termini di semplicite diprestazioni. A partire dalla metdegli anni Ottanta sonostati posti in funzione prototipi di unitOWC in diversisiti nel mondo e i progettisti hanno sviluppato per que-
sta tecnologia una esperienza maggiore che per qualsia-
si altra.
Boe e galleggianti. Questi dispositivi sono stati uti-lizzati come collettori di energia in molti sistemi per la
produzione di energia dalle onde. Si dimostrato, siamatematicamente sia praticamente, che boe relativamente
piccole possono raccogliere energia da una porzione di
fronte donda maggiore del loro diametro e questo effet-to di assorbitore puntiformeuno degli elementi su cuisi concentra maggiormente lattenzione dei progettisti.Alcuni sistemi utilizzano boe rigide e sfruttano la spin-
ta idrostatica per azionare un meccanismo di estrazione
di energia; si putrattare di un cilindro idraulico tra laboa galleggiante e il fondale, o tra la boa e una piastra
frenante, o puessere un riferimento inerziale come unamassa dacqua. In un particolare progetto si utilizzato
577VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DALLE ONDE E DALLE MAREE
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578 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
tab. 1. Impianti per la produzione di energia da onde in corso di sviluppo (marzo 2005)
TipologiaDenominazionedellimpianto
Societ/organizzazione
SitoStadio
di sviluppoNazione
Dispositivoa tracimazione
Wavedragon Wave Dragon ApS Galleggiante Prototipo Danimarca
Seawave Slot-coneGenerator (SSG)
WAVEenergy Fisso Idea progettuale Norvegia
WavePlane Waveplane Production Galleggiante Prototipo a scala ridotta Danimarca
FWPV SeaPower Galleggiante Prototipo Svezia
Zattere articolate
Waveberg Waveberg DevelopmentGalleggiante, con
ancoraggioPrototipo Stati Uniti
McCabe Wave Pump Hydam TechnologyGalleggiante, conancoraggio e con
piastra di reazione
Prototipo Irlanda
Pelamis Ocean Power DeliveryGalleggiante, con
ancoraggio
Prototipo collegato
alla distribuzione elettricaRegno Unito
Colonna dacquaoscillante (OWC)
LIMPET Wavegen Posizionato a rivaPrototipo collegato
alla distribuzione elettricaRegno Unito
LIMPET ST Wavegen Integrato nei frangifluttiPrototipo collegato
alla distribuzione elettricaRegno Unito
EnergetechImpianto costiero,
posizionato sul fondalePrototipo Australia
Guangzhou Institute of
Energy ConversionPosizionato a riva Progetto in corso Cina
JApanese Marine Science
and TEchnology Centre
(JAMSTEC)
OWC galleggiante Prototipo Giappone
National Institute of
Ocean Technology
Impianto costiero,
posizionato sul fondalePrototipo India
Grampus Ocean Wave Energy OWC galleggiante Idea progettuale Regno Unito
Pneumatically Stabilized
Platform (PSP) Float
Sistemi OWC incorporati
in una zattera articolata digrandi dimensioni
Idea progettuale Stati Uniti
Sperboy Embley EnergyBoe ancorate, OWC
multi-risonantiPrototipo collegatoalla rete elettrica
Regno Unito
MRC100 OREConBoe ancorate, OWC
multi-risonantiPrototipo collegatoalla rete elettrica
Regno Unito
Galleggianti/boe
WaveMillWavemill Energy
CorporationImpianto costiero,
posizionato sul fondalePrototipo su scala ridotta Stati Uniti
AquaBuoy AquaEnergy GroupBoa con ancoraggio.Riferimento inerziale
Prototipo su scala ridotta Stati Uniti
WaveBob ClearPower TechnologyBoa con ancoraggio,
con piastra di reazionePrototipo su scala ridotta Regno Unito
SDE Energy Piastra frenata Prototipo su scala ridotta Israele
Wave Rider SeaVolt Technologies Galleggiante, conancoraggio
Test in vasca Stati Uniti
Scientific Applications
and Research Associates
(SARA)
Posizionato sul fondale Prototipo di laboratorio Stati Uniti
Salter Duck University of Edinburgh Test del modello effettuati Regno Unito
Galleggiamentocontrollato
Archimedes Wave Swing AWS Ocean Energy Posizionato sul fondalePrototipo collegato
alla rete elettricaRegno Unito
SeaDog PumpIndependent Natural
ResourcesPosizionato sul fondale Test in vasca Stati Uniti
Wave Master Ocean WaveMaster Posizionato sul fondaleTest in vasca su unit
lunghe 20 mRegno Unito
Power BuoyOcean Power
TechnologiesBoa ancorata Prototipo Stati Uniti
Turbine sottomarine WaveRotor Ecofys UK Posizionato sul fondale Verifica del modello Regno Unito
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come pompa un tubo elastomerico al posto di un picon-venzionale cilindro idraulico. Alcune boe contengono
una colonna dacqua e, sfruttando il movimento relati-vo della boa rispetto alla superficie dellacqua per agiresulla colonna dacqua, estraggono energia attraverso ilmeccanismo di turbogenerazione sopra descritto. Nella
tab. 1 queste boe sono incluse nella sezione OWC. Unadifficoltnotevole nella progettazione di una boa per lagenerazione di energia dalle onde consiste nel fornire le
forze che azionano il collettore denergia e ottenere unareazione adeguata a esse senza trasmettere tali forze alle
fondamenta o agli ormeggi.
Dispositivi a galleggiamento controllato. Nella boa
immersa la variazione di altezza dellacqua allesternodella boa provoca una variazione della spinta di galleg-
giamento che genera una forza sul sistema. Se una boa
rigida completamente sommersa, il passaggio di unon-da non influisce sulla sua spinta idrostatica e non ne viene
tratta alcuna forza. Se invece la boa flessibile, la varia-zione di pressione causata dal passaggio di unonda pro-vocheruna variazione di volume della boa, con un con-seguente cambiamento della spinta idrostatica. Questo
principio viene utilizzato in diversi dispositivi per la pro-
duzione denergia, in cui si ha un volume daria intrap-polato, ma esposto alla pressione locale del mare. Tipi-
camente si ha una boa riempita daria e aperta alla base;laria sotto pressione in modo che la boa galleggi inequilibrio a una quota prescritta al di sotto della super-
ficie. Al passaggio della cresta di unonda, la pressione
dellaria aumenta, si perde spinta idrostatica a causa dellacompressione dellaria e la boa affonda. Una limitazio-ne imposta allo spostamento della boa mantiene la situa-
zione sotto controllo. Al passaggio del cavo dellondasuccede il contrario e la boa viene spinta verso lalto.Lestrazione di energia avviene per via idraulica o attra-verso un generatore lineare. Sono stati proposti anche
sistemi simili che utilizzano pattini a pressione montati
sul fondale.
Turbine sottomarine. Questo sistema utilizza una tur-
bina autorettificante direttamente in acqua, eliminando
cosla necessitdi convertire lenergia idraulica in ener-
gia pneumatica prima dellestrazione.
Classificazione generale dei sistemi di generazione
di energia dalle maree
I sistemi per la generazione di energia dalle maree
ricadono in due categorie principali: impianti a sbarra-
mento e impianti a corrente di marea. Il funzionamento
di un sistema a sbarramento di marea richiede la costru-
zione di una barriera che ostruisca il flusso naturale della
marea. Tale limitazione genera una differenza di altezza
tra i due lati dello sbarramento, e questa altezza piezo-
metrica viene utilizzata per azionare un sistema idrauli-
co a bassa caduta. I sistemi a corrente di marea si basa-no sullestrazione diretta di energia cinetica. In generale
si distinguono le seguenti tre categorie di sistemi a cor-
rente di marea.
Turbine a corrente di marea. Questi dispositivi si
basano su un principio analogo a quello delle turbine a
vento e possono apparire in effetti molto simili. Si stu-
diano attualmente impianti ad asse sia orizzontale sia
verticale, a volte con i condotti e la cappottatura intor-no al rotore. La turbina puessere accoppiata diretta-mente a un normale generatore attraverso un organo di
trasmissione, o utilizzare un diverso schema di trasmis-
sione di energia.
Dispositivi a corrente di marea a pistoni. Questi
dispositivi sono dotati di alette che si muovono avanti e
indietro in un piano perpendicolare alla corrente di marea,
al posto delle pale rotanti. Uno di questi dispositivi uti-
lizza dei pistoni per alimentare un circuito idraulico, che
fa girare un motore idraulico e un generatore di energia.
Dispositivi a correnti di marea basati sulleffetto Ven-
turi. In questi dispositivi il flusso di marea viene con-
vogliato in un condotto che lo concentra determinando
una differenza di pressione. Questa a sua volta dluogoa un flusso secondario attraverso una turbina.
Oltre a queste categorie principali ci sono altri approc-
ci nuovi allestrazione di energia dalle maree, come lusodella magnetoidrodinamica per lestrazione diretta dienergia dal flusso e lapplicazione di zattere articolateinstabili. La tab.2 riporta un elenco riassuntivo dei siste-
mi a corrente di marea attualmente in corso di sviluppo.
6.3.2 Visione storica
La prima applicazione nota dellenergia delle maree stata lazionamento di un mulino nel 15 secolo. Si pensache il primo sfruttamento dellenergia delle onde si siaavuto nel settore degli ausili alla navigazione. Alla fine
del 19 secolo erano duso comune le boe a fischio, azio-nate dalle onde, in cui laria intrappolata nella calottadella boa galleggiante veniva espulsa con un fischio per
avvisare i marinai di pericoli circostanti, durante la notte
o in caso di nebbia in prossimitdella costa. Le boe a
fischio sono state i precursori di tutti i moderni sistemiOWC che sfruttano lenergia delle onde. Prima della loroadozione si usavano comunemente le boe a campana, in
cui le oscillazioni della boa sotto lazione delle ondefacevano suonare la campana. Sfortunatamente, nebbia
e bonaccia si presentano spesso insieme, cosicchle boea campana erano meno efficaci quando erano pineces-sarie. Per risolvere questo problema alcune campane,
come si verifica Whitehead, nel Maine (Stati Uniti) nel1830, vennero posizionate sulle spiagge e messe in fun-
zione manualmente. Nel 1837 il sistema fu adattato per
azionare le campane utilizzando le maree e, a parte i
mulini, questa risulta la prima applicazione dellenergiadelle maree. Dovette trascorrere oltre mezzo secolo prima
579VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DALLE ONDE E DALLE MAREE
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del successivo sviluppo significativo nellutilizzazionedellenergia delle onde. Questo accadde di nuovo nelsettore delle boe per la navigazione, quando nel 1947
Masuda, in Giappone, progette pose in opera il pri-mo impianto OWC, che azionava una turbina per la
produzione di elettricit. Limpianto era situato nellabaia di Osaka e lelettricitprodotta forniva energia perle luci di navigazione. Il funzionamento era messo in
sicurezza da batterie ricaricabili che si alimentavanodal sistema turbina/generatore nei periodi di maggiore
disponibilt. Da questo prototipo fu sviluppata una seriedi boe commerciali, tuttora prodotte dalla ditta giappo-
nese Ryokuseisha. Anche se la potenza di ogni disposi-
tivo bassa (70-500 W), questa applicazione rappresentaancora lesempio picomune di impianto per la produ-zione di energia dalle onde.
Dopo lo sviluppo iniziale delle boe per le luci di navi-
gazione, linteresse per sviluppi ulteriori rimase scarso
fino al 1973, quando il brusco aumento dei prezzi delpetrolio, dovuto al conflitto che in quellanno vi fu in
580 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
tab. 2. Societattive nello sviluppo di impianti per la produzione di energia dalle correnti di marea (marzo 2005)
TipologiaDenominazionedellimpianto
Societ/organizzazione
Sito SistemaStadio
di sviluppoNazione
A corrente
di marea
Stingray Engineering Business
Posizionato
sul fondo
Sistema
ad alette oscillanti Prototipo Regno Unito
Tidal HydraulicGenerators
Posizionatosul fondo
Turbina orizzontale Prototipo Regno Unito
TidEl Soil Machine DynamicsGalleggiante,
con ancoraggioTurbina orizzontale
Test del modelloin vasca
Regno Unito
UnderwaterElectric Kite
UEK SystemsGalleggiante,
con ancoraggioTurbina orizzontale
Test del modellosul campo
Stati Uniti
StatkraftGalleggiante,
con ancoraggioTurbina orizzontale
Progetto
di ricercaNorvegia
Verdant Power
Costruito
su piattaformagalleggiante
Turbina orizzontaleTest del modello
sul campoStati Uniti
Tidal Fence Blue Energy Canada
Galleggiante,con ancoraggio,
o integratonei frangiflutti
Turbina
ad asse verticale
Prove sul campo,
a scala ridotta
Stati Uniti
GorlovHelical Turbine
Assemblaggioe supporto
non specificati
Turbinaad asse verticale
a spirale
Prototipo di turbinasperimentato
Stati Uniti
Open Centre Turbine Florida Hydro
Assemblaggio
e supporto
non specificati
Turbina
aperta al centro
Prototipo di turbina
sperimentatoStati Uniti
Blue Concept Hammerfest Str mPosizionatosul fondo
Turbina orizzontalePrototipo collegatoalla rete elettrica
Norvegia
Rochester VenturiImperial College
InnovationsAssemblaggio
a opzioni multipleTurbina ad ariaa effetto Venturi
Prototipo Regno Unito
HydroHelix HydroHelix EnergiesPosizionato
sul fondoTurbina orizzontale Modello di test Francia
Mechanical Eel Inocean AS UnitgalleggianteZattera articolata
sommersa Idea progettuale Norvegia
Various Kinetic Energy SystemsPosizionato
sul fondoTurbina orizzontale Idea progettuale Stati Uniti
Rotech Tidal Turbine Lunar EnergyPosizionatosul fondo
Turbina orizzontaleintubata
Modello di test;
pianificatala costruzione
del prototipo
Regno Unito
SeaFlowMarine Current
Turbines
Posizionato
sul fondo,con torre emergente
dalla superficie
Turbina orizzontale
Primo prototipo
costruito; secondoprototipo
in costruzione
Regno Unito
Mermade Mermade Energy SpeculativoTurbina a orientazione
variabileIdea progettuale Regno Unito
Conversione
magneto-idrodinamica
Neptune Systems Speculativo
MHD (Magneto-
HydroDynamics)con superconduttori
Idea progettuale Paesi Bassi
Laguna di marea Tidal Electric Proposte di progetto Regno Unito
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7/20
Medio Oriente, spinse i governi dei Paesi sviluppati a
riesaminare la loro dipendenza energetica dai carburan-
ti importati da zone politicamente instabili e a conside-
rare opzioni alternative e pisicure. In diversi Paesi siavviarono progetti sulla generazione di energia dalle
onde, e in particolare nel Regno Unito, dove tra il 1974
e il 1983 furono spesi dal governo 15 milioni di sterli-ne. Lobiettivo fondamentale del programma britannicoera di stabilire la fattibilitdellestrazione di energiadalle onde oceaniche e stimare i costi di tale energia, ove
la si fosse usata su larga scala per soddisfare le neces-
sitdel Regno Unito(Davies et al., 1985).Si considerarono in quel contesto diverse tecnolo-
gie, sulla base di una richiesta di 2 GW, ma nel 1982 la
conclusione fu che le prospettive economiche com-plessive per lenergia dalle onde sono apparse scarse inconfronto ad altre tecnologie per la produzione di ener-
gia elettrica da fonti rinnovabili(Davies et al., 1985).Malgrado il diffuso disaccordo su questa conclusione
da parte di chi lavorava nel settore, il programma fu arre-
stato, con leccezione di sviluppi su scala minore per isistemi che risultavano pipromettenti. I progetti pro-seguiti portarono la Queens University di Belfast a rea-lizzare un impianto costiero OWC di prova da 75 kW,
sullisola scozzese di Islay (Whittaker et al., 1997). Lim-pianto fu messo in funzione per la prima volta nel 1991
e continua funzionare a intermittenza fino al suo sman-tellamento nel 2000; collegato alla rete elettrica, esso
utilizzava in associazione una turbina Wells e un gene-
ratore a induzione per convertire in elettricitlenergiapneumatica prodotta dallOWC. Quel programma diricerca forndati sperimentali utili per la progettazionedegli impianti successivi (Whittaker e Stewart, 1994);
in particolare limpianto OWC LIMPET di Wavegen,anchesso sullisola di Islay (Heath et al., 2000; Folleyet al., 2002) che, collegato alla rete elettrica, in fun-zione dal 2000.
Tra il 1976 e il 1979, un gruppo di lavoro giappone-
se, sotto gli auspici dellInternational Energy Agency,ha sottoposto a verifica alcuni impianti OWC installati
su una piattaforma galleggiante, la Kaimei, di 800 t e
lunga 80 m, ormeggiata al largo di Yura, presso la cittdi Tsuruoka, nella prefettura di Yamagata (fig. 4). Oltreal Giappone, partner principale, avevano contribuito il
Regno Unito, il Canada, lIrlanda e gli Stati Uniti. Lapiattaforma ospitava otto camere OWC, ciascuna con
una potenza nominale di 125 kW. Furono sperimentati
diversi dispositivi per lestrazione di energia, compresele turbine McCormick, le turbine Wells autorettificanti
e i sistemi a turbina piconvenzionali dotati di valvoledi rettificazione.
Sono stati costruiti altri impianti OWC di prova, sia
collocati a riva sia integrati nelle barriere frangiflutti, in
diverse localitdel Giappone. Limpianto OWC del portodi Sakata il pigrande tra quelli costruiti e sperimentati
in Giappone durante gli anni Ottanta e Novanta. unimpianto a cinque camere, costruito come parte inte-
grante del molo. Si tratta di una struttura di cemento a
cassone, portata in posizione facendola galleggiare, e poi
affondata e zavorrata. Il dispositivo, messo in funzione
nel 1989, dotato di una turbina Wells tandem. Origi-nariamente limpianto erogava 60 kW.
Nel 1998 venne avviata la sperimentazione in mare
di un altro sistema OWC galleggiante, il Mighty Whale.
Il dispositivo, sviluppato dal JApanese Marine Science
and TEchnology Centre (JAMSTEC), lungo 50 m, largo30 m e profondo 12 m ed progettato per galleggiarecon un pescaggio di 8 m, una volta zavorrato. La strut-
tura contiene tre unitOWC, ognuna delle quali azionauna turbina Wells. Il sistema eroga nel complesso 110 kW;
la potenza, bassa rispetto alle dimensioni dellimpianto,riflette lenergia relativamente bassa delle onde in Giap-
pone in confronto ai mari che bagnano le coste dellEu-ropa occidentale e altre zone.In un programma parallelo portato avanti in Norve-
gia, ma su scala inferiore rispetto a quello britannico, ci
si concentrati inizialmente su una boa assorbitore pun-tiforme, che reagisce al suo ormeggio, e sulluso di pia-stre sommerse per la focalizzazione dellenergia delleonde al collettore. Lattenzione venne in seguito sposta-ta sulle potenzialitdellOWC e, grazie al supporto dellasocietKvaerner Brug, nel 1985 venne installato sullascogliera presso Bergen un impianto da 500 kW. Lim-pianto venne distrutto dalle tempeste nel 1988; risult
che il cedimento fu dovuto alla corrosione dei bulloni diancoraggio alla scogliera.
Un gruppo di lavoro presso lOcean EngineeringCentre dellIndian Institute of Technology, a Madras, hacostruito un collettore cellulare di cemento. Il progetto
fu avviato nel 1983 e realizzato nellottobre del 1991,quando limpianto fu collegato alla rete elettrica. Lim-pianto di 6.000 t (3.000 t di peso strutturale pi3.000 tdi zavorra) era progettato per rimanere stabile con onde
frangenti fino a 7 m e fu murato a secco. La turbina Wells
originaria fu poi sostituita da una turbina ad azione, ma
senza ottenere un incremento di prestazioni.
Nel frattempo, nella Repubblica Popolare Cinese, nel1989 venne costruito un impianto OWC sulla costa
581VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DALLE ONDE E DALLE MAREE
fig. 4. La piattaforma Kaimei (per cortesia dellAutore).
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dellisola di Dawanshan, nel Mar della Cina meridio-nale, che fu messo in funzione per breve tempo a sco-
po di test (European [...], 1994). Una turbina Wells di
0,8 m di diametro era collegata a un generatore da 1.500
giri al minuto, che erogava 3 kW. La camera daria eralarga 4 m e profonda 3 m e le condizioni medie del
mare corrispondevano a 4,4 kW/m. I test vennero con-siderati soddisfacenti, con efficienza della camera
pari al 50-150% ed eff icienza complessiva pari al
10-35%.
Nel 1986 venne messo in funzione limpianto nor-vegese Tapchan (fig. 5). Il Tapchan (Tapered Channel)
comprende un collettore, un convertitore, un bacino e
un impianto di generazione idraulica a bassa caduta. Il
collettore denergia una gola naturale nei pressi diToftesfallen, sulla costa norvegese del Mare del Nord,
che incanala le onde nel convertitore, costituito da un
canale a pareti verticali, profondo 6-7 m, che si innalza
fino a 2-3 m sopra il livello medio del mare. Il converti-
tore si restringe verso la riva, cosicchlaltezza dellac-qua che fluisce nel canale aumenta nellavvicinarsi allariva e alla f ine lacqua si riversa nel bacino. Questulti-mo era stato costruito collegando formazioni rocciose
preesistenti, ottenendo una struttura di immagazzina-
mento denergia di 8.500 m2 circa e acqua sufficiente permantenere in funzione per 30 minuti il sistema idraulico
a bassa caduta da 350 kW, nel caso di un afflusso di onde
insufficiente a garantire la tracimazione. Questo innova-
tivo sistema possiede diversi vantaggi rispetto agli altri
generatori che sfruttano lenergia delle onde, ma presentaanche lo svantaggio di richiedere caratteristiche moltoparticolari del sito di installazione. Per tentare di supe-
rare tali limitazioni, ed eliminare linfluenza dalle maree,diversi progettisti hanno adottato il principio della traci-
mazione applicandolo a dispositivi galleggianti.
A partire dal 1976 il governo svedese ha sostenuto
un modesto programma di sfruttamento dellenergia delleonde, focalizzato soprattutto su un sistema a boa gal-
leggiante in cui, quando lazione delle onde spinge in
alto la boa, un manicotto elastomerico entra in tensione
e lacqua marina sotto pressione viene trasferita a unbacino ad alta pressione, dal quale aziona una ruota Pelton
per la generazione elettrica. Appena la boa scende, il
manicotto si rilassa e un nuovo carico dacqua viene rac-colto dal mare. Negli anni Ottanta sono stati sperimen-
tati con successo numerosi impianti e il sistema, origina-riamente sviluppato e testato dallInter Project Service(IPS) in Svezia, stato ora adottato per lo sviluppo com-merciale dalla compagnia statunitense Aqua Energy.
La maggior parte dei progetti descritti era sostenuta
da fondi pubblici, ma leffetto combinato della riduzio-ne del prezzo del petrolio, delle prestazioni modeste dei
prototipi e delle valutazioni pessimistiche sul potenzia-
le a lungo termine dellenergia delle onde ha determi-nato verso la fine degli anni Ottanta una drastica dimi-
nuzione del supporto governativo al settore. Intorno allo
stesso periodo, per, cresceva la consapevolezza sia delfatto che le stime sui costi energetici non avevano preso
sufficientemente in considerazione limpatto ambienta-le, sia dellimportanza delle emissioni dovute ai com-bustibili fossili nellinfluenzare il riscaldamento globa-le. Cresceva altresla convinzione che se si fosse tenutoconto del costo ambientale complessivo della produzio-
ne di energia da combustibile fossile e dal nucleare, le
tecnologie mature per lo sfruttamento dellenergia delleonde sarebbero diventate commercialmente allettanti.
Sostenuti da tale convinzione, diversi imprenditori entra-
rono in questo settore industriale e la proporzione dei
finanziamenti passda una predominanza di finanzia-mento pubblico a una di fondi privati, affiancati dal sup-porto pubblico. In prima fila sono stati A. Thomson, che
con A. Wells, inventore della turbina omonima, ha fon-
dato Wavegen, nel Regno Unito, per sviluppare la tec-
nologia OWC, e T. Denniss, in Australia, che ha fonda-
to Energetech per sviluppare un dispositivo basato su
principi simili. Nei Paesi Bassi Teamwork Technology,
guidata da F. Gardner e H. van Bruhgel, ha avviato il pro-
getto AWS (Archimedes Wave Swing) e, pirecente-mente, R. Yemm ha fondato OPD (Ocean Power De-
livery) in Scozia, per commercializzare la zattera arti-
colata Pelamis (Yemm, 2003). SeaPower, in Svezia, halavorato su di un dispositivo galleggiante a tracimazio-
ne, mentre il consorzio Wave Dragon, con sede centra-
le in Danimarca, ha iniziato lo sviluppo di un impianto
a tracimazione con grandi bracci di convogliamento.
6.3.3 Situazione attuale
Impianti per la produzione di energia dalle onde
Lentrata in gioco degli interessi di imprese private ela consapevolezza che era necessario un ventaglio ampio
di fonti energetiche rinnovabili per far fronte alla sfidaposta dal riscaldamento globale hanno prodotto verso la
582 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
fig. 5. Limpianto Tapchan (per cortesia dellAutore).
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fine degli anni Novanta un rinnovato interesse da parte
dei governi e degli enti pubblici, che si mantenuto alvolgere del nuovo millennio. Le forme di supporto pub-
blico sono diversificate; il programma quadro dellUnio-ne Europea promuove la cooperazione internazionale
attraverso sia il supporto alle reti tematiche, sia il con-tributo a progetti specifici che includano lo sfruttamen-to delle onde per la produzione di energia (Clment etal., 2002). Il governo portoghese offre tariffe agevolate
per lenergia delle onde, mentre il governo britannico stasuddividendo il suo supporto tra progetti riguardanti studi
di fattibilite progetti di maggiori dimensioni inerentiimpianti dimostrativi connessi alla rete elettrica, che
godono di contributi finanziari e agevolazioni fiscali. In
altri contesti sono stati messi in atto meccanismi di sup-
porto diversi. Anche se tale interesse giunge benvenuto,
lindustria del settore ancora in fase di sviluppo e vedreb-be con favore, in questo stadio precommerciale, un mag-
giore sostegno pubblico. Cinonostante, alcuni proget-tisti stanno gicominciando a ricavare profitti. Di segui-to sono elencati gli impianti attualmente funzionanti o
dei quali prevista linstallazione.FWPV di SeaPower. La societsvedese SeaPower
International AB, dopo aver testato un prototipo su scala
ridotta del suo dispositivo FWPV (Floating Wave Power
Vessel; Lagstroem, 1999), ha annunciato il progetto di
installare un impianto da 1,5 MW al largo delle isole
Shetland. Limpianto pilota da 160 t stato sperimenta-to in mare aperto per otto mesi, compreso il periodo inver-
nale, e sulla scorta di questi test la societsi assicura-ta, nel 1999, un contratto nel Regno Unito per la forni-tura di energia da fonte rinnovabile, nellambito dellaScottish Renewables Obligation.
Pelamis (OPD). Limpianto Pelamis attualmente insperimentazione presso il centro EMEC (European Mar-
ine Energy test Centre) nelle isole Orcadi (Thorpe, 1998,
1999). Si tratta di una zattera articolata costituita da quat-
tro segmenti cilindrici lunghi 30 m. Una caratteristica
innovativa consiste nel fatto che i giunti di collegamen-
to tra i segmenti sono angolati rispetto alla verticale,
cosicchuna spinta di sollevamento si converte in parte
in unoscillazione, e viceversa. Cioffre possibilitinte-ressanti di regolazione e consente un ottimo accoppia-mento al moto ondoso in condizioni di mare molto diver-
se. Lesito positivo dei test presso lEMEC rendercom-mercialmente disponibile questo sistema. Il dispositivo
tipicamente ormeggiato in modo lasco in 50 m dac-qua ed progettato per passare sotto le onde pigrandi,in modo da evitare il sovraccarico della struttura o del-
lormeggio. Il sistema di controllo idraulico consente larestituzione di energia al mare, in modo da realizzare
una regolazione attiva e mantenere condizioni ottimali
rispetto alle onde incidenti.
AWS Ocean Energy. Il prototipo Archimedes WaveSwing (Vriesema, 1995) stato installato con successo
nel 2005 al largo di Viana do Costella, in Portogallo, per
una serie di test sul campo. La profonditdel mare nelsito di test di 46 m. Il dispositivo, a galleggiamentocontrollato, comprende un galleggiante, che contiene la-ria intrappolata, collocato alla sommitdi un cilindro; ilmovimento relativo dei due, provocato dallazione delleonde, frenato da una serie di generatori lineari che con-vertono direttamente lenergia meccanica in energia elet-trica. Lenergia generata viene trasmessa a terra attra-verso un cavo sottomarino. Limpianto prototipico statocostruito sopra una struttura dacciaio galleggiante, pro-gettata in modo da favorire il posizionamento e il recu-
pero durante le fasi di sviluppo del progetto. La fig. 6
mostra limpianto ancora nel bacino, prima dellinstal-lazione, con il dispositivo galleggiante appoggiato sul
ponte. Si prevede che le versioni del sistema destinate
alla produzione non avranno la struttura dacciaio, maincluderanno delle sottounitsotto la superficie del mare,ormeggiate al fondo in modo lasco.
Energetech. La societaustraliana Energetech hainstallato il suo prototipo di collettore OWC nel 2005.
La struttura dacciaio comprende una sezione, davantial collettore OWC, che incanala lenergia dellonda inci-dente verso lapertura del collettore, il che consente aquestultimo di lavorare a pressioni maggiori e permet-te un uso piefficiente dei materiali. Il sito per linstal-lazione del prototipo, Port Kembla, vicino a Sidney, stato scelto per le sue caratteristiche favorevoli per quan-
to riguarda il moto ondoso; lo scopo era di verificare la
capacitdel dispositivo come generatore, senza doverloesporre a condizioni ambientali estreme. Sono previstiulteriori sviluppi riguardo alla struttura e al sistema di
ormeggio, prima di passare allinstallazione in un ambien-te pisevero. Il collettore dotato di un nuovo sistemaper il prelievo di energia, che utilizza la turbina Dennis-
583VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DALLE ONDE E DALLE MAREE
fig. 6. Limpianto AWS prima dellinstallazione(per cortesia di INETI).
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Auld al posto della piclassica turbina Wells. Si trattadi una turbina a controllo attivo che, adattandosi alle con-
dizioni del moto ondoso, mantiene un regime operativo
ottimale. Il prelievo di energia avviene mediante una
macchina a induzione azionata da un invertitore.
Wavegen. Il collettore LIMPET di Wavegen opera-tivo sullisola scozzese di Islay dal 2000 e fornisce tut-tora energia alla rete elettrica locale, funzionando al con-
tempo come impianto di test e controllo per la prossima
generazione di dispositivi a turbine per il prelievo di ener-gia (fig. 7). Sfruttando lesperienza accumulata attraver-so il funzionamento di questo impianto, la Wavegen ha
progettato un sistema modulare per il prelievo di ener-
gia, adatto a qualsiasi tipo di collettore OWC. Ogni
impianto comprende una coppia di turbine Wells coro-
tanti ai due lati di un motore a induzione ad albero pas-
sante, specificamente progettato per questa applicazio-
ne. Lalloggiamento del turbogeneratore collegato a unavalvola di isolamento e controllo, ed anche predispo-sta linstallazione di un silenziatore. Al contrario dellamaggior parte dei dispositivi realizzati finora, le unit
modulari sono state progettate per la produzione in serie,
cosicchlindustria del settore pucominciare a trarreprofitto da economie di scala. Il mercato iniziale riguar-
da dispositivi a partire da 20 kW, da integrare nelle bar-
riere frangiflutti. Con una spaziatura tipica di un modu-
lo ogni 4 m di frangiflutti, un frangiflutti su cassoni puessere convertito, con modifiche minime dal punto di
vista dellingegneria civile, in un generatore con una pro-duzione tipica di 5 MW per chilometro di frangiflutti.
Wavegen sta attualmente effettuando test di affidabilitsu alcune unitprototipo, prima di renderle commer-cialmente disponibili. La fig. 8 mostra lassemblaggiomodulare di un prototipo.
Impianti per la produzione di energia dalle maree
Fino alla fine del 20 secolo, gli sforzi per ricava-re energia dalle maree si sono concentrati sui sistemi
che usano impianti a sbarramento di marea, dei quali
il piimportante stato limpianto da 240 MW instal-lato a La Rance, vicino St. Malo, in Francia (fig.9). La
costruzione di questo impianto, durata 7 anni, fu com-
pletata nel 1967. La diga di sbarramento ospita una stra-
da che attraversa lestuario del fiume Rance ed dota-ta complessivamente di 24 turbine a bulbo, ciascuna di
5,4 m di diametro e 10 MW di potenza. Un impianto
simile, ma pipiccolo (20 MW) fu attivato nel 1984 adAnnapolis Royal, sulla baia di Fundy, in Canada. Pidirecente, per, lattenzione si spostata ai generatori dacorrenti di marea. Di seguito sono elencati gli sviluppi
pirilevanti in questo ambito.
Marine Current Turbines. Il prototipo di turbinaSeaFlow, da 300 kW, stato sperimentato al largo diLynmouth per fornire energia per operazioni di discari-
ca (fig. 10). Le prestazioni riportate sono state migliori
del 27% rispetto alle attese, e attualmente previsto undispositivo da 1 MW.
Blue Energy Canada. La tecnologia portata avanti da
Blue Energy si basa sullapplicazione della turbina idrau-lica Davis, che rappresenta levoluzione della turbina avento Darreius ad asse verticale. Lobiettivo a lungo ter-mine di installare molte di queste turbine, a formareuno steccato da marea (fig. 11), in cui la struttura a
steccatopuraddoppiarsi come per una strada rialzata,
584 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
fig. 7. Limpianto LIMPET completo,sullisola di Islay (Ebridi) (per cortesia di Wavegen).
fig. 8. Assemblaggio
modulare di un
dispositivo
di generazione
prototipo
(per cortesia
di Wavegen).
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consentendo cosuna ripartizione dei costi. La societha sperimentato finora sei impianti di diverse dimen-
sioni; la resa migliore stata di 100 kW.HydroVenturi. HydroVenturi era originariamente una
societscorporata dellImperial College di Londra, cheora ha uffici a Londra e San Francisco. Questa societusa una struttura fissa, contenente un tubo Venturi, per
accelerare la corrente di marea e creare una depressio-
ne allinterno del tubo, che si puutilizzare per indurreun flusso in una tubazione secondaria. Questultima puanche essere installata a riva, spostando cosogni partemobile in una collocazione relativamente comoda. Un
prototipo di questo sistema stato provato a Grimsby. Ilsistema intrinsecamente meno efficiente in termini di
585VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DALLE ONDE E DALLE MAREE
fig. 9. Impianto a sbarramento di marea di La Rance (Francia) (Archivio iconografico IEI).
fig. 10. Turbina SeaFlow(per cortesia di Marine Current Turbines).
fig. 11. Uno steccato da marea(per cortesia di Blue Energy).
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energia estraibile per unitdi energia scorrente nel tuboVenturi rispetto a una turbina esposta allintero flusso;possiede peril grande vantaggio di garantire un acces-so relativamente facile.
Hammerfest Strm. Hammerfest Strm una societcostituita per costruire un generatore a energia di marea
da installare a Hammerfest (che rivendica il titolo di cittpisettentrionale del mondo), e per sfruttare successi-vamente la tecnologia sviluppata. Limpianto stato messoin opera nel 2003 e ora fornisce energia alla rete elettri-
ca locale. Tra gli azionisti figurano ABB e Statoil.
Engineering Business. Limpianto Stingray, di En-gineering Business, differisce dalla maggior parte degli
altri sistemi, principalmente per due aspetti. In primo
luogo, il prelievo di energia avviene per via idraulica; in
secondo luogo, lagente primario unala oscillante inve-ce di una turbina. Il dispositivo prototipico stato pro-vato alle isole Orcadi alla fine del 2002 e il suo svilup-
po stato sospeso per ragioni commerciali (fig. 12).SMD HydroVision. SMD sta sviluppando un dispo-
sitivo a rotori accoppiati denominato TidEl. I dispositi-
vi a rotori accoppiati sono comuni perchdanno luogoa una piccola (o nulla) coppia di reazione sulla fonda-
zione o sullormeggio. I rotori sono galleggianti e ormeg-giati in modo flessibile. Un modello in scala 1:10 statosperimentato presso il Centro NaREC (New and Renew-
able Energy Centre) a Blyth, nel Regno Unito, e le pre-
stazioni sono risultate buone.
Verdant Power. Verdant Power una societrelativa-
mente nuova con sede in Virginia (Stati Uniti), che sta spe-rimentando diverse idee progettuali per turbine azionate
da correnti, con lobiettivo di sviluppare unattivitcom-merciale basata su impianti idraulici a bassa caduta per lo
sfruttamento delle correnti marine. Finora lesperimento
piimportante stato fatto con una turbina convenzio-nale sotto un pontone sullEast River di New York.
Inocean. La anguilla meccanicadella Inocean radi-calmente diversa dagli altri dispositivi proposti per lo sfrut-
tamento delle maree, ma molto simile agli sviluppi pirecenti del concetto dellattenuatore Hydra di Wavegenper lo sfruttamento delle onde. Si tratta di una zattera astruttura segmentata, che si basa sulle instabilitper pro-durre un movimento serpeggiante e consentire il prelie-
vo di energia dal moto relativo dei segmenti.
Underwater Electric Kite. La Underwater Electric Kite
una turbina convenzionale ben sperimentata per il flus-so di marea. La turbina sospesa nel flusso di marea e cisono progetti per una resa nominale fino a 1 MW (fig. 13).
6.3.4 Stima delle risorse
energetiche ricavabilidalle onde e delle prestazionidelle tecnologie relative
Le onde oceaniche rappresentano un deposito tempora-
neo di energia solare. Il riscaldamento differenziale della
superficie terrestre causato dal moto orbitale della Terra
intorno al Sole crea una distribuzione di riscaldamento
e raffreddamento che dluogo alla formazione dei venti.Questi, che derivano dalleffetto combinato del riscal-damento atmosferico non uniforme dovuto al Sole e della
rotazione della Terra, agiscono sulla superficie delle
acque in mare aperto dando origine alla formazione delleonde. Inizialmente, laria esercita una spinta tangenzia-le allinterfaccia aria-acqua; la superficie perturbata del-lacqua interagisce quindi con i venti e si creano spinte ditaglio e fluttuazioni di pressione che, quando si trovano
586 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
fig. 12. LimpiantoStingray.
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parametri che determinano la forma dello spettro. Questa for-
ma generale viene chiamata modello a quattro parametri.
Molti spettri del moto ondoso utilizzati correntemente
si possono descrivere in termini di due soli parametri
indipendenti, legati allaltezza dellonda e alla sua fre-quenza, e di una costante adimensionale che varia in fun-
zione della frequenza dellonda. La forma generale diquesto modello a due parametri :
A w3444 w
[6] S(w)23Hs2134expA1
4
4 w5 w344in cuiA la costante adimensionale,Hs laltezza signi-ficativa dellonda e w
344
la frequenza caratteristica dello
spettro.
I momenti spettrali sono definiti da:
[7] mn
0
wnS(w)dw
per cui il momento di ordine 0 m0
0
S(w)dw ed equi-vale allarea sottesa alla curva SED.
Laltezza significativa dellonda si definisce comeHs4(m0)
1/2, che equivale a quattro deviazioni standard
dellaltezza dellacqua.I momenti spettrali si possono usare per determina-
re altre proprietdello spettro; per esempio, il periodosignificativo dellonda Ts2pm0m1 e il periodo di attra-versamento dello zero verso lalto Tz2p(m0m2)1/2.
Secondo una definizione adottata in precedenza per
laltezza significativa dellonda, questa era uguale allal-tezza media del terzo pialto delle onde ed era scelta
cosperchi valori ottenuti apparivano in accordo conle altezze delle onde riportate da un osservatore esper-to. Il periodo significativo era definito, in modo analo-
go, come il periodo medio del terzo pialto delle onde.Modelli di mari completamente formati sono stati
sviluppati (tra gli altri) da Pierson e Moskowitz (P-M),
da Bretschneider, dallISSC (International Ship andoffshore Structures Congress) e dallITTC (InternationalTowing Tank Conference).
Questi autori hanno ricavato risultati simili tra lo-
ro e i rispettivi valori per il modello a due parametri
sono riportati nella tab. 3, in cui sono inclusi i seguen-
ti parametri:A, coefficiente a dimensionale; w344
, fre-quenza media; wz, frequenza di attraversamento della
quota zero; w0, frequenza di picco; ws, frequenza signi-ficativa.
Per tenere conto di modificazioni della forma spettrale
e del grado di concentrazione intorno alla media (ciodella curtosi) in mari non completamente formati, statosviluppato lo spettro JONSWAP da Hasselmann, nel-
lambito del Joint North Sea Wave Project (Hasselmannet al., 1973). La formulazione P-M viene modificata
come segue:
w[8] S(w)ag2w5exp1,2512
4
w0(ww0)
2
gexp11132t2w02
Il parametro di curtosi gpuvariare tra 1 e 7, matipicamente vale 3,3. Per il fattore di forma tsi assumeil valore 0,07 per w5,24Tz e 0,09 per w5,24/Tz. Ilparametro a vale 0,076X
0
0,22, doveX0
il fetch adi-mensionale, definito comeX0gXU2w,X il fetch inmetri e Uw la velocitprevalente del vento durante laformazione delle onde.
In mancanza di dati specifici sul sito in esame, i pro-
gettisti assumono in genere che il moto ondoso in una
posizione specifica possa rappresentarsi come una serie
di spettri P-M o di spettri Bretschneider. Ciimplica li-potesi di un mare completamente formato, il che ragio-nevole, visto che i progettisti vorranno normalmente posi-
zionare i loro dispositivi in punti esposti, con la massi-
ma energia incidente. La fig. 14 mostra un esempio di
SED di uno spettro Bretschneider con Tc
9 s eHs
2 m;la figura mostra anche la potenza in kW per metro di
fronte donda, calcolata in funzione del periodo (persecondo di banda, e centrata su multipli interi del secon-
do). Questi valori assommano a 18,0 kWm, che lapotenza totale disponibile. Si noti che, a causa dellau-mento della velocitdi gruppo con il periodo, il piccodella curva di potenza si trova in corrispondenza di un
periodo maggiore rispetto al picco della curva SED.
Per massimizzare le prestazioni di un dispositivo che
sfrutti lenergia delle onde, bisogna ottimizzare la rispo-sta del collettore di energia in funzione del periodo del-
londa, rispetto alla distribuzione dellenergia disponi-bile, in funzione del periodo, in mare.
588 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
tab. 3. Valori delle costanti che compaiono nel modello a due parametri
Modello A wz wzw0 wzw344
wzws
Pierson-Moskowitz (P-M) 1,25 w0 1,0 0,772 0,710
Bretschneider 0,675 ws 1,167 0,90 0,829
ISSC 0,4427 w344
1,296 1,0 0,921
ITTC 1,25 w0 1,0 0,772 0,710
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In genere, nello sviluppo di un collettore di energia
generata dalle onde, si valuta in prima battuta il poten-
ziale probabile del dispositivo, stimando la sua efficienza
di cattura in funzione della frequenza. Cisi puotte-nere sia mediante test in vasca con onde regolari, sia
applicando modelli matematici; in questultimo caso, neiprimi stadi di sviluppo, si tratta spesso di modelli basa-
ti sulla teoria lineare. I progettisti sono spesso interes-
sati alla efficienzadel dispositivo per la cattura di ener-gia e alla successiva conversione dellenergia catturatadalle onde in energia elettrica. Per questo motivo, la gran-
dezza scelta per misurare lefficienza di cattura vienedefinita in modo da risultare adimensionale. Per esem-
pio, nel caso dei dispositivi OWC, si pudefinire un fat-
tore di cattura CFcome CF
WPid, in cui Wlener-gia catturata dal collettore,Pi la potenza incidente in
kW/m e duna dimensione rappresentativa del dispo-sitivo. Per questultima, nel caso di un dispositivo OWC,si prende la larghezza dellapertura del collettore. Nellafig. 15 mostrato un esempio di fattori di cattura misu-rati in condizioni di test con onde regolari, utilizzando
un dispositivo installato su una scogliera. Come si vede,
lefficienza di cattura scadente sia per periodi cortisia lunghi, ma per un periodo intorno a 10 s il fattore di
cattura diventa molto maggiore di uno, il che significa
che il dispositivo sta raccogliendo energia da un fronte
donda piampio del collettore stesso. In queste condi-zioni, in effetti, il dispositivo si sta comportando come
un focalizzatore dellenergia delle onde, in grado di pre-levare energia. Chiaramente, se il collettore fosse di
dimensioni infinite questo non potrebbe succedere, poi-
chnon ci sarebbe da dove ricavare energia extra, ma aldiminuire della dimensione del collettore diventa sem-
pre pifacile ottenere fattori di cattura maggiori di 1 (eunefficienza apparente maggiore del 100%). La capa-cit, da parte di dispositivi sempre pipiccoli, di cattu-rare energia da fronti donda pigrandi della loro dimen-sione stata definita come effetto di assorbitore pun-
tiforme. D.V. Evans (1980) ha dimostrato che lentitdiquesto effetto limitata al minore tra i valoril2pde 2,in cuil la lunghezza donda dellonda incidente e dlalarghezza del dispositivo.
Si noti che, siccome il fattore di cattura definitorispetto a una lunghezza rappresentativa arbitraria, la
sua interpretazione come efficienza di collettore , nelmigliore dei casi, fuorviante. Anche se il fattore di cat-
tura adimensionale un parametro molto utile per con-frontare dispositivi simili, esso non ha alcuna relazione
589VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DALLE ONDE E DALLE MAREE
potenzatotale(kW)
SED
(m2. s)
0,6
0,5
0,4
0,2
0,1
0,3
0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
periodo dellonda (s)
SED
potenzanellintervallodi 1 secondo
0 5 10 15 200
fig. 14. Esempio di SED
di uno spettro
Bretschneider con Tc9 s,
Hs2 m di profonditdellacqua.
fattoredicattura
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
1,8
2,0
periodo (s)5 7 9 11 13
fig. 15. Fattori di catturaper un impianto OWC
a riva da 10 m.
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certa con le dimensioni di un collettore generico o, ancor
piimportante, con i costi associati alla produzione dienergia dalle onde. Non cquindi alcuna relazione trail fattore di cattura, o lefficienza apparente, in quantotali, e lefficacia assoluta di un collettore specifico. Pusuccedere per esempio che un collettore di basso costo
e bassa efficienza produca energia in modo economi-camente piconveniente di un dispositivo ad alta effi-cienza e alti costi.
Se sono noti il fattore di cattura del collettore in fun-
zione del periodo dellonda e lenergia donda disponi-bile in ogni banda di periodo, si pucalcolare la catturaassoluta di energia da ogni spettro: WCFPi. Un singo-
lo spettro fornirpersolo la distribuzione di energiaper un breve intervallo di tempo, ed improbabile chequesta possa essere rappresentativa delle prestazioni
medie annuali, la cui stima richiederebbe la determina-
zione della distribuzione di potenza in funzione del perio-
do per lintero anno e lapplicazione dei fattori di cattu-ra del dispositivo a quei dati. I dati annuali (e stagiona-
li) sul moto ondoso sono in genere disponibili come
grafici di dispersione, in cui si registra la frazione di volte
in cui si presenta ogni coppia di valori per laltezza del-londa e il suo periodo.
6.3.5 Impatto ambientaledei dispositiviper la produzione di energia
da onde e da mareeAnche se i cambiamenti climatici e la necessitdi pro-durre energia pulita e verde hanno fornito una spinta fon-
damentale per lo sviluppo di impianti per la produzione
di energia da onde e da maree, bisogna considerare lim-patto ambientale locale di questi impianti. Questo riguar-
da i cambiamenti fisici e socio-ambientali che possono
prodursi in prossimitdi impianti in acque costiere ooceaniche, e vi sono diversi fattori di cui tenere con-
to: a) rotte navali e mercantili; b) sicurezza delle navi;
c) movimenti in mare di natura militare; d) sicurezza dei
rifornimenti; e) mutamenti nel moto ondoso e nella mobi-litdei sedimenti; f) posizionamento dei cavi di colle-gamento alla rete elettrica;g) pesca. Questi elementi
devono esser considerati sia su scala locale sia su scala
globale; una programmazione specifica per lindividua-zione di aree di non sviluppo dovressere affrontatada tutti i Paesi che desiderino avvalersi delle tecnologie
per lo sfruttamento delle onde e delle maree.
La pianificazione devessere inoltre tridimensiona-le (i principali fruitori dellarea sono i militari, con i lorosottomarini). I militari hanno esigenze particolari di acces-
so e dislocamento e siti designati per i test; hanno anche
il problema di specificare aree vietate in relazione alleinformazioni che intendono rendere di dominio pubblico.
Cpoi il problema importante dei pezzi di artiglieriainesplosi eliminati in passato (UXO, UneXploded Or-
dinance): dovranno essere identificati con precisione tutti
i siti di smaltimento in modo da garantire lo sviluppo dei
progetti in sicurezza; mentre lo sfruttamento delle onde
e delle maree per la generazione di energia ancora inuno stadio iniziale di sviluppo, cpoca esperienza spe-cifica sullimpatto ambientale connesso. La conoscen-za acquisita dalla valutazione delleffettivo impattoambientale dei primi progetti sarutile per pianificarecon successo sviluppi piambiziosi nel futuro.
Bisogna anche considerare i rischi per la navigazio-
ne. Limpatto in questo caso dipende dal tipo di installa-zione; molti impianti dovranno essere tenuti lontano dalle
principali rotte commerciali, mentre altri funzioneranno
sul fondale, e non influiranno sulle rotte. Sarnecessa-rio anche considerare la necessitdi boe di segnalazio-ne, segnali visivi e acustici e forse di sirene da nebbia.
Per quanto riguarda altri progetti che implicano instal-
lazioni superficiali, occorrerconsiderare anche altriproblemi, legati al ciclo vitale degli impianti marini per
la generazione di energia rinnovabile. Per esempio, duran-
te le fasi di costruzione e di dismissione degli impian-
ti, gli effetti prodotti sui fondali saranno importanti,
mentre durante la fase operativa i rumori dei macchi-
nari, compresi i turbogeneratori, potrebbero essere un
problema.
Alcune delle caratteristiche dei dispositivi che sfrut-
tano le onde e le maree sono condivise con molte altre
tecnologie, mentre altre sono specifiche. Nella primacategoria possiamo considerare i cavi sottomarini, i cavi
aerei di trasmissione, le fondazioni e gli ancoraggi, che
sono comuni a molte altre tecnologie. I cavi sottomari-
ni possono avere interazioni elettromagnetiche con i
pesci, specialmente gli Elasmobranchi (squali e razze).
Il sotterramento profondo dei cavi puridurre il proble-ma, ma aumenta i costi e provoca la distruzione dei fon-
dali durante le operazioni di scavo. Nel corso delle fasi
di costruzione, manutenzione e rimozione si ha anche
un disturbo dei sedimenti sui fondali.
Molte aree adatte allinstallazione di impianti per lo
sfruttamento delle onde e delle maree sono lontane daisiti di utilizzazione, per cui sorge lesigenza di linee ditrasmissione sulla terraferma, che modificano il pae-
saggio e hanno un impatto visivo. Questo un proble-ma che si pone anche con altre tecnologie rinnovabili, in
particolare la generazione eolica a terra. Nei Paesi con
densitdi popolazione elevate questo impatto diven-tato un potenziale ostacolo allo sviluppo di alcune fonti
rinnovabili di energia.
Il dislocamento di strutture, fondazioni e impianti
nel flusso delle correnti puinfluire sulla velocitdelflusso stesso, a livello sia locale sia globale. Erosio-
ne o deposito di sedimenti possono tanto incrementarequanto ridurre i flussi locali e globali, con conseguente
590 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
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ulteriore impatto. Le abitudini alimentari e riprodutti-
ve della fauna e della flora possono subire linfluenzadi questi cambiamenti.
Lo sviluppo di impianti per lo sfruttamento delle
onde e delle maree deve anche prendere in considera-
zione limpatto sui mammiferi e sugli uccelli marini.Un possibile impatto riguarda le rotte di migrazione;per esempio, le balene grigie dovrebbero aggirare gli
impianti, se questi fossero situati sul loro percorso costie-
ro. I Pinnipedi (foche e leoni marini) potrebbero tenta-
re di issarsi sui convertitori galleggianti con il bordo
libero basso, e questa abitudine potrebbe avere un impat-
to negativo sulle comunitlocali di pescatori. In alcunicasi, il possibile spostamento indotto dei luoghi di ripro-
duzione degli uccelli marini rappresenta un problema
da considerare.
Gli impianti a sbarramento di marea modificano li-drodinamica degli estuari, con una possibile riduzione
del regime di marea e una diversa distribuzione degli
effetti di erosione e sedimentazione. La conseguente per-
dita di habitat costieri e i cambiamenti indotti negli habi-
tat marini, a causa dello sviluppo di condizioni di acque
dolci o salmastre e dellincremento nellaccumulo dinutrienti, possono anche costituire una barriera per i pesci
migratori, a meno di non introdurre dei passaggi adatti.
Le turbine rotanti degli impianti a corrente di marea
possono potenzialmente ferire mammiferi marini e pesci,
anche se con impianti di grandi dimensioni il rischio minimo a causa della velocitdi rotazione ridotta delle
turbine.Gli impianti costieri, o le stazioni ausiliarie per gli
impianti in alto mare, possono avere un impatto visivo
e paesaggistico che devessere considerato. Limpattodegli impianti in alto mare o costieri dipende dalla distan-
za dalla costa e dallaltezza delle strutture sul livello delmare. Un altro aspetto di cui tenere conto linquina-mento da rottami, se un dispositivo si rompe, o dalla per-
dita di fluidi idraulici.
Nel caso di installazioni di grandi dimensioni, si devo-
no considerare gli effetti sui regimi di moto ondoso e
ogni altro effetto sugli habitat costieri e sul trasporto di
sedimenti a riva. Finora limpatto dellestrazione di ener-gia dagli oceani non stato molto studiato, e rimane aper-to il dubbio sulla soglia oltre la quale la produzione di
energia comporterconseguenze rilevanti, come la modi-ficazione del flusso litorale.
Laccesso alla pesca un problema importante daconsiderare, ma lo sviluppo di impianti per lo sfrutta-
mento delle onde e delle maree potrebbe anche com-
portare la creazione di zone di divieto di pesca, ciozoneallinterno delle aree di sviluppo degli impianti nellequali sia proibito lingresso alle imbarcazioni da pesca.
Un vantaggio di tali restrizioni, daltra parte, potreb-
be consistere nella creazione di un habitat ideale perla riproduzione e la crescita di specie marine in aree
protette dallo sfruttamento. La creazione di scogliere
artificiali potrebbe favorire la crescita di molluschi e cro-
stacei e comportare lulteriore vantaggio di proteggerela costa in modo naturale.
Gli aspetti ambientali devono essere gestiti a livello
globale, locale e sulla base dei casi specifici, e bisogna
tenere in debita considerazione la fauna e la flora, gliaspetti socioeconomici e altri importanti soggetti coin-
volti. A compensare questi impatti ambientali citiamo i
benefici ambientali: a) riduzione dei cambiamenti cli-
matici; b) tutela della pesca; c) carburante pipulito;d) sicurezza della fornitura energetica; e) sostituzione
del combustibile fossile. A livello locale, ogni impianto
richiederuna valutazione di impatto ambientale; biso-gnerstudiare limpatto della costruzione, le caratteri-stiche operative dei dispositivi e limpatto operativo eadottare misure appropriate di riduzione del rischio.
6.3.6 Prospettive globaliper lindustria energetica
Le risorse rinnovabili marine possono costituire una fonte
rilevante denergia e possono avere un impatto signifi-cativo sulle modalitdi generazione, di trasporto e di uti-lizzazione dellenergia. Il potenziale connesso e le meto-dologie di sfruttamento non sono stati perancora svi-luppati pienamente.
Lambito di forze descritto nella fig. 16 mostra come
vi siano forze di spinta e forze di resistenza rispetto alprogresso dello sfruttamento energetico del mare. Per
assicurare il successo industriale, le forze di spinta devo-
no rafforzarsi e quelle di resistenza devono essere eli-
minate, attenuate, o soddisfatte. Con laumento dellapopolazione mondiale e le crescenti esigenzepro capi-
te di energia, la richiesta di elettricitpialta che mai.NellInternational energy outlook 2004 (EIA, 2004) vie-ne formulata la seguente previsione: Ci si aspetta chetra il 2001 e il 2025 il consumo mondiale totale di ener-
gia sul mercato si espanda del 54%.Diventa sempre pidifficile ottenere lapprovazione
dei progetti per impianti di produzione denergia sullaterraferma. Con la crescente pressione sulle prezioserisorse del territorio, naturale che lumanitdebba vol-gersi allenergia rinnovabile degli oceani per una partedellapprovvigionamento energetico. A mano a manoche i combustibili fossili diventano una risorsa sempre
piscarsa e preziosa, i combustibili rinnovabili emer-genti, come le fonti rinnovabili denergia marina e li-drogeno, giocheranno un ruolo sempre piimportantenel bilancio energetico globale. Lidrogeno un combu-stibile immagazzinabile, che nel contempo sostenibi-le e di uso flessibile. La tecnologia delle celle a com-
bustibile sta progredendo velocemente e la prospetti-va di una economia dellidrogeno si sta avvicinando. I
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problemi di sostenibilite di impatto ambientale asso-ciati ai metodi tradizionali di produzione di energia impli-
cano che se la rivoluzione dellidrogeno avrdavveroluogo si dovrbasare sulluso di elettricitverde. Di
conseguenza, non solo il futuro sembra richiedere chelindustria dellenergia rinnovabile marina si sviluppi alfine di produrre energia per lattuale consumo di elet-tricit, ma anche che fornisca un considerevole aumen-to di energia per produrre lidrogeno da utilizzarsi per itrasporti e il riscaldamento.
La produzione di acqua pulita rappresenta un altro
importante uso potenziale dellenergia rinnovabile mari-na. A mano a mano che scompaiono rapidamente le pos-
sibilitdi sviluppare nuove fonti di approvvigionamen-to dacqua, una sempre maggiore quantitdacqua vieneprodotta per desalinizzazione. Perci, se da un lato i pro-
getti attuali di produzione di energia rinnovabile dal maresono focalizzati sulla generazione di elettricitper ilrifornimento della rete elettrica, anche possibile che infuturo la produzione dacqua desalinizzata per mitigarela scarsitdacqua costituiruna spinta importante perlo sviluppo di progetti che sfruttano le onde e le maree.
Con laumentare del numero e della dimensione di que-sti progetti, i progressi tecnologici e le economie di scala
connessi comporteranno una diminuzione dei costi di
produzione di energia da queste fonti. Il corrispondente
percorso di sviluppo industriale potrebbe probabilmen-
te essere il seguente.
2000-2010: gli anni delle tecnologie. Nuove pro-poste tecnologiche emergeranno dalle ist ituzioni di
ricerca. Alcune di queste idee saranno adottate da societche si occupano di sviluppo tecnologico, che le porte-
ranno avanti e costruiranno prototipi completi per impian-
ti di potenza. Alcune tecnologie emergenti cominceran-
no a essere operative in parchi energeticimarini su scalaridotta.2010-2015: lera dellinizio. Emergeranno alcune
tecnologie selezionate, che risulteranno interessanti sia
dal punto di vista ambientale sia da quello economico,
e si svilupperanno i primi impianti di potenza in scala
commerciale.
2015-2020: la fase della crescita. La fiducia suc-
cessivamente maturata per il successo della fase pre-
cedente comporteruna crescita signif icativa dei nuoviimpianti di produzione di energia dal mare. Lapprov-vigionamento di energia dal mare sarconsiderato un
elemento importante nella dotazione energetica a livel-lo mondiale.
Le fonti rinnovabili denergia marina posseggono lacapacitpotenziale di fornire quantitimmense dener-gia. I progetti attuali stanno dimostrando la fattibiliteaprendo la strada a sviluppi importanti nel futuro. Potreb-
bero essere necessari da 10 a 15 anni per raggiungere
uno stadio di sviluppo tale da qualificare le fonti ener-
getiche marine come fonti energetiche privilegiate. Que-
ste fonti denergia potranno potenzialmente rappresen-tare la centrale elettrica delleconomia dellidrogeno, perlo sviluppo della quale potrebbero occorrere 30 o 40 anni
e che costituirla base per un futuro pulito, rinnovabilee sostenibile per le generazioni che verranno.
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GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
cambiamenti climatici disponibilitdegli sviluppi tecnologici
scorte di combustibili fossili in diminuzione costo dellenergia da fonti non rinnovabili, per esempiocombustibili fossili
sicurezza dellapprovvigionamento maggiore consapevolezza delle scelte pubbliche
carburanti pipuliti pianificazione e consultazione, legislazione,gruppi di interesse
nuova domanda di energia mancanza di interesse (non un problema mio)
gruppi di pressione a favore di fonti verdi di energia sfasamento tra prioritnazionali e internazionali
nuovi sviluppi socioeconomici carenza di fondi e investimenti
agenzie di protezione ambientale
gruppi di pressione a favore di fonti diverse di energia,per esempio nucleare
totale delle forze di spinta totale delle forze di resistenza
motori di trasformazione forze di resistenza/blocco
fig. 16. Diagramma delle forze che agiscono sulla trasformazione.
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