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5/8 aprile 2014
08/04/14 Sole 24 Ore Sanita'
Rete ospedaliera: la Borsellino taglia il traguardo, non i posti letto
S.Tod.
08/04/14 Sole 24 Ore Sanita'
Se la tele-cooperazione aiuta i trapianti
Gridelli Bruno - Raimondo Laura
07/04/14 BergamoSera
Staminali e tumori: accordo all’ospedale di Bergamo
07/04/14 Genova Oggi Notizie
Trapianti - Spezzino 47enne muore e dona nuova vita a 5 trapiantati
06/04/14 Giornale
Malattie & Malattie - Trapianto autologo di cellule staminali: via libera al Regina
Elena di Roma
Jotti Gloria Saccani
06/04/14 Repubblica.it Genova
Trapianti di midollo, eredità a rischio
Ava Zunino
06/04/14 EpaC
Trapianti. A Settimo Torinese attiva la dichiarazione di volontà all’anagrafe
05/04/14 Corriere della Sera
L'uomo del caso Stamina smascherato dalla sua ex - Così l'ex fidanzata bloccò i
finanziamenti a Vannoni «Lavora in una cantina»
Imarisio Marco
05/04/14 pagina99we
Biologia sintetica ovvero creare un fegato con una stampante
Bellone Michele
05/04/14 Il Secolo XIX Genova
San Martino, i funerali del professor Marmont
Beatrice D'Oria e Marco Balostro
Staminali e tumori: accordo all’ospedale di Bergamo Di Redazione 7 aprile 2014
BERGAMO — Proseguire la collaborazione per la ricerca, l’aggiornamento e la sperimentazione di
nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche delle malattie onco-ematologiche, per confermare
l’Ematologia dell’Ospedale di Bergamo e in particolare il Centro di terapia cellulare “Gilberto Lanzani”
come centro di riferimento in Italia per l’utilizzo delle cellule staminali a scopo terapeutico e di trapianto
in pazienti affetti da patologie ematologiche tumorali.
È questo l’obiettivo della convenzione sottoscritta oggi all’Ospedale Papa Giovanni XXIII tra l’azienda
ospedaliera e l’Associazione italiana lotta alla leucemia (Ail) di Bergamo – sezione Paolo Belli. In
particolare la collaborazione consentirà di proseguire la produzione di cellule per terapia cellulare, di
sviluppare strategie terapeutiche innovative nell’ambito di appositi progetti sperimentali in campo
ematologico, e d’incentivare attività di informazione scientifica, anche attraverso la cooperazione con
studiosi italiani e stranieri e con altre istituzioni nazionali ed internazionali.
“La nostra azienda ha la fortuna di poter contare sul supporto di diverse associazioni, che ci
consentono di aumentare il ventaglio di servizi offerti ai pazienti, di migliorare l’assistenza in corsia, di
soddisfare bisogni a cui da soli non riusciremmo a rispondere o, come in questo caso, di portare avanti
protocolli di cura molto sofisticati e altrettanto preziosi per i nostri pazienti e lavori di ricerca che trovano
immediata applicazione alla clinica – ha commentato Carlo Nicora , direttore generale dell’Ospedale
Papa Giovanni XXIII -. Anche a nome dei tanti pazienti che in questi anni hanno avuto a disposizione
importanti chance terapeutiche, vorrei ringraziare l’AIL di Bergamo per il supporto che da anni assicura
alla nostra azienda ospedaliera”.
“La sottoscrizione della convenzione con l’Ospedale Papa Giovanni XXIII rappresenta il riconoscimento
del lavoro svolto in questi anni in armonia con la politica ospedaliera – ha commentato Pierantonio
Piazzini, presidente Ail Bergamo -; passato e futuro si abbracciano, dalla continuità della relazione ne
trarranno vantaggio gli ammalati e le loro famiglie”.
La convenzione costituisce infatti l’atto formale per disciplinare la continuazione di un rapporto di
collaborazione che da tempo unisce le due realtà, proprio in virtù del quale nel 2003 venne realizzato al
presidio “Matteo Rota” il Laboratorio di terapia cellulare “Gilberto Lanzani” per la ricerca e l’applicazione
di nuove terapie per la cura delle malattie leucemiche, una delle 13 autorizzate in Italia ad operare
come “cell factory”, tra le prime nel nostro Paese.
Oggi ospita quotidianamente un’équipe composta da 10 persone tra medici e biologi, distribuiti in tre
aree di lavoro: l’area della manipolazione delle cellule staminali midollari per trapianto in pazienti affetti
da patologie ematologiche tumorali, autorizzata dal Jacie Europa ad operare come struttura accreditata
all’eccellenza per le attivit à di trapianto, che si occupa anche della preparazione e conservazione di
cellule staminali; l’area della preparazione di cellule somatiche ad uso terapeutico, funzionante secondo
gli standard di qualità europei noti come Gmp (Buone norme di fabbricazione), autorizzata dall’Agenzia
italiana del farmaco ad operare come una “cell factory” per la preparazione delle cellule a scopo
trapiantologico; e infine l’area dedicata alla ricerca sperimentale, che si occupa dello studio del
meccanismo di azione di nuovi farmaci ad attività anti-tumorale e degli studi sulle capacit à delle cellule
di ricostruire i tessuti danneggiati.
“Il sostegno da parte di Ail è per noi fondamentale per proseguire nella nostra attività di produzione di
cellule staminali e altri tipi cellulari a scopo terapeutico per patologie onco-ematologiche come una
normale officina per farmaci tradizionali – ha spiegato Martino Introna, responsabile del Centro di
terapia cellulare dell’Ospedale di Bergamo -. In Italia esistono solo altre 13 realtà di questo tipo, di cui 9
all’interno di strutture ospedaliere pubbliche. E’ solo grazie a laboratori di questo genere che oggi è
possibile programmare studi clinici di fase I o II a base di cellule somatiche, come le cellule staminali, e
di verificare così se si possono identificare soluzioni terapeutiche innovative rispetto a gravi problemi di
salute non risolvibili dai farmaci tradizionali .”
Obiettivi possibili anche grazie alla presenza al Centro di terapia cellulare del Papa Giovanni di due
dipendenti della sezione bergamasca dell’AIL: si tratta di Josée Golay, tra gli scienziati italiani più citati
al mondo secondo la prestigiosa Top Italian Scientists. Svizzera di nascita ma italiana di adozione, il
suo percorso formativo l’ha vista laurearsi in biochimica all’Università di Oxford per poi ottenere il PhD
all’Università di Londra. Oggi è Senior scientist del Centro di terapia cellulare di Bergamo, autrice di
oltre 90 articoli di oncoematologia su riviste internazionali e docente e tutor per l’Università degli Studi
di Milano – Bicocca. L’altra figura professionale messa a disposizione dell’azienda ospedaliera è Chiara
Capelli, laureata in Scienze Biologiche all’Università di Milano e autrice di diverse pubblicazioni
scientifiche, che lavorerà come operatore di produzione di cellule somatiche ad uso terapeutico.
Ogni anno in Ematologia, anche grazie al lavoro fatto al Centro di terapia cellulare, vengono registrate
più di 600 nuove diagnosi, eseguiti in media 110 trapianti di midollo osseo e sviluppati svariati progetti
di ricerca, con ben 5 ematologi dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII tra i Top Italian Scientists (il primario
emerito Tiziano Barbui, il direttore del Dipartimento di oncologia ed ematologia Alessandro Rambaldi,
Martino Introna, il direttore del Dipartimento di medicina trasfusionale Anna Falanga e Josée Golay).
Numeri che fanno del centro di Bergamo uno dei più attivi e riconosciuti in ambito nazionale ed
internazionale.
“Non è possibile svolgere attività clinica di alto livello senza un’attività di ricerca della stessa qualità alle
spalle – ha spiegato Alessandro Rambaldi, dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII -. La nostra Ematologia
è un esempio di questo principio, a cui intende ispirarsi anche il Centro di terapia cellulare, nato proprio
grazie alla sensibilità, generosità e lungimiranza dell’Al, che da anni offre un supporto prezioso al
nostro lavoro, in cui la diagnostica e la ricerca sono a sostegno dell’attività clinica e assistenziale nei
pazienti”.
Trapianti - Spezzino 47enne muore e dona nuova vita a 5
trapiantati
La Spezia - Una tragedia che si trasforma in nuova speranza per ben 5 famiglie. Così, nella giornata di ieri la morte di
un 47enne spezzino, colpito da un ictus improvviso, ha donato una nuova vita a 5 persone in diverse località italiane,
attraverso la donazione degli organi.
E' stata la famiglia del deceduto, dimostrando una grandissima sensibilità e amore per il prossimo, ad autorizzare
l'espianto degli organi dopo che i medici dell'ospedale ne avevano decretato la morte cerebrale a seguito di un ictus
improvviso e del tutto inatteso.
La commissione formata dal Neurologo Domenico Zito, dal Medico legale e Direttore Medico Presidio Ospedaliero
Decia Carlucci, dal Rianimatore Cinzia Sani, ha concluso l'accertamento alle ore 17 ed avendo ricevuto il consenso alla
donazione di organi da parte dei famigliari, si è iniziata la procedura di contatto con i centri di riferimento regionale e
nazionale per la ricerca di riceventi compatibili.
Alle ore 23.00 sono giunte le varie équipe chirurgiche provenienti dal Nord Italia che hanno prelevato il cuore - che ha
salvato la vita ad una persona a Milano - il fegato e il pancreas che hanno salvato altre due persone bisognose di
trapianto salvavita - mentre un rene è stato trasferito a Genova ed un altro a Brescia. Anche in questi casi salvando
letteralmente la vita a due persone.
Anche le cornee del donatore hanno ridato nuova speranza a persone con gravissimi problemi alla vista.
Trapianti di midollo, eredità a rischio
Il centro creato dal professor Alberto Marmont rischia di "indebolirsi" con la possibile partenza del direttore Andrea Bacigalupo Un conto economico in attivo di tre milioni di euro l'anno. Il primo allarme dall'assessore alla Salute Claudio Montaldo
di AVA ZUNINO
Dubbi sul futuro del Centro Trapianti di midollo a S.Martino NEL giorno dell'ultimo saluto al pioniere dei trapianti di midollo osseo in Italia, il professor Alberto Marmont, cominciano a diffondersi le preoccupazioni per la sorte della sua eredità professionale. E' il patrimonio rappresentato dal centro di trapianto di midollo osseo del San Martino- Ist, il primo in Italia per l'attività di trapianto allogenico, vale a dire da donatore, e tra i primi dieci in Europa. Il direttore Andrea Bacigalupo, l'erede di Marmont, a settembre potrebbe andare in pensione. Ha iniziato a dirigere i trapianti di midollo osseo nel 1989. Ma Bacigalupo potrebbe anche essere confermato ancora per due anni, esattamente come è appena successo per il professor Michele Carella, il direttore dell'altra divisione di Ematologia del San Martino-Ist. Dipenderà dalle scelte di tutti i soggetti in campo, primo fra tutti l'ospedale. Il primo ad accennare al rischio di un "indebolimento" (l'ha definito così) della divisione di ematologia e trapianto di midollo osseo, è stato il vice presidente della giunta regionale e assessore alla salute Claudio Montaldo. Lo ha fatto pochi giorni fa nell'aula del consiglio regionale dove, parlando del colosso ospedaliero, ha citato proprio questa tra le emergenze da affrontare. Un centro riconosciuto a livello internazionale (Bacigalupo è stato segretario generale e presidente del Gruppo Europeo Trapianti, segretario generale dell'organizzazione internazionale dei registri), che in una società che invecchia rapidamente e invecchiando si ammala, ha messo a punto un programma per trapiantare malati anche fino a 75 anni di età. Il centro guidato dall'allievo di Marmont rappresenta un'eccellenza sotto il profilo sanitario in senso stretto e, cosa che in questi tempi non guasta, una fonte di risorse per la sanità ligure. E poi nel tempo ha fatto da volano ad altre eccellenze, consentendo ad esempio a Genova lo sviluppo del Registro nazionale Donatori. Il conto economico dell'attività di trapianto di midollo osseo è in attivo di oltre tre milioni di euro all'anno grazie al fatto che i pazienti del centro nel 70 per cento di casi arrivano da altre Regioni italiane. Dunque, la Liguria ogni anno ha un credito di oltre 3 milioni da riscuotere. E' esattamente il fenomeno opposto a quello delle fughe, che rendono la vita dif- ficile ai liguri e impoveriscono le casse della sanità. Senza contare che il peso delle strutture del centro di Bacigalupo è fortemente sostenuto non da risorse pubbliche ma dall'attività di volontariato e raccolta fondi dell'Ail, l'associazione Italiana Leucemie. Nel tempo, l'Ail ha finanziato il primo Centro Trapianti con 8 stanze (era il 1985), ha costruito il centro cellule staminali nel 2000 ed ha sostenuto in parte anche la ristrutturazione del nuovo centro che ha 20 stanze al padiglione 6. E poi con le uova di Pasqua che Ail sta vendendo proprio in questi giorni nelle strade di Genova, vengono finanziate ogni anno le borse di studio per i ricercatori. Il capitolo più importante sono però i malati. La media dei trapianti nella divisione diretta da Andrea Bacigalupo è di 100 all'anno e nell'88 per cento dei casi avvengono da donatore. L'età dei pazienti è andata progressivamente aumentando: tra il 2000 e il 2005 un quarto dei pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo aveva più di 50 anni, tra il 2011 e il 2012 la percentuale degli ultracinquantenni
è salita al 37 per cento. E' aumentato anche l'impiego di donatori alternativi, ossia non fratelli identici, e nonostante questo è sceso il rischio di rigetto (era al 32 per cento è al 20) e di mortalità (dal 28 al 14 per cento).
Trapianti. A Settimo Torinese attiva la dichiarazione di volontà all’anagrafe 06/04/2014
Il Comune alle porte di Torino è il primo in Piemonte e in tutto il Nord d’Italia ad aver attivato questa
nuova modalità di registrazione della dichiarazione di volontà alla donazione di organi nel Piemonte
e in tutto il nord Italia.
04 APR - Cresce la lista dei Comuni italiani dove è possibile registrare la propria espressione di volontà sulla
donazione di organi e tessuti. Dopo i Comuni dell’Umbria e Cesena, arriva anche per i cittadini di Settimo
Torinese la possibilità di manifestare la propria volontà sulla donazione in occasione del rinnovo della carta
di identità. Una modalità che, ribadisce il Centro nazionale trapianti, “consente di raggiungere in modo
progressivo tutti i cittadini, invitandoli a esprimersi in modo consapevole”.
Al 27 marzo erano già 10 i consensi registrati all’ufficio anagrafe del Comune piemontese e confluiti nel
Sistema Informativo Trapianti.Il Comune alle porte di Torino è il primo ad aver attivato questa nuova
modalità di registrazione della dichiarazione di volontà nel Piemonte e in tutto il nord Italia.
San Martino, i funerali del professor Marmont di Beatrice D'Oria e Marco Balostro
Il primario emerito di Ematologia dell'ospedale genovese è morto all'età di 96 anni. Fu il primo in
Italia, nel 1976, ad eseguire un trapianto di midollo osseo, proprio nel reparto
Genova - Si sono svolti questa mattina, nella chiesa dell'Ist-San Martino, i funerali di
Alberto Marmont Du Haut Champ, primario emerito di Ematologia dell’ospedale. Il
professore, morto giovedì all'età di 96 anni, fu il primo in Italia, nel 1976, ad eseguire un
trapianto di midollo osseo, proprio nel reparto che aveva creato.
Nel 2008 ricevette il Grifo d'Oro, massima onorificenza del Comune di Genova. Oltre
alla famiglia, tanti amici, ma soprattutto tanti pazienti che hanno voluto omaggiare il
professore questa mattina con un ultimo saluto.