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"Thich Nhat Hanh ci indica la via che lega la pace interiore con la pace nel mondo'" Darai Lama .IL THIIH NHRT HR|.||| ^ ll segreto della pace Trasformare la paura, conoscere la liberta c) OSCAB.}IONDADOnI

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"Thich Nhat Hanh ci indica la via che lega la pace interiore con la pace

nel mondo'" Darai Lama

.IL THIIH NHRT HR|.|||

^ ll segreto della paceTrasformare la paura, conoscere la liberta

c)OSCAB.}IONDADOnI

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o. Buongiorno, Thdy, grazie per avermi concesso questa in'teruista.

Sono parecchi i temi che possono essere di grande intere.sseper il lettore italiano. Le sarei grato se porcsse soffennarst bre-venrcnte sul fatto che il buddhismo in Occidente viene spessoconsiderato come una religione quasi esclusivanrcnte col1'templativa, mentre nei suoi libri si legge: nSe non d impegna-to, non A buddhismor.

rHAvr La contemplazione e I'azione devono andare di paripasso, altrimenti l'azione non sarA profonda e non si muo-verA in una direzione benefica. Quindi non d possibile sepa-rarle. Se la contemplazione e la concentrazione sono cor-rette allora si trasformeranno in azione. Supponiamo ilcaso che voi entriate in contatto con una qualche softeren-za. Di questa sofferenza siete consapevoli, vi preoccupa ab-bastanza, vi concentrate su di essa e la comprendete. Daquesta sofferenza, dalla comprensione di essa nasce la com-passione, nasce il desiderio di fare qualcosa per alleviarla.Questo desiderio d pressante e non vi permette di rimanere

t Thiy 0 il termine con cui i suoi studenti si rivolgono a Thich Nhat Hanh'Significa in vietnamita sia maestro che monaco.

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\r'(luli senza agire. E cosi vi alzate e vi mettete in azione.l) . r l l i r comprensione nasce quindi l 'azione amorevole. Mapcr tutto il tempo in cui agite, continuate a essere consape-voli, a essere concentrati. Cosi facendo adattate l'azione al-l;r situazione, e il vostro agire diventa sempre piir compas-sionevole ed efficace. Inoltre, nel corso dell'az-ione entratein contatto con la realtd, per contemplarla ultcriormente. Avolte, se la contemplazione non b ben condotta, vi ritrovere-tc nel regno del l ' intel let to, del l ' immaginazione, persi inpcnsieri non molto realistici e dietro alle vostre idee sull'a-more e sull'azione. Lazione invece vi aiuta a mantenere unvero contatto con la realtd e aiuta la vostra contemplazionea essere concreta. E cosi comprendete, veramente! Pud dar-si che voi pensiate di non comprendere ma comprendetercalmente! In questo modo imparate dall'azione stessa e daiv<tstri errori e anche questo d un aspetto importante dellacontemplazione. Ci sono infatti coloro che compiono errorinrer da questi ultimi non imparano; in questo caso non sitr?tta di contemplazione. Ma quando comprendete i vostricrnrri e imparate da questi, allora ci troviamo di fronte allavcra contemplazione. Ecco perch6 non d possibile separarec< r n t c mpla zione, concentrazione e azione. Contemplazionec azione sono due cose ma in realth sono una cosa unica. SeI'azione ha un valore lo deve alla nostra capacitd di com-prcnsione profonda, e questa comprensione profonda na-scc dalla concentrazione.

o. Partendo dal punto di vista del buddhismo impegnato, po-t rt bb e aggi un gere q ualco sa s ull' at t uale c ri s i ?

'rrrAv La contemplazione d contemplazione di cosa? Cos'bquesta sofferenza, e in particolar modo la vostra sofferenzae qrrclla del mondo? Tutto quello che accade nel mondo, co-nre atti di terrorismo e guerre, dovrebbero essere oggettirlclla nostra contemplazione. E Dio o Buddha vi aiuterannoa dcciclcre cosa fare e chi amare. Ma fare cosa e amare chi?ll nostr<l amore dovrebbe essere diretto verso le persone

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che soffrono. Ecco perch€ d impossibile portare il nostroaiuto se non sappiamo come individuare la soffcrenz.a. Bi-sogna rivolgere l'attenzione, quindi, alle nazioni chc soffro-no e contemplare la loro sofferenza, la creazione di questasofferenza e infine la via che pud far superare la soffercnza.Come le Quattro Nobili Verita.2 Contemplando in questamaniera non ci perdiamo nei nostri pensieri; questa d laretta contemplazione che ci porteri alla retta azione, che inquanto retta azione non pud che essere impegnata. Sietenella sala di meditazione ma comprendete cid che succedeal di fuori di essa, nel mondo, perchd se vi perdete nella sa-la di meditazione allora non si tratta di vera contemplazio-ne. Cid che succede in voi riflette di norma cib che succedenella societi. Quando ossewate da vicino una cosa, siete ingrado di vedere molte cose. La vostra sofferenza e la vostrafeliciti sono la conseguenza di molte condizioni general-mente considerate come esterne; per questo osservando davicino una cosa in realti se ne possono vedere molte. Osser-vando in profonditi un mandarino si possono vedere il so-le, le nuvole, gli alberi e cosi via. In assenza di questa capa-citd di discernimento, non possiamo parlare di veracontemplazione: la vera contemplazione genera una veracomprensione della natura della situazione. Il buddhismo bdawero impegnato quando aiuta la trasformazione dellasofferenza. Questo d il buddhismo praticato dal Buddha. IlBuddha ha raggiunto l'illuminazione, ha compreso la situa-zione, i ricchi, i poveri, ha compreso il mondo e ha offertouna serie di insegnamenti per tutti noi e non solo per chi vi-ve meditando nelle foreste. Chi vive in meditazione nella fo-resta deve di tanto in tanto lasciarla per andare in cerca dicibo. E il fatto che i monaci si rechino quotidianamente nei

2 Le Quattro Nobili Veriti furono espresse dal Buddha in occasione delsuo primo discorso dopo aver raggiunto l'illuminazione. Esse sono: esistela sofferenza; la sofferenza ha un'origine; la sofferenza ha un termine; esi-ste una via che conduce alla fine della sofferenza.

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villaggi a mendicare il ciboldi loro l'opponunitA di entrareur contatto con la vita degli abitanti del villaggio, di com-;rrr:nderne la sofferenza e di offrire quel genere di pratica inllrado di aiutare la gente del mondo, del villaggio, a supera-rc le proprie sofferenze. Il buddhismo, quindi, dowebbe es-scre sempre in contatto con la realtd, in contatto con la sof-ferenza cosl da poter offrire una via d'uscita dallasofferenza. Se non siete in contatto con la sofferenza checosa potete offrire?

D. Ma non si core il rischio di essere sopraffatti dalla soffe-retua?

rxAv No, perchd contemplazione della sofferenza significache disponete di sufficiente consapevolezza e concentrazio-ne per effettuare il lavoro di trasformazione e questa vi for-nisce energia sufficiente per non essere sommersi dall'ocea-no della sofferenza. Se la vostra b una comprensioneprcfonda e se siete solidi, potete continuare ad agire e aiu-tarc veramente senza farvi dominare dalla confusione. Lepcrsone tendono a pensare in maniera dualistica, ma se siagisce con consapevolezza e concentrazione si contribuiscea nrodificare questa mentalitd.

o. Anclrc l'energia di un sanghaepud inoltre aiutare a mante-ru,re intatte la contemplazione, Ia concentrazione e l'azione.

't trAy Esiste infatti la contemplazione collettiva. Noi condi-vicliamo sempre il frutto della nostra comprensione, dellan()stra pratica. E tutti traggono giovamento dalla pratica ditrrtti gli altri, esattamente come accade nel mondo della ri-ccrca scientifica. Uno scienziato si appoggia sulle ricerche

I i ina rlclle regolc del primo ordine monastico fondato dal Buddha preve-t lcr:r thc i monaci dipendessero per Ia loro sussistenza dal l 'elemosina. It .rr t ;r t I i tra i l mondo laico e quel lo monastico erano quindi molto strett i .' I \r t . t l i rrota 2 a pag.92 e nota 3 a pag. 143.

di altri scienziati, se lavorasse per proprio conto non po-trebbe fare molta strada. Questo d il significato di comu-nitd, questo d il significato di sangha. E anche i praticantidowebbero comportarsi cosi, devono incontrarsi in un san-gha, fare condivisioni sul Dharmas ed esporre la propriacomprensione.

o. II sangha italiano sta lavorando armoniosamente, e in lta-lia i anche cospicuo il numero di membri dell'Ordine dell'ln-ter-essere.6 Pensa che ln situazione dell'Italia, essendo un pae-se cattolico, sia in qualche modo differente da quella deglialtri paesi?

rHAy Io credo che lo studio e la pratica del buddhismo pos-sano aiutare a trasformare il cristianesimo. Tra buddhismoe cristianesimo non esiste competizione, ma se i buddhistipraticano bene possono offrire una modalita di pensieronon dualistico. Questi insegnamenti e queste pratiche aiu-teranno la trasformazione del cristianesimo per il bene delpaese, di tutto l'Occidente. nQuesto € perch6 quello b.r7 Epercid se facciamo progressi nella nostra pratica raggiunge-remo una comprensione che sarb di aiuto anche per gli al-tri. Pratichiamo quindi non solo per noi stessi, e la nozionedi competizione andrebbe rimossa. Molti considerano ilbuddhismo come un pericolo, ma questa d una creazionementale che genera sofferenza. In un'intervista che ho rila-sciato a un giornalista, ho affermato che noi non vogliamoche i cristiani o gli ebrei lascino le loro religioni e le loro ra-dici, ma piuttosto che la pratica buddhista pud aiutare ad

s Vedi nota I a pag.35.6 Lordine dell'Inter-essere fu fondato in Vietnam da Thich Nhat Hanh du-rante la guerra. Esso aveva e ha come scopo principale quello di lavorareper una trasformazione degli aspetti pii violenti e nocivi della nostra so-cietA.7 Famosa espressione del Buddha, spesso citata da Thich Nhat Hanh, cheesemplifica l'interconnessione di tutta la realtir.

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.rlll)r1)londire la comprensione del cristianesimo. Questo brl rrrotivo per cui l'Occidente deve imparare a vedere l'inter-,lr1x'ndenza: se tutto deve crescere anche il buddhismo deve( r ('scere. Il buddhismo, proprio come un albero, approfit-tc'r'a degli elementi non buddhisti durante la sua crescita. Eci<) 0 normale. La non discriminazione d molto importanteper la crescita spirituale.

r>. Vorrei farb un'ultima doman^da che mi i stata suggerita dattn amico del sangha spagnolo. Cosa possiamo fare noi deivari sangha nazionali per aiutare Thiy a tomare in Vietnam?

rt{Ay Se osservate in profonditi vedrete che io sono gii inVietnam. I miei insegnamenti, le mie poesie,le mie pratichesono state trasmesse a molti amici e a molti discepoli che siincontrano e le condividono. Quindi dal punto di vista delsangha io sono in Vietnam, proprio ora. Voi dunque non viclovreste intristire perchd in me non c'd sofferenza. Il fattochc Thdya posm andare in Cina e aiutare i giovani monaci,le giovani suore e i praticanti cinesi d gin di per sd una bene-dizione perchd tutto e coilegato a tutto il resto. L'insegna-mento ha cominciato a mettere radici in Vietnam e continuaa nutrire le giovani generazioni di vietnamiti. Non preoccu-patevi, ThAy in realtA d gin lA. Il governo del Vietnam d deltutto consapevole che ThAy b stato invitato in Cina dove hapotuto ponare insegnamenti e pratiche, e cib li mette a disa-gio. Ma la loro paura B troppo grande, e quindi se si vuolelare qualcosa si dovrebbe cercare di ridurre questa pauraconvincendoli che ThAy non ha intenzione di nuocere allapopolazione del Vietnam, che non ha ambizioni politiche,chc non vuole sfruttare la sua popolaritA fra la gente per ro-vcsciare il paese, per rovesciare il governo (ride).

Ci sono molte altre persone che stanno facendo tantissi-

s l'lrie h Nhat Hanh, seguendo una consuetudine dei maestri orientali, par-l.r s1x'sso di s6 in terza p€rsona.

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mo per la popolazione vietnamita: potreste aiutarle adiffondere gli insegnamenti di ThAy in Vietnam, aiutarle arecarsi in Vietnam a condividere il Dharma o a ponare aiu-ti umanitari. Queste persone non si limitano infatti a offrireai bambini e ai poveri del cibo e un tetto, ma sono anchepraticanti e compiono questi lavori come un sangha. Prati-cano i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza,e pratica-no la meditazione camminata e la meditazione seduta.Quando aiutano i poveri e i bambini condividono con loroanche la pratica. Sono stati distribuiti migliaia e migliaia diquaderni ai bambini, e questi, aprendoli, trovano sotto lacopertina la frase ulnspirando calmo il mio corpo, espiran-do sorridor. Non si tratta neppure di un insegnamentobuddhista. Gli interventi umanitari e sociali in Vietnam so-no una pratica, una pratica spirituale che aiuta lo sviluppodella comprensione. Aiutare queste persone significa quin-di aiutare anche il ritorno di ThAy in Vietnam. Io sono mol-to grato che i miei amici, che i miei studenti pensino aThAy, ma io vorrei dire loro che io non sofflro, che non misento frustrato in quanto sono in grado di fare qualcosa peri bambini e per le altre persone. Se guardate profondamen-te i volti dei giovani vietnamiti potete vedere ThAy.

Plum Village, New Hamlet, 29 dicembre 2002

evedi pp. l16-117.

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Nota del traduttore

Questo libro d una raccolta di insegnamenti orali. Alcune ripeti-zioni di parole a breve distanza nella stessa frase, cosl come latrattazione ripetuta di alcuni argomenti in contesti diversi, sonorrn preciso artificio di insegnamento. Eliminarle equivale a daretun andamento piir veloce al testo, togliendogli perd parte della suacl'ficacia didattica. Non considerando la scorrevolezza di letturatun valore in s€ e stimando molto la funzione formativa di questotipo di testo, si 0 ritenuto importante mantenere tali ripetizioni.

XV

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I

Da dove veniamo?Dove andiamcl?

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Nel mio eremo in Francia c'd un cespuglio di japonica, il me-Io cotogno giapponese. Di solito fiorisce in primavera, ma inun inverno dal clima piuttosto tiepido i boccioli erano com-parsi in anticipo. Una notte arrivd un'ondata di freddo eportb con s6 il gelo. Il giorno dopo, durante la meditazionecamminata, notai che tutti i boccioli del cespuglio eranomorti; mi venne da pensare: "A Capodanno non awemo ab-bastanza fiori per decorare I'altare del Buddha'.t

Poche settimane dopo il clima ricomincid a intiepidirsi.Camminando in giardino vidi nuovi boccioli: la japonicamanifestava un'altra generazione di fiori. Chiesi loro: oSie-te gli stessi fiori che sono morti per il gelo, o siete altri fio-ri?n. I boccioli mi risposero: "ThAy non siamo gli stessi enon siamo altri. Quando Ie condizioni sono sufficienti cimanifestiamo, quando le condizioni non sono sufficientitorniamo a nasconderci. E cosi semplice!".

E quello che ci ha insegnato il Buddha: quando le condi-zioni sono sufficienti le cose si manifestano;quando le con-dizioni non sono piu sufficienti le cose si ritirano in attesache arrivi il momento giusto per manifestarsi di nuovo.

Prima di darmi alla luce, mia madre era rimasta incinta

1 Il Capodanno vietnamita cade all'inizio della primave ra. (NdT)

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r l r rur rr l t ro bambino, ma poi aveva avuto un aborto e luirr , , ( . r . . t nato. Da piccolo le facevo r"_pa" questa domanda:t1' t ' l , r cra nr io rr i t . ' r to^o-"; ; ' ; ; i " .o. t ," cercava di ma-rr ir.sr.rsi ' que'a uorrar ra p". ir i 'p*-atura di un bambi-r., signif ica che re condizio;ir; ; ; ; ; sut ' icienti perch. sirrrrrni 'esri e quindi ir bimbo h;; i l di r ir irarsi, in attesa;jl.'.'-",;,1x,jlj,#:j'?.'': :'E ';;;;;; -". ne vada; tornerd[t;i:T::#H;,"":,''",',il"'1'if::"i:li::.,:'.T..^Til,() per arrivare -" T:,T*""";::ffi':ffi :TJ: #*lclnpor e mi sono ritirato?

Divenire nullaLa nosrra paura

lii q.TO" d che quando moriremo ndiven-rcrerno nu'au' Mortr di noi *no-Jo,nuinti che'esistenza,fi1;::,'Jl:,il;sia soro ;i;;;;';i uitu J. "o",i'ii.,'Iiu urm e n ro 0",,. *..ill!1'ffi ff ::ioolT,# iru ;i,i:che quando moriremo torneremo nel nulla; quindi siamopicni di paura per questo annientamento.I l B u ddh a concepisce'erir-ie-nri'ir,"u.,

-oao morto diver-s.: r'itiene che la uita e lo _o;;,Ju'o .o.,."rti, non realth.Pe nsare che siano tdi lq .;;l;,li"rj"", motto potenti checi fanno soffrire. rl Buddha ha il;;;;r. che non c? nasci_ta, non c? mofte; non cd

"""i.;;;;;cd andare; non cd lostesso, non cd altro e diu.rso;-non"a e ,n se permanente enon c'd annientamento: siamo noi a c."d"." che ci siano.Capire che non possiamo ".;";; ; l ;rutt i ci l ibera dallai:Hfi il ffTl"d:jH:. p;,;;;; god"r i;;i; ; ";_

fnn,ure una persona cara perdtttaSuccede lo stesso qu.lndo perdiamo una persona che amia-nr.. euando le condizi""i no;,;;;iir adeguate a soste_6

nerne la vita, la persona si ritira. Alla morte di mia madreho sofferto molto. A sette, otto anni ci 0 difficilc pcnsareche un giorno perderemo nostra madre; poi crcsciamo e fi-niamo tutti per perderla. Se sai come praticare, quando ar-riverd il tempo della separazione non soffrirai troppo: tirenderai conto molto presto che tua madre 0 ancora vivadentro di te.

Il giorno della morte di mia madre ho scritto nel diario:uNella mia vita d accaduta una grave disgraziao. Per pii diun anno, dopo la sua morte, ho sofferto molto. Una notte,perd, mentre dormivo nella capanna del mio eremo fra lecolline del Vietnam, mia madre mi comparve in sogno. Misedeva accanto e facevamo una bellissima chiacchierata; leiappariva giovane e splendida, con lunghi capelli sciolti. Eracosi piacevole starsene seduti li e parlarle come se non fos-se mai morta! Mi svegliai intorno alle due di notte con lasensazione di non avere mai perso mia madre: I'impressio-ne che fosse ancora con me era molto chiara. Allora ho ca-pito che I'idea di averla persa era, appunto, solo un'idea; inquel momento era owio: mia madre era ancora viva dentrodi me.

Aprii la porta e uscii. Il fianco della collina era bagnatodalla luce della luna. La collina era ricoperta di piantagionidi td; la mia capanna si trovava dietro il tempio, a met)pendio. Camminavo lentamente, nella luce lunare, attraver-so i filari di piante del te e notavo che la mamma era anco-ra con me: era Ia luce della luna, che mi accarezzava comeaveva fatto cosi spesso con quella tenerezza, quella dolcez-2a... splendido! Ogni volta che i miei piedi toccavano terrasapevo che la mamma era l) con me. Sapevo che questo cor-po non era solo mio, ma era la prosecuzione vivente di miopadre e mia madre, dei nonni e dei bisnonni, di tutti i mieiantenati. Quei piedi che vedevo come i omiei, in realti era-no i (nostri" piedi. Insieme, Ia mamma ed io stavamo la-sciando impronte nel terreno umido.

Da quel momento in poi l'idea di avere perso mia madresvani nel nulla. Bastava che mi guardassi il palmo della ma-

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f ff ), ( lfc sentissi unabrez.za sulla faccia o che guardassi lat.r r;r t hc avevo sotto i piedi per ricordarmi cheJ nria maclre('r;r \('ntpre con me, raggiungibile in ogni monlcnt().

Qrrando si perde una persona cara si soffrc; nra sc si sa()sscrvare in profonditd, si ha la possibilita di rcndcrsi con-t. che la vera natura di quella persona, in realt), i. la naturaclella non-nascita e della non-morte. Esiste la manill 'staz.io-nc ed esiste la cessazione della manifestazionc a{'finch6 siapossibile un'altra manifestazione. per riconoscere la nuovamanifestazione di una data persona devi essere nrolto at-tcnto e molto perspicace, ma con la pratica e con l,impcgnoci puoi riuscire.

Prendi per mano qualcuno che conosce Ia pratica, dun_que, e insieme fate una meditazione camminata. presta at-tenzione a tutte le foglie, a tutti i fiori, agli uccelli, alle goccedi rugiada; se riesci a fermarti

" a oss..uare in profondila sa-

rai in grado di riconoscere la persona amata che si manifestaancora e di nuovo in molte forme. Riabbraccerai la eioia divivere.

Nulla nasce, nulla muoreUno scienziato francese di nome Lavoisier ha dichiaratoche nnulla si crea e nulla si distrugge,. Nulla nasce, nullamuore' Non praticava come buddhista ma come scienziato,cppure scopri la stessa veritir che aveva scoperto il Buddha.

La nostra vera natura intrinseca d al di ld della nascita edella morte. Solo quando entriamo in contatto con la no_stra vera natura possiamo trascendere la paura di non esse-re, la paura dell'annientamento.

Il Buddha ha detto: una cosa si manifesta quando le con-dizioni sono sufficienti, e allora diciamo che esiste; quandomancano una o due condizioni , la cosa non si manifcstancllo stesso modo, e noi allora diciamo che non esiste. Sc-condo il Buddha, dunque, d un errore qualificare unil cosacome esistente o non esistente: in realti non c'D qualcosa disinr i le al la completa esistenza o al la completa inelsistcnz.a.

ti

possiamo rendercene conto facilmente se pensiamo allaradio e alla televisione. Possiamo trovarci in una strtnza incui non c'd n6 radio n€ televisione, ma sappiamo tutti che lospazio nella stanza d pieno di segnali: i segnali di qtrci pro-giammi riempiono liaria in ogni angolo' Basta utra solaiondizione in piD, una radio o un televisore, perchd appaia-no suoni, forme e colori' Sarebbe sbagliato dire che quei se-gnali non esistono perch6 non abbiamo una radio o un tele-iiro." per riceverii e renderli manifesti! Sembrano non

";ir;; solo perch6 cause e condizioni non sono sufficienti

p"r rendere manifesto questo o quel programma televisivo'! J.rr,q.t" in quel dato momento, in quella data stanza' noidiciamo che isegnali non esistono' Non b corretto dire chequalcosa rro.,

"rGt" solo perch6 non la percepiamo' E il no-

stro concetto di essere e non-essere a confonderci le idee; bil nostro concetto di essere e non-essere a farci pensare chequalcosa esista o non esista. Le nozioni di essere e di non-essere non possono venire applicate alla realtir'

Nd sopra nd sotto

E la stessa cosa con i concetti di sopra e sotto. Anche direche c'd un sopra d un sotto d sbagliato' Quello che b sottoper noi d sopra per qualcun altro da qualche altra parte'

Noi stiamo qui seiuti e diciamo che il sopra E la direzio-ne al di sopra della nostra testa e pensiamo che la direzioneopposta sia sotto. Coloro che siedono in meditazione dal-iiittu parte della terra non sarebbero d'accordo a dire cheq""il".ft" noi chiamiamo sopra sia dawero il sopra: per lo-io q""ffo d il soflo. Non stanno certo seduti sulla testa! Iaorr."tti di sopra e sotto, dunque, implicano sempre un es-;;; "l

di sopra di qualcosa o al di sotto di qualcosa; e leidee di sopra e sotto non possono essere applicate allarealtd dell'intero cosmo: sono soltanto concetti che ci aiuta-no a rapportarci all'ambiente che ci circonda' Sono concet-ti che ci danno un punto di riferimento, ma non sono reali:la realtb 0libera da ogni concetto e idea'

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l )rt t , ,rrt t ' t i di un concettoll llrrrltllr' ha esposto un'interessante parabola sulle idee e it , rnt r.tti. Un giovane commerciante tornd a casa c vidc chel';rbituzione era stata svaligiata e incendiata dai bancliti. Da-'rrrrti a cid che rimaneva della casa c'era un corpicino car-l'r'iz-zato; I'uomo pensd che si trattasse di suo figlio picco-lo. Non sapeva che suo figlio era ancora vivo, nbn sapevaclre dopo avere incendiato la casa i banditi si erano portati'ia il bambino. Nello stato di confusione in cui si rovava, ilcomnrerciante credeva che il corpo che vedeva li fosse quel-lo dcl figlio: piangeva, si batteva il petto e si strappuuo i .o-pclli dal gran dolore. PiD tardi dette inizio alla cerimonia dicremazione.

Quell'uomo aveva adorato il suo bambino, che era la suaragione di vita: ora ne sentiva cosi tanto la mancan za danon duscire a separarsi neanche per un attimo dalle sue ce-ncri. Luomo fece una borsa di velluto e vi mise re ceneri delpiccolo; e Ia portava con s6 giorno e notte senza mai sepa_rarsene, al lavoro come nel riposo. Una notte il bambinoriusci a sfuggire ai banditi e a raggiungere casa sua, che ilpadre aveva ricostruito; bussd eccitato alla porta, alle duedel mattino. Il padre, che stava piangendo sempre tenendo_si accanto la borsa con le ceneri, gridd: oChi d Id?,.

uSono io, sono tuo figlio!> rispose il bambino da fuori.*Ah, perfido, tu non sei il mio piccolo. Mio figlio d morto

tre mesi fa. Ho proprio qui con me le sue ceneri.o Il bimbocontinud a bussare piangendo sempre di pin. Implord piir epii volte di farlo entrare, ma il padre continud a rifiutarsidi aprirgli. Luomo era tenacemente aggrappato all,idea chcil suo bambino era morto e che quest'altro bimbo el.a un^persona senza cuore andata da lui per tormentarlo. Alla l'i_ne i l bambino se ne andd, e i l padre perse suo l ' igl io pcr.sempre.

I l Buddha ha detto: se r imanete prigionieri cl i rr. ' icleirconvinti che quella sia ola veritdn, perdete l'occasirrrc rli r.'-noscere la veritir. A quel punto anche se al:'ir,:r lrr vt.r'itir ilr

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persona e bussa alla vostra polta, vi rifiuterete di aprire lamente. Dunque state attenti, se siete vincolati a un'idca sui-la realth o sulle condizioni necessarie per la felicit)! Il Pri-rrro Addestramento alla Consap evolezza tratta proprio dcllaliberti dai condizionamenti mentali:

Consapevoli della sofferenza creata dal fanatismo e dall'in-tolleranza, siamo determinati a non vincolarci e a non idola-trare alcuna dottrina, teoria o ideologia, nemmeno quellebuddhiste. Gl i insegnamenti buddhist i sono mezzi che ciguidano, aiutandoci ad imparare a osservare in profonditd ea sviluppare Ia nostra comprensione e compassione' Non so-no dottrine per cui combattere, uccidere o morire'

Questa pratica intende liberarci dalla tendenza a esseredogmatici. Il nostro mondo soffre molto a causa del dog-,,-,o1irr.,o. Il Primo Addestramento alla Consapevolezza dimpoftante perchd ci aiuta a rimanere persone libere' La li-bertir d, sopra ogni altra cosa, libertd dai nostri concetti edalle nostre nozioni: se restiamo prigionieri di concetti enozioni possiamo far soffrire noi stessi e anche coloro cheamiamo.

Nd venire nd andareper molti di noi il dolore piir grande nasce dai concetti ditenire e andare. Noi pensiamo che la persona amata d venu-ta a noi da qualche parte e ora se n'd andata da qualche al-tra parte. La nostra vera natura, perd, d quella di non veniren6 andare. Noi non siamo venuti da nessuna parte e nonandremo da nessuna parte: quando le condizioni sono suf-ficienti ci manifestiamo;/quando non lo sono piir non cimanifestiamo piir. Questo non significa che non esistiamopitr: come le onde radio in assenza di una radio, semplice-mente non ci manifestiamo.

Non sono solo i concetti di andare e venire a non corri-spondere alla realtd. Lo stesso awiene per i concetti di esse-

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rl c cli non essere. Troviamo queste parole ncl Sutra dellal'r':rjnaparamita: *Ascolta, Shariputra: tutti i ft'nortrclr i sonot'uratterizzati dalla vacuiti. Non sono nd prodolti, ni. di-stmtti, [...] non aumentano n€ diminuiscono'.

Il significato del termine (vacuitar, qui, 0 mollo inrpor-tante: vacuitA significa innanzitutto essere vuoti di un st( se-parato. Nulla ha un s€ separato e nulla esiste in sc stesso.Se osserviamo attentamente le cose ci rendiamo conto chetutti i fenomeni, compresi noi stessi, sono composti. Noisiamo composti di altre parti: siamo fatti di nostra madre enostro padre, dei nostri nonni, del nostro corpo, dei senti-menti e delle sensazioni che proviamo, delle nostre forma-zioni mentali, della terra, del sole e di innumerevoli ele-menti di non-s6. Tutte queste parti dipendono da cause econdizioni. E evidente che tutto cib che d esistito, che esisteo che esisterh B interconnesso e interdipendente. Tutto cidche vediamo si d manifestato solo perch6 0 parte di qualco-sa d'altro, di altre condizioni che rendono possibile quellamanifestazione. Tutti i fenomeni non sono n6 prodotti n6distrutti perchd si trovano in un processo costante di mani-festazione.

Siamo abbastanza intelligenti da capirlo, forse; ma com-prenderlo con l'intelletto non basta: capirlo dawero fino infondo d essere liberi dalla paura. E raggiungere l'illumina-zione. E vivere nell'inter-essere.

Dobbiamo praticare questo tipo di osservazione profondaper nutrire la nostra comprensione risvegliata della non-na-scita e della non-morte nella vita di tutti i giorni. In questomodo possiamo realizzare il dono meraviglioso dell'inrpavi-diti, della non-paura.

Non ci servirh a niente limitarci a parlare dell'inter-esse-re come di una teoria. Dowemmo chiedere: 'Pez.zo di carta,da dove vieni? Chi sei? Con quale compito sei venuto? Dovestai per andare?u Possiamo chiedere alla fiamma: uFiam-ma, da dove vieni, dove vai?o. Ascolta bene le risyxrste. Lafiamma, il pezzo di carta rispondono con la loro prcscnz.a:per poterne sentire la risposta dobbiamo sol(anto ()sscrv:rre

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in profonditA. La fiamma ci sta dicendo: .Non vengo daneSSUna Pafte). , , r . . t ! : - -^- ."-ti".r,i

sarebbe stata anche la risposta dei fiori di japoni-

.^,-ttott *.u"o n€ gli stessi, n6 altri e diversi' Non venivanoda nessuna parte, non andavano da nessuna parte' Non d.9-

wemmo essere triJ se perdiamo un bambino prima della

nascita: d successo perch6 le cause e condizioni non erano."ffi.i""ri perch€ lui arrivasse proprio quella volta' Tor-

nerd.

IA t"is t ezza viene dall' ignoranza

Il Grande Essere Avalokiteshvara2 era un discepolo delBuddha. Un giorno era immerso in un processo di com-p*"ti."" p.Jf"nda quando allimprowiso percepl che ogni

i.tu e priva di un s6 separato' Rendersene conto lo portd a

strp"rut" ogni ignorurri'u, il che significa trascendere ogni

sofferenza.Osservando in profonditi anche noi dovremmo vedere

che non c'd nascita e non c'd morte; non c'd n€ venire n6 an-

dare; non c'd n6 essere n6 non-essere; non c'd n€ s/esso n6

altro.E uno spreco terribile non imparare questa pratlca-: pos-

siamo impararne -olt"

altre, per riay.t* latistezza e la sof-

terenza,ma l'essenza della saggezza illuminata d proprio l'in-il;i; profonda della non-niscita e non-morte' Una voltaraggiunta questa comprensione non abbiamo piil paura: ci

;;"tti;;; gid".", alloia, I'immensa eredita che i nostri ante-nati ci hanno trasmesso' Dowemmo ritagliarci il tempo' nel-

la vita quotidiana, per praticare questi insegnamentl proron-di e meravigliosi.

2 I grandi esseri, o esseri risvegliati, in sanscrito bod, isattva,sono figure di ri-

lievo del buddhismo #;;;;;;;;"'i titu"gtiuti che hanno rinunciato alla

dissoluzione finate .,"f nifina per rimaner" fra I viventi e aiutarli a raggiun-

sere l'illuminazione. Ognuno diessi incarna una virti particolare' (NdZ)

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ll t : 7 tt' t I are le nostre manifestaZioniSt ' ,sservi un amico o un'amica con gl i occhi dcl rrrcr l i tanteprroi vedervi tut te le generazioni dei suoi antcnl t i . srrr .ai al-l()ra pieno di rispetto per gli amici e per il tuo stcsso col.po,perchd vedrai il loro e il tuo corpo come le sacrc clirrrrrc critutti i nostri antenati.

Vedrai anche che il nostro corpo d la sorgelrte cli trrttc legenerazioni future. Non lo danneggiamo, per-chi, non sareb-be gentile nei confronti dei nostri discenclenti; non faccia-mo uso di droghe e non mangiamo o beviamo sostanze checontengano tossine o che nuocerebbero al corpo: la com-prensione profonda del processo di manifestazione ci aiutaa vivere in modo sano, limpido e responsabile.

E lo stesso per le idee di dentro e l-uori. Dicendo che ilBuddha d in noi, o che i nostr i genitor i sono in noi, nonpossiamo applicare quest'idea di dentro e fuori: solo quan-do ci liberiamo di tutte queste idee la realtd pud appariie, larealtd del nirvana. Quando tutte le idee di d e non d, sonostate estinte, allora la realtd si manifesta.

Non c'D nulla come I'esperienza

Possiamo usare un esempio facile da comprendere comeun mandarino o un frutto di durian..l A una persona chenon ha mai mangiato un mandarino o un durian non ricscia descr ivere la realt i d i questo o quel f rut to, per quant iesempi o metafore tu possa offrirle. puoi fare una cosa sola:dargliene I'esperienza diretta. Non puoi dire: nDunquc, ve-diamo, il durian somiglia un po'al ftutto dell'all;ero clcl pa-ne o a una papaiao. Non puoi dire niente chc dcscriva l,c_sperienza di un frutto di durian. Il durian va al di k\ cli rsniidea e nozione. Lo stesso vale per un mzrnclarin.: sc n(), ne

I Frutto comune nel sud-est asiat ico, similc al n)i l l rrr(), trul prrr lrrrrro irrrt ,rr-sissimo. (Nd?')

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hai mai mangiato uno, per quanto l'altro ti voglia l'rene e sisforzi di farti capire il sapore del mandarino non ci riuscirirmai con una descrizione. La realt) del mandarino c al di lirdelle idee. Lo stesso vale per il nirvana: la realt) va al cli l idelle idee. Quello che ci fa soffrire sono le idee che abbiarnosul nirvana: l'unico modo per conoscerlo d l'esperienza di-retta.

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I I

La paura pitr grande

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Abbiamo paura della morte, abbiamo paura della separazio-ne, abbiamo paura del nulla. In Occidente le persone hannomolta paura del nulla. Anche quando sentono la parola ua-cuitd si spaventano molto, mavacuitd non significa altro che<estinzione delle ideer. VacuitA non d l'opposto di esistenza,non 0 il nulla, l'annientamento. Dobbiamo rimuovere l'ideadell'esistenza e anche quella della non-esistenza; il concettodi vacuitA € uno strumento che ci aiuta a realizzarlo.

La realtd non ha niente a che fare con l'esistenza e lanon-esistenza. Quando Shakespeare dice nEssere o non es-sere, questo d il problemao, il Buddha risponde uEssere onon essere, non d questo il problemar. Essere e non esseresono soltanto due idee, l'una opposta all'altra: non sonouna realth e non descrivono la realti.

La comprensione profonda, I'intuizione risvegliata, rimuo-ve non solo il concetto di permanenza ma anche quello diimpermanenza. Lo stesso vale per il concetto di vacuiti. LavacuitA d uno strumento, se vi lasciate imprigionare nel con-cetto di vacuith siete perduti. Nel Ratnakuta Sutrat il

I Sutra in sanscrito significa .discorsoo. Per estensione nel buddhismo si-gnifica discorso di insegnamento del Buddha o a lui attribuito. RatnakutaSalra d il Sutra dell'apice della gemma. (NdI)

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lhrtlclha ha detto: oSe siete prigionieri delle iclec cli cssere en()n-cssere, il concetto di vacuiti vi pud aiutlu.c n lil lcr-arvi;nla se siete prigionieri del concetto di vacuitir, 1.rr.r.voi llon c'Oalcuna speranza>. Linsegnamento della vacuitu i' rnr<l stru-mento che vi aiuta a raggiungere la comprensionc pnrlondadella vacuitA; se scambiate lo strumento pcr la conrpr-cnsionestessa, per6, cadete prigionieri di un'idea.

Se vi siete fatti un concetto del nirvana, qucl concctto do-webbe essere rimosso. Il nirvana r! vuoto di ogni colrcctto,compreso il concetto stesso di nirvana. Se sir.tc pr.igionieridel concetto di nirvana r,uol dire che non avctc anc()r-.1 rag-giunto il nirvana. Questa intuizione profoncla, questa sco-perta, ha portato il Buddha al di ld della paur-a, al di l:\ dcl-I'ansia e della sofferenza, al di ld della vita e clclla mone.

Bruciare i concetti

Quando hai un fiammifero sei in condizione di poter accendereun fuoco. Se dura a sufficienza, la f iamma gcnerata da quelfiammifero lo brucerA per intero. Il fiarnrnil'cr o dunque di ori-gine al fuoco, ma lo stesso fuoco poi lo bnrci:r fino in fondo.Linsegnamento dell'imperrnanenza d la stcssa cosa, perchd ciaiuta a raggiungere la comprensione risvegliata dell'imperrna-nenza, e poi sara proprio l'intuizione pr.ofoncla clcll'imperrna-nenza a bmciare fino in fondo la nostm idca cli inrpcrnrancnza.

Dobbiamo andare al di ld dell' idea di pcrrnancrrza; dob-biamo andare al di li anche dell' idca di irnyrcr.rnancnza: al-lora riusciamo a entrare in contatto con il lri lviuur. Lo stcs-so vale per i l non-s6. I l non-s6 d i l f iamrni l 'crrr chc ci uiutaad accendere il fuoco dell' intuizione prolirnclu clt.l norr-sei;sard poi la comprensione risvegliata del rrolr-si. rr br-rrcilrr.eper intero il fiammifero stesso, I' idea dcl non-stl.

Praticare non significa immagazzinarc unil l lnrn tpurrrtit:)di idee sul non-s6, sull ' impermanenzil, strl nir-r'lurlr () \rr (lrra-lunque altra cosa: per fare questo basta un lt.1ristr.lrtor.t.. Lostudio o la pratica del buddhismo non consistt. rrr.l prrr lrrr t' diidee, nel distr ibuir le in giro. Possianro i rrrdrrr t . rr strr t l i r rr . t , i l

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buddhismo in un'universiti, ma vi impareremo soltanto ideee teorie. Noi vogliamo andare al di ld delle idee c r:.rggiungereuna vera comprensione profonda che faccia un [al<) cli ttrtte lenostre idee e ci aiuti a essere liberi.

Dov'i il nintana?Guarda una moneta. Una faccia d detta testa, l'altra E dettacroce2. Una parte non pud esistere senza I'altra; il metallodi cui sono fatte le contiene entrambe. Senza il metallo ledue facce non esisterebbero. I tre elementi, testa, croce emetallo, inter-sono. Potremmo dire in un certo senso che ilmetallo E qualcosa di simile al nirvana e che testa e crocesono qualcosa di simile alla manifestazione dell'imperma-nenza e del non-s6. Tramite la comparsa ora della testa oradella croce puoi entrare in contatto con la presenza del me-tallo e riconoscerla. In modo analogo, I'osservazioneprofonda della natura dell'impermanenza e del non-s6 tipud mettere in contatto anche con la natura del nirvana.

La dimensione assoluta del nirvana non pud essere separa-ta dalla dimensione storica. Quando entri in contatto profon-do con la dimensione storica tocchi anche la dimensione as-soluta. [,a dimensione assoluta d sempre dentro di te. Per unpraticante d molto importante entrare in contatto con la pro-pria intrinseca natura di impermanenz e non-s6: se ci riescefino in fondo raggiungerd anche il nirvana e sarA definitiva-mente libero dalla paura. A quel punto pud cavalcare le ondedella nascita e della morte sorridendo serenamente.3

2In italiano questo modo di dire si d diffuso nei primi tempi del Regno d'I-talia, quando le monete riportavano sulla faccia anteriore l'effigie del re odella regina e sulla faccia posteriore lo stemma sabaudo che ha al centro,appunto, una croce. (NdZ)3 BeUa immagine, coniata da un maestro zen giapponese in California, pa'tria del surf, dove fu fondato, all'inizio degli anni Settanta, il primo centrodi pratica zen in Occidente: l'illuminato d colui che felice e imperturbabilecavalca le onde della nascita e della morte.

,NI?1

2l

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I tt tlimensione storica e la dimensione assolutaNt'lla vita quotidiana noi consideriamo la realtr\ in tcrminit l i cl imensione storica, ma possiamo consider.rc la stessarcalti anche in termini di dimensione suprcma o assoluta.La realtd si pud manifestare nella dimensionc storica oppu-re nella dimensione assoluta. Lo stesso valc pcr noi: abbia-mo interessi quotidiani, nstoriciD, ma ognuno di noi ha an-che interessi "assolutir.

Quando cerchiamo Dio o il nirvana o la pace pii profon-da ci stiamo occupando dell'assoluto. Non ci interessanosolo i fatti della vita quotidiana, la fama, il profitto, Ia posi-zione sociale, i progetti che abbiamo; ci interessa anche lanostra vera natura. Meditare a fondo significa cominciare asoddisfare i nostri interessi nel campo dell'assoluto.

I* onde sono acquaGuardando la superficie del mare puoi vedere le onde chesalgono e scendono. Le puoi descrivere con aggettivi: alta obassa, grande o piccola, pii o meno vigorosa, pii o menobella. Puoi descrivere un'onda in termini di inizio e di fine,di nascita e morte; questo pud essere paragonato alla di-mensione storica, perch6 € nella dimensione storica che cisi occupa di nascita e morte, piir potere o meno potere, pir)bellezza o meno bellezza, inizio e fine e cosi via.

Osservando in profondita vediamo anche che le onde,allo stesso tempo, sono acqua. un'onda potrebbe mettersia cercare la propria vera natura. Potrebbe soffrire di qual-che paura, avere qualche complesso, potrebbe dirc: uNonsono grande come le altre onden, osono depressa,, uNonsono bella come le altre onder, ,.Sono nata e d<lvrr) nror-i-re,. Londa potrebbe soffrire di tutte queste cosc, di qucstcidee; ma se si china e tocca la propria vera natura si rcndeconto di essere acqua. Allora tutte le paurc c i cornplcssiscompaiono.

Lacqua b libera dalla nascita e morte di un'onda. llacqua

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E libera da alto e basso, piir bello o meno bello. Ptroi parlarein termini di pin bello e meno bello, alto o basso, solo separli di onde; per quel che riguarda I'acqua tutti qr'rcsti con-cetti non hanno alcun valore.

La nostra vera natura 0 di non-nascita e non-mone. Perentrare in contatto con la nostra vera natura non occorreche andiamo da nessuna pafte: l'onda non deve mettemi acercare I'acqua, perch€ d gii acqua. Noi non dobbiamo cer-care Dio, non dobbiamo cercare la dimensione assoluta o ilnilana, perch6 noi siamo il nirvana, siamo Dio.

Tu sei cid che stai cercando. Sei giA quello che vuoi di-ventare. Puoi dire all'onda: nCarissima onda, tu sei acqua,non serve che tu vada in giro a cercare I'acqua. La tua natu-ra intrinseca d di non-discriminazione, di non-nascita, dinon-morte, di non-essere e di non non-essere)).

Pratica come un'onda. Datti i l tempo di osservare inprofonditd dentro di te e di riconoscere che la tua d una na-tura di non-nascita e non-morte; cosi facendo puoi aprirtiun varco verso la liberti e I'assenza di paura. Questo meto-do di pratica ci aiuterh a vivere senza paura e a morire inpace senza rimpianti.

Se porti in te un lutto profondo, se hai perso una personacara, se sei pervaso dalla paura della morte, dell'oblio e del-l'annientamento, ti prego, raccogli questo insegnamento emettiti a praticare. Se pratichi bene sarai in grado di guar-dare la nuvola, la rosa, il sassolino o tuo figlio con quellosguardo che ci ha trasmesso il Buddha; entrerai in contattocon la vera natura della realtir: la natura di non-nascita enon-mone, di non-anivo e non-partenza. Questo pud libe-rrirti dalla paura, dall'ansia, dal dolore; allora potrai avereproprio quella pace che ti rende forte e stabile, che ti fa sor-ridere agli awenimenti che accadono. Vivere in questo mo-do ti permetterh di aiutare molte persone intorno a te.

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l\n"(ti prima di nascere?A volte qualcuno ti chiede: nQuand'B il tuo compleanno?o.aI'otresti porti una domanda pii interessante: uDov'ero pri-rna del giorno in cui si dice che io sia nato?,.

Chiedi a una nuvola: uQual d la tua data di nascita? Pri-ma di nascere, dov'eri?".

Se chiedi a una nuvola oChe et) hai? Puoi dirmi quandosei nata?>, con l'ascolto profondo forse sentirai la sua rispo-sta. Puoi immaginare la nascita della nuvola: prima di na-scere era l'acqua superficiale dell'oceano, oppure era il fiu-me, poi d diventata vapore. Era anche il sole, perch€ d ilsole a produrre il vapore. Poi c'd anche il vento che ha aiu-tato l'acqua a diventare una nuvola. La nuvola non vienefuori dal nulla: si d verificato un cambio di forma, ecco tut-to. Non d nata dal nulla.

Prima o poi la nuvola si trasformerA in pioggia o in neveo in ghiaccio. Se osservi a fondo la pioggia puoi vedervi lanuvola. La nuvola non E andata persa: si d trasformata inpioggia, e la pioggia si E trasformata in erba e I'erba in muc-che e poi in latte e poi nel gelato che stai mangiando. Se og-gi mangerai un gelato, datti il tempo di guardarlo e di dir-gli: "Ciao, nuvola, ti riconosco!>. In questo modo raggiungila comprensione profonda della vera natura del gelato edella nuvola. Nel gelato puoi vedere anche il mare, il fiume,il calore, il sole, I'erba e la mucca.

Se osservi in profonditA non vedi una data di nascita nduna vera e propria data di morte della nuvola: succede soloche la nuvola si trasforma in pioggia o in neve. Non c'd unavera e propria morte perch6 c'E sempre una prosecuzione.Una nuvola d la prosecuzione del mare, del fiume e del ca-lore del sole, e la pioggia 0 la prosecuzione della nuvola.

c Nell'originale la relazione fra questa domanda e lc fiasi srrt'r'cssivc I piirstretta: ocompleanno' in inglese dbirthday,lettcralnrcntc rgi()nr() dcl la na-5s1ta,. (Ndr)

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Prima di nascere la nuvola c'era gid; oggi, quando berraiun bicchiere di latte o una tazza di tb o mangerai un gelato,sei invitato a seguire il respiro, ad osservare in profonditi iltb o il gelato e a dire ciao alla nuvola.

Il Buddha si concedeva il tempo di osservare in profon-diti; possiamo farlo anche noi. Il Buddha non era un Dio,era un essere umano come noi; soffriva anche lui, ma hapraticato e cosi ha superato la propria sofferenza. Aveva ins6 comprensione profonda, saggezza e compassione: eccoperch6 diciamo che d il nostro maestro e fratello.

Se abbiamo paura della morte E perchd non abbiamo ca-pito che in realti le cose non muoiono dawero. La gente di-ce che il Buddha d morto, ma non d vero: il Buddha d anco-ra vivo. Guardandoci intorno lo possiamo vedere in molteforme. Il Buddha d in te perch6 sei stato capace di osserva-re in profonditd e di vedere che le cose non sono realmentenate e che non muoiono. Possiamo dire che tu sei una nuo-va forma del Buddha, una prosecuzione del Buddha. Nonsottovalutarti: guardati un po'intorno e vedrai ovunque laprosecuzione del Buddha.

Sono lo stesso oio, che ero ieri?Ho una foto di quando ero un ragazzo di sedici anni. E unafoto di <fiI€r? Non ne sono del tutto sicuro. Chi C quel ra-gazzo? E la stessa persona che sono io o d un'altra persona?Osserva in profonditi prima di rispondere.

Molti rispondono che il ragazzo della foto e io siamo lastessa persona. Se quel ragazzo d la stessa p€rsona che sonoio, perch6 ha un aspetto cosl diverso? Quel ragazzo d anco-ra vivo o d morto? Lui non d me e non d neanche un'altrapersona. Altri guardano quella foto e pensano: quel ragazzonon c'd piir.

Una persona d fatta di corpo, sensazioni, percezioni, for-mazioni mentali e coscienza; tutte queste cose sono cam-biate, in me, da quando d stata scattata quella foto. Il corpodelragazzo nella foto non d uguale al mio corpo, ora che ho

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\ul)('r'ato la settantina. Le sensazioni sono divcrsc, le perce-zioni sono molto diverse. E come se io flossi una personatlcf tutto diversa da quel ragazzo., ma se non fosse csistito ilr^gazzo della foto, non esisterei neanch'io.

Io sono una prosecuzione, proprio comc la pioggia d laprosecuzione della nuvola. Se osservi in prolirnditi\ la foto-grafia puoi gie vedermi come uomo anziano, non c'd biso-gno che aspetti cinquantacinque anni. Quando la pianta dilimone d in fiore forse non vedi alcun frutto; ma se osserviin profonditi puoi vedere che i frutti ci sono gi), occorresolo un'altra condizione per avere i l imoni: il tempo. I limo-ni ci sono gii; tu vedi solo i rami, le foglie e i l iori, ma se ledai un po'di tempo vedrai la pianta esprimcrsi anche sottoforma di limoni.

Girasoli in aprile

Se venite in Francia in aprile non vedetc alcun girasole. Inluglio perd tutta la zona intorno a Plum Village ne C piena.Dove sono i girasoli, in aprile? Se venite a Plum Village inaprile e osservate in profonditA, vedrete i gir.asoli. I contadi-ni hanno arato la terra e seminato i girasol i , manca soloun'al tra condizione perch6 si mostr ino i l ' ior i : i g irasol istanno aspettando il calore di maggio e di giugno. Ci sonogid, ma non si sono manifestati pienamcnte .

Osserva in profonditi una scatola di l ' iamnrileri. Vi vediuna fiamma? Se la vedi, sei gid il lunrinato. Qrranclo guar-diamo a fondo una scatola di f iammifcr. i r ,ccl iamo che lafiamma c'd giir: per manifestarsi ha bisogno solo clel movi-mento del le di ta di qualcuno. Diciamo: .Car-u l ianrma, soche sei li. Ora ti aiuterd a manifestafli,,.

La f iamma d sempre stata nel la scatola r l i l iarrr lni{er i , eanche nell'aria. Se non ci fosse ossigeno cssa n()n potr-ebbeesprimere se stessa. Se accendi una candcla r.copl-i Ia liam-ma con qualcosa, questa si spegner) pcr nl:.rncarrza di <lssi-geno. Non possiamo dire che la fiamma c clt.rrtr o la scatoladi f iammifer i , n6 che d fuor i dal la scarolrr . l , i r l iarnnra d

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dappertutto nel tempo e nello spazio e nella coscienza. Lafiamma d dappertutto, in attesa di manifestarui, e noi siamouna delle condizioni che la aiuteranno a manifestarsi. Tut-tavia se ci soffiamo sopra potremmo aiutare la fiamma asmettere di mostrarsi. Il nostro respiro, quando soffiamosulla fiamma, d la condizione che fa cessare la manifesta-zione della fiamma nella sua forma ofiammau.

Con quel fiammifero possiamo accendere due candele;poi ci soffiamo sopra e lo spegniamo. Pensi che la fiammadel fiammifero sia morta? Non d nella natura della fiammanascere o morire. La questione d: la fiamma delle due can-dele B la stessa fiamma o sono due fiamme diverse? Non dla stessa e non 0 un'altra. Ora una seconda domanda: lafiamma del fiammifero d morta? E morta e non morta. Nond nella sua natura morire, come non lo d nascere. Se lascia-mo accese le candele per un'ora, la fiamma rimarrA semprela stessa o sard un'altra? Lo stoppino, la cera e I'ossigenosono sempre diversi. La parte dello stoppino e la cera chestanno bruciando sono in continua trasformazione. Se que-ste cose si trasformano, anche la fiamma sard in trasforma-zione. Cosi la fiamma non d la stessa ma non d nemmenoun'altra.

L' esis tenza non i I'opposto dell'annient omentoLidea che abbiamo dell'esistenza d che sia l'opposto dell'an-nientamento. Nulla di concreto, non pitr dell'idea di destra esinistra. Guarda una penna: possiamo rimuovere del tuttola sua estremita destra? Se tagliamo via con un coltellometd della penna, la parte che resta awd ancora un'estre-mitd destra. I partiti politici di destra e di sinistra sono im-mortali: non possono essere rimossi: finch6 c'd una corren-te di destra, c'd anche una corrente di sinistra.

Per questo coloro che si trovano a sinistra, nell'arco po-litico, dovrebbe desiderare che quelli di destra ci siano ineterno: se togliamo la destra allo stesso tempo dobbiamotogliere anche la sinistra. Il Buddha ha detto: nQuesto d

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f)(.rchd quello b. euesto si manifesta perch6 quello si drnanifestatoo. Questo b l'insegnamento del Bucklha riguar-r lo al la creazione del mondo. Si chiama l ' inscgnamentodcl la co-or ig inazione. La f iamma c'd perchi . c i sono ifiammiferi; se non ci fossero i fiammiferi, non ci sarebbela fiamma.

La risposta i all'internoDa dove viene la fiamma? Che origine ha? Dovremmo prati-care l'osservazione profonda, su questa domanda. Ma deviproprio sederti nella posizione del loto, per trovare la rispo-sta? Sono sicuro che I'hai gid dentro di te: upcr manifestar-si, la fiamma sta solo aspettando una condizionc ulteriore,.II Buddha ha detto: tutti hanno in s6 la natura di Buddha.La natura di Buddha d la capacitd di comprcndcre e toccarela nostra vera natura. La risposta d gii dcntro di te, nonpud dartela un maestro. Un maestro ti pud solo aiutare amettert i in contatto con la tua natura r isvcgliata, con lagrande comprensione e compassione chc hai dentro. I lBuddha ti invita a essere in contatto con la sa1gezza che giihai in te.

Molti di noi chiedono: oDove si va quando si muore? Checosa succede, quando si muore?r. Gli amici che hanno per-so una persona cara ci chiedono: oDov'O ora il mio amore?Dov'd andato?>. I filosofi domandano: nDa dove provienel'essere umano? Da dove proviene l'universo, o il mondo?r.

Quando osserviamo in profonditd vediamo che una cosasi manifesta quando tutte le condizioni sono sufl'icicnti. Cidche si manifesta non proviene da nessuna parlc. E quandouna manifestazione cessa, non va da nessuna partc.

CreazionenCreareo a quanto pare significa che dal nulla all'improwi-so c'd qualcosa. Alla parola (creazione, io prclel-isco la pa-rola omanifestazione>. Osserva in profondit:\ c potrai com-

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prendere la creazione in termini di manifestazione. Possia-mo comprendere una nuvola in termini di manil'estazionedi qualcosa che c'E sempre stato, e I'acqua come la l'ine del-la manifestazione (nuvola,,; al lo stesso modo possiamocomprendere gli esseri umani, e perfino tutto cid che abbia-mo intorno, come una manifestazione che b sorta da qual-che parte e che non andrA da nessuna parte. uManifestazio-ne> non b l'opposto di "distruzioneo: una manifestazione silimita a cambiare forma. Comprendere la nostra vita e I'u-niverso intero come manifestazioni pud darci una grandis-sima pace. Se stai piangendo la perdita di una persona ca-ra, questo discorso E un invito a guardare in profonditA ealleviare il tuo dolore.

Alcuni teologi hanno detto che Dio d il fondamento del-I'essere; ma di quale essere? Non di quell'essere che sta inopposizione al non-essere. Se si tratta del concetto di essereopposto al non-essere, quello non b Dio. Dio trascende ogniconcetto, incluso quello di ncreazione> e udistruzioneo. Seosservi a fondo il concetto di creazione tenendo a mente cidche hai intuito del processo di manifestazione, scopri quan-to sia profondo l'insegnamento sulla creazione. Scopri chenon c'd niente che nasce e niente che muore: c'B solo la ma-nifestazione.

T?ovare sollievoDi solito ci si rivolge a una pratica spirituale, a una chiesa,a una sinagoga, a una moschea o a un centro di meditazio-ne per trovare sollievo dal dolore e dal lutto. Il pin grandesollievo, perd, lo si ottiene se si b capaci di entrare in con-tatto con la dimensione assoluta. Nell'ebraismo e nel cri-stianesimo la si pud chiamare "Diou. Dio d la nostra veranatura, la vera natura di non-nascita e non-morte. Per que-sto se sapete avere fede in Dio, e avere fede nella vostra veranatura, la paura e il dolore se ne andranno.

All'inizio potreste pensare Dio come una persona; ma<p€rson&> d l'opposto di onon-persona>. Se pensate a Dio in

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f ttt'rrrrini di nozioni e concetti, non avete anc()ra scoperto lart 'rr l t ir di Dio. Dio trascende tutt i i concett i clrc 1-rossiamolrvcl'c di lui, Dio non E nd una persona nC una n()n-pcrsona.[Jn'onda, nella sua ignoranza, d soggetta al la pntrra dellanascita, della morte, dell 'alto e del basso, del piu bello omeno bello, dell'invidia delle altre onde. Ma se un'onda dcapace di entrare in contatto con la sua vcril natul'a, la na-tura dell'acqua, e sa di essere fatta d'acqua, alklra <;gni suapaura, ogni sua invidia svanisce: l'acqua non i' soggetta anascita e morte, non conosce n6 alto nd basso.

CauseGuardiamo un fiore, un tavolo o una casa: la casa, per esi-stere, dev'essere stata costruita da qualcuno, i l tavolodev'essere stato fabbricato da qualcuno: cosi almeno pen-siamo. Abbiamo la tendenza a cercare la causa che ha datovita alla casa, la causa che ha fatto nascere il tavolo. Arri-viamo alla conclusione che la causa della casa dev'essere ilcostruttore, il muratore o il carpentiere. Qual d la causa deltavolo? Chi ha creato il tavolo? Un falegname. E chi d ilcreatore del fiore? La terra, il contadino o il giardiniere?

Il concetto di causa che abbiamo in mente e\ molto sem-plicistico: pensiamo che una sola causa sia sufficiente pergenerare quello che c'd. Con la pratica dell'osservazioneprofonda scopriamo che una causa sola non pud mai esseresufficiente a generare un effetto. Il falegname non I I'unicacausa del tavolo. Se il falegname non possedesse oggetti co-me i chiodi, la sega, il legname, tempo e spazio, cibo damangiare, un padre e una madre che l'hanno messo al mon-do e un gran numero di condizioni, non sarebbe in grado diportare all'esistenza un tavolo. Le cause, in realt), sono in-finite.

Quando guardiamo un fiore vediamo la stessa cosa. Ilgiardiniere d solo una delle condizioni; occorrc che ci sianola terra, la luce del sole, la nuvola, il concime, il seme e mol-tissimi altri elementi. Se osservi in profondit) vedi che I'u-

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niverso intero si b radunato per aiutare il fiore a manife-starsi. Se osservi in profondit) una delle carote che mangi apranzo, vedi che l'universo intero si d radunato pcr aiutarequella carota a manifestarsi.

Se continuiamo a osservare in profonditir scoprianro cheuna causa d allo stesso tempo anche un effetto. Il giardinie-re b una delle cause che hanno contribuito alla manifesta-zione del fiore; ma anche lui, a sua volta, d un effetto. Ilgiardiniere infatti si d manifestato grazie ad altre cause: an-tenati, padre, madre, insegnanti, posti di lavoro, societir, ci-bo, medicine e abitazioni. Come il falegname, anche il giar-diniere non d soltanto una causa, d anche un effetto

Con l'osservazione profonda scopriamo che ogni causa dallo stesso tempo anche un effetto. Non pud esistere qual-cosa di definibile come <causa primao. Con la pratica del-l'osservazione profonda possiamo scoprire molte cose; senon siamo vincolati a nessun dogma o concetto siamo libe-ri di fare le nostre scopefte.

Non c'C una causa pimaAlla domanda: uQual d la causa di ogni cosa?u il Buddha ri-spondeva con parole molto semplici; diceva: uQuesto d per-ch€ quello d'. Significa che ogni cosa, per potersi manife-stare, conta su ogni altra cosa. Un fiore, per manifestarsi,deve contare su elementi di "non-fioreo. Se osservi inprofonditd il fiore puoi riconoscervi gli elementi di non-fio-re. Guardando il fiore riconosci l'elemento (luce solareo:ecco un elemento di non-fiore. Senza luce solare un fiorenon si pud manifestare. Guardando il fiore riconosci I'ele-mento (nuvola): ecco un altro elemento di non-fiore. Senzanuvole un fiore non si pud manifestare. Sono essenziali an-che altri elementi come i minerali, il terreno, chi lo coltivaeccetera: una moltitudine di elementi non-fiore si raduna-no allo scopo di aiutare il fiore a manifestarsi.

Ecco perch€ al termine ucreazioneD preferisco nmanife-stazione>. Cid non significa che non dowemmo mai usare la

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l):u'()la (creazione): certo che possiamo farlo, ma dowemmot rrpil 'c che ocreazione, non significa fare qualcos:r dar nulla.ll c'r'eato non 0 qualcosa che possa essere dirt-tt,, c [inire innulla- Mi piace molto I'espressione (meraviglioso divenireo:d molto vicino al vero senso della parola ncreazione,.

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pratica dell'osservazionepro[oncla

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I);

Tutte le pratiche autentiche del Buddha contengono in s6tre insegnamenti essenziali detti Sigilli del Dharma:r l'im-permanenza, il non-sd e il nirvana. Proprio come i docu-menti legali di estrema importanza portano il sigillo o lafirma di un testimone, tutte le pratiche autentiche delBuddha portano il sigillo di questi tre insegnamenti.

Se osserviamo il primo Sigillo del Dharma, l'imperma-nenza, ci rendiamo conto che il termine non significa solo(tutte le cose cambianou. Guardando la natura intrinsecadelle cose notiamo che nulla rimane invariato, nemmeno indue attimi successivi. E poich€ non c'd nulla che rimangaimmutato di attimo in attimo, non c'd nulla che abbia un'i-dentitd fissa, un sd permanente. Nell'insegnamento dell'im-permanenza, dunque, vediamo sempre l'assenza di un s6immutabile. Questo viene chiamato (non-s6>. La libertir dpossibile proprio perch6 le cose sono in continua trasfor-mazione e non hanno un s6.

Il terzo Sigillo del Dharma e il nirvana. La parola nirvanasignifica alla lettera (estinzione di ogni concetto),; nirvanainfatti d soliditA e libertir, liberti da ogni idea o nozione.

I Dlwnna (sanscrito) in questo contesto significa "l'insieme degli insegna-mcntiu. (Nd7')

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l.'osscrvazione profonda dell'imperrnanenza conduce allascoperta del non-sd; la scoperta del non s6 concluce al nirva-na. Il nirvana C il Regno di Dio.

ImpermanenzaPraticare e comprendere l'imperrnanenza non s()no solo altrimodi di descrivere la realtA: sono strumenti chc ci aiutano nelprocesso di trasform azione, guarigione ed e ma n c i pazi o ne.

Impermanenza significa che attimo dopo attimo tuttocambia e nulla rimane lo stesso. E nonostante qucsto conti-nuo cambiamento, le cose non possono ancora essere de-scritte precisamente come uguali o diverse da cid che eranoun attimo fa.

Se oggi facciamo il bagno nel fiume in cui ci siamo ba-gnati ieri, quello & lo stesso fiume? Eraclito ha detto chenon possiamo entrare due volte nello stesso fiume. Avevaragione: l'acqua del fiume, oggi, t totalmente diversa dal-l'acqua in cui ci siamo immersi ieri. Eppure il fiume d lostesso. Confucio, fermo sulla riva di un fiume a guardarloscolTere, disse: oOh, scorre cosi giorno e notte, senza fineo.

tintuizione dell'impermanenzaciaiuta ad andare al di la diqgni concetto. Ci aiuta a vedere che il fiume non d lo stesso manon 0 nemmeno un altno. Ci mostra che la fiamma della can-dela che abbiamo acceso e messo sul comodino prima di an-dare a dormire non 0la stessa fiamma che bnrcia la mattinadopo. Non sono due fiamme distinte, ma nemmcno una sola.

L'impermancn?! rendc possibile ogni cosaSpesso quando le cose cambiano siamo trist i e soffri amo molto;ma il cambiamento e l'impermanenza hanno anche lati positivi.Grazie alltmpermanenza 0 possibile ogni cosa. [a vita stessa dpossibile. Se un chicco di grano non fosse impcrm:rncnte, nonpotrebbe trasformarsi in uno stelo. Se lo stelo non fosse imper-manente non ci potrebbe mai dare la spiga che nrangiamo. Setua figlia non fosse impermanente non potrrbbc'crescere e di-

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ventare una donna. Allora i tuoi nipoti non si manifesterebberomai. Quindi invece di lamentarti dell'imperrnanenza dovrem-mo dire: <Benvenuta impermanenza, un ernriva pcr tc!n. Dcrwemmo esserne felici. Quando riusciamo vedere il nriracolodell'impermartenz:,,la tristezza e il dolore se ne vanno.

Limpermanenza dovrebbe essere compresa anche allaIuce dell'inter-essere.2 Poich6 tutte le cose inter-sono, si in-fluenzano continuamente a vicenda. Si dice che il battitod'ali di una farfalla da una parte del piancta possa influen-zare il tempo atmosferico agli antipocli. Le cose non posso-no restare uguali a se stesse perchd sono influenzate daogni altra cosa, da tutto cid che d naltro da s6o.

Prat ic are l' i mp erm anen zaTutti riusciamo a comprendere l'impermanenza con l'intel-letto, ma non si tratta ancora di vera comprensione. Il no-stro intelletto da solo non ci condurri alla libertA, non ciporteri all'illuminazione. Quando siamo stabili e concen-trati possiamo praticare I'osseryazione profonda; e quandoguardiamo in profonditA e vediamo la natura dell'imperma-nenza, allora ci possiamo concentrare su questa intuizioneprofonda. In questo modo la comprensione profonda del-I'impermanenza diventa parte di noi, del nostro essere; di-venta la nostra esperienza quotidiana. Se vogliamo esseresempre capaci di continuare a vedere e a vivere l'imperma-nenza, dobbiamo mantenere viva la comprensione che neabbiamo. Se riusciamo a fare dell'impermanenza un ogget-to di meditazione, nutriamo la comprensione che ne abbia-mo e la rendiamo viva dentro di noi, giorno dopo giorno.Con questa pratica, l'impermanenza diventa una chiave cheapre la porta della realtd.

2 nlnter-essere' (inglese: interbeing): termine coniato dall'Autore. Tantocentrale nel suo insegnamento da dare anche il nome all'Ordine monasticoe laico da lui fondato: Ttep Hien, o Ordine dell'Inter-essere.

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Del resto, non possiamo scoprire l,intuizione dcll ' imper_rnanenza per un attimo solo e poi ricoprir-la c lor.nare a ve_de.e tut to come permanente. coi nost l ' i f ig l i c i c.rnport ia-mo per la maggior parte del tempo c()nl( . sc r lovesserorestare per sempre a casa con noi; non pe nsilrnro che nel gi_ro di tre o quattro anni ci lasceranno pcr-sp()s.r.si e avere laIoro famiglia. Per questo non diamo inrp.llrrrrzir .i momen-ti in cui i figli vivono ancora con noi.

conosco molt i genitor i i cui f ig l i , qua.cr. rr i r rn. dic iot too diciannove anni, se ne sono andati di cirs:r 1.rt,r.vivere perconto proprio. I genitori perdono i lorrr rigli c si rrispiaccio-no molto; eppure a suo tempo non avcviuro clrrto importan_za ai momenti passati con loro. euesto valc unchc pi,r i ma-riti e le mogli: tu pensi che tua moglie sar.:) li c..' tej fino allaf ine del la tua vi ta, ma come puoi esscr.rrc . .s i s icuro? Inrealtd noi non abbiamo alcuna ide-a di cl.r,c sirr-fr il nostropartner fra vent i o trent 'anni, o anchc drrrurrr i . l ) rnol to im-portante che ricordiamo ogni giorn. la p.irrir.. clcll ' imper-manenza.

Vedere le emozioni con gli occhi dell'intpt,rrn(utt,ni.uQuando una persona ti dice quarc'sa chc ri rir u'.abbiare evorresti che se ne andasse, ti invito a p.irric:rr.t. l '.sservazio-ne profonda alla luce dell' imperrnane.zlr. ('rr. c()s. prove-resti, in realti, se quella-persona non ci lirssc piir? Saresticontento o piangerest i? E molto ut i le p. ' t ic i ' 'c r l r resto t ipodi comprensione profonda. possiam' ,si*r. rrr'r grrllra3 peraiutarci:

In collera nella dimensione assoluta:chiudo gli occhi e osservo a fonclo.Fra trecento anni,dove sarai tu e dove sard io?

3 Poesia didattica di pochi versi. (NdI)

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Che cosa facciamo di solito quando ci arrabbiamo? Gri-diamo, urliamo e cerchiamo di incolpare qualcun altro deinostri problemi. Ma se osscruiamo la rabbia con gli occhidell'impermanenza possiamo fermarci e respirare. "ln col-lera l 'uno coll 'altro nella dimensione assoluta, chiudiamogli occhi e osserviamo in profonditi., Cerchiamo di vedereil futuro, fra trecento anni. A che cosa somiglierai? E io, ache cosa somiglierd? Dove sarai? E dove sarb io? Ci bastainspirare ed espirare, guardare il nostro futuro e quello del-l'altro. Non occorre guardare tanto lontano, fino a trecentoanni: possono bastare cinquanta, sessant'anni, quando en-trambi saremo morti.

Guardando il futuro vediamo che l'altra persona d moltopreziosa per noi. Se sappiamo che potremmo perderla ognimomento, I'arrabbiatura ci passa subito; ci viene voglia diabbracciarla e di dire: nChe bello che sei ancora viva! Nesono cosi felice! Come potrei essere in collera con te? Do-vremo morire entrambi, un giorno, e mentre siamo ancoravivi e stiamo ancora insieme d una follia essere arrabbiatil'uno con l'altro.,

La ragione per cui siamo cosi pazzi da far sofFrire noistessi e I'altro d il fatto che dimentichiamo di essere imper-manenti, sia noi che I'altro. Un giorno, alla nostra morte,perderemo tutti i nostri beni, il potere, la famiglia, tutto.La libertd, la pace e la gioia nel momento presente sono lecose piir importanti che abbiamo, ma senza una compren-sione risvegliata dell'impermanenza non ci b possibile es-sere felici.

Alcuni non vogliono nemmeno guardare in faccia unapersona, da viva; poi quando muore scrivono eloquenti ne'crologi e mandano fiori. A quel punto la persona b morta enon pud piir godere dawero del profumo dei fiori. Se aves-simo compreso dawero che la vita d impermanente, fa-remmo tutto il possibile per rendere felice l'altra personagiA qui e ora. Se passiamo ventiquattr'ore di fila in colleracon le persone che amiamo d perch€ ignoriamo I'imperma-nenza.

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o In collera nella dimensione assoluta / chiudo gli occhir.C'lriudi gli occhi per praticare la visualizzazione della perso-na cara come sarA da qui a duecento, trecento anni. euan-do visualizzi te stesso e la persona che ami in un arco ditempo di trecento anni ti rallegri di essere vivo, oggi, e cheanche l'altro sia vivo, oggi. Poi riapri gli occhi e tutta la tuacollera se n'd andata. Apri le braccia per abbracciare l'altroe pratichi: "Inspirando so che sei vivo, espirando ne sonocosi felice!o. Chiudere gli occhi per visualiz.r.are te stesso el'altro fra trecento anni significa praticare la meditazionedell ' impermanenza. Nella dimensione assoluta la rabbianon esiste.

Anche l'odio d impermanente. Anche se in questo mo-mento possiamo essere consumati dall'odio, se sappiamoche d impermanente possiamo fare qualcosa per trasfor-marlo. Un praticante pud prendere il risentimento e I'odio eaiutarli a scomparire. Proprio come nel caso della rabbia,chiudiamo gli occhi e pensiamo: <Dove sarcnto fra trecentoanni?r. La visione dell'odio nella dimensione assoluta pudfarlo evaporare in un istante.

Far si che I'impermanenza nutra l'amoreSiamo ignoranti e ci dimentichiamo dell'impermanenza,per questo non nutriamo correttamente il nostro amore. Al-l'inizio del matrimonio ci amavamo moltissimo: pensava-mo che non awemmo potuto vivere un solo giorno senzaI'altro. Ma dato che non sapevamo praticare I'impermanen-za dopo un anno o due il nostro amore si 0 trasformato infrustrazione e in rabbia. Ora ci chiediamo come potremosoprawivere un solo giorno in pii insieme alla persona cheuna volta amavamo cosi tanto; decidiamo che non c'0 alter-nativa: vogliamo il divorzio. Se viviamo comprendendol'impermanenza coltiveremo e nutriremo il nostro amore;solo allora durerA. Perchd il tuo amore cresca lo devi nutri-re e accudire.

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Non-sdnlmpermanenza> significa guardare la realtA dal punto divista del tempo. nNon-s6, d guardare la realtA dal punto divista dello spazio. La realtd ha due facce: il non-s6 c\ unamanifestazione dell'imperrnanenza e l'impermanenza d unamanifestazione del non-s6. Se le cose sono impermanenti,sono prive di un s6 separato. Se le cose non hanno un s6 se-parato, sono impermanenti. Impermanenza significa esserein continua trasfornazione, attimo dopo attimo. Questa dla realtd. E poich6 non esiste nulla che sia immutabile, co-me potrebbe esserci un sd permanente, un s6 separato?Quando diciamo ns6>, intendiamo qualcosa che b semprese stesso, che non cambia, giorno dopo giorno. Non esistenulla del genere. Il nostro corpo d impermanente, le emo-zioni sono impermanenti, le nostre percezioni sono imper-manenti. Anche la rabbia, la tristezza, I'amore, l'odio cheproviamo, la nostra coscienza sono impermanenti.

Dunque quale sarebbe la cosa permanente che possiamochiamare ns6n? Il pezzo di carta su cui sono scritte questeparole non ha un s6 separato. Pud essere presente soloquando lo sono le nuvole, il bosco, il sole, la terra, gli operaie i macchinari della cartiera. In assenza di questi elementila carta non pud essere presente. E se la bmciamo, dov'dpir) il "s6u della carta?

Non c'd nulla che possa esistere di per s6 solo. Ogni cosadeve dipendere da ogni altra cosa. Cid b detto inter-essere.Essere significa inter-essere. La carta inter-d con la luce delsole e con il bosco. Il fiore non pud esistere di per s6, deve in-ter-essere con il terreno, con la pioggia, con le erbe selvatichee gli insetti. L(essere)) non esiste, esiste solo l'ninter-essereD.

Guardando in profonditA un fiore vediamo che b fatto dielementi non fiore. Possiamo descrivere il fiore come npie-no di tuttoo. Non c'b cosa che non sia presente nel fiore: vivediamo la luce del sole, vediamo la pioggia, vediamo le nu-vole, vediamo la terra, vediamo anche il tempo e lo spazio.Come ogni altra cosa, un fiore b composto interamente di

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t'lt'nrcnti non fiore. Lintero cosmo si d radunato per aiutareil liore a manifestarsi. Il fiore d (pieno di tutto, a eccezionecli una sola cosa: di un s6 separato, di un'identiti scparata.

Il fiore non pud esistere di per se stesso, deve inter-esserecon la luce del sole, con la nuvola, con tutto cid che d nelcosmo. Se comprendiamo l'nessereu in termini di ni111sp-ss-sereu ci awiciniamo molto di piu al la verit). Inter-esserenon d essere e non d non-essere: inter-esserc significa esserevuoto di un'identitA separata, vuoto di un si' scparato.

oNon-s€u significa anche vacuiti, un tcrmine tecnico nelbuddhismo che significa l'assenza di un si'separato. In noiabbiamo la natura del non-s6, ma questo n()n significa chenon esistiamo; non significa che non c'd cosa che esista. Unbicchiere pud essere pieno o vuoto di tc\, nra pcr poter esse-re pieno o vuoto deve pur esistere. Allo stesso modo nva-cuiti, non significa non-essere, e non significa nemmeno<essereD: trascende tutt i i concett i . Se entri in contattoprofondo con la natura dell'impermanenza, del non-s6 edell'inter-essere arrivi a toccare la dimcnsione assoluta, lanatura del nirvana.

Chi siamo?Noi pensiamo al nostro corpo come a noi stessi, o comeappartenente a noi stessi. Lo pensiamo conte nio, o (mio).Se osservi in profonditi, perd, vedrai che il tuo corpo d an-che il corpo dei tuoi antenati, dei tuoi genitori, dei tuoi fi-gli e dei loro figli. Quindi non D un nio,, non D un omioo. Iltuo corpo d pieno di ogni altra cosa - infiniti elementi dinon corpo - a eccezione di una cosa sola: un'esistenza se-parata.

Limpermanenza deve essere vista alla luce della vacuitd,dell'inter-essere e del non-s6. Queste non sono entiti negati-ve; la vacuitd d meravigliosa! Nagarjuna, famoso maestrobuddhista del II secolo, disse: nGrazie alla vacuitd ogni cosaE possibile'.

Puoi vedere il non-sd nell'impermanenza e l'imperma-

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nenza nel non-s6. Puoi dire che l'impermanenza d il non-s€dal punto di vista del tempo, e il non-sd 0 l'impermanenzadal punto di vista dello spazio. Sono la stessa cos.I; pcr que-sto l'impermanenza e il non-s6 inter-sono. Se nel non-s6non vedi l'impermanenza, quello non d non-s6. Se nell'im-perrnanenza non vedi il non-s6, in realti quella non d im-perrnanenza. Ma non basta: nell'impermanenza devi potervedere il niwana;e devi vederlo nel non-s6. Se tiro una riga,da una parte ci sarA l'impermanenza e il non-sd e dall'altraci sarA il nirvana. Questa riga potrebbe essere utile, anchese pud mettere fuori strada. Nirvana significa andare al dilA di ogni concetto, perfino del concetto di non-sd e di im-perrnanenza. Se nel non-sd e nell'imperrnanenza troviamoil nirvana significa che non siamo prigionieri del non-s€ edell'impermanenza in quanto idee.

Privi di un sd permanente: cloni

Se prendi dal mio corpo tre cellule per clonarle e ne fai na-scere tre bambini, ognuno di essi awi il patrimonio geneti-co mio e della mia famiglia di sangue.

Ognuno di noi, per6, ha anche un'altra erediti. Il corpoche ereditiamo dalla famiglia d'origine d l'ereditd naturale,ma abbiamo anche quella ambientale, ossia tutto cid che dnutrimento. Immagina. dunque di porre questi tre cloni intre ambienti differenti. Se uno dei bambini viene messo inun ambiente di droga e di gioco d'azzardo, probabilmentediventeri una persona a cui piace drogarsi e giocare d'az-zardo: non sarA un monaco buddhista come sono io ora. Semettete un altro mio clone in un ambiente di commerciantie lo mandate a una scuola di economia e commercio d pro-babile che diventi un uomo d'affari. I cloni awebbero tuttiil mio stesso patrimonio genetico, ma questi sviluppi diffe-renti awenebbero lo stesso.

Io perd sono stato imbevuto del Dharma del Buddha.Nella scuola di economia gli insegnamenti del Buddha e lapratica non saranno coltivati, verranno invece innaffiati i

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\crni4 del comprare, vendere e fare affari: quel clone dun-que potrebbe diventare un uomo d'affari. Anche se awh oc-chi, naso e orecchi identici ai miei, quel clone non sard af-fatto uguale a me.

Mettiamo che il terzo clone sia messo in condizione difarsi monaco: lo mettiamo nel Monastero dei parco dei Cer-vis e lo facciamo allevare dai monaci e dalle monache. Ilbambino ascolteri i sutra e praticheri la mcditazione cam-minata tutti i giorni. Quel bambino sari ntollr> pii simile almonaco che io sono, oggi.

Il nutrimento B molto importante. Se lai tre cloni o tre-mila, la manifestazione particolare di ognuno cli essi dipen-de dalle condizioni che lo nutrono: la mentaliti, I 'amore,l'odio, gli studi, le professioni che ha intorno a si. Immasi-niamo che ci sia qualcuno che ha paura a lasciarmi andJee mi dica: oPer favore, dacci una cellula da clonarer. Am-messo che accetti, dowei aggiungere: .Bene, per piacere fa-te crescere questo clone nel Monastero del parco dei Cerviin California, o nel Monastero del Bosco di Acerio nel Ver-mont, altrimenti stari maler.

Nintana

Limpermanenza e il non-s€ non sono regole che ci ha datoda seguire il Buddha: sono chiavi per aprire la porta dellarealti. Lidea di permanenza d sbagliata, dunque gli inse-

a I-a psicologia buddhista considera le attitudini i'divi<.luali come semi se-polti nel profondo di noi; l'educazione, l'ambientc e lo stile di vita li innaf-fiano, ralforzandoli e moltiplicandoli, oppure li trascura'o, indcbolendoli.Il praticante ha il compito di riconoscerli, di innaffiar.e consapevolmente isemi posit ivi , rafforzandoli , e di astenersi dal l ' innalf iarc i senri negativi ,rendendoli cosi sempre pir) deboli e inoffensivi. (N/?.)r Deer Park Monastery: monastero in california nclla tradiz-ione dell'Aut'-re. Si chiamava .Parco dei cervi,il luogo dove il Budclha dicde il primo in_segnamento. (NdI)6 Maple Forest Monaslerv: altro monastero nel la tradizi.nc del l 'Autore.(NdT)

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gnamenti sull'impermanenza ci aiutano a correggere la no-stra visione della permanenza. Se restiamo intrappolati nel-l'idea dell'impermanenza, perd, non abbiamo realizz-ato ilnirvana. Lidea di sd d sbagliata, cosi usiamo l'idea di non-s6per curarla; ma non ci fa bene nemmeno lasciarci intrappo-lare nell'idea di non-s€. Limpermanenza e il non-s6 sonopunti chiave della pratica, non veriti assolute. Per loro nond il caso di morire, n6 di uccidere.

Il buddhismo non concepisce idee o pregiudizi per i qua-li uccidere. Noi non uccidiamo le persone solo perchd nonaccettano la nostra religione. Gli insegnamenti del Buddhasono mezzi abili, non la verith assoluta; il Buddha ha detto:"I miei insegnamenti sono il dito che indica la luna. Non la-sciatevi intrappolare nell'idea che il dito sia la luna. Queldito serve solo a farvi vedere la lunao.

Il non-s6 e l'impermanenza sono mezzi per comprenderela realtA, non sono la realti stessa. Sono strumenti, non laveritd suprema. Limpermanenza non d una dottrina per cuipotreste sentire di dover morire. Non metterete mai in pri-gione qualcuno solo perchd vi contraddice: non state usan-do un concetto contro un altro concetto. Questi mezzi ser-vono a condurci alla veritd suprema. Il buddhismo d unsentiero geniale e capace di dare grande aiuto, non C unavia di fanatismo. I buddhisti non potranno mai fare unaguerra, spargere sangue e uccidere migliaia di persone innome della religione.

Poichd l'impermanenza contiene in s€ la natura del nir-vana, sei al sicuro dal rischio di restare prigioniero di un'i-dea: studiando e praticando questo insegnamento ti liberidi nozioni e concetti, compresi quelli di permanenza e im-pernanenza. Per questa strada si arriva alla libertd dallasofferenza e dalla paura. Ecco il nirvana, il Regno di Dio.

L' es t inzione dei c once t t iIl nostro turbamento proviene dai concetti che abbiamo dinascita e morte, di aumento e diminuzione, di essere e non-

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cssere. Nirvana, invece, significa estinzione di tutte le no-z.ioni e idee. Se riusciamo a liberarci di queste nozioni pos-siamo entrare in contatto con la pace della nostra vera na-tura.

Ci sono otto concetti di base che gettano olio sul fuocodella nostra paura: nascita e morte, andare e venire, stessoe diverso, essere e non-essere. Questi concetti ci impedisco-no di essere liberi. Gli insegnamenti che ci sono stati daticome antidoto a quei concett i sono dett i <gl i otto NoN>:non-nascita, non-morte, non venire, non andare, non lostesso, non diverso, non-essere e non non-essere.

Porre fine alle idee sulla felicitdOgnuno di noi ha un'idea di cid che gli servirebbe per esserefelice. Sarebbe molto utile darci il tempo di riconsiderare lenostre idee sulla felicitA. Potremmo fare un clenco di coseche riteniamo indispensabili per essere felici: oPosso esserefelice solo se...,. Annota le cose che desideri e quelle che nondesideri. Da dove provengono queste idee? Sono la realti? Osono solo concetti? Se sei legato a un panicolare concetto difelicitA non hai molte probabilitA di essere felice.

La felicitd arriva da molte direzioni; sc pensi che proven-ga da una direzione sola perdi tutte le altre opportunitd,perchd desideri solo la felicitA che amiva dalla direzioneche vuoi tu. Dici: oPreferirei morire piuttosto che sposareun'altra donna. Preferirei morire piuttosto che perdere il la-voro, la reputazione. Non posso essere felice se non ottengoquel titolo o quella promozione o quella casaD. Hai postomolte condizioni alla tua felicitA! E alla fine, anche se tuttequelle condizioni vengono soddisfatte, nemmeno allora sa-rai felice. Andrai avanti a creare nuove condizioni per la fe-liciti; vorrai ottenere il titolo superiore, il posto di lavoromigliore, la casa ancora pii bella.

Anche un governo pud essere convinto di conoscere I'u-nico modo di rendere la nazione prospcra e felice. Quel go-verno e la nazione stessa possono legarsi a una ideologia

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l)cr un secolo o anche piir, e magari in quel periodo i citta-clini soffrono moltissimo: chiunque non sia d'accot'clo e osicsprimersi contro le idee del governo viene r inchiuso incarcere o addirittura dichiarato pazzo. Si pub traslormarerrna nazione in una galera, solo perchd si b legati a un'ideo-logia.

Per favore, ricorda che il tuo concetto di felicitA pud es-scre molto pericoloso. Il Buddha ha detto che la felicitd dpossibile solo qui e ora. Fa'un passo indietro, dunque, edesamina a fondo le tue nozioni e idee di felicitd: potresti ri-conoscere che le condizioni per la felicitir che hai gid nellatua vita sono sufficienti. Allora, in un istante, la felicitd pudessere tua.

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Trasformare il dolore e la Paura

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La. nuvola

Come persona libera posso andare e venire, sempre,svincolata da idee come *dr o rnon-dr.Svincolati dalle idee di essere e non-essere,che i tuoi passi siano piacevoli.Crescente o calante, la luna d sempre la luna;il vento soffia sempre - lo senti, caro? -e, da lontano, porta la pioggia a nutrire la nuvola a fianco.Gocce di sole dall'alto cadono gii sulla terra,il grembo della terra tocca la limpida volta del cielo.

THICH NHAT HANH

Un bel giorno di sole guardi in cielo e vedi una bella nuvolasoffice che passa. Ne ammiri la forma, il modo in cui la lucerileva i suoi sbuffi, I'ombra che getta sui campi verdi. Ti in-namori di quella nuvola; desideri che stia con te e ti rendafelice. Poi perd forma e colori cambiano; si aggiungono al-tre nuvole, il cielo si fa scuro, comincia a piovere. Non rie'sci pir) a vedere la nuvola di prima. Ti metti a piangere, vuoiche la tua amata nuvola ritorni.

Se sapessi che osservando in profonditd la pioggia potre-sti vedere ancora Ia nuvola non piangeresti.

Uno degli insegnamenti buddhisti b l'uassenza di segno))

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(unimitta).Il termine (segnof significa qui ra forma esterio-re , I'apparenza deile cosJ. La piatica deil'ar.enr. ai ,"g.,oconsiste nel non lasciarsi ingannare dalla formo "riJor",dall'apparenza delle cose. eu-ando comprendiamo animitta,capiamo-che l'apparenza nond affatto [a rcalti.

Quando una nuvola si trasforma in pioggia puoi osser_v3e l fondo la pioggia e scoprire che la.,uu-.,|o I "n.o.u fache ti sorride, che iide. eueito ti rendc fericc c ti fa smer-tere di piangere perg!€ non sei piir attaccitro all,appa renzadella nuvola. Se sei immerso ,rel dolore p", fo i ! .ait" "continui a piangere a lungo d perch6 sci r.imasro indietro,prigioniero della fgrma, del usegno, della nuu,rlu. Sei .i_masto prigioniero di un'appar"niudel passar<, * non Ji i'grado di vedere la nuova lormu; non sci l.iuscito a seguirela nuvola nelle sue trasformazioni in pioggia o neve.Se hai plrso qualcuno e_hai pianto *oiti, u I.,ngo, ti p."_go, accetta rinvito der Buddha. bs.e-a in pr.flondita e rico-nosci che queila persona a te cara ha in ser ra natura deilanon-nascita e non-morte, del non venire c n()n unan.". Our_sto d l'insegnamento del Buddha riguarcr, ,ra nostra veranatura.

kasformazioneosserviamo la nascita di una nuvora. puoi visu,l iz.zare il ca-lore, puoi vedere il vapore, puoi vedere la nuv'la .h; .;i;._ma nel cielo: sai da dovd arrivata la nuvola. Noi possiamocomprendere re condizioni che rhanno aiutata a manife-starsi nel cielo; in questo ci sono utili lo spirito ;,.;;;;._zione e Ia pratica dell 'osservazione profoncla. Anche lascienza pud raccontarci la formazione t j i ,nu ,,uuolu, i lviaggio di una nuvola, l,awentura di una nuvola.Se ti dovessi innamorare di una nuvola, qr"rio compren_sione profonda ti direbbe che essa d impermanente. Anchese ami un essere umano sai che d impermancnte. Se per ca_so tu. dovessi sviluppare attaccamento per una nuvola, do_westi stare molto attento: sai bene che, per la legge aeli,im_

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permanenza, essa si trasformerA ben presto irr qualcosad'altro, per esempio in pioggia.

Potresti dire alla nuvola: uCara nuvola, so che sei li e soanche che un giorno morirai. Devo morire anch'io. Tu di-venterai qualcosa d altro, qualcun altro; so che proseguiraiil tuo viaggio, ma forse dowd osservare dawero a fondo perriuscire a riconoscere la tua prosecuzione cosi da non sof-frire troppo,. Se dimentichi I'impermanenza e resti attac-cato alla nuvola, piangerai quando per Iei verrA il tempo ditrasformarsi in pioggia: nOh, povero me, la mia nuvola nonc'd piir. Come faccio a soprawivere senza di lei?o.

Se pratichi la visione profonda, perd, puoi vedere la nu-vola in nuove forme, come la foschia o la pioggia. La piog-gia sorride, canta, cade giir piena di vita e di bellezza; eppu-re la tua tendenza a dimenticare ti rende incapace diriconoscere la presenza della nuvola in queste sue nuovemanifestazioni. Sei prigioniero del lutto; continui a piange-re e a piangere, e intanto la pioggia ti chiama: oEhi, amore,sono qui, riconoscimi!o. Ma tu ignori il richiamo della piog-gia, mentre lei non d altro che la prosecuzione della nuvola.Di fatto, la pioggia b la nuvola stessa.

Guardando la nuvola forse vorresti essere come lei, libe-ra di fluttuare nel cielo. Che meraviglia sarebbe essere unanuvola che fluttua nel cielo! Awesti una tale sensazione dilibertd! Quando osservi la pioggia che cade cantando e pro-ducendo musica potresti anche desiderare di essere piog-gia. La pioggia nutre tutta la vegetazione e la vita di infinitiesseri: che meraviglia sarebbe essere la pioggia!

Pensi che la nuvola e la pioggia siano la stessa cosa o pen-si che siano due cose diverse? La neve in cima alla montagnad cosi bianca, cosi immacolata, dawero splendida; d cosi in-cantevole che forse potresti desiderare di essere come la ne-ve. A volte guardi un torrente in una gola di montagna e vediI'acqua scorrere cosi limpida da desiderare di essere comel'acqua, con quel suo continuo fluire. Nuvola, pioggia, neve,acqua. Sono quattro cose diverse? O sono dawero la stessarealti, o condividono la stessa essenza di fondo?

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Non-pauraIn chimica l'essenza di fondo dell'acqua si chiarna HrO: dueatomi di idrogeno e uno di ossigeno. A partirc rla questa es-senza fondamentale, da questa molecola, p()ssono manife-starsi molte cose: nuvole, pioggia, nevc, acquit. Essere unanuvola b bell issimo, ma lo b anche esscr.c la pioggia. E,splendido anche essere la neve o l'acqua. Sc la nuvolalo tie-ne a mente, non si spaventerd poi tanto quando starh pertrasformarsi e proseguire sotto forma di pi.ggia: ricorderAche essere una nuvola d bellissimo, ma l. c\ ..chc essere lapioggia che cade.

Se la nuvola non b prigioniera dell'idca di nascita e mor-te, di essere e di non-essere, non ha alcuna paur.;r. Imparan-do dalla nuvola possiamo nutrire la nost. l .a (non-paura))LimpaviditA, la non-paura, d il fondamcnto dcl vero benes-sere: finchd in noi c'd paura, la felicitr\ non pu<) essere per-fetta.

Quando pratichi l'osservazione profoncla vedi la tua veranatura di non-nascita, non-morte; non-csscr.c, non non-es-sere; non venire e non andare; non lo stcsso c non diverso.Quando comprendi tutto cid sei libero dalla paura; sei libe-ro dall'avidith, libero dalla gelosia. La non-paLrra 0 la gioiasuprema. Lintuizione profonda della non-paura ti libera. Ecome tutti i grandi esseri cavalchi serenirmente le onde del-la nascita e della morte.

Manifestarsi e nascondersiLa vera natura di tutti gli esseri d di non nascere n6 morire,di non arrivare n6 partire. La mia vera natura e di non veni-re e non andare: quando le condizioni sono sufficienti mimanifesto, quando non lo sono pit mi nascondo. Non vadoda nessuna parte. Dove dowei andare? Mi nascondo. sem-plicemente.

Se ti d appena morta una persona cara certo starai viven-do un periodo difficile, cercando di superare la perdita, e

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forse piangi di continuo. Ma osserva a fondo: c'd una medi-cina divina che ti aiuta a superare il tuo dolore, a vedere cheil tuo caro non b nato e non muore, non viene e non va via.

Noi pensiamo che la persona amata, dopo la sua "dipar-titar, non esista piir: questo awiene solo a causa del nostroattaccamento a una delle sue forme, a una delle molte ma-nifestazioni di quella persona. Quando quella forma non c'dpit soffriamo e ci sentiamo tristi.

La persona amata, perd, esiste ancora: d intorno a noi,dentro di noi, ci sorride. Nella nostra illusione noi non riu-sciamo a riconoscerla, diciamo nNon c'd piin e chiediamodi continuo: uDove sei? Perchd mi hai lasciato solo?o. Que-sta comprensione erronea ci fa soffrire moltissimo. La nu-vola perd non d perduta, la persona che amiamo non d per-duta. La nuvola si manifesta sotto un'altra forma. Lapersona amata si manifesta sotto un'altra forma. Se riuscia-mo a capirlo soffriamo molto meno.

Una nuovaforma

Quando perdiamo qualcuno che amiamo dowemmo ricor-dare che quella persona non si d annichilita. oQualcosaonon si pud trasformare in ,,nullar, come onullao non si pubtrasformare in "qualcosar. La scienza ci aiuta a compren-derlo: la materia non pud essere distrutta, pub solo trasfor-marsi in energia. E l'energia pud diventare materia, ma nonpud essere distrutta. Allo stesso modo la persona a noi caranon d andata distrutta: ha solo preso un'altra forma. Questaforma pud essere una nuvola, un bambino, la brezza: pos-siamo vedere la persona cara in ogni cosa. E possiamo dirlesorridendo: nTesoro. so che sei vicino a me. So che in te c'bla natura della non nascita e non-morte. So di non avertiperduto: tu sei sempre con me).

Se osservi in profonditi ogni momento della tua vitaquotidiana vi puoi vedere quella persona; con questa prati-ca sarai in grado di superare il lutto. Lo stesso vale per tuopadre e tua madre: per natura intrinseca essi non nascono

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(' 'on muoiono, non arrivano n6 se ne vanno. In realtd turron hai perduto le persone che sono monc.

Itt storia del fi.ume e delle nuvoleVoglio raccontarti la storia di un fiume che inscg,e re nuvo-Ie. C'd un nrscello che nasce da una sorgcntc climontagna.E piccolissimo, 0 giovane e desidera raggitrrrgcr.c il mareprima possibile. Non d capace di dimorar.c in pace nel mo_mento presente, va di fretta perchd d tanto giovane ; non haancora realizzato la pratica di dirsi <Son, .l.l.ivutr, sono acasa), quindi scorre gi i impetuoso dalla nt()ntagna, rag_giunge le pianura e diventa un fiume.

In quanto fiume deve rallentare la sua c()r.s.r, e questo loirrita perch€ teme che non arrivera mai al nrare. Ma, do-vendo per forza andare pii piano, le suc. acquc diventanopitr tranquille e la loro superficie comincia a r.illctrcre le nu-vole nel cielo: nuvole rosa, nuvole bianchc, ntrv.lc o.g"rrio.Hanno cosi tante, splendide forme! Il liumc inscgue T" n"_vole tutto i l giorno, svi luppa un attaccamento pcr quellenuvole magnifiche, quindi soffre, perchC, lc nuvolc, rono i-_permanenti: si spostano di continuo, spintc dul vento, e selo lasciano_dietro per andare da qualche altra partc. euantosotre, quel fiume! Cerca di acchiappare lc ,-,t,r,,rlc pi,l

" pii,volte; che tristezza che le nuvole non voglian' starsene unpo'tranquille li con lui!

Un giorno un vento violento spazza via tutte le nuvole.La volta del cielo E azzurra,limpida e vuota. euanto si di-spera il fiume! Non ha pii nemmeno una nuv,ola da segui_re, nel cielo non ne d rimasta nemmeno una. euella vastadistesa azzurra gli riempie il cuore di disperazionc; uA chescopo vivere, senza le nuvole? A che serve vivcr.e, senza ilmio amore?r. Il fiume vuole morire, ma come I. a suicidar_si, un fiume? Trascorre tutta la notte a piangcre.

Quella notte al fiume capita di sentirsi pio'g".". Il suopianto ha i l suono delle onde che lambiscono"lo ,poJu.Quando riesce a tornare in s6 e a sentirsi piangere, ii fiume

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ha un'intuizione splendida: si rende conto che la sua veranatura b la stessa della nuvola. Lui d la nuvola. La nuvola din Iui, nelle profonditi del suo essere. Proprio come lui, lanuvola b fondamentalmente acqua. oE allora che bisognoho di correrle dietro?), pensa il fiume: nDowei rincorerlasolo se io non fossi la nuvola u.

Quella nottata di grande solitudine e di depressione aiutail fiume a risvegliarsi e a rendersi conto che lui € anche lanuvola. Il mattino dopo lo stesso cielo azzurro e r,rroto chel'ha fatto sentire tanto solo d divenuto una cosa nuova esplendida, cosi limpida e luminosa:l'azzurro del cielo riflet-te la sua nuova libertd, l'innocenza che ha ritrovato. tl fiu-me sa che la volta del cielo b la casa di tutte Ie nuvole e chenessuna nuvola potrebbe esistere senza la volta del cielo.Comprende che la natura della nuvola non d di arrivare oandare via, quindi perch6 piangere? Perch6 mai dowebbepiangere come se fosse strappato via a forza dalla nuvola?

Quel mattino il fiume ha anche un'altra intuizione: vedela natura di non-nascita e non-morte del cielo. Questo glidd molta pace, molta tranquillit2r. Il fiume comincia a riflet-tere il cielo, dandogli il benvenuto. Prima non aveva mai ri-flettuto il cielo, solo le nuvole; il cielo perd era sempre li perlui, giorno e notte. Prima il fiume non aveva nessuna vogliadi essere in contatto con il cambiamento, con Ia nascita e lamorte; ora che ha stabilito un contatto con la volta celestesi sente molto tranquillo e in pace. Non ha mai provato unasimile pace.

Quel pomeriggio, quando tornano le nuvole, il fiume nonprova attaccamento per nessuna di loro in particolare. Nonce n'd una che senta sua, speciale per lui: sorride a tutte lenuvole che passano, dA il benvenuto a tutte, vuole bene atutte loro.

Ora il fiume prova la gioia particolare dell'equanimith.Non d parziale verso questa o quella nuvola, non si aggrap-pa a una di esse in particolare: le ama tutte. Gioisce dellaloro presenza e gode nel rifletterle tutte man mano che pas-sano nel cielo. Quando una di esse si allontana la saluta:

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"Ciao! Arrivederci a presto!r € si sente i l cuore leggero,rrr,lto leggero. Sa che la nuvola torneri dopo .rrerif tra-slornata in neve o in pioggia.

Il fiume d libero. Non sente nemmeno piir il bisogno dicoffere verso il mare. euella notte sorge una luna pi"rru esplendente che illumina il fiume fin nelle sue proftnditd.La luna, il fiume e l'acqua meditano insieme. Ili'iume godedel momento presente in piena libertd; si d ribcrato di "ognipena.

Quando corriamo dietro a un oggetto di desiderio cer-cando di afferrarlo, soffriamo. E soffriamo anche quandonon abbiamo alcun oggetto di desiderio da rincorrere. sesei stato un fiume, se sei corso dietro alle nuvole piangendoe sentendoti solo, ti prego, prendi per mano un amico e os_serva in profonditA insieme a lui: potrai vedcre che quelloche cercavi 0 sempre stato li, a portata di mano. Di fatio seitu, tu stesso.

Tu sei cid che desideri diventare. perch6 cercarc ancora?sei una manifestazione meravigliosa. Lunivemo intero si dradunato per rendere possibi le la tua esistenza; non c'dniente che non sia giA in te. Il Regno di Dio, la Terra pura,ril nilana, la felicitA, Ia liberazionet tutto cid d te.

Itt stesso corpo?Supponiamo di praticare la clonazione e che ogni celluladel nostro corpo venga trasformata in un nuo=uo corpo.Questo significa che un'anima sola si trasformera in

-olr"anime? Una persona pud diventare molte persone? E tuttequelle persone nuove sono la stessa o sono tante persone di-verse? I-a scienza d progredita fino al punto di poter clona-re animali; pud darsi che lo si possa fare anche ton eli esse_

I Regno di beatitudine - pit o meno I'equivalente buddhista del cristianoRegno dei cieli - perseguito da una corrente giapponese der buddhismomahayana detta appunto nscuola della Terra pira". (1rg6/n

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ri umani. Per esempio, se prendiamo tre cellule dal miocorpo e ne facciamo tre cloni, in totale quei tre piir io fac-ciamo quattro persone o una sola? Una volta realizzati icloni, io potrei essere ancora piuttosto anziano, mentre itre cloni sarebbero molto giovani. Quindi io e loro tre sia-mo la stessa persona o siamo quattro persone diverse?

Se pratichiamo la meditazione possiamo osservare inprofonditA, usando il potere della consapevolezza, I'energiadella concentrazione e quella della visione profonda, che cimettono in grado di vedere le cose molto piil a fondo e pir)chiaramente. Il Buddha d una persona che ha praticato inquesto modo e ha condiviso con noi le intuizioni che ne hatratto. Anche noi pratichiamo come il Buddha e con qual-che sforzo avremo intuizioni profonde come quelle delBuddha.

Innanzitutto dowemmo osservare a fondo il concetto di(stesso) e (altro>. Quando chiediamo al Buddha: oQuestocorpo e quello dei tre cloni sono lo stesso corpo o sonoquattro corpi diversi?, il Buddha direbbe: oNon sono lostesso e non sono altri".

Impermanenza significa che le cose cambiano continua-mente. Noi pensiamo che il nostro corpo sia permanente;di fatto, invece, nascita e morte vi hanno luogo di continuo.In ogni attimo muoiono molte cellule e ne nascono moltenuove.

Ci illudiamo che il nostro cor?o sia sempre il nostro cor-po. Quando sei nato eri un neonato - tua madre ti ha fattouna foto quando eri piccolo - e ora sei cresciuto e sei un uo-mo o una donna. Pensi di essere la stessa persona di quelneonato, o pensi di essere un'altra persona?

Noi riteniamo che a cinque anni questo sia il nostro cor-po, e che a cinquanta questo sia il nostro corpo; ma d un er-rore credere che si tratti dello stesso corpo. Se hai un al-bum di foto di famiglia, ti prego, va'a guardarlo: vedrai cheaspetto avevi a sei anni e che aspetto hai ora a sessant'anni.Vedrai che quelle due persone hanno un aspetto molto di-verso. Sono diverse. Ma in un altro senso non sono diverse;

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se non ci fosse stata quella percona di sei anni non ci sareb-be questa di sessanta. Quelle due non sono la stessa perso-na e non sono due persone diverse. La spicgazionc- di que-sto rompicapo d l'impermanenza.

Dopo un'inspirazione e un'espirazione siamo giI diventa-ti un'altra persona. Dal momento in cui abbiamo comincia-to a leggere questo libro fino ad ora, nel nostro corpo e nel-la nostra coscienza si sono verificati molti cambiamenti:sono morte molte cellule, ne sono nate molte altre nuove.Lo stesso vale per la nostra coscienza: i pensicri vanno evengono, i sentimenti nascono e muoiono. La manifestazio-ne e la cessazione della manifestazione hanncl luogo di con-tinuo. Noi non restiamo gli stessi in due attimi consecutivi,e lo stesso vale per il fiume, per la fiamma, per la nuvola oper il girasole.

CondizioniOsservando a fondo una scatola di fiammiferi puoi vedervila fiamma. La fiamma non si 0 ancora manifestata ma tu,che sei un meditante, la puoi vedere. Ci sono tutte le condi-zioni perch€ la fiamma si manifesti: il legno, lo zolfo, unasuperficie ruvida e le mie mani. Cosi non definirei unascitadi una fiammao il momento in cui accendo il fiammifero ela fiamma compare: piuttosto lo chiamerei omanifestazio-ne di una fiammar.

Il Buddha ha detto: quando le condizioni sono sufficientici si manifesta; quando le condizioni non sono pitr suffi-cienti si smette di manifestarsi, per potersi manifestare inun'altra forma e con altre condizioni.

Manifestarsi a partire do qualcosaChe cosa pensi che sia, la nascita? La maggior parte di noipensa che unascitao significhi che qualcosa comincia a esi-stere lh dove prima non esisteva niente. Abbiamo in mente ilconcetto di nascita come di un divenire qualcosa dal nulla,

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all'improwiso: da nessuno che eri, all'improwiso diventiqualcuno. La maggior parte di noi definirebbe la nascita inquesti termini. Osservando a fondo notiamo che questa defi-nizione d poco logica: da onullao non si pud diventare nqual-cosa)f . Da onessuno> non si pud mai diventare (qualcuno),.

Dunque prima del giorno della tua nascita tu c'eri giA, intua madre. Il momento della nascita, quindi, d soltanto unmomento di continuazione. Pensaci e vedi se riesci a trova-re il momento in cui da nulla sei diventato qualcosa. Al mo-mento del concepimento, nel grembo di tua madre? Nean-che questo b giusto, perchd prima di allora c'era giAqualcosa d'altro, forse metA in tuo padre e mete in tua ma-dre, oppure un terzo in tuo padre, un terzo in tua madre eun terzo nell'universo. Esistevano gid molti (qualcosaD; e sequalcosa c'd giA, non ha bisogno di nascere. Il periodo dellagravidanza della tua mamma e poi del parto non d esatta-mente il momento della nascita: E solo un momento in cuicid che era conservato in un grembo viene al mondo.

Nello Zen si usa porre questa domanda: "Che aspettoaveva la tua faccia prima che nascesse tua nonna?o. Chiedi-telo anche tu, e comincerai a vedere la tua continuitir: ve-drai che esisti da sempre. Il momento del concepimento dun momento di continuazione in cui ci si manifesta inun'altra forma. Se continui ad osservare a fondo, scopriraiche al posto della nascita e della mone c'd soltanto una con-tinua trasformazione.

Da dove viene Ia fiamma?Posso dire alla fiamma: oCata fiamma, per favore, manife-statio. Quando accendo il fiammifero, la fiamma appare.Ma potrei anche chiederle: nDa dove vieni?".

Lei mi direbbe cosi: uCaro ThAy, non vengo da nessunaparte e non vado da nessuna parte. Quando Ie condizionisono sufficienti, mi manifeston. Ecco la veritd sulla naturadel non andare e non venire.

Pratichiamo I'osservazione profonda della natura della

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fiamma di una candela. E la stessa fiamma clel fiammiferoche l'ha accesa? O d una fiamma diversa? Sc la tcniamo ac-cesa per un'ora, brucerd sempre piir in basso strll:r candela;ci sembrerir che sia sempre la stessa I'ialntn:t, trt:r i ' solo lanostra percezione. Di fatto c'e un gran nullt('rrr di I' iammeche si succedono l'una all 'altra a ogni istante. Danno l' im-pressione di essere sempre la stessa, rnu n()n lo sono: i lcombust ibi le b un al tro, I 'ossigeno E un:t l t l 'o. L:r stanza dcambiata, quindi le condizioni sono divct 'st ' . l ' t ' r ' r lucsto lafiamma non d esattamente la stessa.

La fiamma non ci mette molto tempo a cirtttbial'c: in undato secondo viene nutrita dalla cera c clull 'ossigcno nellaparte superiore della candela, nell'attim<l srrcccssivo quel-I 'ossigeno e quel la cera si sono consumati c i rr t l r rel l 'at t imopreciso stanno bruciando altro ossigeno c ultrir ccr-:.r. Non dlo stesso combustibile e non d la stess:r liullrrrrr. Qtrando lacandela si accorcia vedi che si d consumato rrrt ce r1o quan-titativo di cera e sai che si d consumato rrn ccl'l() qLlirntitati-vo di ossigeno; cosi apprendi che la lianrnur c:trnbia di con-tinuo. Proprio come noi, la fiamma non rcstu la stcssa perdue attimi consecutivi.

Basta osservare una fiammella, dunque , pcr vedcre gii lanatura del nnon lo stesso e non altror. Al di sotto della tuaimpressione di essere lo stesso c'd la natura rlell ' inrperrna-nenza. Nulla pud rimanere uguale in due nrorrrcnti conse-cutivi: questo d vero per un essere umano, pe r una nuvola,per ogni cosa. Non d corretto dire che la f iamnr:r che dieciminuti fa bn-rciava sulla candela d la stessa {'iamnra che vediora: ma non b corretto nemmeno dire chc ci sono mil lefiamme diverse che si succedono I'una all 'altra. La vera na-tura della fiamma d la natura del nnd lo stcsso nci altro". Sepossiamo superare questa i l lusione del lo nstesso e al tro,possiamo trasformare in gioia un bel po'di sofl'erenza.

ImpressioniNei sutra c'd un esempio eccellente. Nel buio una personatiene in mano una torcia e disegna un cerchio nell 'aria.Un'altra persona che sta un po' discosta ha l ' inrpressioneche ci sia un cerchio di fuoco; ma non c'd alcun ccrchio, cisono solo punti infuocati che si succedono I'un I'altro nellospazio, dando l ' impressione di un cerchio di fuoco. E lostesso per l'illusione di un'identitd [issa e per l'illusione del-la permanenza. Il cerchio di fuoco d un'idea. Non pud esse-re applicata alla realtd e non pud descrivere la realtir vera.Se analizzi i l cerchio di fuoco vedi che sono i mil ioni diistanti che si muovono in rapida successione a dare l'im-pressione che ci sia il cerchio di fuoco.

Quando filmiamo qualcuno che danza, in realti scattia-mo un gran numero di fotografie del danzatore: ne faccia-mo tantissime, poi le proiettiamo l'una dopo I'altra e cosiabbiamo I'impressione di un movimento fluido. Di fatto,perd, quelle sono solo un gran numero di immagini staticheche si succedono I'una all'altra.

Guardando qualcuno abbiamo I'impressione che esistaun s6 permanente, un'entitd. Pensiamo: stamattina ho rico-nosciuto quest'entitd e stasera, guardandola, riconoscerd lastessa entitir. Anche se parto, sto lontano dieci anni e poitorno, riconoscerd la stessa entita. Questa d un'illusione.

Nei sutra si racconta una sloria molto buffa. Una donnaaffidd un pentolino di latte a un vicino di casa, dicendogli:oPer favore, tienimelo da parte. Tornerd fra due o tre gior-ni,. Non c'erano frigoriferi, all'epoca, quindi il latte caglid edivenne una specie di formaggio. Al ritorno la donna disse:nDov'd il mio latte? Th ho lasciato latte, non formaggio; que-sto non d il mio latte!>. Il Buddha disse che quella personanon aveva compreso l'impermanenza. Nel giro di qualchegiorno il latte diventa yogurt o formaggio, ma quella perso-na voleva il latte di cinque giorni prima e rifiutava il for-maggio. Pensate che quel latte e formaggio siano la stessacosa o due cose diverse? Non sono n6lo stesso n6 altro, ma

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ci sono voluti svariati giorni perch6 il latte diventasse for-maggio. La visione profonda dell'impermancnza ci mostrala veritd sull'universo e su tutti i fenomcni, la vcra naturadel onon lo stesso e non altror.

Noi presumiamo che le cose rimangano lc stcsse persempre, ma in realti nulla resta immutato ncmnlcno in dueattimi successivi; per questo anche il concetto cli identitAfissa d un'illusione, un'idea che non pud csscrc applicata al-la realth. Certo, c'd un flusso di manifestazioni a cui si puddare un nome, come al f iume Mississippi . I l nome noncambia, la realtA si: hai l'impressione che il fiunrc sia sem-pre li a tua disposizione mentre la sua acqua non d pit lastessa nemmeno dopo un solo istante. I filosofi hanno dettoche non puoi mai fare il bagno due volte nello stcsso fiume.E la natura dell'impermanenza, confermata non solo dalBuddha ma da Confucio, da Eraclito e da nrolti altri saggiche sapevano osservare a fondo la natura della realt).

San Francesco e il mandorloUn giorno d'inverno, mentre faceva meditazionc camminatain giardino, san Francesco d'Assisi vide un albero di man-dorlo, spoglio. GIi si awicind e, praticando la consapevolez-za del respiro, gli chiese di parlargli di Dio. All'improwiso ilmandorlo si ricopri di fiori. Io credo a questa storia: un con-templativo simile era di certo capace vedere la realt) in tutrala sua profonditd. Non aveva bisogno del calore dclla prima-vera per realizzare che nel mandorlo i fiori c'erano gii.

Ti invito a guardare la scatola di fiammiferi con gli occhidi san Francesco, con gli occhi del Buddha. Tu li hai, quegliocchi. Riesci a vedere la fiamma gii presente nella scatoladi fiammiferi? Non si b manifestata, ma d l) dcntro, da qual-che parte. Se guardi in profonditd puoi gid vedere la fiam-ma. Ci sono tutte le condizioni perchd si manifesti, tranneuna: un movimento delle tue dita. Puoi fornire quest'ultimacondizione e vedrai la fiamma manifestarsi.

Per favore, quando accendi un fiammifero fallo in gran-

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de presenza mentale. Osserva tutte le condizioni. Chiedi al-la f iamma: <Cara f iammella, da dove arrivi?o. Quando laspegni, chiedile: <Dove vai?,. Noi pensiamo che la fliamma,nata appena un attimo fa, ora stia morendo. C'd nello spa-zio un qualche luogo separato in cui la fiamma se ne sia an-data? Non credo.

I l Buddha ha detto che non c'd (arrivare, nd oandareviao. Sono domande che i filosofi si sono posti molte volte,investendo molta carta e inchiostro e fiato per cercare didar loro una risposta; se osservi in profonditd con i tuoi oc-chi di Buddha la puoi trovare tu.

La vera essenza delle coseIn sanscrito la realtir cosi com'd si indica con la parolatathata, che significa: od cosiu. Non puoi descriverla in ter-mini concettuali, in particolare non coi concetti di nascita emorte, essere e non-essere, arrivare e andare via. Non c'dparola n6 idea nd concetto che possa descrivere la realth: larealtir di un tavolo, la realti, di un fiore, la realtd di una ca-sa, Ia realtA di un essere vivente.

A volte sei arrabbiato con tuo padre e dici: ,.Non vogliopiir avere niente a che fare con lui!". Che dichiarazione!Non sai che tu e tuo padre appartenete alla stessa realtA? Tusei la sua prosecuzione, tu sei lui. Chiediti se sei la stessapersona di tuo padre o se sei altro da lui. La nostra d la na-tura del (non lo stesso, non altroo: tu e tuo padre non sietela stessa persona e non siete due persone differenti.

Come ho gid detto, quando aiuti la fiamma a manifestar-si, accendendo il fiammifero, se osservi a fondo vedi chenon viene da nessuna parte e non va da nessuna parte. Ora,usa la fiamma del fiammifero per accendere una candela.La fiamma della candela d la stessa del fiammifero o dun'altra? Se hai un'altra candela e accendi anche quella,puoi chiederti: le tre fiamme sono la stessa o sono tre fiam-me diverse?

Osservando la fiamma di una delle due candele vi possia-

of,

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v

nlo vedere che l' idea di "n€ stesso nd arltrrr, si applica nonsolo al le f iamme di due candele diverse, rna anche al laliamma che le ha accese entrambe. Rispe tto allc rluc, la pri-ma non d la stessa e non d un'al tra: ogni at t inro di quel lafiamma 0 unico. Lattimo successivo D qucllo in cui la fiam-ma si manifesta in un modo diverso.

La manifestazione di qualcosa o di qualcun() non si basasu una condizione sola. Noi sappiamo chc la lianrma d ali-mentata dal fiammifero, dal legno e dal conrbrrstibile. E ve-ro che nessun fuoco pud soprawivere scnza conrbustibile,come nessun essere vivente senza cibo; rna clLlcsto d solouno degl i elementi , una del le condizioni . La l ' iamma pudmanifestarsi solo quando ci sono tutt i g l i c lc lncnt i : se nonc'b ossigeno nell'aria non si potra manile'star-c nrolto a lun-go. La f iamma dipende dal legno, o dal lo stoppino, e dal-l 'ossigeno; d gi i presente nel la scatola cl i l iamnri ler i , nonoccorre che unascao: le basta manifestarsi quando ci sonole condizioni giuste.

Per esempio, a dodici anni s iamo solr l ragazzini e nonabbiamo figli a nostra volta. Ma nella n()stra pcrsona ci so-no tutte le cause per la manifestazione di l ' igli c nipoti. E so-lo questione di tempo e di condizioni.

Un foglio di carta

Non vieni, non vai,nd prima n6 poi.Ti stringo forte a mee poi ti lascio andare.Io sono in tee tu sei in me.

Non vieni, non vai: b la natura della realtd. Tu non sei ve-nuto da nessuna parte, non vai da nessuna parte. La rosa, lanuvola, la montagna, le stelle, il pianeta Terra, ogni cosa dfatta cosi: per sua natura non viene e non va. Morire non si-gnifica che da qualcosa tu diventi niente, come essere natinon significa che da nessuno di colpo diventi qualcuno: c'd

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solo una manifestazione basata su condizioni sufficienti, ela cessazione della manifestazione basata sulla mancanzadelle giuste condizioni.

Il foglio di carta su cui sono scritte queste parole ha unastoria. Questa pagina del libro che stai tenendo in mano hapreso forma in un dato momento. Cid non vuol dire chequello era il momento della sua nascita: c'era gid, come lu-ce del sole, come tronco di un albero, come nuvola e terra.Lattimo in cui d uscito dalla cartiera era solo il momentodella sua manifestazione.

Dowemmo chiedergli, dunque: nCaro foglietto di carta,c'eri gia prima di nascere?'. Il foglio di carta risponderd:oSi, c'ero sotto fornra di albero, sotto forma di luce solare,sotto forma di nuvola e di pioggia, sotto forma di minerali edi terra. Lattimo in cui sono divenuto un foglio di carta dstato un momento di prosecuzione. Non sono venuto dalnulla, sono venuto dall'universo: prima sono stato un albe-ro, sono stato una nuvola, sono stato un raggio di sole, sonostato terra e cosi viao.

Osservando in profonditd il foglio di carta puoi vedereancora gli alberi, la nuvola e la luce del sole. Non ti occorreandare nel passato. Ecco il vantaggio di essere un meditan-te: non devi viaggiare, basta che ti sieda e pratichi I'osserva-zione profonda perchd tu possa vedere e riconoscere ognicosa. Il foglio di carta contiene tutte le informazioni sull'u-niverso, comprese quelle che riguardano le nuvole, la lucedel sole, gli alberi, la terra. Se restituisci alla sua origineuno di questi elementi, il foglio di carta non ci sard pit. Setu restituissi la luce solare al sole non ci sarebbe il bosco,non ci sarebbe la carta. Percid la luce del sole b nella carta.Quando tocchi un pezzo di carta tocchi il sole, tocchi la nu-vola, tocchi la pioggia, tocchi la terra, tocchi l'universo inte-ro. Una manifestazione le contiene tutte.

Se fai scorrere le dita sulla carta ci senti dentro la nuvola.Senza la pioggia, venuta dalla nuvola, non ci sarebbe carta.Fai scorrere le dita sulla carta: le stai facendo scorrere suglialberi del bosco. Nella carta possiamo toccare con le dita il

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sole e tutti i minerali della terra. Ttrtte questc condizioni so-no nella carta. Quando la comprensione risvcgliata ci per-mette di entrare in contatto con la carta, sialrro in contattocon I'esistenza intera.

Praticando l'osservazione profonda di qtrcsto loglio dicarta possiamo vedere il bosco; senza di csso non ci sareb-bero gli alberi e senza gli alberi non possiamo lurc la carta.Quindi questo foglio di carta non d arrivato rl:rl nulla, d ve-nuto da qualcosa: gli alberi. Gli alberi pert) non sono abba-stanza per fare il foglio di carta. Il sole nutre gli albcri, ienuvole li innaffiano, il terreno, i minerali e trna c1r-rantitd dialtri fenomeni aiutano il foglio di carta :.r nranil'cstarsi. Epoi ci deve essere un boscaiolo che taglia l 'all;cro, c il com-messo del negozio di alimentari che prepara il panino per ilpranzo del boscaiolo, e le persone che fonnano la ditta chepaga il boscaiolo. Queste cose non esistono al cli l irori delpezzo di carta: sono una cosa sola con la car1a.

Potrest i chiedert i : oCome faccio a ident i l icarc questopezzo di carta con il bosco? Il bosco d fuori dalla cana,. Sedalla carta togli il bosco o la nuvola, il foglio di cafta se nevola via. Se non ci fossero state le nuvole, ciot nicnte piog-gia dalle nuvole, come sarebbero potuti crescere gli alberi?Come awemmo potuto fabbricare la pasta di cellulosa perprodurre un foglio di carta?

Il foglio di carta non ha compleanno; nemmeno tu. Tuc'eri gii prima di nascere. La prossima volta che festeggi iltuo compleanno potresti forse cantare: (Buona continua-zione a teD.2 Se d vero che un compleanno d un (giornodella continuazioner, allora puoi chiamare cosi anche ilgiorno della morte. Se la tua pratica d solida, al momentodi morire canterai una canzone di nBuona continuazionea te.. . )) .

2 In inglese Happy birthday to you pud diventare Happy continuation toyou.ln i tal iano perd cantiamo .Tanti auguri a te.. .>. (NdI)

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Cerca di fare il nullaProva a trasformare un foglio di carta in niente. E possibi-le? Accendi un fiammifero, br-ucia il foglio c vedi se diventaniente o se diventa qualche altra cosa. Questa non d Llna pu-ra teoria, B una cosa che possiamo provare. Mentre accendiil fiammifero inspira ed espira. Testimonia la trasformazio-ne di un foglio di carta. Accendi il fiammifero, consapevoleche non occorre che la fiamma (nasc.rD: con le giuste con-dizioni non ha che da manifestarsi, perchd la possiamo ve-dere. Mentre bmci la carta osserva il fumo, e nota che c'dabbastanza calore da scottarti Ie dita. Dov'd ora il foglio dicarta?

Quando bruci un foglio di carta, la sua forma non d piirquella della carta: se segui il processo in consapevolezza,noti che il foglio di carta continua ad esistere in altre for-me. Una di queste sard il fumo; il fumo del pezzo di cartasaie e andrh a raggiungere una o due di quelle nuvole chegih sono nel cielo. Ora la carta d parte di una nuvola, e pos-siamo salutarla con la mano: oCiao, pezzo di carta, an-ive-derci a molto presto>. Domani o il mese prossimo pioverir eforse una goccia d'acqua ti cadri in fronte: quella gocciad'acqua d il tuo foglio di carta.

Un'altra forma che la carta assume b la cenere. Puoi re-stituire la cenere alla terra: la terra diventa una continua-zione del foglio di carta. Pud darsi che I'anno prossimo tuveda la continuazione della carta in un fiorellino o in un fi-lo d'erba: b la vita successiva del foglio di carta.

Durante il processo di combustione il pezzo di carta d di-ventato anche calore. Quel calore penetra nel corpo, anchese non stai molto vicino alla fiamma. Ora porti in te il fogliodi carta. Se sei uno scienziato e hai strumenti molto sofisti-cati puoi misurare gli effetti di quel calore anche su pianetie stelle lontani. Essi allora diventano una manifestazione,una continuazione del piccolo foglio di carta. Non possia-mo sapere quanto lontano andrd, quel foglietto.

Gli scienziati affermano che un battito di mani potrebbeI

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avere un impatto su una stella lontana. Cid chc ci accadepotrebbe influenzare una galassia lontanissima. E la galas-sia lontanissima ci pud influenzare. Ogni cr)sa c\ sotto I' in-fluenza di tutte le altre.

Nulla va perduto

Meditare significa essere invitati a compicrc trn viaggio diosservazione profonda per raggiungere e toccarc la nostravera natura e per riconoscere che nulla si pcrdc dawero.Questo ci pud far superare la paura. La non-plul'a c\ il donopii grande della meditazione. Con questo dono yrcrssiamosuperare il lutto e il dolore.

Dal nulla pud venire solo il nulla. Dal nulla non pud veni-re qualcosal e da qualcosa non pud venire il nulla. Sc qual-cosa c'd gid, non ha bisogno di nascere: il monrcrrto dellanascita d solo un momento di cont inuaz. ionc. I l g iorno incui sei nato ti hanno potuto percepire con'lc un nconato, etutti pensano che adesso tu esisti; ma tu esistcvi gia\ primadi quel giorno.

Per il concetto che abbiamo della morte, .rlorirc' signi-f ica che da nqualcosa" t i t rasformi improvvisamcnte in(nienteD; ds oqualcunon in (nessunoD: d un' idca orr ibi leche non ha alcun senso. Se una cosa non d natzr come puddover morire, a un certo punto? Puoi ridurrc il loglio dicarta a una (non esistenza", al nulla?

Posso testimoniare che il foglio di carta non d mai nato,perch6 nascere significa che dal nulla all'improwiso apparequalcosa; che da (nessunoD all' improwiso apparc qualcuno.Quest'idea non b compatibile con la realti. La tua vera natu-ra d di non nascere; lo d anche la vera natura del fbglio di car-ta. Tu non sei mai nato: c'eri giir da molto molto tempo.

Tu sei sentpre esistito

Da bambino forse ti piaceva giocare con il caleidoscopio;ogni movimento delle dita creava uno splendido disegno di

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cokrd; girarlo anche solo di un pochino modificava cid cheveclcvi. Anche la figura nuova era bellissima, era solo diversa.Si potrebbe dire che i diversi schcmi di colori all'interno delcaleidoscopio nascevano e morivano; ma da bambino nonportavi il lutto per quel genere di mone, al contrario, conti-nuavi a divertirti a vedere tutte quelle diverse forrne e colori.

Se siamo in grado di toccare la nostra natura fondamen-tale di non-nascita e non-morte, non avremo paura. Questac la base della nostra vera felicitir.

Finch6 hai paura non puoi esserL' perfettamente felice' Illtodlisattva Avalokiteshvara ci ha donato il Sutra del Cuo-rc,3 dal quale apprendiamo che la realth d cosi con'l 'd, noncondizionata da nascita, morte, venire, andare, essere, non-cssere, aumentare e diminuire, impuriti o purezza. Siamopicni di nozioni come queste e soffriamo perchd vi restiamointrappolati. La nostra vera liberazione d la liberazione daic<lncetti.

Tu vieni in un centro di pratica sperando di alleviare unpo'la tua sofferenza, perch6 speri in un cefto sollievo; il sol-lievo pir) grande, perb, lo puoi ottenere solo entrando incontatto con la tua vera natura, la natura della non nascitac non-morte. Questo d I'insegnamento piir profondo che ciha offerto il Buddha.

Nulla si crea

Guarda il girasole che cresce in giardino: per potersi mani-{'cstare dipende da cosi tanti elementi! Nel fiore c'd una nu-vola, perch6 se non ci fosse la nuvola non ci sarebbe lapioggia e non potrebbe crescere nessun girasole. E c'd la lu-ce del sole; sappiamo che nulla pud crescere senza la luce

I .Sutra del cuore della Prajnaparamitao (della perfetta saggezza): uno deidiscorci piir importanti del buddhismo mahaYana, attribuito albodhisattvaAvalokiteshvari che si rivolge direttamente a uno dei pii famosi discepolidel Buddha, Shariputra. (NdI)

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del sole: niente sole, niente girasole. Vediamo la terra, ve-diamo i minerali, vediamo il contadino o il giarcliniere, ve-diamo il tempo, lo spazio, le idee, la volonti rli coltivare gi-rasoli e molti altri elementi. Il girasole, dunrlrrc, dipende damolte condizioni per manifestarsi, non da trna sola.

Come ho gii detto, io uso volentieri la paxrla (prosecu-zioneu invece di unascitau e invece di ocrcaz.ioncr. Nella no-stra mente (creare> significa anche dare origine a qualcosadal nulla. Il contadino che coltiva i girasoli non li crea: seosservi in profonditi vedi che il contadino norr i che unadelle condizioni che pud portare i girasoli a esistere. Ci so-no semi di girasole conservati in un granai<l; ci sono campi,li fuori, dove poterli seminare; ci sono nuvole nel cielo chepossono far piovere, ci sono i fertilizzanti, c'd la luce del so-le che fa crescere i girasoli. Tu, contadino, non sei il verocreatore del girasole: sei solo una delle condizioni. Lo stes-so vale per tutte le altre condizioni: perchd il girasole si ma-nifesti sono tutte ugualmente importanti.

Quando venite a Plum Village in giugno vedete moltissi-mi girasoli sulle colline intorno: centinaia di migliaia di gi-rasoli tutti volti verso est, che sorridono e splendono. Se ve-nite in aprile o in maggio le colline sono nude, ma icontadini che camminano nei loro campi possono gid vede-re i girasoli, perchd sanno di averli seminati. Sanno che cisono le condizioni sufficienti - hanno sparso i semi, il terre-no d stato preparato -, ne manca una sola: il calore, che ar-riva in giugno e in luglio. '

Non puoi definire (esistenter una cosa solo perchd simanifesta. E non puoi chiamare inesistente una cosa chenon si d manifestata o che ha smesso di manifestarsi. Esse-re e non-essere non possono essere applicati alla realtA. Os-servando in profonditA ti rendi conto che la realtA non bsoggetta a nascita e morte, a essere e non-essere.

Quando il teologo Paul fillich dice "Dio 0 il fondamentodell'essereo, quell'oessereD non andrebbe confuso con l'esserein opposizione al non-essere. Sei invitato a osservare inprofonditA il concetto di oessereo, per poterne essere libero.

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vNuovi inizi

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Dov'era Gesir prima di nascere? Da anni pongo questa do-manda a molti dei miei amici cristiani. Se vogliamo osser-vare la questione in profonditA, dobbiamo esplorare la vitac la morte di Gesi in termini di manifestazione. Prima dinascere Gesi Cristo non era certo (nessuno)); e non d a Be-tlemme che poi C (venuto in essereo. Lievento della nativitirI'u soltanto un'occasione di manifestazione: Gesir esistevaprima del momento della cosiddetta nascita o nativitd. Inrealtir non dowemmo chiamare quell'evento nnascitaD: essonon d realmente la nativitA, d solo una manifestazione. Seosserviamo la questione tenendo a mente cid che abbiamocompreso del processo di manifestazione, abbiamo I'oppor-tunitA di vedere in profonditi la persona di Gesir. Possiamoscoprire la veritd della sua immortalitd. Possiamo scoprirela veritA della nostra natura di non-nascita e non-morte.

I cristiani dicono: Dio ha mandato sulla terra il suo unicofiglio, Gesir. Poich6 c'era Dio, e Gesir b parte di Dio, e Gesid il Figlio di Dio, anche Gestr esisteva gid, prima. Il giornodella sua nascita, Natale, d un giorno di manifestazione,non di nativitA. E solo il momento in cui ebbe luogo la ma-nifestazione di Gest.

Gest Cristo si sta ancora manifestando in molte migliaiadi modi, tutt'intorno a te. Per riconoscere le sue manifesta-zioni dobbiamo stare con gli occhi ben aperti: se non sei

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1consapevole e attento mancherai di coglierc Ia sua presenzaperchd t i sfuggiranno le sue manifestazioni. La matt inaquando pratichi la meditazione camminata puoi riconosce-re una sua manifestazione in un fiore, in una goccia d'ac-qua, nel canto di un uccello o in un bambino che gioca nelprato. Dobbiamo stare molto attenti a non lasciarci sfuggi-re queste cose.

Nell'insegnamento del Buddha, e secondo il suo modo divedere, noi tutti condividiamo la natura della non-nascita enon-morte. Non solo gl i umani ma anche gl i animali, lepiante e i minerali condividono questa natura. Una foglia eun fiore hanno in comune la stessa essenz.a tbrrdamentaledi non-nascita e non-morte. C'0la manilestazione di un fio-re o di una foglia o di una nuvola. Durante l'inverno non ve-diamo piir fiori nd libellule e non sentiamo pir)r cantare ilcuculo: in inverno sembrano non esistere, ma sappiamo be-ne che d un'idea sbagliata, che all'inizio dclla primavera tut-ti questi esseri si manifesteranno di nuovo. Durante I'inver-no sono stati semplicemente da qualche altra parte, in altremanifestazioni, in attesa delle condizioni favorevoli per po-tersi manifestare di nuovo. Qualificarli come inesistenti ininverno d una percezione erronea.

"Trapassator> non significa "andato via"Dobbiamo porci anche la domanda: "Se Gesr) non fosse na-to, come awebbe potuto morire? Nonostante sia stato croci-fisso, ha smesso di esistere? E aveva bisogno di risorgere?>

La sua crocifissione potrebbe non-essere una morte? Epossibile che si stesse nascondendo? La sua vera natura d lanatura di non-nascita e non-morte. Questo non d vero soloper Gesi: in questo senso d ugualmente vero per una nuvo-la, per un girasole, per te e per me. Noi non siamo nati enon moriamo. E poich€ nemmeno Gesir d toccato dalla na-scita e dalla morte, lo chiamiamo oil Cristo vivente>.

F, saggezza, vera e profonda, imparare a guardare le cosein termini di manifestazione. Se ti d morta una persona

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molto cara e la definisci come non esistente, ti sbagli digrosso. Dal nulla non pud nascere qualcosa. E da nessunonon pud nascere qualcuno. Da qualcosa non puoi diventarenulla. Da qualcuno non puoi diventare nessuno. Ecco la ve-ritA. Se la persona a te cara non si manifesta nella formache eri abituato a vedere o a percepire, questo non significache non esista; non significa che non ci sia piir. Se guardi inprofonditir puoi entrare in contatto con la sua presenza inaltre forme di manifestazione.

Un giorno ho preso per mano un giovane padre che ave-va appena sepolto il suo bambino e I'ho invitato a cammi-nare con me per andare alla scoperta di suo figlio in altreforme.

Quando era piccolo, il bambino era venuto a Plum Villagee aveva apprezzato molto il cibo vegetariano. Un giorno miaveva dato i soldi della sua paghetta settimanale pit gli extraricevuti in regalo, chiedendomi di comprare un pruno e dipiantarlo per lui: voleva partecipare al lavoro con cui diamosostegno ai bambini affamati nel mondo, piantando un albe-ro da frutto a Plum Village. Sapeva che un pruno dA moltifrutti; sapeva che potevamo vendere le prugne e mandare isoldi ai bambini affamati del Terzo Mondo. Aveva imparatola meditazione camminata e seduta e praticava il Dharmamolto bene. Quando si ammald andai a trovarlo in ospedale,a Bordeaux. Mi disse: uNonno monaco, fard meditazionecamminata per te!": scese dal letto, nonostante fosse piutto-sto debole, e cammind per me in un modo magnifico. Pocodopo la mia visita mori. Il giorno della cremazione feci leaspersioni di acqua benedetta e cantai il Sutra del Cuore perlui. Una settimana pii tardi presi per mano suo padre e an-dai con lui in meditazione camminata per mostrargli le tantealtre manifestazioni del suo bambino. Insieme andammo atrovare il pruno che avevo piantato per conto del bimbo: se-duti nella luce del pomeriggio restammo a guardare il picco-lo che ci salutava muovendo ogni ramo, ogni germoglio.

Se osservi a fondo la realti puoi scoprire molte cose;puoi superare moltissima sofferenza e contrastare molte

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percezioni erronee. Se siamo in grado di dimorare in pacenella dimensione assoluta non affondcrcnr() nell 'oceanodella sofferenza, del lutto, della paura, dclla rlisperazione.

Nuove manifestazioniNella dimensione assoluta non siamo mai nati e non mori-remo mai. Nella dimensione storica viviamo inrmersi nelladimenticanza e solo di rado siamo realnrentc vivi: viviamocome gente morta.

Nel romanzo di Albert Camus La struniaro il protagoni-sta, in preda alla disperazione e alla rabbia, spara e uccideuna persona. Per questo crimine viene condannato a morte.Un giomo, sdraiato sulla branda della cella, alza gli occhi evede la luce che entra dalla finestra, riquadrata dalle sbar-re; all'improwiso entra in contatto col cielo azzurro sopradi lui, prendendone consapevolezza. Non aveva mai visto ilcielo in quel modo, prima d'allora. Camus Io chiama "unmomento di coscienzaD, che sarebbe un momento di consa-pevolezza o di presenza mentale. Per il condannato era laprima volta nella vita che entrava realmente in contatto conil cielo e si rendeva conto di quale miracolo fosse.

Da quel momento in poi il prigioniero vuole mantenerequel tipo di radiosa presenza mentale e si convince chequella b l'unica energia che lo pud tenere in vita. Mancanosolo tre giorni all'esecuzione. Il prigioniero, tutto solo nellacella, pratica per conservare quella presenza mentale, permantenere viva la consapevolezza. Fa voto di vivere piena-mente, in consapevolezza, ogni minuto dei tre giorni che glirimangono. Lultimo giorno va a trovarlo un prete, per dar,gli l'estrema unzione. Il prigioniero non vuole sprecare ilsuo tempo ricevendolo e all'inizio si oppone, ma poi gliapre la porta e lo fa entrare. Quando il sacerdote se ne va, ilprigioniero si dice che quel prete vive come se fosse giimorto: in lui non aveva rintracciato alcuna qualitd di con-sapevolezza o di presenza mentale.

Vivere senza presenza mentale d proprio come essere

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morti; questo genere di esistenza non pud essere chiamatavita. Molti di noi vivono come morti, perchd vivono senzaalcuna presenza mentale: ce ne andiamo in giro per il mon-do portando con noi i nostri cadaveri, spinti indietro nelpassato o avanti nel futuro, oppure intrappolati nei nostriptogetti o nella nostra disperazione e rabbia. Cosi non sia-mo vivi dawero: in noi non abita alcuna consapevolezzadelmiracolo di essere in vita. Albert Camus non aveva mai stu-diato il buddhismo, ma in quel romanzo scrive di una prati-ca centrale nel buddhismo: /e moment de conscience,l'atti-mo della consapevolezza profonda, il risveglio.

La pratica della resurrezione, o della ri-manifestazione, daccessibile a ognuno di noi. La nostra pratica B risorgere dicontinuo, tornando alla mente e al corpo con l'aiuto del re-spiro consapevole e della meditazione camminata. Questigenerano la nostra vera presenza nqui e oraD; solo allorapossiamo tornare a essere dawero vivi. Siamo come mortiche rinascono: liberi dal passato, liberi dal futuro, capaci distabilirci nel qui e ora: siamo pienamente presenti, e dawe-ro vivi. Questa d la pratica di base del buddhismo. Che tumangi o beva o respiri o cammini o sieda, puoi praticare laresurrezione. Permettiti sempre di stabilirti nel qui e ora,del tutto presente, del tutto vivo. Questa 0 la vera praticadella resurrezione.

L'unico momento in cui possiamo essere vivi

Sono arrivato, sono a casaqui e ora.Sono solido e libero,dimoro nell'assoluto.

Non possiamo goderci la vita se passiamo un sacco ditempo a preoccuparci di quello che d successo ieri e di quel-lo che succederA domani. Noi ci preoccupiamo del domaniperch6 abbiamo paura. E se abbiamo sempre paura non

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possiamo apprezzare il fatto di essere vivi c cli poter esserefelici proprio adesso.

Nella vita quotidiana tendiamo a ritenct'c clte la felicitdsia possibile soltanto in futuro: continuianlo ir ccrcare qual-cosa di meglio, a cercare le condizioni giustc che ci farannofelici; scappiamo da cid che abbiamo ptrrpt'io davanti agliocchi per andare a cercare cose che ci lhcciano sentire pir)solidi, piir protetti e sicuri. Ma insieme corttit 'tttiamo ad ave-re paura di cid che il futuro ci potr) risetvat'c: abbiamo pau-ra di perdere il lavoro, i nostri beni, lc pcl's()nc chc abbiamointorno e che amiamo. E cosi stiamo ad aspettare il momen-to magico - chissi quando, nel futuro - in cui ogni cosa sarda modo nostro, proprio come vorremmo chc lirsse.

La vita perd d disponibile solo nel momento presente. IlBuddha ha detto: nSi pud vivere felici ncl nronrento presen-te: d I'unico che abbiamon.

Quando ritorni al nqui e ora> sei in grado di riconoscerele molte condizioni di felicitd che gi) ci sono. La praticadella presenza mentale d la pratica di tornare al qui e oramettendosi in contatto profondo con noi stcssi, con la vita.Per farlo ci dobbiamo allenare: anche sc siamo molto intel-ligenti e afferriamo subito il concetto, per vivcre in questomodo dobbiamo ancora addestrarci, dobbiarno esercitarcia riconoscere che le condizioni per esscrr: felici ci sono gih.

La vera casa

La nostra vera casa b nel qui e ora. il passato se n'd andato eil futuro non d ancora arrivato. oSono arrivato, sono a casa,qui e orau: ecco la nostra pratica.

Puoi recitare questa gatho, questa poesia, durante la me-ditazione seduta o camminata; la puoi praticare in macchi-na, andando in ufficio. Certo non sei ancora arrivato, men-tre guidi, ma comunque sei arrivato alla tua vera casa che bil momento presente. Anche quando sei in ufficio, poi, seinel nqui e ora).

Pud renderti molto felice anche solo recitare la prima ri-

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ga della poesia: osono arrivato, sono a casa). Che tu stia se-duto, che cammini, che innaffi la verdura nell'orto o dia damangiare ai tuoi figli, hai sempre la possibilitd di praticare{.Sono arrivato, sono a casaD. Signj[c3: smgu,o.di gplTere.Ho corso per tutta la vita, ora sono determinato a fermarmie a viverla dawero.

Che ospetti?C'b una canzone francese che dice oQu'est-ce qu'on attendpour 6tre hereux?o:4$6ispettiamo a essere felici?'E unaconquista, quando inspiro e mi dico (sono arrivato,,: oratono d"l tutto prese"tfiiiffil cento per cento. Il momentopresente 0 divenuto la nlja vera casa.

Espirando, dico(G a ch$6l) se non ti senti a casa,continui a correre. E;6imilfed{u"." paura. Se ti senti giia casa, invece, non hai piir bisogno di correre. Ecco il segre-to della pratica: quando viviamo nel momento presentepossiamo vivere nella vera felicitd.

Apprezzare la terraVado raccontando questa storia da molti anni. Due astro-nauti vanno sulla luna; all'arrivo hanno un incidente e sco-prono di avere ossigeno solo per due giorni. Non c'd speran-za che dalla terra arrivi qualcuno in tempo per salvarli:restano loro solo due giorni da vivere. Se si chiedesse loro:oQual0 il vostro pit profondo desiderio?o risponderebbero:oEssere di nuovo a casa, camminare sul meraviglioso pia-neta Terrar. Basterebbe questo, non vorrebbero altro. Nonvorrebbero essere a capo di una multinazionale, essere unacelebritA, o il presidente degli Stati Uniti. Non vorrebberoaltro che essere di nuovo sulla Terra: camminarci sopra, go-dendo di ogni passo, ascoltando i suoni della natura e te-nendo per mano i loro cari mentre contemplano insieme laluna.

Dovremmo vivere tutti i giorni come persone che sono

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appena state salvate dalla luna. Ora siamo sulla Terra, oragodiamo della possibilid di camminare su questo pianetaprezioso e splendido. [l maestro zen Lin Chi ha detto: "Ilmiracolo non d camminare sull'acqua, d camminare sullaTerrau. Questo insegnamento mi d caro: mi piace moltocamminare, semplicemente, anche in posti pieni d'attivitdcome aeroporti e stazioni ferroviarie. Camminando in que-sto modo, accarezzando la madre Terra ad ogni passo, pos-siamo ispirare altri a fare lo stesso. Possiermo godere diogni attimo della nostra vita.

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VILindirizzo della felicitd

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Se vuoi sapere dove stanno di casa Dio, il Buddha e tutti igrandi esseri, io te lo so dire. Ecco il loro indirizzo: nel quic ora. C'd tutto cid che serve, compreso il codice postale.

Se sei capace di inspirare ed espirare e camminare nellospirito di usono arrivato, sono a casa, qui e ora)r, noti che co-minci subito a diventare pit solido e piil libero. Tr sei stabili-to nel tuo vero domicilio, il momento presente; niente ti pudpiir spingere a correre o ti spaventa come prima. Sei liberodalle preoccupazioni sul passato. Non sei piir bloccato li apensare a cose che non sono ancora successe e su cui non haialcun controllo. Sei libero dai sensi di colpa riguardo al pas-sato, libero dalle preoccupazioni per il futuro.

Solo una persona libera pud essere una persona felice. Iltuo livello di felicitd dipende dal livello di libertd che hai nelcuore. Non intendo una libertd in senso politico: sto parlan-do di libertA dal rimpianto, dalla paura, dall'ansia e dal di-spiacere. nSono arrivato, sono a casa, qui e ora.D

nsono solido, sono libero>: ecco cid che provi, cid chediventi, quando arrivi nel qui e ora. Non d una bella favolache ti racconti: lo vedrai da te, lo sentirai di persona. E allo'ra sarai in pace; farai esperienza del nirvana, del Regno diDio o comunque ti piaccia chiamarlo. Anche se al momentonon sei preso in una serie di problemi, se non sei libero esolido come puoi essere felice? Coltivare la soliditi e la li-

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bertd nel momento presente 0 il dono pii grande che pos-siamo fare a noi stessi.

D imorare nell'as solutooDimoro nell'assoluto.o Lassoluto d il fondamento del no-stro essere, il fondamento dell'essere stesso. La dimensioneassoluta, o Dio, o il divino, non d separata da noi: ci siamodentro tutto il tempo. Non b qualcosa chc stit lassi, al di lAdel cielo; ma per poter dimorare nell'assoluto, per poter vi-vere nell'assoluto, dobbiamo vivere nclla nostra vera casa.

E come la storia dell 'onda e dell 'acqtta. Osservandoun'onda vediamo che pud avere un inizict c una fine; pudessere alta o bassa; pud essere uguale ad altre onde, o diver-sa. Ma I'onda b sempre fatta di acqua; I'acqua d la sostanzafondamentale dell'onda. Un'onda d un'ondar, ma d anche ac-qua. Londa pud avere un inizio e una fine, pud essel€ gran-de o piccola, ma per I'acqua non c'C nC iniz-io nd fine, n6 sund gii, nd questo n6 quello. Quando I'ond:r se ne rende con-to e lo comprende d libera dalla paura dcll'inizio e della fi-ne, del su e del giir, del grande e del piccolo, di questo e diquello.

Nella dimensione storica ci sono tempo e spazio e coppiedi opposti: giusto e sbagliato, giovane e vecchio, venire eandare, puro e impuro. Noi ricerchiamo gli inizi e temiamole fini. Ma nella dimensione assoluta non c'd nulla di tuttocid: non c'd inizio n6 fine, non c'd prima n6 dopo. La dimen-sione assoluta d il fondamento che rende possibile la di-mensione storica; d la fonte originaria e sempre attiva del-I'essere. E il nirvana. E il Regno di Dio.

Il nostro fondamento d il nirvana, la realtd assoluta. Lapuoi chiamare Dio o Regno di Dio. Questa d l'acqua in cuiviviamo. Tu sei un'onda ma allo stesso tempo sei acqua: haiuna dimensione storica e hai anche una dimensione assolu-ta. Se comprendiamo bene che per nostra vera natura nonnasciamo e non moriamo, non l'eniamo e non andiamo, lapaura scompare, il dolore e la sofferenza svaniscono.

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Perch6 un'onda si trasformi in acqua non occorre chernuoia: d gih acqua, qui e ora. Nemmeno noi dobbiamo perlorza morire per entrare nel Regno di Dio: esso d il nostrovcro fondamento, qui e ora. La pratica pii profonda 0 vede-re e toccare dentro di noi, ogni giorno, la dimensione asso-luta, la realtir della non-nascita e non-morte. Solo questapratica pud rimuovere interamente la nostra paura, la no-stra sofferenza. Invece di dire: nDimoro nella dimensioneassolutao, se prefer isci , puoi dire: uDimoro nel Regno diDio, o nDimoro nel la terra del Buddha".

Sc iogliere iI dispiacere

Supponi che qualcuno sia in grado di trasportarti con un.iet fino al Regno di Dio o alla Terra Pura del Buddha. Unavolta arivato, come cammineresti? In un posto tanto mera-viglioso cammineresti di fretta, sotto pressione, con ansia,come facciamo quasi sempre? O ti godresti ogni momentoclella tua presenza in paradiso? Nel Regno di Dio o nellaTera Pura le persone sono libere e godono ogni singolo at-timo; quindi non camminano come facciamo noi.

La Terra Pura non d da qualche altra parte, d proprio qui,nel presente, d in ogni cellula del nostro corpo. Fuggendodal presente, noi distruggiamo il Regno di Dio; se invecesappiamo liberarci dall'abitudine a correre, awemo pace elibertd e cammineremo tutti come un Buddha in paradiso.

Cid che portiamo con noi deterrnina la dimensione nellaquale dimoriamo. Se porti con te molto dispiacere, moltapaura e avidith, dol.unque tu vada sei sempre in un mondodi sofferenza e di inferno. Se porti con te compassione,comprensione e liberti, dovunque tu vada entri in contattocon la dimensione assoluta, con il Regno di Dio.

Il praticante sa che, dovunque vada, il terreno che ha sot-to i piedi d il Regno di Dio. Non c'd giorno in cui io noncammini nel Regno di Dio. Poichd pratico la compassione ela libertd dovunque io vada, i miei piedi toccano dappertut-to il terreno del Resno di Dio, della dimensione assoluta. Se

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Icoltiviamo questo genere di contatto, gli elcmenti impor-tanti della soliditi e della libertd saranno a nostra disposi-zione ventiquattr'ore al giorno.

nsono arrivato, sono a casa.D La casa dell'onda d I'acqua.E, giA lt: l'onda non deve viaggiare per migliaia di chilometriper raggiungere la propria casa. E cos) semplice, d cosi po-tente. Vorrei invitarti a imparare a memoria questo breve

'verso e a praticarlo e richiamarlo alla mcnte molte volte al;giorno. In questo modo entrerai in contatto con la dimen-sione assoluta e ricorderai sempre la tua vcra casa.

L'abitudine a co/YereDi giorno corriamo, e corriamo anche di notte nel sonno.Non sappiamo come fermarci. La pratica da fare d innanzi-tutto fermarci, poi rilassarci, calmarci e trovare la concen-trazione. Quando ci riusciamo, siamo nel qui e ora. Alloradiveniamo stabili, e quando siamo stabili ci possiamo guar-dare attorno: possiamo osservare in profondite il momentopresente, possiamo osservare a fondo la nostra vera naturae possiamo scoprire la dimensione assoluta. Losservazioneprofonda ci fa vedere che siamo onde, s), ma siamo ancheacqua. Se non ci siamo fermati, invece, se non abbiamo im-parato a concentrarci, non possiamo osservare in profon-ditd. Non ci liberiamo della paura perchd non siamo abba-stanza forti o stabili da vedere la realte del non venire e nonandare.

E molto duro combattere le abitudini che abbiamo svi-luppato. Il dottor Ambedkar era un membro del Parlamen-to indiano che si batteva per i diritti della casta degli intoc-cabili, da cui egli stesso proveniva. Sentiva con chiarezzache le loro speranze di dignitd e di sicurezza risiedevanonel buddhismo, che non crede nel sistema delle caste. Ungiorno, a Bombay, cinquecentomila intoccabili si raccolse-ro nello stesso luogo e ricevettero dal dottore Ambedkar iTre Rifugi e i Cinque Addestramenti alla Consapevolezzabuddhisti. Io mi recai in India per offrire il mio sostegno e

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l:r nria assistenza alla comunitA degli intoccabili; insieme:rcl altri, tenni discorsi di Dharma e giornate di PresenzaMcntale.

lmmagina di essere cresciuto nel gruppo degli intoccabi-li. lmmagina che tutti intorno ti trattino male e ti faccianotcmere per la tua vita. Immagina che per essere al sicuro turlcbba compiacere tutti quelli che appartengono alle classisr.rperiori. Saresti rilassato nel momento presente? O piut-tosto non ti preoccuperesti di continuo per il futuro? Lalirrza dell'abitudine all'ansia sarebbe fortissima!

Uamico che mi aveva organizzato il viaggio provenivatlalla comunitd degli intoccabili e viveva a Nuova Delhi conla rnoglie e tre figli; desiderava molto che il mio viaggio fos-sc piacevole e ricco di successo. Un giorno eravamo sedutiinsieme in pullman, in viaggio verso un'altra comunitA; dallincstrino mi godevo il panorama indiano. Mi girai a guar-dare il mio amico e notai che era tesissimo; gli dissi: uAmi-co caro, so che desideri molto rendere piacevole e felice ilnrio viaggio ma, sai, io sono gid felice. Per favore, non tipreoccupare! Siediti di nuovo e rilassati!u. Mi rispose osiu esi rilassd un poco, cosi tornai a guardare fuori dal finestri-no, praticando la respirazione consapevole. La vista dellepalme nel sole del mattino era un vero godimento, per me.

Mi vennero in mente le foglie di palma su cui sono statiscritti gli insegnamenti del Buddha in tempi molto antichi.Sono foglie lunghe e slanciate; per scrivere si impiegavauna punta aguzz^ che vi incideva sopra Ie parole delBuddha. Si sono conservate per piir di mille anni: mi ricor-dai che alcuni testi buddhisti scritti su quelle foglie risalen-ti a millecinquecento anni prima erano stati ritrovati in Ne-pal. Poi il pensiero tornd all'amico; erano passati dueminuti, forse. Mi voltai verso di lui e vidi che stava tornan-do a essere teso e rigido: gli riusciva difficile rilassarsi, an-che solo per pochi minuti.

ln quanto intoccabile aveva lottato tutta la vita; ora avevaun grazioso appartamento a Nuova Delhi e un buon postodi lavoro, eppure la forza dell'abitudine a lottare era ancora

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molto forte, dentro di lui. Per molte generazioni gli intocca-bili avevano combattuto duramente giorno c notte per so-prawivere; l'abitudine alla lotta gli era stata trasmessa digenerazione in generazione. Sarebbe stato diff ici le perchiunque trasformarla rapidamente, e ancltc :r lui servivaun po'di tempo e un po'di a l lenamento. Con l 'a iuto deicompagni di pratica in pochi mesi o in pochi anni awebbepotuto trasformare quell'impulso alla lotta c alla tensione'Tutti possono riuscirci. Anche tu puoi pclnlettere a te stes-so di rilassarti e di essere libero.

Se desideri trasformare la tua abitudinc a correre e a lot-tare, devi riconoscerla ogni volta che fa capolino. Inspiran-do ed espirando, di'con un sorriso: nOh, cara piccola forzadell'abitudine, so che ci sei!o: in quel momento sei libero.Puoi ricordarlo a te stesso, puoi insegnartelo. Forse nonawai con te un amico spiritualel per ventiquattr'ore al gior-no che te lo ricordi. Io l'avevo ricordato al mio amico unavolta, e aveva funzionato solo per due minuti: era lui chedoveva farlo per se stesso. Ognuno deve farlo per se stesso'Devi diventare il tuo amico spirituale personale e devi vive-re in un ambiente che ti aiuti.

Labitudine a correre ha una forza notevole, in noi. Po-trebbe esserci stata trasmessa da molte generazioni. Manon occorre che tu la trasmetta a tua volta: dowesti poterraccontare ai tuoi figli che hai camminato nel Regno diDio. Potresti raccontare loro quello che ho detto io ai mieiamici: non c'd giorno che non cammini nel Regno di Dio.Se ci riesci, la tua vita sard di ispirazione per molte perso-ne. Forse tu e i tuoi figli camminerete tutto il tempo nellaTerra Pura.

I E cosi chiamato (in sanscrito kalyanamitta) il maestro o un compagnopii avanzato nella pratica in grado di offrire guida e sostegno al praticantepii inesperto.

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Insciare il bagaglioSc vogliamo camminare nella Terra Pura tutto il tempo ci Bd'aiuto lasciar andare le cose che ci impediscono di esserenel momento presente. Ci d utile imparare a lasciar andarecid che ci fa arrabbiare, imparare a ripartire da zero. Quan-do pensiamo allo zero ci viene in mente come nullitA, e lopercepiamo come qualcosa di negativo. Lo zero perd pubcssere molto positivo. Avere un debito da pagare si indicacol segno negativo; quando l'hai ripagato il tuo bilancio tor-na in pari, torna a zero. E meraviglioso: sei libero.

Ai tempi del Buddha c'era un monaco di nome Baddhiya.Prima di prendere i voti era stato governatore di una pro-vincia del regno dei Shakya. Dopo avere raggiunto I'illumi-nazione, il Buddha era tornato alla sua terra d'origine perlar visita alla famiglia. Molti giovani del luogo, vedendoquanto fosse felice e libero, provarono il desiderio di se-guirlo: volevano essere liberi. Fra loro c'era Baddhiya.

Per i primi tre mesi di vita monastica, il novizio praticbcon tale diligenza da riuscire a vedere molte cose piir inprofonditA. Una notte, mentre praticava la meditazione nel-la foresta, apri la bocca e disse: uOh, la mia feliciti! Oh, lamia felicitA!n.

Quand'era governatore, Baddhiya dormiva in stanze son-tuose, protetto da drappelli di soldati; mangiava cibi costo-si, aveva molti servitori. Ora era seduto ai piedi di un albe-ro, senza altri averi che la ciotola per la questua e l'abito.

Un monaco che sedeva accanto a lui senti le sue esclama-zioni e pensd che Baddhiya rimpiangesse la perdita dellaposizione di potere di un tempo; si disse: oBaddhiya forserimpiange la perdita della vita di prima, quando era gover-natoreD. Il giorno dopo, di mattino presto, il monaco andbdal Buddha e gli riferi cib che aveva sentito. Il Buddha fecechiamare Baddhiya e, alla presenza dell'intera comunitAmonastica, gli disse: uFratello Baddhiya, d vero che la nottescorsa, durante Ia meditazione seduta, hai aperto la bocca e

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pronunciato le parole: 'Oh, la mia felicit)! Oh, Ia mia feli-citd!"?". Baddhiya rispose: "Si, mio signorc, e\ vcro,.

Il Buddha chiese: oE perch6? C? qualcosa chc dmpiangi?,.Baddhiya rispose: <Durante la meditazionc seduta ricor-

davo i tempi in cui ero governatore: avevo intrlrno molti serviad accudirmi e guardie del corpo a proteggermi, ma la nottestavo sempre sveglio, pieno di paura. Avevo paura che la gen-te mi derubasse delle mie ricchezze; avevo paura di essere as-sassinato. Ora, seduto in meditazione ai picdi di un albero,mi sento cosi libero! Ora non ho niente da perdere: godo afondo di ogni momento e non sono mai stato ferlice come losono adesso. Ecco perch€ ho detto: "Oh, la mia felicitb! Oh, lamia felicitd!". Nobile maestro, se hodisturbato i fratelli, chie-do scusau. Solo allora nel sangha2 tutti comprcsero che le pa-role di Baddhiya erano espressione della sua reale feliciti.

Per favore prendi un foglio di cana e una penna. Va'ai pie-di di un albero, o siediti alla scrivania, e fai una lista di tuttele cose che ti possono rendere felice proprio ora: le nuvolenel cielo, i fiori in giardino, i bambini che giocano, il fatto diavere incontrato la pratica di consapevolezza,la persona caraseduta nella stanza accanto, avere due occhi in buone condi-zioni. E una lista infinita. Hai di che essere felice gid adesso.Hai giA di che essere libero dall'andare e venire, dal su e dalgiir, dalla nascita e dalla morte. Nutri te stesso ogni giornocon le cose meravigliose che la vita ti offre. Nutri te stesso nelmomento presente. Cammina nel Regno di Dio.

Che coso stai inseguendo?Se non siamo pienamente presenti e vivi per noi stessi o perle persone che amiamo, dove siamo? Stiamo correndo, cor-rendo, correndo, perfino nel sonno. Corriamo perch6 ab-biamo paura di perdere cid che ci insegue. La pratica dellaresurrezione ci pud venire in aiuto.

2 In sanscrito: la comuniti, laica, monastica o mista, dei praticanti . (NdT)

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Ouando torni alla presenza mentale e alla consapevolez-zir, cluando quell'energia d presente in te, in te cd l-,energiatlt'llo spirito santo. Lo spirito santo rende possibile la vita.I'.sscre abitati dallo spirito santo d la nostra pratica. Vivereogni momento in sua presenza non B qualcosa di astratto:rrnche mentre bevi un succo di frutta o un td, puoi bere inrnodo che lo Spirito Santo sia presente in te. euando mangiun po'di fiocchi di cereali o un po,di riso o di formaggio,rnangia in modo che lo Spir i to Santo sia presente in te.Quando cammini, dowesti perrnettere ailo Spirito santo dicamminare in te.

Ti prego, non praticare solo per la forma. Ogni sessione dirneditazione camminata d una nuova sessionJ di meditazio-ne camminata. cammina in modo da ricevere nutrimentoda ogni passo che fai. Ogni pasto dowebbe essere un nuovopasto, nel quale nutrirti dell'energia dello Spirito Santo, I,e-nergia della presenza mentale. ogni sessione di meditazioneseduta dowebbe essere una nuova sessione di meditazioneseduta. siedi in un modo che permetta al tuo nuovo essere dimanifestarsi. Pratichiamo insieme agli amici: il sangha b ab-bastanza intelligente, abbastanza fuibo da non cad-ere nellatrappola di fare la pratica come una routine invece che comequalcosa di creativo. Molti di noi sono intelligenti e creativi;dowemmo usare la nostra intelligenza e creativiti per mante-nere viva la pratica e rinnovarla di continuo. eueito tipo dimeditazione buddhista la si puO benissimo praticare da cri-stiani, da musulmani, da indi o da ebrei; non importa qualesia la tua religione, o se non ne hai alcuna.. Praticary non significa imitare la forma: praticare significaimpiegare la nostra intelligenza e le nostre doti per far-si cheil nostro (ior venga nutrito e trasformato, generando nutri-mento e trasformazione nelle persone che abbiamo intorno.

Un nuovo inizioQuando- mangi il pane o la brioche, la mattina a colazione,mangiali in modo che diventino vita. celebra l'Eucaristia

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ogni mattina, spezzando il pane o mordendo la brioche.Sentiti vivo; senti di essere in contatto con I'universo intero.Se quel pezzo di pane d il corpo di Cristo, d anche il corpodell'universo. Possiamo dire: <Queqtg pczz-etto di pane d ilcor-po dell'universor. Mangiare in consapcvolezza ti per-rnette di riconosceie il pezzo di pane come il corpo dell'uni-verso. Quando mangi in questo modo sci una pensona nuo-va. Permetti al nuovo essere di manifestarsi in te. Puoi farequesta pratica per conto tuo, oppure puoi praticarla anchecon gli altri, per aiutare i tuoi fratelli e sorelle a rinnovarese stessi in ogni momento della loro pratica quotidiana.

Nei primi tempi della pratica abbiamo il dono della nmen-te di principiants'.r E una mentalitA meravigliosa, questa: siE motivati dal desiderio di praticare, di trasformarsi, di por-tare pace e gioia in se stessi e che questa pace e gioia diventi-no contagiose. Permetti a te stesso di essere una torcia, per-metti alla fiamma della tua torcia di accendere altre torce. Sepratichi in questo modo puoi contribuire a far crescere la pa-ce e la gioia nel mondo intero. Ognuno di noi dowebbe intra-prendere la pratica della resurrezione: quando la pratichia-mo con successo aiutiamo anche le percone che abbiamointorno. Questa 0 la vera pratica dell'"essere vivin. Lo scopodi tutto cid che facciamo nella pratica quotidiana - cammi-nare, sedere in meditazione, mangiare o spazzare il pavimen-to in consapevolezza - b aiutarci a tornare ad essere vivi. Siivivo in ogni momento: risvegliando te stesso risveglierai ilmondo. Il risveglio d l'essenza dell'insegnamento e della pra-tica: budh significa "risvegliarsio; il Buddha d stato uno cheha dispensato gli insegnamenti e le pratiche del risveglio.Ognuno di noi pud trasformare se stesso in una lampada chepud contribuire a far risvegliare il mondo intero.

3 Atteggiamento mentale aperto e fresco, privo di aspettative e pregiudizi.wdn94

VIITrasformaz ioni continue

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ll Buddha ci ha messo in guardia: non prendete per veroncssun insegnamento solo perchd proviene da un maestrolrrmoso o perchd si trova in un libro sacro. Questo riguardarrnche il Canone buddhista. Possiamo accettare solo inse-plnamenti che abbiamo messo in pratica con la nostra com-prcnsione risvegliata e di cui possiamo constatare la veritAeon I'esperienza personale. Il Buddha ha detto che la nostravcra natura d la natura di non-nascita e non-morte: riguar-tliamo insieme la questione e vediamo se 0 vera.

Se accendi una candela e la fiamma continua a bruciarel ino a consumarla tutta, Ia candela c'd ancora o no? I lIluddha ha detto: non c'd alcun annientamento. Abbiamovisto che d vero. E abbiamo visto anche che il concetto dipcrrnanenza non d applicabile alle cose cosi come sono. LavcritA, dunque, si trova in un qualche punto nel mezzo. Inquesto caso dobbiamo osservare in profonditA con tutta lanostra concentrazione.

Pensi che la fiamma sulla candela si abbassi solo in dire-z.ione verticale? Se pensi cosi significa che stai seguendo laf iamma nel corso del tempo. Potresti pensare la stessa cosaanche della durata della vita: che stia andando avanti inuna direzione lineare e che un giorno finird. Potresti pensa-re di essere nato in un dato punto di una linea verticale, unpunto che chiameremo 1960; e che morirai in un punto si-

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tuato da qualche parte piir gin sulla stcssr'r linca, che chia-lneremo 2040. Ognuno di voi pud vedersi nrltovere nel cor-so del tempo in questo modo, come la crtnclcl l t ' Ma non t istai muovendo solo in una direzione litreitt't '.

Potresti pensare che la fiamma si linriti rt sct'ndere; e for-se credi che la candela moriri. Di fatto lu lianrrna si espan-de in molte al tre direzioni, emana l t tcc t t r t t ' intorno versonord, sud, est e ovest. Se tu avessi un<l sttrtnle nto scientifi-co estremamente sensibile potresti nrisurat'c il calore e laluce che la candela sta spandendo intorno a si' nell 'univer-so. La candela entra in te sotto forma cli i lnrnagine, di lucee di calore.

Tu sei come una candela. Immagina di emettere lucetutt'intorno: tutte le tue parole, i tuoi pcnsicri c le tue azionipartono da te in mille direzioni. Se dici qtralcosa di gentile,le tue parole carine vanno in svariate direz-ioni e tu stessovai con loro.

Noi ci trasformiamo e ci espandianlo sotto forme diffe-rent i in ogni momento. Mett iamo che stamatt ina tu abbiadetto a tua f ig l ia una frase poco sir-npat ica; le tue parolesgradevoli le sono entrate nel cuore' Ora rimpiangi di aver-le pronunciate. Questo non significa che tu non possa tra-sformare le parole che hai detto, ammettendo il tuo errorecon lei; ma se non lo fai quelle parole poco gentili le reste-ranno dentro per molto temPo'

Tie dimensioni

Io ora sto scrivendo un libro di Dharma, basandomi sulla miacomprensione delle cose e sulla mia pratica. Quando scrivoun libro di Dharma non vado in una direzione lineare: mi stoestendendo fino a te e rinasco in forme differenti dentro di te.Noi buddhisti parliamo delle tre azioni, delle tre dimensioni -la dimensione del corpo, della parola e della mente - attive inogni momento della vita. Cerca di vederle e di comprenderequesta veritA: per intraprendere il viaggio della rinascita nonoccorre che aspetti il disfacimento del coryo.

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\, ri stiamo nascendo proprio in questo momento, e stia-rr', .rllclrc morendo. Stiamo rinascendo non in una forma,.rrr1',,lir nra in molte diverse forme. Prova a immaginare unIrr.r rr tl'artificio: quando esplode non viene giir in verticalerrr.r si cs1)ande in tutte le direzioni. Non credere, dunque, dirrrrr,\'crti in una direzione sola: tu sei come un fuoco d'arti-Irtro, l i cspandi nei tuoi f igl i , nei tuoi amici, nel la societd,rr , ' l r r r<lndo intero.

l)rrrante la sessione di meditazione mattutina sono sedu-tr) irl nrczzo ai monaci. Bene, sedendo in meditazione conl, ,r , r i<) sono rinato dentro di loro. Se li osservi con cura mirctlrai in loro. Non aspetto di essere mofto, per rinascere.\'rro lii rinato in questo momento, e desidero rinascererrcl la direzione giusta: ai miei amici laici e monaci vogliot)rssare le cose pii felici e pir) belle della mia vita, cosi chel'( )ssilno avere una buona rinascita per me e per loro.

Oucllo che non dowebbe rinascere d la nostra ignoranza,l,r r':rbbia, la disperazione: rinascendo, portano nel mondo\('nrpre piir oscuritA e sofferenza. Piir felicitd e piir amorel)r )ssono rinascere, meglio d: renderanno piir bello e gentiletlrrt'sto mondo. Ecco perch6 tu e io dowemmo vivere le no-strc settimane, giornate e ore mirando a rinascere conti-rrrrarnente sotto forma di felicitA, di amore e di gentilezza.

Un giorno, svegliandomi, ho ricordato le parole di unar rrr)z.one popolare: oMio padre e mia madre mi hanno tra-\rncsso molti meritio. I loro meriti sono la mia generositd,rl rnio amore, la mia capacitd di perdonare e di dare gioia eIt,liciti agli altri. I miei genitori mi hanno lasciato questat'r'cditA preziosa. I figli sono la nostra continuazione: noisiirrno i nostri figli, e i nostri figli sono noi. Se hai un figlio., rlue sei gid rinato in loro. Puoi vedere il tuo ucorpo di pro-sccuzione> in tuo figlio, in tua figlia; ma ne hai anche molti.rltri: tutti coloro con cui sei entrato in contatto. E non puoi\irpere quante persone hai raggiunto con le parole, le azionit ' i pensier i .

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Donare il nostro calore e Ia nostra luce

La luce e il calore che la fiamma di una candela ha sparsointorno a s6 sono la prosecuzione della candela. Luce e ca-lore si espandono anche su un piano orizz-ontale, ma per-ch6 cid sia possibile la fiamma deve bruciare in direzioneverticale. Senza la dimensione orizzontale non pud esserciquella verticale. E senza la dimensione vcflicale non pudesserci quella orizzontale.

Chiediti: nDove andrd, dopo?r. Le azioni e le parole cheproduciamo in questo momento ci portano in una determi-nata direzione; ma ci portano anche in altre direzione col-laterali, perchd scorrono nel mondo che ci circonda, in-fluenzandolo: possono renderlo pir) bello e piir luminoso, equella bellezza e luce pud trasmettersi al fluturo. Non do-wemmo cercare il nostro vero oio, solo in direzione verti-cale.

Quando preparo unatazza di td oolong metto le foglie ditd nella teiera e ci verso sopra I'acqua bollcnte. Cinque mi-nuti dopo il tC e pronto da bere. Quando lo bevo, il t0 entrain me; se aggiungo altra acqua, facendone una secondateiera, il tC di quelle foglie continuerA a entrare dentro dime. Cid che rimane nella teiera dopo che I'ho versato tuttosono le foglie di td consumate. Le foglie che restano non so-no che una piccola parte del tb: il te che d entrato dentro dime d la parte maggiore, la piir ricca.

Lo stesso vale per noi: la nostra essenza d passata nei fi-gli, negli amici, nell'universo intero. Dobbiamo trovare noistessi in quelle direzioni, non nelle foglie di tC gie usate. Tiinvito a vedere te stesso rinato nelle forme che di solito de-finisci altre da te; ti invito a vedere il tuo corpo in cid chenon d il tuo corpo. Questo d chiamato nil proprio corpo aldi fuori del proprio corpo>.

Non occorre aspettare che la fiamma sia estinta, per ri-nascere. Io rinasco molte volte, tutti i giorni. Ogni attimo €un momento di rinascita. La mia pratica consiste nel rina-scere in modo che la nuova forma nella quale mi manifesto

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Ir' 'r t r lu( c, libertd e felicitA nel mondo. La mia pratica con-'.r,.tr' rrt,l non perrnettere che rinascano le azioni cattive. E, l r l l r r i l t ' catturar le e r iportar le indietro: sono come un ca-r.r l l , , luggito. Dovremmo cercare di non permettere al le,r z r,n i clcl corpo, della parola e della mente di portarci nella,lrrt'zione delle azioni sbagliate, delle parole sbagliate, dei1rrrrsicr i sbagl iat i .

I iyr,ri, utlraversando la vita e la morte\(' t)()n ci fossero vita e morte in ogni momento, non pO-lr ('nlnlo continuare a vivere. Perch6 tu possa continuare a\ r\ (,1'e , attimo dopo attimo, nel corpo devono morire molte, ,' l lrrlc. In te, ogni momento, nascono e muoiono non solol,' rt ' l lule del corpo ma tutti i sentimenti, le percezioni e lelor rrrazioni mentali nel flusso della coscienza.

Iticordo che un giorno un amico portd all'Upper HamletrIt' t cneri di suo padre, che era stato cremato, e chiese il per-nr('sso di spargerle sul sentiero che percorriamo abitual-nr('ntt: nella meditazione camminata. Io mi dissi d'accordo.l ';rrrrico pensava, forse, che quelle ceneri fossero l'unica co-r,r che il padre si era lasciato dietro sul sentiero della medi-t,rzione camminata; da vivo, perd, il padre aveva cammina-t, sul sentiero che ora ne riceveva le ceneri. Tenemmo la( t'r' imonia dello spargimento delle ceneri, e alla fine mi ri-r,rlsi ai presenti dicendo: "Su questo sentiero della medita-zionc camminata tutti noi abbiamo lasciato il nostro corpo:rr,,n solo la persona morta, ma ognuno di noi. Ogni volta, lre pratichiamo su questo sentiero, lasciamo dietro di noi, t ' l lu le del nostro corpo>.

| ,\ I'lum Village i monasteri sono tre gruppi di case coloniche, tipo casci-t . t l i (hani let), sparsi nel la val lata a qualche chi lometro di distanza I 'uno,l.rll'altro: Upper, Inwer e New Hanler, rispettivamente cascina di sopra, di.,,)tt() c nuova. La prima riservata agli uomini, le altre due alle donne. Glirrr:cgnamenti e le cerimonie si tengono a rotazione nclle tre sedi. (Nd?")

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Ogni volta che ti gratti cadono a terra migliaia di cellulemorte della pelle. Quando cammini sul scntiero della medi-tazione, non t i lasci dietro soltanto ccl lulc della pelle maanche i tuoi sentimenti, le tue percezioni c lormazioni men-tali. Ogni volta che passi un'ora o una settinrana a Plum Vil-lage ti lasci dietro molte tracce, dopo che sci ripartito. Lecellule che hai lasciato cadere sul sentiero diventano erba efiori di campo. La forma in cui prosegui, nil tuo corpo dicontinuazioneu, d ancora li a Plum Village; 0 anche nei tuoifigli e nipoti. E in ogni parte del mondo. Quando la fiammadella candela raggiunge la fine dello stoppino e si estingue,d ancora li: non puoi trovarla se guardi solo in direzioneverticale, devi cercarla anche nella direzione orizzontale.

Nella tradizione tibetana, ogni volta che muore un lamaimportante i monaci attendono alcuni anni e poi vanno acercare il ocorpo di continuazionen di quella persona. Laprosecuzione, in tibetano, si chiama tulku.Il lama impor-tante pud aver lasciato una poesia, verso la fine della vita,che si ritiene contenga concetti o parole chiave sul luogo incui si potrebbe trovare il suo corpo di continuazione. Conla poesia come guida, i suoi discepoli vanno in giro a cerca-re fra i bambini piccoli il candidato piir plausibile. Si reca-no a casa del bambino portando con sd alcuni oggetti - unacampanella rituale, un rosario o una tazza da tE - che eranostati usati dal loro maestro, mescolati ad altri oggetti similiche egli non aveva utilizzato. Da questo assortimento, ilbambino deve scegliere gli oggetti appartenuti al lama mor-to. Se lo fa, e se passa anche alcuni altri esami, viene pro-clamato continuazione del defunto maestro. I monaci cheerano stati suoi discepoli chiedono ai genitori il permessodi portare il bimbo al monastero, cosi che possa continuarea far loro da maestro anche nella generazione successiva.

In questa tradizione c'b qualcosa di molto attraente: i di-scepoli provano per il loro maestro un amore e un rispettocosi grandi da desiderare di tenerlo con s6 dopo la sua mor-te. A Plum Village ho detto piir volte ai miei amici che nondevono aspettare che sia morto per cercare il mio corpo di

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r ontinuazione: devono cercarmi ora, perchd io sono giA ri-rrirto in molti bambini piccoli. Se tu ora fossi qui con me,r.rr t'sti capace di vedere accanto a me anche i miei figli spi-r rtrrali? Tutti loro sono la mia continuazione. Io ho centi-rr l ia di migl iaia di continuazioni: i giovani che portano.rr':rnti la pratica della presenza mentale. Se guardi con oc-. hi di Dharma puoi vedermi rinato in molte forme.

I miei libri e i miei discorsi di Dharma sono proibiti inVictnam, eppure io sono ld. t miei insegnamenti stanno cir-t olando in gran quantitA, anche se non sono legalmentepcrmessi. Gli agenti dei servizi di sicurezza confiscano irnici libri e poi li leggono, in segreto; altre persone li stam-l)ano e li pubblicano clandestinamente. Quindi io <conti-nrro, in Vietnam. Vi sono giovani monaci e monache chepr-aticano le porte del Dharma che io insegno:z se andate inVictnam, mi troverete lA. Il corpo che vedete qui b solo unarfclle mie manifestazioni; la mia presenza nel Vietnam neinfluenza la vita spirituale, la cultura e i giovani. Chi diceche io non sono in Vietnam non ha oocchi di Dharmao.

Negli Stati Uniti d'America ho insegnato nelle carceri ein molti Stati i miei libri sono stati distribuiti in istituti dicrrrezione, sono stati letti e apprezzati da molti carcerati.Una volta mi € stato concesso di visitare un carcere di mas-sima sicurezza nel Maryland; era cosi rigoroso che nemme-no una formica sarebbe riuscita a entrare senza esserebloccata. Ho parlato ai carcerati dell'argomento <essere li-beri l) dove ci si trovar; questi insegnamenti poi sono statitrascritti e pubblicati in un piccolo libro.l Di questo libropoi sono state donate molte copie alle carceri, cosl che icarcerati potessero praticare e sorridere e softrire un po'rireno. Molti di loro, con questo mezzo, riescono a trovare

I nPorte del Dharma": i tanti diversi insegnamenti e forme di pratica chelavoriscono l'entrata nella corrente che conduce alla liberazione, varchi diirccesso al nocciolo pir) profondo dell'insegnamento. (Nd?')rThich Nhat Hanh, Be Free Where You Are, parallax press, Berkelev (Ca-l i f i rrnia) 2000.

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vera gioia perfino nella vita in prigione; e cosi so che io,ora, sono anche in prigione. f carcerati che hanno praticatobene aiutano gli altri; quelli di loro che entrano in contattocon i miei insegnamenti sono tutti miei ncorpi di continua-zioneu. Se vuoi trovarmi, non cercare questo corpo: cerca-mi al di fuori di esso!

Fuochi d'artificio

Se impari a vedefti uscire da te stesso in una direzione late-rale e a vederti rinascere in ogni momento, poi sarai in gradodi trovarti anche nel futuro, cercandoti in quella stessa di-mensione laterale. Sei proprio come un fuoco d'artificio cheesplode in ogni momento. Il fuoco diffonde la sua bellezzaintorno a s6: anche tu puoi diffondere la tua con i pensieri,leparole, le azioni. Labellezza e la bontd si espandono ed en-trano nei tuoi amici, nei tuoi figli e nipoti, nel mondo. Nonvanno perdute;d in questo modo che entri nel futuro.

Se cerchi te stesso in questo modo riesci a vedere la tuacontinuazione nel futuro. Non resti intrappolato nell' ideache un giorno o I'altro ti dissolverai nel nulla; non resti pri-gioniero del concetto che una volta morto non esisterai piir.La verith d che tu non sei permanente nel tempo, ma nonsarai affatto annientato.

Riesci a vederti rinascere in ogni momento del passato?In te continuano a esistere tutti i tuoi antenati; quando tra-sforrni e modifichi le energie delle abitudini che loro ti han-no trasmesso, stai r inascendo nel passato. Per esempio,mettiamo che i tuoi antenati avessero I'abitudine di andaresempre di fretta, o il bisogno di lavorare o fare qualcosa dicontinuo per soprawivere. Non avevano il tempo di fermar-si, respirare ed essere in contatto con le cosc meraviglioseche la vita ha da oflrire. Anche tu eri fatto cosi, ma ora haiincontrato la pratica: ora puoi fermarti, puoi respirare edessere in contatto con le cose meravigliose della vita, perconto dei tuoi antenati. Pud darsi che i tuoi antenati spiri-tuali o di sangue avessero doti splendide che i tuoi genitori,

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, r nurrstr-i spirituali che hai incontrato in vita tua, non so-rr. stlrti capaci di manifestare pienamente. Ora puoi risco-l,t n c qLreste doti dentro di te e far rivivere cid che sembravagrt'r rlrrto: anche questo d rinascere nel passato.

lrc'co il racconto di uno dei veterani americani in Viet-rr;rrrr che ho conosciuto: i guerriglieri avevano ucciso i suoir onrprgri e lui decise di vendicarsi sulla gente del villaggio.l)rrnque prepard panini imbottiti di esplosivo e li lascid poi.rllc porte del paese; arrivarono alcuni bambini, si misero arrrrrngiare quei panini e ben presto cominciarono a torcersirrr lando dal dolore. Accorsero i genitori, ma era troppo tar-rli: la zona era isolata, non c'erano ambulanze n€. attrezza-lrrrc mediche e i bimbi non potevano essere portati in ospe-.lale con la rapiditi necessaria. Morirono tutti e cinque.

Tornato negli Stati Uniti il soldato non riusciva a supera-r t' i sensi di colpa. Sua madre cercava di confonarlo dicen-tkr: oFiglio mio, sono cose che succedono in guerra. Non c'bnulla di cui soffr ire!r. Eppure lui stava malissimo: per('sempio non riusciva a sopportare di trovarsi nella stessaslanza con un bambino, doveva scappare subito fuori.

In uno dei miei giri negli Stati Uniti venne organizzatorrn ritiro per veterani di guerra, durante il quale insegnai lo-r'o a camminare e respirare in consapevolezza per trasfor-rrrare la paura, il senso di colpa, la sofferenza che provava-rro. A quel veterano dissi: oE, vero, hai ucciso cinquebambini; ma puoi salvare la vita a centinaia d'altri. Sai cheogni giorno decine di migliaia di bambini muoiono perrnancanza di cibo e di medicine? Ecco, puoi portare cibo emedicine ad alcuni di lorou. Lui segul il mio consiglio; edccco che quella persona che vent'anni prima aveva uccisocinque bambini in un attimo d rinata nel passato come unapersona che aveva salvato la vita a venti di loro.

Impara a guardare in profonditd in questo modo e vedraitrasformarsi i tuoi rimpianti e la tua sfiducia; awai nuovecnergie, che non solo porteranno luce nel passato ma ri-splenderanno anche nel presente e nel futuro.

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VIIIl'rrur-a, accettazione e capaciti di perdono:

la pratica del Toccare la Terra

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Molt i di noi s i chiedono di cont inuo: "Perch6 devo mori-r t'?u. La domanda pii importante che ci dobbiamo fare, in-rt't 'c, 0: nPrima di morire, che cosa succede?>. Devi andare.r chiedere alla persona che ami: nTesoro, chi sei tu? Sei laslt'SSa persona che ho sposato trent'anni fa o sei un'altra?I't 'r 'chd sei venuta qui? Dove andrai, dopo? Perchd dovrdpirrngere, un giorno, quando morirai?r. Queste sono do-rrr:rnde molto importanti a cui non possiamo rispondere so-l, cor I'intelletto: ci occorre qualcosa di pin profondo e piirr ( )ntpleto.

La pratica del Toccare la Terra pud aiutarci a entrare in( ()ntatto con la nostra vera natura di non-nascita e non-rrrorle. Praticarla, come ha fatto il Buddha, pud aiutarci a, ,,nseguire una vera visione profonda.

Nei sutra d scritto che il principe Siddharta, il giorno pri-rrra di divenire il Buddha, l 'I l luminato, dubitava di poterr rrggiungere la piena illuminazione. Fino a quel momento.rvcva avuto fiducia nella possibilita di farcela, ma ora c'era,ltralcosa che lo metteva in dubbio; dunque praticd il Tocca-r t' la Terra. Per trasformare e risolvere quel dubbio toccd laIt'rm con la mano; e il giorno dopo il principe Siddharta di-\( 'nne i l Buddha.

Nei templi buddhisti di tutta l'Asia si vedono statue dellJrrddha che tocca la terra con una mano. Toccare la Terra d

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una pratica molto profonda che pud aiutarci a trasformarepaure, dubbi, pregiudizi e rabbia.

In contatto con le due dimensiont

La dimensione storica e la dimensione assoluta della realtisono connesse l'una con I'altra: se ricsci a toccarne una inprofonditb puoi raggiungere anche I'altra. Gcsir Cristo eradetto Figlio dell'Uomo e anche Figlio cli Dio. ln quanto Fi-glio dell'Uomo appartiene alla dimensionc storica; in quan-to Figlio di Dio appartiene alla dimensionc assoluta.

Esiste il Buddha storico ed esiste anchc quel Buddha chenon d limitato da spazio e tempo. Tutti siamo cosi: abbiamouna dimensione storica, che viviamo ogni giorno, ma ab-biamo anche una dimensione assoluta che cerchiamo di vi-vere con la nostra pratica spirituale. Se siamo capaci di vi-vere nella dimensione assoluta nello stesso tempo in cuisiamo attivi in quella storica, non awemo piir alcuna paura.Dove non c'd pir) paura, c'B vera felicitd. Un'onda ha il dirit-to di vivere la sua vita come onda ma deve imparare anchea vivere la sua vita come acqua, perch6 non d solo un'onda:d anche acqua. E I'acqua vive senza la paura, che invece haI'onda.

Toccare la Terra E un modo facile ed efficace per mettercirn contatto con la nostra dimensione assoluta. Se seguiquesta pratica un giorno entrerai in contatto con la tua veranatura di non-nascita e non-morte; a quel punto sarai libe-ro dalla paura. Non piir agitato da paura o rabbia, puoi di-ventare una persona che cavalca maestosamente le ondedella nascita e della morte.

Toccare la Tbrra: la dimensione stonca

Immagina la dimensione temporale come una linea vertica-le; collocati idealmente in un punto della linea, il presente,con il passato sotto di te e il futuro al di sopra. Trovati unacollocazione nel corso del tempo; vedi i tuoi antenati che

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..,,n( ) \'(.nuti prima di te: la loro generazione piir giovane so-rr,, r tuoi genitori. Tutti loro si trovano al di sotto di te, sullalrrr . ' . r r l r . l tempo. Sopra di te, poi , vedi tut t i i tuoi discenden-tr lrli l i, nipoti e tutte le loro discendenze future. Se non hailry'lr, i tuoi discendenti sono le persone con cui sei entratorrr r orrtatto in vita tua, e tutte le persone su cui loro eserci-t.rn(), .t loro volta, un'influenza.

ln te ci sono sia gli antenati genetici sia gli antenati spiri-trr.rli. Scnti in ogni cellula del corpo la presenza di tuo pa-,lrt'c tua madre: loro sono realmente presenti dentro di te,rrrsict)te ai nonni e ai bisnonni. In questo modo ti rendi con-t, t,l i essere la loro prosecuzione. Forse pensavi che i tuoi.rrrtt'nati non esistessero pitr, ma perfino gli scienziati direb-I't 'r 'o che sono presenti in te, nel patrimonio genetico che sirr ova in ognuna delle cellule del tuo corpo.

Lo stesso vale per i discendenti. Tu sarai presente in ogni, t' l lrrla del loro corpo. Sei presente anche nella coscienza ditrrtti coloro che sono entrati in contatto con te. E, la verita,(lu(.sta, non d immaginazione.

I:cco il primo Toccare la Terra.

.\('nri e alberi( )sserva un pruno. In ogni prugna di quell'albero c'B unrrocciolo. Quel seme contiene in s6 il pruno e tutte le gene-r rrzioni passate di pruni. Il nocciolo di pmgna, dunque, hatlt'ntro di s6 un'eternitd di pruni. Dentro il seme c'd un'intel-lige nza, una sapienza che conosce come si fa a diventare unl)r-Llno, a produrre rami, foglie, fiori e prugne. Di suo, l'albe-r o non sarebbe capace di fare tutto questo: pud farlo solopcrchd ha ricevuto in eredith l'esperienza di tutte quelle ge-rrcrazioni di antenati. Lo stesso vale per te: tu possiedi I'in-telligenza e la saggezza necessarie a diventare un essereumano pienamente sviluppato perch6 hai ereditato un'eter-rriti di saggezza, non solo dai tuoi antenati di sangue malnche dai tuoi antenati spirituali.

I tuoi antenati spirituali sono dentro di te: d impossibile

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distinguere cid che sei per tua natura da cid che sei per for-mazione acquisita. La tua spiritualitl e la pratica, che fan-no pafte della tua vita quotidiana, si trovatno anche in ognicellula del tuo corpo. I tuoi antenati spirituali, dunque, so-no dentro ogni cellula del tuo corpo: non puoi negarne lapresenza.

Per alcuni dei tuoi antenati provi ammirazione e orgo-glio; di altri, che avevano molti tratti negativi, non vai fiero;ma sono comunque tuoi antenati. Alcuni di noi hanno geni-tori meravigliosi, altri hanno genitori che hanno soffertomolto e che hanno fatto soffrire il coniuge e i figli. Puoi an-che aver al'uto antenati spirituali che non ti hanno aiutatoad apprezzare la religione praticata dalla tua famiglia e co-munitA. Pud essere che tu ora non li rispetti molto; ma sonocomunque i tuoi antenati.

Accettazione

Occorre che torniamo a noi stessi e che abbracciamo i no-stri antenati di sangue e spirituali: non possiamo sbaraz-zarcene, sono un dato di fatto, esistono. Fanno parte delnostro corpo e della nostra anima.

Quando fai questa pratica per la prima volta esercitatinell 'accettazione di tutti i tuoi antenati cosi come sono. Emolto importante. Laccettazione incondizionata d il primopasso nel processo di aprire la porta al miracolo del perdo-no. Gesi-r ha detto: oRimetti a noi i nostri debiti come noi lirimettiamo ai nostri debitorin: aveva compreso che il primopasso del perdono d accettare gli altri proprio cosi come so-no, anche se ci hanno fatto del male.

Per accettare gli altri cosi come sono dobbiamo comin-ciare da noi stessi. Se non riusciamo ad accettarci cosi co-me siamo non riusciremo mai ad accettare gli altri. Quandomi osservo, vedo cose positive, ammirevoli, perfino notevo-li, ma noto anche che ci sono parti negative di me. Quindiper prima cosa riconosco e accetto me stesso.

Dovunque ti trovi a praticare il Toccare la Terra - davanti

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.r un,r r ot'cia, a una montagna, a un fiore o a un altare a ca-'..r tu.r rcspira in consapevolezza. Inspirando ed espiran-,1, ' . r rsrrr l izza i tuoi antenat i e vedi tut t i i loro lat i posi t iv i errr 1, .r l iv i . Si i determinato ad accettar l i tut t i , senza esi tare,, , ' rn( ' tuoi antenat i . Dopo di che prosternat i toccando latr I t.r ('()n le ginocchia, le mani e la fronte. Resta in quellal' ' ',rzir)rrc mentre prosegui la visualizzazione: (Cari antena-rl l{} \()no voi, con la vostra forzae le vostre debolezze. Ve-,1,, r l r t . . rvete in voi semi posit iv i e semi negat iv i . Capisco, lrt'sit 'tc stati fortunati e che in voi sono stati innaffiati se-rrrr lrtrsitivi quali la gentilezza,la compassione, il coraggio.( ,nrf)f't '[do anche che se non foste stati fortunati, se in voi1,, \ \ ( ' r ' ( ) stat i innaff iat i semi negat iv i come quel l i del l 'avi-, I rt. r, rlclla gelosia e della paura, i semi positivi non awebbe-ri ' ;rvuto alcuna possibilitd di crescere".

St' nella vita di una persona vengono innaffiati i semi po-'.rtrri c'in parte per fortuna e in parte grazie ai suoi sforzi.| ,' t ircostanze della vita ci possono aiutare a innaffiare i se-rrrr tlt ' l la pazienza, della generositi, della compassione, del-l '.rrrrorc: la gente intorno a noi e la pratica della presenzanr('lrtlrlc possono aiutarci a innaffiare questi semi.

Mrr una persona che cresce in tempi di guerra o in unal.rrrr ig l ia o una comunitA in cui c 'd grande sofferenza pud, \\(.r'e piena di disperazione e di paura. Se i suoi genitori.r.rvrno dawero male e avevano paura del mondo e degli al-r r r, cli cefto hanno trasmesso ai figli la loro paura e la loror.rlrlri:r. Per contro, chi d cresciuto circondato di sicurezza e,lr ;rrnore ha in s6 semi positivi che, ben innaffiati e nutriti,,r rviluppano e vengono trasmessi anche alle generazioni' .u( 'ccssive.

Sc riesci a osservare da quest'ottica i tuoi genitori, capi-',, i che sono esseri umani che hanno sofferto e hanno fatto,1,.1 loro meglio. Questa comprensione spazzeri ogni rifiu-r,r, r)!rti rabbia. E importantissimo riuscire ad accettare itu()i irntenati sia nelle loro debolezze sia nei loro punti dilril-/.t\t ti aiuta a provare pii pace e a ridurre le tue paure.

[)ato che sono nati prima di te, puoi vedere anche i tuor

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fratelli e sorelle maggiori come r pii giovani fra i tuoi antena-ti. Anche loro hanno sia doti sia punti deboli, che devi accet-tare perchd ti rendi conto di avere a tua v9lt1 doti e debolezze.eueito genere di accettazione d il frutto che realizzi quandopratichi il Toccare la Terra. se ti occon'e puoi mantenere laposizione prosternata per cinque, dieci, quindici minuti, perotr"-u." in profonditit e realizzare il frutto dcll'accettazione.

Prima che tu raggiunga una vera, totale riconciliazionecon i tuoi genitori e antenati pud esserc chc ti sia necessa-rio ripetere questa pratica diverse volte. Occore praticaremolto; b importante farlo perch6 riconciliarti con i genitorie gli antenati, dato che sono dentro di te , significa riconci-liarti con te stesso. Rinnegare i tuoi antcnati significa rin-negare te stesso. Se riesci a vedere che non sei separato daituoi antenati hai fatto un grande progresso. Sono sicuroche puoi ottenere successi gii dopo alcuni giorni o una set-timana di questa pratica.

Puoi fare la pratica del Toccare la Terra in qualunque po-sto: davanti all'altare degli antenati,t davanti a un albero, auna nuvola, a una montagna o dol"unque ti piaccia' Visua-lizzala presenza di tutti i tuoi antenati dentro di te, standoin piedi davanti alla roccia o alla nuvola o all'albero o a unfioie sul tuo alare. Non d difficile, perchd di fatto tu sei lo-ro. Tu sei la loro continuazione' Ti invito a praticare contutto te stesso, al cento Per cento.

In contatto con iI futuroIl passo successivo della pratica del toccare la terra E pren-dere in considerazione i tuoi discendenti, figli e nipoti' Sehai qualche difficoltb con loro dovresti visualizzarli cosi:

I Tradizione ancora molto viva nel Sud-est asiatico: ogni casa ha un picco-lo altare con foto o ritratti degli antenati, ai quali si fanno offerte di fiori,frutta e incenso e ci si rivolge col pensiero in occasioni importanti per lafamiglia. (NdI)

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.lo non sono un'entitl separata dai miei figli: loro sono larrrin prosecuzione, loro mi portano nel futuro. Mio figlio,rrrr ir l igl ia, i l mio amico, i l mio al l ievo sono meD.

Nci necrologi si scrive sempre: oll signor x d morto; la-rr iu un figlio e una figlian. Il concetto, qui, b che i figli con-trnuilno a vivere per conto del padre. I miei discepoli sonorrrc c io vivo ogni mia giornata in modo da riuscire a tra-\nrcttere loro il meglio di me, perch6loro poi mi porteran-rr,r nel futuro. Ho detto ai miei discepoli che dovrannol,rrardare il tramonto per me e io guarderd il tramonto e leslt'llc per loro, con i loro occhi. Grazie ai miei discepoli, ios,rlto immortale.

Puoi vedere te stesso in tuo figlio o in tua figlia proprio( ()n1e ti vedi nei tuoi antenati. Attraverso i genitori hai mo-tlo di accedere alle tue fonti, rappresentate da tutti i tuoi,rrrtenati. I miei discepoli, per mio tramite, hanno accesso allhddha e ai maestri ancestrali. Grazie ai tuoi figli, hai ac-, r'sso al futuro. Il figlio ha bisogno del padre per avere ac-( ('sso alla sua fonte, e il padre ha bisogno del figlio per ave-r (' accesso al futuro e all'infinito.

Questa 0 una pratica molto concreta che puoi fare da so-lo o con uno o due amici con cui darvi reciproco sostegno.All ' inizio puoi fart i aiutare da qualcuno che guidi la tuapratica, e a tua volta lo farai per lui o per lei; in seguito tipotrai guidare da solo.

Il tentativo di separareSc hai qualche problema con uno dei tuoi figli pud darsit he tu tenda a dire: uNon sei piir mio/a figlio/a! Mio/a fi-ltlio/a non si comporterebbe cosio. Ma se osservi in profon-t l i t i te stesso capisci che quei semi negativi sono anchetlentro di te. Da giovane hai fatto errori e hai imparato dat'ssi, dalla tua sofferenza. Quando tuo figlio fa degli errori()ccorre che lo aiuti a comprenderli, cosi che non li ripeta.Vedendo le tue stesse debolezze puoi dire: uChi sono io perrron accettare mio figlio?'. Tuo figlio d te. Con la visione

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profonda del non dualismo puoi riconciliarti con i tuoi fi-gli. La pratica del Toccare la Terra d un scnticro di riconci-liazione.

Retta concentrazione

Il Nobile Ottuplice Sentiero, il sentiero dellc otto rette prati-che insegnato dal Buddha, ha per ultima con-rp()nente la Ret-ta Concentrazione. La concentrazione strl non-s6, sull ' im-perrnanenza e sull' interconnessione d ci<) chc realizziamoquando entriamo in contatto con la terra. Se nza questa con-centrazione non ci sarebbe alcuna visione pro[onda. Se inve-ce riesci a vedere te stesso, i tuoi genitori c i tuoi figli alla lucedell'impermanenza, del non-s6 e dell'interconnessione, allorala riconciliazione awiene in maniera del tutto naturale.

Datti il tempo di praticare il Toccare la Tcrra una o duevolte al giorno. Per guidare la visualizzazione puoi usarequeste parole: uToccando la terra mi metto in connessionecon i miei antenati e con tutti i discendenti della mia fami-glia spirituale e di sangue)). (Per qualche attimo visualizzaquesto contatto stando in piedi di fronte all 'oggetto da teprescelto, poi prosternati e tocca la terra.) "I miei antenatispirituali comprendono il Buddha, i bodhisattva e i disce-poli del Buddha; e comprendono i miei maestri spiritualipersonali, sia quelli ancora vivi che quelli gid trapassati. Es-si sono presenti in me perch6 mi hanno trasmesso semi dipace, di saggezza, di amore e di felicitir e hanno risvegliatole mie personali risorse di comprensione e compassione.Quando osservo i miei antenati spirituali vedo sia quelli diloro che praticarono perfettamente gli Addestramenti allaConsapevolezza,2 la comprensione e la compassione, sia

2 Sono l 'elaborazione del l 'Autore dei tradizional i cinque precett i delbuddhismo: rispetto della vita, rispetto della proprietd e del lavoro, con-dotta sessuale corretta, lealti e retta parola e infine astensione da alcolici,sostanze intossicanti o droghe. (NdT)

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,grr, ' l l r r rrrperfett i . L i accetto tut t i , perchd anche in me vedor l r l l t I I t , r lcbolezze.

. ( ()nsapevole che la mia prat ica degl i Addestramentirr 'n \r'nlpl'e 0 perfetta e che non sempre sono comprensivo, , ,,rrrpassionevole, apro il mio cuore e accetto tutti i miei,lrsr t'ndenti spirituali. Alcuni di loro vivono in un modo che..rrrt rll i l mio rispetto e la mia fiducia, altri incontrano mol-r l r l r l l rcol td e hanno al t i e bassi nel la prat ica. Apro i l mio, u,r (. r li abbraccio tutti.

,,Allo stesso modo accetto tutti i miei antenati materni el'.rrt'r 'ni. Accetto tutte le loro buone qualitir, tutte le cose vir-tr r, rst' Ch€ hanno fatto, e accetto anche tutte le loro debolez-.,.1 ,\pro il mio cuore e accetto tutti i miei discendenti di'..rnliuc con le loro buone qualitir, i loro talenti e le loro de-lt , r l1 '77.1 ' .y

I ' r roi includere i tuoi maestr i del la tradizione in cui.rllontlano le tue radici spirituali, qualunque essa sia. Se hair.r.lrci cristiane, fra i tuoi antenati spirituali ci sono Gesr)( n\t(), i discepoli, i santi e i maestri spirituali cristiani conr rn \('i cntrato in contatto in vita tua. Se hai radici ebraichelr,r i trroi antenati spirituali includerai volentieri i patriar-, lrr t ' lc matriarche e i grandi rabbini.

,, ' l irtti i miei antenati spirituali e di sangue e i miei discen-,lt 'rrti spirituali e di sangue fanno parte di me. Io sono loro el, ,r, r sr)no me. Io non ho un "s€ separato": tutti noi esistiamo, ,,n)(' parte della meravigliosa corrente della vita.n

\ l,' t I i t u zione sulla dimensione storica

I .r rlin-rensione storica d quella in cui si viene e si va, si na-sr t' e Si muore. Entrare in contatto con la dimensione stori-r .r spcSSo ci spaventa: abbiamo paura perch6 non compren-, l r .urrr-r ancora che nascita e morte non sono real i . I ll lrrtldha ha detto: oTutto cid che d nato deve morireo: se c'drr .rsci ta ci dev'essere anche morte. Se c'd una destra citlt 'r ' 'rSSers anche la sinistra. Se c'd un inizio ci dev'essererrrur l ' ine. A quanto pare nel la dimensione stor ica le cose

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stanno cosl. I monaci, le monache e i laici ai tempi delBuddha praticavano il riconoscimento di nascita e mortecome realtd.

Per far lronte alla nostra paura ci d utile darc un po'di sta-biliD alla mente per mezzo della meditazione e della con-templazione. All'inizio d pit facile praticare quando siamoguidati. Il respiro d il veicolo su cui viaggia la concentrazio-ne, perch6 dirige la tua mente all'oggetto della meditazioneche hai scelto. Si comincia con la consapevolezza del respi-ro, cosi piD tardi, quando abbiamo bisogno di praticare lacontemplazione, siamo in grado di dirigere Ia mente.

Cerchiamo di dirigere la mente verso il riconoscimentodella realti. C'd una sorta di preghiera che si recita tutti igiorni nei monasteri buddhisti: nlnspirando ed espirandosono consapevole del fatto che morire d nella mia natura.Non posso sfuggire alla morte. Invecchiare 0 nella mia na-tura; non posso sfuggire alla vecchiaia. Ammalarmi d nellamia natura; poiche ho un co{po, non posso sfuggire allamalattia. Un giorno dowd abbandonare tutto cib che oggimi d caro, a cui tengo e che considero prezioso. Lunica co-sa che posso portare con me d il frutto delle mie azioni.Non posso portare con me nulla, eccetto il frutto delle mieazioni in termini di pensieri, parole e azioni fisicher.

Dobbiamo riconoscere questa realtA con un sorriso. Que-sta 0 la pratica di affrontare le nostre paure. In noi c'd sem-pre qualche paura: la paura di invecchiare, la paura di am-malarci, la paura di morire, la paura di essere abbandonatidai nostri cari; d molto umano avere paura e preoccuparcidi queste cose.

Il Buddha non ci ha consigliato di reprimere queste pau-re, ma di invitarle al livello superiore della coscienza, di ri-conoscerle e sorridere loro. I monaci e le monache ai tempidel Buddha l'hanno praticata giornalmente e cosi fanno imonaci e le monache di oggi. Ogni volta che inviti le tuepaure a salire a livello cosciente, ogni volta che le riconoscie che sorridi loro, esse perdono un po'della loro forza;quando ritornano nelle profonditd della tua coscienza, lo

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l.unr, ( r)rne semi pii piccoli.r Ecco perchd questa praticarrrrlr.lrlrt ' l 'atta tutti i giorni, specie quando vi sentite men-r ' l r r r l l r tc c l is icamente in forma.

(.lrr:rrrkr si cerca di praticare, Ia mente corre dietro a di_, r r..r f )t.f)Sieri; basta ritornare alla consapevolezza del mo_,," ' r t , , i r r cui s i inspira e di quel lo in cui s i espira. Basta es-.r r rrr ' ( ()nSapevol i , non occorre rendere pi i r lungo o pi i rr ' r" l , r rrkr i l respiro. Non occorre che modif ichi niente: la-, , . , , l r t , i l tuo respiro sia come vuol essere e mantieni la. ,, rrr(' ( ()nsapevole del respiro. Dopo aver praticato in que-', , rrr rrlo, la qualitir del tuo respiro si calmerir da s6.

t)rr , rrrr lo t i sent i abbastanza calmo, come aiuto per con-, , , rr , r r i impiega le parole del la meditazione guidata che

""r r tlrri di seguito. La prima volta forse vorrai ascoltare ol'rr ,r r(, stcsso la frase intera; in seguito potrai ricordare po-lrr p.rrlc chiave. Non occorre fare grandi sforzi: limitati a.l r'....n ti c a lasciare che il respiro e le parole ti sostengano.

I r t , t . ' i t t Ttcr aiutarci a guardare afondo. ! t ,ni t ( , le nostre paure

Ir ' .1r11;111{g sono consapevolel , I I r r rs l t i razione.

| . l ' r t ' i r r rdo sono consapevoler, l l t .sy l i raz. ione.

l , r .1 r11 l rndo sono consapevolel ' , r rvt . t 'chiare,

| . l ' r r rndo, so di non poterI r r r '1'r rt' alla vecchiaia.

Dentro

Fuori

Vecchiaia

Non si sfugge

lr rr i f i t 4 a pag. 44. @dn

119

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Inspirando sono consapevoledi essere per naturasoggetto alla malattia.

Espirando so di non potersfuggire alla malattia.

lnspirando so che morird.

Espirando so di non potersfuggire alla morte.

Inspirando so che un giornodowd abbandonare tuttocid che amo e che mi d caro.

Espirando so di non potersfuggire alla perditadi cid che mi d caro.

Inspirando so che le sole cose chepossiedo dawero sono le mie azionifisiche, verbali e mentali.

Espirando so di non poter sfuggirealle conseguenze delle mie azioni.

Inspirando decido di viverei miei giorni in piena consapevolezza.

Espirando vedo la gioia e i beneficidi vivere nel momento presente.

Inspirando faccio voto di dare gioiaogni giorno alle persone che amo.

Espirando, faccio voto di alleviareil dolore delle persone che amo.

120

Malatt ia

Non si sfugge

Morte

Non si sfugge

Abbandono di cosee persone care

Non si sfugge

Azioni uniche pro-prieti

Non si sfugge alleconseguenze

Vita consapevole

Gioia e benefici

Dare gioia

Alleviare il dolore

l, ' 'n.rzione, capacitd di perdonare e di far fronte aglir r r'r r | | sonr) i risultati pir) profondi della pratica del Toccarel.r l.rr,r nclla dimensione storica. Impiegando il respiro in,prr ' \ t ( ) lnodo possiamo cominciare a guarire; in seguitoI x | \ \ ri r r llo rivolgerci al Toccare la Terra successivo.

I,rr r tnt'la Tbna: dimensione spaziale

\,'l pr irno Toccare la Terra pratichi visualizzando te stesso, , rll, rt irto lungo la linea verticale del tempo. Ora visualizza'rn.r lrrrca onzzontale che rappresenta la dimensione delloil,.ru io. Questa linea che rappresenta lo spazio interseca lalrrrr ' . r vcrt icale che rappresenta i l tempo nel la dimensione'. l r t1 1q;1.

Nt'llo spazio vediamo altri esseri viventi sul pianeta terra:rrr rrrrirri, donne, bambini, anzian| animali di ogni specie, al-I't'r i, vegetali, minerali. Pensando a un albero d probabile, lrc lo consideriamo nal di fuorio di noi; ma se lo osservia-rrr, piu a fondo vediamo che l'albero d anche dentro di noi.t'lr rrlberi sono i nostri polmoni: se non ci fossero non po-rr ('nrnro respirare. Gli alberi generano I'ossigeno che ora fag'.rr tr' del mio corpo, e io genero I'anidride carbonica che',r;r la parte dell'albero. Noi umani abbiamo i polmoni, ma,rrr, lrc gli alberi respirano per noi, dunque potremmo chia-rrrrrrli ni nostri polmonio. I nostri polmoni umani lavoranorrrsit'r'n€ agli alberi per farci respirare.

I lataka sono racconti delle vite anteriori del Buddha,pr irnir che raggiungesse l'illuminazione.o Questi racconti cin.n r':rno che il Buddha prima di essere un uomo era statorrrr albero, un uccello, una tartamga, una roccia, una nuvo-l,r. Anche noi prima di manifestarci in forme umane erava-rrro altreri, organismi unicellulari o piir grandi, nuvole, bo-.,t lri, rocce. Non b difficile capirlo, alla luce della teoria

I t,ttuka: i racconti delle precedenti vite del Buddha, a cura di Mariangela, I I )r)za Chiodo, UTET, Torino 1992. (Ndn

t2l

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scientifica dell'evoluzione. La materia non si crea e non sidistmgge: si pud trasformare in energia, c l'cncrgia pud tra-sformarsi di nuovo in materia, ma non vcn'ir clistrutta.

Abbiamo sempre fatto parte di ogni altt'lt cosa, e ogni al-tra cosa ha sempre fatto parte di noi. Tutti noi siamo statialberi, rose, animali; anche in questo montento siamo albe-ri. Osserva te stesso in profonditi e vedrai in tc l 'albero, lanuvola, la rosa e lo scoiattolo. Non puoi toglicrli da te. Nonpuoi togliere la nuvola, perch6 sei fatto pcr il settanta percento di acqua. La prosecuzione della nuvola d la pioggia;la prosecuzione della pioggia d il fiume ; la prosecuzione delfiume d l'acqua che bevi per soprawiverc. Se togli da te laprosecuzione della nuvola non puoi proscguire tu stesso.

Angeli ovunque

Osservando in profonditi la dimensione dello spazio vedia-mo anche tutti gli esseri il luminati, tutti i grandi esseri (ibodhisattva), vediamo Dio. Guarda bene e vedrai bodhisattvadapperlutto: vedrai uomini e donne compassionevoli chefanno tutto quello che possono per aiutare e proteggere l'u-manith. A Plum Village pratichiamo le nlnvocazioni dei no-mi dei bodhisattvao: Avalokiteshvara, il bodhisattva dell'a'scolto profondo; Samantabhadra, il bodhisattva della grandeazione; Manjushri, il bodhisat tva della grande comprensio-ne; Kshitigarbha, il bodhisattva che va nei posti piit oscuri,dove la sofferenza d intollerabile, a portare aiuto a tutti.

Ci sono bodhisattva di cui sappiamo qualcosa, perch6 leloro storie ci sono state tramandate; ci sono anche, dapper-tutto, infiniti bodhisattv,a sconosciuti che con il loro lavoroesprimono l'amore, la compassione e l' impegno profondoche sentono nei confronti del mondo. Essi hanno il cuorepieno d'amore; non sono interessati ai consumi perch6 vo-gliono vivere in sempliciti per avere tempo ed energie peraiutare gli altri. Sono dappertutto. Conosco un bodhisattvache abita in Olanda; si chiama Hebe. Durante la Secondaguera mondiale aiutd ventimila ebrei a sfuggire allo ster-

122

,,,rrr,, Non so come abbia fatto: se la guardi, vedi una per-,..,,rr rr.r r.sile che ha solo due mani. Lho incontrata e ho da-' , , l . r rru:r col laborazione a una sua iniz iat iva in aiuto degl i, , r Lrrrr t l i guerra v ietnamit i .

( | \( )n() anche bodhisattva che non sembrano essere mol-r, , ,rn rvi rna che sono molto calmi e gentili e con la loro pre-.r rrl,r ( i ispirano amore, comprensione e tolleranza.

( t' ur) numero infinito di simili bodhisattva, nel mondo.lr, '\ r ('nlll lo vivere in modo da avere il tempo di riconoscerel.r lrrrr) I)r'csenza e di entrare in contatto con loro. I bodhi-

, / / \ r / n()n sono ddi o f igure del passato: v ivono intorno ar,' 'r i l l (iurle e ossa. Hanno molta energia, molta compren-.r , ' r rr ' ( ' compassione, e noi possiamo trarre benef ic io dal lal , ' r , r r i t ' i t tanza.

I 1 'rrrrrdi esseri , ibodhisatty4, non sono r iconoscibi l i a l-| , r1 'prrrr .nza ester iore. A vol te sono bambini piccol i che cit , , , r t ,ur() molta gioia. I nostr i f ig l i e i nostr i amici sonot'.,,l lttsttuta; a volte ci fanno soffrire, ma ci aiutano anche ar , . . ( ( ' t ( ' in amore e in comprensione.

| 1,, nlltisattva non sono mai stanchi della sofferenza che li, rrr .1111i1, e non si arrendono mai: sono loro che ci danno il, , ' r , r l , l . i io di v ivere. Kshit igarbha, che va nei luoghi pi i r infe-lr, r .rtl rriutare tutti gli esseri, non d una persona sola: si ma-rrr l r 's(r t , sotto molte forme, in tut t i g l i svar iat i inferni che si1rr , . , \ r ) l l ( ) t rovafe a qUeStO mOndo.

,,\rrt' lre Sadaparibhuta, il bodhisattva che dice: nNon ose-r' r nl.ri disprezzare qualcunoo d dappertutto. Anche se unal', r \( )na non sembra in grado di raggiungere il risveglio, Sa-, l . r1, .11ibhl l1a vede che quel la capacit i r d anche in lei , comerrr t rr( l i , c 'd; egl i aiuta tut t i ad avere f iducia in se stessi e a, , r , t i r rre via qualsiasi senso di infer ior i tA. Questo t ipo di, r ,nr l ) lcsso paral izza le persone: la special i ta di Sadapa-,r l ' l r rr ta d essere in contatto con i semi del la mente r isve-, ' l r , r t rr o del la mente d'amore che abbiamo dentro e innaf-lr . r r l t .

()rrr..sto bodhisattva non b solo un personaggio del Sutral, I loto: pud essere trovato proprio qui, nella nostra so-

t23

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cietA, in molte vesti diverse. Dobbiamo sapcr riconoscere ilbodhisattva Sadaparibhuta, che d intorno a noi in carne edOSSA.

Manjushri d il bodhisattva che ha comprcnsione: chi cipud capire ci rende infinitamente felici. Man.jushri d in gra-do di vedere la nostra sofferenza e le nostre difficoltA e nonci sgrida mai, non ci punisce mai. E sempre al nostro fian-co per incoraggiarci e per far splendere la luce sopra di noi.Manjushri non d un personaggio leggendario: d presente in-torno a noi in molte vesti diverse, a volte come sorella o fra-tello minore o come nipote.

Noi non onoriamo personaggi immaginari o mitologici: ibodhisattva non sono figure del passato che vivono fra lenuvole, sono persone reali piene di amore e di determina-zione. Quando sappiamo comprendere la sofferenza dell'al-tro e provare amore per lui o per lei, siamo in contatto conil bodhisattva della grande comprensione.

Anche il bodhisat tva dell'ascolto profondo, Avalokiteshva-ra, B intorno a noi. Gli psicoterapeuti debbono imparare l'ar-te di ascoltare a fondo quanto ilbodhisattva Avalokiteshvara,colui che osserva in profonditA con l'udito. Quando sappia-mo ascoltare profondamente i nostri figli o genitori, abbia-mo gid Avalokiteshvara nel cuore.

Ilbodhisattva del suono meraviglioso, Gadgadashvara, sausare la musica, la scrittura e il suono per risvegliare lagente. Se sei un poeta, uno scrittore o un compositore puoiessere quelbodhisottva. Le tue creazioni artistiche non ser-vono solo a far dimenticare per un po'alla gente il suo dolo-re, servono ad innaffiare negli altri i semi della comprensio-ne risvegliata e della compassione.

Fra di noi ci sono molti scrittori, poeti e compositori cheusano l'oceano meraviglioso del suono per servire la viadella comprensione e dell'amore, rendendo pir) accessibilile porte del Dharma insegnate dal Buddha. E, questo il si-gnificato di una delle aspirazioni di Gadgadashvara.

124 t25

1.1,1111 ,rtl impiegare il grande oceano del suono,1 ,, r l.r r \( )rgere parole di stupefacente effetto,. 1,, 1, ,t lrno I'oceano delle virtir del Buddha, r, | 1,.155;11s, nel presente e nel futuro.S

()rr .rrr t lo tocchi la terra t i mett i in col legamento con i1'r.urrli t 'sscri, perchd questi fanno parte della terra e fanno1',rr tr' rli tc. Vivendo nel mondo d'oggi d facile cadere vittimel, ll.r tl isperazione. Ti devi proteggere. Il modo migliore d

irr contatto con i bodhisattua che sono attivi nella, , r r r l l rssi0ne e nel l 'amore.

I )r r\ r'e rnrrlo essere in contatto con i Buddhae ibodhisattva, 1 r r r , oggi, nel momento presente, e non limitarci ad accende-r' rtr(('nso e a pregarli. Quando siamo dawerO in contatto, , 'n l( )r'o, vediamo che loro sono dentro di noi e che noi ne.r.rrn() la prosecuzione non solo nel tempo ma anche nello.t,.rzio, c questo ci dA una grande energia. Noi siamo una,1, llt ' trrnte braccia di questi bodhisattva. Il nostro braccioI'r r, r :rrrivare molto lontano, a migliaia di chilometri da qui.I r n( )stre braccia possono raggiungere i luoghi piir oscuri,l, l pianeta: abbiamo amici ovunque, che sono le nostreI'r.r( ( ia, e anche noi possiamo essere le loro.

Nt'l Sutra sulle Otto Realizzazioni dei Grandi Esserie d, l r ' t lo: "La comprensione r isvegl iata d l 'unica carr iera del1'r.rtir' lrht€>. Nessun'altra carriera vale dawero la pena dir",\('r'( 'seguita. Onore e fama non possono essere paragona-r r .rll;r comprensione risvegliata che si genera in noi quandoI'r.rtithiamo fermandoci e osservando in profonditi la na-r rr r ,r clclle cose. euando smettiamo di essere in collera, gra-. ' r l r r l la comprensione che abbiamo raggiunto, in real td.rr.un() gii manifestando i semi della grande comprensione

Ir,ttttntsal<n Sutra,Ll, in: Il Sutra del Loto, a cura di C. Sferza, Rizzoli,\ ! r l . r r ro 200l . (Ndn

,'r,,,/ lrr italiano anche in Canti e recitazioni di PlumVillage, Nobile Edito-Vl.rtr ' t 'a 2000. (NdD

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che abbiamo dentro. Cerchiamo di vivere in modo che ibodhisattva che sono in noi si possano manilcstare!

Invito tutti noi a essere deibodhisatll,a, proprio adesso,nel modo di agire e di parlare. Non pens.rre : sard un bodhi-sattva piir tardi, stasera. Invocare i nomi dei bodhisattvadell 'ascolto profondo, della grande comprensione, dellagrande azione e della grande aspirazione t: restare a contat-to delle loro qualiti ci dard l'energia in[inita di cui abbiamobisogno per abbracciare gli esseri che sol'li 'ono nel mondo.

Potevo diventare un pirataToccando la Terra ci mettiamo in contatto con i grandi es-seri e anche con tutti gli esseri che soffrono. Dobbiamo rag-giungere sia gli uni che gli altri; dobbiamo ricordare che cisono esseri intrappolati nelle softerenze piir profonde, co-me la guerra, l'oppressione e I'ingiustizia, che non hannomodo di parlare apertamente delle sof'ferenze e dell'ingiu-stizia che devono sopportare. Ci sono pirati che violentanole ragazzine.z Ci sono ricchi mercanti che vendono armi al-le nazioni in cui i bambini non hanno cibo da mangiare n6scuole da frequentare. Ci sono proprietari di fabbriche cheimpiegano i bambini come manodopera. Ci sono personeche muoiono nelle prigioni e nei cosiddetti campi di riedu-caz.ione. Nei lebbrosari ci sono bambini e adulti senza arti,analfabeti, senza alcuna speranza. Questi regni infernalihanno bisogno dei bodhisattvo.

Quando stiamo in piedi davanti alla montagna o a un fio-re e pratichiamo la visualizzazione, subito prima di Toccarela Terra per la seconda volta, capiamo di essere non solobodhisattva ma anche le vittime stesse dell'oppressione, del-

7 Episodio, citato sp€sso dall'Autore, della triste vicenda dei boat people, iprofughi vietnamiti che dopo la fine della guerra fuggivano verso la Thai-landia e la Malesia su imbarcazioni che, in mare aperto, venivano attacca-te dai pirati. (Nd?-)

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In r l t rr r i rninazione e del l ' ingiust iz ia. Con l 'energia deil tx l l11111111,11abbracciamo vi t t ime in ogni dove. Noi s iamo i lf ,lr.rr.r r lrc sta perviolentare la ragazzinae siamo laragazzi-rrir r lr(. \ta per essere violentata. Non abbiamo ns6, separa-tt rlun(lLtc siamo tutti interconnessi, siamo con ognuno dil , r l r r

l l rrrodo in cui viviamo la nostra vita influenza ogni cosa.l t , ' l r l r r i r rr-ro pensare, dunque: nCome abbiamo vissuto, se,1rrr'l 1'i1l1,i1pe uomo in Thailandia ha potuto divenire un vio-L nt.rtorc?u. Abbiamo badato solo ai nostri bisogni materia-lr Lr lrrnriglia in cui era nato quel giovane viveva nella mi-. . , r r . r pi i r nera da molte generazioni. Suo padre era unl ' , ' , r , t t ( )r 'c che conosceva un solo mezzo per dimenticare i' . ' r , ,1 1111;Hsmi, la bott ig l ia; un uomo che non sapeva educa-, , r I lrlrlio e lo picchiava spesso. Nemmeno sua madre sape-\ ,r { ( )nrc poter dare un'istruzione ai figli, e il ragazzo, all'etd.lr trt.rlici anni, aveva dovuto accompagnare il padre sullal ' . r rr ; r ( . imparare a fare i l pescatore. Al la morte del padre,t ' ' , r , . rvcva cont inuato i l mest iere al posto suo; non aveva r i -'., 'r.,(' l)cr comprendere e amare. Il giovane aveva ceduto ai-l, ' t '.ntazione di diventare un pirata: in una giornata sola unI'rr ,rtir pud fare un mucchio di denaro, che pud tirarlo fuori,l.r ,lrrt.l lo stato miserando che il ragazzo temeva sarebbe, lrrr . r to per sempre. In mare aperto non c'era pol iz ia, quindi;,r'r r 1ri. non seguire I'esempio dei suoi compagni e violenta-', ,;rrt'f la ragazzina, sulla barca che avevano assalito?

\t' ;rvcssimo avuto un fucile awemmo potuto sparare alr ' r , , \ r l lc e lui sarebbe morto; ma non sarebbe stato megl io,"... '1irr;.rrgli a comprendere e ad amare? Dov'erano i politicr,1'lr rrontini di stato e gli educatori che dovevano aiutarlo?

I ; r notte scorsa nel le famigl ie di pescator i sul le coster lr . rr l .urdesi sono nat i cent inaia di bambini . Se quei bambi-rrr rrrln verranno seguiti, allevati ed educati adeguatamente,,1, rrrri di loro diventeranno pirati. Di chi d la colpa? E colpar,"'.rrir uomini di stato, politici, I 'elettorato che li ha man-. l,r rr .rl potere, educatori. Non possiamo dare la colpa solo a, ' '1r'l

lqioVZrDe. Se io stesso fossi nato in una famiglia povera,

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se non avessi mai ricevuto un'istruzione, sc avessi avuto unpadre e una madre analfabeti, poveri da sempre, che nonsapevano come allevarmi, anch'io sarei potuto diventare unpirata. Risolveresti qualcosa, se mi uccidessi a fucilate? Chib quel pirata? Potrei essere io. Anche la bambina violentatapotrei essere io.

Tutte le sofferenze degli esseri viventi sono la nostra sof-ferenza. Dobbiamo capire che noi siam<-r lclro e loro sononoi. Quando ne vediamo la sofferenza, nel nostro cuore en-tra una freccia di compassione e di amore; l i possiamoamare, li possiamo abbracciare, possiamo trovare un modoper aiutarli. Solo in questo caso non veniamo travolti dalladisperazione per la loro condizione. O per Ia nostra.

Non affondare nella disperazioneE, facile farsi travolgere dalla disperazione, quando si d incontatto con la sofferenza nel mondo. Ma non dobbiamolasciarci sommergere. In Vietnam, durante la guerra, i gio-vani cadevano facilmente in preda alla disperazione perchdla guerra andava avanti da cosi tanto tempo, sembrava nonfinire mai. E,lo stesso per la situazione del Medio Oriente: igiovani israeliani e palestinesi hanno la sensazione che l'at-mosfera pesante della guerra non finird mai. Dobbiamopraticare per proteggere i nostri figli e noi stessi dalla di-sperazione. I bodhisattva, con Ia loro capacitA di ascoltarein profondita, di comprendere e di impegnarsi a fondo,possono insorgere e opporre resistenza alla disperazione.Quando Tocchiamo la Terra per la seconda volta siamo incontatto conibodhisattva grandi e piccoli in ogni dove e nepercepiamo I'energia.

Anche gli animali, le piante e i minerali soffrono a causadell'avidith degli esseri umani. La terra, I'acqua e I'aria sof-frono perch6 le abbiamo inquinate; gli alberi soffrono per-ch6 distruggiamo le foreste per il nostro profitto; alcunespecie si sono estinte per via della distruzione del loro am-biente naturale. Anche gli esseri umani si distruggono e si

128

..f ,,,n.rro I'un l'altro. Secondo gli insegnamenti del buddhi-1n'r tut t ig l i esseri hanno la potenzial i ta di una natura r i -' . . , p ' l r , r t i r . In che modo possiamo fermarci pr ima di col las-, . . rr . rr t ' l la disperazione? Possiamo r iuscirci perch6 ilf rr,ltl lrir c i bodhisatrva sono presenti nel mondo: non stan-rr,' rl.r qualche parte in un paradiso lontano, sono qui conrr,1. 51'1 che viviamo sia che moriamo.

l', rt trn t' heneficio a tutti

t,t r .rr't' la Terra ci aiuta a purificare il corpo e la mente; ci.rrrt.r ir mantenere la comprensione risvegliata dell' imper-r'.rn('nza, dell' interconnessione e del non-s6. Il Buddha ha,lr'rto: chiunque veda I'inter-essere vede il Buddha. Quandot, ', r lrianto la Terra, dunque, vediamo i Buddha in noi e noi,.r.ssi nei Buddha; vediamo tutti gli esseri che soffrono inn' 'r (' \/ediamo noi stessi in loro. Mentre restiamo prosterna-rr , r l tonf ine tra. .s6o e naltroo viene r imosso; al lora sappia-rrr , , t ; r rc l lo che dowemmo fare o non fare nel la vi ta quot i-, l r . r r r r . Grazie a questa intuiz ione profonda possiamor,'.rlizzare molte cose di grande beneficio.

( lrc cosa hai fatto della tua vita? Cid che hai compiuto d..t,rto di reale beneficio a te stesso, alle persone che ami e arrrni g l i esser i?

ll lxxlhisauua prende l'impegno profondo di alleviare la..,' ltt 'r 'cnza. Si tratta di fare dellaspirazione a diventare unrr:rt'gliato, un Buddha, una vera carriera. Quando prendia-rn,, lr decisione di intraprendere la carriera delbodhisattva1',,ssiamo lasciar andare tutte le cose insensate che ci at-tr.r('\ ' i.rno prima: possiamo lasciar perdere la fama, possia-rrr, r lusciar perdere I'idea di avere un sacco di soldi. Una vol-r,r l)r ('sa la decisione, d facile lasciar andare queste cose.

I lluddha sono dentro di noi; noi siamo nei Buddha. Pos-\r,nn() diventare dei Buddha. Possiamo diventare degli i l lu-r n t tut l l .

129

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AIIa guida di noi s/essr

All'inizio della pratica del secondo Toccare Ia Terra, usa leparole che seguono come guida:

nToccando la terra mi metto in contatto con tutte le per-sone e tutte le specie che sono vive in questo momento, nelmondo, insieme a me.)) (Visualizzale per un po'di tempostando in piedi davanti all'oggetto prescclto, prima di pro-sternarti e toccare la terra.)

nSono una cosa sola con il meraviglioso scherna della vitache si irradia in ogni direzione. Vedo la strctta connessionefra gli altri e me stesso, vedo come la nostm felicitd o soffe-renza sia interconnessa. Sono uno con i bodhisottr,o e i grandiesseri che hanno trasceso I'idea di nascita c nlonc e sono ingrado di guardare con compassione e senz4n paura le differen-ti forme di nascita e morte. Sono uno con i bodhisuttva che sipossono trovare nei diversi luoghi del pianeta. Essi hanno pa-ce della mente, comprensione e amore; sono capaci di entrarein contatto con cib che d meraviglioso, nutricnte e risanante,e di portarlo agli altri. Hanno la capaciti\ cli abbracciare ilmondo con cuore amorevole e braccia capi,rci di agire e pren-dersi cura. Anch'io sono una persona che ha sr.rfl'iciente pace,gioia e libertd da poter offrire coraggio e gioia a coloro che hointorno. Non provo alcuna solitudine, alcuna disperazionequando sento l'amore e la feliciti dei bodhisattva che vivono,al presente, sulla terra. Vedere il loro amor c c vcdere le soffe-renze di tutti gli esseri mi aiuta a vivere in un nrodo ricco disignificato e pieno di vera pace e felicite\.

oRinforzato dallamore deibodhisaltva, sono in gxado di ve-dere me stesso in tutti gli esseri che soffrcno. &rno uno con co-loro che sono disabili o che lo sono divcntati a causa di guena,incidenti o marlattie. Sono uno con colonr che si tnrvano in si-tuazioni di guerra o di oppressione. Sono uno con coloro chenon trovano alcuna gioia nella vita familiarc, chc non hannoradici nd pace della mente, che cercano disper:rtamente qualco-sa di bello e di salutare da abbracciare e in cui crcdere. Sono lapersona che d in punto di morte e che ha m<;lta paum, perch6

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non sa che cosa stia per succederc e teme di essere annientata.Sono il bambino che vive in luoghi di cstrc,ma poverti e disa-gio, con braccia e gambe come stccchini, *-nzl un futuro. So-no anche il Fabbricante di bombe che dlirrliscc i paesi poveri.

nSono la rana che nuota nello stagno c sono anche il ser-pente che ha bisogno del corpo della rana pcr nutrirc il pro-prio corpo. Sono il bruco o la forrnica chc l'trccello cercaper cibarsene; sono anche I 'uccel lc l chc cclcu l ' insctto permangiarlo. Sono la foresta che viene abbattuta; sono il fiu-rne che viene inquinato; e sono la pcrs()r.ra chc abltattc la fo-resta e inquina i fiumi e l'aria. Vedo nre slcs.so in tutti gli es-seri e tutti gli esseri in me.,

Guardare in profonditd alla non-nascite e non-tnorta

Quando cominciamo a comprendere che noi siamo ogni cosa,le nostre paure cominciano a svanire. Abbiamo toccato inprofondita le dimensioni dello spazio e del tempo; ma per es-sere realmente Iiberi dalla paura dobl>ianro guardare inprofondita nella dimensione assoluta della non-nascita e non-mone. Occone che ci liberiamo dell'identificazior-rc con il no-stro corT)o, dell'idea di morire; d ld che scopriremo il luogo del-la non-paura. Questo b il terzo Toccare la Terra. Ecco unameditazione guidata che vi aiuta a prepararvi a questa pratica.

Inspirando so che sto inspirando. Dentro

Espirando so che sto espirando. Fuori

Inspirando sono consapevoledi un'onda nell'oceano.

Espirando son'ido all 'ondanell'oceano.

Inspirando sono consapevoledell'acqua nell'onda.

Onda

Sorrido

Acqua nell'onda

l3l

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I.lspirando sorridolll'acqua nellbnda.

Inspirando vedo Ia nascitadell'onda.

Espirando sorridoalla nascita dellbnda.

Inspirando vedola morte dell'onda.

Espirando sorrido alla mortedellbnda.

Inspirando vedo la naturadi non-nascita dell,acqua.

Espirando sorrido alla naturadi non-nascita dell,onda.

Inspirando vedo la naturadi non-morte dell'acqua.

Espirando sorrido alla naturadi non-morte dell'acqua.

Inspirando vedo la nascitadel mio corpo.

Espirando sorrido alla nascitadel mio corpo.

Inspirando vedo la monedel mio corpo.

Sorrido

Nascita dell'onda

Sorrido

Morte dell'onda

Sorrido

Acqua che non nasce

Sorrido

Acqua che non muore

Sorrido

Nascita del mio corpo

Sorrido

Il mio corpo muore

Espirando sorrido alla mortedel mio corpo.

Inspirando vedo Ia naturadi non-nascita del mio corpo.

Espirando sorrido alla naturadi non-nascita del mio corpo.

Inspirando vedo la naturadi non-morte del mio corpo.

Espirando sorrido alla naturadi non-morte del mio corpo.

Inspirando vedo la naturadi non-nascita della mia coscienza.

Espirando sorrido alla naturadi non-nascita della mia coscienza.

Inspirando mi limito a essereconsapevole dell'inspirazione.

Espirando mi limito a essereconsapevole dell'espirazione.

Sorrido

Natura di non-nascitadel corpo

Sorrido

Natura di non-monedel corpo

Sorrido

Non-nascita dellacoscienza

Sorrido

Dentro

Fuori

Io non sono il mio corpoDa novizio pensavo che l'impresaa di andare al di la dellanascita e della morte fosse qualcosa di molto remoto

" .t

"non sarei mai stato capace di realizzarla nell,arco ii""" ,i-

8 Nell 'originale, con ironia: *the business of going beyond birth anddeath". (NdT\132

r33

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ta sola. La vita e la morte, perd, sono solo idcc: le dobbiamosoltanto superare. Quando ho imparato qucsta vcritit mi so-no reso conto che non era un'impresa itnllossil;i lc, anche sesiamo rimasti imprigionati in queste duc itlct' pe r cosi tantevite! Ora capiamo di essere piir del nostt() c()l 'po; vediamoche non c'd una vera e propria durata della vitl: noi non ab-biamo l imit i . Ne facciamo esperienza ir t t t tccl i t l tz, ione. Seabbiamo praticato con successo il prinro t' i l secondo Toc-care la Terra, i l terzo r isul ta sempl ice c() l l le trn gioco dabambini.

Il terzo Toccare la Terra d come un cct'cltio tracciato in-torno alla linea verticale del tempo ncl pt'ittto e alla lineaorizzontale dello spazio nel secondo. Il prirno ci lra liberatodall' idea di essere separati dai nostri ltntcttitti e dai nostridiscendenti: ci ha liberato dalla nostra noziottc di tempo. Ilsecondo ci ha l iberato dal l ' idea di essct-c separat i daiBuddha, daibodhisattva, dai grandi cssct'i, dagli esseri chesoffrono, dagli animali, dalle piante, dl ogrti cosa: ci ha li-berato dal la nozione di spazio. Questa l 'o l t i t tocchiamo laterra e ci liberiamo dall' identificazionc t'on il cotpo e dall' i-dea di essere soggetti a nascita e m()11c.

In genere pensiamo di essere il n<lsttrr c()lpo; pcnsiamoche quando esso si disintegrerd anclte noi ci disintegrere-mo. Il Buddha ha insegnato chiaranrctrtc chc noi non sia-mo questo corpo.

Spesso chiedo ai miei amici piit giovani, sott<.r i trent'an-ni : uDov'er i nel 1966, quando ho l i tsciato i l Victnam?". Nondowebbero rispondere che non esistcvano; dovrebbero ve-dere che c'erano, da qualche parte, nci gctritot-i e nei nonni.

Le prime volte che pratichi il tet'zo Tircc:.tt'e la Terra puoifarti guidare dalle parole che segutlno: u'ftrccitndo la Terralascio andare l' idea di essere questo col'lx) e chc l:t duratadella mia vita 0 limitata'. (Visualiz.zalc pcr un po'di tempostando in piedi davanti all 'oggetto prcsct'lto, prinra di pro-sternarti e toccare la terra.)

"Vedo che questo corpo, composto clci clttltttl 'o elementi,non d realmente me e che io non sono lirttititto cla esso. Fac-

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cio parte della corrente della vita dci miei antenati spiritualic di sangue che da migliaia di anni sconr fino al presente eche per migliaia di anni scorleri\ ncl lirturo. Sono una cosasola con i miei antenati. Sono uno con tuttc le persone e contutti gli esseri, che siano in pace c libcri clll la paurir o pieni disolferenza e di paura. In questo n)ontcnt() sono presente inogni parte del pianeta. Sono prcscnte anchc ncl passato e nelfuturo. Il disfacimento di questo corpo rton nri locci.l, propriocome la caduta di un fiore da un pnlno non signil' ica la finedell'albero. Mi vedo come un'onda sull:.r supcr{icie dcll 'ocea-no: Ia mia natura B l'acqua dell'oceano. Vedo nte stcsso in tut-te le altre onde e tutte le altre onde in nrc. La conrparsa e lascompansa della forma dell'onda non inflr-riscc sull'occano. Ilmio corpo di Dharma e la vita della mia si.rggcz.zir non sonosoggetti a nascita e morte. Vedo la mia prescnza prima che ilmio corpo si manifestasse e dopo la sua disintcgrazione. An-che in questo momento vedo che esisto anche al di fuori diquesto corpo. Settanta, ottant'anni non sono la durata dellamia vita: essa b ill imitata, come la durata della vita di una fo-glia o di un Buddha. Sono andato al di lI dcll ' idea di esserequesto corpo, separato nello spazio e nel tenrpo.,

Quelli fra voi che sono entrati in contatto profondo conle cose nella dimensione del tempo e dello spazio sarannocapaci di entrare in contatto con questa dimensione assolu-ta: una volta imparato a toccare I'onda, impari a toccarel'acqua.

Non c'A alcuna separazione

Il Buddha ha detto che nella tua realth per natura non si na-sce e non si muore, non si viene e non si va, non si d e nonsi unon du; nulla d ulo stessop nd ualtro e diversoo. Questoinsegnamento sembrerebbe in contraddizione con I'inse-gnamento che tutto cid che nasce deve morire, che non pos-siamo sfuggire alla morte, alla malattia e alla vecchiaia.Pratica I'osservazione profonda: ti renderai conto che la na-scita d un concetto, l'essere d un concetto, il non-essere d un

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I

IIi

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altro concetto. Dobbiamo rimuovere tutti questi concetti ri-guardo alla realtA. Solo allora entriamo in contatto con larealtA assoluta, con nla vera essenza delle coscr.e

<Vera essenza) b un termine radicale: signif ica che larealtA 0 come 0. Non puoi dire niente a riguardo, non lapuoi descrivere. Puoi dire che Dio d la realt) assoluta e chetutto cid che si pud dire di Dio d sbagliato. Lo stesso valeper il nirvana. Nirvana d rimuovere tutti i cr>ncetti in modoche la realtd si possa rivelare te pienamcnte. Nclla dimen-sione storica, se osserviamo un'onda possianro parlare dellasua nascita e della sua morte; possiamo dire che d alta obassa, piL o meno bella, possiamo parlare di quest'onda equell'altra, eccetera. Per quello che riguarda la dimensioneassoluta non vale pii nessuno degli aggcttivi, dei concettiche usiamo per descrivere l'onda; non c'd n6 nascita ndmorte, nd questo n€ quello, n6 alto n6 basso, nd pii bello n€meno bello. Londa non deve morire per divcntare acqua:l'onda d giA acqua, in questo preciso istantc.

Pratica tutto cid e non ti sentirai separato dalla personache ami, quando morird: se hai questa visione profondanon ti sentirai abbandonato. Ogni giorno io osservo inprofonditd tutto cid che ho intorno: gli alberi, le colline, imiei amici. Mi vedo in tutti loro e so che non morird, maproseguird in molte altre forme. Quando gli amici mi guar-dano mi dowebbero vedere in altre forme diverse da questocorpo visibile. Questa pratica quotidiana li aiuter) a nonpiangere quando per la mia attuale manifestazione verrA ilmomento di scomparire: quando qucsta scomparirh, sarAper lasciare spazio ad altre manifestazioni.

9 Tathata in sanscrito, suchness in inglese: tcrminc- ccntrale, nel buddhi-smo, intraducibile in italiano, che in sostanza signilica: lc cose cosi comesono nella loro vera essenza. (Nd7)

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IXAccompagnare chi muore

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Anathapindika era un discepolo laico del Buddha a lui mol-to caro. Veniva dal regno del Koshala, a nord del Gange e aipiedi dell'Himalaya. Era un mercante, un uomo d'affari disuccesso, rispettato da tutti; i contadini delle sue terre glivolevano bene perch€ aveva un cuore generoso. Il suo veronome era Sudatta, ma gli era stato dato il titolo onorifico diAnathapindika, che significa ocolui che si prende cura deipoverio, a riconoscimento dei suoi sforzi instancabili a so-stegno dei poveri, degli orfani, dei senzatetto.

Un giorno - aveva circa trent'anni - viaggiava per affarinel regno del Magadha, dove in quel momento si trovavaanche il Buddha. Appena arrivato nella zona per prima co-sa andd a far visita alla sorella minore e a suo marito, che aquel tempo vivevano nel Magadha. Fu sorpreso di non-esse-re accolto con i festeggiamenti e le attenzioni abituali;quando chiese alla sorella come mai non gli dedicasse piirtempo, lei gli rispose che tutta la famiglia era occupatissi-ma a prepararsi a ricevere un maestro meraviglioso chia-mato il Buddha. Anathapindika si incuriosi molto, udendoquel nome, e chiese: .Chi d costui?u. La sorella gli risposeparlando del Buddha con un tale rispetto da ispirargli il de-siderio di andare a trovarlo prima possibile.

Il giorno dopo, di mattina presto, Anathapindika si recbal Monastero del boschetto dei bambi, dove il Buddha da-

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r va insegnamenti. Il discorso lo commosse nel profondo;Anathapindika si inchind fino a terra c invit<) il Buddha arecarsi a Shravasti, sua cittd di residenzat, pcrch€ desidera-va poter condividere gli insegnamenti e la pratica con gliamici e con la famiglia.

Il Buddha dava insegnamenti solo da tre anni ma aveva gidpin di milleduecento discepoli monaci. Fra i monaci che viag-giavano insieme a lui c'era il Venerabile Shariputr-a, che a suavolta era stato un famoso maestro spiritualc, prin-ra di divenirediscepolo del Buddha, e in quell'occasione tutti i suoi fratellinel Dharma e i suoi discepoli lo avevano scguito.

Il Buddha accettd l'invito ad andare a Shr:rvasti, capitale delregno del Koshala, e Anathapindika parti subito per organiz-zare i preparativi per quella visita. Aveva bisogno dell'aiuto diun monaco, e il Buddha chiese al Venerabile Shariputra, cheaveva un vero talento nella formazione delle comunitA, di an-dare con lui. Anathapindika e Shariputra, l'uno laico e l'altromonaco, divennero ben presto buoni amici.

Alcuni pensano che solo i monaci possano essere viciniai monaci e solo i laici possano essere vicini ai laici, ma nond cosi. Se entrambi sono motivati da un profondo desideriodi praticare gli Addestramenti alla Consapevolezza e l'os-servazione profonda, laici e monaci possono essere amicimolto intimi, collaborare e praticare benissimo insieme.Non c'd alcuna discriminazione: il monaco pud essere unbuon monaco, il laico pud essere un buon laico, e i due pos-sono essere amici stretti.

Anathapindika desiderava offrire al Buddha un pezzo diterreno su cui iostruire un monastero nel Koshala. Cercdin lungo e in largo, per concludere che c'era un solo postoche fosse abbastanza bello: era un parco delizioso che ap-parteneva a un membro della famiglia reale, il Principe diJeta. Anathapindika, che era molto ricco, pensava di riusci-re a convincere il principe a vendergli quella proprietd. Suquel terreno il principe aveva fatto piantare molti splendidialberi, per cui quello era molto di pin di un pezzo di terra:era una specie di paradiso. Quando Anathapindika andd

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dal principe a chiedergli quel terreno in vendita, il principerifiutd. Anathapindika gli offrl rrna sommA marggiore, e dinuovo ebbe un ri f iuto. Al la f inc Anathapincl ika gl i chiese:nQuanto vuoi per quel terreno? Sono pr()nto a pagarti qual-siasi sommar. Il principe rispose: "Tc lo venclcrd se potrairicoprire tutto il terreno di fogli d'oro,. Scherzava, inrealti: non awebbe mai pensato che Anathapindika accet-tasse questa proposta, ma questi l'accettd.

Anathapindika portd in breve tempo abbastanza foglid'oro da poter ricoprire I'intera area. Il principe non volevaancora vendergliela, ma i suoi consiglieri dissero: uDevivenderglielo. Sei un principe di famiglia reale e hai dato latua parola: non puoi ritirarla!o.

Il Principe di Jeta faticava a capire che un maestro spiri-tuale potesse essere tanto straordinario e che Anathapin-dika potesse onorarlo e amarlo al punto da pagare unasomma cosl enorme per comprare un terreno da regalargli.Alcuni perb gli dissero che il Buddha, sebbene giovane, eraun maestro pienamente risvegliato e che il suo insegnamen-to e la sua compassione erano senza pari. Vedendo la gran-de fede e ammirazione che Anathapindika nutriva per lui, ilPrincipe di Jeta lo fermd mentre stava per ricoprire d'oroI'ultimo pezzo di terra, dicendo: "Mi hai giA dato cosl tantooro, adesso basta. Desidero offrire al Buddha gli alberi cheho piantato su questa terra come mio regalo personale perluir. Ecco perchd quel luogo prese il nome di Parco diAnathapindika e di Jeta. Era un terreno comperato e rega-lato al Buddha da Anathapindika, ma gli alberi erano undono del Principe di Jeta. Il Buddha amava moltissimo quelparco e vi passd venti ritiri della stagione delle piogget con-

I Il Buddha e i suoi monaci erano una comuniti itinerante, tranne che neitre mesi invernali, la stagione delle piogge, in cui le condizioni climatichedel Nord dell'India rendevano opportuno fermarsi. Questo ha dato originea un ritiro invernale di tre mesi che si osserva ancora in molte tradizioni eche d chiamato (il ririro della stagione delle piogge, . (Ndn

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secutivi. Ancora oggi si pud visitare il parco e vedere i restiarcheologici degli antichi monasteri buddhisti.

Durante gli anni successivi al suo incontro con ilBuddha, Anathapindika continud ad aiutare i poveri e a so-stenere il Buddha, il Dharma e il sangha. Non era solo il redel Koshala, era anche un buon amico del Buddha.

Anathapindika aveva una bella famiglia; anche la mogliee i due figli diventarono discepoli del Buddha. Lintera fa-miglia andava una volta alla settimana al Parco di Jeta adascoltare i discorsi di Dharma e a godere la pratica dellaconsapevolezza. Spesso Anathapindika portava altri uomi-ni d'affari, suoi colleghi, a incontrare il Buddha e a ricever-ne gli insegnamenti. In un'occasione rimasta famosa portdpin di cinquecento commercianti al Parco di Jeta, dove ilBuddha dava un discorso di Dharma per laici sulla praticadella presenza mentale. La maggioranza degli amici diAnathapindika accettd e ricevette la trasmissione dei Cin-que Addestramenti alla Consa pev olezza.z An athapi ndika of-lri sostegno al Buddha, al Dharma e al sangha per tutta lavita, con grande piacere ed entusiasmo.

In vita sua aveva ottenuto molti successi, ma c'erano an-che momenti molto difficili. Una volta aveva perso tutti isuoi averi, ma con l'aiuto dei suoi amici e dei suoi dipen-denti era poi riuscito a ricostruire la propria fortuna e leproprie attivitA commerciali.

Erano passati trentacinque anni dal suo primo incontrocon il Buddha, quando Anathapindika si ammald grave-mente. Sentendo questa notizia, il Buddha andd a visitarloe lo invitd calorosamente a praticare la consapevolezza delrespiro, anche stando a letto. Poi incaricd il Venerabile Sha-riputra di prendersi cura del suo vecchio amico, chiedendo-

2 Ricevere la trasmissione degli addestramenti (o precetti) significa parte-cipare a una cerimonia in cui se ne ascolta la recitazione, uno per volta, esi dichiara pubblicamente di oseguirli, studiarli e praticarli nella vita quo-tidianao; con questo si entra a far parte in modo esplicito e ufficiale dellacomunit i dei prat icanti . (NdT)

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llr tl i l l 'rmarsi nel Koshala con Anathapindika per aiutarlo,r rrror i r-c in pace.

Slruriputra, sentendo che Anathapindika stava awicinan-,l, ,si alla morte, chiese al fratello ncl Dharma pii giovane, ilVt'rrcrabile Ananda, di accompagnarlo a trovare il vecchio,rrrrico. Ananda era un cugino del Buddha e aveva imparato.r rrrcrnoria tutti i suoi discorsi di Dharma: d in buona parterrr t ' r ' i to suo se abbiamo ancora oggi gl i insegnamenti delItrrrklher. Finito il giro giornaliero della questua, i due mo-rr:r.' i andarono a casa di Anathapindika; questi fu daweror 'rrlcnto di vederli, perch6 aveva molto bisogno di loro in(tu('l momento difficile. Si sforzd di mettersi seduto e di sa-lrrtrrr-li in maniera appropriata ma non ci riusci, tanto era, l t ' l ro lc.

Shariputra gli disse: oAmico caro, non sforzarti di met-tcrti a sedere, stai pure sdraiato; noi prenderemo due sedie,' r i siederemo qui vicino a te>. Poi gli chiese: oCaro amico,({)r ' r )Lr t i sent i? Hai dolore? Se si , sta aumentando o dimi-rrrr t 'ndo?r. Anathapindika r ispose: nMio caro amico, nonrni sembra che il dolore che sento nel corpo diminuisca; an-zi, scmbra crescere di continuo>.

Allora Shariputra disse: uUn questo caso suggerisco di;rnrticare insieme una meditazione guidata sui Tre Gioiel-lr,,.tComincid dunque a offrire all 'amico una meditazionertrl Buddha, il Dharma e il sangha, con il sostegno del Vene-r rrlrile Ananda che sedeva li accanto. Shariputra era consi-rlr'r'alo uno dei piir brillanti discepoli monaci del Buddha,lur corn€ il suo braccio destro, ed era il fratello maggiore diruigliaia di monaci e monache. Sapeva che Anathapindikairvcva tratto un grande piacere, anno dopo anno, nel servirer l l luddha, i l Dharma e i l sangha. Sapeva anche che in

I l)ctti anche le Tre Gemme e i Tre Rifugi sono: il Buddha (inteso come lalxrtt'nzialiti di risveglio di ognuno), il Dharma (ossia l'insieme degli inse-r 'rrrrrncnti) e i l sangha ( la comunit ir dei prat icanti) . (NdT)

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Anathapindika questa meditazione awebbe innaffiato i se-mi della feliciti in quel momento cosl difficile.

Condivise dunque con Anathapindika la pratica che con-siste nel richiamare la natura meravigliosa del Buddha, delDharma e del sangha. Bastarono cinque o sei minuti perchdil dolore che Anathapindika provava in tutto il corpo dimi-nuisse e perchd in lui venissero innaffiati i semi della feli-citi. Aveva recuperato l'equilibrio. Anathap i ndika sorrise.

Innaffiare i semi della felicitA d una pratica molto impor-tante per il malato o il morente. Tutti abbiamo in noi i semidella felicitA, e in momenti difficili quando siamo malati ostiamo morendo dowebbe esserci un amico, seduto al no-stro fianco, che ci aiuti a toccare i semi della feliciti dentrodi noi. Altrimenti E facile che i semi della paura, del rim-pianto e della disperazione ci possano travolgere.

Quando Anathapindika riusci a sorridere, Shariputraseppe che in lui si era ristabilito I'equilibrio tra gioia e dolo-re. Invitb Anathapindika a continuare la meditazione gui-data, dicendo: oAmico caro, per favore pratica con Anandae con me in questo modo: .Inspirando, vedo che questocorpo non 0 me. Espirando, non sono prigioniero di questocorpo. [o sono vita senza limiti; non sono mai nato e nonmorir0 mair.

Quando si sta per morire pud darsi che non si sia moltoconsapevoli del corpo; a volte si prova un certo intorpidi-mento. Eppure si rimane prigionieri nell'identificazione conquel corpo, si resta intrappolati nel concetto che la disinte-grazione di questo corpo 0la propria disintegrazione. Eccoperch€ si ha paura: si teme di svanire nel nulla. La disinte-grazione del corpo, invece, non pud riguardare la vera naturadella persona che sta morendo. Occorre spiegare a quellapersona che lei € vita senza limite. Questo corpo E soltantouna manifestazione, come una nuvola. Quando una nuvolanon d pit una nuvola non va perduta, non svanisce nel nulla:si B trasformata, b divenuta pioggia. Per questo non dowem-mo identificarci nel corpo. Questo corpo non b me. Io nonsono prigioniero di questo corpo. Io sono vita senza limite.

tu

I)i lhtto dobbiamo cominciare questa pratica adottando| ' )n)c oggetto gli occhi, il naso, le orecchie, la lingua, il cor-1',, t. la mente: oQuesti occhi non sono me. Io non sono pri-1'rorricro di questi occhi. Io sono vita senza l imit i . Quester)r( '( 'chie non sono me. Io non sono prigioniero di questeorccchi€. Io sono vita senza limiti. Questo naso non d me,rr ) non sono prigioniero di questo naso ma sono vita senzalrntiti,. Questa pratica ci aiuta a non identificarci in occhi,.r('('chie, naso, lingua e corpo: esploriamo ogni coscienza,.r'rrsoriale e ogni organo di senso, in modo da capire chenon siamo nessuno di loro. Noi siamo molto pii della ma-rrilcstazione dei nostri organi di senso. La cessazione deller r rrrnifestazioni non ci influenza.

Poi osserviamo e vediamo in che cos'altro ci potremmorrlt'rrtificare. Al di li del corpo e dei sensi ci sono i cinque ag-rur t'gati della forma, delle sensazioni, delle percezioni, dellel, rrrnazioni mentali e della coscienza. Dobbiamo guandare al,rrclo ognuno di essi e dire: nQueste cose non sono mer. Le1x'r'cezioni, le sensazioni, i sentimenti, le idee vanno e vengGrro. Non possono essere me. Anche la coscienza d solo una ma-nifcstazione, proprio come le percezioni, le sensazioni, le for-rrurzioni mentali. Quando le condizioni sono sufficienti questerrrrrnifestazioni si presentano; quando le condizioni non sonolriir sufficienti queste manifestazioni non si presentano piir.I'r esenti o non presenti, queste manifestazioni non sono me.

Shariputra guidd Anathapindika attraverso la coscienzast'nsoriale e i cinque aggregati, mostrandogli che questin()n erano lui. Inizid cosl la meditazione guidata sui Quat-tnr Elementi, dicendogli: oAmico caro, continuiamo la no-str-a meditazione. Lelemento terra che d in me non 0 me'.(Qui uterra' significa tutto cid che d solido: carne, ossa,nruscoli, organi). <Lelemento fuoco che d in me, ossia il ca-lore, ch€ serve a mantenerci caldi e a digerire il cibo, non drrre. Lelemento acqua che d in me non 0 me. C'd acqua dap-pcrtutto, dentro e intorno a me. Io sono libero dall'elemen-t() acqua. Lelemento aria in me non d me, perch6 io sono vi-tir senza confini.o Shariputra continud in questo modo.

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Alla fine Anathapindika fu guidato nella nreditazione sul-I'Originazione Interdipendente.4,,Caro amico, guardiamopiir a fondo. Quando le condizioni sono sr.rl ' l ' icienti, i l miocorpo si manifesta. Non viene da nessuna pat-te, e dopo ilsuo disfacimento non va da nessuna pane.,' Quando le cosesi manifestano, in realtA non possiamo proprio dire che(esistonoD. Quando le cose cessano di manifestarsi , inrealtd non possiamo descriverle come inesistenti. Siamo li-beri dai concetti di venire, andare, essere, non-essere, na-scita, morte, lo stesso e altro. Questo d esattamente il gene-re di pratica e di insegnamento che possiamo comprenderequando contempliamo una nuvola, una I'iamma o un gira-sole.

A quel punto Anathapindika si mise a piangere. Anandasi stupi. Il Venerabile Ananda era molto piir giovane di Sha-riputra e non era in grado di vedere la trasformazione e laliberazione che Anathapindika stava vivendo nel giro di po-chi minuti: pensd che Anathapindika piangesse perch6 rim-piangeva qualcosa o perch6 non era riuscito a meditare be-ne, quindi gli chiese: oCaro amico, perch6 queste lacrime?C'd qualcosa che rimpiangi?u.

Anathapindika disse: "No, Venerabile Ananda, non rim-piango niente".

Ananda gli chiese allora: ol-a tua pratica non ha avutosuccesso?u.

Anathapindika risposs; uNo, Venerabile Ananda, al con-trario>.

Ananda chiese: nE allora perchd piangi?n.

4 Altro insegnamento fondamentale del buddhismo: la catena dei dodicianelli dell'Originazione Interdipendente (in sanscrito pratitya santutpada).ln II cuore dell'insegnamento del Buddha (Neri Pozza, Vicenza, 2000) l'Au-tore lo sintetizza cosl: .Questo d perch6 quello d; questo non d perch€ quel-lo non d. Questo viene in essere perch€ quello viene in essere. Quest6 nonviene in essere perchd quello non viene in essere). Troviamo queste frasi incentinaia di discorsi sia della Tradizione Settentdonale che di quella Meri-dionale: sono la Genesi del buddhismo. (Nd'l)

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Anathapindika rispose quindi, con le lacrime agli occhi:,,Vcncrabile Ananda, piango perch6 sono molto commos-rrr. llt> servito il sangha, il Dharma e il Buddha per trenta-, i r rque anni eppure non ho mai r icevuto e prat icato inse-1'rr i rnrcnt i splendidi come quest i che i l Venerabi leSlrar iputra mi ha impart i to oggi. Sono cosi fel ice! Sono. , rs i l ibero!r .

Allora Ananda gli disse: oAmico caro, forse non lo sai,rrr:r noi monaci e monache riceviamo questo genere di inse-1'r[rrncnti quasi tutti i giornio.

Anathapindika sorrise e disse quietamente, con la sua vo-. t'clcbole: nCaro Venerabile Ananda, per favore torna al mo-n,irstcro e di'quanto segue al Signore il Buddha, da parterrria: capisco che molti laici sono occupatissimi e non trova-rro il tempo di ricevere e praticare questo genere di insegna-rrrcnti. Molti di noi, invece, sono abbastanzaliberi e disponi-Iril i da poter ricevere questi insegnamenti e questa pratica.I'i prego, chiedi al Signore il Buddha di dispensare questi in-\( 'gnamenti anche a noi la ic in.

Sapendo che questa era I'ultima richiesta di Anathapin-rlika, il Venerabile Ananda rispose: nCerto, fard come chie-tli. Lo dird al Signore il Buddha appena sard tornato al par-t 'o di Jetao. Poco tempo dopo la vis i ta dei due monaci,Arrathapindika morl in pace e senza dolore.

La storia d riportata in un discorso detto oGli insegna-rrrcnti da dare ai morentir.s Vorrei consigliare a chiunquerrc sia capace di studiare il discorso e di praticarlo. per fa-\'()r'e, per studiarlo e praticarlo non aspettate di trovarvi dilrrrnte al problema della morte. Per favore, praticate l'osser-vrrzione profonda adesso, cosi da entrare in contatto con lar'ostra natura di non-nascita e non-morte, di non venire qrron andare, di non stesso e non altro. Cosi facendo mette-r t'te fine al lutto e al dolore. Se fate questa pratica con dili-I,cnza e impegno, nutrite gli elementi di non-paura che ave-

\ Angtttaro Nikaya, LI, 8, in Canti e recitazioni di Plum Vllage, cit. (Ndf)

I A1t, I

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te dentro: sarete in grado, poi, di morire nella gioia e nellapace.

Dawero d possibile vivere felicemente e morire felice-mente. E, possibile se ci rendiamo conto che proseguiremola nostra manifestazione sotto altre forme. E possibile an-che aiutare gli altri a morire in pace, se abbiamo in noi glielementi della soliditA e della non-paura. Quanti di noi han-no paura del non-essere! Questa paura ci fa soffrire molto.Ecco perch€ bisognerebbe rivelare alla persona che muorela realtd che noi siamo una manifestazione e una prosecu-zione di molte manifestazioni. Allora la paura della nascitae della morte non ci tocca pii, perch6 comprendiamo che sitratta solo di concett i . Questa d un' intuizione profondamolto importante, in grado di liberarci dalla paura.

Ho tratto le parole e gli insegnamenti dal sutra uda offri-re al morenteu dall'Anguttara Nikaya e ne ho fatto una can-zone. E una ninnananna che pud essere cantata alla perso-na che si awicina al suo ultimo respiro:

Questo corpo non d me;io non sono prigioniero di questo corpo,io sono vita senza confini,non sono mai nato e non sono mai morto.Sopra il vasto oceano, il cielo con le molte galassie'tutto si manifesta a partire dalla coscienza.Sono sempre stato libero, dall'inizio dei tempi.Nascita e morte sono solo una porta: da li entriamo

[e usciamo.Nascita e morte sono solo un gioco a nascondino.Sorridimi, dunque, prendimi la mano e dimmi arrivederctDomani ci incontreremo di nuovo, o anche prima.Ci incontreremo sempre, comunque, alla vera fonte,ci incontreremo sempre sui mille sentieri della vita.

La prima riga pud essere ripetuta sostituendo (questocorpoD con: questi occhi... queste orecchie... questo naso...questa lingua... questa mente... queste forme... questi suo-

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ni... ecc. Per esempio: "Questi occhi non sono me; io nonsono prigioniero di questi occhir.

Cantare questa canzone a una persona che muore pudrriutarla a liberarsi dall'idea di avere un'identitd perrnanen-tc connessa con una qualunque parte del corpo o dellarrrente. Tutte le cose composite si decompongono, certo, mail nostro vero s€ non scompare nell'oblio. Questo genere dirncditazione guidata ci aiuta a evitare di restare prigionierit lcl l ' idea di essere questo corpo, questi pensieri, questet'mozioni. Dawero, noi non siamo queste cose: siamo vitasenza limite. Non siamo prigionieri della nascita, non sia-rno prigionieri della morte, non siamo prigionieri dell'esse-rc e non siamo prigionieri del non-essere. Questa d la veritdrlella realti.

Quindi per favore non caricare troppo di occupazioni latua vita: trova il tempo di praticare. Impara a vivere felice-nrente gii oggi, nella pace e nella gioia. Per favore, imparala pratica dell'osservazione profonda e della comprensioneclclla vera natura di nascita e morte, cosi che poi tu possamorire in piena pace e senza alcuna paura. E una cosa allaportata di tutti.

Se saprai praticare in modo da non avere paura, quandorrno dei tuoi amici o dei tuoi cari stard per morire sarai ingrado di aiutarlo. Dowai sapere che cosa c'd da fare real-mente e che cosa d meglio non fare. Sei abbastanza intelli-gente da riuscire a impiegare utilmente il tuo tempo; nonsprecarlo facendo cose non necessarie e insignificanti! Nonoccorre che diventi ricco; non occorre che raggiungi la fa-ma o il potere: cid di cui hai bisogno e liberta, solidit}, pacee gioia. Hai bisogno di tempo ed energia per essere in gradodi condividere queste cose con gli altri.

La nostra felicitA non si basa sulla quantitd di denaro osulla notorietd. La nostra sicurezza viene dal fatto che pra-tichiamo e osserviamo o meno i Cinque Addestramenti allaConsapevolezza. Quando abbiamo gli addestramenti e ilBuddha, il Dharma e il sangha a proteggerci, siamo felici.Abbiamo occhi limpidi, un sorriso fresco, passi sicuri sul

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sentiero verso una vita libera. La nostra felicit) si riversa sututti coloro che ci circondano. Non dedichiamo tempo a co-se superficiali ma impieghiamolo per praticare, cosi che laqualitir della nostra vita migliori. Questo D il dono pitr pre-zlioso che ognuno di noi pud lasciare in erediti ai propri fi-gli o nipoti; b la cosa migliore che possianl<.r condividerecon i nostri amici. Dobbiamo avere il tempo di ricevere,praticare e studiare i meravigliosi insegnamenti delbuddha, come quelli ricevuti da Anathapindika subito pri-ma di morire.

Prendendo rifugio nella nostra famiglia, nei nostri amicre nella comuniti, nel sangha, cambiamo stile di vita: dob-biamo vivere in pace e nella gioia proprio ora, non un do-mani, in futuro. Dobbiamo stare bene proprio ora, proprioqui, felici e in pace nel momento presente. Non c'd una viaalla felicitA: la felicitA d la via.

Gli insegnamenti dati da Shariputra dovrebbero esserericeruti da tutti in giovane eti. Anathapindika fu molto for-tunato a riceverli all'ultimo momento: le cose sono imper-manenti e non sappiamo in anticipo quando arriverd il mo-mento della f ine. Potremmo non-essere fortunati comeAnathapindika, non avere buoni amici spirituali al nostrofianco a guidarci nella meditazione al momento di morire.Ecco perch6 non dovremmo aspettare finchd forse sarltroppo tardi, ma dowemmo imparare subito questa prati-ca, in modo da essere in grado di guidare noi stessi.

Un'altra stoia sulla morte

All'inizio degli anni Novanta stavo andando a condurre unritiro all'Omega Institute, nella parte settentrionale dellostato di New iork, quando appresi che un nostro vecchioamico stava morendo in un ospedale proprio sulla strada,poco fuori New York. Si chiamava Alfred Hasslec era statodir"tto.e della Fellowship of Reconcil iat ion; nel 1966 e1967 avevamo viaggiato insieme in molti paesi organizzan'do iniziative per far terminare la guerra nel Vietnam.

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In seguito non mi era piir stato pcrmesso di tornare in Viet-nam perchd avevo parlato apetlantcntc, nei paesi occidentali,della violazione dei diritti unrani di cntrambc le parti in con-fitto, Nord e Sud. Alfred andd in Victnanr al mio posto, dun-que, per coordinarvi le iniziativc in flavore dclla pace, e diedeun valido sostegno ai nostri amici nell'allcstinrento di campiin cui prendersi cura dei profughi c dellc vittin'rc della guerra;insieme aiutammo pit di ottomila olf:rni di guerra. Quandoero andato negli Stati Uniti per la prima volta, nel 1966, erastata proprio la Fellowship of Rcconciliation a organizzarrniil primo giro di conferenze, durante le quali chicdevo a granvoce la fine della guena nel Vietnam.

Sorella Chan Khonge e io an-ivammo all'ospedale quandoAlfred era giA in coma; con lui c'erano la moglie Dorothy ela figlia Laura. Laura Hassler aveva lavorato come giovanis-sima volontaria nell 'uff icio della Delegazione buddhistavietnamita a Parigi.z

Quando Dorothy e Laura ci videro ne furono molto con-tente. Laura faceva del suo meglio per richiamare Alfreddal coma, ripetendo: oPapd, pape, c'd qui Thivl C'A qui So-rella Chan Khonglr. Ma Alfred non tornava, era in un comamolto profondo. Chiesi a Sorella Chan Khong di cantareper lui. Una persona morente pud sentire, anche se noi nonce ne rendiamo conto. Sorella Chan Khong dunque cantd lacanzone che diceva:

Questo corpo non d me;io non sono prigioniero di questo cor?o,io sono vita senza confini,non sono mai nato e non sono mai morto.

6 Monaca vietnamita, instancabile attivista per la pace, allieva e collabora-trice principale dell'Autore. Sulle vicende sue e dell'Autore durante e dopola guerra nel loro paese, ha scritto kte in Action, in italiano: L'anna delvero amore, Ubaldini, Roma 1995. (Nd?-)7 A Parigi si svolsero le trattative di pace che chiusero la guerra nel Viet-nam. (Nd?")

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La cantb una seconda volta e poi ancora una terza; ameti della terza volta, Alfred si risveglid e apri gli occhi'

Laura era cosi felice! Disse: nPapd, sai che c'0 qui Thdy?Sai che c'd qui Sorella Chan Khong?u. Alfred non poteva di-re niente, ma guardandolo negli occhi capimmo che si erareso conto della nostra presenza. Sorella Chan Khong co-mincid a parlargli delle esperienze comuni quando lavora-vamo insieme per la pace nel Vietnam: "Alfred, ricordiquella volta che eri a Saigon e cercavi di incontrare il mo-naco Tri Quang? Gli Stati Uniti avevano deciso di bombar-dare Hanoi il giorno prima e il Venerabile Tri Quang era co-si arrabbiato che aveva fatto voto di non incontrare nessunoccidentale, falco o colomba che fosse. Quando arrivasti tu,si rifiutd di aprirti la porta. Alfred, ricordi, ti sei seduto li ehai scritto un biglietto: "Sono venuto come amico per aiu-tare a fermare la guerra nel suo paese, non come nemico.Non mangerd n€ berrd piir niente finchd non mi apririr laporta!" e I'hai fatto scivolare sotto la porta. Te lo ricordi?Hai detto: "Starb qui seduto finchd Lei non mi aprirh laporta". Ricordi? Un quarto d'ora dopo il Venerabile TriQuang ha aperto la porta; ti ha fatto un gran sorriso e ti hainvitato a entrare. Alfred, ti ricordi quando eri a Roma e c'e-ra una veglia condotta da trecento sacerdoti cattolici, ognu-no dei quali portava un cartello con il nome di un monacobuddhista incarcerato per essersi rifiutato di prendere le ar-mi, di fare il servizio militare?o.

Sorella Chan Khong continud a parlargli delle esperienzefelici che avevamo condiviso lavorando insieme per la pace,e la cosa ebbe un effetto meraviglioso; lei cercava di fareesattamente quello che Shariputra aveva fatto per Anatha-pindika: innaffiare in lui i semi della felicitir. La feliciti diAlfred era costituita dall'intento di servire la pace e metterefine alle sofferenze degli altri: innaffiare quei semi ripri-stinb in lui un equilibrio fra gioia e dolore, facendolo soffri-re molto meno.

Nel frattempo io gli massaggiavo i piedi. Pensavo chespesso, mentre si sta morendo, non si d molto coscienti del

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proprio corpo perchd lo si sente in qualche modo intorpidi-to. Laura gli chiese: oPapi, sai che Thdy ti sta massaggian-do i piedi?n. Lui non rispose, ma dai suoi occhi capimmoper certo che sapeva che eravamo li. All'improwiso apri labocca e disse: *Splendido, splendido!r. Dopo di che ricaddein un coma da cui non tornd piil indietro.

Quella sera dovevo tenere il discorso di orientamentosagli iscritti al ritiro all'Omega Institute, quindi salutammoDorothy e Laura, dicendo loro di fare ad Alfred quello cheavevamo fatto Sorella Chan Khong e io: parlargli, cantareper lui. La mattina dopo ricevetti un messaggio da Dorothyche ci comunicava che Altred era morto in pace qualcheora dopo la nostra partenza.

Coloro che sono in stato d'incoscienza devono sentire senoi siamo dawero presenti e in pace, a fianco del loro letto.Dieci anni fa uno studente universitario che viveva a Bor-deaux senti che sua madre stava morendo in California, epianse moltissimo; non sapeva se sarebbe arrivato in Ca-lifornia in tempo per vederla ancora viva. Sorella ChanKhong gli disse di partire immediatamente per la Californiae, se sua madre fosse stata ancora viva al suo arrivo, di pra-ticare proprio come Shariputra aveva praticato conAnathapindika. Gli disse che doveva parlarle delle esperien-ze felici che avevano vissuto insieme, che era bene raccon-tarle episodi dei primi anni della sua vita matrimoniale edegli anni della sua giovinezza. Le awebbe dovuto raccon-tare quelle storie perch€ le awebbero dato gioia, anche senon era pitir cosciente.

Quando il giovane arrivd all'ospedale la donna aveva giiperso conoscenza. Il figlio non era del tutto convinto cheuna persona non cosciente potesse sentire, tuttavia segul leistruzioni di Sorella Chan Khong. I dottori gli dissero che

8 ogni ritiro si apre con un discorso di orientamento, dedicato soprattuttoai principianti, in cui si spiega il programma del ritiro e il significato dellepratiche principali che verrano proposte. (Ndfl

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sua madr,e aveva perso conoscenza gi} da una settimana eche non c era alcuna speranza che potesse risvegliarsi pri-ma di morire. Dopo che lui le ebbe parlato amorevolmenteper un'ora e mezzo,lei si risveglid.

Quando siedi al capezzale di una persona morente e seicalmo e del tutto presente - corpo, mente e anima - puoiriuscire a darle un valido aiuto ad andarsene, in piena li-berti.

Pochi anni fa Sorella Chan Khong dovette visitare unasua sorella maggiore, ricoverata per una complicazione do-po un trapianto di fegato. La sorella stava malissimo.Quando Sorella Chan Khong entrd nell'ospedale si reseconto che tutti gli altri della famiglia avevano rinunciato al-la speranza di poterle dare un qualche aiuto. La sorella, pri-va di conoscenza, si torceva, gemeva e gridava in preda adolori terribili. Tutti i suoi figli, anche la figlia che era me-dico, si sentivano impotenti.

Sorella Chan Khong aveva portato con s6 all'ospedaleun'audiocassetta su cui erano registrati i monaci e le mona-che di Plum Village che salmodiavano il nome del bodhi-sattva Avalokiteshvara, il bodhisattva della grande compas-sione. Anche se la sorella era priva di conoscenza, SorellaChan Khong infild lo stesso la cassetta nel registratore e Iemise le cuffie sulle orecchie, alzando il volume quasi almassimo. Cinque o sei minuti pii tardi successe qualcosadi stupefacente: sua sorella giaceva del tutto tranquilla.Non si torceva piir, non gemeva, non gridava pir). Se nestette in pace finchd non mori, cinque giorni dopo.

In quei cinque giorni, la donna continud ad ascoltare larecitazione del nome del bodhisattva. In vita sua aveva visi-tato templi buddhisti molte volte e aveva sentito spesso larecitazione del nome delbodhisattva della compassione; ri-sentirlo di nuovo sul letto di morte innaffiava in lei i semi dicid che in vita sua era stato piir prezioso e gioioso. La suavita aveva una dimensione spirituale ricca di fede; avevaascoltato recitazioni di sutra e discorsi di Dharma moltevolte. Laudiocassetta che riproduceva la salmodia dei mo-

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naci e delle monache aveva raggiunto quei semi di felicitA.Erano semi che i dottori non sapevano come raggiungere;chiunque awebbe potuto fare quello che aveva fatto SorellaChan Khong, ma a nessuno era venuto in mente.

La nostra coscienza d come un televisore con molti cana-li: premendo il pulsante sul telecomando compare il canaleche abbiamo scelto. Quando sediamo al capezzale di unapersona morente dobbiamo sapere che canale scegliere.Coloro che in vita erano pit vicini a quella persona sononella migliore posizione per farlo. Se accompagni qualcunoche sta morendo utilizzaquei suoni e quelle immagini dellasua vita che innaffieranno in lei i semi della piir grande feli-cit}. Nella coscienza di ognuno ci sono i semi della TerraPura, del nirvana, del Regno di Dio, del paradiso.

Se sappiamo come praticare e come penetrare nellarealti della non-nascita e non-morte, se realizziamo che ve-nire e andare sono soltanto idee, se la nostra presenza d so-Iida e piena di pace, allora possiamo aiutare la persona chesta morendo. Possiamo aiutarla a non spaventarsi e a nonsoffrire troppo; possiamo aiutarla a morire in pace. possia-mo aiutare noi stessi a vivere senza paura e a morire in pa-ce. Possiamo aiutare noi stessi a comprendere che la mortenon esiste, a capire che non c? morte, non c d paura. C'd so-lo continuazione.

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