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si GIOVI-DI 5 GENNAIO 2017 LaVerità 60 ANNI DI GIORNALISMO Avrei potuto salvare Walter Tobagi e ora non mi do pace Da direttore del «Corriere d'Informazione» dovetti decidere se nominarlo capo della redazione romana. Scelsi invece Guido Vigna. Lui rimase a seguire le Br a Milano e fu ucciso di CESARE LANZA Wt Siamo alla terza puntata ddi queste pa- gelle (molto personali) sui colleghi, noti e meno noti, che ho conosciuto in 6o anni di carriera giornalistica. I TELEVISIVI Brino Vespa (L'Aquila, 27 mag- gio 1944). Prostata di ferro: durante le maratone televisi- ve, non va mai in bagno. Abili- tà mostruosa nella gestione dei rapporti e nella difesa del suo programma storico, Porta a porta. Intoccabile: tanti de- sideravano farlo fuori, nessu- no ci ha mai provato seria- mente. Una sicurezza d'ac- ciaio nel suo cervello: «Sarò ancora qui quando voi non ci sarete più», di fronte a una dozzina, al minimo, di diret- tori generali e di consiglieri di amministrazione della Rai. Non credo di essergli simpatia co, però mi ha invitato qual- che volta al suo talk. Apprez- zabile per l'equilibrio (fisiolo- gicamente è governativo e at- tento, ma non devoto, a chi è al potere), un mix complicato tra qualità giornalistica, ri- spetto verso i potenti, esigen- ze dei telespettatori. Sia pur con qualche inevitabile infor- tunio, non si asservisce e ra- ramente è arrogante. Scrive libri interessanti, che pro- muove minuziosamente. Per- fezionista. Enrico Mentana (Milano, 15 gen- naio 1955). Antagonista di Ve- spa nelle maratone: stragi, terrorismo, elezioni... Una bella lotta, forse Enrico ha il vantaggio, a La7, di poter stra- volgere il palinsesto come vuole. Si affermò come Mitra- glietta, per la velocità con cui dava le notizie di tutti i tiggì che dirigeva. Oggi Maurizio Crozza lo prende per i fondelli per la lentezza con cui parla. È astuto e abile: è riuscito a far dimenticare la sua fervida at- tività per i giovani socialisti, ha strapazzato Matteo Renzi. Nessun particolare rapporto con lui: buongiorno e buona- sera, se ci incontriamo, come Spalletti e Totti, ma lui è un campione e io non sono l'alle- natore, non abbiamo la stessa casacca. Per il padre, reporter sportivo di qualità, avevo vera simpatia. Misurato. Clemente J. Mimmi (Roma, 9 ago- sto 1953). La «J.» sta per Jac- kie. Suo padre, patito di Char- lie Chaplin, volle dargli quel secondo nome per ricordare Jackie Coogan, l'attore prota- gonista del Monello. Ho avuto, come tutti, rapporti corretti con lui. Senza macchie, mira- colosamente, anche se ha di- retto, in Rai e in Mediaset, te- legiornali sotto sorveglianza politica, berlusconiana. Non osa più di tanto, ma non na- sconde le notizie: una perso- na perbene, un gentiluomo a suo agio - con ironia - nel Pa- lazzo. Ha superato un brutto colpo di salute. Sa valutare uo- mini e cose. Professionista. Piero Angela (Torino, 22 dicem- bre 1928). Curava uno spazio della mia prima Domenica in. Ammiravo la sua professiona- lità: geloso del suo lavoro, a scanso di equivoci e di errori portava in scena il suo pezzo già registrato in una cassetta, salutava educatamente e se ne andava. Mi sarebbe piaciuto lavorare con lui e/o con suo fi- glio Alberto, ma non ci sono SCIENTIFICO Piero Angela A «Domenica in» Piero Angela portava il suo pezzo già registrato. Clemente Mimun sa valutare state altre opportunità. Scien- tifico. Andrea Barbato (Roma, 7 marzo 1934 - Roma, 12 febbraio 1996). Gran conduttore del te- legiornale, come Arrigo Levi e Piero Angela, in una fortuna- ta stagione della Rai. Succes- sivamente, la sua «cartolina» a conclusione del tg resta il modello di una rubrica tanto sobria quanto incisiva. Lo ri- cordo con stima sia perché era un giocatore (amava le corse dei cavalli), sia perché scrisse una lunga, intelligente e critica analisi degli eccessi e delle volgarità del mio setti- manale Contro, irriverente e temerariamente impertinen- te. Snoh. Maurizio Costano (Roma, 28 ago- sto 1938). La sua popolarità è esplosa con Bontà loro, il pri- mo talk show di Rai 1, negli an- ni Settanta, realizzato ogni se- ra con pochi soldi, in uno stu- dio misero e con un paio di ospiti importanti. Un autenti- co signore della tv, incolpevo- le del mucchio selvaggio di di- battiti organizzati per decine di anni da tutte le televisioni con presunzione e, a volte, grottesche velleità. Con il Maurizio Costanzo show ha costruito una serie infinita di rapporti di potere, divenuti un baluardo insormontabile per chi volesse attentare alla sua poltrona. Assai meno effi- cace la presenza nella carta stampata. Gli fu affidato L'Oc- chio, il primo e unico tentati- vo di varare un tabloid popo- lare, all'inglese. Un flop. Spe- ravo di essere scelto, avevo studiato il giornalismo popo- lare per anni, The Sun e il Dai- ly Mirror, ma non ebbi questa fortuna. E forse, come Mauri- zio, non sarei stato all'altezza. Diplomatico, affabile e genti- le. Creatilo. COJ ECLETTICI Luigi Bisignani (Milano, 18 otto- bre 1953). Ancor oggi molti si ostinano a considerarlo un faccendiere, un uomo poten- tissimo negli affari e nelle in- termediazioni, grazie a un elenco interminabile di rela- zioni di potere, che lo hanno portato a essere inquisito e impelagato in varie vicende giudiziarie. In realtà, è un simbolo di intelligenza pura. Ha avuto molto potere e anco- ra lo conserva. Si è sdoganato, tornando alle sue origini di giornalista, con un libro sulla sua vita, recensito da tutti, e poi con un'assidua attività co- me opinionista per II Tempo. È informato, lucido, indulge a previsioni e provocazioni molto seguite. Lo incontro sempre con diletto. Comples- sn. Guido Cerosa (Fiume, 22 giugno 1953 " Rozzano, 5 febbraio 1999)- Inviato, scrittore, depu- tato. Lo assunsi come respon- sabile della redazione roma- na del Corriere d'Informazio- ne. Estroverso, ottima qualità di scrittura, sempre desidero- so di nuovi traguardi. Inquie- ta. Edoardo RaspeH (Milano, 19 giu- gno 1949). Gli cambiai lette- ralmente la vita. Era un croni- sta dell'edizione del pomerig- gio del Corriere, passava per uno scansafatiche, ma non era vero. Lo chiamai e gli dissi: «O ti mandiamo al Corriere dei Piccoli, oppure vediamo come te la cavi in una rubrica che ho in mente da tempo: re- censioni spietate e severe dei ristoranti di Milano». Accettò con entusiasmo e fu la scelta della sua vita: una prodigiosa carriera come esperto di ga- stronomia. Poi, un grande successo anche in televisione con un programma, Melaver- de, in onda prima su Rete 4 e oggi su Canale 5. Costante, inesausto. Aldo De Luca (Siena, 7 luglio 1945 - Roma, 18 aprile 2013). Sosia di Achille Occhetto al Bagagli - no, firma importante degli INESAUSTO Edoardo Raspelli Edoardo Raspolli m / ritenuto fannullone: cambiai la sua vita Gigf Nhn&hm può fare un giornale da solo STRATEGICO Marco Benedetto CRONISTA II cadavere di Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera assassinato il 28 maggio 1980 nerale, come sarebbe piaciu- to a lui: sperando che potesse resuscitare da un momento all'altro, dicendo che ci aveva fatto uno scherzo. Lieve.. Mauro della Porta Raffo (Roma, 17 aprile 1944) II Gran Pignolo, così lo battezzò Giuliano Fer- rara. Ha il nome più lungo del mondo: Mauro Maria Roma- no della Porta Rodiani Carra- ra Raffo Dandi Gangalandi di casa Savelli. Ferrara intuì la sua grandezza e gli affidò su Panorama la rubrica The other piace, in cui rivelava gli errori del settimanale antago- nista, L'Espresso. Giocatore d'azzardo, cultura ed erudi- zione da record universale, insieme con la qualità della memoria. Adoratore di Piero Chiara. Inesorabile. Antonio PadeHaro (Roma, 29 giu- gno 1946). «Su Silvio Beriu- sconi ho scritto qualsiasi cosa tranne, forse, che avesse cro- cifisso Gesù Cristo». Poi lo ha incontrato ad Arcore e lo ha definito «persona cortese, gentile, veramente squisita, come si diceva una volta». È stato direttore corretto e mi- surato dell'Unità e del Fatto Quotidiano». Orgoglioso. Gigi Moncahro (Gavi, 13 agosto 1950). Il più veloce, dinamico e intuitivo tra i miei allievi. «Un pazzo scatenato», secon- do molti giudizi. E certamen- te per il suo carattere, che non conosce la rinuncia, ha per- duto l'opportunità di conqui- stare le poltronissime dell'e- A 20 anni \ BiMtfctto sapeva già tutto della stampa Roberto Napoletano ambizioso malaccorto v> spettacoli del Messaggero, sempre presente ai Festival di Sanremo e di Venezia, e a Miss Italia. Brillante, altruista, di- sponibile: compagno di zin- garate e di avventure. È morto improvvisamente e misterio- samente dopo una cena a base di sushi. Lo abbiamo pianto con parole anomale al suo fu- ditoria. Per il resto, non si è fatto mancare nulla: libri al li- mite della temerarietà, come Agnelli segreti e il più recente I Caracciolo, in cui affronta e indaga senza riserve né reti- cenze i retroscena più recon- diti dei poteri intoccabili in Italia. Con documentazioni stupefacenti. Ottimo condut-

60 ANNI DI GIORNALISMO Avrei potuto salvare Walter Tobagi ... · Wt Siamo alla terza puntata ddi queste pa-gelle ... sportivo di qualità, avevo vera simpatia. ... in onda prima su

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GIOVI-DI5 GENNAIO 2017 LaVerità

• 60 ANNI DI GIORNALISMO

Avrei potuto salvareWalter Tobagie ora non mi do paceDa direttore del «Corriere d'Informazione» dovetti deciderese nominarlo capo della redazione romana. Scelsi inveceGuido Vigna. Lui rimase a seguire le Br a Milano e fu ucciso

di CESARE LANZA

Wt Siamo allaterza puntataddi queste pa-gelle (moltopersonali) suicolleghi, noti emeno noti,

che ho conosciuto in 6o annidi carriera giornalistica.

I TELEVISIVIBrino Vespa (L'Aquila, 27 mag-gio 1944). Prostata di ferro:durante le maratone televisi-ve, non va mai in bagno. Abili-tà mostruosa nella gestionedei rapporti e nella difesa delsuo programma storico, Portaa porta. Intoccabile: tanti de-sideravano farlo fuori, nessu-no ci ha mai provato seria-mente. Una sicurezza d'ac-ciaio nel suo cervello: «Saròancora qui quando voi non cisarete più», di fronte a unadozzina, al minimo, di diret-tori generali e di consiglieri diamministrazione della Rai.Non credo di essergli simpatiaco, però mi ha invitato qual-che volta al suo talk. Apprez-zabile per l'equilibrio (fisiolo-gicamente è governativo e at-tento, ma non devoto, a chi è alpotere), un mix complicatotra qualità giornalistica, ri-spetto verso i potenti, esigen-ze dei telespettatori. Sia purcon qualche inevitabile infor-tunio, non si asservisce e ra-ramente è arrogante. Scrivelibri interessanti, che pro-muove minuziosamente. Per-fezionista.Enrico Mentana (Milano, 15 gen-naio 1955). Antagonista di Ve-spa nelle maratone: stragi,terrorismo, elezioni... Unabella lotta, forse Enrico ha ilvantaggio, a La7, di poter stra-volgere il palinsesto comevuole. Si affermò come Mitra-glietta, per la velocità con cuidava le notizie di tutti i tiggìche dirigeva. Oggi MaurizioCrozza lo prende per i fondelliper la lentezza con cui parla. Èastuto e abile: è riuscito a fardimenticare la sua fervida at-tività per i giovani socialisti,ha strapazzato Matteo Renzi.Nessun particolare rapportocon lui: buongiorno e buona-sera, se ci incontriamo, comeSpalletti e Totti, ma lui è uncampione e io non sono l'alle-natore, non abbiamo la stessacasacca. Per il padre, reportersportivo di qualità, avevo verasimpatia. Misurato.Clemente J. Mimmi (Roma, 9 ago-sto 1953). La «J.» sta per Jac-kie. Suo padre, patito di Char-lie Chaplin, volle dargli quelsecondo nome per ricordareJackie Coogan, l'attore prota-gonista del Monello. Ho avuto,come tutti, rapporti corretticon lui. Senza macchie, mira-colosamente, anche se ha di-retto, in Rai e in Mediaset, te-legiornali sotto sorveglianzapolitica, berlusconiana. Non

osa più di tanto, ma non na-sconde le notizie: una perso-na perbene, un gentiluomo asuo agio - con ironia - nel Pa-lazzo. Ha superato un bruttocolpo di salute. Sa valutare uo-mini e cose. Professionista.Piero Angela (Torino, 22 dicem-bre 1928). Curava uno spaziodella mia prima Domenica in.Ammiravo la sua professiona-lità: geloso del suo lavoro, ascanso di equivoci e di erroriportava in scena il suo pezzogià registrato in una cassetta,salutava educatamente e se neandava. Mi sarebbe piaciutolavorare con lui e/o con suo fi-glio Alberto, ma non ci sono

SCIENTIFICO Piero Angela

A «Domenica in»Piero Angela portavail suo pezzo giàregistrato. ClementeMimun sa valutare

state altre opportunità. Scien-tifico.Andrea Barbato (Roma, 7 marzo1934 - Roma, 12 febbraio1996). Gran conduttore del te-legiornale, come Arrigo Levi ePiero Angela, in una fortuna-ta stagione della Rai. Succes-sivamente, la sua «cartolina»a conclusione del tg resta ilmodello di una rubrica tantosobria quanto incisiva. Lo ri-cordo con stima sia perchéera un giocatore (amava lecorse dei cavalli), sia perchéscrisse una lunga, intelligentee critica analisi degli eccessi edelle volgarità del mio setti-manale Contro, irriverente etemerariamente impertinen-te. Snoh.Maurizio Costano (Roma, 28 ago-sto 1938). La sua popolarità èesplosa con Bontà loro, il pri-mo talk show di Rai 1, negli an-ni Settanta, realizzato ogni se-ra con pochi soldi, in uno stu-dio misero e con un paio diospiti importanti. Un autenti-co signore della tv, incolpevo-le del mucchio selvaggio di di-

battiti organizzati per decinedi anni da tutte le televisionicon presunzione e, a volte,grottesche velleità. Con ilMaurizio Costanzo show hacostruito una serie infinita dirapporti di potere, divenutiun baluardo insormontabileper chi volesse attentare allasua poltrona. Assai meno effi-cace la presenza nella cartastampata. Gli fu affidato L'Oc-chio, il primo e unico tentati-vo di varare un tabloid popo-lare, all'inglese. Un flop. Spe-ravo di essere scelto, avevostudiato il giornalismo popo-lare per anni, The Sun e il Dai-ly Mirror, ma non ebbi questafortuna. E forse, come Mauri-zio, non sarei stato all'altezza.Diplomatico, affabile e genti-le. Creatilo.

COJ ECLETTICI •Luigi Bisignani (Milano, 18 otto-bre 1953). Ancor oggi molti siostinano a considerarlo unfaccendiere, un uomo poten-tissimo negli affari e nelle in-termediazioni, grazie a • unelenco interminabile di rela-zioni di potere, che lo hannoportato a essere inquisito eimpelagato in varie vicendegiudiziarie. In realtà, è unsimbolo di intelligenza pura.Ha avuto molto potere e anco-ra lo conserva. Si è sdoganato,tornando alle sue origini digiornalista, con un libro sullasua vita, recensito da tutti, epoi con un'assidua attività co-me opinionista per II Tempo.È informato, lucido, indulge aprevisioni e provocazionimolto seguite. Lo incontrosempre con diletto. Comples-sn.Guido Cerosa (Fiume, 22 giugno1953 " Rozzano, 5 febbraio1999)- Inviato, scrittore, depu-tato. Lo assunsi come respon-sabile della redazione roma-na del Corriere d'Informazio-ne. Estroverso, ottima qualitàdi scrittura, sempre desidero-so di nuovi traguardi. Inquie-ta.Edoardo RaspeH (Milano, 19 giu-gno 1949). Gli cambiai lette-ralmente la vita. Era un croni-sta dell'edizione del pomerig-gio del Corriere, passava peruno scansafatiche, ma nonera vero. Lo chiamai e gli dissi:«O ti mandiamo al Corrieredei Piccoli, oppure vediamocome te la cavi in una rubricache ho in mente da tempo: re-censioni spietate e severe deiristoranti di Milano». Accettòcon entusiasmo e fu la sceltadella sua vita: una prodigiosacarriera come esperto di ga-stronomia. Poi, un grandesuccesso anche in televisionecon un programma, Melaver-de, in onda prima su Rete 4 eoggi su Canale 5. Costante,inesausto.Aldo De Luca (Siena, 7 luglio 1945- Roma, 18 aprile 2013). Sosiadi Achille Occhetto al Bagagli -no, firma importante degli

INESAUSTO Edoardo Raspelli

Edoardo Raspolli m/ritenuto fannullone:cambiai la sua vitaGigf Nhn&hm può fareun giornale da solo

STRATEGICO Marco Benedetto

CRONISTA II cadavere di Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera assassinato il 28 maggio 1980

nerale, come sarebbe piaciu-to a lui: sperando che potesseresuscitare da un momentoall'altro, dicendo che ci avevafatto uno scherzo. Lieve..Mauro della Porta Raffo (Roma, 17aprile 1944) II Gran Pignolo,così lo battezzò Giuliano Fer-rara. Ha il nome più lungo delmondo: Mauro Maria Roma-no della Porta Rodiani Carra-ra Raffo Dandi Gangalandi dicasa Savelli. Ferrara intuì lasua grandezza e gli affidò suPanorama la rubrica Theother piace, in cui rivelava glierrori del settimanale antago-nista, L'Espresso. Giocatored'azzardo, cultura ed erudi-zione da record universale,insieme con la qualità dellamemoria. Adoratore di PieroChiara. Inesorabile.Antonio PadeHaro (Roma, 29 giu-gno 1946). «Su Silvio Beriu-sconi ho scritto qualsiasi cosatranne, forse, che avesse cro-cifisso Gesù Cristo». Poi lo haincontrato ad Arcore e lo hadefinito «persona cortese,gentile, veramente squisita,come si diceva una volta». Èstato direttore corretto e mi-surato dell'Unità e del FattoQuotidiano». Orgoglioso.Gigi Moncahro (Gavi, 13 agosto1950). Il più veloce, dinamicoe intuitivo tra i miei allievi.«Un pazzo scatenato», secon-do molti giudizi. E certamen-te per il suo carattere, che nonconosce la rinuncia, ha per-duto l'opportunità di conqui-stare le poltronissime dell'e-

A 20 anni \BiMtfctto sapeva giàtutto della stampaRoberto Napoletanoambizioso malaccorto

v>spettacoli del Messaggero,sempre presente ai Festival diSanremo e di Venezia, e a MissItalia. Brillante, altruista, di-sponibile: compagno di zin-garate e di avventure. È mortoimprovvisamente e misterio-samente dopo una cena a basedi sushi. Lo abbiamo piantocon parole anomale al suo fu-

ditoria. Per il resto, non si èfatto mancare nulla: libri al li-mite della temerarietà, comeAgnelli segreti e il più recente ICaracciolo, in cui affronta eindaga senza riserve né reti-cenze i retroscena più recon-diti dei poteri intoccabili inItalia. Con documentazionistupefacenti. Ottimo condut-

LaVerità GIOVI'Dl5 GENNAIO 2017 19

3/DaVESPAaSALLUSn

PERFEZIONISTA Bruno Vespa, conduttore di Porta a porta. Fra le innumerevoli doti, una prostata di ferro

tore televisivo in Rai, anche inquesta veste senza compro-messi, spigoloso, appuntito.Emarginato, vive nel suo rifu-gio in Piemonte. Quando gliparlo, a ogni minuto che passagli vengono cinque idee, po-trebbe inventarsi da solo ungiornale intero. Indomabile.Paolo Graldi (Bologna, 27 maggio1942). Tra i più informati nellecronache giudiziarie. Ha di-retto II Mattino e II Messagge-ro, è stato il primo a intervi-stare Ali Agca e Tommaso Bu-scetta. Tra le sue qualità, nonsecondarie, la simpatia e l'a-bilità in cucina (favolosi i tor-tellini, non meno le lasagne),che derivano dalla sua origineemiliana. Devoto a Enzo Bia-gi. Passione segreta: la televi-sione. Bon vivant.Maurizio Barendson (Milano, 28settembre 1951). Molto amicodi Antonio Ghirelli, partnercon lui in televisione, e conPaolo Valenti, di programmisportivi di successo. Lo ricor-do perché negli anni Sessantafu uno dei miei giudici per l'e-same di giornalista. Mi chie-se: «Disegna una prima pagi-na per raccontare queste trenotizie: la Nazionale che vin-ce il campionato europeo, Ni-no Benvenuti che conquista iltitolo mondiale, Felice Gi-mondi che si impone nel Tourde France». Me la cavai, allascuola di Ghirelli avevo impa-rato molto. E spiegai perchéavessi dato la preferenza alcalcio, poi al ciclismo, infinealla boxe. E invece Ghirellicon un sorriso commentò: «Ioavrei fatto un titolone unicosull'Italia che vince, con trefoto e tre pezzi a scendere, eun commento per tutti e tregli avvenimenti». Ero pro-mosso, ma avrei voluto preci-pitare sotto terra. Scacchi-sta.

Cario (tassella (Corteolona, 19 ot-tobre 1942). Per pura perfidia,avrei voluto inserirlo tra i su-per valutati. Ma sarebbe statoun colpo basso, a causa di unmio legittimo risentimento.Una volta ha perso una scom-messa con me, per una previ-sione su un risultato elettora-le. In palio un pranzo, che nonha mai pagato. Per un giocato-re come me, è insopportabile:le scommesse si onorano.Gliel'ho rinfacciato molte vol-te. Silenzio assoluto. La rubri-ca Alta società, che da anni fir-ma sul Foglio, è ridicola: sof-fietti periodici ai suoi amici.Una volta ne parlavo con il suogrande amico Diego Della Val-le, che commentò con una ri-sata: «Gli ho detto: se scriviquella rubrica per farla figuradel coglione, ci riesci perfetta-mente». Carletto ha diretto ilTgi e giornali importanti, hasfiorato perfino il Corriere-delia Sera. Grandi qualità in-compiute: irrisolto, un uomodi mondo. Quando dirigevaLa Stampa, aveva attaccato al

muro, alle sue spalle, la foto diGianni Agnelli; quando arrivòal Tgi, la foto del Papa. Tattì-ea.Marco Benedetto (Genova, 26gennaio 1945). Superstizio-sissimo, sospettosissimo. In-telligenza superiore: a 20 an-ni noi ragazzi sognavamo difirmare in prima pagina, di fa-re gli inviati. Chissà, in futuro,anche i direttori. Lui era avan-ti di 30 anni: andava a Londrae New York, studiava il giorna-le nella sua complessità: reda-zione, amministrazione,stampa, diffusione, pubblici-tà. Non a caso è diventato am-ministratore della Stampa e

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TATTICO Carlo Rossella

Diego Della Vallea Carlo Rossella- «Sescrivi sul "Foglio "per sembrare coglione,ci riesci benissimo»

poi, del gruppo che pubblicaL'Espresso e La Repubblica,dove per lustri è stato il pupil-lo dell'editore Carlo Carac-ciolo. Il suo sogno era di diri-gere un giornale: ne ha fonda-to uno su Internet, Blitz. Vivea Roma in solitudine, in un ca-stello medievale: legge solo igiornali e i libri stranieri, nel-la lingua originale. Offre a mee agli ospiti (ben selezionati)una focaccia al formaggio piùallettante di quella di Recco. Ela prodigiosa intelligenza nel-la senilità si è inasprita: in unasalsa bonariamente cinica, inbattute sprezzanti e folgoran-ti. Stmteaiec.

Waher Tobagi (Spoleto, 16 marzo1947 - Milano, 28 maggio1980). Quando ero alla dire-zione del Corriere d'Informa-zione, mi trovai nella necessi-tà di nominare il capo della re-dazione romana. Ero indeci-so, a Milano, tra i due giornali-sti più attenti alle cronachepolitiche, tutti e due impe-

gnati a seguire il terrorismo: ilgiovane e mio coetaneo GuidoVigna (Mantova, 1942), unpersonaggio atipico, con alcu-ne divertenti stravaganze (fi-nora ha collezionato oltre100.000 necrologi, dopo aver-ne selezionato 2 milioni emezzo). Alla fine scelsi Vigna.Tobagi proseguì il suo lavoro,continuano a occuparsi delleBrigate rosse. Dopo il mio ad-dio al Corinf, fu assunto dalCorriere della Sera: qualcheanno dopo fu trucidato daiterroristi. Ho sempre pensatoche il suo destino probabil-mente sarebbe stato diverso,se avessi inviato lui a Roma,anziché Vigna. Una spina nelcuore.

Giovanni Valentini (Bari, 6 feb-braio 1948). Ha diretto beneL'Espresso e ha sognato - am-bizione legittima e ragionevo-le - di poter dirigere La Repub-blica. Gli è stato preferito EzioMauro e alla fine, dopo frizio-ni e conflitti, se n'è andato,sbattendo la porta. Per annisullaRepubblica, ha inchioda-to Berlusconi, con una rubri-ca settimanale, per le inva-denze (non solo) televisive.Oggi è un piacere parlare conlui: fa nomi e cognomi, ci met-te la faccia, non lesina graffi estaffilate a destra e manca. Mipiacciono (non solo) i giorna-listi animati dal fuoco, sacro,della competizione e dellavendetta. Fustigatore.Roberto Napoletano (La Spezia, 22maggio 1961). Ambiva alla di-rezione del Corriere della Se-ra. Attentissimo ai rapporti,con un'alta stima di sé. Educa-to, rispettoso, anche affettuo-so. Ma fece saltare una miacollaborazione al Messagge-ro, a cui tenevo moltissimo,quando ne divenne direttore.E a volte si fanno i conti senzal'oste. Ora, alla direzione delSole 24 Ore, rischia di esserecoinvolto e di pagare per mi-sfatti non suoi. Spero di no.(MaUaccorto.Alessandro Saltasti (Corno, 2 feb-braio 1957). Da sei anni dirigeII Giornale, con rigorosa lineaberlusconiana. Raramente,dicono tutti, risponde al tele-fono 0 agli sms. Difficile im-postare un dialogo con lui, al-meno per me, nonostante lasua formale, consueta genti-lezza. Da vicedirettore di Vit-torio Feltri, era un ottimoconfezionatore e l'uomo d'or-dine in redazione. Giunto alladirezione, dedica attenzionesoprattutto ai suoi editoriali.Ambizioso, ma anche lucido eriflessivo: ha rifiutato la can-didatura a sindaco di Milano,prevedendo la sconfitta delladestra. Una trombatura loavrebbe demolito. Avveduto.

(3. Continua)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le classi minestroneisperanza per i paesini

Nelle zone disagiate (dalle Alpi alle isole), mescolare alunnidi età diverse è il solo modo per non «appiedare» 30.000 ragazzidi PAOLO GIOVANNELLI

• II 14 settembre delloscorso anno, per inaugura-re l'arino scolastico, l'exministra dell'Istruzione,Stefania Giannini, andò inMolise a presentare il pro-gramma nazionale dellaBuona scuola per le aree in-terne del Paese. Dopo unrapido passaggio ad Iser-nia, il discorso clou fu te-nuto all'istituto compren-sivo «Molise Altissimo» diCarovilli.Il messaggio politico erachiaro: con questa riformavalorizzeremo anche learee interne del Paese, do-ve le comunità scolastichesoffrono disagi dovuti allaparticolare posizione geo-grafica, allo spopolamentoe ai servizi che si riducono.L'ex ministra pronunciòanche questa frase: «Lamarginalità diventi specifi-cità», disse Giannini, forseignara di quanto scivolosofosse «il compitino» cheMatteo da Pontassieve leaveva assegnato. «La BuonaScuola», spiegò, «può esse-re una straordinaria occa-sione per le aree internedel nostro Paese.Il documento stilato è frut-to di un ampio gruppo dilavoro, guidato dal Miur edal Dipartimento per loSviluppo e la Coesione ter-ritoriale». Lo stesso si inti-tola Le aree interne nel con-testo de La Buona Scuola.Linee guida per gli inter-

d sono pochi fondiper sostenere docentidiretti in areeperiferiche del Paese

venti nelle aree progetto. Lasua sintesi sono 17 diaposi-tive dalla grafica zucchero-sa, colori pastello, corni-cette, quella grafìa tondeg-giante ma un po' inclinatadella maestra di un tempo.Lo stile di presentazionedel progetto di riforma èedulcorato, tutto appare «amodino» ed evoca un po' laToscana dei cavallini e del-le giostrine per bambini.Dove Pinocchio, ovviamen-te, dice di essere il capoclasse.

COSA SONOLa pluriclasse è la tipica si-tuazione delle scuole deicomuni delle aree interne.Poco si sa riguardo agli ef-fetti prodotti dalle pluri-classi sui processi di ap-prendimento anche se,stando agli ultimi studiscandinavi, sarebbero «piùbenefiche» per gli studentipiù piccoli che si rapporta-no con colleghi più maturi.Nelle pluriclassi, gli inse-gnanti svolgono contempo-raneamente diversi pro-grammi ministeriali. Se-condo gli ultimi dati delMiur, in Italia ci sono 2.472pluriclassi ospitate in 1.553scuole. Le pluriclassi si tro-vano in 1.247 piccoli comu-ni (sui 7.998 esistenti, dopole ultime 29 fusioni chehanno soppresso 75 muni-

cipalità), con una popola-zione media di circa 1.500abitanti. Sono 28.993 ibambini che frequentanola scuola primaria in unapluriclasse, composta daalunni di età diversa ediscritti ad anni diversi delciclo formativo.

BIZZARRIELa media nazionale di stu-denti per pluriclasse è di11,7. Per la scuola media in-feriore, l'ordinamento nonprevede pluriclassi. In Pie-monte, a Ceresole Reale, al-le pendici del Gran Paradi-so, c'è una classe con 4alunni e un'insegnante. Ilnumero dipende dalle de-roghe regionali.Lo scorso anno, Cosenzaera la provincia con il mag-gior numero di scuole (113)con pluriclassi: 183. In Car-nia, come altrove sull'arcoalpino, la scuola delle plu-riclassi è indispensabileper la sopravvivenza dellestesse comunità di monta-gna. Luoghi dal forte spo-

MINISTROValeria Fedeli

polamento, aggravato dallacrisi economica: meno la-voro, meno natalità, piùemigrazione. E meno scuo-la.La pluriclasse è l'unica so-luzione per non far sparirela scuola dell'estrema pro-vincia italiana. Via l'ultimapluriclasse? Chiude l'isti-tuto e, a quel punto, scattal'accorpamento: ogni mat-tina, le famiglie sono co-strette a spostare i proprifigli, anche di diverse deci-ne di chilometri, verso al-tre scuole, in paesi e cittàpiù grandi.Quando i plessi scolasticichiudono i battenti, comesta avvenendo in Sardegna,esplodono le proteste deigenitori che non voglionoche «la loro scuola» muoia.Peraltro, in quelle zone, lachiusura di una scuola so-spinge l'abbandono scola-stico. Nel documento sullaBuona scuola nelle aree in-terne, al Miur hanno trova-to due soluzioni al proble-

ma. La prima: «Consentireil mantenimento dei plessiscolastici». La seconda:«Accorpare i plessi scola-stici». Vedete un po' voi, di-ce Palazzo Chigi alle Regio-ni, come vi viene meglio.Sulla questione scuola nel-le aree interne la politica el'alta dirigenza del Miur,appena ereditato dalla mi-nistra Valeria Fedeli, sem-brano navigare a vista.C'è poi il problema degli in-segnanti. Come il governovorrebbe invogliarli a lavo-rare nelle scuole delle areeinterne e a non abbandona-re tali luoghi «disagiati»?Leggiamo il documento.Testuale: «Incentivare lapermanenza dei docentinelle aree interne, attraver-so il riuso di spazi abitativiinutilizzati di proprietà de-gli Enti Locali, da destinarein uso ai docenti, con cano-ni di affitto agevolati. Lapermanenza dei docentideve essere accompagnatada azioni che evitino l'iso-lamento e che incentivinola qualità della vita degli in-segnanti».

GEOGRAFIATuttavia, se la scuola sta adAggius in Gallura (l'interocomune fa 1.561 abitanti), èpensabile che i docenti ca-gliaritani o sassaresi si pre-cipitino per accaparrarsi lesue cattedre o che quelli dalContinente sgomitino altraghetto per pagare un po'meno d'affìtto? E come ele-

Secondogli espertigli scolari più piccolitraggono beneficia stare con i più grandi

vare la loro qualità di vita?Abbonamento scontato al50 per cento per le visite allocale Museo del banditi-smo? Ma paghiamoli un po'di più questi insegnanti efiniamola lì, no? Sennò èuna presa in giro (pur se ilbiglietto intero per accul-turarsi su Sebastiano Tan-su, il bandito detto «II Mutodi Gallura», costa 4 euro)sia per quelle popolazioniche vedono le loro scuolechiudere e «accorparsi»,sia per gli stessi insegnanti.Ed è poi conseguenzialeche, nello stesso documen-to sulla Buona Scuola per learee interne, venga ravvisa-to, accanto all'assenza deipresidi legati a più istituti,«un forte turn-over dei do-centi».Sarebbe stato più esattochiamarla fuga. Intanto ipresidi sardi, che temonola chiusura delle piccolescuole dei territori internidel Nuorese, del Campida-no, del Sassarese e dellaGallura, si rivolgono cosìalle Istituzioni: «Stop alle«pezze» messe qua e là», èla loro denuncia, «serve unpiano straordinario, unalegge dell'istruzione che fo-tografi l'esistente e pro-grammi il futuro nel medioe lungo periodo». Per ora,tutto questo, non c'è.

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