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Apparato gastrointestinale

7 Apparato gastroenterico

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Page 1: 7 Apparato gastroenterico

Apparato gastrointestinale

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Apparato gastrointestinale

La principale funzione del canale alimentare è di provvedere continuamente a rifornire l’organismo di acqua, elettroliti e sostanze nutritive ed a questo scopo il cibo deve essere sospinto lungo il canale alimentare ad una velocità appropriata, perché si possano attuare la funzione digestiva e l’assorbimento.

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Digestione: una visione di insieme

Gli alimenti in generale non possono essere utilizzati cosi’ come vengono assunti ma devono prima essere scomposti chimicamente.

Il processo di scomposizione viene accelerato dalla presenza di enzimi secreti da opportuni organi.

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Quale uso fanno gli animali (ad es. gli esseri umani) delle sostanze che introducono con l’alimentazione?

Dal punto di vista dell’utilizzo finale, gli alimenti possono essere suddivisi in due grandi gruppi:

Alimenti con funzione energetica, che vengono combusti per produrre energia nei mitocondri delle singole cellule

Alimenti con funzione plastica (o strutturale), impiegati per costruire o riparare componenti dell’organismo

In ambo i casi tuttavia, per essere utilizzati, gli alimenti vanno scomposti nei singoli monomeri delle sostanze costituenti; i monomeri vanno poi introdotti nel sangue, che li trasporta alla loro destinazione finale

Enzimi per la digestione

di lipidi

Polimero Monomeri

Enzimi per la digestione

di proteine

Proteina Amminoacidi

Polisaccaride

Disaccaride

Enzimi per la digestione

di polisaccaridi

Monosaccaridi

Acido nucleico Nucleotidi

Lipide Glicerolo Acidi grassi

Enzimi per la digestione

di acidi nucleici

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E’ l’insieme di passaggi coi quali un alimento viene scomposto in singoli monomeri

DIGESTIONE

Il processo avviene per fasi successive, in ognuna delle quali si compie una parte della procedura di “smontaggio” del cibo

Poiché ogni fase richiede un determinato ambiente chimico fisico, la digestione si svolge in un lungo tubo, suddiviso in diversi comparti, adattati specificamente a ciascuna di esse

Il processo nutritivo è composto quindi da due fasi successive:

La digestione, che trasforma i cibi nei monomeri componenti

L’assorbimento, col quale i monomeri passano nel sangue

Stomaco

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Funzioni dell’apparato gastro-intestinale

Le varie sostanze che vengono introdotte nell’organismo sono assunte

attraverso il canale gastrointestinale che provvede a elaborare

meccanicamente queste sostanze, digerirle, assorbirle, immagazzinarle ed

eliminare i prodotti di rifiuto. Tutte queste operazioni sono coordinate da:

Nervi estrinseci del sistema nervoso autonomo

Ormoni dell’apparato gastrointestinale

Sistema nervoso enterico (intrinseco)

Le funzioni del tratto gi sono:

Motilità Secrezione Digestione Assorbimento

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Il tubo digerente (canale alimentare) è aperto all’esterno ad entrambe le estremità ed è costituito dai seguenti 4 strati:

Mucosa: è il rivestimento interno, formato da tessuto epiteliale e connettivo. Ha funzione protettiva o di assorbimento, contiene cellule secernenti muco e, in alcuni tratti, ghiandole che secernono enzimi digestivi

Sottomucosa, formata da tessuto connettivo, contiene fibre nervose e vasi sanguigni e linfatici

La contrazione coordinata dei due strati muscolari fa avanzare il cibo nel canale alimentare con una serie di movimenti ondulatori detto peristalsi

ad anello, ed uno esterno, con cellule disposte longitudinalmente

Tonaca muscolare, costituita da due strati di muscolatura liscia, uno interno con cellule poste

Sierosa: formata da tessuto connettivo, è il rivestimento esterno del tubo digerente

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Struttura del tubo digerente

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GENERALITA’ SULLA MOTILITA’ INTESTINALE - 1

Parete intestinale Sierosa Strato muscolare longitudinale Strato muscolare circolare Sottomucosa Mucosa Muscolaris mucosae

SINCIZIO FUNZIONALE

L’impulso eccitatorio, ovunque iniziato nella

muscolatura, si diffonde alle fibre adiacenti.

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Il sistema gastrointestinale è costituito da 2 strati di muscolatura:longitudinale esternamente e circolare internamente

Tra questi due strati e’ situato il plesso di Auerbach (da’ il coordinamento alla muscolatura per la contrazione)

Le ghiandole e la muscolatura liscia sono invece innervate dal plesso di Meissner (controlla il livello delle secrezioni interne)

CONTROLLO DELLA FUNZIONE GASTROINTESTINALE - 1

Page 11: 7 Apparato gastroenterico

CONTROLLO DELLA FUNZIONE GASTROINTESTINALE - 2

• Sistema simpatico: inibisce le secrezioni ed eccita la contrazione degli sfinteri (risposta di attacco-fuga);

• Sistema parasimpatico: eccita la contrazione e la motilita’ intestinale;

• Sistema nervoso centrale controlla masticazione, deglutizione e defecazione.

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È importante ricordare la presenza del plesso sottomucoso di Meissner e

del plesso mienterico di Auerbach a livello di musularis externa (tra i due

strati muscolari) che controllano e coordinano attività motorie e

secretorie. In particolare, vista la posizione che occupano il plesso

mienterico coordina attività di tipo motorio (peristalsi etc..), mentre il

plesso sottomucoso controlla attività di tipo secretorio

Page 13: 7 Apparato gastroenterico

Muscolatura gastrointestinale

La muscolatura liscia del tratto gi è costituita da piccole cellule fusiformi

che formano fasci in cui le singole cellule sono accoppiate meccanicamente

ed elettricamente attraverso le gap junctions. La velocità di trasmissione è

molto rapida fra una cellula e l’altra in senso longitudinale, ma più lenta fra

un fascio e l’altro. Le fibre sono fra i 200μm e i 500 μm di lunghezza e 2-10

μm di diametro raccolte in fasci di 1000 fibre circa.

I fasci si fondono gli uni con gli altri formando un sincizio in cui un

potenziale d’azione si propaga con estrema velocità.

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Il muscolo liscio del tratto gi è soggetto ad attività elettrica lenta e continua

che mostra due tipi di potenziali elettrici:

Onde lente: la maggior parte delle contrazioni nel tratto gi avviene

ritmicamente con un ritmo imposto dalla frequenza delle onde lente. Queste

sono variazioni lente ed ondulatorie del potenziale di membrana con valori

compresi fra 10-20mV e frequenza che dipende dalla porzione considerata

(3/minuto nel fondo dello stomaco, 15/minuto nel duodeno). Pare che

l’origine di queste oscillazioni sia da ricercarsi nell’attività della Na / K

ATPasi.

Spikes: questi sono veri potenziali d’azione e si manifestano quando il

potenziale di membrana della fibra muscolare diviene più positivo di -40mV.

Più positivo diviene il potenziale, più frequente diviene la sequenza degli

spikes (1-10 /sec). Hanno una durata 10-40 volte superiore a quella degli

spikes di fibre nervose

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Un’altra differenza importante è la sequenza di eventi che generano gli

spikes. I canali responsabili dello scatenarsi dello spikes sono canali lenti del

calcio e del sodio. Entrambi gli ioni permeano attraverso questi canali con

una cinetica molto più lenta di quella dei canali Na+ TTX sensibili sia nella

fase di apertura che nella fase di chiusura, giustificando così la maggior

durata dello spike. Inoltre il calcio che entra è fondamentale per il

meccanismo di contrazione.

Oltre alle onde lente e agli spikes, il potenziale di riposo di membrana può

variare. Normalmente questo valore è circa -55mV e può variare in senso

depolarizzante (membrana più eccitabile) e in senso iperpolarizzante

(membrana meno eccitabile).

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Stiramento del muscolo

Stimolazione con ACh (afferenze del parasimpatico)

Stimolazione con ACh

Stimolazione con specifici ormoni del tratto gi

Azione di epinefrina e norepinefrina sulla membrana muscolare

Stimolazione dei nervi simpatici che rilasciano norepinefrina

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L’ingresso di calcio è fondamentale nel processo di contrazione del

muscolo liscio. Questo è mediato o da un’azione farmacologica o da

spikes che fanno entrare calcio dai canali misti.

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Il sistema gi è caratterizzato da un sistema nervoso detto sistema nervoso

enterico (SNE) che si trova interamente nella parete del tessuto. Esso ha

inizio nell’esofago e continua fino all’ano e comprende circa 100 milioni di

neuroni. È fondamentale nel controllo della secrezione e della motilità.

Comprende due plessi:

Il plesso mienterico o plesso di Auerbach: controlla soprattutto i movimenti

gastrointestinali ed è localizzato fra i due strati di muscolatura circolare e

longitudinale della muscularis externa.

Il plesso sottomucoso o plesso di Meissner: controlla soprattutto la

secrezione e il flusso locale e si trova a livello della sottomucosa.

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I due plessi cooperano con il sistema nervoso autonomo nel regolare le

funzioni motorie e secretorie. Inoltre esistono terminali sensoriali che

originano nell’epitelio gastrointestinale ed inviano fibre afferenti sia ai plessi

del SNE, ai gangli pre-vertebrali del sistema simpatico e fibre che viaggiano

nel nervo vago fino al tronco encefalico.

Plesso mienterico: catene di neuroni

allineati interconnessi fra loro. Alcuni

neuroni sono inibitori e hanno la

funzione di inibire alcuni sfinteri per

impedire il passaggio fra diversi

segmenti del tratto gi (sfintere pilorico

e sfintere ileo-cecale).

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Immagine microscopica di entrambi i plessiImmagine microscopica di entrambi i plessi

Auerbach

Meissner

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Per quanto riguarda i neurotrasmettitori del SNE si trova:

ACh NE ATP Serotonina Dopamina

CCK Sostanza P VIP Somatostatina

Leu-enkefalina Met-enkefalina Bombesina

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Controllo autonomo del tratto gastrointestinale

L’innervazione parasimpatica comprende una divisione craniale e una

divisione sacrale.

Le fibre parasimpatiche craniali decorrono quasi interamente nel nervo vago

(fanno eccezione alcune fibre che innervano bocca e regione faringea) ed

innervano esofago, stomaco, pancreas, intestino tenue (duodeno, digiuno e

ileo) e la prima metà dell’intestino crasso.

Le fibre parasimpatiche sacrali originano nel II, III e IV segmento sacrale del

midollo e decorrono nei nervi pelvici da cui innervano la seconda metà

dell’intestino crasso.

I neuroni postgangliari sono localizzati nei plessi mienterico e sottomucoso

e la loro stimolazione determina un aumento nell’attività del sistema

nervoso enterico e quindi della maggior parte delle funzioni digerenti.

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Le fibre simpatiche originano nella colonna vertebrale fra T5 e L2. Le fibre

entrano nella catena paravertebrale e passano poi nei gangli celiaco e

mesenterici. Da qui le fibre dei neuroni postgangliari si portano a vari livelli

del tubo digerente ad innervare i neuroni dei plessi causando generale

inibizione della funzione digestiva rilasciando norepinefrina.

Una forte stimolazione del sistema simpatico può produrre blocco del cibo

nel canale alimentare.

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Sistema nervoso autonomo

Ramo simpatico Ramo parasimpatico

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Divisione parasimpatica

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Dalla parete del sistema gi originano molte fibre afferenti sensoriali che

hanno i corpi cellulari nel SNE e che sono stimolate da:

Irritazione della mucosa

Eccessiva distensione della parete

Presenza di sostanze chimiche specifiche

In aggiunta a queste esistono fibre afferenti che hanno il corpo cellulare nel

SNE, ma inviano assoni ai gangli celiaco, mesenterico e ipogastrico (gangli

simpatici pre-vertebrali). Altre fibre hanno il soma nei gangli delle radici

dorsali o nei gangli dei nervi cranici. Queste fibre inviano segnali

direttamente al midollo spinale o al tronco encefalico. Queste fibre entrano

in gioco in riflessi particolari che incontreremo.

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I particolari rapporti fra SNE e sistema autonomo determinano riflessi

particolari fondamentali per il controllo gastro-intestinale.

Riflessi che avvengono interamente nel SNE (includono riflessi che

controllano secrezione, peristalsi, contrazioni mescolatorie)

Riflessi da intestino ai gangli simpatici pre-vertebrali e indietro al tratto gi:

ad esempio il riflesso gastro-colico (riempimento dello stomaco che induce

evacuazione), il riflesso entero-gastrico (segnali dall’intestino che

inibiscono secrezione e motilità gastrica), il riflesso colon-ileale (segnali

dal colon che inibiscono il passaggio attraverso la valvola ileo-cecale).

Riflessi dall’intestino al midollo o al tronco encefalico e indietro al tratto gi:

riflessi dallo stomaco e duodeno al tronco encefalico e indietro allo

stomaco per il controllo della funzione gastrica

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Esistono numerose sostanze caratteristiche del tratto gi che controllano

funzioni fondamentali quali secrezione e motilità. Fra queste ricordiamo:

Colecistochinina (CCK): secreta a livello duodenale in risposta alla

presenza di acidi grassi e monogliceridi. Rallenta lo svuotamento gastrico

e stimola lo svuotamento della colecisti.

Secretina: secreta a livello duodenale dalle cellule S in risposta all’acidità.

Peptide gastro-inibitore (GIP): secreto dalla mucosa dell’intestino

tenue, rallenta lo svuotamento gastrico.

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Movimenti del tratto gi

Esistono due tipi di movimento:

A. Movimento propulsivo: il cibo si muove in avanti con una velocità

opportuna per la digestione e l’assorbimento

B. Movimenti mescolatori: mantengono il cibo continuamente mescolato

Movimento propulsivo: è detto anche peristalsi e lo stimolo

principale è la distensione del tubo intestinale. Avviene nel tratto gi, nel dotto

biliare e anche nell’uretere, e in strutture tubulari con muscolo liscio. Le

cellule muscolari si possono contrarre spontaneamente grazie a loro

proprietà intrinseche. Inizia ad apparire un anello contrattile che poi si

propaga in avanti lungo il tubo. La sua funzionalità è strettamente connessa

al plesso mienterico. Procede solo in direzione oro-anale e non al contrario.

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Legge dell’intestino: quando vi è distensione ha inizio la peristalsi.

L’anello contrattile determina un movimento ed una progressione del cibo in

direzione anale per 5-10cm. Contemporaneamente più avanti si ha un

fenomeno noto con il nome di rilassamento recettivo che determina una

facilitazione per la ricezione dl cibo.

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Movimenti mescolatori: sono variabili a seconda del tratto

considerato. A volte sono gli stessi movimenti peristaltici che determinano

mescolamento.

Altre volte esistono contrazioni locali costrittive che durano alcuni

secondi. Li vedremo meglio per le varie porzioni del tubo gi.

Oro-anale

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I movimenti pel piccolo intestino sono quelli già riscontrati a livello dello

stomaco: movimenti peristaltici e movimenti di mescolamento, anche se

in realtà tutti i movimenti causano sia propulsione del cibo sia

mescolamento.

Movimenti di mescolamento: sono detti anche segmentazione. Quando

la parete intestinale è distesa si generano contrazioni concentriche

localizzate e spaziate lungo l’intestino. La lunghezza di ogni contrazione è

circa 1cm. L’aspetto è quello di una catena di salsicce. Quando finisce

un’ondata di queste contrazioni, ne inizia un’altra con “salsicciotti”

intermedi ai precedenti. In questo modo il cibo viene frammentato molto

finemente. La frequenza di contrazione è di 8-12 contrazioni al minuto per

duodeno e digiuno.

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Il cibo è spinto nel tenue da onde peristaltiche con una velocità di

progressione di 0.5-2 cm/s. Sono onde deboli che in genere si estinguono

dopo 3-5 cm. Il movimento del cibo nel piccolo intestino è quindi molto

lento e vi staziona per circa 3-5 ore. La peristalsi aumenta moltissimo dopo

l’ingestione di un pasto sia per circuiti dovuti alla distensione dell’organo,

ma soprattutto per il cosiddetto riflesso gastro-enterico. La distensione

dello stomaco per l’arrivo di cibo innesca un’attivazione del plesso

mienterico che si propaga fino all’intestino.

Inoltre vari ormoni innescano questi movimenti:

Gastrina

CCK Secretina

Insulina Glucagone

Serotonina

Peristalsi nel l’intestino tenue

(duodeno, digiuno, ileo)

Stimolano la peristalsi

Inibiscono la peristalsi

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La funzione della peristalsi a questo livello non è soltanto quella di spingere

il chimo verso la valvola ileo-cecale, ma anche quello di far aderire il cibo

verso le pareti dell’intestino in modo da facilitare l’ingresso nel duodeno di

altro cibo. In genere fino a quando non viene ingerito altro cibo la valvola

ileo-cecale resta chiusa. Solo un nuovo riflesso gastroenterico la fa aprire e

permette il passaggio del chimo nell’intestino cieco.

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Complesso motorio migrante (MMC)

Quando si ingerisce un pasto i movimenti peristaltici e di mescolamento

sono dovuti principalmente alla distensione dell’organo. Tuttavia dopo

parecchie ore dall’ultimo pasto si verificano ogni 90 minuti circa

movimenti particolari nello stomaco e nel piccolo intestino. L’insieme di

questi movimenti prende il nome di complesso motorio migrante e causa

lente onde peristaltiche che spingono in direzione della valvola ileo-cecale

piccoli resti e frammenti di cibo.

La velocità di progressione è di 6-12 cm/min.

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Funzioni della valvola ileo-cecale

La funzione principale è quella di prevenire il reflusso di cibo dal colon al

piccolo intestino. I lembi della valvola protrudono nel lume del colon e

restano quindi chiusi quando il chimo tende a refluire verso l’ileo. Inoltre la

valvola è fornita di uno sfintere che la mantiene chiusa rallentando lo

svuotamento dell’ileo. Subito dopo il pasto il riflesso gastro-ileale intensifica

la peristalsi nell’ileo. Ogni giorno passano attraverso la valvola circa 1500 ml

di chimo.

Lo stato di contrazione dello sfintere ileocecale e l’intensità della peristalsi

sono anche sotto il controllo dell’intestino cieco. Quando questo è disteso lo

sfintere viene mantenuto chiuso e la peristalsi notevolmente ridotta. Questi

riflessi sono mediati soprattutto dal SNE.

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GENERALITA’ SULLA MOTILITA’ INTESTINALE - 2

• Contrazioni toniche

• Contrazioni ritmiche• Rimescolamento • Peristalsi

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Anatomia della circolazione nel sistema gi

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L’arteria mesenterica

superiore irrora duodeno,

digiuno, ileo, appendice,

colon ascendente e parte

del colon trasverso.

Lo stomaco è irrorato

dall’arteria celiaca. Il

tronco celiaco fornisce

sangue all’esofago, allo

stomaco e alla prima parte

del duodeno. Origina

dall’aorta anteriore.

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Lo stomaco è irrorato

dall’arteria celiaca. Il tronco

celiaco fornisce sangue

all’esofago, allo stomaco e

alla prima parte del duodeno.

Origina dall’aorta anteriore.

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L’arteria mesenterica inferiore irrora

il colon trasverso, il colon

discendente e il retto.

Durante il processo digestivo vengono

rilasciate dalla mucosa molte sostanze

vasodilatatrici per incrementare il

flusso sanguigno. Fra queste la CCK,

VIP (peptide vasoattivo intestinale), la

gastrina e la secretina hanno tutte

questa funzione. Inoltre esistono

ghiandole che secernono kallidina e

bradichinina che hanno anch’esse

azione vasodilatante. Inoltre la forte

attività determina diminuzione di O2 e

quindi aumento del flusso per effetto

metabolico.

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Page 49: 7 Apparato gastroenterico

La circolazione del villo è fondamentale

per i processi di assorbimento. Le arteriole

hanno una notevole tonaca muscolare per

controllare il flusso sanguigno nel villo.

Page 50: 7 Apparato gastroenterico

Assunzione di ciboLa quantità di cibo che è ingerita è determinata dal senso di fame, mentre

per appetito si intende la propensione verso determinati cibi.

Il cibo è introdotto attraverso la bocca e qui inizia il processo digestivo

con masticazione e salivazione.

La masticazione avviene grazie ai 32 denti presenti nella cavità orale e ha

più funzioni:

I. Triturazione del cibo

II. Rottura dell’involucro di cellulosa di frutta e verdura

III. Frammentazione in piccole particelle per l’accessibilità agli

enzimi digestivi.

Il cibo viene impastato con la saliva che contiene varie componenti

organiche oltre a acqua e ioni.

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IL CAVO ORALE - 1

MASTICAZIONE - Rottura parete cellulosa

- triturazione cibo

DEGLUTIZIONE

Page 52: 7 Apparato gastroenterico

In alcuni punti inoltre la muscolatura circolare si ispessisce, originando sfinteri, muscoli circolari che aprono e chiudono le comunicazioni tra comparti separati del canale alimentare

Al canale sono infine associate varie ghiandole esocrine, che secernono enzimi digestivi

Bocca

Vediamo adesso in dettaglio i vari compartimenti del canale alimentare

E’ deputata alla ingestione, alla frammentazione del cibo ed all’inizio della digestione chimica dei carboidrati

Le labbra, con la loro sensibilità, valutano forma e temperatura dei cibi, mentre le papille gustative della lingua ne fanno l’analisi chimica

La bocca adulta è poi fornita di 32 denti con forma e ruoli masticatori differenti

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Il corpo del dente è formato da un tessuto connettivo, la dentina

La corona è inoltre ricoperta da uno strato di tessuto epiteliale, lo smalto

All’interno vi è infine la polpa dentaria, formata da tessuto nervoso e vasi sanguigni

Le ghiandole salivari producono la saliva, una soluzione acquosa contenete lisozima (un antibatterico) e ptialina (o amilasi salivare), un enzima che scinde l’amido cotto in maltosio

Il cibo, imbevuto di saliva, grazie anche alla lingua, e triturato dai denti, all’uscita dalla bocca è diventato una massa fluida detta bolo.

Nella bocca lingua, labbra e denti svolgono un ruolo anche nella fonazione

Page 54: 7 Apparato gastroenterico

DEGLUTIZIONEDEGLUTIZIONE

- - Fase volontaria Fase volontaria chiusura del rinofaringe (palato chiusura del rinofaringe (palato molle) molle) - fase faringea involontaria avvicinamento delle pliche palato-- fase faringea involontaria avvicinamento delle pliche palato-faringeefaringee chiusura epiglottide sull’apertura chiusura epiglottide sull’apertura laringealaringea - fase esofagea involontaria- fase esofagea involontaria

IL CAVO ORALE - IL CAVO ORALE - 22

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La fase faringea della deglutizione ha una durata complessiva inferiore ai

2 secondi, interrompendo quindi la respirazione per una piccola frazione

di tempo.

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La lingua sposta il cibo all’interno del tubo digerente, sente i sapori tramite chemocettori

Saliva secreta da 3 coppie di ghiandole salivari (95% acqua, pH 6-7)

La ptialina e’ un enzima che inizia la scomposizione dell’amido nella bocca e la prosegue sino nello stomaco

L’ambiente dello stomaco, molto acido (pH 4-1.5) consente ancora il funzionamento della ptialina come enzima fino all’arrivo dei succhi gastrici

Page 57: 7 Apparato gastroenterico

Lingua

Faringe

Laringe

Trachea Esofago

Sfintere esofageo

L’epiglottide si alza

Bolo di cibo

L’epiglottide si abbassa

La laringe si alza

Esofago

L’epiglottide si alza

La laringe si abbassa

Il bolo passa nella faringe, cavità comune con l’apparato respiratorio, e quindi nell’esofago, tramite la deglutizione, processo inizialmente volontario, che poi prosegue però involontariamente.

Nell’esofago le onde peristaltiche fanno passare il bolo attraverso il torace, fino al cardias, lo sfintere che apre lo stomaco

Bolo

I muscoli circolari si rilassano e il canale si apre.

Stomaco

I muscoli circolari si contraggono, restringendo il canale, il bolo viene spinto giù.

Muscoli circolari contratti

Muscoli circolari rilassati

Muscoli circolari rilassati

Muscoli circolari contratti

L’epiglottide si abbassa, per evitare che il cibo entri nella laringe

Page 58: 7 Apparato gastroenterico

Deglutizione e vomito

Il cibo passa dalla cavita’ boccale nella faringe e poi nell’esofago

La faringe e’ posteriore alla cavita’ boccale formando un canale unico con naso e bocca

L’epiglottide sulla laringe non fa passare il cibo nella trachea nella deglutizione

L’esofago poi conduce il cibo nello stomaco, lubrificandolo

La deglutizione e’ un atto prima volontario e poi riflesso, attuato tramite movimenti di peristalsi, sequenza di contrazioni involontarie mediate dalla muscolatura liscia

Lo sfintere esofageo inferiore impedisce che il materiale nello stomaco ritorni verso l’esofago

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Acalasia Riflusso gastro-esofageo

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Stomaco

E’ un sacco posto subito sotto il diaframma, dotato di una spessa mucosa le cui cellule secernono HCl e l’enzima digestivo pepsina, che insieme formano i succhi gastrici

L’HCl svolge funzione antimicrobica, agisce direttamente sulle proteine e favorisce l’azione della pepsina

La pepsina rompe il legame tra alcuni aminoacidi, trasformando le proteine in catene polipeptidicheL’ambiente gastrico è quindi molto acido (pH ≈2) ed aggressivo per le proteine della parete, che è protetta da uno spesso strato di muco

Nei casi di infiammazione della parete dello stomaco si ha la gastrite, che in casi estremi può anche trasformarsi in ulcera, patologie in cui spesso è coinvolto il batterio Helicobacter pylori

Terminata la digestione gastrica il bolo, trasformato in chimo, passa a fiotti lo sfintere pilorico ed entra nell’intestino tenue

Page 66: 7 Apparato gastroenterico

Stomaco - 1

Ha tre parti differenti: fondo, corpo e antro e una capacita’ di 1.5 LHa due valvole in ingresso dall’esofago (cardias) ed in uscita verso il duodeno (sfintere pilorico)Quando la pressione della contrazione supera la forza della chiusura dello sfintere si ha il passaggio del materiale alimentare (chimo) entro il duodeno

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1. Storage di grandi quantità di cibo che saranno poi processate nel

duodeno

2. Mescolamento del cibo con le secrezioni gastriche fino a formare una

poltiglia acida detta chimo

3. Lento svuotamento dallo stomaco al duodeno con una rate adatta ad

un’appropriata digestione ed assorbimento

Funzioni dello stomaco

A livello di stomaco troviamo una porzione che corrisponde alla grande

curva detta fondo, il corpo, e un’ altra parte detta antro.

Page 68: 7 Apparato gastroenterico

Storage: quando il cibo entra nello stomaco forma anelli concentrici con il

cibo più recente in prossimità dello sfintere esofageo e quello più vecchio

addossato alle pareti dello stomaco. Un riflesso vago-vagale evocato dalla

distensione dell’organo provoca un rilasciamento della parte dell’organo in

modo che possa accomodare quantità crescenti di cibo.

Mescolamento: appena il cibo è nello stomaco le oscillazioni lente

spontanee (dovute probabilmente ad oscillazioni nell’attività della Na+/K+ ATP-

asi) determinano un aumento dei movimenti di mescolamento da metà circa

dello stomaco in direzione dell’antro. Verso l’antro queste onde divengono

più potenti formando anelli peristaltici che spingono il chimo verso il piloro.

Quando questo si apre fa passare pochi ml di chimo per volta e poi si richiude

generando un movimento di retropulsione.

Caratteristico è anche il movimento dovuto alla fame. Quando lo stomaco

rimane vuoto per troppe ore si generano movimenti peristaltici nel corpo che

possono risultare addirittura in tetania che perdura per 2-3 minuti.

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REGOLAZIONE DELLO SVUOTAMENTO GASTRICO

GRADO DI FLUIDITA’ DEL CHIMO- Tipo di alimenti ingeriti- grado di masticazione del cibo- tempo di permanenza degli alimenti con le secrezioni gastriche- intensità dei movimenti di rimescolamento e di peristalsi dello stomaco

RECETTIVITA’ DELL’INTESTINO TENUE (DUODENO) PER IL CHIMO- quantità di chimo già presente- grado di acidità del chimo- natura degli alimenti che costituiscono il chimo

Questi 3 fattori controllano l’attività della pompa prepilorica con:1. Un riflesso enterogastrico che inibisce la peristalsi2. La liberazione (dall’int. Tenue) di enterogastrone, un ormone che inibisce la peristalsi

antrale, giungendo allo stomaco per via ematica.

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SUCCO GASTRICO - 1

• Cellule secretorie delle ghiandole gastriche– Mucose (per il muco

protettivo dall’HCl)– Parietali (secernono HCl e

fattore intrinseco che fa assorbire la vitamina B12 nel tenue)

– Peptiche (secernono pepsinogeno e altri enzimi digestivi)

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SUCCO GASTRICO - 2

• La secrezione gastrica aiuta la scomposizione del cibo in particelle piu’ piccole– Fase cefalica

(visione cibo)– Fase gastrica

(entrata cibo)– Fase intestinale

(feedback)

• Produzione di succo gastrico inibita da:

1) pH basso 2) rilascio di peptide

inibitorio gastrico 3) eccessivo riempimento

del duodeno

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Il volume dello stomaco in seguito ad un pasto

può arrivare a circa 1.5 litri

Al rilasciamento dello sfintere

gastro-esofageo si ha un

rilasciamento recettivo del

corpo e del fondo. Il cibo viene

poi rimescolato nello stomaco

grazie a movimenti opportuni.

L’onda peristaltica che si genera

in seguito al riempimento

prosegue verso lo sfintere

pilorico con un aumento delle

contrazioni verso l’antro.

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Lo svuotamento gastrico è promosso dalle intense contrazioni dell’antro.

Esistono anche vari impedimenti allo svuotamento dello stomaco, che

vedremo successivamente.

Lo svuotamento è regolato dalle forti contrazioni dell’antro. Queste sono

contrazioni a forma di anello che generano un’elevata pressione e che

determinano svuotamento del chimo acido nel duodeno fornendo

un’azione di pompa indicata con il nome di “pompa pilorica”. Il piloro è lo

sfintere che controlla l’uscita dello stomaco ed è dotato di una

muscolatura molto forte che rimane tonicamente contratta: si parla di

sfintere pilorico. Il piloro si apre per permettere il passaggio di acqua e

liquidi, ma in genere non di particelle che debbano ancora essere ridotte a

chimo.

Quali sono i fattori che favoriscono lo svuotamento gastrico e quelli che

inibiscono?

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Svuotamento gastrico

Contrazioni peristaltiche dell’antro

Aumento del volume di cibo nello stomaco (riflessi mienterici evocati dallo stiramento della parete determinano aumento della peristalsi)

Gastrina rilasciata dalle cellule dell’antro (stimola la pompa pilorica)

Effetto inibitorio di riflessi

nervosi enterogastrici *CCK in risposta a sostanze grasse nel duodeno

Secretina e GIPrispettivamente in risposta a grado di acidità e carboidrati / grassi

eccitatorio

inibitorio

Potenti fattori duodenali

Deboli fattori gastrici

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* I riflessi inibitori hanno tre origini:

Direttamente dal duodeno allo stomaco attraverso il SNE

Attraverso afferenze simpatiche ai gangli prevertebrali e da qui indietro

allo stomaco

Attraverso il nervo vago al tronco encefalico dove inibiscono i normali

segnali eccitatori allo stomaco

I fattori che stimolano questo tipo di riflessi sono di vario tipo:

Distensione della parete duodenale

Irritazione della mucosa duodenale

Grado di acidità del chimo

Grado di osmolarità del chimo

Presenza di prodotti di degradazione delle proteine e dei grassi

Lo svuotamento è inoltre inibito da certi ormoni come la CCK, rilasciata

dalla mucosa del digiuno in presenza di sostanze grasse. Lo stesso vale

per la secretina.

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Intestino tenue

Tubo lungo mediamente circa 7 metri, che occupa gran parte dell’addome; la parete interna presenta vari ripiegamenti finalizzati ad aumentarne la superficie

Duodeno: forma i primi 30 cm di intestino dopo lo stomaco. E’ il luogo dove termina la digestione, grazie alle sostanze riversate da fegato, pancreas e cellule della mucosa duodenale Fegato

Cistifellea

Enzimi intestinali

Duodeno

Bile

Bile

Chimo acido

Succhi pancreatici

Stomaco

Pancreas

Il fegato, grande organo posto a destra subito sotto il diaframma, produce la bile, sostanza che innalza il pH ed emulsiona i lipidi, favorendone la digestione

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IL FEGATO HA TRE FUNZIONI FONDAMENTALI

FUNZIONE VASCOLARE,per il deposito del sangue

FUNZIONE SECRETORIA, secrezione bile canale al.

FUNZIONE METABOLICA MULTIPLA.

L’unità funzionale è il LOBULO EPATICO

Presente in 50.000 – 100.000 unità nel fegato umano

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       Il sangue proveniente dalla vena porta scorre nelle venule portali e da qui, attraverso i sinusoidi venosi, affluisce alla vena centrale del lobulo epatico afferente delle v.epatiche . L’epatocita presenta tre superfici: una in rapporto con i sinusoidi e gli spazi del Disse ( che sono gli spazi tra cellule dei sinusoidi ed epatociti ) la seconda in rapporto con i canalicoli biliari e la terza in contatto con le membrane di epatociti adiacenti.

       I sinusoidi venosi poi sono tappezzati da cellule endoteliali e da cellule di Kupffer, dotate di forte attività fagocitaria tale da riuscire ad allontanare circa il 99% dei batteri proveniente dal sangue venoso portale ( in particolare batteri della flora del colon).

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       Il fegato riceve per il 20% sangue arterioso dall'arteria epatica, il restante 80 % giunge dalla vena porta. La pressione del sangue nella vena Porta è mediamente di 8 mmHg, mentre la pressione nella vena epatica è mediamente 0 mmHg, quindi il sangue circola agevolmente attraverso il lobulo epatico. Ma se vi è un ostacolo al deflusso del sangue la pressione nella vena Porta può aumentare fino a valori intorno a 20-30 mmHg con conseguente dilatazione a monte lungo il tragitto di minor resistenza ( reticolo venoso superficiale, varici). Viceversa vi può essere un aumento di pressione a valle del fegato a livello della vena cava fino a 10-15 mmHg per ostacolo al deflusso o a deficit della pompa cardiaca con conseguente ingorgo a livello del fegato e successiva sofferenza e necrosi cellulare epatica per stasi e distensione continua dei sinusoidi. 

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       Le cellule epatiche secernono la bile, la quale attraverso i canalicoli biliari giunge ai dotti biliari e poi via via, verso dotti sempre più grandi, fino al dotto epatico ed al coledoco        La bile è composta da acqua per l'82%, quindi da acidi biliari (12%), lecitina ed altri fosfolipidi (4%) e colesterolo non esterificato (0,7%). I sali biliari primari (colico e chenodesossicolico) vengono sintetizzati dalle cellule epatiche a partire dal colesterolo endogeno, coniugati con glicina e taurina, ed in parte vengono riassorbiti con la circolazione enteroepatica. Gli acidi biliari primari sono metabolizzati nel colon ad opera di batteri e vengono trasformati negli acidi biliari secondari il desossicolico .       Nell'intestino i sali biliari esplicano la loro funzione emulsionante o detergente sulle particelle di grasso alimentare, frammentandole in particelle più piccole e rendendole idrosolubili. 

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       Inoltre i sali biliari favoriscono l'assorbimento intestinale degli acidi grassi, dei monogliceridi, del colesterolo e di altri lipidi. Mancando i sali biliari viene perduto dall'intestino circa il 40% dei lipidi che si "portano dietro" anche le vitamine liposolubili (vit.A,D,E,K)        Circa il 94% dei sali biliari viene riassorbito dalla mucosa intestinale insieme coi lipidi, coi quali hanno formato un legame, e dai quali si staccano non appena penetrati nel circolo ematico. Passano poi ai vasi portali e ritornano al fegato, ove vengono riassorbiti a livello dei sinusoidi dalle cellule epatiche e trasportati infine nei dotti biliari. La secrezione giornaliera di bile è di circa 500-600 ml e gli acidi biliari ricircolano mediamente dalle 5 alle 10 volte al giorno nel circolo entero-epatico. 

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       La bilirubina circolante prodotta per l'80-90% dalla lisi dei globuli rossi giunge al fegato legata all'albumina (non idrosolubile). Le cellule epatiche provvedono a "catturarla" ed a renderla solubile legandola a sostanze particolari (acido glucuronico e ione solfato). Viene poi secreta nei canalicoli biliari e attraverso le vie biliari extraepatiche, giunge nel duodeno dove , per azione della flora batterica intestinale , viene trasformata ed eliminata con le feci come stercobilinogeno ed in parte riassorbita ed eliminata per via urinaria come urobilinogeno.

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       Altra funzione importante del fegato riguarda il metabolismo delle proteine che potremo così riassumere: 1) desaminazione degli aminoacidi, affinché possano essere utilizzati a scopi energetici 2) produzione di urea, per rimuovere l'ammonio prodotto dai batteri intestinali 3) sintesi delle proteine del plasma 4) sintesi di aminoacidi e altri prodotti chimici

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       Il fegato interviene nel metabolismo dei glucidi con il mantenimento dell'omeostasi glucidica, da un lato attraverso la sintesi e l'immagazzinamento degli idrati di carbonio (gluconeogenesi e glicogenosintesi) e dall'altro attraverso la loro mobilizzazione dai depositi (glicogenolisi).         Il fegato esplica anche importanti funzioni nel metabolismo dei lipidi ed in particolare nei confronti di acidi grassi (degradazione, esterificazione con glicerolo a trigliceridi, sintesi di fosfolipidi) e della sintesi del colesterolo.       Inoltre funziona come deposito di vitamine e ferro e provvede alla sintesi di alcuni fattori della coagulazione (fibrinogeno, protrombina, fattori V, VII, IX, X).

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Proteine: sintetizza gli amminoacidi non essenziali, deammina gli amminoacidi in eccesso, trasformandoli in glucosio, e converte l’ammoniaca in urea; sintetizza le proteine plasmatiche

Svolge azione detossificante su alcol, droghe, farmaci e veleni

All’uscita del fegato le sostanze entrano nella circolazione generale attraverso le vene epatiche che si versano poi nella vena cava inferiore

Attività metabolica del fegato

Carboidrati: converte galattosio e fruttosio in glucosio; a seconda delle esigenze energetiche converte glucosio in glicogeno e lo immagazzina per alcune ore, oppure scinde il glicogeno in glucosio

Lipidi: sintetizza e scinde, secondo le necessità, trigliceridi, fosfolipidi e colesterolo; tramite le lipoproteine aiuta il trasporto dei lipidi

Nucleotidi: sintetizza e degrada le basi azotate

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FEGATO E BILE

Il fegato produce la bile (1L/die!) che viene immagazzinata nella cistifellea e riversata nel duodeno

Quando le cellule del duodeno rilasciano l’ormone colesticistochinina, si ha la contrazione della cistifellea

La bile interviene nella digestione dei grassi e nell’escrezione di sostanze non solubili in H20 quali colesterolo e bilirubina

Nella parte superiore del duodeno, viene riversato, oltre alla bile, anche il succo pancreatico.

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1) La bile ha una funzione fondamentale nel metabolismo dei grassi, grazie

alla sua composizione in acidi biliari perché:

a. Emulsionano grosse particelle di grasso in piccole particelle che possono

essere attaccate dalle lipasi

b. Favoriscono il trasporto e l‘assorbimento dei grassi a livello della mucosa

intestinale

2) Inoltre la bile è un sistema di escrezione di prodotti di rifiuto dal sangue,

quali bilirubina ed eccessi di colesterolo sintetizzato a livello epatico.

Il fegato ha molteplici funzioni che interessano vari aspetti del

metabolismo corporeo. Fra queste funzioni, direttamente correlata alla

funzione digestiva è la capacità di secernere bile, normalmente circa 600-

1200 ml/die.

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La bile è secreta in due steps:

1. La parte iniziale è secreta dagli epatociti: questa contiene grandi

quantità di acidi biliari, colesterolo e altri costituenti organici.

Viene secreta nei canalicoli biliari.

2. La bile poi fluisce perifericamente verso i setti interlobulari dove i

canalicoli si gettano nei dotti biliari terminali fino ad arrivare al

dotto epatico e al dotto biliare comune da dove la bile passa

direttamente nel duodeno o viene riversata, attraverso il dotto

cistico, nella cistifellea.

Attraversando i dotti biliari le cellule epiteliali dei dotti secernono una

soluzione acquosa con Na+ e HCO3-. Questa attività secretiva è stimolata

dalla secretina.

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a= vena centraleb= epatociti c= sinusoidid= arteriole (da arteria epatica) e= vaso linfaticof= venule dalla vena porta

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Nel fegato ci sono circa 50.000-100.000 lobuli, ciascuno dei quali è 0.8-2mm di

diametro e diversi mm di lunghezza. Ogni lobulo è organizzato intorno ad una

vena centrale che si svuota nelle vene epatiche e poi nella cava inferiore. In

direzione centrifuga si diramano diverse piastre formate ciascuna da due

linee di epatociti e tra le cellule adiacenti decorrono canalicoli biliari che si

svuotano nei dotti biliari al margine del lobulo.

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Al margine dei lobuli si trova anche un’arteriola epatica e una venula portale

che porta il sangue refluo da milza, stomaco e intestino. Questo sangue passa

nei sinusoidi epatici che si trovano fra una piastra e l’altra e da qui alla vena

centrale.

Nelle piastre oltre agli epatociti troviamo altri due tipi cellulari:

Cellule endoteliali

Cellule di Kupffer o cellule reticoloendoteliali: queste sono macrofagi

destinate a fagocitare materiale particolato o batteri per impedire che passino

in circolo

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La bile secreta dagli epatociti è generalmente immagazzinata nella cistifellea

fino al pasto successivo, con una capacità volumetrica di circa 30-60 ml.

Tuttavia è possibile mantenere la secrezione di 12 ore (più o meno 450 ml)

grazie al fatto che nella cistifellea acqua ed alcuni elettroliti sono assorbiti

dalla mucosa e quindi la bile risulta fortemente concentrata in termini di sali

biliari, colesterolo, lecitina e bilirubina. Questo riassorbimento avviene per

trasporto attivo di Na+ attraverso l’epitelio seguito da assorbimento

secondario di Cl- e quindi di acqua

Quando il cibo comincia ad essere digerito nel tratto gi superiore, la

cistifellea inizia a svuotarsi per aumento delle contrazioni della parete. Lo

stimolo principale per iniziare queste contrazioni è la CCK che viene

rilasciata quando sostanze grasse passano nel duodeno

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Bile epatica Bile della cistifellea

Sali biliari 35mM 310mM

Bilirubina 0.8mM 3.2mM

Colesterolo 3mM 25mM

Acidi grassi 0.12gm/dl 0.3-.2gm/dl

Lecitina 1mM 10mM

Na+ 165mM 135mM

K+ 5mM 12mM

Ca2+ 2.5mM 12mM

Cl- 100mM 25mM

HCO3

- 45mM 10mM

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Affinché la bile passi nel duodeno è necessario che lo sfintere di Oddi si

rilasci. I fattori principali che stimolano il rilasciamento sono:

1. CCK, oltre a promuovere le contrazioni della cistifellea induce anche un

rilasciamento dello sfintere che però è del tutto insufficiente

2. Le contrazioni stesse della parete della cistifellea interessano anche i

muscoli dello sfintere che inizia a rilasciarsi, ma anche questo stimolo è del

tutto insufficiente

3. Lo stimolo principale è invece il rilassamento indotto dal propagarsi delle

onde peristaltiche intestinali a livello del duodeno

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A livello duodenale i sali biliari contenuti nella bile hanno due importanti

effetti:

I. Azione detergente sulle particelle di cibo che vengono ridotte in

minuscole parti facilmente attaccabili dalle lipasi

II. I sali biliari aiutano l’assorbimento di acidi grassi, monogliceridi,

colesterolo e altri lipidi nel tratto intestinale formando micelle

solubili.

Il precursore dei sali biliari è il colesterolo che è assunto con la dieta o è

sintetizzato a livello epatico. Questo è convertito in acido colico o

chenodesossicolico. Questi acidi si combinano con glicina o taurina (in minor

quantità) formando glico- e tauro-coniugati i cui sali sono secreti nella bile.

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Circa il 94% dei sali biliari sono

riassorbiti a livello intestinale e

riportati al fegato attraverso la

circolazione portale. Il rimanente

6% è riformato nel fegato a partire

dal colesterolo

6%

94%

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Il colesterolo è insolubile in acqua, ma

a livello epatico è complessato con

lecitina e sali biliari a formare micelle e

solubilizzato. Nella cistifellea in seguito

a concentrazione della bile può

succedere che il colesterolo precipiti a

formare i calcoli. I motivi che portano a

questo sono:

Eccessivo riassorbimento di acqua

dalla bile

Eccessivo riassorbimento di lecitina e

sali biliari

Eccessiva secrezione di colesterolo

nella bile

Infiammazione dell’epitelio della

cistifellea

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Epatite C: si trasmette come l’epatite B, rispetto alla quale però la guarigione completa è più difficile; aumenta invece la percentuale di casi cronici o a evoluzione maligna. Non esiste vaccinazione.

Epatite D: si trasmette come la B e colpisce solo chi è portatore o già ammalato di epatite B (di cui costituisce un’aggravante); la vaccinazione contro l’epatite B protegge quindi anche contro l’epatite D.

Epatite E: si trasmette come la A; il vaccino è ancora in fase di studio

Epatite virale

Diversi virus possono colpire il fegato, generando patologie differenti distinte tra loro con lettere dell’alfabeto

Epatite A: si trasmette per via fecale – orale, è generalmente soggetta a guarigione completa; possibile anche la vaccinazione

Epatite B: si trasmette per via ematica o sessuale, è possibile la guarigione completa, ma in una percentuale di casi può cronicizzarsi ed anche evolvere in cirrosi epatica e tumore. Dal 1991 vaccinazione obbligatoria.

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Secrezione pancreaticadal pancreas esocrino

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Il pancreas esocrino secerne tutti gli enzimi necessari alla

digestione di grassi, carboidrati e proteine. Secerne inoltre una

componente acquosa ricca in bicarbonato.

Il pancreas è una ghiandola a funzione mista che si trova parallelo e dietro

allo stomaco con una struttura simile a quella delle ghiandole salivari.

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Il pancreas è costituito al 98% da acini che secernono la componente

enzimatica con funzione digestiva, mentre il restante 2% è costituito dalle

isole del Langerhans che formano la porzione endocrina del pancreas.

All’interno degli isolotti si trovano 3 diversi tipi cellulari che secernono:

Cellule α → glucagone

Cellule β → insulina

Cellule δ → somatostatina

Il prodotto della secrezione esocrina passa attraverso il dotto pancreatico

che si unisce al dotto biliare per riversare il contenuto nel duodeno

attraverso la papilla di Vater che chiude lo sfintere di Oddi.

Lo stimolo per la secrezione esocrina del pancreas è la presenza di cibo nel

duodeno e le caratteristiche del succo pancreatico dipendono in buona

misura dal tipo di cibo presente nel chimo.

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Struttura del pancreas esocrino. Il succo pancreatico viene riversato in

dotti di calibro via via crescente e infine nel dotto pancreatico che sfocia

nel duodeno.

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PANCREAS

Il pancreas produce enzimi digestivi per la digestione di proteine, grassi, carboidratiProduce anche ormoni (insulina, glucagone) per la regolazione del contenuto di glucosio nel sangue

Tre fasi della secrezione pancreatica: – cefalica (tramite il nervo vago); – gastrica (tramite la distensione

dell’antro, la presenza di aminoacidi prodotti dalla digestione);

– intestinale (in cui la secrezione e’ stimolata dalla presenza di colecistochinina in risposta alla entrata di chimo nell’intestino tenue).

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Il pancreas, ghiandola posta dietro a stomaco e duodeno, secerne numerose sostanze di cui le più importanti sono le seguenti :

Soluzione di bicarbonato di sodio (NaHCO3): contrasta, insieme alla bile, l’acidità del chimo (pH 2) proveniente dallo stomaco

Tripsina, chimotripsina, carbossipeptidasi: enzimi proteolitici, ognuno dei quali rompe il legame tra amminoacidi specifici, producendo catene polipeptidiche più corte, dipeptidi o amminoacidi singoli

Lipasi: scinde i trigliceridi in glicerolo ed acidi grassi

Amilasi: scinde l’amido crudo ed il glicogeno in maltosio

Le cellule della mucosa duodenale secernono i seguenti enzimi, che concludono la digestione:

Amminopeptidasi: proteasi che rompe il legame tra amminoacidi specifici, producendo catene polipeptidiche corte, dipeptidi o amminoacidi singoli

Nucleasi: scinde gli acidi nucleici in nucleotidi

Fosfolipasi: scinde i fosfolipidi

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Dipeptidasi: enzima proteolitico, scinde dipeptidi di qualsiasi natura, producendo aminoacidi singoli

Maltasi: scinde il maltosio in due molecole di glucosio

Lattasi: scinde il lattosio in una molecola di glucosio e una di galattosio

Saccarasi: scinde il saccarosio in una molecola di glucosio e una di fruttosio

Infine alcuni polisaccaridi, come pectine ed emicellulose, costituenti la fibra alimentare solubile, vengono in parte digeriti per fermentazione nel colon

E’ l’insieme dei processi coi quali i monomeri passano dal lume intestinale alle cellule dell’epitelio intestinale e quindi alla circolazione sanguigna

ASSORBIMENTO

Terminata la digestione, il chimo, trasformato in chilo, transita nei tratti successivi dell’intestino ove avviene l’assorbimento

Page 126: 7 Apparato gastroenterico

Il passaggio avviene attraverso la parete intestinale che quindi deve avere una grande superficie interna per consentire scambi rapidi

Ciò è assicurato da ripiegamenti (pieghe) e digitazioni (villi e microvilli) che portano la superficie di scambio da circa 1m2 a circa 300m2 (area di un campo da tennis)

pieghe villi

Le principali sostanze nutritive (monosaccaridi, amminoacidi, glicerolo, acidi grassi, nucleotidi) vengono assorbiti nel digiuno e nell’ileo, gli altri due tratti di intestino tenue successivi al duodeno

Page 127: 7 Apparato gastroenterico

Enzimi pancreatici

Il pancreas secerne tutti gli enzimi necessari alla digestione di proteine,

carboidrati e grassi. Inoltre secerne una componente acquosa che contiene

bicarbonato che ha la funzione di neutralizzare il chimo acido proveniente

dallo stomaco. Il totale ammonta a circa 1000ml al giorno.

1.I più importanti enzimi proteolitici sono:

Tripsina (il più abbondante)

Chimotripsina

Carbossipeptidasi

Elastasi e nucleasi (meno importanti)

Non rilasciano singoli aa ma piccoli peptidi

Separa alcuni peptidi in singoli aa

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Questi enzimi sono secreti in forma inattiva dal pancreas (tripsinogeno,

chimotripsinogeno, procarbossipeptidasi) e sono attivati solo nel tratto

intestinale. Un enzima detto enterochinasi attiva la tripsina e questa a sua

volta attiva gli altri enzimi proteolitici.

Questo è importante perché altrimenti questi enzimi digerirebbero le cellule

degli acini: per questo motivo le cellule pancreatiche secernono anche un

enzima tripsina inibitore.

2.Fra gli enzimi per la digestione dei grassi ricordiamo:

I.Lipasi pancreatiche che idrolizzano i grassi neutri in acidi grassi e

monogliceridi

II.Colesterolo esterasi che idrolizza gli esteri del colesterolo

III.Fosfolipasi che separano gli acidi grassi dai fosfolipidi

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3.Fra gli enzimi per la digestione dei carboidrati ricordiamo l’amilasi

pancreatica che idrolizza amido, glicogeno e gli altri zuccheri a formare

disaccaridi e qualche trisaccaride.

Secrezione di bicarbonato

La componente acquosa del succo pancreatico è costituita da acqua e

bicarbonato ed è secreta dalle cellule epiteliali dei dotti pancreatici.

In generale gli stimoli per la secrezione della componente enzimatica e della

componente acquosa sono differenti. Ad alti livelli di secrezione la

concentrazione di bicarbonato nel plasma si aggira sui 145 mM.

Page 130: 7 Apparato gastroenterico

La secrezione di Na+ insieme a HCO3

- serve per mantenere

l’elettroneutralità nel lume

i. Ingresso di CO2 che forma H+ e HCO3

- con AC

ii. HCO3

- è scambiato con Cl

- e finisce nel lume (trasporto attivo secondario)

iii. H+ è scambiato con Na+; Na

+ deve poi passare nel lume

Scambio dei cloruri

Page 131: 7 Apparato gastroenterico

ACh: rilasciata dal nervo vago; agisce sulla componente enzimatica

Colecistochinina (CCK): secreta dalla mucosa duodenale e

digiunale all’ingresso del cibo; agisce sulla componente enzimatica

Secretina: secreta sempre da mucosa duodenale e digiunale quando

arriva cibo molto acido dallo stomaco; agisce sulla componente acquosa

La secrezione pancreatica deriva dall’azione combinata di questi tre stimoli

che si potenziano a vicenda come avviene per la secrezione gastrica.

Gli stimoli principali (che si potenziano vicendevolmente) per la secrezione

pancreatica sono:

Page 132: 7 Apparato gastroenterico

Fase cefalica: gli stessi segnali che stimolano la secrezione gastrica,

determinano il rilascio di ACh a livello pancreatico. Questo determina circa il

20% della produzione di enzimi, mentre la componente acquosa è esigua. Il

risultato è che la componente enzimatica arriva al duodeno in piccole

quantità perché non c’è flusso di liquido.

Fase gastrica: secrezione di un ulteriore 5-10% di componente enzimatica

sotto stimolazione vagale. Anche qui molto poco arriva al duodeno perché la

componente acquosa è ancora scarsa.

Fase intestinale: quando il chimo arriva nel duodeno si ha produzione di

secretina che stimola fortemente la secrezione della componente acquosa e

anche di CCK che stimola ulteriormente la secrezione della componente

enzimatica.

Page 133: 7 Apparato gastroenterico

Cellule S della mucosa duodenale e digiunale

Prosecretina

Secretina (27aa)

Chimo acido che entra nel duodeno con pH < 4

Incremento della secrezione della componente acquosa

Quando il pH nel duodeno arriva intorno a 3.0 sono secrete grandi quantità

di secretina e quindi di ioni bicarbonato che neutralizzano gli acidi

HCl + NaHCO3 NaCl + H2CO3 CO2 + H2O

eliminata a livello polmonarepH ideale per gli enzimi pancreaticipH ideale per gli enzimi pancreatici

Page 134: 7 Apparato gastroenterico

La vista del cibo e la sua presenza nella bocca stimolano i movimenti dello stomaco e la produzione di succo gastrico

La presenza di cibo nello stomaco attiva cellule gastriche specializzate nella secrezione di gastrina, ormone che stimola la produzione dei succhi gastrici

Regolazione dell’attività digestiva

L’arrivo del chimo acido nel duodeno attiva la produzione da parte dello stesso di secretina, ormone che stimola il fegato a secernere bile ed il pancreas bicarbonato per innalzare il pH.

L’arrivo infine di grassi e proteine nel duodeno attiva lo stesso a produrre colecistochinina, ormone che stimola il pancreas a secernere i suoi enzimi

Grazie a questi meccanismi di controllo le sostanze digestive sono secrete solo “al momento giusto”. In tal modo si riducono gli “sprechi” e si evita che i succhi digestivi, in assenza di cibo, aggrediscano le pareti del tubo digerente.

Un importantissimo elemento di regolazione dell’attività dell’apparato digerente è costituito infine dalla glicemia al momento del pasto

Page 135: 7 Apparato gastroenterico

La glicemia indica la quantità di nutrimento disponibile in circolo, parametro fondamentale per l’omeostasi, ed è costantemente monitorata dall’ipotalamo, importantissima struttura del sistema nervoso centrale

Quando la glicemia si abbassa, l’ipotalamo, tramite il sistema nervoso autonomo, stimola la motilità dell’apparato digerente, generando sensazioni di fame, nonché l’assorbimento da parte dell’intestino

In queste condizioni tutto il canale alimentare è massimamente predisposto per accogliere il cibo; la digestione e l’assorbimento avvengono quindi in condizioni ottimali, cioè rapidamente e senza problemi

Viceversa, in condizioni differenti (con glicemia elevata) digestione ed assorbimento sono rallentati e difficoltosi, con tutta una serie di conseguenze a carico dell’apparato digerente e non solo.

Page 136: 7 Apparato gastroenterico

DIGESTIONE ED ASSORBIMENTO

• La digestione e’ il processo di scomposizione delle molecole di grassi, carboidrati e proteine in molecole piu’ piccole, di piu’ facile assorbimento, da parte dei vasi e del sistema linfatico del corpo.

Page 137: 7 Apparato gastroenterico

DIGESTIONE ED ASSORBIMENTO DEI CARBOIDRATI

Dai carboidrati risultano zuccheri piu’ semplici composti da una o da due molecole

L’amilasi salivare inizia a rompere alcuni legami dei carboidrati per costituire il maltosio

A sua volta il maltosio viene attaccato e scomposto nel duodeno dall’enzima maltasi in due molecole di glucosio e assorbito nel sangue

Stesso destino per il saccarosio (saccarasi) e il lattosio (lattasi)

I glicidi vengono assorbiti per trasporto attivo dai vasi sanguigni nei capillari dei villi, giungendo nel sangue portale.

Page 138: 7 Apparato gastroenterico

Meccanismi di digestione ed assorbimento dei

carboidratiLo scopo della digestione dei carboidrati è quello di liberare

monosaccaridi dai disaccaridi e dai polisaccaridi complessi.

Il processo inizia in bocca ad opera dell’amilasi salivare che funziona

per valori di pH tra 6.6 e 6.8. A livello gastrico pertanto la sua azione

cessa. La digestione dei carboidrati prosegue a livello intestinale ad

opera dell’α-amilasi pancreatica: questi enzimi scindono i legami α,1-4

formando maltosio, maltotriosi, α-destrine e tracce di glucosio. Queste

reazioni avvengono nel lume intestinale.

Page 139: 7 Apparato gastroenterico

Fra queste la più nota intolleranza è quella per il lattosio

dovuto ad una deficienza della lattasi, che è stata

ampiamente riscontrata in tutte le popolazioni. La

lattasi viene sintetizzata a partire dalla vita fetale e

raggiunge livelli massimi alla nascita per poi diminuire

progressivamente secondo fattori legati soprattutto a

cause genetiche e non alla quantità di lattosio presente

nella dieta come comunemente si crede.

Queste disaccaridasi se presenti in quantità insufficienti per la digestione

dei disaccaridi, generano situazioni di intolleranza che si manifestano con

vomito, diarrea ed altri sintomi.

Le rimanenti reazioni che portano alla formazione di monosaccaridi

avvengono sulla superficie della parete intestinale dove troviamo

disaccaridasi (maltasi, saccarasi, lattasi e isomaltasi) per la scissione dei

disaccaridi che sono associate alla membrana plasmatica dei villi intestinali.

Page 140: 7 Apparato gastroenterico

ASSORBIMENTO

Questa parte riguarda i meccanismi coinvolti nell’assimilazione di tre

importanti carboidrati: amido, lattosio e saccarosio. I punti principali

sono:

La digestione enzimatica finale che libera monosaccaridi è dovuta ad

enzimi che sono legati alla membrana plasmatica degli enterociti rivolta

verso il lume.

Glucosio e galattosio sono trasportati attraverso meccanismi di

trasporto attivo e competono l’uno con l’altro per l’utilizzo del

trasportatore. Il fruttosio viene assorbito per diffusione facilitata.

Il glucosio derivato dalla digestione di amido e lattosio è assorbito nel

piccolo intestino solo per co-trasporto con Na+.

Page 141: 7 Apparato gastroenterico

Assorbimento del glucosio: trasporto attraverso l’epitelio intestinale

L’assorbimento del glucosio avviene dal lume attraverso l’epitelio e poi nel

sangue. Il trasportatore che veicola glucosio e galattosio nell’enterocita è il

trasportatore per gli esosi Na-dipendente, noto come SGLUT-1 che trasporta

sia il glucosio che il sodio. Questo meccanismo prevede una serie di

cambiamenti conformazionali che possono essere così schematizzati:

• Il trasportatore è inizialmente rivolto verso il lume e può legare Na+ , ma non

glucosio

• Il sodio si lega inducendo un cambiamento conformazionale che apre una

tasca capace di legare il glucosio

• Il glucosio si lega ed il trasportatore si orienta nella membrana in modo che

le tasche che alloggiano Na+ e glucosio guardino verso l’interno della cellula

• Il sodio è rilasciato nel citoplasma causando un’instabilità del legame con il

glucosio

• Il glucosio è rilasciato ed il trasportatore riacquista la sua configurazione

originale.

Page 142: 7 Apparato gastroenterico

Na+ Glucosio Out (lume)

In (enterocita)

Out (lume)

In (enterocita)

SGLUT-1

Page 143: 7 Apparato gastroenterico

SGLUT-1Galattosio o Glucosio

Trasportatore mobile del glucosio ENTEROCITA

Glucosio

GLUT 5

Glucosiocapillare

ATP ADP

Na+

K+

Na+ Na+K+

Assorbimento di glucosio e galattosio attraverso la mucosa del piccolo intestinoAssorbimento di glucosio e galattosio attraverso la mucosa del piccolo intestino

LUME SANGUE

Page 144: 7 Apparato gastroenterico

Proprietà fisiche e fisiologiche delle fibre

Esistono varie caratteristiche fisiche delle fibre.

Capacità di idratazione delle fibre, cioè capacità di legare acqua. Sostanze

pectiche, cellulosa e mucillagini sono quelle che meglio legano acqua. Nel

piccolo intestino questo contribuisce alla formazione di un gel che

diminuisce l’assorbimento a livello intestinale.

Capacità di legare sostanze quali acidi biliari, colesterolo e sostanze

tossiche. Il legame con gli acidi biliari sottrae questi ultimi al circolo

enteroepatico obbligando il fegato ad utilizzare più colesterolo per la sintesi

di nuovi acidi biliari contribuendo così agli effetti ipocolesterolemici della

dieta ricca di fibre.

Page 145: 7 Apparato gastroenterico

Le proprietà fisiche delle fibre contribuiscono alla loro maggiore

caratteristica, cioè quella di alterare la quantità e la composizione delle feci.

L’aumento delle feci con una dieta ricca di fibre è dovuto a:

Presenza di residui non digeriti

Incremento dell’acqua delle feci

Incremento della massa batterica dovuta alla fermentazione delle fibre

Tipo di fibre

Page 146: 7 Apparato gastroenterico

DIGESTIONE ED ASSORBIMENTO DELLE PROTEINE

Nello stomaco la pepsina determina la frammentazione delle grosse molecole in oligopeptidi, che nell’intestino tenue vengono ulteriormente scomposti in di e tri peptidi dalla tripsina e dalla chimotripsina (enzimi prodotti dal pancreas)

Tali peptidi attraversano (per trasorto attivo) le membrane dei villi e passano nei capillari sanguigni e da li’ al fegato

Page 147: 7 Apparato gastroenterico

Le caratteristiche di ciascuna proteina sono determinate dalla sequenza di aa

e dai legami che intercorrono fra essi.

La digestione delle proteine inizia a livello gastrico ad opera delle

pepsine, che sono attive in range di pH fra 2 e 3 e si inattivano per pH

superiori a 5. Queste pepsine sono in grado di digerire il collagene ,

costituente principale del tessuto connettivo intercellulare della

carne. Quando il collagene è digerito gli enzimi proteolitici possono

meglio attaccare le proteine cellulari.

Le pepsine iniziano solo il processo digestivo e garantiscono solo il

10-20% della digestione proteica

Page 148: 7 Apparato gastroenterico

La maggior parte della digestione proteica avviene a livello

intestinale grazie al succo pancreatico. All’uscita dello stomaco si

trovano peptoni e grossi polipeptidi. All’ingresso del duodeno gli

enzimi tripsina, chimotripsina, carbossipolipeptidasi e proelastasi

attaccano subito questi composti.

Tripsina e chimotripsina rompono i polipeptidi in piccoli peptidi

La carbossipolipeptidasi estrae da questi peptidi aa singoli dal

terminale -COOH.

La proelastasi è convertita in elastasi che digerisce le fibre di

elastina che tengono insieme la carne.

Solo una piccola parte delle proteine è digerita in singoli aa. La maggior

parte rimane sotto forma di dipeptidi, tripeptidi e peptidi più grandi

Page 149: 7 Apparato gastroenterico

La digestione dei peptidi avviene ad opera delle peptidasi degli

enterociti della mucosa duodenale e digiunale. La membrana cellulare

dei microvilli è ricca di peptidasi che protrudono verso l’esterno, dove

vengono in contatto con il chimo intestinale.

Fra queste ricordiamo la aminopolipeptidasi e varie dipeptidasi che

formano rispettivamente tri- e dipeptidi e singoli aa. Questi composti

sono tutti trasportati facilmente attraverso la membrana del microvillo

all’interno dell’enterocita.

Sono poi le peptidasi dell’enterocita a spezzare gli ultimi legami

peptidici e formare gli aa che passano nel sangue attraverso la

membrana baso-laterale.

Più del 99% del materiale assorbito è costituito da aa. Solo pochissimi

tri- e dipeptidi e qualche molecola di piccole proteine passano nel

sangue. Queste possono però essere sufficienti a causare serie

reazioni immunitarie.

Page 150: 7 Apparato gastroenterico

Il trasporto di singoli aa e di di- e tri-peptidi attraverso la membrana

dell’enterocita avviene soprattutto nell’intestino tenue, grazie a meccanismi

di co-trasporto con il Na+

come già visto per glucosio e galattosio. Vale lo

stesso meccanismo di legame e rotazione del trasportatore in membrana.

Si sfrutta il gradiente per il sodio diretto verso l’interno della cellula. Si

parla di co-trasporto o trasporto attivo secondario di aa o peptidi.

Tutti i trasportatori hanno in comune alcune caratteristiche:

Trasporto contro un gradiente di concentrazione

Carrier specifico per gli isomeri L

Richiesta di energia sotto forma di ATP

Richiesta di sodio e vitamina B6

Necessità dei gruppi –COOH, -NH2 e –R del C-α

Page 151: 7 Apparato gastroenterico

DIGESTIONE DEI GRASSI - 1

La bile a contatto con i grassi ne determina l’emulsione, cioe’ la scomposizione in minute goccioline. Questo determina l’aumento della superficie di attacco agli enzimi lipolitici,quali la lipasi e la colesteroloesterasi

Nel duodeno la lipasi agisce scomponendo i grassi in acidi grassi e glicerolo, la colesteroloesterasi attacca gli esteri del colesterolo rilasciando colesterolo libero.

Page 152: 7 Apparato gastroenterico

DIGESTIONE DEI GRASSI - 2

Bile + agitazione

Grasso Grasso emulsionato

Lipasi pancreatica Acidi grassi

Grasso emulsionato Glicerolo

Lipasi enterica Gliceridi

I grassi vengono assorbiti dalla mucosa intestinale sotto forma di acidi grassi e di monogliceridi, benchè alcuni digliceridi e trigliceridi possano essere assorbiti direttamente.

Page 153: 7 Apparato gastroenterico

La parte liposolubile si lega ai globuli di grasso e in presenza di movimenti di

rimescolamento i globuli di grasso si frammentano in piccolissime particelle

(emulsione) che possono essere attaccate dagli enzimi digestivi. Questi sono

fortemente idrosolubili e quindi possono attaccare i globuli di grasso solo in

superficie.

L’enzima più importante è la lipasi pancreatica che viene secreta nella

componente enzimatica del succo pancreatico in grandissime quantità.

Esiste anche una lipasi enterica a livello degli enterociti, ma è di scarsa

importanza. I trigliceridi sono scissi in acidi grassi liberi e 2-monogliceridi.

Page 154: 7 Apparato gastroenterico

L’idrolisi dei trigliceridi è un processo facilmente reversibile, per cui, una

volta digeriti è necessario allontanare gli acidi grassi liberi e i 2-

monogliceridi, affinché la digestione possa continuare. I sali biliari

provvedono a questo formando le micelle, strutture formate da 20-40

molecole di sali biliari in cui le teste polari dei sali sono rivolte verso

l’esterno, mentre la parte liposolubile si lega ai prodotti della digestione

lipidica e si rivolge verso l’interno. La concentrazione degli acidi grassi

liberi e dei 2-monogliceridi diminuisce e la digestione può continuare.

Queste micelle funzionano anche da vettori per trasportare i prodotti della

digestione verso l’orletto a spazzola degli enterociti. Quando i prodotti

della digestione sono assorbiti a livello dell’orletto a spazzola, i sali biliari

tornano nel chimo per questo meccanismo di trasporto

Page 155: 7 Apparato gastroenterico

Quando gli acidi grassi e i monogliceridi sono portati a contatto con la

membrana plasmatica degli enterociti, questi si sciolgono nella membrana

uscendo dalle micelle e liberando i sali biliari che tornano nel chimo ad

inglobare nuovo materiale. All’interno dell’enterocita nel reticolo

endoplasmatico liscio si formano nuovi trigliceridi che si aggregano.

Successivamente nell’apparato del Golgi questi aggregati inglobano anche

colesterolo e fosfolipidi. I fosfolipidi tendono a formare micelle in cui i

trigliceridi restano inglobati: queste strutture sono liberate dal Golgi e si

sciolgono nell’interno della cellula e per esocitosi fuoriescono dalla

membrana basolaterale passando nel vaso linfatico sotto forma di

chilomicroni.

Page 156: 7 Apparato gastroenterico

DIGESTIONE ED ASSORBIMENTO DEI GRASSI - 3

• La molecola dell’ac. grasso o del monogliceridi, altamente solubile, si dissolve nella membrana delle cell. epiteliali e vi diffonde. Qui gli ac. grassi o i monogliceridi vengono risintetizzati a trigliceridi.

• I trigliceridi, insieme a piccole goccioline di fosfolipidi e colesterolo e sotto forma di piccole goccioline rivestite da una proteina che le rende idrofile e più stabili, costituiscono i chilomicroni .

• I chilomicroni, attraverso il vaso chilifero centrale vengono pompati dai linfatici nel dotto toracico che poi li riversa nelle grosse vene del collo

Page 157: 7 Apparato gastroenterico
Page 158: 7 Apparato gastroenterico

I chilomicroni si riversano quindi nel

torrente linfatico fino al dotto toracico

per finire nella vena succlavia sx del

collo e da qui al sangue. Circa l’80-90%

dei grassi sono assorbiti in questo

modo.

Page 159: 7 Apparato gastroenterico

Si possono identificare tre processi principali:

Intraluminale: si svolge nel digiuno superiore ad opera delle lipasi

pancreatiche stimolate dalla CCK. È fondamentale l’azione emulsionante

della bile. La CCK stimola anche il rilascio di bile e, in parte, il rilasciamento

dello sfintere di Oddi

Mucosale: la micella interagisce con la membrana plasmatica. Gli acidi

grassi liberi e i monogliceridi sono trasportati attraverso la membrana del

microvillo con trasporto passivo.

Secretoria: i chilomicroni formati sono veicolati per esocitosi attraverso la

porzione laterale della cellula mucosale nello spazio extracellulare ed

entrano nel sistema linfatico.

Digestione dei lipidi

Page 160: 7 Apparato gastroenterico

LipoproteineI trigliceridi e gli esteri del colesterolo sono trasportati nel sangue dalle

lipoproteine, complessi ad alto peso molecolare, che sono formate negli

epatociti e negli enterociti. Le lipoproteine sono formate in buona parte da

fosfolipidi che hanno la parte idrofilica orientata verso il sangue e la parte

idrofobica verso l’interno della struttura. Il cuore della struttura è formato da

colesterolo. Esistono diversi tipi di lipoproteine che sono:

Chilomicroni: assorbimento di trigliceridi e colesterolo assunti con la dieta

Very-low-density-lipoproteins (VLDL): prodotte a livello epatico

trasportano il colesterolo endogeno e quello derivato dai chilomicroni

Low-density-lipoproteins (LDL): prodotto metabolico delle VLDL. Perdita

di trigliceridi ad opera della lipoproteina lipasi e aumento percentuale del

colestrolo.

High-density-lipoproteins (HDL): prodotte a livello epatico.

Page 161: 7 Apparato gastroenterico

Lipoproteina: core formato da colesterolo

esterificato e trigliceridi. Shell formata da

fosfolipidi e apoproteine con funzioni

enzimatiche e recettoriali

Page 162: 7 Apparato gastroenterico

HDL or high-density lipoprotein and LDL,

low-density lipoprotein. HDL, known as

good cholesterol, helps move cholesterol

back to the liver for removal from the

bloodstream. LDL, referred to as the bad

cholesterol, helps cholesterol stick to

artery walls.

HDL: apoproteine A-I e A-II

LDL: apoproteina B-100

Page 163: 7 Apparato gastroenterico
Page 164: 7 Apparato gastroenterico

INTESTINO TENUE - 1

Si divide in tre parti: duodeno, digiuno e ileo;Canale contorto con lunghezza variabile (3.5 a 7 m) nel quale vengono assorbite le principali sostanze nutritive;Estensione di circa 250 m2;

La superficie e’ enorme grazie alla presenza di villi, che presentano vasi ematici e chiliferi, ove circola linfa;La contrazione muscolare e dei villi aiuta il chimo a mescolarsi con la bile e il succo pancreatico.

Page 165: 7 Apparato gastroenterico

INTESTINO TENUE - 2

Movimenti di rimescolamento:

- contrazioni segmentali

- movimenti pendolari

Movimenti peristaltici

L’attività peristaltica del tenue L’attività peristaltica del tenue aumenta subito dopo un pastoaumenta subito dopo un pasto (riflesso gastroenterico).(riflesso gastroenterico).

Page 166: 7 Apparato gastroenterico

INTESTINO TENUESECREZIONI

Ghiandole di Brunner (duodeno): muco per proteggere la parete dall’azione digestiva del succo gastrico.

Cripte di Lieberkühn (tutto il tenue, tranne il duodeno): secrezione liquida a pH neutro, raidamente riassorbita dai villi. Tale circolazione di liquido dalle cripte ai villi costituisce un adeguato veicolo acquoso per l’assorbimento.

Enzimi

Page 167: 7 Apparato gastroenterico

IL VILLO - 1

• Le valvole conniventi triplicano la superficie assorbente della mucosa;

• Su tutta la superficie interna del tenue, a partire dal livello nel quale il coledoco sbocca nel duodeno, si trovano milioni di villi;

• Le cellule epiteliali dell’intestino presentano un orletto a spazzola costituito da ~ 600 microvilli.

La presenza combinata di valvole conniventi, villi e microvilli aumenta la superficie assorbente dell’intestino tenue di ~ 600 volte (550 mq).

Page 168: 7 Apparato gastroenterico

IL VILLO - 2

Sistema vascolare assorbimento nel circolo portale di liquidi e

sostanze disciolte

Villo Vaso chilifero centrale assorbimento nei linfatici

Attraverso la mucosa del canale alimentare l’assorbimento si attua per trasporto attivo (contro un gradiente di concentrazione) o per diffusione.

Page 169: 7 Apparato gastroenterico

La quantità di fluido assorbita giornalmente a livello del tratto gi è di circa 8-

9 litri, di cui la maggior parte è assorbita nel piccolo intestino.

Valvulae conniventes: estendono la superficie di assorbimento di tre volte

Villi intestinali: protrudono dalle valvulae conniventes aumentando la

superficie di assorbimento di 10 volte

Orletto a spazzola degli enterociti:sono circa 1000 microvilli per ogni

cellula e aumentano la superficie di assorbimento di altre 20 volte.

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Page 174: 7 Apparato gastroenterico

Arteria del villo

Vena del villo

Capillarisanguigni

Vaso linfatico

Page 175: 7 Apparato gastroenterico

Intestino tenue:Secrezione di muco dalle ghiandole del Brunner situate nei primi centimetri

del duodeno (fra piloro e papilla di Vater). È un muco alcalino a funzione

lubrificante e protettiva dall’acidità del chimo. La secrezione è indotta da

stimoli chimici irritanti della mucosa, da secretina, da stimolazione vagale.

Per tutta la lunghezza del piccolo intestino troviamo le cripte di Lieberkühn

che si trovano fra i villi intestinali e secernono muco e grandi quantità di

acqua ed elettroliti. Questa acqua ed elettroliti sono poi riassorbiti dai villi;

questa circolazione è utile per favorire l’ assorbimento di sostanze dal

chimo.

Page 176: 7 Apparato gastroenterico

Cellule di Paneth a funzione antimicrobica

per l’intestino tenue. Contro batteri, funghi

e anche alcuni virus.

Cellule staminali che sono

precursori degli enterociti

Enterociti

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Page 179: 7 Apparato gastroenterico

Monosaccaridi e amminoacidi entrano dentro ai capillari venosi dei villi e da qui, tramite la vena porta, vanno al fegato

I trigliceridi entrano invece nel capillare linfatico dei villi ed arrivano al sangue nella vena cava, attraverso il circolo linfatico

Intestino crasso

Posto a valle del tenue, ha diametro maggiore di questo, ha mucosa liscia ed è lungo mediamente circa 1,5 m

Intestino crasso (colon)

SfintereUltimo tratto dell’intestino tenue

AppendiceCieco

Ano

Retto

Flusso delle sostanze nutritive

E’ composto nell’ordine dai seguenti tratti: cieco (con appendice), colon (ascendente, trasverso e discendente ) e retto

Nel colon si ha l’assorbimento dell’acqua e dei sali minerali

A causa della loro intensa attività, le cellule epiteliali del tenue hanno vita breve (circa 2 giorni); ogni giorno ne vengono eliminate circa 250 g

Page 180: 7 Apparato gastroenterico

INTESTINO CRASSO

Ha il compito di assorbire H2O ed elettroliti ed espellere il materiale non ulteriormente scomponibile da parte della flora batterica intestinale

Motilita’: - movimenti di rimescolamento

(austrazioni) - movimenti di progressione

(movimenti di massa)

Page 181: 7 Apparato gastroenterico

INTESTINO CRASSOSECREZIONI

Secrezione di muco

Secrezione di acqua ed elettroliti in risposta a fattori irritativi

Page 182: 7 Apparato gastroenterico

Intestino crasso:

La mucosa dell’intestino crasso non ha villi, ma è anch’essa caratterizzata

dalla presenza delle cripte di Lieberkühn. La secrezione è quasi

esclusivamente mucosa a funzione protettiva e lubrificante in seguito a

stimoli meccanici e irritativi. Non ci sono enzimi digestivi.

Page 183: 7 Apparato gastroenterico

Attraverso la valvola ileo-cecale passano circa 1500ml al giorno di

materiale. La maggior parte di acqua ed elettroliti sono riassorbiti,

tanto che nelle feci si eliminano al giorno solo 100ml di acqua e

5mEq/l di Na+ e Cl-.

La prima metà dell’intestino crasso ha funzione di riassorbimento.

Ha infatti capacità di riassorbimento attivo di sodio e il potenziale

elettronegativo che si crea determina riassorbimento anche di cloro.

Le giunzioni fra una cellula e l’altra sono molto più serrate che nel

tenue e questo impedisce fenomeni di back-leak presenti invece

nell’intestino tenue. L’assorbimento di acqua avviene per gradiente

osmotico.

Page 184: 7 Apparato gastroenterico

Peristalsi nel l’intestino crasso

(cieco, colon, retto)Le principali funzioni del colon sono:

I. Assorbimento di acqua ed elettroliti dal chimo

II. Storage di materiale fecale fino all’espulsione

In particolare la prima parte del colon è destinata all’assorbimento mentre la

seconda parte allo storage. I movimenti non sono molto intensi viste le

funzioni di questo tratto. Sono comunque divisibili in movimenti di peristalsi

e movimenti mescolatori. I movimenti peristaltici sono le haustrazioni dovute

alla contemporanea formazione di anelli concentrici di contrazione e

all’azione della muscolatura longitudinale organizzata in tre strisce dette

teniae coli.

Nell’ultima parte del colon e poi nel sigma prevalgono i movimenti di massa

che forzano il materiale in direzione anale . Il movimento di massa avviene 1-

3 volte al giorno.

Page 185: 7 Apparato gastroenterico

storageassorbimento

L’intestino crasso può arrivare ad assorbire 5-7l di fluido al giorno. Se la

quantità di materiale che entra attraverso la valvola ileo-cecale o la

secrezione intestinale eccedono questo valore, si va incontro a fenomeni

di diarrea. Per esempio la tossina colerica o tossine batteriche

determinano un eccesso di secrezione da parte delle cripte del Lieberkühn

che risulta in una severa diarrea talvolta anche letale.

Page 186: 7 Apparato gastroenterico

Nella prima parte del colon sono presenti numerosi batteri capaci di digerire

la cellulosa fornendo quindi un piccolo ulteriore aumento dell’apporto

calorico giornaliero. Altre sostanze che dipendono dall’attività batterica sono

la vitamina K, la vitamina B12, tiamina, riboflavina e vari gas che

contribuiscono al flatus nel colon (CO2, CH4).

Le feci sono così formate:

75% acqua

25% materiale solido che comprende:

- 30% batteri morti

- 10-20% grassi

- 10-20% materiale inorganico

- 2-3% proteine

- 30% materiale non digerito e componenti secchi dei succhi

digestivi come i sali biliari

Il colore è determinato da stercobilina e urobilina e l’odore prodotto

dall’azione batterica dovuto a sostanze quali H2S,mercaptano, indolo.

Page 187: 7 Apparato gastroenterico

haustra

Page 188: 7 Apparato gastroenterico
Page 189: 7 Apparato gastroenterico

L’intestino retto è solitamente vuoto. Quando materiale spinto dal movimento

di massa arriva nel retto, ha inizio lo stimolo della defecazione. Il materiale è

trattenuto grazie a:

Sfintere anale interno: anello di muscolatura liscia subito interno all’ano

(involontario)

Sfintere anale esterno: formato da muscolatura striata. Controllato dai nervi

pudenda.

Quando il retto si riempie, la distensione della parete inizia un riflesso

mienterico con aumento della peristalsi in colon, sigma e retto che forza il

materiale verso l’ano rilasciando lo sfintere interno. In realtà il meccanismo è

rafforzato da un feed-back che utilizza i nervi pelvici e fa capo al sistema

parasimpatico.

Page 190: 7 Apparato gastroenterico

DEFECAZIONE

Riflesso della defecazione:le feci, giunte nel retto, lo

distendono, originando segnali afferenti per il plesso mioenterico .

Questo promuove onde peristaltiche che sospingono le feci verso l’ano. Quando l’onda peristaltica si avvicina all’ano, lo sfintere interno viene inibito e, se si rilascia anche lo sfintere esterno, la defecazione può aver luogo.

Page 191: 7 Apparato gastroenterico

Colon e cieco ospitano inoltre una importante flora batterica simbionte che sintetizza le vitamine B12 e K e digerisce per fermentazione la fibra solubile, producendo acidi organici assorbiti ed impiegati ad uso energetico

A fine assorbimento residuano: fibra insolubile, altri residui non digeriti, cellule eliminate dell’epitelio intestinale, batteri, acqua non assorbita.

Tale massa, lubrificata dal muco prodotto dall’epitelio del crasso, costituisce le feci, che vengono accumulate nel retto ed espulse dall’ano.

Tutte le sostanze assorbite dai capillari intestinali, attraverso la vena porta, sono avviate al fegato, ove subiscono importantissimi processi metabolici

Patologie del colon e del retto

Stipsi: causata prevalentemente da sedentarietà e cattive abitudini alimentari, può alla lunga predisporre a problemi più importanti

Diarrea: violenta evacuazione di feci liquide, causata da infiammazioni o parassiti che impediscono il riassorbimento dell’acqua. Nel terzo mondo la diarrea persistente è un’importante causa di mortalità infantile, per la disidratazione che determina.

Page 192: 7 Apparato gastroenterico

Emorroidi: dilatazioni e infiammazioni di una o più vene ano – rettali; si ritiene colpiscano circa metà della popolazione, arrecando fastidi, dolori e/o sanguinamenti

Diverticoli: estroflessioni della parete del colon presenti soprattutto negli anziani

Per varie ragioni possono infiammarsi, originando dolori e/o sanguinamenti

Oltre alla dieta ricca di grassi e povera di fibre, sono fattori di rischio la familiarità e la presenza di polipi intestinali, formazioni inizialmente benigne che possono in seguito degenerare.

Tumori del colon – retto: si manifestano soprattutto nei maschi con 55 – 75 anni di età,rappresentano circa il 15% di tutti i tumori maligni,