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    LEZIONE DI PSICOLOGIA GENERALE

    - Il pensiero e la psicopatologia del pensiero -

    01.04.2014 prof.Bruno

    All’inizio della lezione il professore dice che le lezioni di psicologia generale sono state introdottequest’anno.

    La psicologia generale è una disciplina sperimentale che mette in atto tutta una serie di tecniche nel tentativodi indagare, studiare le funzioni mentali cercando di metterle in relazione con dei corrispettivi fisiologici.Sostanzialmente col nostro comportamento. Lo studio del comportamento può essere fatto negli animali enell’uomo: negli animali è più semplice perché più facilmente osservabile; nell’uomo diventa più complessoperché c’è tutta una serie di variabili che entra in gioco e quindi fa sì che la psicologia focalizzi la suaattenzione sulle funzioni psichiche, quelle funzioni che stanno alla base del nostro modo di comportarci.

    Cosa sono le funzioni psichiche? Sono dei processi mentali o dei processi psicologici che caratterizzano il

    funzionamento della nostra mente. L’obiettivo della psicologia generale è quello di farvi capire più o menoquali e cosa sono le funzioni psichiche e farvi notare quali sono le alterazioni delle stesse.

    La psicopatologia studia le alterazioni delle funzioni psichiche, i comportamenti alterati.La psicologiagenerale studia in generale i comportamenti e le funzioni psichiche nello specifico.

    La psichiatria, spiegata nelle prime lezioni, è un’altra cosa.

     Nell’ambito della psicopatologia possiamo distinguere una psicopatologia descrittiva, una fenomenologia

    ed una psicopatologia evolutiva.

    Quella che utilizzeremo per queste lezioni è sostanzialmente la psicopatologia descrittiva.La psicopatologiadescrittiva descrive, classifica le esperienze, le cognizioni, le emozioni, i comportamenti anomali evitando didare delle spiegazioni; le descrive e basta.La fenomenologia, invece, utilizzando l’empatia cerca dicomprendere gli eventi psichici del paziente, cerca di entrare in relazione con il paziente tramite il metodoempatico e comprendere meglio i perché di questi comportamenti anomali.La psicopatologia evolutiva è invece qualcosa di più complesso e multidisciplinare che studia tutti i processiche intervengono nello sviluppo di un organismo sia normali che anormali.

    Qual è la differenza tra psichiatria e psicopatologia?

    La psicopatologia non ha come scopo quello di curare il paziente, questo è l’ obiettivo principale dellapsichiatria. Lo psichiatra deve fare una diagnosi, individuare il problema dal punto di vista medico e

    prescrivere una terapia per far star meglio il paziente. La psicopatologia non pretende di dare delle rispostealle questioni eziopatogenetiche, la psichiatria ci prova anche se non è detto che ci riesca.

    Di sicuro è meno netto ilconfine tra la normalità e patologia perché non ci sono delle classificazioni bendelimitate come quelle psichiatriche. Nelle prime lezioni abbiamo parlato di DSM, questo manuale statisticoe diagnostico dei disturbi mentali è preso come riferimento per stabilire se una persona ha o meno unapatologia. La possiamo raffrontare alla semeiotica medica: in medicina noi abbiamo sintomi e segni, isintomi sono quelli riferiti dal paziente mentre i segni sono quelli che noi indentifichiamo con l’esameobiettivo. La stessa cosa possiamo fare con la psicopatologia solo che noi parliamo di vissuti ecomportamenti. I vissuti corrispondono ai sintomi, sono quelli che i pazienti vengono a riferirci, fanno partedell’esperienza della persona; i comportamenti sono quelli che noi possiamo osservare durante un esame

    psichico.

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    Definizione pensiero. Noi attraverso dei processi di associazione, correlazione, integrazione, astrazione esimbolizzazione dei dati che ci vengono dall’ esterno, facciamo in modo di relazionarci con il mondo che cicirconda…di arrivare a dei concetti e produrre dei giudizi. Quindi noi dobbiamo acquisire dei dati, elaborarlimediante una serie di processi che ci consentono di farci un’idea di quello che ci sta intorno edeventualmente di giudicare e di conseguenza di muovere il nostro comportamento.

     Attività indispensabili per il processo del pensiero sono: la memoria e l’intelligenza.

    Una volta elaborato il pensiero lo esprimiamo attraverso il linguaggio.

    Cos’è l’ideazione? È quella funzione che mette in relazione le varie idee, dà un ordine formale al corso delpensiero. Premessa: attraverso i contenuti arrivo poi ad una conclusione…questo è un pensiero organizzato!Questo processo prende il nome di ideazione.L’ideazione sottostà a due leggi: del ragionamento e la critica(??). Ilragionamento collega le varie idee secondo delle strutture logiche tramite la deduzione e l’induzione.La deduzione fa sì che da un’idea generale riusciamo ad arrivare ad un’idea particolare; l’intuizione è ilprocesso opposto, dal particolare riusciamo a generalizzare un concetto.La critica ci consente di distinguere

    cosa è vero da cosa è falso, quello che è reale dall’irreale, cosa è giusto da cosa è sbagliato.Questo processodi ideazione si compie attraverso due meccanismi: la capacità di estrazione e il processo di associazione.La capacità di estrazione ci consente di isolare dei dettagli da rappresentazioni comuni e di ricavaredall’esperienza dei concetti autonomi che possiamo applicare a diverse categorie accumunate da queldettaglio.L’associazione è il processo opposto: da un’idea specifica io riesco a ricavare elementi in comune ead allargare e metterli assieme.

    TIPI DI PENSIERO. Esistono diversi tipi di pensiero:- il pensiero fantastico dove la persona crea immagini ed idee che non hanno un riscontro esterno(fantasia positiva) o negano degli eventi esterni (fantasia negativa). Può essere di breve durata.Ex. di fantasia positiva: immagino quello che mi chiederanno all’esame, è una fantasia positivaperché non ho dati esterni e tengo a sperare che chiedano quello che so meglioEx. di fantasia negativa: come avrei potuto evitare un incidente, è una fantasia negativa abbiamo deidati da negare.Anziché essere di breve durata può essere uno stile di vita deliberato. Qui parliamo di pensierodereistico: soggetti timidi, chiusi tendono a fantasticare molto e hanno difficoltà ad entrare in contattocon la realtà. Può essere fuori controllo e prendere il nome di pseudologia fantastica o mentire patologico: il soggetto crea delle idee e le tratta come reali.- Un altro tipo di pensiero è quello immaginativo, è più concreto. La fantasia può essere guidata percostruire dei progetti di vita quotidiana. Resta sempre nei limiti da razionale.Ex. La gestante che pensa al futuro del proprio bambino; lo studente che pensa al futuro lavorativo.

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    Il terzo tipo di pensiero è quello razionale dove si utilizza solo la logica senza altri interventi di alcuntipo. Lo utilizziamo per i problemi che incontriamo tutti i giorni.

    I tre tipi di pensiero possono coesistere, non c’è uso esclusivo di un tipo di pensiero: possiamo averli tutti etre ed utilizzarli in momenti differenti.

    ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO IL PENSIERO. Sono due: il contenuto e la forma.Il contenuto è il messaggio che noi portiamo, una serie di idee che ci permettono di arrivare da presuppostoad una conclusione.La formaè la modalità di codifica, di trasmissione del nostro messaggio.

    Le alterazioni del pensiero possono riguardare il contenuto e la forma in modo separato.

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    DISTURBI DEL PENSIERO – DISTURBI DEL CONTENUTO. Nell’ambito dei disturbi del contenutodobbiamo distinguere le idee prevalenti, le idee ossessive e le idee deliranti (domanda d’ esame!!). Questi tretipi di idea hanno delle caratteristiche differenti e sono importanti da conoscere:1. Idee prevalenti. Sono delle idee che si formano in tendenza di stati emotivi particolarmente intensi.Assumono carattere di priorità rispetto ad altri contenuti mentali, i soggetti tendono a pensare

    sempre a questa cosa e sono pensieri talmente importanti che arrivano a dominare l’intera vitapsichica del soggetto. Hanno durata temporanea o duratura nel tempo. Sono elaborati su eventi reali,questo evento scatena uno stato emotivo particolarmente intenso. Sono comprensibili anche da altri,sono accessibili alla critica e non corrispondono a dei contenuti impossibili o inaccettabili. Quindi c’èuna certa razionalità in questa idea, ma soprattutto riusciamo ad individuare il momento della vitadel soggetto che ha portato allo sviluppo di quest’idea prevalente.

    2. Idee ossessive. Insorgono con un senso di obbligatorietà, di pressione, di vincolo… il soggetto levive come egodistoniche, cioè il soggetto non può scegliere: sa che la sua testa le produce ma non lericonosce come proprie perché non è lui che le vuole pensare. Sono ricorrenti, persistenti, non sonoeliminabili con la volontà o il ragionamento. Il soggetto cerca di resistere a queste idee che sonointrusive, ovvero si inseriscono nella mente del soggetto e causano una marcato stato d’ansia. Egli

    erca di resistere con la volontà ma non ce la fa e allora, nel tentativo di ridurre quest’ansia checonsegue all’idea ossessiva, mette in atto dei comportamenti definiti compulsivi chemomentaneamente riescono a dargli un po’ di sollievo. Così le neutralizzano.

    L’idea ossessiva è diversa dal sentire le voci, quella è un’allucinazione: sentire qualcosa che non c’è.Il soggetto sa di produrre queste idee, ma non vuole produrle, non le vive bene. Questi pensieri sonoprodotti contro la volontà del soggetto stesso: il soggetto riconosce che le idee sono sbagliate ma non può farnulla per bloccarle.Caratteristiche ossessioni: persistenza, ricorrenza, intrusività, incoercibilità, resistenza (non vanno via), lacoscienza di malattia (si rende conto delle idee sbagliate ma non può farci nulla almeno nelle fasi inizialidella malattia)Ex. Impellente necessità di controllare di aver chiuso l’auto parcheggiata pochi minuti prima; aver chiuso laporta di casa, acqua, luce e gas; timore di contrarre malattie toccando maniglie sporche o denaro; paura dipoter far male ad una persona cara. Avere tutto il giorno e tutti i giorni queste idee in testa rappresenta undisagio notevolissimo per la persona. Tutti sentono a volte la necessità di controllare di aver chiuso l’auto, mauna volta...l’idea ossessiva fa si che dopo altri cinque minuti voi siate portati a controllare nuovamente.3. Idee deliranti. Jaspers, uno tra i più noti psicopatologi della storia, ci dà questa definizione: “sonodei falsi giudizi caratterizzati da tre criteri: certezza soggettiva (la straordinaria condizione con cuiquesti falsi giudizi vengono mantenuti dal soggetto), l’incorreggibilità (il soggetto è convinto che lasua idea sia giusta e nonostante ci siano dei dati certi che gli mostrano come l’idea sia sbagliata nonla cambiano) e l’impossibilità del contenuto (la falsità)”.

    Esistono poi definizioni diverse di delirio, che danno ad esempio più importanza alla falsità rispetto agli altri

    criteri. Ma i tre criteri sono gli stessi.Nell’ICD, che invece è il manuale che utilizziamo per fare una diagnosi dal punto di vista medico (percompilare una cartella nei reparti di medicina si utilizzano i codici ICD), non c’ è una definizione di delirio…se ne fa riferimento nelle varie patologie mentali. L’unica cosa che ci dice è che nel disturbo nevrotico (unvecchio inquadramento psichiatrico perché nevrosi e psicosi non si utilizzano più) non c’è ??, potrebbe essereun modo per differenziare i due grossi blocchi di patologie. Questi falsi giudizi possono riguardare lapersona fisica, le relazioni con il mondo, i giudizi e le valutazioni del mondo esterno. Queste sono ledimensioni che ci danno una gravità del delirio: convinzione, estensione, bizzarria, disorganizzazione,risposta affettiva, comportamento delirante. Ovviamente quanto più c’è una certezza soggettiva dell’ideadelirante quanto più il delirio è grave; quanto più questo falso giudizio coinvolge quello che circonda la vitadel paziente tanto più il delirio è grave. Bisogna poi definire quanto quest’idea si discosta dalla cultura del

    soggetto: ci possono essere delle idee che coinvolgono gli aspetti religiosi, ma se il background del paziente èparticolarmente legato a quegli aspetti noi non possiamo parlare di delirio; se invece quest’idea ècompletamente estranea alla cultura del paziente allora possiamo parlare di idea delirante.

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    Noi parliamo di alterazione quando c’è un qualcosa che va fuori dalla norma statistica.DISORGANIZZAZIONE. Bisogna chiedersi: quanto queste idee sono coerenti? che logicità c’è nelcontenuto di questo pensiero? quanto questo falso giudizio coinvolge affettivamente il soggetto che lo stavivendo? quant’è la preoccupazione? c’è un comportamento deviante? Quando c’è un’idea delirante viene

    messo in atto un comportamento deviante: quanto più questo falso giudizio riesce a condizionare ilcomportamento del soggetto quanto più possiamo considerarlo malato.

    Nel delirio riscontriamo delle fasi:- Fase 0: presenza del delirio. Il soggetto in quel momento è delirante, è fortemente convinto di quelloche pensa e non riusciamo a correggerlo.

    - Fase 1: di critica oscillante. Cominciano ad esserci delle fasi di distacco clinico. Non possiamoquantificarlo in termini di tempo. Quando il delirio inizia a ridursi vediamo che dalla totale criticitàpassiamo a delle fasi alternanti dove il soggetto riesce a momenti a staccarsi dall’idea delirante.

    - Fase 2: di critica incongrua. Il distacco comincia ad essere continuo ma il soggetto con capisce diavere una condizione patologica, tende ad attribuire il suo problema a delle cause esterne (‘non è un

    problema mio, ma ci sono state cose che me lo hanno fatto pensare’). In genere queste cause sonoincongrue, non c’è un rapporto di relazione effettivo.

    - Fase 3: di critica congrua. Il soggetto si distacca dall’idea deviante ed inizia ad acquisireconsapevolezza della malattia. (‘quello che ho pensato non è normale, ho un problema’). Peròrievocare questa esperienza ha ancora un coinvolgimento emotivo,

    - Fase 4: della normalità o risoluzione.

    DIFFERENZA TRA IDEA PREVALENTE E DELIRIO (domanda d’esame!!). Per quanto riguarda l’ideaprevalente le differenze stanno nella possibilità di criticare quest’idea e nella consapevolezza di malattia: ilsoggetto, se criticato della sua idea, si rende conto che è sbagliata ed è consapevole di avere un’idea che locondiziona. Nel delirio mancano entrambi questi aspetti.

    DIFFERENZA TRA IDEA PREVALENTE ED IDEA OSSESSIVA. L’idea ossessiva è intrusiva edegodistonica, vi è estraneità nei contenuti.

    CLASSIFICAZIONE DEI DELIRI. È possibile classificare i deliri in diverse maniere.In base alla derivabilità possiamo distinguere:- un delirio primario. È un’esperienza originaria inderivabile, non riusciamo ad identificare unmotivo che l’ha fatto venir fuori.

    - un delirio secondario. È un’idea deliroide che ha qualche situazione scatenate (affetti, situazioniumilianti e sconvolgenti, altri vissuti fisiopatologici).

    In base al rimedio di plausibilità:- delirio bizzarro. È un’idea del tutto impossibile.Ex. Affermazioni come: “durante un intervento di ernia mi hanno inserito un microchip percontrollare i miei movimenti”. Obiettivamente è un contenuto alquanto inverosimile, se al pazientemostro un’ecografia a dimostrazione del contrario non si convince del contrario ed insiste dicendoche l’ecografo è stato modificato (questa è l’ incorreggibilità).

    - delirio non bizzarro. È un’idea sbagliata che dal punto di vista teorico è possibile che si realizzi.Ex. Il soggetto ha un delirio di persecuzione: “ sono convinto che il mio vicino mi spii perché vuolefarmi del male”. Dal punto di vista teorico questo è possibile, ma non è vero.

    In base al livello di complessità e la persistenza nel tempo:- delirio sistematizzato. È duraturo e sempre coerente nel tempo. Ex. Un delirio di persecuzione dura

    nel tempo ma rimane un delirio di persecuzione, non cambia il tipo di idea.- non sistematizzato. I contenuti possono variare nel tempo e sono scarsamente correlati tra di loro.

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    Ex. Il soggetto può inizialmente avere un delirio di persecuzione che poi diviene di gelosia e dopoancora mistico.

    TIPI DI DELIRIO – DELIRI PRIMARI

    1. Percezione delirante. Si riferisce ad una percezione reale alla quale, senza un motivo comprensibile,viene attribuito un significato eccessivo in genere di autoriferimento. Abbiamo due stadi: dapprimapercepiamo l’oggetto che diviene significativo e poi questo oggetto viene investito da un significatodelirante, senza senso ed eccessivo. I passaggi possono avvenire anche a distanza di anni.Ex. Un paziente era convinto che la sua mente fosse controllata da un congegno elettronico. Cinqueanni prima alzando la cornetta del telefono aveva sentito un insolito ‘bip’, da questa percezione realesviluppa nel corso degli anni un’idea delirante.

    2.Intuizione delirante. Condizione falsa o impossibile che compare all’improvviso senza che ilpaziente riesca a darne una spiegazione. Quindi mentre nella percezione delirante c’è unapercezione reale che viene investita da un significato abnorme, qui l’intuizione delirante avviene aciel sereno.

    3. Atmosfera delirante. Sensazione che stia per succedere qualcosa, che il mondo stia cambiando, chetutto sia diventato pericoloso, sconosciuto. Il soggetto si sente coinvolto in queste trasformazioni.Questo tipo di delirio primario determina una angoscia notevole nel soggetto, che non riesce bene adidentificare da dove dovrebbe arrivare il pericolo. C’è questo stato di tensione ed allerta. In genere èla modalità di esordio di un delirio strutturato: voi iniziate come atmosfera delirante e poi nel tempoquesta va concretizzarsi in un delirio ben preciso. Nel momento in cui si struttura il deliroparadossalmente il soggetto riduce l’angoscia e l’ansia perché riesce ad individuare in modo piùfacile il problema: passa da una sensazione in cui tutto sta cambiando e può essere pericoloso a undelirio strutturato in cui individua il responsabile e sa eventualmente come difendersi. In questopassaggio c’è una sorta di sollievo.

    4. Ricordi deliranti. Avvenimenti passati che vengono spiegati in maniera delirante.

    TIPI DI DELIRIO – DELIRI SECONDARI. Sono:1. Interpretazioni deliranti. Sono il tentativo di dare una spiegazione ad esperienze abnormi.Ex. Il paziente ha delle allucinazioni di tipo minaccioso e di conseguenza struttura su questeallucinazioni un delirio di persecuzione.

    2. Elaborazioni deliranti. Derivano in genere da un delirio primario. Ex. Delirio di persecuzione: ilsoggetto pensa di essere controllato e struttura l’elaborazione delirante dicendo che i servizi segretilo controllano.

    3. Deliri olotipici. Correlati in genere ad uno stato affettivo alterato. Ex. Il depresso che sviluppa deideliri di colpa e di rovina. Non infrequentemente sono collegate alla situazione economica: il

    soggetto dice che i problemi economici stanno mandando allo sfascio la famiglia mentre parlandocon i familiari si viene a sapere che non c’è tutta questa preoccupazione.4. Deliri caratterogeni. Dove c’è una certa vulnerabilità di base che porta allo sviluppo di un deliriocorrelato a questo tratto peculiare del soggetto.Ex. Soggetti sensitivi che percepiscono cose che gli altri non riescono a sentire.

    TEMATICHE DEI DELIRI. Sono:1. Pericolo dell’integrità fisica del soggetto. Deliri di persecuzione, di veneficio, di influenzamento, diriferimento, di rivendicazione.Di persecuzione: convinzione che qualcuno voglia far del male.Di veneficio: convinzione di essere avvelenati.

    Di influenzamento: le idee sarebbero influenzate da qualcuno all’esterno che dice al soggetto cosafare e pensare.

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    Di riferimento. Va differenziato da quello di persecuzione. Il soggetto è convinto che eventi esterni,che sono del tutto indipendenti, facciano riferimento alla persona. Ex. convinzione di essere derisi daestranei passeggiando per strada.Di rivendicazione. Il soggetto è convinto di aver subito un’ingiustizia e quindi cerca di farsi giustiziao tramite vie legali o tramite comportamenti antisociali. Il soggetto ha subito un torto, stiamo

    parlando di idee deliranti del tutto prive di fondamento.2. Deliri espansivi.Di grandezza-megalomanico. Il soggetto è convinto di aver fatto qualcosa di importante, di essereparticolarmente potente. Genealogico. Il soggetto è convinto di discendere da un personaggiofamoso.

    3. Deliri depressivi.4. Ipocondriaci. I più frequenti. Il soggetto è convinto di avere una malattia che non c’è, nonostantetutti gli accertamenti.

    5. Di colpa. Il soggetto è convinto di aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver danneggiato qualcuno.6. Di rovina. Detto prima.7. Di negazione. Il paziente nega l’esistenza della propria realtà corporea o di quella esterna. Ex. Il

    soggetto arriva a dire di non avere il sangue nelle vene oppure di non andare di corpo perché non hapiù l’intestino.

    8.A tema sessuale.

    9. Domanico. Convinzione di essere amato da una persona di ceto sociale superiore.10.Di gelosia. Convinzione che il partner tradisca. Questo va sempre indagato non col partner ma con ifamiliari.

    11.Deliri mistici. Convinzione di essere in contatto, in comunicazione con una divinità. Ex. “Io sonoqui perché Dio mi ha incaricato di scendere sulla terra e salvare il mondo”.

    12.Deliri rari o inusuali.Di negazione. È raro e non è facile curarlo perché sono dei deliri particolarmente resistenti.Di pregiudizio. È una variante di quello di persecuzione.Il Koro. Caratteristico di alcune culture orientali, è il delirio che il pene si riduca sempre di più fino ascomparire.Sindrome di Capgras. Convinzione che un familiare sia stato sostituito da una copia esatta. Ex. Unadonna chiede spiegazioni riguardo lo ‘sconosciuto’ che conduce i familiari a farle visita, che apre lelettere del marito e paga i conti. La signora ammette la somiglianza dell’uomo col marito, ma non loriconosce come tale.Sindrome di Fregoli. Sindrome opposta a quella di fapcas in cui un estraneo viene considerato unfamiliare.Intermetamorfosi. Convinzione che una persona familiare sia stata trasformata psicologicamente efisicamente in uno sconosciuto.

    Dei doppi soggettivi. Convinzione che un’altra persona sia stata trasformata in sé.Sindrome di Ekbom. Delirio di infestazione, di essere infestati da microrganismi INvisibili ad occhionudo che in realtà non ci sono. Il soggetto avverte una sensazione cutanea.Follia 2. Il delirio si trasferisce da una soggetto (soggetto principale) ad una o a più persone chevivono a stretto contatto col principale. All’ interno della follia 2 abbiamo una follia imposta: ilsoggetto trasmette il delirio ad una persona che fino a quel momento non ha alcuna patologia, ingenere socialmente svantaggiata, pseudocondizionata in un certo senso. Quando le persone vengonoallontanate il delirio dell’associato in genere si risolve mentre persiste quello del soggetto principale;nella follia comunicata il delirio dell’associato si mantiene anche dopo la separazione; follia indotta, unsoggetto psicotico che al suo delirio va ad aggiungere i deliri di altri; follia simultanea, due o piùpersone, simultaneamente, sviluppano lo stesso delirio.

    DISTURBI DEL PENSIERO - DISTURBI FORMALI DEL PENSIERO. La forma del pensiero è data dallaquantità e dalla velocità dei contenuti relativi, dalla coerenza dei nessi che legano questi contenuti e

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    dall’espressione del linguaggio. Quindi di solito c’è una premessa, un flusso di idee che porta ad unaconclusione attraverso il passaggio tra concetti intermedi. Quando questa struttura è alterata parliamo didisturbi della forma del pensiero. Questo può riguardare la strutturazione in sé del pensiero, l’associazionedelle idee e anche il linguaggio.

    Sono i tre momenti di alterazione della forma del pensiero: disturbi della velocità dei contenuti relativi, disturbi dei nessiassociativi, disturbi del linguaggio.

    DISTURBI DELLA VELOCITA’ DEI CONTENUTI RELATIVI. Sono diversi:- Accelerazione delle idee. C’è un aumento della velocità associativa: per arrivare dalla premessa allaconclusione il soggetto utilizza molti più passaggi di quelli che normalmente si utilizzano. Dal puntodi vista pratico abbiamo un eloquio logorroico, il soggetto tenderà a parlare di più fino ad arrivarealla ‘fuga delle idee’: le idee passano talmente veloci che il soggetto non riesce nemmeno a dirletutte. I nessi associativi non sono completamente persi nell’accelerazione delle idee, ma nella fugadelle idee si.Ex. Stati di euforia, di ansia se lieve, episodi maniacali.

    -Rallentamento o bradipsichismo. La velocità di pensiero è ridotta, il flusso delle idee è difficoltosoma c’è una logica, c’è una coerenza. Ovviamente la conseguenza sarà un eloquio poco fluente con untempo di risposta rallentato. Può arrivare fino al blocco loquace, il soggetto non parla.Ex. Depressione, ritardo mentale, schizofrenia.

    - Impoverimento. Riduzione sia dal punto di vista quantitativo (dei contenuti) che qualitativo (dellaforma). Riusciamo avere dal soggetto poco informazioni, le risposte saranno brevi e sintetiche.Ex. Demenza.

    DISTURBI DEI NESSI ASSOCIATIVI. Quando è alterato il legame tra le varie idee. Sono:- Circostanzialità.I soggetti rispondono mettendo tutta una serie di dettagli inutili. Arrivano ad unacorretta conclusione, ma per arrivarci ci danno informazioni che non servono. Questo determina unrallentamento dell’ideazione.

    - Tangenzialità. È un termine che deriva dalla geometria: il soggetto passa lateralmente e per arrivarefa tutta una serie di discorsi tramite dei contenuti che sono marginali, che non sono effettivi. Arrivaad una conclusione che non è centrata in pieno, ma appunto marginale.

    - Deragliamento. Il soggetto inizia a rispondere alla domanda in modo totalmente incongruo quindinon arriverà mai alla conclusione. Egli passa da un tema di pensiero ad un altro e molte volte questitemi di pensiero sono totalmente slegati tra loro, quindi si perde la capacità di arrivare ad unaconclusione del discorso.

    - Blocco. Il flusso del pensiero si blocca bruscamente e non porta da nessuna parte.- Dissociazione. I vari contenuti non sono legati tra loro da nessi associativi congrui, i nessi associativi

    sono o rallentati (??) o totalmente persi, nemmeno qui si riesce ad arrivare alla fine del discorso. Cisono : sconnessione, bizzaria, caos dei pensieri e il discorso risulta in linea di massimaincomprensibile.

    - Illogicità. Il soggetto non arriva alla conclusione, però procede attraverso dei processi logici: sonosbagliati i concetti, ma i concetti sono tra loro congruenti.

    - Perseverazione. Il soggetto in modo stereotipato ripete parole ed idee pronunciate poco prima, tornaindietro su quanto detta. Arriva in modo coerente alla fine del discorso, ma in modo rallentatoperché deve dire e ridire le stesse cose.

    DISTURBI DEL LINGUAGGIO. Sono:- Assonanze. Le parole vengono scelte in base al suono e non in base al significato. Ex. Soggetti in fase

    maniacale- Ecolalia. Si tendono a ripetere le parole dette dall’altro interlocutore.

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    - Neologismi. Creazione di vocaboli che non esistono, in genere hanno significato solo per chi lopronuncia.

    Al termine della lezione il professore ci invita a leggere delle diapositive, sono delle scannerizzazioni di unalettera scritta da una persona che in momento non era un paziente in cura. Nelle quattro pagine mostrate la

    persona ha espresso in forma scritta i suoi pensieri… non ci sono nessi associativi! La persona ha underagliamento, una fuga delle idee, perché scrive i suoi pensieri sconnessi.

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