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7 rischio sismico - Comune di Brescia - Portale istituzionale · 3 7. Rischio sismico 7.1 Premessa Il Comune di Brescia, ai sensi dell’ordinanza del Ministero dell’Interno 12.06.1998

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7. Rischio sismico .................................................................................................. 3 7.1 Premessa............................................................................................................3 7.2 Classificazione sismica.......................................................................................3 7.3 Normative tecniche .............................................................................................8 7.4 Microzonazione sismica......................................................................................9 7.5 P.O.S. per Rischio Sismico ..............................................................................12 7.5.1. Premessa .........................................................................................................12 7.5.2 Attivazione del Sistema comunale di protezione civile .... ................................13 Allegato A1 .........................................................................................................................18 Allegato A2 .. ......................................................................................................................19 Allegato REG A .................................................................................................................23

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7. Rischio sismico

7.1 Premessa

Il Comune di Brescia, ai sensi dell’ordinanza del Ministero dell’Interno 12.06.1998 n. 2788, è

stato individuato tra i Comuni ad elevato rischio sismico. Tale individuazione1 non costituisce,

tuttavia, dichiarazione di sismicità ai sensi e per gli effetti dell’art. 3 della legge 2 febbraio

1974, n. 64 (Legge sismica nazionale): infatti, sulla base del D.M. 5 marzo 19842, riguardante

l’individuazione delle zone sismiche della Regione Lombardia, il territorio del Comune di Bre-

scia risulta escluso dalla perimetrazione delle aree soggette a tale rischio.

7.2 Classificazione sismica

La figura di seguito riportata, estratta dall’Atlante della Classificazione Sismica prodotto dal

Servizio Sismico Nazionale,3 evidenzia l’attuale classificazione dei Comuni della Lombardia.

Atlante della Classificazione Sismica – Lombardia ( Fonte: Servizio Sismico Nazionale)

E’ bene comunque ricordare quanto evidenziato dal Prof. Pier Luigi Vercesi nello Studio Geo

1 L’individuazione di Brescia come comune ad elevato rischio sismico ai sensi dell’ordinanza del Ministero dell’Interno 12.06.1998 n. 2788 è unicamente collegata a provvedimenti economici e a sgravi fiscali previsti dalla legge n. 449/’97 (Legge Finanziaria) 2 D.M. 5 marzo 1984 “Dichiarazione di sismicità di alcune zone della Regione Lombardia”: con questo provvedi-mento il Ministro dei Lavori Pubblici, di concerto con il Ministro dell’Interno, ha dichiarato sismiche, ai sensi e per gli effetti della legge 2 febbraio 1974, n. 64 e con il grado di sismicità S = 9, le zone della Regione Lombardia comprendenti i territori di 32 comuni della Provincia di Brescia. 3http://www.serviziosismico.it/

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logico4 di Brescia: osservando la distribuzione degli epicentri sismici in epoca storica5il territo-

rio cittadino, secondo gli studi più recenti, ricade all’interno di una delle zone maggiormente

sismiche della Lombardia, essendo la città collocata in corrispondenza di due allineamenti si-

smici ben evidenti.

Il primo di questi due allineamenti corre lungo il limite della pianura alluvionale mentre il se-

condo va dalla stessa Brescia fino all’alto Garda passando per Salò e per il Monte Baldo.

Oltre a queste due direttici sismiche di semplice individuazione nel bresciano e nelle zone li-

mitrofe si rilevano anche una serie di epicentri sismici sparsi.

Lo studio geologico su indicato riporta, inoltre, i principali eventi sismici noti che hanno inte-

ressato in tempi storici la città di Brescia e precisamente: anno 1065 (magnitudo M=5,2), an-

no 1117 (M=6,5), anno 1222 (M=5,9/6,8), anno 1471 (M=4,2), anno 1521 (M=4,4), anno 1540

(M=4,4), seconda metà del seicento (M=5,7).

I dati relativi all’intensità di tali fenomeni vanno comunque presi in considerazione con la do-

vuta cautela, come tutti quelli relativi ad eventi di epoche storicamente lontane che sono rico-

struibili solo sulla base di informazioni incerte e solo raramente attendibili.

In particolare la magnitudo del terremoto del 1222 (M=6,8), di intensità paragonabile a quella

del terremoto di Messina del 1908, sembrerebbe sovradimensionata, anche alla luce di studi

recenti.

Il Dott. Giuseppe Berruti (Fondazione Bresciana per la ricerca Scientifica) ha recentemente pubblicato uno studio6 relativo agli effetti del terremoto che colpì la città di Brescia nell’anno 1222 con epicentro nella zona nord orientale dell’abitato. Nello studio, così come evidenziato dall’autore, «…. sono stati presi in considerazione solamente i danni prodotti (o che si può ragionevolmente presumere siano stati prodotti) dal terremoto nell’area ur-bana, sulla base delle indicazioni contenuti nelle fonti, danni relativi a edifici o strutture edificate in ge-nere. Non sono invece presi in esame i semplici riferimenti al sisma che non danno conto degli effetti reali arrecati dall’evento…….» A tal proposito si riporta nella pagina seguente la mappa della città (fine sec. XII ), nella quale sono stati evidenziati gli edifici del centro storico colpiti dal sisma del 1222. (Elaborazione Dott. A. Breda)

4 Lo Studio Geologico è stato redatto dal Prof. Pier Luigi Vercesi - Geologo - e prodotto al Comune nell’anno 1996 in occasione della revisione del Piano Regolatore Generale 5 Dati desunti dai Cataloghi Terremoti del C.N.R. e dell’ENEL. Fonte: Studio Geologico del Prof. Pier Luigi Vercesi. 6 Il terremoto di Brescia del 1222 -Annali Queriniani III . 2002- Casa Editrice Grafo.

5

1. Monastero e Chiesa di S. Faustino “ad Sanguinem”. 2. Palazzo Vescovile. 3. Cattedrale di S. Pietro de Dom. 4. Battistero di S. Giovanni.

Edifici del centro storico di Brescia (fine sec. XII ) colpiti dal sisma dell’anno 1222 (Fonte: Il terremoto di Brescia – Dott. Giuseppe Berruti – Elaborazione Dott. Andrea Breda – Annali Queriniani III 2002. Casa editrice Grafo) Sulla base degli elementi emersi nella succitata ricerca Berruti ritiene sostenibile che gli effetti del si-sma nella città consentano di stimare un’intensità compresa tra l’VIII e il IX MCS.

6

E’ di seguito riportato uno stralcio della carta relativa alla “Massima intensità macrosismica ri-

sentita in Italia” (1995) realizzata a cura dell’Istituto Nazionale di Geofisica: da essa si evince

che l’intensità massima dei terremoti verificatisi in epoca storica nell’area di Brescia è stata

del IX grado della scala MCS.

Estratto della Carta della Massima Intensità Macrosi smica (Fonte: Istituto nazionale di Geofisica)

Va evidenziato che anche il Piano Provinciale di protezione civile approvato nell’anno 1998

dalla Prefettura di Brescia, ritiene l’intero territorio provinciale soggetto a rischio sismico di va-

ria intensità (con maggiore probabilità nella parte est-sud-est della Provincia, in corrispon-

denza della sponda ovest del Lago di Garda e nella parte sud-ovest tra Chiari ed Orzinuovi).

La Commissione Nazionale di Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi ha dato mandato

nel 1997 al Servizio Sismico Nazionale di costituire un gruppo di lavoro per la formulazione di

una proposta di riclassificazione sismica del Territorio Italiano.

Il gruppo, recependo lo stato dell’arte delle conoscenze sulla pericolosità sismica, nel 1998 è

arrivato alla formulazione di una ipotesi di riclassificazione.

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Proposta di Riclassificazione Sismica. Estratto (Fonte: Servizio Sismico Nazionale)

Così come desumibile dall’estratto cartografico sopra riportato il territorio comunale, secondo

la proposta di nuova classificazione, risulta soggetto ad un rischio sismico di terza categoria .

Nell’estratto cartografico sotto riportato si mostra, invece, il livello di pericolosità sismica del

comune in 50 anni.

Estratto della Carta di Pericolosità Sismica -Intensit à macrosismica (scala MCS) con una probabilità di su -

peramento del 10% in 50 anni (periodo di ritorno di 475 anni). Valori riportati ai capoluoghi comunali .

(Fonte: Servizio Sismico Nazionale – Albarello et al., 2000)

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7.3 Normative tecniche

Con propria ordinanza n. 3274 in data 20 marzo 20037 il Presidente del Consiglio dei Ministri

affidava alle Regioni il compito di individuare, formare ed aggiornare l’elenco delle zone si-

smiche del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica.

L’ordinanza, nata dall’esigenza di dare una risposta rapida alle urgenze poste dal rischio si-

smico, visto il ripetersi di eventi sismici calamitosi nel territorio italiano, è intervenuta diretta-

mente sulla classificazione sismica e sugli strumenti per progettare e costruire meglio, ossia

sulle norme tecniche per le costruzioni in zona sismica, dando disposizione ai Comuni di indi-

viduare gli edifici ed opere particolarmente vulnerabili per i quali programmare specifiche veri-

fiche di approfondimento o interventi di miglioramento antisismico.

L’ordinanza, inoltre, riporta le nuove norme tecniche attuative per le costruzioni in zone sismi-

che e, precisamente:

- le “Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l’adeguamento sismico degli edifici”;

- le “Norme tecniche per il progetto sismico dei ponti”;

- le “Norme tecniche per il progetto sismico di opere in fondazione e di sostegno dei ter-

reni”.

Secondo la proposta di riclassificazione, elaborata dal Dipartimento della Protezione Civile, lo

scopo della “classificazione sismica è quello di definire, tramite la suddivisione in zone omo-

genee del territorio nazionale, le azioni sismiche di progetto che portino ad una sostanziale

uniformità sia nei riguardi del livello di danno accettabile per sismi di modesta severità (con

ricorrenza di circa 70 anni), sia nei riguardi della sicurezza nei confronti di eventi di eccezio-

nale severità (con ricorrenza superiore ai 500 anni), che possono mettere a rischio la pubbli-

ca incolumità”.

In attuazione della suddetta ordinanza, la Giunta Regionale, con propria deliberazione n.

7/14964 in data 7 novembre 2003, formalizzava la nuova collocazione del territorio del Co-

mune di Brescia in zona 3 , attivando, con successiva D. Dirig.n. 19904 in data 21 novembre

20038, le procedure per l’individuazione degli “edifici di interesse strategico e delle opere in-

frastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le

finalità di protezione civile”.

L’attività di monitoraggio e raccolta dati è stata completata ad opera del Servizio Protezione

Civile per la successiva trasmissione alla Regione Lombardia dei dati rilevati.

Il territorio del Comune di Brescia, già classificato a rischio sismico di terza categoria, è da in-

tendersi appartenente alla zona 3 , ai sensi dell’O.P.C.M. 20.3.2003 n. 3274 che corrisponde 7 Ordinanza Presidenza Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003, n. 3274 “Primi elementi in materia di criteri ge-nerali per la classificazione sismica del territorio nazionale di normative tecniche per la costruzione in zona sismi-ca” 8 D.Dirig. 21 novembre 2003, n. 19904 “Approvazione elenco tipologie degli edifici e opere infrastrutturali e pro-gramma temporale delle verifiche di cui all’art. 2, commi 3 e 4, dell’O.P.C.M. n. 3274/2003, in attuazione della de-lib. G.R. n. 7/14964/2003”

9

ad una classificazione di “bassa sismicità”, come evidenziato dalla Nota esplicativa 4.6.2003

dell’ordinanza.

7.4 Microzonazione sismica

Per approfondire la conoscenza del rischio sismico a cui è soggetto il territorio cittadino il

Servizio Protezione Civile ha promosso uno studio finalizzato ad una microzonazione9 sismi-

ca del comune di Brescia; tale studio, prodotto nel settembre 200210, ha per oggetto la “rispo-

sta sismica locale” (RSL) intesa come l’azione di filtro e d’amplificazione esercitata localmen-

te dagli strati più superficiali del terreno sovrapposti ad un basamento roccioso.

Tali strati possono infatti modificare l’effetto del moto sismico sulle costruzioni che vi insistono e porta-re di conseguenza, a parità di altre condizioni, a maggiori danneggiamenti rispetto ad altri edifici loca-lizzati su formazioni geologiche diverse. Ai fini della riduzione del rischio sismico è importante, quindi, individuare le aree di una determinata re-gione caratterizzate da una stessa risposta di sito, in cui si possono riscontrare analoghe ampiezze e frequenze (o periodi) di oscillazioni del suolo.

Per la realizzazione dello studio di cui sopra, sono state effettuate:

- misurazioni dirette in situ di microtremori (registrazioni strumentali);

- stima dell'amplificazione delle onde sismiche in superficie mediante modellazioni teori-

che (codici di simulazione numerica).

La carta di sintesi di cui all’allegato grafico 9 dello studio (di seguito è riportato uno stralcio di

tale allegato) evidenzia le aree cittadine a diverso livello di pericolosità locale. Nella carta è in

pratica rappresenta l’azione di filtro e d’amplificazione esercitata dalla geomorfologia del terri-

torio.

E’ bene sottolineare che l’allegato 9 citato non visualizza il pericolo sismico in termini di valo-

re assoluto: per ottenere, infatti, il livello di pericolosità occorrerà incrociare i dati dello studio

(meglio, se implementati da studi geotecnici di dettaglio) con quelli della pericolosità di base,

ai quali si è fatto riferimento in precedenza.

9 La microzonazione sismica di un territorio fornisce indicazioni utilizzabili sia nella pianificazione urbanistica che nella progettazione di manufatti; è, però, necessario evidenziare che il lavoro rappresenta un primo passo per la conoscenza del rischio sismico: necessita, quindi, per un approfondimento, dell’effettuazione di ulteriori studi e re-perimento di dati geologici di dettaglio. 10 Lo studio, redatto dalla Dott.ssa Geol. Carola Di Alessandro e dall’Ing. Sergio Trapenscovino, è depositato presso il Servizio Protezione Civile del Comune. In Appendice 2 dl Piano è riportato un estratto dello studio e la re-lazione allegata agli atti del convegno del 28 febbraio 2003 Concetti base relativi alle metodologie per la valutazio-ne del rischio sismico e studi finalizzati alla microzonazione sismica della città di Brescia. (il convegno è stato or-ganizzato dal Comune di Brescia – Settore Sicurezza Urbana e Protezione Civile in collaborazione con il Diparti-mento della Protezione Civile – Ufficio Servizio Sismico Nazionale e L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Brescia).

10

Per l’elaborazione invece di una vera e propria mappa di rischio sismico del territorio comu-

nale è necessario rapportare i dati del presente lavoro a dati di vulnerabilità degli edifici11 ai

fattori di esposizione.12

Estratto dell’Allegato 9 allo studio finalizzato ad una Microzonazione Sismica del Comune di Brescia.

(Dott.ssa Geol. Carola Di Alessandro e dall’Ing. Sergio Trapenscovino)

In sintesi per una corretta valutazione dello scenario (inteso come valutazione preventiva del

danno relativo alla popolazione, strutture abitative e produttive, infrastrutture, patrimonio am-

bientale e culturale) al verificarsi dell’evento di riferimento, è indispensabile effettuare:

1. l’individuazione degli eventi di riferimento, ovvero gli eventi sismici di diversa gravità che

possono interessare il territorio comunale;

2. lo studio degli effetti locali, ovvero delle condizioni geologiche e morfologiche che pos-

sono far variare notevolmente i parametri del terremoto al sito;

3. la conoscenza della vulnerabilità dei beni esposti (edifici, infrastrutture viarie, tecnologi-

che, produttive, etc.)

4. la conoscenza dell’esposizione.

11 La vulnerabilità di una struttura è la sua tendenza a subire un danno in seguito a un terremoto 12 L’esposizione esprime il valore delle perdite associate al danno causato dal terremoto: si tratta di perdite eco-nomiche, artistiche, culturali, ma anche di vite umane, di feriti e di senzatetto

11

La valutazione rigorosa degli scenari, pertanto, richiede l’attuazione di specifici studi di una

certa complessità che andranno ad integrare quelli già prodotti e disponibili.

Anche se, come già richiamato in premessa, il territorio del Comune di Brescia non risulta in-

cluso nella perimetrazione delle aree soggette a rischio sismico e, allo stato attuale, non è

stata completata la valutazione dello scenario di riferimento, si è voluto comunque predispor-

re le procedure operative (riportate nella sezione 4) finalizzate a garantire, per quanto di

competenza del Comune, la prima risposta ordinata degli interventi in emergenza, nonché

l’eventuale successivo coordinamento con le altre autorità di protezione civile, così come sta-

bilito dall’art. 15 della L. 225/92.

Dopo aver sottolineato la necessità di una approfondita conoscenza del territorio cittadino,

per determinare lo scenario di rischio si ritiene, in considerazione del fatto che è dato appura-

to che i terremoti tendono sistematicamente a ripetersi nel tempo, altrettanto importante evi-

denziare che gli attuali studi non consentono di stabilire quando un terremoto avrà luogo at-

traverso l’ausilio di precursori a medio–breve termine.

12

7.5 P.O.S. per Rischio Sismico.

7.5.1 Premessa

L’individuazione dello scenario di rischio sismico, cosi come esposto nello specifico capitolo

della prima sezione del piano, presuppone:

1) l’individuazione degli eventi di riferimento, ovvero gli eventi sismici di diversa gravità che

possono interessare il territorio comunale;

2) lo studio degli effetti locali, ovvero delle condizioni geologiche e morfologiche che pos-

sono far variare notevolmente i parametri del terremoto al sito;

3) la conoscenza della vulnerabilità dei beni esposti (edifici, infrastrutture viarie, tecnologi-

che, produttive, etc.)

4) la conoscenza dell’esposizione.

Allo stato attuale non tutti gli elementi necessari alla valutazione di detto scenario sono noti;

peraltro il territorio del Comune di Brescia non è incluso nelle aree soggette ad elevato rischio

sismico. In merito, con propria ordinanza n. 2374 in data 20 marzo 2003 il Presidente del

Consiglio dei Ministri affidava alle Regioni il compito di individuare, formare ed aggiornare

l’elenco delle zone sismiche del territorio nazionale ed, in attuazione della suddetta ordinan-

za, la Giunta Regionale della Lombardia, con propria deliberazione n. 7/14964 in data 7 no-

vembre 2003, formalizzava la nuova collocazione del territorio del Comune di Brescia in zona

3.

Va inoltre evidenziato che gli attuali studi non consentono ancora di stabilire quando un ter-

remoto avrà luogo, attraverso l’ausilio di precursori a medio – breve termine.

Nel documento Criteri di Massima per la Pianificazione Comunale di Emergenza13, elaborato

congiuntamente dal Dipartimento della Protezione Civile e dal Servizio Sismico Nazionale, si

sottolinea che i terremoti sono eventi naturali che non possono essere evitati né previsti.

D’altro canto, se non è possibile porre in atto azioni per contrastare il terremoto, si possono

avviare strategie14 indirizzate alla mitigazione dei suoi effetti, come, ad esempio, la disponibi-

13 Il documento, prodotto nell’anno 2001, è stato indirizzato ai Sindaci dei Comuni d’Italia soggetti a rischio sismico e stabilisce le linee generali dell’organizzazione del sistema locale di protezione civile. 14 Si riportano, per completezza, anche le altre strategie indirizzate alla mitigazione del rischio che il documento Criteri di Massima per la Pianificazione Comunale di Emergenza indica come le più efficaci: − la conoscenza dei parametri di rischio; − l’adeguamento degli strumenti urbanistici; − la riduzione della vulnerabilità degli edifici esistenti; − la costruzione di edifici nel rispetto delle vigenti “norme tecniche per le costruzioni in zona sismica”; − la formazione del personale (del Comune, delle amministrazioni pubbliche e del volontariato) in materia di

protezione civile; − l’informazione alla popolazione;

13

lità di un “piano comunale di emergenza” per la gestione gli interventi di soccorso ed assi-

stenza alla popolazione.

E’ in tale generale contesto (soprattutto con i limiti di valutazione dell’evento sopra evidenzia-

ti) che sono state predisposte le procedure operative di seguito riportate; esse sono finalizza-

te a garantire comunque, per quanto di competenza del Comune, la prima risposta ordinata

degli interventi in emergenza nonché l’eventuale successivo coordinamento con le altre Auto-

rità di protezione civile così come stabilito dall’art. 15 della L. 225/9215.

7.5.2 Attivazione del Sistema comunale di protezion e civile.

A seguito di anomala attività sismica16 che possa prefigurare uno stato di allarme è immedia-

tamente attivato il Sistema comunale di protezione civile nella sua globalità.

Al manifestarsi dell’evento la Centrale Operativa del Corpo di Polizia Municipale procede

immediatamente a:

- informare il Sindaco e:

- il Responsabile del Settore Sicurezza Urbana, Protezione Civile e Commercio;

- il Comandante del Corpo di Polizia Municipale;

- il Funzionario comunale reperibile di protezione civile;

- il Responsabile del Nucleo comunale di protezione civile;

- il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;

- la Sala operativa del SSUEm 118;

- la Sala telecontrollo del Gruppo A.S.M. Brescia S.p.A. (attiva 24/24 h).

- disporre per l’immediato monitoraggio del territorio cittadino mediante l’impiego del

personale del Corpo di Polizia Municipale al fine di dimensionare l’evento sia in termini

di estensione territoriale che della rilevazione di eventuali danni.

Quanto su esposto si attua durante gli orari di attività della Centrale Operativa17. Negli orari in cui pres-so la sede del Corpo di Polizia Municipale vi è il solo servizio di piantone, le procedure iniziali su de-scritte dovranno essere espletate dagli addetti al servizio di piantone stesso.

− l’organizzazione e la promozione di periodiche attività addestrative. 15 Il Piano prevede infatti l’utilizzo di risorse locali tenendo conto che, in emergenza, vale sempre il principio di sussidiarietà citato a pag. 4. 16 Non potendo contare sui dati forniti da una rete sismografica, risulta difficile quantificare oggettivamente il livello di “anomalia” dell’attività sismica se non attraverso gli “effetti” che tale evento produce. Per effetti non ci si riferisce solamente ai possibili danni diretti causati dall’evento ma anche a quelli emozionali; si pensi, a titolo d’esempio, all’evento sismico del 13 novembre 2002 che ha coinvolto anche il territorio cittadino: in tale occasione il terremoto, pur non provocando alcun danno a persone e cose, determinò (anche a causa dell’onda emotiva che ha seguito i tragici eventi legati al sisma molisano di fine ottobre 2002) una vera e proprie crisi del sistema scolastico. 17 L’organizzazione del lavoro prevede che la forza organica dei componenti del Corpo di Polizia Municipale sia divisa in n. 4 squadre che espletano la loro attività con turnazioni predefinite. Ogni giorno n. 1 squadra si trova in riposo di turno e le altre restanti n. 3 garantiscono tutti i servizi istituzionali con una copertura oraria giornaliera

14

Il Sindaco provvede a:

- convocare18 il Comitato;

- rapportarsi con il Prefetto e con il Presidente della Giunta Regionale.

In attesa del funzionamento a pieno regime del Comitato, il Funzionario comunale reperibi-

le di protezione civile , provvede a:

- disporre per l’attivazione della Sala Operativa;

- acquisire, se le notizie pervenute dal personale del Corpo di Polizia Municipale già pre-

sente sul territorio non sono sufficienti, ulteriori elementi di merito circa il dimensiona-

mento del fenomeno attraverso una sistematica rilevazione della situazione (danni a

persone, danni a cose, danni a manufatti, etc.), impiegando :

- il Nucleo comunale di protezione civile;

- il personale e le altre risorse del Comune;

- rapportarsi con la Prefettura, l’ufficio Regionale di Protezione Civile, il Comando Provin-

ciale dei Vigili del Fuoco, A.S.L. ed il SSUEm 118;

- rapportarsi con la Sala Telecontrollo del Gruppo A.S.M. Brescia S.p.A.;

- rapportarsi con il Responsabile del Settore Sicurezza Urbana, Protezione Civile e

Commercio, fornendo elementi circostanziati della situazione;

- disporre per il preavviso alle associazioni di volontariato relativamente ad un loro possi-

bile imminente utilizzo (potenziamento dell’azione di monitoraggio già in atto, presidi

delle zone particolarmente a rischio, predisposizione di eventuali azioni di soccorso o

evacuazione, collaborazione con il Nucleo comunale di protezione civile, etc.).

molto prossima alle 24 ore. Nei 4 giorni della settimana ove non è previsto il turno notturno, i servizi terminano alle ore 02,30, ma è comunque sempre previsto il presidio della sede centrale del Corpo di Polizia Municipale. 18 Si ricorda che, in caso di riconosciuta emergenza o di calamità, i componenti del Comitato sono, comunque, te-nuti a recarsi autonomamente,al più presto, presso la sede del Corpo di Polizia Municipale.

Nelle fasi antecedenti l’inizio della riunione del Comitato e ferme restando le competenze del

Sindaco ad emanare atti d’urgenza, le decisioni di prima necessità saranno assunte dal Diri-

gente Responsabile del Settore Sicurezza Urbana, Protezione Civile e Commercio. In caso

di sua assenza o irreperibilità la sua sostituzione avverrà secondo quanto previsto dal Rego-

lamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi.

15

A Comitato insediato e con un quadro della situazione sufficientemente chiaro, sulla base

degli elementi già acquisiti o derivanti da ulteriori sopralluoghi disposti dal Comitato stesso,

gli obiettivi19 prioritari da perseguire sono:

- Attivazione delle funzioni di supporto necessarie a rispondere all’emergenza;

- Organizzazione del pronto intervento per il primo soccorso dei cittadini coinvolti

dall’evento assicurato da Vigili del Fuoco e da personale medico e di volontariato, risor-

se tutte coordinate dal Responsabile della funzione di supporto “strutture operative loca-

li, viabilità”. Per rendere l’intervento più efficace ed ordinato, attesa la possibile confu-

sione in atto, è opportuno che i soccorritori siano supportati dalla presenza di Forze

dell’Ordine.

In caso di presenza di feriti gravi o, comunque, con necessità di interventi di urgenza

medico – infermieristica la specifica assistenza sarà attuata in conformità a quanto pre-

visto dal D.M. 13.02.2002 Criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari

nelle catastrofi, secondo modalità d’intervento concordate tra il Responsabile della fun-

zione di supporto “sanità, assistenza sociale e veterinaria” e i referenti del S.S.U.Em.

118 e dell'A.S.L.;

- Attuazione del presidio dell’area colpita dall’evento con l’impiego del personale del

Corpo di Polizia Municipale e delle associazioni di volontariato, coordinati dal Respon-

sabile della funzione di supporto “strutture operative locali, viabilità”, con l’ausilio delle

altre Forze dell’Ordine. In tale contesto dovranno essere effettuate le opportune devia-

zioni del traffico veicolare, nonché costituiti i cosiddetti cancelli, al fine di agevolare le

operazioni dei soccorsi ed ottimizzare il flusso di traffico lungo le vie di fuga;

Queste attività potranno essere precedute da una ispezione e da una verifica di agi-

bilità delle strade per consentire un’immediata organizzazione complessiva dei soc-

corsi. Tale operazione sarà eseguita da personale dei Settori dell’Area Servizi Tecnici,

con l’eventuale collaborazione di altri soggetti esterni al Comune (ad es. liberi profes-

sionisti) e sotto il coordinamento del Responsabile della funzione di supporto “censi-

mento danni a cose”;

In particolare la verifica sarà eseguita in corrispondenza delle opere d’arte stradali, che

potenzialmente possono aver subito danni tali da inficiare la percorribilità normale delle

strade;

- Raggiungimento delle aree di attesa da parte del po polazione, preventivamente in-

dividuate anche sulla base degli allegati cartografici e delle correlate schede di cui alla

sezione 3. La presente operazione verrà diretta da personale del Corpo di Polizia Muni-

19Per gli obiettivi citati nel testo si è tratto spunto documento Criteri di Massima per la Pianificazione Comunale di Emergenza prodotto nell’anno 2001 dal Dipartimento della Protezione Civile e dal servizio Sismico Nazionale ed indirizzato ai Sindaci dei Comuni d’Italia soggetti a rischio sismico. Nel testo vengono stabilite le linee generali dell’organizzazione del sistema locale di protezione civile.

16

cipale, eventualmente supportato da volontari, coordinato dal Responsabile della fun-

zione di supporto “strutture operative locali, viabilità”;

- Assistenza alla popolazione confluita nelle aree di attesa attraverso l’invio immedia-

to nelle stesse di un primo gruppo di operatori costituito da personale del Corpo di Poli-

zia Municipale, personale di diversi Settori comunali (Servizi Demografici, Servizi Socia-

li, Provveditorato, etc.), volontari e, se del caso, da personale medico. Il gruppo descrit-

to avrà il compito di focalizzare la situazione ed impostare i primi interventi.

- Si provvederà inoltre alla distribuzione di generi di prima necessità quali acqua, generi

alimentari, coperte ed indumenti, tende o tele plastificate necessarie per la creazione di

rifugio o primo ricovero.

- Quest’ultima operazione, coordinata dal Responsabile della funzione di supporto “assi-

stenza alla popolazione e attività scolastica”, non svolge solo funzioni di supporto alla

popolazione colpita, ma serve anche come incoraggiamento alla stessa;

- Una particolare assistenza dovrà essere prestata nei confronti di persone anziane,

bambini e soggetti diversamente abili durante le operazioni di soccorso alla popola-

zione.

In caso di particolari eventi, per modalità di accadimento, per estensione o per il numero

di persone coinvolte, potrebbe essere necessario un adeguato supporto psicologico20,

attuato da soggetti dotati di specifica professionalità.

Il coordinamento dell’operazione è affidato al Responsabile della funzione di supporto

“assistenza alla popolazione e attività scolastica”.

- Verifica e ripristino della funzionalità dei serviz i essenziali, nonché messa in sicu-

rezza degli impianti o tratti di rete danneggiati, al fine di assicurare l’erogazione di ac-

qua, elettricità, gas, teleriscaldamento e servizi telefonici.

Tutto quanto sopra va effettuato provvedendo a riparazioni urgenti e provvisorie, utiliz-

zando apparecchiature di emergenza (per es. gruppi elettrogeni, autoclavi, etc.), o mez-

zi alternativi di erogazione (per es. autobotti, etc.), avvalendosi per questo di personale

specializzato addetto alle reti di servizi, secondo specifici piani particolareggiati elaborati

da ciascun ente competente nell’ambito della funzione di supporto “servizi essenziali”.

Dovrà, inoltre, essere garantito il corretto smaltimento dei rifiuti.

Il coordinamento delle operazioni è affidato al Responsabile della funzione di supporto

“servizi essenziali”.

- Riattivazione delle telecomunicazioni o installazio ne di una rete alternativa , che

dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici, i Centri operativi e le strut-

ture sanitarie dislocate nell’area colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o

20 In tali situazioni si dovrà avere una attenzione particolare nei confronti bambini sui quali gli effetti emozionali conseguenti all’evento non sono sempre immediatamente riscontrabili o evidenti ai genitori o allo staff scolastico.

17

sistema di telecomunicazione. Il coordinamento è affidato al Responsabile della funzio-

ne di supporto “telecomunicazioni”.

- Attuazione di un idoneo sistema di informazione al cittadino attraverso:

- radio e televisioni locali;

- diffusione di specifici messaggi a mezzo di altoparlanti a bordo dei veicoli del Cor-

po di Polizia Municipale;

- l’attività fornita dal personale di supporto alla sala operativa presente presso le a-

ree di attesa.

L’informazione riguarderà, sia l’evoluzione del fenomeno in atto e delle sue conseguen-

ze sul territorio comunale, sia l’attività di soccorso in corso di svolgimento. Con essa sa-

ranno forniti gli indirizzi operativi e comportamentali correlati all’evolversi della situazio-

ne;

- Mantenimento della continuità dell’ordinaria ammini strazione del Comune provve-

dendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura, la

Provincia, etc.

Successivamente, a seconda dei casi, bisognerà provvedere:

- all’ispezione degli edifici situati sul territorio comunale, al fine di appurarne l’agibilità

e, quindi, accelerare il rientro della popolazione. Il coordinamento spetta al Responsabi-

le della funzione di supporto “censimento danni a cose”.

Il coordinatore di questa funzione si avvarrà di personale dei Settori dell’Area Servizi

Tecnici del Comune e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E’ al-

tresì ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici di altri enti per le verifiche speditive

di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. In partico-

lare, quando si tratta di edifici scolastici, il rientro degli alunni e del personale scolastico

nell’immobile deve avvenire successivamente all’autorizzazione rilasciata dal Respon-

sabile della funzione di supporto “censimento danni a cose”, una volta sentiti i tecnici in-

caricati dell’ispezione.

- al censimento ed alla tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di

tecnici per la messa in sicurezza di reperti o altri beni artistici in aree sicure. Tale attività

dovrà essere realizzata facendo riferimento alle competenti Sovrintendenze e, ove ne-

cessario, al Comando di Tutela del Patrimonio Artistico dell’Arma dei Carabinieri.

- la speditiva rilevazione dei danni attraverso la compilazione della scheda21 A-Primo

accertamento dei danni (all. REG A). La scheda dovrà essere trasmessa, per le vie più

brevi, al Servizio Protezione Civile della Regione Lombardia alla Prefettura e alla Strut-

tura Sviluppo del Territorio (ex Genio Civile).

21 La scheda è stata approvata dalla Regione Lombardia con deliberazione VI/42189 del 26/3/99

Allegato A1

COMPONENTI DEL COMITATO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

1 SINDACO

2 DIRETTORE GENERALE

3 COMANDANTE DEL CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE

4 RESPONSABILE SETTORE SICUREZZA URBANA E PROTEZIONE CIVILE

5 RESPONSABILE AREA SERVIZI TECNICI

6 RESPONSABILE AREA SERVIZI ALLA FAMIGLIA E ALLA PERSONA

7 RESPONSABILE SETTORE PROVVEDITORATO

19

Allegato A2

SCHEMA DEGLI OBIETTIVI DA PERSEGUIRE, IN EMERGENZA, DA PARTE DEL COMI-TATO ANCHE PER TIPOLOGIE DI EVENTI CALAMITOSI DIVER SI DA QUELLI CON-

TEMPLATI – DIFFERENZIATI PER FUNZIONE Una volta insediato il Comitato e dopo aver ottenuto, sulla base degli elementi già acquisiti o

derivanti da ulteriori sopralluoghi disposti dal Comitato stesso, un quadro della situazione suf-

ficientemente chiaro, gli obiettivi22 prioritari da perseguire sono:

- attivazione delle funzioni di supporto necessarie a rispondere all’emergenza;

- organizzazione del pronto intervento per il primo soccorso dei cittadini coinvolti

dall’evento assicurato da Vigili del Fuoco e da personale medico e di volontariato, risor-

se tutte coordinate dal Responsabile della funzione di supporto “strutture operative loca-

li, viabilità”. Per rendere l’intervento più efficace ed ordinato, attesa la possibile confu-

sione in atto, è opportuno che i soccorritori siano supportati dalla presenza di Forze

dell’Ordine;

- in caso di presenza di feriti gravi o, comunque, con necessità di interventi di urgenza

medico – infermieristica la specifica assistenza sarà attuata in conformità a quanto pre-

visto dal D.M. 13.02.2002 Criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari

nelle catastrofi, secondo modalità d’intervento concordate tra il Responsabile della fun-

zione di supporto “sanità, assistenza sociale e veterinaria” e i referenti del S.S.U.Em.

118 e dell'A.S.L.;

- attuazione del presidio dell’area colpita dall’evento con l’impiego del personale del

Corpo di Polizia Municipale e delle associazioni di volontariato, coordinati dal Respon-

sabile della funzione di supporto “strutture operative locali, viabilità”, con l’ausilio delle

altre Forze dell’Ordine. In tale contesto dovranno essere effettuate le opportune devia-

zioni del traffico veicolare, nonché costituiti i cosiddetti cancelli, al fine di agevolare le

operazioni dei soccorsi ed ottimizzare il flusso di traffico lungo le vie di fuga;

queste attività potranno essere precedute da una ispezione e da una verifica di agibi-

lità delle strade per consentire un’immediata organizzazione complessiva dei soccorsi.

Tale operazione sarà eseguita da personale dei Settori dell’Area Servizi Tecnici, con

l’eventuale collaborazione di altri soggetti esterni al Comune (ad es. liberi professionisti)

e sotto il coordinamento del Responsabile della funzione di supporto “censimento danni

a cose”;

22Per gli obiettivi citati nel testo si è tratto spunto documento Criteri di Massima per la Pianificazione Comunale di Emergenza prodotto nell’anno 2001 dal Dipartimento della Protezione Civile e dal servizio Sismico Nazionale ed indirizzato ai Sindaci dei Comuni d’Italia soggetti a rischio sismico. Nel testo vengono stabilite le linee generali dell’organizzazione del sistema locale di protezione civile.

20

in particolare la verifica sarà eseguita in corrispondenza strutture stradali, che poten-

zialmente possono aver subito danni tali da inficiare la percorribilità normale delle stra-

de;

- raggiungimento delle aree di attesa da parte del po polazione, preventivamente in-

dividuate anche sulla base degli allegati cartografici e delle correlate schede di cui alla

sezione 3. La presente operazione verrà diretta da personale del Corpo di Polizia Muni-

cipale, eventualmente supportato da volontari, coordinato dal Responsabile della fun-

zione di supporto “strutture operative locali, viabilità”;

- assistenza alla popolazione confluita nelle aree di attesa attraverso l’invio immedia-

to nelle stesse di un primo gruppo di operatori costituito da personale del Corpo di Poli-

zia Municipale, personale di diversi Settori comunali (Servizi Demografici, Servizi Socia-

li, Provveditorato, etc.), volontari e, se del caso, da personale medico. Il gruppo descrit-

to avrà il compito di focalizzare la situazione ed impostare i primi interventi;

- si provvederà inoltre alla distribuzione di generi di prima necessità quali acqua, generi

alimentari, coperte ed indumenti, tende o tele plastificate necessarie per la creazione di

rifugio o primo ricovero;

- quest’ultima operazione, coordinata dal Responsabile della funzione di supporto “assi-

stenza alla popolazione e attività scolastica”, non svolge solo funzioni di supporto alla

popolazione colpita, ma serve anche come incoraggiamento alla stessa;

- una particolare assistenza dovrà essere prestata nei confronti di persone anziane, bam-

bini e soggetti diversamente abili durante le operazioni di soccorso alla popolazione;

- in caso di particolari eventi, per modalità di accadimento, per estensione o per il numero

di persone coinvolte, potrebbe essere necessario un adeguato supporto psicologico23,

attuato da soggetti dotati di specifica professionalità;

- il coordinamento dell’operazione è affidato al Responsabile della funzione di supporto

“assistenza alla popolazione e attività scolastica”;

- verifica e ripristino della funzionalità dei serviz i essenziali, nonché messa in sicu-

rezza degli impianti o tratti di rete danneggiati, al fine di assicurare l’erogazione di ac-

qua, elettricità, gas, teleriscaldamento e servizi telefonici;

- tutto quanto sopra va effettuato provvedendo a riparazioni urgenti e provvisorie, utiliz-

zando apparecchiature di emergenza (per es. gruppi elettrogeni, autoclavi, etc.), o mez-

zi alternativi di erogazione (per es. autobotti, etc.), avvalendosi per questo di personale

specializzato addetto alle reti di servizi, secondo specifici piani particolareggiati elaborati

da ciascun ente competente nell’ambito della funzione di supporto “servizi essenziali”.

Dovrà, inoltre, essere garantito il corretto smaltimento dei rifiuti.

23 In tali situazioni si dovrà avere una attenzione particolare nei confronti bambini sui quali gli effetti emozionali conseguenti all’evento non sono sempre immediatamente riscontrabili o evidenti ai genitori o allo staff scolastico.

21

Il coordinamento delle operazioni è affidato al Responsabile della funzione di supporto

“servizi essenziali”;

- riattivazione delle telecomunicazioni o installazio ne di una rete alternativa , che

dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici, i Centri operativi e le strut-

ture sanitarie dislocate nell’area colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o

sistema di telecomunicazione. Il coordinamento è affidato al Responsabile della funzio-

ne di supporto “telecomunicazioni”;

- attuazione di un idoneo sistema di informazione al cittadino attraverso:

- radio e televisioni locali;

- diffusione di specifici messaggi a mezzo di altoparlanti a bordo dei veicoli del Cor-

po di Polizia Municipale;

- l’attività fornita dal personale di supporto alla sala operativa presente presso le a-

ree di attesa.

L’informazione riguarderà, sia l’evoluzione del fenomeno in atto e delle sue conseguen-

ze sul territorio comunale, sia l’attività di soccorso in corso di svolgimento. Con essa sa-

ranno forniti gli indirizzi operativi e comportamentali correlati all’evolversi della situazio-

ne;

- mantenimento della continuità dell’ordinaria ammini strazione del Comune provve-

dendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura, la

Provincia, ecc..

Successivamente, a secondo dei casi, bisognerà provvedere:

- all’ispezione degli edifici situati sul territorio comunale, al fine di appurarne l’agibilità

e, quindi, accelerare il rientro della popolazione. Il coordinamento spetta al Responsabi-

le della funzione di supporto “censimento danni a cose”;

- al censimento ed alla tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di

tecnici per la messa in sicurezza di reperti o altri beni artistici in aree sicure. Tale attività

dovrà essere realizzata facendo riferimento alle competenti Sovrintendenze e, ove ne-

cessario, al Comando di Tutela del Patrimonio Artistico dell’Arma dei Carabinieri;

- la speditiva rilevazione dei danni attraverso la compilazione della scheda24 A-Primo

accertamento dei danni (all. REG A). La scheda dovrà essere trasmessa, per le vie più

brevi, al Servizio Protezione Civile della Regione Lombardia, alla Prefettura e alla Strut-

tura Sviluppo del Territorio (ex Genio Civile).

L’elencazione degli obiettivi prioritari appena riportata non vuole essere esaustiva

dell’argomento, in quanto le situazioni di emergenza, dovute al verificarsi di eventi an-

24 La scheda è stata approvata con deliberazione VI/42189 del 26/3/99

22

che dello stesso tipo, si presentano con moltissime variabili: d’altro canto le variabili nel-

le modalità di risposta allo scenario sono molto più contenute.

23

All. REG A

SCHEDA A – PRIMO ACCERTAMENTO DANNI ________________________________________________________________________________

Da compilarsi a cura dell’Amministrazione Comunale

COMUNE DI _________________ PROVINCIA _________________

DANNI CAUSATI DAGLI EVENTI DEL ___________/___________/___________ __________________________________________________________________________

INVIO DEL: ___________/___________/__________ ORE: _______:_______ ________________________________________________________________________________

DESCRIZIONE DEGLI EVENTI:

TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DEGLI EVENTI

� ESONDAZIONE

� FRANA

� GRANDINATA O TROMBA D’ARIA

� INCENDIO BOSCHIVO

� EMISSIONI (radioattive, tossiche o nocive)

� ESPLOSIONI IN IMPIANTI INDUSTRIALI

� ALTRO ______________________________

________________________________________________________________________________

STIMA DEI DANNI

DANNI AD EDIFICI ED INFRASTRUTTURE PUBBLICHE:

_______________________________________________________________________________ TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DEGLI EVENTI

� VIABILITA’

� EDIFICI PUBBLICI

� ACQUEDOTTI E FOGNATURE

� OPERE IN DIFESA DEL SUOLO

� BENI MOBILI

� ALTRO _______________________________

_______________________________________________________________________________ QUANTIFICAZIONE DI LARGA MASSIMA DEI DANNI: € _______________________

DANNI AL TERRITORIO:

____________________________________________________________________________________________________________

TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DEGLI EVENTI

� IDROGEOLOGICO

� RETE IDROGRAFICA

� PATRIMONIO BOSCHIVO

� ALTRO _______________________

QUANTIFICAZIONE DI LARGA MASSIMA DEI DANNI: € ________________

24

INTERVENTI IN CORSO DI REALIZZAZIONE: ________________________________________________________________________________________________ GIA’ REALIZZATI DA: ? COMUNE ? GENIO CIVILE

_______________________________________________________________________________ RICHIESTI DA: ? GENIO CIVILE ? ALTRO ENTE: ______________________________ ________________________________________________________________________________________________

DANNI A BENI DI PROPRIETA’ PRIVATA:

___________________________________________________________________________________________________________

NUMERO ABITAZIONI DANNEGGIATE: ___________________________________________________________________________________________________________

� DA 1 A 10 ________________________________________________________________________________________________

� DA 10 A 50

___________________________________________________________________________________________________________

� OLTRE 50 ________________________________________________________________________________________________ NUMERO DELLE PERSONE EVACUATE: ____________________________________________ _________________________________________________________________________________________________ NUMERO DEI NUCLEI FAMILIARI EVACUATI: _____________________________________ _________________________________________________________________________________________________ ALTRI BENI INTERESSATI: _________________________________________________________

_______________________________________________________________________________ QUANTIFICAZIONE DI LARGA MASSIMA DEI DANNI: € _______________________

DANNI AD ATTIVITA’ PRODUTTIVE:

___________________________________________________________________________________________________________

NUMERO DI IMPRESE DANNEGGIATE: _________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ QUANTIFICAZIONE DI LARGA MASSIMA DEI DANNI: € _______________________

TOTALE STIMATO: € ___________________________

___________________________________________________________________________________________________________

Data _____________________ Il Tecnico Comunale __________________________ Il Sindaco ___________________________________________

N.B.

La Scheda deve essere inviata entro 7 giorni dalla data dell’evento mediante compilazione on-line

alla Regione Lombardia – Servizio Protezione Civile – all’indirizzo

www.rasda.regione.lombardia.it (D.G.R. 7.2.2005 n. 7/20486) e confermata con invio cartaceo cor-

redato della opportuna documentazione all’indirizzo “U.O. Sede Territoriale: Via Dalmazia, 92/94

– 25121 Brescia ed agli Enti sotto elencati:

- Prefettura Fax: 030-3743493

- Struttura Sviluppo del Territorio (ex Genio Civile) Fax: 030-3462461