7Q5 Il Vangelo a Qumran

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  • 7/27/2019 7Q5 Il Vangelo a Qumran

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    IL

    Una discussione sullanti

    Contiene: 7Q5 del dott. W

    Giuseppe Guarino

    ANGELO A QUMRAN ?

    chit ed attendibilit storica delle narrazi

    lbur N. Pickering

    ni evangeliche

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangelo a Qumran?

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    INDICE

    1. I manoscritti del Mar Morto . . . . . . . . 3

    2. Il fenomeno della lingua greca ed Israele . . . . . . 8

    3. 7Q5. . . . . . . . . . . . 10

    4. Il testo del frammento . . . . . . . . . 12

    5. La datazione dei vangeli . . . . . . . . . 16

    6. I manoscritti del Nuovo Testamento . . . . . . . 21

    7. Il vangelo ebraico di Matteo . . . . . . . . 24

    8. Conclusioni . . . . . . . . . . 26

    Appendice: 7Q5 di Wilbur N. Pickering . . . . . . . 29

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    1. I manoscritti del

    Fra non molti anni sare

    avvenuta verso la met del Xtesto biblico ancora lontano

    Fu nel lontano 1947

    alcuni manoscritti allinterno

    la scoperta, una dietro laltra,

    restituito al mondo un tesoro d

    Lo studio di questi ritro

    e sensazionalistiche che volev

    e dei suoi rapporti con la fede

    ha ridimensionato il senso dell

    il ritrovamento ci ha permess

    fede ebraica del secondo temp

    dai romani. 2. Di avere la

    databili fra il III secolo a.C.

    esaminarne il testo alla luce

    momento disponibili.

    Stephen

    pubblic

    collanaun libro

    conscio

    del qual

    esponericerche

    consigli

    altri lib

    inglese,

    a confro

    nulla di

    metto inHodges riferisce che i testi

    nelle ricerche condotte nelle

    tempo riscoperte, sono fram

    parte, che testimoniano lesist

    circa 850 libri. Molti di

    sopravvissuti in frammenti.

    rotolo di Isaia (qui accanto)

    tratta di un manoscritto comp

    impossibile da sottovalutare.

    lo stato del suo testo dimost

    o a Qumran?

    ar Morto

    mo al centenario della scoperta dei fam

    secolo, ma il fermento suscitato dalla lal diminuire.

    he, casualmente, un pastore si imbatt

    i una grotta presso il Mar Morto. Da qu

    delle undici caverne che noi oggi cono

    i documenti datati dagli studiosi fra il 25

    vamenti ha condotto in un primo momen

    no rileggere in un certo senso lintera st

    giudaica. Ma il tempo ed un approccio

    a scoperta, riportandoci con i piedi per t

    o: 1. Di ottenere una migliore conosce

    o, in particolare del periodo precedente l

    isponibilit di prove manoscritte per l

    di sicuro non pi tardi del 68 d.C., ch

    i testimoni circa mille anni pi antichi

    Hodge ha scritto un libro sullargoment

    to in Italia nel 2011 da Newton Com

    ascabili Newton, che ritengo davveroche, da cristiano, non posso condivider

    di essere pi un apologeta che uno studi

    e ho rinvenuto un ottimo ed attendibile l

    ostanzialmente, in maniera quasi impasui rotoli e le varie teorie attuali su

    vivamente per un approfondimento s

    ri sono disponibili sullargomento, s

    ma pochi sono i testi scientifici rinvenibi

    nto con quelli proponenti teorie pi o m

    realmente scientifico ed attendibile. D

    guardia il lettore.riportati alla luce

    varie grotte con il

    menti, nella gran

    enza ed il testo di

    questi libri sono

    Il famosissimo

    uneccezione. Si

    leto, un testimone

    a sua esistenza e

    ano lattendibilit

    3

    si rotoli di Qumran,

    oro testimonianza al

    nel ritrovamento di

    in avanti, cominci

    sciamo e che hanno

    a.C. ed il 68 d.C.

    to a teorie fantasiose

    ria del cristianesimo

    i serio e scientifico

    rra. Sostanzialmente

    za della realt della

    a distruzione operata

    Antico Testamento,

    hanno permesso di

    di quelli fino a quel

    o (foto qui accanto),

    ton editori, per la

    olto interessante. Einteramente sono

    oso; ma nella lettura

    avoro di ricerca che

    ziale, lo stato dellela loro origine. Lo

    lla questione. Molti

    prattutto in lingua

    li in libreria se messi

    eno fantasiose e con

    a questi ultimi testi

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    del testo Masoretico tradizio

    le traduzioni dellAntico Testa

    Appena gli studiosi e

    proveniente dalla caverna 1

    poterono confrontarlo con il

    Nonostante il rotolo di Isaia fIsaia, i due erano virtualme

    raramente andava ad alterar

    comparativi di questo tipo son

    La grande maggioranza dei

    Masoretico. Essi sono, comun

    convincente quanto siano stati

    favore di questa teoria, ma noal movimento della suppost

    custodivano veramente i testi

    Vista la variet degli sc

    troviamo davanti a dei manos

    farli sfuggire allira distruttiva

    come ci ricorda la storia, fi

    ebraico e la distruzione della sQuanto di interessante

    Mar Morto lo spaccato della

    Unaltra importante sc

    lingua, la dimostrazione dell

    periodo asmoneo in avanti, c

    seleucida Antioco IV Epifan

    laramaico avesse soppianta

    percentuale di opere in ebrai

    drasticamente questa supposi

    evidenziare come il fenomeno

    o a Qumran?

    nale utilizzato sia dagli ebrei che dai cr

    mento dai testi originali.

    bero avuto lopportunit di studiare il g

    (1QIsa, copiato approssimativamente n

    testo Masoretico, essi furono impres

    osse circa mille anni pi antico della vete identici ad eccezione di qualche d

    il significato del testo... I risultati

    o stati ripetuti per molti altri testi biblici

    nuovi rotoli appartengono alla stessa

    que, pi antichi di secoli e dimostrano c

    attenti gli scribi ebrei nel trasmettere q

    James C. VanderKam, The Dead S126.

    La pi antica ed accreditata teoria

    Mar Morto vuole che questi siano

    biblioteca di una comunit monasti

    Qumran.

    Gli esseni sono una setta e

    Testamento non vengono menzion

    sono il movimento dei farisei e d

    degli scribi e dei sacerdoti. Ci ha

    sui rapporti di questo movimento c

    o lo stesso Ges.Sebbene la supposta esistenza

    monastico goda di un certo conse

    certo che fosse realmente tale. Vi

    prove. E non nemmeno certo che gli scomunit, siano realmente esseni,

    acri del monastero esseno.

    ritti presenti nella biblioteca, alcuni supp

    ritti trafugati da Gerusalemme e nascos

    dei romani, furiosi per il tentativo di riv

    per costare un numero grandissimo

    a capitale e del secondo tempio.invece e molto pi sicuro ci viene tram

    trepidante attesa messianica degli ebrei d

    perta stata, visto lelevato numero di

    sistenza della lingua ebraica come ling

    io da dopo la rivolta di Giuda Macca

    . Era, infatti, opinione comune un tem

    o lebraico a seguito dellesilio bab

    co presente fra i rotoli (circa l80%)

    ione. Volendo aprire una piccola parent

    linguistico ebraico non abbia paralleli

    4

    stiani come base per

    rande rotolo di Isaia

    llanno 100 a.C.) e

    sionati dai risultati.

    rsione masoretica diettaglio minore che

    ottenuti dagli studi

    rinvenuti a Qumran.

    tradizione del testo

    s in maniera molto

    el testo negli anni.ea Scrolls Today, p.

    sui manoscritti del

    i sopravvissuti della

    a essena insediata a

    raica. Nel Nuovo

    ti, mentre invece lo

    i sadducei, la casta

    sollevato dei dubbi

    n Giovanni Battista

    i un insediamento

    so, non per nulla

    sono infatti indizi a

    ritti che siano legaticio che le grotte

    ongono anche che ci

    ti accuratamente per

    olta ebraico che poi,

    i vittime al popolo

    andato dai rotoli del

    l periodo.

    anoscritti in quella

    ua viva, almeno dal

    eo alla furia del re

    o che per gli ebrei

    ilonese. Laltissima

    ostringe a rivedere

    esi, viene spontaneo

    ella storia di nessun

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    altra lingua. E volendo proprio dirla tutta, anche il popolo ebraico rappresenta,

    inverosimilmente, se consideriamo le sue dimensioni, un caso tutto a parte nella storia

    dellumanit.

    Alcuni, vero, rinvengono ed evidenziano le molte affinit fra il pensiero della

    supposta comunit essena (?) e il cristianesimo, come ho gi accennato. Sono, per, ormai

    lontani i giorni in cui si poteva fantasticare sulla possibilit che Ges fosse un esseno teorie sciolte come neve al sole della migliore conoscenza del contenuto dei rotoli.

    Sebbene linsegnamento di Ges sia in un certo senso simile a quello dei manoscritti

    settari ritrovati a Qumran e questi testimoniano il credo della comunit (mai definita

    altrimenti o collegata al nome degli esseni nei manoscritti) sul Messia e la sua venuta,

    ragionevole pensare che il pensiero della comunit non sia stato radicalmente dissimile

    dallinsegnamento ebraico del tempo, che anche Ges non rimette interamente in

    discussione, sebbene ne censuri alcuni aspetti per ricondurlo alla sua autentica spiritualit e

    significato.

    Ebbene, il fatto che la comunit dei rotoli fosse un ordine monastico, a numero

    chiuso, in un certo senso, elitario, perch composto da individui che si dedicavano

    interamente alla fedelt a Dio, anche rinunciando al vivere sociale ed al matrimonio, cozza

    subito con il mandato agli apostoli di andare e di insegnare a chiunque, ebrei e non, le cose

    dette da Ges. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome delPadre, del Figlio e dello Spirito Santo. (Matteo 28:19 Nuova Riveduta)

    Per non parlare dellopera missionaria di Paolo, apertamente rivolta ai non ebrei.

    (perch colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi (cio gli ebrei)aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri), riconoscendo la grazia chemi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a mee a Barnaba la mano in segno di comunione perch andassimo noi agli stranieri, ed essi aicirconcisi. (Galati 2:8-9 Nuova Riveduta)

    Allo stesso modo la prassi del ministero di Ges poco si addiceva ad un gruppo

    monastico, visto che egli preferiva il contatto diretto con la gente e con le folle e non avevaproblemi ad andare dovunque fosse invitato, come fece quando si rec nella casa del

    pubblicano Matteo; ci provocando anche lo sdegno del clero giudaico, comunque pi

    aperto del movimento esseno o di quello della comunit descritto nei manoscritti.

    Un punto molto interessante che cita Hodge nel suo libro (p.207) in cui la dottrina

    della comunit si distacca drasticamente e definitivamente dallinsegnamento del Cristo

    lamore anche per i propri nemici che questi impone ai suoi seguaci. Le regole della

    comunit rinvenute nei rotoli incitavano invece allodio per gli avversari. Questa scopertaha anche permesso di comprendere il tono polemico dellaffermazione di Ges

    sullargomento. Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico".Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene aquelli che vi odiano, e pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano, affinchsiate figli del Padre vostro che nei cieli; poich egli fa levare il suo sole sopra i malvagi esopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano,che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri

    fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? (Matteo 5:43-47)Il movimento di Ges era totalmente pacifico, non prevedeva nessuna rivolta o

    intento di far guerra a nessuno e in nessun modo. In tal senso Ges non solo si distaccava

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    dalle aspettative della comunit essena (?) ma anche da quelle ebraiche in genere del

    periodo.

    Di solito due cose troppo simili o sono dipendenti una dallaltra o entrambi lo sono

    da una terza. In realt le aspettative messianiche giudaiche traevano origine tutte da

    considerazioni derivanti dalla Tanakh1. Era ovvio che i vari movimenti che formavano lediverse facce dei giudaismo del secondo tempio avessero alla fine delle radici comuni epersino un numero tale di affinit da non potersi seriamente mettere in discussione

    lebraicit di nessuno di questi movimenti, sebbene ognuno fosse caratterizzato da proprie

    idee particolari, programmi ed aspettative.

    Il cristianesimo non un movimento che origina al di fuori del contesto della fede

    ebraica, tuttaltro. Esso origina nellebraismo e dallebraismo e se si distacca dal credo dei

    farisei, dei sadducei, degli esseni, ecc., perch accetta in Ges di Nazareth il Messia e

    prosegue il cammino iniziato dal giudaismo, spingendosi oltre, chiamando gli stessi Gentili,

    o stranieri, i non ebrei, alla conversione ed alla conseguente partecipazione alle promesse

    fatte da Dio ad Abraamo ed alla sua discendenza. Luniversalit dellinvito di Giovanni nel

    suo vangelo tra quasi la motivazione nel rifiuto della nazione ebraica: venuto in casa suae i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto didiventar figli di Dio: a quelli, cio, che credono nel suo nome. (Giovanni 1:11-12)

    Devo confessare che la teoria sui ritrovamenti dei rotoli del Mar Morto che ritengo

    comunque pi interessante quella che li considera dei manoscritti nascosti nelle grotte per

    sfuggire allinvasione distruttrice dellesercito romano inviato per sedare la rivolta ebraica.

    Ci spiega a mio avviso la variet dei ritrovamenti e motiverebbe la loro indipendenza

    dallinsediamento di Qumran, di qualsiasi natura fosse.

    Volendo comunque fermarci al dato oggettivo della scoperta, possiamo concludereche le undici grotte nei pressi del Mar Morto ci hanno restituito i frammenti di circa 850

    libri. Di questi solo il famoso grande rotolo di Isaia completo e solo dieci manoscritti

    conservano pi del cinquanta per cento del contenuto originario.

    223 manoscritti sono biblici. I libri meglio attestati sono i Salmi (39 manoscritti) e,ovviamente la Torah, la Legge di Mos. Edegno di una nota particolare il ritrovamento diben 8 manoscritti che ci testimoniano e confermano quasi per intero il testo del libro di

    Daniele. Uno dei manoscritti risulta particolarmente antico, venendo datato nel II secolo

    a.C. Come ho scritto nel mio commentario al libro di Daniele, dove analizzo i fatti in

    dettaglio, la scoperta di un ritrovamento tanto antico dovrebbe convincere quanto

    improbabile sia, alla luce di queste evidenze, ritenere, come fanno ancora la maggioranza

    dei critici, che il libro di Daniele sia stato composto poco dopo la morte di Antioco IVEpifane, avvenuta nel 164 a.C. Ci quasi pi impossibile che improbabile, visto che i

    rotoli del Mar Morto ci permettono di individuare nel testo di Daniele che noi conosciamo

    1 Tanakh la maniera ebraica di riferirsi allAntico Testamento comune fra ebrei. Infatti, come lo stesso

    Ges ci ricorda, essi dividono le Scritture in tre parti, Torah, Neviim e Kethubim.Poi (Ges) disse loro:"Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte lecose scritte di me nella legge di Mos, nei profeti e nei Salmi. (Luca 24:44)

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    un libro ritenuto canonico e persino, viste le citazioni che occorrono in altri scritti di

    Qumran, investito di particolare credibilit e prestigio.

    96 manoscritti non sono stati identificati.

    I rimanenti hanno vari contenuti. Fra questi il libro di Tobia, di Enoc, un apocrifo

    della Genesi, il cosiddetto Rotolo del Tempio, la Regola della Comunit, il Rotolo della

    Guerra e i vari commentari ai libri canonici dellAntico Testamento.Come abbiamo gi detto, la lingua dei manoscritti particolarmente importante.

    L80% dei testi sono in ebraico e quasi tutto il rimanente in lingua aramaica.

    Per il nostro studio per, saranno oggetto di particolare attenzione i 25 frammenti di

    manoscritti in lingua greca rinvenuti nelle grotte numero 4 (6 frammenti) e 7 (19

    frammenti).

    E su questi ultimi che concentreremo la nostra attenzione da qui in avanti, cercando

    di chiarire cosa ci facessero degli scritti in greco in una biblioteca ebraica e provando, se

    possibile, persino ad identificarne il contenuto.

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    2. Il fenomeno della lingua greca ed IsraelePoco pi di 300 anni prima della nascita di Ges, quando Israele era parte

    dellimmenso impero Persiano, Filippo, re di Macedonia, mor lasciando il trono ed i suoi

    sogni al giovanissimo figlio Alessandro. Questultimo raccolse pi che degnamente lereditdel padre riuscendo ad unificare la Grecia contro lodiato nemico persiano.

    Alessandro mosse da impavido condottiero, guidando il suo popolo contro il pi

    grande regno del tempo. Giunse in Anatolia, da l, una vittoria dietro laltra, percorse la via

    per lEgitto. Pass per Israele, lasciando un segno indelebile nella storia del popolo ebraico,

    come testimoniano le notizie riportate dallo storico Giuseppe Flavio e la diretta menzione di

    lui fatta nel libro biblico di Daniele.

    Giunto in Egitto da trionfatore, vi fonder la citt di Alessandria che sar la capitale

    del sapere mondiale per molti degli anni a venire, con la sua immensa biblioteca e il

    fermento intellettuale che la percorrer in ogni direzione del pensiero umano.

    DallEgitto Alessandro part alla volta del suo pi grande nemico del quale riusc a

    disfarsi nonostante linferiorit numerica.

    In pochi anni (circa 10) il re di una piccola nazione, la Macedonia, era divenuto il

    dominatore assoluto di un territorio la cui estensione non aveva eguali in tutta la storia

    dellumanit. La leggenda dice che egli pianse perch non vi erano pi terre da conquistare.

    Sebbene nessuno gli fosse pari militarmente, dovette molto presto fare i conti con un

    nemico ben pi invincibile e fu cos che mor, sembra a causa di una febbre, alla giovane et

    di 33 in Babilonia.

    Il suo vastissimo impero venne ripartito fra i suoi generali.Lestensione della conquista di Alessandro Magno aveva gettato le basi per la

    diffusione della lingua e della cultura greca. Dopo la sua morte questo processo non si

    arrest. Al contrario, lellenizzazione, questo processo di colonizzazione intellettuale da

    parte del mondo greco, continu.LEgitto fin in mano al generale Tolomeo, il quale fond lultima dinastia dei

    faraoni. Lo storico Giuseppe Flavio riferisce che Tolomeo Filadelfo (Libro dodicesimo delle

    Antichit giudaiche) per incrementare la sua biblioteca, gi comunque ricca di 200.000 libri,

    sponsorizz la traduzione in greco della Legge mosaica.

    Questa versione prese il nome di traduzione dei Settanta (LXX, Septuaginta) perch

    le leggende che ne fanno quasi una versione guidata in maniera sovrannaturale, sostengono

    che i traduttori originari fossero 72.Il greco rimase la lingua pi diffusa del mondo antico, anche quando il dominio

    mondiale pass nelle mani dei romani.

    Fu in unatmosfera culturale dominata profondamente dal prestigio universale ed

    indiscusso della lingua e culture greche che il cristianesimo mosse i suoi primi passi.

    Se consideriamo laperto mandato di Ges agli apostoli, Andate dunque e fate mieidiscepoli tutti i popoli (Matteo 28:19) comprendiamo benissimo perch il NuovoTestamento venne molto probabilmente scritto e ci comunque giunto in manoscritti in

    greco. Come oggi molti documenti vengono redatti in inglese per garantire una pi vasta

    diffusione mondiale, era logico che allora, volendosi sganciare dai confini nazionali

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    dellebraismo, il cristianesimo dovette esprimere e diffondere le proprie Scritture nella

    lingua che aveva massima diffusione.

    Sebbene Jean Carmignac abbia in maniera convincente esposto la propria teoria

    sullesistenza di uno o pi vangeli semitici alla base dei nostri Matteo e Marco2, non vi sono

    prove storiche oggettive che permettono concretamente di avvalorare questa tesi. La realt

    delle evidenze manoscritte per loriginale del Nuovo Testamento (pi di 5000 manoscritti) interamente a favore di una composizione in lingua greca ci sebbene nessuno si sogni di

    negare la dipendenza dal pensiero ebraico delle Scritture cristiane!

    Non possiamo immaginare che il greco fosse presente nel dialogo di tutti i giorni fra

    gli ebrei del tempo o nelle strade di Gerusalemme, ma di certo, come attestano vari

    ritrovamenti, il greco era una lingua nota ed in uso.

    Considerando poi anche le intense campagne di ellenizzazione condotte dalle dinastie

    dei Tolomei e dei Seleucidi, che avevano in mezzo proprio i territori di Israele, il greco

    doveva aver avuto una diffusione ed unimportanza paragonabile a quella dellinglese nelle

    varie colonie dellimpero britannico.

    Questa lingua doveva essere conosciuta anche dagli apostoli. Ci viene infatti

    oltremodo difficile immaginare che gli apostoli autori di alcuni dei libri del Nuovo

    Testamento abbiano imparato la lingua greca di proposito per comporre le loro epistole o i

    vangeli. Diversi gli indizi in questo senso, sparsi in tutto il Nuovo Testamento, non ultimo il

    tipo di greco nel quale stato scritto, cio il cosiddetto Koin, la forma colloquiale e nonletteraria di quella lingua.

    Nel quarto vangelo, ad esempio, difficile non vedere quasi una sfida aperta nel

    definire Ges il Salvatore del Mondo (Giovanni 4:42), termine che proprio in greco era

    riferito allimperatore romano Nerone ( ) ed inciso su delle monetedellimpero che lo raffiguravano.

    E lo stesso Giovanni poi che ci informa che liscrizione sulla croce fosse in latino,

    ebraico e greco. (Giovanni 19:19-21).

    Non vi quindi alcun ragionevole motivo per stupirsi pi di tanto della presenza ditesti in greco anche nella biblioteca del Mar Morto.

    La supposizione pi naturale immaginare che quei frammenti in greco rinvenuti

    nelle grotte 4 e 7 altro non siano che quanto rimane di rotoli che contenevano

    originariamente la versione greca dellAntico Testamento dei LXX (Settanta).

    Ma c stato qualcuno che ha pensato diversamente, giungendo ad altre, sorprendenti

    conclusioni.

    2Jean Carmignac,La nascita dei Vangeli Sinottici, edizioni Paoline. E un libro stupendo che consiglio sia

    agli specialisti che al lettore attento della Bibbia.

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    3. 7Q5L

    denomin

    manoscriQumran

    P

    parte.

    S

    disposte

    a 23 lett

    L

    massima

    Nel 1972 leminente st

    contenuto in questo framment

    contenente il vangelo di Mar

    Marco 6:52-53.

    Una tale eventualit, la

    Qumran, apre la porta a tanti

    altre teorie: lorigine dei vang

    I libri che ho studiato

    sostegno del fatto che non esiquindi avevo ogni ragione di

    imbattuto nellavvincente reso

    competenza ed entusiasmo si a

    Tale identificazione, cOCallaghan, il quale, nella st

    libri del Nuovo Testamento: A

    parte tutto.

    Ovviamente, meno per

    lultima parola su questa ques

    critica che sostiene le datazio

    tale identificazione trova una c

    3Larticolo di O Callaghan r

    questione, in gdt, Giornale di Teolo4

    La datazione dei libri del Nuovo T

    di risoluzione. La tendenza della

    sostengono lautorit apostolica d

    sosteneva che il vangelo di Giovan

    di questo scritto che non si ritene

    papiro, il P52, datato di solito nel 1

    tale teoria. Ed oggi lidea tradizion

    maniera efficace.

    o a Qumran?

    immagine qui accanto il famoso f

    ato 7Q5. Questa sigla sta ad indica

    tto catalogato con il numero 5, rinveidentificata con il numero 7.

    oviene da un rotolo, scritto in recto,

    no sopravissute 20 lettere, delle qu

    su 5 righe. Originariamente ogni riga do

    re.

    altezza massima del frammento di c

    cm. 2,7.

    dioso Jos O Callaghan3, ha avanzato

    fosse quanto era sopravvissuto di un r

    co. Egli identifico le lettere di 7Q5 co

    possibile presenza di un vangelo fra i te

    sime considerazioni che finiscono per i

    li, lo loro datazione, persino lo stesso sig

    sul Mar Morto liquidavano la questione

    tevano manoscritti del Nuovo Testamensupporre anche io. Ci, per, fino a q

    conto degli studi di Carsten Peter Thied

    dopera per confermare lidentificazione

    me ho gi detto, era stata originariameessa grotta n.7, identific, in altri framm

    tti, Romani, 1 Timoteo, Giacomo e 2 Pie

    motivi connessi alla papirologia (materi

    tione) piuttosto in buona parte derivanti

    i tarde di diversi libri del Nuovo Testa

    erta resistenza del mondo degli studiosi4.

    peribile in lingua italiana, insieme ad altri i

    ia, diretto da Rosino Gibellini, 247, edito da Qu

    estamento argomento di un dibattito lungo e se

    critica certamente contro le datazioni cosid

    i libri del Nuovo Testamento. E famosa la

    i fosse un prodotto del II secolo, per via della c

    i possibile come prodotto della chiesa del I se

    25 d.C., ha confutato definitivamente, con prove

    ale sulla composizione di questo vangelo semb

    10

    ammento papiraceo

    e che questo il

    uto nella grotta di

    io soltanto da una

    li 10 danneggiate,

    eva contenere da 20

    . 3,9. La larghezza

    lipotesi che il testo

    tolo originariamente

    parte del brano di

    ti della biblioteca di

    nfluire su tantissime

    nificato dei rotoli.

    con poche parole a

    o a Qumran. Questouando non mi sono

    , il quale mostrando

    i 7Q5 con Marco.

    te proposta da Josenti, brani di diversi

    ro. Ma da 7Q5 che

    che dovrebbe avere

    dai preconcetti della

    ento e dei vangeli,

    teressanti articoli sulla

    riniana.

    nza apparente possibilit

    ette tradizionali, che

    scuola di pensiero che

    omplessit della dottrina

    colo. La scoperta di un

    oggettive, lerroneit di

    ra lunica sostenibile in

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangelo a Qumran?

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    Se le teorie di OCallaghan si rivelassero corrette, cos come anche il lavoro di altri

    studiosi che si battono per una revisione della datazione di certi manoscritti del Nuovo

    Testamento, che loro sostengono essere molto pi antichi di quanto creduto finora, le

    moderne teorie dellalta critica sulle date di composizione dei libri del Nuovo Testamento

    diventerebbero molto pi facilmente attaccabili.

    Dettaglio non trascurabile di 7Q5 che si tratta di un rotolo, un papiro quindi scrittosoltanto da una parte, in recto e senza verso. Thiede certo che i libri del NuovoTestamento furono originariamente scritti come rotoli e solo in un secondo tempo copiati in

    forma di codice, come sono giunti a noi nelle prove manoscritte che oggi possediamo. E il

    suo ragionamento non solo convincente, ma sembra quasi ovvio che la religione cristiana

    ereditasse, almeno ai suoi albori, luso del rotolo da quella ebraica, dalla quale comunque

    durante i suoi primi passi sostanzialmente non si distingueva nemmeno.

    Thiede data 7Q5 intorno allanno 50 d.C.

    Non facile per una certa fascia dellalta critica biblica riuscire ad essere cos

    ottimisti circa lantichit dei vangeli come noi li conosciamo; sebbene ci concordi con le

    testimonianze tradizionali della Chiesa. E ovvio che lesistenza del vangelo in un periodo

    tanto antico, imporrebbe la revisione dei capisaldi di una certa critica, riluttante non solo a

    riconoscere la Bibbia come libro ispirato ma anche ad accettarne il valore storico e

    lautentica origine apostolica. Se questi studiosi si dicono anche cristiani, mi viene in mente

    quel detto: con amici cos a cosa servono i nemici?

    Per chiudere questo paragrafo, credo valga la pena citare lo studioso Ferdinand

    Rohrhirsch, professore alluniversit di Eichstatt, che considera la voce degli oppositori

    dellattribuzione marciana di 7Q5, fra i quali laccreditatissimo critico testuale Kurt Aland,come frutto pi del pregiudizio che dellosservazione scientifica: ...lipotesi di O

    Callaghan risulta ancora in piedi, mentre tutte le confutazioni fin qui tentate si sono

    dimostrate inconsistenti o scorrette. Marco e il suo Vangelo, Atti del Convegnointernazionale di Studi Il vangelo di Marco, Venezia, 30-31 maggio 1995, a cura diLucio Cilia, pag. 121:

    Vi sono varie pubblicazioni per che contestano la posizione degli studiosi liberali e, devo dire, lo fanno

    anche con una certa efficacia. C. Thiede ha scritto un bel libro in proposito Testimone oculare di Ges che,

    insieme al suo libro su 7Q5, consiglio vivamente.

  • 7/27/2019 7Q5 Il Vangelo a Qumran

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangelo a Qumran?

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    4. Il testo del frammentoLa moderna tecnologia ha contribuito allidentificazione delle lettere di 7Q5

    avvalorando la tesi che queste siano quanto rimane di un di un rotolo contenente in origine

    molto verosimilmente il vangelo di Marco. La Polizia scientifica israeliana, interpellata daThiede, riuscita a provare con la sua tecnologia lidentit di una delle lettere controverse

    del manoscritto, la ni di Gennesaret, che fondamentale per poter identificare il brano.Lutilizzo dei computer ha ad esempio permesso di indagare la letteratura greca

    disponibile alla ricerca delle 20 lettere che rinveniamo in questo frammento, ma senza altro

    risultato utile oltre quello di Marco. Il professor Dou, eminente matematico, ha cos potuto

    concludere che le probabilit che questa sequenza di lettere possa rinvenirsi in un altro

    scritto una su novecentomila milioni.

    Di seguito una foto del testo del manoscritto, qui in negativo per evidenziarlo, con

    accanto le lettere greche individuate da OCallaghan.

    T

    Questo il testo delloriginale del vangelo per intero con le lettere rinvenute in 7Q5 ingrassetto: . () () .

    Il manoscritto ha tutte le lettere in maiuscolo, senza accenti e punteggiatura, comera

    la prassi nellantichit.

    La Nuova Riveduta traduce cos questo brano: perch non avevano capito il fattodei pani, anzi il loro cuore era indurito. Passati all'altra riva, vennero a Gennesaret escesero a terra (Marco 6:52-53).

    Passiamo ad un esame dettagliato del testo rinvenuto sul papiro.

    7Q5 soddisfa i requisiti imposti dalla sequenza di lettere nel vangelo

    di Marco solo se riteniamo che il secondo rigo legga . In questomodo possiamo ritenerlo parte della frase che si trova nel verso 52.

    Thiede convinto che quanto di non perfettamente leggibile rimane

    nel secondo rigo dopo ci che rimane di una e lidentificazione con

    Marco sicura. Lo studioso port questo dilemma allattenzione della

    Polizia Scientifica di Israele perch analizzassero il testo con i loro

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangel

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    speciali microscopi. Riferisce

    lettera greca supposta da color

    Un altro dettaglio direi qu

    vangelo lo spazio fra quell

    linizio del paragrafo in Madestra. ( spaleggiamo oggi, ci serviamo

    finisce un periodo e ne co

    manoscritti di allora la st

    lasciando uno spazio fra le par

    del frammento. Ci un

    lidentificazione marciana.

    Una

    lide

    paro

    dive

    Una

    inizicam

    nella

    Stud

    statonel Greco biblico) , psimile accade nellinglese m

    bettere lettervengono pronugente ha una tendenza natural

    t delle parole italiane quasi

    non me ne rendo conto.

    In questa prospettiva, v

    la d6, un tale cambiamento

    che un fenomeno simile abb

    coloro per i quali il greco noriguarda let moderna piuttos

    pi elastico.

    5Una mattina, su di un muro che si

    solo un minuto per dirti quando ti

    plateale esprimere il suo amore non6

    Unaltra comune tendenza nel lin

    figlio piccolo pronuncia tutte le v

    noioso vediamo. E comune poi i

    nostra lingua.

    o a Qumran?

    lo studioso che tale tentativo ha conferm

    o che sostengo lorigine marciana del fra

    si fondamentale per lidentificazione del

    o che oggi corrisponde a Marco 6:52 e

    co 6:53 come si vede nella figura aio - ). Nei libri chedella punteggiatura per indicare dove

    incia un altro. Allo stesso modo, nei

    ssa indicazione veniva rappresentata

    ole. Proprio come accade in questo punto

    a coincidenza molto importante pe

    peculiarit del frammento, su

    ntificazione marciana, il cambio della

    a greca che la cui initando .variazione del genere, contrariame

    le, invece a sostegno dellantichitiamenti di questo genere sono stati ri

    Gerusalemme del periodo di Erode.

    ando il Greco moderno, una delle cose c

    il fatto, per esempio, che la parola (tra lnta tutto viene oggi pronunciata

    derno, nella sua pronuncia Americana

    ciale beder e leder. Nella mia terra

    , quando hanno una forte cadenza dialet

    ome una d5

    lo faccio un po anche io

    sta la naturale tendenza a sostituire la pr

    occorso anche nel greco parlato dai maa interessato anche lortografia delle p

    era la lingua natia. Lortografia poi to che quella antica, quando il concetto

    trova nei pressi del mio ufficio, comparve una

    amo. Purtroppo lo slancio amoroso di chi h

    corrispondeva con un altrettanto vivo amore per

    uaggio umano lassonanza fra v e b, c

    comeb molto carino sentirgli dire: bedia

    l passaggio delle v a b, nellassimilazione d

    13

    ato la presenza della

    mento.

    ponendo corretta

    lettera iniziale nella

    iale sarebbe mutata

    nte allimpressione

    el rotolo, visto chevenuti in iscrizioni

    he ho subito notato

    altro utilizzata anchepanda. Qualcosa di

    , dove parole come

    (Catania, Sicilia) la

    ale, a pronunciare la

    immagino, anche se

    nuncia della t con

    relingua, possibilearole soprattutto fra

    i un problema chei scrittura era molto

    scritta. Diceva: Dammi

    voluto in maniera cos

    la nostra lingua.

    e g, m ed n. Mio

    mo, anzich il comune,

    ei vocaboli ebraici nella

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangel

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    Quando Erode il Gra

    iscrizione che proibiva lingre

    interno del tempio [] l

    (nessuno) scritta methena,scritta tryfacton. Sembra ovviper gli scribi, dal momento chth spirante. Carsten Thiede

    Piemme, p. 58, 59.

    Il cambiamento di ques

    finisce addirittura per sommar

    e la sua identificazione con M

    in proposito: [] un erro

    scambi di tau con delta [] siNuovo Testamento tramanda

    tentata di dire che sarebbe so

    Convegno internazionale di Scura di Lucio Cilia, pag. 120.

    O Callagh

    delloccorr

    altro brano

    menzione d

    E qui nasc

    lidentificaGennesaret

    punto u

    Carsten Th

    dai romanidistruzione

    anche da

    Marco si adatti alle lettere sop

    omettesse le parole (oggi in stampa. Cos emendat

    giunsero alla citt di GennesaLomissione della pre

    sticometria, cio al calcolo d

    Anche qui, invece di una pro

    ulteriore indizio dellantichit

    Gennesaret potrebbe essersi

    distruzione romana del 70 d.C.

    C un dettaglio molto

    originale. Con lomissione di

    con verso la terra, davanti a

    () a, almeno se seguia

    ricostruito nella 27ma edizion

    o a Qumran?

    de ricostru il tempio egli fece porre ne

    sso ai non ebrei [] nessuno straniero

    rtografia degna di nota: nella riga 1 la

    entre nella riga 3 la parola dryfactonconcludere che la resa della d dolce ri

    la trasformarono, in entrambi i casi, ine Matthew DAncona, Testimone ocula

    a consonante non solo non un problem

    i ai fattori che concorrono nellavvalorar

    rco. Ecco lautorevole osservazione di

    e frequente ci sono molti altri casi,

    tratta di varianti normali. Tutti gli altri t

    ici su papiro hanno queste lievi altern

    spetto se non ci fossero. Marco e il studi Il vangelo di Marco, Venezia, 3

    an giunto allidentificazione del fra

    nza di , che si trova nel quinto ri

    della letteratura greca pu altrettanto

    ella citt di Gennesaret fatta da Marco.

    una difficolt proprio legata alla parola

    ione del frammento. Dobbiamo cdi cui parla il testo per il modo in c

    na citt, una localit o un lago?

    iede convinto che Gennesaret fosse u

    durante la prima rivolta giudaica cdi Gerusalemme e del tempio. Ci a su

    naltra caratteristica di 7Q5. Se vogli

    ravvissute nel frammento, infatti, dobbia

    ) verso terra, che rinveniamo in tuto il testo di Marco legge: e avendo co

    et (in greco, isazione verso la terra stata ind

    elle lettere che dovevano esservi sul m

    a contro lidentificazione, potremmo tr

    del manoscritto. Infatti tale precisazio

    resa necessaria nei manoscritti del v

    e, quindi, venne aggiunta.

    importante, purtroppo visibile soltanto

    questa piccola precisazione (nome del luogo Gennesaret rimane la s

    o la lettura del cosiddetto testo Stan

    del Nestle-Aland.

    14

    l cortile interno una

    si entrare nel cortile

    parola greca medenabarriera di pietra)

    sultava problematica

    na t dura o in unae di Ges, Edizioni

    insormontabile, ma

    lantichit del testo

    rsolina Montevecchi

    nei papiri biblici, di

    sti dellAntico e del

    anze grafiche. Sareio Vangelo, Atti del-31 maggio 1995, a

    mento dal dettaglio

    go e con cui nessun

    ombaciare come la

    he ha reso possibile

    iederci infatti: lai ne parla in questo

    a citt rasa al suolo

    e port anche allaavviso avvalorato

    amo che il testo di

    mo pensare che esso

    e le edizioni critiche

    piuto la traversata,

    ).ividuata grazie allaanoscritto completo.

    varci davanti ad un

    e verso la terra di

    ngelo solo dopo la

    onsiderando il testo

    ) tradotta di solitomplice preposizione

    ard, il testo critico

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangelo a Qumran?

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    In Marco 1:21, 2:1, 8:22, 9:33, 10:33, 10:46, 11:1, 11:11, 11:15, 11:27, 15:41 la

    preposizione precede il nome di una citt.In Marco 1:14 seguita dallarticolo e quindi dal nome della localit, che in

    quel caso la regione di Galilea. Lo stesso accade in Marco 14:28 e Marco 16:7.

    Simile a questultimi due esempi quello di Marco 1:39 dove fra la preposizione ()e larticolo () viene inserita la precisazione () tutta che risulta nella frase per tuttala Galilea. Vedi anche Marco 10:1.

    La logica conclusione che quando seguita da una articolo indica un luogo, unaregione, una terra. Ma se la preposizione semplicemente premessa al luogo del qualeparla levangelista, egli sta invariabilmente riferendosi ad una citt.

    In questo senso la teoria di Thiede che la precisazione verso terra sia unaggiunta

    chiarificatrice posteriore risulta plausibile.

    Potremmo, per, anche trovarci davanti ad una omissione da parte di uno scriba, visto

    che nei papiri la tendenza ad omettere tutto ci che superfluo una prassi molto ben

    attestata. Per citare un antichissimo testimone, diremo che P52, il pi antico (125 d.C. al

    massimo) manoscritto (frammento) con Giovanni 18:37 omette uno dei due per questo

    pronunciati da Ges e presenti in tutti gli altri manoscritti del vangelo.

    Se non vogliamo spingerci tanto quanto chi sostiene che lomissione di parte del testo

    greco come noi lo conosciamo favorisce lidentificazione di 7Q5 con Marco, possiamo per

    senzaltro concludere che non la esclude.

  • 7/27/2019 7Q5 Il Vangelo a Qumran

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    5. La datazione dei vangeli

    Quando sono stati scritti i vangeli?

    E' una domanda alla quale si cerca di rispondere in maniera soddisfacente da secoli.Non ci illudiamo, nonostante il tono da oracolo che assumono alcuni critici nel formulare le

    loro tesi, nessuno pu essere dogmatico su una questione che riguarda dei documenti cosi

    antichi, scritti in un periodo storico fondamentalmente davvero poco conosciuto, composti

    in lingua greca da autori semiti e, infine, a rendere la cosa ancora pi complessa, diffusi,

    senza una regia centralizzata, fra le variegate ed indipendenti comunit cristiane del primo e

    secondo secolo.

    Molti dei capisaldi della critica liberale del XIX e XX secolo sono ormai datati e

    difficilmente sostenibili alla luce delle pi recenti scoperte archeologiche e filologiche;

    eppure li troviamo regolarmente ribaditi per mettere in discussione lautorit degli scritti

    considerati sacri dalle confessioni cristiane.

    "Si e dato per scontato che, se il Vangelo secondo Marco fosse stato composto

    approssimativamente verso il 70 d.C., il Vangelo secondo Matteo sarebbe stato scritto

    intorno all'anno 80 d.C. Schadewaldt (importante filologo classico contemporaneo)

    riconosce che questo errore nella storia della tradizione - come egli lo definisce era

    piuttosto frequente negli studi classici, finche i filologi, diversamente dagli studiosi del

    Nuovo Testamento, non migliorarono le loro conoscenze. Carsten P. Thiede e Matthew

    D'Ancona, Testimone oculare di Ges, Edizioni Piemme, pag.25.Jean Carmignac, con competenza e sobriet, prende in considerazione la possibilit

    che i vangeli che sono giunti a noi comunque soltanto in manoscritti in greco, siano in realt

    delle traduzioni di documenti originali in ebraico andati perduti. Le prove proposte dallo

    studioso sono molto convincenti e, sebbene non me la sento di poter condividere del tutto la

    sua tesi che i vangeli che possediamo oggi siano semplici traduzioni di perduti originaliebraici, quasi impossibile ormai sostenere che gli autori dei sinottici non abbiano utilizzato

    delle fonti ebraiche per la redazione finale delle loro narrazioni - avvenuta, comunque, a

    mio avviso in lingua greca. Egli scrive: L'apparenza perfettamente greca, troppo greca

    per venire da persone che possedevano male questa lingua; ma la realt perfettamente

    semitica, talmente semitica da non poter provenire da persone che si esprimevano del tutto

    naturalmente nella loro lingua materna. Detto in altri termini: il greco dei Vangeli non e un

    cattivo greco, n un greco maldestro: un buon greco di un traduttore rispettoso di unoriginale semitico, che ne conserva il sapore e il profumo, Jean Carmignac, La nascita deiVangeli Sinottici, Edizioni Paoline, pag. 10.

    Un esempio molto evidente di del sostrato semitico dei vangeli possiamo notarlo

    accostando Matteo 5:15 a Marco 4:21. Qui la copula e di una possibile fonte originale

    ebraica verrebbe resa letteralmente con il corrispondente greco kai in Matteo, mentre inMarco la stessa frase viene intesa nel senso pi ampio che pu assumere grazie alle

    peculiarit della lingua ebraica e troviamo nelloriginale (traduzione?) greco con ina,preposizione che indica lo scopo per cui una cosa viene fatta.

  • 7/27/2019 7Q5 Il Vangelo a Qumran

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    Marco 4:21: Poi diceva ancora: "Si prende forse la lampada per metterla sotto ilvaso o sotto il letto? Non la si prende invece per metterla sul candeliere?" (NuovaRiveduta).

    Matteo 5:15: e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi lasi mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa." (Nuova Riveduta).

    La Nuova Riveduta, in linea con le traduzioni pi recenti, in ossequio al chiarosostrato semitico di Matteo, traduce la congiunzione kai, e, con per.

    Che la stessa considerazione non vi fosse anni orsono lo conferma l'antica traduzione

    di Giovanni Diodati (1649) che invece rende letteralmente lo stesso brano: Parimente, nonsi accende la lampada, e si mette sotto il moggio. Mentre lo stesso Diodati, sempreutilizzando laderenza letterale al testo che caratterizza il suo lavoro, traduce cos Marco

    4:21: Disse loro ancora: E la lampada recata, acciocch si ponga sotto il moggio, o sottoil letto? Non ella recata, acciocch sia posta sopra il candelliere?

    La dipendenza da fonti ebraiche per i vangeli ci assicura antichit ed affidabilit. Ed

    anche unit di intenti, visto che le fonti vengono raccolte all'interno di una narrazione che

    segue un filo logico e scopi narrativi ben precisi. Quando nei diversi vangeli notiamo delle

    differenze nelle cronologie, nell'ordine degli eventi descritti, ingenuo credere, come fanno

    alcuni critici, che ci accada per caso o per errore; mentre pi naturale e verosimile

    ritenere che, in ossequio ad un modello ben preciso, anche qui pi in linea con la mentalit

    semitica, la cronologia sia stata messa a disposizione dell'autore (qui quasi un redattore-

    editore) per la dimostrazione di profonde verit spirituali. Vedi ad esempio il plateale

    disordine cronologico del libro di Geremia o di Daniele per avere un riscontro veloce a

    quanto sto affermando.

    Se la narrazione di Giovanni cosi diversa da quella di Matteo, ci accade perchdiversi sono gli scopi che si prefiggono i due evangelisti. Se Matteo cita un evento prima di

    Marco, o dopo, non un errore, ma ci accade perch si vuol dire qualcosa di preciso. Di

    questo mi sono convinto ormai da anni, con la lettura della Parola di Dio ed anche, in

    particolare, studiando i commenti di Arno C. Gaebelein, che mi ha aiutato a vedere lagrandezza del disegno narrativo soprattutto nel vangelo di Matteo. In questultimo fin

    troppo evidente l'opera diretta dello Spirito Santo nella presentazione di eventi e detti di

    Ges per arrivare ad un meraviglioso disegno finale dell'opera.

    Alla luce di quanto accennato, possiamo difendere con maggiore convinzione

    l'antichit delle narrazioni canoniche della vita di Ges.

    Che gli evangelisti abbiano comunque utilizzato delle fonti ebraiche per la

    composizione delle loro narrazioni non solo possibile, ma direi quasi inevitabile. Ed strano che una tale convinzione abbia avuto un riconoscimento soltanto di recente e in

    questo la scoperta dei rotoli del Mar Morto ha senzaltro contribuito.

    E' facile supporre che per degli ebrei, popolo cos legato alla cultura dello scritto,

    deve essere stato naturale trascrivere e raccogliere subito i detti di Ges, i suoi

    insegnamenti, gli eventi che hanno caratterizzato il suo ministero, e farlo nella loro lingua

    natia, l'ebraico. Che gli apostoli fossero delle persone con una buona istruzione, sebbene di

    umili origini, innegabile; basta considerare i libri del Nuovo Testamento scritti da

    Giacomo, Giovanni, Pietro, Giuda, i quali si cimentano in quella che non era nemmeno la

    loro lingua natia, ottenendo dei risultati davvero notevoli, anche dal punto di vista

    squisitamente letterario.

  • 7/27/2019 7Q5 Il Vangelo a Qumran

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangelo a Qumran?

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    Il prologo di Luca importantissimo nel contesto di questa discussione.

    Poich molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avutocompimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furonotestimoni oculari e che divennero ministri della Parola, parso bene anche a me, dopoessermi accuratamente informato di ogni cosa dall'origine, di scrivertene per ordine,illustre Teofilo, perch tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.(Luca 1:1-4)

    Il greco colto dell'inizio del vangelo di Luca cozzerebbe con la dipendenza dalla

    lingua ebraica delle altre porzioni del suo scritto, se non fosse per il fatto che ci

    spiegabile nella condotta dell'evangelista ed il suo interesse a recuperare informazioni

    attendibili per la redazione del suo vangelo. Paradossalmente Luca additato come lo scritto

    che presenta il maggior numero di semitismi, mostra cio una pi evidente dipendenza dalla

    lingua e cultura ebraica rispetto agli altri sinottici, Matteo e Marco. Tale fenomeno trova la

    sua semplice motivazione se immaginiamo che l'autore di questo vangelo abbia tradotto con

    cura e rispetto i documenti in lingua ebraica, ma anche le narrazioni orali dei testimoni che

    deve aver consultato, ai quali ha attinto per i detti di Ges e gli eventi della sua vita.

    C' un'affermazione nel Nuovo Testamento davvero degna di seria nota, e che

    riguarda proprio il vangelo di Luca, senz'altro rilevante nel contesto della nostra discussione

    sull'origine dei vangeli. La rinveniamo in una epistola di Paolo. In 2 Corinzi 8:18, scrive

    l'apostolo: E noi abbiamo mandato con lui (con Tito) il fratello (Luca) la cui lode perlevangelo in tutte le chiese".

    Il fratello menzionato da Paolo ed associato a Tito Luca. Ci dimostrabile anche

    dalla parte finale della narrazione del libro degli Atti degli Apostoli, dove il racconto in

    prima persona fa intendere che lautore del libro si sia associato a Paolo nei suoispostamenti e dal prosieguo della citazione dalla seconda epistola ai Corinzi: non solo, maegli anche stato scelto dalle chiese come nostro compagno di viaggio in quest'opera digrazia, da noi amministrata per la gloria del Signore stesso e per dimostrare la prontezzadell'animo nostro. (2 Corinzi 8:9 Nuova Riveduta)

    Possiamo concludere che quando l'apostolo Paolo scriveva quellepistola, Luca era

    gi conosciuto in tutte le chiese a motivo del suo Vangelo. E' un'affermazione importanteed una testimonianza di non poco conto.

    Eppure, nelle versioni oggi comunemente disponibili, il testo totalmente diverso

    dalla traduzione (mia) che ho proposto.

    Il testo greco originale di questo brano legge: .

    La Riveduta Luzzi traduce: E assieme a lui abbiam mandato questo fratello, la cuilode nella predicazione dell'Evangelo sparsa per tutte le chiese. Il testo originale, per,non dice questo fratello, bens il fratello. La frase nella predicazione non c

    nelloriginale.

    La Nuova Riveduta traduce: Insieme a lui abbiamo mandato il fratello il cui servizionel vangelo apprezzato in tutte le chiese. La parola servizio traduce male la parola chenelloriginale invece lode. La parola apprezzato non nel testo greco.

    Il tentativo, lo capisco, quello di dare un significato alla frase di Paolo. Ma forse nel

    farlo, assecondando visioni preconcette, che ritengono impossibile la composizione del

    vangelo di Luca gi in un'epoca tanto remota, non si rischia di allontanarsi dal semplice ed

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    immediato senso letterale della frase dellapostolo? E' per questo motivo che, in via

    generale, quindi, con le dovute eccezioni ed una ovvia ragionevole (sana) flessibilit,

    prediligo di solito le traduzioni letterali.

    Una traduzione letterale di 2 Corinzi 8:18, e, secondo me, pi corretta, la troviamo

    nella versione della CEI: Con lui (con Tito) abbiamo inviato pure il fratello che ha lode intutte le Chiese a motivo del vangelo.

    Se riteniamo autentico il prologo di Luca alla sua narrazione evangelica e non un

    artificio letterario, il suo essersi diligentemente informato presso i testimoni oculari per

    proporre una narrazione accurata ed attendibile, ci colloca l'opera dell'evangelista nel

    periodo apostolico e tale datazione spiegherebbe benissimo l'affermazione di Paolo nella sua

    lettera, altrimenti di difficile comprensione, visto che sottolinea la fama di Luca dovuta alla

    composizione del suo vangelo.

    E proprio negli stessi scritti di Luca abbiamo unaltra conferma.

    Leggendo gli Atti degli Apostoli, notiamo subito nellintroduzione che, sebbene

    questo libro si trovi nelle nostre Bibbie dopo il vangelo di Giovanni, esso stato composto

    dal medesimo autore del terzo vangelo ed in un secondo momento rispetto a quello.

    Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto quello che Ges cominci a fare ea insegnare (Atti 1:1 Nuova Riveduta).

    Un altro punto fermo della nostra discussione che gli Atti degli Apostoli si

    concludono o meglio non si concludono: la narrazione, infatti, si arresta ed facile

    dedurre che lautore non avesse pi nulla da narrare al tempo passato.

    E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tuttiquelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative alSignore Ges Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento. (Atti 28:30-31 NuovaRiveduta)

    Da questa conclusione del libro facile argomentare che la sua composizione deve

    essere avvenuta dopo due anni della prigionia a Roma dellapostolo, ma prima della sua

    eventuale liberazione o del suo martirio, viceversa Luca ne avrebbe certamente parlato.Tenendo presente quanto detto, risulta evidente lantichit del Vangelo, che precede

    la composizione degli Atti di qualche tempo, sebbene non sappiamo quanto tempo prima sia

    stato scritto. Di certo prima che Paolo partisse per il suo terzo viaggio missionario e

    scrivesse la sua seconda epistola, cio tra il 54 ed il 58 d.C. E con sufficiente anticipo

    perch la sua opera si diffondesse in maniera tanto estesa da motivare laffermazione

    dellapostolo.

    Perch la questione sullantichit della composizione dei vangeli cos importante?

    Antichit, nel caso della composizione dei vangeli, ovvio, sinonimo di attendibilit.

    Negare l'antichit dei vangeli significa negarne anche l'attendibilit storica. Vedere che tante

    nuove informazioni, provenienti soprattutto da ambienti dove non si influenzabili

    dall'infinita diatriba sull'attendibilit teologica dei vangeli, ci danno maggiori e pi concrete

    evidenze a favore della composizione dei vangeli nel periodo apostolico, dovrebbe fare

    seriamente riflettere i tanti che frettolosamente o per comodit si liberano della Bibbia,

    considerandola non attendibile dal punto di vista storico.

    Le posizioni di chi non ritiene valide le posizioni tradizionali sull'et del Nuovo

    Testamento, ma in particolare dei vangeli, oggetto principale della nostra discussione, sono

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    basate su considerazioni derivate da un'analisi interna del testo, quindi soggettiva, e dalla

    supposizione che una teologia cosi avanzata come la propongono i vangeli in particolare

    poi quello di Giovanni - non supporta lidea di una data di composizione tanto remota per i

    vangeli canonici come noi li conosciamo. Un'argomentazione di questo genere, senza volere

    entrare nel merito nelle competenze di chi la propone, ma mettendo radicalmente in

    discussione il metodo stesso dell'indagine, un colosso dai piedi d'argilla.Oggi sempre maggiori prove oggettive fanno propendere per l'antichit e, per giusta

    conseguenza, vista la vicinanza con gli eventi descritti, per l'attendibilit storica delle

    narrazioni evangeliche.

    Alla luce di quanto abbiamo detto potremmo chiederci: E possibile che esista un

    manoscritto del Vangelo di Marco databile al 50 d.C.? Ma farlo significherebbe cadere

    nellerrore di prospettiva di chi, rispondendo negativamente a priori per via delle

    conclusioni della critica, non pu che rifiutare lidentificazione di 7Q5 con un frammento di

    un manoscritto del vangelo.

    Dovremmo invece procedere diversamente e, lecitamente, domandarci piuttosto: Alla

    luce della sensazione scoperta di Qumran, si ancora autorizzati a ritenere che il vangelo di

    Marco possa essere stato composto oltre il 50 d.C.?

    William F. Albright, eminente archeologo e linguista afferma: Possiamo gi

    affermare con enfasi che non vi sono pi le basi per datare qualsiasi libro del Nuovo

    Testamento dopo circa l80 d.C., due generazioni prima delle date fra il 130 ed il 150

    proposte dai moderni critici radicali del Nuovo Testamento.

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    6. I manoscritti del NCosa dire delle evidenz

    Innanzi tutto va premes

    il contrario non esistonoanimano la mente e i libri degl

    sarebbe risparmiato anni ed a

    pi possibile vicino agli origin

    Il Nuovo Testamento

    approntati con costanza fino a

    mobili che nel XV secolo mis

    loro sopravvivenza e diffusiodelle molte copie cos facilme

    Sebbene parliamo di

    Testamento greco in tutto o indiminuiscono mentre volgiam

    Nonostante ci, il Nuo

    prove manoscritte che per lan

    LIliade di Omero sopre secoli dagli originali. Venetucopia pi antica disponibile p

    San Marco. E alla base delle

    preservati in meno di 400 m

    singolo manoscritto copiato ne

    Vi sono ovviamente levicini infatti agli originali so

    come per le varie opere e s

    autografo. Gli 800 manoscritti

    letteratura italiana nel mo

    www.danteonline.it).

    Vediamo in concreto q

    P52 nella figura

    versi del Vangelo

    d.C., ma, secondo aLa figura qui a si

    vangelo di Giovann

    alla famosa collezidatato ca. 200 si

    Giovanni.

    Altri manoscritti molto

    che contiene parti delle epicontenente anchesso delle pa

    delle porzioni del vangelo di

    o a Qumran?

    ovo Testamento

    dei manoscritti del Nuovo Testamento?

    so che gli autografi sarebbe impossibil

    pi. Viceversa molte delle discussionii studiosi non avrebbero mai visto la luc

    ni di studio alla ricerca di un testo del

    ali andati perduti.

    greco comunque sopravvissuto in m

    llevento epocale che fu linvenzione del

    e fine alla dipendenza dei libri dalloper

    e, rendendo allo stesso tempo pi abborte producibili.

    oltre 5000 manoscritti antichi che co

    parte, ovvio che il loro numero e lo stil nostro sguardo indietro nel tempo.

    vo Testamento rimane un caso unico s

    ichit dei suoi testimoni.

    vvive in meno di 600 manoscritti, ovvias A il nome del manoscritto risalente aler il testo dellIliade e si trova a Venezi

    edizioni correnti di quellopera. Gli scr

    noscritti. Gli annali completi di Tacito

    l IX secolo.

    ovute eccezioni, ma riguardano testi meno i manoscritti della Divina Commedi

    critti di Dante Alighieri non esiste co

    che contengono quella che forse la pi

    do, la rendono comunque molto b

    alche informazione sui manoscritti neote

    qui accanto un frammento su papiro

    i Giovanni: 18:31-33, 35-38. Risalireb

    lcuni, potrebbe essere addirittura pi antinistra una riproduzione della fine di

    i nel papiro P75. Questo manoscritto appa

    ne Bodmer. E stato datato 175-225 d.associa a P75 nella testimonianza al te

    antichi sono: Il Papiro 46 (P46) datato c

    stole di Paolo. P90 datato nel II secrti del vangelo di Giovanni. P64 che co

    atteo.

    21

    e che fosse successo

    e supposizioni che. Anche chi scrive si

    uovo Testamento il

    ltissimi manoscritti

    la stampa a caratteri

    a di copiatura per la

    dabile laccessibilit

    ntengono il Nuovo

    ato di conservazione

    a per quantit delle

    mente distanti secoliX secolo d.C. ed la

    a nella biblioteca di

    itti di Euripide sono

    sono attestati da un

    o antichi. Molto pi, per la quale, cos

    unque neanche un

    famosa opera della

    n attestata (fonte:

    tamentari.

    che contiene alcuni

    e a circa lanno 125

    o!Luca ed inizio del

    rtiene

    . P66to di

    . 200

    olo etiene

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    Bisogna, per, considerare evidenze di circa un secolo meno antiche per avere delle

    copie manoscritte complete del Nuovo Testamento greco. I due famosi codici, Vaticano e

    Sinaitico, altrimenti noti come B ed (Alef, prima lettera dellalfabeto ebraico) risalgonoalla met del IV secolo.

    Dobbiamo aprire una parentesi.La datazione dei manoscritti antichi non pu essere certa. Essi di solito non recano

    una data, specie quelli pi antichi. E, quindi, cercare di individuarne una, riferita al nostro

    calendario Gregoriano, che, storicamente una realt relativamente recente, non cosa da

    poco.

    Vi sono vari sistemi per datare un manoscritto.

    La paleografia, lo studio della scrittura e dellortografia antica, cerca di rintracciare,

    comparando i manoscritti disponibili e i dati pi sicuri che si conoscono, la data pi

    probabile per la possibile copiatura di un manoscritto. Vi sono poi altri metodi per

    procedere. Per i manoscritti del Mar Morto ad esempio stato posto il 68 d.C. come ultima

    data possibile, attingendo alla storia che ci parla della distruzione portata dei romani in quelperiodo e supponendo che, dopo quella data, nessuno sia pi entrato nella grotte di Qumran.

    In altri casi stata utilizzata anche la datazione al radiocarbonio, ma un metodo che

    ha i suoi limiti.

    E per i motivi che ho esposto che, come comprender il lettore, le datazioni deimanoscritti diventano tanto pi soggettive tanto pi indietro andiamo nel tempo.

    Per quello che concerne la nostra discussione, quindi, registriamo la proposta di

    Thiede per una nuova datazione di P64, il cosiddetto Papiro Magdalen, che per lui dovrebbe

    risalire a circa il 60-70 d.C.

    A questo punto, notando le diverse datazioni possibili per uno stesso documento,

    dobbiamo anche chiederci: nel procedere alla datazione delle prove manoscritte per ilNuovo Testamento gli studiosi possono essere influenzati dalle teorie che riguardano ledatazioni probabili degli scritti neotestamentari?

    Le conclusioni alle quali OCallaghan per primo giunto quando ha proposto

    lidentificazione del testo di 7Q5 con un brano del Vangelo di Marco sono probabilmente

    dovute al fatto che lo studioso fosse fortunatamente, un papirologo, piuttosto che uno

    studioso del Nuovo Testamento, cosicch non era pronto a escludere quelle scoperte testuali

    in contrasto con i presupposti scientifici degli studiosi, Testimone oculare di Ges, p.53-

    54.

    E per lassenza di questo disturbo di fondo che la datazione di Thiede per il papiro

    Magdalen dovrebbe essere pi attendibile? Io non lo escluderei.La datazione di P52 verso il 125 d.C. non lunica proposta. Altri lo hanno datato

    molti anni prima. Ma forse la data comunemente accettata risente delle opinioni di diversi

    studiosi sullantichit al Vangelo di Giovanni ritenuto unopera completata intornoallanno 100 d.C.

    Il P45 datato di solito al III secolo; ma Thiede ventila lipotesi che esso sia

    probabilmente molto pi antico. Lo stesso dicasi per P1. P4 datato dallo studioso Kurt

    Aland nel III secolo. Ma laltrettanto eminente studioso Philip Comfort lo data allinizio del

    II secolo. Per P46, del quale ho gi detto che comunemente datato intorno allanno 200

    d.C., stata proposta da Young Kyn Kim una possibile retrodatazione all80 d.C.

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    Se non possiamo essere dogmatici sulle retrodatazioni dei manoscritti del Nuovo

    Testamento, possiamo, per, anche sentirci legittimati a concludere che, forse, lapproccio

    errato di alcuni studiosi impedisce un esame sereno delle evidenze manoscritte pi antiche,

    stante il disturbo di fondo che pu essere il timore di cozzare con le teorie maggiormente in

    voga fra gli studiosi che hanno acquisito una certa fama nella materia.

    E in questo senso, voglio aggiungere una nota dolente su questa questione. Anche perquanto riguarda lambito biblico i circoli accademici non sono da meno di quelli di altri

    campi. Se non sei dentro una certa cerchia, sei fuori e si assicurano che tu stia fuori. Vi sono

    studiosi il cui lavoro viene snobbato e le cui idee e teorie vengono punite semplicementenon degnandole di nessuna attenzione e menzione. Ho letto libri di studiosi davvero con una

    cultura monumentale e degni di soppiantare coloro le cui idee non condividevano nei loro

    lavori ma ho dovuto amaramente constatare che il combattere di alcuni contro certi mulini

    a vento serve a poco e le torri che detengono il monopolio del sapere puniscono

    condannando alloblio o, e a volte ancora peggio, ad una veloce insignificante menzione.

    E parlando di rilettura dellantichit dei manoscritti del Nuovo Testamento c ancora

    dellaltro sui manoscritti in greco di Qumran che bisogna dire.

    O Callaghan infatti non si limit ad identificare 7Q5 con Marco. Egli riconobbe in

    altri frammenti della grotta 7 altre porzioni del Nuovo Testamento. 7Q6

    venne identificato con Marco 4:28. 7Q7 con Marco 12:17. 7Q15 con Marco

    6:48. 7Q9 con Romani 5:11-12. 7Q10 con 2 Pietro 1:15. 7Q8 con Giacomo

    1:23-24.

    7Q41 e 7Q42 vennero riconosciuti come due frammenti di un manoscritto

    contenente originariamente la prima epistola di Paolo a Timoteo.

    Limmagine qui accanto riproduce 7Q41 che ci mostra quanto poco rimanedi questo manoscritto.

    Volendo concludere questa parentesi sui manoscritti diremo che pochi altri testi o

    forse nessuno - possono vantare unattestazione manoscritta tanto antica ed affidabilequanto il Nuovo Testamento. Volendo raccogliere il senso pi immediato dei ritrovamenti

    di Qumran per il Tanakh ebraico, diremo che quanto detto per laffidabilit del testo delNuovo Testamento in nostro possesso quello delle comuni versioni bibliche, per

    intenderci pu serenamente estendersi oggi anche allAntico Testamento, vista

    lantichissima testimonianza che ci ha restituito questa unica scoperta.

    Per quanto riguarda i problemi connessi alla datazione dei libri biblici e dei

    manoscritti, siamo lontani da avere delle opinioni definitive ed unanimi da parte deglistudiosi.

    Personalmente ritengo che alla luce dei ritrovamenti archeologici e della migliore

    conoscenza storica del periodo, oggi ancora pi lucidamente difendibile la posizione

    tradizionale della Chiesa che sostiene lantichit ed apostolicit degli scritti neotestamentari

    e spero, riportando i dati che ho fin qui esposto, di aver suggerito questa conclusione anche

    al lettore.

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    7. Il Vangelo ebraico di Matteo

    Il merito di avere pubblicato unedizione di Matteo in lingua ebraica spetta a George

    Howard, professore di religione alla University of Georgia. Si tratta di unopera davverostraordinaria che in un certo senso potrebbe confermare le varie voci che da pi parti ed in

    diversi momenti della cristianit antica sostenevano lesistenza di una versione ebraica di

    Matteo o addirittura che Matteo fosse stato originariamente scritto in ebraico e solo in

    seguito tradotto in greco - unica versione antica nella quale questo libro comunque ci

    giunto. Questo Matteo ebraico si trova allinterno di un trattato scritto da un ebreo, tale

    Shem-Tob, per confutare le dottrine cristiane e ci soltanto e di nuovo purtroppo - nelrelativamente recente XIV secolo.

    Sebbene custodito allinterno di un trattato fondamentalmente recente, se visto

    lontano quindici secoli dalloriginale, il testo ebraico di Matteo che viene qui preservato,

    potrebbe avere unimportanza molto pi significativa di quanto non possa apparentemente

    sembrare.

    Howard presenta nel suo libroHebrew Gospel of Matthew,Mercer University Press,1995 che cito di seguito il testo ebraico ottenuto da un attento esame dei manoscritti che

    lo contengono, la traduzione in inglese, ovviamente, e le conclusioni dello studioso su

    questa affascinante testimonianza ad un Matteo semitico.

    Nei punti meno tecnici del suo studio, egli riassume cos le sue conclusioni:Supponendo che il testo di base del Matteo ebraico di Shem-Tob un testo ebraicoprimitivo, noi riscontriamo proprio quanto ci aspetteremmo, cio uno scritto composto

    principalmente in ebraico biblico con elementi della Mishna7, ma che mostra modificheoperate da scribi con lintento di rendere il testo pi in armonia con forme linguistiche pitarde. Oltre a ci, il testo riflette unopera notevole di revisione avente lo scopo di renderlo

    pi vicino allo standard greco e latino del testo del vangelo durante il Medio-Evo [] Ad

    ogni modo, rimane intatto del testo originale quanto basta per osservare la sua antichit.

    (pag. 183)

    Perch importante questo potenziale originale ebraico di un vangelo per la nostra

    discussione? Perch luso linguistico di un testo ebraico conferma ancora di pi quanto

    questo vangelo fosse in armonia con il periodo cui la concezione tradizionale della Chiesaascrive la composizione di Matteo.

    Nel testo ebraico di Matteo, Howard pu osservare un comportamento meno evidente

    nella versione greca dello stesso vangelo: Luso conservatore del Nome Divino, che

    occorre solo in citazioni della Bibbia ebraica, nelle introduzioni di citazioni, o in frasi

    bibliche quali Angelo del Signore o Casa del Signore corrisponde molto da vicino

    alluso del Tetragramma nei documenti ebraici ritrovati fra i rotoli del Mar Morto. (pag.

    203)

    7La Mishnah la principale raccolta delle tradizioni ebraiche orali in forma scritta. La sua redazione risale

    allinizio del III secolo.

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    Il nome rivelato da Dio a Mos sul Sinai (il cosiddetto Tetragramma) gode da sempre

    di una considerazione particolare per il popolo ebraico (Esodo 3:14.16). Tanto che, ad un

    certo punto della storia del popolo di Dio, si decide di evitarne luso e la pronuncia. Questo

    costume, che un fenomeno naturalmente ravvisabile nei testi in lingua ebraica, non

    invece particolarmente evidente nelloriginale del Nuovo Testamento proprio perch in

    greco. Ma ben visibile nel Matteo ebraico, quanto negli scritti della comunit di Qumran.Sempre fermo il fatto che le evidenze di Qumran non possano essere pi recenti del

    periodo della distruzione romana, larmonia del Matteo ebraico con gli scritti della comunit

    ebraica del primo secolo, pu soltanto andarsi ad aggiungere alle altre motivazioni fin qui

    addotte per poter pi validamente sostenere lebraicit e, quindi, antichit e,

    conseguentemente, autenticit delle opere evangeliche.

    Vale la pena anche riprendere le conclusioni di Howard fra il testo ebraico di

    Matteo e quello greco che ci familiare.

    Vi sono fondamentalmente tre possibilit per spiegare la relazione esistente (fra il

    testo ebraico e quello greco di Matteo, ndt): 1. Il testo ebraico una traduzione di quellogreco (o di una sua versione, come quella latina). 2. Il greco una traduzione dellebraico.

    3. Sia lebraico che il greco rappresentano una composizione originale nella rispettiva

    lingua con uno dei due che serve come modello per laltro. La discussione porter alla

    conclusione che lopzione numero 3 quella da preferirsi senza, comunque, determinare

    quale il greco o lebraico sia servito da modello per laltro. (pag. 181)

    Lipotesi che ventila pi in l lo studioso davvero plausibile. Il testo ebraico di

    Matteo stato preservato da ebrei e forse ebrei cristiani, ma non da cristiani Gentili i quali

    ovviamente hanno tramandato il testo greco di questo vangelo che ci familiare, esso

    stato citato sporadicamente da autori ebrei fino a quando non riemerso nella sua totalitnel Even Bohan, (pag. 225) il trattato polemico composto da Shem-Tob.

    Scrive cos Eusebio di Cesarea, nel IV secolo, nella sua prestigiosa StoriaEcclesiastica: Matteo avendo inoltre per primo proclamato il vangelo in ebraico, quandostava per andare ad altre nazioni, lo affid alla forma scritta nella sua lingua dorigine, inmaniera da poter supplire alla mancanza della sua presenza fra loro, con il suo scritto.

    Libro I, capitolo 24.

    La testimonianza dello storico cristiano fa eco a quella di altri antichi autori cristiani.

    Ireneo che visse nel II secolo, parla di Matteo che ha scritto il suo vangelo per gli ebrei. Nel

    parla Origene, nel III secolo. Significativa anche la testimonianza di Girolamo, traduttore

    della Vulgata, in proposito.

    Insomma lidea che fra gli ebrei sia stato preservato un ebraico di Matteo, qualunquesia stata la sua relazione con il Matteo greco, plausibile e ci depone a favore

    dellattendibilit delle narrazioni evangeliche.

    Le molte altre implicazioni di una tale eventualit possibilit non sono oggetto

    del tema che sto affrontando in questo scritto, quindi rimando il lettore interessato a testi

    specifici, sebbene debba subito anticipargli che non credo esista nulla in italiano e

    comunque difficilmente di divulgativo, e pi facilmente nellambito tecnico.

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    con una sticometria che oscilli - come quella di 7Q5, secondo l'identificazione di Marco - tra

    20 e 30 lettere di una su trentaseimila milioni. 2) Dal punto di vista del calcolo delle

    probabilit, nell'equiparare un testo letterario espressivo con un testo matematico

    inespressivo, si da luogo a un errore di difficile stima, di cui non si tenuto conto nel

    calcolo precedente. Trattandosi di un testo letterario, particolarit che modifica il primo

    calcolo, il professor Dou propone il nuovo valore matematico: con la stessa sticometria di7Q5, come prima, la probabilit che si trovi casualmente un altro testo di una su

    novecentomila milioni.", pag. 122.

    Nel 1972, sulla rivista italiana "Biblica" il papirologo cattolico Jose O' Callaghan

    ipotizz e difese per primo l'identificazione di 7Q5 con Marco 6:52-53. Ovviamente ci

    scosse il mondo degli studi biblici. Eppure, per quanto la sua ipotesi potesse essere scomoda

    per gli studiosi contrari all'antichit dei vangeli, vi furono altri che presero in seria

    considerazione il risultato dei suoi studi.

    Carsten P. Thiede ha proseguito il lavoro di O' Callaghan dimostrando di essere

    seriamente interessato, prima a convincersi dell'identificazione di 7Q5 e poi a convincere la

    comunit degli studiosi, ma anche il grande pubblico, che il Vangelo di Marco si trovasse

    realmente in quella grotta di Qumran. Per accertarsi dell'identificazione dubbia di una lettera

    in particolare, nel 1992 Thiede non esit ad interpellare il Dipartimento di Scienze

    Investigative e Legali della Polizia di Israele. Il risultato ottenuto avvalorava l'ipotesi

    dell'identificazione di Marco col frammento.

    Evidenze di questo genere dovrebbero abbattere il muro di idee preconcette, per

    quanto radicate possano essere. Ma non cosi facile.

    Thiede poi non si ferma a 7Q5, ma, seguendo una strada che anche altri studiosistanno coraggiosamente percorrendo ormai da diverso tempo, ha rivisto le datazioni di

    diversi manoscritti del Nuovo Testamento. In particolare si sofferma sul papiro Magdalen

    (P64) la cui datazione egli colloca intorno all'anno 70 d.C. dando cosi un colpo di grazia, se

    la sua teoria fosse corretta, alle supposizioni di coloro che non ritengono possibile cheMatteo fosse stato composto cosi presto.

    In questo contesto vale proprio la pena menzionare, in ultimo, J.A.T. Robinson che

    nel 1976 pubblic Redating the New Testament (1976) e Priority of John (1985), dove,andando contro corrente rispetto alla critica che avversa all'antichit degli scritti

    neotestamentari, ridata il Nuovo Testamento a favore di una sua maggiore antichit.

    Ma perch il lavoro di Thiede che sta mettendo in discussione le et dei manoscritti

    del Nuovo Testamento, indebolisce limpalcatura delle datazioni dei libri neotestamentari edegli studi che da tali presupposti partono?

    Lalta critica sostiene che i vangeli siano un prodotto del tardo I secolo. (Ma sono

    teorie, supposizioni, non vi sono prove oggettive che dimostrino questi capisaldi di alcune

    scuole di pensiero). A tali conclusioni gli studiosi giungono analizzando il testo stesso, nella

    forma in cui lo conosciamo noi. Ma non gran che come metodo, visto che

    fondamentalmente poggia tutto sulle sabbie mobili delle opinioni di chi analizza dei fatti e

    circostanze tanto complessi con pochissimi elementi a disposizione.

    Siamo oggi allalba di un nuovo giorno, quando 7Q5 pu fornire delle prove

    conclusive ed oggettive sul fatto che le supposizioni che riguardano le date di composizione

    degli originali dei vangeli vanno rivedute?

  • 7/27/2019 7Q5 Il Vangelo a Qumran

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    Giuseppe Guarino 7Q5 - Il Vangelo a Qumran?

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    E doveroso, in questo contesto, ricordare al lettore che le prove storiche parlano di

    una Chiesa primitiva che accolse nel proprio canone delle Scritture quegli scritti che erano

    di provata origine apostolica e riportavano quindi diligentemente i resoconti dei testimoni

    oculari degli eventi e della persona di Ges Cristo. Eusebio di Cesarea nel IV secolo, scrisse

    nella sua famosa Storia Ecclesiastica esponendo lopinione che molto probabilmente era

    diffusa ai suoi giorni.Cos tanto comunque lo splendore dellamore illuminava la mente degli ascoltatori

    di Pietro, che non era sufficiente sentirlo una sola volta, n ricevere in forma non scritta la

    dottrina del vangelo di Dio e quindi sollecitarono in ogni maniera Marco, compagno di

    Pietro, e del quale abbiamo ricevuto il vangelo, che egli dovesse lasciare unopera scritta

    della dottrina comunicata verbalmente. E non smisero di sollecitare fino a che prevalsero

    con la loro richiesta e cos divennero il mezzo per la nascita di quello che noi chiamiamo il

    vangelo di Marco. Essi dicono inoltre che lapostolo (Pietro), essendosi resosi conto che ci

    era stato fatto per rivelazione dello Spirito, fu felice dallardore dello zelo espresso da questi

    uomini, e la narrazione ottenne la sua autorit con lo scopo di leggerlo nelle chiese. Questa

    narrazione data da Clemente, nel sesto libro delle sue Istituzioni, la cui testimonianza

    corroborata da quella di Papia, vescovo di Ierapoli. The Ecclesiastical history of EusebiusPamphilus, Baker Book House, Grand Rapids, Michigan, 1991, p. 64-65.

    Naturalmente le parole di Eusebio meritano pi seria considerazione che cieca

    fiducia, ma di sicuro riflettono quella che doveva essere la convinzione della Chiesa

    primitiva. Allo stesso tempo, la sua testimonianza comunica profonda riverenza verso le

    Scritture, che egli chiaramente considera apostoliche nellorigine, divine nei contenuti.

    La scuola di studiosi del XIX e XX secolo ha viaggiato decisamente contro la

    corrente di questa semplicit della fede cristiana con lunico desiderio (mascherato daspirito di ricerca) di svuotare di significato la fede tradizionale della Chiesa. Tale tendenza

    non avrebbe pi di tanto significato e non lascerebbe a volte cos perplessi se non fosse che

    riguarda individui che fanno parte della Chiesa visibile di Cristo.

    O Callaghan e Thiede, con il loro metodo di indagine delle evidenze manoscritte delNuovo Testamento, mostrano, accanto ad un doveroso senso di responsabilit scientifica, un

    sincero amore per la ricerca della storicit del Vangelo che convince e pu soddisfare

    lintelletto della persona colta quanto lo spirito del semplice credente.

    Sulla scorta dei risultati ottenuti dalle ricerche che identificano i frammenti della

    grotta 7 di Qumran con porzioni di alcuni scritti del Nuovo Testamento, speriamo non sia

    lontano il giorno quando, finalmente, verr tolto il freno dei preconcetti e si proverserenamente ad indagare i possibili concreti risvolti del significato della testimonianza dei

    manoscritti del Mar Morto anche per gli studi sulla formazione del Nuovo Testamento.

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    Appendice

    7Q5 di Wilbur N. Pikering

    Lessi con grande entusiasmo e pi volte gli scritti di Wilbur N. Pickering allinizio

    degli anni 90 quando mi avvicinai allo studio della critica testuale del Nuovo Testamento.

    Condivisi le sue teorie ed il suo accorato approccio al testo biblico mi piaceva e

    coinvolgeva.

    Thomas Nelson ha pubblicato il suo The Identity of The New Testament Text nel1977. Ne possiedo una copia con dedica personale, estorta quasi allo studioso, ormai quasi

    ottantenne, a seguito dellaiuto che gli diedi qualche anno fa per recuperare dei manoscritti

    medievali presso delle biblioteche italiane. In quelledizione compare unappendice

    intitolata proprio 7Q5 che, a seguito di mia richiesta, il dott. Pickering mi ha autorizzato a

    tradurre e presentare al pubblico italiano.

    Questa stessa appendice che state per leggere stata chiamata in causa da Carsten

    Peter Thiede nel suo articolo 7Q Frammenti di papiri neotestamentari della settima grotta

    di Qumran: Mentre O Callaghan in nuove pubblicazioni proponeva identificazioni per

    altri frammenti, il dibattito tra gli esperti si avvi con la prevedibile intensit. Accanto al

    prudente consenso da parte di alcuni specialisti come Joseph A. Fitzmyer e Carlo M.

    Martini, sorsero un numero crescente di voci discordanti, tra le quali uno dei curatori della

    pubblicazione iniziale, M. Baillet, al quale non era riuscita alcuna identificazione dei

    frammenti in questione, gdt 247, pag. 26. Pi in l Thiede lamenta che un altro lavoro

    pi recente sullargomento rimasto privo di risonanza: la Appendix B, , inWILBUR N. PICKERING, The Identity of the New Testament Text. In esso, sullidentit tra7Q5 e Mc 6,52-53 Pickering giunge a un risultato positivo, e le sue osservazioni non sono

    soltanto una confutazione dellargomentazione addotta da Baillet contro OCallaghan, ma

    rappresentano soprattutto una provocazione, in quanto invitano a non considerare liquidatala questione dei papiri greci della grotta 7 di Qumran, gdt 247, p.28.

    Il dott. Pickering ha ricevuto un Th.M presso il Dallas Theological Seminary ed il

    suo Ph.D. presso la University of Toronto. Ha collaborato come traduttore alledizione

    dellinterlineare greco-inglese del testo maggioritario edito da Thomas Nelson. I suoi studi

    vengono pubblicati sul sito www.walkinhiscommandments.com dove possibile consultare

    la sua terza edizione del libro The Identity of the New Testament Text, la sua edizionecritica dellintero testo greco originale del Nuovo Testamento e la relativa versione in lingua

    inglese.

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    cosa che fa. Baillet ammette che ci sia possibile. Di nuovo, lidentificazione del frammento

    non dipende da questa lettera; basta che le tracce di inchiostro non siano contro

    lidentificazione.

    Tutti sono concordi nel fatto che la tau e la omega siano sicure. Dopo la letteraomega, OCallaghan ricostruisce una nu, alla quale proposta Baillet riserva gli epiteti diassurda e impossibile sostenendo che quella di una iota sembra certa. La retorica diBaillet deludente e comincio a dubitare della sua competenza di papirologo. La lettera pi

    chiaramente preservata su tutto il frammento la iota nella riga 3, e la linea verticaleimmediatamente dopo la omega nella riga 2 differisce notevolmente da lei. Ci che invecericorda pi da vicino la parte sinistra della linea verticale della nu o della eta nella riga 4.Lestremit orizzontale delle tracce che seguono potrebbero facilmente essere la parte pi

    bassa dellestremit del tratto diagonale di una nu (ma non la linea orizzontale di una eta).

    In breve, la ricostruzione di OCallaghan qui di una nu, ovviamente con un puntino sotto, perfettamente ragionevole.

    Per quanto riguarda la eta che completa la riga 2 nella ricostruzione di OCallaghan,sebbene Baillet preferisca una alfa, concede una eta sia possibile, e la editio princeps (dellaquale Baillet era coeditore) suggerisce che la eta sia una possibilit. OCallaghan sottolineache per lui questa lettera la tessera pi difficile di tutto il mosaico la sua risposta alladiscussione di Billet sulla riga 2 un modello di moderazione e competenza

    11.

    Bisogna tenere in mente unaltra cosa. E una regola generale fra papirologi che

    qualsiasi ricostruzione proposta di un testo sia accompagnata da una traduzione (o una

    identificazione con un brano noto di letteratura) in altre parole, deve avere un senso.

    Frequentemente vi sono cos tanti punti incerti, presi da soli, che non ha molto senso offrire

    una ricostruzione, a meno che non possa anche associarsi una traduzione ragionevole o una

    identificazione il risultato finale che conta. OCallaghan ha proposto unidentificazione,

    ma Baillet non lha fatto. Fino a quando non lo far, la sua critica di OCallaghan non

    merita di essere presa sul serio.

    Riga 3: E di solito riconosciuto che la riga comincia con una eta (con un puntinosotto) seguita da un notevole spazio, quindi dalle lettere KAIT che sono piuttosto chiare.

    Dopo la tau OCallaghan ricostruisce una iota, che Baillet dichiara essere impossibile. Ionon riesco a comprendere come un attento studioso possa utilizzare tanto liberalmente il

    termine impossibile. La lettera in questione quasi un doppione della iota certa chetroviamo due spazi pi a sinistra, le somiglia a tal punto che potrebbe ragionevolmente

    scriversi senza un p