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I tre punti principali che Francesco ha toccato nel suo discorso ai rappresentanti delle aziende dell’Economia di Comunione rappresentano auguri e raccomandazioni utili a tutti i cristiani impegnati nel settore dell’economia, della finanza e del lavoro. Eccoli in sintesi. IL DENARO È molto importante che al cuore dell’Economia di Comunione ci sia la comunione dei vostri utili. L’Economia di Comunione è anche comunione dei profitti, dei soldi, espressione della comunione della vita. Il denaro, ha detto, “diventa idolo quando diventa il fine (…). E’ stato Gesù a dare al denaro la categoria di signore. E ancora: “Si capisce, allora, il valore etico e spirituale della vostra scelta di mettere i profitti in comune. Il modo migliore e più concreto per non fare del denaro un idolo è condividerlo con altri, soprattutto con i poveri (…). Quando condividete e donate i vostri profitti, state facendo un atto di alta spiritualità, dicendo con i fatti al denaro: tu non sei Dio, tu non sei signore, tu non sei padrone!”. LA POVERTÀ “Il principale problema etico del capitalismo è la creazione di scarti per poi cercare di nasconderli o curarli per non farli più vedere (…). Gli aerei inquinano l’atmosfera, ma con una piccola parte dei soldi del biglietto pianteranno alberi, per 8 12 febbraio 2017 vita trentina DENARO, POVERTÀ E FUTURO: I RICHIAMI DI FRANCESCO Le tre raccomandazioni del Papa “L’Economia di Comunione, se vuole essere fedele al suo carisma, non deve soltanto curare le vittime del sistema, ma costruire un sistema dove le vittime siano sempre di meno, dove possibilmente esse non ci siano più” IL MODELLO compensare parte del danno creato. Le società dell’azzardo finanziano campagne per curare i giocatori patologici che esse creano. E il giorno in cui le imprese di armi finanzieranno ospedali per curare i bambini mutilati dalle loro bombe, il sistema avrà raggiunto il suo culmine. Questa è l’ipocrisia!”. Di fronte a questo abominio “l’Economia di Comunione, se vuole essere fedele al suo carisma, non deve soltanto curare le vittime del sistema, ma costruire un sistema dove le vittime siano sempre di meno, dove possibilmente esse non ci siano più. Finché l’economia produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, la comunione non è ancora realizzata, la festa della fraternità universale non è piena”. salvando la sua “anima”, la sua qualità”. E evocando il tempo in cui non c’erano i frigorifici e si condivideva il lievito madre per fare nuovo pane, ha spronato gli imprenditori EdC a “non perdere il principio attivo, l’ ‘enzima’ della comunione” mettendo in atto “la reciprocità”. La comunione non è solo divisione ma anche moltiplicazione dei beni, creazione di nuovo pane, di nuovi beni, di nuovo Bene con la maiuscola”. Con un invito: “Donatela a tutti, e prima ai poveri e ai giovani (…). Il capitalismo conosce la filantropia, non la comunione”. Infine: “Queste cose voi le fate già. Ma potete condividere di più i profitti per combattere l’idolatria, cambiare le strutture per prevenire la creazione delle vittime e degli scarti; donare di più il vostro lievito per lievitare il pane di molti. Il ‘no’ ad un’economia che uccide diventi un ‘sì’ ad una economia che fa vivere, perché condivide, include i poveri, usa i profitti per creare comunione”. Vi auguro di continuare sulla vostra strada, con coraggio, umiltà e gioia..., continuare ad essere seme, sale e lievito di un’altra economia: l’economia del Regno, dove i ricchi sanno condividere le loro ricchezze, e i poveri sono chiamati beati”. l IL FUTURO Questi 25 anni della vostra storia dicono che la comunione e l’impresa possono stare e crescere insieme, un’esperienza limitata ancora ad un piccolo numero di imprese se confrontato al grande capitale del mondo, “ma i cambiamenti nell’ordine dello spirito e quindi della vita non sono legati ai grandi numeri. Il piccolo gregge, la lampada, una moneta, un agnello, una perla, il sale, il lievito: sono queste le immagini del Regno che incontriamo nei Vangeli. Non occorre essere in molti per cambiare la nostra storia, la nostra vita: basta che il sale e il lievito non si snaturino (…), il sale non fa il suo mestiere crescendo in quantità, anzi, troppo sale rende la pasta salata, ma “In queste 800 aziende i frutti sono condivisi” dare in alternativa alla cultura del- l’avere. In aula Nervi fra i giovani e gli stu- diosi – oltre agli imprenditori – in Aula Nervi c’era anche il Trentino Luca Guandalini, che dopo gli stu- di economici all’Università sta im- pegnandosi a promuovere ulte- riormente questo modello anche in Trentino, dove già alcune azien- de (vedi a lato) sono operative: ‘Le modalità di realizzazione sono le più disparate ma il punto comu- ne fondamentale è adottare una logica nuova nella gestione del- l’impresa: al centro la persona, vuol dire guardare in modo nuovo i miei dipendenti, i miei fornitori, i miei clienti. Poichè l’obiettivo è condividere, avrò maggior atten- zione al mio territorio fuori dal- l’impresa, arrivando a mettere a disposizione una parte dei profitti a favore delle persone bisognose. Con quest’ottica diversa possono cambiare le cose alle radici’. Se decidiamo di guardare il mon- do insieme a poveri e scartati, - ha affermato Luigino Bruni, econo- mista e coordinatore internazio- nale dell’Economia di Comunione - non possiamo restare sul piedi- stallo, dobbiamo scendere nel- l’agone, accanto alle vittime, com- battere per loro, con loro. In cam- bio, otterremo occhi nuovi, vedre- mo cose che gli altri non vedono, a volte molto brutte, altre volte di bellezza infinita. L’EdC lo fa da 25 anni. Se vuole vivere deve continua- re a farlo ogni giorno, meglio, di più”. La testimonianza del trentino Luca Guandalini, a Roma per l’incontro con il Papa: “Con quest’ottica si cambiano le cose alla radice” Fra gli studiosi che hanno incontrato il Papa anche Luigino Bruni, al centro nella foto, molto noto anche in Trentino “E conomia e comunione. Due parole che la cultura attuale tiene ben separate e spesso considera opposte. Due parole che voi in- vece avete unito, raccogliendo l’invito che venticinque anni fa vi rivolse Chiara Lubich, in Brasile, quando, di fronte allo scandalo della disuguaglianza nella città di San Paolo, chiese agli imprenditori di diventare agenti di comunione”. Così Papa Francesco sabato scorso ha sa- lutato i 1200 imprenditori, giovani e stu- diosi convenuti a Roma in Aula Paolo VI per la festa dell’Economia di Comunione in rappresentanza di 800 aziende ade- renti, a 25 anni dall’avvio dell’esperien- za. Al vostro progetto sono da tempo sincera- mente interessato” - ha detto il Papa, do- po aver ascoltato il loro saluto e le loro esperienze - perchè voi fate vedere con la vostra vita che economia e comunione di- ventano più belle quando sono accostate una accanto all’altra. Più bella l’economia, certamente, ma più bella diventa anche la comunione, perché la comunione spiritua- le dei cuori è ancora più piena quando di- venta comunione di beni, di talenti, di pro- fitti”. Otto persone possiedono da sole la stes- sa ricchezza della metà più povera del- l’umanità. Così il rapporto Oxfam 2017. La forbice della disuguaglianza si estre- mizza, condanna alla povertà centinaia di milioni di persone e evidenzia l’iniqui- tà dell’attuale sistema economico. In questa complessità l’Economia di Co- munione, come altri percorsi economici, si può considerare un segno profetico. E’ sorta nel maggio 1991 per reagire allo scandalo delle favelas che circondavano la città di San Paolo, in Brasile. Chiara Lu- bich invitò un primo gruppo di imprendi- tori a mettere in piedi delle aziende che, seguendo le leggi del mercato, produca- no utili “da mettere liberamente in comu- ne”. Lo scopo: sollevare i poveri, creare posti di lavoro, promuovere la cultura del L’udienza concessa dal Papa nel 25° dell’Economia di Comunione

8 12 febbraio 2017 vita trentina IL MODELLO - AIPEC · diventare agenti di comunione”. Così Papa Francesco sabato scorso ha sa-lutato i 1200 imprenditori, giovani e stu-diosi convenuti

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I tre punti principali cheFrancesco ha toccato nel suodiscorso ai rappresentanti delle

aziende dell’Economia di Comunionerappresentano auguri eraccomandazioni utili a tutti icristiani impegnati nel settoredell’economia, della finanza e dellavoro. Eccoli in sintesi.

IL DENARO“È molto importante che al cuoredell’Economia di Comunione ci sia lacomunione dei vostri utili. L’Economiadi Comunione è anche comunione deiprofitti, dei soldi, espressione dellacomunione della vita”. Il denaro, hadetto, “diventa idolo quando diventail fine (…). E’ stato Gesù a dare aldenaro la categoria di signore”. Eancora: “Si capisce, allora, il valoreetico e spirituale della vostra scelta dimettere i profitti in comune. Il modomigliore e più concreto per non fare deldenaro un idolo è condividerlo con altri,soprattutto con i poveri (…). Quandocondividete e donate i vostri profitti, statefacendo un atto di alta spiritualità, dicendocon i fatti al denaro: tu non sei Dio, tu nonsei signore, tu non sei padrone!”.

LA POVERTÀ“Il principale problema etico delcapitalismo è la creazione di scarti per poicercare di nasconderli o curarli per non farlipiù vedere (…). Gli aerei inquinanol’atmosfera, ma con una piccola parte deisoldi del biglietto pianteranno alberi, per

8 12 febbraio 2017

vita trentina

DENARO, POVERTÀ E FUTURO: I RICHIAMI DI FRANCESCO

Le tre raccomandazioni del Papa“L’Economia di Comunione, se vuole essere fedele al suo carisma, non deve soltanto curare le vittime delsistema, ma costruire un sistema dove le vittime siano sempre di meno, dove possibilmente esse non ci siano più”

IL MODELLO

compensare parte del danno creato. Le societàdell’azzardo finanziano campagne per curare igiocatori patologici che esse creano. E il giorno incui le imprese di armi finanzieranno ospedali percurare i bambini mutilati dalle loro bombe, ilsistema avrà raggiunto il suo culmine. Questa èl’ipocrisia!”. Di fronte a questo abominio“l’Economia di Comunione, se vuole essere fedele alsuo carisma, non deve soltanto curare le vittime delsistema, ma costruire un sistema dove le vittimesiano sempre di meno, dove possibilmente esse nonci siano più. Finché l’economia produrrà ancora unavittima e ci sarà una sola persona scartata, lacomunione non è ancora realizzata, la festa dellafraternità universale non è piena”.

salvando la sua “anima”, la sua qualità”. Eevocando il tempo in cui non c’erano i frigorifici esi condivideva il lievito madre per fare nuovopane, ha spronato gli imprenditori EdC a “nonperdere il principio attivo, l’ ‘enzima’ dellacomunione” mettendo in atto “la reciprocità”. “Lacomunione non è solo divisione ma anchemoltiplicazione dei beni, creazione di nuovo pane,di nuovi beni, di nuovo Bene con la maiuscola”. Conun invito: “Donatela a tutti, e prima ai poveri e aigiovani (…). Il capitalismo conosce la filantropia,non la comunione”. Infine: “Queste cose voi le fategià. Ma potete condividere di più i profitti percombattere l’idolatria, cambiare le strutture perprevenire la creazione delle vittime e degli scarti;donare di più il vostro lievito per lievitare il pane dimolti. Il ‘no’ ad un’economia che uccide diventi un‘sì’ ad una economia che fa vivere, perchécondivide, include i poveri, usa i profitti per crearecomunione”. “Vi auguro di continuare sulla vostrastrada, con coraggio, umiltà e gioia..., continuaread essere seme, sale e lievito di un’altra economia:l’economia del Regno, dove i ricchi sannocondividere le loro ricchezze, e i poveri sonochiamati beati”.

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IL FUTURO“Questi 25 anni della vostra storia dicono che lacomunione e l’impresa possono stare e crescereinsieme”, un’esperienza limitata ancora ad unpiccolo numero di imprese se confrontato algrande capitale del mondo, “ma i cambiamentinell’ordine dello spirito e quindi della vita non sonolegati ai grandi numeri. Il piccolo gregge, lalampada, una moneta, un agnello, una perla, ilsale, il lievito: sono queste le immagini del Regnoche incontriamo nei Vangeli. Non occorre essere inmolti per cambiare la nostra storia, la nostra vita:basta che il sale e il lievito non si snaturino (…), ilsale non fa il suo mestiere crescendo in quantità,anzi, troppo sale rende la pasta salata, ma

“In queste 800 aziende i frutti sono condivisi”

dare in alternativa alla cultura del-l’avere. In aula Nervi fra i giovani e gli stu-diosi – oltre agli imprenditori – inAula Nervi c’era anche il TrentinoLuca Guandalini, che dopo gli stu-di economici all’Università sta im-pegnandosi a promuovere ulte-riormente questo modello anchein Trentino, dove già alcune azien-de (vedi a lato) sono operative:‘Le modalità di realizzazione sonole più disparate ma il punto comu-ne fondamentale è adottare una

logica nuova nella gestione del-l’impresa: al centro la persona,vuol dire guardare in modo nuovoi miei dipendenti, i miei fornitori, imiei clienti. Poichè l’obiettivo ècondividere, avrò maggior atten-zione al mio territorio fuori dal-l’impresa, arrivando a mettere adisposizione una parte dei profittia favore delle persone bisognose.Con quest’ottica diversa possonocambiare le cose alle radici’.“Se decidiamo di guardare il mon-do insieme a poveri e scartati, - ha

affermato Luigino Bruni, econo-mista e coordinatore internazio-nale dell’Economia di Comunione- non possiamo restare sul piedi-stallo, dobbiamo scendere nel-l’agone, accanto alle vittime, com-battere per loro, con loro. In cam-bio, otterremo occhi nuovi, vedre-mo cose che gli altri non vedono, avolte molto brutte, altre volte dibellezza infinita. L’EdC lo fa da 25anni. Se vuole vivere deve continua-re a farlo ogni giorno, meglio, dipiù”.

La testimonianza del trentino Luca Guandalini, a Roma per l’incontro con il Papa: “Con quest’ottica si cambiano le cose alla radice”

Fra gli studiosi che hanno incontrato il Papa anche Luigino Bruni, al centro nella foto, molto noto anche in Trentino

“E conomia e comunione. Dueparole che la cultura attualetiene ben separate e spesso

considera opposte. Due parole che voi in-vece avete unito, raccogliendo l’invitoche venticinque anni fa vi rivolse ChiaraLubich, in Brasile, quando, di fronte alloscandalo della disuguaglianza nella cittàdi San Paolo, chiese agli imprenditori didiventare agenti di comunione”.Così Papa Francesco sabato scorso ha sa-lutato i 1200 imprenditori, giovani e stu-diosi convenuti a Roma in Aula Paolo VIper la festa dell’Economia di Comunionein rappresentanza di 800 aziende ade-renti, a 25 anni dall’avvio dell’esperien-za.“Al vostro progetto sono da tempo sincera-mente interessato” - ha detto il Papa, do-po aver ascoltato il loro saluto e le loroesperienze - perchè voi fate vedere con lavostra vita che economia e comunione di-ventano più belle quando sono accostateuna accanto all’altra. Più bella l’economia,

certamente, ma più bella diventa anche lacomunione, perché la comunione spiritua-le dei cuori è ancora più piena quando di-venta comunione di beni, di talenti, di pro-fitti”.Otto persone possiedono da sole la stes-sa ricchezza della metà più povera del-l’umanità. Così il rapporto Oxfam 2017.La forbice della disuguaglianza si estre-mizza, condanna alla povertà centinaiadi milioni di persone e evidenzia l’iniqui-tà dell’attuale sistema economico.In questa complessità l’Economia di Co-munione, come altri percorsi economici,si può considerare un segno profetico. E’sorta nel maggio 1991 per reagire alloscandalo delle favelas che circondavanola città di San Paolo, in Brasile. Chiara Lu-bich invitò un primo gruppo di imprendi-tori a mettere in piedi delle aziende che,seguendo le leggi del mercato, produca-no utili “da mettere liberamente in comu-ne”. Lo scopo: sollevare i poveri, creareposti di lavoro, promuovere la cultura del

L’udienza concessa dal Papa nel 25°dell’Economia di Comunione

RIVA DEL GARDA Via S. Nazzaro, 58Tel. 0464.521097

TRENTO Via Alto Adige, 25

Tel. 0461.990472

BOLZANO Via Galvani, 25

Tel. 0471.502134

w w w . c a t t o i a u t o . c o m

1702

0602

trovare chi in ricchezza abitasontuosi appartamenti vicino a chi,invece, nella più totale povertà,dorme sotto ferri e teloni dellefavelas.Nasce così l’Economia diComunione, in sigla EdC. Nasce da undesiderio spontaneo, da un sogno.Cresce e si fortifica nella realtà, anzi,nelle realtà; in quelle di tantiimprenditori che, come Pietro, dedicanouna parte dei propri utili alle personepiù bisognose. “Da quel giorno, nellamia azienda, è entrato Gesù” – scandisceComper, proseguendo il racconto dellasua testimonianza resa in vari incontri -“è entrato in Tecnodoor con gli abiti diun cliente e con la tuta da lavoro di uncollega”.Questo ha cambiato completamente lemodalità che Pietro aveva fin lì avutonell’esporsi sul mercato (l’azienda, che

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produce serramenti e chiusureindustriali e civili, è nata nel 1994). Sefino a quel momento il cliente era deldenaro da raccogliere, ora è unapersona da fare felice. Se fino a quelmomento il dipendente era solo forzalavoro da spremere nelle sue ore, ora èdiventato membro attivo e partecipedell’attività.Ciò ha reso l’azienda leader neimercati, in quanto la felicità delcliente porta ad un continuo desideriodi innovazione attraverso la ricerca.Ed ha reso il contesto lavorativo piùdisteso e gioioso.Ma soprattutto ha portato la libertà diespressione, che a sua volta hagenerato un forte sentimento difiducia e fratellanza.In fine dei conti, dal raccontoappassionato di Comper emerge comequella “di Comunione” è un modelloeconomico che non esclude, ma cheinclude. Puntando sull’uomo, nevalorizza le potenzialità inespresse.È un’economia che parla la linguadella felicità,” perchè - Pietro losottolinea a più riprese , “il dare è lafelicità, non l’avere”.

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aderito al movimento.Una scelta in controtendenza rispetto aduna società sempre più legataall’arrivismo sociale, ma soprattuttoeconomico, che pone l’egocentrismo el’egoismo come uniche condizioni diaffermazione personale. Una societàche, però, ha palesemente fallito neltentativo di fornire una nuova felicità, laquale, esclusiva ed anti-inclusiva, hairrimediabilmente posto l’uomo in unacondizione di solitudine.“Io ero quell’uomo!”, affermaemozionato Pietro Comper “ma poiqualcosa è cambiato”. E’ cambiato con larinuncia, tipicamente focolarina, allafilantropia, certo, ma è cambiato anchee soprattutto con la scoperta di unnuovo modo di fare economia, di faremercato, di lavorare.In particolare è cambiato quando, nelmaggio del 1991, da Roma, Pietro ediversi altriimprenditori aderenti almovimento deiFocolari, ascoltavano leparole di Chiara Lubichche, da San Paolo, inBrasile, esortava i suoi anegare e combatterequesto sistemaeconomicamentemalato, secondo ilquale nello spazio dellastessa strada, è normaleed assolutamente lecito

La Tecnodoor della famigliaComper a Isera è una delle aziende che aderiscono all’Economia di Comunione,fondata da Chiara Lubich 25 anni fa: “È un modello

che valorizza ogni persona”, spiega il titolare Pietro Comper

vita trentina

Nell’azienda di Isera i valori della condivisione

foto Gianni Zotta

di Emanuele Valduga

“D ate e vi saràdato”. Questopassaggio delVangelo di Luca

è sicuramente uno dei piùfamosi, citati nelle omelie e nellacatechesi, ma anche nella vitaquotidiana. Pietro Comper,proprietario dell’aziendaroveretana Tecnodoor con sede aIsera, oltre a portarlo nel cuore,ha deciso di metterlo al centrodella propria vita professionale,ma non solo.Quella di Pietro è la storia di unmarito, di un padre, di unimprenditore che ha saputoriconoscere negli occhi dell’altrolo sguardo premuroso di Cristo.Una storia che parte da lontano,che affonda le proprie radicinell’immediato secondodopoguerra, quando fame,distruzione e sconfortosegnavano la quotidianità diquasi tutte le famiglie trentine. E’il contesto in cui Chiara Lubichcomincia la propria attività diaiuto al prossimo, al fratello piùvicino e nasce il movimento dei

Focolari con il suo carisma di vivereconcretamente quanto insegna il Vangelo.“Date vi sarà dato”. Un passaggio cheritorna; un sentito movente per i Focolari;l’indirizzo di una vita per chi quel messaggiolo ha incontrato nelle istanze della propriaquotidianità. Fra questi c’è appunto anchePietro Comper, che negli anni Ottanta ha