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Sommario Presentazione I nostri compagni di viaggio 1. Ottobre novembre: Chiamato per nome : 2. Avvento Natale: Alla ricerca della nostra identità: 3. Quaresima: Dare gusto alla vita: 4. Pasqua Pentecoste: La vita si realizza nella fatica del quotidiano: 5. Maggio - Giugno: Un progetto di vita: Speciale Animatori - allegato Presentazione Carissimo/a, prima di lanciarti allo sfoglio di questo sussidio, ti invito a fermarti un momento e a leggere queste poche righe, che desiderano essere una luce per affrontare meglio l’itinerario. Già questa proposta può apparire una sfida, perché fermarsi oggi non è più di moda, forse neanche per te. Eppure provaci, almeno per avere una certa idea di ciò che ti accadrà in questo anno. E sì, che tu ci creda o meno, qualcosa accadrà; non so cosa, non so quando, non so come, ma sicuro scoprirai qualcosa di nuovo nella tua vita, magari scoprirai te stesso! Chissà forse imparerai a volerti un po’ più bene e ad impegnare meglio i doni ricevuti; o forse ti accorgerai di essere circondato da amici che prima non vedevi o non consideravi tali… Sarebbe bello, anzi meraviglioso, che al termine di questo itinerario tu ti possa voltare indietro e scoprire l’esistenza di valori importanti e l’esigenza di prendere a cuore la vita! Ecco perché il Centro Volontari della Sofferenza, per il cammino del settore adolescenti 2002 2003, ha scelto questo titolo: PRENDI A CUORE LA VITA. Prendere a cuore la vita vuol dire semplicemente diventare quello che sei; avere cura di te stesso; scoprire i doni e i talenti che ancora tieni rigorosamente chiusi in te. Nel Battesimo, come a Gesù, ti è stato detto: “Tu sei il mio figlio prediletto ed io ti amo!”; in altre parole ti è stato detto che la tua vita appartiene ad un Altro. Se sei stato consegnato a te stesso, è per prenderti cura di te come figlio di Dio, creato a sua immagine e somiglianza, chiamato per nome e inviato come apostolo nel mondo. In questa avventura non sei solo: i santi di ieri e di oggi, a noi donati come compagni di viaggio, sono per te testimoni e modelli di grazia e di speranza, di solidarietà ma anche di fragilità accolta e vissuta nella donazione di sé fino a dare la vita…per amore, solo per amore! Uno dei tuoi compagni di viaggio è Paolo, che ad un certo punto della sua vita incontra, in modo anche straordinario, Gesù. E’ bello ascoltare da Paolo stesso il racconto di quell’incontro che lo ha condotto a divenire apostolo della gioia che nasce nel cuore di chi non solo incontra Gesù, ma che si lascia incontrare e afferrare da Lui. Ma oltre a S. Paolo, avrai al tuo fianco Mons. Luigi Novarese, Fondatore, insieme a Sorella Elvira, dell’apostolato del Centro Volontari della Sofferenza, che conoscerai meglio lungo tutto l’itinerario di questo anno. Ti auguriamo di vivere al massimo questo cammino, seguendo le orme di S. Paolo e approfondendo sempre di più l’apostolato del CVS, perché anche tu arrivi all’esperienza della piena conoscenza di Cristo e dell’incontro con Lui, Signore della vita e della gioia. CSG (Coordinamento dei Settori Giovanili)

9:1 Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage ... · giorno, sulla via di Damasco, mi apparve Gesù risorto! Quello fu un momento che non posso più scordare, lo ricordo

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Page 1: 9:1 Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage ... · giorno, sulla via di Damasco, mi apparve Gesù risorto! Quello fu un momento che non posso più scordare, lo ricordo

Sommario

Presentazione

I nostri compagni di viaggio

1. Ottobre – novembre: Chiamato per nome :

2. Avvento – Natale: Alla ricerca della nostra identità:

3. Quaresima: Dare gusto alla vita:

4. Pasqua – Pentecoste: La vita si realizza nella fatica del quotidiano:

5. Maggio - Giugno: Un progetto di vita:

Speciale Animatori - allegato

Presentazione Carissimo/a,

prima di lanciarti allo sfoglio di questo sussidio, ti invito a fermarti un momento e a leggere queste poche righe,

che desiderano essere una luce per affrontare meglio l’itinerario. Già questa proposta può apparire una sfida,

perché fermarsi oggi non è più di moda, forse neanche per te. Eppure provaci, almeno per avere una certa

idea di ciò che ti accadrà in questo anno. E sì, che tu ci creda o meno, qualcosa accadrà; non so cosa, non so

quando, non so come, ma sicuro scoprirai qualcosa di nuovo nella tua vita, magari scoprirai te stesso! Chissà

forse imparerai a volerti un po’ più bene e ad impegnare meglio i doni ricevuti; o forse ti accorgerai di

essere circondato da amici che prima non vedevi o non consideravi tali… Sarebbe bello, anzi meraviglioso,

che al termine di questo itinerario tu ti possa voltare indietro e scoprire l’esistenza di valori importanti e

l’esigenza di prendere a cuore la vita!

Ecco perché il Centro Volontari della Sofferenza, per il cammino del settore adolescenti 2002 – 2003, ha

scelto questo titolo: PRENDI A CUORE LA VITA.

Prendere a cuore la vita vuol dire semplicemente diventare quello che sei; avere cura di te stesso; scoprire

i doni e i talenti che ancora tieni rigorosamente chiusi in te.

Nel Battesimo, come a Gesù, ti è stato detto: “Tu sei il mio figlio prediletto ed io ti amo!”; in altre parole ti è

stato detto che la tua vita appartiene ad un Altro. Se sei stato consegnato a te stesso, è per prenderti cura di te

come figlio di Dio, creato a sua immagine e somiglianza, chiamato per nome e inviato come apostolo nel mondo.

In questa avventura non sei solo: i santi di ieri e di oggi, a noi donati come compagni di viaggio, sono per te

testimoni e modelli di grazia e di speranza, di solidarietà ma anche di fragilità accolta e vissuta nella donazione

di sé fino a dare la vita…per amore, solo per amore!

Uno dei tuoi compagni di viaggio è Paolo, che ad un certo punto della sua vita incontra, in modo anche

straordinario, Gesù. E’ bello ascoltare da Paolo stesso il racconto di quell’incontro che lo ha condotto a divenire

apostolo della gioia che nasce nel cuore di chi non solo incontra Gesù, ma che si lascia incontrare e afferrare da

Lui. Ma oltre a S. Paolo, avrai al tuo fianco Mons. Luigi Novarese, Fondatore, insieme a Sorella Elvira,

dell’apostolato del Centro Volontari della Sofferenza, che conoscerai meglio lungo tutto l’itinerario di questo

anno.

Ti auguriamo di vivere al massimo questo cammino, seguendo le orme di S. Paolo e approfondendo sempre di

più l’apostolato del CVS, perché anche tu arrivi all’esperienza della piena conoscenza di Cristo e dell’incontro

con Lui, Signore della vita e della gioia.

CSG (Coordinamento dei Settori Giovanili)

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I nostri compagni di viaggio

E’ bello prima di iniziare un viaggio conoscere CHI sono i compagni, quelli che faranno la strada con noi. Il

nostro itinerario è accompagnato da un personaggio del Nuovo Testamento, S.Paolo di Tarso, che ha

caratterizzato la sua vita di una bella parola: CAMBIAMENTO! L’altro personaggio è Mons. Novarese che ha

fatto della sua vita una testimonianza vissuta del valore salvifico della sofferenza. Sia Paolo che Mons. Novarese

si sono lasciati trasformare in modo radicale la vita, ma non per seguire la moda del tempo, ma per testimoniare

Gesù e la gioia che deriva da una vita vissuta uniti a Lui.

Ma lascio a Paolo l’onore di presentarsi da solo, mentre Mons. Novarese lo incontreremo più avanti :

“Mi chiamo Saulo, che nel mondo ebraico significa “desiderato”. Ma ai miei tempi oltre al primo nome ebraico

o aramaico, si usava un secondo nome, latinizzato o ellenizzato. Così il mio secondo nome è Paolo. Nel corso

della storia molti hanno parlato di me come un tipo eccezionale, ma a dire il vero di eccezionale c’è solo

l’incontro che ho avuto con Gesù sulla via di Damasco, tutto il resto è stata una conseguenza di questo incontro

che davvero ha stravolto la mia vita. Sono nato a Tarso di Cilicia verso l’anno 10 d.C. La mia famiglia era

giudaica della tribù di Beniamino, e nello stesso tempo ero cittadino romano. Fin dalla mia giovinezza ricevetti

a Gerusalemme, da Gamaliele, una profonda educazione religiosa, secondo le dottrine dei farisei. Proprio per

questo non potevo sopportare tutti quelli che credevano in Gesù e divenni un accanito persecutore della giovane

chiesa cristiana, partecipando anche all’assassinio di Stefano. Continuai a perseguitare i cristiani finchè un

giorno, sulla via di Damasco, mi apparve Gesù risorto! Quello fu un momento che non posso più scordare, lo

ricordo come se fosse oggi…Ma te ne parlerò meglio più avanti.

Non so spiegarti bene cosa ho provato dentro di me, ma ti assicuro che la mia vita non è stata più la stessa.

Anania mi battezzò e mi accolse nella comunità di Damasco chiamandomi: “Paolo, fratello mio” (At 9, 17). Da

persecutore sono così divenuto apostolo dei pagani, e tutta la grinta e la forza che prima usavo per eliminare i

seguaci di Cristo, dopo quest’esperienza, l’ho usata per diffondere la Sua parola e per difendere la Chiesa dalle

minacce provenienti da più parti. Credimi, non è stato facile: ho trascorso tre anni nel deserto di Arabia, ho

provato la solitudine, l’angoscia ed ogni tipo di sofferenze, fisiche e morali, ma sapevo per Chi stavo vivendo e

questo mi dava coraggio. Per me Cristo era diventato tutto, e il mio unico desiderio era servirlo. Nel 49 andai a

Gerusalemme per un importante concilio apostolico. Viaggiare è stata una delle attività che hanno

caratterizzato la mia missione di testimone del Cristo risorto. Nel 58 sono stato arrestato a Gerusalemme e

tenuto prigioniero a Cesarea di Palestina.

Nel 60 sono stato inviato a Roma sotto scorta, dove resto fino al 63. Dopo qualche anno di libertà di nuovo

vengo imprigionato a Roma e martirizzato nel 67.

Nel cammino di questo anno il mio desiderio e quello di raccontarti, in modo più profondo il mio incontro con

Gesù e cosa Egli ha operato nella mia vita, perché anche tu scopra in te la gioia di vivere in Lui e per Lui.

Allora buon cammino e coraggio, Cristo desidera fare di te creatura nuova, le cose vecchie sono passate, ecco

ne sono nate di nuove!

(2Cor5,17).”

1 CHIAMATO PER NOME

Ottobre – Novembre

Ci vuole una vita per conoscere se stessi, per sapere CHI SIAMO, da dove veniamo e qual è il senso della nostra

vita. Di fronte agli interrogativi dell’esistenza, però, la Parola di Dio ci dice una cosa fondamentale: Dio ci ha

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voluti, CI HA CHIAMATI PER NOME, ci ha desiderati, creati e ci ama profondamente, benché nulla di noi sia

sconosciuto ai suoi occhi.

Conoscendo Lui conosceremo anche noi stessi perché siamo fatti a Sua immagine e somiglianza!

ASCOLTO

PAOLO, CHI SEI?

Festo a gran voce disse: “Sei pazzo Paolo, la troppa scienza ti ha dato al cervello” E Paolo: “ non sono pazzo,

ma vi sto dicendo parole vere e sagge” (At 26, 24 – 25). Cosa aveva detto Paolo per meritare un simile

appellativo? Che aveva visto il Signore, che si era sentito chiamare per nome da Lui… e che ora non poteva fare

a meno di testimoniarlo a tutti. Ma ascoltiamo da Paolo stesso come è avvenuto questo incontro così

travolgente:

“Ero appena partito per Damasco, con il compito di condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne,

seguaci della dottrina di Cristo, che avessi trovati. E avvenne che, mentre stavo per avvicinarmi a Damasco,

all'improvviso mi avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che mi diceva: «Saulo, Saulo,

perché mi perseguiti?». Risposi: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati

ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

In dialogo con Paolo

- Paolo, cosa ti ha colpito nella tua esperienza sulla via di Damasco?

Ero in viaggio, deciso e sicuro verso il mio obiettivo; non pensavo ad altro che a: “condurre in catene a

Gerusalemme tutti i cristiani”. Ero pronto a tutto pur di obbedire agli insegnamenti ricevuti dalla legge del mio

popolo, anche a morire. Ma ad un certo punto mi sono sentito chiamare per nome: “Saulo, Saulo”… Qui non ho

capito più niente! Quella voce mi era sconosciuta, ma il tono con cui mi aveva chiamato sembrava invece

conoscermi bene! Ho sentito dentro di me una forza irresistibile verso questa voce e il desiderio di sapere chi

fosse, perché nessuno prima di quel momento aveva mai pronunciato così il mio nome.

- E hai scoperto Chi era la voce che ti chiamava?

Lo chiesi, benché fossi un po’ confuso: «Chi sei, o Signore?». Mi trovavo a terra, avvolto da una luce strana e

queste sono le uniche parole che riuscii a pronunciare. La voce mi rispose chiara e ferma: «Io sono Gesù, che tu

perseguiti!” Quel nome mi era familiare, e compresi che anch’io ero familiare a Lui, ma mentre io lo

perseguitavo per eliminarlo, Lui mi seguiva per salvarmi, per farmi conoscere il suo amore. Infatti non mi

rimproverò, pur sapendo tutto il male che stavo facendo alla Chiesa, mi disse solo: “Orsù, alzati ed entra nella

città e ti sarà detto ciò che devi fare». Ecco in quel momento capii che non sarei stato più come prima!

“Signore chi sei?”…

Hai mai posto questa domanda al Signore?

Chi è per te Lui?

E tu, chi sei per Lui?

A CUORE APERTO

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Tu sei unico!

La tua vita è unica anche se forse raramente te ne accorgi. Tu sei unico! Prova a guardarti, a pronunciare piano

piano il tuo nome.

Ti accorgerai che dentro il tuo nome è racchiusa una storia, un viaggio già iniziato verso una meta ancora un po’

annebbiata. La tua vita non è uguale a quella di nessun altro. Forse hai le stesse scarpe uguali a quelle dei tuoi

amici, gli stessi pantaloni, lo stesso taglio di capelli, ma: tu sei unico!

Trovati un posto tranquillo e rileggi la tua storia partendo dai tuoi genitori, dalla tua infanzia, fino a questo

momento.

Prova a scrivere:

- chi sei,

- come ti vedi,

- quali novità stai scopri nella tua vita in questo momento,

- quali sono i cambiamenti che ti entusiasmano e quali ti spaventano.

Firma con il tuo nome e torna a rileggere ciò che hai scritto ogni tanto, facendo attenzione ai cambiamenti che

riconosci verificarsi.

La mia vita – la tua vita (proposta per il gruppo)

Sei invitato a disegnare il tuo nome su un foglio. Sii originale, creativo, in modo che attraverso il disegno del tuo

nome gli altri possano conoscere qualcosa di te.

Mischia il tuo nome a quelli del gruppo e poi pesca un foglio (nome) a caso con l’impegno di avvicinarti e

conoscere di più la persona di cui hai ricevuto il nome.

ON LINE CON DIO

Scegli un luogo raccolto e mettiti in silenzio, ripensa a quanto hai scritto, meditato e condiviso e apri con

semplicità il tuo cuore alla preghiera e alla lode:

Rit: «Non temere, perché io ti ho chiamato per nome:

tu mi appartieni. (Is 43:1)

Signore, tu mi scruti

e mi conosci,

tu sai quando seggo

e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri,

mi scruti quando cammino

e quando riposo. Rit

Ti sono note tutte le mie vie;

la mia parola

non è ancora sulla lingua

e tu, Signore, già la conosci tutta. Rit

Sei tu che hai creato le mie viscere

e mi hai tessuto

nel seno di mia madre.

Ti lodo, perché mi hai fatto

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come un prodigio;

sono stupende le tue opere,

tu mi conosci fino in fondo. Rit

Non ti erano nascoste le mie ossa

quando venivo formato nel segreto,

intessuto nelle profondità della terra.

Ancora informe

mi hanno visto i tuoi occhi

e tutto era scritto nel tuo libro;

i miei giorni erano fissati,

quando ancora non ne esisteva uno. Rit

Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,

provami e conosci i miei pensieri:

vedi se percorro una via di menzogna

e guidami sulla via della vita. Rit

PER AVERE A CUORE LA VITA

Decidi prima quanto tempo vuoi dedicare a te stesso e ricercalo in ogni tua giornata.

Può essere 5 minuti o 10 o… e poi:

Fermati qualche istante semplicemente per pensare a te. Ascoltati: il tuo cuore batte, le tue mani

sono calde, il tuo respiro…

Quando ti senti calmo pronuncia il tuo nome più volte, pensando alla tua storia, a chi sei tu qui e

adesso, a chi vorresti essere, alle tue paure che spesso accompagnano e magari bloccano i tuoi

desideri…

Ripeti con calma il salmo 139, rivolgendo il tuo cuore al Signore

Nello spazio qui sotto hai la possibilità di scrivere come è andata questa esperienza e

condividerla con qualche tuo/a compagno/a di viaggio.

AL 100% CVS

MONS. LUIGI NOVARESE (dalla presentazione del Fumettone ed.CVS)

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Luigi nasce a Casale Monferrato (AL) il 29 luglio 1914 e muore a Rocca Priora (Roma) il 20 luglio 1984: tra queste due date vive una singolare esperienza. Giovanissimo è colpito da una malattia che lo costringe all’immobilità, a lunghi ricoveri ospedalieri, a dolorose sofferenze. Ne è guarito in seguito a preghiere e novene fatte per intercessione della Vergine Ausiliatrice. Riacquistata la salute sente che deve impegnare la sua vita al servizio dei fratelli sofferenti. Inizialmente pensa alla facoltà di medicina, successivamente comprende che può realizzare il suo desiderio mettendosi prima di tutto al servizio di Dio. E’ ordinato sacerdote il 17 dicembre 1938. Gli impegni pastorali e di servizio alla Chiesa presso la Segreteria di Stato, non gli impediscono di dar vita, nel 1943, alla Lega Sacerdotale Mariana, cui seguiranno, grazie anche all’aiuto di Sorella Elvira le altre associazioni dei Volontari della Sofferenza (1947), dei Fratelli degli Ammalati (1952) e dei Silenziosi Operai della Croce (1950) In queste sue varie iniziative, uno scopo unico: far comprendere agli ammalati che non sono inutili ma che, anche nelle sofferenze più dolorose o più limitanti, hanno sempre un prezioso compito da svolgere nella Chiesa, nella famiglia, nella società: valorizzare e recuperare integralmente la persona ammalata o disabile. Sostiene ed illumina questo programma con un gran spirito di fede, con un appassionato amore per Cristo crocifisso e risorto, con una fervida devozione eucaristica ed un filiale amore verso l’Immacolata, nelle cui apparizioni a Lourdes e a Fatima scorge la materna conferma di queste realtà intuite durante l’amaro ma tanto fruttuoso “noviziato” della sua malattia.

Approfondisci la figura di Mons. Luigi Novarese, evidenziando i momenti che hanno segnato in modo

particolare la sua vita e lo hanno condotto alla conoscenza del progetto di Dio.

2 UN IDENTITA’ ORIGINALE

Avvento – Natale

Ognuno di noi ha un’identità, una storia, una sogno e un progetto per la vita, unico e irripetibile rispetto agli

altri, ma abbiamo comunque bisogno di entrare in relazione con gli altri e soprattutto con l’Altro, per conoscere

veramente noi stessi.

ASCOLTO

Una caduta salutare

La caduta di Paolo sulla via di Damasco, rappresenta il trampolino di lancio verso un cammino di conversione,

cioè di scoperta della propria identità nell’incontro con il Cristo Risorto:

“Eh sì, devo dire che è stata proprio una bella botta quella che ho preso sulla via di Damasco.

Fino a quel momento ero sicuro di quanto facevo. Ero un tipo grintoso e appassionato, fiero di me stesso e dei

risultati che stavo ottenendo nel mio impegno di persecutore.

Quel giorno, ormai famoso, caddi! Non fu solo il salto da cavallo a stravolgere la mia esistenza. Infatti, quando

mi alzai da terra, aperti gli occhi, non vidi più nulla! Gli uomini che facevano il cammino con me si erano

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fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Furono loro che, guidandomi per mano, mi

condussero a Damasco, dove rimasi tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.” (Atti 9, 1-9)

In dialogo con Paolo

- Paolo, cosa ha significato per te quel “CADERE”?

E’ stato come una “rottura” tra quello che ero e quello che sono diventato. Ti può apparire strano, ma in un

attimo il Paolo di prima era scomparso, nel senso che non mi riconoscevo più. Infatti quando aprii gli occhi per

rialzarmi, non ci vedevo, tutto intorno a me e in me era diventato buio!

Credo che anche a te succedono momenti in cui fai fatica a riconoscerti veramente, a dare significato ai tuoi

atteggiamenti, alle tue emozioni; insomma a volte sembra proprio che neanche tu sai chi sei!

E’ come trovarsi improvvisamente in una grotta buia, sai che c’è qualcosa ma non la riesci a vedere, vorresti

uscire ma non trovi la strada… ecco come mi sentivo io dopo essere caduto da cavallo: SMARRITO!

- Come hai reagito? Ti sei disperato?

No, mi sono lasciato afferrare la mano e condurre. Non sapevo bene dove mi avrebbero portato ma sapevo che

erano mani amiche e mi fidavo di loro. Infatti mi condussero a Damasco dove avrei incontrato Anania e

ricevuto da questi il Battesimo divenendo Cristiano. A Damasco passai tre giorni nel buio e nella solitudine più

assoluta. Non sapevo cosa mi sarebbe successo, se i cristiani dai quali ero stato portato mi avrebbero accolto

dopo tutto quello che avevano sentito dire di me.

Ma non ho disperato! Infatti ora riconosco quei tre giorni come i più importanti nel mio cammino di

conversione, perché ho potuto guardarmi veramente dentro e prendere coscienza dei miei errori e di come stavo

sciupando la mia vita. Mi era messo in viaggio, ma nella direzione sbagliata. Solo grazie a quella caduta

compresi che dovevo ripartire, rimontare a cavallo, ma non più per perseguitare la comunità Cristiani, di cui

ormai anch’io ero divenuto parte, ma per seguire Cristo e diffondere il Suo Vangelo!

Hai mai fatto nella tua vita l’esperienza dello “smarrimento”?

Come l’hai vissuta?

Il confronto con Paolo cosa sembra insegnare a te oggi?

A CUORE APERTO

Scegli la vita!

Alla tua età c’è un rischio grosso che poteresti correre: quello di lasciarti vivere!

Cosa vuol dire? Lasciarsi vivere è non essere protagonisti della propria vita. Quindi tu ti lasci vivere tutte le volte

che fai quello che fanno tutti gli altri, perché lo fanno gli altri, come lo fanno gli altri…

E tu? Stai a guardare, rinunciando alla tua identità che esige impegno concreto, autenticità, originalità, ma

soprattutto esige che tu sia te stesso!

Prova ad ascoltare quelle domanda strane che senti nascere dentro, prendi sul serio quel profondo bisogno di

misurarti con la vita, di dire a te stesso quanto vali.

Allora ecco, con Paolo vorrei dirti: SCEGLI LA VITA! Scendi dal tuo cavallo in corsa, cambia direzione,

lasciati prendere per mano e condurre là, dove veramente tu sei!

- Verso dove stai correndo?

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- Quali sono i rischi verso cui ti senti più fragile?

- Hai già fatto l’esperienza di “cadere”, di sentirti smarrito?

- Come l’hai vissuta? Con chi?

- Cosa ti ha insegnato questa esperienza?

La mia vita – la tua vita (per il lavoro in gruppo)

Dividetevi in coppie e provate ad imitarvi così: uno farà dei gesti e l’altro li ripeterà per 5 minuti; poi invertite

le parti. Cercate di cogliere le espressioni del volto, i gesti, gli sguardi e i modi di dire che vi

contraddistinguono. Parlatene poi insieme con l’aiuto delle domande:

1. Come mi sono sentito/a a ripetere i gesti dell’altro/a?

2. Come mi sono sentito quando l’altro/a mi ha imitato/a?

3. E’ possibile copiare perfettamente un’altra persona?

4. Cosa si perde nel farlo?

ON LINE CON DIO

Fermati qualche istante davanti al volto del Signore e guardalo negli occhi. Di Lui tu sei creato a immagine e

somiglianza. In Lui tutta la tua vita passata, presente e futura ha un significato, in Lui trovi la tua identità più

vera.

(Con sottofondo musicale un solista legge)

IL VOLTO (G. Novella)

Volto dell’uomo,

volto dai mille aspetti,

volto che ride, che piange,

pensieroso, disperato, radioso…

Viso sereno di bimbo,

faccia grintosa di vecchio

in cui si legge tutta una vita,

volto entusiasta di giovane

denso di attese.

Il tuo volto, il mio.

Volto di uomo e volto di Dio,

sguardo penetrante

che perdona, rassicura, consola.

Gesù, vero volto del Padre,

immagine autentica di uomo,

volto su cui leggiamo la nostra storia

di ieri, di oggi, di domani.

Il tuo volto, Signore, cerchiamo.

Volto di amico, volto di fratello.

Nel tuo volto: il volto del Padre.

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PER AVERE A CUORE LA VITA

In questo mese trova uno spazio per te, per conoscerti un po’ di più, per vedere la direzione che stai prendendo

o che hai già preso, per scoprire verso dove vuoi andare…

CHI ERO…

Mi piaceva

fare….

I miei amici

erano…

Mi dicevano

sempre….

Mi interessavo

di…

CHI SONO

OGGI…

Mi piace fare…

I miei amici

sono…

Mi dicono

sempre…

Mi interessa…

CHI SARO’…

Mi piacerebbe

fare…

Vorrei

essere…

Potrei…

Cercherò…

Nello spazio descrivi cosa hai provato in questa esperienza, quali novità hai trovato in te, cosa ti rende gioioso e

cosa ti delude o spaventa. Condividi con qualche tuo “compagno di viaggio”.

AL 100% CVS

CVS ???!!!???

CENTRO come luogo in cui ci si ritrova, si fa amicizia, si condividono le cose importanti come l’impegno di

portare il Vangelo all’uomo che soffre, affinchè possa valorizzare ogni momento della sua esistenza.

VOLONTARI persone che desiderano passione per la vita e per l’insegnamento di Gesù che la fa gustare e

vivere con pienezza.

Della

SOFFERENZA è la terra di missione dove opera il CVS. Quello dei sofferenti è un popolo difficile da

evangelizzare, come pure è impresa ardua, ma non impossibile, valorizzare la propria sofferenza.

Da quanto conosci il CVS?

Come lo definiresti?

Che tipo di esperienza stai facendo con il CVS?

Hai un’esperienza di CVS da proporre come testimonianza?

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3 DAI GUSTO ALLA VITA

Quaresima

Non basta prendere coscienza della vita ed accettarla, bisogna tentare ed impegnarsi in ogni momento ed in

ogni situazione di darle gusto, sapore e novità, perché possa proseguire il suo cammino non solo di creazione

ma anche di realizzazione.

ASCOLTO

Quando una persona incontra Dio, si vede costretta a cambiare, ad andare oltre, a rischiare tutto. Paolo

incontra Cristo, si sente amato pienamente da Lui, allora non gli resta che chiedere: “Signore cosa vuoi che io

faccia?” Questo dà avvio alla realizzazione della propria vita, questo è il frutto dell’accoglienza dell’amore di

Cristo in sé.

“Giunto a Damasco fui ospitato nella casa di Giuda; lì pregavo perché il Signore mi manifestasse quello che

dovevo fare. Dopo tre giorni mi venne a cercare Anania, al quale il Signore aveva detto a mio riguardo: “Và

perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popolo e io gli mostrerò quanto

dovrà soffrire per il mio nome”. Anania mi impose le mani ed io fui ricolmo di Spirito Santo, poi fui battezzato e

iniziai così il mio apostolato, andando a proclamare nelle sinagoghe Gesù Figlio di Dio”

In dialogo con Paolo

- Paolo, cos’è per te l’apostolato e cosa ti ha spinto a cambiare così radicalmente

la tua posizione?

L’apostolato è la missione che si riceve per mezzo di Cristo. Questa azione apostolica è un impegno di

testimonianza che suppone un amore verso Dio che ci renda disponibili verso la gente. Andare nelle sinagoghe

ad annunciare a tutti la “lieta notizia” per me è diventata una necessità. Lo sentivo dentro, capisci? Non potevo

farne a meno, perché “l’amore di Cristo mi spingeva” (2Cor 5,14)

- La tua esperienza è bella, ma come si può esprimere una gioia così grande nel

mondo in cui viviamo oggi?

E’ vero, spesso ciò che proviamo dentro trova, nella propria espressione, mille ostacoli: i limiti fisici, le persone

che non condividono e contrastano il tuo pensiero… e molti altri. Eppure c’è un segreto che supera ogni

ostacolo: “ho creduto, perciò ho parlato”. E’ la fede! Essa diventa potenza, energia, dinamismo e come tale non

può fare a meno di irradiarsi, di comunicarsi. Devo confessare che io non sono abile nel parlare, molte volte ho

tremato prima di presentarmi davanti ad alcuni fratelli, ma mi incoraggiava la parola del Signore che sempre

mi ripeteva: “Ti basta la mia grazia”. Allora ho scoperto questo: “quando sono debole è allora che sono forte”,

sperimentando che non sono io a parlare ma è Cristo che parla in me, non sono più io che vivo ma Cristo vive in

me.

Per te l’apostolato che cosa è?

Lo vivi come un’esigenza che ti nasce da dentro o come un’imposizione che subisci?

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Quali sono gli ostacoli più grandi per te e quali aiuti hai nel tuo apostolato?

A CUORE APERTO

Spesso vivi il tempo perché passa e non ti accorgi di essere cambiato, che gli altri sono cambiati, che il mondo è

cambiato.Il giorno che ti viene regalato dalla provvidenza di Dio è un foglio bianco su cui puoi scrivere una

pagina nuova nella storia della tua vita, solo se ne riesci a capire il senso ed il valore.

“…E tuttavia ogni mattina, è questa nostra giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla di indifferente e nulla di inutile. E’ un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come una pagina d’agenda, segnata da una cifra e da un mese. La trattiamo alla leggera, come un foglio di carta… Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano. E se avessimo un po’ di fede, sentiremmo il desiderio di inginocchiarci dinanzi alla nostra giornata cristiana. Noi siamo caricati d’energia senza proporzioni con le misure del mondo: la fede che solleva le montagne, la speranza che nega l’impossibile, la carità che fa bruciare la terra. Ogni minuto della giornata, ci voglia non importa dove, per fare non importa cosa, permette al Cristo di vivere in mezzo agli uomini. Allora non è più caso di calcolare l’efficacia del nostro tempo. Noi assumiamo umilmente la misura della volontà di Dio” (M.Debrei)

Paolo ha concretizzato nella sua vita queste parole, e tu:

- Sai riconoscere che ogni istante che vivi è un dono gratuito di Dio, offerto perché tu lo

realizzi nell’incontro con gli latri?

- Quando vivi una “giornata no”, ti arrabbi con il Signore o cerchi di leggere tutto con

gli occhi della fede?

La mia vita – la tua vita (per il lavoro di gruppo)

Prendi un foglio, dividilo in due colonne e scrivi, a sinistra, i vari momenti della tua giornata e, a destra, il

significato che ha ogni momento per la tua crescita.

Condividi nel gruppo la tua esperienza.

ON LINE CON DIO

San Paolo ci ricorda che non è importante quello che facciamo, ma con quanto amore, con quanta carità

viviamo ogni attimo della nostra esistenza.

Leggete in gruppo l’inno alla carità di San Paolo e al termine, dopo un momento di silenzio, ognuno ripeta la

frase o la parola che più lo ha colpito.

1Cor 13:1

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Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona

o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede

così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente

mi giova.

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di

rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma

si compiace della verità.

Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La

nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è

imperfetto scomparirà.

Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò

che era da bambino l'ho abbandonato.

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in

modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose

che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

PER AVERE A CUORE LA VITA

Il quotidiano, non lo straordinario, è il luogo dove tu abiti, dove tu vivi, che ti offre i mattoni per la tua

costruzione personale.

Allora ecco: cerca, al termine di ogni tua giornata, uno spazio e un tempo per fermarti e nello spazio elenca i

motivi per cui dire grazie a Dio per il dono della vita e per i doni che ti aiutano a viverla in pienezza.

Il ritornello che divide ogni strofa della tua preghiera è:

Per ogni istante, ogni giorno,

ogni attimo che mi è stato dato

Grazie mille…

Porta la tua preghiera al prossimo incontro, potrebbe essere usata come preghiera d’inizio.

AL 100% CVS

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I PILASTRI DEL CVS

Il primo pilastro su cui si fonda il Centro Volontari della Sofferenza è: L’ammalato non è oggetto di carità, ma

protagonista della sua vita.

Nel CVS, quindi, si valorizza la persona, comunque essa sia.

Avrai fatto anche tu l’esperienza che accanto agli ammalati tutto ha un calore diverso.

Essi sono più “uomini”, nel senso che vivono con i piedi per terra , senza tante fantasie o illusioni.

“sognano” ciò che veramente conta.

Ci insegnano, cioè, con la loro voglia di vivere che la vita è un dono meraviglioso, ancora tutto da apprezzare. E

poi da essi impariamo ad affrontare con fiducia le difficoltà della crescita per raggiungere le late vette di una vita

riuscita, senza lamentarci continuamente o trascinarci con scelte di superficialità. Sì, non ci illudiamo che per chi

ha una sofferenza sia tutto più bello (sappiamo che il dolore è un male!), ma sperimentiamo che essi hanno una

marcia in più, per capire quello che vale nella vita.

Un altro pilastro è questo: L’ammalato per mezzo dell’ammalato.

Sì, il gruppo è innanzitutto degli ammalati.

I sani non entrano nel CVS per aiutare gli ammalati, ma per ricevere da essi la loro ricchezza.

Ribadiamo forte la centralità del sofferente. Resta lui il protagonista della sua vita e, in prima persona, è lui il

responsabile di un annuncio di festa, quale è la valorizzazione della sofferenza.

Ogni persona, soprattutto chi vive la realtà della sofferenza, ha una vocazione speciale: farsi testimone, segno e

grido di speranza, con una vita gioiosa e offerta, per tutti quei ragazzi e giovani ammalati che vivono nella

tristezza della loro malattia.

L’essere gruppo, allora, è per trarre forza l’uno dall’altro per camminare in questa direzione. Perché è un

cammino, perché bisogna crescere in questo senso e non è tutto scontato.

C’è ancora un terzo pilastro nel CVS ma lo conosceremo nel prossimo capitolo.

4 LA VITA SI REALIZZA NELLA FATICA DEL QUOTIDIANO

Pasqua-Pentecoste

Nella vita non tutto (e non sempre) è luminoso. Spesso riconosciamo anche in noi evidenti screpolature, se non

delle ferite che appesantiscono il nostro cammino di realizzazione. E’ la fatica di un quotidiano esigente, spesso

difficile, a volte carico di sofferenza; eppure S. Paolo ci dice: “State sempre lieti, pregate incessantemente, in

ogni cosa rendete grazie, questa infatti è la volontà di Dio”

(1Ts 5)

ASCOLTO

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Fin dal suo inizio l’apostolato di Paolo è caratterizzato da prove e difficoltà, da l rifiuto anche da parte dei

discepoli, ma egli sapeva chi stava annunciando.

“Tutti quelli che mi ascoltavano si meravigliavano e dicevano: “Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme

infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto precisamente per condurli in catene dai sommi

sacerdoti?” Ma io invece di nascondermi, mi rinfrancavo sempre di più e continuavo ad annunciare che Gesù è

il Cristo. Alcuni Giudei fecero un complotto per uccidermi ma io riuscii a scamparla. Andai a Gerusalemme

cercando di unirmi con i discepoli, ma tutti avevano paura di me, non credevano ancora che io ero un discepolo

come loro. Non fu facile davvero, ci volle l’intervento di Barnaba per farmi accettare. Anche a Gerusalemme

ebbi subito degli ostacoli, ogni volta che parlavo di Cristo incontravo rifiuto e gli Ebrei di lingua greca

tentarono di uccidermi, così dovetti ancora una volta allontanarmi…”

In dialogo con Paolo

- Paolo perché hai avuto così tante difficoltà ad essere accolto e dagli Ebrei e dai

Cristiani?

Perché ormai per gli Ebrei ero un traditore e per i cristiani ero ancora visto come il persecutore della chiesa.

Non è facile farsi riconoscere per quelli che realmente si è o si è diventati. Spesso le persone ti identificano in un

modo, si fanno un immagine di te e faticano ad accoglierti. Quello che è importante è non dimenticare mai Chi

si è scelto e per cosa si è scommessa la propria vita, solo questo dà la forza di andare avanti e sopportare anche

le catene pur di testimoniare la verità.

- Puoi suggerirci come possiamo anche noi rispondere all’amore di Dio e in quale

via incontriamo il Risorto?

Il modo migliore per rispondere all’amore di Dio è la gratitudine, la gioia e la preghiera, sempre e in ogni

situazione. Non limitarti a dirGli grazie solo quando le cose vanno bene, come non rivolgerti a Lui con la

preghiera solo nel bisogno, così la tua gioia non sarà mai piena. Dio, in Cristo, è divenuto una persona, non è

un’idea, Egli non è l’amico a scrocco…Capisci? Cristo è Colui che ha dato la vita per te…per te! Ed ecco la via

per incontrarlo: la via della croce. Vedi io proprio per questo ne ho passate di brutte. Mi hanno dato del

ciarlatano e del pazzo. E sono stato messo a morte. Ma in me sentivo vivo questo: “Chi mi può separare

dall’amore di Cristo? Forse l’angoscia, le difficoltà le tribolazioni?… Io predico Cristo e Cristo crocifisso! Io

sono incatenato e soffro, ma la Parola di Dio non è incatenata. Perciò io sopporto ogni difficoltà a vantaggio di

quello che Dio ha scelti, perché anch’essi possano raggiungerlo. Perciò sovrabbondo di gioia in mezzo alle mie

prove”

Nel tuo quotidiano sperimenti la difficoltà di farti accettare per quello che realmente sei?

Dove in modo particolare?

La gratitudine è parte della tua vita, e la gioia?

A CUORE APERTO

Dai volto all’amore

Paolo ci dice di essere sempre lieti, perché nulla può separarci dall’amore di Cristo. Ma perché allora spesso i

nostri volti, i volti dei nostri amici, dei nostri cari non esprimono gioia, ma tristezza e noia?

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L’età dell’adolescenza dovrebbe essere caratterizzata dell’entusiasmo e dalla creatività, dalla voglia di conoscere

e condividere il bello che si scopre. Perché allora si fa così fatica a vederti allegro, impegnato, vivo? Anche nella

fede è così. Paolo ha trovato la sua forza in Cristo: “chi mi separerà dall’amore di Cristo?” Ma tu quanto coltivi

la tua comunione con Lui? Quanto ci tieni a partecipare e non a subire la Messa? Quanto coraggio hai di dire ai

tuoi amici che sei cristiano, che vai a Messa, che frequenti il CVS? Quante volte condividi le esperienze di fede

che vivi?

Dare volto all’amore è questo, è vivere costantemente e testimoniare con coraggio la gioia di aver incontrato

Gesù risorto, attraverso un incontro di gruppo, un corso di esercizi spirituali, un’amicizia particolare ecc.

La mia vita – la tua vita (per il lavoro di gruppo)

Condividi in gruppo una tua esperienza di fede, esprimendo anche le difficoltà che provi nel comunicare fuori

ciò che hai vissuto, oppure i mezzi che ti aiutano ad essere testimone gioioso.

ON LINE CON DIO

Tu hai un posto nel cuore di Dio, una chiamata a cui rispondere, un dono con cui arricchire l’umanità. Non è

importante quale sia il tuo posto, quale la tua chiamata, quale il tuo dono. Ora sei importante tu, così come sei,

dove sei e con quello che dai. Chiediamo al Signore di aiutarci a riconoscere sempre il dono che siamo, e ad

essere generosi nel dare ciò di cui Lui ci arricchisce.

Ci sono quelli che danno poco del molto che hanno

e lo danno per ottenere riconoscenza,

e il loro segreto desiderio

guasta i loro doni.

E ci sono quelli che hanno poco e danno tutto.

Sono proprio loro

quelli che credono nella vita

e nella generosità della vita,

e il loro scrigno non è mai vuoto.

Ci sono quelli che danno con gioia,

e questa gioia è la loro ricompensa.

E ci sono anche quelli che danno con dolore,

e questo dolore è il loro battesimo.

E ci sono quelli che danno e nel dare non provano dolore,

né cercano gioia,

né danno pensando alla virtù…

Per mezzo delle mani

di gente come loro,

Dio parla

e dietro ai loro occhi

Egli sorride alla terra.

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E’ bene dare quando si è richiesti,

ma è meglio dare quando,

pur non essendo richiesti,

comprendiamo i bisogni degli altri.

E per chi è generoso,

il cercare uno che riceva

è gioia più grande che non il dare. E c’è forse qualcosa

che vorresti trattenere?

Tutto ciò che hai

un giorno o l’altro sarà dato via.

Perciò, dai adesso,

così che la stagione del dare sia la tua

non quella dei tuoi eredi.

(Gibran Kahil Gibran)

PER AVERE A CUORE LA VITA

In questo mese continua a cercare nella tua giornata uno spazio per te. Guarda alle difficoltà che

quotidianamente incontri per essere coerente con i valori in cui credi: la vita, prima di tutto! Cerca di esprimere

cosa maggiormente ti ostacola nel comunicare agli altri le tue esperienze di fede, nel diffondere l’ideale del CVS

e quali sono i mezzi che hai trovato come aiuto per divenire, come Paolo, apostolo della gioia e della speranza.

AL 100% CVS

Il terzo pilastro che Monsignore ha voluto a fondamento di tutta la sua opera è l’Immacolata! Mons. Novarese

ha sentito di proporre a tutti gli associati un programma di vita tratto da due episodi successi un po’ di tempo fa:

le apparizioni della Madonna a Lourdes e a Fatima.

In particolare a Lourdes, Maria è apparsa a Bernardetta, un’adolescente, malata e povera, per lanciarle un invito:

tuffare il suo piccolo cuore nel Cuore di Dio, per collaborare con Lui a salvare l’umanità. Bernardetta, come i tre

pastorelli di Fatima e tutti i malati del mondo mettono il loro dolore e Dio ci mette tutto l’amore di cui è capace,

attraverso il Figlio Gesù… e l’uomo finalmente comprende che non può fare a meno di Dio!

Vocazione difficile…? Vocazione straordinaria! Alimentiamo il nostro amore alla Madonna, perché Ella ci

prenda in braccio e ci renda forti nella fedeltà.

Approfondisci nel gruppo i messaggi della Vergine a Lourdes e a Fatima…

Pensi che l’invito fatto dalla Madonna a Bernardetta e ai tre pastorelli sia ancora attuale? Come pensi si possa

realizzare concretamente nella tua vita oggi?

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5 UN PROGETTO DI VITA

Da Maggio – Giugno… in poi!

Dopo essere caduto da cavallo Paolo ha iniziato un cammino di trasformazione nella sua vita. “Non sono più io

che vivo, ma Cristo vive in me”. Questa conversione si è realizzata con l’impegno di andare, ogni giorno, un po’

più in là. Ma il viaggio (o i viaggi) di Paolo non sono stati improvvisati: Paolo si è lasciato guidare da un

Progetto di vita chiaro, quello di Cristo, diretto ad una sola meta, l’Amore!

In un Progetto di Vita si tratta:

1° di scegliere dei punti fermi che diano la rotta al tuo cammino, in base anche all’esperienza di questo anno

associativo.

2° di individuare alcuni impegni concreti da realizzare giorno per giorno. Il progetto è fatto di scelte a tua

misura: né troppo comode (ti adageresti), né troppo superiori alle tue forze reali (ti scoraggeresti subito).

3° infine di cercare quale persona (il tuo parroco, il tuo animatore, il tuo catechista ecc.) può accompagnarti in

questo cammino; deciderai con lei dei tempi di verifica.

Per definire il tuo Progetto di Vita puoi seguire come orientamento queste proposte.

1. GIOISCI D’ESSER NELLA TUA PELLE

Prendi lo specchio, guardati e scrivi o disegna come ti senti di fronte al tuo viso…

Guardati e ripeti queste parole:

“questo sono io, mi piaccio!

Che importa se ho il naso a patata?

Mi faccio su una lunga ghignata!

Complimenti alle mie orecchie a sventola.

Che importa se son cicciottela?

Rido e la vita diventa più bella!

Guarda poi il resto del tuo corpo e prova a trovare il positivo di te!

E’ un esercizio importante e intelligente da ripetere una volta alla settimana.

E’ importante perché chi non si accetta non gusta la vita; chi non ama se stesso, no può amare gli altri.

E’ intelligente perché nessuno è sbagliato del tutto; nessuno può dire: “Quando nacqui io, Dio dormiva!”. No,

Dio non dormiva, anzi… ti regalava un sacco di doni e ti amava. Se Lui ti ama, perché no dovresti amarti anche

tu? Via le lagne, via i mugugni! I salici piangenti non hanno mai avuto fortuna. Guardati con simpatia. Ridi

anche un pò di te: troverai sempre del materiale per stare allegro. In una parola: accettati!

Per piacermi di più mi alleno a…

2. NON FARE LA FOTOCOPIA

Questo vuol dire: sii te stesso, solo te stesso.

Gli scienziati dicono che da un solo atto generativo di due genitori, possono nascere tanti individui diversi l’uno

dall’altro quanti sono gli atomi del mondo. Ognuno è diverso dall’altro. Siamo tutti unici ed irripetibili. Questo

ci dice che non c’è cosa più deludente che partire originali e finire copie, non c’è nulla di più antipatico che

incontrare un “io fotocopia” che scimmiotta gli altri, che segue la legge del “fanno tutti così”. Questo sarebbe

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avere personalità, essere “qualcuno”? No, decisamente no! Non vergognarti se gli altri non studiano e ti

chiamano “secchione” perchè tu fai il tuo dovere; non sembrare un cane bastonato se, mentre gli altri parlano in

modo volgare, tu parli pulito…

Per essere sempre più me stesso scelgo di…

3. OCCHIO ALLE TRAPPOLE!

A due trappole soprattutto.

1) Credere che basta apparire per essere. Non credere a tutto quello che ti presentano la TV e le

riviste, che comandano di essere belli, di non avere un etto di ciccia in più … Essere belli non è

un dovere. E’ un dovere essere luminosi. Si può essere “luminosi” senza essere

particolarmente “belli” o fisicamente perfetti. Pensa a Mons. Novarese, a Angiolino, a tanti altri

Volontari della Sofferenza che sono stati capaci di attirare tante persone alla gioia pur essendo

malati o impossibilitati di partecipare alle sfilate di moda sulle passerelle delle nostre moderne

boutique! Sono state persone non belle, non perfette, ma così piene di luminosità da illuminare il

mondo intero.

2) Credere che basta avere per essere felici. E’ vero che le cose sono importanti, ma non sono

tutto. Si può avere una bella moto e non avere amici veri, non avere tenerezza, sentirsi soli,

essere infelici. I nostri antenati rimasero senza zucchero fino al 1200, senza carbone fino al

1300, senza burro fino al 1400, senza patate fino al 1500, senza caffè fino al 1600, senza

fiammiferi, gas e luce elettrica fino al 1800, senza conserve in scatola fino al 1900…eppure tanti

toccarono la felicità.

La realtà della mia vita che voglio illuminare è…

Per raggiungere questo scopo, quest’anno posso fare a meno di…

4. TIRA FUORI LA GRINTA

Solo la grinta fa successi. Una persona senza grinta, senza volontà, è come un cubetto di ghiaccio che tiri fuori

dal frigorifero: è compatto, ma appena tocca il tiepido, subito si scioglie. Una persona senza grinta non potrà

avere una personalità robusta e potrà ammalarsi di almeno una di queste 4 malattie.

Pilatismo: la malattia di chi non vuole responsabilità, si lava le mani come Pilato, non gli interessano i problemi

degli altri.

Minimalismo: la malattia di chi fa il meno possibile: a scuola arriva appena a 6, mentre potrebbe arrivare a 8.

Conformismo: la malattia di chi si accoda agli altri, fa come fanno tutti.

Capracavolismo: la malattia di chi vuole salvare capra e cavoli, di chi agisce in modo da accontentare… l’uno e

l’altro, senza avere il coraggio di scegliere per paura delle conseguenze.

La mancanza di grinta ti indebolisce il coraggio di essere te stesso sempre.

Avverto i me i “sintomi” di qualcuna di queste “malattie”? Quali?

Tirerò fuori la grinta in queste situazioni:

Come fare per essere fedeli al “PROGETTO DI VITA”?

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Il mezzo indispensabile è la PREGHIERA. Parla con Dio, prima per sottoporgli il Progetto e ascoltare cosa ne

pensa, poi per avere la forza di realizzarlo giorno per giorno. Per questo impegnati a dedicare quotidianamente

del tempo (decidi tu quanto) a leggere e riflettere la Parola di Dio. Crescerà la tua familiarità con Gesù. Sarà Lui

ad amare in te, a pensare in te, a vivere in te, per te e con te.

La VOLONTA’ c’è in tutti, si tratta di rinforzarla, di farla crescere, di ricordarle ogni tanto gli impegni che ha i

preso. Le onde non salirebbero così in alto se non ci fossero gli scogli. Così è per la volontà: cresce se le

mettiamo davanti qualche ostacolo. Se, ad esempio, farai tutti i giorni due cose che ti costa fare, poco a poco

avrai la grinta dei piloti di Formula 1. E, con la grintosa volontà, saprai trasformare ogni difficoltà in roccia su

cui poggiare le fondamenta della tua “casa”.

Ora fermati a fare memoria del cammino fatto in questo anno.

Fai una sintesi di ciò che ti sei proposto nei vari incontri e scrivi il Progetto di Vita vero e proprio. Poi portalo

agli Esercizi Spirituali, durante i quali potrai verificarlo e iniziare a concretizzarlo.

PER CONCLUDERE E PER INIZIARE

Eccoci giunti al termine del nostro cammino. Un termine che segna l’inizio di un altro percorso importante per la

tua crescita: gli Esercizi Spirituali!

Cosa sono gli Esercizi Spirituali?

Un approccio a questa esperienza lo puoi trovare sull’Ancora n°3 – marzo 2002 - “Rincorse Adolescenti”

Qui trovi le idee chiave con cui sono impostati gli Esercizi Spirituali del Centro Volontari della

Sofferenza:

SONO: Una forte esperienza che la persona vive di Dio e con Dio, suscitata dalla Sua Parola, sotto

l’azione dello Spirito Santo.

VISSUTI IN UN CLIMA DI: Silenzio…

Preghiera…

Riflessione…

Condivisione.

CON L’AIUTO DI: Una guida spirituale e gli animatori.

Ma perché fare gli Esercizi Spirituali?

Per discernere, mettere ordine nella propria vita;

iniziare un cammino di conversione alla sequela di Cristo;

comprendere la propria missione nella Chiesa e nel mondo!

Ma perché gli Esercizi Spirituali siano davvero tutto questo, dipende anche e soprattutto da te. Ecco allora dei

consigli utili per partecipare e vivere in modo positivo e responsabile a quest’esperienza fondamentale per la tua

vita:

1. Aver voglia di partecipare…Guarda a ciò che ti prepari a fare con desiderio: è un tempo di grazia che

ti viene concesso. Non sprecarlo con ragazzate varie o notti a chiari di luna… Non è questo il tempo e il

luogo. Gli Esercizi Spirituali sono impegnativi, ma anche carichi di grandi regali…

2. Fare silenzio…e quando si parla di silenzio, si intende silenzio! Allora elimina ogni rumore esterno

(cellulare compreso) e interno, raccogliti bene, lotta contro ogni distrazione.

3. La Bibbia… è uno strumento da portare sempre con te, con dell’occorrente per scrivere.

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4. Ascoltare…a guidare le meditazioni c’è sempre un Sacerdote, ascolta con attenzione ciò che dice, cerca

di capire bene, magari prendi appunti. Se qualcosa non ti è chiaro, non avere paura di chiedere

spiegazioni, anche personalmente.

5. Riflettere, pregare, interiorizzare… alla fine di ogni meditazione, inizia il “tuo tempo”, è qui che

inizia il bello della diretta! E’ il tempo in cui sei chiamato a riprendere le parole ascoltate e a rifletterci

su. Cercati un posto tutto tuo, solitario, concentrati bene e invoca lo Spirito Santo; fai risuonare quelle

parole che ti hanno toccato, ripetile, chiediti che cosa vogliono dire alla tua vita.

6. Dialogare con Lui…il tempo in cui stai solo è l’occasione che hai per entrare in dialogo con il Signore,

in fondo è Lui che ti ha condotto qui. Concludi la tua riflessione con la preghiera.

7. Lo Spirito Santo… è Lui il grande protagonista della situazione. E’ Lui che ti spinge dentro la Parola,

che ti sintonizza…non dimenticarti mai di invocarlo.

8. Gli altri…i tuoi amici, gli animatori ecc. sono i tuoi compagni di cammino. Prega con loro, prega per

loro e, nei momenti indicati, fai dono delle tue riflessioni: condividere è diventare uno ricchezza

dell’altro.

Allora forza,

anche tu, con S.Paolo e come S.Paolo ,

scendi dal tuo cavallo

e corri a diffondere a tutti

la gioia del Cristo Risorto!

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