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A cinquant’anni dall’Alluvione - Comune di Scandicci · 2016-10-12 · re Lavori Pubblici e con il sostegno del dipartimento di Protezione Civile, con la consapevolezza che è

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A cinquant’anni dall’AlluvioneScandicci dal fango alla rinascita

percorso espositivo

La Biblioteca di Scandicci7 ottobre – 3 dicembre 2016

Archivio storico comunaleLa Biblioteca di Scandicci

in collaborazione con

EDA ServiziServizio Civile Nazionale

I.I.S. Sassetti-Peruzzi

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Coordinamento espositivo e editoriale di Barbara Salotti

Pubblicazione a cura di Archivio storico comunale - La Biblioteca di ScandicciTesti e ricerche iconografiche di Silvia Floria, Francesco Galantini, Barbara SalottiImpaginazione a cura di Marco Biondi – La Fabbrica dei Saperi Comune di Scandicci

Percorso espositivo realizzato con documenti e immagini dell’Archivio Storico comunale di Scandicci, in collaborazione con I.I.S. Sassetti-Peruzzi, Settore Lavori Pubblici del Comune di Scandicci, con la consulenza del Dipartimento di Protezione Civile, Consorzio di Bonifica Medio Valdarno; con il sostegno di Humanitas Scandicci

Realizzazione grafica dei pannelli di Francesco Borrelli - Servizio Civile Nazionale

Mappa interattiva di Francesco Galantini con il contributo di Silvia Floria

Interviste realizzate da Bianca Bertolani, Francesco Borrelli, Silvia Floria, Francesco Galantini, Barbara Salotti, ragazzi dell’I.I.S. Sassetti-PeruzziIndividuazione dei testimoni e selezione dei brani di Bianca Bertolani - Servizio Civile NazionaleMontaggio video di Francesco Borrelli - Servizio Civile Nazionale

Per le testimonianze ringraziamoNella Bertini, Bruno Cappelli (Badia a Settimo)Ugo Marini, Mario Raveggi (San Colombano)Lapo Bianchi (Viottolone)Riccardo Palanti (Le Bagnese)Luisa Bianchi, Carlo Calabri, Mauro Tani (San Vincenzo a Torri)Massimiliano Cantini (Borgo ai Fossi)Cristina Cioni, Patrizia Fantoni, Sergio Lanini,Riccardo Palanti, Sandra Vegni

Hanno collaborato i ragazzi della Sassetti-Peruzzi:primo gruppo: Daniel Balliu, Jacopo Cambi, Denis Fejza, Federico Fiaschi, Arianna Kustura, Aleksandra Mania, Marco Migliaro, Francesco Staccioli, Lorenzo Stella, Karolina Zucconi secondo gruppo: Joana Carp, Valentina di Fraia, Denisa Horzse, Matteo Manetti, Elisabetta Martino, Luca Massai, Davide Miniati, Alexander Montenegro, Francesco Scarselli, Maila Venturi

Immagine della copertina ideata e realizzata da Bianca Bertolani e Francesco Borrelli

Le fotografie dello stage dei ragazzi sono state realizzate da Barbara Salotti

Comunicazione a cura di Cleopatra Monco – La Biblioteca di Scandicci

Un ringraziamento particolare a Barbara Degl’Innocenti, Dirigente del Settore Servizi alla Persona e Carlo Paravano, Direttore della Biblioteca

Finito di stampare nel mese di ottobre 2016 presso Tipografia NOVA s.r.l., Signa

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Indice

Il perché, cinquant’anni dopo, Sandro Fallani pag. 5

Un passato presente, Barbara Degl’Innocenti pag. 7

Introduzione pag. 9

L’alluvione nell’Archivio comunale di Scandicci pag. 10

L’alluvione per la popolazione di Scandicci pag. 11

Dal documento d’archivio alla realizzazione dell’esposizione: il progetto pag. 14

Diario di bordo: resoconto dell’esperienza svolta dai ragazzi che hanno partecipato al progetto alternanza scuola-lavoro pag. 16

Guida al percorso espositivo pag. 23

Le mappe interattive pag. 35

I testimoni pag. 37

Glossario pag. 41

La Biblioteca consiglia pag. 45

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Esondazione dell’Arno, 4 novembre 1966, foto Archivio Storico Quartiere 3 di Scandicci

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Il perché, cinquant’anni dopo

L’alluvione del 1966 è parte fondativa della nostra storia. Accadimenti che si risolsero in poche settimane, almeno per quanto riguarda la fase dell’emergenza, sono parte della memoria collettiva delle nostre comunità. Si può dire che anche le generazioni nate e cresciute negli anni successivi – anche la mia – abbiano vissuto quei giorni quasi al pari di chi salì sui tetti, di chi fu ospitato dai vicini dei piani di sopra, di chi riaprì i negozi allagati già prima del Natale, di chi appena finito di spalare il fango in casa passò a salvare i libri della Biblioteca Nazionale assieme a persone da tutto il mondo. Vivemmo la prima esperienza collettiva internazionale del dopoguerra, demmo concretezza all’impegno e alla respon-sabilità personale verso il bene comune e i nostri prossimi. Lo facemmo noi, lo facemmo anche noi che non eravamo nati, perché ne erano stati capaci i nostri padri, avevamo gli esempi delle madri, dei fratelli maggiori. Un’infanzia passata a misurare i segni sui muri, a immaginare il passaggio di un gommone e a come balzarci dentro dal balcone di cucina. Ci comportammo bene. Un intero popolo si comportò bene. Avemmo consapevolezza di tutte le nostre risorse. Capimmo che continuavamo ad essere vulnerabili anche in tempo di pace: realizzare dopo vent’anni che non solo gli altri uomini potevano ferirci e danneggiarci aumentò le nostre paure, ma ci fu di conforto.

L’alluvione del 1966 ci svegliò. Accelerò mutamenti che erano stati frenati cinquant’anni prima dalle urgenze della storia. Scardinò schemi secolari di di-visioni tra città e campagna, rimescolò classi sociali, offrì nuovi spazi e nuovi fronti ad artigiani costretti a lasciare le botteghe dei centri storici, intrecciò radici, accomunò e mescolò in periferie fiorentini con le case alluvionate e migranti del Sud Italia, dette vita a vicende umane di opportunità e di difficoltà, creò disagi e competitività, aggregò embrioni di nuove centralità che cinquant’anni dopo viviamo nelle loro affermazioni.

Nella nostra Piana riportò attenzione su priorità che le tecniche agricole di quel momento storico stavano per rimuovere: so che senza l’alluvione non avremmo dedicato lo stesso impegno nello studio dell’assetto del territorio, nell’intervenire su fossi che erano stati curati per secoli da monaci cistercensi e da contadini, a dare centralità politica e a fare assemblee pubbliche per i lavori sui fossi Rigone, Dogaia, Dogaione, Stagno, a realizzare opere come la centrale di sollevamento e il depuratore di San Colombano, a intervenire con opere di in-gegneria idraulica per la sicurezza dei corsi d’acqua anche in collina: proprio nei prossimi sei mesi investiamo due milioni di euro per proteggere i nostri quartieri dalle piene irruente dei torrenti Soglia e Vingone; interventi a bassissima visibi-

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lità, decisi al di fuori dell’impellenza di un rischio immediato. Sappiamo però, al tempo stesso, che nella Piana fiorentina a valle della città l’Arno porta ancora con sé pericoli reali: rendere onore alla storia comune vuol dire ribadire l’impegno verso la massima sicurezza del territorio con rinnovata determinazione.

Sandro Fallani

Sindaco di Scandicci

Archivio Storico comunale di Scandicci, foto di Bianca Bertolani

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Un passato presente

Se è pur vero che «l’origine etimologica del termine “archivio” risale alla pa-rola greca archeion indicante il palazzo in cui risiedeva il magistrato (archon) e in cui venivano conservate le carte prodotte durante la sua attività»1, nonostante la solennità formale della colta spiegazione, siamo quasi sempre indotti a foto-grafare nella nostra topografia mentale un luogo “morto” e polveroso, pieno di vecchie carte, scarsamente popolato da rari cultori e ben lontano dalla memoria quotidiana di ciascuno di noi.

Quanto la biblioteca di una città è viva e ricca di incontri e quanto invece, nell’opinione comune, un archivio è “triste e solitario”. Niente di più sbagliato!!!

La mostra che quest’anno celebra i 50 anni dell’alluvione del ‘66, anche qui a Scandicci, non ha certo il sapore né l’odore stantio di vecchie carte dimenticate, ma vive anzi dell’ingegno fresco, vivace e vitale degli studenti dell’IIS Sassetti Peruzzi che, sotto l’attento ed instancabile occhio dello staff della Biblioteca e Archivio Storico comunale, hanno riportato alla nostra attenzione foto, lettere, documenti e testimonianze ora più che mai ricchi di memoria collettiva e di nostalgia familiare, con il ricordo di chi era allora bambino, giovane, adulto, ed anche di chi oggi forse non c’è più.

L’onda di piena (è proprio il caso di dirlo) delle emozioni era evidente sulle facce di quei ragazzi e degli adulti che li guidavano, nelle giornate trascorse alla “Fabbrica dei Saperi” e in Biblioteca, in una specie di “gioco dell’oca”, documento dopo documento e foto dopo foto, diventato quasi subito una “caccia al tesoro”.

Ecco, ora il tesoro è svelato e tutti noi possiamo averne una parte, condivi-dendo con loro il ricco bottino di memorie che la mostra ci offre.

Ma c’è ancora qualcosa in più che ci arricchisce in questa mostra, ed è la consapevolezza che il passato è sempre il punto di partenza per guardare oltre e progettare il futuro.

Per questo la mostra si conclude, grazie al contributo documentale del setto-re Lavori Pubblici e con il sostegno del dipartimento di Protezione Civile, con la consapevolezza che è possibile ricavare dalla memoria dell’alluvione del ’66 un forte impulso alla «prevenzione di futuri eventi calamitosi, migliori prassi per la protezione delle persone, dei beni culturali, economici e ambientali»2.

Barbara Degl’InnocentiDirigente Settore Servizi alla Persona

1 Emanuele Atzori-Luisa Bastiani, Archivistica a ostacoli. I. Definizione di Archivistica, ambiti di applicazione e cenni storici, in: https://foederisarca.wordpress.com/2013/05/16/archivistica-a-ostacoli-i-definizione-di-archivistica-ambiti-di-applicazione-e-cenni-storici

2 da Progetto Firenze 2016, in http://www.firenze2016.it/il-progetto/

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Due momenti del lavoro con i ragazzi dell’I.I.S. Sassetti-Peruzzi

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Introduzione

Nell’occasione del Cinquantesimo dall’alluvione di Firenze, la Biblioteca pro-pone una riflessione su quanto accaduto il 4 novembre 1966 e i giorni successivi a Scandicci. Oltre ad un percorso espositivo costituito da documenti dell’archivio storico comunale e fotografie di professionisti e di privati cittadini oggi conserva-te in biblioteca, sono state realizzate alcune mappe interattive e video interviste per ricostruire quanto accadde in quei giorni.

Da conservatori di fonti storiche territoriali, che quotidianamente si avvalgo-no delle potenzialità dell’informatica applicata alle discipline umanistiche per il reperimento, l’analisi, la descrizione, lo studio e la visibilità delle fonti documen-tarie, abbiamo confezionato una proposta avendo come obiettivo la restituzione al pubblico dei fatti accaduti nel rispetto della verità. Abbiamo scelto di condivi-derla con i ragazzi frequentanti la scuola superiore, avvalendosi delle possibilità offerte dalla recente innovazione didattica, per offrire una dimostrazione di come si possa raccontare il passato utilizzando strumenti attuali, rendendo protagoni-sti proprio i ragazzi.

Scopo del progetto è fornire strumenti critici al fine di contribuire alla crescita di una cittadinanza consapevole. Pertanto, avvalendosi di una consolidata colla-borazione con l’Istituto di istruzione superiore Sassetti-Peruzzi, la Biblioteca di Scandicci presenta un percorso educativo volto a «realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didatti-ca», e al tempo stesso anche di «istruzione permanente dei cittadini»3.

Questo risultato è stato perseguito attraverso l’individuazione di due obiettivi. Il primo ha consistito nell’avvicinare i ragazzi a una realtà che solitamente

non frequentano: l’archivio comunale. Archivio inteso non solo come luogo di conservazione della documentazione prodotta e ricevuta dall’ente nell’espleta-mento delle proprie attività, come enuncia ogni buon manuale di archivistica, ma soprattutto sede della memoria storica della collettività di cui facciamo parte. Ne sono state spiegate le funzioni, l’articolazione, il processo di nascita e vita, le attività che vi si svolgono.

Il secondo obiettivo è consistito nel restituire ai documenti che vi si conserva-no il valore e la visibilità che meritano, attraverso la loro analisi e la ricostruzione del contesto, mediante l’applicazione di adeguati strumenti metodologici.

3 Il progetto è inquadrato all’interno delle norme contenute nella L. 107/2015, detta “La Buona Scuola”. In un unico articolo (art.1) e con molti commi (212), intende attuare pienamente l’autonomia delle Istituzioni Scolastiche, a sedici anni dal Regolamento del 1999 (DPR 275/1999 Regolamento dell’autonomia scolastica, che altro non è che il Decreto attuativo della L. 59/97)

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L’alluvione nell’archivio comunale di Scandicci

In occasione del riordino dell’archivio comunale promosso dall’attuale am-ministrazione e condotto oltre che dal personale specializzato della biblioteca, da tre archivisti e due volontari del servizio civile, è emerso un cospicuo nucleo documentario prodotto dagli uffici nel corso della propria attività amministrativa per fare fronte all’emergenza, proprio nei giorni dell’alluvione.

Il materiale, una volta selezionato, riordinato e schedato è stato utilizzato per la realizzazione del percorso espositivo allestito in biblioteca in occasione del Cinquantesimo anniversario.

La documentazione afferisce ai diversi ambiti della vita amministrativa dell’Ente e comprende lettere, relazioni, perizie e stime dei danni, pratiche per la richiesta di contributi e sussidi, denunce dei danni subiti da privati e aziende per la richiesta di risarcimento. Queste ultime sono conservate in inserti suddi-visi per tipologia: agricoltura, esercizi pubblici, industria e artigianato, abitazioni e beni mobili. Allegate alle pratiche si conservano anche alcune fotografie che sono state acquisite digitalmente, catalogate e visibili in linea nel catalogo del Sistema Documentario Integrato dell’Area Fiorentina all’indirizzo: http://opac.co-mune.fi.it/easyweb/w2001/index, una volta selezionata la Biblioteca di Scandicci.

Archivio Storico comunale di Scandicci, foto di Eleonora Cagnani

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L’alluvione per la popolazione di Scandicci

L’alluvione del 4 novembre 1966 colpì duramente il territorio del comune di Scandicci, provocando numerosi danni e allagamenti di ingenti proporzioni, ma nessuna perdita di vite umane.

Particolarmente colpita fu la zona compresa tra la strada statale 67 e la sponda sinistra del fiume Arno, al confine con i comuni di Lastra a Signa e Firen-ze, comprendente le frazioni di Olmo, Pieve a Settimo, Viottolone, Capannuccia, Borgo ai Fossi, Badia a Settimo, San Colombano, Grioli e altre località limitrofe, in prossimità dei fiumi Arno e Greve e del torrente Vingone. L’acqua raggiunse il livello di alcuni metri e fu necessario rifornire la popolazione con mezzi di soccorso.

Nelle zone colpite riportarono danni gli argini di fiumi, fossi e torrenti, le strade, le scuole, in particolare quelle di Capannuccia e Badia a Settimo, l’acque-dotto, i cimiteri, gli edifici pubblici e privati, oltre a numerose industrie ed attività artigianali e commerciali, al settore agricolo e a quello zootecnico.

Presso la scuola elementare “Duca Degli Abruzzi”, l’attuale biblioteca, fu isti-tuito un centro di ricovero per gli alluvionati che ospitò, fin dalla sera del 4 no-vembre, le famiglie raggiunte da ordinanza di sgombero, a cui si aggiunsero altre persone e bambini provenienti anche dai comuni limitrofi. Il centro rimase aperto per 17 giorni ed arrivò ad ospitare circa 100 persone.

«A tutti fu assicurato un letto nelle aule scolastiche ed una mensa calda nella palestra. Il servizio di cucina e di assistenza fu assicurato dal personale dal Comune e da personale volontario; il servizio igienico sanitario fu assicurato dai medici condotti, medici libero professionisti, da una assistente sanitaria della Croce Rossa e dai militi e militesse della locale Pubblica Assistenza»4

L’approvvigionamento di viveri e masserizie fu garantito dall’Ufficio assisten-za del comune, in collaborazione con l’Ente Comunale di Assistenza, la locale Pubblica Assistenza “Humanitas” e un Comitato Popolare cui aderirono tutti gli enti, i partiti e le associazioni del territorio; furono allestiti altri due centri presso l’edificio scolastico dell’Olmo e la Casa del Popolo di Badia a Settimo. L’assistenza fu garantita anche all’Ospedale Psichiatrico di Castelpulci dove, in quei giorni, affluirono decine di ammalati provenienti dall’Ospedale di San Salvi di Firenze.

Le abitazioni dichiarate inagibili furono diverse centinaia e l’amministrazione comunale cercò di porvi rimedio mediante il reperimento di immobili e l’eroga-zione di contributi economici.

Le attività produttive e commerciali registrarono i danni più importanti per la notevole concentrazione di industrie ed aziende, proprio in prossimità delle loca-lità alluvionate. Il 15 novembre fu convocata un’assemblea di titolari di azienda,

4 Archivio Storico Comunale di Scandicci, Postunitario, serie Alluvione, 4.

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alla quale parteciparono circa 200 rappresentanti di imprese: la violenza della piena e la permanenza dell’acqua all’interno dei fabbricati aveva gravemente danneggiato gli impianti industriali, causando la perdita di ingenti quantità di prodotti finiti e di materiali. Venne stabilito di procedere ad un censimento dei danni, mediante la compilazione di moduli predisposti dal Comune, poi convali-dati da una commissione di tecnici, per avviare le pratiche di risarcimento.

I dibattiti del Consiglio nei giorni dell’alluvione sono registrati nei verbali delle sedute dei giorni 8, 21, 28 novembre e 5 dicembre 1966; le conclusioni e le richieste avanzate in tali discussioni furono riassunte in appositi documenti.

L’amministrazione comunale organizzò inoltre due convegni sui problemi pro-vocati dall’alluvione e per la difesa dell’economia della zona: si svolsero nella Casa del Popolo di Badia a Settimo, il primo l’11 dicembre 1966, il secondo il 29 ottobre 1967. In occasione del secondo convegno l’assessorato allo sviluppo economico promosse una rilevazione presso le aziende del Comune per accertare la ripresa economica del dopo alluvione e individuare eventuali problematiche rimaste irrisolte.

Per l’opera di ricostruzione fu utilizzata anche la mano d’opera messa a disposizione dal Servizio Civile Internazionale che, dal luglio al settembre 1967, vide l’alternarsi di 25 giovani presso il campo di lavoro istituito per ripulire i tor-renti, sotto la direzione dell’Ufficio tecnico comunale.

Dati relativi a danni al settore economico, redatti dall’ufficio della Ragioneria sulla base delle denunce presentate in Comune fino al dicembre 19665:

INDUSTRA E ARTIGIANATODenunce presentate Ammontare complessivo

92 Lire 2.195.386.932(€ 20.297.354)

COMMERCIO

Denunce presentate Ammontare complessivo

56 Lire 59.970.160(€ 554.442)

5 I dati delle tabelle sono ricavati da ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 2. Per il rapporto lire-euro cfr. Il valore della moneta in Italia dal 1961 al 2008, a cura di A. Brunetti, in “Informazioni” n. 9 (2009), ISTAT.

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Dati relativi alle denunce presentate per danni subiti nel settore agricolo:

AGRICOLTURADenunce presentate Tipologia

69 coltivatori diretti51 mezzadri3 grandi aziende1 Curia arcivescovile

BESTIAME PERDUTOCapi Tipologia12 bovini46 vitelli da carne6 vitelli da latte18 suini800 animali da cortile1200 conigli12 equini

Dati relativi a danni ai beni privati, redatti dall’ufficio della Ragioneria sulla base delle denunce presentate in Comune fino al febbraio 1967:

BENI PRIVATI MOBILI E IMMOBILI Denunce presentate Ammontare complessivo

581 Lire 385.062.700(€ 3.560.020)

Dati relativi a danni al settore commerciale, redatti dall’ufficio Statistica sulla base delle denunce presentate in Comune fino al dicembre 1966:

SETTORE COMMERCIALE

Tipologia Numero Entità del danno

Negozi 36 Lire 65.257.340Circoli ricreativi 3 Lire 5.730.000

Sale cinematografiche 2 Lire 4.350.000Venditori ambulanti 15 Lire 10.062.000

Impianti sportivi nessun danno

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Dal documento d’archivio alla realizzazione dell’esposizione: il progetto

Oltre a tradizionale luogo di conservazione dei documenti, l’archivio di Scan-dicci è diventato laboratorio didattico, animandosi della inconsueta presenza di venti ragazzi che, per due settimane, armati di guanti e lapis, hanno utilizzato i documenti, facendoli vivere. Siamo riusciti a fare estrapolare loro i dati utili alla realizzazione di mappe interattive, partendo da carte che giacevano chiuse in archivio da decenni.

Ma l’archivio si è trasformato anche in location delle riprese video con alcu-ni dei testimoni che, attraverso il loro racconto hanno fatto riemergere quanto vissuto in prima persona durante i giorni dell’alluvione, rendendocene partecipi.

I ragazzi si sono appassionati, i testimoni si sono emozionati.

«Senza gli archivi perdiamo il patrimonio di documenti che costituisce la no-stra storia e la nostra identità collettiva. Perdiamo la possibilità di imparare dal passato per progettare il presente e il futuro. Mettiamo a rischio la possibilità di avvalerci dei nostri diritti di cittadini, nella nostra quotidianità: nel rapporto con la pubblica amministrazione, in banca come clienti, dal medico come pazienti,

Archivio Storico Comunale Scandicci, Busta d’archivio della serie Alluvione

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nell’acquisto di beni e servizi come consumatori, sul posto di lavoro. […]Senza gli archivi giudiziari non si possono condurre i processi, riaprire le cau-

se quando subentrano nuovi elementi. Senza i dati di studi e analisi conservati negli archivi scientifici la ricerca non può procedere e progredire, non si possono fare scoperte fondamentali. I medici non possono studiare le malattie e trovare e sperimentare nuove cure e senza gli archivi sanitari non si può ricostruire la nostra storia clinica e fornire ai medici i documenti necessari per essere curati. Senza i documenti che ci forniscono dati sulle condizioni del tempo attraverso i secoli non possiamo studiare i cambiamenti del clima. Senza la cartografia antica e i documenti che descrivono l’evoluzione del paesaggio non potremmo studiare l’ambiente per prevenire alluvioni e frane o per pianificare gli interventi sul ter-ritorio, per valutare il rischio sismico (e purtroppo sono cose che facciamo poco e male). Senza gli archivi è impossibile venire a conoscenza dei soprusi e delle violenze commesse dalle dittature politiche, ricostruire le politiche dei governi nel corso della storia, non possiamo fare luce su episodi di terrorismo, sulle stragi, sui fatti di mafia. […]

Il modo in cui costruiamo, tuteliamo e valorizziamo i nostri archivi è la rap-presentazione di come intendiamo i rapporti sociali e della società che vogliamo costruire»6. Oltre a questa consapevolezza i nostri punti di forza sono stati i documenti dell’archivio storico, le fotografie realizzate da studi fotografici del territorio oggi conservate in Biblioteca, i ragazzi del Servizio Civile Nazionale e degli Istituti di Istruzione Superiore, i testimoni.

6 Brano tratto dal comunicato dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana 14-19 marzo 2016. Una settimana per dare voce alle migliaia di chilometri di documenti che costituiscono l’eccezionale patrimonio degli archivi italiani, in occasione dell’evento Ispirati dagli archivi 2016.

Documento di lavoro utilizzato con i ragazzi dell’I.I.S. Sassetti-Peruzzi

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Diario di bordo: resoconto dell’esperienza svolta dai ragazzi che hanno partecipato al progetto alternanza scuola-lavoro

I giorno: 14 marzo 2016Presentazione del progetto

La ricerca in archivioAnalisi della documentazione

Costituzione di tre gruppi di lavoro con individuazione degli argomenti di ri-cerca utili a far emergere gli aspetti più interessanti ai fini dell’allestimento della mostra documentaria sull’alluvione del 4 novembre 1966 a Scandicci.

Gruppo 1: (Lorenzo, Daniel, Denis)Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 12 (1966)Argomento: schede di censimento e di rilevazione dei danni provocati dall’al-

luvione ad attività produttive di beni e servizi (piccole e medie industrie, artigia-nato, commercio fisso e ambulante);

Dati/ e informazioni emerse: tipologia degli insediamenti produttivi; altezza dell’acqua raggiunta nei vari stabilimenti/aziende colpiti; entità economica del danno; ubicazione delle aziende danneggiate; elenco dei vari strumenti/macchi-nari/merci/prodotti danneggiati.

Gruppo 2: (Marco, Jacopo, Francesco)Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 10 (1966)Argomento: schede di accertamento degli alluvionati con rilevazione dei dan-

ni subiti ad abitazioni e beni mobili e riepilogo di assistenza erogata (da ECA e dall’Ufficio Assistenza del Comune);

Dati e informazioni emerse: professione esercitata, composizione nucleo fa-miliare, tipo di assistenza erogata, ubicazione case, altezza raggiunta dall’acqua, rilevazione dei danni.

Gruppo 3: (Karolina, Arianna, Aleksandra)Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 2 (1966-1967)Argomento: corrispondenza, documenti di carattere generale ed amministrativo;Dati/informazioni emerse: resoconti e relazioni, lettere al sindaco, assemblea

dei titolari di aziende danneggiate (15 novembre 1966), memorie, documentazio-ne fotografica, planimetria strade e corsi acqua da ripristinare.

Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 3 (1966-1967)Argomento: corrispondenza, documenti di carattere generale ed amministrativo;Dati/informazioni emerse: resoconti e relazioni, lettere al sindaco, assemblea

dei titolari di aziende danneggiate (15 novembre 1966), memorie, documentazio-ne fotografica, piante e prospetti di frane e danni a strade, rilevazioni generali dei danni a beni pubblici, planimetria strade e corsi acqua da ripristinare.

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Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 11 (1966)Argomento: schede di accertamento degli alluvionati (privati L-Z) con rileva-

zione dei danni subiti ad abitazioni e beni mobili e riepilogo di assistenza erogata (da ECA e dall’Ufficio Assistenza del Comune);

Dati/informazioni emerse: professione esercitata, composizione nucleo fami-liare, tipo di assistenza erogata, ubicazione case, altezza raggiunta dall’acqua, rilevazione dei danni.

Alcuni documenti sono sembrati particolarmente adatti ad essere letti/rac-contati, magari utilizzando un breve video.

II giorno: 15 marzo 2016Esame della documentazione

Approccio alle fonti orali

I tre gruppi di lavoro hanno continuato ad esaminare il materiale documentario.Si è aggiunto un altro alunno (Federico) che ha manifestato il desiderio e la

disponibilità ad interpretare i documenti ritenuti più interessanti dal punto di vista narrativo, anche allo scopo di costruire delle riprese video con parti raccon-tate e recitate, accompagnate magari da foto e musica.

È stato introdotta la tematica della fonte orale, anche in vista delle interviste da somministrare ad alcuni cittadini: ascolto di alcuni brani di interviste realizza-te da Giovanni Contini, uno dei massimi studiosi di storia orale.

Gruppo 1: (Lorenzo, Daniel, Denis)Documentazione esaminata: serie Carteggio degli Affari comunali, cat. VI

(1967) e cat. XV (1967)Argomento: ricerca di materiale dell’Ufficio stampa e dei convegni di Badia a

Settimo. Gruppo 2: (Marco, Jacopo, Francesco) e Gruppo 3 Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 10 (1966)Argomento: schede di accertamento degli alluvionati, privati cittadini con

rilevazione dei danni subiti ad abitazioni e beni mobili e riepilogo di assistenza erogata (da ECA e dall’Ufficio Assistenza del Comune);

Dati/informazioni emerse: professione esercitata, composizione nucleo fami-liare, tipo di assistenza erogata, ubicazione case, altezza raggiunta dall’acqua, rilevazione dei danni.

Gruppo 3: (Karolina, Arianna, Aleksandra)Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 11 (1966)Argomento: schede di accertamento degli alluvionati (privati L-Z) con rileva-

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zione dei danni subiti ad abitazioni e beni mobili e riepilogo di assistenza erogata (da ECA e dall’Ufficio Assistenza del Comune);

Dati/informazioni emerse: professione esercitata, composizione nucleo fami-liare, tipo di assistenza erogata, ubicazione case, altezza raggiunta dall’acqua, rilevazione dei danni.

Gruppo 4: (Bianca, Francesco, Federico)Documentazione esaminata: serie Carteggio degli Affari comunali, cat. XV

(1966); serie Alluvione, busta n. 1Argomento: (relazioni, lettere, resoconti e memorie).

III giorno: 16 marzo 2016Le fonti orali

Esame della documentazione

Il lavoro della terza giornata è iniziato con un interessante intervento di Gio-vanni Contini sulla storia orale e sulla corretta metodologia di raccolta di questo particolare tipo di fonti storiografiche, attraverso interviste su supporti audio e video.

Karolina ha documentato la giornata di lavoro con alcune fotografie.Sono stati individuati tre ambiti di lavoro: •partendo dai dati presenti nelle schede delle denunce e da una planimetria

coeva redatta dall’ufficio tecnico comunale, i ragazzi hanno individuato le diverse altezze raggiunte dall’acqua nelle strade e in prossimità degli edifici (fonte: serie Alluvione, buste 10-12);•sono state preparate le domande da rivolgere ad alcuni testimoni dell’al-

luvione; •si è scelto e preparato il materiale per il montaggio di un video con parti

recitate tratte da documenti e fotografie.

IV giorno: 17 marzo 2016Esame della documentazione

I tre gruppi di lavoro hanno continuato ad esaminare i documenti. Infine, la visione di un’intervista agli ex studenti della scuola di San Gersolè7 è stata utile per capire l’approccio e la tecnica per intervistare i testimoni.

Gruppo 1: (Lorenzo, Daniel, Denis)

7 La maestra e la vita : Maria Maltoni e la scuola di San Gersolè [Risorsa elettronica] / [testi di Barbara Salotti]. - [Impruneta : Comune di Impruneta], c2007.

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Documentazione esaminata: serie Carteggio degli Affari comunali, cat. VI (1967) e cat. XV (1966)

Argomento: ricerca di materiale dell’Ufficio stampa e dei convegni di Badia a Settimo.

Gruppo 2: (Marco, Jacopo, Francesco)Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 10 (1966)Argomento: schede di accertamento degli alluvionati (privati A-L) con rileva-

zione dei danni subiti ad abitazioni e beni mobili e riepilogo di assistenza erogata (da ECA e dall’Ufficio Assistenza del Comune);

dati/informazioni emerse: professione esercitata, composizione nucleo fami-liare, tipo di assistenza erogata, ubicazione case, altezza raggiunta dall’acqua, rilevazione dei danni.

Gruppo 3: (Karolina, Arianna, Aleksandra)Documentazione esaminata: serie Alluvione, busta n. 11Argomento: schede di accertamento degli alluvionati (privati L-Z) con rileva-

zione dei danni subiti ad abitazioni e beni mobili e riepilogo di assistenza erogata (da ECA e dall’Ufficio Assistenza del Comune);

dati/informazioni emerse: professione esercitata, composizione nucleo fami-liare, tipo di assistenza erogata, ubicazione case, altezza raggiunta dall’acqua, rilevazione dei danni.

Un momento del lavoro con i ragazzi dell’I.I.S. Sassetti-Peruzzi

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V giorno: 18 marzo 2016Le fonti orali

Rielaborazione della documentazioneLavoro pratico/tecnico su planimetria

I diversi gruppi di ragazzi, coordinati dagli archivisti, hanno lavorato alla rile-vazione dei dati e all’ individuazione delle vie, abitazioni e attività economiche danneggiate riportandole sulla mappa cartacea. Un ultimo gruppo di ragazzi, in-sieme alla coordinatrice dell’archivio storico di Scandicci, hanno realizzato un’in-tervista ad una testimone dell’alluvione del 1966.

Gruppo 1: (Lorenzo, Denis, Marco, Jacopo)Gruppo 2: (Francesco, Aleksandra)Gruppo 3: (Arianna, Karolina, Federico, Daniel)

La giornata si è conclusa con i saluti ed una foto di gruppo a testimonianza del lavoro svolto.

Un momento dello stage, foto di Karolina Zucconi

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Diario di bordo del secondo gruppo di ragazzi

I giorno: 20 giugno 2016Presentazione del progetto in corso

La ricerca in archivioEsame della documentazione

Presentazione del progetto già avviato con i ragazzi del primo gruppo. Intro-duzione all’archivio e prima visione della documentazione. Individuazione dei gruppi a seconda dell’area di interesse.

Gruppo 1: (Luca, Denisa, Francesco)Gruppo 2: (Davide, Alex, Matteo)Gruppo 3: (Elisabetta, Joana, Valentina)

II giorno: 21 giugno 2016Progettazione del percorso espositivo

Progettazione della mappa interattiva e rilevazione dei datiRaccolta di fonti orali

Gruppo 1: (Luca, Denisa, Francesco)Esame e scelta dei documenti più significativi ai fini espositivi. Individuazione

delle aree per la dislocazione del percorso espositivo.Gruppo 2: (Elisabetta, Joana, Valentina)Raccolta di fonti orali: realizzazione di una intervista ad un testimone di Badia

a Settimo.Esame delle fonti archivistiche: ricerca ed analisi della composizione del nu-

cleo familiare degli alluvionati, dei mestieri esercitati, degli aiuti erogati dal Co-mune o da altri enti di assistenza.

Gruppo 3: (Davide, Alex, Matteo)La mappa delle vie alluvionate. Rilevazione dei dati e implementazione del

data base.

III giorno: 22 giugno 2016Dal documento cartaceo al documento digitale

Raccolta di fonti oraliRealizzazione della bibliografia

Gruppo 1: (Luca, Denisa, Francesco)Acquisizione in digitale dei documenti ai fini espositivi.

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Gruppo 2: (Elisabetta, Joana, Valentina)Raccolta di fonti orali: realizzazione di un’intervista a un testimone di San

Colombano. Analisi dei documenti relativi agli aiuti erogati dall’Amministrazione comunale ai soggetti alluvionati.

Gruppo 3 (Davide, Alex, Matteo)Individuazione dei titoli per la realizzazione della bibliografia sull’alluvione.

Simulazione della realizzazione dello scaffale tematico.

IV giorno: 23 giugno 2016Dislocazione della documentazione sulle griglie

Riprese video

I gruppi sono stati sciolti per lavorare insieme alla individuazione dei titoli e alla dislocazione dei documenti sulle griglie.

Lettura di documenti e riprese video.

Un momento del lavoro con i ragazzi dell’I.I.S. Sassetti-Peruzzi

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Guida al percorso espositivo

Sviluppato su dodici pannelli, il percorso espositivo si apre con la comunica-zione che il Sindaco Onorevole Orazio Barbieri, di fronte ad una pioggia incessan-te e ad allarmanti notizie sulla situazione dei corsi d’acqua, scrive al Prefetto Dr. De Bernart alle 19 di venerdì 4 novembre.

Dopodiché, impossibilitato a rientrare a casa a Soffiano, viene ospitato presso la famiglia dell’Assessore Renato Castaldi, che abitava nelle vicinanze del palazzo comunale in Piazza Matteotti.

A presidiare gli uffici del palazzo rimane l’Assessore Giovanni Frediani la cui “cronaca” redatta nella notte occupa i primi tre pannelli, intervallata dalle immagini dei primi mezzi di soccorso utilizzati per portare notizie e aiuti alla popolazione isolata.

I successivi quattro pannelli riportano i suggestivi scatti di Pulman Palanti durante una ricognizione sul territorio effettuata nella mattina del 5 novembre: l’argine della Greve, i campi adiacenti San Bartolo in Tuto, il Vingone, la strada Tosco Romagnola, la piana di Settimo. Seguono immagini dei danni a ditte e pri-vati allegate ai moduli utilizzati per la richiesta del risarcimento.

Due pannelli sono dedicati ai primi prontissimi soccorsi alla popolazione e alle iniziative che si sono susseguite più a lungo termine per il rilancio dell’e-conomia della piana; ai ringraziamenti dei cittadini al Sindaco e del Sindaco al Prefetto e alle autorità superiori.

E oggi? Cosa accadrebbe oggi?Negli ultimi due pannelli, grazie alla documentazione fornita dal Consorzio

di Bonifica Medio Valdarno e alla Protezione civile di Scandicci, sappiamo cosa è stato fatto in questi ultimi decenni per la manutenzione degli argini di fiumi e fossi ma anche come è organizzata la macchina dei soccorsi in caso di necessità.

Inutile ribadire che imparare dal passato è fondamentale per progettare il presente e il futuro.

Cronaca di sei ore redatta dall’assessore Giovanni Frediani

La gente si assiepa sotto il portico del comune. Eppure è la Mezzanotte!È la mezzanotte del 4 Novembre. Si discute, si racconta, vengono portate in

continuazione notizie, in parte vere, in parte gonfiate dalla fantasia popolare [...]Il sindaco, gli altri assessori, affaticati dal lungo lavoro della giornata van-

no a riposarsi. Io che sono il più riposato farò la notte. Una notte lunga per la drammaticità degli eventi ed insieme una notte corta per le troppe cose a cui pensare. [...]

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Intanto si è potuto constatare che con i canotti di gomma messi genero-samente a disposizione del Comune da privati possessori, non si possono rag-giungere le località inondate, perché i fili spinati sommersi li bucano. Occorrono barche. Al consigliere Morandini viene in mente che la contessa Moranduzzo, abitante a villa Augusta possiede un motoscafo. All’una di notte il camion del Cir-co Florens parte con una decina di uomini per prendere il motoscafo. Ritornano dopo poco più di mezz’ora con la barca (di motoscafo non si può parlare perché il motore si trova a Firenze in riparazione).

Intanto alle 1:20 era venuto l’appuntato Cudicio Tolmino della questura cen-trale, ma abitante a Scandicci dove è rimasto bloccato. L’appuntato mi si presenta mettendosi a disposizione dell’Amministrazione [...]

Partono con il camion e la barca, Masieri, Spillantini, Pugi, l’appuntato e molti altri. Tutti non potranno en-trare nella barca, ma tutti vorrebbero andare anche se è pericoloso. Gommone per il primo soccorso agli alluvionati

Assemblea in Palazzo comunale di Piazza Matteotti , dopo aver prestato i primi soccorsi, novembre 1966, Foto Pulman in ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 1.

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Occorre ora pensare a domani. Prima di tutto assicurarci il pane, poi vede-re di metterci a contatto con le autorità per chiedere mezzi anfibi per portare soccorsi alla popolazione della zona inondata, e se ciò risultasse impossibile, intanto, fabbricare noi qualche zattera.

Alle 2 vengono mandati a chiama-re i fornai di Scandicci che lo zelo del povero brigadiere Meoni e dei vigili, (in servizio durante tutta la notte) riesco-no subito a rintracciare. Dalla riunione che fo con i fornai si ha questa situazio-ne: Prima di tutto la maggior parte di essi, tra cui la Cooperativa, sono senza corrente, secondo, quando avessero la corrente mancano gli operai che posso-no sostituire quelli che hanno lavorato un turno. Viene deciso:a. Di cercare di portare al corrente della zona della scuola almeno fino alla co-operativa [...]

b. Di chiamare i panettieri abitanti a S.Martino, Mosciano, Marciola, per invitarli a svolgere la loro attività dove il comune riterrà necessario.c. Di distaccare il netturbino Brogello (ex panettiere) fino a che ve ne sarà biso-gno, alla cooperativa.

Mezzo anfibio dei Vigili del Fuoco di Mantova in via del Botteghino a Badia a Settimo

Zattera per il primo soccorso agli alluvionati

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A tale scopo: viene incaricato l’instancabile consigliere maestro Berni, di invi-tare i panettieri della collina, e viene chiamato l’elettricista Manetti.

Sono quasi le 3. Spesso arrivano famiglie di zone minacciate dall’acqua, che vengono avviate alla scuola elementare dove già dal pomeriggio è in funzione una specie di posto di ristoro-ospedaletto-ricovero, dove fino dai primi momenti, un gruppo di giovani di ogni colore politico (tra cui l’impiegati Bertini e la Polli) si prodigano per assistere quelli che ne hanno bisogno.

Intanto ci hanno detto che un radioamatore abitante in via Giotto, potrebbe essere un tramite valido, con la sua trasmittente, per metterci in contatto con la Prefettura e chiedere mezzi anfibi. Si invia un cittadino. La risposta verrà dopo un paio di ore con la promessa dello arrivo dei pompieri di un’altra città. Comunque è chiaro che per ora bisogna contare sulle nostre forze.

Occorre fabbricare una prima chiatta. Per questo è necessario avere delle tavole e dei bidoni. Si manda il nostro operaio Bacci a chiedere alla S.I.M.S dei bidoni.

[…] la S.I.M.S […] mette a disposizione tutti i bidoni che occorreranno. Faremo subito la zattera qui, sotto il portico del comune. Si mandano a prendere le ta-

Soccorsi alla scuola elementare Duca degli Abruzzi, attuale Biblioteca di Scandicci, dalla pubblicazione Scandicci: l’alluvione e dopo / [Comune di Scandicci ; realizzazione di Wolfango

Mecocci]. - Scandicci : Comune di Scandicci : (Tip. Nazionale), [1967]

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vole e si fa chiamare il Giorgetti che qualcuno ha detto sia pratico di costruzione di chiatte.

È assodato che il livello dell’acqua da qualche tempo è stazionario. […] Si attende che cominci a decrescere, tuttavia la gente di Badia, di S. Colombano, di tutta la zona inondata, avrà bisogno di aiuti concreti, di pane, di latte, di uova ed anche di incoraggiamento.

Sono le 4. È già passata più della metà della lunga notte. Dobbiamo Sbrigarci. […]Intanto sono state portate le tavole ed i bidoni. Si sta per incominciare il

febbrile lavoro per la costruzione della zattera […] Non so dove la zattera è stata costruita e da chi. È comunque certo che quella zattera ha successivamente por-tato grande aiuto alla popolazione alluvionata.

Qualcuno proveniente da Casellina ci comunica ora che verso le 2:30 la barca con Masieri, Spillantini, l’appuntato Cudicio, il cantoniere Pugi ed un altro nostro operaio, è partita per Badia. […]

Il Manetti ha fatto l’attacco del cavo, ma da qualche parte si dice che forse potrà tornare presto la corrente in tutta Scandicci. […]

Una buona notizia ci viene portata: tra poco uscirà la prima sfornata di pane.

Sono le 6. Non piove. Tra meno di un’ora albeggerà e la luce del giorno in-fonderà nuovo coraggio, nuova speranza, nuove iniziative di solidarietà, e forse qualche aiuto dal centro.

Comunicazione interna al Sindaco Orazio Barbieri ospitato presso l’abitazione dell’Assessore Castaldi

scritta dal Comandante dei Vigili urbani Vincenzo D’Ettorre, relativa al peggioramento della situazio-

ne a Badia a Settimo e San Colombano. Ore 21,30 del 4 novembre 1966.

In ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 1.

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I danni

«L’alluvione ha colpito gravemente il territorio del Comune di Scandicci, pro-vocando numerosi e vasti danni. Si sono avuti allagamenti di proporzioni senza precedenti e particolarmente colpita è stata la zona a nord della strada statale 67 e alcune strade del capoluogo adiacenti al fiume Greve e al torrente Vingone». Si registrano ingenti danni ai beni pubblici per quanto riguarda argini, fossi e fognature, le strade di pianura e di collina, per via di numerose frane che hanno ostacolato la viabilità, le scuole di Badia a Settimo e di Capannuccia, l’ambula-torio e i bagni pubblici di Badia a Settimo. I pozzi di San Colombano e di Ba-dia sono completamente franati, con conseguenti danneggiamenti alle tubature dell’acquedotto. Il cimitero di Pieve a Settimo ha riscontrato danni alle sepolture a terra e al muro di cinta. Sono rimasti invasi dall’acqua 500 ettari di terreno agricolo. In località Badia a Settimo sono crollate due case coloniche. Numerosi i danni anche nel settore zootecnico. La popolazione delle zone rimaste allagate ammonta a circa 4.500 unità. I danni subiti dagli impianti industriali intorno alla strada 67, giungendo fino all’Arno, sono di notevole dimensione. Alcune centina-ia di abitazioni delle zone alluvionate sono state rese inabitabili e molte famiglie cercano ora un altro alloggio. «Colleghi del Consiglio, i giorni più duri sembrano passati […]. Nei giorni dell’alluvione occorreva coraggio, ora occorre costanza,

Riunione nel Palazzo comunale di Piazza Matteotti, novembre 1966. Al centro, il Sindaco, Onorevole Orazio Barbieri. Foto Pulman in ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 1.

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volontà, impegno, accordo. Per questo rivolgiamo a tutti un invito a collaborare nell’interesse di Scandicci e di Firenze»8.

I danni al territorio

I danni alle persone

8 Testo tratto dalla Relazione sulla situazione e sui provvedimenti relativi all’alluvione, adottati dalla Giunta, presentata dal Sindaco nella seduta del 21 novembre 1966, in ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 1.

Esondazione del Vingone nei campi adiacenti San Bartolo in Tuto, 5 novembre 1966, Foto Pulman

La piana di Settimo, 5 novembre 1966, Foto Pulman

Danni al laboratorio di cuoio Nelli, Badia a Settimo in ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 4.

Danni al calzaturificio Masotti, San Colombano, in ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 4.

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Soccorsi alla popolazione lungo la strada statale Tosco Romagnola all'altezza della Villa Meucci

Telegramma del Prefetto De Bernet al Sindaco Orazio Barbieri , ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 1

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I soccorsi e la ripresa

Come risulta dalle relazioni presentate in Consiglio comunale e dai docu-menti da esso approvati, la Giunta organizzò e mobilitò tutte le forze possibili per l’opera di soccorso reperendo mezzi di fortuna e talvolta mezzi eccezionali di cui forse altri comuni non poterono disporre. Così la ripresa della vita civile e la ricostruzione non ebbero inizio in un periodo schematicamente distinto e successivo, bensì contemporaneamente all’opera di soccorso. La Giunta ebbe chiari fin dall’inizio la gravità dei danni e il conseguente tipo di intervento ne-cessario a livello comprensoriale e comunale. Infatti, i mezzi anfibi e i natanti soccorrevano ancora i malati, e già la Giunta, mentre da una parte, interpretan-do la coscienza dell’unità intercomunale e la interdipendenza con Firenze, che chiaramente emergevano dai documenti consiliari, rivolgeva chiari e vivaci inviti all’Amministrazione di Firenze e alle forze politiche che la sostenevano, affinché superassero visioni ristrette e mobilitassero tutte le forze democratiche per la rinascita di Firenze, dall’altra impegnava gli amministratori e i propri tecnici ad un’immediata perizia dei danni alle opere pubbliche e l’Ufficiale sanitario ad approntare immediate misure di carattere igienico9.

9 Tratto da: Scandicci: l’alluvione e dopo / [Comune di Scandicci ; realizzazione di Wolfango Mecocci]. - Scandicci : Comune di Scandicci : (Tip. Nazionale), [1967], p. 52.

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I ragazzi del Servizio Civile Internazionale, estate 1967

Secondo convegno comunale per il rilancio dell'economia, ottobre 1967

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La prevenzione

Fermo restando che il territorio di Scandicci confina con l’argine sinistro dell’Ar-no di cui si occupa L’Autorità di Bacino del Fiume Arno10, il Comune di Scandicci con i suoi principali corsi d’acqua: Greve, Pesa e Vingone fa parte del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno. Esso comprende i territori delle Colline del Chianti, Val d’Elsa, Piana di Firenze-Prato-Pistoia, Val di Sieve, Mugello, Val di Bisenzio, Ombro-ne Pistoiese per una superficie complessiva di 3.359,44 kmq11, estendendosi su sei province (Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Pisa, Arezzo) e 65 comuni.

Regimazione del torrente Vingone I lavori di regimazione del Vin-

gone con consolidamento delle di-fese arginali dall’abitato di Vingone al ponte di Stagno ha interessato i comuni di Scandicci e Lastra a Si-gna. Sono stati realizzati tra il 2003 e 2006.

Cassa AntinoriSi tratta di una importante ope-

ra di laminazione delle piene sul torrente Vingone, nel comune di Scandicci. È una cassa di espan-sione “in derivazione”, localizzata in sinistra idraulica del torrente a monte del ponte del Moretto. La superficie complessiva della cassa di espansione è di circa 15 ettari ed il volume di invaso massimo di progetto è di circa 240.000 metri cubi. È stata realizzata tra il 2011 e 2012.

10 Si tratta di una delle autorità di rilievo nazionale costituita in attuazione della legge 18 maggio 1989, n. 183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.

11 Le sue funzioni, competenze e organizzazione territoriale in materia di bonifica sono state ridefinite con la Legge Regionale 27.12.2012, n. 79 (Nuova disciplina in materia di consorzi di bonifica – Modifiche alla L.R. 69/2008 e alla L.R. 91/1998. Abrogazione della L.R. n. 34/1994.)

Reicolo di manutenzione delle acque in carico al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno

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Cassa S. Maria a VingoneSi tratta di una cassa di espansione “in derivazione” in sponda destra del

torrente Vingone localizzata a Scandicci subito a monte di piazza Kennedy. L’opera presenta una superficie complessiva di circa 2 ettari ed un volume di

invaso massimo di circa 37.000 metri cubi. È stata realizzata tra il 2009 e 2010. Sono in corso di realizzazione nell’alto bacino del torrente Vingone, nel co-

mune di Scandicci, la Cassa di espansione denominata Vingone, e quella deno-minata Soglia.

Il servizio di Protezione Civile Comune di Scandicci opera all’interno del Centro Intercomunale Colli Fiorenti-ni. Nel novembre 2005, dando seguito alla legge regionale toscana 40/2001, i comuni di Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, Impruneta, Lastra a Signa, San Casciano Val di Pesa, Scandicci e Tavarnelle Val di Pesa si sono associati per il servizio di Protezione Civile costituendo il Centro Intercomunale “Colli Fiorentini”12.

Complessivamente ad oggi la Città Metropolitana di Firenze vede al suo in-terno la dislocazione di 5 Centri Intercomunali: C.I. Colli Fiorentini, C.I. Unione Montana Comuni del Mugello, C.I. Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve, C.I. Unione dei Comuni Empolese-Valdelsa e infine il C.I. Arno Sud Est Fiorentino.

Dal Maggio 2006 il Centro Intercomunale è divenuto operativo attivando l’Uffi-cio Associato di Protezione Civile (U.A.P.C.) con sede presso il Comune di Scandicci.

Il Sindaco è l’autorità locale di Protezione Civile e, al verificarsi dell’emergen-za, assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite.

Per l’espletamento delle proprie funzioni, si avvale del Centro Operativo Co-munale che è dotato di un sistema di reperibilità 24 ore su 24 per la ricezione di segnalazioni di criticità in corso o previste.

La popolazione può effettuare le segnalazioni contattando il Centro Operativo Comunale al numero 055 750628 oppure il Centro Intercomunale Colli Fiorentini al numero 055 2509090.

12 Il rinnovo della convenzione è stata effettuata il 2 novembre del 2009 (periodo 2009-2013) e il 1 gennaio 2014 (periodo 2014-2016). Cfr Piano intercomunale di Protezione Civile, parte prima, inquadramento generale, organizzazione e attività, Revisione 2.0, Anno 2016.

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Le mappe interattive

Nei mesi successivi all’alluvione il Comune di Scandicci ha predisposto per i cittadini e le aziende danneggiati un’apposita raccolta di domande di risarcimen-to, esaminate poi tra il febbraio e il marzo 1967 per valutare chi ne avesse diritto. La gestione dei fondi da erogare alle famiglie è stata affidata all’Ente comunale di assistenza che ha compilato delle schede per ogni nucleo familiare.

Da queste 807 schede abbiamo estrapolato alcuni dati: gli indirizzi dei dan-neggiati, il livello raggiunto dall’acqua, il numero di componenti del nucleo fa-miliare, i danni arrecati al mobilio, alle masserizie e agli immobili. Dalle schede delle imprese abbiamo invece ricavato l’ubicazione, il tipo di impresa (commer-ciale, industriale, artigianale o agricola) e ciò che produceva o vendeva. I dati, opportunamente raccolti in serie all’interno di un foglio elettronico, sono stati utilizzati per creare con Google Map ricostruzioni cartografiche interattive che riproducono la realtà comunale nel 1966 e i danni arrecati dall’alluvione.

La prima mappa rappresenta i danni alle abitazioni differenziate attraverso i colori in base alla gravità dei danni subi-ti. Ciascuna abitazione è indicata con un segnaposto colorato a forma di casina (rosso per i danni gravi, arancione per i danni medi e giallo per i danni lievi).

Cliccandoci sopra è possibile avere le informazioni raccolte: altezza dell’acqua in ciascuna abitazione, i danni alle mas-serizie e al mobilio, il numero di perso-ne che vivevano all’interno dell’abitato.

La seconda mappa presenta le im-prese danneggiate dall’alluvione che hanno chiesto un risarcimento per i danni subiti. I segnaposto sono differenziati per colore (rosso per le attività industriali, azzurro per quelle commerciali, marrone per le artigianali e verde per le agricole) con icone specifiche per le varie attività produttive. Cliccando su ciascun segna-posto si possono conoscere: per le imprese di tipo industriale il tipo di azienda o i prodotti finiti e il nome; per le imprese artigiane la tipologia dell’impresa

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(falegname, barcaiolo, sarto, ecc); per i negozi il prodotto commercializzato (ali-mentari, tabacchi, merceria, ecc); per le imprese agricole la tipologia contrattuale dell’agricoltore o allevatore, il bestiame, le colture e i prodotti finiti.

Nella terza mappa sono evidenziate con colori differenti le strade lungo le quali si trovavano le abitazioni danneg-giate (bordeaux), quelle lungo le qua-li si trovavano le imprese danneggiate (verde) e le strade che sono state ripri-stinate dal Comune con interventi ap-positi (giallo). La ricostruzione permette

di avere una visione completa del ter-ritorio interessato dall’alluvione. Nella stessa mappa sono inoltre evidenzia-ti i livelli raggiunti dall’acqua nei vari punti del Comune (attraverso tre co-lorazioni differenti) e il punto più alto registrato (5 metri).

La seconda e la terza mappa sono state corredate con fotografie scattate in quei giorni conservate presso la fototeca della Biblioteca di Scandicci, digitalizza-te e consultabili anche sul catalogo online.

Le informazioni sono state ricavate dall’elaborazione dei dati raccolti dalla schede riassuntive compilate dall’Ente comunale di assistenza per ogni nucleo familiare che ha ricevuto sussidi per le strade antistanti l’abitato, integrati da quelli ricavati dalle schede riassuntive compilate dai proprietari di attività pro-duttive danneggiati per le strade antistanti alle attività produttive e dal disegno tecnico redatto il 14 novembre 1966 dai dipendenti dell’Ufficio tecnico del Comu-ne di Scandicci per Lavori di pronto intervento per il ripristino della viabilità nella zona interessata dall’alluvione del 4 novembre 1966.

Fonti utilizzate: ASCS, Postunitario, serie Alluvione, 2, 10, 11, 12.

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I testimoni

Durante lo stage del primo gruppo di ragazzi, abbiamo invitato Giovanni Con-tini Bonacossi, già responsabile della sezione “Archivi Audiovisivi” della Sovrin-tendenza Archivistica per la Toscana dal 1984. Autore di numerose pubblicazioni, nel corso degli anni si è occupato di progetti di formazione di archivi orali ed audiovisivi in Toscana, cioè della conduzione di ricerche relative alla storia poli-tica, delle identità locali, dei distretti industriali e, più in generale, delle attività produttive tipiche di varie aree della Toscana.

Ai ragazzi ha spiegato le modalità di conduzione dell’intervista finalizzata alla raccolta di testimonianze a fini storici, le insidie che possono sorgere, i criteri da tenere presenti.

Grazie alla sua autorevole presenza ci siamo sentiti pronti ad arricchire il progetto di una sezione video, intervistando quindici persone, provenienti dalle diverse aree del territorio comunale.

Il Segretario del Sindaco Wolfango Mecocci«Ricordo [...] che la mattina del 4 novembre, poco prima delle 9, stavo aspet-

tando di fronte al Palazzo comunale l’arrivo del Sindaco, perché avevamo deciso di lavorare un po’ con calma, approfittando della giornata festiva. Aspettai inva-no, perché il Sindaco – avvisato di prima mattina dall’Ufficiale sanitario, dottor Luigi Filippelli –, dopo essere fortunosamente riuscito, qualificandosi, ad attra-versare il ponte della Vittoria, aveva dovuto lasciare la macchina in via Bronzino, ormai allagata e impraticabile, raggiungendo faticosamente Scandicci con mezzi

Un momento dello stage alla presenza di Giovanni Contini

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di fortuna. Non potemmo lavorare insieme e non avemmo la calma immaginata il giorno prima: altri furono i compiti urgenti da affrontare e la sera, al termine di una giornata sfibrante, non potendo far ritorno a casa, a Settignano, Barbieri fu ospite dell’assessore Castaldi e della sua famiglia.»

Badia a SettimoBruno Cappelli (3 agosto 1945): «Un’esperienza che forse voi non avete fatto,

e che spero non facciate mai, è la sensazione, la notte, del buio assoluto [...], non l’ho mai più rivisto un buio del genere.»

«È scattata una solidarietà importante fra la gente [...] la Casa del Popolo [di Badia a Settimo] diventò per tutti il centro... il punto di riferimento per i soccorsi.»

«Poi c’era chi volontariamente faceva imbarcazioni abbastanza bizzarre con un portone legato a due bidoni tenuti insieme con delle corde, andavano in su e in giù andando magari in farmacia a prendere i farmaci indispensabili a qualcuno chiuso in casa.»

Nella Bertini (26 dicembre 1921): «Io avevo pensato a un po’ di roba, ma non a tutto quello che ci voleva, e si patì, si patì... Perché l’acqua non serve solo per bere [...], l’acqua dalla cannella smise di venire [...] e poi cominciò a mancare il pane. Allora vennero davvero i soldati.»

San ColombanoUgo Marini (9 aprile 1939): «La sensazione fu brutta, per un mese ripulire,

vedere l’umidità in casa... Fu tremendo.»

«A mezzanotte si sentì la sirena e io andai sull’Arno, quando vidi l’Arno [...] pieno, pieno in quel modo fin sopra all’argine col piede che toccava l’acqua... io ebbi paura; per mio figlio, per mia moglie, per i miei suoceri, per tutti.»

Mario Raveggi (21 luglio 1943): «La cosa bella che mi hanno sempre detto i miei genitori [proprietari di una bottega di alimentari], che dopo due o tre giorni che l’acqua andò via e si ricominciò a camminare, venne la gente a pagare la roba presa e non si sapeva a chi l’avevano portata. Questo secondo me è stato un bel riconoscimento da parte della gente, della bontà e della serenità della gente. Ecco, c’è stata molta solidarietà.»

Borgo ai FossiMassimiliano Cantini (12 febbraio 1954): «L’acqua era fango [...] con in su-

perficie macchie nere perché era fuoriuscito di tutto dalle cisterne del gasolio. Il problema è stato poi ripulire.»

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ViottoloneLapo Bianchi (3 dicembre 1930): «Avevo una fabbrica di tavoli e sedie da cucina

[...], dopo 12 giorni eravamo già in funzione, c’era la richiesta, allora c’era il mercato.»

Le BagneseRiccardo Palanti (10 ottobre 1948): «L’acqua del fiume Greve già cominciava

a dare di fori dal ponte e anche nella stradina sottostante. Questo ci ha fatto coordinare le idee e mio padre mi disse - Vai in piazza Modigliani e cerca di vedere un po’ la situazione alle Bagnese per vedere di poter salvare quello che è possibile in negozio - [....]. Io presi le macchine fotografiche, i rotolini, quello che era possibile e li misi negli scaffali più alti e questo ha fatto sì che l’acqua non ha rovinato assolutamente niente, perché in piazza Modigliani già l’acqua arrivava ai negozi.»

San Vincenzo a TorriLuisa Bianchi (11 gennaio 1946): «Furono giorni di sacrificio perché oltre a

fare il pane [la famiglia era proprietaria del forno a San Vincenzo a Torri], toccò impastarlo a mano perché avevo un’impastatrice però non essendoci la corrente non potevo utilizzarla [...] e oltre a servire i clienti soliti cominciò a venire gente anche dai paesi vicini.»

Mauro Tani (13 agosto 1932): «Il Vingone era completamente fuori e ci invase la macchina [...] al bivio del ponte ci siamo fermati, nel momento in cui eravamo fermi, ci passò davanti una macchina [...] che cascò di sotto dal ponte, fortuna-tamente il signore uscì subito [...] era crollato anche il ponte che dalla Ginestra portava a Montespertoli.»

Carlo Calabri (1 giugno 1950): «Il ponte sulla Pesa era crollato qui a San Vincen-zo, come pure alla Ginestra e la Pesa alla confluenza con l’Arno a Montelupo, tro-vando l’Arno già pieno, aveva fatto dei danni e aveva anche buttato giù una casa.»

I volontariSergio Lanini (4 ottobre 1949): «Io sono andato coi mezzi dell’Humanitas [...]

poi c’erano i pompieri con i mezzi anfibi, c’era anche la gente normale con i gommoni, con i barchini. Insomma, tutti si sono dati da fare, questo si. La dispe-razione della gente... la gente piangeva.»

Patrizia Fantoni (20 novembre 1950): «Sono venuta qui dove siamo ora che è la biblioteca di Scandicci, invece all’epoca erano le scuole elementari e da lì ho cominciato [...] a darmi da fare perché qui era già un centro di raccolta i giorni dell’alluvione, [...] si veniva la mattina, c’era il centro raccolta degli abiti, le ca-merate dove si dovevano fare i letti, la cucina [...]. Venivano persone da Badia

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a Settimo, Viottolone, Piscetto. Insomma... qui venivano portati gli alluvionati. A me, all’epoca una ragazzina di sedici anni, faceva tanto male.»

«Ho fatto tanto e l’ho fatto con il cuore perché avevamo bisogno di sentirci utili, di aiutare così come si poteva [...] ma era necessario fare qualcosa [...]. Ri-trovarmi qui [...], oggi, venire a parlarne fa veramente un effetto grande. Grazie.»

Impressioni da FirenzeSandra Vegni (28 novembre 1949): «Con un’amica [...] siamo tornate a casa

passando dal centro. E io mi ricordo di aver pianto moltissimo nel vedere questa città violentata.»

«La gente era smembrata e sporca [...] il riscaldamento non era a gas come ora, la maggior parte del riscaldamento era a nafta, le caldaie [...] sono scoppiate tutte, per cui, dato che la nafta era più leggera dell’acqua, aveva lasciato un rigo nero nel punto massimo che aveva raggiunto la piena. Sono stati pulite moltissi-me volte e sono sempre tornate a galla.»

«Io con questa mia amica siamo andate agli Uffizi, dove lì [...] c’erano i famosi ragazzi, gli angeli del fango, c’era l’esercito.»

Cristina Cioni (4 agosto 1950): «Nell’ambiente lavorativo abbiamo subito dei danni notevoli e io mi sono resa disponibile, con le altre colleghe, a dar mano in modo che si riniziasse quanto prima il lavoro [...] nel mio ambiente lavorativo c’erano dei tessuti e dei pizzi di pregio che sono stati buttati via, non erano più recuperabili. La fortuna che abbiamo avuto è che noi non eravamo in quel momento nell’ambiente lavorativo perché sennò saremmo rimaste tutte sotto.»

Riccardo Palanti (10 ottobre 1948): «Salgo su da Piazzale Michelangelo, vado in piazza Ferrucci, la mia fortuna fu che avevo la macchina fotografica, e forse qualcuno già mi conosceva, mi fecero montare su un mezzo anfibio. Montai sul mezzo anfibio e cominciai a scattare foto. Era ancora notte [...] scattai un po’ di fotografie fino all’albeggiare. Scattai foto da tutte le parti, persi un rotolino nella confusione. Si torna indietro col mezzo anfibio in piazza Ferrucci [...], mi prendo la mia lambretta e salgo al Piazzale Michelangelo, scatto le prime fotografie e già erano credo le sette, sette e mezzo [...] e non convinto ancora di quello che volevo fare, riscendo nuovamente con la Lambretta fino agli Assi. Lì trovai l’eli-cottero e chiesi se potevo montare, montai sopra a questo elicottero e cominciai a scattare fotografie dall’alto e ho visto delle cose.. devo dire, impressionanti.»

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Glossario 13

ArchivioÈ il complesso dei documenti prodotti o comunque acquisiti da un ente (ma-

gistrature, organi e uffici centrali e periferici dello stato; enti pubblici; istituzioni private; famiglie o persone) durante lo svolgimento della propria attività.

L’archivio prodotto da un ente si suole suddividere in:Archivio corrente, per la parte di documentazione relativa agli affari in corso;

in questa fase i documenti sono usati prevalentemente per la finalità pratico-am-ministrative.

Archivio di deposito, per la parte di documentazione relativa ad affari esauriti, non più occorrente quindi alla trattazione degli affari in corso, ma non ancora destinata istituzionalmente alla conservazione permanente e alla consultazione da parte del pubblico.

Archivio storico, per la parte di documentazione relativa ad affari esauriti, destinata – previe operazioni di scarto – alla conservazione permanente per ga-rantirne in forma adeguata la consultazione al pubblico per finalità di studio o non di studio.

BustaContenitore di cartone nel quale vengono conservati, in senso verticale, i

documenti sciolti o raccolti in fascicoli. In certi casi si trovano conservati in buste anche volumi e registri per lo più se di spessore sottile o in cattive condizioni.

Cartella o Faldone sono sinonimi di busta. Si usano talora come sinonimi di busta per indicare unità che si presentano in maniera un po’ diversa, anche i ter-mini Filza, Fascio o Mazzo che hanno origine in diverse aree storico-geografiche.

CarteggioComplesso delle lettere inviate e ricevute da un persona. L’espressione, pro-

pria della corrispondenza tra persone fisiche, si usa anche per intendere la parte dell’archivio di un ente relativa all’attività che si esplica mediante scambio di lettere e note con persone o con enti: così nell’archivio di un ente si potranno distinguere le serie di registri dalla serie del carteggio.

CategoriaPartizione del titolario, contrassegnata da un simbolo costituito da un nume-

ro romano, o da un numero arabo, o da una lettera dell’alfabeto, oppure da un

13 Tratto da: Le fonti archivistiche : ordinamento e conservazione / Paola Carucci. - Roma : NIS, 1983. - (Aggiornamenti ; 36)

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simbolo misto costituito da una lettera e un numero, ecc.La categoria corrisponde a una partizione astratta desunta dall’analisi delle

competenze dell’ente, ma non necessariamente coincidente con una competen-za, può infatti corrispondere anche a una materia, a un tipo di atto, ecc.

DocumentoIn diplomatica il documento «può definirsi “una testimonianza scritta di un fatto

di natura giuridica, compilata coll’osservanza di certe determinate forme le quali sono destinate a procurarle fede e darle forza di prova”». In archivistica la parola documen-to si usa in un’accezione più ampia e può essere riferita a tutta la documentazione (documenti relativi ad atti ufficiali e documenti preparatori, corrispondenza, documen-ti a stampa, allegati, fotografie, ecc.) di cui si compone l’archivio.

Elenco di consistenzaLista che indica la quantità dei pezzi conservati nelle diverse serie di un fon-

do per anno, per fascicolo, per categoria, per numero di pratica, per busta, per tipo di registro, per volume, ecc.

In alcuni casi l’elenco di consistenza corrisponde a un inventario sommario.

FascicoloIl fascicolo è costituito dai documenti relativi a una determinata pratica, col-

locati, all’interno di una camicia (o copertina), in ordine cronologico. Il fascicolo costituisce l’unità di base, indivisibile, di un archivio, mentre la busta, che con-tiene diversi fascicoli, si considera un’unità soltanto ai fini dell’indicazione della consistenza dell’archivio. I documenti sono collocati, all’interno del fascicolo, secondo l’ordine di archiviazione, pertanto il documento più recente è il primo aprendo la copertina e il più antico è l’ultimo. Se un documento ha degli allegati, questi debbono rimanere uniti al documento cui si riferiscono (non debbono cioè essere separati e collocati in base alla loro data). Il fascicolo può essere articolato in sottofascicoli, che a loro volta possono essere articolati in inserti: in questo caso i documenti saranno collocati in ordine cronologico all’interno di ciascun sottofascicolo o di ciascun inserto.

FilzaUnità archivistica costituita da un insieme, per lo più voluminoso, di do-

cumenti sciolti, ma anche di fascicoli, di quaderni o registri, «tenuti insieme mediante la cucitura con uno spago (infilzatura) di un’estremità delle carte e la rilegatura, in cartone o in pergamena, dell’unità così ottenuta», ma anche «unità di conservazione, composta da un insieme relativamente voluminoso di docu-menti singoli, di pratiche, di quaderni o registri, solidamente tenuti insieme da un nastro, da uno spago, o racchiusi in una busta o in una cassetta». Il termine

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deriva dall’uso, risalente al medioevo, di tenere insieme i documenti che perve-nivano all’ufficio, ponendoli uno sull’altro e infilzandoli su un lungo ago tenuto perpendicolarmente sul tavolo d’ufficio.

InventarioÈ lo strumento fondamentale per eseguire le ricerche: descrive tutte le unità

che compongono un archivio ordinato.L’inventario, a differenza dell’elenco, presuppone che il fondo sia ordinato.

Prontuario delle categorieElenco delle categorie in base alle quali si classifica la documentazione di un

archivio. L’espressione si usa come sinonimo di titolario, oppure indica solo l’elen-co delle partizioni principali del titolario, senza riportare le relative sottopartizioni.

RegistroInsieme di fogli rilegati sul quale si trascrivono o si registrano, per esteso o

per sunto, documenti o minute di documenti.

ScartoOperazioni con cui si destina al macero una parte della documentazione di

un archivio.

SchedaLa scheda è lo strumento di lavoro indispensabile per l’archivista per eseguire

l’ordinamento di un fondo, per compilarne l’inventario e successivamente gli indici relativi. Le schede su cui si scrivono gli elementi essenziali per identificare I singoli pezzi possono essere facilmente corrette e spostate consentendo di for-mulare ipotesi di lavoro verificabili senza spostare I documenti fin quando non si sia raggiunta la piena consapevolezza delle ragioni per cui si rende necessario lo spostamento dei documenti.

SerieLa serie è – all’interno dell’archivio di un ente – ciascun raggruppamento,

operato dall’ente stesso, di documenti con caratteristiche omogenee in relazione alla natura e alla forma dei documenti o in relazione all’oggetto e alla materia o in relazioni alle funzioni dell’ente. Definire teoricamente le serie è relativamente semplice, mentre la ricostruzione delle serie originarie di un archivio, in sede di riordinamento, presenta spesso vari e complessi problemi. Quando sia impossi-bile ricostruire la ripartizione in serie originaria, l’archivista organizzerà la docu-mentazione dell’archivio in serie costituite in base a criteri logici.

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TitolarioQuadro di classificazione, costituito da un determinato numero di categorie (o

titoli, o classi), articolate in sottopartizioni e contrassegnate da simboli numerici o alfabetici o misti. La categoria consente di raggruppare sotto una stessa defini-zione un insieme di affari che presentano caratteristiche comuni. Sulla base di ul-teriori caratteristiche qualificanti è possibile prevedere all’interno della categoria partizioni e sottopartizioni che via via individuano raggruppamenti più specifici.

Unità archivisticaIndica, al pari di pezzo, il documento o un insieme di documenti, rilegati

o raggruppati secondo un nesso di collegamento organico, che costituiscono un’unità non divisibile; registro, volume, filza, mazzo o fascio, fascicolo. Ai fini della valutazione della consistenza di un archivio si considera unità archivistica la scatola o la busta in cui sono conservati più fascicoli e, talora, più registri o altre unità indivisibili.

VersamentoÈ l’operazione con cui un ufficio, centrale o periferico, dello Stato, trasferisce

periodicamente all’Archivio di Stato competente per territorio la parte del proprio archivio non più occorrente alla trattazione degli affari, dopo che siano state eseguite le operazioni di scarto.

Vincolo archivisticoÈ il nesso che collega in maniera logica e necessaria la documentazione che

compone l’archivio prodotto da un ente. Spesso l’individuazione di questo nesso richiede uno studio molto complesso, soprattutto per la documentazione ante-riore all’uso dei registri di protocollo e dei titolari. Il vincolo archivistico esiste comunque, anche quando non si manifesti con elementi formali (classificazioni, numerazioni, registrazioni, ecc), dal momento che la documentazione di un ar-chivio testimonia l’attività istituzionale o comunque abituale di un determinato soggetto, il quale opera attraverso azioni che si riflettono nei documenti prodotti o acquisiti da quel soggetto.

Il vincolo archivistico è alla base dell’ordinamento secondo il metodo storico e consente di comprendere in base a quali criteri l’ente aggregava i propri docu-menti, o almeno di ricondurre con certezza la documentazione all’ente che l’ha prodotta.

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La Biblioteca consiglia

Sull’alluvione di Scandicci, oltre ai documenti reperibili in archivio, sono con-sultabili sul sito della biblioteca alcune immagini fotografiche visibili digitando “alluvione di Scandicci”.

Di seguito, alcuni titoli ordinati per anno di pubblicazione e alcuni siti:

1967Scandicci: l’alluvione e dopo / [Comune di Scandicci ; realizzazione di Wolfango Mecocci]. - Scandicci : Comune di Scandicci : (Tip. Nazionale), [1967].Collocazione: M 18715

1982La fede e la ragione : ricordi e riflessioni di un comunista / Orazio Barbieri. - Milano : La Pietra, 1982. - (Protagonisti [La Pietra]); pp. 250-253.Collocazione: M 14249

P.A. Humanitas : Scandicci-Firenze : 1897-1982. - (Scandicci : Tre Effe, 1982?), p. 39.Collocazione: Sez.Locale B/DB5F

1993La piana di Settimo : cenni storici e trasformazione. - [S.l.] : [s.n.], 1993. - (Sesto fiorentino : Grafiche Cappelli); pp. 50-54.Collocazione: Sez.Locale B/DB5F

1997Immagini di storia locale : luoghi, persone, eventi della Piana di Settimo / a cura del Consiglio di circoscrizione n.3 [e] Associazione culturale L’invetriata. - Scandicci : Comune di Scandicci, 1997; pp. 26-31.Collocazione: Sez.Locale BL

Scandicci sott’acqua, in Tra passioni e speranze : Scandicci e il sindacato negli anni dello sviluppo / Gilberto Bacci. - Scandicci : Scandicci edizioni, 1997; pp. 61-67.Collocazione: M14373

1998Protezione civile, aggiornato il Piano Comunale, ed il 7-8 novembre l’esercitazione Arno 32, in «Scandicci notizie, Città Comune, periodico di informazione del Comune di Scandicci», anno II, n. 10 novembre 1998; p. 3.Sez.Locale B/FBF

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1999Qui STICE libera : cronaca e storia della fabbrica che non c’è : la STICE-Zanussi di Scandicci dalle origini agli anni Settanta / Luigi Falossi, Gianni Silei. - [Poggibonsi] : Lalli, stampa 1999; pp. 35-36.Collocazione: B/LCB

2006Alluvioni, in Un borgo della periferia fiorentina : Casellina e Torri 1861-1913 / Mila Guidi ; a cura di Riccardo Borgioli ; introduzione di Alfonso Mirto. - Scandicci : Centrolibro, c2006. - 111 p. : ill. (foto b/n). - (Radici [Centrolibro] ; 8); pp. 51-52.Collocazione: Sezione Locale B/T6

A Scandicci la Greve provoca una tragedia 1860-1900, in «Giornale di cento anni fa dal quotidiano “La Nazione” cronache di Firenze e della Toscana fatti e servizi dal mondo» / a cura di Pier Francesco Listri e Maurizio Naldini - Volume 1Collocazione: Sez.Locale L01036

2009Le memorie di un tipografo dal 1948 al 1998 : 50 anni di episodi, di vita e di lavoro nel mondo tipografico e litografico : autobiografia / Ugo Francalanci. - (Scandicci : Tip. Tre Effe Artigrafiche, stampa 2009); p. 97.Collocazione: Sez.Locale B/LR

2011Alluvione del 1966 nei ricordi di Wolfango Mecocci, in Scandicci verso il 2000 : dall’espansione edilizia a oggi / Paolo Fabbri ; introduzione Simone Gheri. - Scandicci : Centrolibro, 2011. - (Radici [Centrolibro] ; 10); pp. 69-72.Collocazione: Sez.Locale B/T6

2014Il borgo di Badia nella piana di Settimo / Marco Conti, Dario Grossi, Andrea Novembrini. - Firenze : Pagnini, 2014. - 133 p. : ill. ; 24 cm. - (Tracce ; 114) Collocazione: Sez.Locale BL/T

20151966 l’alluvione. La Piana di Settimo sotto l’acqua in Scandicci : fotostoria del ‘900 / Gilberto Bacci. - Scandicci : Edimedia, 2015; pp. 102-103.Collocazione: Sez.Locale BL/T6

Il Novecento nel Quartiere 4. La storia sociale, 1954 – 1966; Gli anni della speranza e del dialogo 1966 – 1976. Un decennio di movimenti in Quaderni di Soffiano / Società di Mutuo Soccorso e Circolo in Soffiano. - N.2 (aprile 2015)-. - Firenze : Tassinari, 2015; p. 20.Collocazione: Sez.Locale ACD/T6N

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San Colombano nella piana di Settimo / Marco Conti, Andrea Novembrini. - Firenze : Pagnini, 2015. - 140 p. : ill. ; 24 cm. - (Chiese e popoli ; 12); p. 101-102, 133-134.Collocazione: Sez.Locale BM/T

2016Scandicci sotto il diluvio. 1966 fotostoria dei giorni dell’alluvione. La piana di Settimo sott’acqua / Gilberto Bacci. - Firenze : Edimedia, 2016.Collocazione: Sez:Locale B/T6U

Alcuni titoli reperibili alla Biblioteca di Scandicci sull’alluvione di Firenze:

1966Firenze i giorni del diluvio / di Franco Nencini ; prefazione di Enrico Mattei. - 5.ed. - Firenze : Sansoni, 1966.

1967L’alluvione lunga un anno. - Firenze : Provincia di Firenze, stampa 1967.

1986Firenze guerra & e alluvione : 4 agosto 1944-4 novembre 1966 / testo di Paolo Paoletti e Mario Carniani ; presentazione di Giovanni Spadolini ; interventi e testimonianze di Massimo Bogianckino - Firenze : Becocci, 1986.

1988Storia di Firenze dal 1966 al 1987 : dall’alluvione a capitale della cultura / Marcello Vannucci. - Roma : Newton Compton, 1988.

1996Firenze : cronaca del diluvio : 4 novembre 1966 / Giuseppe Di Leva. - Firenze : Le Lettere, 1996.

Campi Bisenzio : I giorni dell’alluvione : 1966-1991 / Fabrizio Nucci. - Campi Bisenzio : Idest, 1996.

2003Firenze novembre 66 : non è successo niente. - Firenze : MEF ; Firenze Libri, 2003.

2006Angeli del fango : la meglio gioventù nella Firenze dell’alluvione / Erasmo D’Angelis. - Firenze : Giunti, 2006.

L’Arno straripa a Firenze : quaranta anni dopo : così La Nazione subì e raccontò

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la tragedia / Maurizio Naldini. - Bologna : Poligrafici editoriali spa, stampa 2006.

Diluvio su Firenze : 4 Novembre 1966 : quarant’anni dopo / Giorgio Batini. - Firenze : Bonechi, 2006.

L’eredità di fango : cosa rimane da restaurare a Firenze 40 anni dopo l’alluvione / Marco Ferri. - [s.l.]: Società Toscana di Edizioni, 2006 (Signa : Tipografia Nova).

2015I colori dell’alluvione : passato, presente e futuro attraverso le inedite foto a colori di Joe Blaustein : Firenze, 4 novembre 1966 / a cura di Filippo Giovannelli e Giuseppe Sabella. - Empoli : AB, 2015.

Documentari

Firenze : l’alluvione trent’anni dopo : i volti, i filmati, le testimonianze, la gente dell’alluvione nel racconto e con il commento di Giorgio Albertazzi / una produzione Mediateca regionale toscana. - Firenze : La Repubblica, [1996]. - 1 VHS (38 min. ca.)

L’alluvione di Firenze / Marcello Giannini. - Firenze : La Nazione ; Roma : RAI Trade, [2006]. - 1 DVD (86 min.)

Firenze, l’Arno e gli Angeli del fango / Fondazione Mediateca Regionale Toscana. - Firenze : Mediateca regionale toscana, 2006. - 1 DVD (90 min.)

Sitografia

http://www.firenze2016.it/il-progetto/https://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_di_Firenze_del_4_novembre_1966http://opac.comune.fi.it/easyweb/w2001/indexhttp://storia.scandiccicultura.it/cronologico/galleriaalluvione.htmhttp://www.blueplanetheart.it/2015/11/04/4-novembre-1966-49-anni-fa-lalluvione-di-

firenze/

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