A COSA SERVONO LE COSTITUZIONI?

A cosa servono le Costituzioni? Dicono tutti che quel piccolo libretto che la Maestra vi ha fatto leggere in classe sia utilissimo. Dicono addirittura che il nostro paese e la nostra città non sarebbero così come noi li conosciamo se non esistessero le costituzioni.

Ma perché? Siamo proprio sicuri di aver capito perché si dice che la Costituzione una cosa così importante? È importante avere scuole e medicine, strade sicure e posti di lavoro, scarpe che tengano ben caldo il piede quado arriva l’inverno e tutto quello che serve per fare una bella festa di tanto in tanto, con gli amici…

Perché, a dire il vero, di quel libretto che abbiamo letto in classe, non si capisce tanto. Anzi, viene anche un po’ di noia. Soprattutto se lo leggiamo alla svelta. Perché non è il libro più divertente del mondo. È tutto pieno parole grosse e di frasi lunghe. Sfido chiunque a leggerne una pagina intera senza prendere fiato.

Eppure tutti ne parlano un gran bene… Come mai?

Per rispondere a questa domanda vi racconterò tre piccole storie. Non sono storie di principesse e di eroi, di fate e di incantesimi, come quelle che si raccontano ai bambini, ma storie di persone comuni. Del resto, voi non siete più bambini piccoli piccoli, e ci sono molte cose che ormai le capite benissimo. Per esempio, sapete bene che differenza c’è tra la pace e la guerra, tra la paura e la serenità.

Purtroppo non vi posso assicurare che le storie che sto per raccontare avranno un finale felice. Sono certo però che non mettono tristezza. Al contrario, ci parlano di ciò che possiamo fare per migliorare il mondo in cui viviamo.

Perché nelle Costituzioni non trovate soltanto solenni dichiarazioni di principi, come quelle che ai presidenti, agli onorevoli o ai sindaci, vestiti in giacca e cravatta, piace recitare quando vanno in televisione a fare i loro discorsi.

Al contrario, mi piacerebbe farvi capire che quel libretto che la maestra ha portato in classe, in realtà, altro non è che il manuale di istruzioni che noi tutti abbiamo per manovrare un meccanismo parecchio complicato, ma particolarmente efficace, del quale non possiamo fare a meno. E a cosa serve quel meccanismo? Il meccanismo descritto dalla costituzione è il migliore strumento che abbiamo per raddrizzare alcune cose che in qualunque angolo di questa, come di qualunque altra città, non vanno per il verso giusto e ci piacerebbe che non succedessero mai più.

1. La forza delle leggi

La prima delle storie che vi voglio comincia con gli antichi greci. Le vostre maestre mi dicono che in classe vostra, adesso che siete ormai in quinta elementare, i greci li conoscete già abbastanza bene. Ma è proprio necessario –mi direte subito– partire da così lontano per parlare delle leggi che abbiamo nelle nostre città? Stiamo forse dicendo che le nostre leggi e le nostre Costituzioni sono uguali a quelle che c’erano più di duemila anni fa?

Naturalmente no, le leggi e le Costituzioni non sono più le stesse. Anzi, vedremo subito che sono cambiate tantissimo. Eppure, sono stati proprio gli antichi greci a rendersi conto di una circostanza che ancora continua a darci parecchio filo da torcere.

Ricorderete che gli antichi greci amavano molto la democrazia. In realtà, non tutti la amavano allo stesso modo, come succede anche ai giorni nostri. Alcuni la amano molto, altri un po’ meno. Ad Atene, per esempio, erano in tanti a credere che la democrazia fosse la migliore forma di governo. Altri invece trovavano che fosse piena di difetti.

A un certo punto, però, avvenne un fatto straordinario. Nei primi anni del V secolo a.C., le più meravigliose città della Grecia, nonostante la loro forza straordinaria, si trovarono ad affrontare un grandissimo pericolo. Era successo che gli imperatori persiani avevano pensato di impadronirsene, per abbattere un potere dei greci che era in grado di ostacolare la loro espansione nelle coste del Mediterraneo. La guerra fu inevitabile. E la storia dell’intera Europa sarebbe stata completamente diversa da quella che conosciamo se, in quel frangente decisivo, i greci non avessero saputo respingere l’attacco dei persiani.

Ma cosa c’entra tutto ciò –vi chiederete voi– con la Costituzione dei nostri Stati democratici?

Osservate questa cartina…

La parte colorata rappresenta i possedimenti dell’imperatore persiano. Andavano dalle lontanissime sponde del fiume Indo, fino al Danubio, nel bel mezzo dell’Europa; dai confini del deserto, in Egitto, alle sperdute steppe dell’Asia centrale. E greci, dove li mettiamo? I greci occupavano soltanto una piccolissima parte dell’immagine, nell’angolo in alto a sinistra. Un tratto di costa frastagliata e una manciata di isole, e alle spalle una terra aspra e montuosa, tutte circondata dai territori dell’impero.

La domanda è semplicissima:

Come hanno fatto i nostri amici greci ad opporsi, per quasi mezzo secolo, e alla fine a prevalere sull’immenso potere degli imperatori persiani? Erano forse più astuti, più ricchi, più colti o più coraggiosi? Certamente sì, ma questa loro superiorità non sarebbe bastata a resistere così a lungo se non avessero avuto una carta in più da giocare. I persiani, infatti, con tutta la loro forza e la loro ricchezza, nel corso di tanti anni potevano in mille modi prevenire l’astuzia, piegare la fortuna, acquisire la conoscenza o corrompere il coraggio dei greci.

Ma di tutte le risorse che sono necessarie per vincere una guerra ce n’è una mancava ai persiani e che non si acquista né con il denaro, né con la violenza. Un popolo che ama le proprie leggi, perché vede riflessa nelle leggi l’immagine della giustizia, è un popolo che troverà la forza per far fronte ai maggiori pericoli. Infatti, è la legge, e non la potenza militare o economica, ciò che rende forte e sicura la città.

Tornando al nostro esempio, dunque, è vero che l’impero dei persiani era il più grande e il più potente impero che fosse mai esistito fino ad allora. E l’imperatore, la persona più temuta e riverita. Ma a combattere contro i persiani c’era un esercito formato da cittadini che amavano le loro leggi in un modo che i persiani non avrebbero mai potuto immaginare, perché erano leggi che ai greci sembravano giuste. Ed è per questo motivo che, almeno in quell’occasione, alla fine, il pesce grande non riuscì ad avere la meglio sul pesce piccolo. Il maggiore esercito di tutti i tempi, l’esercito di Dario, fu sconfitto sul campo di battaglia grazie all’audacia e alla tenacità degli ateniesi e dei loro alleati.

La nostra prima conclusione sarà dunque questa:

LA CITTÀ PIÙ FORTE È QUELLA CHE HA LA FORTUNA DI AVERE LE LEGGI MIGLIORI

2. La costituzione migliore

Vabbe’… D’accordo… Abbiamo capito che le Costituzioni sono strumenti utili per difendersi dai pericoli. Ma come si fa a sapere quale costituzione più amata dal popolo? Che differenza c’è tra una Costituzione buona e una Costituzione cattiva?

Perché le costituzioni –non dimenticatevi di questo!– sono molto diverse tra loro. Già al tempo degli antichi greci, un filosofo chiamato Aristotele (384-322 a.C.), che insegnava proprio ad Atene, si mise a studiarle e ne raccolse più di cento. E si accorse subito che alcune meglio di altre. Quella degli ateniesi, ad esempio, aveva molte virtù. Non era forse perfetta, ma si trovava sicuramente fra le più belle. Si capisce subito che gli ateniesi la amassero così tanto.

E oggi, dovremmo ancora seguire l’esempio degli ateniesi?

E quale altro modello potremmo imitare?

Questa ultima domanda ci porta alla seconda delle nostre piccole storie. Fermiamoci ancora un po’ tra i greci, per vedere se anche su questo secondo punto essi abbiano ancora qualcosa da insegnarci.

Uno storico greco, di nome Erodoto (484-430 a.C.), ci ha tramandato una piccola favola usata a quel tempo per spiegare la differenza tra la costituzione degli ateniesi e quella dei persiani.

Alla morte dell’imperatore persiano Cambise (522 a.C.) –racconta Erodoto– i massimi sacerdoti dell’impero andarono a chiamare i tre maggiori saggi per chiedere consiglio su quale fosse il modo migliore per garantire la pace e la felicità dei popoli che formavano il regno.

Il primo dei tre saggi a parlare fu Otane. Per assicurare la pace –disse– non basta mettere a capo del governo la persona migliore, la più forte e coraggiosa, la più intelligente e capace. E non basta perché il fatto di avere nelle proprie mani il potere di decidere sulla sorte degli altri rende le persone, tutte le persone, anche le migliori, superbe e invidiose. Se noi abbiamo a cuore la pace e la prosperità dei popoli dobbiamo trovare il modo di evitare che le persone ci governano abbiano troppo potere, e finiscano quindi per diventare cattive.

E come si fa a impedire che i governanti si lascino tentare dall’ansia di potere? Certo non è una cosa facile. E non è facile perché purtroppo non basta mettere un imperatore nuovo quando quello precedente comincia a diventare cattivo. Non basta, perché anche lui, prima o poi, comincerà sbagliare. Una soluzione intelligente –disse Otane– sarebbe questa. Invece di dare tutto il potere di comandare a una persona sola proviamo a fare in modo che tutti i cittadini abbiano una piccola di responsabilità nelle decisioni che riguardano i propri interessi. In questo modo, se i governanti diventassero cattivi, ci sarà sempre qualcuno che è in grado di fermarli.

La forma di governo in cui il potere di decidere si trova nelle mani di tutti e di ciascuno si chiama democrazia.

Il secondo saggio a parlare fu Megabizio, che non era affatto disposto ad accettare il parere di Otane. Aveva ragione Otane –disse Megabizio– a dire che il governo di una persona sola è un governo pericoloso, perché non c’è nessuno che abbia la possibilità di impedire al re di farsi i propri interessi. Tuttavia, sarebbe un errore almeno altrettanto grave mettere il destino della patria nelle mani di tutti, perché la gente comune è ignorante e volubile. Molto spesso, infatti, non sa nemmeno quale dove si trovi il proprio interesse, proprio come succede ai bambini piccoli, che devono essere portati per mano da qualcuno che sia grande e prudente di loro.

Quindi, per evitare i mali del governo di uno solo, senza però andare a finire nel pericolo di farci governare dagli incapaci, occorre affidare il potere a quelle poche persone che hanno già dimostrato di saper governare nell’interesse di tutti.

Il nome di questo governo, il governo dei pochi, che sono anche i migliori, è aristocrazia.

Si fece avanti allora il terzo saggio, di nome Dario, e parlò in questo modo. Gli argomenti utilizzati da Otane e Megabizio in favore della democrazia e dell’aristocrazia non sono del tutto sbagliati. In essi troviamo una buona parte della verità. Trascurano però la questione più importante di tutte, quella che in nessun modo dovremmo tener presente se veramente siamo interessati a garantire la pace e la prosperità dei popoli. Perché il popolo è ignorante, ma il governo dei pochi non di rado finisce per andare in rovina per colpa dell’invidia e la superbia.

L’unico governo –disse allora Dario– che sia effettivamente in grado di evitare le divisioni che portano alla guerra e di assicurare l’indispensabile concordia tra i cittadini, anche nelle più gravi circostanze, è la monarchia, il governo di uno solo.

Quale sarà, dunque, la migliore costituzione?

È meglio il governo di uno, il governo di pochi o il governo di tutti?

Come finisce la storia di Erodoto?

Non c’è una fine… Il bello della storia raccontata da Erodoto è proprio che non c’è una risposta sola alla domanda iniziale. La forma di governo che va bene in alcuni casi, può essere completamente sbagliata in altri. E ciò dimostra che ognuna delle tre forme di governo ha i suoi pregi e i suoi difetti.

E allora?

Gli studiosi del tempo di Erodoto, tra i quali c’era anche Aristotele, ci lasciarono una soluzione piuttosto interessante a questo problema. Essi capirono che la migliore costituzione è quella che riesce a mettere insieme i vantaggi delle tre diverse forme di governo, senza cadere nei loro difetti. Una Costituzione che riesce a bilanciare e tenere in equilibrio le virtù della democrazia, dell’aristocrazia e della monarchia è una costituzione mista.

E ancora oggi, per capire come funzionano e quali sono i vantaggi delle nostre costituzioni democratiche, dobbiamo partire proprio dall’insegnamento dei tempi di Erodoto, perché…

LE COSTITUZIONI DELLE MODERNE DEMOCRAZIE

SONO COSTITUZIONI MISTE

…

…

E POI?

…come andò a finire la vecchia storia dei greci e dei persiani?

In realtà, lo sappiamo già come andarono a finire le cose. L’impero che era stato sconfitto nalla sua guerra più importante, finì per andare in rovina. Né Otane, né Megabizio, né Dario arrivarono a capire fino in fondo il segreto delle costituzioni intelligenti.

E poi? Cosa avvenne? Ciò che avvenne, in Grecia come altrove, è una cosa che, a pensarci bene, può sembrarci po’ strana. Col passare del tempo, infatti, anche ai greci venne in mente la stupida idea di farsi un loro impero, più grande e straordinario di quello che erano riusciti a sconfiggere con le armi. Ci provò Alessandro Magno (356-323 a.C.), re di Macedonia, che prese con le armi prima la Grecia, e poi volle impossessarsi dell’intero territorio degli antichi persiani. Poco dopo, però, Alessandro trovò la morte nei lontani territori della Persia, e l’impero si dissolse immediatamente. Forse perché neanche lui aveva studiato abbastanza le lezioni della storia. Un impero costruito soltanto con la forza delle armi, lo sappiamo, non può durare.

E poi? Poi arrivarono i romani, i quali, a poco a poco, si erano impadroniti dell’intero mondo civile, da un confine all’altro dell’Europa e del Mediterraneo. Ma con il passare del tempo anche il loro dominio si rivelò più fragile di quanto previsto. Sotto la pressione dei barbari, nel giro di pochissimi anni, andò in frantumi, senza che mai nessuno sia più riuscito a ricostruirlo per intero.

IMPERO ROMANO – II sec. d.C.

E poi? Poi arrivarono i romani, i quali, a poco a poco, si erano impadroniti dell’intero mondo civile, da un confine all’altro dell’Europa e del Mediterraneo. Ma con il passare del tempo anche il loro dominio si rivelò più fragile di quanto previsto. Sotto la pressione dei barbari, nel giro di pochissimi anni, andò in frantumi, senza che mai nessuno sia più riuscito a ricostruirlo per intero.

…E poi? Nel corso dei secoli, passarono in successione, uno dopo l’altro, i più diversi imperi. Tutti straordinariamente potenti all’inizio, ma ugualmente deboli alla fine. Arrivarono i bizantini…

IMPERO BIZANTINO – 600 d.C. circa

E poi? Poi arrivarono i romani, i quali, a poco a poco, si erano impadroniti dell’intero mondo civile, da un confine all’altro dell’Europa e del Mediterraneo. Ma con il passare del tempo anche il loro dominio si rivelò più fragile di quanto previsto. Sotto la pressione dei barbari, nel giro di pochissimi anni, andò in frantumi, senza che mai nessuno sia più riuscito a ricostruirlo per intero.

E poi? Nel corso dei secoli passarono in successione, uno dopo l’altro, i più diversi imperi. Tutti straordinariamente potenti all’inizio, ma ugualmente deboli alla fine. Arrivarono i bizantini…

…e il califfo di Baghdad…

IL CALIFFATO DI BAGHDAD - 660 d.C. circa

E poi? Poi arrivarono i romani, i quali, a poco a poco, si erano impadroniti dell’intero mondo civile, da un confine all’altro dell’Europa e del Mediterraneo. Ma con il passare del tempo anche il loro dominio si rivelò più fragile di quanto previsto. Sotto la pressione dei barbari, nel giro di pochissimi anni, andò in frantumi, senza che mai nessuno sia più riuscito a ricostruirlo per intero.

E poi? Nel corso dei secoli, passarono in successione, uno dopo l’altro, i più diversi imperi. Tutti straordinariamente potenti all’inizio, ma ugualmente deboli alla fine. Arrivarono i bizantini, il califfo di Baghdad…

…e i Franchi…

IMPERO CAROLINGIO – 843 d.C.

E poi? Poi arrivarono i romani, i quali, a poco a poco, si erano impadroniti dell’intero mondo civile, da un confine all’altro dell’Europa e del Mediterraneo. Con il passare del tempo, però, anche il loro dominio si rivelò più fragile di quanto previsto. Sotto la pressione dei barbari, nel giro di pochissimi anni, andò in frantumi, senza che mai nessuno sia più riuscito a ricostruirlo per intero.

E poi? Nel corso dei secoli, passarono in successione, uno dopo l’altro, i più diversi imperi. Tutti straordinariamente potenti all’inizio, ma tutti ugualmente deboli alla fine. Prima arrivarono i bizantini, e il califfo di Baghdad , e i Franchi…

…e i Normanni…

L’IMPERO DI BARBAROSSA – 1190 d.C.

E poi? Poi arrivarono i romani, i quali, a poco a poco, si erano impadroniti dell’intero mondo civile, da un confine all’altro dell’Europa e del Mediterraneo. Con il passare del tempo, però, il loro dominio si rivelò più fragile di quanto previsto. Sotto la pressione dei barbari, nel giro di pochissimi anni andò in frantumi, senza che mai nessuno sia più riuscito a ricostruirlo per intero.

E poi? Nel corso dei secoli, passarono in successione, uno dopo l’altro, i più diversi imperi. Tutti straordinariamente potenti all’inizio, ma tutti ugualmente deboli alla fine. Prima arrivarono i bizantini, e il califfo di Baghdad, e i Franchi, e i Normanni…

…e gli Ottomani…

L’IMPERO DI SOLIMANO - 1580 d.C.

Ripassando la storia della nascita e la caduta di così tanti e tanto diversi imperi, la domanda non può essere che questa:

Ma perché a nessuno veniva mai in mente di fermare questa folle corsa? Perché i nuovi arrivati si affannavano per prendere il posto di chi li aveva preceduti, senza rendersi conto che prima o poi anche loro sarebbero andati a finire male?

E cosa c’entra tutto ciò –non dimenticatevi: questo continua a essere l’argomento principale del nostro racconto– con le Costituzioni democratiche dei giorni nostri?

3. L’età delle rivoluzioni

Siamo ormai arrivati al tempo in cui cominciavano a formarsi gli Stati che oggi conosciamo. Agli inizi del XVI secolo i confini della Francia e della Spagna, del Portogallo e dell’Inghilterra, della Danimarca e della Svezia, con qualche pezzo in più o in meno, cominciavano ad assomigliare già ai confini che ancora oggi esistono. Le nuove nazioni europee erano state travolte da una straordinaria corrente di progresso.

EUROPA POLITICA – 1648 DC

Le città europee più importanti, quelle città che andiamo a visitare in vacanza, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti meravigliosi palazzi…

Palazzo di Versailles - Parigi

Le città europee più importanti, quelle città che andiamo a visitare in vacanza, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti meravigliosi palazzi…

…con i loro innumerevoli e splendidi saloni…

Ermitage – San Pietroburgo

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni…

…circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio…

Parco della Reggia - Caserta

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni, circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio.

Per la prima volta dopo moltissimi secoli, per volere dei sovrani, invece di castelli e fortificazioni, venivano progettate e costruite elegantissime piazze…

Plaza Mayor - Madrid

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni, circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio. Per la prima volta dopo tanti secoli, per volere dei sovrani, invece di castelli e fortificazioni, venivano progettate e costruite elegantissime piazze…

…modernissimi mercati…

Mercato di Les Halles - Parigi

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni, circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio. Per la prima volta dopo tanti secoli, per volere dei sovrani, invece di castelli e fortificazioni, venivano progettate e costruite elegantissime piazze, modernissimi mercati…

…e porti…

Praça do Comercio – Lisbona

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni, circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio. Per la prima volta dopo tanti secoli, per volere dei sovrani, invece di castelli e fortificazioni, venivano progettate e costruite elegantissime piazze, modernissimi mercati e porti,…

…università e biblioteche…

Bodleian Library - Oxford

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni, circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio. Per la prima volta dopo tanti secoli, per volere dei sovrani venivano progettate e costruite elegantissime piazze, modernissimi mercati e porti, università e biblioteche.

Il commercio e l’industria andavano a gonfie vele in Inghilterra, in Francia, in Olanda… Dalle colonie arrivavano incredibili quantità di materie prime e ogni genere di prodotti esotici, come il cacao e il caucciù…

Catedral / Plaza del Zócalo – Città del Messico

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni, circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio. Per la prima volta dopo tanti secoli, per volere dei sovrani venivano progettate elegantissime piazze, modernissimi mercati e porti, università e biblioteche.

Il commercio e l’industria andavano a gonfie vele in Inghilterra, in Francia, in Olanda… Dalle colonie arrivavano incredibili quantità di materie prime e ogni genere di prodotti esotici, come il cacao e il caucciù…

…e anche gli schiavi che servivano a produrre straordinarie ricchezze...

Piantagione di cotone – Lousiana

Le città europee più importanti, quelle che oggi andiamo a visitare, cominciavano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo: Parigi, Londra, Napoli, Siviglia, Lisbona… Venivano costruiti formidabili palazzi, con i loro innumerevoli e splendidi saloni, circondati da meravigliosi giardini, che si estendevano a perdita d’occhio. Per la prima volta dopo tanti secoli, per volere dei sovrani venivano progettate elegantissime piazze, modernissimi mercati e porti, università e biblioteche.

Il commercio e l’industria andavano a gonfie vele in Inghilterra, in Francia, in Olanda… Dalle colonie arrivavano incredibili quantità di materie prime e ogni genere di prodotti esotici, come il cacao e il caucciù, e anche gli schiavi che servivano a produrre straordinarie ricchezze.

Eppure, nei nostri civilissimi paesi c’erano ancora troppe cose che non andano per il verso giusto. Nonostante il progresso della scienza e dell’industria, per la maggior parte

della gente la vita di tutti i giorni continuava a essere straordinariamente difficile.

Nell’Europa delle grandi monarchie nazionali, quei grandi imperi di cui parlavamo prima erano ormai scomparsi da tempo. Ma le guerre di religione continuavano a lasciare milioni di morti sui campi di battaglia…

La rendición de Breda – Diego de Velázquez (1626)

Nell’Europa delle grandi monarchie nazionali, quei grandi imperi di cui parlavamo prima erano ormai scomparsi da tempo. Eppure, le guerre di religione continuavano a lasciare milioni di morti sui campi di battaglia.

…L’intolleranza aveva quasi sempre la meglio sulla ragione. Il sovrano avesse la libertà di mettere a morte o di dare la vita i sudditi, a suo capriccio, senza dare spiegazioni a nessuno. Il suo potere era assoluto, e quindi anche arbitrario…

Luigi XVI – Re di Francia

Nell’Europa delle grandi monarchie nazionali, i grandi imperi che abbiamo incontrato nei precedenti capitoli del nostro percorso erano ormai scomparsi ma le guerre di religione continuavano a lasciare milioni di morti sui campi di battaglia. L’intolleranza aveva quasi sempre la meglio sulla ragione. Il sovrano avesse la libertà di mettere a morte o di dare la vita i sudditi, a suo capriccio, senza dare spiegazioni a nessuno. Il suo potere era assoluto, e quindi anche arbitrario.

Capirete dunque come mai, a un certo punto, sia nato uno straordinario desiderio di rivolta. Il lume della ragione doveva dissolvere le tenebre del passato, cariche di guerre e di sofferenza. Ebbe inizio in questo modo l’età del rivoluzioni.

E a proposito di rivoluzioni, e di leggi per limitare il potere dei sovrani, adesso siamo finalmente in grado di dare una risposta precisa alla nostra domanda iniziale sull’utilità delle costituzioni. Ebbene…

Le costituzioni nate dalle rivoluzioni moderne servono per stabilire, con la massima forza, alcune regole fondamentali. Quali regole? Quelle che contengo alcuni limiti fondamentali al potere, che i governanti non dovranno mai oltrepassare. Quali limiti? Soprattutto uno, l’obbligo di rispettare il primo dei diritti fondamentali: il diritto di tutti e di ciascuno ad avere diritti.

In poche parole, possiamo affermare che…

LA COSTITUZIONE È LA LEGGE DEL PIÙ DEBOLE

(MAI NELLA STORIA DELL’UMANITÀ SI ERA VISTA PRIMA DI ALLORA UNA LEGGE SIMILE)

Nel luglio del 1776, in un modesto palazzo della fiorente ma remotissima città di Philandelphia, che un tempo era circondata da foreste e praterie della Pennsylvania…

Independence Hall – Philadelphia

Nel luglio del 1776, in un modesto palazzo della fiorente ma remotissima città di Philadelphia…

…i rappresentanti delle tredici colonie americane fino ad allora sottomesse al potere imperiale britannico decisero di stabilire i principi fondamentali della prima costituzione democratica della storia. Cosa chiedevano e perché?

Essi affermavano che l’ingiustizia delle vecchie monarchie coloniali era del tutto evidente, e nessuno avrebbe mai più potuto negarla. I lumi della ragione avevano dimostrato che la causa delle guerre e della sofferenza si trova nel fatto che gli uomini, come le donne, sono tutti uguali alla nascita, eppure si trovano a vivere in condizioni assai ingiuste. E che dunque il compito di ogni governo governo legittimo debe essere quello di porre rimedio a tale ingiustizia. E se i governanti non avessero ascoltato queste sacrosante richieste? Allora avrebbero dovuto fare i conti con la rivoluzione dei cittadini liberi e padroni del loro destino. Nessun cittadino nato libero avrà più il dovere di rispettare alcuna legge se non quella che lui stesso, direttamente o per mezzo dei suoi rappresentanti, avrà liberamente approvato.

Leggiamo le prime righe della Dichiarazione:

Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d'America, 1776

Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati...

Qualche anno più tardi, nell’agosto del 1789, i rappresentanti di tutti i territori del Regno di Francia, stancho di sopportare i sopprusi e l’incuria della vecchia monarchia, decisero di fare una solenne Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Per mezzo della Dichiarazione, ogni privilegio sarebbe stato definitivamente cancellato.

Anche i francesi, come i rivoluzionari americani, erano convinti che tutti gli uomini –anche stavolta si erano scordati delle donne!– nascono liberi ed eguali nei diritti. E affermavano anche che le grandi dichiarazioni di diritti non servono a nulla se non vengono stabilite contemporaneamente le garanzie necessarie affinché i diritti vengano rispettati. La prima fra tutte le garanzie è quella che impedisce a chi governa di fare e disfare tutto ciò che gli passa per la testa senza guardare in faccia a nessuno. E poiché soltanto il potere può frenare il potere –ve lo ricordate il nostro vecchio Otane?– sarà necessario distribuire tra tutti i cittadini il diritto di prendere le decisioni più importanti.

Leggiamo qualche riga di questa Dichiarazione. Non è difficile. I rivoluzionari vollero usare le parole più semplici, in modo che tutti, ma proprio tutti, la potessero capire. Anche su questo, la sapevano lunga. Avevano capito che le leggi, per essere amate, devono essere conosciute da tutti. Proprio come al tempo degli ateniesi.

DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO

DEL 26 AGOSTO 1789

I rappresentanti del popolo francese costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo

sono le uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti

naturali, inalienabili e sacri dell’uomo [...]

Art. 1 – Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.

Art. 16 – Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri stabilita, non ha una costituzione.

Pochi mesi dopo che la Dichiarazione fu approvata, quel triste re tutto che avevamo visto poco fa in un ritratto, tutto coperto di pellicce, fu costretto ad accettarla. E qualche anno dopo fu anche cacciato dal trono.

Le tre grandi idee che dovrebbero atare a fondamento di una società fondata sulla ragione presto diventarono il simbolo della nuova bandiera tricolore: libertà, eguaglianza e fraternità.

La libertà che guida il popolo – E. Delacroix (1830)

…

…

E POI?

…cosa è successo dopo? …sono veramente caduti tutti gli imperi?

…abbiamo conquistato finalmente la pace?

Nel lungo cammino che dai persiani arriva fino alle prime rivoluzioni moderne abbiamo visto come è nata l’idea di costituzione. Potete sicuramente immaginare che, nei due secoli trascorsi da allora, le costituzioni abbiano portato molti vantaggi. Ora ci resta ancora da imparare che, purtroppo, le costituzioni non fanno miracoli.

Vi lascio alcune immagini che le vostre maestre vi vorranno certamente spiegare. Cosa troverete? Cosa c’è ancora da scoprire? Tante cose, e non tutte particolarmente belle. Sarebbe lungo spiegare perché, nonostante tutto, ancora oggi esistono potentissimi imperi costruiti soltanto con la forza e con la violenza. La storia delle costituzioni non si è ancora conclusa.

Nürenberg - 1939

Hiroschima - 1945

New York - 2011

Oceano artico - 2016

fine?