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N. 11 | ANNO XXI | 10 GIUGNO 2018 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com La sfuriata di De Cristofaro a difesa della sua indennità Dopo la proroga di un anno fanno guerra alla Senesi Al “S. Carlo” l’Aida con i ragazzi della “Pascoli” Il corso di giornalismo di Nerosubianco Il Puc, un’occasione da non perdere Casa Cimarosa non può restare chiusa Tutti per S. Domenico A “I Normann” il 5X1000 per gli ultimi interventi “Habemus Governum”, ma il dibattito continua Inquinamento: centraline in cinque zone S. Maria degli Angeli senza i fondi

A “I Normann” il 5X1000 per gli ultimi interventi Tutti

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N. 11 | ANNO XXI | 10 GIUGNO 2018 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com

La sfuriata di De Cristofaro a difesa della sua indennità

Dopo la proroga di un anno fanno guerra alla Senesi

Al “S. Carlo” l’Aida con i ragazzi della “Pascoli”

Il corso di giornalismodi Nerosubianco

Il Puc, un’occasioneda non perdere

Casa Cimarosa non può restare chiusa

Tutti per S. DomenicoA “I Normann” il 5X1000 per gli ultimi interventi

“Habemus Governum”, ma il dibattito continua

Inquinamento:centraline in cinque zone

S. Maria degli Angeli senza i fondi

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Sicurezza, una città da “grande fratello”

“Habemus Governum”, ma il dibattito continua

I Pics e i fondi regionali valgono 25 milioni

Il grande cuore di Aversanella grande guerra

Chiesa di S. Domenico, ora si punta al 5 per 1000

Il “Mattei” e le visite guidate teatralizzate

Casa Cimarosa, il megliodella mostra di Viti

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Anno XXI n° 11 - 10 Giugno 2018

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara

Garante dei LettoriFranco Terracciano

EditoreAssociazione Dimensione Cultura Piazza Municipio, 22 - Aversa (Ce)

Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V.

al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)

Tel. 081.198.14.930 Cell. 388.19.87.510

www.nerosubiancoaversa.come-mail: [email protected]

StampaTuccillo Arti Grafi che srl

Afragola (Na)

Si distribuisce nelle edicolee nei locali pubblici

SOMMARIO06

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Cimarosa, noi amiamo la strada dei fatti

PRIMO PIANO

LA QUERELLE

IL FUTURO

LA MOSTRA

AVERSA

L’INIZIATIVA

STORIA NOSTRA

Il caldo è ormai arrivato ed anche quando c’è stata la prima apertura al pubblico di Casa Cimarosa, dopo

circa quarant’anni di attesa, c’era una grande afa, ad accompagnare istituzioni e politici presenti. La fi gura del grande compositore aver-sano, che potrebbe esser vera risorsa per la nostra città, è stata invece utilizzata per le solite polemiche, i soliti sogni, i soliti voli pindarici. Noi amiamo per-correre la strada dei fatti, nonostante quelli che sono sempre in prima linea a denigrare tutto e tutti, ed il taglio del na-stro, che davvero aspettavamo da troppo tempo, è stato un momento di gioia e di festa grazie soprattutto ai giovanissimi alunni dei comprensivi Parente e Cima-rosa, ed agli studenti del liceo classico musicale Cirillo. Tanti presenti, e assen-ti, guarda caso i soliti denigratori. Come hanno spiegato le Istituzioni mancano ancora alcuni dettagli, in particolare una scala che porta alla sala ricavata al posto del vecchio “granile”, dove sarà collocato anche un bel pianoforte e l’apertura su piazza Amedeo, proprio difronte al Teatro Cimarosa. Solo così l’edifi cio in cui nacque il più famoso musicista italiano del Settecento sarà disponibile in toto. Speriamo che l’Am-ministrazione faccia ulteriori pressioni su chi deve dare gli ultimi benestare. Ma già possiamo anticipare che dopo l’estate ci saranno alcuni eventi legati a Casa Cimarosa che non sarà dimen-

ticata! Ed anche Nerosubianco offre la propria disponibilità al Comune per or-ganizzare una mostra permanente nella Casa rinnovata con documenti, libri e oggetti, presenti nel proprio archivio, legati alla memoria degli illustri mu-sicisti aversani, in primis appunto Ci-marosa. Insomma, quel luogo che deve diventare casa della musica e del riscat-to culturale della città, come ha sotto-lineato il giorno del taglio del nastro il nostro primo cittadino, e non può avere altre vocazioni, come invece alcuni han-no ipotizzato. Chiudiamo ricordando il successo del primo “Corso di giorna-lismo in otto lezioni”, organizzato dal nostro giornale, che ha avuto ben trenta adesioni, conclusosi la scorsa settima-na con la partecipazione alla giornata di chiusura di Ottavio Lucarelli, Presi-dente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania.

di Giuseppe LettieriL’Editoriale

nerosubiancoaversa.com

Nero su Bianco

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PRIMO PIANO

C’è un progetto per assicurare l’apertura giornaliera di Casa Cimarosa?

Casa dello Studente, Sedile di San Luigi, Museo degli Esposti, Biblioteca comunale, una via crucis tra i tesori trascurati, recuperati ed abbandonati

Ad Aversa è una moda il “si apre e si chiude”

E’ stata finalmente aperta al pubblico Casa Cimarosa. Bene. E poi? C’è un progetto

per farla vivere di cultura, di aperture quotidiane, di impegno continuo per organizzare manifestazioni che vanno a di là del perimetro locale? E’ stata prevista la presenza quotidiana di un personale addetto, preparato e motivato per accogliere gli eventuali turisti, le scolaresche, i tanti amanti della musica, gli studiosi del settore? Ad Arezzo si pagano quattro euro per visitare la casa di Petrarca che, per la verità, è una mezza delusione. Ma è aperta tutti i giorni, caspita! Qui, invece, c’è il rischio concreto di una chiusura a tempo indeterminato di Casa Cimarosa. E’ già successo con la Casa dello Studente il cui destino è ancora un mistero glorioso. Dopo inaugurazioni e proclami, la struttura presenta i segni profondi dell’incuria, dell’indifferenza

w Franco Terracciano

L’apertura di Casa Cimarosa il 27 maggio del 2018

Il 27 maggio 2018 può diventare una

data storica nella quale Aversa si riappropria della sua più potente identità culturale. L’inaugurazione della casa natale di Domenico Cima-rosa rappresenta, infatti, il doveroso, seppur tardivo, omaggio al figlio più illustre. L’apertura è stata organizzata dal Comune in pom-pa magna, con la presenza del Sindaco

Casa Cimarosa finalmente inauguratae della Giunta al gran completo, l’intervento di numerosi ospiti istituzionali, dal vice presidente della Provincia, Rosario Capasso, ai consiglieri regionali Zinzi e Zannini, fino ai deputati Nicola

Grimaldi e Marianna Iorio. A tagliare il nastro il primo cittadino accompa-gnato dall’assessore alla Cultura Oliva e dal direttore artistico della rassegna

“Cimarosa torna a casa”, nostro Diret-tore, Giuseppe Lettieri. E’ seguita la benedizione impartita da don Michele Salato, parroco di Sant’Audeno, mentre nel cortile rinnovato si sono esibiti in un inedito duetto i maestri aversani Fabio Di Lella e Piero Viti con un’aria cimarosiana arrangiata per chitarra e flauto. Nel basso dove nacque Cimarosa una rappresentanza di piccoli studenti della scuola elementare “Diaz” ha messo in scena il momento del battesimo del grande musicista. Al piano nobile del palazzo è stato possibile visitare la mo-stra di documenti cimarosiani allestita grazie alla collezione del maestro Viti.

Casa Cimarosa, taglio del nastro

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PRIMO PIANO

distruttrice. Vergogna! Andiamo oltre e attraversiamo questa via crucis aver-sana. Il prezioso e piccolo museo della degli Esposti, nato grazie all’apporto di un’associazione locale, “Aversa Don-na”, è stato completamente dimenticato dalla cittadinanza e dagli amministra-tori dopo un breve periodo di fervore e di amore per la nostra nobilissima storia. Eppure potrebbe essere un luogo di studio, di approfondimento, la sua ricca documentazione si presta bene per incentivare numerose tesi di laurea su un aspetto che ha segnato dramma-ticamente la nostra società: l’abban-dono dei minori. Niente da fare, anche

Casa Cimarosa finalmente inaugurata

questo è un fuoco fatuo. Con dolore proseguiamo il viaggio nell’aldiquà. La Biblioteca comunale, che conserva ancora fortunatamente dei documenti preziosi e rari, non sta al centro di nessun intervento, dovrebbe essere rimodulata con nuovi acquisti di libri, rammodernata secondo le moderne tec-nologie. Domani, per favore, andate a fare una passeggiata alla Biblioteca, in piazza Santulli, e poi interrogate le vo-stra coscienze di cittadini. Già l’entrata malcurata fa venire il voltastomaco. Il vero attacco all’amore per questa città, però, viene dalla visione del Se-dile di San Luigi. Più volte restaurato, più volte al centro di fumosi progetti per la sua valorizzazione, giace lì, sfinito, al confine della metafisica Piazza San Domenico, un quadrilatero affascinante e degradato su cui si af-facciano sbalorditi la superba facciata della Chiesa, il Palazzo del Giudice di Pace, il bel portale maltrattato di casa Scuotri e il colonnato della preziosa chiesa normanna di Sant’Antonino. Il tutto avvolto dall’odore mistico delle “carcioffole” arrostite.

E’ stata prevista la presenza quotidiana di personale addetto, preparato e motivato per accogliere gli eventuali turisti, le scolaresche e gli studiosi?

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Asportate anche transenne per l’isola pedonale, arredo urbano vandalizzato

Bike sharing, sono sette le biciclette rubate Ma dove viviamo? Ormai non c’è più rispetto per la cosa pubblica. Il Comune vuole installare altre cento telecamere

Sicurezza, una città da “grande fratello”

w Livia Fattore

PRIMO PIANO

Sette biciclette rubate nel giro di poco più di un mese, arredo ur-bano vandalizzato, transenne che

delimitano l’isola pedonale rubate, per non parlare dei rifiuti abbandonati in maniera illecita soprattutto nel centro storico. È allarme sicurezza nella città normanna, dove l’Amministrazione comunale tenta di correre ai ripari partecipando al bando con un progetto che dovrebbe prevedere altre cento telecamere di videosorveglianza da in-stallare in altrettanti luoghi topici della città. Insomma, una sorta di grande fratello che dovrebbe, però, assicurare una maggiore tranquillità ai cittadini. Soprattutto ai più giovani che sono con-tinuamente vittime di malintenzionati che li affrontano per portare loro via i telefoni cellulari.La notizia di altre due biciclette del bike sharing rubate è andata ad ag-giungersi a quella precedente di altre cinque bici sottratte in diversi punti di stazionamento e di una danneggiata nel tentativo di sottrarla. Eppure l’ammi-nistrazione aveva scelto di non attivare tutte le stazioni di parcheggio, tenendo chiuse quelle più isolate del Borgo e di piazza Cirillo. Una situazione che porta il sindaco e la giunta normanna a correre ai ripari. «Adesso basta. È dura – afferma il sindaco Enrico de Cristofaro - lottare contro l’ignoranza, l’inciviltà e la delinquenza. Gli autori di questo gesto sono ignobili perché non hanno rubato solo una bicicletta ma un pezzo di collettività. La stragrande maggioranza dei cittadini aversani sono persone perbene e non hanno nulla a che fare con questi personaggi, per que-sto stiamo valutando la possibilità di

implementare il servizio di bike sharing con delle nuove modalità». «Ho propo-sto – ha continuato il primo cittadino normanno - di verificare la possibilità di spostare le postazioni delle biciclette all’interno di strutture che ne possano garantire la custodia come ad esempio Università, attività che hanno orario h 24 ed attività a ridosso delle fermate della metropolitana. Chiaramente com-

patibilmente con lo sforzo finanzia-rio che bisogne-rebbe affrontare, ho intenzione di coinvolgere professionisti e/o rappresentanze che hanno piena contezza di quello che è il servizio di bike sharing». Intanto, sono al vaglio anche l’installazione di piccoli ma efficaci dispositivi che possano rendere le biciclette lo-

calizzabili come il GPS. E conclude il sindaco: «Malgrado le difficoltà, non molliamo. Continuiamo ad impegnarci sia nell’ambito del bike sharing che nell’implementazione delle piste cicla-bili». Ma la prevenzione non si ferma qui. La giunta comunale, su proposta del vice sindaco Michele Ronza, ha dato mandato al dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale di predisporre, in tempi brevi, un progetto per «un sistema integrato di sicurezza mediante impianto di videosorveglianza sul territorio comunale» con l’installazione di cento telecamere per rafforzare le azioni di prevenzione e di contrasto alle forme di illegalità presenti sul territorio comunale con particolare riferimento ai sagrati delle Chiese, alle piazze del centro storico, ai plessi scolastici, alle strade interessate dalla movida citta-dina, all’abusivismo   commerciale, alle occupazioni abusive e, non ultimo, anche in considerazione dell’entità del fenomeno, all’abbandono dei rifiuti.

Aversa sarà una città senza segreti tra poco

Cento nuove telecamere per rafforzare le azioni di prevenzione e di contrasto alle forme di illegalità presenti sul territorio comunale. Il sindaco De Cristofaro: “Adesso basta!”

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di Geppino De Angelis

E a via Ligabue chi ci pensa?

“Preside, noi residenti in via Li-gabue continuiamo ad essere considerati dal “Palazzo”

cittadini di serie B? Abbiamo letto nei giorni scorsi che sono state individuate cinque zone cittadine dove ci saranno rilevatori di polveri in grado di fornire un’idea precisa per monitorare la qua-lità dell’aria che si respira ma, anche in questo caso, via Ligabue è stata ignora-ta. Evidentemente quelli del “ Palazzo” ignorano la realtà”. Questo è quanto ci hanno detto vari residenti in via Liga-bue che, legittimamente, richiamano l’attenzione di chi ci amministra su una situazione che, per diversi aspetti, è da tempo diventata intollerabile. Eviden-temente, in piazza Municipio ignorano che se una quarantina di anni fa tale strada aveva scarsa importanza, da tem-po, ormai, è una delle principali arterie cittadine atteso che collega i limitrofi centri dell’agro aversano con il centro di Aversa. Sono migliaia gli automezzi di ogni tipo che percorrono la strada, pro-vocando inquinamento atmosferico ed acustico superiore ad ogni tollerabilità.

locità (trattandosi di un lungo rettilineo, la strada è considerata ottima per essere percorsa a forte velocità dalle auto o per le …impennate da parte di screanzati centauri), di dissuasori di velocità e chi più ne ha più ne metta. E con l’estate che batte alle porte, c’è ben poco da sperare per chi vuole dormire tranquillamente senza la rottura dei …timpani per il rumore assordante di auto e motocicli. Una situa-zione, insomma, non più tollerabile per cui è auspicabile che, dinanzi

alle legittime lagnanze dei residenti, qualcosa venga fatta per risolvere il pro-blema. Utopia la nostra? Probabilmente sì, considerato che fino ad ora le varie segnalazioni (anche da queste colonne) non hanno avuto esito positivo!

Ma, a prescindere dall’inquinamento, i residenti protestano per la mancanza di strisce pedonali (problema che, in varie occasioni, è stato segnalato a chi di dovere, senza che le promesse fossero mantenute), mancanza di limiti di ve-

Aversa, via Ligabue

Inquinamento, centraline in cinque zone

Buone notizie in arrivo sul fronte della battaglia antinquinamento.”Abbiamo effettuato – ha dichia-

rato il primo cittadino normanno - con due ingegneri dell’Arpac una serie di sopralluoghi sul territorio comunale per individuare il posizionamento delle centraline mobili”. ”Questa Ammini-strazione comunale – ha detto ancora il Sindaco - è particolarmente sensibile alle tematiche ambientali. Uno dei nostri obiettivi prioritari è quello di combattere l’inquinamento atmosferico”.Cinque le zone che il Sindaco insieme all’Assessora all’Ambiente, Marica de Angelis, e ai tecnici regionali hanno individuato nel corso del sopralluogo, tutte zone abitualmente afflitte dal traf-fico veicolare: via Roma alla confluenza

con via Raffaello; via Michelangelo, zona piazza Trieste e Trento e adia-cenze Tribunale Napoli Nord; via Fermi all’incrocio con piazza Bene-detto Croce e la Variante”. ”Rite-niamo – ha dichia-rato l’esponente d e l l ’e s e c u t i v o normanno - sia indispensabile, non sol-tanto avere più dati possibile, ma anche sapere esattamente cosa respiriamo e quali siano esattamente gli inquinanti, in modo tale da porre in essere misure ad hoc. È opportuno capire cosa inquina

e mettere in essere prov ve d i me nt i che non guardino solo allo smog fotochimico, ma a tutte le forme di inquinanti, deri-vanti per esempio dal riscaldamento ed in generale da ogni forma di combustione. Per-tanto accanto alla

centralina mobile, che ruoterà a seconda di alcune zone critiche, verrà installato anche un rilevatore di polveri, in grado, mediante una specifica analisi del parti-colato, di fornirci  un’ idea chiara di cosa respiriamo”.

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LA QUERELLE

Oggetto del contendere la mozione di Palmiero che non è stata portata in Consiglio comunale. Dagli atti si evince che il Sindaco ha migliorato la condizione economica

Il Sindaco se l’è presa con il presidente del Consiglio Bisceglia

La sfuriata di De Cristofaro a difesa della sua indennità

w Nicola Rosselli

“Non se ne parla proprio, io faccio il Sindaco a tempo pieno e ho diritto

all’indennità”. Ennesima sfuriata, alla vigilia della seduta dell’ultima seduta di Consiglio comunale con il sindaco Enrico de Cristofaro che gridava, nella casa comunale, contro il presidente del civico consesso Augusto Bisceglia. Oggetto del contendere la mozione presentata dal consigliere comunale di “Noi Aversani” Carmine Palmiero re-lativa al dimezzamento delle indennità destinando il risparmio conseguito alla manutenzione delle strade cittadine. Gridando, anzi urlando, per cui non era possibile non sentirlo, il primo cittadi-no ha paventato nel caso in cui Bisceglia avesse portato in aula la mozione di mettere in campo un’ipotesi di sfiducia nei suoi confronti e ha ipotizzato che si sarebbe potuto trattare di una mozione irricevibile, da non trattare in Consiglio.Ha, inoltre, aggiunto che da quando era Sindaco non stava più esercitando la libera professione per cui ci stava rimettendo.Rimostranze che sarebbero anche po-tute essere giuste, considerato che fare il Sindaco è un impegno defatigante. Per verificare quanto stava perdendo, quanto ci stava rimettendo il sindaco de Cristofaro per svolgere il proprio inca-rico istituzionale, siamo andati sul sito ufficiale del Comune di Aversa dove, nella sezione “Amministrazione traspa-rente” sono riportate le dichiarazioni dei redditi e le situazioni patrimoniali degli amministratori (almeno di quelli che le hanno inserite). Ebbene, al di là di ogni commento, riportiamo quanto appreso: nella dichiarazione dei redditi

rato: di non essere proprietario di beni immobili; di non essere titolare di diritti reali parziali su beni immobili; di non essere proprietario di beni mobili; di non possedere azioni o quote societarie.A questo punto, considerato che l’indennità lorda mensile prevista per un sindaco di un Comune superiore a cinquantamila abitanti (qual è Aversa) è di 4.130,00 euro mensili, ad occhio, ci sembra che il nostro primo cittadino abbia migliorato di molto la sua con-dizione economica. Questo, almeno secondo i dati pubblici (a disposizione di tutti) presenti nel sito ufficiale del nostro Comune. Nel caso che vi fossero errori o avessimo sbagliato a leggere quanto presente nel sito, siamo pronti a prenderne atto e a fare pubblica am-menda. Per la cronaca la mozione di Palmiero non è stata portata in Consiglio comu-nale in base a un parere della segretaria comunale ha considerato la materia di non competenza dell’assise. Palmiero ricorrerà al Prefetto.

per l’anno 2015 il Sindaco ha dichiarato un reddito di 11.077,00 euro; per l’anno 2016 il reddito dichiarato è stato di 23.387,00 euro. Presente nella sezione c’è anche la Dichiarazione di de Cristofaro re-lativamente alla propria situazione patrimoniale. Dichiarazione dalla quale apprendiamo che il Sindaco ha dichia-

Enrico De Cristofaro e Anna Di Ronza

“Non se ne parla proprio, io faccio il Sindaco a tempo pieno e ho diritto all’indennità”. E così spunta un parere della segretaria che boccia la mozione di Carmine Palmiero

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IL CASO

Per Giuliano “Dal punto di vista del diritto ci sono indubbiamente delle perplessità”.Romano e Santulli sono convinti che la scelta rientrava nelle sue prerogative

Il parere di Giuliano, Romano e Santulli sul comportamento di Mattarella

“Habemus Governum”, ma il dibattito continua

“Habemus Governum”. Dopo tre mesi di vuoto istituzionale, nasce il

Governo Conte, targato Lega/M5s, con Salvini agli Interni, Di Maio allo Sviluppo Economico, al Lavoro e alle Politiche Sociali, Paolo Savona al ministero degli Affari Esteri e non più all’Economia - affidata a Giovanni Tria - solo per fare alcuni nomi. Gli italiani possono dormire sonni tranquilli, o almeno si spera, dopo una seconda metà di maggio caratterizzata da una forte fibrillazione politica e sociale. Il Presidente Mattarella aveva detto no all’economista ottantaduenne Paolo Savona quale ministro dell’Economia. Una scelta scellerata di Mattarella per alcuni, espressione del pieno esercizio delle sue funzioni, sancite dalla Costituzione, per altri. Un dibattito, seppur su una questione che appare già superata, destinato a durare a lungo. Duri attacchi erano arrivati dai Cinque Stelle e Fratelli d’Italia, i quali avevano invocato impeachment per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Dal fronte opposto, Forza Italia e Partito Democratico sembravano, invece, appoggiare la scelta di Mattarella, ritenuta giusta almeno nel tentativo di salvaguardare l’Italia e gli italiani dagli attacchi speculativi dei mercati, seppure, paradossalmente, ciò sembrava aver sortito un effetto contrario, considerando le oscillazioni degli indici economici. Tante le critiche, alcune violente e fuori luogo, e altrettanto numerose le manifestazioni di stima e vicinanza al Presidente, arrivate dagli italiani, soprattutto dal popolo del web, che ha subito fatto rimbalzare, da un

l’effetto contrario, considerando gli ultimi dati economici. A mio modesto avviso, Mattarella avrebbe dovuto conferire l’incarico prima a Salvini e al centrodestra, e, nel caso questa non fosse riuscita a formare il Governo, dopo a Di Maio e ai cinque stelle. In caso d’insuccesso di entrambe le forze politiche, il Presidente avrebbe avuto campo libero per nominare un governo di scopo”.Lucio Romano: “Sono ore drammatiche per la nostra democrazia ed economia. Di cosa vogliono accusare Mattarella? – dopo che ha aspettato tutti i loro tempi - Di aver approvato l’intera lista dei ministri, ad eccezione di Savona? La nomina dei Ministri, secondo la Costituzione, spetta al Presidente della Repubblica. Forse era proprio questo il loro programma: andare alle elezioni, riversando la colpa sul capo dello Stato. Perché hanno rifiutato Giorgetti all’Economia, persona di fiducia di Salvini, che era accolto da tutti, compreso Mattarella? Io sto con Mattarella, baluardo a difesa dei risparmi degli italiani e della democrazia”. Paolo Santulli: “La scelta operata da Mattarella costituisce una prerogativa del capo dello Stato che, aderendo o no alle indicazioni del Premier, verifica la praticabilità di certe scelte. Non possiamo, in nessun modo, prescindere da quelle che sono le funzioni, le responsabilità e il ruolo del Presidente della Repubblica. Del resto, a cominciare da Pertini, sono molti i capi di Stato che hanno chiuso la porta in faccia al Presidente del Consiglio di turno. Cito, ad esempio, Berlusconi che, per ben due volte, si è visto bocciare alcuni ministri. Nella fattispecie, bastava sostituire Paolo Savona con altra indicazione, e formare così un Governo”.

Sergio Mattarella

w Francesco di Biase

profilo all’altro, hashtag e tweet. Non volendo entrare nel merito, proviamo a capire invece se i politici aversani condividono, o no, la scelta dell’attuale Presidente della Repubblica, operata prima che si arrivasse alla nascita del nuovo esecutivo, a distanza di tre mesi dal risultato elettorale.Abbiamo ascoltato, per i lettori, gli ex parlamentari aversani aversani Pasquale Giuliano, Lucio Romano e Paolo Santulli. Per la precisione e nel rispetto delle persone intervistate teniamo a sottolineare che le dichiarazioni sono state rilasciate in data anteriore a quella della nascita del nuovo governo.Pasquale Giuliano: “Dal punto di vista del diritto, come espresso da illustri costituzionalisti, ci sono indubbiamente delle perplessità. Dalla prospettiva di opportunità politica invece, probabilmente l’intenzione del Presidente era di salvaguardare i mercati. Sta di fatto che ha ottenuto

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IL FUTURO

Venticinque milioni di euro. Questa la somma che l’ammi-nistrazione arcobaleno guidata

dal sindaco Enrico de Cristofaro sta cercando di portare in città grazie ai Pics – programma integrato città sostenibile – e ai fondi regionali per la viabilità. “Il Pics - ha detto il sindaco Enrico de Cristofaro – è un programma che, almeno nella prima fase, porterà in città 13 milioni di euro. Con questi fondi mi-glioreremo la città. Abbiamo coinvolto, nella fase di ascolto, tutte le compagini presenti in città: ci interessa il parere di tutti per decidere cosa fare di Aversa nel prossimo futuro”. L’ufficio programmi del Comune di Aversa, guidato dal dirigente Claudio Pirone, è già partito ed è già a lavoro. Dopo l’ascolto della giunta, delle commissioni consiliari, ha coinvolto la cittadinanza attraverso un questionario presente sulla home page del sito internet del Comune e con l’a-scolto delle associazioni ed ordini pro-fessionali, distretto turistico, le scuole sino a giungere ad un incontro pubblico che ha visto la presenza di università e ordini professionali. “Terminata questa fase di ascolto e confronto – hanno detto il sindaco normanno ed il suo vice con delega ai lavori pubblici Michele Ronza – cominceremo con la fase progettuale. Siamo pronti per questa importante sfida dei Pics”.Anche per le strade a parlare è il nu-mero due dell’esecutivo cittadino che afferma: ”Abbiamo partecipato all’av-viso pubblico regionale che prevede lo stanziamento di fondi relativamente ad interventi sulla viabilità”. Nello specifico sono stati presentati

L’Amministrazione comunale sta tentando di portare in città un bel gruzzolo

Presentati progetti per la realizzazione della strada extraurbana Selicelle-Cirigliano che collega Aversa a Giugliano e l’adeguamento funzionale di via Orabona

I Pics e i fondi regionali valgono 25 milioni

w Livia Fattore

progetti per la realizzazione della strada extraurbana Selicelle-Cirigliano che collegherà Aversa a Giugliano bypassando l’Appia, per lavori di ade-guamento funzionale degli impianti e di riqualificazione di via Nobel, per lavori

di riqualificazione di via Caruso e via Gramsci, messa in sicurezza ed ade-guamento funzionale di via Orabona e riqualificazione della viabilità urbana in viale Europa – II tratto. Presentate, inoltre, richieste di finanziamento per alcuni interventi già in corso quali riqualificazione di viale Olimpico e lavori di straordinaria manutenzione in via Ugo Foscolo, via del Borgo e via Salvatore di Giacomo. “Abbiamo presentato – ha concluso l’ingegnere aversano - progetti per un totale di oltre 12 milioni. Aspettiamo il parere della Regione Campania e la concessione del finanziamento. Tutti i progetti sono stati redatti dall’ufficio comunale Lavori Pubblici. A tutti i tecnici va il mio ringraziamento ed in particolare all’architetto Leopoldo Graziano per la fattiva collaborazione”.

Aversa, il Municipio

Michele Ronza: “Terminata questa fase di ascolto e confronto, cominceremo con la fase progettuale. Siamo pronti per questa importante sfida dei Pics”.

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AMBIENTE

Mentre la stazione unica appaltantante affida ad un’altra ditta la gestione dei rifiuti

L’Amministrazione rompe ogni rapporto con la Senesi dopo avergli regalato sette milioni di euro: partiti esposti e richieste di penalità all’indirizzo della ditta

Dopo la proroga di un annofanno guerra alla Senesi

w Livia Fattore

il parquet dal 1910

La stazione unica appaltante di Ca-serta ha ritenuta congrua l’offerta presentata dalla società la Tekra

Servizi Ambientali, con sede ad Angri, in provincia di Salerno, che gestirà, dunque, il servizio di igiene urbana nei prossimi cinque anni ad Aversa. La base di partenza era di poco meno di trentacinque milioni di euro. Ad oltre un anno di distanza dal varo, quindi, l’assegnazione della gara, anche se rima-ne pendente un ricorso del Consorzio Cite dinanzi al Tar e non è escluso che altri potrebbero essere presentati da altre società escluse tra cui proprio la Tutti sul Comune ora sono contro la Senesi

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AMBIENTE

Dopo la proroga di un annofanno guerra alla Senesi

il parquet dal 1910

Senesi, che gestisce il servizio in pro-roga da oltre un anno, essendo scaduto il contratto che la legava al Comune normanno nell’aprile dello scorso anno. Inspiegabilmente, allora, si attese sino al giorno della scadenza del contratto in atto prima di emanare il bando per la nuova gara, pur sapendo che i tempi sarebbero stati lunghi. Di fatto, una proroga quasi volontaria con un costo che si aggira annualmente intorno ai sette milioni di euro.Sono proprio i rapporti tra la Senesi e

l’Amministrazione guidata dal sindaco Enrico de Cristofaro a tenere banco. «Stiamo predisponendo – ha, infatti, dichiarato l’assessora all’ambiente Mari-ca de Angelis - un esposto nei confronti della ditta che si occupa del servizio di igiene urbana in città per tutte le inadempienze contrattuali della ditta. Non vengono svolte con regolarità al-cune attività previste dal contratto quali la pulizia delle caditoie, il diserbo, il lavaggio dei cassonetti, l’espurgo fogne e la ramazza. L’altra settimana, ad esem-pio, abbiamo preteso un intervento straordinario di raccolta della plastica e della carta in quanto nella giornata precedente non erano stati svuotati i cassonetti malgrado fosse giornata de-dicata a questi materiali. Ogni qualvolta ci sono delle defezioni, applichiamo puntualmente delle penalità. Il nostro controllo è rivolto anche ai dipendenti comunali che devono verificare queste inadempienze».Ancora in tema di ambiente, il presi-dente della commissione consiliare di settore Michele Galluccio annuncia la deblatizzazione su tutto il territorio cittadino con la gara che è stata affidata alla ditta Anthirat Control srl di Napoli.

Il bando per il nuovo servizio fu emanato il giorno della scadenza del contratto. Galluccio annuncia la deblatizzazione in tutta la città. La gara è stata già affidata

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L’Africa dai due volti. Dietro le réclame per i turisti si nasconde un grande degrado

La Nairobi che non ti aspetti. Viva l’Italia!

“Vieni in Kenya, potrai partecipare ad un safari, andare al mare sull’oceano

indiano, guardare il monte Kiliman-giaro”. Queste le frasi che si trovano nei depliant riccamente illustrati che invitano al turismo in Kenya offrendo resort affacciati sul mare, dove tutto è compreso. Uno di queste è il “Diani Beach” dove siamo stati ospiti per un fine settimana. Dopo circa tre giorni di ozio, tutto incluso, ci siamo chiesti se valga davvero  la pena partire dall’Italia per trascorrere le vacanze in Kenya e in  particolare in uno dei resort sull’oceano indiano. Non vale la pena perché se interessa il mare l’oceano Indiano non è la scelta migliore avendo basse maree che la-sciano montagne di alghe che sporcano  completamente la spiaggia. Se si sceglie il Kenia per il Safari è bene sapere che si tratta di percorrere, sotto la guida di persone esperte, il parco nazionale di Nairobi o altre aree come quella dove gli animali sono in libertà, cosicché bisogna restare al sicuro in un autovettura per-ché il safari non è quello che qualcuno pensa ovvero andare a caccia di animali selvaggi, ma semplicemente guardarli e fotografarli rimanendo a distanza di sicurezza. Quanto alle bellezze presenti nella città,  c’è poco di bello da vedere. Dentro al resort tutto è bello mentre fuori la miseria la fa da padrone.  Lungo le strade è possibile vedere delle lunghe distese di capanne fatte di tronchi di legno, canne o lamiera utilizzate come ristoranti, bar, negozi in cui si vende di tutto. Frequentati principalmente da africani, perché sembra essere poco consigliabile mangiare o bere qualcosa in ristoranti che sono affacciati su ca-nali  di scolo scoperti, dal momento che a Nairobi e in tutte le località turistiche non esistono fogne. L’acqua corrente all’interno dei resort c’è, negli alberghi

c’è, negli uffici c’è ma non è potabile e va utilizzata esclusivamente per lavarsi, tutto ad eccezione dei denti.  L’acqua potabile viene venduta in boccioni, collocati negli uffici e nelle abitazioni o in taniche che vengono posizionate al di sopra del tetto delle abitazioni, persino nei grandi alberghi. Per poter avere  l’acqua in casa, non   esistendo una rete idrica  pubblica, bisogna comprarla e, naturalmente, costa. C’è, poi, la presen-za delle zanzare che portano la malaria, malattia ancora presente in questa zona. Infine, un accenno su Nairobi. Una città di circa 4 milioni di abitanti, soffocata da  un traffico inimmaginabile, superio-re a quello delle più grandi città italiane, dove per poter percorrere 10 km si può impiegare anche un’ora e mezza, tant’è che sono stati inventati i moto taxi, ovvero motociclette che trasportano un solo passeggero infilandosi nel traffico cittadino. C’è poi il totale mancato ri-spetto delle regole. In pratica, anche in presenza del vigile urbano, l’automobile più grossa passa per prima, i taxi per gran parte sono abusivi, così come parte dei trasporti pubblici effettuati su pul-mini che da noi vengono utilizzati per altre mansioni, pulmini super affollati e sovraccaricati che spesso si fermano e devono essere spinti dai passeggeri. Prendere un pulmino costa poco, ma sono  in tanti che non possono permettersi il lusso di spendere pochi

centesimi così sono tantissimi i cittadini sia a Nairobi sia nelle zone turistiche raggiungono le abitazioni o il posto di lavoro a piedi utiliz-zando marciapiedi di fortuna, perché spesso realizzati su terra battuta. Una ultima nota relativa ai servizi igienici. Non esiste il bidè ma poco importa: c’è una zona della città

della « fly water»  in cui manca anche la tazza, così si effettuano i bisogni fisiolo-gici in  buste di plastica che poi vengono lanciate nella foresta.   Probabilmente queste informazioni non vengono riportate dai depliant che invitano al Safari in Africa e in partico-lare in Kenya, offrendo un resort di cui si mostrano foto meravigliose perché in

realtà queste strutture lo sono  ricche di verde, di spazi, di confort. Conside-rando il mare, il verde, la bellezza delle città italiane ci siamo chiesti se valesse davvero la pena affrontare un  viaggio in aereo di nove ore per raggiungere Nairobi e di altrettante nove ore per raggiungere la costa dove sono collocati i resort che affacciano sull’oceano india-no. Se a questo aggiungiamo il cibo che non ha la varietà e il sapore di quello garantito dalla dieta mediterranea non c’è che dire viva l’Italia!

I due volti del Kenya: povertà e bellezze

REPORTAGE

w Antonio Arduino

18 1919Quando mancano i denti

La perdita di uno o più denti è causa di problemi sia per l’estetica del sorriso che per la buona funzionalità della masticazione, in quanto conseguentemente i denti vicini a quelli mancanti tendono a spostarsi per riempire lo spazio vuoto. In questo modo le arcate dentarie non si uniscono più in modo corretto(disturbo di occlusione), la masticazione risulta più diffi coltosa e i denti rimasti diventano più diffi cili da pulire, andando incontro a carie e gengiviti. Tra le soluzioni impiegate per sostituire i denti mancanti ci sono gli impianti dentali che sono radici artifi ciali in titanio che vanno a sostituire le radici naturali.Nella nostra struttura odontoiatrica con un intervento semplicissimo che dura circa 20 minuti,

un impianto in titanio può andare a ripristinare un dente mancante in modo semplicissimo. Inoltre il dott. Dario di Grazia, specialista in implantologia, è in grado di ripristinare la perdita di intere arcate dentarie con l’inserimento di soli 4 o 6 impianti in titanio (ALL ON FOUR). Nella stessa seduta di inserimento degli impianti è possibile collocare anche i denti (impianti a carico immediato) riducendo così i tempi di riabilitazione. Gli impianti utilizzati nella nostra struttura odonto-iatrica sono garantiti da un passaporto implantare che ne certifi ca l’alta qualità dei materiali utilizzati.

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LA MOSTRA

Inaugurata la mostra dedicato al centenario della prima guerra mondiale

Il grande cuore di Aversanella grande guerraLa mostra è strutturata in quattro sezioni, dedicate ai diversi settori dell’attività dei civili a supporto della guerra. Il grande lavoro del curatore Salvatore de Chiara

E’ stata inaugurata sabato 26 maggio, presso la casa della cultura “Caianiello” di

Aversa, la mostra “Guerra di popolo. Propaganda e mobilitazione durante la Prima Guerra Mondiale” dedicata al centenario della Grande Guerra ed alle attività svolte nel territorio aversano. Grande presenza di pubblico in oc-casione del taglio del nastro, con la partecipazione di numerose scolaresche e di diverse autorità civili e militari, oltre ai rappresentanti delle associazioni d’arma.

w Antonio Macchione Il Curatore del Museo di Storia Militare Salvatore de Chiara, che ha promosso la mostra, ha illustrato il percorso espositivo e le vicende che sono alla base della narrazione delle attività di partecipazione civile e di propaganda durante il periodo bellico. Tema dell’esposizione è quello delle attività che si svolsero ad Aversa du-rante il periodo della Grande Guerra, in particolare relative alle opere di propaganda, all’assistenza ai feriti ed alle famiglie dei combattenti, alle celebrazioni della vittoria, gli strumenti furono molteplici, dai manifesti murali alle cartoline propagandistiche, dai tradizionali comizi pubblici alle lotterie La mostra all’ex Macello

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LA MOSTRA

benefiche, coinvolgendo gli apparati dei Comitati Civili e della Croce Rossa Italiana. Aversa emerse quale polo di riferimento per gli abitanti dei centri circostanti. L’iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Aversa, della Provincia di Caserta e dell’Associazione Nazio-nale del Fante, è inserita nel calendario ufficiale degli anniversari di rilevanza nazionale predisposto dalle Presidenza del Consiglio dei Ministri e si fregia della concessione del logo ufficiale del Centenario.Alla cerimonia inaugurale sono interve-nuti il consigliere provinciale Stefano Di Grazia, che ha portato i saluti del Presidente dalla Provincia di Caserta Giorgio Magliocca, e l’Ispettore regio-nale dell’Associazione Nazionale Cara-binieri, Generale Domenico Cagnazzo, presente anche il prof. Salvatore Palla-dino per l’Associazione Nazionale del Fante. La mostra è strutturata in quattro sezioni, dedicate ai diversi settori dell’attività dei civili a supporto della guerra: l’attività dell’Associazione per il Volontariato Civile, l’Assistenza e la Propaganda, e le storie degli uomini e delle donne che vi furono attivi, le strut-ture sanitarie ed il ruolo del Comitato Distrettuale della Croce Rossa, l’as-sistenza ai profughi provenienti dalle venezie, la celebrazione dei Caduti e l’erezione dei monumenti. L’allestimento è stato curato dalla Associazione Gioventù Aversana ed è reso possibile anche dalla disponibilità della Esseprint, ed alla collaborazione di Giovanni Bo, Presidente della Pic-cola e Media Impresa di Confindustria Caserta, e del gruppo Esagono, che hanno confermato il proprio impegno per la promozione della cultura. Nel corso della giornata del 26 mag-gio è stato anche presentato il video realizzato dagli alunni del laboratorio CrossMedial del Liceo scientifico “Fer-mi” che, incentrato proprio sul Museo Militare, si è recentemente aggiudicato il primo posto nel concorso regionale “A scuola di cinema, raccontando un monumento”, ad illustrare l’attività scolastica sono stati proprio i giovani studenti aversani. La mostra resterà visibile presso la Casa della Cultura “V. Caianiello” fino al 17 giugno.

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AVERSA

Appello di Pasquale Leggiero alla città: “Un ultimo sforzo per riaprirla al culto”

I lavori conclusi e quelli da ultimare. L’intervento del restauratore Francesco Della Volpe e del suo staff . I ringraziamenti a chi ha creduto nell’impresa dalla prima ora

Chiesa di S. Domenico, ora si punta al 5 per 1000

“Stiamo chiedendo un ultimo sforzo per portare a

termine una scommessa che prende vita ogni giorno di più”. A parlare è l’ingegnere Pasquale Leggiero, vera e propria anima di un mira-colo tutto aversano che sta per consegnare alla città e alla Diocesi una ritrovata (e ristrutturata) chiesa di San Domenico. “Pensiamo che con l’apporto che ci verrà dal cinque per mille riusciremo

w Nicola De Chiara ad ultimare i lavori nella chiesa duecentesca di San Ludovico, poi diventata l’attuale chiesa di San Dome-nico. Per questo mi permetto di invitare i miei concittadini a ricordarsi dell’Associazione “I Normann” (codice fiscale 90033520611) quando com-pileranno le dichiarazioni dei redditi. Il contributo che ci verrà dal 5 per mille ci permetterà di finanziare gli interventi finali occorrenti per riaprire al culto questo vero e proprio gioiello arti-stico”. Pasquale Leggiero ci tiene anche a ringraziare la L’interno di S. Domenico e, a lato, la facciata

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confraternita del SS. Rosario, il priore Vincenzo Molitierno e il direttivo tutto, la Diocesi di Aversa, nelle persone del Vescovo Spinillo e di don Clemente Petrillo, padre spirituale della Confra-ternita, nonché mons. Ernesto Rascato, responsabile regionale dei beni eccle-siastici, e don Michele Salato, respon-sabile dell’ufficio Confraternite, tutti sostenitori del progetto. Leggiero usa, poi, parole di riconoscenza anche all’in-dirizzo della funzionaria per Aversa della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Pesaggio di Caserta e Benevento, l’arch. Amalia Gioia, per la disponibilità mostrata nel corso dei lavori. Il recupero della chiesa di San Dome-nico è inizato nel mese di maggio del 2017 e, molto probabilmente, dovrebbe concludersi entro l’anno. La chiesa è sta-ta messa in sicurezza, poi è stato rifatto l’impianto elettrico e di amplificazione. Successivamente si è proceduto al recu-pero degli stucchi superiori. Ora si sta procedendo alla ripresa degli stucchi della parte inferiore. “I lavori - continua Leggiero - li sta eseguendo l’esperto restauratore aversano Francesco Della Volpe, titolare della ditta “Aversarestau-ri”, con l’ausilio di uno staff di colleghe laureate in Conservazione dei Beni Cul-

turali. A conclusione dell’intervento di Della Volpe, i lavori finali consisteranno nella lucidatura del pavimento e nel ripristino della grande porta in legno all’ingresso della chiesa. Voglio ringra-ziare anche la Vitruvio Restauri che sta eseguendo l’intervento sul sacrato di San Domenico che si è detta disponibile a recuperare gli antichi gradini che dan-no accesso alal chiesa”.“Un grazie particolare - ci tiene, infine, a dire Leggiero - va a tutti gli sponsor, il Centro Santulli, la vetreria Paciello, Union Gas, Peppe Andreozzi, la Senesi spa e alle tante Associazioni cittadine che hanno contribuito al progetto attraverso l’adozione delle panche della chiesa. Ringrazio il Comune, nella per-sona del sindaco De Cristofaro, perché ha mostrato una particolare attenzione e sensibilità al nostro progetto sostenen-dolo fin dall’inizio”. Leggiero ha potuto contare sulla costan-te collaborazione dell’arch. Massimo Capasso, Direttore dei Lavori, e della sua collaboratrice, l’arch. Dina D’Ales-sandro, ma anche sulla collaborazione degli ingegneri Vincenzo Pagano e Gio-vanni Costanzo, Fulvio Trasacco e di Enrico Dorati e di Peppe Matacena che ha riportato ...la luce in San Domenico.

AVERSA

Il recupero è iniziato un anno fa per merito della Diocesi di Aversa e della congrega del Rosario. Sponsor ed Associazioni hanno dato un grosso contributo. A fi ne annola conclusione dei lavori

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SPECIALE PUC

Un’occasione per programmare l’organizzazione del territorio comunale

Bisogna far presto. I tempi che impone la legge sono stretti. I diversi contenitori storici inutilizzati vanno inquadrati all’interno di un unico disegno urbano

Puc, avremo un Piano disinteressato e “di qualità”?

w Nicola Rosselli

Aversa, come tutti i comuni del-la Campania, avrebbe dovuto predisporre il Piano Urbanisti-

co Comunale – PUC - già dal dicembre 2004, data di entrata in vigore della l. r. della Campania n. 16/2004. Un ulte-riore termine era legato alla entrata in vigore del Piano provinciale – P. T. C. P. – ma, di rinvio in rinvio, la Regione ha, finalmente, posto un ulteriore termi-ne perentorio del 31 dicembre 2018, per l’adozione con minaccia di commissa-riamento per i comuni inadempienti, e del 31 dicembre 2019, per l’approva-zione.La redazione del PUC – il piano ur-

banistico generale comunale – rappresenta un’occasione per programmare la organizzazione del territorio comunale e tentare di orientarne lo sviluppo per gli anni successivi.Redigere un piano urbanistico comunale per Aversa, come per Caserta, è un compito notevol-mente più complesso degli altri Comuni della provincia. Tenuto conto della conformità territoriale di Aversa e delle sue intersezioni fisiche con i Comu-ni circostanti, l’ideale sarebbe la redazione di un piano interco-munali con i Comuni confinati, anche per risparmiare consumo L’ex manicomio “La Maddalena”

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SPECIALE PUC

di suolo.Ma gli egoismi civici, e la vo-glia di disporre del proprio territorio da parte di tutti i Comuni per fini nobili o meno nobili, non lo consentono.La saturazione del territorio comunale – solo 873 ettari per 54.000 abitanti – ne fa un Comune con una delle più alte densità abitativa della regione Campa-nia. La presenza del tribunale che serve circa un milione di abitanti, di 2 Dipar-timenti universitari, 2 ospedali – una volta erano 3, una molteplicità di istitu-ti scolastici e una struttura per il tempo libero, quale è l’ippodromo Cirigliano, impongono uno strumento urbanistico che si occupi prevalentemente della ri-organizzazione dei servizi piuttosto che di consentire la costruzione di nuove case.Gli strumenti urbanistici dell’imme-diato dopoguerra (Aversa ebbe il suo primo regolamento edilizio nel 1956) curavano la ricostruzione e l’espansio-ne; quelli successivi, il P. di f. del 1974 e l’attuale P.R.G., hanno consentito espansione edilizia oltre ogni sostenibi-lità per il territorio comunale di Aversa, consentendo la realizzazione di molte residenze e di pochi servizi. Ancora oggi, Aversa dispone di un Regolamen-

to Comunale Edilizio del 1974, quando ancora esisteva la “licenza edilizia”, senza il pagamento di oneri!Il PUC che Aversa deve predisporre ha necessità, nel metodo, di una partecipa-zione ampia e diffusa, con i Cittadini protagonisti di disegnare e decidere del futuro del proprio territorio, quello già costruito e quello libero e, nel merito, di vietare ogni prospettiva di ulteriore espansione edilizia, residenziale e non, preservando il poco suolo libero rima-sto.I diversi contenitori storici vuoti ed inu-tilizzati vanno inquadrati all’interno di

un unico disegno urbano che si sviluppi intorno ai Poli attrattivi presenti: Dipar-timenti universitari, Tribunale, OP.G, ex Maddalena.Qualunque sia il progetto di P.UC che si voglia predisporre per Aversa, bisogna fare presto; la legge, a meno di nuove proroghe, impone l’adozione entro il 31 dicembre del 2018; sembra un tem-po lontano ma, fra gare pubbliche per le professionalità da richiedere, tempi di legge per la partecipazione al proce-dimento ed acquisizione dei pareri da parte di altri Enti, sei mesi non bastano. La città da molti anni è cresciuta in modo disordinato, priva di programma-zione e senza un’ “idea”.Oggi Aversa avrebbe bisogno di un piano urbanistico che sia redatto qua-le somma di progetti edilizi “forti” organizzato intorno ai richiamati Poli attrattivi presenti: Dipartimenti univer-sitari, Tribunale, O.P.G., ex Maddalena, curando il recupero degli storici conte-nitori dimessi inutilizzati – si pensi al complesso del Carmine – o sottoutiliz-zati – ex Cappuccinelle, San Biagio, San Domenico. Riuscirà Aversa ad ave-re un piano urbanistico pubblicizzato nella sua redazione, disinteressato e “di qualità”? Staremo a vedere!

Oggi Aversa avrebbe bisogno di un piano urbanistico che sia redatto quale somma di progetti edilizi “forti” organizzato intorno ai richiamati Poli attrattivi presenti

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SPECIALE PUC

A margine del Consiglio aperto sul Puc abbiamo incontrato l’assessore Gilda Emanuele

“Sono state sollevate una serie di tematiche già presenti nelle nostre linee guida. Il redattore del Piano ci dirà quanto di quello che c’è stato chiesto potrà essere accolto”

“Il Puc dovrà dare l’equilibrio che manca”

A margine del Consiglio comuna-le aperto sul Puc (Piano Urbano Comunale) abbiamo incontrato

l’assessore all’Urbanistica Gilda Ema-nuele.“Siamo ancora in una fase embrionale - esordisce l’esponente dell’esecutivo de Cristofaro. È ancora presto per dire oggi quanto verrà applicato di quello che è stato discusso durante il Consiglio. Ma sono stata contenta che ad essere state sollevate siano state una serie di temati-che già presenti nelle nostre linee guida. Purtroppo, non siamo scesi ancora nei dettagli. Vedremo in seguito quanto po-

trà essere accolto sia dal punto di vista politico che tecnico. Non abbiamo an-cora il redattore del piano. Sarà, infatti, il tecnico a farci capire quanto di quello che ci è stato chiesto avrà la possibilità di essere realizzato. È da tener presente che dobbiamo, comunque, rispettare un piano territoriale regionale ed uno di coordinamento provinciale. Ho notato nei vari interventi una grande aversanità ed un grande amore per la propria città. Sono stata soddisfatta del modo in cui molti di questi siano stati pacati e sentiti e nonostante ci siano state alcune accese discussioni. I cittadini hanno voglia di collaborare ed essere propositivi. Ci siamo aperti per loro, pronti a cogliere le loro proposte. La città la devono vi-Gilda Emanuele

w Martina Melino

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SPECIALE PUC

vere i cittadini. C’è tantissima voglia di sostenere il destino della “Maddalena.”, ad esempio. Per noi è un’area di fonda-mentale importanza. Come ha chiarito il Sindaco, però, è per la maggior parte un’area di proprietà dell’ASL. Speriamo, perciò, in concertazione con loro di rigenerare anche quel polmone verde della nostra città. I nostri obiettivi sono finalizzati al recupero dell’esistente, non puntiamo a nuove costruzioni. Ed in questo siamo affiancati da molte linee guida europee. Abbiamo un centro sto-rico di grande importanza. Deve essere

rivalutato. Vogliamo dare la possibilità anche al privato di rifunzionalizzare il proprio patrimonio edilizio. Dobbiamo trovare un equilibrio tra periferia e centro storico. C’è bisogno di riconsi-derare i servizi mancanti. È necessario riorganizzare la mobilità lenta, come i percorsi ciclabili, ad esempio. Così come bisogna sviluppare nuove le aree parcheggio”. E quando chiediamo all’Assessore i tempi occorrenti per vedere il Puc finalmente realizzato ci risponde: “Abbiamo avuto imposti i tempi di attuazione dalla Regione. Entro il 31 dicembre 2018 dovrà essere conclusa la redazione del progetto preliminare e del rapporto ambientale preliminare con la relativa approvazione in Giunta comu-nale. Successivamente, nel 2019, ci sarà l’adozione del progetto in Giunta e si passerà alla consultazione dei cittadini e degli Enti sovraordinati, il tutto deve, poi, concludersi alla fine dello stesso anno con l’approvazione del Consiglio comunale. Stiamo lavorando in maniera intensa. Crediamo che questo piano sia ciò che porterà un equilibrio alla città. quell’equilibrio che attualmente manca. Col passare degli anni cambiano le esi-genze e gli obiettivi del cittadino. Sono gli stessi aversani che richiedono una città diversa”.

“I tempi? Entro la fine del 2019 il Puc dovrà essere approvato in Consiglio comunale”

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SPECIALE PUC

Un mezzo fallimento il Consiglio comunale aperto del 31 maggio

Il Puc e i grandi interessi in gioco sulle zone G

“Puc, la colla che tiene insieme gli amministratori aversa-ni”. All’origine era civica di

Aversa, poi è diventata arcobaleno, ma non si è sciolta. Gli interessi in gioco sono tanti, personali di presunto pre-stigio ma anche economico-finanziari. L’amministrazione guidata dal sindaco Enrico de Cristofaro (alla cui campagna elettorale ha preso parte la stragrande parte dell’imprenditoria aversana, come le presenze nelle occasioni pubbliche in quella fase hanno dimostrato) deve approvare il Puc, uno strumento che dovrebbe cambiare in meglio le sorti della città, ma l’impressione è che potrebbe cambiare in meglio le sorti (patrimoniali) dei soliti noti che da anni fanno e disfanno la politica cittadina, al

w Nicola Rosselli

di là di simboli e ideologie che piegano al loro volere. In gioco non le sorti della ex “Texas” (che sembra essere stata messa volontariamente nel di-menticatoio, nella speranza che qualche sentenza docile o il tempo facciano il proprio corso), della “Maddalena” (che

si accende e si spegne negli inte-ressi di de Cristofaro & soci come una lucciola, un giorno sì e l’altro no), del “Saporito” (trasformato in carcere nell’ignavia più assoluto e sottratto nuovamente alla città per insipienza e incapacità dei politici nostrani a tutti i livelli) i cui destini potrebbero, quelli sì, cambiare le sorti della città che potrebbe essere ridisegnata, ma quei pochi metri quadrati di verde che ancora resi-stono alle spalle dell’ippodromo Cirigliano, dove, oramai, è costru-

ito ovunque in maniera più o meno legittima.In gioco, dunque, quelle che, se non andiamo errati, gli esperti chiamano “Zone G”, quelle zone che potreb-bero essere oggetto di intervento per realizzare strutture di pubblica utilità

Il Consiglio del 31 maggio sul Puc

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SPECIALE PUC

il parquet dal 1910

in campo sanitario, di culto, della mobilità, sportiva e così via. Quelle zone G, stante oramai la saturazione dei vani per civili abitazioni, rischiano di vedersi oggetto di tutti gli appetiti dei noti palazzinari aversani con co-late di cemento che cancellerebbero quello che oggi, sulla carta, potrebbe diventare un parco urbano e creare un minimo di cuscinetto tra Aversa e Giugliano, scongiurando quella colata di cemento che tutti a parole dicono di non volere, ma alla quale molti stanno pensando sfregandosi le mani. A salvar-ci potrebbe essere, paradossalmente, il dilettantismo dell’Amministrazione de Cristofaro che sta accumulando enormi ritardi nell’iter previsto e che potrebbe causare l’arrivo di un commissario ad acta. A proposito di partecipazione, infine, ci dispiace smentire i proclami dell’assessora all’urbanistica Gilda Emanuele. Grazie anche al pochissimo preavviso, al Consiglio comunale aper-to sul Puc del 31 maggio erano presenti poche decine di cittadini, e meno di una decina di consiglieri comunali. Si vuole effettivamente il coinvolgimento della città? O si preferisce decidere (se non si è già addirittura deciso) in proprio?

Quello di Paolo Santulli è stato il primo intervento dopo la rela-zione dell’Assessore Emanuele

cui ha indirizzato il suo ringraziamento per la celerità con la qua-le, dopo il suo insedia-mento, ha avviato l’iter del Puc. La sorpresa si è avuta quando ha dichiara-to che interveniva a titolo personale. Un accorato intervento “per suggerire all’Amministrazione di creare un percorso virtuo-so con gli imprenditori per realizzare tutte le ini-ziative necessarie alla Cit-tà per sfruttare appieno le sue peculia-rità, “il petrolio di Aversa”, come lo ha definito l’ex Parlamentare. Un’occasio-ne storica per evitare di compromettere il futuro delle prossime generazioni, per vincere il disagio sociale, creando svi-luppo e posti di lavoro. Ha sollecitato

un intervento dell’Ente per realizzare un tavolo di concertazione con la socie-tà titolare della Texas perché per Aver-sa è un’area strategica. Ovviamente,

come fa già da tantissimi anni, ha posto il dito sul Turismo e sulla mancan-za di sufficienti servizi turistico-alberhieri, oltre ad una precaria mobilità. Non più case ma servizi, avendo Aversa supera-to gli indici pianovolu-metrici. Aversa da Città Commerciale un tempo a Città dei servizi oggi a Città turistica domani. Ha

poi concluso tirando le orecchie ai di-sattenti, che il Direttore Filicori ha de-finito accordi turistici di rete tra alcuni Comuni dell’Agro e la Reggia di Caser-ta, stranamente Aversa è stata capace di rimanere fuori. Attendiamo gli sviluppi su quanto affermato da Santulli.

Santulli: “Fondamentale l’intesa con gli imprenditori”

Paolo Santulli

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di VITO FAENZA

La nostra storia di inizio Novecento

Non so quanti di voi hanno letto il libro dell’avvocato Giuseppe Garofalo. Si tratta di un eccel-

lente lavoro sulla storia della camorra del lontano 1987 (è stato ripubblicato da Tullio Pironti e si trovano ancora delle copie). Giuseppe Garofalo, per chi non lo sapesse, è un noto penalista che a novantatré anni si sveglia prestissimo, fa ginnastica; insomma ha l’energia di un ragazzino. Principalmente per me, più che un avvocato, è uno scrittore dotato di sorprendente ironia. Nel 1987 ha dato alle stampe un saggio storico sulla ca-morra (“La seconda guerra napoletana”) in cui racconta delle vicende della “bella società riformata” (come si chiamava allora la camorra) con episodi anche divertenti (si fa per dire) come quella del prete che uccise, per una questione di donne, un nobile per poi diventare il capo della malavita organizzata nell’in-tero Regno di Napoli. Il libro è stato ripubblicato una ventina di anni fa da Pironti e se ne trovano ancora (per chi fosse interessato) delle copie che si posso ordinare anche on line. In questo libro a pagina 255 si trova la storia della camorra aversana all’inizio del ‘900. Si parla di Pietro Rosano che aveva ostacolato in tutti i modi l’inchie-sta Saredo per proteggere i suoi amici. Pietro Rosano nel 1900 era stato can-didato nel collegio di Aversa dove i voti erano in mano ad un sedicente avvocato, tal “Peppuccio Romano”, che è indicato nei rapporti di polizia dell’epoca come il capo della camorra. Nemico giurato di Rosano era il marchese Gerardo Capece Minutolo di Bugnano, fratello di un par-lamentare napoletano, vinse le elezioni che poi furono annullate, mentre Roma-no si faceva eleggere nel collegio di Sessa Aurunca. Rosano si suicida perché a suo dire era stato accusato ingiustamente per una somma di 4000 lire presa da un esule russo. Gli storici, non quelli locali che ad onor

del vero delle vicende di Peppuccio Ro-mano, Serra e altri personaggi aversani si sono interessati davvero poco, danno versioni completamente diverse del suo suicidio e delle vicende della camorra di inizio secolo scorso. Aggiungo solo che negli atti parlamentari c’è una invettiva contro Romano del deputato socialista Morgari che sostenne in Parlamento che “nel 1985 eravate presidente della mala-vita si Aversa”. Se vi interessa, sul sistema di potere di Peppuccio Romano Olindo Isernia ha scritto dei pregevoli saggi che potete trovare facilmente sul web. Il lavoro di Olindo Isernia, tra l’altro, si basa su una lunga relazione conservata all’Archivio di Stato di Caserta su trent’a-ni di controllo dell’Amministrazione comunale di Aversa a cavallo fra ‘800 e ‘900.Queste vicende mi sono venute in mende mentre leggevo il numero scorso di Nero Su Bianco e degli sforzi meri-tevoli dell’associazione “Normann” per pulire il monumento a Pietro Rosano imbrattato da scritte con gli spray. Io, già in passato, da queste colonne avevo fatto notare come Rosano non meritasse

un monumento e che forse si dovesse addirittura abbatterlo. Ma il lavoro volontario dell’associazione mi ha fatto nascere un’altra idea. Perché invece di impegnare i ragazzi degli istituti supe-riori in improbabili millenni e sterili ricerche non si impegnano nella ricerca storica di inizio secolo scorso? Perché tra le mille iniziative non cerchiamo di organizzare dei seminari (invitando stu-diosi delle organizzazione criminali, a cominciare da Olindo Isernia e finendo ad Isaia Sales, passando per don Peppi-no Garofalo)? Perché non recuperiamo la memoria storica di quello che è avve-nuto a cavallo fra 800 e 900, cercando di capire perché questo Comune per oltre trent’anni è stato in mano a una banda criminale che ha fatto il bello e il cattivo tempo in questa citta, anche se poi qualcosa ha realizzato, ma è stato più quello che è stato rubato (in termini di sviluppo, di soldi, di una vita migliore) che quello che è stato dato?Badate bene, non si tratta di processare nessuno dopo 118 anni, ma di cercare di far capire ai ragazzi che la retorica che è stata alla base della realizzazione di quel monumento non ha nulla a che vedere con l’onorabilità del personaggio e delle vicende. Sarebbe bello, quindi, ricostruire la storia della nostra città dalla porta San Giovanni a porta Napoli, sarebbe bello scavare nei meandri degli avvenimenti vecchi di oltre un secolo per scoprire cosa c’era di buono e cosa di marcio. Capire la storia per capire il presente e preparare il futuro. Sarebbe un lavoro meritorio del quale dovrebbe farsi promotore l’Amministra-zione comunale. Le iniziative proposte hanno costo zero o un costo assoluta-mente minimo e sopportabile. So che molti di voi leggeranno questo scritto e ci saranno i favorevoli e i contrari: questo è il bello della discussione e del confronto. Fatelo, però, con carte in mano come faccio io. Buona domenica a tutti.

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Il consigliere Di Virgilio: “E’ importate sentirsi parte di un luogo e della sua storia”

Il “Mattei” e le visite guidate teatralizzate

L’INIZIATIVA

Un’iniziativa di grande interesse quella svol-tasi sabato 26 e dome-

nica 27 maggio. Gli studenti di quarta dell’I.S.I.S.S. “Mattei” hanno svolto vi-site guidate teatralizzate e hanno portato i turisti in giro per la nostra città. L’ini-ziativa, chiamata “Aversa: l’abbandono e la follia”, è nata dalla collaborazione di vari enti pubblici e privati insieme a numerose associazioni ed è stata patro-cinata dal Comune. La manifestazione è partita dal museo degli esposti e si è conclusa all’ex O.P.G. I ragazzi, tutti bravissimi, hanno portato i visitatori alla Maddalena, al palazzo Saporito, alla chiesa di Santa Maria degli Angeli e al museo diocesano. A parlarci della cosa è stato il consigliere comunale Francesco Di Virgilio che, insieme all’Assessore Alfonso Oliva, si è occupato dell’orga- La performance all’ex manicomio S. Maria Maddalena di Aversa

w Martina Melino

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L’INIZIATIVA

nizzazione: “Questo progetto ha visto come protagonisti i ragazzi dell’istituto ad indirizzo turistico per riscoprire quei luoghi che sono poco conosciuti anche dagli stessi cittadini aversani. Poche sono le persone che conoscono davvero le loro radici e la loro storia. Non abbia-mo identità, non conosciamo le nostre radici culturali. Dobbiamo educarci. Per i ragazzi c’è l’alternanza scuola-lavoro. Sarà per loro un’opportunità per scopri-re il loro futuro mestiere. È stato bello vedere i ragazzi all’opera, confrontarsi con loro. Il coinvolgimento di perso-ne di ogni età serve a sentirci parte di qualcosa. A renderci protagonisti non occasionali. Aversa ha bisogno di una riscoperta dei valori culturali. Abbiamo contattato anche gli esercenti. Si sono mostrati interessati Confesercenti, Con-fartigianato e Confagricoltori. Abbiamo voluto far scoprire i nostri sapori. Il percorso culturale e gastronomico può essere l’anello fondamentale per far di-ventare la nostra una città turistica. La Costituzione usa il termine “tutelare” nei confronti del patrimonio artistico e culturale. Secondo il mio parere è un termine monco. Dobbiamo valorizzare le bellezze della nostra città. Non basta organizzare le manifestazioni. Per por-tare il turismo nella nostra città l’Ammi-nistrazione deve progettare. Le scuole e

Il progetto, denominato “Aversa: l’abbandono e la follia” e nato dalla collaborazione di vari enti pubblici e privati Comune, si è svolto il 26 e il 27 maggio scorso

i ragazzi sono interlocutori privilegiati. Sono loro che possono promuovere la conoscenza dei beni materiali e imma-teriali locali. La scuola è un luogo di in-contro e di scambio di esperienza. Ha lo scopo di far nascere una coscienza civi-le e di costruire un senso di appartenen-za ad una società che cresce. Attraverso il dialogo tra i giovani e le istituzioni bisogna anche rimarcare il rispetto del-le regole. I ragazzi devono imparare il senso del dovere. Attraverso la deturpa-

zione di monumenti o anche il semplice gettare l’immondi-zia in luoghi inap-propriati, si genera il fenomeno dei non-luoghi e il di-lagare della micro-criminalità. Noi come amministra-zione stiamo facen-do il possibile per combattere questi fenomeni. È impor-tate sentirsi parte di un luogo e della sua storia. Stiamo formando le giovani generazioni ad un nuovo modo di fare cultura”.La rappresentazione teatrale a palazzo Saporito

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Malasanità, i due pesi e le due misure dei media tra nord e sud

Sull’episodio di Milano, dove si inventavano gli interventi chirurgici per “bramosia e cupidigia del danaro”, le riflessioni senza peli sulla lingua del nostro concittadino

Caianiello: “Con noi la stampa sarebbe stata così discreta?”

w Geppino De Angelis

SANITA’

E’ ancora valido per certi medici il “giuramento d’Ippocrate” ovvero il codice etico dell’arte

sanitaria, che dovrebbe essere il cardine fondamentale per chi dovrebbe conce-pire la propria attività come una vera e propria missione? Un interrogatorio al quale, stando alle notizie che non di rado si leggono sugli organi d’infor-mazione, si deve dare, purtroppo, una risposta negativa. Senza, ovviamente, voler generalizzare, certi episodi in-qualificabili, che vedono protagonisti in negativo certi medici, pervasi dalla bramosia di accumulare danaro, lascia-no notevolmente perplessi. L’ultimo episodio in ordine cronologico quello verificatosi nei giorni scorsi a Milano dove sono stati tratti in arresto, oltre ad alcuni medici del CTO-Pini, la direttrice sanitaria ed un imprenditore. Pesanti le accuse per tutti per aver, tra l’altro, giustificato la necessità di un’ope-razione ad un paziente che, a loro dire, rischiava l’amputazione di un piede a causa di un’infezione, praticamente inventata. A carico dei coinvolti nell’inqualificabile vicenda (una delle tante …purtroppo) il gip ha parlato di “bramosia, cupidigia del danaro”. Su questo episodio di malasanità (che, ovviamente, non scalfisce il prestigio e a reputazione di migliaia e migliaia di medici che, onestamente, fanno il proprio lavoro, spesso tra innumerevoli difficoltà di vario genere) riportiamo l’intervento del nostro amico Peppino Caianiello, cardiochirurgo pediatrico di fama nazionale, dimessosi qualche anno addietro dal “Monaldi” per protestare contro la carenza di personale sanitario

mettendo mai in discussione il sistema. Premesso che il Servizio S a n i t a r i o Nazionale Ita-liano, secondo me, è uno dei migliori al mondo, purtroppo la Sanità al Sud per tanti anni è stata con-siderata solo un serbatoio elettorale e oggi si scopre

in deficit e quindi, per meri calcoli ra-gionieristici, è sottoposta a tagli lineari che non tengono conto delle criticità e delle eccellenze. Ecco, mi domando, se questi episodi fossero successi al Sud, quali sarebbero stati i commenti? La stampa sarebbe stata cosi discreta? O avrebbe insinuato che tali episodi erano legati alla mentalità meridionale? E che quindi c’era da aspettarselo e che sicu-ramente non erano episodi sporadici e ancora, ancora, ancora .... È per questo motivo che i fatti di Milano ci devono far riflettere e ci devono spingere a smettere di piangerei addosso perché penso sia giunto il momento di mostra-re con orgoglio le nostre capacità e le nostre eccellenze (che esistono ma non sono messe in valore). Solo così possia-mo colmare il divario che ci divide dal Nord. Se poi anche la Politica nazionale (con la P maiuscola) decidesse di inve-stire soldi al Sud e la Politica locale di spenderli “bene” ci potremmo aspettare una rinascita che sicuramente andrebbe a beneficio della Nazione intera”.

e parasanitario. Di seguito le dichiara-zioni del dott. Caianiello che ringra-ziamo per la sua cortese disponibilità e per il suo intervento senza peli sulla lingua. “Considerando i pessimi episodi di malasanità accaduti in Lombardia con l’arresto di medici importanti che, pur di incassare mazzette dalle aziende sanitarie, erano disposti a tutto, anche ad operare persone perfettamente sane, sorgono spontanee alcune riflessioni. Innanzitutto che l’avidità umana non ha limiti e che, mentre una volta l’attività del medico era una missione tutta rivol-ta alla cura dei pazienti (giuramento di Ippocrate), oggi la mancanza di cultura, che pervade la società intera, ha tra-sformato l’Arte del Medico in un lavoro come un altro senza alcun rispetto per le sofferenze altrui. L’episodio è gra-vissimo ed i soggetti interessati vanno puniti con la massima severità senza alcuna attenuante. Tutta la stampa si è scandalizzata, ma l’episodio è stato cir-coscritto, come credo sia giusto, a livello dei singoli personaggi inquisiti non

La notizia dello scandalo sul Tg 3 lombardo

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Farsi internare nell’Opg, una splendida folle idea

I 40 anni della legge 180 ricordati con la messa in scena di “Matricola Zero Zero Uno”

Un caloroso e folto pubblico, la sera del 28 maggio 2018, presso il Teatro Cimarosa

di Aversa, ha assistito alla messa in scena di “Matricola Zero Zero Uno”, liberamente ispirato all’omonimo testo di Nicola Graziano con foto di Nicola Baldieri, per la regia di Antonio Iavazzo e la produzione di Elpidio Iorio per “PulciNellaMente”. Credo che non poteva esserci miglior modo per ricor-dare che sono trascorsi ormai 40 anni dall’emanazione della legge 180 che ha chiuso definitivamente in Italia la stagione manicomiale. Proprio qui ad Aversa, città che ha legato per due seco-li il suo nome a quello della Psichiatria. Aversa ha avuto il triste primato del primo manicomio civile del Sud Italia, nel 1813, e del primo manicomio crimi-nale d’Italia, nel 1876. Che, però, dopo una prima lunga fase di splendori, sono diventati sinonimo di lager. Del resto, non diversamente da tutti i manicomi d’Italia. Abbiamo chiuso la Maddalena ormai vent’anni fa. Non è questa la sede per parlare del suo abbandono e delle sue potenzialità. Abbiamo contribuito a chiudere il “Saporito” anche con l’at-tivazione di una REMS a Mondragone. E’ doveroso ricordare che il processo di superamento degli Opg ha preso le mosse proprio da Aversa, dopo le ispezioni della Commissione Europea per la Prevenzione della Tortura che ne constatò le condizioni inaccettabili di vita degli internati e che costò all’Italia una condanna. La contenzione mecca-nica venne solo allora del tutto abolita.Quando Nicola Graziano mi accennò del suo proposito di farsi internare nell’Opg mi sembrò subito una splendi-

da folle idea. Mi era già presente la sua sensibilità ed il suo impegno sociale, ma a mio avviso era molto significativo che un magistrato, che si trova spesso a dover decidere del destino di una persona, si mettesse seppur per un breve tempo nei panni degli ultimi fra gli ultimi e sperimentasse sulla propria pelle cosa significava l’internamento manicomiale. La bellezza del libro sta, però, nel non essere uno scritto per addetti ai lavori, ma umorale, affettivo, empatico e dà il senso di una coinvol-gente esperienza umana che trasmette le emozioni del rapporto con persone diseredate, senza pietismi e falso buoni-smo. La vera volontà è quella di capire il senso e l’utilità delle misure di sicurezza e del conseguente internamento. Il libro ci racconta di storie umane uniche ed irripetibili, con il loro portato di sofferenza, emarginazione, esclusione e ghettizzazione. Contemporaneamente l’importanza del libro è documentale, sta nel fatto che

anche grazie alle bellissime immagini di Nicola Baldieri, che ha condiviso l’internamento, si sia fermato nel tem-po la condizione dell’Opg di Aversa, un istante prima della sua definitiva chiusura. Nicola, infatti, entra nell’Opg il 27 ottobre 2014. Un autentico orrore indegno di un paese appena civile, come ebbe a dire Giorgio Napolitano, nel 2012. Sono le ultime immagini di un mondo che non esiste più. L’Opg di Aversa ha passato il testimone alla REMS di Mondragone, ma con una diversa visione: da esclusione sociale a pratiche di inclusione sociale. Hanno il valore della testimonianza: per non di-menticare e per evitare il revisionismo che oggi su tutti i campi dilaga. Nessuno potrà dire io non c’ero. Perché, come ha scritto Christa Wolf (Trama d’infanzia), “Il passato non è morto; non è nemme-no passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come se ci fosse estraneo”. *Resp. nazionale Nuovi marginalità e nuovi diritti Psichiatria Democratica

w Giuseppe Ortano*

Il libro di Graziano ha ispirato lo spettacolo teatrale al “Cimarosa” del 28 maggio. “E’ signifi cativo che un magistrato si sia messo nei panni degli ultimi fra gli ultimi”

IL COMMENTO

Una scena dello spettacolo teatrale scritto da Antonio Iavazzo

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Per molti lustri stimato docente di disegno e storia dell’arte nelle scuole medie, scrittore, poeta ed

eccellente pittore per vocazione: questo l’identikit di Antonio Conte, nostro conterraneo. Diplomatosi nel 1961 ma-estro d’arte, sezione scultura decorativa, presso l’istituto d’arte di Napoli, Antonio Conte ha riportato lusinghiere afferma-zioni con mostre personali a Lucera (1966), Foggia (1967), Aversa (1967), Caserta (1969), Aversa (1971), tanto per citarne solo alcune, senza dimenticare tantissimi altri riconoscimenti attribuiti alle sue opere in varie estemporanee, in mostre internazionali, in tante città italiane, con articoli di numerosi, im-portanti critici d’arte. Nel settore letterario ha pubblicato diversi libri e raccolte di poesie “alle quali, come ebbe a scrivere alcuni decenni addietro il nostro indimentica-bile amico preside Giacomo Zapparrata,

Conte: “Così ho conosciuto le verità di Gesù”predicatore, in quasi tutti i suoi libri ha trattato argomenti religiosi da “Rifles-sioni bibliche” a “Gesù insegna”. “Per 40 anni - afferma - ho vissuto una vita per me normale con l’intento di diventare un pittore di fama internazionale, ma ad un certo punto mi fu parlato di un Gesù diverso da come mi era stato insegnato e dissi: “sono stato cattolico apostolico romano”. Mi fu risposto: “sei un cattolico apostolico e non leggi la bibbia?”. Fu allora che cominciai a leggere la parola di Dio ed a scoprire la sua verità, comin-ciando a desiderare con tutto me stesso che Gesù si manifestasse nella mia vita e ciò avvenne il 2 novembre del 1979. Ero rinato, ero una nuova creatura. Da allora ho cominciato a scrivere, foglio su foglio la verità della Bibbia , di Gesù, di Dio, facendo nascere il desiderio di far conoscere agli altri le meraviglie nasco-ste nella parola che Dio ci rivela”.

Geppino De Angelis

affida le intime vibrazioni della sua anima di artista così come nel passato le aveva sempre espresse nella pittura con opere di notevole livello artistico”. Conte, cattolico convertito alla chiesa cristiana evangelica pentecostale di cui è

Antonio Conte

Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia

I bidoni per la raccolta dei rifiuti sono beni comuni e il loro uso

è disciplinato dall’assem-blea. Il condominio non è obbligato a vigilare sui bidoni e su cosa vi viene conferito all’interno. In capo all’amministratore vi sono determinati obblighi: a) l’obbligo di ricevere e custodire i contenitori; b) l’obbligo di informare i condòmini in merito alle norme per la custodia, la conservazione dei conteni-tori ricevuti ed il loro utilizzo; c) l’ob-bligo di cura, manutenzione e lavaggio dei contenitori assegnati, che sono a carico del condominio e devono essere organizzati dall’amministratore; d) è un ulteriore dovere dell’amministratore del condominio individuare le aree adatte

al posizionamento dei contenitori all’interno dei cortili o degli spazi privati condominiali, Gli agenti della polizia locale di Rivoli hanno elevato una multa da 300 euro ad un condominio perché la raccolta differenziata non era stata fatta a norma

di legge. Avverso tale provvedimento, il condominio ha proposto ricorso innanzi al giudice. Il Tribunale di To-rino ha accolto il ricorso e per l’effetto ha annullato la sanzione. Secondo il giudice torinese “la responsabilità di chi commette un’infrazione è personale e il condominio non è obbligato a vigilare sui bidoni e su cosa vi viene conferito all’interno”. Inoltre il Giudice di Pace di Napoli, con la sentenza n. 369 deposi-

tata il 31.08.2016 ha accolto il ricorso presentato da un cittadino annullando l’ordinanza di ingiunzione emessa dal Comune. Secondo il Giudice di Pace di Napoli la multa disposta al cittadino non deve solo indicare gli estremi dell’illecito, ma anche identificare, con precisione, il soggetto colpevole. infatti, la legge è chiara: “risponde della sanzio-ne solo chi materialmente ha commesso l’azione”. Quindi, secondo tale ragiona-mento, l’autorità amministrativa, in caso di violazione di raccolta differenziata (senza identificazione del trasgressore) non può, per ciò solo, inviare la multa al titolare dell’appartamento che paga la tassa sui rifiuti (sulla presunzione che sia stato questi a non osservare l’ordi-nanza comunale sulla differenziata), ma deve identificare, con precisione, chi ha commesso l’illecito.

Cattiva raccolta, multa solo se identifi cati

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L’INTERVENTO

“La scuola alla vigilia di una pericolosa deriva”

Quando mass media, cinema e fiction prendono di mira il pianeta-scuola

Si è sempre detto e sostenuto (e si continua a farlo) che la Scuola debba essere considerata,

congiuntamente alla famiglia, una delle principali agenzie educative delle nuove generazioni. Sembra, però, che negli ultimi tempi il pianeta scuola sia un po’ il bersaglio preferito dei media, non solo ma anche del cinema e di certe fiction televisive che non rifug-gono dal mettere in cattiva luce certi aspetti del difficile mondo scolastico, contribuendo a dare altri colpi di pic-cone al prestigio dei docenti, dirigenti scolastici e di quanti altri, tra tantissime difficoltà di vario genere, dedicano la loro vita alla formazione, all’educazione ed all’istruzione delle nuove genera-zioni, soprattutto tenendo conto che, per vari motivi, l’istituzione famiglia sembra abbia abdicato completamente al suo ruolo preminente, come se a risolvere tutti i problemi debba essere solo ed esclusivamente la Scuola. Su tale argomento riportiamo l’intervento del nostro amico Gianpaolo Graziano, ottimo dirigente scolastico della scuola primaria di Trentola. “Da qualche tempo, la mutevole ribalta dei mass-media ospita storie di ag-gressioni a insegnanti, operatori della scuola, dirigenti scolastici; non solo il tradizionale rapporto di fiducia tra scuola e società sembra ormai corroso, ma anche i primari comportamenti improntati alla civiltà e al buon senso vengono meno. Sembra quasi di assiste-re all’ultimo atto di una pericolosa deri-va, in cui la Scuola - trattata per lungo tempo come “discarica” destinata a rispondere ai più diversi bisogni di una società disorientata - riceve ora anche

tutta la carica di aggressività che intere porzioni della popolazione riversano, genericamente, contro lo Stato. L’azione dei media, che come insegna McLuhan, non è mai “neutra”, non solo racconta acriticamente questo fenomeno, spesso assumendo il punto di vista più banale, ma spesso ricorre alle immagini peg-giori per rappresentare il mondo della scuola, colpevolmente denunciato come sciatto, approssimativo, poco attrezzato. È ancora nelle sale cinematografiche uno dei prodotti recenti più triviali di questa (inconsapevole?) campagna diffamatoria: il film “Arrvano i prof ” di Ivan Silvestrini, che racconta la rocam-bolesca vicenda di un liceo milanese le cui sorti saranno risollevate da un mani-polo di docenti scadenti, disinteressati, eppure tanto simpatici! E tutto questo per decisione di “provveditore” e “pre-side”. Un “preside” pavido e vigliacco è anche al centro della fiction “Il Capita-no Maria”, trasmessa sul palcoscenico sempre più deteriore della prima serata di Raiuno, in cui un dirigente scolastico convince il comandante dei Carabinieri a fargli abbandonare per primo la sua scuola dove qualcuno aveva nascosto una bomba. A parte ogni considera-zione sul lessico desueto che gli autori superpagati di film e serie di successo adoperano (Preside? Provveditore?),

dietro il buonismo e la finta innocenza di produzioni di tal fatta si nasconde il rischio di delegittimazione di diverse categorie professionali e di assestare un ulteriore colpo al sistema della scuola pubblica che - con tutti i suoi limiti e le quotidiane

insufficienze - resta un baluardo irri-nunciabile, forse l’unico, di equità e pro-mozione sociale. In questo inquietante smottamento di valori e antica fiducia, un rischio ulteriore è rappresentato dalla disgregazione di una comunità tradizionalmente solida e affidabile, come è appunto la comunità educante. Sempre più spesso, infatti, dispiace leggere dichiarazioni giornalistiche in cui i docenti additano i dirigenti di acquiescenza nei confronti dei genitori, di arrendevolezza, di asservimento a logiche che non sarebbero quelle educative; o, di converso, i dirigenti che si trincerano dietro la difficoltà di lavo-rare con un corpo docente impreparato ad affrontare le nuove richieste prove-nienti da famiglia e territorio. Di fronte ai cambiamenti in corso, diciamocelo pure, siamo tutti impreparati: nessuna istituzione potrebbe rispondere e adeguarsi a sollecitazioni e chiamate in causa continue e diverse, soprattutto finché resta afflitta dalla permanente precarietà di riforme velleitarie, ca-ratterizzate da continue inversioni di marcia. Ma non possiamo dare, di noi, il triste spettacolo di una comunità educante confusa, frammentata, incerta anche nelle risposte - che dovrebbero davvero essere univoche - all’offesa, alla violenza, alla prevaricazione”.

w Geppino De Angelis

L’intervento del Dirigente scolastico Gianpaolo Graziano mette in luce il rischio di delegittimazione di presidi e docenti ed, in generale, della scuola pubblica

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Ancora una volta il Liceo Scien-tifico Fermi di Aversa, diret-to dalla Dirigente scolastica

Adriana Mincione, sale sul “podio”, classificandosi al primo posto nel corso dell’evento conclusivo del concorso “A scuola di Astroparticelle” tenutosi gio-vedì 23 maggio presso l’Università de-gli studi di Napoli “Federico II”, nella sede di Monte Sant’Angelo.Promosso dall’Istituto di Fisica Nuclea-re in collaborazione con il Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” e gli Istituti SPIN e ISASI del CNR, il concorso era rivolto alle scuole secondarie di secondo grado della Regione Campania e fina-lizzato ad impegnare docenti e studenti delle scuole partecipanti in progetti di fisica astroparticellare. La premiazione è stata il momento conclusivo di un percorso che ha visto la partecipazione di ben ventidue Istituti superiori cam-pani e di un elevato numero di studenti impegnati in progetti aventi ad oggetto una molteplicità di tematiche di Fisica moderna, percorso inserito nel progetto

la partecipazione al proget-to e, poi, al concorso è stata un’esperienza meravigliosa, grazie alla quale hanno avu-to modo di “sperimentare” il mondo della Fisica in manie-ra nuova, con curiosità ed un grande desiderio di scoperta che ha dato loro la consape-volezza che la Fisica è una scienza che appassiona ed affascina. “Non riesco ad esprimere la soddisfazione e la gioia - ha affermato Anna

Di Nocera - di aver dato l’occasione ai ragazzi del Liceo “Fermi” di Aversa di raggiungere questo splendido risultato, in un campo come la Fisica Moderna e la Fisica delle Nanotecnologie, conside-rato da docenti e studenti come un mon-do difficile ed irraggiungibile ma che, in realtà, sa accogliere, entusiasmare, affascinare e… premiare l’entusiasmo, l’impegno ed il sacrificio. Un grande grazie agli organizzatori, alla giuria e a tuti i collaboratori”. Come premio la vi-sita al laboratorio Nazionale INFN del Gran Sasso.

Gli alunni del Liceo Fermi, delle classi 4E, 4F, 4G, impegnati nell’alternanza scuola lavoro “ASL Scienze della Vita”, sono stati guidati dalla prof.ssa Anna Di Nocera

“A scuola di Astroparticelle”, vince il “Fermi” su ventidue scuole campane

Sperimentare il mondo della Fisica, si può

SCUOLA

di alternanza scuola lavoro. Gli alunni del Liceo Fermi, delle classi 4E, 4F, 4G, impegnati nell’alternanza scuola lavoro “ASL Scienze della Vita”, guidati dalla prof.ssa Anna Di Nocera, durante tutto il percorso che ne ha poi decretato la vittoria, con il progetto “Costruire un nanomondo”, hanno profuso massimo impegno, entusiasmo e creatività e la grinta necessaria per “vincere”. Abbia-mo intervistato tre alunne della classe 4G, Francesca Pia Mellino, Giovanna Venditti e Angelica Alamanno che, visi-bilmente emozionate, hanno riferito che

La preside con i ragazzi vincitori

w Raffaella De Angelis

Nel solco di una prestigiosa tra-dizione che va sempre più radi-candosi, l’istituto comprensivo

“Cimarosa-IV Circolo”, da alcuni anni egregiamente diretto da Mario Autore, ha chiuso l’anno scolastico col concerto degli alunni dell’indirizzo musicale. Nel magnifico scenario del Duomo nor-manno, dinanzi ad un folto pubblico, si sono esibiti gli alunni dei docenti Francesco Fumante, Flavio Notabella, Vincenzo Grimaldi, Loredana Dell’A-versana, Gabriele Cioppa, Giuseppina Di Pasqua, Loredana Marchese (che

Concerto della “Cimarosa” con un coro ineditoforte della serata è stato il Quartetto n. 1 in la minore di Cimarosa, eseguito dall’orchestra “Cimarosa Senior”, che si è esibita anche in occasione dell’apertura di Casa Cimarosa presso la chiesa di S. Anna. La novità di quest’anno è stata la presenza del coro formato dagli alunni della scuola primaria e secondaria che hanno cantato, accompagnati dall’or-chestra, concludendo la riuscitissima serata con una performance di grande effetto, eseguendo il “Va Pensiero” dal “Nabucco” di Giuseppe Verdi.

Geppino De Angelis

ha anche curato il servizio di acco-glienza) ed Angela Caputo, collaborati da Annamaria Pierro, mentre perfetta conduttrice della serata è stata, more solito, la prof.ssa Daniela Pelosi. Il concerto di quest’anno si è ispirato alla musica italiana con brani di musicisti di vario genere e di varia scuola. Gli alunni delle prime classi (orchestra “Ci-marosa junior”) hanno aperto la serata debuttando ufficialmente col loro primo concerto, che ha visto l’esecuzione di quattro brani semplici ma efficaci che hanno entusiasmato la platea. Il piatto

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Esibirsi sul palcoscenico del teatro San Carlo, un sogno per tanti, una realtà per i giovanis-

simi componenti del Coro della scuola media “Giovanni Pascoli” di Aversa che si sono esibiti insieme ai cantanti professionisti addirittura con una delle opere liriche per antonomasia: l’Aida di Giuseppe Verdi. Un’esperienza per i ragazzi dell’istituto diretto da Maria Rosaria Bocchino, possibile grazie all’abnegazione dei docenti di Musica Eleonora Ciriello e Bruno Mincione nell’ambito del proget-to didattico “Scuola InCanto”. Un’inizia-tiva attraverso la quale è stato possibile per i giovani allievi aversani imparare a cantare e ad amare l’opera lirica a scuo-la. Docenti e studenti hanno scoperto e vissuto da protagonisti il fascino del melodramma.Il percorso ha previsto seminari, in-contri e laboratori,  sia presso il Teatro partenopeo che presso la scuola, per studenti e docenti, studiati e progettati per scoprire e conoscere vita, opere, curiosità, personaggi, trama e arie dell’opera scelta.Attraverso una serie di corsi di formazio-ne didattico/musicale, i docenti hanno acquisito gli strumenti e le competenze tecniche necessarie per accompagnare e guidare i propri alunni alla scoperta del melodramma e dell’opera lirica.  I docenti non sono stati lasciati soli nel preparare gli alunni: infatti, nelle classi coinvolte si sono tenuti dei laboratori di canto, durante i quali gli esperti di di-dattica musicale e cantanti lirici hanno supportato il lavoro dei docenti. Portata a compimento la preparazione musica-le, docenti, studenti e genitori hanno vissuto insieme l’emozione dello spet-

tacolo finale, o c c a s i o n e di fruizione collettiva e di condivisione dell’esperien-za maturata.Ad andare in scena una v e r s i o n e s p e c i a l e dell’opera, in cui gli alunni sono stati c o i n v o l t i in prima persona, in-terpretando coralmente

insieme ai cantanti professionisti e all’ensamble musicale i brani studiati nel corso dell’anno, eseguendo alcuni movimenti in scena, salendo sul pal-coscenico con i costumi da loro stessi realizzati.A fare da cornice a questo sensazionale evento, in cui tutti i partecipanti hanno vissuto il vero incanto dell’opera il ma-gnifico Teatro di San Carlo.

La scoperta del melodramma e dell’opera lirica è culminata nello spettacolo finale. Sul prestigioso palcoscenico napoletano con i costumi da loro stessi realizzati

Un’esperienza bellissima per l’istituto diretto da Maria Rosaria Bocchino

Al “S. Carlo” l’Aida con i ragazzi della “Pascoli”

Lo spettacolo e, sotto, gli alunni in attesa di esibirsi

w Nicola Rosselli

SCUOLA

Il percorso ha previsto seminari, incontri e laboratori, sia presso il Teatro partenopeo che presso la scuola media di Aversa

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Chiuso il primo “Corso di giornalismo in otto lezioni” organizzato dal nostro giornale

Il giornalismo che appassiona

Il 31 maggio 2018 si è chiusa la prima edizione del “Corso di gior-nalismo in otto lezioni” organizzato

da NerosuBianco con la collaborazione della Pro Loco di Aversa. In via Botti-celli c’è stata la consegna dei diplomi di partecipazione da parte dei decani del giornalismo aversano, Geppino De An-gelis e Gennaro Guida, e del presidente dell’ordine regionale dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, dopo che questi ha tenuto una brillante ultima lezione. Le altre sette “lezioni”, è bene ricordarlo, sono state tenute da Vito Faenza, Livio Varriale, Salvatore Testa, Marco Demar-co, Giuseppe Crimaldi, Biagio Salvati e Nicola De Chiara.

Il corso, ideato da Nicola De Chiara e Vito Faenza per cercare di migliorare la qualità del giornalismo locale, ma anche per verificare la possibilità di un allargamento dei collaboratori della nostra rivista, ha registrato l’iscrizione di trenta partecipanti, di tutte le età, anche se in prevalenza giovani che si vogliono avvinare al sempre affascinan-te mestiere di giornalista. In particolare, con i partecipanti che vorranno passare alla pratica giornalistica vera e propria Vito Faenza vorrebbe creare uno o due pool per approfondire determinati argomenti, condurre inchieste non solo su temi di grande attualità, ma anche e principalmente su molti aspetti della vita aversana che spesso non vengono toccati. Nicola De Chiara ha tenuto la barra ferma, non solo nella sua lezione sulla scrittura giornalistica e la deontologia

FORMAZIONE

w Italia Mauriello

Le lezioni hanno tenuto impegnati trenta “allievi” per tutto il mese di maggio. Grandi giornalisti tra i docenti. La consegna degli attestati con Ottavio Lucarelli

Foto di gruppo al termine della consegna degli attestati

Da sinistra De Chiara, Lucarelli, Santagata, Guida e Faenza continua a pag. 50

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FORMAZIONE

professionale ma durante tutto il corso, nel voler ribadire quali sono i dettami di una professione alla quale molti vogliono accostarsi ma senza specifiche competenze.Lo spaccato dei partecipanti al corso è di quelli estremamente vari, lo hanno frequentato giovani studenti universi-tari, laureati, avvocati, pensionati, inse-gnanti. A loro giudizio il corso è stato di un alto livello. Si è partiti dalle fonti di informazione, la cui importanza è stata brillantemente spiegata da Vito Faenza, per poi passare al Web, con una relazio-ne di Livio Variale notevole, non fosse altro che il giornalista è autore di uno studio scientifico sulle prospettive della rete. Salvatore Testa, che è stato per lun-ghi anni il responsabile della redazione della Agenzia Giornalistica Italia (la seconda per importanza in Italia dopo l’Ansa), ha parlato del lavoro di agenzia, di come vengono rilanciate le notizie, di come sia necessario un lavoro costante e continuo per informare correttamente gli utenti. Il crimine appassiona certamente tan-tissime persone (basti pensare ai gialli trasmessi in TV) e, quindi, durante il corso due cronisti, uno di giudiziaria, Biagio Salvati, e l’altro di cronaca, Giuseppe Crimaldi, cronista di punta de Il Mattino, hanno spiegato il lavoro, le difficoltà, i pericoli che nascondono certi settori della cronaca. Marco Demarco, ex vicedirettore de l’Unità e direttore per lunghi anni del Corriere del Mezzogiorno, ha, invece, parlato dela rapporto fra giornali e po-litica, ponendo anche l’accento su nuove prospettive non solo della rete ma della stessa carta stampata. L’informazione su carta in preda a una grossissima crisi in alcuni paesi sta mostrando timidi segni di ripresa.Nicola De Chiara ha fatto una lunga disamina della deontologia professio-nale di come sia necessaria una grande attenzione nello svolgere, a tutti i livelli, questa professione. Con il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Cam-pania, Ottavio Lucarelli, la discussione è stata ad ampio raggio, si è passati dalle modalità dell’accesso alla professione alle prospettive offerte dalla rete ed anche della necessità della tutela del

Il corso, organizzato da Nicola De Chiara e da Vito Faenza, si è tenuto in collaborazione con la Pro Loco. Geppino De Angelis e Gennaro Guida alla consegna degli attestati

La lezione del presidente dell’Ordine regionale, Ottavio Lucarelli

“Voglio ringraziare - ci tiene a sottolineare De Chiara - il diret-tore del corso Vito Faenza che ha voluto una serie di docenti, tutti suoi amici di penna, preparati e con l’esperienza giusta. Il segreto del successo del corso è stato so-prattutto questo. Ma un ringraziamento va anche fatto alla presi-dente della Pro Loco, Rosanna Santagata, ed al vice presidente

Pasquale Fedele per la disponibilità che hanno mostrato durante lo svolgimento dell’intero corso”. Alla fine la consegna dei diplomi firmati da Vito Faenza e da Nicola De Chiara e un grande arrivederci. Per coloro che vorranno far parte della grande famiglia di NerosuBianco e per coloro che, inve-ce, pressano per partecipare al secondo corso che potrebbe anche tenersi in autunno. Questa è stata la maggiore soddisfazione: tantissime persone han-no saputo dell’iniziativa quando era già in corso e, quindi, hanno fatto sapere che avrebbe voluto partecipare. Saranno accontentati nella seconda edizione.

Guida, Natale, De Chiara, Faenza e De Angelis

lavoro dei giornalisti che troppo spesso vengono aggrediti solo perché stanno facendo il proprio lavoro.

Il giornalismo che appassiona

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Fervono i preparativi nell’associa-zione culturale musicale ”Fagnoni Music School” in vista del saggio

musicale di fine anno del 20 giugno prossimo alle ore 19,00. Lo spettacolo, che avrà luogo presso il Teatro Cimarosa di Aversa , sarà incentrato sulle attività canore e ritmiche svolte per la forma-zione della musicalità di ogni singolo allievo che, a conclusione del percorso formativo annuale, avrà l’opportunità di esibirsi ponendo in luce il proprio talento. Per quest’anno, alla settima edizione, il direttore artistico, il M° Ro-berto Fagnoni, si avvarrà della collabo-razione dei maestri Giuseppe Mazzillo, Mauro Grieco, Alfredo d’Aniello, Paolo Fagnoni e Francesco Fagnoni, nonché

d’Ambrosio. L’associa-zione musicale ”Fagno-ni Music School” nasce, nel lontano 2011, dalla volontà e dalla passione per la musica di un’in-tera famiglia, i Fagnoni, ed in particolare è frutto del connubio tra Mario Fagnoni, nipote dei noti musicisti, e Antimo de Paola. La mission

perseguita è finalizzata alla trasmissione del

sapere acquisito in ambito musicale. L’associazione diviene così luogo di incubazione del talento, di studio, con-fronto e crescita personale.

consente una messa a fuoco rapidissima e di un inedito algoritmo per la gestione dell’HDR. In modalità video il sonic zoom ci permetterà di catturare il suono isolando i rumori esterni al soggetto ripreso e, tramite l’opzione slow motion, potremo realizzare immagini rallentate fino a 240 fps. DxOMark, autorevole sito internazionale di riferimento per la fotografia, ha classificato l’U12+ secondo solo a Huawei P20 Pro! Ottimo anche il rapporto di forma, 18:9 per 6 di diagonale con dimensioni esterne molto contenute e certificazione IP68 per re-sistere ad acqua e polvere. Internamente all’U12+ pulsa uno Snapdragon 845, coadiuvato da 6GB di RAM e 64GB per l’archiviazione, espandibili con microSD fino a 2TeraByte. Grande attenzione all’audio, dove troviamo due speaker stereo e auricolari Usonic, in dotazione, con la funzione di eliminazione del ru-more. Disponibile da subito sul sito web e presto anche nei negozi, HTC U12+ parte da 799 Euro di listino.

Il popolare Brand taiwanese era rimasto finora l’unico, tra i primi al mondo nel settore della telefonia

mobile, a non aver ancora annunciato novità. Ed eccolo, preceduto da una lunga serie di indiscrezioni, ha fatto il suo esordio l’attesissimo Top di Gamma 2018 di HTC, si chiama U12+ e porta con sé tante soluzioni innovative ed un design degno della migliore tradizione aziendale. Partiamo proprio da questo aspetto, per risaltare la bellezza della cover posteriore, realizzata con mate-riale traslucido che lascia intravedere i componenti interni. Poi ci sono i bordi “intelligenti”, non solo in grado di rico-noscere con quale mano impugniamo lo smartphone ma anche di associare funzioni prestabilite, a seconda di come stringiamo le dita. Altra importante caratteristica è quella delle due foto-camere frontali, entrambe da 8MPX, mentre le due posteriori da 16 e 12 MPX, quest’ultima con stabilizzatore ottico, si avvalgono di un sistema che

Anche Htc annuncia il suo top di gamma

HTC U12 Plus

Roberto Fagnoni con i figli e i collaboratori

della partecipazione di giovani talenti nati nella “Fagnoni Music School” quali Generoso Pagliuca, Marica Tirozzi e il giovane tenore aversano Giampaolo

Scuola Fagnoni, al “Cimarosa” il saggio

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Scuola Fagnoni, al “Cimarosa” il saggio

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L’EVENTO

L’impegno di Garzo e Greco va sottolineato, ma non ci sono risorse per intervenire

Delusione dopo il convegno in cattedrale: il Ministero non ha un euro per il recupero della sua chiesa. Ma Diocesi e vertici del Tribunale non demordono

S. Maria degli Angeli,resta solo la mostra

w Nicola De Chiara

E’ stata inaugurata la mostra “S. Maria degli Angeli ad Aversa. Arte e Storia dell’Arciconfra-

ternita del Gonfalone”. Sarà aperta, nel deambulatorio del Duomo di Aversa, fino al 30 giugno, il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, dalle 9,30 alle 12,00, ed il martedì, giovedì e sabato dalle 17,00 alle 19,00, con i componenti dell’associazione “In Octabo” pronti ad accogliere i visitatori. La mostra è stata presentata da un convegno tenutosi nella stessa cattedrale normanna a cui hanno partecipato il Vescovo Spinillo, il Soprintendente Salvatore Buonomo, la presidente del Tribunale Elisabetta Garzo ed il procuratore Francesco Greco, introdotti da mons. Ernesto Ra-scato, Direttore del Museo Diocesano. Al termine del quale Paola Coniglio e Marianna Merolle, della Soprintenden-za Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, con l’aiuto di apposite slide, hanno presentato le opere in esposizione, senza mancare di fare una breve storia della chiesa di S. Maria degli Angeli che si erge accanto al tribunale di Napoli Nord in piazza Trieste e Trento ad Aversa. L’incontro serviva anche a fare il punto sui lavori di ristrutturazione della chie-sa di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia. E a dire il vero l’intervento della Garzo, di Greco e di Buonomo è stato molto esaustivo in merito. In pratica, il Ministero ha risposto picche all’appello di Presidente e Procuratore del Tribunale: non c’è un euro per in-tervenire e recuperare il piccolo gioiello barocco che agli inizi degli anni Trenta del secolo scorso fu messo dal Vescovo di Aversa, Teutonico, nella disponibilità

dell’allora Opg “Sapo-rito” perché diventasse luogo di conforto e di preghiera per i degenti e gli stessi agenti di polizia penitenziaria.Questo non significa che le iniziative finora messe in atto per accendere i ri-flettori sul recupero della chiesa non siano state importanti. Ed è questo che Garzo e Greco hanno sottolineato nei rispettivi interventi. Si è anche parlato di affidare alle università normanne il compito di fare un pro-

getto di recupero della chiesa, mettendo in evidenza le necessità più impellenti. In attesa delle risorse economiche che, prima o poi, dovranno arrivare.Se la chiesa, chiusa dal terremoto del 1980, versa in disastrose condizioni, per fortuna non si può dire la stessa cosa delle opere d’arte che essa custodiva. Negli anni sono stati salvati non solo la grande tela di Francesco Solimena (oggi “La Madonna del Gonfalone” è uno dei pezzi forti del museo diocesano), ma anche le tele di Giovan Battista Lama,

tutte restaurate qualche anno fa, e di Giuseppe Simonelli. Queste opere sono esposte nella mostra assieme ai registri delle visite pastorali dei vescovi Balduino de Balduini, Pietro Orsini e carlo I Carafa, aperti nelle pa-gine in cui si parla della chisa di S. Maria degli Angeli, documenti storici importantissimi che emo-zionano non poco.

Esposte le grandi tele di Solimena, Lama e Simonelli, salvate a suo tempo ed alcune anche restaurate. Emozionano le Sante Visite dei Vescovi che parlano della chiesa barocca

Il tavolo dei relatori

La mostra nel deambulatorio del Duomo

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STORIA NOSTRA

Così la Democrazia Cristiana mise in difficoltà i liberali dopo il voto del 18 aprile

Fiordiliso si dimetterà nel novembre del 1949, sostituito da Tullio De Chiara. Ma anche ad Aversa lo scudo crociato era destinato a decenni di potere incontrastato

Nel 1948 l’opposizione si dimise in massa

w Enzo Della Volpe

Recita il Talmud (te-sto sacro ebraico): “Se vuoi sapere dove

stai andando, scopri prima da dove vieni”. L’11 giugno 1946 si sciolse il Comitato di Liberazione. A novem-bre si votò ad Aversa per le Comunali con il sistema maggioritario. Conseguì il successo la lista liberale, capeggiata dal notaio Gen-naro Fiordiliso. Benedetto Croce tenne un comizio ad Aversa. La minoranza andò alla Democrazia Cristiana. Il 12 dicembre 1946 s’insedia in Comune l’Amministrazione, fu elet-to sindaco Gennaro Fiordiliso, uomo sensibile ai problemi culturali della cit-tà. La sua non sarà un’Amministrazione tranquilla, l’opposizione gli rese non poche difficoltà.Dopo il 18 aprile 1948 i consiglieri co-munali dell’opposizione, D.C., forti del risultato elettorale riportato alle politi-che, invitarono il Sindaco a dimettersi. Solo il grande equilibrio di Fiordiliso riportò la situazione amministrativa alla normalità. I consiglieri di opposizione, infatti, forti della schiacciante vittoria ottenuta dallo scudo crociato a livello nazionale, rassegnarono in toto le di-missioni. La motivazione era politica: “considerando che il Consiglio comu-nale e per esso la Giunta ha cessato di essere l’espressione del corpo elettorale”. Eppure i liberali fecero non poche cose al comando di Aversa. Tutta una serie di economie e di tagli al bilancio, dopo i tremendi anni trascorsi in gravi deficit, portarono al pareggio del bilancio nel

1947, anche se determinate fu un ulte-riore contributo statale ammontante a circa cinque milioni di lire. In seguito, ma per sua volontà, nella seduta del Consiglio comunale del 28 novembre 1949, Fiordiliso rassegna le dimissioni da Sindaco adducendo al

fatto che l’incarico in Comune lo distoglieva non poco dagli impegni professionali e familiari: “Finché è stato possibile ho dedicato quanto potevo alla mia grande famiglia, che è la mia città, ora sento che, se restassi in questa carica, verrei meno a un altro dovere: quello di padre”. Il Consiglio accettò le sue dimissioni. Gli succede, fino alla fine del man-dato, l’avv. Tullio

De Chiara che operò nel solco del suo predecessore. Tullio De Chiara, con il prestito di 52.120.000 lire ricevuto dalla Cassa Deposito e Prestiti, fece ripartire le opere pubbliche da realizzarsi in città. Curò l’edilizia scolastica, sistemò alcune strade cittadine, intensificò la rete telefonica in città, risolse l’annoso problema dell’approvvigionamento idrico, stipulò un nuovo contratto per l’illuminazione pubblica e avviò i lavori per la costruzione delle case popolari. Tullio De Chiara terminò il mandato con un avanzo nelle casse comunali di circa 40.000.000 di lire, somma che destinò poi all’ampliamento dell’edificio scolastico di San Francesco. Nel maggio del 1952 si tennero ad Aversa le nuove elezioni amministrative, ma questa volta con il sistema proporzionale. Il risultato era già scontato, si ebbe una schiacciante vittoria della Democrazia Cristiana, che rimarrà al potere per parecchi anni.

Gennaro Fiordiliso, Sindaco dalla fine del 1946 al 1949

I consiglieri di opposizione dopo il 18 aprile del 1948, forti della schiacciante vittoria ottenuta dalla Dc a livello nazionale, rassegnarono in toto le dimissioni

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STORIA NOSTRA

Due personaggi diversi ma entrambi relegati nell’oblìo come tanti altri conterranei

La storia di Romualdo Marrone e Alfredo Vespaw Antonio Marino

Non pochi sono gli aversani che si sono messi in luce, in vari campi, nella seconda metà del

secolo scorso. Tra essi ci preme rispol-verare e ricordare Romualdo Marrone e Alfredo Vespa, due personaggi diversi che, pur avendo inciso il loro tempo, sono stati relegati nell’oblìo come tanti altri conterranei. Marrone vide la luce nel 1923 quando era pro-sindaco l’industriale Girolamo Vitale. Conseguita la maturità classica, si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filoso-fia dell’Ateneo napoletano, laureandosi giovanissimo. Spirito inquieto e mente febbrile, si diede subito da fare dedi-candosi alla musica e al giornalismo. In campo musicale, come compositore e pianista d’eccezione, mise su alcuni complessi pionieristici di jazz negli anni ‘43, ‘44 e ‘45, imponendosi all’attenzio-ne con la sua “Star jazz”, una poliedrica formazione di valenti elementi. Con l’avanzare della nuova musica leggera italiana, agli inizi degli anni ‘50, Marrone sciolse la sua banda e si trasferì a Napoli per ragioni di lavoro e per esse-re più vicino ai giornali del capoluogo. Ebbe inizio la sua carriera di docente e di pubblicista, che lo renderà noto negli ambienti culturali dell’epoca. In qualità di docente, insegnò Lettere presso i licei classici e scientifici del napoletano facendosi apprezzare per il suo acume. Come giornalista pubblicista prese a collaborare con i principali quotidiani napoletani con articoli di terza pagina (quella letteraria) che erano seguitissi-mi. Collaborò anche con la Radio e la Televisione creando alcune trasmis-sioni di successo. Al suo attivo diverse pubblicazioni antologiche e saggi di critica letteraria su argomenti e persone importanti. Dove Romualdo si distinse maggiormente fu in campo editoriale e fu infatti il primo o direttore della “Gui-da Editori”, fondatore de l’Associazione

Conseguito brillantemente il diploma artistico, intraprese la carriera scolasti-ca insegnando in diverse scuole prima di essere trasferito dalle nostre parti …venendo stimato come uomo e docente. Non tanto per la serietà che lo contrad-distingueva quanto per l’amore passio-nale che infondeva nell’insegnamento, tra ragazzi provenienti da ambienti per lo più deprivati. Accanto allo studi o all’insegnamento, sin da giovanotto, Vespa ebbe ad interessarsi anche e principalmente di pittura dipingendo, negli avanzi di tem-po libero, tele a ripetizione che poi …schivo dei riflettori conservava nel suo studio-appartamento. Ottimo disegnatore e uomo di cultura, attraversò tutte le esperienze artistiche del suo tempo per approdare a livelli di espressione artistica di chiara limpidez-za ed originalità. Discreto per natura, dal carattere introverso, si mantenne sempre lontano dalle conventicole lavorando silenziosamente -come fu detto - con una fredda e travolgente ansia, producendo opere variamente valutate e discusse ma di certo degne di attenzione e interesse. Osservando le Quali s’intuiva il dramma esistenziale dell’uomo contemporaneo, costretto a vivere in una società disumana e disumanizzante dove ogni piccolo particolare impresso sulla tela stava a rappresentare il senso stesso della vita mutevole dei mortali. Per il suo carattere schivo della ribalta, partecipò soltanto a mostre di un certo livello artistico-culturale, riscuotendo lusinghieri consensi dalla critica spe-cializzata nazionale. La sola “personale” da Lui presentata fu quella (voluta dagli amici) organizzata presso “Il Bugigatto-lo” di Aversa nel 1979, durante la quale non volle vendere sue opere ..tenendole gelosamente custodite per sé. Opere che dopo la sua morte, avvenuta nell’agosto del 1998, furono oggetto di una lunga disputa tra i familiari.

Alfredo Vespa

Napoletana Editori e ideatore nonché direttore dell’importante collana “Na-poli Tascabile”. Tra le sue pubblicazioni rilevanti vanno ricordate “C’era una volta Napoli”, un’opera che conta ben sessanta fascicoli; “Le strade di Napoli” e soprattutto “Napoli, guida insolita”. Un variegato lavoro preziosissimo, in cui Marrone pone in risalto il vero volto della Napoli del tempo mettendone in controluce pregi e difetti, indagando nelle sue peculiarità. Un’opera ponde-rosa e interessante, le cui faccettature hanno talvolta un qualcosa in comune con la sua terra natìa , Dopo aver speso tutta una vita per far conoscere Napoli, il nostro si spense ad Ischia nell’agosto del 2003: aveva ottant’anni. Se ne andò in silenzio, lon-tano - come è stato detto - dai fastidiosi rumori del sottofondo della cultura napoletana, della quale è stato uno degli interpreti più assidui e appassionati.Alfredo Vespa, meno conosciuto (me-glio misconosciuto) per la sua innata riservatezza, aprì gli occhi nel 1929. Dorio aver ultimato le scuole primarie, s’iscrisse all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ove ebbe come Maestri alcuni dei migliori Artisti dell’Istituto.

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STORIA NOSTRA

Note in margine alla mostra su Cimarosa, la medaglia di Barre e l’incisione di Bridi

Casa Cimarosa, il megliodella mostra di Vitiw Franco Pezzella

L’apertura, domenica 27 mag-gio, della casa dove ebbe i natali Domenico Cimarosa

è stata accompagnata dall’esposizione di una raccolta di documenti originali (incisioni, stampe, spartiti d’epoca, libretti, francobolli, medaglie, giornali d’epoca etc.) legati all’attività e alla fama del musicista aversano. I cimeli, provenienti dalla collezione del mae-stro Piero Viti, che ne è stato anche il curatore in collaborazione con l’Asso-ciazione Accademia Mediterranea Arte & Musica e con alcuni alunni del locale Liceo classico e musicale “D. Cirillo”, sono stati l’occasione, per numerosi cittadini, di “toccar con mano” la gloria e la fortuna (mai parola ci sembrò più appropriata per sfatare l’impietosa fama di menagramo che ha accompagnato, specialmente in passato, la figura di Ci-marosa) che arrise al grande musicista aversano. Tra i pezzi presentati, circostanziando il discorso alle sole testimonianze iconografiche, spiccava per importanza, soprattutto, la medaglia coniata nel 1834 dall’incisore francese Jean Jac-ques Barre, pertinente alla prestigiosa Series numismatica universalisVirorum Illustrium - una raccolta di medaglie prodotte da Amedèe Pierre Durand tra il 1818 e il 1846 in virtù della quale, l’autore fu, peraltro, insignito, nel 1842, del prestigioso titolo di Cavaliere della Legion d’onore - che celebra tra gli altri, Mozart, Hydin, Bacon, Newton, Lutero, Calvino, Michelangelo, Linneo, Copernico, Shakespeare, Cervantes, Dante, lo zar Pietro il Grande e l’impe-ratore Carlo V. Duole constatare, però, che nell’epigrafe che accompagna sul verso della medaglia l’immagine del musicista sia riportato, erroneamente, come suo luogo di nascita Napoli e non Aversa. Nato a Parigi nel 1793, dopo un

corto collo; il viso rivolto di tre quarti verso sinistra è ornato da una folta e ricciuta capigliatura. Un tocco di briosa vivacità traspare dall’espressione del volto, dominato dalle guance paffute che formano una leggera piega ai lati del naso e della bocca carnosa in procinto di dischiudersi ad un mesto sorriso. L’incisione apparve nel primo volume della raccolta, denominata Iconografia Italiana degli uomini e delle donne celebri Dall’epoca del risorgimento delle scienze e delle arti fino ai nostri giorni, edita a Milano nel 1837 presso l’Editore Antonio Locatelli, e precede le sette pagine, contrassegnate da numeri romani, delle brevi note biografiche dettate da Isidoro Cambiasi. Professore all’Accademia di Belle Arti di Milano, Luigi Bridi è conosciuto per le nume-rose incisioni che realizzò con altri incisori per il catalogo della Pinacoteca del Palazzo Reale delle Scienze e della Arti di Milano di Robustiero Gironi edito nel capoluogo lombardo nel 1812. Realizzò anche quattro litografie per il catalogo della Real Galleria di Torino di Massimo D’Azeglio, Torino 1836-46 e della Real Galleria Pitti di Firenze, Firenze 1837- 42. Alcune sue litografie tratte da originali di Raffaello furono utilizzate da Francesco Longhena per illustrare la sua Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino.

breve periodo di apprendistato presso Nicolas Pierre Thiolier, Jean Jacques Barre si affermò rapidamente come uno dei più bravi medaglisti francesi meri-tandosi l’incarico di incisore generale presso la zecca, compito che assolse, con grande professionalità dal 1842 fino al 1855, anno della sua morte. In questa veste, infatti, incise e disegnò numerose medaglie, monete, banconote e il Gran sigillo di Francia, il sigillo ufficiale della Repubblica francese. Sue sono anche le due prime serie di francobolli francesi: la cosiddetta serie di “Ceres”, pubblicata nel 1849, e quella di Napole-one III. I suoi due figli, Albert Désiré e Jean Auguste gli successero nell’incari-co di incisori generali.Accanto alla medaglia vanno segnalate alcune incisioni note e meno note, tra le quali una citazione particolare la merita sicuramente quella che, realizzata da Luigi Bridi (Milano 1793 - 1868), ri-produce il primo e, forse, il più veritiero ritratto del maestro. L’incisione (cm. 11.5 x 11) è tratta, come recita l’epigra-fe sottostante al ritratto, da un disegno realizzato dal vero da Costantina Col-tellini, una pittrice miniaturista attiva a Napoli nella seconda metà del XVIII secolo, sorella della più famosa Celeste, soprana e grande amica di Cimarosa. Il musicista vi è raffigurato a mezzo busto, spalle tondeggianti e testa grossa su un

La medaglia di Jean Jacques Barre

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Note in margine alla mostra su Cimarosa, la medaglia di Barre e l’incisione di Bridi

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parole d’elogio da parte degli organiz-zatori per la corposa presenza assicurata e per l’impeccabile “stile” che da sem-pre contraddistingue l’antica Congrega normanna. Oltre al momento prettamen-te spirituale la trasferta salernitana ha ri-servato ai confratelli aversani piacevoli

ASSOCIAZIONI

Si è concluso lo scorso 26 maggio il “VII Cammino Regionale delle Confraternite della Campania”,

organizzato dalla Arcidiocesi di Saler-no-Campagna-Acerno e dalla Confede-razione delle Confraternite delle Dioce-si d’Italia con il patrocinio della Città di Salerno.L’importante appuntamento regionale ha visto quest’anno la partecipazio-ne della rinomata Confraternita di San Rocco in Aversa, presente a Salerno con una nutrita delegazione di confratelli e consorelle uniti in preghiera lungo le strade cittadine.Il gruppo aversano, accompagnato dal Padre Spirituale don Emilio Nappa e guidato dal neo Priore Alessandro Can-nolicchio (subentrato da poche setti-mane ad Antonio Mariniello giunto al termine del suo priorato), ha ricevuto

Ha partecipato al “VII Cammino Regionale delle Confraternite della Campania”

Parole d’elogio da parte degli organizzatori per la corposa presenza assicurata e per l’impeccabile “stile” che da sempre contraddistingue l’antica Congrega normanna

S. Rocco, confraternitache si fa rispettare

momenti di risco-perta artistica e culturale: giunti a Salerno dalla mattinata di saba-to, i graditi ospiti hanno potuto ci-mentarsi in una passeggiata arti-stica tra le bellez-ze della città, ac-compagnati dagli allievi del locale Istituto Alber-ghiero “Roberto Virtuoso” cicero-ni per l’occasio-

ne ed organizzatori del pranzo tenutosi presso la struttura scolastica. Il rientro in serata con la grande soddisfazione degli organizzatori ha così concluso una giornata di grande partecipazione e di autentica armonia per i confratelli abbi-gliati con il tradizionale saio verde.

Il gruppo aversano di S. Rocco

Al liceo classico “Domenico Cirillo”, in un’aula magna gremita, presentato il libro di

Arcangelo Pellegrino “La Scuola di Po-sillipo- Napoli, la pittura di paesaggio”. Pellegrino, docente presso il glorioso liceo normanno, accende i riflettori su un periodo artistico molto importante non solo per Napoli ma per tutta la storia dell’Arte, nato nella prima metà dell’Ottocento e anticipatore di altri movimenti europei come appunto l’im-pressionismo francese. Nel 1820, Anton Sminck van Pitloo, vedutista olandese, giunto a Napoli qualche anno prima, iniziò a radunare presso il suo studio-atelier, che aveva sede a Posillipo, alcuni giovani artisti napoletani e non solo. La

La presentazione del libro

Al “Cirillo” si parla de “La Scuola di Posillipo”di Posillipo” fu per così dire ufficilizzato da Pasquale Villari nel 1867. Erano artisti che uscivano dagli schemi acca-demici, quasi in contrapposizione con l’Accademia di Belle Arti che a Napoli ha svolto sempre un ruolo importante e per certi versi predominante. Purtroppo quell’esperienza, forse anche per la contrapposizione agli schemi ufficiali, fu offuscata nella storia dell’Arte e solo negli ultimi anni sta ritrovando quel giusto peso nei testi ufficiali. L’opera di Pellegrino si pone in questo solco di rivalutazione storica, in quello che possiamo considerare uno degli ultimi atti nel campo dell’arte, che pone Napoli come promotrice di un movimento artistico.

scuola proseguì anche con l’apporto dei Gigante, di Gaetano e soprattutto del figlio Giacinto ed il termine di “Scuola

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