24
Ambiente Fuori dal limbo dopo … di G. Benedetto pag. 13 N icola Marzella nasce esattamente a metà secolo, nel 1950, qualche an- no dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando suo padre Er- manno fa ritorno dalla guerra in compagnia della sua giovane moglie, Anna, di origini polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- mato sin dalla sua giovane età dai suoi fa- miliari e amici, aveva quindi metà sangue sanfeliciano e metà sangue polacco, che probabilmente ha un po’ contribuito a for- mare quel suo carattere abbastanza tena- ce e caparbio che l’ha aiutato a superare le varie difficoltà della vita. La nostra famiglia fu una delle prime a oc- cupare la zona abitativa vicino al mare; la principale attività, come più o meno quella di gran parte delle famiglie del paese, era quella agricola. Principalmente il nonno si occupava del vigneto, quindi uva e vino, e dell’orto, cocomeri, patate, fagiolini. La zona non era proprio la migliore per que- sto genere di attività, ma si rivelerà molto redditizia quando al Circeo comincerà a svi- lupparsi il turismo che porterà i genitori di Nicolino ad abbandonare l’attività agricola per dedicarsi a quella turistica. All’età di 4 anni, Nicolino, era presente alla posa della prima pietra della costruzione della Chiesa dell’Immacolata e, nonostan- te l’età, quel giorno gli rimase impresso (co- me credo sarà rimasto impresso agli altri che erano lì) visto che ci raccontava che ci furono dei botti e lui, che non aveva mai sentito e visto nulla del genere, si andava a nascondere spaventato dietro sua madre. È presente anche il giorno dell’inaugura- zione e da quel momento comincia la sua frequentazione di questa chiesa poco di- stante da casa sua; frequentazione che, a parte qualche anno, non è mai cessata. Crea un bellissimo rapporto con le custo- di, le suore Benedettine di Priscilla, che a Roma gestivano le omonime catacombe. La sua “voglia” di aiutare il prossimo lo por- ta in gioventù a partecipare a diversi viag- gi a Lourdes con l’Unitalsi come aiuto por- tantino. Superata la maggiore età va in Brasile, con l’Operazione Mato Grosso, per costruire un ospedale e vi rimane 18 mesi. Poi, un’estate del 1974, conosce la sua fu- tura moglie, che veniva qua al Circeo a pas- ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 11 N. 59 - MARZO/APRILE 2013 L a cronaca politica nazionale si è in gran parte occupata del- la campagna elettorale prima, delle elezioni poi e infine dei risultati di queste. Tutto ciò che ho letto e sentito in propo- sito mi ha rappresentato spesso una real- tà inconcludente. I vari candidati si sono attaccati vicendevolmente con accuse e ricatti, affermazioni e smentite, bugie e pa- role vuote. Non hanno parlato molto dei problemi concreti, ma più volentieri di son- daggi e di alleanze e comunque di tutto ciò che riguardava loro e il loro manteni- mento del potere. Nessun programma, nessun progetto, nessuna affidabilità, nessuna passione, nessuna motivazione. Il loro gran parlare avrebbe dovuto, invece, mirare a un coin- volgimento, alla riaccensione di entusia- smi e speranze per la ricostruzione di un futuro positivo. Se vuoi costruire una nave non richiamare prima di tutto gente che procuri la legna, che prepari gli attrezzi necessari, non distribuire compiti, non organizzare lavoro. Prima risveglia invece negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà svegliata in loro questa sete gli uomini si metteranno subito al lavoro per costruire la nave(Antoine de Saint Exupéry) Turismo Turismo “sostenibile” di P. G. Sottoriva a pag. 10 Politica “2048” di A. Petti a pag. 5 SAN FELICE CIRCEO SABAUDIA Territorio Collegamenti storici fra … di F. Morabito a pag. 16 Territorio Dissesto e Bilancio Sociale a S. F. C. di Aristippo a pag. 12 di ALESSANDRO CRESTI PERSONAGGIO Editoriale C ENT RO S T ORICO Nicola Marzella Nicola Marzella N el 1949 il grande scrittore inglese George Orwell pubblicava quello che è considerato uno dei più gran- di romanzi di fantascienza mai scritti: “1984”. Con il quale dava un’immagine av- veniristica, terrificante ma plausibile, di un futuro prossimo (l’anno 1984, 35 anni cioè dopo la data in cui l’aveva scritto), anno in cui il potere si concentra in un solo vertice politico – il Partito interno – alla guida del quale c’è “il Grande Fratello”. Onnisciente e infallibile, nessuno può contattarlo, ma so- lo ascoltarlo attraverso altoparlanti o vede- re riprodotto il suo volto in enormi manife- sti ovunque affissi. Sotto di lui la gran mas- sa dei sudditi, controllata da una rete di te- lecamere. Un Ministero della Verità ha il compito di censurare giornali e libri non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità di espres- sione. Chi ha letto questo straordinario romanzo profetico di un futuro possibile, o ha alme- no visto il bel film tratto dal libro, sa come poi è andata a finire. Immaginiamo ora che Orwell sia ancora vi- vo e che, anziché scrivere quel romanzo nel 1949, lo scriva invece oggi, nel 2013. Co- me racconterebbe la società futura di qui a 35 anni, quella cioè del 2048? Si baserebbe innanzitutto, come fanno tutti continua a pag. 5 “2048” POLITICA continua a pag. 2 Esigenza di cambiamento Temporibus mores sapiens sine crimine mutat Il saggio, senza che possa essere incolpato, muta i costumi secondo i tempi 31 Marzo Auguri di Buona Pasqua ai nostri lettori

a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

  • Upload
    vanliem

  • View
    224

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

AmbienteFuori dal limbo dopo …di G. Benedetto

pag. 13

N icola Marzella nasce esattamente ametà secolo, nel 1950, qualche an-no dopo la fine della Seconda

Guerra Mondiale, quando suo padre Er-manno fa ritorno dalla guerra in compagniadella sua giovane moglie, Anna, di originipolacche, conosciuta durante quel periodo.Nicolino, così veniva affettuosamente chia-mato sin dalla sua giovane età dai suoi fa-miliari e amici, aveva quindi metà sanguesanfeliciano e metà sangue polacco, cheprobabilmente ha un po’ contribuito a for-mare quel suo carattere abbastanza tena-ce e caparbio che l’ha aiutato a superare levarie difficoltà della vita.La nostra famiglia fu una delle prime a oc-cupare la zona abitativa vicino al mare; laprincipale attività, come più o meno quelladi gran parte delle famiglie del paese, eraquella agricola. Principalmente il nonno sioccupava del vigneto, quindi uva e vino, edell’orto, cocomeri, patate, fagiolini.La zona non era proprio la migliore per que-sto genere di attività, ma si rivelerà moltoredditizia quando al Circeo comincerà a svi-lupparsi il turismo che porterà i genitori diNicolino ad abbandonare l’attività agricolaper dedicarsi a quella turistica.All’età di 4 anni, Nicolino, era presente allaposa della prima pietra della costruzionedella Chiesa dell’Immacolata e, nonostan-te l’età, quel giorno gli rimase impresso (co-me credo sarà rimasto impresso agli altriche erano lì) visto che ci raccontava che cifurono dei botti e lui, che non aveva mai

sentito e visto nulla del genere, si andava anascondere spaventato dietro sua madre.È presente anche il giorno dell’inaugura-zione e da quel momento comincia la suafrequentazione di questa chiesa poco di-stante da casa sua; frequentazione che, aparte qualche anno, non è mai cessata.Crea un bellissimo rapporto con le custo-di, le suore Benedettine di Priscilla, che aRoma gestivano le omonime catacombe.La sua “voglia” di aiutare il prossimo lo por-ta in gioventù a partecipare a diversi viag-gi a Lourdes con l’Unitalsi come aiuto por-tantino.Superata la maggiore età va in Brasile, conl’Operazione Mato Grosso, per costruire unospedale e vi rimane 18 mesi.Poi, un’estate del 1974, conosce la sua fu-tura moglie, che veniva qua al Circeo a pas-

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 11 N. 59 - MARZO/APRILE 2013

L a cronaca politica nazionale siè in gran parte occupata del-la campagna elettorale prima,

delle elezioni poi e infine dei risultatidi queste.Tutto ciò che ho letto e sentito in propo-sito mi ha rappresentato spesso una real-tà inconcludente. I vari candidati si sonoattaccati vicendevolmente con accuse ericatti, affermazioni e smentite, bugie e pa-role vuote. Non hanno parlato molto deiproblemi concreti, ma più volentieri di son-daggi e di alleanze e comunque di tuttociò che riguardava loro e il loro manteni-mento del potere.Nessun programma, nessun progetto,nessuna affidabilità, nessuna passione,nessuna motivazione. Il loro gran parlareavrebbe dovuto, invece, mirare a un coin-volgimento, alla riaccensione di entusia-smi e speranze per la ricostruzione di unfuturo positivo.

“Se vuoi costruire una navenon richiamare primadi tutto genteche procuri la legna,che prepari gli attrezzinecessari,non distribuire compiti,non organizzare lavoro.

Prima risveglia invecenegli uominila nostalgia del marelontano e sconfinato.Appena si sarà svegliatain loro questa setegli uomini si metterannosubito al lavoroper costruire la nave”(Antoine de Saint Exupéry)

TurismoTurismo “sostenibile”di P. G. Sottoriva

a pag. 10

Politica“2048”di A. Petti

a pag. 5

SAN FELICE CIRCEO SABAUDIA

TerritorioCollegamenti storici fra …di F. Morabito

a pag. 16

TerritorioDissesto e Bilancio Sociale a S. F. C.di Aristippo

a pag. 12

di ALESSANDRO CRESTI PERSONAGGIO

Edito

riale

CENTROSTORICONicola Marzella

Nicola Marzella

N el 1949 il grande scrittore ingleseGeorge Orwell pubblicava quelloche è considerato uno dei più gran-

di romanzi di fantascienza mai scritti:“1984”. Con il quale dava un’immagine av-veniristica, terrificante ma plausibile, di unfuturo prossimo (l’anno 1984, 35 anni cioèdopo la data in cui l’aveva scritto), anno incui il potere si concentra in un solo verticepolitico – il Partito interno – alla guida delquale c’è “il Grande Fratello”. Onniscientee infallibile, nessuno può contattarlo, ma so-lo ascoltarlo attraverso altoparlanti o vede-re riprodotto il suo volto in enormi manife-sti ovunque affissi. Sotto di lui la gran mas-sa dei sudditi, controllata da una rete di te-lecamere. Un Ministero della Verità ha il

compito di censurare giornali e libri non inlinea con la politica ufficiale, di alterare lastoria e di ridurre le possibilità di espres-sione. Chi ha letto questo straordinario romanzoprofetico di un futuro possibile, o ha alme-no visto il bel film tratto dal libro, sa comepoi è andata a finire.Immaginiamo ora che Orwell sia ancora vi-vo e che, anziché scrivere quel romanzo nel1949, lo scriva invece oggi, nel 2013. Co-me racconterebbe la società futura di qui a35 anni, quella cioè del 2048? Si baserebbe innanzitutto, come fanno tutti

continua a pag. 5

“2048”POLITICA

continua a pag. 2

Esigenza di cambiamentoTemporibus mores sapienssine crimine mutat

Il saggio, senza che possa essereincolpato, muta i costumisecondo i tempi

31 MarzoAuguri di

Buona Pasqua ai nostri lettori

Page 2: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 2

Personaggio

sare le vacanze.Si trasferisce così a Roma, dove trova la-voro come impiegato contabile in una del-le società della Federconsorzi Agrari.E proprio a Roma inizia a coltivare megliouna delle sue più grandi passioni, la crea-zione di presepi.Si associa all’Associazione Amici del Pre-sepio che ogni anno organizza una grossaesposizione di presepi a Roma.La casa a Roma aveva un ampio salone,che gli permise di realizzare un grosso dio-rama di qualche metro di lunghezza, con ef-fetti di luci e proiezione della stella cometain movimento sul cielo stellato sullo sfondo.C’era anche una fontanella da cui sgorga-va acqua e una lampadina che simulava unfuoco acceso dai pastori.

A parte le statuine, che acquistava sce-gliendole accuratamente, tutto il resto eraopera sua; dal terreno con muschio, ghiaiae segatura colorata, alle casette fatte incompensato, polistirolo e gesso e dipintecon le tempere, al cielo fatto con un telo blue le montagne con scorze di sughero.Non realizzava solamente grossi scenari,ma creava anche piccoli o particolari pre-sepi; suggestivo era quello inserito in unvecchio televisore a tubo catodico da 15pollici con tanto di lucine che lo illuminava-no, piccolissima la natività dentro il gusciovuoto di una noce.Per un certo periodo ha lavorato anche conil gesso, creando (con l’aiuto di stampipronti) statuine e piccole raffigurazioni del-la natività.La separazione dalla moglie, agli inizi deglianni ‘80, lo riporta al suo paese natale daisuoi genitori. Continua il suo lavoro a Ro-ma come pendolare, partendo con l’auto-bus la mattina molto presto e ritornando lasera tardi.Nei momenti liberi, i fine-settimana o duran-te le ferie, quando non si occupava della ma-

nutenzione delle case, del grande giardino edell’orto, prosegue il suo hobby presepistico.Anche qui al Circeo, avendo a disposizio-ne in casa una stanza libera, durante il Na-tale si cimentava nella realizzazione di ungrande presepe. Ricordo ancora quello incui c’erano degli angioletti appesi a un filoche con un meccanismo danzavano soprala grotta.Ogni domenica era presente alla messa nel-la Chiesa dell’Immacolata, e durante le fe-ste anche più volte nella giornata. Nel retrodella chiesa c’è un locale, dove era statocollocato un presepe creato da un napole-tano negli anni ‘60 e della cui manutenzio-ne Nicola si occupava affinché fosse pron-to per l’apertura natalizia; un cambio deltappeto muschioso e una riassestata allaghiaia, una sistemata alle montagne di su-ghero, una spolverata qua e là, e la sceltae collocazione delle molte statue che ognianno venivano riposte in un armadio perevitare che l’umidità le rovinasse.Avvenne però che l’autore originale non po-té più occuparsi della manutenzione dellestrutture di questo presepe e alcuni pezzi,dopo svariati anni, cominciarono a risentiredelle intemperie e del passare del tempo.Nicolino decise così di provare a ricostrui-re da zero una delle case più “pericolanti”.Con gran soddisfazione la nuova strutturaera simile alla precedente ma aveva unasua originalità; i materiali usati erano i suoipreferiti, uno scheletro in compensato e imuri di polistirolo intagliati con un incisorea caldo per simulare i vari mattoni.Altra innovazione fu il ciclo del giorno e del-la notte; un dispositivo elettronico permet-teva di controllare l’accensione gradualedelle luci, che a seconda del momento ave-vano colori e luminosità diverse, un cicloche si ripeteva ogni 10 minuti circa.

Nel frattempo l’azienda per cui lavora a Ro-ma dichiara fallimento e lui perde il posto dilavoro; si ritrova così a 45 anni senza lavo-ro e con due figli a carico. Non si perde d’a-nimo e decide d’investire la liquidazione equello che aveva risparmiato per mettere inpiedi un’attività commerciale che, dopo di-verse difficoltà, riesce ad avviare.Purtroppo proprio in questo periodo sub-isce un grave incidente stradale, commo-zione cerebrale e paralisi di tutta la parte si-nistra del corpo. Fortunatamente, grazie an-che alla sua tenace forza di volontà, dopoparecchi mesi in un centro fisioterapico e unperiodo di sedia a rotelle, riesce a recupe-rare la quasi totalità delle funzioni.La nuova attività commerciale procede be-ne ed è proprio grazie a questa che cono-sce altre persone appassionate di presepi,paesani e non. S’iscrive a una nuova asso-

ciazione locale e ogni anno realizza uno opiù presepi da portare alle esposizioni.Voglio ricordarne uno molto particolare. Vi-sto che siamo in un paese di mare, gli ven-ne l’idea di usare gusci di conchiglie e frut-ti di mare - vongole, cozze, cannolicchi, tel-line e altri - per raffigurare la classica sce-na della natività: la grotta, i pastori e le pe-core, e la Sacra Famiglia con il bue e l’asi-nello e sullo sfondo la montagna del Circeo.

Nel frattempo comincia a usare con suc-cesso il sughero al posto del polistirolo perla creazione delle strutture dei suoi presepie prende contatti con una ditta di Anconache realizza statue per presepe, anche inmovimento.Il continuo deteriorarsi della struttura delpresepe della Chiesa dell’Immacolata loporta alla decisione di ricreare tutto ex-no-vo; un anno di tempo per riempire un loca-le di 15mq con un presepe tutto nuovo chenon deve sfigurare rispetto al precedente.E riesce nell’impresa, così la sera del 24 di-cembre 1996 viene mostrata a tutti la sua ul-tima creazione. Negli anni successivi lo arric-chirà sostituendo le vecchie statue con dellenuove, alcune delle quali in movimento.La sua voglia di migliorarsi e creare nuovecose non lo ferma dal pensare di voler nuo-vamente apportare altre modifiche al gros-so diorama. Ogni anno verso ottobre si re-ca ad Ancona per acquistare le ultime no-vità, e verso capodanno fa il giro delle prin-cipali esposizioni di presepi nella capitaleromana e nelle cittadine della provincia peravere nuove ispirazioni.Purtroppo le sue condizioni di salute, chehanno sempre avuto un po’ di alti e bassi,ma non l’hanno mai fermato, piano pianotendono a peggiorare; i continui dolori fre-nano la sua capacità di creare e lo limitanofacendogli fare solo “manutenzione ordina-ria” dei suoi presepi.Ci ha lasciato il 6 dicembre scorso, proprioil giorno di San Nicola, ricorrenza cui tene-va molto.Anche se ora lui non c’è più, continua a es-sere presente nelle opere che ci ha lascia-to, presenza che si ravviva ogni anno al-l’avvicinarsi del periodo natalizio. n

di Andrea Marzella

Figlio di un sanfeliciano e di una polacca

Originale creatore di presepi

segue da pag. 1

a quattro anni assiste alla posadella prima pietra della Chiesa

dell’Immacolata“ “

dopo il matrimonio si trasferiscea Roma, dove coltiva la sua pas-

sione, la creazione di presepi“ “Nicola Marzella figlio di Ermannoe di Anna, di origini polacche“

Nicola Marzella

Presepe di Nicola Marzella

Giovanni Paolo II e Nicola Marzella

Page 3: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

A ncora una volta i risultati elettoraliconfermano San Felice Circeo comeuna granitica roccaforte di destra. I

numeri testimoniano indiscutibilmente que-sta certezza: la maggioranza dei cittadinielettori di questo comune vota a destra! E’questa la prima e scontata considerazioneda fare a commento delle elezioni politichee regionali del 24 e 25 febbraio. La novità che ha caratterizzato il Paese (in-teso come Italia) ha solo marginalmente ri-guardato San Felice Circeo. Infatti, il “ci-clone” Movimento 5 Stelle che in Italia èpraticamente il primo partito, a San Feliceha raccolto “solo” il 17,42%. Mentre la de-stra che in Italia non ha vinto (nonostante larimonta operata da Berlusconi rispetto alleprevisioni pre-elettorali) è, invece, nel nostropaese ancora il primo partito con una mag-gioranza assoluta dei voti. E’ vero che ri-spetto alle politiche del 2008 la destra, aSan Felice, ha perso il 14,42% dei consen-si (il dato delle politiche del 2008 era del69,66%), ma rimane ancora largamentemaggioranza con il 55,24% (alla Camera) eil 56,58% (al Senato). Nemmenogli scandali a livello regionalehanno intaccato questo pa-trimonio di voti. Si poteva, infatti, preve-dere una emorragia, do-po la vicenda di “Bat-man” e compagni, inve-ce anche alle regionali,la destra a San FeliceCirceo prende il 54%dei voti. Scandali o movimenti diindignazione e protesta;sperpero di denaro pub-blico o arroganza della ca-sta; gestione fallimentare del-l’economia o vicende giudiziarieimbarazzanti dei leader politici; niente di tut-to questo ha influito nell’abitudine dellamaggioranza dei sanfeliciani di votare a de-stra. Alla luce di questi risultati, appare alquan-to contraddittorio, a osservatori non infor-mati, che la destra “ufficiale” in questo pae-se (inteso come San Felice Circeo) sia in mi-noranza. Infatti, non a caso ho usato il ter-mine “ufficiale”, perché la destra (senzasimboli formali) è comunque presente (ed èanche la componente maggioritaria della li-sta civica che ha vinto le elezioni ammini-strative del 2012) e fa parte della maggio-ranza politica che governa il nostro paese. Allora? Tutto come tradizione? Nessuna no-vità da registrare in queste elezioni politi-che? La maggioranza degli elettori del Cir-ceo resta ferma nell’adesione alla destra?Il vento di rinnovamento che nelle prece-denti elezioni amministrative aveva visto lavittoria di Petrucci non ha prodotto cam-biamenti evidenti nell’orientamento politi-co? Sembra proprio di no!

Anche il 17.92% del Movimento 5 Stelle,assoluta novità nel panorama politico diSan Felice Circeo, non rappresenta, a mioavviso, un vero cambiamento di pro-spettive. Infatti, a guardare be-ne i risultati elettorali, il qua-dro complessivo dei flussidi voto sono, tranne al-cune variazioni in per-centuale, abbastanzastabili rispetto alle poli-tiche del 2008. Non èpossibile, almeno dinon fare delle conside-razioni azzardate esoggettive, confrontarei risultati delle politicheattuali, con i dati più re-centi delle amministrati-ve del 2012, perché al-l’interno della lista civica diPetrucci erano presenti tutti glischieramenti politici: destra, cen-tro e sinistra. Ed estrapolare gli orientamentielettorali, partendo dalle preferenze dei

candidati, in una elezione loca-le, è sempre arbitrario e fuor-

viante. Quindi il confronto va fat-

to con il 2008 e da quelconfronto emerge che il19,25% degli elettoriche non hanno più vo-tato a destra (-14,42%)e a sinistra (-4,83%)hanno convogliato i pro-pri orientamenti nella li-sta 5 Stelle (+17,92%) ein parte nella lista di

centro (+3,82%). Le altreforze politiche non rappre-

sentate in parlamento, sia didestra che di sinistra, conferma-

no in parte il proprio consenso. Quindi l’unica novità di queste elezioni sem-bra essere il Movimento 5 Stelle che diventacon il suo 17,92% la seconda forza politi-ca di San FeliceCirceo. Ma que-sta novità, a miomodesto avviso,non modifica difatto e non con-diziona il quadropolitico deglischieramenti tra-dizionali locali.Infatti, non deter-minerà cambia-menti né avràc o n s e g u e n z enell’attuale ge-stione dell’Ammi-nistrazione co-munale. L’unico vero pro-blema per l’at-tuale amministra-

zione Petrucci, visti i risultati delle recentielezioni, potrà venire solo dalla riappacifi-cazione della destra. Che, alla luce dei ri-

sultati, rappresenta ancora la mag-gioranza degli elettori nonostan-

te il calo sensibile di 14,42%di voti.

Se nel popolo di destra laconsapevolezza di es-sere maggioranza pro-durrà aspirazioni e ten-tazioni a governare dasoli il paese (inteso co-me San Felice) questo sìpotrà davvero rappre-sentare un serio proble-ma nella stabilità dell’at-tuale eterogenea mag-

gioranza dell’ammini-strazione.

Ma, sempre a mio modestoparere, finché la leadership del-

la destra “ufficiale” è rappresenta-ta dagli attuali protagonisti (Schiboni in pri-mis), non credo che il processo di riappa-cificazione di tutta la destra sia possibile.Questo garantisce a Petrucci e alla suamaggioranza di navigare sicuri e tentare direalizzare il loro programma. E la sinistra? I risultati delle elezioni sonoinequivocabili: a San Felice è minoranza!Nessun segnale incoraggiante di invertirequesta condizione è venuto dalle elezioni,anzi c’è stato un calo di preferenze rispet-to al 2008 del 4,72%. Affinché la sinistra (tutte le anime della sini-stra locale) possa aspirare a invertire la rot-ta, dovrà nascere una generazione di clas-se dirigente completamente diversa e nuo-va da quella attuale. Sarà un processo lun-go e faticoso ma necessario. I nuovi prota-gonisti dovranno formarsi seriamente allapolitica e attuare comportamenti virtuosi neiconfronti del bene comune. Dovranno re-cuperare un rapporto interrotto con gli elet-tori di questo paese e proporsi come futu-ro possibile e credibile, alternativo alla de-

stra. Questa inevi-tabile metamorfosidovrà avvenire–forzatamente- ascapito dell’attualeclasse dirigente esolo così la sinistrapotrà sperare di in-taccare l’egemonialocale della destra. E il centro? L’aspi-razione di creare uncentro moderatocome terza forzapolitica? In Italia elocalmente da noine è uscita com-pletamente ridi-mensionata anzi,oserei dire, irrile-vante. n

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 3

Politica

di Fausto Luigi Lanzuisi

Secondo il Movimento 5 Stelle

PDL primo partito a San Felice CirceoUna tradizione irrinunciabile

Page 4: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 4

Politica

S apendo che ho votato il Movimento 5Stelle, un amico di San Felice Circeo,che frequento abitualmente, mi ha

apostrofato: “Ma che ti è passato per la te-sta!?”, rimproverandomi per la scelta poli-tica. Presagiva un onda popolare fine a sestessa mentre lui votava per un ammoder-namento della politica rinfrescandola convolti, gente nuova e con idee nuove.Già, cosa mi è passato per la testa. Per laprima volta ho visto una speranza di una vi-ta migliore per me, per la mia famiglia e peril mio paese. Ho pensato tanto a quel votocome non avevo mai fatto altre volte. In questi anni avevo visto vanificata ognimia speranza in un futuro migliore. Avevovotato per un partito,poi per il suo antago-nista. Ho visto dei re-ferendum vinti e aggi-rati come se quella vo-lontà popolare non si-gnificasse nulla. Ho vi-sto fabbriche chiuderequando dicevano in tvche tutto andava bene.Ho sentito promessepopuliste e al limitedella legalità.Ho molto pensato eragionato e alla fine horitenuto che la solastrada percorribile fos-se quella del Movi-mento 5 Stelle.In questi anni ho ripo-sto la mia fiducia in chipoi mi ha tradito, maho continuato a fidarmidi tante promesse e dibellissimi scenari futu-ri, ripetendo lo stessovoto, perché mi dicevo che le cose sareb-bero state diverse. Ma non è mai stato co-sì. Non è mai cambiato nulla. La mia sfidu-cia nei partiti e nelle istituzioni si trasforma-va in rassegnazione: nulla poteva cambia-re e mai sarebbe cambiato. Mi sono ag-grappata per troppo tempo a una serie dimenzogne, che ci venivano raccontate e ioci credevo.La campagna elettorale è stata insopporta-bile, fatta per lo più di attacchi di un candi-dato contro l’altro e viceversa con scambidi accuse e di rimproveri.Riflettevo sulla necessità di fare sacrifici,sulla possibile crisi alla greca, ma i sacrificili abbiamo fatti e li facciamo solo noi. Chiera ieri al potere oggi dice: “Abbiamo sba-gliato a non dare l’esempio! A non tagliarei costi della politica! Bisogna abbassare ilcosto della spesa delle famiglie, c’è da ab-bassare il debito, c’è da sostenere e rialza-re l’edilizia, c’è da far partire le grandi ope-re, c’è da abbassare i vitalizi e c’è da ‘ri-modellare’ il rimborso ai partiti”.Ovunque vi sono questi “c’è”. Ma mai di-cono: “Faremo cosi! I soldi li troveremo qui

per arrivare a questo risultato”. Nessuno hamai dato risposte precise e complete.I tagli! Ne sono stati fatti così tanti di tagliallo “spreco” che ci siamo ritrovati con iPronto Soccorso al collasso, il taglio delleore di sostegno per i bimbi disabili e una so-glia di povertà mai varcata prima: personeche perdevano lavoro, casa, dignità. I sa-crifici li stiamo facendo anche con la diffi-coltà a fare la spesa ed essere sempre acaccia di sconti e di offerte. La rabbia del-la gente è tangibile ovunque nel paese.Sbotta, critica, ma alla fine ripete sempre lestesse frasi: “tanto le cose non cambiano”,“io non vado più a votare, tanto fanno quel-lo che vogliono”, “vado a votare per poter

scrivere sulla scheda quello che penso. Co-si sapranno!”.A leggere le schede con bestemmie, paro-lacce e anatemi sono in realtà il presidentee le scrutatrici del seggio elettorale, pur-troppo i destinatari quelle frasi non le leg-geranno mai. La frase “le cose non cambieranno mai” miha accompagnato per anni come una ma-lattia inguaribile, che è sempre lì a ricordar-ti che c’è.La rassegnazione è il male oscuro del popo-lo, della gente. Le voci si trasformano prestoin un coro: “Le cose non cambieranno!”.Fino a quando non ho cominciato a legge-re notizie sul Movimento 5 Stelle in internet.Qualche sussurro flebile in tv, dell’indigna-zione del “simbolo rubato”, del sindaco diParma e del lavoro dei consiglieri 5 Stelledella Sicilia.Un possibile voto al Movimento 5 Stelle misembrò avere più valore a ogni notizia, aogni denigrazione, a ogni presunto scan-dalo venuto a galla, a ogni menzogna, aogni calunnia contro il portavoce BeppeGrillo.

Mi sono ritrovata a vedere e sentire in in-ternet una realtà diversa da quella che ve-niva proposta dai telegiornali e dalla cartastampata.La rete mi offriva, però, di vedere le vecchievotazioni del Parlamento come quella scan-dalosa del 12 settembre del 2010, quandoa favore dell’eliminazione dei vitalizi siespressero solamente 22 Deputati e in quelfilmato nessuno poteva dire che era anda-to al bar, che era in bagno o che si era al-lontanato per fumare una sigaretta. Perchèin oltre 380 votarono no!In tanti anni, tutti i governi, avevano potutofare la differenza e invece hanno votato“No” in quel luogo dove anche io ho con-

tribuito a farli arrivare. E a un tratto fu tuttochiaro! Ero stata tradi-ta.In questi anni i politicipotevano fare la diffe-renza e invece nonhanno fatto nulla senon sacrificare ulterior-mente il popolo permantenere nepotismi,privilegi e pensioni dafavola. La cosa piùschifosa è l’uso dei di-rigenti, dei “Top Mana-ger”, per salvare e risa-nare le grandi impresepubbliche e private.Mentre l’azienda crol-lava nel nulla, lascian-do sul lastrico piccoliazionisti e dipendenti,gli esperti andavanovia con buone usciteda milionari.Quando ho scoperto la

verità e che il Movimento 5 Stelle poteva es-sere la differenza come lo era stato in altreparti del paese, solo allora ho deciso.Il mio voto non aveva più il peso di un do-vere civile senza un riscontro reale per ilpaese. Il mio voto era importante ed era lamia voce che veniva sentita, raccolta e am-pliata! Io conto! Uno vale uno: non era unautopia!La base, da dove arrivano i voti, era final-mente un “noi tutti”! Noi siamo i veri conduttori della vita poli-tica.Noi eleggiamo, giudichiamo l’operatodegli eletti e tutto quello che fanno è do-cumentato. Nessuno avrebbe spostato unmio candidato da un posto all’altro, as-sunto un consulente esterno, assunto unaflotta di parenti come nell’Università cala-brese o promosso un tizio/tizia, mai senti-ti, in un posto di alta responsabilità senzache noi, i cittadini, ne potessimo analiz-zare la presenza, la competenza e la vali-dità. Cosa mi è passato per la testa? Un futuropossibile e reale. Chi può dire lo stesso? n

di Ilaria Antonicola

Esigenza di rinnovamento

Le ragioni di una scelta

Perché M5S?

Page 5: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

gli scrittori, su delle fonti precise e su dei da-ti storici, prima di avventurarsi con la fanta-sia e l’intuizione in una previsione del mon-do del futuro. Farebbe poi un lavoro criticodi osservazione e di analisi, esattamente co-me aveva fatto prima di scrivere “1984”, ne-gli anni Quaranta: che furono infatti gli annidel nazismo, del fascismo e dello stalinismo,totalitarismi verso i cui metodi Orwell avevanutrito una profonda e viscerale avversione,dedicandovi un altro grande romanzo, “Lafattoria degli animali”.

Proviamo allora a considerare i dati storici,politici e anche di cronaca di cui lo scritto-re inglese potrebbe avvalersi oggi per po-ter costruire questa immagine avveni-ristica della nostra società prossimaventura. E immaginiamo che decida diprendere spunto proprio dall’Italia, chein fondo – Orwell è colto, lo sa - è sta-ta nel mondo culla di civiltà!Bene, immaginiamo dunque che Orwellarrivi nell’Italia di oggi, di questi giorni,e che abbia potuto anche assistere al-la nostra campagna elettorale e post-elettorale, ascoltando le dichiarazioni ele proposte di ‘società desiderata’avanzate dai suoi protagonisti.Dato per scontato che da bravo anglo-sassone, formato sul senso di respon-sabilità e sul rispetto degli altri, sareb-be inorridito di fronte a certi toni e lin-guaggi, egli avrebbe comunque presonota sul suo taccuino di tutte le di-chiarazioni, in tema di futuro, ritenutepiù utili e strategiche per la costruzio-ne del suo romanzo. Soffermandosimolto probabilmente - è facile prevederlo,sappiamo ormai come la pensava - su quel-le rilasciate dal più pericoloso e anche ‘pit-toresco’ – è pur sempre un inglese! - deicontendenti al governo del nostro Paese,quelle di Mr Grillo.Fatta la tara sulle grandi differenze tra queiterribili anni Quaranta e i giorni in cui vivia-mo, il nostro scrittore non potrebbe nontrarre spunto, per raccontare l’orrore di unatotalizzante società mediatica del futuro, dal

progetto da questi indicato di puntare anuove elezioni politiche per ottenere il100% del consenso, la totalità dei voti de-gli elettori, e così governare incontrastatoattraverso una rete! Per quanto Orwell questa l’avrebbe consi-derata a very big gullibility (una vera gran-de minchiata), l’avrebbe però certamenteappuntata. Così come l’idea di questo Lea-der - notizia di cronaca che non gli sareb-be sfuggita - di organizzare il ‘primo giornodi scuola’, pardon, di Parlamento dei suoiadepti, con una marcia su Roma: partendoda un raduno nei pressi del Colosseo perpoi sfilare tutti insieme fino a Montecitorio!Una società in cui un Partito unico, pardon,un ‘Movimento unico’, controlla i sudditi,anzichè via radio, altoparlanti e manifesti –erano gli strumenti di allora, del 1949 -, at-traverso il web, la nuova potentissima mo-derna telecamera a una via - perché il Ca-po del ‘Movimento’ non ammette dissenso,pena l’espulsione dei sudditi - attraverso laquale Egli esprime il verbo! Quanto al Ministero della Verità, l’incarico,o meglio il ruolo nel romanzo, non avrebbepotuto darlo che all’ispiratore del ‘Movi-mento’ stesso di Mr Grillo: Mr Casaleggio,vate della ‘democrazia di rete’ che avrà fat-to seguito - dopo nuove plebiscitariamen-te stravinte elezioni – alla democrazia rap-presentativa e al Parlamento (così chiama-to proprio perché vi si sarebbe dovuto di-battere).

Insomma, ecco servito, dopo il “GrandeFratello” di “1984”, il “Grande Grillo” di“2048”.Come se non fossero bastati all’Italia, in se-quenza, 20 anni di Fascismo, poi 50 anni diDemocrazia Cristiana (penso soprattutto adAndreotti) e infine gli altri quasi 20 anni del-la Repubblichina di Arcore.Per fortuna che Orwell ha immaginato in“1984” che nel Ministero della Verità lavoriWinston Smith, che è il personaggio princi-pale del romanzo, il quale pur tenuto sotto

controllo da telecamere – e perfino tortura-to - comincia a condurre un’esistenza ispi-rata a principi opposti a quelli del regime,opponendosi a ciò che di più il “GrandeGrillo”, pardon, il “Grande Fratello” vuole:avere per sé il cuore e l’anima di ogni sud-dito prima di metterlo a morte. n

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 5

Politica

di Alessandro Petti

Dopo il “Grande Fratello” il “Grande Grillo”

“2048” di George Orwell

George Orwell

Beppe Grillo

segue da pag. 1

Page 6: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 6

Editoriale - Lettere

Sembra proprio che la recente esperienzanon abbia loro insegnato alcunché né sirendono conto che tutto è cambiato e chequindi anche loro devono cambiare. “Solocolui che continua ad apprendere eredita ilfuturo, mentre chi ritiene di aver terminatola sua fase di apprendimento si ritrova per-fettamente attrezzato ad affrontare unmondo che non esiste più” (Eric Hoffer).Cioè è inadeguato a ricoprire un qualsiasiruolo nella società attuale.Parlandone ho notato una diffusa diffiden-za unita a indifferenza o, in alcuni casi, arabbia e ribellione. Per questo le previsio-ni dei risultati elettorali sono state incertee altalenanti fino all’ultimo. Rispetto ai da-ti dell’inizio campagna elettorale, due solipartiti hanno registrato un crescendo diadesioni, il PDL e il Movimento 5 Stelle eio mi stupisco della poca memoria degli ita-liani nel primo caso e nel secondo della lo-ro incoscienza.Nel PDL ha fatto tutto Berlusconi, anche senon era candidato a primo ministro, usan-do la sua solita tecnica di comunicatore e dipersonaggio di avanspettacolo, negandoogni sua responsabilità politica nella situa-zione socio-economica creatasi nel nostroPaese e che pure l’avevano indotto a cede-re il passo al governo tecnico di Mario Mon-ti. E poi promesse accattivanti che tocca-vano facilmente con successo le corde de-gli elettori: eliminazione dell’IMU sulla primacasa e addirittura restituzione di quella pa-gata nel 2012, condono fiscale ed edilizio,innescando così una rincorsa agli annunci diprovvedimenti fiscalmente benevoli da par-te dei candidati degli altri partiti.Il M5S è stato gestito da Beppe Grillo, cheha percorso tutta l’Italia, arringando nellepiazze a un pubblico sempre numeroso,sgolandosi e inveendo anche in modo di-vertente, facendo riaffiorare la sua indole eprofessione di comico. Per tutti i rappre-sentati dei partiti aveva parole dure e dicondanna e così ha sicuramente convo-gliato nel suo gruppo gli scontenti, i delu-si e gli arrabbiati. Tutti coloro insomma chechiedono qualità dei servizi e organizza-zioni efficienti, mentre i politici mostravano

di volere la loro rielezione e per questo pro-pongono cose diverse e contrastanti.La sua campagna si è chiusa, come pertutti, venerdì 22 febbraio a Roma in piazzaS. Giovanni, letteralmente gremita di gen-te.Così si è arrivati al 24 febbraio con un’in-certezza totale sui risultati. Affluenza scar-sa ai seggi e previsione, prima dello spo-glio delle schede, di vittoria del centro-si-nistra.Ma il fenomeno Grillo è stato sottovaluta-to, soprattutto sono stati sottovalutati l’e-sigenza di nuovo e lo scontento dilagantinella popolazione, che il M5S ha saputocogliere e rappresentare.Bisogna, però, dare atto al PD, nella per-sona del suo segretario nazionale Pier Lui-gi Bersani, che ultimamente e segnata-mente con i due nominativi proposti consuccesso per le Presidenze di Camera eSenato, ha cominciato a dare segnali fortidi cambiamento, cercando di avvicinarsi al-le esigenze espresse dagli elettori.Il PD di San Felice Circeo non sembra con-dividere lo stesso atteggiamento, apparen-do sempre attestato sulle sue posizioni sen-za mettere il naso fuori dal suo “Circolo”.Nel frattempo ci sono state le dimissioni diPapa Benedetto XVI e a seguire, in tempirapidi, l’elezione di Papa Francesco I, uncardinale argentino di origini italiane. Conlui si è subito avvertito un cambiamento,un’aria di sobrietà e semplicità nelle paro-le, nel comportamento e financo nell’abbi-gliamento.Spero che la Chiesa, rivisitata da Papa

Francesco, sia di monito e di esempio peril Governo italiano, che storicamente ne hasempre sentito l’influenza, e che i nostri go-vernanti emulino quest’uomo cominciandosubito e senza perdere altro tempo a ridi-mensionare i loro privilegi e il loro ingiusti-ficato ed eccessivo benessere economico.

10 febbraio 2013. Ultima domenica di car-nevale. Piazza V. Veneto. Ore 16.00.Alla fine dei festeggiamenti organizzati dallaborioso Centro anziani di S. Felice Circeo(Centro storico), è salito sul palco l’asses-sore alla cultura per un discorso di com-miato. La gente che lo ascoltava è statasorpresa dall’improvviso accendersi deisuoi toni, dalle sue parole urlate e senzanesso con l’argomento di cui si trattava ei più si sono chiesti con chi ce l’avesse. Laprovvidenziale presenza tra loro di un Am-ministratore ha subito sciolto il dilemma:“ce l’ha con Alessandro Cresti per un suoeditoriale sull’ultimo numero del ‘CentroStorico’”.Peccato che non ero presente! Ho potutosolo seguire l’intervento in tempo reale conil telefonino di un amico.Perché questo nervosismo, giudicato datutti eccessivo?Preferisco riportare la notizia senza com-menti.

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventaschiavo dell’abitudine,ripetendo ogni giornogli stessi percorsi,chi non cambia la marcia,chi non rischia e cambiacolore dei vestiti,chi non parlaa chi non conosce …chi non rischia la certezzaper l’incertezzaper inseguire un sogno …

… Lentamente muore chiabbandona un progetto primadi iniziarlo,chi non fa domandesugli argomenti che nonconosce ..Evitiamo la morte a piccole dosi.

(Martha Medeiros)

segue dalla primaEditoriale di ALESSANDRO CRESTI

Esigenza di cambiamentoMarco Vuchich

10 febbraio 2013 - P.zza V. Veneto

S. FELICE CIRCEO – La scala del“Convento”Egregio Direttore,ritorno a San Felice Circeo,dopo la pausa invernale. Ri-prendo i contatti con le persone e i luoghi ame noti da una vita e cerco di scoprire no-vità e cambiamenti. Purtroppo nulla si èmosso rispetto alla scorsa estate, ……,tranne qualcosa … la scala che porta allapiazza del “Convento”! Mi piacerebbe sa-pere chi ha progettato e chi ha autorizzatouna cosa veramente orribile, un colpo mor-tale per la vista e per la mente, che va conla memoria ai colori e alle strutture tradizio-nali del Paese. I lavori vanno comunque an-

cora completati e spero che siano almenorimediabili alcune irregolarità visibili ancheda un inesperto come me.

(lettera firmata)

S. FELICE CIRCEO – Le bollette di AcqualatinaCaro Direttore,anche se i politici nostrani vogliono ap-propriarsi del merito, siamo in molti a sa-pere che la metanizzazione del “CentroStorico” di San Felice Circeo, è dovuta alSuo tenace impegno. RiconoscendoLegrande capacità, quindi, vorremmo sotto-porre alla Sua cortese attenzione un nuo-vo problema che sta preoccupando moltianziani abitanti del “Borgo medievale”:Acqua Latina sta inviando salatissimebollette a numerose famiglie, con la ri-chiesta di onorare un presunto debito ac-cumulato perché, secondo la società, es-

se non avrebbero mai pagato l’allaccio al-le fogne (!?!) Non sappiamo se sia vero,comunque, ci sembra strano che si sco-pra solo oggi che gli abitanti del paese ab-biano smesso di usare “Le Romagnole”per risolvere il proprio “imbarazzo” quoti-diano, dotando le proprie abitazioni di re-golari e più confortevoli gabinetti già da unpo’ di tempo .... (!?!) A tal proposito, dun-que, ci permettiamo di chiederLe, gentileDirettore, di verificare la liceità di questionerosi arretrati richiesti agli ignari e in-colpevoli abitanti del Centro Storico, per-ché nutriamo il serio dubbio che dietro tut-to ciò si nasconda un mal celato tentativodi truffa ai loro danni. Grazie

(lettera firmata)

continua a pag. 16

Page 7: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

Sabaudia, la sua storia e la sua bellezza.Città in attesa di sindaco. Come adagiatasui suoi innumerevoli problemi, economici esociali, come una donna che guarda al suopassato, Sabaudia attende di essere go-vernata. E amata. Mentre si fanno i giochiper le votazioni a sindaco, alla fine di mag-gio, la città delle dune vive la sua prima fe-rita. La vecchia piazza non c’è più: ruspe eseghe elettriche hanno smontato l’opera ra-zionalista per la cosiddetta “riqualificazio-ne”. Fare questo a ridosso della Pasqua,ovvero fermare il commercio e le attività tu-ristiche in uno dei pochi momenti di gua-dagno per i cittadini, appare come un segnopremonitore. Ci sono momenti in cui la me-moria, il passato, esercitano un potere sul-le decisioni del futuro. E allora la domandache viene da farsi è: si costruisce il nuovomettendo una nuova pavimentazione o ri-fondando i presupposti dello stare insiemealla luce della storia comune?Oggi più che mai l’unico modo di rimaneresaldi in un contesto democratico è sentire ipassi di chi ci ha preceduto. L’unica via èritornare ai valori dei Costituenti, i padri del-la Repubblica.In un momento in cui la popolazione èsbandata e poco informata e interessi eco-nomici e finanziari si insinuano nei proces-si di crisi e di decadenza delle istituzioni,oggi dobbiamo essere tenaci e lottare.Per Sabaudia si può aprire una pagina nuo-va se la cittadinanza saprà chiudere con lastoria politica recente fatta di una proget-tualità di corto respiro e di “contentini” adpersonam. Sabaudia è come Roma, Sa-baudia è l’Italia, è un posto da riconquista-re. Queste elezioni rappresentano l’ultimachance, l’ultima possibilità per mettere unargine a una politica del territorio folle do-ve hanno prevalso logiche di arricchimentopersonale a scapito della collettività. E’ congrande fatica che penso a una campagnaelettorale perché, a differenza di altre partidel nostro Paese, Sabaudia è insensibile al-le sirene del cambiamento. Nulla di ciò che

è accaduto in questi annisembra scalfire l’arroganzadei partiti, la prepotenza di chisi muove con i pacchetti divoti.In realtà è proprio da qui chepuò partire una nuova storia.Basterebbe concepirla tuttiinsieme su quei presupposticulturali e identitari che ren-dono facile individuare il cam-mino. Rilanciare il turismo el’economia attraverso la buo-na gestione delle risorse na-turali e la trasparenza degli at-ti amministrativi. Ci vorrebbeun marziano, un uomo gene-roso e democratico per fare ilsindaco. Un cittadino nasco-sto in qualche lembo di cam-pagna e disinteressato alla politica in quan-to partito. Un saggio della campagna, at-taccato alla terra e alle tradizioni. Uno chesa distinguere l’acqua buona da quella al-l’arsenico. Uno che sa distinguere un poli-tico vero da un arrivista. E’ l’ultimo treno perquesta città assediata. E penso con tri-stezza che il territorio si sta trasformando inun’unica immensa colata di cemento che daRoma scende giù fino in Sicilia. Il metodoè sempre lo stesso: licenze per costruire evarianti ai piani regolatori in cambio di in-frastrutture che poi restano lettera morta.Non si capisce perché ogni politica che vie-ne fatta per dare slancio all’economia, ogniinvestimento, dalla Cassa per il Mezzogior-no ai Fondi Europei, diventano il grimaldel-lo per consumare il suolo in opere spessoinutili. E poi le illusioni dei facili guadagni.Dietro ogni cinema che chiude c’è già’ pron-ta una sala per slot machine. Dietro ogniopera c’è pronto un progetto di specula-zione. Siamo tutti asserviti a un unico gran-de progetto politico, quello del narcotraffi-co. Una lunga scia di interessi che parte dalSud e dal Centro America e che attraversagli Stati Uniti fino a raggiungere il Mediter-

raneo. I narcotrafficanti so-no collegati con le mafie ditutto il mondo e sono loroche ormai decidono per-ché con la grande quanti-tà di denaro, frutto delconsumo di droga, si pos-sono permettere di condi-zionare le politiche dei va-ri Stati. L’economia sem-bra muoversi solo sullamancata risoluzione deiproblemi dai quali siamoafflitti. Non c’è una econo-mia “buona”: consumiamoperché abbiamo una ma-lattia. Una malattia indottaad hoc attraverso la perdi-ta della nostra identità.Non è una visione pessi-mistica, è una visione rea-

le. E solo una politica dal basso, un veroprogetto di democratizzazione, solo una in-versione di rotta può mettere fine a questoprogressivo impoverimento.Otto milioni di persone sulla soglia della po-vertà, oggi in Italia. Un signore diceva cheeravamo tutti ricchi, sbagliava, eppure èstato rivotato. A Sabaudia continuano a so-stenere che la colpa è del Parco che bloc-ca qualsiasi iniziativa, ma si scordano di di-re che il Parco blocca le iniziative illegali nonquelle legali. Siamo nella guerra delle posi-zioni, quelle che privilegiano il “non pensie-ro”. O sei qui o sei lì, a prescindere dai con-tenuti. Per quarant’anni Sabaudia è statabloccata da una guerra di veti incrociati, diliti inutili mentre chi doveva costruire pisci-ne abusive, sventrare giardini, accorpareterreni demaniali, inquinare, sporcare e vio-lare, approfittava di discussioni inutili e fa-ceva business.Adesso è ora di essere tutti uniti per man-dare a fare il sindaco una persona con al-meno la terza media, lavoratore, con fami-glia, di cinquant’anni o giù di lì. Non c’è bi-sogno di altro per amare il bello, la natura,per amare i propri cittadini e ricostruire queifili spezzati da tanti interessi e da tanti de-litti contro la natura e a volte anche controgli individui. C’è, in questi tempi, un fioriresul web di frasi famose e di citazioni. E’ unbuon segno cercare la sintesi del pensieroe serve a sentirsi parte di un Paese ma que-sto non basta a cancellare la solitudine chesi vive nei paesi e nelle periferie, nelle pic-cole città e nelle campagne dove ancoraoggi il voto di scambio e l’inganno deter-minano risultati elettorali devastanti. Perquesto oggi dobbiamo lottare, ognuno nelnostro piccolo per far salire sulla scialuppadi salvataggio tutte le persone che ci sonocare. Il pericolo non è stare dentro o fuori lazona euro, stare con i fascisti o con i co-munisti, con i magistrati o contro di essi. Ilpericolo è la perdita della memoria. Il peri-colo è la perdita dell’identità. Il pericolo è di-venire un oggetto di consumo per qualcu-no. Sabaudia, bella Sabaudia, difendi il tuoonore. n

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 7

Politica

di Anna Scalfati

In attesa del nuovo Sindaco

Un impegno di ricostruzione

Sabaudia, città da riconquistare

Lavori in Piazza ...

... come sarà la Piazza a fine lavori

Page 8: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

Territorio

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 8

di Franco Brugnola

Bisogna conoscere il reale stato delle finanze comunali

Si parla di dissesto!

Il Comune di Sabaudia e il disavanzo

I l rendiconto dell’esercizio 2011, deli-berato dalla giunta comunale in data24 maggio 2012, presentava un dis-

avanzo di € 215.982,22, nonostante ciò l’exSindaco e la maggioranza non hanno sen-tito il bisogno di spiegare ai cittadini comesi fosse arrivati a una situazione del gene-re. Poiché la proposta non veniva sottopo-sta al Consiglio comunale e la Giunta nonaveva nessun interesse a rendere conto diciò, il 30 giugno scorso ho organizzato nel-la sala consiliare un incontro con i cittadiniparticolarmente affollato, dedicato al “Bi-lancio Sociale”, per illustrare i dati contenutinel rendiconto 2011, aiutandomi con nu-merose slide e grafici. La proposta dellaGiunta è stata infine iscritta all’ordine delgiorno del Consiglio comunale del 31 otto-bre, ma il Sindaco non si è presentato, fa-cendo mancare il numero legale e rasse-gnando poi le proprie dimissioni. Nell’anno2012 tra rinvii del Governo da una parte einadempimenti della nostra Giunta dall’al-tra, non si è provveduto neanche ad adot-tare la deliberazione per il riequilibrio del bi-lancio, atto che avrebbe dovuto essereadottato entro il 30 settembre. Il rendicon-to 2011 è stato infine approvato dal Com-missario prefettizio solamente il 13 dicem-bre scorso. Nella stessa data, con delibe-razione n.11/2012, il Commissario ha ap-provato anche il bilancio di previsione2012, completando così gli adempimenticontabili dovuti.In questi giorni abbiamo letto sulla stampadelle gravissime difficoltà che incontra ilComune a soddisfare i creditori, siano essifornitori di beni e servizi, che ONLUS (co-me la Ninfea, che vanta un credito di oltre500.000 euro) o famiglie bisognose, a cau-sa di una situazione di cassa imbarazzan-te. Peraltro dal Palazzo non trapelano noti-zie circa il rendiconto dell’anno 2012 e delrelativo disavanzo, il che ingenera legittimepreoccupazioni. Per fortuna molti gestori diservizi pubblici accettano ancora di segui-tare a garantire le loro prestazioni, ma sinoa quando potrà avvenire? Sarebbe oppor-tuno che il nuovo Collegio dei revisori (in-sediatosi da poco e per la prima volta com-posto da professionisti estratti a sorte)provvedesse ad accertare quale sia l’effet-tivo disavanzo e a procedere a una revisio-ne dei residui attivi (così gelosamente con-servati negli ultimi anni), accertando anchele eventuali responsabilità per il mancatorealizzo di tutti quelli che negli ultimi cinqueanni sono stati dichiarati inesigibili.E’ stato emanato in questi giorni il Decretodel Ministero dell’economia e delle finanzen.15162, concernente la certificazione delrispetto degli obiettivi del patto di stabilitàinterno del 2012 da parte dei comuni conpopolazione superiore a 5.000 abitanti (art.31, comma 20, legge n. 183 del 2011). Inbase a questo decreto, il nostro comunedovrà trasmettere, entro il 31 marzo 2013,

al Ministero dell’econo-mia e delle finanze, unacertificazione, sottoscritta dal rappresen-tante legale, dal responsabile del servizio fi-nanziario e dai componenti dell’organo direvisione economico-finanziaria, relativa alrispetto dell’obiettivo del patto di stabilitàinterno per l’anno 2012. I comuni che nonosserveranno quest’obbligo, saranno con-siderati inadempienti al patto di stabilità in-terno 2012, ai sensi dell’articolo 31, com-ma 20, della legge 12 novembre 2011, n.183. Sarà interessante conoscere i dati chesaranno trasmessi al Ministero per iniziarea comprendere qualcosa sullo stato delle fi-nanze comunali, anche perché il disavanzopotrebbe probabilmente comportare nuoviaumenti a carico dei cittadini. Comunqueanche se non saranno resi noti quei dati,non dovremo attendere molto, in quantoentro il trenta aprile p.v. il Comune dovràapprovare il rendiconto dell’anno 2012; sitratta del documento contabile più impor-tante, la cartina di tornasole di come sonostati gestiti i soldi della comunità. Dobbia-mo ricordare a questo proposito che il de-creto legge 174/2012, convertito in legge213/2012 ha ulteriormente rafforzato l’ob-bligo di mantenere in equilibrio il bilanciopotenziando i controlli da parte della Cortedei Conti.Ora da più parti si comincia a parlare didissesto. In sostanza il dissesto, attraver-so una procedura di risanamento finanzia-rio, mira al ripristino degli equilibri di bi-lancio e della ordinaria funzionalità deglienti locali in grave crisi finanziaria, e, quin-di ad assicurare la tutela di interessi pri-mari, relativi al buon andamento, alla con-tinuità dell’azione amministrativa, e allaparità di trattamento dei cittadini. A tal fi-ne gli enti locali, quando non siano più ingrado di garantire l’assolvimento delle fun-zioni e dei servizi indispensabili (cd. ‘‘in-capacità funzionale’’), ovvero quando ver-sino in un grave stato di insolvenza dovu-to a crediti liquidi ed esigibili di terzi, cuinon possano validamente far fronte attra-verso provvedimenti di riequilibrio o di ri-conoscimento di debiti fuori bilancio, so-no obbligati a deliberare senza indugio ildissesto e ad attivare il conseguente risa-namento finanziario. Sembrerebbe chenell’approvare il bilancio di previsione2012 sarebbero stati già tagliati i fondi de-stinati ai sussidi una tantum alle famigliebisognose, per cui, proprio chi ha gravis-simi problemi addirittura per mangiare,non ha ricevuto nulla per gli ultimi tre me-si dell’anno 2012. Come si vede ci sono al-cuni elementi che fanno preoccupare perla situazione di Sabaudia. Nel corso deglianni abbiamo visto lievitare notevolmentele spese fisse e così il fabbisogno mensi-le di cassa. Naturalmente c’è resistenza da

Editoriale Esigenza di cambiamento 1

Personaggio Nicola Marzella 2Politica PDL primo partito a S. F. C. 3Politica Perché M5S? 4Politica 2048” di George Orwell 5Lettere Lettere al Direttore 6Politica Sabaudia, città

da riconquistare 7Cultura Il Comune di Sabaudia

e il disavanzo 8Territorio La banda, una passione

per molti 9Turismo Turismo “sostenibile” 10Il fatto Un Sindaco a metà

con la mania di delegare 11Territorio Dissesto e Bilancio

Sociale a S. F. C. 12Ambiente Fuori dal limbo dopo … 13Territorio Aria nuova al

Museo del Parco 14Territorio La folle pista ciclabile 15Territorio Collegamenti storici

fra … 16Società I concerti proposti

dall’Associazione “Canto di Eea” 17

Libri Non può piovere per sempre 18

Personaggio Omaggio a Scisciò 19Varie Interessanti iniziative …

Calcio 20Sport Il calcio al Circeo 21Personaggio/Oroscopo 22Tempo libero Cucina – Cinema

Ora legale – Citazioni 23

SSOOMMMMAARRIIOO

continua a pag. 11

Page 9: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

L a Musica è “l’arte di combinare in-sieme i suoni, secondo determinateleggi e convenzioni”; la musica è

“ogni opera composta per mezzo di suoni”;la musica è “banda o fanfara” e “suono orumore dolce e piacevole”; la musica è “ vo-ce o rumore fastidioso e prolungato”;il termine viene dal latino musica(m) arte(m),che è dal greco mousike (techne), letteral-mente arte delle muse (Grande DizionarioGarzanti della lingua italiana – 1987).Per quanto concerne la sua accezione,dunque, il termine musica non è univoco;benché ognuno di noi istintivamente sia ingrado di attribuirgli almeno un significato,questo termine è molto dibattuto tra gli stu-diosi, per via delle diverse accezioni utiliz-zate nei vari periodi storici. Se venisse chiesto ad alcune persone co-s’è la musica, potremmo avere anche tan-te spiegazioni differenti quante il numerodelle persone coinvolte dalla domanda;qualcuno potrebbe identificare la Musicacon un determinato brano musicale, il cuiascolto reca piacere; qualcun altro potreb-be sostenere che la Musica è il linguaggiouniversale per eccellenza che permette dicomunicare con popoli lontani e distanti danoi; si potrebbe ancora dire che la musicaè cultura, altri potrebbero semplicementeassociarla a realtà musicali caratteristichedel luogo in cui si vive. E se lo chiedessi agli abitanti di San FeliceCirceo? … ovviamente avrei differenti e di-vergenti risposte; sono sicura che qualcu-no associ al termine musica la banda mu-sicale (e questo si verificherebbe allo stes-so modo se io ponessi la stessa domandaad altri abitanti di paesi in cui è fervida latradizione bandistica), proprio a conferma-re uno dei significati, sopra da me citati, cheviene dato al termine in questione dal Gran-de Dizionario Garzanti della lingua italiana.Cos’è una Banda Musicale (detta anche or-chestra di fiati - rispetto all’orchestra clas-sica prevede la mancanza degli archi)? In termini pratici è un insieme di personeche suonano strumenti a fiato e a percus-sione. Le prime bande musicali nascononell’antichità; già gli antichi Romani usava-no alcuni strumenti per manifestazioni reli-giose, militari ecivili. L’originedella banda, pe-rò, così come èintesa oggi, risa-le al XIV secolo,quando un nu-mero ridotto disuonatori presta-va servizio pres-so le Corti e leSignorie, concompiti artistici edi parata. NelXVIII secolo labanda era com-posta da un nu-

mero non superiore a di-ciotto elementi; verso la fi-ne del secolo, venneroperfezionati nuovi stru-menti e le bande si distin-sero in cittadine e militari. In Italia, fino al 1860, nonesistevano bande conl’organico predefinito esolamente lo Stato Ponti-ficio possedeva qualchebanda che lavorava atempo pieno, mentre al-trove le bande civili suo-navano per lo più in occa-sioni speciali, quali nozzee ricevimenti di sovrani.Nel 1865, in un congressomusicale effettuato a Na-poli, venne accolto unprogetto che distinguevale bande dalle fanfare. Nel1901 il maestro A. Vessella, a Roma, portòavanti una riforma che fu accolta favore-volmente anche all’estero e che prevedevaun’unica partitura divisa per gruppi: ance,ottone chiaro, ottone scuro e percussione.Nei primi decenni del Novecento le bandecivili, in Italia, si moltiplicarono. Se volessimo ricostruire la storia della Ban-da Musicale M° L. Ceccarelli di oggi, a par-tire dalle sue radici, non sarebbe opera faci-le. Soprattutto stabilirne la nascita con unadata precisa, personalmente mi risulta im-possibile; sicuramente parliamo di una ban-da di tradizione secolare. Deve il nome al pri-mo maestro di mio padre (Mauro Petrucci),Lorenzo Ceccarelli. Fu proprio mio padre apensare che fosse cosa giusta ricordare ilsuo primo insegnante di musica, intitolan-dogli l’Associazione Culturale a cui la bandamusicale è legata. Attualmente la formazio-ne è costituita da elementi del luogo, la mag-gior parte dei quali giovanissimi. La Bandaricopre, solitamente, i tradizionali momenti diFestività del Circeo, con un repertorio vario,che spazia da brani classici a brani più mo-derni, da trascrizioni a brani originali.Molti sono gli autori che si sono dedicati al-lo scrivere per banda; in particolare la tra-dizione bandistica italiana vanta nomi come

Giuseppe Verdi, A.Ponchielli e P. Ma-scagni, autori chehanno ricoperto ilruolo di maestro dibanda e hannocomposto perbanda. La bandaha avuto un ruoloimportante anchenella storia dell’o-pera, soprattuttodall’Ottocento, tal-volta presente sul-la scena, ma piùspesso impiegatacome seconda or-

chestra dietro le quinte, con effetto di mu-sica di scena. Qual è la reale importanza della banda mu-sicale? Sono legata alla banda musicale daquando ero piccolissima; alla luce delle mieesperienze musicali e dei miei studi, possoaffermare tranquillamente che spesso moltibambini si avvicinano alla musica propriograzie alla banda e che la musica d’insieme,nelle sue forme più svariate, è fondamenta-le nella crescita musicale di chi vuole neltempo proseguire con studi professionali. La Musica, se praticata, permette all’indivi-duo che ne fruisce di acquisire o migliora-re molteplici capacità, tra cui quelle diascoltare, di esprimersi e di comunicare. “L’educazione alla musica concorre, con lametodologia a essa propria e con la ne-cessaria gradualità, allo sviluppo della sen-sibilità del preadolescente, alla maturazio-ne del senso estetico e a un primo avvio al-la capacità del giudizio critico…” (Dal Pro-gramma Ministeriale D.M. 9 febbraio 1979.)L’educazione musicale si deve prefiggere,dunque, come obiettivo, “di promuovere lapartecipazione attiva del preadolescentenel suo duplice aspetto di espressione – co-municazione e ricezione.”Sarebbe opportuno che ogni individuoavesse la possibilità di cominciare un per-corso didattico – musicale sin da bambino;l’individuo affina la capacità di discrimina-re la produzione sonora corretta da una noncorretta, il brutto dal bello, il suono dal ru-more. Queste discriminazioni andrebbero acostituire una conoscenza “quasi informa-le”, che andrebbe allevata sin dai primi an-ni di vita della persona. Molti studi a ri-guardo sono stati compiuti e valide tecni-che sono state elaborate: Dalcroze, Kodalye Orff sono i maggiori rappresentanti di me-todologie d’insegnamento dell’educazionemusicale, che hanno sviluppato i concetti

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 9

Cultura

La banda musicale tradizione di Paese

di Luana Petrucci

La Musica, una passione per tutti

La banda, una passione per molti

continua a pag. 15

Natale 2011

Roccagorga - Settembre 2012

Page 10: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

O rmai è diventata un’espressione in-flazionata e, perciò, non più credibi-le. Quanti di voi lettori hanno senti-

to usare l’aggettivo “sostenibile” per quali-ficare azioni a dir poco inconfessabili? Siparla di edilizia sostenibile (da chi e come?),di traffico sostenibile, di turismo sostenibi-le. Solitamente è una di quelle ipocrisie ver-bali, nelle quali l’aggettivo serve a masche-rare intenzioni che vanno esattamente alcontrario. E così imparate a diffidare di chiusa male quell’aggettivo, che di per sé è in-nocuo e anzi raccomandabile. Qui vogliamoprovare a parlare di “turismo sostenibile” inun ambiente come San Felice Circeo-Sa-baudia, caratterizzato da una rapidissimacorsa alla sua insostenibilità, una insoste-nibilità che diventa tale perché comportatutti i carichi che rendono un territorio nonappetibile e gradevole ma inappetibile e darifiutare. Forse andrebbe anche eliminata la frase“turismo sostenibile locale”, perché, a mioavviso, il turismo abbraccia tutto l’ambien-te: è un fenomeno globale anche in sensoterritoriale, oltre che delle funzioni che co-involge e dell’economia che genera. Il turi-smo è molto poco locale.Proviamo a esaminare il tema della soste-nibilità sotto due aspetti: 1) di quali quanti-tà di turismo stiamo parlando; 2) di qualesostenibilità intendiamo parlare, perché lasostenibilità si manifesta nei confronti di unbene, ma se il bene manca o viene distrut-to, c’è poco da “sostenere”.Ma, prima di tutto, che cosa è il “turismosostenibile”. E’ un turismo “tollerabile”, os-sia capace di non procurare danni né ora,né nel lungo periodo; è un turismo “accet-tabile” sul piano economico, perché crearicchezza senza distruggere le altre ric-chezze; è un turismo “equo” per le popola-zioni locali, ossia che ammette le popola-zioni locali a partecipare solidalmente alla ri-partizione della ricchezza che esso crea at-traverso le occasioni che innesca. Comesi può vedere, parliamo di una cosa sem-plice. L’Organizzazione Mondiale del Turi-smo (OMT) l’ha definito nel 1998 così: “Le

attività turistiche sono sosteni-bili quando si sviluppano inmodo tale da mantenersi vitaliin un’area turistica per un tem-po illimitato, non alterano l’am-biente (naturale, sociale e arti-stico) e non ostacolano o inibi-scono lo sviluppo di altre attivi-tà sociali ed economiche”. E’un concetto che ripercorre ladefinizione data dalla WorldCommission on Environmentand Development, da cui è na-to il Rapporto Brundtland nel1987: ”Lo sviluppo sostenibile èlo sviluppo che soddisfa i biso-gni del presente senza com-promettere la capacità delle fu-ture generazioni di soddisfare ipropri”. In definitiva, le sue ca-

ratteristiche sono: durevolezza, compatibi-lità con l’ambiente, programmabilità, diver-sificazione, validità economica, partecipa-zione. Veniamo all’esame degli aspetti quantitati-vi di cui parlavo più sopra. Come è andatoil turismo a San Felice Circeo-Sabaudia ne-gli anni appena trascorsi (2010-2013)? Cre-do che non lo sappia nessuno. Il perché diquesta ignoranza l’ho spiegato su Il CentroStorico dell’altra volta: non lo sappiamoperché le “riforme” del turismo regionalehanno chiuso l’unica bocca che riusciva araccogliere, elaborare, diffondere e discu-tere i dati annuali, ossia l’ìstituto turistico lo-cale. L’hanno soppresso. E così oggi dob-biamo aspettare l’Istat, che impiega circa 2anni per dire qualche cosa, e in economiasi tratta di un tempo insopportabile, troppolungo. Dunque, oggi non potremmo pianifi-care perché ci mancano dati “veri” o “pros-simi al vero”. Visto che di quantità non possiamo parla-re, proviamo a parlare dei beni primari suiquali, qui da noi, si regge il turismo. Co-minciamo dal primo e più importante, il ma-re. L’Ispra, che è l’Istituto Superiore per laProtezione e la Ricerca Ambientale, qualcheanno fa ha parlato, per il tratto pontino, del-la necessità di estendere lo studio del no-stro modello a tutto il litorale, il che signifi-ca che dopo quasi 50 anni dall’esplosionedel fenomeno erosivo (primi anni Sessantadel secolo scorso) ancora non sappiamobene come vanno le cose (cause e rimedi):il tempo è passato invano, ma noi vediamobene i danni che l’erosione ha procurato (nel2008-2009 sono andati perduti oltre 28 mi-la posti/mare /giorno e 1.680.000 posti/ma-re/estate), e quelli che ha procurato l’uomonel tentativo di contrastare l’erosione sen-za sapere che genere di nemico combatte-va (spendendo fior di denaro di noi contri-buenti). L’Ispra ha in proposito detto chenon si possono fare interventi non pianificatisu base poliennale (opere di contenimentoe loro manutenzione annuale), altrimenti èinutile parlare di sostenibilità. Ma è proprioquel che è successo, perché gli interventi

(costosissimi) sono stati improvvisati di an-no in anno e affidati a singoli Comuni (co-mune di Anzio, per ampliare il porto; di La-tina per gettare scogliere che hanno creatonuova erosione), come se il mare fosse di-visibile in base alle competenze ammini-strative comunali.Vogliamo parlare di altri motivi che creanouna suggestione capace di indurre un turi-sta a venire dalle nostre parti? Noi abbiamoil magnifico mito di Ulisse e Circe e i fattidella preistoria. Ma il mito si è ridotto a unpaio di insegne pubblicitarie di alberghi e ri-storanti; e la preistoria è caduta nel dimen-ticatoio. L’unico segno scientifico e anchedi godimento turistico, ossia la Mostra Ho-mo Sapiens e Habitat inventata dal “volon-tario” Marcello Zei, sopravvive grazie ad al-tri volontari, e senza un soldo per rinnovar-la, migliorarla, mantenerla decorosa e ren-derla sempre nuova. Vogliamo parlare dell’”edilizia sostenibile”?Provate a contare quante case, spessobrutte e spesso abusive, sono sorte sul ter-ritorio. Che cosa hanno reso e chi hannobeneficiato (escludendo i proprietari)? A mioavviso hanno ottenuto l’involgarimento delterritorio e, quindi, la caduta della sua at-trazione e lo scadimento della qualità delladomanda. Cioè, l’antieconomia. Hanno di-strutto la speranza del domani. Vogliamo parlare del “verde”? In nome del-la “democrazia” e del decentramento ab-biamo creato un “ente Parco del Circeo” egli abbiamo tolto ogni capacità di manovra.Sopravvive con una giusta tenacia (siamo-gli grati!), ma sono cresciuti i suoi nemici. Ma allora è tutto negativo? Per carità, pri-ma di ammazzare una località bella comela nostra ce ne vogliono di amministratoridisattenti, di imprenditori arroganti, di cit-tadini “complici”. Ma a forza di tirare lacorda …. Ma c’è anche qualche nota po-sitiva? Provo a dire qualcosa. Qualche an-no fa furono indicate alcune linee direttiveper il Turismo in un documento che il Con-siglio provinciale approvò all’unanimità.Era un buon in inizio, ma non se n’è fattonulla, e ora alcune di quelle linee sono in-vecchiate. Alcuni anni dopo c’è stata unaConferenza provinciale del Turismo a Sper-longa, con ampia partecipazione di prota-gonisti nella fase preparatoria, dibattimen-tale e decisoria, per una politica turistica dibreve-medio termine. Nell’agenda c’eranoalcuni obiettivi. Tra i più semplici: curarel’immagine delle città (assetto dell’ospita-lità e dei servizi), puntare sui beni cultura-li (rendere agibili e mantenere quelli esi-stenti, creare nuove occasioni di accedibi-lità), garantire la tracciabilità delle origini edei cambiamenti delle imprese turistiche(bloccare la camorra e simili consorterie),raccordare la politica del verde (per mi-gliorare il mantenimento e la fruibilità di unbene esistente, e non per distruggerlo), in-novare e investire sulle aziende. Chi si sen-te di dire quanti di questi obiettivi sono sta-ti raggiunti? n

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 10

Turismo

di Pier Giacomo Sottoriva

Turismo “sostenibile”Quante ipocrisie si commettono nel tuo nome!

Un’espressione non più credibile

Promontorio. Foto di Carlo Perotto

Page 11: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 11

Il fatto

“Vengo quando capita”

F ino a qualche mese fa,quando era ancora presi-dente del Coni, i sanfeli-

ciani lo vedevano praticamentesolo in televisione. Adesso, qual-che volta, capita anche dal vivo.Com’era prevedibile, il “coloniz-zatore romano” è sparito dai ra-dar dopo le elezioni. Alle se-dute di giunta partecipa piùo meno una volta sì e unano: su 56 sedute è stato assente 24 volte(dato aggiornato al 28 febbraio 2013), men-tre il vice sindaco non se ne perde una. Difficile incontrarlo anche in occasioni pub-bliche (inaugurazioni, presentazioni, confe-renze stampa); al suo posto il solito vice sin-daco stakanovista o qualche assessore vo-lenteroso. Eppure, già prima delle elezioniin molti si erano detti scettici su quantotempo Petrucci, tra i suoi molteplici impe-gni, avesse potuto effettivamente dedicareal nostro paese. Persino quello che ora è ilsuo più fedele alleato nonché bodyguardaveva ironizzato così sul futuro sindaco: “Iovorrei – scriveva sul web - che mi spiegas-se quanti giorni a settimana intende dedi-care al paese: ne occorrono almeno 7”. Poine descrisse la profonda conoscenza delterritorio definendolo “uno che di San Feli-ce conosce (forse) la strada per arrivarcidalla pontina”. Nel frattempo, la strada sel’è imparata, ma evidentemente la percorredi rado.

Tutti affiancati appassionatamente

Quelle poche volte che il primo cittadino ca-pita al Circeo, trova appena il tempo di no-minare qualche nuovo delegato. Solo che,essendone ormai 14, non sa più a cosadelegarli. L`ultima moda è l`affiancamen-to: la delegata al turismo e grandi even-ti, forse perché ritenuta non all`altezza, èstata affiancata nel suo gravoso compi-to da una signora e, dopo qualche me-se, da un’altra: in pratica l’affiancamen-to dell’affiancamento. Analoga sorte peruna ex consigliera comunale che ora af-fianca ai servizi sociali un assessore, an-che lui chiaramente in debito d`ossigeno.Non manca poi la delega alla “supervi-sione”, un altro tipo di affiancamento, madall’alto, giusto per dare una parvenza dipotere ai consiglieri senza assessorato.

Ma a cosa servono le deleghe? Più che al-tro a darsi un tono e poter dire “anche iofaccio parte del cambiamento”. Perchérisultati significativi non se ne vedono, a

parte qualche lodevole eccezione, co-me la delega per la valorizzazione deibeni storico – archeologici del paese(ottima, per esempio, l’iniziativa per ilrecupero di Torre Paola). Per il resto,

San Felice continua a essere unpaese “morto” d’inverno, con il

centro storico abbandonato e ilcommercio agonizzante. Sen-

za nessuna idea per destagionalizzareil turismo e far vivere il Circeo 12 mesil’anno.Non mancano, poi, gli incarichi finti,quelli che servono a far sì che le coserestino come sono: l`esempio più ecla-tante è la delega ai balneari, assegna-ta a uno che di mestiere fa propriol`operatore balneare, oltre ad essere ilrappresentante di un`associazione dispiaggianti che ha sostenuto la listaPetrucci. Gli incontri con la categoria liorganizza direttamente a casa sua, in-terloquendo con sé stesso in doppiaveste: quella di privato e quella di rap-presentante del Comune. La domandaè: farà gli interessi del suo settore o del-la collettività?

Trasparenza, questa sconosciuta

La trasparenza non è un optional, ma unobbligo di legge. Al Comune di San Felicesembrano però non essersene accorti. Se-condo una ricerca dell’associazione “Rina-scita civile”, il sito internet dell’ente è tra gliultimi in provincia in fatto di trasparenza perla mancata pubblicazione di una serie di da-

ti; per esempio, i curricula e le retribuzionidi dirigenti e amministratori, le spese so-stenute e i risultati raggiunti, la qualità deiservizi e altre informazioni che, secondo ilprincipio dell’accessibilità totale, favorisco-no forme diffuse di controllo, nel rispetto deiprincipi di buon andamento e imparzialità.“Con particolare riferimento alla legalità ealla cultura dell’integrità – spiega l’associa-zione – la pubblicazione di determinate in-formazioni pubbliche risulta strumentale al-la prevenzione della corruzione nelle pub-bliche amministrazioni”.

Concetti che non sembrano interessare mol-to ai governanti locali. E che forse vale la pe-na ricordare anche all’assessore al bilancio(con delega all’informatizzazione) che sul suosito internet ci fa la lezioncina sull’importan-za dell’albo pretorio on line: “uno strumentofondamentale del cittadino per tenersi co-stantemente informato sulle attività svolte dalproprio comune”. Ma poi si dimentica di ap-plicare interamente il decreto legislativo n.150 del 2009 e le altre norme che dettano,appunto, le regole dell’accessibilità. Per avere un quadro ancora più chiaro del-la situazione, basta consultare il portale“La bussola della trasparenza” della pre-sidenza del Consiglio dei ministri. Digi-tando l’indirizzo del sito comunale è pos-sibile conoscere quale tipo di atti vienepubblicato. E il risultato è sconcertante:l’ente soddisfa appena 11 indicatori sui 42previsti dalla legge. Mancano, tanto perdirne un paio, i tassi di assenza del per-sonale e i dati sulla performance. Né sap-piamo quanto ci costano i nostri funzionari(gli ultimi dati risalgono agli anni scorsi) egli amministratori. n

Un Sindaco a metà con la mania di delegare

di Rosa L.

parte di molti enti locali a formalizzare ildissesto, pur in presenza dei relativi pre-supposti, in quanto tale decisione com-porta pesanti e impopolari ricadute neiconfronti dei dipendenti, degli amministra-

tori, della cittadinanza e dei creditori del-l’ente, per cui in alcuni casi si assiste al fe-nomeno della dissimulazione circa la rea-le situazione finanziaria. Tale fenomeno,impedendo l’emersione di tutte le passivi-tà suscettibili di riconoscimento e il tem-pestivo ripristino degli equilibri di bilancio,rischia di rendere le manovre di risana-mento molto più problematiche, a causadel procrastinarsi della situazione debito-ria. Ricordo che nei Comuni commissaria-

ti ex art. 141 del T.U.EE.LL. l’obbligo di de-liberazione dello stato di dissesto si esten-de, ove ne ricorrano le condizioni, al Com-missario straordinario. Forse non sarebbemale se al momento di approvare il rendi-conto dell’esercizio 2012 fosse organizza-to proprio dal Commissario Straordinario edai Revisori dei Conti un incontro con i cit-tadini nel rispetto del principio della rendi-contazione sociale, per far comprendere ilreale stato delle finanze comunali. n

segue dalla pagina 8

Territorio di FRANCO BRUGNOLA

Il Comune di Sabaudia e il disavanzo

Page 12: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

L eggiamo sempre più spesso sui giornali locali dei gra-vissimi problemi finanziari del Comune di San Felice Cir-ceo, il tutto senza che nessuno degli amministratori si sia

preso la briga di rispettare la Direttiva del Ministro della Funzio-ne Pubblica sulla rendicontazione sociale delle amministrazionipubbliche del 17 febbraio 2006. I bilanci dei Comuni sono re-golati dal Testo unico degli Enti Locali, nel quale sono elencati iPrincipi del bilancio: unità, annualità, universalità e integrità, ve-ridicità, pareggio finanziario e pubblicità. Purtroppo a causa deigravissimi problemi riscontrati, su proposta della Giunta, il Con-siglio Comunale di San Felice Circeo, con deliberazione n. 53 del21 dicembre scorso, nel provvedere alla ricognizione sullo sta-to di attuazione dei programmi e alla verifica della salvaguardiadegli equilibri di bilancio dell’esercizio 2012 (obbligatoria in ba-se all’art. 193 del Testo Unico degli Enti Locali), ha provvedutoanche alla dichiarazione di dissesto finanziario ai sensi dell’art.246 del D.lgs. 267/2000. Ma cosa è il dissesto? La definizionedel Dissesto finanziario è fornita dall’ articolo 244 del Testo Uni-co degli Enti Locali “Si ha stato di dissesto finanziario se l’en-te non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei ser-vizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente lo-cale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare va-lidamente fronte con le modalità di cui all’articolo 193, nonchécon le modalità di cui all’articolo 194 per le fattispecie ivi pre-viste”.In sostanza la fattispecie del dissesto negli enti locali si verifica al-la presenza di due elementi: lo stato di insolvenza, e cioè l’inca-pacità dell’ente di onorare i suoi debiti, e l’impossibilità di assol-vere le funzioni e i servizi indispensabili di sua competenza. I duepresupposti del dissesto possono operare anche disgiuntamente,ma sono comunque tra loro strettamente collegati; nel senso chel’impossibilità ad assolvere le funzioni e i servizi indispensabili ri-corre, anche se fossero disponibili le risorse a ciò necessarie, per-ché queste devono onorare i debiti precedentemente contratti.Quali sono i servizi indispensabili? Manca una precisa definizionenormativa di funzioni e servizi del genere, pur se si rinviene una in-dicazione nell’art.37, terzo comma, del D.lgs. 30 dicembre 1992n.504 (sulla finanza degli enti territoriali), in base al quale i serviziindispensabili sono quelli che rappresentano le condizioni minimedi organizzazione dei servizi pubblici locali e che sono diffusi sul ter-ritorio con caratteristica di uniformità. Il DM 28 maggio 1993, nel-l’individuare i servizi locali indispensabili al fine di escludere l’as-soggettabilità a esecuzione forzata delle somme a essi destinateparla genericamente di anagrafe e di stato civile, polizia locale,istruzione primaria e secondaria, servizi necroscopici e cimiteriali,distribuzione dell’acqua potabile, servizi di fognatura e di depura-zione, nettezza urbana, viabilità e illuminazione pubblica, etc. Sequei servizi sono stati ritenuti in-dispensabili in quanto l’even-tuale esecuzione forzata dellerelative somme avrebbe com-promesso le condizioni minimedi organizzazione dei servizipubblici locali, sembra ragione-vole presumere che un ente lo-cale, ove fosse impossibilitatoad assicurare tali condizioni mi-nime, avrebbe perso la sua ra-gion d’essere. Pertanto finquando quei servizi siano og-gettivamente assicurabili, il dis-sesto non può essere dichiara-to (così il TAR Lazio – Latina,Sent. 12 febbraio 2005, n. 239).La disciplina del dissesto è fi-nalizzata al risanamento del-l’ente, ma anche a garantirela par condicio dei creditori at-traverso una procedura che sisvolge in parallelo al perdurare

della sua gestione ordinaria. Pertanto mentre prosegue la gestio-ne ordinaria viene attivata anche una gestione straordinaria. A talfine, nel Comune di San Felice Circeo è già arrivato l’OrganoStraordinario di Liquidazione, previsto dall’art. 245 del D.lgs.267/2000 per provvedere: a) ala rilevazione della massa passiva;b) all’acquisizione e gestione dei mezzi finanziari disponibili ai fi-ni del risanamento anche mediante alienazione dei beni patrimo-niali; c) alla liquidazione e pagamento della massa passiva. La di-chiarazione di dissesto produce effetti non solo nei confronti deicreditori, ma anche sulla gestione ordinaria dell’ente locale e su-gli amministratori. Mentre le conseguenze sui creditori operano findall’inizio, quelle sulla gestione ordinaria sono rinviate all’eserci-zio successivo. Per quanto riguarda le conseguenze sugli ammi-nistratori (impossibilità a ricoprire incarichi pubblici) queste sonolimitate solamente a quelli che la Corte dei conti potrebbe rico-noscere responsabili, anche in primo grado, di danni da loro pro-dotti, con dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verifi-carsi del dissesto finanziario. Intanto, contro la citata deliberazio-ne 53/2012 e gli altri atti conseguenti è stato presentato il 20 feb-braio scorso un ricorso avanti al TAR del Lazio da parte dell’As-sociazione “Sanfeliciani contro il dissesto”, nonché da VincenzoCerasoli, Giuseppe Schiboni e altri, per cui la Giunta comunale condeliberazione n. 27 del 4 marzo scorso ha stabilito di costituirsi ingiudizio, affidando l’incarico di rappresentarla ad alcuni legali e im-pegnando per questo la somma di € 5.033,60. Come si può ve-dere, la situazione in cui versa il Comune di San Felice Circeo è

estremamente grave e nella cittadinan-za si è creata viva preoccupazione sututta la vicenda, per cui sarebbe oppor-tuno che l’amministrazione provvedessea presentare il bilancio sociale renden-do conto ai cittadini in modo trasparen-te e chiaro la situazione dei conti e di co-sa è stato fatto nel loro interesse. Ri-spetto al bilancio tradizionale, che ri-porta dati economico-finanziari difficil-mente comprensibili dal cittadino (qua-si mai pubblicato in maniera comprensi-bile sui siti web dei nostri comuni), lapresentazione del bilancio sociale do-vrebbe rendere trasparenti e comprensi-bili tutti i passaggi che hanno condottoa questa situazione.Confidiamo nonostante tutto in una rapi-da soluzione dei problemi economici-fi-nanziari e in una conseguente ripresa diun Paese che appare immerso in un sof-ferto torpore. n

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 12

Territorio

di Aristippo

Dissesto e Bilancio Sociale a San Felice Circeo

Page 13: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 13

Ambiente

F rancamente speravamo che le coseandassero un po’ diversamente. An-cora una volta avevamo peccato di

ottimismo. Avevamo lavorato affinché l’iterdel piano del Parco non si fermasse duran-te il rinnovo della Regione Lazio. Per la veri-tà dagli incontri svoltisi in regione ormai me-si fa avevamo maturata la speranza che ad-dirittura si potesse arrivare all’adozione delPiano prima della scadenza elettorale. Le co-se non sono andate così e la sensazione chesi ha è che siamo ancora in mezzo al gua-do. Il limbo istituzionale di questo periodonon ha certo aiutato i parchi, tanto menoquello del Circeo. Il rinnovo di Governo da unlato, quello della Regione da un altro, quel-lo di un Comune fondamentale per il parcocome Sabaudia, hanno nel loro insiemecreato una situazione di attesa dalla qualeauspichiamo di uscire rapidamente.Quattro sono le “questioni” che le rinnova-te istituzioni dovranno rapidamente affron-tare: il rinnovo degli organidell’ente (presidenza e consi-glio direttivo), Valutazione Am-bientale Strategica (V.A.S.),Piano del Parco e Regola-mento del Parco. La nomina del nuovo Presi-dente necessita di due ele-menti che solo ora si sonosbloccati: l’intesa che la Re-gione deve esprimere sul no-me del Presidente avanzatodal Ministro dell’Ambiente e ilparere che le CommissioniAmbiente di Camera e Sena-to dovranno dare su questonome. I nuovi vertici della Re-gione ora in carica sarannodunque presto chiamati a pro-nunciarsi e il Parlamento ap-pena eletto tra le mille que-stioni che dovrà affrontare tro-verà anche quella dei parerisulle Presidenze degli EntiParco oggi commissariati. C’è poi il rinno-vo dei Consigli Direttivi, compreso quellodel Circeo, che dovrà rispondere a una re-centissima norma che ne riduce il numero

di consiglieri. Si passa da do-dici membri a otto più il Presi-dente. La nuova norma preve-de che ci siano quattro Consi-glieri in rappresentanza delloStato (uno del Ministero del-l’Ambiente, uno del Ministerodelle Politiche Agricole, unodell’Istituto per la ProtezioneAmbientale, uno delle Asso-ciazioni Ambientaliste ricono-sciute) mentre altri quattro so-no in rappresentanza degli En-ti Locali e della Regione. Que-sti ultimi quattro dovranno es-sere espressi dalla Comunitàdel Parco che, nel caso delCirceo, non ha ancora il pro-prio Presidente e in questoquadro s’inserisce ovviamente anche laquestione del rinnovo del Comune di Sa-baudia che sarà dirimente per gli equilibri

interni che potrebbero andarsi a costituire.La procedura V.A.S. è stata avviata ma lasua conclusione è propedeutica all’adozio-ne del Piano per avviare poi la procedura

delle osservazioni, delle contro-deduzioni e quindi delle even-tuali modifiche o integrazioni. Adicembre la questione sembra-va procedere speditamente, mapoi … Eppure la V.A.S. dovreb-be essere una procedura tecni-ca e non politica, quindi il rin-novo degli organi istituzionali diriferimento non dovrebbe inci-dere, ma in Italia funziona così.Le Istituzioni tra un’elezione eun’altra sembrano porsi in unasituazione di attesa, quasi chenon esistesse continuità ammi-nistrativa. Comunque ora do-vremmo esserci, non recupere-remo il tempo perso ma alme-

no speriamo di non perderne altro.Anche la procedura di approvazione delPiano del parco è in capo alla Regione La-

zio e prevede come atto di avvio l’a-dozione di questo che, come abbia-mo detto, potrà avvenire dopo l’e-spletamento della V.A.S.. A differen-za della V.A.S. il Piano ha certamen-te in sé una componente politica,non fosse che per il fatto che que-sto è sovraordinato a tutte le piani-ficazioni tranne che a quella pae-saggistica. Ora il parere negativoespresso a maggioranza dalla Co-munità del Parco (pur con argo-mentazioni paradossali e risultate in-fondate) dovrà certamente essereanalizzato dalla Regione, vedremodunque la nuova Giunta come sirapporterà rispetto a questo e ve-dremo come sfocerà il dibattito elet-torale di Sabaudia che vede propriosul tema Parco un forte elemento didifferenziazione delle varie candida-ture a Sindaco.Ancora in itinere è anche il Regola-mento del Parco la cui procedura pe-

rò vede come capo fila il Ministero dell’Am-biente che ha finito gli atti formali di con-sultazioni degli Enti locali ma che ora deverapportarsi con la Regione Lazio per cerca-re l’intesa sul testo finale. Anche in questocaso il Ministero ha dovuto attendere le ele-zioni regionali e quindi anche per il Regola-mento ora speriamo si proceda con la ne-cessaria celerità.Certo il Parco Nazionale del Circeo non ètra le priorità del Paese e forse neppure del-la Regione. Ma la questione non può esse-re più relegata tra quelle che possonoaspettare ancora. Dopo tanto lavoro fatto ilrischio di sfilacciamento è grande ma vo-gliamo credere che in particolare sarà man-tenuto l’impegno verso il Parco assunto dalPresidente Zingaretti durante la campagnaelettorale. n

* Commissario del Parco Nazionale del Cir-ceo

Parco Nazionale del Circeo

Quattro questioni da affrontare

Fuori dal limbo dopo le nuove elezioni regionali e nazionali

di Gaetano Benedetto *

Auditorium

Cavea e Museo

Alba sul lago di Paola

Page 14: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 14

Territorio

L’ Ente Parco ha presentato un nuo-vo progetto di risistemazione delMuseo del Parco presso il Centro

Visitatori di Sabaudia su un bando del GALTerre Pontine “Qualità dell’offerta alimenta-re e territoriale”, fondi del Piano di Svilup-po Locale 2007-2013, Misura 413.313 “In-centivazione di attività turistiche”. Il pro-getto è stato interamente elaborato dai tec-nici dell’ufficio dell’Ente Parco e riguardal’allestimento interpretativo del Museo.Il Parco presenta, infatti, al suo interno tra lestrutture di accoglienza per turisti da oltrevent’anni, presso il centro visitatori di Sabau-dia, il Museo naturalistico che illustra gli am-bienti del Parco e orienta i visitatori alla visi-ta del territorio, dando informazioni sia di ca-rattere scientifico sia di carattere geograficoterritoriale, oltre che logistico e di servizi.Il Museo del Centro Visitatori ha una su-perficie di circa 350 metri quadrie attualmente accogliecirca diecimilavisitatori l’anno.Il Museo è aper-to tutti i giorni, in-clusi i festivi, sal-vo le assenze pro-grammate del per-sonale dedicato(Operai a Tempo In-determinato del CFS,in servizio pressol’Ente Parco grazie auna convenzione, oratriennale con durata2013-2015).Gli utenti che frequenta-no il Museo provengonoda un’area molto vasta, sia livello naziona-le che internazionale, e sono composti pre-valentemente da gruppi scolatici, ma ancheda famiglie e singoli visitatori. Le informa-zioni assunte nel Museo potranno essereapprofondite seguendo i sentieri interpre-tativi precedentemente realizzati dall’EnteParco con altri progetti.Il Museo, che è stato storicamente realiz-zato negli anni settanta con un primo alle-stimento e rinnovato parzialmente nel 2004,richiede oggi un intervento di riorganizza-zione e riallestimento parziale per migliora-re la vivibilità dell’ambiente e degli spazi,anche alla luce delle esigenze nate nell’e-sperienza di gestione, e per ammodernarela sua capacità di comunicazione e coin-volgimento del visitatore, attraverso la crea-zione di elementi interattivi, oltre che la so-stituzione di alcune parti di allestimenti chesi sono deteriorati nel tempo, come adesempio alcuni animali impagliati e rialle-stire la stanza al piano sotterraneo che con-teneva acquari ormai da tempo dismessi.In generale il fine dei musei di scienze natu-rali, anche locali e di piccole dimensioni co-me quello del Parco, è di contribuire alla cre-scita della conoscenza della natura attuale edella sua storia passata e alla sua divulga-

zione di questa conoscenza. Un museo na-turalistico normalmente colleziona esemplarinaturalistici, li conserva, li studia e li utilizzaper la divulgazione scientifica tramite esposi-zioni permanenti, mostre temporanee, pro-poste didattiche; pubblica riviste scientifichenonché libri e opuscoli divulgativi. Il Museodel Parco non si qualifica quindi come museoin senso stretto, mancando di collezioni e dispecifici contenuti scientifici e di ricerca a es-si collegati, ma piuttosto come “exibit” a va-lenza soprattutto informativa e divulgativa, in-dirizzato ad accogliere in prima istanza i visi-tatori del Parco e di indirizzarli sul territorio perle visite e per ulteriori approfondimenti. Essoè quindi piuttosto un “Visitor Center” nel sen-so anglosassone del termine, come punto di

partenza di un “mu-seo” a cielo apertoche è rappresentatodal Parco nel suo in-sieme, con un per-corso che si puòpiuttosto definire“ecomuseale”.Obiet-

t ividel progetto

sono il migliora-mento dell’utiliz-zo degli spaziesistenti del Mu-seo, attraverso ilcompletamento dialcuni allestimenti(piano inferiore), la riorganizzazione delle vi-suali interne e dei percorsi di accesso; l’in-serimento di elementi di interattività e di co-involgimento emotivo dei visitatori; l’inseri-mento di ulteriori elementi interpretativi;l’organizzazione in uno spazio autonomo li-mitrofo al museo vero e proprio di un loca-le per l’accoglienza di gruppi di utenti, inparticolare di gruppi organizzati, anche perampliare gli spazi di attività nei giorni dipioggia (che non consentono attività ester-ne sul territorio del Parco).Gli obiettivi che si prefigge sono quelli di farusare il museo non solo dal pubblico scola-stico con il quale interagire è facile e facil-mente monitorabile, ma coinvolgere gli adul-ti in visita, e in particolare i diversamente abi-li, cosa sicuramente più difficile, ma i risul-tati attesi sono di una fruizione “guidata” chelasci un ricordo emozionale e che venga tra-smessa e commentata come un’esperienzada ripetere da soli o accompagnati, comun-que un’esperienza positiva, un nuovo mododi “guardare” il museo. Gli interventi preve-

dono risistemazione dei diorami esistenti,miglioramento fruizione comunicativa e di-dattica della grotta, riattivazione e manuten-zione dell’acquario di 1200 litri già esisten-te, allestimento generale dell’ambiente perrendere più accattivante l’intero aspetto delmuseo, sonorizzazione dei vari ambienti na-turali riprodotti.Particolarmente importante sarà la realizza-zione di una Area didattica, di documen-tazione e di sperimentazione nel locale se-parato situato di fronte al Museo, con un am-pio spazio di circa 50 mq. Tale area verrà uti-lizzata in maniera multifunzionale per acco-gliere gruppi e scolaresche, realizzare attivi-tà di animazione collegate all’attività del Mu-seo e del Parco (ciò permetterà di gestiredue gruppi di 20-30 persone contempora-neamente, permettendo di raggiungere la“capienza pullman” spesso richiesta dai vi-sitatori) ed effettuare attività di documenta-zione e ricerca sul Parco, in una sala di la-

voro dotata di alcunepostazioni con compu-ter e internet, materia-le informativo, ecc.,anche in parallelo al-l’esistente locale bi-blioteca (gestito dalCFS); effettuare at-tività di base dianalisi visivo ma-teriale naturalisti-co per attività diricerca o didatti-che (l’Ente Par-co dispone giàdi alcuni mi-

croscopi binoculari aquesto scopo); fungere da

spazio operativo di riferimento per le at-tività di monitoraggio della biodiversità (lo-cale di conservazione di alcune dotazionitecniche dell’Ente come cannocchiali, bino-coli, GPS, ecc.).Tale locale verrà anche utilizzato per con-servare attrezzature specifiche per attività dieducazione e interpretazione speciali: inparticolare la creazione di un Laboratoriodi didattica astronomica, per rafforzare leattività di interpretazione del cielo, per lequali si prevede di acquistare con il pro-getto due telescopi per le manifestazionipubbliche su temi astronomici, che già ven-gono in parte realizzate presso il Parco; eun Laboratorio di Educazione Alimenta-re, per le attività didattiche scolastiche. Il progetto, per un costo di circa 180.000 €,verrà realizzato in stretta collaborazione conil CFS-UTB di Fogliano, che ha dato il pro-prio supporto alla presentazione al GAL del-la proposta. Si attende ora l’esito della do-manda di finanziamento, sperando che ven-ga selezionata tra quelle presentate. n

* Direttore Ente Parco Nazionale del Circeo

Un bando del GAL Terre Pontine

Un nuovo progetto di allestimento della struttura presso il Centro Visitatori di Sabaudia

Aria nuova al Museo del Parco

di Giuliano Tallone*

Page 15: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 15

Territorio

S arà capitato anche a voi di passare inmacchina per via Sabaudia e inveirecontro le persone in bicicletta in mez-

zo alla strada, chiedendovi per quale in-spiegabile motivo non utilizzassero la pistaciclabile al loro fianco.Passare dalla carreggiata per il traffico vei-colare al marciapiede su cui è tracciato ilpercorso ciclabile è pericolosissimo.Dai tre ai dieci centimetri di scalinoper salire sul marciapide su cui ètratteggiato il percorso ciclopedona-le. Io stessa ho visto gente – e a vol-te anche persone anziane – caderecon la bici, perché se si entra con laruota a filo, lateralmente, la ruota sci-vola, non riesce a superare il gradi-no e si perde il controllo della bici-cletta. Bisogna quindi stare molto at-tenti, entrarci con la ruota trasversa-le alla linea del marciapiede e tene-re ben saldo il manubrio della bici.Ma rimane rischioso anche in questamaniera. I ciclisti non salgono suquella pista perché lo scalino fa pau-ra. Un altro motivo per cui chi va in bi-cicletta tende a non utilizzare quellapericolosissima pista è che questa sitrova al margine del marciapiede, non ver-so la strada, ma verso le uscite/entrate del-le case, propietà private e stradine laterali,con il rischio che a ogni metro possa usci-re il muso di una macchina. Non ci sonospecchietti che agevolano la visuale, incompenso c’è una segnaletica che imponealle biciclette di fermarsi e controllare “l’in-crocio” a ogni uscita. Se voi considerate iltratto di via Sabaudia che va da la Cona al-la Cava sul lato della montagna, noteretesolo cancelli e accessi a proprietà private:

le bici dovrebbero rallentare, fermarsi e su-perare un incrocio ogni metro e mezzo. Chesenso ha fare una pista ciclabile se il traffi-co delle biciclette viene ostacolato e sicreano trenta incroci tra automobili e bici?Poi non si sa per quale motivo la pista ci-clabile sia stata fatta sul lato con più case,anziché su quello opposto, con meno case

e zero stradine laterali. Molte sono le perplessità legate ai mozzi-coni di pista ciclabile sparsi per il paese,sconnessi e insensati. Si pensa ancora og-gi che avrebbe avuto maggiore utilità sefosse partita dal mare (Torre Paola o VialeEuropa) per condurre almeno alla zonacommerciale del paese. Per come stanno lecose, invece, i ciclisti devono percorrerelunghi tratti in mezzo al traffico, o in alter-nativa, devono invadere i marciapiedi. Maciò che più indigna è la pericolosità e l’im-

praticabilità di questo tratto in via Sabaudiae ne è conferma il fatto che tutte le perso-ne in bicicletta percorrono quel tratto ester-namente al tracciato a loro riservato.Un milione e mezzo di euro (previsti nelladelibera n. 271 del 30.09.2009 per la solaopera pubblica “Realizzazione marciapiedicon pista ciclabile urbana via Sabaudia”),

provenienti dalle nostre tasse/ta-sche, investiti per quest’opera inac-cessibile e che mette in pericolo lanostra vita. Un milione e mezzo perun progetto non pensato, non riflet-tuto, fatto con i piedi. Un milione emezzo di euro per un progetto cheparla di noi, che ci rappresenta e chetestimonia in quale modo superficia-le facciamo le cose. Uno straniero, oanche solo un toscano, che si trovaa utilizzare quella pista sicuramentepenserà: “Che imbecille questa gen-te! Hanno fatto una pista scomodis-sima, fuori da ogni logica”, perché aocchio si vede quanto quel progettonon sia né ergonomico né sicuro. Unmilione e mezzo dei nostri soldi perfarci prendere per i fondelli e sentir-ci dire: ecco, cittadini, avete la vostrapista ciclabile!

La critica è merce a buon mercato, certo.Chi non opera critica, chi opera se la bec-ca! Tuttavia, quello che voglio dire è che èapprezzabile che le istituzioni abbiano re-cepito l’esigenza del cittadino di avere areeriservate alla ciclabilità, certo però si pote-vano sforzare un po’ di più per dare una ri-sposta seria e sensata all’utenza. Questasembra più una risposta derisoria. Insom-ma, che ci stiate prendendo in giro ce neaccorgiamo, che poi ve lo lasciamo fare èun altro discorso! n

Sul marciapiede in via Sabaudia

Un’opera pericolosa per i ciclisti

La folle pista ciclabiledi Luna Capponi

base della musica legata al corpo, alla vo-ce e al senso ritmico.Attraverso questa attività è possibile stimo-lare nel ragazzo la ricerca di elementi musi-cali essenziali importantissimi, quali, adesempio, l’intonazione, il senso ritmico, l’e-spressività. Queste qualità non andrebberosviluppate con la sola lezione individuale.L’esperienza della musica d’insieme contri-buisce sicuramente ad accrescere nell’indi-viduo l’attenzione, la concentrazione e la ri-duzione di alcune tensioni che si accumu-lano, invece, con la lezione individuale. Ave-re l’obiettivo di realizzare un lavoro di grup-po porta a una collaborazione, una coope-razione e a un senso di responsabilità po-sitive e formative sia a livello musicale in ge-nerale, che a livello psicologico e socialedell’individuo. E’ ovvio che la musica d’in-sieme non si sostituisce al “momento” di le-

zione singola.Ogni realtà musicale che porta l’alunno a fa-re musica d’insieme contribuisce a una for-mazione caratteriale migliore dell’individuo.La musica d’insieme in generale, intesa co-me attività collettiva del far musica, è in-dubbiamente una pratica fondamentale nelprocesso formativo individuale dello stu-dente, e nella formazione dell’individuo. La Banda, in modo particolare, sviluppa al-cuni aspetti che riguardano il carattere so-ciale e culturale che lega le Bande musica-li ai luoghi in cui nascono; le bande vengo-no portate a essere importanti istituzioni dirappresentanza del paese in cui nascono.Inoltre, nell’ambiente collettivo, si impara asocializzare. Educare con la musica d’insieme significausare quest’arte per la socializzazione, unmezzo che può aiutare a superare partico-lari situazioni d’egocentrismo e d’emotività,riuscendo a far capire le esigenze del grup-po e a far imparare ad ascoltare gli altri equello che essi propongono. Il fare musicad’insieme ha un grande valore: aiuta a ca-

pire l’importanza del rispetto dell’altro e il si-gnificato del convivere in armonia con il re-sto del gruppo. Se non c’è cooperazione, senon c’è ascolto, se non esiste rispetto e col-laborazione, il gruppo di musica d’insiemenon funziona. La musica è unione, compli-cità e rispetto. Attraverso l’insieme, il sin-golo sviluppa la determinazione: si affina ildesiderio di raggiungere un obiettivo benpreciso con i migliori risultati. In particolare, con l’esperienza bandistica,s’imparano valori che solo questa tipologiadi gruppo musicale può insegnare; attraver-so la banda, ci si trova a partecipare a even-ti di vario tipo: culturali, religiosi, civili, milita-ri, sportivi, folkloristici …. Il concetto che piùsi “vive” attraverso la banda, è quello di tra-dizione; gli eventi cui la banda partecipa,spesso, si ripetono di anno in anno. Suona-re in una banda musicale è dunque un’e-sperienza costruttiva, e, alla luce di quantoscritto finora, come confutare a Platone che“La musica è la miglior medicina dell’anima”e a Tasso che “la Musica è una delle vie perla quale l’anima ritorna al cielo”? n

segue dalla pagina 9

Territorio di LUANA PETRUCCI

La banda, una passione per molti

Page 16: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 16

Territorio

I l titolo di queste righe suona molto piùambizioso di quanto i contenuti del te-sto lasceranno intravedere.

Da qualche anno, da quando cioè i luoghidel Circeo sono diventati per me meta di di-mora e di villeggiatura – ne ho scritto in unodei Racconti di Sabaudia contenuti nellaraccolta dell’anno 2006 – e dunque ancheoggetto di amorevole studio e di qualche in-dagine socio-storica, ho avuto modo diconstatare che nel tempo recente fra il Cir-ceo e Roccagorga (quest’ultima, oggi, co-mune della Provincia di Latina) si sono crea-ti e rafforzati alcuni collegamenti e legamiche hanno attirato la mia attenzione.Roccagorga è il luogo in cui è fiorita la fa-miglia della mia nonna materna (e da lei, in-dietro nel tempo, tutte le relative agnazioni)e dunque penso sia comprensibile il fattoper cui, ogni volta che mi imbatto nel nomedi questo grazioso luogo, un interessantenucleo abitativo adagiato sui Monti Lepinie non privo di una più che notabile storiamunicipale e di belle testimonianze artisti-che, io sia portato a raddoppiare la mia at-tenzione.In tale cornice ho finora evidenziato alme-no tre collegamenti – ma ve ne saranno cer-tamente altri – fra Roccagorga e il Circeo.Numericamente il più ragguardevole di talicollegamenti è da ricercare nelle vere e pro-prie schiere di abitanti di Roccagorga cheda sempre devono avere partecipato allastoria “minuta” delle Paludi Pontine. Nu-merose cronache ricordano le squadre deilavoratori che, scendendo dai monti, ope-ravano stagionalmente nelle paludi appro-fittando dei mesi in cui il morso della mala-ria si faceva meno stringente. Ma sempreda Roccagorga proveniva uno dei nuclei deilavoratori che furono impiegati – vado pur-troppo a memoria, non trovo il riferimento,– all’epoca dei lavori sul Canale Romanoche collega il mare al Lago di Paola (hoscritto su questi lavori, e in particolare su-gli studi e rilievi del 1723, in un breve sag-gio apparso su “Centro Storico”, luglio-ago-sto 2011 (IX), n. 49, ppag. 24 e 25).

Accanto aquesta epo-pea spalma-ta nel tem-po, fatta divolti senzanome e inqualche mo-do eroici, af-fiorano inve-ce due per-sonaggi dicui v’è benpiù precisacontezza.Il primo, inordine cronologico, è citato da TommasoLANZUISI nella sua nota e densissima mo-nografia Il Circeo nella leggenda e nella sto-ria, III edizione, Roma 2006. L’Autore, alla pag.378, ricorda due lettere del 9 agosto 1800 edel 5 settembre dello stesso anno, inviate dalVice Governatore Nardacci. Tali lettere hannoper oggetto il complesso rapporto con i sol-dati di guarnigione presenti nel territorio.Ma chi era questo Vice Governatore Nar-dacci di cui Lanzuisi non riporta il nome?Riterrei trattarsi di Don Eleuterio Nardacci,Jure Utroque Doctor, protonotaro apostoli-co, sepolto nella Chiesa della Collegiata deiSS: Leonardo ed Erasmo di Roccagorga; èricordato da una bella lapide, sormontatada stemma, colà apposta all’atto della ri-fondazione, nel 1779, della sepoltura gen-tilizia all’interno della Cappella di San Se-bastiano e Sant’Antonio Abate. La vicendaè ricostruita negli studi di Antonio RESTAI-NI (ved., per es., Roccagorga, Roma 2011,ppag. 32, 33, 62 e passim).Ed ecco la trascrizione del testo della det-ta lapide: D. O. M. / ELEUTHERIUS NAR-DACCI/HUIUS ECCL CAN. IURIS UTRIUS-QUE/AC PROT APOST/ JOSEPH ANTO-NIUS CAROLI CAMILLI/ JURISCONSULTIFILII ET GERMANI FRATRES/ UT SIBISUISQUE PROSPICERENT/ IUXTA GENTI-LITIUM SACELLUM/ PROPRIO AEREEXORNATUM/ TUMULUM HUNC CON-

STRUCTUM/ MDCCLI RURSUS EFFOS-SUM/ EORUMQUE SUMPTIBUS ABSOLU-TUM/ PP. CC. MDCCLXXIX; ovvero: D. O.M. / ELEUTERIO NARDACCI/ CANONICODI QUESTA CHIESA/ DOTTORE NELL’UNOE NELL’ALTRO DIRITTO/ E PROTONOTA-RIO APOSTOLICO/ E GIUSEPPE ANTO-NIO/ FIGLI DI CARLO CAMILLO, GIURE-CONSULTO, / E FRATELLI GERMANI/ PERPROVVEDERE A SE’ E AI LORO POSERONELL’ANNO 1779/ ACCANTO ALLA CAP-PELLA GENTILIZIA/ ADORNATA A PRO-PRIE SPESE/ QUESTA TOMBA GIA’ IN-NALZATA E DI NUOVO SCAVATA NEL1751/ E A PROPRIE SPESE LA PORTARO-NO A TERMINE.L’altra figura di collegamento fra Roccagor-ga e il Circeo è di epoca ben più recente.Si tratta di Don Giacinto Tacconi, ricordatoin termini forse troppo fugaci nel cit. testodi Lanzuisi alla pag. 521. Morì nel 2003, do-po essere stato per oltre un trentennio Par-roco a San Felice (ved. un bel ricordo diquesto prelato in “Centro Storico”, giugno2004 (II), n. 6, pag. 3).Il legame con Roccagorga si deve al fattoche Don Giacinto, prima di arrivare a SanFelice come Parroco nel luglio 1954, era sta-to Vice Parroco a Roccagorga, l’ Arciprete-parroco [della cit. Collegiata dei SS. Erasmoe Leonardo] essendo il mio arciprozio DonFilomeno Ricci (1886-1978), poi Cappellanodi Sua Santità (ved. Annuario Pontificio,1978, pag. 1905, e 1979, pag. 1916) e Ca-nonico della Cattedrale di Priverno.I miei familiari ben ricordavano la lunga pre-senza a Roccagorga di Don Giacinto, pro-babilmente uno dei più amati sacerdoti cheaffiancarono il lungo ministero parrocchia-le (dal 1921 al 1969) del citato MonsignorRicci (a propria volta esponente di una fa-miglia la cui presenza a Roccagorga e la cuigenealogia sono documentate a partirequanto meno dall’anno 1582).Non stupisca che diverse figure di prelatiruotino intorno a questa breve rievocazio-ne: il mondo di cui stiamo parlando era –e in parte è tuttora – una letterale declina-zione degli Stati del Papa. E di ciò si hacontezza non appena si sfiorino i fonda-menti dei modelli culturali e comporta-mentali delle relative micro-società con-temporanee. n

Don Giacinto Tacconi vice-parroco a Roccagorga

Sono almeno tre

Collegamenti storici fra Roccagorga e il Circeo

di Francesco Morabito

Roccagorga. Piazza con la Chiesa Roccagorga. Palazzo Baronale (al centro)casa Nardacci (a sinistra)

segue da pag. 6

SABAUDIA – Cinema AugustusCaro Direttore, ieri con mia moglie sono andato a Sa-baudia, pensavamo di fare una passeg-giata al mare e poi di vedere un film al fa-moso cinema Augustus. Purtroppo quan-do siamo arrivati alla Piazza del Comune,trasformata in cantiere a causa dei lavoridi restauro, ho saputo che il Cinema chiu-derà. Pare che gli spettatori fossero sem-

pre meno, per cui alla fine il gestore, do-po aver cercato aiuto in Comune ed aven-do ricevuto solo vaghe promesse, avreb-be deciso, a malincuore, di sospenderel’attività. Forse, può darsi che il cinema ri-apra per la stagione estiva, ho sentito del-le persone in piazza che ne parlavano equalcuno già pensava che la struttura po-tesse essere trasformata in qualcos’altro.Ma i centri storici non sono vincolati? Co-me è possibile che una città come Sa-baudia rimanga senza neppure un cine-ma? Un suo attento lettore

(lettera firmata)

Page 17: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 17

Società

C on il prolungarsi dellegiornate, si avvicina lastagione estiva e tutti

gli operatori cercano di prepa-rarsi ad accogliere gli ospiti chepopoleranno (si spera) il nostro paese.Certo è che non sempre siamopronti per questo evento espesso non vengono soddi-sfatte totalmente le aspettativedei turisti che oltre a rilassarsi sullespiagge sanfeliciane, vorrebbero occupareil loro tempo con svaghi ed eventiin grado di divertirli e incuriosirli.Si deve a tal proposito considera-re che l’estate è comunque precedu-ta dalla stagione primaverile, a cui doverdare la giusta importanza, non solo per ilperiodo in sé, ma anche e soprattutto peruna migliore partenza della successiva. Perquesto scendono ancora in campo le as-sociazioni locali, e questa volta prima fratutte l’ASSOCIAZIONE CANTO DI EEA, chepropone la X edizione di una rassegna mu-sicale dal nome “INCONTRI MUSICALI”.L’associazione, nata con l’intento di pro-muovere la cultura musicale, formata damusicisti in possesso di adeguati titoli distudio, didattici e professionali, è promotri-ce d’iniziative musicali, varie: rassegneconcertistiche in collaborazione con Orga-

ni Istituzionali e asso-ciazioni culturali - am-bientali, lezioni con-certo per le scuole,organizzazione diconcerti di giovani al-lievi. In questo modo

si favorisce l’incontro digiovani musicisti di diversaprovenienza (conservato-rio, scuole musicali, labo-ratori rock e jazz) con l’or-

ganizzazione di concerti in-seriti in contesti professio-

nali, incrementando il coinvol-gimento delle nuove genera-

zioni in questa disciplina. Caratteristica della rassegna, che nasce nel2003 e che ospita musicisti di talento, na-zionali e internazionali, è quella di avereogni anno un tema sucui si fondano i concer-ti in programma. Questisono legati tra loro dal-lo stesso filo condutto-re e ciascuno è illustra-to dagli interpreti cheoffrono agli spettatorispunti di ascolto perconoscere e apprezza-re meglio le opere pro-poste. Quest’anno “In-contri Musicali” potràgodere di una locationdavvero esclusiva epreziosa quale la saladella Torre dei Templa-ri. La rassegna si arti-colerà in sei appunta-menti in cui professioni-sti affermati si esibiran-no in repertori di musica classica, jazz edetnica. Le scorse manifestazioni hanno vi-sto l’esibizione di artisti di alto livello capa-ci di raccogliere consensi da parte di unpubblico entusiasta e sempre più numero-so, ottenendo anche il riconoscimento del-la Provincia di Latina e dell’Ente Parco delCirceo. L’Associazione “Canto di Eea” ha ritenutoopportuno che la decima edizione fosse in-serita nelle manifestazioni turistiche e cultu-rali promosse e organizzate dal comune diSan Felice Circeo nel corso della primavera2013, visto l’appoggio morale dello stessoComune e il sostegno dei suoi rappresen-tanti che l’hanno fortemente voluta. I concertisi terranno a partire da sabato 30 marzo, perpoi proseguire nei giorni 6, 13, 20 e 27 apri-le presso la Sala della Torre dei Templari nelcentro storico di San Felice Circeo alle ore19.30, con un piccolo contributo di 5 €. Infi-ne sabato 4 maggio la serata conclusiva, chesi terrà presso il Cinema Teatro di BorgoMontenero alle ore 21.00.L’intento è quello di rivolgersi a un pubbli-co eterogeneo, l’ascolto dei concerti saràfruibile da spettatori di diverse fasce di età

e di diverse provenienze culturali, soprat-tutto perché ogni sabato verrà proposto unvariegato programma musicale. Al terminedi ogni incontro verrà offerta a tutti i parte-cipanti una degustazione di vini e prodottitipici locali, con tante pietanze che caratte-rizzano ed esaltano i frutti della nostra ter-ra e la nostra tradizione culinaria. Ciò cherende tutto questo ancora più particolare èche la degustazione avverrà nella suggesti-va terrazza adiacente alla sala, dalla qualegli ospiti potranno godere la meravigliosavista del centro storico.Per tutta la durata della rassegna, inoltre, sa-rà possibile visitare l’interessante ed esclu-siva mostra fotografica dal titolo ANATROPÈispirata al mito di Circe e all’opera la Circedi G. B. Gelli, a cura di Monica Leggio.In concomitanza con questo evento, l’As-sociazione Odissea ha voluto partecipare

ad alcune serate, riproponendo il mercati-no del libro, grazie al quale, precedente-mente, sono stati raccolti utili per Emer-gency. Le offerte di questa volta sosterran-no il progetto di rifacimento della zona pic-nic del “PERETTO”, patrocinato dalla stes-sa associazione.Considerato l’impegno di tutti, a comincia-re dal contributo economico degli esercen-ti locali, per la riuscita di questa bellissimainiziativa, la passione per la musica ha spin-to in prima linea Caterina Bono, VeronicaFebbi e Simone Alessandrini, giovani di SanFelice Circeo, alla realizzazione di questarassegna per promuovere il proprio territo-rio con sublimi armonie.Lo scopo è di incoraggiare l’aspetto cultu-rale-turistico-ambientale di San Felice Cir-ceo, avvalendosi di partner con i quali av-viare dei progetti di scambio per migliorarela conoscenza del territorio. Questa inizia-tiva assume certamente un gran valore perla collettività e potrà essere l’inizio di unalunga serie di eventi di rilievo e importantiper la popolazione tutta, che avrà la fortu-na di assistervi. Sarà davvero il caso di di-re che la “musica è cambiata?”. n

X edizione degli incontri musicali

L’Associazione “Odissea” propone il mercatino del libro

I concerti proposti dall’Associazione “Canto di Eea”

di Federica Capponi

Centro storico. Torre dei Templari

Page 18: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 18

Libri

A spettando la “bella” stagione conl’impazienza di chi soffre ormai cro-nicamente di dolori cervicali, cerco

di raccogliere i pezzi di una realtà in conti-nua frammentazione incoerente.Nelle ultime settimane s’è dimesso un pa-pa, abbiamo votato, hanno rifatto un papae ora sembra pure i presidenti di camera esenato.Dalle urne di nuovo è uscito Grillo con tutti igrillini che se li senti parlare sembrano tuttitra il “disturbato” e il “debuttante allo sbara-glio”, usciti da qualche iperuranio distopicoche, vai a sapere tu dove sta messo.Il giaguaro non s’è smacchiato con buonapace di chi è arrivato primo e non ha vinto.Chi immaginava un suggestivo cambio dipanchine e ruoli tra Ratzinger/Zeman forsenon è rimasto deluso da Francesco che sifarà chiamare così perché pensava ai poverie forse “alla sud”.Avevo in buona fede iro-nizzato su un “Maradonaè megli’e Pelè” proferitodal Cardinale Sepe amargine del conclave maa ridosso della nomina ur-bi et orbi.Con queste premesse leletture che sottoporrò allavostra attenzione non po-tranno essere che bislac-che, esotiche, angoscian-ti forse, paradossali.“Il circo del dr. Lao” diCharles G. Finney edizio-ni meridiano zero costo10 euro potrebbe essereun degno sunto.Il libro racconta di cosaaccade quando, in pienaGrande Depressione, ad Abalone, Arizona,arrivano le tende del circo itinerante delvecchio mago cinese Dr. Lao.Sfoderando ogni sorta di animale ibrido,sorta di refusi del rimescolamento delle par-ticelle dell’universo, lo strambissimo cara-vanserraglio suscita nei sonnolenti cittadi-ni della provincia dapprima curiosità, poidiffidenza, infine indiffe-renza. Eppure gli ani-mali in mostra non sonobanali tigri o leoni, ele-fanti o rinoceronti, macreature rarissime e leg-gendarie le cui origini ele cui gesta si perdononella notte dei tempi,chimera, ermafrodito,sirena, serpente di ma-re, lupa mannara…e ilsuggestivo uovo di Rocdirettamente dalle millee una notte.A coadiuvare il poten-tissimo Dr. Lao, Apollo-nio di Tiana, mago chevisse al tempo di Ari-

stotele se non prima; un carna-lissimo Pan, pastorelle, ninfe, in-servienti dei più assortiti, verginida immolare e ben due divinitàfalse e bugiarde, nientepopodi-menochè Yottle e Bel-Marduk…Ma non indugiate oltre: venite,venite dal primo all’ultimo!Venite al circo del Dr. Lao, veni-te a vedere quello che altrovenon si può. Un solo suggerimento, non chie-dete spiegazioni al Dr. Lao, lui dabuon escapista glisserà su mol-te cose, quasi tutto in verità manon preoccupatevi un’ampia ap-pendice vi disvelerà quello chec’è da sapere in misura minimae indispensabile.Venite, accostatevi senza indugio, non èBradbury ma forse è molto meglio.

Il secondo della lista è “Willarde i suoi trofei di bowling” delmai troppo letto Richard Brauti-gan edizioni Marcos y Marcossempre euro 10. Willard è un pupazzo di carta-pesta a forma di uccello che fala guardia a una cinquantina ditrofei di bowling, ma andiamoper gradi…Una serata di fine settembre aSan Francisco.Al terzo piano di un palazzo inChestnut Street abitano Con-stance (modella/scrittrice fallitadi 23 anni) e Bob; si parlano astento, ma si impegnano almassimo a letto ispirandosi al-l’antologia dei lirici greci e a “Hi-stoire d’O”. Si legano, imbava-

gliano e frustano.Al piano di sotto, Patricia e John: inse-gnante lei e regista lui sembrano il tipico ri-tratto della salute americana “middle class”.Ma nel loro soggiorno, Willard uccello-to-tem e guru silenzioso. A meno di un miglio da lì, in una camerad’albergo, i tre fratelli Logan. Uno legge fu-

metti, uno beve birra e l’altrocammina avanti e indietro. Ner-vosamente.Il bowling era la loro vita, le pisteda gioco il loro habitat fine aquando un bastardo non ha ru-bato tutti i loro trofei che li han-no resi una leggenda.Tre storie che si intrecciano alpunto giusto nel momento sba-gliato come le verruche che Con-stance trasmette a Bob renden-dolo un filino troppo sbadato.Andiamo a chiudere con un clas-sico discretamente eretico, an-diamo a chiudere con le “Lette-re dalla terra” di Mark Twain edi-zioni Barbes anche questo euro10.

Giorni fa ho letto da qual-che parte, una citazionedi Twain su Dio che im-mediatamente nella suasemplicità mi ha dato dapensare, così, dopo unrapido giro delle mie li-brerie mi sono ritrovatotra le mani un agile volu-metto dalla copertina ac-cattivante che mi sono ri-letto di buona lena con lostesso sorriso sornionestampato in faccia.Il libro è architettato co-me un reportage chel’arcangelo Lucifero,Satana per gli amici,scrive come conse-

guenza di un esilio forzato sulla Terra altempo della Creazione. Non vi dico lo spasso di trovarsi davantiuno dei pochi americani pensanti che si ci-menta direttamente con miti e dogmi dellavecchia santa romana chiesa. Uno spasso,alla faccia del libero arbitrio ridotto per as-surdo a un orologio che segna male il tem-po o meglio davanti a quel gioiello di noiache è l’immagine del Paradiso quale i cri-stiani se lo immaginano. Affermazioni esplosive, situazioni parados-sali e battute fulminanti, senza la velleità diun dottore della chiesa, Twain analizza, dauomo arguto del ventesimo secolo, la reli-gione che ci siamo creati e che in alcuni ca-si usiamo come camicia di forza a nostroproprio dispetto.Sotto certi punti di vista il libro sembra esse-re sulla stessa linea d’onda della “teologiadella liberazione” dottrina molto osteggiata al-l’interno della Chiesa e molto diffusa in Su-damerica ma, pensate un po’, neanche il nuo-vo papa stravede per questa. n

Lo scaffale

Tre buone letture consigliate

Non può piovere per sempre

di Andrea

Pasta all’uovodi Federico Fedeli

V.le T. Tittoni, 113 - S. Felice Circeo - La Cona

TUTTI I TIPI DI PASTADELLA MIGLIORE QUALITÀ

Tel. 0773.540608

Borgo Montenero

Via Monte Circeo, 132Tel. 0773.597978

Page 19: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 19

Personaggio

A ngelo Capponi è nato a S. FeliceCirceo nel 1872, vissuto sulle ri-ve del lago di Sabaudia vicino al

Santuario di S.S. Maria della Sorrescamorto all’età di 94 anni. La figlia Maria haraccontato particolari inediti e importan-ti del papà Angelo: Il conte V. OrsolinoCencelli approdava più di qualche voltacon la sua barca vicino alla riva dove sor-ge il Santuario e si faceva accompagna-re da Angelo, il quale conosceva ogni an-golo, ogni segreto, i sentieri battuti e iluoghi pericolosi; era infatti unico guar-diano di questo angolo della Selva e delLago.I cacciatori che arrivavano sul posto echiedevano il suo aiuto, l’avevano so-prannominato“l’eremita del-la bicocca”, inriferimento al-la catapec-chia in cui vi-veva, oppure“ s c i a m p a -gnone” per-ché gli piace-va mangiare ebere in com-pagnia e an-che “Scisciò”n o m i g n o l odatogli dallostesso Cen-celli.Un giorno ilConte si ad-dentrò, comeal solito, con

A n g e l onella sel-va; arriva-rono inuna radu-ra dovel’eremitafaceva leposte alcinghiale.C’era unaq u e r c i amolto altadi sugheroe Cencellilo fece sa-lire fino al-la cima epoi gli do-m a n d òcosa ri-uscisse avedere ol-tre la Sel-va; egli ri-

spose che lo sguardo arrivava al lago eal mare.Cencelli tentò di salire sulla quercia conaltrettanta sicurezza ma non vi riuscì;Angelo allora gli costruì una scalettacon pali e tavole che lo portarono su inalto dove lo sguardo rimase incantatodallo stupendo paesaggio. Prima di an-dar via legò un foulard a un ramo dellaquercia come riconoscimento di quel-l’angolo di paradiso.Più tardi proprio in questo luogo fu de-posta la prima pietra della nuova città,Sabaudia. n

L’eremita della Bicocca sul Lago

“Oltre la selva … il lago e il mare…”

Omaggio a Scisciò

di Maria Pia Mambro

Lo storico cimitero del Circeo

Domenica 15 aprile verrà inaugurato ilnuovo comune di Sabaudia, nell’AgroPontino, sorto per un miracolo di fede edi operosità fascista in soli 180 giorni. Si-no a un anno fa, sulle sponde del Lagonon ancora dragato e reso ridente dallosgombro della macchia, accanto allachiesetta rustica di Santa Maria della Sor-resca ove due volte all’anno un pretegiungeva da Terracina a officiare, dimo-rava una sola coppia: Angelo Capponi diS. Felice Circeo con la moglie settuage-naria. Da trentatré anni abitavano la bi-cocca accanto alla chiesa; da trentatréanni non vedevano altri esseri umani al-l’infuori di qualche cacciatore di folaghe;il più vicino centro era S. Felice a quat-tordici chilometri di cammino.Ora la bicocca si è venuta a trovare, co-me per prodigio, a due passi dal cuoredel nuovo centro. In 180 giorni (il 5 ago-sto Mussolini poneva la prima pietra; il15 novembre si iniziavano le fondazionidegli edifici; il 18 dicembre quando ilDuce visitò i cantieri quattro fabbricatierano coperti e da più di quattro mesi silavorava giorno e notte alla luce di po-tenti riflettori che una centrale elettricaautonoma di 150 cavalli alimentava conmotori a olio pesante); in 180 giorni, Sa-baudia è sorta.Da “La conquista della terra”

D a alcuni giorni San Felice Circeonon dispone più di un custode al ci-

mitero del centro storico, sembrerebbe fi-gura eliminata per il dissesto dichiaratodall’attuale amministrazione.Questa situazione, purtroppo, ora gravasu alcuni dipendenti comunali, ai qualispetta il non semplice compito di occu-parsi della salvaguardia dei nostri cari de-funti, nonostante i numerosi tagli, per iquali non vengono più pagati straordina-ri e reperibilità.

La precarietà è aggravata dal fatto che,giorno per giorno, gli incaricati cambia-no e nei giorni festivi nessuno viene pre-posto a tale compito.Siamo stati testimoni di questa incre-sciosa situazione domenica 25 febbraioquando, passando davanti al cimitero, cisiamo resi conto, nostro malgrado, chealle ore 00.45 tutti e tre i cancelli del ci-mitero erano spalancati! E’ possibile chenessuno si sia voluto scomodare per an-dare a chiudere i cancelli, anche se nonpagato?Abbiamo provveduto, con senso civico, adaccostare i cancelli, ma se quella sera, an-ziché noi, fossero passati dei malintenzio-nati? Quali cose avrebbero potuto fare in-disturbati? Ricordiamo ad esempio il se-questro della salma di Mike Buongiorno epensiamo che nel nostro cimitero sono se-polti personaggi celebri tra i quali l'attriceAnna Magnani e Alberto Lupo.

Speriamo in unapronta soluzione diquesto incresciosoinconveniente da partedi questa amministrazio-ne e in particolare dal Sindaco GianniPetrucci che sappiamo essere religiosoe praticante perché durante la campa-gna elettorale ogni domenica assistevaalla messa nella chiesa di Borgo Monte-nero mostrando una particolare spiritua-lità.Non riteniamo possibile che un impor-tante luogo di raccolta e di preghiera co-me il cimitero del nostro comune sia la-sciato alla cura saltuaria da parte di ope-ratori ecologici, muratori o elettricisti an-ziché essere affidato alle cure di un cu-stode competente.

Segnalazione pervenuta dall’Associa-zione Alternativa Circeo

da “SABAUDIA immagini della memoria”di Maria Mambro

Angelo Capponi

Egiziaca Sebellico, 25 anni.Seconda moglie di AngeloCapponi, 65 anni

Page 20: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 20

Varie

L a storia di San Felice Circeo non haeguali. Basti pensare all’insediamen-to dell’uomo di Neanderthal e al mi-

to della Maga Circe e di Ulisse, tramandato-ci con il poema di Omero. Anche gli Impe-ratori Romani si appassionarono a questiluoghi e a questo mare, tanto da risiedervi inperiodi più o meno lunghi, vista la presenzasul territorio di resti di ville romane: la spet-tacolare villa Lepido, inserita nel contesto del

centro storico sanfeliciano, la cui pubblicafruizione non è ancora possibile per causenon molto chiare e la celebre villa di Domi-ziano immersa nel cuore del Parco Naziona-le del Circeo, insieme ai molti altri repertisparsi su tutto il nostro territorio. Quando si parla di San Felice Circeo, diret-tamente o indirettamente, queste tradizionistoriche vengono menzionate, non solo persemplice conoscenza culturale, ma soprat-tutto perché le stesse incentivano il turista

a visitare questi luoghi, da sempre cono-sciuti e apprezzati. Peccato che giunti sulposto non ci si possa recare verso le me-ravigliose rovine a causa delle condizionidel territorio. Volendo sfruttare, invece, ipunti d’interesse del paese oggi praticabi-li, sarebbe opportuno che fossero opportu-namente segnalati, non solo presso la zo-na interessata, ma anche nel centro abita-to di La Cona, e, naturalmente, nel Centro

Storico. Questo sistema sicuramente aiu-terebbe il turista a conoscere meglio il ter-ritorio e a essere agevolato nella sua sco-perta, oltre a sviluppare un senso di appar-tenenza nei paesani.L’Associazione Odissea fin dalla sua nasci-ta ha sostenuto con fermezza la riscoper-ta, lo sviluppo e la salvaguardia di San Fe-lice Circeo.Ricordando le varie iniziative “mirate“ al mi-glioramento dei nostri spazi, nate in maniera

semplice, mapercepite damolti, che nehanno decre-tato il suc-cesso, è utilerammentarel’escursione al picco di Circe con concorsofotografico del 2012. Questa escursione conben 50 partecipanti, prevedeva la partenza daTorre Paola, e, seguendo il percorso panora-mico, l’arrivo sulla cima più alta del promon-torio, appunto il picco di Circe. Lungo il per-corso, gli amanti della fotografia realizzavanoi loro scatti, poi premiati.Non meno interessante è stata l’escursio-ne successiva, avvenuta a ottobre. La par-tenza era prevista dall’area “Peretto”, perpoi raggiungere, all’interno del Parco Na-zionale del Circeo, le zone più caratteristi-che e significative sia dal punto di vista na-turale che storico, come la visita ad alcunecisterne romane. Notevoli sono stati gliscorci panoramici che hanno permesso diammirare la pianura dell’Agro-Pontino. Lalunga camminata si è conclusa con una so-sta con pic-nic sul lungomare di Sabaudiaall’altezza di Torre Paola. Visti i successi delle precedenti iniziative, l’As-sociazione Odissea il 25 Aprile p.v. realizzeràun nuovo evento e invita già da ora tutti co-loro che sono interessati a parteciparvi.La giornata prevede un percorso incante-vole con partenza dalle Crocette (via del se-maforo), continuando per la cresta del mon-te fino a raggiungere il Picco di Circe pertrascorrere un’altra avventura insieme ai ra-gazzi dell’Associazione Odissea. Tutte le in-formazioni saranno disponibili sul sito del-l’associazione Odissea www.associazio-neodissea.weebly.com e sulla pagina Fa-cebook dell’associazione. Accorrete nume-rosi alla scoperta del nostro territorio! n

Successo delle esperienze già fattedi Florinda Calisi

Appuntamento alle “Crocette” il 25 aprile p.v.

C ontinua il buon andamento della squadrasanfeliciana Amatori Circeo Calcio inquesto campionato di terza categoria.

La sconfitta in casa della capolista SportingPontino, con un organico in emergenza, dovu-to ai tanti infortuni e subendo due reti sfortu-nate, non butta giù il morale dei rosanero, cherialzano immediatamente la testa e ricomin-ciano l’inseguimento alla vetta, con due vitto-rie consecutive, ad Anzio e in casa con il Velle-tri, guadagnando così la qualificazione matema-tica ai playoff per la promozione in seconda cate-goria. Il gruppo, però, crede ancora a qualcosa di più, vistoanche il momento di apparente calo di forma dell’antagonista Spor-

ting, che lascia qua e là qualche punto per strada, facendoridurre così il gap tra le due.Dopo l’ultimo impegno del 16 Marzo nella trasferta di Cam-po di Carne contro il Cle.m.bo.fa.l., si dovrà aspettare il 13Aprile, sabato in cui la ripresa del campionato darà inizio auno sprint finale di quattro settimane alla conclusione delcampionato e a quel punto sapremo il nome della “reginadel girone A”, che passerà di diritto alla categoria superio-re.

Mister D’Aniello e il suo gruppo hanno sfidato, numerosi co-me non mai, un inverno pieno di serate piovose per prepara-

re ogni partita al meglio e arrivare a questo punto del cam-pionato nella parte più alta della classifica, ed è per questo

motivo che continueranno a lavorare fino al 4 Maggio per porta-re a casa più punti possibili. n

di Andrea Fortunato

Mancato aggancio in vetta

A maggio si conoscerà “la regina del girone A”

Interessanti iniziative per scoprire il territorio

1° concorso di fotografia legato all'escursione

Page 21: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 21

Sport

C i eravamo lasciati con una N. Circea ridosso delle zone “nobili” dellaclassifica e ci ritroviamo, a distanza

di due mesi con una N. Circe appena so-pra il gruppone che lotta per evitare i playout. La compagine rosso/blu sta vivendoun periodo di appannamento causato so-prattutto dall’assenza di quei calciatori ingrado di garantire la qualità necessaria perpuntare a un campionato “tranquillo”. Alleassenze di Sannino e Onorato, nell’ultimoperiodo si sono aggiunti gli infortuni del“bomber” De Simone, del capitano Omiz-zolo e in ultimo del giovane Berti. Tutti e cin-que ne avranno per diverso tempo, per DeSimone, Onorato e Berti la stagione è pra-ticamente finita, mentre Omizzolo e Sanni-no hanno qualche possibilità di scendere dinuovo in campo prima della fine della sta-gione.Nel precedente articolo avevamo chiusocon l’attesa per la partita contro la capoli-sta Terracina, gara che si è disputata in un“Ballarin” pieno in ogni ordine di posto. LaN. Circe in quel momento era accompa-gnata da una serie di risultati utili, per ulti-mo la vittoria casalinga sul Valmontone e ilpareggio per 1-1 in casa della Vis Artena. Alcospetto dei “tigrotti terracinesi” la N. Cir-ce non ha per nulla sfigurato ma purtroppoha dovuto lasciare i tre punti alla capolista,uscendo comunque tra gli applausi delpubblico di casa.Nella gara successiva i sanfeliciani hannofatto visita alla seconda forza del campio-

nato, quel Monterotondo cheè riuscito ad avere la megliosolo con un calcio di rigoremolto contestato. La gara ca-salinga con il Formia è statarinviata per impraticabilità delcampo, mentre nella trasfertadella vicina Borgo Podgora laN. Circe ha portato a casa unpunto sicuramente utile per laclassifica, ma non senza la-sciare un po’ di amaro in boc-ca per la qualità del giocoespresso e per le palle golcreate. Il vero passo falso la N.Circe l’ha compiuto in casacontro il Tor Sapienza, per-dendo per uno a zero.L’umore per ora è ancora buo-no ma ci sarà ancora tanto dalavorare e da lottare per arri-vare alla salvezza. Di sicuro lafortuna non la sta aiutando, visti i tanti in-fortuni e per di più ci si è messo anche ilmaltempo che ha reso il “Ballarin” pratica-

mente inutilizzabile per gli allenamenti e so-prattutto poco sicuro per l’incolumità deigiocatori.

Calcio

L’infermeria piena ha rallentato la corsa dei rosso/blu

Nuova Circe al sicuro, ma ci sarà ancora da lottare

di Federico Magnanti

Istantanea Nuova Circe

A vevamo lasciato il Montenero cheaveva disputato un buon girone diandata con un 7° posto, certamen-

te insperato all’inizio del campionato.Il girone di ritorno è iniziato con una scon-fitta, immeritata, in casa della corazzata ca-polista Sabaudia, con un perentorio 2-0maturato solamente negli ultimi minuti e ininferiorità numerica grazie a due infelici de-cisioni arbitrali, dopo aver, sfortunatamen-te, colpito una traversa con Florian nel 1°tempo.Belprato e compagni hanno poi affrontatoil Sezze, secondo in classifica, e hanno su-bito, se pur su un campo ai limiti della pra-ticabilità, un secco 5-1. Onore al Sezze, macertamente non era questo un campo do-ve si contava di far punti.Abbiamo quindi incontrato il Norma, in ca-sa, dove la sfortuna, e la bravura del por-

tiere ospite, ci ha dato una grande mano apareggiare una partita che ci ha visto do-minatori della gara per tutti i 90 minuti.Il derby con il Vodice è stata una partita av-vincente, nella quale abbiamo messo incampo tutta la voglia di uscir fuori dal tun-nel dei risultati negativi. Ma anche in que-sta partita abbiamo dovuto rimontare perben due volte il vantaggio della compagineospite maturato da errori grossolani di dis-impegno per poi chiudere, giustamente, inpari.Infine si è arrivati alla prima vittoria del gi-rone di ritorno in quel di Nettuno, controuna squadra, che ci ha messo in difficoltàper buona parte della gara, ma la tenacia ela voglia di far risultato ha trascinato il Mon-tenero, che, a 3 minuti dalla fine, ha trova-to il gol con un ottimo rilancio del portiereD’Onofrio a favore di un altrettanto bravo Ti-

baldo che, nonostante abbia subito un paiodi falli, è riuscito a rialzarsi e a infilare la por-ta avversaria con un secco rasoterra a fil dipalo.La partita con la Sa.Ma.Gor. è stata rinvia-ta per infortunio dell’arbitro sul risultato di2-2 (meno male!)Ora ci prepariamo ad affrontare una serie dipartite, certamente non facili, ma con av-versari alla nostra portata. Il Capitano (Bel-prato) saprà sicuramente dare la giusta ca-rica a tutta la squadra che ha giocatori diesperienza come Bove, Martufi, Argentesi,Mancini, Leo, Isolani, Sortino che stannoaiutando i giovani del nostro Borgo comeRepele, Salerno, Budelli, Monetti, Ceglia,Tibaldo e Florian a farsi le ossa per un cam-pionato (il prossimo) nel quale vogliamo far-ci rispettare per le qualità tecniche espres-se in campo. Forza Montenero! n

di Daniele Rizzardi

Continua l’altalena

Montenero Calcio

N. Circe – Valmontone 4-0 (3 De Simone, Fiore)Vis Artena – N. Circe 1-1 (Bernardo)N. Circe – Terracina 1-2 (Totaro R.)Monterotondo – N. Circe 1-0N. Circe – Formia rinviataB.go Podgora – N. Circe 0-0N. Circe – Tor Sapienza 0-1

Page 22: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 22

Personaaggio - Oroscopo

Oroscopo di Aprile 2013 Tel. 338 9760253 di AldebaranAriete

dal 21/3 al 20/4

Ora le stelle vi invitano a pre-parare progetti. Avvertite che sista avvicinando qualcosa digrande; se avete già in mente ladirezione tracciata prendete ledecisioni. Favoriti i viaggi di la-voro e i nuovi contatti. Semprebello l’amore.

Torodal 21/4 al 20/5

Gli astri vi suggeriscono la dol-cezza, la comprensione e l’al-truismo. Uscite dall’isolamento:prendete contatti e mostratedisponibilità a coltivare la vitasociale. Saturno vi aiuta, ma iconflitti ci sono. Tra non moltosarete più sereni e più saggi.

Gemellidal 21/5 al 21/6

Dovreste sfruttare i buoni in-flussi di Giove, nel vostro cielo,che vi attirano le simpatie dellepersone. Non date nulla perscontato, ma non rifiutate lacollaborazione preziosa di qual-cuno. Migliorano le finanze. De-dicate un po’ di tempo al relax.

Cancrodal 22/6 al 22/7

Sentitevi liberi di decidere dicambiare ciò che non funziona epronti al nuovo. Nella vita priva-ta siete sensuali, ma anche ca-pricciosi. Cercate di essere di-plomatici e malleabili con il co-niuge e con i figli; respirerete co-sì la nuova brezza di primavera!

Leonedal 23/7 al 22/8

Sono proprio le relazioni socia-li a brillare in questo periodo egli amici a favorirvi presentan-dovi nuove persone. Potrebbe-ro nascere storie e nuovi oriz-zonti per voi. L’amore è passio-nale. Nel lavoro non fatevi tra-scinare nelle polemiche.

Verginedal 23/8 al 22/9

Mercurio ostacola le collabora-zioni e i rapporti di lavoro: valu-tate bene gli aspetti burocratici elegali delle situazioni. Altre stellevi incoraggiano a sbloccare ini-ziative e progetti. Anche in fami-glia sistemate le cose che avetetrascurato. Favoriti i viaggi.

Bilanciadal 23/9 al 22/10

Sia nella vita privata che inquella professionale possononascere scontri per possibilidifferenze di vedute esasperatedalla rigidità vostra e degli altri.Non è il momento di prenderedecisioni. Possibili attriti con fa-miliari per motivi d’interesse.

Scorpionedal 23/10 al 21/11

Mercurio e Urano uniscono ilpensiero alla tecnologia e viaiuteranno ad aggiornarvi e autilizzare strumenti moderni perlo studio e il lavoro. Evitate diessere troppo critici con gli al-tri e di far loro notare anche ilpiù piccolo errore.

Sagittariodal 22/11 al 20/12

Con Marte e Venere la vita sen-timentale è frizzante, divertenteed eccitante. Usate tutto il vo-stro fascino e la buona energia,ma non esagerate, poiché sie-te sensibili allo stress e ai virus.Un po’ di disciplina serve perstare bene.

Capricornodal 21/12 al 19/1

In questo momento siete irrita-bili soprattutto in famiglia, ma èuna situazione che si esauriscepresto. Avete Saturno come al-leato che vi dà forza e buonipropositi. Venere vi dona amo-re e comprensione … fatene te-soro.

Acquariodal 20/1 al 18/2

Difficoltà create da Saturno vimetteranno alla prova. In fami-glia: discussioni con fratelli e al-tri parenti si appianeranno soloperché c’è l’affetto che vi lega.Non siate rigidi sulle vostre po-sizioni. Cercate di essere con-cilianti.

Pescidal 19/2 al 20/3

Questo cielo vi rende svelti, di-namici e capaci di sfruttare leoccasioni che arrivano. Veneree Marte trasmettono energia epossibili guadagni. La vita quo-tidiana è dominata dalla sereni-tà. L’intesa nella coppia è affet-tuosa e piacevole.

U n tempo, durante la settimana santa,s’attacchévene le campane (si lega-vano le campane), che si scioglieva-

no, cioè suonavano a distesa, il sabato san-to, al momento della rievocazione della re-surrezione di Gesù Cristo. Le campane le-gate venivano sostituite dalle raganelle, itruk-trak e le campane di tavola. La raganelladetta anche battola, tabella e trocola (in na-poletano), è costituita da una cassetta vuo-ta di legno, piuttosto allungata a forma ret-tangolare. Verso l’alto, grosso modo a tre-quarti di altezza, viene inserito un perno conal centro una ruota dentata. Impugnando ilperno, che fuoriesce sul lato destro a formadi manovella, si provoca il movimento rota-torio della cassetta. In tale movimento la ruo-ta dentata strisciando contro una lamina ela-stica, produce un rumore stridente, simile algracidare della raganella. Per la verità un po’più rumoroso. La raganella è un anfibio co-lor verde con dita a ventose, che le consen-tono di arrampicarsi sugli alberi. Stando auna credenza popolare, quando gracida(cra-cra) il tempo cambia, cioè preannunciala pioggia. “Jù truk-trak”, rom. Tricchetrac-che è un congegno composto da una tavo-letta a forma quadrata o rettangolare, con

due sporgenze nella parte alta e affusolata,a forma di manico nella parte bassa. Nelledue sporgenze vengono inserite altre due ta-volette, collegate in modo che, agitando ilcongegno, producono un suono, grosso mo-do, simile alle nacchere. La campana di ta-vola è uno strumento di legno, formato dauna tavola a forma rettangolare, con i bordismussati, lunga circa 40 centimetri e larga20. Nella parte alta vi è un foro alquanto lar-go e spazioso, dove si infila la mano per ma-novrarla. Ai due lati vengono fissati, congrappette, due pezzi di tondini di ferro, con-gegnati in modo che, agitando la tavola, bat-tono con violenza, nei due sensi destra e si-nistra, sulla tavola. La tavola di legno duro eben stagionato, generalmente di cerro, ri-suona ai colpi di ferro.Fin dalla prima mattina, un gruppo di 15-20ragazzi, quasi tutti muniti degli strumenti sum-menzionati, partendo dal piazzale della Chiez-zia Nova, fanno il giro di tutto il paese. Unodei più grandicelli grida: “Uno due tre!” E tut-ti gli altri in coro: “Alla prima!” Segue subito ilfrastuono delle raganelle, dei trik-trak e dellecampane di tavola. Giunti nei pressi dell’an-tica Porta Latina, escono dall’arco, per farsi

sentire dagli abitanti della contrada San Roc-co, e così quando arrivano a P.zza V. Venetoescono fuori del Ponte, per informare anchegli abitanti della contrada La Croce. Dopo cir-ca 20-30 minuti, seguendo l’indicazione sul-l’orario del parroco o del sacrestano, rifannogli stessi giri, gridando: “Uno due tre: Alla se-conda!”. Infine dopo 15-20 minuti: “Alla ter-za!”. La terza equivale ai ”tocchetti”, cioè airintocchi della campana mezzana, che prean-nuncia l’inizio della funzione religiosa.Un giorno della settimana santa, non ri-

cordo bene se fosse di giovedì o venerdì, sifaceva “lu fuéche sante”, si bruciava cioèuna pira. Il solito gruppo di ragazzi, azio-nando i loro strumenti, ripercorrevano le viee le piazze del centro storico, questa voltaal grido di “uno due tre: Alla Legna!”. Daibalconi, dai cortili, dalle finestre piovevanotronchi, ciocchi e fasci di legna. Venivanoraccolti da volenterosi collaboratori e am-mucchiati nel piazzale della Chiezzia Nova,ancora sterrata, dalla parte sottostante lestalle dei cavalli dei Bianchi.

di Andrea De Sisti

Usanze in disuso

Uno due tre: alla legna!La benedizione de lu fuéche sante

continua a pag. 24

Page 23: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 23

Tempo libero

Sugli schermi una storiavera, quella di DaniéleDelpeuch, una cuoca

anticonvenzionale, amante della cu-cina tradizionale e dei prodotti tipicie genuini che, dal suo agriturismonel Pèrigord, si trasferisce all’Eliseocome cuoca personale del Presi-dente francese François Mitterand.Il film, moderatamente divertentescorrevole e gradevole, è un inno al-la cucina francese attraverso l’ese-cuzione e la rappresentazione di pa-sti che celebrano i sapori della tra-dizione e del buon cibo.La protagonista, con il nome di Hortense Laborie, si muovecon semplicità all’interno dell’Eliseo senza avere la minimaidea delle rigide regole del protocollo, instaura un rapportointimo e diretto con il Presidente, si prende gioco del consi-glieri che cercano di inserirsi nella sua cucina.Tutto ciò, però, le si ritorcerà contro, perché gli chef della cu-cina centrale si sentono presto minacciati da lei, commenta-no in modo cafone e acido, invidiano il suo successo e laostacolano come possono.Dopo due anni Hortense preferisce lasciare l’incarico e si con-fina volontariamente in una base francese in Antartide, dove,facendo sempre la cuoca, riceve riconoscenza e amicizia, co-me non era accaduto nella sua esperienza a Palazzo.

LA CUOCA DEL PRESIDENTE

Il fil

m p

iù v

isto

di ALESSIA BRAVO

di CHRISTIAN VINCENTCiambelle incallarate

– 500 grammi di zucchero– 20 uova– Un bicchiere di olio– farina quanto basta

Riunite su una spianatoia gli ingredienti e lavorare l’impasto otte-nuto per quattro ore. Con le mani unte di olio formate poi le ciam-belle e – poche alla volta – lessatele in una pentola con abbon-dante acqua per 20 minuti circa. Quando le ciambelle vengonosu o si girano è il momento di toglierle, operazione che fareteusando un mestolo forato. Ponetele su una spianatoia e lascia-tele asciugare per una notte intera, girandole spesso.La mattina dopo ponetele su una teglia imburrata e passatele inforno a calore medio finché appariranno dorate.

da “LA VISCOTTA”Ricette di San Felice Circeo

di Angela Bassani

CITAZIONI UTILIAvv. Michele Stasi

Constatazione amichevole

D ue anziani signori ricorrono al Giudice di pace perottenere un risarcimento dei danni subiti, a cau-sa di un violento tamponamento, avvenuto men-

tre viaggiavano come passeggeri sull’auto di un amico.Nel corso del giudizio il legale dell’assicurazione ecce-pisce che nei documenti prodotti (CID constatazioneamichevole dei danni) non vi è traccia della presenza deidue sulla vettura tamponata. Il Giudice di pace respingela richiesta di risarcimento, perché come afferma l’art.143 del codice delle assicurazioni, il Modulo Cid deve es-sere sottoscritto da tutte leparti. Ampia Giurispru-denza ha affermato che:il modulo di constata-zione amichevole di sini-stro stradale, quando èsottoscritto dai condu-centi coinvolti e com-pleto in ogni sua parte,compresa la data, ge-nera una presunzione iuris tantum valevole nei confron-ti dell’assicuratore e come tale superabile con prova con-traria. Nel caso in esame il giudice ha ritenuto veri i fat-ti contenuti nella constatazione, è opportuno quindi, incaso di incidente, compilare il modello di constatazioneamichevole, in ogni sua parte, indicando anche i pas-seggeri e le eventuale lesioni subite, ricordandosi di far-lo sottoscrivere a chi ha provocato l’incidente. ne-mail: [email protected]

ORA LEGALE

In coscienza, non sodire se la situazionesarà migliore quandocambierà; posso direche deve cambiare sesi vuole che diventimigliore.Georg Lichteberg

O Dio, dacci la serenità peraccettare quello che non sipuò cambiare, il coraggio dicambiare quello che vacambiato, e la saggezza perdistinguere l’uno dall’altro.Reinhold Niebuhr

- Ognuno crede a leraggioni sue:/ - disse erCamaleonte – come fai? /Io cambio sempre e tu nuncambi mai: / credo che sesbajamo tutt’e due.Trilussa, Er carattere (il Camaleonte parla con ilrospo)

Page 24: a pag. 5 pag. 13 a pag. 16 a pag. 10 a pag. 12 CENTRO STORICO. 59 2013 web.pdf · polacche, conosciuta durante quel periodo. Nicolino, così veniva affettuosamente chia- ... quale

CENTRO STORICO SAN FELICE CIRCEO - SABAUDIA PAG. 24Annunci

• ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI •

Compleanni4 aprile. A Fabrizio Cormons affettuosissimi auguri di buoncompleanno da Samanta e dalle amiche dichiarate.5 aprile. un augurio speciale ad Andrea Fortunato per i suoi36 anni da Alessia e Flavio.14 aprile. Tanti auguri di buon compleanno a Pina Percibal-le da Agnese. 16 aprile. A Maria Teresa Vitali tantissimi auguri di buoncompleanno dal marito Carlo, dalle sorelle e dalla famiglia.19 aprile. A Matteo Vitali tantissimi auguri per i tuoi 18 annida tutti gli zii e cugini.21 aprile. Per Andrea Sabellico tanti auguri di una nuova vi-ta fatta di speranza e felicità. Ti vogliamo un mondo di Be-ne…papà, mamma, Anna, Paolo e gli zii Mario e Raffaella.21 aprile. Tanti auguri di buon compleanno a Katiuscia Bor-sa dal fidanzato Mauro, da Fabio, Agnese, Lorenza e Giuliano.24 aprile. Dolcissimi auguri al piccolo grande uomo Flavio For-tunato per i suoi 6 anni da mamma, papà, nonnini e ziettini. 27 aprile. Alla danzatrice più simpatica e nel contempo piùerotica, a colei che non demorde per tenacia ma più facilealla fragilità di un mondo che spesso o quasi sempre ti lasciasolo……… Alla nostra grande amica…. stupenda…sola-re…Valentina De Carolis un grande bacio di buon com-pleanno da parte di tutti gli allievi di ogni categoria, piccoli egrandi.

29 aprile. Auguri di buon compleanno e un bacione a Stefa-no Sala da Claudia, mamma e papà. 29 aprile. A nostra madre, Eleonora Ramazzotto, donna digrande calibro per carattere e fede buon compleanno.Smack! famiglia5 maggio. A Giulia Berti infiniti auguri di buon compleannodalla famiglia.7 maggio. A Carlo Capponi tantissimi auguri dalla moglie Te-resa e famiglia. 8 maggio. Auguri al bel giovanotto Emilio Pivotto per il suocompleanno da Ema., papi e Prosperina.8 maggio. Tantissimi auguri di buon compleanno a Saman-ta Di Palma dalla famiglia e da tutti coloro che si sentono con-tagiati dal suo ottimismo. 10 maggio. Una “ valanga” di auguri al mio ziettino preferitoStefano Bravo dal tuo nipotino adorato, mamma, papà, non-na e nonno.11 maggio. Tantissimi auguri di buon compleanno a Loreda-na Velocci dalla famiglia.23 maggio. A Fabiana Bianchi tantissimi auguri di buon com-pleanno da tutti gli zii e cugini/e.23 maggio. Al Peter Pan di casa…Ernesto Capponi…tan-tissimi auguri di buon compleanno dai genitori Carlo e Tere-sa e famiglia.30 maggio. Tanti auguri di buon compleanno a Mauro Salaper i suoi 23 anni da papà, mamma, Katiuscia e nonni.

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] -www.sanfelicecirceo.info - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Alessia Bravo, Salvatore Coccoluto,Francesca Faccini, Valeria Di Marco, Domenico Mignardi, Maurizio Paolini, Stefano Raimondi, Sabrina Scapi, Veronica Tecchio - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma

Prima comunione

11 maggio. Tantissimi auguri a Carmen Giulivo per la sua Prima Comunione da mamma, pa-pà e Francesca.26 maggio. Farà la prima comunione Paola Rita Lanzuisi conosciuta da molti per la sua vi-vacità e allegria. Auguri affettuosi da nonni, mamma e papà, fratello, zii, cugini e amici.

Allora tutti cucinavano con fuoco a legna,solo eccezionalmente con il carbone. Per-tanto in ogni casa non mancava una picco-la riserva. A raccolta ultimata, la cratasta (ca-tasta) veniva approntata, quasi con arte, daValleriane. Valeriano, nonostante l’età e i suoidifetti (gibbosità e miopia), riusciva a svol-gere due attività, quella di sacrestano e quel-la di postino. Coadiuvato da noi ragazzi, co-minciava col porre alla base della pira i tron-chi più lunghi e pesanti e i ciocchi. Da un la-to lasciava una specie di finestrella, che fun-geva da sfiatatoio. All’inizio la legna venivaposizionata in senso rettilineo sui quattro la-ti. La catasta era a forma quadrata o rettan-golare. All’altezza di circa venti centimetri, lalegna veniva posta in senso trasversale, inmaniera tale da lasciare ampi spazi per area-re. Man mano che la pira cresceva, si re-stringeva, fino ad assumere la forma di unacapanna tronco-conica. L’altezza oscillavadai due metri a due e cinquanta. Una volta

esaurita tutta la legna, Valleriane infilava al-cuni giornali nella finestrella e cù jù furme-nante appeccéva jù fuéche. Noi ragazzi tut-ti intorno ad ammirare la fiamma che, pocoa poco si alzava e si allargava. Dopo circa unpaio di ore, quando si era formata la brace,arrivava il parroco, per la benedizione de jùfuéche sante. Ultimata la cerimonia, a frottearrivavano donne e fanciulle, con palette, pa-telle e recipienti vari di latta. Raccoglievanola brace perdevozione eper accende-re, appecciàjù fuèchedelle loro cu-cine. In san-feliciano, co-me abbiamogià avuto oc-casione dispiegare an-che nel no-stro Diziona-rio del dialet-to circeiense,esiste diverso

significato tra jù fuéche e lu fuéche: “Jù fué-che” è la fiamma. Appiccia jù fuéche, stutajù fuéche. “Lu fuéche” è il contenuto, cioè labrace. Anche questa usanza è passata indisuso, fin dall’inizio del dopoguerra.Anche se durante la settimana santa per tregiorni le campane si legano ancora, man-cano però gli strumenti che le sostituisca-no. E così, lu fuéche sante è rimasto un lon-tano ricordo. n

segue dalla pagina 22

Parco di ANDREA DE SISTI

Uno due tre: alla legna!

GioielleriaLuigina Bartelloni

Piazza Vittorio Veneto - S. FELICE CIRCEO

Centro Storico - tel. 0773.548292

R I S T O R A N T E

Al Convento

di Lolita Capponi

Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico)

04017 San Felice Circeo (LT)Tel. 0773/546167 -

348.9185443

PAOLAParrucchiera

Via XXIV Maggio, 18 - S. Felice Circeotel. 0773.549010

riceve per appuntamento