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A) RELAZIONE TECNICA PROGETTO ARCHITETTONICO

Il progetto prevede l’istallazione nel Comune di Terelle (FR) in località “Ottaduna”, su di un’area

estesa circa 5 ha di proprietà dell’Amministrazione, ricadente in catasto al foglio n. 33 mappali n. 4 (in

parte) e n. 8 (in parte), di un parco fotovoltaico da 2,5 MW per la produzione di energia elettrica,

distribuito su 5 sottoimpianti da circa 504 KWp ognuno.

Ciascuno di essi sarà costituito da 140 stringhe poste in parallelo, ognuna delle quali sarà formata da

18 moduli posti in serie tipo “Kyocera KC200GHT-2” o equivalente.

Per limitare i costi di realizzazione si è previsto di accoppiare cinque stringhe su un’unica struttura di

sostegno, abbinata ad un quadro di parallelo in continua. In tal modo, per ognuno degli 5 sottoimpianti

da 504 KWp occorrerà realizzare 28 supporti per alloggiare tutte le 140 stringhe che li costituiscono.

Le suddette strutture saranno realizzate in profilati metallici zincati e/o di alluminio, uniti per

bullonatura, con inclinazione dei moduli di 30°.

Gli inverters trifase saranno alloggiati in un Edificio Quadri nel quale è ricavato anche un locale per il

custode, poiché si è previsto di dotare l’impianto di guardiania fissa.

L’edificio sarà monopiano, con copertura a terrazzo e dimensioni in pianta di mt. 24,15x5,60 con

altezza utile di mt. 3,15 circa. In particolare avremo:

- fondazioni costituite da un graticcio di travi rovesce in cemento armato di dimensioni calcolate in

base alla capacità di resistenza del terreno e mediante i consueti procedimenti della "Tecnica delle

Costruzioni";

- strutture in elevazione costituite da un telaio spaziale composto dai pilastri e dalle travi di

orizzontamento in cemento armato;

- solai piani in laterocemento parzialmente prefabbricati completati in opera, con nervature parallele

aventi interasse di 50 cm;

- pareti di tompagno perimetrali realizzate in muratura di blocchi forati di calcestruzzo.

È prevista la realizzazione di una cabina di consegna ENEL, costituita da un box prefabbricato e

fondazioni in cemento armato gettate in opera. Le dimensioni in pianta sono pari a mt. 4,41x2,44 con

altezza utile di mt. 2,50 circa.

Il box prefabbricato sarà costruito secondo quanto prescritto dalla legge n. 1086 del 05/11/1971, dalla

Legge n. 64 del 02/02/1974 e dalle Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del

20/03/2003 e succ. mod. e int., rispettando tutte le indicazioni dell’ENEL Distribuzione riportate nel

documento DG 10061 “Prescrizioni per la costruzione di box prefabbriccati per apparecchiature

elettriche” e seguenti. Si precisa che tale box prefabbricato sarà corredat o delle necessarie

Autorizzazioni Ministeriali che saranno trasmesse, una volta individuata la Società produttrice

(e prima del montaggio), all’Ufficio del Genio Civi le di Cassino per le dovute autorizzazioni.

PERTANTO, CON LA PRESENTE ISTANZA, NON SI RICHIEDE L’AUTORIZZAZIONE SISMICA

PER TALE MANUFATTO PREFABBRICATO .

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Le fondazioni della cabina di consegna, invece, saranno del tipo a platea in cemento armato gettato in

opera, con nervature perimetrali alte 75 cm e spesse 30 cm, calcolate sulla base dei carichi e delle

sollecitazioni trasmesse così come indicate nel suddetto documento DG 10061.

Per migliorare l’accesso ai luoghi oggetto di intervento, e per una migliore utilizzazione degli stessi

durante la vita dell’impianto fotovoltaico, è prevista la realizzazione di terrazzamenti con piccoli muretti

di sostegno a margine delle piste pedonali e carrabili. Tali muri saranno realizzati in cemento armato

gettati in opera e rivestiti in pietra, calcolati e dimensionati in base alla capacità di resistenza del

terreno e mediante i consueti procedimenti della “Tecnica delle Costruzioni”. La struttura sarà del tipo

inflessa, costituita da una parete in cemento armato opportunamente incastrata alla suola di base, che

si comporterà come una trave a mensola verticale caricata dalla spinta del materiale calcareo riportato

a monte (ossia come una vera e propria trave a sbalzo).

Lo stato di tensione indotto nel terreno sarà compatibile con le caratteristiche di resistenza del terreno

stesso, nella situazione iniziale ed in quelle che potranno presumibilmente verificarsi nel corso del

tempo. Gli spostamenti delle strutture di fondazione saranno compatibili con i prefissati livelli di

sicurezza e con la funzionalità delle strutture in elevazione, con piano di posa situato al di sotto della

coltre di terreno più superficiale.

Particolari provvedimenti saranno adottati per il drenaggio delle acque filtranti, allo scopo di ridurre e

tenere sotto controllo le pressioni neutre in prossimità delle opere di sostegno.

Le azioni dovute al terreno, ai sovraccarichi ed al peso proprio del muro sono state calcolate e

composte in modo da pervenire, di volta in volta, alla condizione più sfavorevole nei confronti delle

verifiche effettuate. I muri in oggetto sono stati contraddistinti con le lettere “A”, “B”, “C” al fine di

meglio indicare quelli che saranno posizionati a valle, rispettivamente, di una scarpata, di una pista

carrabile, di un percorso pedonale.

Sono state poi eseguite delle verifiche per ogni tipo per delle altezze massime del paramento fuori

terra previste in progetto di 1.00 m, 1,50 m e di 2,00 m.

Come detto in precedenza i moduli fotovoltaici saranno posti su 140 strutture di sostegno (inclinate di

30°), realizzate in profilati metallici zincati e/o di alluminio, uniti per bullonatura, ed incastrate al terreno

di fondazione (roccia) tramite plinti di fondazione in cemento armato. Queste strutture di sostegno

sono dei sistemi brevettati e corredati delle necessarie Autorizzazioni Ministeriali.

CON LA PRESENTE ISTANZA, NON SI RICHIEDE L’AUTORIZZ AZIONE SISMICA PER TALI

MANUFATTI BREVETTATI in quanto, una volta individuata la Società produt trice (e prima del

montaggio delle stesse), verranno trasmesse all’Uff icio del Genio Civile di Cassino le relative

Autorizzazioni Ministeriali con allegati i calcoli strutturali dei sottostanti plinti di fondazione.

Tutte le aree destinate all’edificazione (nonché quelle non utilizzate poste in adiacenza a quelle di

pertinenza) saranno mantenute in condizioni tali da assicurare il decoro, l’igiene e la sicurezza

pubblica.

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B) RELAZIONE SUI MATERIALI

La presente relazione è la descrizione dei requisiti e delle caratteristiche dei materiali che saranno

impiegati per la costruzione delle opere previste in progetto.

REQUISITI DEI MATERIALI

LEGANTI

Per l’esecuzione dei conglomerati cementizi saranno impiegati esclusivamente leganti idraulici in

buono stato di conservazione e totalmente privi di eventuali impurità.

Verrà impiegato cemento Portland Normale (tipo 425), con carico ammissibile a 28 gg. di 7 N/mm2 per

la sollecitazione di flessione e di 42,5 N/mm2 per la compressione.

INERTI

Gli inerti sia naturali che di frantumazione, saranno costituiti da elementi non gelivi, non friabili e privi

di eventuali impurità quali sostanze organiche, limi, argille, gesso ecc..

Le loro dimensioni massime saranno proporzionate alle caratteristiche geometriche della carpenteria,

del getto e dell’ingombro delle armature metalliche.

ACQUA

Verrà utilizzata acqua limpida, priva di sostanze organiche e di ogni altra impurità, non contenente

inoltre aggressivi chimici e con un contenuto di sali il più basso possibile.

IMPASTI

La granulometria degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell’impasto saranno adeguati sia alla

destinazione del getto, che al procedimento di posa in opera del conglomerato.

Il quantitativo di acqua impiegato sarà il minimo necessario a consentire la buona lavorabilità

dell’impasto.

Il rapporto acqua-cemento, e quindi il relativo dosaggio del legante idraulico, verrà definito in modo

tale da dare al conglomerato la classe richiesta negli allegati calcoli.

L’impasto, eseguito con idonei mezzi, ed il dosaggio dei componenti avverrà in maniera conforme alle

proporzioni previste dal progetto esecutivo.

CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

CALCESTRUZZO Rck 25 (N/mm2)

Resistenza media a trazione semplice (assiale): fctm = 0,48·√Rck = 2,4 N/mm2. I valori caratteristici

corrispondenti ai frattili 5% e 95% sono assunti, rispettivamente, pari a 0,7 fctm ed 1,3 fctm.

Resistenza media a trazione per flessione: fcfm = 1,2·fctm = 2,88 N/mm2

Modulo elastico Ec = 27.910 N/mm2

Coefficiente di Poisson (conglomerato cementizio fessurato) = 0

Coefficiente di Poisson (conglomerato cementizio non fessurato) = 0,2

Coefficiente di dilatazione termica = 10x10-6°C -1

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Resistenza cilindrica: fck = 0,83·Rck = 20,75 (N/mm2)

TENSIONI AMMISSIBILI:

- per elementi soggetti a flessione o presso-flessione:

σc = [60+(250-150)/4] = 85 daN/cmq

- per elementi soggetti a compressione semplice:

σc = [60+(250-150)/4] x 0,7 = 59,5 daN/cmq

TENSIONI TANGENZIALI AMMISSIBILI:

τc = [4+(250-150)/75] = 5,33 daN /cmq

τa = [14+(250-150)/35] = 16,9 daN /cmq

τ‘a = [14+(250-150)/35] x 1,1 = 18,5 daN /cmq

CALCESTRUZZO Rck 30 (N/mm2)

Resistenza media a trazione semplice (assiale): fctm = 0,48·√Rck = 2,62 N/mm2. I valori caratteristici

corrispondenti ai frattili 5% e 95% sono assunti, rispettivamente, pari a 0,7 fctm ed 1,3 fctm.

Resistenza media a trazione per flessione: fcfm = 1,2·fctm = 3,12 N/mm2

Modulo elastico Ec = 30.574 N/mm2

Coefficiente di Poisson (conglomerato cementizio fessurato) = 0

Coefficiente di Poisson (conglomerato cementizio non fessurato) = 0,2

Coefficiente di dilatazione termica = 10x10-6°C -1

Resistenza cilindrica: fck = 0,83·Rck = 24,9 (N/mm2)

TENSIONI AMMISSIBILI:

- per elementi soggetti a flessione o presso-flessione:

σc = [60+(300-150)/4] = 97,5 daN/cmq

- per elementi soggetti a compressione semplice:

σc = [60+(300-150)/4] x 0,7 = 68,25 daN/cmq

TENSIONI TANGENZIALI AMMISSIBILI:

τc = [4+(300-150)/75] = 6,00 daN /cmq

τa = [14+(300-150)/35] = 18,28 daN /cmq

τ‘a = [14+(300-150)/35] x 1,1 = 20,11 daN /cmq

CALCESTRUZZO Rck 35 (N/mm2)

Resistenza media a trazione semplice (assiale): fctm = 0,48·√Rck = 2,84 N/mm2. I valori caratteristici

corrispondenti ai frattili 5% e 95% sono assunti, rispettivamente, pari a 0,7 fctm ed 1,3 fctm.

Resistenza media a trazione per flessione: fcfm = 1,2·fctm = 3,41 N/mm2

Modulo elastico Ec = 11.000 Rcm1/3 = 33.024 N/mm2

Coefficiente di Poisson (conglomerato cementizio fessurato) = 0

Coefficiente di Poisson (conglomerato cementizio non fessurato) = 0,2

Coefficiente di dilatazione termica = 10x10-6°C -1

Resistenza cilindrica: fck = 0,83·Rck = 29,0 (N/mm2)

TENSIONI AMMISSIBILI:

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- per elementi soggetti a flessione o presso-flessione:

σc = [60+(350-150)/4] = 110,0 daN/cmq

- per elementi soggetti a compressione semplice:

σc = [60+(350-150)/4] x 0,7 = 77,00 daN/cmq

TENSIONI TANGENZIALI AMMISSIBILI:

τc = [4+(350-150)/75] = 6,66 daN /cmq

τa = [14+(350-150)/35] = 19,71 daN /cmq

τ‘a = [14+(350-150)/35] x 1,1 = 21,68 daN /cmq

ACCIAIO PER C. A.

Verranno impiegati acciaio per c.a. esclusivamente saldabili ad aderenza migliorata avente le seguenti

caratteristiche:

tensione caratteristica di snervamento: fy nom = 450 N/mm2;

tensione caratteristica di rottura: ft nom = 540 N/mm2;

I requisiti degli acciai laminati a caldo (denominati B450C) rispetteranno i requisiti riportati nella tabella

seguente:

Caratteristiche tensione caratteristica di snervamento fyk ≥ fy nom (N/mm2)

tensione caratteristica di rottura ftk ≥ ft nom (N/mm2) (ft / fy)k ≥ 1,15

< 1,35 (fy / fynom)k ≤ 1,25

Allungamento (Agt)k ≥ 7,5% Diametro del mandrino per prove di piegamento a 90° e

successivo raddrizzamento senza cricche

φ < 12 mm 4φ 12 ≤ φ ≤ 16 mm 5φ

per 16 ≤ φ ≤ 25 mm 8φ per 25 < φ ≤ 40 mm 10φ

I requisiti degli acciai trafilati a freddo (denominati B450A) rispetteranno i requisiti riportati nella tabella

seguente:

Caratteristiche tensione caratteristica di snervamento fyk ≥ fy nom (N/mm2)

tensione caratteristica di rottura ftk ≥ ft nom (N/mm2) (ft / fy)k ≥ 1,05

(fy / fynom)k ≤ 1,25 Allungamento (Agt)k ≥ 2,5%

Diametro del mandrino per prove di piegamento a 90° e successivo raddrizzamento senza cricche

φ ≤ 12 mm 4φ

CARICO AMMISSIBILE A TRAZIONE: σf = 2.600 daN /cmq

RETE ELETTROSALDATA

Gli acciai per le reti elettrosaldate saranno del tipo saldabili con diametro compreso tra i 5 e i 12 mm;

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avranno caratteristiche pari a quelle per gli acciai per cemento armato riportate nel punto precedente.

ACCIAI PER STRUTTURE METALLICHE E PER STRUTTURE COMPOSTE

Per la realizzazione di strutture metalliche e di strutture composte saranno utilizzati acciai conformi

alle norme armonizzate della serie UNI EN 10025 (per i laminati), UNI EN 10210 (per i tubi senza

saldatura) e UNI EN 10219-1 (per i tubi saldati), recanti la Marcatura CE, cui si applica il sistema di

attestazione della conformità 2+.

Per gli acciai di cui alle norme armonizzate UNI EN 10025, UNI EN 10210 ed UNI EN 10219-1, in

assenza di specifici studi statistici di documentata affidabilità, ed in favore di sicurezza, per i valori

delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di rottura ftk da utilizzare nei calcoli si assumono i

valori nominali fy= ReH e ft = Rm riportati nelle relative norme di prodotto.

In sede di progettazione sono assunti convenzionalmente i seguenti valori nominali delle proprietà del

materiale:

modulo elastico E = 210.000 N/mm2

modulo di elasticità trasversale G = E / [2 (1 + ν)] N/mm2

coefficiente di Poisson ν = 0,3

coefficiente di espansione termica lineare α = 12 x 10-6 per °C -1 (per temperature fino a 100 °C)

densità ρ = 7850 kg/m3

Sempre in sede di progettazione, per gli acciai di cui alle norme europee EN 10025, EN 10210 ed EN

10219-1, sono assunti nei calcoli i valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di

rottura ftk riportati nelle tabelle seguenti.

Tabella 11.3.IX. – Laminati a caldo con profili a sezione aperta Norme e qualità

degli acciai

Spessore nominale dell’elemento t ≤40 mm 40 mm < t ≤80 mm

fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] UNI EN 10025-2 S 235 S 275 S 355 S 450

235 275 355 440

360 430 510 550

215 255 335 420

360 410 470 550

UNI EN 10025-3 S 275 N/NL S 355 N/NL S 420 N/NL S 460 N/NL

275 355 420 460

390 490 520 540

255 335 390 430

370 470 520 540

UNI EN 10025-4 S 275 M/ML S 355 M/ML S 420 M/ML S 460 M/ML

275 355 420 460

370 470 520 540

255 335 390 430

360 450 500 530

UNI EN 10025-5 S 235 W S 355 W

235 355

360 510

215 335

340 490

Tabella 11.3.X. – Laminati a caldo con profili a sezione cava

Norme e qualità degli acciai

Spessore nominale dell’elemento t ≤40 mm 40 mm < t ≤80 mm

fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] fyk [N/mm2] ftk [N/mm2] UNI EN 10210-1

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S 235 H S 275 H S 355 H S 275 NH/NLH S 355 NH/NLH S 420 NH/NLH S 460 NH/NLH UNI EN 10219-1 S 235 H S 275 H S 355 H S 275 NH/NLH S 355 NH/NLH S 275 MH/MLH S 355 MH/MLH S 420 MH/MLH S 460 MH/MLH

235 275 355

275 355 420 460

235 275 355

275 355

275 355 420 460

360 430 510

390 490 540 560

360 430 510

370 470

360 470 500 530

215 255 335

255 335 390 430

340 410 490

370 470 520 550

PROCESSO DI SALDATURA

La saldatura degli acciai avverrà con uno dei procedimenti all’arco elettrico codificati secondo la

norma UNI EN ISO 4063:2001.

Nell’esecuzione delle saldature saranno rispettate le norme UNI EN 1011:2005 parti 1 e 2 per gli

acciai ferritici e della parte 3 per gli acciai inossidabili. Per la preparazione dei lembi si applicherà,

salvo casi particolari, la norma UNI EN ISO 9692-1:2005.

BULLONI

I bulloni - conformi per le caratteristiche dimensionali alle norme UNI EN ISO 4016:2002 e UNI

5592:1968 appartengono alle sotto indicate classi della norma UNI EN ISO 898-1:2001, associate nel

modo indicato nella Tabella 11.3.XII.a seguente:

Tabella 11.3.XII.a

Normali Ad alta resistenza Vite

Dado 4.6 4

5.6 5

6.8 6

8.8 8

10.9 10

Le tensioni di snervamento fyb e di rottura ftb delle viti appartenuti alle classi indicate nella precedente

tabella sono riportate nella Tabella 11.3.XII.b seguente:

Tabella 11.3.XII.b

Classe 4.6 5.6 6.8 8.8 10.9 fyb (N/mm2) ftb (N/mm2)

240 400

300 500

480 600

649 800

900 1000

BULLONI PER GIUNZIONI AD ATTRITO

I bulloni per giunzioni ad attrito saranno conformi alle prescrizioni della Tabella 11.3.XIII. Viti e dadi,

saranno associati come indicato nella Tabella 11.3.XII.

Tabella 11.3.XIII

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Elemento Materiale Riferimento Viti 8.8 – 10.9 secondo UNI EN ISO 898-1: 2001

UNI EN 14399:2005 parti 3 e 4 Dadi 8 - 10 secondo UNI EN 20898-2:1994 Rosette Acciaio C 50 UNI EN 10083-2: 2006

temperato e rinvenuto HRC 32÷ 40 UNI EN 14399:2005 parti 5 e 6

Piastrine Acciaio C 50 UNI EN 10083-2: 2006 temperato e rinvenuto HRC 32÷ 40

SPECIFICHE PER ACCIAI DA CARPENTERIA IN ZONA SISMICA

L’acciaio costituente le membrature, le saldature ed i bulloni sarà conforme ai requisiti riportati nelle

norme sulle costruzioni in acciaio.

Per le zone dissipative si applicano le seguenti regole addizionali:

- per gli acciai da carpenteria il rapporto fra i valori caratteristici della tensione di rottura ftk (nominale) e

la tensione di snervamento fyk (nominale) sarà maggiore di 1,20 e l’allungamento a rottura A5,

misurato su provino standard, sarà non inferiore al 20%;

- la tensione di snervamento massima fy,max risulterà fy,max ≤1,2 fyk;

- i collegamenti bullonati saranno realizzati con bulloni ad alta resistenza di classe 8.8 o 10.9.

MALTE

Le malte per murature garantiranno prestazioni adeguate al suo impiego in termini di durabilità e di

prestazioni meccaniche. L'acqua per gli impasti sarà limpida, priva di sostanze organiche o grassi, non

sarà aggressiva né conterrà solfati o cloruri in percentuale dannosa. La sabbia da impiegare per il

confezionamento delle malte sarà priva di sostanze organiche, terrose o argillose. Le calci aeree, le

pozzolane ed i leganti idraulici dovranno possedere le caratteristiche tecniche ed i requisiti previsti

dalle vigenti norme

Le prestazioni meccaniche delle malte saranno definite mediante la sua resistenza media a

compressione fm. La categoria della malta è definita da una sigla costituita dalla lettera M seguita da

un numero che indica la resistenza fm espressa in N/mm2 secondo la Tabella seguente:

Classe M 2,5 M 5 M 10 M 15 M 20 Resistenza a compressione [N/mm2] 2,5 5 10 15 20

Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono riportate nella

norma UNI EN 1015-11: 2007.

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C) RELAZIONE SULLE FONDAZIONI – RELAZIONE GEOTECNIC A

La presente viene redatta ai sensi del D.M. 11 marzo 1988 e successive circolari LL.PP..

Il contesto geologico e geomorfologico relativo all’area di pertinenza, è stato studiato dal Dott. Geol.

Vaudo Cosmo, come attestato nella Relazione geologica che si allega alla presente, dalla quale sono

stati desunti i parametri geotecnici utilizzati nei calcoli.

L’area in oggetto è situata ad oriente del centro abitato di Terelle ed è riportata in catasto al Foglio n. 3

mappale n. 4 e 8 (parte). Essa ricade poco a valle della vetta del Colle Belvedere, propaggine

orientale del Massiccio di Monte Cairo. Il versante dove verrà ubicato il campo è esposto tutto a

meridione. Il pendio si presenta roccioso ed uniformemente erto. A luoghi come nel tratto centrale la

morfologia risulta localmente più aspra. Il dislivello massimo tra la parte alta e quella più bassa

interessata dal progetto è di circa 70 metri. L’inclinazione media del versante è di circa 30°-35°.

L’altitudine media è invece di circa 630 m s.l.m..

Il bacino idrografico su cui ricade il lotto in oggetto appartiene al Fiume Rapido, il quale a sua volta

drena le sue acque verso il Fiume Gari.

Il sito in esame è ubicato lungo le propaggini orientali del Massiccio di Monte Cairo che rappresenta

una porzione interna della catena appenninica centro-meridionale. La successione stratigrafica meso-

cenozoica che costituisce i rilievi è formata da sequenze deposizionali di piattaforma carbonatica

persistente, subsidente dal Giurassico al Cretacico superiore. Tali sequenze sono state poi ricoperte

in trasgressione da calcari organogeni del Miocene medio di ambiente neritico aperto.

Successivamente nel settore la sedimentazione è stata influenzata dai processi orogenetici

responsabili della strutturazione della catena appenninica. L'area, che sino al Miocene medio aveva

rappresentato un dominio d'avanpaese, è stata interessata dalla progressiva migrazione verso Nord-

Est del sistema catena-avanfossa; a partire dal Tortoniano gli effetti della progressiva flessurazione

litosferica e, quindi, l'incorporazione nel bacino d'avanfossa nel Tortoniano superiore, sono stati

registrati dalla deposizione di sedimenti prima emipelagici e poi silicoclastici. Nel periodo compreso tra

il Messiniano inferiore e il Pliocene inferiore il settore è stato deformato e incorporato in catena.

L'attuale assetto dei rilievi carbonatici del Massiccio è caratterizzato dalla disarticolazione delle

strutture precedentemente generate ad opera di sistemi di faglie attualmente orientati in senso

appenninico, antiappenninico ma anche, E-W e NS individuatisi nel corso del Plio-Pleistocene. Il

motivo strutturale dominante è costituito da un mosaico di zolle monoclinaliche spezzate da numerose

zone di taglio.

In corrispondenza dell'area di progetto e in quelle immediatamente limitrofe si sono riconosciute in

affioramento le seguenti formazioni:

- Materiale di riporto (Attuale)

Formano un prisma immediatamente a valle del tornante stradale per Ottaduna. Si tratta di

materiale di costituzione eterogenea e dalla pezzatura assortita. Prevalgono blocchi e pietrame di

materiale lapideo carbonatico. Il materiale ha assunto una pendenza pari a quella di natural

declivio che compete alla granulometria prevalente. In pianta il materiale è disposto a forma di

ventaglio.

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- Detriti e terre rosse (Quaternario)

Sono i prodotti del disfacimento dei versanti. I primi poggiano in modo discontinuo sui pendii

carbonatici, formando anche locali falde. Granulometricamente si tratta perlopiù di brecciame

grossolano sciolto con clasti eterometrici, carbonatici e con grado di elaborazione nullo. Lo

spessore della compagine è variabile ma nell’insieme modesto. Le terre rosse di origine residuale,

invece sono presenti in spessori significativi solo nelle zone depresse, come nel fondovalle tra Il

Colle Belvedere e Colle Vittanne o nella stessa piana di Ottaduna. Lungo il versante di progetto

questa formazione ricopre discontinuamente e in modo irrisorio la roccia carbonatica di fondo.

L'origine di tale deposito è da ricollegarsi alla dissoluzione e allo smantellamento delle rocce

carbonatiche presenti.

- Formazione dei calcari organogeni (Cretacico superiore)

Formano la struttura portante di tutto il sito di progetto. Si tratta di un'assise mal stratificata di

calcari organogeno-detritici biancastri associati a calcari tipo packstone e grainstone. Questi calcari

sono caratterizzati per i macrofossili dalla presenza di lamellibranchi tipo Rudiste talora molto

abbondanti sino a costituire banchi biostromali. L’ambiente deposizionale è quello tipico di margine

produttivo di piattaforma carbonatica in facies di scogliera e periscogliera. In base all'associazione

faunistica presente il complesso può essere ascritto al Cretacico superiore. I piani di strato, non

sempre ben riconoscibili immergono prevalentemente verso i quadranti orientali. Il pacco roccioso

evidenzia strati a spessore variabile, grosse bancate sono presenti nella zona centrale. La

formazione calcarea è caratterizzata da una buona durezza, tenacità e compatteza. I calcari sulle

superfici a contatto con l'atmosfera risultano leggermente alterati presentando una patina di colore

grigiastro, negli scassi recenti appare invece decolorata sul rossiccio. La roccia presenta uno stile

di deformazione fragile, il che la fa apparire rotta da un reticolo di discontinuità in cui prevalgono

famiglie di joints tettonici a spaziatura e persistenza variabili. Tale stile tettonico in concomitanza ai

giunti di stratificazione singenetici hanno menomato la continuità dell'ammasso dividendolo in

grossi blocchi irregolari.

- Formazione del Cretacico inferiore (Dogger-Cretacico inferiore)

Si tratta per lo più di calcari ben stratificati tipo wackestone e mudstone di colore bianco-avana. I

macrofossili nella roccia sono scarsi; alcuni livelli evidenziano gusci di lamellibranchi e gasteropodi.

La giacitura della struttura carbonatica è conforme a quella dei calcari a rudiste. La formazione

affiora perlopiù in zone esterne all’area di nostra stretta competenza. Una lingua di questo terreno

carbonatico affiora invece nella zona centrale. La formazione è messa in contatto con quella

precedente tramite faglie o tramite rapporti stratigrafici.

Le caratteristiche geoidrologiche della zona sono funzione dei rapporti che si sono venuti a creare fra i

vari complessi litologici depostisi in diversi ambienti di sedimentazione. Il territorio di progetto è

dominato dal complesso carbonatico che si presenta ovunque fratturato e carsificato e risulta molto

permeabile. Tali condizioni favoriscono un processo di infiltrazione particolarmente intenso e

omogeneamente distribuito. In media ogni anno tale complesso assorbe circa 800 mm di acqua di

infiltrazione efficace. L'abbondantissima infiltrazione alimenta una falda imponente che satura la base

della struttura idrogeologica di Monte Cairo. Tale falda in rete drena con moto lento verso la periferia

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del sistema carbonatico, cioè verso le sorgenti del Gari, dove sono presenti enormi emergenze idriche

caratterizzate da regimi di portata molto regolari. La soggiacenza piezometrica di tale falda rispetto al

piano campagna in oggetto è presuntivamente superiore a 500 metri di profondità

Il pendio è sostanzialmente stabile in quanto, in virtù della pendenza e della esposizione naturale del

sito, non vi sono condizioni cinematicamente ammissibili allo scivolamento o al ribaltamento

La nuova normativa sismica prevede la suddivisione del territorio italiano in zone sismiche in funzione

dei diversi valori di accelerazione orizzontale massima.

Il comune di Terelle ricade nella zona 1, per la quale è previsto un valore di accelerazione ag=0,35 g.

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CALCOLO CARICO LIMITE FONDAZIONI NASTRIFORMI LOCALE QUADRI-INVERTERS

Calcolo del Carico Limite con il metodo di MeyerhofParametri geotecnici del terreno

Peso dell'unità di volume terreno di fondazione (g) t/mc 2.10

Angolo di attrito interno (f) ° 39.00

Coesione (c') t/m21.89

Kp 4.39550

Peso dell'unità di volume terreno di riporto (gr) t/mc 2.10

Caratteristiche geometriche della fondazione

Larghezza fondazione B m 0.80Lunghezza fondazione L m 1.00Eccentricità larghezza ex m 0.00Approfondimento D m 0.85Inclinazione carico i ° 0.00Larghezza ridotta B' m 0.80

Coefficenti di fondazione

Nq 55.9574 e(p*tg f ) * tg^2 (45°+f/2)

Ng 77.3325 (Nq - 1) tg (1,4 f)

Nc 67.8667 (Nq - 1) ctg (f)

Fattori di formasc 1.7033 1+ 0,2 * Kp (B/L)

sq = sg 1.3516 1+ 0,1 * Kp (B/L)

Fattori di profonditàdc 1.4455 1 + 0,2 Kp^1/2 * D/B

dq = dg 1.2228 1+ 0,1 Kp^1/2 * D/B

Fattori di inclinazione del caricoiq = ic 1.0000 (1 - i°/90) 2

ig 1.0000 (1 - i°/ f)2

Calcolo del carico limite165.0809 gr * D * Nq * sq * dq * iq

107.3601 0,5 * B' * g * Ng * sg * dg * ig

315.8109 c' * Nc * sc * dc * ic

qd t/m 2588.2518 TOTALE

Qamm t/m 2196.0839 qd / Fs con Fs =3

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CALCOLO CARICO LIMITE DELLA PLATEA CABINA ELETTRICA

Calcolo del Carico Limite con il metodo di MeyerhofParametri geotecnici del terreno

Peso dell'unità di volume terreno di fondazione (g) t/mc 2.10

Angolo di attrito interno (f) ° 39.00

Coesione (c') t/m21.89

Kp 4.39550

Peso dell'unità di volume terreno di riporto (gr) t/mc 2.10

Caratteristiche geometriche della fondazione

Larghezza fondazione B m 3.20Lunghezza fondazione L m 5.17Eccentricità larghezza ex m 0.000

Eccentricità lunghezza ey m 0.000Approfondimento D m 1.15Inclinazione carico i ° 0.00Larghezza ridotta B' m 3.20Lunghezza ridotta L' m 5.17

Coefficenti di fondazioneNq 55.9574 e(p*tg f ) * tg^2 (45°+f/2)

Ng 77.3325 (Nq - 1) tg (1,4 f)

Nc 67.8667 (Nq - 1) ctg (f)

Fattori di formasc 1.5441 1+ 0,2 * Kp (B/L)

sq = sg 1.2721 1+ 0,1 * Kp (B/L)

Fattori di profonditàdc 1.1507 1 + 0,2 Kp^1/2 * D/B

dq = dg 1.0753 1+ 0,1 Kp^1/2 * D/B

Fattori di inclinazione del caricoiq = ic 1.0000 (1 - i°/90) 2

ig 1.0000 (1 - i°/ f)2

Calcolo del carico limite184.8546 gr * D * Nq * sq * dq * iq355.4326 0,5 * B' * g * Ng * sg * dg * ig227.9074 c' * Nc * sc * dc * ic

qd t/m 2768.1945 TOTALE

Qamm t/m 2256.0648 qd / Fs con Fs =3

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CALCOLO CARICO LIMITE MURI DI SOSTEGNO

Calcolo del Carico Limite con il metodo di MeyerhofParametri geotecnici del terreno

Peso dell'unità di volume terreno di fondazione (g) t/mc 2.10

Angolo di attrito interno (f) ° 39.00

Coesione (c') t/m21.89

Kp 4.39550

Peso dell'unità di volume terreno di riporto (gr) t/mc 2.10

Caratteristiche geometriche della fondazione

Larghezza fondazione B m 0.75Lunghezza fondazione L m 1.00Eccentricità larghezza ex m 0.00Approfondimento D m 0.50Inclinazione carico i ° 0.00Larghezza ridotta B' m 0.75

Coefficenti di fondazione

Nq 55.9574 e(p*tg f ) * tg^2 (45°+f/2)

Ng 77.3325 (Nq - 1) tg (1,4 f)

Nc 67.8667 (Nq - 1) ctg (f)

Fattori di formasc 1.6593 1+ 0,2 * Kp (B/L)

sq = sg 1.3297 1+ 0,1 * Kp (B/L)

Fattori di profonditàdc 1.2795 1 + 0,2 Kp^1/2 * D/B

dq = dg 1.1398 1+ 0,1 Kp^1/2 * D/B

Fattori di inclinazione del caricoiq = ic 1.0000 (1 - i°/90) 2

ig 1.0000 (1 - i°/ f)2

Calcolo del carico limite89.0440 gr * D * Nq * sq * dq * iq

92.2935 0,5 * B' * g * Ng * sg * dg * ig

272.3349 c' * Nc * sc * dc * ic

qd t/m 2453.6725 TOTALE

Qamm t/m 2151.2242 qd / Fs con Fs =3

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Calcolo del Carico Limite con il metodo di MeyerhofParametri geotecnici del terreno

Peso dell'unità di volume terreno di fondazione (g) t/mc 2.10

Angolo di attrito interno (f) ° 39.00

Coesione (c') t/m21.89

Kp 4.39550

Peso dell'unità di volume terreno di riporto (gr) t/mc 2.10

Caratteristiche geometriche della fondazione

Larghezza fondazione B m 1.10Lunghezza fondazione L m 1.00Eccentricità larghezza ex m 0.00Approfondimento D m 0.50Inclinazione carico i ° 0.00Larghezza ridotta B' m 1.10

Coefficenti di fondazione

Nq 55.9574 e(p*tg f ) * tg^2 (45°+f/2)

Ng 77.3325 (Nq - 1) tg (1,4 f)

Nc 67.8667 (Nq - 1) ctg (f)

Fattori di formasc 1.9670 1+ 0,2 * Kp (B/L)

sq = sg 1.4835 1+ 0,1 * Kp (B/L)

Fattori di profonditàdc 1.1906 1 + 0,2 Kp^1/2 * D/B

dq = dg 1.0953 1+ 0,1 Kp^1/2 * D/B

Fattori di inclinazione del caricoiq = ic 1.0000 (1 - i°/90) 2

ig 1.0000 (1 - i°/ f)2

Calcolo del carico limite95.4701 gr * D * Nq * sq * dq * iq

145.1326 0,5 * B' * g * Ng * sg * dg * ig

300.3923 c' * Nc * sc * dc * ic

qd t/m 2540.9951 TOTALE

Qamm t/m 2180.3317 qd / Fs con Fs =3

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RELAZIONE SUI CARICHI E SOVRACCARICHI

VERIFICHE

Le opere strutturali saranno verificate:

a) per gli stati limite ultimi che possono presentarsi, in conseguenza alle diverse combinazioni delle

azioni;

b) per gli stati limite di esercizio definiti in relazione alle prestazioni attese.

Le verifiche di sicurezza delle opere sono contenute nei documenti di progetto, con riferimento alle

prescritte caratteristiche meccaniche dei materiali e alla caratterizzazione geotecnica del terreno,

dedotta in base a specifiche indagini.

VITA NOMINALE

La vita nominale di un’opera strutturale VN è intesa come il numero di anni nel quale la struttura,

purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è

destinata. La vita nominale dei diversi tipi di opere è quella riportata nella Tab. 2.4.I.

Tabella 2.4.I – Vita nominale VN per diversi tipi di opere TIPI DI COSTRUZIONE Vita Nominale VN

(in anni) 1 Opere provvisorie – Opere provvisionali - Strutture in fase costruttiva (1) ≤10 2 Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni contenute

o di importanza normale ≥ 50

3 Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni o di importanza strategica

≥ 100

(1) Le verifiche sismiche di opere provvisorie o strutture in fase costruttiva possono omettersi quando le relative durate previste in progetto siano inferiori a 2 anni

CLASSI D’USO

In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di operatività o di

un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in classi d’uso così definite:

• Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.

• Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per

l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose

per l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe d’uso III o in

Classe d’uso IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il

cui collasso non provochi conseguenze rilevanti.

• Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività

pericolose per l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti

ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le

conseguenze di un loro eventuale collasso.

• Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento

alla gestione della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività particolarmente

pericolose per l’ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n. 6792,

“Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”, e di tipo C quando

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appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade

di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle vie di

comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di

acquedotti e a impianti di produzione di energia elettrica.

PERIODO DI RIFERIMENTO PER L’AZIONE SISMICA

Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono valutate in relazione ad un periodo di riferimento

VR che si ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la vita nominale VN per il coefficiente

d’uso CU:

VR = VN · CU

Il valore del coefficiente d’uso CU è definito, al variare della classe d’uso, come mostrato in Tab. 2.4.II.

Tab. 2.4.II – Valori del coefficiente d’uso CU Classe d’uso I II III IV

Coefficiente CU 0,7 1,0 1,5 2,0

Se VR ≤ 35 anni si pone comunque VR = 35 anni.

CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI

Classificazione delle azioni in base al modo di esp licarsi

a) dirette: forze concentrate, carichi distribuiti, fissi o mobili;

b) indirette: spostamenti impressi, variazioni di temperatura e di umidità, ritiro, precompressione,

cedimenti di vincolo, ecc.

c1) degrado endogeno: alterazione naturale del materiale di cui è composta l’opera strutturale;

c2) esogeno: alterazione delle caratteristiche dei materiali costituenti l’opera strutturale, a seguito di

agenti esterni.

Classificazione delle azioni secondo la risposta st rutturale

a) statiche: azioni applicate alla struttura che non provocano accelerazioni significative della stessa

o di alcune sue parti;

b) pseudo statiche: azioni dinamiche rappresentabili mediante un’azione statica equivalente;

c) dinamiche: azioni che causano significative accelerazioni della struttura o dei suoi componenti.

Classificazione delle azioni secondo la variazione della loro intensità nel tempo

a) permanenti (G): azioni che agiscono durante tutta la vita nominale della costruzione, la cui

variazione di intensità nel tempo è così piccola e lenta da poterle considerare con sufficiente

approssimazione costanti nel tempo:

- peso proprio di tutti gli elementi strutturali; peso proprio del terreno, quando pertinente; forze

indotte dal terreno (esclusi gli effetti di carichi variabili applicati al terreno); forze risultanti dalla

pressione dell’acqua (quando si configurino costanti nel tempo) (G1);

- peso proprio di tutti gli elementi non strutturali (G2);

- spostamenti e deformazioni imposti, previsti dal progetto e realizzati all’atto della costruzione;

- pretensione e precompressione (P);

- ritiro e viscosità;

- spostamenti differenziali;

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b) variabili (Q): azioni sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori istantanei che possono

risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo:

- di lunga durata: agiscono con un’intensità significativa, anche non continuativamente, per un

tempo non trascurabile rispetto alla vita nominale della struttura;

- di breve durata: azioni che agiscono per un periodo di tempo breve rispetto alla vita nominale

della struttura;

c) eccezionali (A): azioni che si verificano solo eccezionalmente nel corso della vita nominale della

struttura;

- incendi;

- esplosioni;

- urti ed impatti;

d) sismiche (F): azioni derivanti dai terremoti.

PESI PROPRI DEI MATERIALI STRUTTURALI

Per la determinazione dei pesi propri strutturali dei più comuni materiali possono essere assunti i

valori dei pesi dell’unità di volume riportati nella tabella 3.1.I.

Tabella 3.1.I - Pesi dell’unità di volume dei principali materiali strutturali

MATERIALI Peso unità di volume [KN/m3]

Calcestruzzi cementizi e malte

Calcestruzzo ordinario 24,0 Calcestruzzo armato (e/o precompresso) 25,0 Conglomerati “leggeri” 14,0 ÷ 20,0 Conglomerati “pesanti” 28,0 ÷ 50,0 Malta di calce 18,0 Malta di cemento 21,0 Calce in polvere 10,0 Cemento in polvere 14,0 Sabbia 17,0

Metalli e leghe Acciaio 78,5 Ghisa 72,5 Alluminio 27,0

Materiale lapideo Tufo vulcanico 17,0 Calcare compatto 26,0 Calcare tenero 22,0 Gesso 13,0 Granito 27,0 Laterizio (pieno) 18,0

Legnami Conifere e pioppo 4,0 ÷ 6,0 Latifoglie (escluso pioppo) 6,0 ÷ 8,0

Sostanze varie Acqua dolce (chiara) 9,81 Acqua di mare (chiara) 10,1 Carta 10,0 Vetro 25,0 Per materiali non compresi nella tabella si potrà far riferimento a specifiche indagini sperimentali o a normative di comprovata validità assumendo i valori nominali come valori caratteristici.

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CARICHI PERMANENTI NON STRUTTURALI

Sono considerati carichi permanenti non strutturali i carichi non rimovibili durante il normale esercizio

della costruzione, quali quelli relativi a tamponature esterne, divisori interni, massetti, isolamenti

pavimenti e rivestimenti del piano di calpestio, intonaci, controsoffitti, impianti ed altro, ancorchè in

qualche caso bisogna considerare situazioni transitorie in cui essi non siano presenti.

Essi saranno valutati sulla base delle dimensioni effettive delle opere e dei pesi dell’unità di volume

dei materiali costituenti.

In linea di massima, in presenza di orizzontamenti anche con orditura unidirezionale ma con capacità

di ripartizione trasversale, i carichi permanenti portati ed i carichi variabili potranno assumersi, per la

verifica d’insieme, come uniformemente ripartiti. In caso contrario, occorre valutarne le effettive

distribuzioni.

I tramezzi e gli impianti leggeri di edifici per abitazioni e uffici potranno assumersi, in genere, come

carichi equivalenti distribuiti, purché i solai abbiano adeguata capacità di ripartizione trasversale.

ELEMENTI DIVISORI INTERNI

Per gli orizzontamenti degli edifici per abitazioni e uffici, il peso proprio di elementi divisori interni potrà

essere ragguagliato ad un carico permanente portato uniformemente distribuito g2k, purché vengano

adottate le misure costruttive atte ad assicurare una adeguata ripartizione del carico. Il carico

uniformemente distribuito g2k ora definito dipende dal peso proprio per unità di lunghezza G2k delle

partizioni nel modo seguente:

- per elementi divisori con G2 ≤ 1,00 KN/m ⇒ g2 = 0,40 KN/m2

- per elementi divisori con 1,00 < G2 ≤ 2,00 KN/m ⇒ g2 = 0,80 KN/m2

- per elementi divisori con 2,00 < G2 ≤ 3,00 KN/m ⇒ g2 = 1,20 KN/m2

- per elementi divisori con 3,00 < G2 ≤ 4,00 KN/m ⇒ g2 = 1,60 KN/m2

- per elementi divisori con 4,00 < G2 ≤ 5,00 KN/m ⇒ g2 = 2,00 KN/m2

Elementi divisori interni con peso proprio maggiore devono essere considerati in fase di progettazione,

tenendo conto del loro effettivo posizionamento sul solaio.

CARICHI VARIABILI

I carichi variabili comprendono i carichi legati alla destinazione d’uso dell’opera; i modelli di tali azioni

possono essere costituiti da:

- carichi verticali uniformemente distribuiti qk [KN/m2]

- carichi verticali concentrati Qk [KN]

- carichi orizzontali lineari Hk [KN/m]

I valori nominali e/o caratteristici qk, Qk ed Hk sono riportati nella Tab. 3.1.II. Tali valori sono

comprensivi degli effetti dinamici ordinari, purché non vi sia rischio di risonanza delle strutture.

I carichi verticali concentrati Qk formano oggetto di verifiche locali distinte e non vanno sovrapposti ai

corrispondenti carichi verticali ripartiti; essi devono essere applicati su impronte di carico appropriate

all’utilizzo ed alla forma dell’orizzontamento; in assenza di precise indicazioni può essere considerata

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una forma dell’impronta di carico quadrata pari a 50 x 50 mm, salvo che per le rimesse ed i parcheggi,

per i quali i carichi si applicano su due impronte di 200 x 200 mm, distanti assialmente di 1,80 m.

I carichi variabili orizzontali (lineari) indicati nella Tab. 3.1.II, saranno utilizzati per verifiche locali e non

si sommano ai carichi utilizzati nelle verifiche dell’edificio nel suo insieme.

I carichi orizzontali lineari Hk saranno applicati a pareti - alla quota di 1,20 m dal rispettivo piano di

calpestio - ed a parapetti o mancorrenti - alla quota del bordo superiore.

In proposito deve essere precisato che tali verifiche locali riguardano, in relazione alle condizioni

d’uso, gli elementi verticali bidimensionali quali tramezzi, pareti, tamponamenti esterni, comunque

realizzati, con esclusione di divisori mobili (che comunque garantiranno sufficiente stabilità in

esercizio).

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Tabella 3.1.II – Valori dei carichi di esercizio per le diverse categorie di edifici Cat. Ambienti qk

[KN/m 2] Qk

[KN] Hk

[KN/m]

A Ambienti ad uso residenziale

Sono compresi in questa categoria i locali di abitazione e relativi servizi, gli alberghi (ad esclusione delle aree suscettibili di affollamento)

2,00

2,00

1,00

B

Uffici

Cat. B1 - Uffici non aperti al pubblico

Cat. B2 - Uffici aperti al pubblico

2,00

3,00

2,00

2,00

1,00

1,00

C

Ambienti suscettibili di affollamento

Cat. C1 - Ospedali, ristoranti, caffè, banche, scuole

Cat. C2 - Balconi, ballatoi e scale comuni, sale convegni, cinema, teatri, chiese, tribune con posti fissi

Cat. C3 - Ambienti privi di ostacoli per il libero movimento delle persone, quali musei, sale per esposizioni, stazioni ferroviarie, sale da ballo, palestre, tribune libere, edifici per eventi pubblici, sale da concerto, palazzetti per losport e relative tribune

3,00

4,00

5,00

2,00

4,00

5,00

1,00

2,00

3,00

D

Ambienti ad uso commerciale

Cat. D1 - Negozi

Cat. D2 - Centri commerciali, mercati, grandi magazzini, librerie

4,00

5,00

4,00

5,00

2,00

2,00

E

Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso i ndustriale

Cat. E1 - Biblioteche, archivi, magazzini, depositi, laboratori manufatturieri

Cat. E2 - Ambienti ad uso industriale, da valutarsi caso per caso

≥ 6,00

_

6,00

_

1,00*

_

F-G

Rimesse e parcheggi

Cat. F - Rimesse e parcheggi per il transito di automezzi di peso a pieno carico fino a 30 kN

Cat. G - Rimesse e parcheggi per transito di automezzi di peso a pieno carico superiore a 30 kN: da valutarsi caso per caso

2,50

_

2 x 10,00

_

1,00**

_

H

Coperture e sottotetti

Cat. H1 - Coperture e sottotetti accessibili per sola manutenzione

Cat. H2 - Coperture praticabili

Cat. H3 - Coperture speciali (impianti, eliporti, altri) da valutarsi caso per caso

0,50 secondo

-

1,20 categoria di

-

1,00 appertenenza

-

* non comprende le azioni orizzontali eventualmente esercitate dai materiali immagazzinati ** per i soli parapetti o partizioni nelle zone pedonali. Le azioni sulle barrire esercitate dagli automezzi dovranno essere

valutate caso per caso

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PESI DI MATERIALI E DI ELEMENTI COSTRUTTIVI

In mancanza di accertamenti specifici, per i pesi degli elementi costruttivi si potrà fare utile riferimento

ai dati di cui ai prospetti seguenti; in questi si riportano i dati medi unitari, rispettivamente, per materiali

da costruzione e in deposito, per materiali insilabili e per elementi costruttivi.

PESI DI MATERIALI IN DEPOSITO

Materiali Peso

dell’unità di volume

KN/m 3

Materiali

Peso dell’unità di volume

KN/m 3 A) Laterizi stivati E) Rocce Mattoni pieni comuni 17,00 Ardesia 27,00 Mattoni semipieni 13,00 Arenaria 23,00 Mattoni forati 8,00 Basalto 29,00 Mattoni refrattari 20,00 Calcare 26,00 B) Legnami Granito 27,00 Abete, castagno, mogano 6,00 Marmo saccaroide 27,00 Faggio, frassino, noce 8,00 Pomice 8,00 C) Metalli Porfido 26,00 Acciaio 78,50 Travertino 24,00 Alluminio 27,00 Tufo vulcanico 17,00 Bronzo 88,00 Argilla compatta 21,00 Ghisa 72,50 F) Sostanze varie Ottone 86,00 Benzina 7,40 Piombo 114,00 Bitume 13,00 Rame 80,00 Calce in sacchi 10,00 Stagno 73,00 Carbone in legna 3,20 Zinco 72,00 Carta 10,00 D) Prodotti agricoli Cemento in sacchi 15,00 Farina in sacchi 5,00 Fibre tessili 13,50 Fieno pressato 3,00 Ghiaccio 9,00 Frumento 7,60 Legname in ciocchi 4,00 Mangimi in pani 10,00 Sughero 3,00 Paglia pressata 1,50 Vetro 25,00 Tabacco legato o in balle 3,50 Acqua dolce 10,00

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PESI DI MATERIALI INSILABILI

Materiali Peso dell’unità

di volume KN/m 3

Angolo di attrito interno

A) Materiali sciolti da costruzione Sabbia 17,00 30° Ghiaia e pietrisco 15,00 30° Sabbia e ghiaia bagnata 20,00 30° Sabbia e ghiaia asciutta 19,00 35° Calce in polvere 10,00 25° Cemento in polvere 14,00 25° Gesso 13,00 45° Pomice 7,00 35° B) Combustibili solidi Carbone fossile allo stato naturale mediamente umido 10,00 45° Coke 5,00 45° C) Prodotti agricoli Barbabietola 5,50 40° Crusca e farina 5,00 45° Frumenti, legumi, patate, semi di lino, zucchero 7,50 35° Riso 8,00 35° Semola di grano 5,50 30°

PESI DI ELEMENTI COSTRUTTIVI

Materiali

Peso dell’unità di volume o di superficie

A) Malte Malte bastarda (di calce e cemento) 19,00 KN/m3 Malte di gesso 12,00 = Intonaco (spessore 1,5 cm) 0,30 KN/m2 B) Manti di copertura Manto impermeabilizzante di asfalto o simile 0,30 = Manto impermeabilizzante prefabb. con strati bituminosi di feltro o simili 0,10 = Tegole maritate (embrici e coppi) 0,60 = Sottotegole di tavelloni (spessore 3-4 cm) 0,35 = Lamiere di acciaio ondulate o nervate 0,12 = Lamiere di alluminio ondulate o nervate 0,05 = Lastre traslucide di resina artificiale, ondulate o nervate 0,10 = C) Muratura Muratura di mattoni pieni 18,00 KN/m3 Muratura di mattoni semipieni 16,00 = Muratura di mattoni forati 11,00 = Muratura di pietrame e malta 22,00 = Muratura di pietrame listato 21,00 = Muratura di blocchi forati di calcestruzzo 12,00 = D) Pavimenti (escluso sottofondo) Gomma, linoleum o simili 0,10 KN/m2 Legno 0,25 = Laterizio o ceramica o grès o graniglia (spessore 2 cm) 0,40 = Marmo (spessore 3 cm) 0,80 = E) Vetri Normale (3 mm) 0,075 = Forte (4 mm) 0,100 = Spesso (5 mm) 0,125 = Spesso (6 mm) 0,150 = Retinato (8 mm) 0,200 =

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CARICO NEVE

Il carico provocato dalle neve sulle coperture sarà valutato mediante la seguente espressione:

qs = µi ⋅ qsk ⋅ CE ⋅ Ct

dove:

qs = carico neve sulla copertura;

µi = coefficiente di forma della copertura;

qsk = valore caratteristico di riferimento del carico di neve al suolo [KN/m2];

CE = coefficiente di esposizione;

Ct = coefficiente termico.

Si ipotizza che il carico agisca in direzione verticale e lo si riferisce alla proiezione orizzontale della

superficie della copertura.

VALORE CARATTERISTICO DEL CARICO NEVE AL SUOLO

Il carico neve al suolo dipende dalle condizioni locali di clima e di esposizione, considerata la

variabilità delle precipitazioni nevose da zona a zona.

Le opere in progetto saranno ubicate nel Comune di Terelle (FR) ad un’altitudine as (l’altitudine di

riferimento as è la quota del suolo sul livello del mare nel sito di realizzazione dell’edificio) pari a circa

660 m s.l.m., è classificabile nella Zona III, ovvero:

qsk = 0,51 · [1 + (as / 481)2] KN/m2 as >200 m

qsk = 0,51 · [1 + (660 / 481)2] = 1,47 KN/m2

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COEFFICIENTI DI ESPOSIZIONE

Il coefficiente di esposizione CE deve essere utilizzato per modificare il valore del carico neve in

copertura in funzione delle caratteristiche specifiche dell’area in cui sorge l’opera. Valori consigliati del

coefficiente di esposizione per diverse classi di topografia sono forniti nella tabella 3.4.I.

Tabella 3.4.I. – Valori di CE per diverse classi di topografia Topografia Descrizione C E

Battuta dai venti Aree pianeggianti non ostruite esposte su tutti i lati senza costruzioni o alberi più alti

0,9

Normale Aree in cui non è presente una significativa rimozione di neve sulla costruzione prodotta dal vento, a causa del terreno, altre costruzioni o alberi

1,0

Riparata Aree in cui la costruzione considerata è sensibilmente più bassa del circostante terreno o accerchiata da costruzioni o alberi più alti

1,1

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COEFFICIENTI TERMICO

Il coefficiente termico Ct tiene conto della riduzione del carico neve a causa dello scioglimento della

stessa causata dalla perdita di calore della costruzione. Tale coefficiente tiene conto delle proprietà di

isolamento termico del materiale utilizzato in copertura. In assenza di uno specifico e documentato

studio, sarà utilizzato Ct=1

CARICO NEVE SULLE COPERTURE

Saranno considerate le due seguenti principali disposizioni di carico:

- carico da neve depositata in assenza di vento;

- carico da neve depositata in presenza di vento.

Verranno utilizzati i coefficienti di forma per il carico neve relativi alle coperture a una o due falde

riportati nella seguente tabella, dove α (espresso in gradi sessagesimali) rappresenta l’angolo formato

dalla falda con l’orizzontale:

Tabella 3.4.II. – Valori dei coefficienti di forma Coefficiente di forma 0° ≤≤≤≤ αααα ≤≤≤≤ 30° 30° < αααα < 60° αααα ≥≥≥≥ 60°

µ1 0,8 0,8 · [(60 - α) / 30] 0,0

Pertanto, il carico neve agente sulle coperture sarà pari a:

qs = µi ⋅ qsk ⋅ CE ⋅ Ct = 0,8 ⋅ 1,47 ⋅ 1 ⋅ 1 = 1,18 KN/m2

AZIONE DEL VENTO

Il vento, la cui direzione si considera di regola orizzontale, esercita sulle costruzioni azioni che variano

nel tempo provocando, in generale, effetti dinamici.

Per le costruzioni usuali tali azioni sono convenzionalmente ricondotte alle azioni statiche equivalenti.

Peraltro, per le costruzioni di forma o tipologia inusuale, oppure di grande altezza o lunghezza, o di

rilevante snellezza e leggerezza, o di notevole flessibilità e ridotte capacità dissipative, il vento può

dare luogo ad effetti la cui valutazione richiede l’uso di metodologie di calcolo e sperimentali adeguate

allo stato dell’arte e che tengano conto della dinamica del sistema.

VELOCITÀ DI RIFERIMENTO

La velocità di riferimento vb è il valore caratteristico della velocità del vento a 10 m dal suolo su un

terreno di categoria di esposizione II (vedi Tab. 3.3.II), mediata su 10 minuti e riferita ad un periodo di

ritorno di 50 anni. In mancanza di specifiche ed adeguate indagini statistiche vb è data

dall’espressione:

vb = vb,0 per as ≤ a0

vb = vb,0 + ka · (as - a0) per a0 < as ≤ 1500 m

dove: vb,0 , ka , a0 sono dati dalla tabella 3.3.I. e legati alla regione in cui sorge la costruzione.

Tabella 3.3.I. – Parametri di macrozonazione per il vento Zona Descrizione V b,0 (m/s) a 0 (m) ka (1/s)

1 Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia (con l’eccezione della provincia di Trieste)

25 1000 0,010

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2 Emilia Romagna 25 750 0,015 3 Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania,

Puglia, Basilicata, Calabria (esclusa la provincia di Reggio Calabria)

27 500 0,020

4 Sicilia e provincia di Reggio Calabria 28 500 0,020 5 Sardegna (zona a oriente della retta congiungente Capo

Teulada con l’Isola di Maddalena) 28 750 0,015

6 Sardegna (zona a occidente della retta congiungente Capo Teulada con l’Isola di Maddalena)

28 500 0,020

7 Liguria 28 1000 0,015 8 Provincia di Trieste 30 1500 0,010 9 Isole (con l’eccezione di Sicilia e Sardegna) e mare aperto 31 500 0,020

Il sito in oggetto ubicato nel Comune di Terelle (FR), classificabile nella Zona III, è posto ad

un’altitudine as (l’altitudine di riferimento as è la quota del suolo sul livello del mare nel sito di

realizzazione dell’edificio) pari a 660 m s.l.m. .

Pertantoavremo: vb = vb,0 + ka · (as - a0) = 27 + 0,02 · (660 - 500) = 30,2 m/s

AZIONI STATICHE EQUIVALENTI

Le azioni statiche del vento sono costituite da pressioni e depressioni agenti normalmente alle

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superfici, sia esterne che interne, degli elementi che compongono la costruzione.

L’azione del vento sul singolo elemento viene determinata considerando la combinazione più gravosa

della pressione agente sulla superficie esterna e della pressione agente sulla superficie interna

dell’elemento.

L’azione d’insieme esercitata dal vento su una costruzione è data dalla risultante delle azioni sui

singoli elementi, considerando come direzione del vento, quella corrispondente ad uno degli assi

principali della pianta della costruzione.

PRESSIONE DEL VENTO

La pressione del vento è data dall’espressione:

P = qb · ce · cp · cd

Dove:

qb è la pressione cinetica di riferimento;

ce è il coefficiente di esposizione;

cp è il coefficiente di forma (o coefficiente aerodinamico), funzione della tipologia e della geometria

della costruzione e del suo orientamento rispetto alla direzione del vento;

cd è il coefficiente dinamico con cui si tiene conto degli effetti riduttivi associati alla non

contemporaneità delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni

strutturali.

PRESSIONE CINETICA DI RIFERIMENTO

La pressione cinetica di riferimento qb (in N/m²) è data dall’espressione:

qb = ½ ⋅ ρ ⋅ vb2

dove

vb è la velocità di riferimento del vento (in m/s);

ρ è la densità dell’aria assunta convenzionalmente costante e pari a 1,25 kg/m3.

Pertanto avremo: qb = ½ ⋅ ρ ⋅ vb2 = ½ ⋅ 1,25 ⋅ 30,22 = 570,025 N/m²

COEFFICIENTE DI ESPOSIZIONE

Il coefficiente di esposizione ce dipende dall’altezza z sul suolo del punto considerato, dalla topografia

del terreno, e dalla categoria di esposizione del sito ove sorge la costruzione. In assenza di analisi

specifiche che tengano in conto la direzione di provenienza del vento e l’effettiva scabrezza e

topografia del terreno che circonda la costruzione, per altezze sul suolo non maggiori di z = 200 m,

esso è dato dalla formula:

ce (z) = kr2 · ct · ln(z/z0) [7+ ct · ln(z/z0)] per z ≥ zmin

ce (z) = ce (zmin) per z < zmin

dove

kr, z0, zmin sono assegnati in tabella 3.3.II in funzione della categoria di esposizione del sito ove

sorge la costruzione;

ct è il coefficiente di topografia.

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Tabella 3.3.II. – Parametri per la definizione del coefficiente di esposizione Categorie di esposizione del sito kr z0 (m) zmin (m)

I 0,17 0,01 2 II 0,19 0,05 4 III 0,20 0,10 5 IV 0,22 0,30 8 V 0,23 0,70 12

In mancanza di analisi specifiche, la categoria di esposizione è assegnata nella figura 3.3.2 in

funzione della posizione geografica del sito ove sorge la costruzione e della classe di rugosità del

terreno definita in tabella 3.3.III. Nelle fasce entro i 40 Km dalla costa delle zone 1, 2, 3, 4, 5, e 6, la

categoria di esposizione è indipendente dall’altitudine del sito.

Il coefficiente di topografia ct è posto di regola pari ad 1 sia per le zone pianeggianti sia per quelle

ondulate, collinose e montane.

Il sito in oggetto ubicato nel Comune di Terelle (FR) è classificabile nella classe di rugosità D, con una

categoria di esposizione del sito III.

Tabella 3.3.III. – Classi di rugosità del terreno Classi di rugosità

del terreno Descrizione

A Aree urbane in cui almeno il 15% della superficie sia coperto da edifici la cui altezza media superi i 15 m

B Aree urbane (non di classe A), suburbane, industriali e boschive

C Aree con ostacoli diffusi (alberi, case, muri, recinzioni); aree con rugosità non riconducibile alle classi A, B, D

D Aree prive di ostacoli (aperta campagna, aeroporti, aree agricole, pascoli, zone paludose o sabbiose, superfici innevate o ghiacciate, mare, laghi ….)

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COEFFICIENTE DINAMICO

Il coefficiente dinamico tiene in conto degli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle

massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alla risposta dinamica della struttura.

Esso può essere assunto cautelativamente pari ad 1 nelle costruzioni di tipologia ricorrente.

Essendo l’altezza massima delle opere in progetto pari a circa z = 3,50 m < zmin avremo:

vb = 30,2 m/s

qb = 570,0 N/m²

ce (z) = kr2 · ct · ln(zmin/z0) [7+ ct · ln(zmin /z0)] = 0,202 · 1 · ln(5/0,1) [7+ 1 · ln(5/0,1)] = 1,71

P = qb · ce · cp · cd = 570,0 · 1,71 · 1 · 1 = 974,7 N/m²

AZIONI DELLA TEMPERATURA

La temperatura dell’aria esterna Test può assumere il valore Tmax o Tmin definite rispettivamente come

temperatura massima estiva e minima invernale dell’aria nel sito della costruzione, con riferimento ad

un periodo di ritorno di 50 anni.

In mancanza di dati specifici relativi al sito in esame, possono assumersi i valori:

Tmax = 45° C; T min = -15° C.

In mancanza di più precise valutazioni, legate alla tipologia della costruzione ed alla sua destinazione

d’uso, la temperatura dell’aria interna Tint può essere assunta pari a 20 °C.

DISTRIBUZIONE DELLA TEMPERATURA NEGLI ELEMENTI STRUTTURALI

Il campo di temperatura sulla sezione di un elemento strutturale monodimensionale con asse

longitudinale x può essere in generale descritto mediante:

a) la componente uniforme ∆Tu = T - T0 pari alla differenza tra la temperatura media attuale T e quella

iniziale alla data della costruzione T0;

b) le componenti variabili con legge lineare secondo gli assi principali y e z della sezione, ∆TMy e

∆TMz.

Nel caso di strutture soggette ad elevati gradienti termici si terrà conto degli effetti indotti

dall’andamento non lineare della temperatura all’interno delle sezioni.

La temperatura media attuale T può essere valutata come media tra la temperatura della superficie

esterna Tsup,est e quella della superficie interna dell’elemento considerato, Tsup,int.

In mancanza di determinazioni più precise, la temperatura iniziale può essere assunta T0=15 °C.

Per la valutazione del contributo dell’irraggiamento solare si può fare riferimento alla Tab. 3.5.1.

Tabella 3.5.1. – Contributo dell’irraggiamento solare Stagione Natura della superficie Incremento di Temperatura

superfici esposte a Nord-Est superfici esposte a Sud-

Ovest od orizzontali

Estate Superficie riflettente 0°C 18°C

Superficie chiara 2°C 30°C Superficie scura 4°C 42°C

Inverno 0°C 0°C

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AZIONI TERMICHE SUGLI EDIFICI

Qualora la temperatura non costituisca azione fondamentale per la sicurezza o per la efficienza

funzionale della struttura è consentito tener conto, per gli edifici, della sola componente ∆Tu

ricavandola direttamente dalla Tab. 3.5.II.

Tab. 3.5.II – Valori di ∆Tu per gli edifici Tipo di struttura ∆Tu

Strutture in c.a. e c.a.p. esposte ± 15 ° C Strutture in c.a. e c.a.p. protetto ± 10 ° C Strutture in acciaio esposte ± 25 ° C Strutture in acciaio protette ± 15 ° C

EFFETTI DELLE AZIONI TERMICHE

Per la valutazione degli effetti delle azioni termiche, si può fare riferimento ai coefficienti di dilatazione

termica a temperatura ambiente αT riportati in Tab. 3.5.III.

Tabella 3.5.III – Coefficienti di dilatazione termica a temperatura ambiente Tipo di materiale αT [10-6/°C]

Alluminio 24 Acciaio da carpenteria 12 Calcestruzzo strutturale 10 Strutture miste acciaio-calcestruzzo 12 Calcestruzzo alleggerito 7 Muratura 6÷10 Legno (parallelo alle fibre) 5 Legno (ortogonale alle fibre) 30÷70

AZIONE SISMICA

I manufatti in progetto saranno realizzati in zona sismica di prima categoria (Zona 1; ag/g=0.35), con

categoria del suolo tipo “A”.

Il calcolo delle azioni sismiche è stato condotto secondo le Ordinanze della Presidenza del Consiglio

dei Ministri n. 3274 e succ. modif. ed integ. – D.M. 14/01/2008 e succ. modifiche ed integrazioni,

utilizzando il metodo di calcolo agli stati limite ed in particolare i parametri riportati nelle relazioni di

calcolo allegate al progetto.

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D) VERIFICHE LOCALI

VERIFICA DEL SOVRACCARICO CONCENTRATO LOCALE QUADRI

Si assume quale massimo sovraccarico concentrato Qk il valore di 5,00 KN, applicato su un’impronta

di 50x50 mm dell’elemento da verificare, ossia la caldana in c.a. dei solai. Si esegue quindi la verifica

a punzonamento per il carico concentrato di 5,00 KN ripartito al piano medio della piastra.

La forza resistente ammissibile è pari a:

F = 0,5 x u x h x fctd

dove:

h = spessore della soletta;

u = perimetro del contorno ottenuto dal contorno effettivo mediante una ripartizione a 45° fino al

piano medio della soletta;

fctd = valore di calcolo della resistenza a trazione, calcolata come segue:

fctd = 0,7·fctm / γc = (0,7 x 2,6) / 1,6 = 1,137 N/mm2

Avremo quindi, per una soletta di 40 mm:

h = 40 mm;

u = 90 + 90 + 90 + 90 = 360 mm

F = 0,5 x 360 x 40 x 1,137 = 8186,4 N = 8,18 KN

Essendo Qk = 5,00 KN ⇒ F > Qk (Verificato)

VERIFICHE DELLE TAMPONATURE ESTERNE MAGGIORMENTE SO LLECITATE

(che sviluppano una superficie inferiore a 15 mq)

Essa è realizzata in muratura di blocchetti di cemento forati dello spessore di cm 30 con malta di tipo

indicata nella relazione sui materiali secondo il DM 20/11/1987, racchiusa entro apposita intelaiatura

costituita da:

- all’intradosso solaio in C.A.;

- all’estradosso trave in C.A.;

- rompitratta verticali con pilastri verticali, ad interasse massimo pari a 4,50 m.

L’ampiezza massima di un campo di tamponatura, essendo l’altezza massima della tamponatura

esterna pari a 3,30 m, è pari appunto a 4,50 x 3,30 = 14,85 m2.

L’elemento è assimilato ad una piastra appoggiata su tutti i lati sollecitata da un carico lineare

massimo pari a 200 Kg/ml. Tale carico agisce a 1,20 m da terra, ma nel calcolo si assume agente in

mezzeria, ossia a 1,65 m, agendo peraltro a favore della sicurezza, allo scopo di giovarsi delle

soluzioni tabellate del problema date dal Bittner riportate nel “Prontuario del Cemento Armato - XXXV

ed. L. Santarella”.

La tabella LIII a pag. 516 da i coefficienti cx cy per il calcolo dei momenti unitari massimi positivi Mox =

cx · Q e Moy = cy · Q (riferiti al centro O per strisce di larghezza unitaria) secondo le due direzioni x e y.

L’area di carico (ax · ay) è concentrica alla piastra; il carico totale vale:

Q = q · (ax · ay) [Kg].

Avendo ipotizzato un carico lineare pari a 200 Kg/ml, il valore q andrà diviso per ay quando

calcoleremo Mox e per ax quando calcoleremo Moy, con momenti espressi in Kgm riferiti al m.

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ly

Y

O Moy

lx X ax Mox ay

ax = 1,00 m

ay = 4,50 m

lx = 3,30 m

ly = 4,50 m

λ = ly / lx = 4,50 / 3,30 = 1,36

ax / lx = 1,00 / 3,30 = 0,30

utilizzando i dati tabellati avremo:

cx = 0,0883

cy = 0,0329

Q = q · (ax · ay) = 200 x (1,00 x 4,50) = 900 Kg

Mox = (cx · Q) / ay = (0,0883 x 900) / 5,60 = 14,19 Kgm/ml

Moy = (cy · Q) / ax = (0,0329 x 900) / 1,00 = 29,61 Kgm/ml

Lo sforzo normale dovuto al peso proprio della parete, a quota 1,20 m vale:

N = 0,30 x (3,30 - 1,20) x 1100 = 693 Kg/ml

Le tensioni verticali nella mezzeria valgono:

σy,max = 693 / (100 x 30) + 2961 / (100 x 302 / 6) = + 0,43 Kg/cm2

σy,min = 693 / (100 x 30) - 2961 / (100 x 302 / 6) = - 0,04 Kg/cm2

Le tensioni orizzontali nella stessa mezzeria valgono:

σx,max = + 1419 / (100 x 302 / 6) = + 0,10 Kg/cm2

σx,min = - 1419 / (100 x 302 / 6) = - 0,10 Kg/cm2

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Y

ly

SOLAIO

Moy

Mox lx

TRAVE X

ττττ τ = fvk0 V fvk0 σ = - fvk0 σσσσ O fvk0

30 cm

Moy N

σmin σmax

I valori delle tensioni di trazione, sia quella verticale che quella orizzontale, risultano entrambi inferiori

al corrispondente valore massimo ammesso per muratura costituita da malta tipo M2,5 ad elementi

artificiali con resistenza caratteristica inferiore a 150 Kg/cm2, fvko = 2 Kg/cm2 (tabella B del punto 2.3

del DM 20/11/1987 e tabella 11.9.VIII DM 14/09/2005).

Tale valore, che rappresenta la massima resistenza al taglio in assenza di tensione normale, esprime

anche, dall’esame del cerchio di Mohr per un simile stato di tensione (vedi figura), la massima

resistenza a trazione del materiale.

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VERIFICHE DELLE TAMPONATURE ESTERNE MAGGIORMENTE SO LLECITATE

(che sviluppano una superficie superiore a 15 mq)

Essa è realizzata in muratura di blocchetti di cemento forati dello spessore di cm 30 con malta di tipo

indicata nella relazione sui materiali secondo il DM 20/11/1987, racchiusa entro apposita intelaiatura

costituita da:

- all’intradosso solaio in C.A.;

- all’estradosso trave in C.A.;

- rompitratta verticali con pilastri e nervature verticali disposte ad interasse massimo pari a 3,00 m.

L’ampiezza massima di un campo di tamponatura, essendo l’altezza massima della tamponatura

esterna pari a 3,30 m, è pari appunto a 3,00 x 3,30 = 9,9 m2.

L’elemento è assimilato ad una piastra appoggiata su tutti i lati sollecitata da un carico lineare

massimo pari a 200 Kg/ml. Tale carico agisce a 1,20 m da terra, ma nel calcolo si assume agente in

mezzeria, ossia a 1,65 m, agendo peraltro a favore della sicurezza, allo scopo di giovarsi delle

soluzioni tabellate del problema date dal Bittner riportate nel “Prontuario del Cemento Armato - XXXV

ed. L. Santarella”.

La tabella LIII a pag. 516 da i coefficienti cx cy per il calcolo dei momenti unitari massimi positivi Mox =

cx · Q e Moy = cy · Q (riferiti al centro O per strisce di larghezza unitaria) secondo le due direzioni x e y.

L’area di carico (ax · ay) è concentrica alla piastra; il carico totale vale:

Q = q · (ax · ay) [Kg].

Avendo ipotizzato un carico lineare pari a 200 Kg/ml, il valore q andrà diviso per ay quando

calcoleremo Mox e per ax quando calcoleremo Moy, con momenti espressi in Kgm riferiti al m.

ly

Y

O Moy

lx X ax Mox ay

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ax = 1,00 m

ay = 3,00 m

lx = 3,30 m

ly = 3,00 m

λ = ly / lx = 3,00 / 3,30 = 0,91

ax / lx = 1,00 / 3,30 = 0,30

utilizzando i dati tabellati avremo:

cx = 0,0819

cy = 0,0500

Q = q · (ax · ay) = 200 x (1,00 x 3,00) = 600 Kg

Mox = (cx · Q) / ay = (0,0819 x 600) / 3,00 = 16,38 Kgm/ml

Moy = (cy · Q) / ax = (0,0500 x 600) / 1,00 = 30,00 Kgm/ml

Lo sforzo normale dovuto al peso proprio della parete, a quota 1,20 m vale:

N = 0,30 x (3,30 - 1,20) x 1100 = 693 Kg/ml

Le tensioni verticali nella mezzeria valgono:

σy,max = 693 / (100 x 30) + 3000 / (100 x 302 / 6) = + 0,44 Kg/cm2

σy,min = 693 / (100 x 30) - 3000 / (100 x 302 / 6) = + 0,03 Kg/cm2

Le tensioni orizzontali nella stessa mezzeria valgono:

σx,max = + 1638 / (100 x 302 / 6) = + 0,11 Kg/cm2

σx,min = - 1638 / (100 x 302 / 6) = - 0,11 Kg/cm2

Y

ly

SOLAIO

Moy

Mox lx

TRAVE X

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ττττ τ = fvk0 V fvk0 σ = - fvk0 σσσσ O fvk0

30 cm

Moy N

σmin σmax

I valori delle tensioni di trazione, sia quella verticale che quella orizzontale, risultano entrambi inferiori

al corrispondente valore massimo ammesso per muratura costituita da malta tipo M2,5 ad elementi

artificiali con resistenza caratteristica inferiore a 150 Kg/cm2, fvko = 2 Kg/cm2 (tabella B del punto 2.3

del DM 20/11/1987 e tabella 11.9.VIII DM 14/09/2005).

Tale valore, che rappresenta la massima resistenza al taglio in assenza di tensione normale, esprime

anche, dall’esame del cerchio di Mohr per un simile stato di tensione (vedi figura), la massima

resistenza a trazione del materiale.

INTERFERENZE IN FONDAZIONE TRA I NUOVI MANUFATTI IN PROGETTO

Le diverse opere strutturali previste in progetto saranno realizzate ad una notevole distanza tra di loro,

tale da garantire adeguati giunti tecnici. Tale situazione rende superfluo esaminare gli scarichi in

fondazione e le relative tensioni indotte sul terreno dalle opere poste in prossimità dei punti tra di loro

prospicienti, in quanto non saranno presenti fenomeni di interferenze.