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A supporto delle istituzioni · AIPO INFORMA - n° 1/2 - 2009 3 Bacino Stazione di rilevamento Cumulata sull’evento (dal 26-04 al 28-04) in mm Toce Pizzanco 220 Varzo 194.8 Crodo

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A supporto delle istituzioniper il futuro del PoIng. Luigi Fortunato - Direttore dell’AIPo

1AIPO INFORMA - n° 1/2 - 2009

Molti sono gli spunti di riflessione ei motivi di interesse offerti da questonumero di “AIPo Informa”.Nelle pagine che seguono, vi è infatti– certo in modo non esaustivo – unaquota parte significativa delle attivitàsu cui, anche in prospettiva, AIPointende investire le proprie risorsee consolidare il proprio ruolo, sia comesoggetto operativo di gestione delreticolo idrografico affidato, ma anchecome entità strumentale di supportoe affiancamento delle Amministrazioniregionali e non solo.Il “valore aggiunto” conseguente altrasferimento delle funzioni in materiadi difesa del suolo al livello istituzionaleregionale si riflette anche nell’atten-zione che AIPo intende riservare aisoggetti sub regionali e alle realtàsociali ed economiche presenti nelbacino del Po.Sono infatti molto numerose le ini-ziative, le attività, le pressioni, le ipo-tesi di sviluppo e di utilizzo, le proposte

di tutela e di vincolo avanzate daisoggetti più diversi che ruotano attornoal nostro grande fiume.AIPo non si pone come “regista” –non ne avrebbe né il ruolo, né l’au-torità; si propone, invece, come ele-mento di connessione in una realtàistituzionale assai articolata, ma anche– proprio per questo – spesso fram-mentata e disordinata.Il nostro ruolo – tecnico, operativoe strumentale – ci consente di offrire,da una posizione di “terzietà”, un sup-porto – che mi auguro sempre piùvalido e apprezzato – a chi deve ope-rare scelte strategiche – che sonospesso anche politiche - in un quadrodi coordinamento il più possibile par-tecipato e condiviso.Ciò, nella convinzione che i problemidella sicurezza e della certezza dellarisorsa rappresentata dal fiume sipongano come necessariamente stru-mentali a qualsiasi altra azione inte-ressante l’assetto del territorio; per

modo che, in conclusione, quantoviene realizzato sia frutto di una sceltainformata e consapevole ed esito diun confronto basato su conoscenza,esperienza e ragionevolezza.Qualche cenno sui contenuti: i lettoritroveranno alcune considerazioni suipiù recenti fenomeni idrologici chehanno interessato il Po, al terminedi un periodo lungo un anno (da giu-gno 2008, a giugno 2009) idrologica-mente un po’ retrò, durante il qualenon ci sono davvero mancati le piog-ge, le piene, i dissesti e le situazionidi emergenza.Per l’emergenza e per una coordinatagestione delle situazioni di criticità,è stato avviato dal Dipartimento dellaProtezione Civile una specifica inizia-tiva per il bacino del Po: ne vieneriportata una sintetica descrizione;sarà un’altra occasione per ricercareutili sinergie e maggiore efficacia neldialogo tra istituzioni diverse.Credo desterà l’interesse del lettoreanche la presentazione del lavorosviluppato da AIPo, insieme a Infra-strutture Lombarde, per conto dellaRegione Lombardia, relativamenteall’ipotesi di regimazione del fiumePo. Tema ovviamente assai delicato,ma che – a mio avviso – rappresentaoggi un’opportunità che merita di es-sere indagata e valutata.Mi preme sottolineare come ad AIPointeressi attuare linee di interventovolte a invertire la tendenza al degradodella morfologia fluviale, contrastareil progressivo peggioramento in attoe tendere, ovunque possibile, versocondizioni di equilibrio più prossimoa quello naturale; si tratta quindi diricercare, in particolare nei molti casidi conflittualità con un contesto an-tropizzato, la migliore intesa tra ilregime idrologico, l’ecosistema fluvialee le attività umane. È un obiettivomolto ambizioso e complesso cherichiede, per uscire dalle enunciazionidi principio, della certezza di risorsefinanziarie di assoluto rilievo.Troverete altre notizie e comunicazioniche ritengo documentino ulteriormentecome AIPo non sia solo “il muratore”del Po, ma cerchi di affrontare, conun orizzonte il più ampio possibile,la nostra complessa realtà.Piena del Po nel delta veneto

Previsionied allerta meteoGià nella giornata di sabato 25 aprileall’Ufficio Servizio di Piena dell’Agen-zia sono pervenuti gli avvisi di con-dizioni meteorologiche avverse emes-si dal Centro funzionale del Piemonte,dalla Presidenza del Consiglio deiMinistri-Dipartimento della ProtezioneCivile nazionale ed il bollettino Allu-vione emesso dal Centro Meteorolo-gico Regionale dell’Aeronautica diMilano Linate.Dalla valutazione delle previsioni ac-quisite ed analizzando le risultanzedel modello di circolazione globaleFNMOC del NOOA tutti gli uffici AIPohanno attivato la reperibilità.Le indicazioni meteo davano la for-mazione di una profonda saccaturadi origine nordatlantica in spostamentoverso le regioni del Mediterraneo con-vogliante correnti umide meridionalisull’Italia nordoccidentale che asso-ciata alla presenza di una vasta areadi bassa pressione sull’Italia avrebbepotuto dare origine a condizioni ditempo fortemente perturbato su tuttele regioni.La maggiore intensità è stata previstanella zona del bacino Piemontesefino alla confluenza del Ticino conprevisioni di precipitazione per la gior-nata del 27 aprile di 90 mm e di ul-teriori 60 mm per la giornata del 28aprile.

Evoluzione cronologicadei fenomeni pluviometriciA partire da domenica 26 aprile ini-ziano precipitazioni diffuse sull’interoterritorio del Piemonte. Le precipita-zioni risultano di moderata intensitàe localmente forti soltanto nel settoresettentrionale piemontese, ma fortu-natamente la quota neve si mantienesui 1500 m.Nella giornata di lunedì 27 aprile ilfenomeno si accentua e di estendealla zona meridionale della regionePiemonte ed alla parte appenninicadel bacino verso le province di Parmae Piacenza.Il martedì 28 aprile continuano pre-cipitazioni meno intense ma estesesul bacino del Sesia e del Tanaro,mentre sul resto del bacino perman-

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La piena del Podell’aprile-maggio 2009

Il presente testo è tratto dalla relazione del Servizio di piena dell’AIPo.Si ringraziano l’ing. Francesco Cerchia e l’ing. Mirella Vergnani.

gono isolati rovesci di scarsa intensità.A partire dalla giornata di mercoledì29 aprile il fenomeno tende ad esau-rirsi e nei giorni successivi si instaurauna situazione di generale bel tempo.I bacini dove si sono registrati le mag-giori cumulate di pioggia sono Sesia,Toce, Tanaro e gli affluenti di destraBelbo e Bormida.

Le intense precipitazioni avvenutetra il 26 ed il 28 aprile sul territoriopiemontese, in particolare lungo l’arcoalpino tra la Val Sesia e la valle Os-sola, e nel bacino del Tanaro hannodeterminato significative onde di pienasulle aste dei corsi d’acqua e la for-mazione di un’onda di piena impor-tante sull’asta principale di Po.

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Bacino Stazione di rilevamento Cumulata sull’evento(dal 26-04 al 28-04) in mm

Toce Pizzanco 220Varzo 194.8Crodo 182Domodossola 234.8Druogno 206Fomarco 249.6Macugnaga Pecetto 205.2Passo del Moro 51.8Candoglia 107Mottarone 201.6

Sesia Varallo 309.2Alagna 208.2Albano Vercellese 128Carcoforo 194.4Borgosesia 241Vercelli 103.4Oropa 256.6Masserano 142.8Sabbia 311.6Piedicavallo 264.2Fobello 300.4Trivero 278.2

Tanaro e Asti Tanaro 109.4Bormida Colle Barant 30

Mondovi 134Montechiaro Asti 108.4Bra 120Perlo 168.6Ponte Nava Tanaro 174Farigliano 133.6Somano 136.6Masio Tanaro 89.4Upega 165.4Mombarcaro 91.2Treiso 112.4S Damiano Borbore 112Alessandria Lobbi 67.4Bergalli 163.6Serole Bric Puschera 115.8Sassello 166.8Mombaldone Bormida QA 130.2Borello 172.8Valdieri 123.2Basaluzzo 86.4Rossiglione 149Ponzone Bric Berton 172.6Ovada 114.6Gavi 102.8Boves 123.02Chiusa Pesio 147.81Cuneo Cascina Vecchia 112.18S. Giacomo Demonte 81.8Vinadio S. Bernolfo 105.8

Belbo Somano 136.6Mombarcaro 91.2Bergalli 163.6

Tali effetti sono stati sicuramente am-plificati a causa del periodo di preci-pitazioni prolungate e di forte inne-vamento precedente l’evento. Questoha infatti determinato condizioni digeneralizzata saturazione dei suolicon conseguenti effetti di rapido edimmediato innalzamento dei livelliidrici in tutte le sezioni.Il corso d’acqua maggiormente colpitoed in cui si sono determinate le si-tuazioni di maggior criticità di è statoil Tanaro, in particolare nel nodo idrau-lico della città di Alessandria e neisuoi affluenti di destra, Belbo e Bor-mida.

Evoluzione della pienasull’asta principale del PoL’asta principale di Po inizia ad essereinteressata dal contributo del bacinoa monte di Torino nella tarda seratadi lunedì 27 aprile dove raggiungeun colmo di 3.76 m s.z.i. alla sezionedi Carignano raggiungendo la sogliadi attenzione ed un valore di circa700 mc/s.Alla sezione di Torino Murazzi superala soglia di attenzione con un colmodi 3.77 m s.z.i. ed un valore stimatodi portata di circa 1100 mc/s nelleprimissime ore di martedì 28 aprile.Alla sezione di Crescentino (confluen-za Dora Baltea) il colmo raggiungeil valore massimo di 4.32 m s.z.i edun valore stimato di portata di circa3200 mc/s superando di poco il livellodi guardia.Nel tratto a valle di Crescentino, allaconfluenza con il fiume Sesia, l’ondadi piena inizia ad assumere valorisignificativi incrementati dalla sincro-nicità dell’ onda proveniente da montecon le onde in uscita dal Sesia e dalTanaro.La sincronicità delle onde, come de-scritto anche nella relazione d’eventodel Centro funzionale Piemontese,ha determinato una portata di circa8000 mc/s alla sezione di Isola S’An-tonio con un colmo di 7.92 m s.z.i.nel tardo di martedì 28 aprile.Alla sezione di Ponte Becca (confluen-za Ticino) si raggiunge il colmo di5.51 m s.z.i. nella mattina di mercoledì29 aprile con una portata di circa7800 mc/s, valore inferiore a IsolaS. Antonio probabilmente dovuto alnaturale effetto di laminazione dell’al-

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veo ed ad un apporto non significativoproveniente dal Ticino.L’onda di piena ha raggiunto la se-zione di Piacenza nella tarda seratadi mercoledì 29 aprile con un colmodi 7.60 m s.z.i. ed una portata stimatadi 7500 mc/s.Alla sezione di Cremona il colmo ar-riva a 3.98 m s.z.i. con valore di por-tata di 8200 mc/s, nella tarda seratadi giovedì 30 aprile.

Gli affluenti lombardi ed emiliani nonhanno apportato contributi significativiall’onda di piena la quale ha transitatocon valori al colmo mediamente in-torno agli 8000 mc/s nel tratto di medioe di valle raggiungendo il colmo di7.41m s.z.i. alla sezione di Borettoe di 8.07 m s.z.i. alla sezione di Bor-goforte.Nella mattinata di venerdì 1 maggioraggiunge la sezione di Pontelagoscu-

ro, chiusura del bacino, con un colmodi 2.46 m s.z.i. ed una portata di 7700c/s.L’entità dell’onda di piena provenienteda monte, sebbene non avesse ca-rattere di eccezionalità, ha impegnatotutti gli uffici Aipo sull’asta di Po nellosvolgimento delle attività di serviziodi piena per la gestione e la salva-guardia delle opere idrauliche.

Stazione 1926 1951 1994 2000 2002 2009 Livello Sezione di rif.di guardia sez. Brioschi

e integrazionerilievi 1999

Po a Carignano - - 4.61 6.29 2.58 3.76 2.50 -

Po Torino Murazzi - - 5.19 5.72 1.50 4.32 2.70 -

Po a Crescentino - - - 6.45 1.70 4.32 4.00 Sez. 03B2

Po a CasaleMonferrato - - 4.15 5.39 -0.48 0.77 2.50 Sez. 02/1

Po Ponte Valenza - 6.74 5.90 5.56 3.68 4.52 3.50 Sez. 01

Po Isola S’Antonio - - 12.00 9.30 7.11 7.92 6.50 Sez. 00B/1

Po Ponte Becca 7.88 7.85 7.60 7.81 4.96 5.51 4.50 Sez. 6

Po a Piacenza 9.63 10.25 9.98 10.60 7.18 7.60 6.00 Sez. 18A

Po a Cremona 5.20 5.94 5.94 6.15 4.38 3.98 4.19 Sez. 26

Po a Casalmaggiore 6.37 7.64 7.64 8.01 6.63 6.46 4.61 Sez. 35

Po a Boretto - 8.59 8.43 9.06 7.75 7.41 5.50 Sez. 37B

Po a Borgoforte - 9.96 9.28 9.93 8.64 8.07 6.00 Sez. 42

Po Sermide - 10.38 - 10.71 9.73 9.38 5.50 Sez. 57

Po Castelmassa - - 15.65 16.06 15.26 14.80 13.03 Sez. 57

Po a Pontelagoscuro 3.70 4.28* 3.04 3.66 2.61 2.43 1.00 Sez. 65

Po a Polesella - 12.60 8.51 10.05 10.10 8.77 9.30 Sez. 69

Po a Cavanella - 7.19 5.02 5.28 4.59 - 3.40 Sez. 77

Ariano (Po di Goro) - 7.86 5.80 6.08 5.37 3.04 3.55 (Po di Goro)

Pila - 2.86 1.39 1.34 1.45 1.15 1.00 Sez. 87

* ultimo valore misurato prima della rotta di Occhiobello; stimato in 4.80 senza la rotta.(-) valori mancanti.In corsivo i valori ricostruiti.

Criticità sull’astadel fiume PoCome descritto, l’onda di piena nonha avuto carattere di eccezionalitàma i valori raggiunti hanno richiestoun grosso sforzo organizzativo perpoter verificare in ogni momento laperfetta efficienza delle opere idrau-liche e garantire un tempestivo inter-vento.

Tratto PaveseLa maggior criticità nel pavese è rap-presentata dal tratto destro di Po avalle di ponte Spessa in corrispon-denza dell'abitato di Arena Po, dovei lavori di messa in sicurezza nonsono ancora stati ultimati e pertantolivelli idrometrici anche non eccezionalipossono determinare situazioni dipericolo a cose e persone.L’Ufficio AIPo di Pavia ha disposto

un costante monitoraggio della zonacon letture a vista orarie che, correlatecon i livelli misurati a monte e le pre-visione modellistiche, hanno permes-so di valutare il fenomeno in modopreciso e puntuale.Il colmo di piena è transitato senzacausare l’allagamento del centro del-l’abitato e non si sono verificate si-tuazioni di pericolo. Sono stati regi-strati sporadici allagamenti in zone

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prospicienti il fiume nelle aree cortiliziee nei collegamenti vicinali.

Tratto Piacentino LodigianoSulle arginature in destra Po, in spon-da lodigiana, non sono stati segnalatifenomeni di criticità.Si segnala l’apertura spontanea del-l’argine golenale del Consorzio Muzzaalle ore 13.00 di mercoledì 29 aprileil cui invaso può essere individuatosul grafico dell’idrometro di Piacenzache in corrispondenza dell’invaso dellagolena ha avuto una leggera infles-sione per poi risalire ad allagamentoavvenuto.In sinistra Po, sponda piacentina,oltre alle consuete chiusure delle chia-viche ed all’interclusione della stradagolenale Via Nino Bixio a Piacenza,

l’Ufficio AIPo di Piacenza ha effettuatocostanti monitoraggi sulle arginatureal fine di verificare possibili fenomenidi filtrazione.La criticità più significativa si è riscon-trata nella mattinata di giovedì 30aprile in località Sopravivo nel Comu-ne di Calendasco dove a seguito dellafuoriuscita di un fontanazzo nella can-tina di un fabbricato, a ridosso del-l’arginatura maestra, il proprietarioha iniziato ad allontanare le acquecon l’ausilio di una pompa aumentan-do le dimensioni del fontanazzo edil trasposto di materiale.Il personale dell’Ufficio, con l’ausiliodei Vigili del fuoco, ha interrotto ilpompaggio e disposto l’allagamentodella cantina fino al raggiungimentodi una quota d’equilibrio che ha per-

messo di stabilizzare il fontanazzo.Nella stessa mattinata del 30 aprilealle ore 12.30 la notizia del parzialecrollo del ponte stradale sulla SS9 Piacenza-Lodi ha mobilitato il per-sonale degli Uffici di Piacenza e Mi-lano per prestare la massima colla-borazione nelle attività di soccorso.Sul luogo sono intervenuti subito dopoanche il Direttore dell’Agenzia, accom-pagnato dal Dirigente del Serviziodi Piena e dai Dirigenti delle areeLombarde ed Emiliane per forniresupporto tecnico nelle operazioni diverifica dell’infrastruttura.

Tratto Cremonese-ParmenseL’attenzione nel tratto medio del Poè stata rivolta, oltre alle consueteattività di controllo sulle arginaturemaestre e sulle chiaviche interessatedall’onda di piena, alle aree golenalichiuse per le quali, visti i livelli previstie registrati a monte, si è deciso perla non apertura.Gli Uffici AIPo di Cremona e di Parmasono stati pertanto impegnati con lePrefetture locali in un’azione di co-stante aggiornamento al fine di ga-rantire un supporto tecnico alle de-cisioni di protezione civile di com-petenza dei Sindaci.Le ordinanze di sgombero, a scopoprecauzionale, si sono limitate allesole due golene in sponda destra diCopermio e di Mezzano Rondani nelcomune di Colorno.Anche in sponda sinistra di Po, seb-bene le previsioni non avessero fornitovalori di superamento delle arginaturegolenali, è stato disposto dal Sindacodi Sommo con Porto lo sgomberodella golena a scopo precauzionale.La piena è defluita con regolarità sen-za destare preoccupazione per learginature maestre, dove si sono re-gistrati soltanto fenomeni di filtrazioneamplificati anche da elevati livelli difalda.

Tratto Reggiano-MantovanoAnche in questo tratto, caratterizzatodalla presenza di numerose golenechiuse, gli Uffici dell’AIPo di Reggio-Emilia e Mantova hanno fornito im-portanti informazioni alle Prefettureed agli enti locali per le azioni di Pro-tezione civile.Il livello registrato a Boretto di 7.41m s.z.i. ha richiesto lo sgombero pre-

cauzionale delle golene chiuse diGualtieri e Luzzara che vengono in-vasate al superamento del livello di7.50 m s.z.i..I livelli registrati sul tratto compresotra Boretto e Ficarolo non hanno cau-sato l’invaso delle aree golenali chiusee l’onda di piena è transitata con re-golarità senza innescare significativifenomeni di filtrazione.

Tratto FerrareseNel tratto ferrarese la piena ha rag-giunto valori superiori di circa un 1.5m il livello di guardia che non hannodestato preoccupazione. Le azionisono state rivolte alla verifica dellaperfetta efficienza delle arginatureed al controllo delle filtrazioni in par-ticolare nelle zone storicamente sog-gette a tali fenomeni. Grazie alla col-laborazione delle Associazioni divolontariato è stato possibile garantireuna perfetta copertura del territorio.

Delta del PoNon essendo state invasate le golenechiuse nel tratto medio del Po i livelliregistrati nel tratto terminale dell’astae nel delta sono stati prossimi a quelliregistrati nella piena del 2002 conun ampio franco arginale.L’attenzione, come nel tratto ferrarese,è stata rivolta al controllo ed alla ve-rifica delle filtrazioni. La piena hainfatti innescato alcuni fontanazzi sto-rici che sono stati ripresi con l’ausiliodei volontari della Protezione civile.

Funzionamento del sistemadi monitoraggio e delprototipo del sistemadi modellistica per laprevisione della pienasull’asta principale del PoLa rete fiduciaria del bacino del Po,composta dalle reti facenti capo aidiversi Enti del bacino del Po riunitiper la visualizzazione nel sistemaGIANO, ha dato sostanzialmente ri-sultati soddisfacenti.

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L’emergenza ha evidenziato la neces-sità di verificare e codificare in modounivoco gli zeri idrometrici, i livelli diguardia, allineando e correlando lediverse stazioni ai dati storici cosìda poter valutare e studiare l’evolu-zione del fenomeno anche in relazionealle serie pregresse.E’ già stata avviata la fase di verificaed adeguamento dell’intero sistema,così da poter offrire con un controllorapido ed efficace, che permetta diaffinare le previsioni e valutare consufficiente preavviso la eventuale gra-vità del fenomeno in corso.

Previsioni di piena

Per le previsioni di piena l’Ufficio Ser-vizio di Piena ha per la prima voltatestato le risultanze del nuovo sistemadi modellistica.Il modello manca ancora dell’imple-metazione del bacino piemontese(la cui scadenza è prevista per fineluglio) e pertanto il suo funzionamentoè stato vincolato dall’output del siste-ma di Previsione Piemontese.Essendo ancora in una fase sperimen-tale le previsioni emesse hanno richie-sto una post elaborazione manualeimportante, svolta in stretta collabo-razione tra il personale dell’UfficioServizio di Piena e quello di ARPASIMC sezione di Parma.L’onda di piena osservata, nelle di-verse sezione del tratto a valle di

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Ponte Becca, ha confermato i livelliprevisti con un buon grado di preci-sione sia nel valore al colmo sia neltempo di propagazione.L’utilizzo del sistema in una pienasignificativa, ma non particolarmenteintensa, ha fornito un’ottima occasioneper testare le criticità del sistema edevidenziare quali azioni intraprendereper migliorarne l’affidabilità.

Criticità del sistema di previsione

– Verifica ed aggiornamento delle scale di deflusso

E’ indispensabile verificare ed aggior-nare le scale di deflusso sull’interaasta di Po e definire procedure dicondivisione delle stesse tra i diversisoggetti che operano sul bacino.

– Condivisione delle procedure di valutazione del rischio

E’ importante condividere tra diversiCentri funzionali regionali le proceduredi valutazione del rischio, al fine direndere omogenee e coerenti l’infor-mazione e le azioni da intraprendereper la gestione dell’emergenza.

– Definizione delle procedure di raccordo tra i diversi Centri funzionali regionali per le previsioni sull’asta principale di Po

Gli eventi sull’asta di Po hanno uncarattere ed un interesse sovraregio-nale e devono essere gestiti con azionicomuni tra i diversi soggetti, al finedi garantire la condivisione delle in-formazioni e previsioni su tutto il ba-cino.L’accordo siglato nel 2005 tra AgenziaInterregionale per fiume Po, CentriFunzionali delle Regioni Valle d’Aosta,P iemonte Lombard ia , Emi l ia -Romagna, Veneto, Dipartimento dellaProtezione Civile Nazionale e Autoritàdi bacino per la realizzazione di mo-dellistica idraulica per la previsioneed il controllo delle piene fluviali sul-l’asta principale dei Po, ha permessod’avere un unico modello condivisoa supporto del servizio di Piena ditutta l’asta di Po; occorre ora definiredelle procedure condivise per la va-lidazione e l’emissione delle proce-dure.

Si è svolta il 3 aprile presso la sedecentrale di Parma dell’AIPo una riu-nione promossa dal Dipartimento na-zionale della Protezione civile finaliz-zata ad una valutazione congiuntadegli scenari di rischio nei bacini delPo e dell’Adige, anche in relazionealle condizioni di innevamento delperiodo, ed all’analisi delle problema-tiche attuative e di governo delle piene.Il prof. Bernardo De Bernardinis, ViceCapo Dipartimento, ha introdotto l’in-contro ricordando la necessità di at-tuare il punto 5 della Direttiva PCMdel 27.2.2004.Finora è stata completata la partedella Direttiva che riguarda l’attiva-zione dei Centri Funzionali; si trattaadesso di implementare la parte checoncerne il governo delle piene eche, tra l’altro, prevede l’istituzionedell’Unità di Comando e Controllo.De Bernardinis ha evidenziato inoltre

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Valutazione degli scenari di rischio idrauliconei bacini del Po e dell’Adige

che a tal proposito il comma 2 dell’art.10 dell’O.P.C.M. n. 3738/2009 pre-vede che il Capo del Dipartimentodella protezione civile della Presiden-za del Consiglio dei Ministri ponein essere ogni iniziativa al fine dipromuovere e sostenere, anche aisensi della direttiva del Presidentedel Consiglio dei Ministri del 27 feb-braio 2004 e s. m. ed i., il governoe lo sviluppo di adeguati strumentiorganizzativi ed istituzionali, per lagestione delle piene, con il concorsodelle regioni e degli enti locali com-petenti, con particolare riguardoall'efficacia e all'efficienza del serviziodi piena e del pronto intervento idrau-lico, nonché dell'unitario coordina-mento e svolgimento delle attivitàdi presidio territoriale idraulico e diregolazione di deflussi dagli invasi,nel bacino idrografico del fiume Te-vere e del fiume Po.

A tal fine il Capo del Dipartimentodella protezione civile della Presiden-za del Consiglio dei Ministri, sentitele Regioni interessate, si avvale dellacollaborazione di due qualificati espertiin materia.Il punto 5 della Direttiva definisce,quale attività di governo delle piene,la previsione, il monitoraggio e lasorveglianza effettuate dalla rete deiCentri Funzionali, il presidio territorialeidraulico posto in essere attraversoadeguate strutture e/o soggetti regio-nali e/o provinciali e la regolazionedei deflussi.Per quanto riguarda la previsione, ilmonitoraggio e la sorveglianza, i Cen-tri Funzionali decentrati di tutte leRegioni afferenti al bacino del Posono attivi: il Centro funzionale dellaRegione Emilia-Romagna potrebbecostituire il Centro funzionale di rife-rimento per il bacino del Po, con un

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raccordo con gli altri Centri funzionaliregionali e con i Centri di competenza,in particolare con l’Autorità di bacino,l’AIPo, gli Enti regolatori dei GrandiLaghi e la Direzione generale per ledighe, le infrastrutture idriche ed elet-triche del Ministero Infrastrutture eTrasporti.Per quanto riguarda il presidio terri-toriale idraulico il referente potrebbeessere l’AIPo, con uno stretto raccor-do con i servizi di piena regionali.La Direttiva altresì prevede la neces-sità di organizzare un’adeguata attivitàdi regolazione dei deflussi dagli invasiartificiali presenti sul bacino, per con-correre a limitare gli effetti della piena.A tal fine l’Autorità responsabile delgoverno delle piene assicura, con ilconcorso dei Centri Funzionali, delleAutorità di Bacino, del Registro italianodighe, dei soggetti responsabili delpresidio territoriale ed attraverso igestori di opere idrauliche, la massimalaminazione dell’evento di piena, at-teso o in atto, e lo sversamento inalveo di portate non pericolose peri tratti del corso d'acqua a valle.In questo schema, tutte queste attivitàverrebbero governate dall’Unità diComando e Controllo costituita daiPresidenti delle Regioni, o dai loro

delegati, e dalla Presidenza del Con-siglio dei Ministri – Dipartimento dellaprotezione civile, con una funzionedi segreteria affidata all’AIPo.Il Dipartimento della protezione civilenel percorso sopra definito svolgereb-be un ruolo di coordinamento e con-corso.Sono quindi intervenuti tutti i rappre-sentanti delle Amministrazioni e deisoggetti interessati presenti alla riu-nione, che si sono resi disponibili avalutare la proposta del Dipartimentodella protezione civile e a mettere adisposizione le proprie competenzein materia.In particolare le Regioni hanno pre-sentato le attività già corso sull’argo-mento evidenziando soprattutto lepeculiarità e le criticità che si sareb-bero manifestate a livello regionale,e impegnandosi a tenere conto delleindicazioni che, a scala di bacino,potranno risultare dalle attività regio-nali illustrate, nonché degli indirizziche potranno essere adottati a livellosovraregionale.È inoltre stata evidenziata la necessitàdi acquisire in tempo reale i dati delmonitoraggio idrologico degli invasi.In sintesi, dalla riunione è emersal’opportunità che il Dipartimento della

protezione civile presenti ai Presidentidelle Regioni le proposte illustratenella riunione, compresa un’ipotesidi funzionamento dell’Unità di Coman-do e Controllo; che AIPo e Regioniaffrontino la problematica del presidioterritoriale idraulico; che le Regioni,attraverso i Centri Funzionali, indivi-duino la rete fiduciaria da condividereper la gestione delle piene; che leAutorità di bacino valutino le attivitàda portare avanti per definire la vul-nerabilità a scala comunale; che laDirezione generale per le dighe, leinfrastrutture idriche ed elettriche delMinistero Infrastrutture e Trasporti eTERNA affrontino la problematica del-la condivisione delle informazioni deigestori, che riguarda anche gli Entigestori dei grandi laghi.Nella seconda parte della riunionesono stati esaminati i possibili scenaridi rischio per i mesi successivi, inrelazione al diffuso innevamento delperiodo invernale, grazie alla presen-tazione di uno specifico contributodi analisi a cura del Centro Funzionaledecentrato della Regione Piemonte.L’AIPo ha invece presentato lo statodi avanzamento del modello numericomesso a punto per la previsione degliscenari di piena nel bacino del Po.

Firmati due protocolli d’intesafra AIPo e parchi fluviali piemontesi

Il 5 maggio 2009, presso la sededell’AIPo, sono stati firmati dueprotocolli d’intesa fra l’Agenzia ei Parchi Regionali piemontesi delPo - tratto Torinese e del Po - trattovercellese-alessandrino per lagestione ambientale degli ambitifluviali.Erano presenti all’incontro il Diret-tore dell’AIPo, Ing. Luigi Fortunatoe il Dirigente aspetti ambientali,Dott. Mario Giannini, il Presidentedel Parco del Po tratto vercellese-alessandrino Ing. Ettore Broveglio,il Direttore dello stesso Parco Dott.

Dario Zocco e il Direttore del Parcodel Po tratto torinese Dott. IppolitoOstellino.L’iniziativa costituisce la prima attua-zione concreta dell’indirizzo assuntodal Comitato d’Indirizzo con deliberan. 44 del 18 dicembre 2008 che ap-provava una bozza di protocollo d’in-tesa da proporre ai diversi Parchifluviali delle quattro Regioni padaneal fine di pervenire ad una gestionecoordinata e condivisa degli ambitifluviali che tenga in considerazionesia gli aspetti idraulici e di difesa siagli aspetti ambientali.

Oltre ad evidenziare e condividereuna serie di principi e finalità, iProtocolli siglati con i Parchi pre-vedono la costituzione di un TavoloTecnico dove sviluppare il confron-to fra tecnici delle due amministra-zioni, individuare le azioni comunida condurre e consentire lo svi-luppo di efficaci sinergie tra le di-verse professionalità che caratte-rizzano i due Enti.Sono già in corso contatti con altriparchi padani che porteranno allafirma di altri analoghi protocolli.

Gli enti del bacino del Poal 5° World Water Forum di Istanbul

In occasione della 5ª edizione delWorld Water Forum, svoltosi ad Istan-bul dal 16 al 22 marzo 2009 col titolo“Bridging devides for water” e lapartecipazione di 33.058 delegati da138 Paesi, è stato presentato, perla prima volta nella storia dei Forum,

il “bacino del Po”, grazie alla volontàcomune delle Regioni Piemonte,Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto,Agenzia Interregionale per il fiumePo, Autorità di bacino del fiume Po,Consulta delle Province del Po.La presenza degli enti del bacino

del Po era inserita nell’ambito dellacomplessiva partecipazione italianaal Forum, coordinata dal Ministerodegli Esteri e, su incarico di esso,dall’Istituto Agronomico Mediterraneo(IAMB). Il coordinamento organizza-tivo e per la realizzazione dei materialidi comunicazione è stato affidato al-l’Aipo.Le iniziative di informazione e promo-zione sono consistite, in sintesi:– nell’ allestimento di uno stand spe-cifico del “bacino del Po” presso lastruttura “Expo Tent” del Forum;– la realizzazione di diversi materialiin lingua inglese finalizzati a presen-tare caratteristiche e progetti del ba-cino del Po, con particolare riferimento

Lo stand allestito dagli enti territoriali italiani

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al “Progetto strategico speciale VallePo”: pannelli con mappe tematichedel bacino, un filmato (proiettato incontinuo nel corso del Forum), bro-chures a colori, un box con doppioDVD (l’uno con inseriti dati ed infor-mazioni di tutti gli enti partners, l’altrocontenente una copia del filmato),chiavette USB (con gli stessi contenutidel doppio DVD), una scheda per ilfolder distribuito dal Ministero degliEsteri;– organizzazione e partecipazionecon un relatore, a nome del bacinodel Po (dott. Giuseppe Bortone, Re-gione Emilia-Romagna), a un “ItalianSide Event”, svoltosi il 18 marzo, de-dicato a un confronto tra bacini fluviali,intitolato “The Po Valley compares

itself with big international basins”,promosso in collaborazione conRIOB (International Network of BasinOrganisations), a cui hanno parte-cipato delegati di diversi bacini fluvialidel mondo;– partecipazione con un relatore(dott. Bortone) ad una sessione al-l’interno del programma di eventi“La gestione di bacino e la coope-razione transfrontaliera” promossodal RIOB, dedicata al “ProgrammaCina-Europa per la gestione dibacino” (18 marzo).Ai momenti di incontro presso lostand e al Side Event internazionalehanno preso parte, in particolare, gliAssessori Regionali all’Ambiente delVeneto, Giancarlo Conta – interve-nuto anche a nome del Comitato diIndirizzo dell’AIPo – e dell’Emilia-Romagna, Lino Zanichelli; il Direttoredell’AIPo, Luigi Fortunato; i Direttorigenerali all’Ambiente delle RegioniPiemonte, Salvatore De Giorgio edEmilia-Romagna, Giuseppe Bortone;il Presidente della Provincia di Pia-

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Il Side Event sui bacini fluviali del mondo

Il side event“La valle del Po si confronta con i grandi bacini internazionali”

cenza, Gianluigi Boiardi, in rappre-sentanza della Consulta delle Pro-vince del Po.I delegati degli enti del bacino delPo presenti al Forum, oltre a sup-portare gli aspetti organizzativi e adaccogliere i numerosi visitatori allostand, hanno avuto modo di parte-cipare ad eventi, stabilire relazionie scambi con altri soggetti, visionaree reperire materiali utili presentatidalle altre delegazioni presenti.Le opportunità, i progetti, le pro-blematiche relative al bacino del Posono state presentate con comple-tezza e unitarietà, dando un’imma-gine di coesione e di coordinamentodei vari Enti preposti alla gestionedel bacino idrografico.Molti sono stati i colloqui e le ri-chieste di informazioni presso lostand e nel corso della manifesta-zione.La partecipazione del “bacino delPo” ha inoltre contribuito in modo

significativo a una positiva immaginedell’Italia al Forum.

In occasione del 5° World Water Fo-rum di Istanbul, le istituzioni del Bacinodel Po hanno organizzato una ses-sione tematica per porre a confrontol’esperienza del più grande fiume ita-liano con alcuni dei maggiori corsi

d’acqua del mondo. Con l’obiettivodi trovare una soluzione ai problemicomuni a tutti i bacini idrografici, sep-pure di varia natura e complessità,sono state poste a confronto diverseesperienze di gestione delle risorse

idriche e del territorio, evidenziandoil ruolo strategico svolto dalle istituzionilocali nell’individuazione di best prac-tices che possano dare un impulsoalla soluzione di problemi globali.L’evento, moderato da Jean FrançoisDonzier – Segretariato Tecnico Per-manente di RIOB/INBO – ha vistola partecipazione di rappresentantiistituzionali dei bacini del San Lorenzo,del Paranà, del Congo, della Schelda,del Rodano, del Rio delle Amazzoni.Il World Political Forum ha inoltrepresentato, per voce di Giulietto Chie-sa, il protocollo “Peace with Water”recentemente approvato a Bruxelles(Parlamento Europeo - 12 e 13 feb-braio) in presenza del Presidente Gor-bachev, che sembra essere un buoncontesto politico per il dialogo tra ibacini idrografici.Il dott. Giuseppe Bortone, DirettoreGenerale Ambiente e difesa del suoloe della costa della Regione Emilia-Romagna, ha presentato l’esperienzadel fiume Po per conto delle istituzionidel bacino partecipanti al Forum.Di seguito una sintesi del suo inter-vento.

Giancarlo Conta,

Assessore regionale all’Ambiente del Veneto

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Con una superficie di 74.000 km2 euna lunghezza dell’asta principale di652 km, il bacino idrografico del fiumePo è il più grande d’Italia. Seppuredi dimensioni ridotte rispetto ad altrifiumi del mondo, il Po riassume tuttii fattori cruciali della gestione integratadi bacino idrografico, in relazione so-prattutto alle forti pressioni antropichee agli effetti del cambiamento clima-tico.Di fatto, ci troviamo ad affrontare pro-blemi di siccità ed alluvioni, con cicliidrologici fortemente alterati dal cam-biamento climatico ma anche dal so-vrasfruttamento delle risorse.Basti pensare che la portata mediaannua (1470 m3/sec) è inferiore aiprelievi idrici autorizzati (1850 m3/sec).Il problema della fornitura di acquanelle adeguate quantità e qualità èquindi una delle sfide maggiori peri prossimi anni: perfino in un territoriocon abbondanti risorse idriche, comel’Italia settentrionale.La quantità di acqua estratta dallefalde acquifere è superiore alla ca-pacità di ricarica naturale, mentrel’utilizzo delle risorse superficiali ponea rischio il mantenimento del deflussominimo vitale dei fiumi.D’altro canto, il rischio di alluvioniè molto alto a causa di distribuzionidisomogenee delle precipitazioniDistretti di bacino in Europa

Comuni rivieraschi

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e dall’eccessivo deflusso superficiale,proveniente dalle aree urbanizzatein costante aumento.L’aumento di frequenza degli eventiestremi sta cambiando la rispostasociale alla gestione delle risorseidriche.Ormai è evidente che occorre puntaresu un pacchetto di soluzioni, tra cui:maggiore efficienza in agricoltura,riduzione delle perdite, maggiore con-sapevolezza pubblica e partecipazio-

ne, impegno per l’equità ed i dirittisociali, condivisione delle informazioni,maggiore trasparenza e sviluppo dinuove risorse, anche attraverso ilriuso e il riciclo.La nuova strategia della CommissioneEuropea riflette la richiesta di un ap-proccio più bilanciato in cui una mi-gliore gestione delle risorse esistentiè completata da investimenti nelleinfrastrutture prioritarie (twin trackapproach).

Questo implica un’importante modificadella percezione dei valori: dal con-siderare l’acqua come un bene diconsumo, spesso alle spese dellepopolazioni vicine o dell’ambiente,al percepire l’acqua di una regionecome una risorsa sensibile da con-dividere ed utilizzare a beneficio dellacollettività.Per raggiungere l’obiettivo dello svi-luppo sostenibile è necessario cor-reggere l’attuale uso delle risorse e

Yearwater abstraction in the Po River

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ridurre la pressione del carico inqui-nante, ma anche adottare nuove epiù sostenibili strategie di pianifica-zione del territorio. Questo significache la sfida per il futuro è la pienaimplementazione della Direttiva Qua-dro Acque (WFD, 2000/60/EC) edella Direttiva relativa alla valutazionee alla gestione dei rischi di alluvioni(2007/60/EC). A partire dalla defini-zione di un appropriato sistema digoverno rappresentato dalle autoritàdel bacino del Po, espressione coor-dinata di tutti i livelli amministrativi,dallo Stato alle Regioni, alle Province,ai Comuni, che deve anche assicurarela partecipazione di tutti gli stakehol-ders. Questa capacità istituzionale,avviata in Italia sin dal 1989, ha offerto

molte opportunità che ora possiamocogliere. Di fatto, abbiamo un set diPiani di gestione delle risorse idrichee di Piani di gestione del rischio idro-geologico già adottati in tutte le regionidel bacino del Po. Entro l’anno 2009tutti i piani dovranno essere omoge-neizzati nel Piano integrato di gestionedel bacino idrografico a livello di Di-stretto, in accordo alle previsioni dellaDirettiva Quadro Acque.Nel contempo, le istituzioni del Pohanno at t ivato a lcuni proget t i“integrati”. Tra questi, il progetto stra-tegico speciale “Valle del fiume Po”integra azioni e misure per la qualitàdell’acqua, il controllo del rischio daalluvioni, il sistema culturale e turistico,in un periodo di sei anni e per un

orizzonte finanziario di 180 milionidi Euro.Il progetto Valle del fiume Po prevedequattro obiettivi specifici ed altrettantelinee d’azione:

1. Migliorare le condizioni di sicurezzaidraulica e recuperare gli spazi dimobilità del fiume nei territori dipianura (alzare e rafforzare gli ar-gini, aumentare le aree di ritenzionenaturale, recupero dei sedimentitrasportati, recupero delle caratte-ristiche idrogeomorfologiche);

2. Promuovere la conservazione del-l’integrità ecologica della fasciafluviale e della risorsa idrica delPo (tutelare la qualità e la quantitàdelle risorse, ridurre il fenomenodella salinizzazione);

3. Valorizzare il patrimonio naturalee culturale della regione fluviale,migliorando la fruibilità per la po-polazione locale e per lo sviluppodel turismo sostenibile (tutelare ilpaesaggio, realizzare piste ciclabili,promuovere il patrimonio culturaleed i prodotti tipici);

4. Rafforzare il sistema complessivodella governance del fiume Po,aumentare il livello di conoscenzae partecipazione al fine di miglio-rare la capacità di programmazio-ne e attuazione degli interventi,in un’ottica di sostenibilità (attra-verso il Piano Integrato di Gestio-ne, i programmi di conservazionee gestione della siccità, i sistemiinformativi, i cataloghi del patri-monio locale).

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Da destra: Lino Zanichelli, Gianluigi Boiardi, Giuseppe Bortone,

Luigi Fortunato, Salvatore De Giorgio

Po river:planning the futurePresentiamo il testo in lingua inglesepubblicato nella brochure distribuitain occasione del 5° World Water Fo-rum di Istanbul.

The Po River basin, a drainagedistrict in the European space

The Po river drainage basin is thelargest within Italy and is an integralpart of the territory systems identifiedby the European Union with the Com-munitarian Directive 2000/60 EC.The Po river rises on Monviso, inthe western Alps at 2,022 meters abo-ve sea level and flows into the Adriaticsea with its delta, one of the mostimportant in Europe. It is fed by se-veral large tributaries coming fromthe Alps and Apennines.58% of whole drainage basin of thePo is within the mountain territory

whilst the remaining part consists ofthe alluvial plain.

The superficial hydrographical networkis also made up of numerous and

THE GEOGRAPHY OF THE PO RIVER BASIN

The physical characteristics

Watershed area (excluding delta) 70.700 km2

Delta Area 4000 km2

Po river lenght 652 km

Medium volumetric flow rate 1470 m3/s

Maximum volumetric flow rate 10300 m3/s(recorded in 1951 within the section of closure of the basin)

Number of large tributaries 141

Coverage of protected areas 517000 hec (26%)(% in comparison with the overall protected areas in Italy)

The economical and territorial characteristics

Number of municipalities in the basin 3210

Number of concerned Regions 7

Resident population 16 million

Density of population 225 inhabitants/km2

Developed agricultural surfaces 2.900.000 hec

GDP 2005 (% in comparison with the overall Italian GDP) 536 billion euros (40%) (2005)

Hydroelectrical energy 19TWh/year (46%)(% in comparison with the overall Italian production)

Thermoelectrical energy 76 TWh/year (32%)(% in comparison with the overall Italian production)

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important lakes, that are fed fromAlpine water courses.Over the years, the whole waternetwork system within the basin, hasundergone important activities of tran-sformation and water arrangement.The basin is one of the most deve-loped areas in Europe and economi-cally strategic for the country, becauseof a high population density, the pre-sence of large companies, a greatquantity of small and medium sizedenterprises and numerous agriculturaland zootechnical farms.

Adding value to resources:issues to be faced

Water defence and morphologicalarrangement

Since ancient times, the populationspresent along the Po have tried tolimit the danger due to river floodingand control its course to reclaim landsurfaces to be devoted to agriculturalactivities and settlements of peopleand production places.Large artificial levees have been builtalong the Po and many of its tribu-

taries over the last fifty years to pre-vent flooding of the adjoining coun-tryside. Furthermore, many artificialflood control storage areas have beebuilt, in more recent times. The Poriver levee system extends about 900km along its main course and for 150km along the arms of its delta.This has caused a reduction of theareas of natural expansion: thereforesome projects to restore these areasare now in progress for their renatu-ration.The engineering works carried outto allow the free water flow commercialnavigation (“groins” and navigationbends) in the middle of 20th centuryhave changed the course of the riverin its medium stretch.In the second half of the 20th century,the excessive extraction of sedimentsfrom the river bed caused the loweringof the river bed height.

Water management:quantitative aspects

Water availability within the Po riverbasin is large. In fact, according tohistoric data, over a long period (90years), it is possible to affirm thatthe water volume flowing yearly inthe basin, is almost 40% of the overallvolume of water within the wholecountry.Flooding events are now approachedthrough strict coordination betweenpublic bodies of the territory and anefficient integration among differentagencies (weather forecast, hydraulicmodels, management of the flood,civil defence).In recent years, hydrological droughtsduring the summer months have oc-curred very of ten: therefore a“coordination centre” was establishedto promote a more rational use ofwater resources and encourage theagreement between various partiesinvolved.

Water management:qualitative aspects

Since the second half of the 1900s,the Po river has seen a progressivedegradation from an environmentalpoint of view: the increase in pollutingsubstances, the reduction of hydraulic

La delegazione dell’AIPo presso lo stand “Bacino del Po”

Lo stand allestito dal Ministero degli Affari Esteri

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and environmental functionalities ofthe natural and artificial drainingnetwork, risks to the water ecosy-stems with the loss of their capabi-lities of self-depuration and thenatural-environmental value of thewater areas.The waters of the Po river have beenassessed as having a acceptable qua-lity for 58% of its course, a further23% as poor and very bad for 17.5%.The most influential pollution pheno-menon of surface water has beenthe excessive inflow of organic sub-stances (nitrogen and phosphorus)that causes the eutrophication of thewaters with poor ability to exchange,in lakes and in the Adriatic sea.At local level, the presence of toxicsubstances of industrial or agricultural-zootechnical origin (for example plantprotection products and heavy metals)is detected.To face these problems there areregulations and activities for the pu-rification of civil, industrial and zoo-technical waste and the upgrade ofthe draining network on the plain.

River navigation

The Po river is classified as a waterway of international importance andis the supporting column of the VenetoPadano Water Way System.Along the river and a few of its tribu-taries, there are numerous operatingports and decks that are connectedto the ports of the northern area ofthe Adriatic sea and are an importantopportunity for the growth of commer-cial traffic between Northern Europeand the Mediterranean sea.Besides the activities to reinforce riverfacilities, there are now studies toregulate the flow of the Po in orderto increase the navigability of theriver in its most difficult stretches.Tourist and pleasure navigation alsohave an important role and offer im-portant development opportunities.

Environmentaland cultural resources

In the basin of the river Po – besidefamous and ancient cities and nume-rous centres of art, history and culture

– an important environmental heritageis also present.The mountain areas and the watercourses of the Po Plain are the lastterritories where the highest biodiver-sity and natural important factors arestill present.The acknowledgment of these valueshas resulted in strategies for theprotection of habitats and bio-diversity,by policies of preservation and envi-ronmental re-balance and the esta-blishment of 210 protected areas.The Delta of the Po is an area ofparticular natural value: it is protectedand acknowledged at internationallevel by the Ramsar Convention andis also the location of two regionalParks.The river environment of the Po pre-sents tourist itineraries of very highinterest, possibility of pleasure andsport excursions – thanks to severalriver dockings – networks of bicyclepaths, nature trai ls, “Roads ofFlavours” linked to typical traditionallocal products of the best Italian wineand food.

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The Special StrategicProject of the River Po Valley

The awareness of the environmental,social and cultural values present inthe river region of the Po has stimu-lated bodies and local communitiesto get involved in activities to protectthe territory and “to regain the riverculture”.Initiated by a territorial workshopabout the Po, that initially involvedabout one hundred local bodies witha “bottoms-up” process that gradual-ly had taken shape since 2005, theSpecial Strategic Project of the riverPo Valley, now involves numerousinstitutional partners at various le-vels.The Italian Government is financingthe project with 180 million Eurosduring the programming period from2007 to 2013.The Administrations directly involvedare as follows:– Ministers of the Economical Deve-

lopment and Environment

– Authorities of the basin of the Poriver (the body responsible for theproject performance)

– The Regions of Piemonte, Lombar-dia, Emilia-Romagna, Veneto;

– AIPo (Interregional Agency for thePo River)

– The Provinces along the Po river(Cuneo, Torino, Vercelli, Alessan-dria, Pavia, Lodi, Cremona, Man-tova, Piacenza, Parma, Reggio Emi-lia, Ferrara, Rovigo)

– The river Parks along the main cour-se and delta of the Po.

Moreover the territories of more than490 municipalities have interest inthe project.The project is strategic because itis characterized by the following:– Large integration of the various

components of the river system su-ch as hydraulic, morphological, eco-logical, economical-social and cul-tural;

– Joint management and integrationfor numerous administrations

– Large participations of stakeholdersand citizens.

In order to perform the planning ofthe basin, the European Conventionof the landscape and the communi-tarian directives of the sector -79/409/EEC Directive (Conservationof wild birds), 92/43/EEC Directive“Habitat”, 2000/60/EC Directive (Waterpolicy), 2007/60/EC Directive (Floodrisks) - the project aims to achievefour specific objectives:1. To improve the hydraulic safety

conditions and recover the areasof river movement within the ter-ritories of the plain

2. To promote and preserve the eco-logical integrity of the river banksand water resources

3. To add value to the natural andcultural heritage of the river regionby improving the use for the localpopulation and for the developmentof a sustainable tourism

4. To reinforce the whole system ofthe river governance, to increasethe level of knowledge and the par-ticipation to improve the capabilityto program and perform interven-tions.

Il Sütlüce Center di Instanbul, sede del 5° World Water Forum

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Studio sulla regimazione del Po:linee progettualiIng. Marcello Moretti (AIPo - Ufficio Navigazione)

La Regione Lombardia ha affidatoall’AIPo uno studio finalizzato a pre-sentare una prima versione prelimi-nare della proposta tecnica di regi-mazione del fiume Po, nel trattocompreso tra Cremona e la foce delfiume Mincio. L’idea progettuale pre-vede di innalzare l’attuale livello idricodi magra del fiume Po, riportandolomediamente alle quote di circa 50anni fa. Il rialzamento proposto rimaneall’interno dell’alveo inciso, senzainteressare le aree golenali e, pertan-to, senza produrre alcuna alterazionedel regime idraulico di piena.Tale in-tervento assume un ruolo fondamen-tale per il riassetto del fiume, in quantoattraverso di esso sarebbe possibileraggiungere i seguenti obiettivi:

- riequilibrio idraulico/morfologico delfiume: le forme di fondo (barre e ca-nali), che oggi vengono interessatedalla corrente solo nel corso di pienesignificative, verrebbero interessatedai deflussi anche in condizioni dimagra e quindi parteciperebbero mag-giormente alle dinamiche di trasportosolido, contribuendo al riassetto mor-fologico dell’alveo. Oltretutto si ritor-nerebbe ad avere anche in condizionidi magra un alveo pluricursale. Inoltre,la riduzione della velocità media dellacorrente in condizioni ordinarie, legataagli effetti di rigurgito indotti daglisbarramenti, comporterà una diminu-zione delle azioni erosive attualmentein atto sul fondo alveo, contribuendoin tal modo a ridurre l’attuale tendenzaalla canalizzazione del fiume;

- miglioramento delle condizioni dinavigabilità: l’innalzamento dei livelliidrici di magra potrà garantire le con-dizioni di navigabilità in classe V pertutto l’anno e il miglioramento dellecondizioni di accesso al porto di Cre-mona;

- produzione di energia idroelettricada fonte rinnovabile: la realizzazionedelle traverse per innalzare i livelli

idrici permetterà di ottenere, in corri-spondenza delle stesse, dei dislivelliidrici che potranno essere utilizzati,unitamente alla portata disponibile nelPo, per produrre energia idroelettrica;

- miglioramento delle possibilità diderivazione a fini irrigui: l’innalza-mento dei livelli idrici di magra potràgarantire migliori possibilità di deri-vazione;

- innalzamento e stabilizzazione dellefalde idriche: l’innalzamento dei livellifluviali permetterà di incrementare ilivelli delle falde;

- maggiore disponibilità di risorsa idricada gestire durante i periodi siccitosi:

il volume idrico invasabile sia all’in-terno dell’alveo inciso (circa 150 Mm3)che nell’acquifero circostante potràrendersi disponibile, in situazioni dideficit idrico, per incrementare la por-tata defluente nel tratto di Po a vallein occasione di periodi di magra ec-cezionali. Questo potrà indurre diversibenefici, tra cui: migliorare la funzio-nalità delle derivazioni idriche super-ficiali ad uso irriguo ed industriale(raffreddamento delle centrali termo-elettriche di Ostiglia e Sermide), con-trastare la risalita del cuneo salinonell’area del delta;

- riqualificazione paesistica ed am-bientale: con il rialzamento del livelloil fiume sarà invitato a rioccupareparte degli spazi che gli sono statisottratti con l’opera di regolarizzazionedel suo corso.Questo potrà essere guidato conestrema facilità alla creazione di zoneumide, veri e propri biotopi artificiali,che col tempo potrebbero assumereun valore naturalistico proprio, davedere in modo integrato con i SIC-ZPS esistenti.In sintesi, la propostapresenta un carattere multifunzionalee viene a costituire un’opportunitàper l’intero territorio, i cui elementidi attrazione vengono inseriti in uncircuito più ampio e complesso conofferte e prestazioni altrimenti inim-maginabili.Dal punto di vista tecnico, l’interventoprevede la realizzazione di quattrotraverse, ubicate nei pressi di:

Motta Baluffi (CR) e Roccabianca(PR);Viadana (MN) e Brescello (RE);Borgoforte (MN) e Motteggiana (MN);Sustinente (MN) e Quingentole (MN),a valle di foce Mincio.Ciascuna delle quattro traverse saràcomposta da:uno sbarramento mobile, o sfioratore;una conca di navigazione;una centrale di produzione idroelet-trica ad acqua fluente;un’opera specifica per il passaggiodell’ittiofauna.L’intervento in oggetto prevede di

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posizionare la centrale affiancata allosbarramento, in modo tale da nondover realizzare dei canali di restitu-zione; in tal modo tutta la portatadel Po rimarrà sempre all’interno del-l’attuale alveo.A monte di ciascuna delle quattrotraverse si produrrà un innalzamentodell’attuale livello del Po, innalzamentoche rimarrà comunque confinato al-l’interno dell’alveo inciso. Il nuovolivello verrà mantenuto fino a che laportata del Po non raggiunga un de-terminato valore (variabile da circa2.000 a circa 2.500 m3/s a secondadella traversa); per portate superiori(piene ordinarie e straordinarie) le

paratoie di cui sono dotati gli sfioratoriverranno completamente aperte, inmodo da consentire il libero deflussodella portata.E’ importante sottolineare che l’ideaprogettuale si fonda su due criterigenerali che hanno condizionato findall’inizio le scelte progettuali operatenel corso dello studio: garantire latotale trasparenza delle traverse allepiene straordinarie, vale a dire con-cepire le traverse, ed in particolaregli sfioratori, in modo tale che la loropresenza non aumenti il livello cheil Po raggiunge attualmente in occa-sione di quelle piene; far sì che laconfigurazione delle opere (ed in par-

ticolare dello sfioratore e della centraleidroelettrica) e le loro regole di ge-stione garantiscano un adeguato tra-sporto del sedimento al fondo e l’ap-porto solido nei tratti posti a valle difoce Mincio.

Sintesi delle criticitàpresenti nel tratto in studioIl tratto in oggetto risulta caratterizzatoda diverse criticità, tra cui le principalisono:

– il fondo alveo è in continuo abbas-samento, soprattutto nel tratto com-preso tra Isola Serafini e foce Taro.Tale abbassamento, tra l’altro, induceproblemi strutturali alle opere presentilungo l’alveo (ponti, argini in froldo,difese spondali);

– l’apporto solido di sedimenti damonte è ridotto, a causa della pre-senza, della configurazione e dellagestione dello sbarramento di IsolaSerafini. Tale effetto è corresponsabiledell’abbassamento del fondo alveonel tratto in oggetto;

– l’alveo di magra, monocursale ecanalizzato, modificato per consentirela navigazione per portate di 400 m3/s,oggi è in grado di contenere valoridi portata dell’ordine di 4.000-5.000m3/s, per cui l’espansione della cor-rente nelle aree golenali e la riattiva-zione delle lanche ancora presentia tergo dei pennelli di navigazioneavviene solo in occasione di eventidi piena di una certa entità. Pertantol’alveo inciso, che prima degli inter-venti di regimazione della correntemediante pennelli e curve di naviga-zione aveva un assetto pluricursale,oggi è monocursale. Anche tale effettoè corresponsabile dell’abbassamentodel fondo alveo nel tratto in oggetto;

– l’attuale assetto non garantisce,mediamente, la navigabilità commer-ciale (obiettivo strategico) dell’interotratto per un periodo di circa 2 mesiall’anno;

– il progressivo abbassamento dellequote di fondo alveo ha comportatoun notevole abbassamento anchedel livello idrico, soprattutto in con-dizioni di magra, peggiorando le pos-sibilità di derivazione a fini irrigui eabbassando il livello delle falde cir-costanti.

21AIPO INFORMA - n° 1/2 - 2009

Le criticità sopra elencate comportanoda un lato un notevole peggioramentodelle condizioni morfologiche ed am-bientali del fiume Po, dall’altro limitanonotevolmente le attività antropichepresenti lungo il fiume.

Schema planimetricodegli sbarramentiCiascuno sbarramento sarà costituitodalle seguenti principali opere, chene individuano la tipologia e ne ca-ratterizzano la funzionalità:

– una traversa fluviale, il cui compitoè di creare il dislivello altimetrico(o salto) tra il bacino artificiale amonte e il corso naturale del fiumea valle dello sbarramento;

– una conca di navigazione, la cuistruttura dà modo ai natanti di su-perare il dislivello altimetrico rea-lizzato dalla traversa;

– una scala di risalita pesci, la cuistruttura consente alla fauna itticadi superare lo sbarramento durantei naturali cicli migratori;

– una centrale idroelettrica ad acquafluente, il cui obiettivo è di generareenergia sfruttando il salto utile dellosbarramento.

La posizione delle opere in ciascunasezione di sbarramento è stata de-terminata sulla base delle seguentiscelte costruttive: le opere sarannocostruite in adiacenza ad uno degliargini maestri.

Questa soluzione comporta difattiuna serie di importanti benefici, trai quali:

– l’accesso alle opere può essererealizzato direttamente dal rilevatod’argine; in tal modo, non essendonecessarie ulteriori opere di colle-gamento, quali passerelle o viadotti,si riducono gli ingombri in alveodegli sbarramenti e si semplificanole operazioni di manutenzione emovimentazione delle apparecchia-ture della centrale e delle traverse;

– durante il deflusso delle piene piùimportanti l’aggiramento in golenadegli sbarramenti può avvenire su

un solo fianco con benefici sulla sicu-rezza e sulla protezione delle opere;

– la conca di navigazione sarà posizio-nata in prossimità del filone princi-pale della corrente, in questo modosarà sempre garantito il neces-sariotirante d’acqua per i natanti in ingres-so ed in uscita dalla conca;

– la conca di navigazione sarà sepa-rata dalla traversa interponendo adesse la struttura della centrale.

Questa soluzione nasce dall’esigenzadi assicurare una via di avvicinamentoalla conca quanto più possibile protettadalle correnti in ingresso e in uscitadella traversa durante il rilascio diportate significative.

Produzione di energia idroelettricada fonte rinnovabilePer quanto riguarda la possibilità diprodurre energia idroelettrica da fonterinnovabile, le analisi condotte hannoportato a determinare il valore del-l’energia annua che ciascun impiantopuò produrre, in funzione del tipo dimacchine ipotizzate e nell’ipotesi cheil regime idraulico del Po non si di-scosti da quello medio registrato nelperiodo dal 1982 al 2006.Di seguito si riportano i valori di pro-duzione energetica annua per ciascu-na centrale; come si può rilevare,l’energia producibile complessivamen-te dai quattro impianti potrà esserepari a 910.000 MWh all’anno.

Tabella 1 – Energia annua prodotta

Impianto Energia producibile (MWh)

Motta Baluffi - Roccabianca 250.000

Viadana - Brescello 230.000

Borgoforte - Motteggiana 230.000

Sustinente - Quingentole 200.000

in quell’occasione non era stata rag-giunta) avrebbero dato luogo ad uninadeguato coefficiente di sicurezzanei confronti del sollevamento dellepiastre costituenti la vasca di dissipa-zione, nel caso di giunti completamen-te sigillati. Nella realtà i giunti non sonocompletamente sigillati, consentendoalle fluttuazioni di pressione che siverificano nella vasca di dissipazionedi propagarsi al di sotto delle piastreche ne costituiscono il pavimento. Siè ritenuto quindi necessario procederead una modellazione fisica del feno-meno, al fine di individuare l’entitàdelle sollecitazioni pulsanti che agisco-no al fondo della vasca.

INSTALLAZIONE SPERIMENTALE

Il modello fisicoIl modello fisico (Figura 1) è statorealizzato presso il laboratorio di idrau-lica N.1 di proprietà dell’AIPo sitonel comune di Boretto (Re).Il modello riproduce:1) il manufatto principale, compostodallo sbarramento tracimabile nel qua-le sono aperte tre luci di fondo dotatedi paratoie regolabili, da uno sfioratoredi superficie rettilineo sagomato se-

22 AIPO INFORMA - n° 1/2 - 2009

INTRODUZIONENell’ambito della convenzione quadro“Studio delle interazioni tra grandiopere di sbarramento fluviale e siste-ma acquifero sotterraneo, in riferimen-to anche alle pressioni interstizialiche si propagano alle fondazioni delleopere di sbarramento”, l’Agenzia In-terregionale per il fiume Po ha affidatoal Dipartimento di Ingegneria Civile,dell’Ambiente, del Territorio ed Archi-tettura (DICATeA) dell’Università degliStudi di Parma l’incarico di eseguireuno studio “per la realizzazione delmodello fisico del manufatto regolatoredella cassa di espansione sul torrenteParma”.Il modello è stato realizzato principal-mente allo scopo di fornire indicazionisull’entità delle sollecitazioni che pos-sono manifestarsi al fondo della vascadi dissipazione del manufatto regola-tore della cassa di espansione sultorrente Parma. Durante le prime pro-ve di invaso, effettuate nella primaverae nell’autunno del 2006, si erano ineffetti riscontrate significative sotto-pressioni in corrispondenza di alcunipiezometri ubicati nella vasca di dissi-pazione. Tali sottopressioni, estrapo-late alla quota di massimo invaso (che

condo un profilo Creager e da duesfioratori sagomati a becco d’anatraposti agli estremi dello sfioratore ret-tilineo;2) la vasca di dissipazione, costituitada una platea depressa rispetto al-l’alveo di valle, nella quale sono col-locati tre blocchi di dissipazione inasse con le tre luci di fondo;3) un breve tratto dell’alveo a valledella vasca di dissipazione;4) una porzione del serbatoio checostituisce la cassa di espansionea monte del manufatto, comprensivodell’arginatura.La realizzazione è stata eseguita se-guendo il criterio di similitudine diFroude con scala geometrica, indistor-ta, pari a 1:50.Il manufatto principale e i blocchi didissipazione sono stati lavorati perfresatura su macchina a controllonumerico a partire da blocchi di resinaureica.L’arginatura (in muratura) è stata mo-dellata per un’estensione limitata masufficiente a garantire la corretta ri-produzione del campo di moto in pros-simità dell’intersezione tra argine eciglio sfiorante.Il serbatoio a monte del corpo diga,pur non rappresentando l’intera su-perficie della cassa, presenta dimen-sioni sufficienti a consentire alle por-tate che alimentano il modello didissipare la propria energia cineticaresidua, evitando distorsioni tra pro-totipo e riproduzione in scala.La vasca di dissipazione è stata re-alizzata in muratura e ospita, in destraidraulica, una struttura metallica atraliccio (Figura 1) in cui sono allog-giate le piastre e la relativa strumen-tazione.A valle della vasca di dissipazione,dopo un breve tratto in cui l’alveo simantiene cilindrico, è stato realizzatouno scivolo (con restringimento dellasezione) al cui termine si trova unaparatoia che permette la regolazionedel livello idrico.Figura 1 - Modello fisico visto da valle

Prove sul modello fisico del manufatto regolatoredella cassa di espansione del torrente Parma

Paolo Mignosa, Sandro Longo, Luca Chiapponi, Marco D’Oria, Andrea Zanini (DICATeA - Università degli Studi di Parma)Domenico Danese, Fabrizio Giuffredi, Monica La Rocca, Gianluca Zanichelli (AIPo)

23AIPO INFORMA - n° 1/2 - 2009

StrumentazioneSono state misurate le seguenti gran-dezze fisiche: portata transitante; li-vello idrico all’interno della cassa diespansione; livello idrico nella sezioned’alveo immediatamente a valle dellavasca di dissipazione; pressione delfluido a monte di un blocco di dissi-pazione e nella piastra sottostanteuno dei becchi d’anatra; risultantedelle forze agenti sulle piastre checostituiscono la pavimentazione dellaplatea e relativo punto di applicazione.Sono state strumentate quattro piastrerappresentative dell’opera nel suocomplesso. Si è ritenuto di poter esclu-dere le piastre simmetriche rispettoa quelle già sede di misura e le piastreche ospitano i blocchi di dissipazionein quanto ancorate a diaframmi pro-fondi che ne garantiscono la stabilitàin maniera largamente indipendentedalle sollecitazioni della corrente idri-ca. La Figura 2 mostra la collocazionedella strumentazione nel traliccio cheriproduce parte della platea di valle.La portata è stata misurata nella con-dotta di alimentazione, a monte dellavalvola che ne consente la regolazio-ne, mediante un misuratore elettro-magnetico. La misura dei livelli idriciè stata effettuata mediante trasduttoridi posizione ad ultrasuoni.La misura della forza agente sullepiastre costituenti la platea della vascadi dissipazione ha richiesto un appa-rato più complesso e realizzato adhoc. La Figura 3 riporta una sezionedel traliccio in acciaio inox contenentela strumentazione in cui sono visibili:le celle di carico (vincolate ad un

tubolare in acciaio sufficientementerigido da poter essere consideratopressoché indeformabile), la vascain acciaio inox che le contiene, lapiastra sollecitata in alluminio alveo-lare (e il relativo sistema di vincoloalle celle) e la piastra rigida (semprein acciaio) che chiude la scatola. Traquest’ultima piastra e quella di misuraè stata lasciata un’intercapedine di2 mm che, oltre a permettere la de-formazione delle celle di carico indi-spensabile per la misura, garantisce,nel caso di prove a giunti aperti, laformazione del sottile film idrico es-senziale alla propagazione delle flut-tuazioni di pressione.Ciascuna piastra è stata collegataa tre trasduttori di forza. Lo schemadi vincolo adottato, riportato in Figura

4, permette, oltre alla stima del mo-dulo, anche quella del punto di ap-plicazione della componente normaledella sollecitazione.

PROVE SU MODELLOED ELABORAZIONI

Caratteristiche delle provesu modelloSono state realizzate tre serie di provein condizioni di moto mediamentepermanente. In una prima serie (prove1-5) i giunti tra piastra e piastra sonostati mantenuti aperti, consentendoalle sollecitazioni pulsanti di propa-garsi al di sotto attraverso il sottilefilm idrico che si crea tra piastra dimisura e piastra fissa sottostante.In una seconda serie (prove 6-10)

Figura 2 - Posizione e numerazione delle piastre strumentate

Figura 3 - Sezione del traliccio in acciaio inox contenente la strumentazione

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i giunti sono stati sigillati. Una terzaserie di prove (prove 11-15) è stataeffettuata a giunti aperti realizzandovolutamente su modello il dislocamen-to di due piastre, allo scopo di valutarel’influenza sulle sollecitazioni pulsantidell’allineamento tra le piastre e labase del manufatto regolatore. In par-ticolare si è prodotto su modello ungradino positivo dell’ordine di 1-2 mm(5-10 cm nel reale) tra le piastre nu-mero 6 e 7 (Figura 2) ed il manufattoregolatore, in modo che la correnteuscente dalle luci o tracimante dalmanufatto potesse colpire le suddette

piastre parzialmente sul bordo rialzato(Figura 5).Per tutte e tre le configurazioni sonostate effettuate diverse prove variandoil valore della portata transitante at-traverso il modello e l’apertura delleparatoie. Il livello idrico di monte,una volta raggiunta la situazione diregime mediamente stazionario, con-seguiva direttamente dall’assunzionedelle prime due grandezze, mentreil livello di valle veniva imposto me-diante la regolazione della paratoiaposta alla fine dello scivolo del canalecollettore. Il valore del livello imposto

deriva da una scala di deflusso dellasezione posta al termine della vascadi dissipazione, ottenuta medianteuna modellazione matematica deltratto di valle del torrente Parma ef-fettuata dal DICATeA.Le portate, i livelli, le posizioni delleparatoie e le condizioni dei giunti sonoriassunti nella Tabella 1.Allo scopo di individuare le massimesollecitazioni, dovute alla componentefluttuante delle pressioni al fondo, ladurata delle prove è stata stabilitatra le 10 e le 20 ore.A titolo di esempio la fotografia diFigura 6 rappresenta il funzionamentodel modello durante la prova 9.

Elaborazione dei dati acquisitiLe sollecitazioni idrodinamiche agentisulle singole piastre e di conseguenzasulle singole celle di carico si presen-tano come una fluttuazione irregolareche può assumere valori positivi onegativi (compressione o trazione).Per stimare i valori massimi e minimiistantanei delle forze agenti sulle pia-stre, i segnali acquisiti (ad una fre-quenza d i camp ionamento d i1000 Hz) sono stati elaborati facendouso di un’analisi di t ipo “LevelCrossing” (Bendat & Piersol, 2000).Tale analisi consente di individuare,in funzione di una soglia prefissata(nel caso in esame è stato scelto ilvalor medio della sollecitazione sul-l’intera durata della prova), il numerodi onde presenti nel segnale acquisito.In ciascuna onda si individua unasemionda positiva (cresta) ed unasemionda negativa (cavo). L’ampiezzadella semionda positiva sommata al-gebricamente alla media del campio-ne corrisponde alla massima solleci-tazione agente; l’ampiezza dellasemionda negativa sommata algebri-camente alla media del campione,corrisponde alla minima sollecitazioneagente (Figura 7).Per condurre l’analisi di stazionarietàdei valori massimi e minimi di solle-citazione ricavati, si è suddiviso ilcampione completo in N sottoinsiemidi durata minore di quella totale. Talisottoinsiemi corrispondono a finestretemporali adiacenti e consecutive delladurata rispettivamente di 30 minuti,60 minuti, 120 minuti, 300 minuti,600 minuti e 1200 minuti (quest’ultimovalore solo per alcune prove).

Figura 4 - Sollecitazione agente sulla piastra e ripartizione sulle tre celle di carico

Figura 5 - Dislocazione delle piastre 6 e 7 per le prove da 11 a 15

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Tabella 1 – Dati caratteristici delle prove: valori sul prototipo

GRANDEZZE CORRISPONDENTI NEL PROTOTIPO

N° Portata Commento portata Livello monte Livello valle Caratteristiche Paratoie Giuntiprova (m3/s) (m s.l.m) (m s.l.m) pelo libero del manufatto

1 400 Portata evacuata dalle luci 105.60 92.15 Massimo invaso Parzialmente Apertial massimo invaso aperte (1.7 m)

2 580 Portata evacuata dalle luci 105.60 92.35 Massimo invaso Completamente Apertial massimo invaso aperte (2.5 m)

3 1910 Portata con tempo 107.97 94.20 Tracimazione Chiuse Apertidi ritorno T=1000 anni manufatto

4 1910 Portata con tempo 107.59 94.20 Tracimazione Parzialmente Apertidi ritorno T=1000 anni manufatto aperte (1.7 m)

5 1910 Portata con tempo 107.48 94.20 Tracimazione Completamente Apertidi ritorno T=1000 anni manufatto aperte (2.5 m)

6 400 Portata evacuata dalle 105.60 92.15 Massimo invaso Parzialmente Chiusiluci al massimo invaso aperte (1.7 m)

7 580 Portata evacuata dalle 105.60 92.35 Massimo invaso Aperte Chiusiluci al massimo invaso

8 1910 Portata con tempo 107.97 94.20 Tracimazione Chiuse Chiusidi ritorno T=1000 anni manufatto

9 1910 Portata con tempo 107.59 94.20 Tracimazione Parzialmente Chiusidi ritorno T=1000 anni manufatto aperte (1.7 m)

10 1910 Portata con tempo 107.48 94.20 Tracimazione Completamente Chiusidi ritorno T=1000 anni manufatto aperte (2.5 m)

11 400 Portata evacuata dalle 105.60 92.15 Massimo invaso Parzialmente Apertiluci al massimo invaso aperte (1.7 m)

12 580 Portata evacuata dalle 105.60 92.35 Massimo invaso Completamente Apertiluci al massimo invaso aperte (2.5 m)

13 1910 Portata con tempo 107.97 94.20 Tracimazione Chiuse Apertidi ritorno T=1000 anni manufatto

14 1910 Portata con tempo 107.59 94.20 Tracimazione Parzialmente Apertidi ritorno T=1000 anni manufatto aperte (1.7 m)

15 1910 Portata con tempo 107.48 94.20 Tracimazione Completamente Apertidi ritorno T=1000 anni manufatto aperte (2.5 m)

Figura 6 - Portata millenaria evacuata dalle luci di fondo e dallo sfioratore di superficie

Tale elaborazione ha permesso divisualizzare e di rappresentare gra-ficamente i valori medi, i massimied i minimi delle ampiezze delle onde(creste e cavi) in funzione della duratadi ogni sottoinsieme.A titolo di esempio in Figura 8 sonoriportati tali andamenti per la provaN. 13 e la piastra N. 4.Come si può notare, passando dai600 ai 1200 minuti le variazioni deiminimi e dei massimi sono inapprez-zabili, giustificando la durata di 600minuti adottata nella maggioranzadelle prove.

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Figura 7 - Esempio di analisi di Level Crossing

Analisi dei risultatie verifiche di stabilitàCon l’analisi descritta nel paragrafoprecedente, sono stati raggiunti gliobiettivi prefissati per la modellazionefisica: la determinazione dei valoriminimi di sollecitazione NMIN per cia-scuna delle prove effettuate.Limitatamente alle prove con giuntiaperti è stato poi calcolato il coeffi-ciente di stabilità al sollevamento CS,definito come rapporto tra le forzestabilizzanti (date dal solo peso pro-prio della piastra) e le forze destabi-lizzanti (pari alla somma della spintadi galleggiamento e della sollecitazio-

ne massima di trazione). Sempre nelcaso di giunti aperti si è valutato ilmomento massimo MMAX, rispettoad un asse parallelo al manufattoregolatore e passante per lo spigolodi valle di ciascuna delle piastre con-siderate, in grado di generare unarotazione della piastra che evidenzias-se un gradino positivo (come in Figura5) nel verso della corrente (Figura9). Si è poi calcolato il coefficientedi stabilità al ribaltamento CR, definitocome rapporto tra momento stabiliz-zante (dato dal prodotto del pesoproprio della piastra per la distanzadel baricentro dall’asse di rotazioneipotizzato) e momento destabilizzante(pari alla somma del momento gene-rato dalla spinta di galleggiamentoe del momento massimo dovuto allasollecitazione dinamica).Per l’analisi di stabilità nelle provea giunti chiusi (Figura 10), nelle qualile fluttuazioni di pressione nella vascanon si propagano sotto le piastre, siè invece valutato il carico piezometricoHMAX (m s.l.m.) necessario al pianod i f o n d a z i o n e d e l l e p i a s t r e(87.20 m s.l.m.), affinché il coefficientedi stabilità al sollevamento risulti pariall’unità (condizione limite di equilibrio)o pari a 1.3 (livello di attenzione).

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVENella Tabella 2 è riportata una sintesidelle condizioni di prova ed i risultatiprincipali in termini di coefficienti disicurezza al sollevamento ed al ribal-tamento per le situazioni a giunti aper-ti, con piastre dislocate e non. Leprove che danno luogo a coefficientidi sicurezza inferiori all’unità si rife-

Figura 9 - Momenti stabilizzanti

e destabilizzanti nel caso di giunti aperti

Figura 8 - Valori medi, massimi e minimi delle sollecitazioni piastra 4 prova 13

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riscono a condizioni di sollecitazioniinvero eccezionali ed altamente im-probabili: portata millenaria perduranteper lungo tempo (!) e piastre dislocatenel prototipo di 5-10 cm (a parte ilcaso della piastra 7 nella prova N.4).Assumendo una portata al colmo du-ecentennale (Prova 16) i coefficientidi sicurezza ritornano ad essere su-periori all’unità, anche in presenzadi giunti aperti e piastre dislocate.Dall’analisi completa delle prove agiunti aperti si evince comunque chela dislocazione tra le piastre ed ilpiede del manufatto è esiziale perla stabilità delle piastre stesse. Infatti,la formazione di un gradino tra piastre

e manufatto regolatore (tale che lacorrente uscente dalle luci o traciman-te dal manufatto possa colpire le sud-dette piastre parzialmente sul bordorialzato) favorisce la propagazionedelle sollecitazioni pulsanti attraversoi giunti generando sollecitazioni versol’alto più elevate.Poiché è difficile garantire la perfettacomplanarità delle piastre ed il suomantenimento nel tempo (ad esempio,per piccoli cedimenti differenziali), èopportuno porre particolare attenzioneal giunto tra il manufatto e le piastread esso prossime, eventualmenteprevedendone una sigillatura che pos-sa durare nel tempo.

Nella Tabella 3 è riportata una sintesidelle condizioni di prova per le situa-zioni a giunti chiusi. In questa situa-zione la stabilità delle piastre è con-dizionata dallo stato piezometricodel corpo filtrante, vista l’ipotizzatasconnessione idraulica tra lo statodel fluido sovrastante la piastra (fun-zione delle caratteristiche dell’eventoche le sollecita) ed il corpo filtrantesottostante. In Tabella 3 sono pertantoindicati i valori delle quote piezome-triche (espressi alla scala del prototipoin m s.l.m.) nel corpo filtrante allabase delle piastre da non superareper garantire coefficienti di sicurezzapari a 1.0 e 1.3.

Tabella 2 – Risultati riassuntivi delle prove a giunti aperti

Prova Livello monte Portata Apertura Stato Piastra 2 Piastra 4 Piastra 6 Piastra 7N° (m s.l.m.) (m3/s) paratoie (m) dei giunti (1) CS CR CS CR CS CR CS CR

1 105.60 400 1.70 A 1.74 1.73 1.71 1.71 1.84 1.89 1.33 1.33

2 105.60 580 2.50 A 1.78 1.73 1.60 1.55 1.81 1.93 1.47 1.53

3 107.97 1910 (2) Chiuse A 1.65 1.54 1.27 1.32 1.21 1.14 1.16 1.12

4 107.59 1910 (2) 1.70 A 1.79 1.68 1.29 1.29 1.38 1.29 1.05 0.97

5 107.48 1910 (2) 2.50 A 1.76 1.65 1.25 1.26 1.36 1.29 1.16 1.77

11 105.60 400 1.70 AD 1.68 1.68 1.78 1.77 1.87 1.90 1.27 1.35

12 105.60 580 2.50 AD 1.67 1.68 1.60 1.61 1.84 1.90 1.46 1.51

13 107.97 1910 (2) Chiuse AD 1.59 1.44 1.26 1.28 0.83 0.72 0.97 0.94

14 107.59 1910 (2) 1.70 AD 1.66 1.52 1.22 1.21 0.98 0.85 0.94 0.89

15 107.48 1910 (2) 2.50 AD 1.67 1.55 1.29 1.27 1.01 0.87 0.94 0.91

16 107.18 1042 (3) Chiuse AD 1.88 1.79 1.29 1.27 1.12 1.00 1.23 1.17

(1) A = Aperti; AD = Aperti e Dislocati(2) Portata al colmo per il dimensionamento dello sfioratore di superficie (millenaria)(3) Portata al colmo di tempo di ritorno T=200 anni

Figura 10

Sollecitazioni agenti sulle piastre

nel caso di giunti chiusi

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BIBLIOGRAFIA

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Tabella 3 – Risultati riassuntivi delle prove a giunti chiusi

Quota piezometrica max ammissibile (m s.l.m.)Prova Livello monte Portata Apertura Stato per garantire il coefficiente di sicurezza Cs pari a:

N° (m s.l.m.) (m3/s) paratoie (m) dei giunti (1) 1.0 1.3 1.0 1.3 1.0 1.3 1.0 1.3Piastra 2 Piastra 4 Piastra 6 Piastra 7

6 105.60 400 1.70 C 93.88 92.34 93.96 92.40 93.99 92.43 93.69 92.20

7 105.60 580 2.50 C 94.02 92.45 94.06 92.48 93.94 92.39 94.04 92.47

8 107.97 1910 (2) Chiuse C 96.68 94.49 94.09 92.50 95.79 93.81 95.02 93.22

9 107.59 1910 (2) 1.70 C 96.33 94.23 94.11 92.52 95.73 93.76 94.95 93.16

10 107.48 1910 (2) 2.50 C 96.31 94.21 93.97 92.41 95.76 93.78 94.97 93.18

(1) C = Chiusi(2) Portata al colmo per il dimensionamento dello sfioratore di superficie (millenaria)(3) Portata al colmo di tempo di ritorno T=200 anni

Poiché in questa situazione il cuscinod’acqua sovrastante, nonostante lefluttuazioni, è comunque stabilizzante,si sono calcolat i teor icamente(Tabella 4) anche i valori delle quotepiezometriche massime ammissibilinel corpo filtrante alla base delle pia-stre che garantiscono coefficienti disicurezza pari a 1.0 e 1.3 nel caso

di vasca con acqua in quiete alla quotadel piano di massi ciclopici a valledella vasca stessa e di vasca vuota.I valori risultanti, superiori di oltre unmetro a quelli ottenuti durante le re-centi prove di invaso (AIPo, 2008),fanno ritenere che, anche nell’ipotesidi totale sigillatura dei giunti, la stabilitàdelle piastre sia garantita.

In ogni caso le piastre più lontanedal manufatto (piastre 2 e 4) non pre-sentano particolari problemi di stabilitàneppure a giunti aperti.Si ritiene, quindi, non opportuno si-gillarne i giunti, così da consentirealle eventuali sottopressioni esistential piano di fondazione di sfogarsiattraverso essi.

Tabella 4 – Quota piezometrica ammissibile al piano di fondazione delle piastre

Livello nella vasca Apertura paratoie Stato dei Quota piezometrica max ammissibile (m s.l.m.)

(m s.l.m.) (m) giunti (1)per garantire il coefficiente di sicurezza Cs pari a:

1.0 1.3

90.00 Chiuse C 93.00 91.66

89.20 (vuota) Chiuse C 92.20 91.05

(1) C = Chiusi

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29AIPO INFORMA - n° 1/2 - 2009

Il progetto di ricerca“La memoria del Po”Testo a cura della Cooperativa Progetti di Pavia, con la collaborazione di “Aipo Informa”

La presentazione della ricerca a Pavia

Si è concluso nei mesi scorsi il pro-getto di ricerca “La memoria delPo”, finalizzato alla costituzione diarchivi orali della memoria sulle vi-cende legate al Grande Fiume neltratto pavese. L’iniziativa è stata ideatae realizzata dalla società cooperativa“Progetti” di Pavia, con il sostegnodell’AIPo, in base a una convenzione,e la collaborazione della Provinciadi Pavia.Alla base del progetto c’era l’idea diraccogliere testimonianze sul rapportotra le comunità locali e il grande fiumee indagare i cambiamenti intervenutiin tale rapporto nel corso dei decenni.La modalità di lavoro scelta è stataquella delle interviste orali agli anziani,ma non solo, dei paesi coinvolti; in-terviste che trasferite su supportoaudio costituiscono un interessantearchivio, offrendo la possibilità diascoltare testimonianze e memoriedirettamente dalla voce dei protago-nisti.Sono dieci i comuni rivieraschi, rap-presentativi di quasi l’intero corsodel fiume Po nel territorio pavese,che hanno aderito con entusiasmoal progetto: Arena Po, Bastida Pan-carana, Corana, Cornale, MezzanaBigli, Mezzanino, Portalbera, Rea,Spessa e San Cipriano Po. Ottantale persone intervistate, di età com-presa tra i 50 e i 90 anni, per untotale di 67 interviste. Queste, nelloro complesso, forniscono un affrescoquanto mai vario, sfaccettato, interes-sante e a tratti sorprendente del gran-de fiume che, data la collocazionegeografica dei paesi coinvolti nell’ini-ziativa, ha sempre rappresentato unapresenza importante e imprescindibilenella vita delle comunità locali, siacome fonte di lavoro e reddito, siacome elemento naturale ora benigno,ora minaccioso.Numerose le testimonianze relativeai tanti lavori che si svolgevano sul eintorno al Po, con differenze importantida paese a paese. Ad esempio, unruolo fondamentale per le economie

locali lo svolgevano i boschi lungo lesponde del fiume, sia quelli spontanei,sia quelli piantati dall’uomo. Dai boschidi alcuni grandi proprietari si ricavavala paleria per le viti dell’Oltrepò, lalegna per i forni e il riscaldamentodomestico, i vimini per i cesti. Andarea fare legna nei boschi spontanei,sulle rive e sui sabbioni del fiume, odirettamente nel fiume, approfittandodei tronchi trasportati dalla corrente,era spesso l’unica possibilità di redditoe di sopravvivenza per intere famiglienella cattiva stagione, quando i lavorilegati alla terra subivano una naturalebattuta d’arresto.Quasi ogni paese aveva poi il suo oi suoi pescatori professionisti. A Reaun anziano ex pescatore di professio-ne racconta della pesca allo storione(del peso tra uno e due quintali) mala maggior parte dei pescatori predili-geva i piccoli pesci di rete, un temporichiestissimi dai ristoranti dell’OltrepòPavese e del Piemonte. Per tantefamiglie la pesca è stata in passatoun mezzo di sussistenza, seppure

non l’attività principale, ed è ancoraoggi un’attività per il tempo libero acui dedicarsi con passione. Stessodiscorso vale per la caccia, un tempopraticata sul fiume con il barchino ela spingarda, sia come professioneche come reddito aggiuntivo o sem-plice passione.Diffusa un po’ ovunque, ma soprattuttonei comuni di Rea, Corana, San Ci-priano, Portalbera, era l’attività deicavatori di ghiaia e sabbia che finoa pochi anni dopo la seconda guerramondiale operavano manualmente,senza l’ausilio di macchine; stretta-mente legato all’attività dei cavatoriera il lavoro di carrettieri e trasportatori.Interessante il fatto che, oltre chesui carri, il materiale veniva trasportatosu barconi che risalivano la correnteattraverso il Po, il Ticino e il Naviglio,anche fino a Milano.Per le popolazioni locali il Po era unamico benigno e noto dove trascorrerele ore di svago, nuotando, andandoin barca, passeggiando, pescando:“D’estate specialmente – raccontauno degli intervistati – andavamo afare il bagno a Po. Allora il mare nonlo conoscevamo, non sapevamo quasineanche che c’era. C’erano spiaggedi sabbia bianchissima e l’acqua sipoteva bere, era pulitissima. C’eraqualche sorgentina che veniva fuori.E allora la bevevamo.”

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Eppure il Po sapeva anche essereuna minaccia: oltre ai tristi racconticirca gli annegamenti, particolare ri-levanza hanno i resoconti delle piene,sebbene la percezione del Po comepericolo vari di paese in paese, inbase alla presenza o meno di arginie al loro grado di sicurezza.Proprio le testimonianze relative aglieventi di piena e in generale, alletrasformazioni subite dal fiume nelcorso del tempo, sono uno degli ele-menti di maggiore interesse per l’AIPo.Infatti le osservazioni, le sensazioni,i commenti di coloro che hanno avutodiretta esperienza del fiume e dellesue piene, rappresentano un patrimo-nio conoscitivo che si aggiunge al-l’esperienza sul campo degli operatorie ai dati di tipo tecnico-scientifico estatistico. Se è del tutto evidente chele tecnologie, gli strumenti di analisie i test di laboratorio – settori su cuile istituzioni, e tra queste l’AIPo, hannonotevolmente investito negli ultimianni – sono ormai imprescindibili perprevedere e interpretare le situazionie quindi assumere le decisioni piùcorrette ed efficaci, non va sottova-lutata l’importanza che ha ancoraoggi, quando si parla di fiumi, la vi-sione in presa diretta, la conoscenzaempirica dei corsi d’acqua e dellaloro trasformazione nel tempo, la me-moria di chi ci ha vissuto a fianco.Tra queste persone, alcune sono per-sino in grado di farsi portatrici nonsolo del loro personale vissuto, madi memorie ancora precedenti, tra-mandate da una generazione all’altra.Particolarmente vivo è il ricordo dellepiene anche di minore entità e di quel-le ricorrenti stagionalmente, ad esem-pio, nei comuni di Arena e San Ci-priano Po.Ad Arena Po gli eventi di piena sonosempre stati subiti in tutta la loro dram-matica evidenza, mista a una sortadi rassegnazione, perché il fiume “faquello che vuole”, mitigata comunquedalla sapienza antica dei gesti giustida compiere in questi casi di estremaemergenza, come portare i mobili aipiani superiori delle case alle primeavvisaglie di pericolo e avvicinare lebarche alle abitazioni.Analogo a quello degli arenesi è ilrapporto con le piene del fiume vissutodagli abitanti di San Cipriano Po. Nel

1951 gran parte delle case di SanCipriano fu allagata fino quasi al pianosuperiore. La piena durò tre, quattrogiorni, salendo lentamente e dandomodo a chi aveva la barca di avvi-cinarla a casa. Chi non possedevauna barca utilizzava le bigonce perl’uva per spostarsi in mezzo all’acqua,che solo sul finire del terzo giornocominciò a defluire.Pur in tutta la sua tragicità fa riflettereche qualcuno degli intervistati siaarrivato a definire l’evento del 1951come “un’alluvione bellissima”, comeper rendere omaggio a un eventonaturale estremo e potente che meritacomunque rispetto.

Risalendo il corso del Po, oltre laconfluenza con il Ticino si incontranoi paesi di Mezzanino e Rea, entrambidotati di argini. In tutte e due i comunila maggior parte degli intervistati per-cepisce come più pericolosa la pienadel 1951, perché allora l’acqua rimasevicino agli argini per più di venti giorni,mentre, per quanto impetuosa e im-provvisa, la piena del 1994 scesealtrettanto velocemente di livello.Giunta a 40, 50 centimetri dall’argine,la preoccupazione non riguardavatanto il rischio che l’acqua lo scaval-casse ma che penetrasse da sotto:qua e là si formavano infatti dei fon-tanazzi. Tutta la popolazione era

Foto d’epoca: febbraio

Foto d’epoca: giugno

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sull’argine per avvistarne prontamentela comparsa e per impedire che siallargassero, circondandoli con sac-chetti di sabbia.Data la robustezza degli argini, dallapopolazione anziana Rea è comun-que sempre stato ritenuto un postosicuro dove vivere, nonostante lagrande vicinanza al Po.Nelle testimonianze raccolte in questolavoro vi sono molti spunti di interesse;dal punto di vista specifico della difesadalle alluvioni emerge dai raccontila consapevolezza di un progressivomiglioramento generale, dalla dram-matica alluvione del 1951 ad oggi,delle condizioni di sicurezza idraulica.

Un miglioramento che continua an-cora adesso, visto che proprio in unodei Comuni pavesi più colpiti dallealluvioni, Arena Po, è in corso unintervento di messa in sicurezza daparte dell’AIPo che vede soluzioniprogettuali condivise dalla comunitàlocale e capaci di valorizzare pecu-liarità ambientali e potenzialità turi-stiche.Un ulteriore argomento toccato du-rante le interviste ha riguardato glispazi e le occasioni di socialità e difesta. Le sagre di paese erano untempo il principale avvenimento mon-dano che metteva in moto l’interacomunità. Si sono raccolte testimo-

Foto d’epoca: novembre

Foto d’epoca: dicembre

nianze relative a riti e processioniche riguardano direttamente il fiumePo: come la processione del mesedi maggio a Rea che ha come pro-tagonista una statua della Madonnatrovata sul greto del Po, la benedi-zione del fiume e degli argini il 15di agosto a Mezzanino, la festa sul-l’acqua a Bastida Pancarana l’ultimosabato di maggio e la tradizione deglignocchi di Sant’Agnese ad Arena,una volta impastati con la farina ma-cinata dai mulini natanti e con l’acquadel Po.Le interviste divise in tracce e riversatesu cd audio sono conservate pressole biblioteche e gli archivi dei Comuniche hanno aderito all’iniziativa a di-sposizione di scuole, studiosi o sem-plici curiosi e appassionati. Una copiadi tutto il materiale è inoltre conservatapresso la sede centrale dell’Aipo aParma. Come ha affermato la Presi-dente dell’AIPo, Bruna Sibille, “la me-moria di ciò che è stato non devesolo servire a ripercorrere il passato,magari con un po’ di inevitabile no-stalgia, ma spingere ad assumereresponsabilmente le misure necessa-rie per riproporre il Po come risorsa,su molteplici piani: ambientale, eco-nomico, agricolo, culturale-turistico,fino al tema della navigabilità cheinteressa in particolare il medio ebasso corso del fiume. La domandacruciale a cui oggi siamo chiamatia rispondere è se nella situazioneattuale e alla luce delle variazioniclimatiche in atto si possa rilanciareil Po rinunciando ad ogni nuova azione- in sostanza, lasciandolo a se stesso;o se, al contrario, si debba pensaread interventi di risistemazione in gradoda un lato di preservarlo e, dall’altro,di renderlo più fruibile per “conse-gnarlo” in migliori condizioni alle futuregenerazioni; interventi che non si do-vrebbero certo imporre dall’alto, peressere invece condivisi con gli entilocali, le popolazioni, i vari soggettiinteressati. L’AIPo intende aprire unragionamento sulla seconda prospet-tiva delineata, aperta al confronto eal contributo di tutti, mettendo a di-sposizione le proprie energie, cono-scenze e competenze tecniche. Inquesto percorso, meritano di essereascoltate anche le tante e diversevoci che solcano la ricerca della ‘Me-moria del Po’ ”.

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LA MEMORIADEL POProgetto di costituzione

di archivi orali

della memoria

80 intervistati

67 interviste

I cd delle interviste

e le relative trascrizioni

sono conservati

presso i comuni

di Arena Po,

Bastida Pancarana,

Corana, Cornale,

Mezzana Bigli,

Mezzanino, Portalbera,

Rea, Spessa

e San Cipriano Po.

Una copia dei materiali

è depositata

presso l’Aipo.

E’ stato realizzato

un dvd promozionale

dell’intervista.

Per informazioni:

Progetti società

cooperativa per

il turismo e la cultura

Pavia

Tel. 0382.530150