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Anno X - n. 4 Aprile 2016 Mensile dell’ Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 7 - 38122 Trento

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2 aprile 2016

SOMMARIO

Camminiamo Insieme

Chiusura in redazione23 marzo 2016

Editoriale È tempo di responsabilità ………………………………………………………………………………pag. 3

Spiritualità Il Sacramento dell’Unzione degli infermi e il Viatico (1) …………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 4

Attualità Comunicare è anche riconciliarsi con il prossimo …………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 6

Vita di Ac La pace ci importa ………………………………………………………………………………………………………………………pag. 8

A Redipuglia …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 10

Aspettando la GMG …………………………………………………………………………………………………………………pag. 11

I THE SUN in concerto a Volano ……………………………………………pag. 12

Prenotati per il campo scuola estivo! ………………pag. 13

Il libro Ho incontrato la misericordia …………………………………………………………pag. 14

L’Agenda di Ac Appuntamenti di maggio ……………………………………………………………………………………pag. 15

Carta proveniente da forestecorrettamente gestite

Stampa Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana

Orari di segreteria:lunedì dalle 8.30 alle 12.30martedì dalle 14.30 alle 18.30mercoledì dalle 8.30 alle 12.30giovedì dalle 8.30 alle 12.30venerdì dalle 14.30 alle 18.30

L’assistente ecclesiastico don Giulio Vivianiè presente in Centro diocesano il venerdì dalle 15 alle 17.30.

Azione cattolica Diocesi di Trento - Via Borsieri, 7 - 38122 Trentotel. 0461 260985 / fax 0461 233551 - segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it - Facebook (Azione-Cattolica-Diocesi-di-Trento)

«Ai vescovi chiedo di essere pastori. Niente di più: pa-stori. Sia questa la vostra gioia: “sono pastore”. Saràla gente, il vostro gregge, a sostenervi. (…) Oltre la pre-ghiera, quello che fa stare in piedi un vescovo è la suagente». (Papa Francesco, Firenze 10.11.2015)

L’Azione cattolica partecipa alla gioia della Chiesa dioce-sana per la nomina del nuovo Vescovo, mons. Lauro Tisi.

Nell’accompagnare con la preghiera il suo episcopato, rin-noviamo la nostra dedizione e vocazione per il servizioapostolico alla Chiesa diocesana e al suo Pastore.

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Il momento più importante di questo percorso è senz’altro quello che ciascunodi noi vivrà nelle proprie parrocchie: l’assemblea parrocchiale, nella quale eleg-geremo il presidente parrocchiale e i responsabili dei vari settori. Non nascondiamoci che a volte questi meccanismi ci sembrano complicati, sco-modi e anche inutili. Magari ci siamo anche chiesti più volte perché sia necessa-ria un’assemblea con tanto di candidati, votazioni, schede elettorali... e se, inve-ce, non si possa farne a meno.Anche se è un percorso che costa fatica, sono convinta che sia una delle carat-teristiche più belle della nostra associazione. Ognuno di noi è unico, con i suoi ta-lenti e le sue difficoltà; i nostri gruppi sono tanto più ricchi e più vivi quanto piùriusciamo a condividere le nostre potenzialità e lasciarci aiutare nelle difficoltà. Ogni tre anni l’Ac ci chiede di mettere a disposizione alcuni di questi doni, ci chie-de di metterci a servizio del nostro gruppo e della nostra comunità parrocchiale.Quando questi ragionamenti bussano alla porta dei nostri pensieri, corriamo a chiu-derla a chiave, perché questi pensieri ci provocano, perché ci costringono a metterciin gioco, a ragionare su cosa significa per noi far parte dell’Ac, su cosa riceviamo da-gli altri e su cosa possiamo donare noi al nostro gruppo e alla nostra comunità. Cerchiamo di vedere il percorso assembleare come un’occasione preziosa per inostri gruppi: per dirci le tante cose belle che abbiamo fatto insieme in questi an-ni; per ricordarci dove abbiamo fatto fatica; per trovare idee nuove o individuarenecessità della nostra comunità in cui potremo impegnarci. Non consideriamoquesti momenti come fossero tempo perso, perché tanto siamo sempre gli stes-si, perché i responsabili hanno fatto tutto così bene, cosa vuoi che dica loro…Non riteniamo a priori di avere troppi impegni, di non essere all’altezza, di nonavere le capacità per metterci in gioco come responsabili: lasciamoci guidare daDio con il cuore aperto e consideriamo senza paure le proposte, a volte certo im-pegnative, che ci vengono fatte. Ricordiamoci sempre che non siamo soli, siamo un gruppo che cammina insieme.Prendiamoci allora il tempo di parlarne insieme, il nostro gruppo potrà solo gua-dagnarne.

Maddalena

Il tempo vola. Sarà anche un semplice modo di dire ma, come spessoaccade, la semplicità colpisce nel segno. Anche se può sembrare che sia iniziato giusto qualche giorno fa, ci stiamo avvicinando a grandipassi alla conclusione di questo triennio e all’orizzonte si avvicinano una serie di appuntamenti che ci porteranno a individuare i nostrirappresentanti per i prossimi anni.

3aprile 2016

Camminiamo Insieme

È tempo di responsabilitàEditoriale

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4 aprile 2016

Camminiamo Insieme

La Sacrosanctum Concilium dedica pochema esplicite parole al nostro tema (n 73-75): «L’“estrema unzione”, che può es-sere chiamata anche, e meglio, “unzionedegli infermi”, non è il sacramento di co-loro soltanto che sono in fin di vita. Per-ciò il tempo opportuno per riceverlo hacertamente già inizio quando il fedele,per indebolimento fisico o per vecchia-ia, incomincia a essere in pericolo dimorte. Oltre i riti distinti dell’Unzionedegli infermi e del Viatico, si compongaanche un “rito continuato”, nel quale

l’Unzione sia conferita al malato dopo laconfessione e prima del Viatico…». Untesto che è stato recepito dal nuovo ri-tuale in uso nella Chiesa cattolica.Deve essere ben chiaro, anche nellacelebrazione di questo Sacramento,che non è l’unzione che salva, ma la fe-de. Lo ricorda chiaramente con le sueparole sempre molto esplicite e con-crete l’apostolo Giacomo nella sua let-tera (5, 13-16), che è alla base di que-sto Sacramento: «Chi tra voi è neldolore, preghi; chi è nella gioia canti in-ni di lode. Chi è malato, chiami pressodi sé i presbiteri della Chiesa ed essipreghino su di lui, ungendolo con olionel nome del Signore. E la preghierafatta con fede salverà il malato: il Si-gnore lo solleverà e, se ha commessopeccati, gli saranno perdonati. Confes-sate perciò i vostri peccati gli uni aglialtri e pregate gli uni per gli altri per es-sere guariti. Molto potente è la pre-ghiera fervorosa del giusto». Come in tutti i libri liturgici editi dopo lariforma voluta dal Concilio Vaticano II,anche in questo Rituale troviamo dellePremesse molto belle: una vera catechesisul senso dell’Unzione degli infermi e lacura pastorale dei malati, senza dimen-

Il Sacramento dell’Unzionedegli infermi e il Viatico (1)Spiritualità

Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica(CCC 1499-1525; Compendio 313-320): «Lamalattia e la sofferenza sono sempre statetra i problemi più gravi che mettono allaprova la vita umana. Nella malattia l’uomofa l’esperienza della propria impotenza, deipropri limiti e della propria finitezza. Spes-so Gesù chiede ai malati di credere. Si servedi segni per guarire: saliva e imposizionedelle mani, fango e abluzione. I malati cer-cano di toccarlo “perché da lui usciva unaforza che sanava tutti” (Lc 6, 19). Così, nei Sa-cramenti, Cristo continua a “toccarci” perguarirci. Non ha guarito però tutti i malati.Le sue guarigioni erano segni della venutadel regno di Dio. Annunciavano una guari-gione più radicale: la vittoria sul peccato esulla morte attraverso la sua Pasqua».

L’Anno giubilare della Misericordia ci invita ad aprire un libro liturgico in-titolato Sacramento dell’Unzione e cura pastorale degli infermi. Esso riporta igesti e le parole con cui la comunità cristiana si fa vicina, in nome di Cri-sto e con la sua misericordia, a quanti vivono nel loro corpo e nel loroanimo l’esperienza della malattia e della fragilità fisica.

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5aprile 2016

Camminiamo Insieme

ticare il significato della malattia e deldolore e il loro valore nel mistero dellasalvezza. Quanto sarebbe importanteche sacerdoti, diaconi, ministri straordi-nari della Comunione e operatori pasto-rali che assistono gli anziani e gli amma-lati leggessero almeno una volta quellepoche pagine così belle e istruttive! Es-se sono molto chiare, invitando tutti ivari ministri delle nostre comunità a nonoffrire solo il Sacramento, ma una pre-senza di carità e di conforto, come ri-chiedono esplicitamente questo libro li-turgico e la nostra identità cristiana.

Si tratta, quindi, di un Sacramento che sipuò ricevere più volte, si può ripetere indiversi momenti della vita o della malat-tia. Anche se negli anni dopo il Concilioc’è stato qualche eccesso nel dare que-sto Sacramento a tutti in certe celebra-zioni comunitarie, questo può esserescusato: è servito a farlo diventare un

vero Sacramento per la vita e non per lamorte! Ha fatto scomparire l’alone dinascondimento e ha, almeno in parte,tolto la paura. Come ogni Sacramento,va quindi anche oggi preparato e cele-brato con persone conosciute, predi-sposte e accompagnate. Solo il sacer-dote ordinato può celebrare questoSacramento, che comporta la remissio-ne dei peccati, usando queste parole es-senziali: «Per questa Santa unzione e lasua piissima misericordia ti aiuti il Si-gnore con la grazia dello Spirito Santo. Eliberandoti dai peccati ti salvi e nella suabontà ti sollevi». Una parola va detta anche sul Viatico,cioè l’ultima Comunione che si dà almorente, come Pane che lo sostenga egli dia forza nell’ultimo viaggio, quellopiù arduo e che si compie da soli. Maanche in quel caso il Signore Gesù nonci abbandona: lui ha provato come noiquel tremendo passaggio dalla vita allamorte, ma ormai con lui andiamo versola pienezza della Vita nuova ed eterna.Le parole di Gesù sono esplicite: «Chimangia la mia carne e beve il mio sangueha la vita eterna e io lo risusciterò nel-l’ultimo giorno» (Gv 6, 54). Il Rito nel mo-mento della Comunione invita a dire:«Egli ti custodisca e ti conduca alla vitaeterna». Ancora una volta ci accorgiamoche Dio, nella sua misericordia, si impe-gna con noi per darci la certezza che laluce della fede illumina il dolore e lamorte, nella consapevolezza che, comedicono le Premesse (n. 3), «I malati hannonella Chiesa una missione particolare dacompiere e una testimonianza da offri-re». (continua sul prossimo numero)

don Giulio

Nella sua Udienza di fine febbraio 2014 pa-pa Francesco affermava: «Questo mandatoè ribadito in modo esplicito e preciso nellaLettera di Giacomo… Si tratta quindi di unaprassi che era in atto già al tempo degliApostoli. Gesù infatti ha insegnato ai suoidiscepoli ad avere la sua stessa predilezioneper i malati e per i sofferenti e ha trasmes-so loro la capacità e il compito di continua-re ad elargire nel suo nome e secondo il suocuore sollievo e pace, attraverso la graziaspeciale di tale Sacramento. Questo perònon ci deve fare scadere nella ricerca os-sessiva del miracolo o nella presunzione dipoter ottenere sempre e comunque la gua-rigione. Ma è la sicurezza della vicinanza diGesù al malato e anche all’anziano, perchéogni anziano, ogni persona di più di 65 anni,può ricevere questo Sacramento, medianteil quale è Gesù stesso che ci avvicina».

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6 aprile 2016

Camminiamo Insieme

Partirei dall’affermazione «Ciò che dicia-mo e come lo diciamo, ogni parola e ogni ge-sto dovrebbe poter esprimere la compassione,la tenerezza e il perdono di Dio per tutti.L’amore, per sua natura, è comunicazione,conduce ad aprirsi e a non isolarsi». Perspiegare questo passo, partirei daun’altra affermazione che ci riguarda:“I trentini sono orsi. Non gli cavi dueparole, sono chiusi”. Nessuno può di-re il contrario, anche se la nostra terra,ponte per l’Europa, ci sta un po’ cam-biando e il turismo crescente ci avvici-na a conoscere popolazioni diverse.Ma se prendiamo un napoletano, unsiciliano, un calabrese, notiamo comesia innata in loro la volontà di comuni-care, un’apertura verso il prossimo, nelsegno della misericordia… in questo,dobbiamo ancora imparare molto.La seconda affermazione contenutanel Messaggio di papa Francesco: «Lacomunicazione ha il potere di creare ponti, difavorire l’incontro e l’inclusione, arricchendocosì la società. Com’è bello vedere persone im-pegnate a scegliere con cura parole e gesti persuperare le incomprensioni, guarire la memo-ria ferita e costruire pace e armonia. È au-spicabile che anche il linguaggio della politi-ca e della diplomazia si lasci ispirare dallamisericordia, che nulla dà mai per perduto.Faccio appello soprattutto a quanti hanno re-

sponsabilità istituzionali, politiche e nel for-mare l’opinione pubblica, affinché siano sem-pre vigilanti sul modo di esprimersi nei ri-guardi di chi pensa o agisce diversamente, eanche di chi può avere sbagliato». Ho parla-to prima di Europa. La visione globaledi un territorio ampio ci porta a capireche non siamo soli, e questo ci devespronare a cercare un reciproco scam-bio di risorse, siano esse materiali osolo morali.Il dopoguerra ci ha insegnato a ricuci-re rapporti tra uomini e Stati prima inlotta tra loro. La nascita dell’UnioneEuropea, del Consiglio d’Europa è sta-to un primo passo per ricostruire i pon-ti tra i territori e le persone. Il muro diBerlino abbattuto è da collocare ap-punto in quella fase di abbattimentodelle barriere. Ma se non si riesce astare costantemente vigili e fedeli aquell’ideale di costruzione di pace e ar-monia, si ricostruiscono i muri – comequelli contro i profughi – e si torna in-dietro di 30 anni. Non stupiamoci poise la politica italiana si dimostra a vol-ta immatura quando nei grandi eventiusciamo dal protocollo e mettiamo lecorna in testa al presidente dell’altroStato, oppure arriviamo tardi o con lacravatta ancora da infilare pochi se-condi prima di entrare in una grande

Attualità Comunicare è anche riconciliarsi con il prossimo

Riflessioni a margine del Messaggio del Papa in occasione della 50ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali “Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo”, che verrà celebrata domenica 8 maggio.

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7aprile 2016

Camminiamo Insieme

assemblea. Scusate se rivango tempiche furono, ma qualcuno avrà studiatoil discorso di Degasperi a Vienna quan-do si trattò pur da sconfitti di chiede-re, quasi in ginocchio, benefici (e noitrentini eravamo pienamente coinvolti)e sconti di “pena”. In un discorso ini-ziato sotto i cattivi auspici Degaspericonvinse tutti e uscì tra gli applausi.Quella fu certamente un corretta scel-ta di parole e gesti per superare le in-comprensioni.Ma ecco ancora: «Sia ambiente fisico chedigitale… L’ambiente digitale è una piazza,un luogo di incontro, dove si può accarezzareo ferire, avere una discussione proficua o unlinciaggio morale». Parole Sante!!! Lastampa e la penna possono “uccidere”una persona con articoli diffamatorioppure condannare una persona di unreato prima del processo. Quanti erro-ri di giustizia abbiamo visto negli anni,quante smentite a carattere piccoloabbiamo letto sui giornali dopo titolo-ni a piena pagina. Ma non basta: oracon i social network e con internetogni azione viene condannata o osan-nata; migliaia di persone leggono, sen-za magari chiedersi se le fonti di queisiti sono reali o costruite per fare delmale a qualcuno, per screditare la po-litica di uno Stato, per istigare lotte direligione. Rispetto alla stampa, il lin-guaggio digitale è più difficile da con-trollare e da fermare, ancora più ag-gressivo.E infine affrontiamo questo passo de-cisivo del Messaggio: «Per questo è fon-damentale ascoltare. Comunicare significacondividere, e la condivisione richiede l’ascol-to, l’accoglienza. Ascoltare è molto più che

udire. L’udire riguarda l’ambito dell’informa-zione; ascoltare, invece, rimanda a quello del-la comunicazione, e richiede la vicinanza.L’ascolto ci consente di assumere l’atteggia-mento giusto, uscendo dalla tranquilla con-dizione di spettatori, di utenti, di consumato-ri. Ascoltare significa anche essere capaci dicondividere domande e dubbi, di percorrere uncammino fianco a fianco, di affrancarsi daqualsiasi presunzione di onnipotenza e met-tere umilmente le proprie capacità e i propridoni al servizio del bene comune. Ascoltarenon è mai facile. A volte è più comodo finger-si sordi». Non occorre commentare mol-to di questo passaggio se non quellodella misericordia familiare. Pensiamoal rapporto tra genitori e figli adole-scenti o al rapporto tra due sposi: sen-za dialogo e scambio reciproco di vitaquotidiana, la vita diventa solo una se-quenza sempre identica, sempre piùnoiosa. Il dialogo aiuta a sfogarsi, a ri-costruire, a ripensare a cosa ci uniscepiù a quello che ci sta per un momen-to dividendo. Concludo citando ancheil campo lavorativo: un capo “sordo”non sarà mai un capo, perché farà so-lo ciò che vuole e non ciò che è im-portante per crescere grazie anche al-l’apporto umano dei dipendenti e deicollaboratori. Ci sono anche in Trenti-no quegli imprenditori che sembranoavere un senso di onnipotenza e oltrea comandare nella propria azienda – opubblico ufficio – pensano di farlo an-che con chi incontrano durante lagiornata, dimostrando arroganza. Aquesti un bel bagno di misericordia,chiamata anche umiltà, non farebbecerto male!

Alessandro Cagol

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8 aprile 2016

Camminiamo Insieme

La pace ci importaVita di Ac

Il titolo evocativo dei tre incontri era “Ame che importa?”, che riecheggiava il gri-do appassionato con cui papa France-sco a Redipuglia, nel settembre del 2014,di fronte ai 100.000 morti del sacrariomilitare, richiamava le coscienze di tuttia prendersi cura del fratello, soprattuttodel fratello che soffre e viene ucciso.

La memoria di una sceltaIl I conflitto mondiale, con effetto domi-no, coinvolse nel giro di 15 giorni tutte leprincipali potenze europee in quella cheassunse ben presto l’aspetto sanguino-so e atroce di guerra di trincea, di fronticontrapposti a tutte le quote e di batta-glie tremende per pochi metri di terraconsiderata strategica sulla carta. In Trentino, terra di confine, gli effettifurono dirompenti e drammatici fin dal-l’esordio, con 100.000 sfollati (70.000nelle regioni interne tedesche, 30.000 inItalia) e l’immediato reclutamento di60.000 giovani. Lo spopolamento e sra-dicamento dal territorio fu doloroso e

cambiò i connotati del territorio e dellapopolazione. Il clero trentino fu accan-to alla popolazione fin da subito, pervolontà dell’allora vescovo CelestinoEndrici, con lettere, raccomandazioni einviti ad esercitare le opere di miseri-cordia, a collaborare con la Croce Ros-sa, ad essere accanto al popolo conopere di soccorso, supporto, assistenzae intermediazione, «da amici e padri af-fettuosi». In Italia, il Papa fu voce equilibrata e au-tonoma, che invocava fratellanza e ri-spetto del diritto, che chiese agli Staticoinvolti di «interrompere l’inutile stra-ge»; voce lungimirante e inascoltata.

(dalla relazione di don Severino Vareschi)

Dal conflitto al perdonoDa che parte sta Dio in tempo di guerra? Dio è Dio della Pace, che sta dalla par-te dei deboli e degli oppressi e lotta at-tivamente contro il male.La pace è quindi dono di Dio, vienedall’alto e ripristina l’alleanza/relazio-

Dal 18 al 25 febbraio l’Ac diocesana e la Pastorale Sociale, Ambiente e Turismo hanno curato tre serate di approfondimento su “Memoria, perdono e pace dalla Grande Guerra ad oggi”.

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9aprile 2016

Camminiamo Insieme

ne tra uomo e Dio, uomo e se stesso,uomo e uomini, uomo e donna, uomoe creato, uomo e tutti i popoli dellaTerra. Allo stesso tempo, però, la paceva chiesta e attesa con pazienza, spe-ranza e fiducia; è frutto di scelte uma-ne, richiede la riconciliazione con Dio etra gli uomini. La pace «esige la lottacontro il male e mira al recupero e allasalvezza del colpevole»; siamo chia-mati ad essere collaboratori operosi:abbiamo il compito di smascherare leradici della guerra (l’egoismo); di de-nunciare gli atteggiamenti oppressivi;di svelare i regimi falsi e immorali; dipredicare e testimoniare le beatitudini;di collaborare con le iniziative di pacee di partecipare al dibattito sulla pace.I cristiani sanno che la pace esiste ed èGesù Cristo, presente e vittorioso del-la storia e nei cuori degli uomini. La pa-ce quindi è reale e realizzabile; questaconsapevolezza ci aiuta a sperare, acoltivare calma e pazienza, a cammi-nare sulle vie della pace anche quandogli altri uomini si fermano.

(dalla relazione di don Piero Rattin)

Una pace possibileLe origini delle dinamiche sociopoliti-che, economiche e religiose che in-fiammano il Medioriente hanno radiciantiche: nella I Guerra Mondiale con lapromessa disattesa di uno stato auto-nomo per i curdi; nell’impero ottoma-no per i delicati equilibri politico-reli-giosi tra sciiti e sunniti; a fine ’800 peri primi aneliti di sionismo. In particolare, il conflitto arabo-israe-liano non nasce nel 1947 con la spar-tizione dei territori palestinesi, ma dal-

l’uccisione dello zar di Russia; però sipuò risalire fino ad Abramo, patriarcae capostipite degli ebrei e parimentidei musulmani. Il tempio di Gerusa-lemme è il fulcro della religione ebrai-ca e luogo della ascensione al cielo diMaometto: la spianata del tempio èperciò “rompicapo teologico, civile estorico insolubile”. Quali le vie di pace? La pace in TerraSanta ha un prezzo: il ritiro dei coloniebrei dagli insediamenti palestinesi (ripristinando i confini internazionalidel 1949), custodire Gerusalemme, col-tivare la speranza (restando vicini a chisperimenta vie di perdono e di riconci-liazione). La guerra nel Mediterraneo ci tocca,cambia anche il nostro modo di vivere,ci minaccia; la pace ci riguarda perso-nalmente; siamo responsabili di quan-to accade, in coscienza non possiamotenercene fuori. Abbiamo il dovere diinformarci… ci vuole intelligenza, sa-pienza e coscienza storica.

(dalla relazione di Luigi Sandri)

Per chi lo desidera, è disponibile presso lasede diocesana di Ac un DVD con la regi-strazione degli interventi.Le tre serate saranno replicate in primave-ra a Levico Terme (maggiori informazionisul nostro sito).

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10 aprile 2016

Camminiamo Insieme

A Redipuglia Vita di Ac

Guerra significa distruzione di intere po-polazione inermi, generazioni giovanicondotte al macero, carovane intermi-nabili di sfollati. Dunque la guerra è unmale che possiamo e dobbiamo evitare.Per questo la gita-pellegrinaggio que-st’anno dovrebbe indurci a ripensare ilnostro presente e il nostro futuro, ve-dendo da vicino e personalmente i luo-ghi e gli strumenti di guerra. Vedremo ilgrande cimitero di Redipuglia (100.000morti), un percorso trincerato e un pic-colo museo. Il cimitero. Per anni, soprattutto nel primodopo guerra, ci si è adoperati per esor-cizzare il dramma di tanti morti con pa-role altisonanti quali eroismo, martirio,sacrificio alla patria... parole che finiva-no per farci dimenticare che dietro ognicroce c’è una persona che aveva dirittoalla vita, alla famiglia, a un affetto certo.A parte una esigua minoranza, questipoveri soldati erano usciti il giorno primadai loro campi, dalle loro stalle, per in-dossare un’uniforme e imbracciare unfucile; non hanno avuto alternative. Per-ciò le loro croci rimandano più coeren-temente alla croce cristiana, quella di unCrocifisso che è stato ucciso pur essen-do innocente. Le trincee. Ce l’hanno descritte comeluoghi della strategia, dove i soldati

sempre all’erta aspettavano il gridodell’attacco. Vi si combatteva la cosid-detta “guerra di posizione”. Vi sco-priamo dei luoghi di vita, dove si man-gia, si dorme, si sta insieme giorno enotte al freddo, al caldo, sotto la nevee sotto il sole; ci sono i sani, i malati, iferiti, i morti. In trincea ci si ripara dalpericolo, a volte si prega anche invo-cando l’aiuto dei santi e di Maria. Maquando si pensa che in questi luoghivenivano ammassate le truppe a centi-naia per giorni, mesi, anni, vien da direche vi si può annidare ogni forma diviolenza fisica e psichica e morale. Le fortificazioni e altro. L’immenso arsena-le costruito fin dalla fine dell’800 era giàpredisposto in fortificazioni, con stradedi accesso, ospedali da campo, funivieche servivano le montagne, zone per i ri-fornimenti e per gli smistamenti dei mi-litari, strumenti per la sorveglianza e ilcontrollo del territorio, oggetti di ogni ti-po per la vita quotidiana. La guerra, chenell’intenzione doveva durare un paio dimesi, impose a milioni di persone unostato di vita mai sperimentato e neppu-re mai immaginato. I dettagli sul percor-so li trovate a pagina 15, ma ciò che im-porta è prepararci con lo spirito giusto:una gita-pellegrinaggio, appunto.

Roberto

L’occasione ci viene dal centenario della I guerra mondiale (1914-1918)e anche dall’insistenza con la quale il Papa e i vescovi ci sollecitano in questa memoria drammatica, col convincimento che le guerre di oggihanno un nesso con quelle di ieri.

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11aprile 2016

Camminiamo Insieme

Aspettando la GMGVita di Ac

L’idea è nata un martedì sera a gruppoAcg con i nostri animatori. Ci hannoproposto di iscriverci alla GMG e han-no invitato due ragazze che hanno par-tecipato a quella di Colonia del 2005.Ascoltare il loro racconto entusiasman-te e venire a conoscenza di altre espe-rienze (mia madre ha ancora un vividoricordo della GMG del ’97!) ci ha fattocomprendere quanto era imperdibilel’occasione che ci veniva offerta, così,dopo aver convinto anche i genitori piùtimorosi, ci siamo iscritti.È emozionante pensare che trascorre-remo 10 giorni assieme a migliaia digiovani provenienti da tutto il mondo,alternando i momenti di condivisionee divertimento a quelli più intensi di ri-flessione sul tema “Beati i misericordiosi,perché otterranno misericordia”, propostoda papa Francesco. Sarà un’esperienzadavvero arricchente per ciascuno dinoi! Non solo ci confronteremo con ra-

gazzi di lingua e cultura diverse dallenostre, ma avremo modo anche di co-noscere altri giovani della Diocesi diTrento, assieme ai quali partiremo. Abbiamo escogitato dei modi per al-leggerire la spesa del viaggio e non pe-sare troppo sulle nostre famiglie: adesempio stiamo organizzando una ce-na di raccolta fondi che speriamo ab-bia successo; di sicuro noi ci impegne-remo al massimo perché non vediamol’ora di partecipare a questo importan-te incontro mondiale dei giovani e sia-mo sicuri che ne varrà la pena!

Silvia

Quattro ragazzi di Volano a fine luglio partiranno per Cracovia, per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù.

«“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8). Cari giovani, come vedete, questa Beati-tudine tocca molto da vicino la vostra esistenza ed è una garanzia della vostra felicità. Perciòvi ripeto ancora una volta: abbiate il coraggio di essere felici!Proprio trent’anni fa san Giovanni Paolo II istituì nella Chiesa le Giornate Mondiali della Gio-ventù. Questo pellegrinaggio giovanile attraverso i continenti sotto la guida del Successore diPietro è stata veramente un’iniziativa provvidenziale e profetica. Ringraziamo insieme il Si-gnore per i preziosi frutti che essa ha portato nella vita di tanti giovani in tutto il pianeta! Il san-to Pontefice, Patrono delle GMG, interceda per il nostro pellegrinaggio verso la sua Cracovia.E lo sguardo materno della Beata Vergine Maria, la piena di grazia, tutta bella e tutta pura, ciaccompagni in questo cammino». (dal Messaggio ufficiale di papa Francesco per la GMG 2016)

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12 aprile 2016

Camminiamo Insieme

I THE SUN in concerto a VolanoVita di Ac

Sì proprio rock: la musica che tra i gio-vani “spacca”… per gli adulti solo leorecchie!!! Questa volta invitiamo pro-prio gli adulti – insieme a giovani e ra-gazzi – a lasciarsi coinvolgere dalla mu-sica dei THE SUN, una band vicentinafatta di giovani che si conoscono datanto tempo e che hanno sempre avu-to la passione per la musica. Nel 2008, all’apice del successo nazio-nale e internazionale nel mondo dellamusica rock, il leader Francesco Loren-zi inizia un cammino di cambiamentospirituale. Attraverso la riscoperta del-la freschezza e della forza del messag-gio del Vangelo, coinvolge anche i suoiamici in un cammino interiore che liporterà ad affrontare ferite e paure chenegli anni avevano cercato di aneste-tizzare con dipendenze ed eccessi vari.Questo cammino, fatto di ore notturnedi adorazione davanti all’Eucaristia, dilettura del Vangelo, di confronti aperti edi sogni persi e ripresi, porta a una scel-ta artistica molto coraggiosa e contro-corrente nel mercato discografico:sempre musica rock, ma con messaggiveri, per cantare con il linguaggio delcuore, dell’anima, della fede. Dopo l’album “Luce” (2012) e “Spiriti delSole” (2013), che li confermano e rilan-ciano nella discografia nazionale, nel

2015 esce “Cuore Aperto”, che proponepezzi musicali che affrontano con co-raggio temi come la sessualità, la fede,l’amore per Dio, la gratitudine, la fami-glia. In particolare, con il pezzo “Le casedi Mosul” lanciano un forte grido di rab-bia e di dolore per le vittime delle guer-re nel Medio Oriente (vedi www.thesun.it).In questi anni sono già stati in provinciadi Trento per alcuni concerti, e avremomodo di ascoltarli anche a Volano,sabato 11 giugno ad ore 21.30 pres-so il parco Legat, in un evento propostoanche dall’Azione cattolica parrocchialee diocesana, insieme ad altre associa-zioni culturali e giovanili del territorio. Il ricavato sarà destinato a favore diA.I.Lam onlus, che promuove la ricercascientifica su una rara malattia polmo-nare che colpisce quasi esclusivamentedonne, la Linfangioleiomiomatosi. Do-menica 12 giugno, in tarda mattinata,sarà possibile ascoltare la loro storia ela loro testimonianza di fede presso ilteatro parrocchiale di Volano, con in-gresso libero.Le modalità di prevendita e i dettagli dei dueappuntamenti saranno pubblicizzati sulla pa-gina Facebook e sul sito dell’Ac, oppure chie-dendo direttamente all’indirizzo mail [email protected]

Fabiola

Se ci venisse proposto un concerto di musica? Indubbiamente davantial canto gregoriano, alla musica classica, a un bel coro di montagna, aun’orchestrale, non avremmo dubbi sulla risposta: “Sì grazie, e volentieri”.E se la proposta venisse dai giovani per un concerto di musica rock?

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13aprile 2016

Camminiamo Insieme

Prenotati per il campo scuola estivo!

Vita di Ac

Anche quest’anno il campo estivoAcr si svolgerà presso la colonia S. Ma-ria Goretti di Volano, ma con una gran-de novità: non ci saranno più le duesettimane separate per elementari emedie, ma entrambi i campi si svolge-ranno nella stessa settimana, dal 10al 16 luglio. I bambini delle elemen-tari (dalla classe terza) e i ragazzi dellemedie vivranno una settimana nellastessa struttura, con alcuni momenti incomune, quali la preghiera del matti-no, i pasti e alcuni giochi.Le giornate al campo saranno intense,perché non vogliamo solo riempire iltempo ma vogliamo lasciare ai ragazziqualcosa da portarsi a casa. Vogliamoseminare bene nella speranza che ungermoglio, col tempo, possa crescere ematurare dentro ognuno dei bambini edei ragazzi che ci verranno affidati. Le giornate saranno strutturate conmomenti di preghiera, di formazione edi lavoro di gruppo, ai quali si alterne-

ranno momenti di gioco e svago, ac-compagnati da qualche servizio che sa-rà richiesto per la gestione della casa.Vogliamo che il campo scuola includatutta l’Acr, e dell’Acr fanno parte anchei genitori: proponiamo per loro un cam-po “Formato famiglia” che si svolgeràda venerdì 15 a domenica 17 luglio.Questa proposta nasce dal desiderio dipoter condividere sempre più con i ge-nitori, ma anche con le coppie di sposi,la proposta e lo stile formativo dell’Ac,che si prende cura di piccoli, grandicellie anche dei “più grandi”, dando loro mo-do di condividere alcuni giorni in amici-zia, con un breve ma significativo per-corso di riflessione, ritagliandosi deltempo personale e di coppia. Per i bam-bini dai 4 ai 6 anni è previsto un serviziodi animazione ad hoc. Vi starete chie-dendo qual è il tema di questi campiscuola… Non ve lo posso dire! Se sietecuriosi – come penso io – vorrete sco-prirlo e c’è un unico modo: tenetevi li-beri per quella settimana e prenotate ilvostro posto non appena si apriranno le iscrizioni. Per altre informazioni potete rivolgervia me (Sara) o alla segreteria diocesana.Scegliete il campo, non fatevelo rac-contare!

Sara

È quasi primavera e la macchina di preparazione si è già messa in moto con entusiasmo, voglia di fare e tante idee per rendere il campo scuola super!

Campo scuola Acr 2015

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14 aprile 2016

Camminiamo Insieme

«Quello del convertirsi è un camminodentro la quotidianità. Ognuno dentrola sua». Seguo la riflessione di BarbaraPandolfi, dal libro “Ho incontrato la mi-sericordia”, edito da AVE nell’ottobre2014. Negli altri capitoli, il libro af-fronta approfondimenti sulla riconci-liazione, sull’unzione degli infermi esulle ricadute spirituali e fisiche del-l’approcciarsi a questi sacramenti co-me occasione di supplemento di Spiri-to per affrontare le fatiche del vivere.Nel capitolo in esame – “La conversio-ne nell’esperienza di un laico creden-te” – il primo elemento di analisi è l’at-teggiamento con cui noi, i cristiani, ciponiamo davanti alla con-versione. Qualche volta cicrogioliamo della condi-zione di giusti già salvati,senza accorgerci che solocambiando mentalità po-tremo aprire cuore e men-te alla chiamata del Si-gnore Gesù.Dobbiamo ricordarci ognigiorno che non siamoamati perché perfetti; an-zi, proprio grazie alle no-stre mancanze potremo

gustare la grazia della misericordia delPadre. E proprio in questo siamo ac-comunati a tutti “gli altri” dell’umanità.L’impegno di conversione deve indiriz-zarsi quindi verso l’abbandono di alcu-ne convinzioni farisee: essere credentiperché praticanti, essere fedeli perchédotati di forza di volontà, essere mae-stri perché conoscitori della verità. In-somma, essere già a posto. E invece, continua Pandolfi, «unica cer-tezza deve essere quella di essere bi-sognosi di Dio e della sua misericordia,incamminandoci in una dimensione diricerca profonda di noi stessi, delle no-stre relazioni e della fede». Ma questo

è un cammino che non sipuò fare in solitudine.Anche come laici abbia-mo bisogno di una co-munità di fratelli e sorel-le (una compagnia!) concui condividerlo. E neabbiamo un segno forteogni giorno: il ricevere lacomunione, mettendociin fila, tra un popolo dipellegrini, con le mani te-se verso l’unico Pane.

Roberta

È un libro scritto a più mani, al quale ha contribuito anche don Giulio,nostro assistente diocesano con un interessante capitolo sul digiunocome linguaggio di conversione. Un testo che nel suo complesso riflettesui sacramenti della guarigione: una proposta di conversione alla quale ognuno è invitato, a prescindere da dove si trovi nella vita e dalla strada già percorsa.

Ho incontrato la misericordia Il libro

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Domenica 15 maggiopresso il Duomo di TrentoVeglia di Pentecoste

presieduta dall’Arcivescovo Tisi.Tutti sono invitati.

15aprile 2016

Camminiamo Insieme

L’Agenda di AcAppuntamenti di maggio

Entro venerdì 27 maggio si raccolgono le iscrizioni per la Gita-pellegrinaggio a San Martino del Carso e Redipuglia (GO)di sabato 11 giugnoProgramma definitivo:• partenza ore 6.00 da Nave S. Felice, ore 6.20 Trento (parcheggio Monte Baldo),

ore 6.40 a Rovereto (uscita autostradale “Rovereto Sud”)• ore 10.00 arrivo a San Martino del Carso, con visita guidata al museo sulla I guerra

mondiale• ore 10.45 visita guidata alle trincee e alla cannoniera del Monte S. Michele• ore 13.00 pranzo (ristorante)• ore 14.30 visita guidata al sacrario di Redipuglia e momento di preghiera• ore 17.30 partenza per il rientro (arrivo a Trento alle ore 21.30 circa)Quota di partecipazione: 60 € (100 € per coppie, 30 € per minori di 14 anni), da versare inanticipo in contanti o con versamento sul conto corrente IT58K0801301802000050354648(Azione Cattolica di trento, Cassa Rurale di Aldeno e Cadine Ag. Via Verdi - Trento).

Sabato 14 maggio

presso il Seminario

di Trento

Convegno

diocesano Ac

per i membri del Consiglio

Invito e info con lettera.

Sabato 21 maggiodalle ore 9.00 alle ore 17.00presso l’oratorio di Pomarolo

VI GIORNATA DI SPIRITUALITÀ

Misericordiosi come il Padre: l’indulgenza di un Dio ricco di Misericordia e le “indulgenze”

nella Chiesaanimata da don Giulio Viviani.

Iscrizioni entro mercoledì 18 maggio.

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da Claudio di Rovereto