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1 A A S S S S O O C C I I A A Z Z I I O O N N E E I I T T A A L L I I A A N N A A S S O O M M M M E E L L I I E E R R S S S S E E Z Z I I O O N N E E T T E E R R R R I I T T O O R R I I A A L L E E T T R R E E N N T T I I N N O O D D E E L L E E G G A A Z Z I I O O N N E E D D I I R R O O V V E E R R E E T T O O - - A A L L T T O O G G A A R R D D A A L L E E S S E E R R A A T T E E F F U U O O R R I I S S E E D D E E P P R R E E S S S S O O D D I I S S T T I I L L L L E E R R I I A A M M A A R R Z Z A A D D R R O O - - N N O O G G A A R R E E D D O O ( ( T T N N ) ) L L A A B B R R U U Z Z Z Z O O E E D D I I S S U U O O I I V V I I T T I I G G N N I I L L A A D D I I S S T T I I L L L L E E R R I I A A M M A A R R Z Z A A D D R R O O 1 FEBBRAIO 2007

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE IITTAALLIIAANNAA … · 3 ABRUZZO: GEOGRAFIA – STORIA - ARTE La regione Abruzzo ha una superficie di 10.800 km 2 e conta circa 1,3 milioni di abitanti

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AAASSSSSSOOOCCCIIIAAAZZZIIIOOONNNEEE IIITTTAAALLLIIIAAANNNAAA SSSOOOMMMMMMEEELLLIIIEEERRRSSS

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1 FEBBRAIO 2007

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INTRODUZIONE

Importante duplice appuntamento quello di oggi 1 febbraio 2007 organizzato dalla

Delegazione di Rovereto-Alto Garda in accordo con la Presidenza della Sezione

Trentino dell’Associazione Italiana Sommeliers.

Siamo ospiti infatti della Distilleria Marzadro diNogaredo che si è resa disponibile per farci conoscere da

vicino la loro nuova e prestigiosa sede, mettendoci anche a

disposizione una delle loro sale per l’incontro con alcuni

produttori dell’Associazione Vignaioli in Abruzzo i

quali ci parleranno diffusamente dei vitigni della lororegione e dei vini che essi producono.

La viticoltura, l’enologia e la distillazione sono aspetti diversi di un’unica realtà che èquella in cui noi sommelier ci riconosciamo e della quale, a diverso titolo, facciamo

parte.

L’incontro è molto importante perché ci permetterà di conoscere l’Abruzzovitivinicolo che, forse, non conosciamo molto bene. Il Montepulciano d’Abruzzo ed il

Trebbiano d’Abruzzo sono vini noti anche al grande pubblico ma, fino a qualche annofa, non erano certamente portati ad esempio come campioni di alta qualità. Le cose in

pochi anni, sono molto cambiate.Grazie all’Associazione Vignaioli in Abruzzo, a molti viticoltori,

a molti enologi che hanno creduto nella potenzialità dei vitigni e

del territorio abruzzese ed hanno percorso con costanza efiducia il miglioramento qualitativo della produzione

vitivinicola regionale, l’Abruzzo è emerso con forza da una anonima mediocrità fino araggiungere parecchie vette di eccellenza. Ne è testimonianza la sempre maggior

considerazione che i vini trovano tra gli esperti del settore, ma soprattutto tra iconsumatori che cominciano a gradire anche vini che non hanno nomi altisonanti, ma

che sono espressione di un territorio, di una tipicità, di una singolare personalità.

Inoltre, cosa assai importante, il rapporto qualità-prezzo gioca a loro favore perchésono convinto che i prezzi raggiunti da “certi vini” non sono né giustificati né alla

portata del borsellino di molti amanti del buon vino.Io sono fra questi ed è per tale ragione che, anticipando le considerazioni finali, ritengo

che le serate come questa siano illuminanti ed assai proficue sotto tutti i punti di vista.

Altrettanto importante è la conoscenza della Distilleria Marzadro che ci ospita. Al di là

della grandiosità e della bellezza estetica del luogo, la visita a questo complessoproduttivo, nuovo nella struttura, antico per la tradizione che esprime, storico per

quanto riguarda la famiglia, sarà per tutti noi come aver aggiunto un nuovo anello diconoscenza alla catena della distillazione trentina a noi ben nota in quanto appartiene

alla nostra cultura e alla nostra storia.

Per ciò che mi riguarda ho già avuto modo di vedere e di descrivere questa distilleriain occasione di una precedente visita effettuata con l’Accademia d’Impresa della

C.C.I.A.A. di Trento.Ciò che scriverò, sarà pertanto una rielaborazione attualizzata di quanto ho già detto,

Chi era già presente allora mi perdonerà. Per gli altri sarà, mi auguro, una utilepuntualizzazione di quanto abbiamo visto.

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ABRUZZO: GEOGRAFIA – STORIA - ARTE

La regione Abruzzo ha una superficie di 10.800 km2 e conta circa 1,3 milioni di abitanti. È regioneprevalentemente montuosa (65%del totale del territorio) e collinare (35 % del totale).In Abruzzo ci sono le più alte vette degli Appennini: il Gran Sasso d’Italia alto m 2.914 ed ilmassiccio della Maiella di m 2.791.Amministrativamente è suddivisa in 4 province (L’Aquila, Chieti, Pescara, Teramo) ed in 305comuni.Nel territorio si aprono alcune vaste conche dove si trovano le città de L’Aquila (capoluogo diregione) la città di Sulmona e la conca del Fucino ed alcuni “piani” (Rocca di Mezzo eCinquemiglia) che sono dei piatti altipiani circondati da monti.

L’agricoltura, particolarmente florida nella Conca del Fucino,produce frumento, ortaggi, uve, olive, frutta. Una particolarecoltivazione, celebre in tutto il mondo, è quella dello zafferano

(Crocus Sativus Linneo) coltivato e lavorato solo in provinciadell’Aquila soprattutto nella Piana di Navelli. Dal 2005 ha ottenuto ilmarchio europeo della Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.)Zafferano dell’Aquila ed è sottoposto al controllo del Consorzio

per la Tutela dello Zafferano dell'Aquila.Ancora attiva la pastorizia anche se non così intensa come nel passato. L’industria è concentratasoprattutto nelle province di Pescara e Chieti lungo il basso corso del fiume Pescara. L’attivitàprincipale resta quella turistica che può offrire belle spiagge, ottime villeggiature montane, ed unaattività sciistica invernale.

L’Abruzzo fu anticamente abitato da genti italiche (Piceni, Peligni, Marsi, Equi ed altri) cheresistettero, assieme ai Sanniti del Molise, ai Romani fino alla definitiva sottomissione a Roma nelIII° secolo a.C. Fu territorio Longobardo e, dopo l’anno 1000, fu parte integrante del Regno diSicilia dominato da Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Francesi napoleonici,Borboni. Nel 1861 con la caduta del Regno delle Due Sicilie entrò a far parte del Regno d’Italiasotto i Savoia.

Alla cultura italica appartiene il celebre Guerriero di Capestrano esposto al Museoarcheologico di Chieti. Testimonianze della civiltà romana si trovano a Chieti,Teramo, Amiternum ed Alba Fucens. Al Medioevo risalgono cattedrali ed abbazie invari luoghi abruzzesi e di notevole interesse artistico. Importanti e da visitare quelledella città de L’Aquila (S. Maria di Collemaggio e S. Bernardino).L’Abruzzo ha dato i natali a vari personaggi celebri in vari campi della cultura:il poeta latino Publio Ovidio Nasone di Sulmona 43.a.C.; Pietro da Morrone

(1215-1296) futuro papa Celestino V° che dopo cinque mesi rinunciò al soglio pontificio; il poeta escrittore Gabriele d’Annunzio (1863-1938) di Pescara; il filosofo Benedetto Croce (1866-1952)di Pescaseroli; lo scrittore Ignazio Silone (1900-1978) di Piscina (AQ); l’ingegnere Corradino

d’Ascanio (1891-1981) inventore delle “Vespa” di Popoli (PE), i vari Cascella (fra cui Michele,pittore e Pietro, scultore)

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L’ ASSOCIAZIONE VIGNAIOLI IN ABRUZZO

Prima di entrare nello specifico dei vitigni e dei vinid’Abruzzo voglio ringraziare, a nome anche delnostro Presidente Mariano Francesconi e dellaDelegata di Rovereto-Alto Garda lasommelier professionista Rosaria Benedetti,l’ASSOCIAZIONE VIGNAIOLI IN ABRUZZO, presentequi alla Distilleria Marzadro con alcuni dei suoirappresentanti. L’Associazione è composta di 9 cantine private che collaborano, in unità d’intenti,per il miglioramento qualitativo dei vini tradizionali d’Abruzzo ed anche per portare allaconoscenza dei consumatori, sia regionali che extraregionali, alcune varietà locali autoctone, ormaiquasi dimenticate, ma meritevoli di rilancio e di notorietà.L’Associazione ha la sua sede a Chieti Scalo ed è costituita dalle seguenti aziende:

AZIENDA AGRICOLA CICCIO ZACCAGNINI – 65020 BOLOGNANO (PE)

AZ. AGRICOLA CONTESA DI ROCCO PASETTI & C.S.S. - 65010 COLLECORVINO

(PE)

AZIENDA AGRICOLA DORA SARCHESE–66026 CALDARI DI ORTONA (CH)

AZIENDA MARRAMIERO - 65020 VILLA S.GIOVANNI DI ROSCIANO (PE)

AZIENDA VINICOLA BOSCO NESTORE & C. S.N.C. - 65010 NOCCIANO (PE)

AZIENDA VINICOLA TORRE ZAMBRA - 66010VILLAMAGNA (CH)

AZIENDA VINICOLA ITALO PIETRANTONJ - 67030 VITTORITO (AQ)

TENUTA I FAURI DI DOMENICO DI CAMILLO –66100 CHIETI (CH)

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AZIENDA VITIVINICOLA SAN LORENZO VINI - 64035 CASTILENTI (TE)

L’Abruzzo è da sempre terra di vigne. Non voglio parlare a lungo della storia della vitein questa regione ma voglio ricordare come già i vicini Etruschi avevano insegnato a sostenere lavite facendola arrampicare sugli alberi. Il poeta Ovidio di Sulmona descrive la sua terra come“…ricca del dono di Cerere e ancor più feconda di uve…”Nel Medioevo e con le invasioni barbariche la coltivazione della vite subì un grosso tracollo. Ilmonachesimo e le Corti rinascimentali la fecero risorgere e alla fine del 1700 si parlava di lacrima,zibibbo, moscatello, moscatellone e montepulciano. La fillossera all’inizio del 1900 fece anche quistrage ed ebbe l’effetto di ridurre il numero dei vitigni, fra cui si imposero il Trebbiano ed ilMontepulciano, e da allora si puntò soprattutto ad ottenere grandi quantità a scapito della qualità.Tale situazione è stata portata avanti fino a pochi decenni fa, quando cominciò una inversione ditendenza che, per fortuna, si è andata consolidando e che continua tuttora.L’ istituzione delle Strade del Vino, l’attività dell’Enoteca regionale di Ortona, la convinzione deivignaioli delle nuove generazioni confermano che la strada intrapresa verso un miglioramentoqualitativo della produzione è percorsa con successo. L’allevamento della vite si va orientandosempre più verso tecniche d’impianto moderne, anche si resistono molto i sistemi tradizionali ditipo espanso.I vitigni più rappresentativi e più coltivati sono ancora il Montepulciano d’Abruzzo(50-60% deltotale a seconda delle zone) e il Trebbiano abruzzese (Bombino bianco) (35% del totale). Sonopresenti in quantità molto minori anche il trebbiano toscano, la malvasia lunga, il sangiovese, ilpecorino, il moscato ed ora, da qualche tempo anche i vitigni internazionali merlot, cabernet, pinot echardonnay.Nella cartina qui sotto riportata e copiata dal sito www.consorzio-viniabruzzo.it/ si possono vederele zone in cui sono collocate la DOCG e le DOC abruzzesi.

MONTEPULCIANO E TREBBIANO D’ABRUZZO DOC

CCCOOONNNTTTRRROOOGGGUUUEEERRRRRRAAA DDDOOOCCCMONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC“TERRE DEI VESTINI”

MONTEPULCIANO D’ABRUZZODOCG “TERRE TERAMANE”

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EEEPPPUUULLLCCCIIIAAANNNOOO DDD’’’AAABBBRRRUUUZZZZZZOOO

DDDOOOCCC “““ CCCAAASSSAAAUUURRRIIIAAA”

Oltre alle Doc e alla DOCG ci sono anche le seguenti denominazione di Indicazione Geografica

Tipica (IGT)

ALTO TIRINO

VALLE PELIGNA

COLLINE TEATINE

TERRE DI CHIETI

COLLINE FRENTANE

COLLI DEL SANGRO

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DEL VASTESE O HISTONIUM

COLLI APRUTINI

COLLINE PESCARESI

LE DENOMINAZIONI DI ORIGINE DEI VINI ABRUZZESI

CONTROGUERRA DOC - Decreto ministeriale 20.08.1996 pubblicato sulla GU del 28.08.1996(Nota: Il Ministero delle Politiche Agricole con D.M. 21.3.2006 pubblicato sulla G.U. n. 75

30.3.2006 ha modificato parzialmente il disciplinare di produzione)

È la più giovane delle DOC abruzzesi e la zona di produzione i situata nel Comune di Controguerraed altri in provincia di Teramo. Comprende parecchie tipologie di vini sia autoctoni cheinternazionali. Essi sono:

Bianco fermo e frizzante (Trebbiano+Passerina e/o altri) – Bianco spumante (Trebbiano

e/o Chardonnay e/o Pecorino e/o Verdicchio) - Chardonnay – Malvasia - Moscato amabile

- Passerina – Riesling

Rosso, Rosso Riserva, Novello (Montepulciano+Merlot e/o Cabernet sauvignon e/o altri)–

Cabernet – Ciliegiolo – Merlot - Pinot nero

Passito bianco (Trebbiano 60÷100 e/o Malvasia 60÷100 e/o Passerina 60÷100 e/o altri 0÷40)

Passito rosso (Montepulciano 60÷100 e/o altri 0÷40)

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC - Decreto ministeriale 23.10.1992 pubblicato sulla

GU del 28.10.1992(Nota: Il Ministero delle Politiche Agricole con D.M. 29.3.2006 pubblicato sulla G.U. n. 84

10.4.2006 ha modificato il disciplinare di produzione).

La zona di produzione è vasta e comprende quasi tutti i territori collinari e di altopiano cha vannodalla costa verso l’interno ad una altitudine massima di m 600. Sono esclusi i fondovalle umidi.La DOC comprende due tipologie:

Cerasuolo (Montepulciano 85÷100 e/o altri 0÷40)

Rosso, Rosso riserva ((Montepulciano 85÷100 e/o altri 0÷40)

Il Decreto Ministeriale relativo alla DOC Montepulciano d’Abruzzo prevede anche due sottozoneche sono:•••• Montepulciano d'Abruzzo DOC Sottozona Casauria o Terre di Casauria

•••• Montepulciano d'Abruzzo DOC Sottozona Terre dei Vestini

MONTEPULCIANO D'ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG - Decreto ministeriale

20/02/2003 pubblicato sulla G.U. n. 54 del 6/03/2003

La zona della DOCG comprende parecchi comuni della Provincia di Teramo dove, per

caratteristiche di clima e di suolo, si ottengono uve Montepulciano di qualità superiore.

La DOCG comprende la tipologia:

Rosso, Rosso riserva ((Montepulciano 90÷100 e/o Sangiovese 0÷10)

TREBBIANO D’ABRUZZO DOC - Decreto ministeriale 20.08.1996 pubblicato sulla GU del

28.08.1996(Nota: Il Ministero delle Politiche Agricole con D.M. 15.5.2003 pubblicato sulla G.U. n. 120

26.5.2003 ha modificato parzialmente il disciplinare di produzione)

La zona di produzione è la stessa del Montepulciano d’Abruzzo.

La DOC comprende la tipologia:

Bianco ((Trebbiano(Bombino bianco 85÷100 e/o Trebbiano toscano 85÷100)

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I VITIGNI

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO

È il vitigno principale della regione Abruzzo dove occupa più del 50% del territorio viticolo. È,inoltre, al quarto posto nella classifica delle varietà più coltivate in Italia.La sua origine è probabilmente etrusca e sembra sia stato introdotto in Abruzzo dalla Toscana. Ilnome Montepulciano compare ufficialmente all’incirca alla fine del 1700.Per secoli gli studiosi hanno dibattuto sostenendo alcuni che Montepulciano e Sangiovese fosserodue nomi differenti per indicare lo stesso vitigno, confutati da altri che sostenevano che fossero duevarietà completamente differenti.Si deve arrivare, come dice Antonio Calò, Direttore dell’Istituto sperimentale per la Viticoltura diConegliano Veneto, al 1026 quando Bruni afferma perentoriamente e giustamente che “… pochi

vitigni hanno differenza di caratteri e di attitudini così profonde come il Sangiovese e il

Montepulciano, e per conseguenza essi non si debbono confondere…” Continua Calò: “…sarà

finalmente Cosmo che nel 1948 toglierà ogni dubbio con le descrizioni comparative di

Montepulciano e Sangiovese.”

CARATTERISTICHE DEL VITIGNO

È vitigno tardivo in tutte le sue fasi, dal germogliamento alla maturazione: nellezone tipiche la vendemmia viene generalmente fatta nella prima metà di ottobre. Lavite è abbastanza vigorosa, ha vegetazione robusta e preferisce potature corte eforme di allevamento mediamente espanse. Predilige un clima caldo, terreni benesposti al sole e mediamente calcarei. Dato che germoglia tardi non teme le gelateprimaverili. È resistente al marciume ma facilmente attaccato da oidio eperonospora.Le foglie sono di media grandezza ed inscrivibili in un cerchio dato che altezza elarghezza sono quasi uguali. Sono molto dentellate a cinque (qualche volta sette)

lobi con seni laterali profondi. La pagina superiore è verde carico e ruvida; quella inferiore piùchiara e vellutata. Il picciolo è corto e di colore rosa-violaceo. Il grappolo, che varia a seconda degliambienti, è medio, conico o piramidale, con ali sviluppate e non molto serrato. Gli acini nero-violacei sono grossi con buccia pruinosa, sottile e resistente.CARATTERISTICHE DEL VINO

Secondo il disciplinare della DOC il vino Montepulciano d’Abruzzo tipologia rosso, deve avere:colore rosso rubino intenso con lievi sfumature violacee e, se invecchiato, tendenza all’arancione;odore vinoso, tenue e gradevole;sapore asciutto, morbido, sapido, leggermente tannico;titolo alcolometrico volumico totale di almeno 11,5%;acidità totale del 5‰ estratto secco 18‰

Il vino Montepulciano d’Abruzzo tipologia cerasuolo deve avere:colore rosso ciliegia più o meno carico;odore gradevole, delicatamente vinoso, fruttato, fine e intenso;sapore secco, morbido, armonico, delicato con retrogusto gradevolmente mandorlato;titolo alcolometrico volumico totale di almeno 11,5%;acidità totale del 5‰ estratto secco almeno 16‰

Le tipologie riserva devono avere un grado minimo di 12.5, un invecchiamento di almeno dueanni di cui 6 mesi in botti di legno.L’analisi sensoriale comparata di 110 vini di annate diverse, provenienti da sette zone diverse

eseguita da un panel di 10 assaggiatori nell’ambito di un progetto di ricerca della Regione Abruzzo

ha evidenziato: il colore rosso con riflessi violacei e la sapidità in tutti i campioni ed inoltre:

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profumo di viola, di bacche, di drupe, di speziato, di liquirizia, di vegetale, acidità, amaro,

astringenza, struttura e persistenza

TREBBIANO D’ABRUZZO detto anche BOMBINO BIANCO

Il Trebbiano bianco è un vitigno molto diffuso in tutta Italia, segnatamente nel Centro e nel Sud, edè conosciuto con vari nomi nelle singole regioni.In Abruzzo il Bombino bianco viene chiamato Trebbiano abruzzese o d’Abruzzo.

La pianta è di media vigoria e predilige terreni silicio-calcarei.La foglia è di grandezza media a tre o cinque lobi. Il grappolo è a formapiramidale con ali pronunciate ed ha acini abbastanza grandi e tondi con bucciaconsistente di colore giallo verdolino. La maturazione è medio-precoce.

CARATTERISTICHE DEL VINO

Il Trebbiano d’Abruzzo DOC può essere prodotto con uve Bombino Bianco o Trebbiano toscano.Secondo il disciplinare della DOC deve avere:colore giallo paglierinoodore vinoso, gradevole, delicatamente profumato;sapore asciutto, sapido, vellutato, armonico;titolo alcolometrico volumico totale di almeno 11%;acidità totale del 5‰ estratto secco 16‰

PECORINO

È un vitigno autoctono dal nome un po’ bizzarro e di origine incerta. Alcuni associano il nome allapastorizia transumante ed al fatto che essa avveniva durante il mese si settembre quando maturavaquesto tipo di uva molto gradita alle pecore che se ne nutrivano con piacere: quindi un’uva graditaalle pecore, cioè un’uva pecorina. Ma chissà se è vero.

La varietà è precoce e gradisce terreni collinari e temperature fresche. Èvitigno di bassa resa e, perciò, non molto amato dai coltivatori perché da essoricavavano basso reddito. Fu perciò quasi del tutto abbandonato. Era presentenelle Marche, in Umbria, nel Lazio, ma soprattutto qui in Abruzzo.La foglia è di media grandezza e poco lobata. Il grappolo è allungato ecilindrico, spesso alato.. Gli acini sono piccoli e poco colorati con sfumatureverdoline.Il vino è di colore giallo paglierino, fruttato e floreale, speziato, con buon

tenore di acidità ed una buona struttura. Anche la componente alcolica è importante.Per rispondere alla moda imperante dei vitigni internazionali, alcuni produttori hanno deciso diriprenderne la coltivazione con ottimi risultati. Le tecniche moderne di viticoltura e di vinificazione,le vendemmie tardive, l’uso del legno hanno permesso di ottenere dei vini moderni, molto gradevoliall’olfatto ed al gusto, di buona longevità e di buona struttura.Il vino Pecorino non è molto noto al grande pubblico, anche perché la produzione di uva nonpermette di avere grandi quantità e, quindi, una larga diffusione. Esso, però, sta a dimostrare che sipossono ottenere grandi vini anche dalle piccole varietà locali di cui sono ricche tutte le regioniitaliane. L’importante è saper scegliere bene quali vitigni hanno le potenzialità per produrre vini dipersonalità spiccata in grado di esprimere un’ identità che sappia opporsi ad una omologazione delgusto che le mode imperanti da anni hanno voluto imporci.Ma per fortuna nel “Bel Paese” c’è sempre qualche romantico e qualche idealista che non si adeguané alle mode né alla mera convenienza economica. L’individualismo apparentemente poco

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razionale, ma carico di fantasia, inventiva e di ideali, se ben indirizzato verso traguardi in cui sicrede, è capace di diventare forza creativa di progetti ambiziosi, condivisi e vincenti.

Nella bella sala al primo piano della Distilleria Marzadro i produttori ci presentano alcuni dei lorovini più significativi e si prestano con molta disponibilità alle nostre domande tecniche o disemplice curiosità.Il nostro Presidente Francesconi e la Delegata Benedetti li ringraziano a nome di tutti noi.

PECORINO IGT COLLINE PESCARESI – VENDEMMIA 2006 ALCOL 13% Vol.AZIENDA AGRICOLA CONTESA DI ROCCO PASETTI & C.S.S. - 65010 COLLECORVINO (PE)

L’Azienda Contesa cominciò ad imbottigliare il Pecorino inpurezza nell’anno 2000 e produce attualmente ca. 15.000bottiglie annue.L’uva proviene da un vigneto di poco meno di 2 ettari posto inleggera collina con esposizione a sud. Il terreno èprevalentemente argilloso e il sesto d’impianto è a filare conpotatura a cordone speronato. La resa per ettaro è di 100 q.

Il mosto viene fatto fermentare per una decina di giorni per il 50% in acciaio e per il 50 % inbarrique. Prima dell’imbottigliamento viene stabilizzato per refrigerazione e svolge parzialmente lafermentazione malolattica. Riposa in bottiglia per 4 mesi prima della vendita.È un interessante vino di piacevole aroma floreale e fruttato ed anche soddisfacente in bocca perl’equilibrio e la morbidezza. Il colore è giallo paglierino molto intenso. Ottimo vino da aperitivo maanche da accompagnamento a piatti della cucina marinara abruzzese.Il nome “Contesa” dato all’Azienda deriva da una vera e propria contesa giudiziaria fra il

bisnonno dell’attuale proprietario ed un contadino confinante a causa di una quercia molto grande

e frondosa che faceva troppa ombra alle viti. D’altra parte al proprietario della quercia non

andava bene che i maiali del vignaiolo si nutrissero con le ghiande cadute a terra. La contesa durò

anni e dissanguò le finanze di ambedue i contendenti.

Il signor Rocco Pasetti, attuale titolare così racconta nel suo sito:

“Oggi, porto con me lo stesso amore per la terra e per le vigne che aveva spinto "Zi Antonije" a

privarsi di parte dei suoi possedimenti per difendere la qualità delle sue uve e dei suoi vini.

Come lui, sono stato anche io protagonista di una CONTESA la cui conclusione ha dato vita alla mia

nuova azienda, nata dalla scissione della vecchia azienda di mio padre.

Mi auguro che i miei figli possano continuare nel tempo a difendere il loro lavoro e i loro vigneti,

con la stessa tenacia che da sempre caratterizza la mia famiglia”.

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PECORINO IGT COLLINE TEATINE – VENDEMMIA 2005 ALCOL 13,5% Vol.AZIENDA AGRICOLA DORA SARCHESE–66026 CALDARI DI ORTONA (CH)

L’azienda agricola Dora Sarchese, moglie dello scomparso Domenico D’Auria è rettaora da alcuni membri della famiglia D’Auria ed è situata nell’entroterra a pochi chilometri

da Ortona. Produce vino dal 1989 e, sotto la guida dell’enologoLeonardo Seghetti, che viene considerato il ricopritore del vitignoPecorino, ha raggiunto vertici di eccellenza. Possiede circa 17 ettaridi vigneti posti nelle migliori zone dell’Abruzzo.L’azienda fa parta dell’Associazione Nazionale “LE DONNE DEL

VINO”

Il vino Pecorino in assaggio proviene dalle omonime uve raccoltecon vendemmia ritardata e vinificato completamente in acciaio con

la fermentazione a temperatura controllata.È particolarmente importante in bocca, con morbidezze e grande corpo. Il colore è giallo paglierinocon riflessi dorati e profuma di frutta gialla matura.Si può abbinare con tranquillità a carni bianche saporite ed a zuppe di pesce.

TREBBIANO D’ABRUZZO DOC – VENDEMMIA 2004 ALCOL 12% Vol.TENUTA I FAURI DI DOMENICO DI CAMILLO – 66100 CHIETI (CH)

La Tenuta I Fauri di Domenico Di Camillo si trovamolto vicino alla città di Chieti nelle colline che lacircondano. Qui si è prodotto vino da sempre conpassione e dedizione.Il Trebbiano d’Abruzzo DOC “Santa Cecilia” inassaggio proviene da uve Trebbiano per l’85% e daaltre uve bianche (Garganega, Sauvignon, Cococciola)per il 15%. Ha un breve passaggio (tre mesi) in piccolebotti di legno e poi viene imbottigliato.

Il colore è giallo paglierino e profuma di miele, di fiori ed è anche leggermente speziato.Equilibrato, morbido e fresco in bocca, ben si accompagna a carni bianche ed anche al pesce inbrodetto o al forno.

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MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE “OINOS” DOCG

VENDEMMIA 2004 ALCOL 14% Vol.AZIENDA VITIVINICOLA SAN LORENZO - 64035 CASTILENTI (TE)

L'Azienda San Lorenzo ha un’antica storia che risale al lontano 1890 ed è già giunta allaquarta generazione di gestione familiare. I vigneti si estendono su di una superficie di 150ettari suddivisa fra pescarese e teramano.Le scelte aziendali sono un giusto mix fra vini prodotti con vitigni autoctoni e con quelliinternazionali.Questo Montepulciano DOCG è prodotto con uva Montepulciano in purezza, è vinificatoin rosso e affina per 18 mesi in barrique e poi riposa ancora 6 mesi in bottiglia.Il colore è rosso rubino intenso ed i profumi terziari prevalgono su tutto, eparticolarmente i sentori minerali, il caffè, il cioccolato, il tabacco. In bocca è moltoelegante, tannico e di grande corpo. Vino autorevole e adatto a cibi importanti.

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO “SAN CLEMENTE” DOC – VENDEMMIA 2004

ALCOL 14,5% Vol.AZIENDA AGRICOLA CICCIO ZACCAGNINI – 65020 BOLOGNANO (PE)

Nel 1978 la Fattoria Zaccagnini produceva uva da vinoda vendere ai commercianti. Il poco vino che producevain proprio era per la famiglia e per qualche conoscente.Però quel vino piaceva e c’era sempre maggiorerichiesta. Allora nel 1982 la famiglia Zaccagnini

trasferì l’Azienda nella sede attuale in Contrada Pozzo diBolognano in provincia di Pescara e cominciò a produrrevini con il proprio nome e con un obiettivo ben preciso:

la qualità prima di tutto. Furono razionalizzate le lavorazioni in campagna ed in cantina. Le resefurono drasticamente abbassate, le vendemmie, da sempre esclusivamente manuali, furono decise inbase a esatti parametri di maturazione e lo sono tuttora.Il Montepulciano d’Abruzzo DOC in assaggio è vinificato tradizionalmente in rosso e nel bicchieresi ritrova un vino rosso rubino che ha maturato per 15 mesi in barrique di rovere francese e chemantiene molti profumi varietali grazie anche alla zona di allevamento delle viti la quale gode diforti escursioni termiche. Di corpo pieno e robusto con tannini presenti ed eleganti.

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MONTEPULCIANO D’ABRUZZO “INFERI” DOC – VENDEMMIA 2003 ALCOL 14%AZIENDA MARRAMIERO - 65020 VILLA S. GIOVANNI DI ROSCIANO (PE)

La famiglia Marramiero coltiva la vite fin dalsecolo scorso. L’Azienda, come la conosciamooggi, risale al 1990 quando i figli di DanteMarramiero, Enrico e Patrizia, presero inmano le redini di questa cantina postanell’entroterra pescarese. I vigneti sono 30

ettari coltivati secondo le moderne tecniche agricole e le uve vendemmiate a mano.Il Montepulciano “Inferi” fermenta sulle bucce a lungo per avere una estrazione di colore ed aromiottimali. Il vino matura prima in acciaio per 12 mesi e poi viene affinato in barriques nuove dirovere francese e di Slavonia per altri 12 mesi. Viene messo in commercio dopo ulteriori 6 mesi diriposo in bottiglia.Il rosso rubino con riflessi granata colpisce subito l’occhio mentre al naso salgono profumi divaniglia, tabacco e liquirizia. Il vino è caldo, armonico e di corpo e in abbinamento con tartufi, carnirosse, formaggi e salumi è quanto di meglio si possa immaginare.

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO “CERANO” DOC – VENDEMMIA 2002 ALCOL 14%AZIENDA VINICOLA ITALO PIETRANTONJ - 67030 VITTORITO (AQ)

La famiglia Pietrantonj proprietaria di 48 ettari di vigneto inValle Peligna, tutti iscritti dell’albo delle DOC, coltiva datempo immemorabile le viti e vinifica secondo le piùtradizionali metodologie ed anche le più moderne tecnicheenologiche. Conserva ancora le antiche e grandiose bottiottocentesche di rovere e di noce (una della capacità di 365ettolitri) assieme a tante altre attrezzature che costituiscono

un vero e proprio Museo dell’enologia antica.Il Montepulciano “Cerano” che abbiamo in assaggio è vino importante per struttura, corpo emorbidezza, con tannini dolci in bella evidenza. Matura in botti grandi (40-10-5 ettolitri) di roverefrancese per 12 mesi e poi rimane in bottiglia ancora per 8 mesi. Ha un’età di quasi 5 anni ma è vinoda lunghi invecchiamenti.

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MONTEPULCIANO D’ABRUZZO “PAN” DOC – VENDEMMIA 2003 ALCOL 14,5%AZIENDA VINICOLA BOSCO NESTORE & C. S.N.C. - 65010 NOCCIANO (PE)

La cantina Bosco nasceva nel 1897 per volontàdell’allora giovane Giovanni Bosco. A lui successeNestore con il figlio Giovanni e la tradizione dicantina di qualità continuò con loro anche dopo iltrasferimento dell’Azienda vinicola all’interno delterritorio pescarese nel comune di Nocciano doveviene prodotto e matura il Montepulciano che stiamo

degustando. Per l’85% è vitigno Montepulciano e per il 15% Cabernet sauvignon ed ha uncolore rosso rubino con riflessi d’arancio. Viene da viti allevate a cordone speronato e da

terreni ghiaioso calcarei. Matura in barriques di rovere francese per 12 mesi e trascorre altri 12 mesiin bottiglia nei tunnel sotterranei della cantina. Ottimi i profumi, la struttura e la persistenza. Vinoda piatti forti, come i pecorini ed i salumi abruzzesi, i funghi le carni rosse e la selvagginaA differenza del collerico dio Pan, raffigurato in etichetta, che spaventava con urla terribili chiosava disturbarlo, questo vino attrae e non spaventa. Anzi, di lui ci si può innamorare.

La degustazione ufficiale è a questo punto terminata, ma non è terminata la serata in quanto i nostriamici abruzzesi hanno voluto portarci in assaggio anche alcuni prodotti della loro terra: il lardosalato ed insaporito nelle erbe; un pecorino, gloria d’Abruzzo; la mortadella di Campotosto(conosciuta con il nome locale di “coglioni di mulo”) ricca di carne magra e di lardo a pezzi; ilsalame al Montepulciano d’Abruzzo profumato al tartufo ( non poteva mancare).Tutto è stato molto gradito ed ha aiutato ad assorbire i numerosi vini oggetto di questo incontro conla realtà vitivinicola abruzzese.

Il Moscato passito bianco “Plaisir” IGT Colline Pescaresi dell’Azienda Agricola

Ciccio Zaccagnini annata 2005 e alcol 13 % Vol. ha concluso in dolcezza la serata.È prodotto con l’uva del vitigno autoctono Moscato di Castiglione al 100%.L’appassimento delle uve avviene in pianta mediante taglio del tralcio per interrompere ilflusso della linfa a favorire l’appassimento e la concentrazione degli zuccheri. Le uvepigiate, vengono pressate sottovuoto e viene fermentato solo il mosto limpido. Matura edaffina in acciaio e viene commercializzato ad un anno dalla vendemmia.

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Vino gradevolmente dolce e profumato, da consumarsi da solo od in accompagnamento a dolci allemandorle o, generalmente, a pasticceria secca.

Per me personalmente, che amo molto, conosco e ammiro la bella regione Abruzzo nei suoi

aspetti artistici e paesaggistici, ed anche apprezzo l’ospitalità e la gente che vi abita, la serata è

servita a farmi aprire gli occhi su un mondo enoico che conoscevo, solo per mia colpa,

marginalmente e superficialmente. Sono convinto che anche i miei colleghi sommelier trentini

ne avranno tratto giovamento dal punto di vista della conoscenza dei vini e della cultura in

generale. A tutti i Vignaioli in Abruzzo presenti ed anche a tutti i produttori di vino di quella

regione splendida, un grande applauso ed un ringraziamento collettivo.

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A Nogaredo, dal settembre 2005, un nuovo e grande edificio ospita la Distilleria Marzadro, quitrasferitasi dalla sede storica di Brancolino di Nogaredo e dallo stabilimento situato nella zonaindustriale di Rovereto.La nuova sede è posta in mezzo ai campi ed ai vigneti, a lato della strada Destra Adige, e spicca congrande imponenza con la sua architettura che ha suscitato polemiche e perplessità fra ingegneri edarchitetti lagarini puntualmente riportate dalla stampa locale.È indubbiamente un edificio che è difficile far rientrare negli schemi in uno stile architettonico bendefinito e ormai codificato. Non si può nemmeno negare che sia di grande effetto scenografico, perla sua imponenza, per la sua collocazione, per la molteplicità dei materiali usati. Ma non si puònemmeno qualificare come “brutto ed inopportuno” come sbrigativamente qualcuno ha sostenuto. ARovereto e dintorni ci sono ben altre costruzioni che sono veramente brutte, di uno stile che definirecon questo nome è troppo azzardato, di grande e negativo impatto urbanistico.Io non sono un esperto del settore delle costruzioni e nemmeno un critico d’arte per poter esprimereautorevoli giudizi in questi campi. Ho però l’impressione che la costruzione voluta dalla famigliaMarzadro e progettata dall’architetto Günther Plaickner di Bolzano piaccia alle persone che lavisitano, non sia negativa nel complesso dell’ambiente in cui è inserita e che, pur nell’eclettismo deisuoi stili, abbia una sua razionalità ed una sua bellezza vistosa e spettacolare.

Le foto che ho scattato la mattina del giorno fissato per l’incontro con i vignaioli abruzzesi credo

siano una testimonianza visiva di quanto qui sopra ho detto.

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LA STORIA.

La famiglia Marzadro, da quando nel difficile dopoguerra decise di dedicarsi alla distillazione

delle vinacce, è sempre appartenuta a questo mondo un po’ particolare nel quale la sapienza,

l’ esperienza ed un pizzico di magia si mescolano per dare vita ad un prodotto “la grappa” che

per nome e per sapori rappresenta un prodotto unico ed inimitabile ed è un vanto delle ditte

trentine che operano nel campo della distillazione.

Quando Attilio Marzadro e sua sorella

Sabina, pensarono di cominciare a distillare le

vinacce per ottenere la grappa, non pensavano

certo che la loro attività sarebbe diventata

quello che è ora e che il nome Marzadro sarebbe

diventato sinonimo di grappa.

“Dame ‘na Marzadro” – dicevano i contadini

all’oste quando rientravano la sera stanchi dai

campi; e non c’erano né perplessità né dubbio

che l’avventore volesse la grappa. ATTILIO MARZADRO SABINA MARZADRO

Era l’anno 1949 e Sabina si fece costruire da Adriano Arnoldi di Rovereto (un artigiano-

artista battitore in rame che i vecchi roveretani ben ricordano e che è scomparso qualche

anno fa) paiolo, serpentina e quelle altre poche cose che vanno sotto il nome di alambicco e

che servivano per “cuocere le vinacce” e distillare la grappa.

Suo fratello Attilio quando poteva, perché lavorava nei campi come contadino, dava una

mano e qualche consiglio.

Il bisogno, la passione, l’abilità tecnica, la capacità di capire il mercato, le ricerche di prodotti

alternativi alla grappa hanno fatto sì che l’azienda Marzadro continuasse a crescere,

superando anche momenti difficili come sempre succede nelle attività industriali e

commerciali di lungo periodo.

Ora la Distilleria Marzadro è uno dei leader del settore e ne abbiamo la prova guardando e

visitando questa splendida nuova sede ora passata nella mani capaci dei figli di Attilio e

Teresa, sua moglie, che – a detta dei figli – è stata per tutti lo sprone e la forza determinante

per far diventare grande sia la famiglia che l’azienda.

Ora Stefano ha la Presidenza, Andrea è il Mastro Distillatore, Anna dirige il Marketing e la

Comunicazione, Fabiola e Mattia si occupano di Pubbliche Relazioni.

La produzione della distilleria è passata dalla grappa tradizionale di vinacce, a quella con i

mirtilli, alle grappe di monovitigno, alla grappa invecchiata ed affinata in fusti di legno

denominata “Le Diciotto Lune” per ricordare il tempo di invecchiamento, le grappe alle erbe,

i distillati di frutta, i liquori alla frutta e alle erbe, le creme.

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Una vasta gamma di prodotti adatta per tutti i gusti e per le esigenze più varie dei

consumatori.

Siamo piuttosto numerosi. Ci dividiamo in due

gruppi e, accompagnati da FABIOLA MARZADRO e da

MATTIA MARZADRO che ci daranno tutte le

spiegazioni necessarie. Incominciamo la visita dopo

una breve introduzione che ci permetterà di capire

meglio il magico mondo della distillazione

LA VISITA.

Mattia ci accompagna sotto la cupola di vetroe di acciaio dove, nel grande e ariosoambiente circolare posto al centro del grandefabbricato sono posti gli 8 alambicchi per ladistillazione della grappa.È normale che in una azienda gli impianti cheservono alla produzione debbano essere,prima di tutto, razionali ed efficienti.

ESTERNO ED INTERNO DELLA SALA DI DISTILLAZIONE

Qui in questa sala di distillazione è stato aggiunto un elemento in più: il grande colpo d’occhio chesuscita ammirazione e stupore. La razionalità, la linearità, l’ordine, il colore si fondono creando uninsieme piacevole e grandioso.

Il termine grappa si può solo attribuire al distillato delle vinacce. La grappa è un prodotto tipicoitaliano e la gran parte delle distillerie sono concentrate nell’arco alpino. La grappa trentina è moltonota ed è considerata una delle migliori ed è molto apprezzata per la sua eleganza di profumi esapore e per la sua morbidezza che attenua in gola la forza dell’alcol.Ci sono circa trenta distillerie operanti in Trentino le quali producono circa il 15% dell’interaproduzione nazionale di grappa.La Distilleria Marzadro lavora a ciclo continuo, 24 ore su 24 per tre mesi (da settembre a dicembre),distillando circa 300 quintali di vinacce al giorno.La materia prima, le vinacce costituite da bucce e vinaccioli bagnati di mosto, provengono dallecantine di vinificazione (Trentino/A.A - Veneto e Piemonte per il Moscato) subito dopo che èavvenuta la pressatura degli acini. Vengono tenute separate quelle da bacca rossa da quelle a baccabianca ed anche separate per vitigno nel caso si vogliano ottenere grappe di monovitigno.

VINACCE A BACCA ROSSA VINACCE A BACCA BIANCA

Possiamo ancora distinguere le vinacce in due tipologie:

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• vinacce vergini (cioè non fermentate) risultanti dalla vinificazione in bianco per ottenere laquale le bucce vengono allontanate dal mosto prima che inizi la fermentazione;

• vinacce fermentate che sono rimaste nel mosto durante la vinificazione in rosso e perciò infermentazione fino al loro allontanamento del liquido.

In peso le varie componenti di un grappolo d’uva sono, all’ incirca, così ripartite:

� mosto 80 %� bucce 10 %� vinaccioli 5 %� raspi 5 %In conclusione circa il 15 % in peso di un grappolo d’uva può essere avviato alla distillazione. Inrealtà il peso è maggiore perché la legge prevede che possono essere distillate vinacce non troppotorchiate, quindi umide, e con un contenuto minimo di alcol presente.

È importante che le vinacce, oltre che di buona qualità e non troppo asciutte, vengano distillate nelpiù breve tempo possibile per evitare fenomeni di marciume, di fermentazioni anomale eindesiderate, che andrebbero ad influire negativamente sul prodotto finale. Per questo motivo levinacce devono essere subito trasportate in distilleria, conservate al riparo dell’ossigeno e distillate.Ed è anche la ragione per cui si lavora per pochi mesi a ciclo continuo.Qui da Marzadro le vinacce vengono portate direttamente dai produttori o ritirate presso di loro edimmediatamente avviate alla distillazione. Nei momenti di maggior afflusso della materia prima ènecessario provvedere allo stoccaggio che avviene in silos appositi con rimontaggio della parteliquida dove viene mantenuta una temperatura controllata e costante di 20/25°, od in cassoni dovevengono pressate, coperte da un telo di plastica sopra il quale si stende uno strato di sabbia perevitare l’effetto deleterio dell’ossigeno. C’è ora, in fase sperimentale, un silos di ferro nel quale levinacce sono mantenute fresche in atmosfera satura di anidride carbonica (CO2).

RICEVIMENTO MERCI XILOS D’ACCIAIO PER VINACCE CASSONI PER VINACCE

Quando è arrivato il momento di procedere alla distillazione, le vinacce vengono prelevate daicassoni o dai silos e, per mezzo di una tramoggia con vite senza fine, vengono mandate aidistillatori.

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Ormai quasi tutte le distillerie usano l’impianto detto alambicco discontinuo a bagnomaria con

colonna di distillazione Zadra. Esistono anche impianti automatici per la distillazione

continua.La distilleria Marzadro utilizza ambedue i sistemi: quello discontinuo e quello continuo. Il sistemadi distillazione con l’alambicco discontinuo a bagnomaria è il più tradizionale e quello piùfrequentemente in uso nelle distillerie trentine.

IL SISTEMA A DISTILLAZIONE CONTINUA

La distillazione continua utilizza un impianto, detto anchedisalcolatore , ed è solitamente in funzione nelle grandi distillerieche hanno bisogno di produrre la grappa a ritmo continuo senza doversvuotare i paioli dalle vinacce esaurite. In modo molto sinteticofunziona nel seguente modo.Le vinacce vengono immesse nell’impianto ed “irrorate” con un gettodi vapore acqueo ad alta temperatura che fa iniziare il processo dievaporazione e distillazione. Tutto il sistema funziona in automaticocon controllo computerizzato. Le vinacce esauste vengono allontanateed al loro posto entrano altre vinacce da distillare. Dopo aver scartatola testa e la coda, la grappa che si ottiene, priva di difetti ed a pienogrado, viene immessa nei contenitori di maturazione dove rimane finoall’utilizzo.

IL SISTEMA DISCONTINUO A BAGNO MARIA

L’impianto discontinuo è costituito da una caldaia, o

paiolo, che è un contenitore in acciaio immerso in unaltro contenitore, generalmente di rame, per circa metà.Si crea in tal modo una intercapedine dove vieneimmesso vapore ad alta temperatura e bassa pressione.Il calore si trasmette indirettamente alle vinacce,bagnate e miscelate, in modo uniforme e meno

LA DISTILLAZIONE DELLE VINACCE.

La distillazione è l'operazione che consente di liberare dalla vinaccia le componenti

volatili, concentrando la frazione alcolica e le sostanze aromatiche di pregio e

separandole, quindi, dalle componenti di gusto sgradevole.

Si basa sul principio che i vari elementi possiedono differenti punti di ebollizione per

cui, per ottenere un composto ricco di una particolare sostanza, in teoria sarà

sufficiente raccogliere la condensa ad una determinata temperatura.

La tecnica distillatoria, pur evolvendosi continuamente, non ha mutato la sostanza:

sia oggi che ieri la distillazione inizia introducendo in caldaia acqua e vinacce,

portando ad ebollizione la miscela in modo che il vapore che si libera porti con sé le

varie sostanze aromatiche che, immesse in una serpentina refrigerante si condensano

trasformandosi in un liquido incolore molto alcolico ed aromatico che viene

chiamato grappa.

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aggressivo che con il fuoco diretto e così ha inizio il processo di distillazione.

COLONNA DI DISTILLAZIONE ZADRA

CAMPANA O DUOMO

CALDAIA O PAIOLO

La massa di vinaccia e feccia entra in ebollizione sviluppando vaporialcolici che sono convogliati, prima verso la campana o duomo e daqui alla base della colonna di distillazione Tullio Zadra (detta anchepreconcentratore) che è costituita da un tubo di rame all’interno delquale ci sono alcuni piatti di distillazione. Questa colonna hal’importante compito di concentrare e purificare i vapori provenientidal basso.

PIATTO DI DISTILLAZIONE

I primi vapori alcolici che entrano alla base della colonna di distillazione subiscono una primablanda condensazione.Da questo liquido (flemma), a seguito dell'arrivo di altro vapore caldo dalla caldaia di distillazione(paiolo), si originano altri vapori con una concentrazione alcolica leggermente superiore aiprecedenti. Tali vapori attraversano ribollendo i piatti della colonna dove subiscono un ulteriorearricchimento in alcool e soprattutto una depurazione di componenti meno volatili e meno nobili.In sostanza nella colonna di distillazione si sfrutta più volte il principio della evaporazione disostanze aventi diversi punti di ebollizione. I componenti che abbisognano di molte calorie perpassare dallo stato liquido a quello di vapore rimarranno sul fondo della colonna, mentre le sostanzepiù volatili salgono fino in testa alla colonna.Dalla parte superiore della colonna escono vapori ricchi di alcol e di tutti quei componenti chedanno origine al distillato dopo essersi condensati nella serpentina di raffreddamento. E' unmomento abbastanza delicato che richiede un pizzico di esperienza, poiché sarà l'operatore adecidere quanta frazione di testa o di coda scartare per avere il miglior "cuore".Nella parte inferiore rimane la frazione liquida ormai esausta e le impurità. In termine tecnico sichiama burlanda (o borlanda) e viene raccolta ed eliminata.

La testa è per lo più formata da sostanze che possiedono un punto di ebollizione inferiore a quellodell'alcool etilico (quindi sono le prime ad uscire dall'alambicco). Allontanando questo liquido “ditesta” si elimina, insieme ad una piccola parte di alcool etilico, anche gran parte dell’alcol metilico edell' acetato di etile (responsabile dell'odore acetoso) e dell'acetaldeide, nonché forti quantità dialcoli superiori che conferiscono alla grappa odore e sapore disgustoso. La testa può avere unagradazione alcolica di 15-20°

Il corpo è formato per la maggior parte da tutti quei componenti che hanno un punto dievaporazione compreso tra 78,4°C e 90°C. È la frazione di distillato più pregiata poiché contiene lamaggior parte di alcool etilico e aromi. Essa rappresenta il distillato che verrà posto in commercio.

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La coda è costituita da quelle sostanze che evaporano quando il riscaldamento oltrepassa i 90°C.Sono in prevalenza alcoli superiori e furfurolo che conferiscono alla grappa un sentore di grassorancido.

Per il controllo di queste importanti fasi di rettificazione esiste un sistema di valvole e piccoliserbatoi di raccolta per l’eliminazione della testa e della coda e per la raccolta del cuore.

L’impianto è completato, oltre che da preleva-campioni posti in più punti,anche da una serie di termometri, alcolometri e manometri che rilevano intempo reale l’andamento della distillazione, rendendo più agevole la suaconduzione oltre che fornire una serie di dati per eventuali ricerche inteseall’ottenimento di un prodotto migliore.

ALCOLOMETRO

Tutto il processo è programmato e controllato dal computer ed a tutto sovrintende il responsabiledella distilleria signor Andrea Marzadro. Gli impianti sono sigillati dalla Guardia di Finanza percontrollare la quantità su cui applicare l’accisa governativa.

IMPIANTO COMPUTERIZZATO CONTALITRI

MATTIA MARZADRO CHE SPIEGA LA DISTILLAZIONE

Dopo la distillazione e prima dell’imbottigliamento il prodotto viene sottoposto ad altre operazionicomplementari.

Maturazione del distillato.

Il distillato che esce dagli alambicchi a pieno grado (da 75 a 85 gradialcolici) deve essere stoccato in serbatoi di acciaio dove riposa per alcunimesi consentendo ad aromi e sapori di combinarsi fra loro, di affinarsi, ditrovare un equilibrio che il tempo è in grado di favorire. Anche questolocale è sottoposto al controllo della Guardia di Finanza.

Assemblaggio.

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Prima di arrivare all’imbottigliamento la grappa passa nel “magazzino degli assemblaggi” dovesubisce alcune lavorazioni che sono:

� eliminazione degli eventuali residui metallici (rame e sali) chepotrebbero essere presenti nella grappa come residuo dei trattamenti delleuve in campagna e degli oli (estratti dai vinaccioli). Avviene per mezzo disemplici procedure di abbassamento della temperatura e filtraggi;

� assemblaggio vero e proprio cioè il mescolamento delle grappe ottenutedalle diverse distillazioni per garantire una costanza della qualità e degliaromi fino ad ottenere il “placet” del mastro distillatore;� riduzione del grado alcolico per portarlo alla gradazione di consumoche si ottiene aggiungendo alla grappa acqua distillata od acqua di fonte.Con questa operazione si ottiene anche un altro risultato. Riducendo il

grado alcolico, alcuni composti sgraditi (acido laurico, stearico, oleico, linoleico ecc.), solubili inmiscele ricche di alcol, si insolubilizzano diventando facilmente separabili con una semplicefiltrazione o con una chiarificazione.L'invecchiamento.

È quella tecnica che consente un ingentilimento dell'acquavite, che può talvolta nascere con unbouquet ricco ma rude. L'invecchiamento è inteso come soggiorno della grappa in fusti di legno(principalmente rovere ma anche frassino, ciliegio o gelso), per consentire lo scambio di sostanzefra acquavite e legno con la formazione di nuovi aromi (per esempio il noto aroma di vaniglia) chene esaltano la complessità aromatica.

Il distillato uscito dagli alambicchi è pronto per essere imbottigliato ed etichettato con ilnome universalmente noto di GRAPPA, vanto del Trentino e di poche altre regioni alpineche la producono.La Grappa Marzadro 43° è la nobile rappresentante dello stile della distillazione trentina.È ottenuta dalla distillazione di vinacce di vitigni autoctoni trentini: Teroldego, Marzeminoe Merlot (a bacca rossa) per l’80%; Chardonnay, Müller Thurgau e Moscato (a baccabianca) per il 20%. La distillazione tradizionale a “bagno maria” ed i vitigni usati leconferiscono aromi e sapori nobili ed inconfondibili.

LE DICIOTTO LUNE.

Voglio spendere qualche parola in più sul “Progetto Le Diciotto Lune” che lafamiglia Marzadro ha portato a termine con l’intento di ottenere una grappainvecchiata, di grande pregio organolettico e qualitativo, in grado di collocarsiaccanto ed in una sana competizione con i migliori distillati invecchiati del mondo.Il primo imbottigliamento è stato fatto nell’anno 2002 ed è frutto di alcuni anni diprove e di sperimentazioni per ottenere quell’amalgama di profumi, sapori e coloreche era nella mente del Mastro distillatore.Il risultato è una grappa stravecchia di 41 gradi alcolici, dal colore ambrato ebrillante, dall’intenso profumo creato dalla sapiente e sperimentata miscela di grappe

selezionate e dal lungo invecchiamento in fusti di legno di varia capacità e di diversi tipi di legno.La grappa sosta, infatti, per l’affinamento, sia in barrique da 225 litri sia in botte grande da 1.500litri. I legni di rovere, acacia, ciliegio e frassino contribuiscono ad arricchire il colore e gli aromisenza prevaricazioni che snaturerebbero il prodotto iniziale: la grappa trentina.

Ci voleva anche un luogo particolare dove la grappapotesse riposare nel silenzio e nella penombra.L’azienda Marzadro ha pensato anche a questo,

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creando nel profondo della grande costruzione, un ambiente apposito dove il legno, che prevale suogni altro tipo di materiale, crea le volte a vela del locale, ingentilisce gli scaffali e i supporti dovesono collocate le botti piene di prezioso distillato. L’ambiente è termoregolato e, per evitare almassimo l’evaporazione attraverso le doghe delle botti, la sala ha un alto tasso di umidità che sipercepisce ma non si vede. Le foto della barriques ne rivelano visivamente la presenza.È una vera e propria “Schatzkammer” Camera del Tesoro protetta da cancellate, anch’esse in legno,implacabilmente chiuse dai sigilli della Guardia di Finanza.

La nostra visita si conclude qui. I due gruppi si riuniscono: Fabiola e Mattia, che ci hannoaccompagnato ci offrono in assaggio le due grappe qui sopra descritte.

I ringraziamenti alla famiglia Marzadro che ci ha concesso spazi per il nostro incontro con i vinid’Abruzzo, che ci ha riservato un poco del loro prezioso tempo con gentilezza, competenza e caloreumano, sono doverosi e rituali.Ma ad essi voglio aggiungere, a nome mio personale e a nome della dirigenza dell’AssociazioneItaliana Sommeliers del Trentino e dell’Abruzzo, l’apprezzamento e la riconoscenza per l’ospitalitàriservataci e per quello che ci hanno insegnato relativamente all’affascinante e magico mondo delladistillazione.

Devo anche aggiungere che il materiale pubblicitario ed il contenuto del sito Internet aziendalewww.marzadro.com, da cui ho tratto spunti ed anche qualche foto di famiglia, mi sono stati digrande aiuto per la compilazione e l’abbellimento di questa relazione di visita che rimarrà agli attidell’A.I.S. e che verrà distribuita a tutti i partecipanti.

RENATO FILIPPI

Sommelier A.I.S. Trento

Rovereto, 8 marzo 2007

e-mail:[email protected]

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