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A.A.V.V.CANTI D'AMORE

Collana "I Quaderni di Erato"

Copyright © 2014 La Presenza di EratoI diritti sulle singole opere

appartengono ai rispettivi Autori.

Nessuna parte del libro può essere riprodottao trasmessa per alcuno scopo senza il permesso scritto

della Redazione di Erato.

In copertina: Jaison Cianelli, Celebration (2012),stampa su tela, cm 101,60 x 101,60

Per informazioni e contatti: [email protected]

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PREFAZIONEdi Dante Maffia

A questa bella orchestra che Luciano Nota ha messo insieme(niente accade per caso) non servirebbe un direttore con la suabacchetta, il suo entusiasmo e il suo sbracciarsi, perché si tratta ditesti di valore, di versi che non hanno nulla di gratuito, nulla di“occasionale” se non in senso montaliano.

Non è facile trovare trenta poesie, di trenta poeti diversi, cheabbiano un respiro puro, un loro passo aperto e piacevole, una loroidentità spiccata e un timbro riconoscibile. Di solito le antologie,soprattutto quelle tematiche, raccolgono ciò che passa il convento.Qui si sconfigge questo luogo comune, perché non si tratta di unconvento che ha potere, che gestisce giornali, editori e sindacati, madi un abbraccio collettivo, di un dono scelto e meditato.

Verrebbe voglia di commentare i testi uno per uno, madiventerei noioso e, tra l’altro, sarebbe un inutile esercizio, perché sitratta di poesie che arrivano subito al lettore, che non fanno stupidigiochi di prestigio, che non si servono di alchimie spudoratamentefinto-avanguardistiche, che sono scritte con l’anima e il cuore, oltreche con l’intelletto. Io cerco di misurare sempre se una pagina nasceda una effettiva necessità espressiva oppure da un progetto a freddo,da un momento di falsa accensione. Ho letto e riletto e davverosembra un coro di stimoli meravigliosi, di immagini suadenti, dicanto che si dispiega suscitando un piacevole incanto. Certo, alcunidei testi hanno un maggiore spessore estetico e linguistico, altriun’impronta letteraria marcata, altri una freschezza di canto, altriaccenti dolcissimi che scuotono il lettore per la loro portata umana,oltre che poetica, ma tutti sono momenti emblematici, quasi epigrafidi una condizione variegata di fermenti, dell’amore nella sua varietà,nella sua infinita ricchezza.

Di poeti in Italia ormai ce ne sono oltre cinque milioni (oh,Dio, di gente che scrive versi!), ma sono rari coloro i quali vivono lapoesia come una religione, una ragione di vita, con la convinzioneche essa serva all’uomo per uscire dal suo stato ferino. I piùbivaccano sul computer per sfogarsi, per raccontare le loro storie e leloro emozioni senza riuscire a universalizzarle. Questi testi nonappartengono alla maniera, alla abitudine domenicale di appuntare

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un rapido sussulto, un’incrinatura della psiche. Sono parole di poetiveri e mi piace citarli uno per uno a cominciare da Luciano Luisi,Salvatore Martino, Cesare Viviani, Antonella Anedda, Aldo Forbice,Silvana Baroni, Leopoldo Attolico, Paolo Ruffilli, GiancarloConsonni, Luca Cenisi, Marco Onofrio, Maria Grazia Di Biagio,Giorgina Busca Gernetti, Flavio Almerighi, Marco Bellini, MonicaMartinelli, Ambra Simeone, Paolo Polvani, Franco Fresi, LucianoNota, Abele Longo, Paolo Ottaviani, Narda Fattori, Maria PinaCiancio, Fabio Lacovara, Meth Sambiase, Pasquale Vitigliano,Pasquale Balestriere, Nazario Pardini. Come è evidente, si tratta divarie generazioni, di stili diversi, eppure la sinfonia resta e anzi siradica, perché gli strumenti adoperati, proprio perché moltopersonali, contribuiscono a rendere chiara l’operazione.

Il lettore faccia suo il testo che prediligerà, senza temere dioffendere nessuno, senza pensare che una scelta significa labocciatura degli altri.

Mi viene da raccontare una piccola faccenda personale.Quando da qualche parte scrissi che non riuscivo a “sentire i palpiti”della poesia di Fernando Pessoa furono in parecchi a scagliarmisicontro. Non è valso spiegare che non bocciavo Pessoa e feci unesempio semplicissimo. Dissi che nel vedere una bella donna, comela modella Naomi Campbell, nessuno mai potrebbe dire che è brutta,ma potrà qualcuno affermare che non gli piace, non lo stuzzica, nonlo fa fremere? Credo proprio di sì. Perciò ci sarà (per gusto o perpartito preso) chi sceglierà Onofrio e non la Baroni, Luisi e nonViviani, ma questo non significherà giudizio di valore o negazionedi altre pagine.

In questa piccola “operazione” culturale è l’orchestra checonta, che vince, che impone il suo significato e la sua coralità.Singolarmente scelgo a seconda dell’umore e dell’ora della giornata.Adesso, per esempio, sceglierei la Di Biagio per il suo incantatodisincanto, ma un’ora fa avrei scelto Onofrio per la forza chesprigiona. Ieri avevo scelto Forbice, la sua grazia poetico-narrativache ha qualcosa di coinvolgente e di caldo…. Due giorni fa avevoscelto Nota…, tre giorni fa la Gernetti… E così via.

È la prova, per me, che neanche una delle poesie quiproposte manca di bellezza, di passione, di verità. E, credetemi, ilmio cambiare ora dopo ora, giorno dopo giorno, non mi fa sentire per

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nulla incoerente: la poesia è innanzi tutto libertà e i testi offerti sonoliberi, volano, portano accenti d’amore con un disinteresse che haqualcosa di magico e di eterno. Nessuno, proprio nessuno escluso.Certo, neanche il mio.

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POESIE

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Tra pochissimo un abbracciovoglio darlo via cosìintero, prendere o lasciaredissipare tutto se nonquanto ho voluto,pioggia e non il freddoche porta,il colore unanimedell’amore che mi trovia non dovere affrontare tuttoarmato fino ai denti,rivedere ombrellinitondi e colorati uscireda scuolanon sopra un bicchiere,sorprendermi a direche ancora non ho detto.

Flavio Almerighi

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Volevo che il mio amore non finisseche resistesse intero – in disaccordoperfino col ricordo e ignorasse il corpoche da me si scostavache ne ignorasse distanza e indifferenzae fosse cosa mia doppiamente intrecciatacesta di giunco e aria, cesta per acquaforma che la mano conoscee che la storia medita quando – così di radoper questo raramente sacra – salva un bambino dal suo Nilo.Così a volte fanno canestri i pazziper il silenzio – credo – che sale dagli spaziper quella pagliache le dita oscuranoper quel nodo terreno di aria e di materia.

Antonella Anedda

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Le parole che scrivo per tesono gocce di condensa in discesasul vetro nuvoloso dell'inverno.Non danno tregua ad un destino che prevedefisse su un diaframma tra la tua luce e la miale righe di un piccolo discorsoin sintonia con l'umore del momentoNulla è cambiato dopo tanti anni.Solo le gocce aumentano di pesosi fanno più veloci.Le occasioni sono gli stessi umoribizzarri, incontinentiche premono dall'esterno sopra i vetrila mia febbre di nuvole e di assenza;che il tuo tepore di stanza riconducea spessore di traccia – reale – sulla terra,senza più favola, tersa come l'aria.Fuori, di me e di terimane la tempesta, tutta interioredi un breve sole, china su questo esito;confidenziale nel coloresenza fatica né nuvola, né distanza.

Leopoldo Attolico

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Come l’alba l’amore apre corolledi luce, e al fiore tremano gli stami.A levante trionfa il mite azzurrodegli occhi, il cuore s’accampa nel fulvoardito dei capelli, già persuasoad infondere nettare ai pistilli.

Ogni mare sfavilla di brillii.

Lontana dalle coste e dalle rottesbanda la nuda vela e porta un fiore,libera sempre e folle e alla ventura. Tu mi giaci nel petto e nella mentee come un sogno agiti speranze,con fili d’oro tessi quei momentiche fanno bella e sapida la vita,

che rapida mi scorre tra le dita.

Pasquale Balestriere

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Perché ancora parlarnedi quel tonfo nella piena dei marosidelle grida scorciate a silenzio?Fuori c’è altroil parco spazia nel parco e il frusciare del temposorregge il tempo all’indietro-Guarda, è nitida la seraproviamo a ospitarlaa fluttuarle nel chiaro delle bracciache verrà presto il dunque, il caso, l’avvenirein devota abbreviazionein controcanto sconsiderato-Nuova usanza è invitarti per la cenatacere avanti al fuoco e agli specchinell’assoluto attorno della vita che bussaavanza oltre la porta e ci propone la lunapiù matura del dito che la sovviene-

Silvana Baroni

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Per farti capire accendo il ventilatoredistesa, ti strucco con le labbra, ti preparo (ieri sera).Mi tolgo e tu stringi, apro la finestracominci tu a rivestirti, io non saprei perchéprepararsi per gli altri e il loro misurare.Chiudi la lingua nella boccae il rossetto che incornicia un’altra voltati allacci con cura l’orologio da uomorisarcimento lasciato lì sul comodino.Sei così, il corpo che si raffreddasi pulisce e già dimentica le orele ultime, arrotolate dentro l’aria sudata.Te la senti, indossi il cappottoore otto, sei degli altri.

Marco Bellini

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Eri di fronte a me; eri vicinotanto da inebriarmicon l’ardore improvviso del tuo sguardo.Ho tremato. Ho temutoche le tue braccia mi stringesserocome l’edera verdes’avvolge al tirso, come il molle acantorecinge d’armoniaun’erma solitaria in un giardino.Perché ho temuto ciò che anch’io volevo?Quell’istante è fuggitorapido come un battito di ciglia.Un timido salutoe il caro volto ormai s’è allontanatodal mio che lo adorava,che sprofondava gli occhi nei suoi occhiin un ardente dialogo d’amore.Nella penombra del viale desertoti allontani in silenzio,forse tremando ancora come io tremo.

Giorgina Busca Gernetti

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I.…e ancora mi provochia resistere al tuo silenzio,a morire come l’ombrache dopo il breve saltosi stringe al nero delle viole

II.Amore rampicanteè questo nostro corpo diviso -tendere al cielo le punte,intrecciando ad ogni fioreun respiro una parola

III.Metterò su un piattola mia prima morte, amore -fai tu lo stesso sull’altro:nell’ago tormentato vedremol’onda che torna al suo naufragio

Luca Cenisi

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Nei nostri paesi di nottequando il vento si alzae lo spazio di gomma si dilatasiamo cani randagi così deboli e soliche anche l’amoreè uno schiaffo nel buioche lascia le dita e assedia il paese

Qualcuno stanotte è fuggitocon lo sputo aggrumato alla golaqualche altro è rimastotra i silenzi allineati e orizzontalidella piazza

Sotto l’orlo della lunaci lecchiamo ferite come i cani

gli occhi arrossati e il fiato (ancora) caldo

cercando il sonno complicesolo per dimenticare

Maria Pina Ciancio

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Reggono ma per poco gli sguardi amorosi,

cincie presto buttate a saggiare i dirupi.

Giancarlo Consonni

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(Ti odio non ti so dire quantodalla testa ai piediin lungo e in largo, ti odio.Odio che mi dai sempre ragioneche mi trovi bella senza truccoe morbida come una girellai capelli sottosopra quando scrivo.Odio che dici bello, bello da morirea qualsiasi scarabocchioche quello che cucino è sempre buonoil vestito sempre quello giustoche ti sorprendo sempre in positivoche hai deciso che sarei stata l'ultimae per sempre, almeno fino a domani).Mi passi il sale, per favore, caro?

Maria Grazia Di Biagio

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Accade. Per caso accade di sentirenella pupilla un’altra irideche coglie la bellezza come una farfallache s’appoggia sul mondo senza peso

la bellezza di una valva di madreperlasolitaria su una spiaggia è amoresfuggito alla burrasca al mal amore

non raccontano fole le rughe sul voltoincise di un vecchio sulla panchina a guardare basso geografia del sudoregeometria delle fatiche schiena curvalungo un filare o a far respirare la terrazolle rivoltate per la nuova fienagione.

In questo amore senza traiettorienon algebrico non matematicodi scambio sì amore per bellezzae forse pure ci guadagno i saltelli di tre passeri sui gradini delle mie scale

ci guadagno un sorriso verso il giornoun saluto due chiacchiere sul cancello

ci guadagno eppure non mi bastaquesto amore di contatti e incantie ogni giorno rigiro la clessidra perchérifiorisca un destino senza malagraziae butto il giornale nel cestinonon ci sono belle notizie non dice d’amore.

Narda Fattori

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Ciao amore,stamattina il tempo è grigio,anzi nero, con palle di fuoco, in cielo,che minacciano di precipitare,in un lago gelato come il Balaton.Lo so, forse non è proprio così,ma così vedono l'alba,i miei occhi stanchi,assonnati, ma che si rifiutano di chiudersi.La morte di un'anziana amicami ha sorpreso e mi ha stupito.Sembrava un sogno quella donna d'altri tempi,ossuta, canuta, sofferente,ritratto della fragilità, dell'incertezza,ma anche della femminilità.Una donna che tutto ha dato a tutti,senza mai nulla chiedere.Stamattina, mamma, ti ho parlato,guardandoti nei tuoi piccoli occhi lucidi,ti ho parlato di quella signora,canuta come te,ma arcigna, severa, imperscrutabilecome una Sfinge.Eri provata, smunta, afflitta da un dolore intenso.ma tu, esile, stanca, arroccatanella tua amara solitudine,mi hai risposto dolcemente.sembravi radiosa, quando flebilmentemi hai detto: " Vorrei scomparirecome quella signora, senza medici,senza ospedali, senza dolore,senza angosce e lacrimedi figli, parenti, amici".grazie mamma per il tuo candore,la tua saggezza.

Aldo Forbice

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Ti sai trasformareda cuoca in padrona disinvoltada madre ansiosa in sapiente maestra,il tempo di cambiarti d'abitoe ritoccare appena il tuo sorriso.Per chi come te veste di graziale occasioni che incontranon dovrebbe essere difficileinventarsi un marito quasi santo.Qualcosa d'incompiuto,d'irregolare ti fa unica,come se l'arteficesi fosse fermato all'improvvisoconvinto di averti già tanto tanto.

Franco Fresi

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Penso a te.Da lande ghiacciate sfiori odori verginidi verde lussureggiante.I piedi leggeri su fragranze floreali.Al crepuscolo, sotto un cielo intriso d’oro e d’argento,le mie corde cerebrali dipingono la teladi una gitana in neroda purpureo albore avvolta.Tu, fonte essenziale, linfa vitale per l’anima e gli occhidi un druido dai nobili tratti.

Fabio Lacovara

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Stavo per andare a comprare il salequando ti vidi intenta ad asciugarei lunghi capelli al sole. La tossee il catarro impedirono di dirtidi venire dentro. Sembrava cosada fare sposarsi e partire in guerra.La notte sentii un piagnucoliosussurrare ad un orecchio da una vita:ti ho veduto al fronte colpito a terra,la neve che congelava le dita.Di me si son presi cura i parentila chiamano reversibilità,mi hanno legato mani e piedi al letto,mi hanno strappato i capelli uno ad unouno ad uno come i giornistanchi e lenti all’imbrunire,recisi dal telaiodalla tela del ragno,una ad una anche le nottifredde e disperate all’alba,slegate dall’ordignodi un rotolo di spago.Al mattino ti vidi nel giardinoasciugare i lunghi capelli al sole,sto andando a comprare il sale, ti dissi.

Abele Longo

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Anche tu mi hai lasciatoche d'essermi legata come l'ombradicevi. Ora non hodi te che la memoria in queste sered'ultima estate e solitario vadoper i campi che un tempo seguivamoin cerca d'un rifugio.E qui mi tornadella tua voce il brividose le coppie mi sfiorano furtivenel loro fiato assortee dove ieri ci amavamo indugio.Qui abbandonata contemplavi il lentovolgere delle nubi sulla luna.Ma ora attendo invano che le nubipassino e accenda i prati desolatila luna: il tuo palloreio non misuro più nella sua luce.Porto una spiaggia in medeserta al primo scroscio dell'autunno,dove l'estate poco fa era in festa,una languente spiaggia d'ombrellonichiusi.E senza tela mia vita divisa inaridiscecome un limone stentonell'ombra d'un balcone.

Luciano Luisi

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Ormai dovrei avere imparatole piazze i semafori i divietii parcheggi le svoltei viali alberati e quelli troppo assolati,dovrei avere chiara la mappadella tua nudità,possederla in ogni particolare.Invece scopro nuove strade, nuovi spazi,nuove svolte, cattedrali mai visitate,musei, radure,angeli che mi benedicono,m’invitano al loro banchetto,mi prestano le loro finestre private.

Dante Maffia

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E siamo qui, attraversatida questo borgo anticoin questo tempo agitatoda un vento di incertezze.I fiori aprono petalisfioriti come il mio nome.Seduta accanto a te di cui conoscoi filamenti della pellei fili della rabbia intessuticol sangue e poi ancora fioripetali spampanaticolorati d’attenzionerossi come il sanguerossi come il cuore,il centro del corpo da cui tutto dipendefino a quando cede il passoal riposo che ci aspetta dopotanto movimento.Il profilo delle unghie si sfilacciain strati di ricordi buoniper chi ne ha fame.

Monica Martinelli

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Appassionanti storie di delittiaffiorano nel cielo dell’insonniaall’alba per nome conosciutinella notte confusi come sabbiaIo so che ti appartienel’equivoco tracciato della fugala reticenza estrema dell’esisterepuoi solo accedere al passoincorruttibile dell’acquaconfondere le immagini del sognoconcepire un lato del triangolodove affonda la luceDomani mentirai al tuo specchiosfiorandoti i capellisiederai sul precipizioche paralizza la morteVoci essiccate al monogrammaaccerchiano le porte che abitiamoannegano nel lettoAllora tu mi dirai che t’amoe piegheremo insiemeil labbro e le ginestre

Salvatore Martino

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I.Ammaliati. Morire d’amoreal centro di un querceto.Gonfiarci nel caldo fardello.Cercarci, rifarci dove prima eravamo,dove il bosco si aprivaal linguaggio delle malve.E le querce non parlavano,spiavano.

II.Quel gruppo di ragazziche sta a guardarcisorride ai nostri abbraccirifratti sulla fronte.

III.No, non abbiamo colpe.La nostra smania va oltrela coltre degli innamorati.

Luciano Nota

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Se di dio l’inferno è privazioneè lontananzaè disperazionecapisco, alloraperché chiamare infernola notte in pieno sole a mezzogiornola sofferenza muta senza ali(che scava fiumi in piena sulmio visoe mi dirompe dentrocome il tuono)di questi giorni amari senza amoresempre più corti, sempre più crudelidove ogni istante è un secolo chemuore…Eri tu, il mio solo paradiso:sono nato ed esisto per amarti.

Marco Onofrio

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Ed ecco d'incanto l'amore rivolto al felice canto verdebianco in volto,

verdebiancorosa fiore d'alabastro, naturale sposa oroverde incastro!

Tra il marzo e l’aprile grigioazzurro un Ragno tacito e febbrile indica un rigagno

e sull'imbrunire miti filamenti quasi da intuire tra celesti armenti!

Biancolatte il petto dentro notti chiare giorno benedetto per accarezzare

betullepapiri, grigioperla il vento rimena i sospiri blu del turbamento

sul colle di Linda e Kalev un cielo tenero si blinda, come da un disgelo

torri incappucciate agili tra guglie vanno per sfilate

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militi in pattuglie

a scrutare il mare cerulo che dorme, acqua familiare muta terra e forme:

buon Vecchio Tommaso - vedi - in banderuola ogni umano caso sta nella parola.

Canzonetta epitalamica estone. Kalev e Linda sono i mitici eroinazionali dell'Estonia, cantati nel poema epico Kalevipoeg diFriedrich Reinhold Kreutzwald [Vindri Roin Ristmets]. Il VecchioTommaso, il popolare Vana Toomas, è una banderuola, raffiguranteun soldato medievale che, secondo una antica leggenda, farebbe davedetta avvertendo i concittadini del pericolo imminente. È postaalla sommità della guglia barocca della torre ottagonale delmunicipio della città di Tallinn. Il Ragno tacito e febbrile è il Ragnosacro simbolo del Sé universale dal quale nascono, secondo lascienza letteraria vedica, tutte le cose e nel quale tutte le cosetrasformandosi ritornano.

Paolo Ottaviani

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Rivedo i tini e lo schioccare ferri odo ancora tra i pampini invecchiati ed il frusciare di procaci pigne. Il battere dei pigi e i canti antichi di voci seminate per i colli e le leggere vesti sul tuo dorso che la brezza brunastra svolazzava nell’aria pregna d’umida dolcezza. Quante volte le mani sfioravamo nel recidere il tralcio e un bacio di nascosto ed un abbraccio tra le foglie amarognole di viti e poi fuggivi. Sente il mio seno ancora l’acre sapor di vino dall’afrore del tino, lampi di luce rossa sulla tua smossa chioma.

Nazario Pardini

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Vieni, diceva con la voce intintanel più profondo miele, vieni che tisbrino il cuore, ti sciolgoquesti ghiacci eterni, ti lanciol’autostima in orbita, in eccessodi erezione l’ego, ti titillola vanità. E intanto pregustavail sangue come un trofeo di caccia,uno stendardo, e affilava la lama.Perché l’amore non è faccendaper gente sana, t’insinua l’illusionedella felicità da bere a sorsima poi ti atterra, ti divora a morsi.

Paolo Polvani

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Le nuvole arrivano dal mare esi infilano strisciando tra le case,inondando la città come torrenti.E, non appena il lampo squarciail fumo, dal buio pesto balza sula vasta massa della cattedrale.La prendo tra le braccia, baciandoquelle labbra che bruciano com’èin fiamme tutta quanta lei. Che, alsuo bruciare, fa invece da pompieredi fronte all’evidenza di perdere con mequalunque padronanza di se stessa.E, nel respingere le mani che voglionotenerla, “Vedrai che passerà” mi dice,“come passano anche le ore amare ele tristezze e le ferite del dolore”.

Paolo Ruffilli

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Mi hai amatoperché ti sono dissimileimpastata nel colore della mia terra che trema liberata dal tuo azzurro che cambia gli occhinei giorni di pioggia e nel disgelo di mein quel guardarci insieme(con)fonde ancoracome il caos del primo giorno del mondodove si indicava lo stupore con suoni brevinon ancora parolee infatti non ti chiamonon ne hai dato mai il bisognoe mai te ne sei andato.

Meth Sambiase

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stando davvero così le cose ho deciso che oggi penserò al peggiocome sono abituata a fare, applicando una matematica semplicee dividendo tra noi le angosce, moltiplicandole all’infinito:(il coraggio di partire di nuovo) più (niente paura di farti del male)più (niente biglietto acquistato per raggiungerti ancora) più

[(convincerti)più (niente orde di baci regalati a vuoto) più (ore spese a dormire

[finalmente)tutto questo sommato ad altro e nulla più sottratto,ora ti aggiungerai a me solo se ne avrò voglia, dopo la spesa fatta e il

[letto rifatto,dopo il tg delle venti e la lettura dei libri usati sul comodino,dopo le chiacchiere al telefono e le ore di lavoro sempre al quadrato,dopo la palestra con gli amici e solo dopo che mi avrai chiamata,allora forse l’equazione tornerà e dimenticherò (io) più (te).

Ambra Simeone

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Finitedi sbatterele cigliacolombe bianche,se non aveteper me la perla.Furtive,eccoviraccogliereda terrai denti d’orodella mia superbia.

No! Gazze siete.Non occhi.

Pasquale Vitagliano

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La Liliana di Corbetta fu la miaprima vera fidanzata, sgraziata ricordo una voltache per baciarmi scivolò sbattéla testa sulla tavola –pensi che meglio di me lo diceil narratore lombardo l’ultimo grandescrittore del Novecento, pensoche sei vicino ma che ti mancala decisione –se è solo questo io vorreiportarla in India Liliananei monasteri tibetani, ricordo un filmche raccontava di una valle dove si vive il doppio,e dirle: "Ecco Liliana staremo quiper il resto dei nostri giorni".

Cesare Viviani

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POSTFAZIONEdi Luciano Nota

Un canzoniere a più voci può apparire opera ardua, nonsemplice da aggregare. Tanti gli stili, le espressioni, le maniere;troppi i temi in materia d’amore. Si può dire che ogni poeta segue lasua strada, sceglie una direzione e risolve il sentimento nel quadro diuna ragione poetica più ampia. Di solito finisce per sfruttare lamemoria del cuore alla stregua delle altre voci e delle altre visioni.

Eros, il più giovane degli dèi, il fanciullo alato armato difrecce con le quali suscitava negli dèi e negli uomini la passioneamorosa. Eros il capriccioso, il bizzarro; Eros allevato dalle bestieselvatiche; Eros che s’unisce, che s’allontana, che fa patire Psiche,che ritorna…Sì, proprio così è l’amore. Nessun essere potrà maisfuggire alla costanza di un impulso semplice e complesso, fatto disguardi e linguaggi, di adiacenze e affinità, di fisici stretti e sensuali,di corpi solitari e gementi, di tensioni e fili elettrici. E’ normauniversale, immortale. E, come diceva Platone, “…al toccodell’amore ognuno diventa poeta”.

Non c’è epoca in cui i poeti non abbiano cantato l’amore. Sipensi all’elegia alessandrina a carattere erotico-soggettivo. L’elegiaellenistica a carattere oggettivo, contenente racconti di miti conprevalenza dell’aspetto patetico. L’elegia latina, tutta incentrata sullapersonalità del poeta e sulla sua esperienza amorosa. Il Dolce StilNovo e i suoi concetti d’amore-virtù, donna-angelo. L’amoreeversivo del Boccaccio, l’amore terreno e inappagato del Petrarca. Epoi il Romanticismo, il Decadentismo, sino ai giorni nostri.

“Canti d’Amore” è un cantiere aperto in cui l’elementod’ordine è rappresentato dal filo conduttore che si coglie nell’esserein relazione, in sintonia, come capacità d’essere in due per brevetempo o per una vita intera. Ma anche come momenti di esitazioni, dicontroversie, di sospetti e paure. In fondo, non è tutto questol’Amore?

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IndicePREFAZIONE...........................................................................3POESIE......................................................................................6Flavio Almerighi........................................................................7Antonella Anedda.......................................................................8Leopoldo Attolico......................................................................9Pasquale Balestriere.................................................................10Silvana Baroni..........................................................................11Marco Bellini...........................................................................12Giorgina Busca Gernetti...........................................................13Luca Cenisi..............................................................................14Maria Pina Ciancio..................................................................15Giancarlo Consonni.................................................................16Maria Grazia Di Biagio............................................................17Narda Fattori............................................................................18Aldo Forbice............................................................................19Franco Fresi.............................................................................20Fabio Lacovara.........................................................................21Abele Longo.............................................................................22Luciano Luisi...........................................................................23Dante Maffia............................................................................24Monica Martinelli....................................................................25Salvatore Martino.....................................................................26Luciano Nota............................................................................27Marco Onofrio.........................................................................28Paolo Ottaviani.........................................................................29Nazario Pardini........................................................................31Paolo Polvani...........................................................................32Paolo Ruffilli............................................................................33Meth Sambiase.........................................................................34Ambra Simeone.......................................................................35Pasquale Vitagliano..................................................................36Cesare Viviani..........................................................................37

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POSTFAZIONE.......................................................................38INDICE....................................................................................39

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A.A.V.V.CANTI D'AMORE

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